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Autore: MiakaHongo    10/03/2024    1 recensioni
[Post TROS]
Rey stava dormendo quando improvvisamente una sequela di scene terrificanti le passarono velocemente davanti agli occhi: la battaglia di Exegol, Palpatine che le rivela di essere suo nonno e Ben che sacrifica la sua vita per lei morendo tra le sue braccia lasciandola inerme. Ma non erano solo immagini del passato, susseguirono anche delle scene che non aveva mai visto e che mai avrebbe voluto si realizzassero, ovvero i suoi amici: Poe, Finn e Rose feriti che urlavano dal dolore. Non poteva più sopportare quella vista quindi fu lei a sovrastare le loro urla con le sue, fu allora che piombò un improvviso silenzio e si ritrovò circondata da un’oscurità fitta e fredda che la fece sentire improvvisamente sola e angosciata.
“C’è qualcuno?”
Chiese guardinga in posizione difensiva, nonostante non avesse nessuna arma con se.
“Per quanto ancora fingerai che io non esista?”
Quella fredda voce femminile le era familiare.
“Chi sei tu?”
“Tu sai già chi sono io, lo sai da sempre, fingi solo di non saperlo… ma d’altronde è quello che sai fare meglio, no? Fingere che le cose che non ti piacciono non esistano!”
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una volta arrivati alla Cantina, Ben osservò il luogo: era un locale abbastanza piccolo in un’area a semicerchio, al centro era disposto il bar mentre nel perimetro i tavolini. Sopra alla parte del bar vi era un intricato groviglio di tubi e macchinari di vario tipo, di cui alcuni probabilmente erogavano le bevande del posto. Una musica particolare e un po’ meccanica, ma orecchiabile, rimbombava nel locale. Il ragazzo si voltò a destra per vedere da dove provenisse e, a sua sorpresa, notò che il dj era un droide dalla scocca gialla, era di un modello che non aveva mai visto ma aveva l’aria di essere datato.
“Si dice che quel droide prima fosse un pilota, era talmente disastroso in quel ruolo che lo avevano mandato a rottamare. Un giorno però quello che è attualmente il proprietario del locale lo trovò, lo provò a riprogrammare con una funzione diversa, ed eccolo qui! Ogni tanto fa ancora le bizze anche ora, ma almeno non rischia di uccidere nessuno per i suoi errori, al massimo genera piccoli corti nel sistema delle luci, si interrompe o inceppa la musica ogni tanto”
Gli spiegò Poe notando il suo interesse. Ben osservò lo sguardo del pilota e capì che doveva essere un tipo proprio affascinato dai droidi.
Nella Cantina c’erano persone sedute sia al bancone che ai tavoli, Ben pensò che doveva essere un locale rinomato in quel posto, in quanto era abbastanza popolato o, in alternativa, si ritrovò a chiedersi se non fosse l’unico nei paraggi. Comunque trovarono un tavolo libero sul lato sinistro e si sedettero, ognuno di loro iniziò a dire cosa avrebbe preso, tutti cocktail dal nome che non aveva mai sentito, probabilmente tipici del posto.
“Niente Grog Novaniano?”
Chiese lui, palesemente ironico riferendosi al dialogo che aveva avuto con Poe la prima volta che lo aveva incontrato su quel pianeta.
“Mi spiace, probabilmente questo umile posto non è alla vostra altezza o forse semplicemente non c’è abbastanza nero nell’arredamento!”
Replicò il pilota secco e altrettanto ironico.
“Non è il tipo di locale a cui sono abituato ma non sembra male, ha un suo stile! Non ho idea di cosa sia quello che avete ordinato, quindi prenderò quello che hai preso tu”
Si limitò a dire.
Chewbe e gli altri iniziarono a parlare della missione per poi divagare su altri argomenti, citando persone ed eventi di cui Ben non era a conoscenza. Avrebbe potuto chiedere maggiori dettagli, ma la verità era che quella situazione lo metteva a disagio: infondo non era abituato a tali momenti di convivialità tra amici ed il fatto che alcuni di loro non si fidassero ancora di lui, di certo, non lo aiutava a gestire la conversazione. Per sua fortuna, Rose forse sembrava essersi accorta della cosa.
“Vedo lo staff molto impegnato oggi, potremmo aspettare molto… forse ci conviene andare direttamente al banco a dare gli ordini. Ben, mi accompagni?”
Lui annuì a quella domanda, ringraziandola mentalmente per averlo salvato da quella situazione. Si incamminarono verso il balcone, ed una volta lì, attesero che qualcuno desse loro retta.
“So che delle volte sono un po’ ‘difficili’, soprattutto Poe e Finn. Ma sono sicura che, se ti hanno concesso una possibilità, è perché davvero pensano che non sia sprecata, anche se a volte sembrerebbe il contrario per colpa del loro carattere”
Ben si appoggiò con la schiena contro il bordo del bancone, tamburellando le dita di una mano su di esso.
“Non li biasimo, piuttosto dovrei ringraziare te, perché stai dimostrando di riservarmi più accortezze di quante me ne meriti effettivamente!”
“Rey sembra fidarsi molto di te e quindi dato che mi fido di lei, ho deciso di provare a fidarmi di te. Non è facile, ma non andremo mai avanti se ognuno sarà fermo solo sui propri punti! Comunque non dovresti essere agitato, vedrai che la missione andrà bene”
Ben trovò quelle parole molto sagge.
“Rey è fortunata ad averti come amica! Per quanto riguarda me, più che la missione mi preoccupa il resto: come vedi non sono molto abituato a farmi piacere dalle persone, non so fino a che punto riuscirò a convincere Poe e Finn”
Rose sembrò rifletterci un attimo squadrandolo.
“Sai, non credo che tu debba fare chissà cosa. Devi essere semplicemente te stesso!”
“Non sono sicuro che così possa funzionare”
“Con Rey ha funzionato, però!”
Gli ricordò lei fissandolo di sbieco.
“E a volte ancora mi chiedo come!”
Disse lui con un velo di scherzo, che le fece accennare un sorriso. Rose sembrò stare per rispondergli, quando l’uomo al bancone si avvicinò ai due, chiedendo loro cosa volessero ordinare.

Intanto Rey era rimasta al tavolo con gli altri. Aveva percepito Ben leggermente a disagio, ma quando Rose gli aveva chiesto di accompagnarla si era sentita subito più tranquilla, perché era sicura che se c’era qualcuno che potesse farlo sentire più a suo agio, quella era Rose.
Decise di approfittarne per parlare con Finn e Poe in modo più tranquillo rispetto all’ultima conversazione, la quale era decisamente andata male.
“Poe, Finn, vi devo ringraziare per la fiducia che avete voluto darmi alla riunione: dopo avervi mentito avevate tutto il diritto di non volermela più concedere”
“Rey, ieri i nostri toni sono stati forse troppo esagerati, eravamo arrabbiati e…”
“No Finn, avevate ragione: vi ho mentito ancora prima di diventare oscura e l’ho fatto perché mi sono lasciata dominare dalla paura. So che voi tutti vi fidavate di me, solo che io proprio perché ero abituata a stare da sola su Jakku, non volevo esserlo di nuovo! Questa non è una scusa e so bene che le cose tra noi non sono esattamente come prima, ma voglio solo che voi sappiate che farò di tutto per farle tornare come un tempo e riconquistarmi la vostra fiducia!”
“Se ti abbiamo appoggiato al Consiglio è perché conosciamo il tuo lato testardo, in questo non sei molto diversa da me… se dici che vuoi provarci, so che ce la metterai davvero tutta”
Le rispose Poe, inclinando la testa nella sua direzione ed accennando un flebile sorriso.
“Sei sempre gentile e non abbandoni nessuno, insomma non hai abbandonato nemmeno Kylo Ren! Anche tu puoi sbagliare come tutti noi, quindi nemmeno noi abbandoneremo te”
Aggiunse Finn. Per fortuna la musica era alta e nel locale nessun’altro, a parte loro, aveva potuto sentire quel nome.
“Come dici tu ci vorrà un po’ per far tornare le cose tra noi come prima, ma è intenzione di tutti fare un piccolo sforzo per provarci. Che credi? Non sei mica l’unica che tiene alla nostra amicizia!”
Esclamò Poe, con un velo di sarcasmo. Rey fissò entrambi, quasi commossa.
“Grazie!”
Finn, che era situato al centro tra i due, poggiò le braccia sulle spalle di entrambi per cingerli in un flebile abbraccio.
“Ehi, piano: mica siamo di nuovo a questo livello di amicizia! Prima deve dimostrarci in questa missione che abbiamo fatto bene a fidarci nuovamente di lei. E poi, cosa più importante, deve ammettere che sono io il pilota migliore tra noi!”
Disse Poe, accentuando un tono più scherzoso nell’ultima frase.
“Non è mentendo che riacquisterò la vostra fiducia, mi sembra!”
Replicò lei con aria di sfida, cercando di restare seria, ma al vedere la faccia di Poe non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
“Non ci vedo proprio niente da ridere!”
Replicò il pilota.
 cap-13
Chewbe sorrise a quella tenera scena, dicendo che erano adorabili e che a quanto pareva non riuscivano proprio a restare litiganti per troppo tempo.
“Adorabili? Ma se sta solo peggiorando la sua situazione!”
Replicò Poe, ma Chewbe non sembrò credergli molto. Finn li sciolse dall’abbraccio, tornando seduto composto. In quel momento arrivò il barista con i loro ordini e Rose e Ben al seguito, e tutti si sedettero nuovamente ai loro posti.
Il drink di Ben, preso anche da Poe, aveva un colore rossastro e delle strane palline blu scuro, che sembravano avere un aspetto misto tra il fruttato e il gelatinoso. Il barista, che aveva visto quanto avessero attirato la sua attenzione, intervenne.
“Se ti chiedi da dove vengono… beh, da lui!”
Ben seguì con lo sguardo ciò che stava indicando l’uomo, inorridì quando capì che si trattava di una piccola vasca piena di acqua verdognola e contenente un enorme anfibio simile ad un viscido rospo.
Ben riportò lo sguardo sul bicchiere, con un’espressione mista tra il perplesso e il disgustato, cosa che fece ridere tutti.
“Dovresti vedere la tua faccia… non temere è uno scherzo che Tyler fa a tutti i nuovi clienti!”
Gli disse Rey, lui le rivolse uno sguardo contrariato.
“Godetevi il vostro drink!”
Disse il Barista, tornando al suo lavoro al bancone. Quindi Ben assaggiò la bevanda: era abbastanza aspra e forte, forse un po’ troppo per i suoi gusti, ma alla fine percepì un piacevole retrogusto fruttato.
“Non male, anche se continuo a preferire il Grog Novaniano!”
“Vorrà dire che ce lo offrirai tu la prossima volta!”
Gli rispose sarcastico Poe.




Passarono tutti del piacevole tempo insieme alla Cantina, raccontando diversi aneddoti o eventi a cui alcuni di loro non avevano partecipato. Dopo circa un paio d’ore, Rey pagò il conto e si ritrovarono fuori dal locale anche con Rose, la quale si era assentata per mezz’ora chiedendo di ritrovarsi lì davanti.
“Allora Rose, cosa è successo? Perché ti sei assentata con tanta urgenza?”
Chiese Finn preoccupato.
“Dovevo avere conferma di una cosa e ora posso finalmente darvi due notizie! Una buona, l’altra potreste in parte, diciamo, non trovarla ‘esaltante’!”
“Partiamo da quella negativa, allora”
Propose Finn, ormai abituato ad aspettarsi il peggio in quei casi.
“Quella non proprio esaltante è che partiamo domani”
“Di già?”
Chiese Finn stupito.
“Sí, ero andata proprio per averne conferma. Qui però arriva la notizia positiva: non andremo direttamente a Corellia per la missione, ma faremo una tappa di un giorno a Coruscant sulla strada”
“E cosa dovremo fare lí?”
Chiese Finn sospettoso, in attesa di una qualche fregatura.
“È una tappa di piacere, servirà a noi per rilassarci un po’: ce lo siamo meritato, no? E ci sarà anche una bella sorpresa, ma ve la svelerò solo più avanti. Vi posso solo assicurare che vi piacerà!”
Rey non era contenta di partire subito sia perché non si erano ancora del tutto ripresi, sia perché sperava di avere un po’ più di momenti tranquilli, come quello appena avuto alla Cantina, per aiutare anche Ben a legare con gli altri, oltre al fatto che ammetteva di avere anche lei bisogno di un po’ di tranquillità e riposo. D’altro canto non aveva mai visto Coruscant e aveva letto cose incredibili su quel pianeta: non poteva nascondere di essere esaltata all’idea di andarci, inoltre Rose aveva promesso che si sarebbero svagati, quindi forse non sarebbe stata poi così male come idea.
“Ci fidiamo di te Rose, mi raccomando!”
“Siete in ottime mani, non vi preoccupate, non sono sempre una garanzia?” Chiese lei retoricamente, indicandosi fiera “Ora però devo fare una cosa importante che serve per la sorpresa che vi accennavo… quindi voi sentitevi pure liberi di fare ciò che volete!”
“Dato che qualcuno deve controllare Ren, propongo che al momento potremmo farlo io e Finn: se partiamo domani ci può fornire ancora informazioni importanti e ci possiamo coordinare con Wizzich, che stava cercando di analizzare i dati secondari del chip in nostra assenza. Sia mai che trovassimo altri dettagli fondamentali per la riuscita della missione!”
“Potresti chiamarlo Ben?” chiese Rey, che aveva sperato che lo avesse fatto sempre, avendo lui avuto l’accortezza di farlo durante la riunione “Inoltre non pensi che forse sarebbe corretto concedergli una giornata di riposo, se partiamo domani? Una giornata di riposo e medicine potrebbe finire di rimettere in sesto tutti noi”
A sua sorpresa, però, fu Ben a rispondere.
“Può chiamarmi come preferisce” non voleva obbligare nessuno, ed infondo era già molto che gli avessero concesso l’accortezza durante la riunione “e poi per fornire i dati posso farlo usando un palmare, il che non richiederà sforzo fisico, quindi non ho nessun problema in merito, soprattutto se pensate possa favorire la missione”
“Bene, allora lo faremo dalla base medica, così prenderemo anche le medicine per il viaggio!”
“Ok. In questo caso, allora, io penso che mi allenerò un po’!”
Disse Rey, infondo l’ultima volta che aveva impugnato una spada laser era stata quella ritrovata al covo degli Accoliti e aveva davvero bisogno di prendere le distanze da quella parte di sé.
“A proposito di spade laser… quando potrò riavere la mia?”
Chiese Ben, fu Finn a rispondergli.
“L’avrai per la missione, non prima. Rey, allora ci vediamo stasera davanti al Falcon!”
Lei annuì e salutò tutti.




Rey prese la sua amata nuova spada laser, dalla lama gialla e decise di andare ad allenarsi nella natura, sperando che potesse calmare il suo stato d’animo. Aveva infatti in mano anche l’altra spada laser, quella dalla lama rossa, che aveva usato contro i suoi amici. Quella spada non solo le rievocava i ricordi nefasti legati ad essa, ma percepiva da quel cristallo una specie di influenza sui suoi sentimenti negativi.
Prima di andare via, Finn le si era avvicinata e le aveva bisbigliato nell’orecchio il luogo dove l’avevano riposta e le aveva anche detto che era sicuro che lei sapesse cosa ne avrebbe dovuto fare.
Probabilmente, si riferiva al fatto che lei aveva già nascosto le spade di Luke e Leila e quindi le voleva chiedere di fare lo stesso, ma perché darla proprio a lei? Non potevano farlo loro? Non avevano paura che potesse non avere il coraggio di sbarazzarsene e che l’avesse potuta usare nuovamente contro di loro?
Forse quelle erano solo le sue di paure! Infondo, anche se lo avessero fatto loro, se davvero lei avesse avuto nuovamente intenzioni sbagliate, avrebbe potuto estorcere loro comunque le informazioni senza troppi problemi, quindi non sembrava poi una scelta così insensata. Amareggiata, si sedette su una roccia ed osservò l’elsa della lama scarlatta che aveva in mano, con l’altra prese la sua che aveva legata sotto la cinta.
Sospirò profondamente: voleva liberarsi di quell’arma il prima possibile, ma come? Un tempo l’avrebbe provata a distruggere pur di evitare che le sue visioni si avverassero, ma dopo lo scherzo che le aveva fatto il destino, non era così sicura che fosse la scelta giusta. I recenti eventi le avevano dimostrato che se una cosa doveva accadere, trovava il modo di farlo e non voleva più scappare. Eppure nemmeno voleva portarsi dietro quell’arma! Ma non poteva di certo andare in poco tempo a Tatooine per seppellirla insieme alle altre.
“Sembri pensierosa, ed io che pensavo che i Jedi fossero sempre impeccabili”
Asserì una secca voce maschile, di fronte a lei. Alzò lo sguardo e vide a sua sorpresa che si trattava di Savius, l’Accolito che aveva dichiarato di volersi unire a loro.
“Savius! Vi dovrei ringraziare nuovamente per avermi aiutato producendo l’antidoto a quello strano gas che mi aveva colpito”
Con lo sguardo cercò le guardie della Resistenza che normalmente lo scortavano ma si sorprese nel non vederle, cosa che lui notò.
“Puoi darmi del tu, non amo i formalismi. Sono felice di constatare che qualcuno apprezzi il mio lavoro” accennò un sorriso soddisfatto prima di proseguire “comunque se cerchi la mia scorta, a quanto pare mi stanno iniziando a concedere qualche ora d’aria. Non che io sia chissà quale pericolo essendo disarmato, sempre se le parole non siano viste come un’arma, si intende!”
Rey non era sicura di essersi ancora abituata al cupo umorismo di quell’uomo. Aveva sempre un aspetto e tono così serio, calmo e distaccato… anche quando scherzava!
“Al momento non credo che voi… che TU, sia un pericolo”
Cercò di rassicurarlo. Lui portò lo sguardo alle sue mani.
“Oh, per questo impugni ben due spade laser?”
“Ero solo in procinto di allenarmi, ma mi ero persa in alcuni pensieri”
“I pensieri possono uccidere la mente, immagino che un Jedi ne abbia molti”
“Anche troppi a volte!” incerta, passò lo sguardo sulla sua figura imperscrutabile “Hai detto alla Resistenza di aver partecipato agli esperimenti sui cloni, ma di non sapere nulla su quel pianeta di cui ci hai dato le coordinate… ora che hanno recuperato un po’ di materiale, ed in base anche a quello che ti facevano fare, hai un’idea di cosa possano avere in mente?”
L’uomo si sedette a terra, capendo che il discorso sarebbe stato più lungo del previsto.
“Non molte sinceramente: ci hanno sempre fatto lavorare in compartimenti stagni affinché solo chi volessero loro potesse percepire il vero scopo ultimo di tali esperimenti”
“Quindi non hai idea se progettino di usare un altro clone di Darth Sidious o simili?”
“Se intendi come quello che hai affrontato ad Exegol, è altamente improbabile. Ci sono voluti quasi trent’anni per ultimarne uno di quel tipo e con le sue abilità. Prima ci sono stati innumerevoli esperimenti a cui anche io ho partecipato, con anche un numero di fallimenti considerevolmente elevato”
Rey aggrottò la fronte dubbiosa.
“Perché allora hai partecipato a questi esperimenti? Hai ammesso di esserti stufato di loro, ma questo adesso! Tempo fa però vi hai partecipato consapevolmente, come mai?”
Savius le rivolse uno sguardo fermo e profondo.
“Sono un medico a cui piace anche sperimentare, mentirei se dicessi che approfondire un qualcosa di complesso come la clonazione non mi abbia allettato, anzi portarsi sempre oltre i propri limiti può essere una sfida più che appagante per chiunque”
“E poi? Cosa è successo? Cosa ti ha fatto cambiare idea e cosa ti assicura di non ricaderci più?”
Chiese, riportando nuovamente lo sguardo sulle spade che stringeva e iniziandosi a chiedere se quelle domande fossero solo per avere una risposta da lui o per capire meglio qualcosa di lei.
“Beh, normalmente mi limitavo a svolgere il mio lavoro senza farmi troppe domande, inebriato dalla novità e dalla scoperta. Ero però uno dei più dotati, quindi mi affidarono sempre più compiti e più complessi, ad un certo punto diventò sempre più difficile per loro nascondermi l’obiettivo di tutto ciò… una volta proclamato l’ordine finale ho capito a cosa fossero serviti tutti quegli anni al loro servizio. Ho inorridito al solo pensiero di aver contribuito alla quasi caduta di tutta la galassia” sospirò fissando il cielo “speravo davvero che le mie scoperte potessero essere sensazionali ed invece a cosa sono servite? Ovviamente sapevo di non poter tradire facilmente quelle persone: ho visto cosa facevano a chi non la pensava come loro o a chi tentava di scappare, così ho solo aspettato la mia occasione con la Resistenza!” Rey incrociò nuovamente lo sguardo con lui, quando questo proseguì rispondendo alla sua ultima domanda “Non ricaderci più? Nessuno può assicurarmelo, ma ora spero solo di poter usare la mia esperienza in modo più costruttivo”
“Mi spiace”
Ammise lei, immaginando bene come si potesse sentire. Lui si alzò e, a sua sorpresa, la indicò.
“Forse è quello che dovresti semplicemente provare a fare anche tu. Non ti puoi liberare del tuo passato, puoi solo accettarlo e andare avanti”
Forse quell’uomo era più saggio di quanto pensasse.
“E se fosse anche il mio futuro a preoccuparmi?”
“Passato, futuro, inutile lagnarsi per cose di cui non abbiamo il controllo. Penso dovresti concentrarti di più sul tuo presente: è su quello che puoi agire”
“Grazie Savius, credo tu abbia ragione!” disse lei, col morale sollevato da quelle parole, forse adesso sapeva cosa fare “Posso chiederti un favore che ti sembrerà strano?”
“Per una cliente che sa apprezzare il mio lavoro, posso come minimo ascoltare!”
Replicò, fissandola sottecchi incuriosito.
“Potresti costruire una trappola di gas tipo quella che mi aveva colpita e per cui mi hai fornito l’antidoto?”
“Potrei… ma a cosa serve, se posso?”
“Devo proteggere momentaneamente una cosa, prima di decidere cosa farne. Ma potresti creare un tipo di gas con un effetto più rapido, che costringa l’eventuale vittima a curarsi al nostro centro medico? In tal caso solo tu potresti aiutarla e scopriremo chi è!”
“Deduco che sia una cosa molto importante, o pericolosa, da proteggerla in tale modo. Abbiamo per caso una spia nella Resistenza?”
Chiese, visibilmente turbato.
“E’ solo una precauzione! In caso avrei bisogno ovviamente del tuo totale riserbo sulla cosa, nessuno deve sapere che ti ho richiesto una cosa simile… pensi di poterla fare?”
“Ne ho costruite alcune in passato per loro ed assistito alla loro creazione. Non sono difficili da fare, soprattutto se di piccole dimensioni, per un lucchetto o una serratura”
“Ottimo, è proprio ciò che mi serve! Puoi farmela per domani mattina?”
“Aspetta… COSA? No! Solo per sintetizzare il veleno ci vogliono diverse ore, ma adeguare anche il lucchetto o la serratura potrebbe richiedere molto di più, non sono mica un meccanico!”
“Ero un’assemblatrice di rottami, spiegami cosa devo fare e ci penserò io ad adeguare la serratura! Tu penserai al veleno, ok?”
“Ci possiamo provare, ma devi dire ai miei ‘cani da guardia’ che sono impegnato a fare qualcosa con te o non mi molleranno un secondo”
Rey annuì.
“Non ti preoccupare, essere un Jedi ha i suoi vantaggi qualche volta!”




Rey passò tutto il resto della giornata con Savius, invece che ad allenarsi come previsto. Seguì le sue indicazioni e modificò la serratura, l’uomo le aveva assicurato che il veleno sarebbe stato pronto l’indomani e che lui stesso glielo avrebbe portato. Le spiegò anche come lo avrebbe dovuto collegare alla serratura.
Arrivò quindi al Falcon più stanca che dopo un lungo allenamento ed anche molto più tardi del previsto, vi trovò fuori Poe e Finn a chiacchierare. Ormai era buio pesto.
“Alla buon’ora! Sai di essere in tremendo ritardo, VERO?”
La sgridò Poe.
“Scusate, ho perso la cognizione del tempo e ho fatto tardi!”
“A volte inizio a credere che tu preferisca le tue ‘cose da Jedi’ a noi!”
Replicò il pilota.
“Vi sono mancata così tanto?”
Tentò di sdrammatizzare lei.
“Non iniziare a fare le stesse battute di Ren o ti lasciamo qui domani!”
Si intromise Finn.
“Non esiste: non vi lascio più il Falcon senza la mia presenza, vi devo ricordare che l’ultima volta me lo avete riportato in fiamme?”
“Era una situazione di emergenza… e devo ricordarti piuttosto come hai ridotto BB-8?”
Replicò prontamente Poe, ma Finn non sembrava dell’umore per reggere ancora quella conversazione.
“È tardi, se ricominciamo questa storia potremmo non finire più! Propongo una tregua e di andare tutti a dormire”
“Proposta accolta! È andato tutto bene con Ben?”
Chiese Rey.
“Ha collaborato e ci ha fornito molte informazioni sul Primo Ordine, ha fatto il suo dovere, per ora!”
Rispose Finn, Rey decise di farselo bastare: infondo almeno sembravano non scannarsi, il che era già un ottimo inizio.
“Bene! Lui e Chewbe sono dentro?” I due annuirono.
“Resto io con loro sul Falcon stasera, se volete, ci possiamo vedere poi direttamente qui domani mattina”
“Sicura? Non mi dispiacerebbe dormire in un letto comodo almeno stasera, ma se preferisci che restiamo…”
“Sicura! A domani!”
I due la salutarono, quindi Rey entrò. Vide Chewbe aggirarsi per il corridoio in direzione della sua stanza, con una bevanda fumante in mano. Le spiegò che stava andando a dormire e che Ben si era ritirato in camera sua poco fa. Lei chiese di indicarle quale fosse la sua stanza e, quando lo fece, si sorprese nel constatare che fosse una delle più piccole.
“Grazie Chewbe, penso che andrò a dormire anche io, sono stanca! Buonanotte”
Quindi lei si diresse verso la propria stanza, passando davanti quella di Ben. La luce sembrava spenta, ma era difficile esserne certi dall’esterno, quindi provò a bussare delicatamente sulla porta.
“Ben, sei ancora sveglio?”
Disse, con un tono non molto alto. Non ebbe risposta ma preferì non insistere, infondo doveva essere stata una giornata lunga anche per lui e non voleva rischiare di svegliarlo.
La Jedi entrò quindi nella propria stanza, era una serata davvero fredda: adesso capiva perché Chewbe girava con una bevanda fumante. Per la stanchezza si lasciò cadere sul letto e si accoccolò sotto la coperta. Normalmente si sarebbe cambiata mettendosi qualcosa di più comodo per dormire, ma tra la pigrizia ed il freddo non riuscì a decidersi a farlo.
Nonostante si sentisse stanchissima però, non riusciva a prendere sonno: continuò per una buona mezz’ora a rigirarsi nel letto. Si sentiva strana, come se quella sera le sue ansie e timori fossero più forti ed era ancora tormentata dai dubbi sul futuro di Ben e sulle scelte intraprese ultimamente.
Rey devi stare tranquilla! Infondo hai deciso di mettercela tutta ed anche Ben… non ha senso pensarci troppo, rilassati, dai il meglio di te ed andrà tutto bene!
Provò ad autoconvincersi, ma fu completamente inutile, inoltre aveva una strana sensazione: come se ci fosse un pericolo enorme che incombesse su di lei.
No Rey! Sei solo preoccupata per l’incubo che hai avuto e per quelle maledette visioni, ma non tutte le visioni si avverano e quelle non lo faranno!
Ma nemmeno quel pensiero l’aiutò, continuò disperatamente a cercare di dormire finché, avvilita, decise di alzarsi. Magari, se si fosse preparata qualcosa di caldo anche lei, le avrebbe conciliato il sonno, quel pensiero riuscì finalmente a farle trovare le forze di alzarsi, pur rimanendo avvolta nella coperta. Si preparò una tazza di infuso bollente e si recò nella cabina di pilotaggio, le piaceva l’idea di sorseggiare qualcosa mentre guardava le stelle ma, quando arrivò, sobbalzò nel notare che ci fosse già qualcun’altro: Ben.
Era seduto al posto del pilota ed era intento a guardare e rigirare qualcosa che aveva in mano.
“Non riesci a dormire?”
Le chiese lui, senza distogliere l’attenzione da quello che stava facendo, ma percependo la sua presenza. Rey si sedette al posto del coopilota, appoggiando la tazza sulla console e stringendosi nella coperta che stava per caderle dalle spalle.
“Nemmeno tu, vedo… se è un tentativo di fregarmi il posto da pilota, puoi anche tornare a dormire!”
Cercò di ironizzare lei.
“In realtà Chewbe mi ha già fatto pilotare!”
Le confessò lui fissandola di sbieco e alzando un sopracciglio.
“Dovrò parlare con lui, allora!” scherzò lei, contenta però che almeno le rivolgesse finalmente lo sguardo. Notò in quel momento che la cosa che teneva in mano erano i dadi che di solito erano appesi al Falcon
“Cosa sono?” gli chiese curiosa: voleva sapere come mai avessero destato così tanto il suo interesse.
Ben tornò a fissare i dadi con sguardo serio.
 cap-13-2
“Sono i dadi portafortuna di mio padre, lui diceva sempre che era grazie a loro se era riuscito a vincere il Falcon”
“‘Vincere?’”
Chiese con stupore, quindi diede un sorso al suo infuso, in attesa di una risposta.
“Già: mio padre ha vinto a sabacc il Falcon, tempo fa, giocando contro Lando, se ne vantava spesso e diceva che da allora questi dadi per lui erano stati un vero portafortuna”
“Non sapevo che il Falcon appartenesse a Lando un tempo! Spero che allora portino fortuna anche a noi, ne abbiamo davvero bisogno per questa missione!”
L’espressione di Ben però si fece ancora più cupa, strinse i dadi nella mano con una forza tale da provocargli dolore, cosa che però non lo fece desistere.
“Distruggo tutte le persone che mi sono vicine”
Asserì improvvisamente e Rey non se lo aspettava minimamente: si sentì talmente travolta da quelle parole e dalle emozioni negative di lui, che si sporse verso di Ben dalla sedia per fissarlo con determinazione.
“Lo sai che non è vero!”
Esclamò decisa, con aria quasi di rimprovero. Ma lui non ne sembrò molto convinto. Sospirò profondamente prima dire altro.
“È sempre stato così”
“Non è così! Sono qui grazie a te e tu stesso hai detto oggi di voler mettercela tutta per essere qualcosa di meglio di ciò che eri prima, e so per certo che eri sincero!”
“Lo ero e lo sono: voglio davvero mettercela tutta in questa missione! Ma anche se riuscissi nell’intento, questo potrebbe comunque non cambiare questa cosa…” Ben si sentiva avvilito e la causa del male di fin troppe persone “…non sai tutto del mio passato, per quanto io facessi o provassi alla fine era sempre stato così io n-“
“Non importa il passato Ben! Quello che importa è adesso!”
“Ed è proprio questo il punto: Rey io ci ho pensato e credo che anche dopo la missione, comunque vada, forse noi… non credo sia il caso di…”
Rey sgranò gli occhi, improvvisamente sopraffatta dal panico: voleva per caso riprendere il discorso di quella mattina e voleva farlo proprio in quell’istante? Sapeva che glielo aveva chiesto lei, ma ora non era più sicura di voler avere una risposta, soprattutto adesso che sembrava sopraffatto da quelle sensazioni negative! O forse, semplicemente temeva che non le sarebbe piaciuta la risposta che le stava per dare? Non sapeva quale fosse la verità ma non era pronta ad ascoltarla, quindi lo interruppe provando a cambiare argomento, con la prima cosa che le venne in mente.
“Secondo te la profezia si è avverata?”
L’espressione interdetta di Ben, le fece capire che non aveva affatto gradito quel suo repentino cambio di argomento.
“Cosa? Di che parli?”
“Ho trovato una pergamena antica che riportava le principali profezie dei Jedi. Una che sembrerebbe non essersi ancora avverata citava ‘quando la Forza si ammalerà, il passato ed il futuro dovranno separarsi e combinarsi’, pensavo che si potesse riferire alla mia parte oscura e al mio lato chiaro… a tutto ciò che è successo finora… che ne pensi?”
Ben trovò abbastanza evidente che quello fosse un disperato tentativo di Rey di cambiare argomento e la cosa non gli fece piacere. Era stata lei l’ultima volta a chiedere di approfondire la questione tra loro e ora che stava provando a farlo, lei aveva cambiato argomento. Perché? Si era già forse pentita di quello che aveva fatto? Non era sua intenzione in alcun modo condizionarla o farla sentire in obbligo nei suoi confronti, anzi, era proprio ciò che voleva dirle. Forse se non voleva davvero toccare la questione, era meglio: lui avrebbe solo dovuto continuare a comportarsi normalmente, senza pretendere altro. Infondo dopo tutto quello che lei aveva fatto per lui, era troppo pretendere anche quello. Forse era stata solo una sua illusione che davvero le cose potessero stare in quel modo tra loro, in un contesto più quotidiano. In effetti lui non si sarebbe mai liberato del tutto dell’ombra di Kylo Ren e questo avrebbe solo portato altri problemi, che Rey non meritava. Rey meritava di meglio di uno come lui.
Perciò era meglio se non c’era nulla da chiarire: si sarebbero solo dovuti continuare a comportare normalmente senza discorsi imbarazzanti o simili. Ma se era davvero così, allora perché si sentiva in collera per questo? Perché sentiva come se gli mancasse il respiro e il terreno sotto i piedi? Sapeva anche lui che per Rey sarebbe stato meglio così, lui portava solo problemi ed era meglio restare solo amici… eppure anche quella verità non poteva lenire la rabbia che sentiva ribollirgli dentro.
“Non penso farebbe molta differenza. Per te, si?” i suoi pensieri gli fecero citare le stesse parole che lei gli aveva rivolto, anche se in un contesto totalmente diverso. “Non penso abbia importanza: le profezie, come le visioni, sono spesso vaghe e possono generare solo confusione. A volte i Jedi gli danno fin troppa importanza”
“È vero: a volte non si sono realizzate esattamente come previsto o sono state mal interpretate. Ma se ci sono, ci sarà un motivo!”
“Non c’è sempre un motivo per tutto, a volte delle cose accadono e basta e non tutte hanno la stessa importanza che uno gli dà”
Disse con tono secco, non essendo nemmeno più sicuro che stessero parlando dello stesso argomento.
“Ma…”
Balbettò lei, sopraffatta dalla sua reazione, non sapendo nemmeno bene cosa rispondere. Ma fu lui a chiudere il discorso.
“Si è fatto tardi, dovremmo andare a dormire entrambi!”
Rimise i dadi al loro posto e se ne andò in camera, senza dire altro. Rey rimase di stucco, quasi incredula davanti alla strana reazione di lui. Si sentì sommersa da emozioni che non sapeva nemmeno dire a chi dei due appartenessero esattamente.
Sentì il cuore pulsare in petto freneticamente, provò a fare dei profondi respiri per evitare che troppe emozioni negative potessero avere la meglio su di lei. Bevve quello che restava dell’infuso, quindi tornò a letto, probabilmente con più pensieri di prima.
Come mai tutto d’un tratto si era comportato così? Che fosse per un effetto della condivisione del lato oscuro, che lei si fosse sentita così strana quella sera e lui avesse avuto un momento di cedimento? O, più probabilmente, era lei che cercava di accaparrare scuse, per nascondere a sé stessa una scomoda verità?











 


**Angolo Autrice**
Finalmente un attimo di tranquillità per i nostri eroi! Ho deciso di ambientarlo nella Cantina che, come avevo detto, prende ispirazione dalla Cantina di Galaxy Edge. Il nome del barista è lo stesso di quello che mi ha servito lì e la storia del robot dj è la stessa di Galaxy Edge, infatti prima quel robot era nell’attrazione Star Tour dove faceva da pilota imbranato e al suo primo tentativo, negli anni fu sostituito nell’attrazione da C3PO, quindi lui lo hanno messo poi come Dj nella Cantina! Hanno comunque voluto preservare il suo aspetto “pasticcione” quindi ogni tanto nella cantina fa spegnere alcune luci o inceppa la musica e i baristi fingono di riattivarlo.
Anche lo scherzo che fa il barista a Ben è lo stesso che hanno fatto a me, effettivamente nei cocktail c’erano queste palline e Tyler ci ha indicato una vasca con acqua verde con dentro una specie di rospo dicendo che venivano da lì!
Dopo gli eventi del Consiglio ho trovato necessario un attimo di chiarimento tra Finn Poe e Rose!
Ritorna in questo capitolo Savius ma stavolta è Rey ad aver bisogno di lui. Per il resto lascio a voi le opinioni e impressioni, infondo la trama sta iniziando ad ingranare verso il secondo grande tema della fic, quindi se avete impressioni o supposizioni ditele pure!
   
 
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