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Autore: MiakaHongo    18/03/2024    1 recensioni
[Post TROS]
Rey stava dormendo quando improvvisamente una sequela di scene terrificanti le passarono velocemente davanti agli occhi: la battaglia di Exegol, Palpatine che le rivela di essere suo nonno e Ben che sacrifica la sua vita per lei morendo tra le sue braccia lasciandola inerme. Ma non erano solo immagini del passato, susseguirono anche delle scene che non aveva mai visto e che mai avrebbe voluto si realizzassero, ovvero i suoi amici: Poe, Finn e Rose feriti che urlavano dal dolore. Non poteva più sopportare quella vista quindi fu lei a sovrastare le loro urla con le sue, fu allora che piombò un improvviso silenzio e si ritrovò circondata da un’oscurità fitta e fredda che la fece sentire improvvisamente sola e angosciata.
“C’è qualcuno?”
Chiese guardinga in posizione difensiva, nonostante non avesse nessuna arma con se.
“Per quanto ancora fingerai che io non esista?”
Quella fredda voce femminile le era familiare.
“Chi sei tu?”
“Tu sai già chi sono io, lo sai da sempre, fingi solo di non saperlo… ma d’altronde è quello che sai fare meglio, no? Fingere che le cose che non ti piacciono non esistano!”
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte Rey ebbe molta difficoltà a dormire, tormentata da vari pensieri tra cui ancora i dubbi su sé stessa ed, ovviamente, quelli relativi alla conversazione avuta con Ben poco prima. Una parte di lei aveva anche paura di riavere nuovi incubi, simili a quello che aveva avuto prima di svegliarsi in ospedale: in quel momento le mancava solo una cosa simile! Quindi involontariamente aveva fatto cicli di sonno molto brevi.
Non sapeva da quanto tempo fosse riuscita finalmente a prendere nuovamente sonno, quando la voce di Chewbe la svegliò, dicendole che c’era qualcuno per lei all’ingresso del Falcon. Stava per chiedergli chi fosse quando si ricordò dell’accordo con Savius.
“Digli che arrivo subito, per favore!”
Si alzò e si rese presentabile il più in fretta possibile per poi catapultarsi all’ingresso del Falcon dove, come previsto, trovò Savius. Aveva uno sguardo seccato dall’attesa e stavolta a suo seguito ci stavano anche i due membri della Resistenza che di solito lo sorvegliavano.
“Scusa il ritardo ma eccomi! Sei riuscito a preparare quello che ti avevo richiesto?”
“Ho passato buona parte della nottata a finalizzarlo per portartelo nei tempi richiesti, che differenza vuoi che faccia un piccolo ritardo?”
Non era sicura che fosse sarcastico: Rey si chiese se con gli Accoliti gli fosse permesso avere quel singolare atteggiamento. Lui le porse una fiala contenente un gas verdognolo, ma con un colore più chiaro di quello che aveva inalato lei.
“Grazie! Vado subito a montarlo come mi avevi spiegato!”
“Mi raccomando di seguire con attenzione le indicazioni che ti ho fornito per l’aggancio, non ne ho altre pronte! Comunque, come eravamo d’accordo, allora ti avvertirò se qualcuno dovesse presentarsi al centro medico con i sintomi che sappiamo”
“Mi sei stato molto utile Savius!”
“Dovresti dirlo a loro, non a me…”
Accennò con il capo ai due membri della Resistenza che lo scortavano e quindi Rey si rivolse direttamente a loro.
“Confermo che ha reso un buon servizio alla Resistenza”
I due annuirono alle parole della Jedi, quindi lei li salutò. Rey prese quindi la spada dalla doppia lama rossa e la portò nel luogo in cui aveva deciso di nasconderla, montò con molta attenzione la fiala sul lucchetto, facendo attenzione a non danneggiare e ad incastrare la base metallica della fiala, come le aveva spiegato Savius. Una volta finito il procedimento la osservò attentamente pensando che così avrebbe dovuto funzionare: infondo si trattava di una soluzione temporanea, almeno adesso sarebbe potuta partire con più tranquillità.
Tornò quindi al Falcon, ma si bloccò all’entrata non appena si ritrovò davanti Ben. Rimasero immobili in silenzio a guardarsi e, per la prima volta, si sentirono in imbarazzo a farlo. Rey non aveva idea di cosa fare o dire ma, per suo sollievo, fu Ben ad agire per primo.
“Senti Rey, mi spiace per ieri sera… ero stanco e mi sono lasciato prendere dallo sconforto”
Ben, per quanto avesse dormito poco anche lui, dopo quanto accaduto tra loro, aveva deciso di rispettare la decisione di Rey di non parlarne. Piuttosto si sarebbe concentrato sulla missione, era la cosa migliore o almeno era la conclusione che aveva deciso di abbracciare.
Rey non si aspettava un’ammissione di colpa da parte sua, ma la cosa le fece piacere: non sopportava una simile tensione tra loro, anche se questo non avrebbe comunque cancellato facilmente dalla sua mente quelle parole che le aveva rivolto la sera prima.
“Non ti preoccupare eravamo entrambi stanchi e tesi, immagino, per l’imminente missione e per quanto accaduto finora”
Tentò di accennare un sorriso di incoraggiamento che sembrò lenire la tensione anche di lui.
“Chewbe mi ha detto che adesso il Falcon è tuo… quindi, come funziona? Devo chiederti il permesso di salire a bordo?”
Rey sgranò gli occhi ed arrossì leggermente per l’imbarazzo.
“Beh… sì, ma tu sei il figlio di Han, il Falcon è tuo di diritto!”
“Ma chi sono io per andare contro le volontà di mio padre?”
“Tuo padre avrebbe voluto che lo avessi tu, soprattutto ora che sei dalla parte della Resistenza!”
Ben rimase qualche attimo in silenzio, come se stesse rimuginando su quelle parole.
“Allora facciamo che è di entrambi! Che ne pensi?”
Proposta che sorprese Rey e le fece accennare un sorriso.
“Penso che sia una buona idea!”
“Ottimo, quindi ora ci alterneremo alla guida come piloti!”
Asserì lui, con un sorriso furbo.
“Sei tremendo!”
Replicò lei.
“Lo sono. Ma non hai detto di no!”
“Non ho detto nemmeno di sì!”
Lui fece spallucce ed entrò, evitando volutamente di rispondere ulteriormente. Entrò anche lei, faceva un po’ fatica a seguirlo date le lunghe falcate che faceva quando camminava a passo più spedito. Le ricordò quando erano a bordo della Supremacy e stavano percorrendo la strada per andare da Snoke, allora lei aveva affrettato apposta il passo per non sentirsi in difetto. Era strano: quello non era esattamente un bel ricordo, eppure la fece sorridere tra sé.
Una volta arrivati all’area centrale della nave, trovarono Chewbe seduto al tavolino ed intento a fare qualcosa, sembrava stesse scrivendo.
“Chewbe! Cosa fai?”
Chiese lei con curiosità.
“Voglio annotare alcuni dei recenti eventi e ho la sensazione che anche questa missione sarà da ricordare”
Le rispose il Wookiee, solo allora si rese conto che stava scrivendo su un’agenda, incuriosita si sedette accanto a lui per sbirciare.
“Hai un diario?”
Chiese lei con un aria talmente esaltata che Chewbe non potè fare a meno di passarglielo. Le spiegò che lì, annotava i ricordi più belli che aveva con i suoi amici. Rey prese in mano l’agenda in pelle logorata, come se fosse un’antica reliquia e la aprì con cura, iniziò a sfogliare le pagine iniziali e notò che il primo evento riportato era quando aveva conosciuto Han: a quanto pareva erano finiti in cella insieme ma, inizialmente, il Wookiee voleva ucciderlo. Chewbe le raccontò che stava praticamente quasi per strangolarlo, quando Han gli aveva proposto un piano per evadere, solo allora avevano iniziato a collaborare.
“Figurati se non trovava un modo per farla franca!”
Commentò Ben, solo allora Rey si accorse che si era seduto anche lui accanto a lei. Girando la pagina, si soffermò divertita sulla parte a cui aveva accennato Ben la sera prima: a quanto pareva Han aveva vinto veramente il Falcon a sabacc, ma giocando onestamente a differenza di Lando. Questa cosa le fece pensare ad una similitudine tra padre e figlio: come sia Han, per quanto fosse stato un contrabbandiere, che Ben, per quanto fosse stato Kylo Ren, non potessero fare a meno di essere onesti in determinate occasioni.
“Quindi il Falcon in origine apparteneva a Lando!”
“O ‘zio Wanwo’, come lo chiamava Ben quando era piccolo! Non riusciva a dire il suo nome e lo chiamava così”
“Quindi consideri anche lui come uno zio?”
Le chiese Rey con interesse, ma lui sembrava abbastanza imbarazzato dall’aneddoto che aveva raccontato Chewbe.
“Spero tu non abbia riportato anche questo nella tua agenda!”
Gli chiese, palesemente a disagio, ma il Wookiee non gli rispose, ed iniziò a temere cosa potesse esserci riportato lì dentro che Rey avrebbe potuto leggere.
La ragazza trovò tra le pagine anche una foto di Han e Chewbe quando erano giovani, Han sembrava avere all’incirca la sua età attuale.
“Comunque Han da giovane aveva un certo fascino!”
Ben alzò gli occhi al cielo, con un pizzico di invidia per il tono di ammirazione che lei aveva appena usato.
“Ne era anche fin troppo consapevole, credimi!” Chewbe sogghignò a quelle parole “Cosa ci trovi di divertente zio Chewbe?”
Il Wookiee gli rispose che loro due gli ricordavano Han e Leila quando erano giovani. Quindi, sfogliò alcune pagine fino a mostrare loro la foto di Han, Leila, Luke e Chewbecca. Risaliva più o meno al periodo in cui si erano riuniti la prima volta, Rey fissò la foto con entusiasmo.
“Ma questa è Leila, era bellissima! E questo era Luke… non me lo sarei mai immaginato così da giovane!”
Curiosa, continuò a sfogliare l’agenda dove erano riportate diverse avventure: su alcune di soffermò a leggere mentre altre le passò velocemente, finché non notava qualcosa che attirasse la sua attenzione. Fu Chewbe, ad un certo punto, a mostrarle una foto contenuta in essa ed era proprio la stessa che aveva visto anche Ben, la quale ritraeva il Wookiee che teneva in braccio lui da piccolo.
“Ma Ben questo eri TU! Che carino e che foto tenera!”
“Ero solo un bambino…”
Si limitò a dire lui, con un velo di imbarazzo che cercava di nascondere. Lei provò a leggere qualcosa che lo riguardasse riportato in quell’agenda.
“Qui dice che volevi che tuo padre ti insegnasse ad usare un blaster ma lui si era rifiutato ritenendoti troppo piccolo”
“Ovviamente questo non mi ha fermato dal provarci lo stesso!”
“Alla fine lo ha rubato di nascosto e, quando Han lo ha scoperto, si è arrabbiato non poco”
Le anticipò Chewbe.
“Certo che eri dispettoso da piccolo!”
“Era impossibile farlo stare tranquillo e se voleva fare una cosa, stai certa che trovava un modo di farla”
“Insomma non molto diverso da adesso!”
Disse lei, rivolgendosi a Ben.
“Senti da che pulpito!” replicò lui alzando un sopracciglio.
“Alla fine gli ho insegnato io stesso a sparare, prima che potesse fare ulteriori guai”
Precisò il Wookiee. Rey trovò la cosa dolce: Chewbe doveva essere uno zio premuroso.
“Possiamo entrare?”
La voce, che riconobbero come quella di Poe, proveniva dall’ingresso del Falcon. Chewbe gli rispose in modo affermativo e si fecero avanti il pilota e Finn.
Il Wookiee prese la sua agenda e si alzò, salutò i nuovi arrivati e disse che avrebbe iniziato a fare i preparativi per la partenza, sparì quindi in sala comando. Rey e Ben salutarono i due.
“Buongiorno, tutto bene?”
Chiese Finn, i due annuirono in risposta. Notò che Ben era rimasto comodamente seduto accanto a Rey.
“Non metterti troppo comodo, non è mica la tua nave! E poi ti ricordo che, anche se stiamo andando a fare una tappa di piacere, questa è comunque la missione da cui dipenderà il tuo destino”
 cap-14
“In realtà lo è”
Rispose lui.
“COSA? Non è di Rey il Falcon?”
“Diciamo abbiamo deciso che è di entrambi, infondo Han era suo padre!”
Confermò lei.
“Ma voi sentitevi pure liberi di mettervi comodi!”
Replicò Ben ironico, con un sorriso soddisfatto, citando quanto detto da Finn stesso poco prima. Prima che quest’ultimo potesse replicare, un’altra voce, che veniva dall’ingresso, attirò la loro attenzione.
“Qualcuno di voi mi potrebbe AIUTARE?”
Era Rose, tutti andarono da lei e la trovarono alle prese con due bagagli troppo grandi per poter essere trasportati da lei, sola. Finn e Poe la aiutarono, ma il pilota la fissò interdetto.
“Lo sai che partiamo solo per un paio di giorni e non per settimane, vero?”
“Lo so bene! Infatti ho portato cose funzionali alla sorpresa di stasera e che sono per tutti voi, quindi penso che potreste anche ringraziarmi!”
“Ti ringrazieremo appena ci dirai di cosa si tratta!”
Disse Finn interessato. Rose fece un cenno ed entrarono tutti, si sedettero intorno al tavolino del Falcon.
“Bene allora ve lo dirò: sono riuscita a farci avere degli inviti per una festa a Coruscant. Si svolgerà in un edificio molto bello ed è anche abbastanza elegante, motivo per cui vi ho procurato degli indumenti adatti per ognuno di voi, contenti?”
“Scherzi? Amo le feste! Non vado ad una da troppo tempo, in effetti!” esclamò Poe, esaltato all’idea “Anche se questa, da come ne parli, sembrerebbe di alta classe… sei sicura che Finn non mi farà sfigurare?” domandò ironico.
“Ehi! Mi pare che fossi tu quello irriconoscibile in vesti eleganti, se non ricordo male!”
Replicò il suo amico.
“Quindi nelle sacche che mi avete appena aiutato a salire, ci sono i vestiti che ho preso per voi per l’evento. Ecco cosa ho fatto ieri!”
“Wow, grazie! Li hai presi per tutti noi?”
Chiese Finn.
“Sì, e scelti accuratamente. Ma anche io dovrei ringraziare voi: infondo ho usato i crediti tuoi e di Poe”
 “COSA?”
“Beh sì, siete due generali e due membri del Consiglio adesso e mi avevate detto di poter usare i vostri crediti per la missione… ed uno svago adeguato prima di questa, non è fondamentale per la missione stessa?”
“Te la faccio passare solo perché l’idea di una festa mi piace!”
Disse Poe, guardandola sottecchi.
“Sono sicura che vi piacerà: ci sarà cibo raffinato proveniente dalle più disparate località della galassia, drink esotici e ovviamente anche una pista da ballo!”
Rose stava per dire altro, ma fu distratta da uno sbadiglio di Rey, quindi si rivolse alla sua amica preoccupata.
“Non ti piace come idea?”
“Oh, no Rose mi piace tantissimo! Non sono mai stata su Coruscant e non vedo l’ora di andarci, inoltre mi piacerebbe proprio poter andare ad una festa! Ho sbadigliato solo perché ho dormito poco e male stanotte”
Arrivò nella sala anche Chewbe, il quale disse che era tutto pronto per la partenza. Ben annuì.
“Bene, allora direi di partire, se siete d’accordo. Il viaggio per Coruscant durerà qualche ora. Rey forse dovresti approfittarne per riposare un po’, possiamo pilotare io e Chewbe”
Normalmente Rey avrebbe obiettato, proponendosi lei stessa come pilota, ma la verità era che necessitava davvero di un po’ di riposo in più, così magari si sarebbe potuta godere meglio anche la visita a Coruscant.
“Va bene, per questa volta!” si limitò a dire, rivolgendogli uno sguardo complice “Fate i bravi in mia assenza! E svegliatemi tra un’ora nel caso non lo avessi già fatto” disse, salutando tutti: infondo non voleva lasciarli soli troppo tempo, ed inoltre voleva godersi quella giornata con tutti loro. Andò quindi nella sua stanza, fece una veloce doccia calda, si mise dei vestiti puliti e si stese sul letto. Stavolta ci mise poco ad addormentarsi.




Ben e Chewbe erano ai posti di comando e fecero partire il Falcon. Nei posti dietro, erano seduti Finn e Poe, mentre Rose era rimasta al tavolino e stava controllando sul datapad alcune informazioni per la missione del giorno dopo.
Regnò il silenzio per diversi minuti, finché Finn non decise di interromperlo con una domanda che sorprese Ben.
“Rey ci ha accennato al fatto che tu e lei siete connessi nella Forza e che in passato avete comunicato anche a distanza. È una cosa tipica di chi padroneggia la Forza? Su Exegol, quando lei stava per morire, penso di averlo percepito anche io nella Forza. Quindi se teoricamente anche io mi allenassi, potrei comunicare come fate voi?”
Quella domanda, per quanto fosse lecita, in qualche modo infastidì Ben. Non sapeva neppure lui il perché… sapeva che lei e i suoi amici fossero molto legati e ci stava che se Finn fosse sensibile alla Forza l’avesse potuta percepire. Eppure sentì l’improvvisa necessità di precisare bene la differenza di tipo di connessione che avevano loro in quanto diade.
“Normalmente tutte le persone sensibili alla Forza, se hanno un legame tra loro, possono percepirsi in alcuni frangenti a vicenda, come è probabilmente accaduto anche a voi. Per me e Rey è un po’ diverso… siamo una diade nella Forza: un tipo di legame che, per quanto ci abbia riferito Darth Sidious, non si verificava da generazioni. Possiamo comunicare nella Forza, vedendoci come se fossimo uno di fronte all’altra, a volte in modo volontario e a volte meno, passandoci anche degli oggetti tramite le connessioni. Non ho sentito mai parlare nemmeno da Luke di un potere simile, quindi non ho idea di che altro potremmo essere in grado di fare”
“Capisco”
Replicò secco Finn, con un tono che gli parve infastidito almeno quanto si era sentito lui. Ripiombò quindi il silenzio, ma stavolta Ben lo preferì a quel discorso scomodo.
Una volta nell’iperspazio, Chewbe si rivolse a Ben.
“Dovresti riposare un po’ anche tu adesso. Possiamo svegliarti quando lo faremo anche per Rey. Nel frattempo, può supervisionare Poe come pilota in caso di necessità”
Ben voleva fare buona impressione su di loro ma forse era vero: in effetti un po’ di riposo non gli avrebbe fatto male.
“Se anche per voi va bene…”
Disse, rivolgendosi agli altri due che però annuirono, quindi li salutò e si incamminò verso la sua stanza.




Rey si ritrovò in un posto buio, attivò la sua spada laser dalla lama gialla per aumentare la visibilità, anche se non servì a molto, era solo una flebile luce in un buio pesto. Avanzò con cautela sentendosi quasi richiamata da qualcosa che la faceva avanzare attirandola, ma allo stesso tempo preoccupandola, come se avesse la terribile sensazione che qualcosa di orribile incombesse esattamente dove stesse andando.
Respirò profondamente e, irrequieta, avanzava con passi cauti e con i muscoli tesi, pronti a scattare per qualsiasi evenienza. Improvvisamente un fulmine saettò all’orizzonte, illuminando ciò che aveva davanti, rendendo finalmente visibile un qualcosa che le fece scendere un brivido lungo la schiena: davanti a lei vi era il trono oscuro e, seduta su di esso, la sua controparte oscura con gli occhi bianchi che aveva visto nelle sue visioni. Al suo fianco vi era colui ch era più simile a Kylo Ren che a Ben ma che era anche molto più impassibile, come nello scorso incubo.
Rey strinse più forte la presa sull’elsa della sua spada, quindi le urlò.
“Cosa sei?”
Lo scenario si rifece buio, l’unica luce tornò ad essere quella gialla della sua spada, quando, in un tempo che non giustificava lo spostamento, si ritrovò la sua doppia esattamente dietro di lei a sussurrarle con voce sottile.
“Sono semplicemente la versione migliore di te, quella che merita questo trono e lo sai bene!”
Rey si voltò e la fissò: ora che la osservava da vicino poteva notare come il suo volto sembrasse pieno di segni del tempo non coerenti con la sua età e, più la fissava, più le sembrava disumana e vuota.
 cap-14-2
Con una mossa repentina le puntò il laser della spada alla gola, cosa che però non sembrò scomporre minimamente la sua avversaria.
“Non cederò mai più al lato oscuro, quindi non esisterai mai né avrai mai quel trono”
“Ma hai comunque paura che io diventi realtà!”
“Non ho paura di te, non puoi esistere!”
La sua doppia sorrise in una maniera che Rey trovò inquietante.
“Oh, davvero? C’è sempre qualcosa di cui si ha paura!”
A quelle parole la Rey dagli occhi bianchi scomparve e lo scenario cambiò a favore di uno diverso ma non fece nemmeno in tempo a capire dove si trovasse, che vide a terra disteso ai suoi piedi Ben. Si stava contorcendo dal dolore e poteva percepire la sua sofferenza, sembrava un dolore insopportabile. Si abbassò subito verso di lui.
“BEN! Cosa ti è successo?” ma non ebbe risposta, anzi il suo dolore sembrava aumentare “Ti prego Ben non puoi lasciarmi di nuovo, dimmi cosa posso fare per aiutarti!” sentì la sua stessa voce tremare, allungò quindi una mano per toccarlo ma, non appena entrò in contatto con lui, una sequela di immagini le invasero la mente. Sapeva che quelle erano visioni ma non voleva vederle, non voleva rischiare di essere condizionata più di quanto non lo fosse già, così si concentrò con tutte le sue forze e si svegliò.

Ben stava per entrare nella sua camera, quando sentì distintamente un tumulto di emozioni divampanti provenire da Rey e, in particolare, dalla camera lì accanto: paura, disperazione, dolore, ansia, mischiate a così tante altre che nemmeno riusciva a distinguerle. Preoccupato, si precipitò da lei e, senza pensarci su, aprì la porta.
“Rey tutto bene?”
Lei si era messa seduta sul letto e si sentiva ancora in preda a quelle orribili sensazioni, il cuore le pulsava in petto e delle lacrime solcavano il suo viso. Fece a malapena in tempo a percepire l’arrivo di Ben per asciugarsele e darsi un contegno: non voleva farlo preoccupare.
“Ho avuto solo un incubo”
Si limitò a dire lei, cercando di ostentare un tono di sufficienza. La cosa non sembrò funzionare perché, in tutta risposta, Ben si sedette accanto a lei ed iniziò a fissarla con il suo solito sguardo penetrante.
“No”
Replicò lui con tono deciso mentre la fissava. In quello sguardo lei si sentiva proprio come quando lui era ancora Kylo Ren e, per quanto lei cercasse di impedirglielo, riusciva esattamente a leggerle dentro, a capire come si sentisse. Era inutile provare anche solo lontanamente a nascondergli qualcosa.
“Da quando abbiamo condiviso il lato oscuro, sono tormentata da incubi sia sulla me oscura, che avevo visto nelle due visioni, e sia anche dal tuo lato oscuro che avevo visto al mio fianco sul trono dei Sith”
“Ti va di raccontarmelo?”
“Ci sta questa me dagli occhi bianchi che siede sul trono dei Sith e mi ricorda che quel futuro si avvererà, proprio come tutti gli altri. Poi ci sta il tuo lato oscuro che è dalla sua parte, ed infine ho visto anche te che soffrivi non so per cosa” ammise, quindi esitò un attimo prima di proseguire, perché le tornarono in mente le immagini dell’incubo di poco prima e dovette farsi forza per non cedere di nuovo alle emozioni “lo so, è stupido: sono solo incubi, probabilmente è sciocco pensarci tanto, dovresti torna-“
Provò a minimizzare, ma il tono le uscì involontariamente più tremante di quanto volesse e non finì la frase perché Ben fece qualcosa di inaspettato che la lasciò letteralmente senza parole: la abbracciò.
“Non è stupido”
Disse lui telegrafico. Nascosta da quel rassicurante abbraccio, Rey non riuscì più a trattenere le lacrime.
“Alla fine dell’incubo stavo per avere delle visioni ma non ho voluto vederle, per un attimo mi sono chiusa alla Forza… avevo paura di farmi condizionare ancora, di vedere cose che non avrei voluto. È assurdo ed imperdonabile: magari avrei visto qualcosa che mi avrebbe aiutato a salvare te o i miei amici, per potermi finalmente riscattare dalle azioni che ho commesso quando ho ceduto al lato oscuro… ma sono ancora troppo debole, questo è inaccettabile: non dovrei partecipare a questa missione, sono solo un pericolo per tutti”
Disse con rabbia verso se stessa, quasi singhiozzando.
 cap-14-3
“Non sei un pericolo… non per me”
“E se lo fossi? Se quelle visioni si dovessero avverare?”
“Non devi avere paura Rey. Se anche queste visioni si dovessero avverare, magari lo faranno in un modo diverso da quello che possiamo immaginare, noi stessi ne abbiamo mal interpretato alcune ed è stato anche l’errore di molti Jedi e Sith in passato. Quindi è inutile preoccuparsi adesso: quando e se si verificheranno, le affronteremo, come abbiamo sempre fatto finora!” Rey si strinse a lui ricambiando l’abbraccio, aveva bisogno di quelle parole “Ora però devi riposare, almeno un po’”
Più che un consiglio, sembrava un ordine. Infatti la obbligò a stendersi ma senza mollare la presa su di lei, cosa che la mise in imbarazzo, anche perché in quel letto e in quella posizione in due ci stavano stretti, non voleva stesse scomodo solo perché si preoccupava per lei.
“Grazie Ben, se vuoi puoi andare adesso, sto meglio”
Ma lui non si mosse né allentò la stretta su di lei. Rey avrebbe dovuto insistere ma non aveva la forza di fingere: la verità era che in quell’abbraccio si sentiva bene, a casa.




Rey riuscì a dormire finalmente senza preoccupazioni o incubi, finché un rombo meccanico non svegliò sia lei che Ben, il quale sembrava essersi appisolato anche lui.
Si alzarono e si precipitarono entrambi nella sala comandi per verificare cosa fosse accaduto.
“Cosa succede? Siamo stati attaccati? Perché siamo usciti dall’iperspazio?”
Chiese Rey preoccupata.
“A quanto pare abbiamo un piccolo problema tecnico, quindi stiamo atterrando sul pianeta più vicino per sistemarlo”
Spiegò Poe.
“Problema tecnico? Ti ho lasciato il Falcon per meno di un’ora!”
Replicò lei agitata.
“Ehi non è colpa mia! Chewbe, diglielo anche tu!” Chewbe grugnì qualcosa sul non voler essere messo in mezzo “Grazie tante ammasso peloso, ora sembro colpevole!”
Il Wookiee lo guardò di traverso ma Ben si mise in mezzo tra i due.
“Possiamo pensare ad atterrare? Vorrei arrivare intero su questo pianeta… ma è Ord Mantell”
Disse, osservandolo per cercare di capire di quale si trattasse.
“Esatto! Se riusciamo ad atterrare su una delle sue isole vulcaniche, non dovremmo attirare attenzioni indesiderate”
Spiegò Poe.
“Oh bene, altre buone notizie?”
Chiese sarcastico Finn, che era seduto in uno dei posti posteriori.
“Non fare il nervoso, potrei atterrare anche ad occhi chiusi!”
“Cosa che NON faremo”
Precisò Rose, dal posto dietro quello del pilota.
“Ovvio che no, per chi mi hai preso?”
“Con te non si sa mai!”
Poe però fu di parola, perché atterrarono in maniera precisa su una delle isole vulcaniche del pianeta, anche se non con poco rumore. Uscirono tutti all’aria aperta che trovarono piuttosto afosa, probabilmente dovuta alla vicinanza con qualche vulcano.
“Benvenuti ad Ord Mantell! Rey non sei contenta di poter vedere anche questo pianeta?”
Disse Poe, cercando di alleggerire l’atmosfera, cosa che non gli riuscì molto.
“Sarò più contenta non appena avremo sistemato il Falcon! Guarda, perde anche fumo!”
Disse infine preoccupata, notando solo in quel momento che il lato destro del mezzo emetteva una scia di fumo nero.
“Andiamo… ti ripeto che non ho fatto nulla! Ho solamente supervisionato la guida quando improvvisamente è sopraggiunto il guasto ed ho preso in mano la situazione per farvi arrivare sani e salvi qui! Piuttosto… è strano un guasto così improvviso… tu non ne sai nulla?”
Con l’ultima domanda si rivolse con aria sospetta verso Ben.
“Scusami?”
Replicò lui accigliato, cogliendo la non velata accusa che gli stava rivolgendo.
“Beh chi ci assicura che non hai manomesso apposta il Falcon?”
“E perché diavolo avrei dovuto farlo? Ti ricordo che ci stavo anche io a bordo!”
“Magari speravi in un atterraggio di emergenza per evitare la missione e scappare alla prima occasione”
“Se avessi voluto scappare lo avrei fatto già da tempo, non credi?”
Poe continuò a guardarlo con sospetto, ma doveva ammettere che il discorso di lui filava.
“Non dimenticarti che sei sotto la nostra osservazione!”
“Difficile dimenticarlo”
Fece notare lui secco. Rey intervenne mettendosi fisicamente tra loro due.
“Meno chiacchiere e più riparazioni! Il pannello di controllo ci segnalava qualcosa che non va anche sul lato sinistro, quindi io e Rose diamo un’occhiata a quello e tu Poe, invece, controlli il fumo sull’altro lato… possibilmente senza dare fuoco al Falcon, ok?”
“Va bene ma non farci troppo l’abitudine, non sono io quello sotto osservazione, ok?”
Disse, senza aspettarsi una risposta però, perché si era già incamminato verso il fumo.
“Ti do una mano”
Si propose Ben, seguendolo. Nonostante la fredda conversazione voleva far capire le sue buone intenzioni. Poe non rispose alla sua proposta ma nemmeno gli negò di venire, cosa che Ben decise di prendere come un buon segno.
Arrivarono al punto da cui proveniva il fumo: era un pannello che il pilota cercò di rimuovere con attenzione, svitando ad una ad una le varie viti.
“Vediamo cosa hai…”
Disse il pilota rivolgendosi al Falcon come se fosse la cosa più naturale al mondo.
“Parli al Falcon come se fosse una persona?”
Chiese Ben, alzando un sopracciglio: era una cosa che in qualche modo gli ricordava suo padre, lui aveva un amore viscerale per quel velivolo.
“Le astronavi, come i droidi, a volte sono molto più interessanti delle persone!”
Replicò lui con convinzione, cosa che fece accennare un flebile sorriso a Ben, ricordandosi stavolta dell’altro genitore, che purtroppo aveva perso da poco.
“Beh, ora capisco perché andavi a genio a mia madre!”
Rispose lui, ricordandosi quanto aveva detto Poe del generale Organa dopo il verdetto del Consiglio. Parlare di Leila gli faceva ancora male, ma in quel caso pensò fosse una precisazione dovuta. Poe si sorprese nel sentirgli parlare di lei in quei termini, infondo nonostante gli anni passati lontani da lei, sembrava comunque conoscerla bene.
“Tua madre era una persona molto speciale ed unica: sapeva sempre cosa dire in ogni occasione, anche quando la situazione era estremamente disperata, lei non si arrendeva e sapeva infondere coraggio a tutti”
“Lo so”
Si limitò a rispondere lui abbassando lo sguardo. Poe notò che parlare di lei lo turbava ed in quel momento, nonostante tutto, gli sembrava solo un ragazzo che aveva perso da poco la madre.
“Penso che se fosse qui adesso approverebbe quello che stai cercando di fare, non ha mai smesso di sperare che tu passassi dalla nostra parte, ultimamente diceva di non illudersi a riguardo ma sono sicuro che non abbia mai smesso di crederci davvero”
“Mi spiace, devo essere stato una forte delusione per lei. Se mi fossi deciso prima, forse le cose sarebbero andate diversamente”
Replicò amaramente. Si sentiva ancora colpevole del fatto che lei avesse usato le sue ultime energie per raggiungerlo tramite la Forza su Kef Bir, era solo grazie a lei se Rey si era convinta che in lui ci fosse ancora Ben.
“Per quanto non ci piaccia, il passato non si può cambiare. Quindi fa del tuo meglio adesso, per non tradire la sua memoria e dare un senso a quelle sue speranze”
Con quelle parole Poe provò di risollevargli il morale. Lo fece in modo automatico, perché non  gli sembrava nemmeno più di avere davanti la stessa persona che non molto tempo prima aveva commesso tali atrocità nelle vesti di Kylo Ren. Forse Leila e Rey avevano ragione ad avere ancora speranza in lui e decise che forse anche lui stesso avrebbe dovuto concedergliene un po’ più.
Ben annuì ma senza guardarlo, stava fissando un punto vuoto, come se quelle parole lo stessero facendo riflettere ancora su qualcosa tra sé.
Non appena il pilota svitò l’ultima vite, aprendo il pannello, entrambi furono travolti da un ingente quantità di fumo molto caldo, per fortuna all’aria aperta si dipanò in fretta consentendo ad entrambi di vedere, ma comunque alzò di molto la temperatura nei pressi del pannello. Entrambi diedero un’occhiata al tubo da cui fuoriusciva il fumo.
“Questa vite è lenta, potresti prendermi una chiave adatta per stringerla? Una da diciannove dovrebbe andare bene”
Chiese Poe.
“Dovresti pulire anche la valvola di sfogo”
Gli fece notare lui.
“Sono uno dei migliori piloti della galassia, so come aggiustare una nave, GRAZIE. E poi da quando sei un esperto? Nel Primo Ordine non avevi una scorta di tecnici che facevano questi lavori al tuo posto?”
“Conosco il Falcon, è la valvola di sfogo: mio padre se ne lamentava sempre. Ma hai ragione: quella vite è comunque lenta, quindi ti prendo la chiave”
Rispose lui, evitando la provocazione e allontanandosi per recuperare lo strumento. Sulla strada incrociò Rey che, a quanto pareva, si era allontanata da Rose.
“Come vanno le riparazioni?”
Gli chiese.
“Penso che abbiamo individuato il problema e, se Poe riesce ad avere la meglio sul suo orgoglio, penso che in non molto tempo potremmo sistemare la valvola di sfogo!” Le rispose, con tono in parte ironico “Voi, invece?”
“Anche noi abbiamo individuato il problema: sembra esserci stato un corto parziale, per cui adesso Rose sta provando a sostituire dei pezzi. Penso che lei sia più preoccupata nell’arrivare a Coruscant in tempo per la festa piuttosto che del guasto stesso!”
“Beh, sembra essersi data molto da fare, in effetti! Comunque vi è andata bene: quel fumo era caldissimo, sto morendo di caldo”
Asserì, togliendosi la giacca e restando in maglietta a maniche corte. La maglia era evidente che non fosse la sua taglia, in quanto gli stava stretta, delineando tutta la sua muscolatura, cosa che fece un effetto strano su Rey: il suo sguardo si fissò involontariamente su di essa e si sentì avvampare lei, stavolta. Si ricordò quando, più di un anno prima, lo aveva visto senza maglia, provò a dire qualcosa, una qualunque cosa, che potesse distrarre lei da quel comportamento o lui dal poterle leggerle i pensieri o le emozioni, perché se lo avesse fatto in quel momento sarebbe morta dall’imbarazzo! Eppure quando parlò non le uscirono delle vere e proprie parole, piuttosto uno strano ed indecifrabile balbettio.
“Hai detto qualcosa?”
Chiese lui aggrottando la fronte, comprensibilmente confuso.
“Che ti servono altri vestiti, questi ti vanno piccoli!”
Cercò di dirlo in modo da non far trasparire emozioni di alcun tipo, con l’espressione più noncurante che riuscisse a mostrare, nonostante sentisse ancora il cuore batterle velocemente.
“Oh scusa se non ho trovato tempo per fare shopping ultimamente! Ma se la tua è una proposta, appena sarà possibile, potresti accompagnarmi a comprarne altri, se vuoi. Al momento, ho solo questi di mio padre che ho trovato sul Falcon”
“Capisco, allora ti accompagnerò” abbozzò lei, fingendo disinteresse nella cosa “ora, ecco… devo proprio andare a bere… hai ragione, fa proprio un caldo tremendo qui!”
Fu la prima scusa che le venne in mente per allontanarsi da quella imbarazzante situazione, sperando che una anche se breve lontananza gli avrebbe impedito di percepire i suoi pensieri o sensazioni… vana speranza, dato che a volte nemmeno migliaia di parsec di distanza glielo aveva impedito! Comunque non aspettò nemmeno una risposta, ed in pochi secondi si era dileguata, avvicinandosi alla borraccia che aveva portato Rose all’esterno. Si versò un bicchiere d’acqua ed iniziò a bere sperando di cancellare quei pensieri.
La sua amica, che era lì accanto l’aveva vista parlare con Ben in lontananza, quindi interruppe momentaneamente le riparazioni e le si avvicinò con curiosità.
“Quindi tu e Ben…”
Quelle parole la colsero talmente di sorpresa che Rey mandò di traverso quasi tutta l’acqua che stava bevendo, facendola tossire nervosamente.
“C-COSA? Che intendi?”
Cercò di ricomporsi per sembrare il più disinvolta possibile, ma era evidente che fosse stata presa in contropiede. Rose aggrottò la fronte dubbiosa a quella sua bizzarra reazione.
“Intendo, come siete diventati esattamente amici tu e lui? Eravate letteralmente su fronti opposti!”
“Ti sembrerà assurdo, ma per quanto all’apparenza molto diversi, ci siamo scoperti molto simili”
Rose alzò un sopracciglio, rivolgendole un’espressione che la mise a disagio.
“Me ne sono accorta!”
Rey preferì ignorare la provocazione dell’amica, continuando il suo discorso.
“Non lo so, è strano… siamo sempre stati legati da questo legame nella Forza e ci siamo avvicinati, ma eravamo sempre in situazioni estreme che ci hanno obbligati a confrontarci. Adesso però, una volta finita questa missione, non so esattamente cosa potrebbe accadere in un contesto più normale…” fece una breve pausa mentre si passava nervosamente il bicchiere tra le mani “…riusciremo comunque ad essere amici? O il rapporto che ci ha legati cambierà? Non ho idea di come comportarmi con lui”
Ammise, sperando che l’amica potesse aiutarla a capire cosa fare.
“Ne hai parlato con lui?”
“No! Non vorrei imporgli niente che lui non voglia, magari si potrebbe sentire in obbligo solo per essere accettato nella Resistenza!”
“Aspetta, stiamo parlando della stessa persona vero? Di Ben Solo, figlio del generale Organa ed ex Leader Supremo del Primo Ordine? Penso non potresti imporgli qualcosa nemmeno volendo!”
Rose strappò un sorriso a Rey con quelle parole.
“Forse ho solo paura della risposta che potrei ricevere”
Ammise più seriamente. Rose le poggiò affettuosamente una mano sulla spalla.
“Tutti abbiamo paura quando non siamo sicuri del risultato ma, quando troviamo finalmente il coraggio di affrontarla, a volte scopriamo che era solo una stupida preoccupazione!”
“Spero che sia così!”
Quelle parole le servirono a chiarirsi le idee: appena ne avesse avuto modo, avrebbe parlato con Ben.




Rose tornò alle riparazioni, Rey stava per andare da Finn e Chewbe per assicurarsi che fossero pronti in sala comandi per delle verifiche, quando uno stridulo verso, attirò l’attenzione di tutti, obbligandoli a correre all’ingresso del Falcon.
Quel verso a quanto pareva apparteneva ad un Mogu, una creatura grossa almeno il doppio di un umano, ricoperta di pelo e con delle vistose corna in testa. Stava venendo verso di loro e non sembrava avere buone intenzioni.
cap-14-6
“Un Mogu! Potrebbe essere stato attirato dal rumore causato dall’atterraggio del Falcon!”
Disse Rose.
“Che diavolo ci fa un Mogu qui? Non dovrebbero stare a Koboh?”
Chiese Finn.
“Può essere che sia fuggito da qualche contrabbandiere, su questo pianeta ce ne sono parecchi”
Ipotizzò Rose.
Poe intanto prese in mano il blaster e provò a sparargli ma non sembrava fargli molto, se non farlo arrabbiare ancora di più.
“Dobbiamo allontanarlo dal Falcon o danneggerà ulteriormente la nave”
Gridò Poe.
“Concordo, anche se penso che se quel coso dovesse avvicinarsi alla nave, sarebbe l’ultimo dei nostri problemi… qualcuno sa se quella bestia si nutre di esseri umani?”
Chiese agitato Finn.
“Non penso di volerlo scoprire! Potresti darmi la mia spada laser, adesso?”
Gli rispose Ben. Finn corse a prenderla e gliela lanciò, Ben l’afferrò al volo, felice di poterla impugnare di nuovo. Si voltò poi verso Rey, la quale annuì al suo sguardo.
“Io e Ben allontaniamo la creatura, voi pensate a finire di riparare il Falcon!”
Spiegò Rey.
“Ma aspett-“
Provò a dire Finn, ma lei lo frenò.
“Non c’è tempo, fate come vi ho detto!”
Quindi lei e Ben corsero incontro la creatura passandogli letteralmente davanti, cosa che a quanto pareva attirò la sua attenzione, perché iniziò ad inseguire loro due. Pur essendo bipede, le sue ampie falcate dovute dall’altezza gli permettevano di guadagnare rapidamente terreno.
“Cosa facciamo adesso?”
Chiese Rey a Ben.
“Non eri tu ad avere un piano?”
“Questa era la mia parte di piano, pensavo che alla seconda avresti pensato tu!”
Ben si voltò per un attimo indietro e il Mogu sembrava averli quasi raggiunti e sembrava anche avere intenzioni poco simpatiche nei loro confronti.
“Ok forse ho una parte di piano, ma non ti piacerà”
“Ovvero?”
“Ci separiamo e chi dei due non continua ad essere inseguito pensa ad un modo per attaccare la creatura”
“Aspet-“
Non fece in tempo a finire la parola che lui virò verso destra, lo stesso fece il Mogu scegliendo, a quanto pareva, di inseguire proprio lui tra i due. La cosa non le piacque sia perché Ben sarebbe stato più esposto così, sia perché avrebbe dovuto elaborare in fretta un piano per risolvere la situazione.
Pensa Rey… pensa!
Provò a farsi coraggio da sola mentre osservava attentamente la creatura che inseguiva Ben e il paesaggio circostante, cercando di farsi venire in fretta in mente qualcosa. Era un paesaggio così monotono, roccioso e con alture… un momento! Forse le era venuta un’idea.
“Ben, intrattienilo solo qualche altro minuto!”
Gli urlò lei, mentre si dirigeva velocemente verso una di quelle alture.
“Qualsiasi cosa tu abbia in mente falla in fretta, non penso di avere ancora troppi minuti a disposizione!”
Disse lui, mentre estraeva la spada laser. Il Mogu infatti lo aveva appena sorpassato, con il suo ampio passo, e si era chinato su di lui per colpirlo. Con un rapido colpo della spada laser, Ben gli ferì la mano, cosa che sembrò solo farlo infuriare di più, perché provò a colpirlo rapidamente con l’altra. Ben riuscì a rotolare di lato, evitando il colpo solo per pochi millimetri; ma non era finita, in quanto era chiaramente ancora a portata di quella creatura. Il Mogu, infatti, questa volta non se lo fece scappare, facendo un salto e ripiombando sul terreno, cosa che fece tremare il suolo. Ben perse l’equilibrio cadendo e il Mogu ne approfittò afferrandolo per il piede ed alzandolo in aria. L’ex Leader Supremo provò ad agitare la spada laser per colpirlo, ma non riusciva a raggiungerlo. Poteva provare a lanciarla, ma se avesse fallito sarebbe stata probabilmente la fine per lui, quindi prese un profondo respiro e si concentrò. Si focalizzò sul punto scelto per l’impatto e lanciò la spada laser in pieno volto della bestia, che fu colpita all’occhio sinistro.
Il Mogu urlò dal dolore ma, diversamente da quanto sperava, non sembrava intenzionato a mollarlo, anzi iniziò ad agitarlo violentemente in aria. Con quella potenza, se lo avesse scaraventato contro qualcosa non sarebbe finita bene, probabilmente quello era il modo in cui uccideva le sue prede. Proprio nel momento in cui Ben iniziò a pensare che sarebbe diventato una di esse, sentì la presa sulla sua gamba venire meno e ricadde a terra. L’impatto con la dura roccia non fu piacevole ma non era mai stato così felice di aver preso una botta, infondo sembrava ancora tutto intero e si era liberato da quella stretta mortale. Ma come?
Alzò lo sguardo e capì che era stata Rey, la quale era piombata dall’alto di un’altura sopra di loro ed aveva tranciato di netto con la spada laser la mano del Mogu.
“Ti piace il piano?”
Commentò lei ironica ma, al contempo, sollevata dall’essere arrivata in tempo.
“Dato che ha funzionato sì, spero ti piacerà anche il mio”
La bestia, inferocita, provò a colpirli con una sferzata del braccio intatto, fu più facile per loro stavolta schivarlo con un salto, essendo i suoi colpi meno precisi di prima, probabilmente a causa del dolore e dell’occhio ferito.
“Devo solo arrivare lì”
Disse Ben, indicando con un cenno della testa la sua spada ancora conficcata nell’occhio del Mogu. Non ci fu bisogno di altre parole tra loro due: infatti Rey annuì intuendo già cosa dovesse fare. Lanciò a Ben la sua spada laser, che lui prese al volo.
“Trattamela bene!”
Quelle parole fecero accennare un sorriso sul volto di lui, quindi con la spada laser attiva corse incontro al nemico. Il Mogu tentò di colpirlo con tutte le sue forze ma Ben saltò e Rey usò la Forza su di lui per aumentare il suo salto e farlo arrivare all’altezza della testa della creatura.
Ben usò la Forza per riattirare la sua spada nella mano sinistra, quindi alzò entrambe le spade, pronto a colpire il Mogu, ma quest’ultimo urlò e scappò spaventato all’idea di perdere anche l’altro occhio.
Ben, con l’aiuto della Forza di Rey, atterrò dolcemente sul terreno roccioso, quindi si voltò verso di lei, alzando una mano aperta.
“Ottimo lavoro!”
Sentenziò. Lei gli si avvicinò, battendogli il cinque con un sorriso.
“Concordo, siamo una bella squadra! Direi che possiamo tornare dagli altri, adesso”
Ben annuì e le restituì la sua spada.












 


**Angolo Autrice**
Allora questo capitolo ha un po’ di tutto: angst, fluff, ironia e avventura… mi ha divertita scriverlo!
Finn e Poe ovviamente ancora non si fidano di Ben e lui, nonostante il suo carattere, cerca in qualche modo di dimostrare le sue buone intenzioni.
Rey ancora non sta benissimo per tutto ciò che ha fatto e per il timore delle visioni che ha avuto, tanto da chiudersi per un attimo alla Forza per non vederne altre, cosa di cui si pente e vergogna subito dopo.
Sapevo che avrei voluto inserire in qualche modo una citazione alla scena di Kylo senza maglia in ep VIII, e quale scena migliore per farlo se non una un po’ comica? Spero vi sia piaciuta!
Spero il capitolo non risulti troppo lungo e che la battaglia col Mogu sia quantomeno interessante, ho cercato di riproporre un po’ la sfida che ho avuto nell’affrontarlo in Jedi survivor. Le scene di battaglia ho sempre paura di non renderle come me le immagino!
Ho approfittato dell’agenda dei ricordi di Chewbe per riproporre eventi del passato di Ben di cui alcuni sono inventati mentre altri sono ispirati a quel poco che si sa del canon (ringrazio LadyOfMischief per alcune preziose info a riguardo).
Trovo molto interessante il passato di Ben e spero che prima o poi ne facciano una mini serie lo meriterebbe!

Ringrazio il mio beta Dani1993
   
 
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