Un Nuovo Inizio

di MiakaHongo
(/viewuser.php?uid=77471)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incubi ***
Capitolo 2: *** Equilibrio Perduto ***
Capitolo 3: *** Bugie ***
Capitolo 4: *** Incertezza ***
Capitolo 5: *** Destino Oscuro ***
Capitolo 6: *** Il nuovo Consiglio ***
Capitolo 7: *** la Lezione ***
Capitolo 8: *** Determinazione ***
Capitolo 9: *** Ricordi ***
Capitolo 10: *** Futuro senza Visioni ***
Capitolo 11: *** Rimpianti ***
Capitolo 12: *** Verdetti ***
Capitolo 13: *** Tranquillità e Tensione ***
Capitolo 14: *** Il Viaggio ***
Capitolo 15: *** Coruscant ***
Capitolo 16: *** Il Ballo ***



Capitolo 1
*** Incubi ***


cap 1 incubi

Rey stava dormendo quando improvvisamente una sequela di scene terrificanti le passarono velocemente davanti agli occhi: la battaglia di Exegol, Palpatine che le rivela di essere suo nonno e Ben che sacrifica la sua vita per lei morendo tra le sue braccia lasciandola inerme. Ma non erano solo immagini del passato, susseguirono anche delle scene che non aveva mai visto e che mai avrebbe voluto si realizzassero, ovvero i suoi amici: Poe, Finn e Rose feriti che urlavano dal dolore. Non poteva più sopportare quella vista quindi fu lei a sovrastare le loro urla con le sue, fu allora che piombò un improvviso silenzio e si ritrovò circondata da un’oscurità fitta e fredda che la fece sentire improvvisamente sola e angosciata.
“C’è qualcuno?”
Chiese guardinga in posizione difensiva, nonostante non avesse nessuna arma con se.
“Per quanto ancora fingerai che io non esista?”
Quella fredda voce femminile le era familiare.
“Chi sei tu?”
“Tu sai già chi sono io, lo sai da sempre, fingi solo di non saperlo… ma d’altronde è quello che sai fare meglio, no? Fingere che le cose che non ti piacciono non esistano!”
Quelle parole la fecero svegliare di soprassalto con il fiato corto e il cuore che le batteva forte.
cap-1
Da tempo faceva incubi del genere sugli eventi di Exegol ma era la prima volta che vedeva quelle altre scene. Osservò le sue mani e tremavano.
Era da quando Ben aveva sacrificato la sua vita per trasferirle la sua energia vitale che sentiva la Forza scorrere in lei in modo insolito e irrequieto e, a volte, quando era maggiormente turbata, sentiva la Forza dentro di lei fremere, le mani tremare ed il battito accelerarsi
, proprio come in quel momento.
Da quando era tornata si era buttata a capofitto negli allenamenti ma quella strana sensazione tornava lo stesso, ed essendo sempre più frequente, iniziava a preoccuparsi.
Non dormiva più bene e per quanto si sforzasse di andare avanti e tenersi occupata, quando il suo pensiero tornava a Ben sentiva il respiro mancarle… per tutta la sua vita aveva cercato qualcuno che potesse comprenderla e farla sentire al suo posto, e dopo tutto quello che avevano passato lei e Ben, finalmente erano riusciti ad aprirsi l’uno con l’altra, avevano sconfitto Palpatine insieme e si erano ritrovati. Si erano scambiati un bacio ed in quel momento aveva provato una felicità e serenità mai sentite prima di allora, si era anche illusa che quella condizione potesse durare, ma in un attimo aveva realizzato che Ben si era sacrificato per lei e d’improvviso sprofondò in un baratro da cui ancora adesso dubitava che ne sarebbe mai uscita.
Come avrebbe voluto riaverlo lì davanti, c’erano così tante cose che voleva dirgli. Le mancava sentire il legame che li univa, le sue ‘visite’ inaspettate, la sua voce ed il suo sorriso: subito dopo essersi baciati per qualche attimo si erano scambiati un sorriso e per la prima volta ne aveva visto uno così genuino sul volto di lui… lo aveva trovato così bello che avrebbe fatto qualsiasi cosa per rivederlo ancora.
Ma per quanto ci avesse provato non riusciva a comunicare con lui attraverso la Forza, né lui si era mai presentato sottoforma di presenza nella Forza come avevano fatto in passato gli altri Jedi con cui aveva avuto un legame, sentiva solo una sua leggera presenza in lei, nella parte di energia vitale che gli aveva donato, poteva ancora percepire il legame che li legava ma era come se dall’altra parte di questo ci fosse solo un vuoto incolmabile.
Rimase per qualche attimo immobile assorta nei suoi pensieri, ma ad un certo punto sospirò e con un colpo deciso si alzò dal letto.
Sapeva che non poteva fare nulla a riguardo quindi si sforzò a non pensare e andare a fare una passeggiata, magari uscire l’avrebbe aiutata a distrarsi.
 
Mentre camminava per il campo salutò alcuni ribelli cercando di sorridere. Il campo ultimamente era sempre più pieno di nuove persone che venivano in visita, ad unirsi alla resistenza o a salutare e ringraziare i loro eroi di guerra.
Ma fu in quel momento che tra la gente scorse i suoi due migliori amici: Poe e Finn. Il suo volto si illuminò e corse loro incontro abbracciandoli ancora prima che potessero dire qualcosa.
Dagli eventi di Exegol si erano visti davvero poco, a parte i festeggiamenti per la vittoria, poi entrambi erano stati parecchio impegnati in veste di nuovi generali a fare incontri con le persone dei vari pianeti che li avevano aiutati nella battaglia. Proprio in quel momento erano tornati da un viaggio che faceva il giro dei suddetti pianeti.
“Hai intenzione anche di farci respirare? Sai potrebbe servirmi se questo abbraccio dura ancora molto!”
Disse ironico Poe con un filo di voce. Solo allora Rey si rese conto che li stava forse stringendo troppo, li sciolse quindi subito dall’abbraccio.
“Scusatemi. E’ che ero felice di vedervi e non mi sono accorta che la mia stretta fosse così salda!”
“Lascialo perdere Rey, sai bene che Poe adora scherzare: ovviamente anche noi siamo molto felici di vederti!”
Cercò di rassicurarla subito Finn.
“Come state? Come è andato il viaggio?”
“Meglio di quanto ci aspettassimo, ma lo sapresti se fossi venuta anche tu!”
Questa volta il tono sarcastico di Poe lasciò trapelare un velo di rimprovero.
In effetti avevano chiesto anche a lei di partecipare ma si era rifiutata abbozzando qualche scusa sul dover recuperare bene le forze, quando in realtà per quanto amasse avere degli svaghi in quel periodo, non se la sentiva proprio di fare incontri diplomatici, soprattutto con persone che non avrebbero fatto altro che farle rivivere continuamente quella tragica battaglia e gli eventi ad essa correlati.
“La prossima volta cercherò di venire… piuttosto, per caso avete trovato quello che vi avevo chiesto?”
Rispose cercando di cambiare argomento. Finn tirò fuori dallo zaino un paio di libri e delle pergamene.
“È stato difficile cercarli e ottenerli ma questi sono tutto quello che abbiamo trovato, non è molto ma è roba rara, ce li hanno dati solo quando abbiamo detto che erano per te”
Rey gli aveva chiesto di portarle tutto il materiale che avrebbero trovato sui Jedi. Sapeva che fosse materiale molto raro ma dopo che erano andati distrutti quelli di Ahch-To, sperava ce ne fossero altri custoditi negli altri pianeti e che le potessero dare maggiori informazioni sui Jedi.
“Contenta? Così potrai fare le tue ‘cose da Jedi’”
Disse ironico Poe facendo un gesto teatrale passando la mano aperta in orizzontale davanti al viso, cosa che fece inevitabilmente ridere Rey.
Da quando lui e Finn l’avevano vista usare i suoi poteri della mente contro dei soldati del Primo Ordine, ne erano rimasti talmente colpiti che non perdevano occasione per parlarne, ed in particolare Poe ci scherzava sempre chiamando ogni cosa strana che riguardasse i Jedi ‘cose da Jedi’ e mimava sempre il gesto che aveva visto fare a Rey quel giorno.
“Non esagerare o li userà contro di noi prima o poi!”
Disse Finn scherzando a Poe, anche se la sua voce tradiva un fondo di velata preoccupazione.
“Magari lo ha già fatto, chi può dirlo!”
Rispose lui di rimando.
“Ehi! Non userei mai i miei poteri su di voi, lo sapete bene!”
Però Rey ringraziò mentalmente i suoi amici: grazie a loro finalmente la giornata era diventata più spensierata di come era iniziata e avrebbe continuato volentieri in quella direzione, ma c’era una cosa che voleva assolutamente dire ai suoi amici e che aveva rimandato per troppo tempo.
“Devo parlarvi un attimo, ci spostiamo in un luogo più appartato?”
“Che coincidenza anche noi dobbiamo parlarti!”
Non sapeva cosa volessero dirle i suoi amici, comunque prese i libri e le pergamene da Finn e si diressero ad un tavolino isolato, si sedettero quindi tutti.
Da quando avevano vinto la battaglia non aveva ancora parlato loro di Ben, un po’ perché le occasioni di parlare erano state poche, ma di più perché non aveva la minima idea di come affrontare il discorso, sarebbe stata difficile da accettare e non li biasimava, in fondo loro lo conoscevano solo come Kylo Ren. Non riusciva a trovare le parole giuste nemmeno adesso che si era decisa a parlarne, furono quindi i loro amici ad anticiparla.
“Facciamo che ti diciamo noi prima la nostra”
Propose Finn spostando il suo sguardo su Poe, lasciando a lui l’ingrato compito di iniziare il discorso.
“Rey, durante la nostra visita dei pianeti che avevano partecipato alla guerra di Exegol abbiamo fatto come ben sai anche molti incontri diplomatici ed il punto su cui molti concordavano era il tentativo di creazione di una nuova forma di governo. Ovviamente non parliamo di una nuova Repubblica, i pianeti in questione sono troppo pochi ed alcuni hanno già una sorta di forma di governo loro, i tempi sono prematuri per questo”
“Ma molti di questi sono stati concordi nel voler provare a creare un primo esperimento: un Consiglio dove ognuno manderà un rappresentante, sarà indetta una riunione tra due settimane qui a cui parteciperanno in tutto 6 rappresentanti più due temporanei dei ribelli”
Aggiunse Finn.
“Indovina chi sono i fortunati? Esatto… disgraziatamente noi! Al momento l’organo sarà in prova per vedere come sarà il riscontro delle persone ed io e Finn ci alterneremo a seconda dei nostri impegni nella ribellione. Ammettiamo di non essere entusiasti della cosa, ma fino a pochi giorni fa non avrei mai immaginato di essere nemmeno un generale a dirla tutta!”
“Ma è magnifico Poe, sono felice per voi! Sono convinta che ve la caverete bene e che aiuterete a portare la pace nella galassia anche in questo modo”
“E’ un bene che tu la prenda così perché c’è un’altra cosa che ti dovevamo dire ma non sappiamo come la prenderai: il nuovo Consiglio vorrebbe avere un rappresentate unico che possa ispirare fiducia agli occhi del popolo, e chi meglio della Jedi che ha salvato la galassia?”
Disse Finn velocemente con un sorriso forzato, quasi come se dirlo in fretta avrebbe aiutato Rey a digerirla meglio, ma non fu così: Rey era rimasta a bocca aperta sconcertata da quelle parole.
“Ma si sono bevuti il cervello per caso? Mettere come rappresentante politico un Jedi? Non era bastato loro l’impero? Tra l’altro non ho nessun tipo di competenza politica!”
Solo l’idea di lei come una sorta di imperatrice le faceva venire la voglia di vomitare, soprattutto considerando il suo legame di sangue con Palpatine.
“Non fraintendere il nuovo Consiglio vuole restare democratico, il tuo sarebbe solo un ruolo di facciata da usare in questo primo periodo, sicuramente i popoli si fideranno più facilmente dell’eroina di Exegol. Una volta rodato il Consiglio sarà autonomo e la tua figura non più necessaria, forse anche noi in futuro saremo sostituiti da membri più esperti di politica”
“Ma io non sono nemmeno del tutto un Jedi, non ho mai concluso il mio addestramento ed ho così tanto ancora da imparare”
“Non fare la modesta, abbiamo vinto la guerra grazie a te: nessuno ha le tue capacità e nessuno sarebbe stato capace di sconfiggere Palpatine, senza di te saremmo morti tutti e la galassia sarebbe perduta!”
A quell’ultima affermazione di Poe il volto di Rey diventò più cupo; cosa che iniziò a preoccupare i suoi due amici.
“Ma è proprio di questo che volevo parlarvi… ci sono dettagli che non sapete di quel giorno, avete presente Ben Solo?”
“Intendi Kylo Ren? Come potremmo dimenticarlo! Sembra sparito, il primo ordine è ormai sfaldato e c’è un’alta probabilità che possa essere morto, non è fantastico?”
Le parole di Poe le fecero più male del previsto ma in fondo era stato torturato da lui tempo fa, non poteva biasimarlo.
“In realtà c’era ancora Ben Solo in lui e alla fine ha fatto la scelta giusta: c’era anche lui a Exegol ed ha combattuto al mio fianco”
Le facce dei suoi amici sembravano perplesse.
“Sicura che non fosse un’altro dei suoi trucchetti per cercare di farti passare dalla sua parte?”
Sentenziò Finn.
“Certo che ne sono sicura!”
“Ti ricordo che è lo stesso Ren che ci ha torturati, catturati e che ha tentato di ucciderci più volte”
Puntualizzò Poe. Rey stava iniziando a perdere la pazienza.
“Vi ho detto che ne sono sicura”
“Come puoi esserlo?”
Era difficile da spiegare perché non ne aveva mai parlato a loro, ma non riusciva più a nasconderglielo.
“Eravamo connessi nella Forza: riuscivamo a percepire a vicenda le nostre emozioni e le nostre intenzioni, il che si manifestava visibilmente ogni volta che la Forza ci connetteva: riuscivo a vederlo davanti a me proprio come adesso vedo voi”
“Aspetta stai dicendo che tu e Ren potevate vedervi e comunicare? Da quando?”
“Da quando sono stata la prima volta su Ahch-To, lì abbiamo avuto la prima connessione ma poi la cosa si è ripetuta più volte in seguito, non decidevamo noi quando”
“Cioè ci stai dicendo che tu da allora hai comunicato più volte con il nostro nemico e non ci hai detto nulla? Hai idea di quanto possa essere stato pericoloso?”
Chiese alterato Finn: tono che fece spazientire Rey, la quale iniziò ad alzare anche lei la voce.
“Non era pericoloso: potevamo vederci ma non dove eravamo, non ve l’ho detto solo perché sapevo che avreste reagito in questo modo!”
“Oh scusami se noi cercavamo di salvare la galassia mentre tu parlavi bellatamente col nostro nemico! Di cosa parlavate per non essere un pericolo per noi, del tempo?”
Replicò secco Finn.
“Come vi ho già detto lui mi ha aiutata contro Palpatine e non sarei qui se non fosse per lui, in passato ha fatto cose orribili ma è sempre stato combattuto e alla fine ha fatto la scelta giusta ed è stato al mio fianco contro Palpatine. Non dico che dovete venerarlo ma almeno non fatelo passare per un mostro, lui è morto ad Exegol, voglio che la gente sappia chi ha deciso di essere alla fine”
“Sei troppo buona Rey, non dovresti sentirti in colpa per la sua morte. Buon per lui se è riuscito a farne una giusta ma di certo questo non lo redime da tutte le atrocità che ha fatto”
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, Rey sentí crescere una forte rabbia dentro di lei.
“Ben ha dato la sua vita per salvarmi, se non fosse per lui io non sarei qui. Quindi se ritenete me un’eroina, lui lo è altrettanto!”
Si alzò furiosa con gli occhi lividi di rabbia, sbattendo le mani sul tavolo e corse via più velocemente che poteva, ignorando le voci dei suoi amici che chiamavano il suo nome, non voleva sentire altro da loro.
 
Rey corse fino ad essere abbastanza lontana dall’accampamento e dai suoi amici, quindi si fermò e si sedette su una roccia per riprendere fiato.
Le sue mani tremavano nuovamente, la Forza dentro di lei era più instabile del solito, probabilmente a causa dei sentimenti scaturiti da quella conversazione.
Cercò di respirare, chiuse gli occhi provando a meditare per calmarsi, ma era inutile: non poteva fare a meno di pensare a quanto accaduto poco prima.
C’era solo una persona che avrebbe potuto capirla o confortarla in quel momento, per l’ennesima volta fece il disperato tentativo di comunicarci tramite la Forza.
“Ben se sei lì da qualche parte ti prego parlami, ho bisogno di te, mi manchi, solo tu puoi aiutarmi!”
 Ma quando riaprì gli occhi e si accorse che introno a lei non c’era nessuno, non riuscì più a trattenere le lacrime, portò le ginocchia al petto con le braccia e tra di esse lasciò scivolare la testa mentre singhiozzava.
Era sola.
cap-1-2
 



 

 

Non sapeva dire quanto tempo fosse passato, sapeva solo che le lacrime erano finite quindi si alzò lentamente ed iniziò a camminare, ma essendo ancora sovrappensiero inciampò in qualcosa.
La sequela di bip che seguirono le fecero capire che non era inciampata in una roccia bensì nel suo sferico amico BB-8.
“Scusami BB-8 non ti avevo visto, che ci fai qui?”
Ma prima che potesse avere una risposta vide Poe e Finn arrivare trafelati.
“BB-8 l’hai trovata?”
“Mi stavate ancora cercando?”
Poe sospirò.
“Certo! Siamo sempre tuoi amici e non ci piace vederti così… ed ammettiamo che forse abbiamo esagerato prima, ci dispiace!”
“Non volevo alzare la voce in quel modo Rey”
Disse Finn con aria sinceramente dispiaciuta.
“Anche io l’ho fatto Finn”
Ammise lei.
“Forse ti abbiamo dato l’impressione di non crederti ma non è così”
“No Poe, ho sbagliato anche io, vi ho nascosto del mio legame con Ben e sapevo che per voi sarebbe stato difficile fidarvi di lui anche dopo aver sentito degli eventi di Exegol… in fondo non vi biasimo, avete sofferto molto a causa sua… ma ho perso comunque il controllo”
“E’ vero non ci fidiamo di Ren… ma ci fidiamo di te Rey! Sei la nostra migliore amica e dovevamo darti più fiducia. Inoltre il ruolo della rappresentante era solo una proposta, se non te la senti faremo il nuovo Consiglio senza”
Poe le tese la mano in segno di tregua abozzando un sorriso.
“Amici?”
Rey prese la sua mano.
“Non abbiamo mai smesso di esserlo!”
“Anche se non vorrai fare da rappresentante spero almeno che ci verrai a vedere alla riunione per darci supporto e suggerimenti… penso che potremmo averne disperatamente bisogno!”
“Puoi contarci Finn”
“Bene, torniamo a casa allora!”
Mentre ritornavano tutti insieme verso casa Rey pensò che forse non era poi così sola e per il resto della giornata non sentì più tremare le mani.
Ma quello che ancora non sapeva è che presto quella quiete sarebbe stata minacciata ancora.
 
 
 
 
 
 

 

**Angolo Autrice**
Ho recuperato da poco la saga dei film di Star Wars e il TROS mi ha lasciata con molti interrogativi (e devasti emotivi), sono quindi stata ispirata a scrivere questa fic su un possibile seguito anche perché secondo me personaggi come Rey e Ben meritano un maggiore approfondimento.
Preciso che non ho visto ancora tutti gli spinoff e non ho letto i fumetti o i libri quindi se ci sono delle inesattezze o incoerenze vi prego di farmelo sapere.
Spero che la storia vi piaccia e che troviate i personaggi IC (è una cosa a cui tengo molto).
Se avete pareri sono sempre ben accetti!
Al prossimo capitolo e che la Forza sia con voi.
 
Ringrazio tantissimo il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Equilibrio Perduto ***


Cap 2 Equilibrio perduto Rey continuò ad allenarsi per cercare di riequilibrare la Forza dentro di lei e, appena aveva tempo, leggeva i libri e le pergamene che le avevano portato i suoi amici.
Uno dei libri trattava gli eventi storici che riguardavano i Jedi: le fu molto utile per comprendere meglio la storia e i Jedi più rilevanti, nonché il ruolo di questi nella società passata.
Il secondo sembrava un resoconto della visione dei Jedi della Forza: il grande equilibrio dell’universo che scorre in ogni cosa e che essi scelgono di usare per il bene comune mettendo da parte sentimenti come odio, rabbia e vendetta, tipici dei Sith.
Leggendolo le venne in mente il maestro Luke: lui rispecchiava il retaggio di tale concetto di Jedi e Rey si chiese se anche lei sarebbe riuscita ad essere una di loro e a far rinascere davvero il Consiglio, un giorno.
In quel periodo era tormentata da dubbi simili: avrebbe voluto continuare quel retaggio del suo maestro ma non aveva idea di come farlo. Lei stessa non si sentiva ancora del tutto una Jedi come lo era lui e come lo erano tutti i più importanti riportati in quei libri.
Di certo la Forza scorreva potente in lei ma sapeva che questo non sarebbe bastato, ed il fatto che adesso percepisse la sua Forza così irrequieta e in disequilibrio ne era una prova.
Come avrebbe mai potuto aiutare altre persone a diventarlo un giorno?
Non aveva ancora una risposta a quella domanda. Amareggiata iniziò la lettura delle pergamene, ma furono proprio quelle ad attirare maggiormente il suo interesse.
Una riportava la trascrizione delle principali profezie dei Jedi, profezie risalenti addirittura a millenni orsono. A quanto pareva, doveva trattarsi di un qualcosa di simile alle visioni, ma di più potente, potendo vedere qualcosa che si sarebbe verificato talmente tanto tempo dopo.
Nella seconda pergamena vi erano riportare le principali interpretazioni date a quelle profezie sulla base di quanto accaduto fino a quel momento.
La cosa la incuriosì, quindi iniziò a leggere attentamente e a quanto pareva tra le profezie vi era quella del prescelto: quella che era stata riportata anche nel libro che aveva letto precedentemente e la quale prevedeva che il prescelto avrebbe riportato l’equilibrio nella Forza.
Secondo l’interpretazione di tale profezia il prescelto era stato Anakin Skywalker meglio conosciuto come Darth Vader, ovvero il nonno di Ben.
In quel momento si ricordò delle voci che aveva sentito quando tutti i Jedi del passato le avevano dato la Forza per combattere contro Palpatine, una di esse aveva detto: ‘Riporta l’equilibrio Rey, come feci io’.
Che si trattasse di lui?
Sospirò pensando a quanto probabilmente avesse deluso anche lui, dato che invece di portare equilibrio nella Forza sembrava averlo spezzato.
Ancora più demoralizzata preferì passare alle altre profezie. Ognuna di esse pareva aver predetto quasi con certezza eventi fino a quel momento già accaduti; solo per una non era stato ancora trovato un esatto corrispettivo e citava:

“Quando la Forza si ammalerà,
il passato ed il futuro dovranno separarsi e combinarsi”

si sentì pervasa da una forte emozione ed eccitazione, come se il solo fatto che non si fosse ancora realizzata implicasse che potesse automaticamente riferirsi proprio al periodo che stava vivendo.
Magari quelle parole le avrebbero finalmente dato le risposte che cercava sulla sua condizione, sul come essere un vero Jedi e su Ben.
Con ritrovata determinazione iniziò ad analizzarla parola per parola, cercando anche in altri libri possibili connessioni.
Bastarono però alcune ore di ricerca per farle tornare il malumore: a quanto pareva quelle parole erano davvero criptiche. Si chiedeva che senso avesse fare delle profezie se dovevano essere così difficili da interpretare.
Come avrebbe voluto avere qualche altro Jedi con cui confrontarsi, magari qualche saggio maestro…
Ma certo! Perché non ci aveva pensato prima? Poteva andare su Ahch-to per provare a mettersi in contatto con qualche Jedi per chiedergli aiuto! Non che fosse sicura che avrebbe funzionato: infondo di solito erano i Jedi del passato che si mostravano quando la Forza lo riteneva necessario e non il contrario… ma in cuor suo sperava che, essendo Ahch-To un punto di convergenza della Forza, le fosse possibile essere ascoltata o magari comunicare finalmente con Ben.
Le speranze erano poche ma valeva la pena tentare! Colma di determinazione iniziò a preparare il necessario per il viaggio, tra cui anche la sua nuova spada laser che aveva creato lei stessa ricavandola dal suo fedele bastone.
Una volta pronta uscì fuori in cerca di Rose, le ci vollero diversi minuti prima di trovarla intenta a parlare con Poe e Finn.
“Interrompo qualcosa? Vorrei solo chiedere una cosa a Rose”
“Oh no, mi stavano solo raccontando un aneddoto del loro ultimo viaggio, lo vuoi sentire?”
“Mi farebbe molto piacere ma al momento sono un po’ di fretta, dovrei andare su Ahch-To, hai disponibile qualcosa che possa pilotare?”
“Che è successo? Problemi?”
Chiese preoccupato Poe.
“Vuoi che veniamo con te?”
Chiese Rose.
“No, non è niente di serio, devo solo andare lì per una ricerca legata alla Forza… ‘cose da Jedi’”
Pronunciò le ultime parole con ironia, mimando il gesto che faceva sempre Poe quando lo diceva.
“Ehi! Quella è la mia battuta”
Protestò lui indicandosi fiero.
 cap-2
“Non ne hai mica l’esclusiva!”
Rey era contenta di constatare che i suoi amici erano tornati a comportarsi in quel modo familiare e accogliente con lei dopo il discorso acceso della scorsa volta. Ma un giorno avrebbero dovuto riprendere il discorso su Ben.
“Sicura non sia niente di pericoloso?”
Chiese Finn.
“Sicura!”
Confermò lei con un sorriso.
“Tornerai in tempo per la riunione del nuovo Consiglio, vero? Il tuo supporto anche solo psicologico ci sarebbe di enorme aiuto!”
Confessò Poe.
“Essenziale direi, Poe è così nervoso che l’altro giorno ripeteva spasmodicamente più volte al suo riflesso sul vetro dell’X-Wing le parole che vorrebbe dire”
Sussurrò Finn a Rey.
“Ehi guarda che ti sento! Se ci tieni tanto posso lasciare solo a te l’onore di parlare!”
“La smettete di litigare come bambini? Vi ricordo che siete due generali adesso!”
A quelle parole di Rose i due alzarono le mani in segno teatrale di resa, cosa che fece ridere tutti loro.
“Prometto che ci sarò, tranquilli!”
Li tranquillizzò Rey con un sorriso.
“Ho rimesso in sesto un Firespray usato nella battaglia di Exegol ma non ho avuto il tempo di fargli fare un giro di prova, puoi prendere quello! E non ti preoccupare non è pericoloso: è sicuro al 99,9 per cento! Non come gli esperimenti sulla velocità luce di Poe, che si ostina a voler fare!”
Rose sillabò le ultime parole con tono di predica verso di lui.
“Ehi, l’ultimo che avevo proposto era sicuro al 68 per cento!”
Protestò il pilota di rimando.
“Andrà benissimo, grazie!”
Confermò Rey facendosi indicare da Rose quale fosse.
“Ci vediamo più tardi allora!”
La salutò l’amica, mentre Finn si limitò ad un gesto con la mano sfoggiando un sorriso.
“Che la Forza sia con te!”
Aggiunse Poe, cosa che stupì Rey.
“Sono sorpresa, non pensavo che ti intendessi di queste ‘cose da Jedi’”
“E’ un augurio che mi è sempre piaciuto!”
Ed era vero perché gli ricordava il generale Organa a cui era molto affezionato e che gli ispirava ogni giorno il tipo di generale che sarebbe voluto diventare.



Rey non ci mise molto ad arrivare, scese dal velivolo e si diresse nel primo luogo dove Luke l’aveva allenata; quello era infatti il punto dell’isola dove il lato chiaro della Forza era più presente, il luogo perfetto per quello che intendeva fare. Si accovacciò quindi in posizione di meditazione.
Decise di provare prima col tentativo più disperato, quindi: chiuse gli occhi e si concentrò; si focalizzò sulla parte di Ben che percepiva ancora in lei, sul loro legame, sui momenti passati insieme, tese una mano in avanti quasi come se questo potesse in qualche modo aiutarla ad afferrarlo.
“Ben”
Sibilò, poi esitò qualche istante prima di riaprire lentamente gli occhi.
Una parte di lei sapeva che non avrebbe funzionato e non ne fu particolarmente sorpresa ma un’altra aveva riposto in quel momento una speranza che aveva appena visto sfumare.
I suoi pensieri furono però distratti nel notare solo allora la posizione in cui era. La cosa la fece sorridere ripensando alla buffa posizione che aveva assunto la prima volta che il suo maestro le aveva chiesto di meditare e che lui aveva sfruttato per prenderla in giro.
“Scusami maestro Luke, hai ragione: non è così che si fa!”
Allungò entrambe le mani verso il terreno e, proprio come le aveva insegnato Luke tempo fa, si concentrò sulla Forza. La poteva sentire fluire intorno a lei e dentro di lei, ma in maniera diversa da come l’aveva percepita la prima volta: il lato chiaro di essa era predominante, ma c’era qualcosa che non andava, non percepiva più l’equilibrio che aveva sentito la prima volta. Provò a scavare più a fondo e a raggiungere con la mente la parte recondita dell’isola dov’era concentrato il Lato Oscuro della Forza. Ma si accorse che qualcosa non andava; sentì una forza irrequieta, distruttiva e dirompente, che si sentiva come intrappolata e anelava uscire. Iniziò a respirare a fatica. Sentì che quella Forza era la stessa dentro di lei e questa era frenata dallo stesso sentimento che sentiva crescere dentro di lei, in quel momento.
La paura.
Fu allora che sentì nuovamente quella fredda voce femminile: la stessa del suo incubo di giorni prima.
“Non devi avere paura di me, Rey, liberami!”
Il risentire quella voce le raggelò il sangue. Riaprì immediatamente gli occhi rompendo il contatto, sobbalzò e fissò le sue mani: tremavano.
Non fece in tempo a farsi delle domande che un’altra voce parlò alle sue spalle, una voce molto più buffa e rassicurante di quella di prima.
“Lo percepisci, vero? La Forza malata, essa è”
Aveva già sentito quella voce tra quelle dei Jedi del passato che l’avevano aiutata a sconfiggere Palpatine. Si voltò, ma dovette abbassare lo sguardo più di quanto pensasse per vedere il Jedi che le aveva parlato.
“Chi sei tu?”
“Yoda il mio nome è”
 cap-2-2
Sgranò gli occhi incredula: il maestro Yoda era uno dei Jedi più famosi, ritenuto tra i più saggi, riportato anche nei libri che aveva trovato e, non per ultimo, maestro di Luke.
“Come mai puoi contattarmi? Pensavo potessero farlo solo i Jedi con cui avessi un legame! È perché ho comunicato con voi tramite la Forza ad Exegol?”
“Una domanda, una domanda non è, se la risposta già sai!”
Quella non le sembrava una risposta ma decise che fosse più saggio non farglielo notare dato che voleva fargli molte altre domande.
“Maestro Yoda, avete detto che la Forza è malata, che vuol dire? E’ per questo che è così irrequieta?”
Il maestro fece un mugugno, come se stesse cercando le parole giuste da usare.
“La Forza in noi e nel mondo scorre, sempre all’equilibrio per natura essa tende! Ma noi come esseri senzienti quell’equilibrio alterare possiamo, anche se per buone intenzioni: ed è così che luce e oscurità si alternano e prevalgono. Sia Jedi che Sith spesso ciechi sono stati, solo la Forza tutto sa, sa che da una guerra una speranza nascere può, che troppe leggi giuste creare risentimento possono o che anche una morte può generare una vita. La Forza sempre un modo di ristabilire equilibrio essa trova”
Rey sussultò a quelle ultime parole ripensando per un attimo a Ben che era morto per donarle la vita.
Fu in quel momento che si ricordò dell’altro quesito che voleva porgli, non che se lo fosse dimenticato… la verità era che aveva paura di domandare, perché aveva paura di conoscere la riposta: di rendere concreta quella verità che temeva. Ma sapeva che era una risposta che doveva ottenere.
“Ben Solo mi ha donato la sua restante energia vitale per salvarmi. Maestro Yoda sai se lui è nella Forza? Se è lì perché non mi contatta? Sta bene? Perché sento ancora una parte di lui in me? E’ solo perché mi ha donato la sua vita o per altro? Posso aiutarlo in qualche modo?”
Tirò fuori tutte quelle domande che teneva dentro così velocemente che le aveva dette tutte di un fiato ed aspettava trepidante una risposta di Yoda come se da questa dipendesse la sua stessa vita.
Ma le parole del maestro non furono per niente quelle che si aspettava.
“Skywalker, eh? Curioso che proprio questo nome scelto tu abbia”
Yoda si lasciò scappare una risatina, cosa che iniziò a spazientire Rey, non voleva mancare di rispetto alla sua figura ma non capiva cosa ci fosse da ridere ed iniziava ad avere il dubbio che la stesse prendendo in giro.
“Cosa c’è di curioso?”
“Quante domande e quanta fretta tu hai, un giovane Padawan con questo nome tu mi ricordi!”
Rey non capì se si stesse riferendo a Luke essendo stato Yoda il suo maestro o a qualcun’altro… di sicuro ora sapeva da chi il suo maestro avesse preso il vizio di parlare per enigmi.
“Questo non ha importanza adesso, ho bisogno di aiuto, di risposte! Continuo a non capire… se tutto tende all’equilibrio, perché ora sento la Forza così strana e perché hai detto che è malata?”
“Perché quando per troppo tempo qualcosa l’equilibrio impedisce, la Forza stessa si ammala! Perché non è nella sua natura essere in disequilibrio”
“E come faccio con Ben? Noi siamo una diade, eravamo in equilibrio insieme, come possiamo esserlo senza stare più insieme? Come riporto l’equilibrio nella Forza e in noi?”
“Diade… una cosa di cui persino io conosco poco! Ma equilibrio negli altri non porterai se prima in te non lo ritroverai!”
“In me? Ma come posso farlo senza Ben? Come posso farlo da sola?”
“Troppe domande non domande tu fai, le risposte ai tuoi quesiti già hai, ricercarle lontano non devi!”
Yoda alzò il suo bastone e lo puntò davanti al petto di Rey per poi proseguire il discorso.
“Ma le risposte vedere non puoi se cieca continuerai a voler essere! Il tuo più grande nemico affrontare tu devi!”
“Quale nemico?”
“La paura. Il più grande maestro è la paura ma può essere anche il più grande ostacolo, se l’opportunità di insegnarci le neghiamo”
Rey stava per dire qualcos’altro ma improvvisamente Yoda sparì.
Era strano: non era sicura che avesse risposto alle sue domande, eppure quella conversazione aveva smosso qualcosa in lei.
Ora sapeva dove andare.



 

 

**Angolo Autrice**
La profezia inserita nella storia è una delle profezie canoniche a cui non è ancora stata trovata una calzante corrispondenza, per cui ho deciso di inserirla in questa storia dandole ovviamente un interpretazione tutta mia.
Yoda è un personaggio enigmatico che mi è sempre piaciuto e mi dispiaceva che nei film non avesse proprio interagito con Rey, così ho trovato un modo di farglielo fare qui.
Quando Yoda parla di uno Sywalker che fa molte domande si riferisce ad Anakin, mi piace pensare come Yoda stesso sia diventato ancora più saggio dopo essersi unito con la Forza e che adesso invece che ammonire Rey come aveva fatto con Anakin, la incita ad affrontare le proprie paure.
Cosa avrà in mente Rey adesso?

Spero vi piaccia come ho reso i personaggi e come si sta sviluppando la storia.
Come sempre ringrazio tantissimo il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Bugie ***


Rey iniziò la discesa verso il lato complementare dell’isola rispetto a quello in cui stava, ovvero il punto in cui era concentrato maggiormente il lato oscuro della Forza. Ci era già stata una volta tempo fa, ma stavolta per evitarsi un pericoloso tuffo preferì arrivarci per la stradina scoscesa tra le rocce che aveva scoperto solo quando era andata via da lì.
Raggiunto il punto più basso arrivò alla grotta, stavolta vi entrò senza esitazione, ignorò i riflessi di lei che le si formarono intorno ed avanzò fino ad arrivare allo specchio.
L’ultima volta era venuta per sapere dei suoi genitori e quest’ultimo le aveva mostrato che non c’erano più, stavolta era venuta per conoscere ben altro.
“Mostrami di chi è quella voce che sento”
Allungò la mano fino a toccare con la punta delle dita il vetro dello specchio. In quel momento una figura offuscata dall’altro lato si avvicinò a lei ed allungò la mano fino a toccare la sua, in una posa esattamente speculare a quella che stava tenendo.
A quel contatto lo specchio si frantumò esplodendo in mille pezzi, ma fu la figura che si rilevò a farla sussultare.
Era una copia esatta di sé stessa, solo con gli occhi gialli, segno di cedimento al lato oscuro della Forza. Quando questa parlò riconobbe la gelida voce dei suoi incubi, solo adesso si accorse che era la sua stessa voce, solo più cupa e fredda.
“Finalmente hai deciso di accettare la verità: non puoi mentire per sempre a te stessa, questo è quello che sei”
“Non è vero, io non sono affatto come te! Io non ho mai ceduto al lato oscuro”
La figura di avvicinò a lei e, con voce sottile quanto irritante, le sibilò.
“Sicura?”
 cap-2-3
La rappresentazione del suo lato oscuro iniziò a girarle fastidiosamente intorno prima di continuare il discorso mentre si batteva teatralmente un dito sul mento, come se stesse cercando delle parole che invece già sapeva.
“Aspetta, fammi ricordare… quali erano le fasi per il passaggio al lato oscuro? La prima la conosci bene: paura. Inutile dirti che hai sempre avuto paura di me, o meglio dire, di te! La seconda: rabbia. Più di una volta ti sei fatta sopraffare dalla cieca rabbia, non per nulla sei riuscita ad usare i fulmini della Forza senza volerlo! Poi abbiamo la vendetta: quella che ti ha smosso ad agire contro Palpatine è stata la tua vendetta personale verso quello che aveva fatto a te e ai tuoi genitori, non il salvataggio della galassia! E per ultimo: omicidio.”
“Se ho ucciso delle persone è stato sempre necessario, siamo in guerra: anche i Jedi lo sono stati in passato!”
“Questa è la favola che ti racconti? Ricordami… chi ha ucciso Ben la prima volta? Lui aveva lasciato cadere la sua spada laser e tu l’avevi presa, era inoffensivo e disarmato ma tu hai sfruttato quel momento di debolezza per ucciderlo, non mi sembra proprio in linea con i principi dei Jedi”
La figura oscura si fermò proprio davanti a lei fissandola con i suoi penetranti occhi gialli, Rey sentì la mano iniziare a tremarle ma la serrò salda in un pugno, decisa a non farsi abbattere.
“Me ne sono pentita immediatamente, gli ho donato la mia energia vitale subito dopo”
“Solo grazie a Leila. Tu volevi uccidere Kylo perché in lui vedevi la stessa oscurità che nascondevi in te, che ti chiamava e attraeva da tempo ma che volevi reprimere a tutti i costi. Lo hai ucciso perché pensavi che uccidendo lui avresti fatto finalmente la ‘cosa giusta’ che tutti volevano e che con lui sarebbe morta anche quella tendenza all’oscurità che si faceva strada sempre più prepotente in te. Ti sei fermata solo quando hai visto che in lui c’era ancora Ben: hai visto ancora una possibilità di salvezza per lui… e per te”
“Tutti i Jedi sono tentati dal lato oscuro, ma un vero Jedi gli resiste”
Insistette lei con tono meno convinto.
“Tentati dici? Ma andiamo Rey, tu non ci hai nemmeno provato a resistergli!”
Quelle parole le ricordarono quelle del maestro Luke la prima volta che si erano visti e rabbrividì quando lei nominò proprio lui.
“Lo aveva visto anche Luke: il potere oscuro e distruttivo presente in Kylo Ren lo hai anche tu, lo hai sempre saputo. Per questo hai cercato disperatamente di diventare quel tipo di Jedi che avrebbe tanto voluto il tuo maestro. È così lo hai fatto: mi hai semplicemente relegato qui facendo finta che io non esistessi. Ma più reprimerai una parte di te e più questa farà di tutto per uscire fuori, finché non ti accetterai per quello che sei: d’altronde è il tuo destino!”
“Io decido il mio destino!”
Protestò lei con tono sempre meno fermo, cosa che fece scoppiare a ridere la sua controparte oscura.
“Continui a mentire ma sappiamo entrambe cosa hai sognato, hai detto a te stessa che fossero incubi ma sai bene che quelle erano visioni. Se ne hai il coraggio, parlane!”
“Ho avuto delle visioni dei miei amici feriti”
“Tutto qui? Quanto a lungo tenterai ancora di illudere te stessa con queste bugie? C’è dell’altro: chi aveva provocato quelle ferite?”
Rey trasalì, perché ricordava chi era stato ma non lo aveva preso nemmeno in considerazione.
“Ero stata io con i fulmini della Forza...” per qualche momento le mancò il fiato ma poi si riprese e fissò nuovamente, testarda e risoluta, la sua copia davanti a lei. “…ma è impossibile, non farei mai del male ai miei amici, è una vana visione che non si avvererà mai, ne ho avute altre in passato che non si sono verificate”
“Oh ma certo, perché per te si avverano solo quelle che ti fanno comodo! Tipo la profezia che hai letto, speri così disperatamente che ti riporti Ben”
“A me basterebbe anche solo parlarci almeno un’altra volta”
“L’ennesima bugia, se stai facendo tutto questo è solo perché speri di farlo tornare in vita in qualche modo, in qualunque modo. Ed è questo che ti spaventa davvero, è per questo che sei qui, perché entrambe sappiamo cosa potrebbe aiutarti a farlo”
“Se sapessi di un modo lo avrei già provato!”
“Oh, ma nella tua testolina un dubbio continua a tormentarti… infondo sei una Palpatine anche se ora ti fai chiamare diversamente… sempre per fingere che le cose che non tolleri di te non esistano!”
“La vera famiglia non è quella di sangue ma quella delle persone che mi sono state davvero vicine!”
Rispose lei sempre più alterata dal vulcano di emozioni che le ribollivano dentro provocate da quella fastidiosa voce.
“Si ma quel dubbio resta: se Palpatine ha vinto la morte, perché io, che sono sua nipote, non potrei fare lo stesso e riportare indietro Ben?”
Quella frase la lasciò senza parole: era come se qualcuno le avesse rivelato un segreto che aveva nascosto nella profondità del proprio animo, un segreto di cui si vergognava solo averlo pensato ma al quale una parte di se sentiva il disperato bisogno di attaccarcisi.
Non sapeva cosa pensare o cosa dire, fu di nuovo l’altra Rey a parlare al posto suo.
“Senti ancora una parte di Ben dentro di te, come anche il vostro legame, anche se non più come prima. Lo hai visto fare a Palpatine, potresti provare con qualcosa di simile solo contraria: potresti drenare e concentrare quell’energia vitale fuori di te, così potrebbe tornare Ben”
Istintivamente Rey portò la mano al fianco, ricordandosi del momento in cui Ben le aveva donato la sua energia vitale poggiando la sua mano proprio lì. Avrebbe fatto di tutto per riportarlo indietro, anche questo, ma sapeva che non era il modo giusto.
“Per fare una cosa simile esaurirei tutta la mia energia, morendo. Ben si è sacrificato per salvarmi, fare lo stesso non sarebbe giusto nei suoi confronti”
“Infatti non hai abbastanza Forza per sopravvivere, ma se cedessi finalmente al lato oscuro il discorso sarebbe totalmente diverso”
Rey sgranò gli occhi, incredula di aver solo minimamente valutato una cosa simile.
“No! Ben non vorrebbe questo e nemmeno io!”
“E’ solo la tua paura che parla ma anche Leila te lo aveva detto: non devi avere paura di chi sei! Non devi avere paura di te, del tuo futuro!”
“Tu non sei il mio futuro!”
Urlò lei, serrando i pugni così forte da farsi quasi male.
“Quante visioni hai avuto su di me? Le visioni mostrano o il passato o il futuro, quella che ti ostini ad essere è il tuo passato, io sono il tuo futuro!”
“No…”
Rispose con tono molto più flebile indietreggiando, mentre sentiva la Forza dentro di lei più irrequieta che mai.
“La profezia lo ha detto chiaramente: ‘quando la Forza si ammalerà il passato ed il futuro dovranno separarsi e combinarsi’, hai fatto ammalare e disequilibrare la Forza troppo a lungo tenendoci separate: è il momento che io e te ci combiniamo, solo così puoi salvare Ben e puoi riportare l’equilibrio nella Forza!”
“No!”
Urlò Rey, con tutto il fiato che aveva in gola e con tutta l’energia che non riusciva più a trattenere: dei fulmini della Forza scaturirono dalle sue mani colpendo la sua figura oscura, facendola sparire.
Non voleva stare lì un minuto di più: iniziò a correre con tutte le forze che le erano rimaste, ansimava ma non rallentava, come se fermandosi avesse potuto permettere a quella voce nella sua testa di raggiungerla di nuovo o di sentire ancora quelle verità che si rifiutava di accettare.



Rey preparò il Firespray alla partenza e decollò. Per tutto il tempo del viaggio cercò di non pensare a quanto accaduto e a concentrarsi sulla guida, ma i pensieri si affollavano talmente tanto nella sua mente che, per quanto fosse una brava pilota, faticò ad atterrare.
La situazione non era più sostenibile quindi atterrò in un posto un po’ più isolato dalla sede della Resistenza e si incamminò nella natura, fino a raggiungere il luogo dove era solita allenarsi oppure, come in quel caso, soffermarsi a riflettere.
Ripensò alle parole del maestro Luke: ‘confrontarsi con la propria paura è il destino di un Jedi’. Aveva ragione, non poteva scappare per sempre: quelle erano le sue paure, per quanto recondite, e doveva trovare un modo di affrontarle.
Fece un profondo respiro, da dove avrebbe potuto iniziare?
Non voleva cedere al lato oscuro: aveva combattuto così tanto per non farlo ed anche Ben. Inoltre sarebbe andato contro i suoi principi, contro tutto quello per cui aveva lottato finora. Ma se fosse stato davvero l’unico modo?
Notò la mano tremarle e si chiese se davvero quello sarebbe bastato per portare equilibrio di nuovo dentro di lei e nella Forza.
Forse la cosa giusta da fare era continuare così come stavano le cose, in tal modo il lato chiaro avrebbe continuato a prevalere, ma per quanto? Come aveva detto Yoda: ogni volta che accadeva prima o poi nasceva un lato oscuro della stessa entità e non era sicura di poter affrontare un’altro simil Palpatine da sola, soprattutto in quelle condizioni. Certo i suoi amici sarebbero stati al suo fianco, come tutta la Resistenza ed il nuovo Consiglio, ma come unico Jedi alla fine avrebbe dovuto combattere da sola un’eventuale nuova minaccia.
Per non parlare della guerra che avrebbe scaturito: da poco erano usciti da una che si portava ancora strascichi del Primo Ordine e dei seguaci di Palpatine, e nonostante ciò stavano cercando di ristabilire a fatica una sorta di nuovo ordine o di pace. Come ultima cosa al mondo avrebbe voluto vedere altri amici rischiare la vita o morire per affrontare nuovamente problemi ancora più grandi.
Si passò stanca una mano sulla fronte: qualsiasi scelta non sembrava totalmente giusta, cosa si aspettava davvero la Forza da lei? Come poteva immaginare che riportasse l’equilibrio?
I suoi pensieri si ri-soffermarono sulla prima opzione: se cedere al lato oscuro e portare indietro Ben, sempre che fosse davvero possibile, fosse davvero il modo di riportare equilibrio nella Forza?
La sola idea di assomigliare minimamente alla sé oscura vista ad Anch-To o, nelle sue peggiori visioni, la terrorizzava; ma sapeva anche che non era da lei diventare come Palpatine. Nemmeno nei suoi più reconditi desideri avrebbe mai voluto una simile distruzione e guerra… forse anche cedendo al lato oscuro lei avrebbe potuto tornare al lato chiaro in qualche modo e Ben stesso avrebbe potuto aiutarla a farlo!
Bloccò per un attimo quel flusso di pensieri chiedendosi se davvero la stesse valutando come opzione o se fosse condizionata solo dal suo egoismo.
Ripensò alla profezia che aveva letto e all’interpretazione data dalla sua controparte oscura: possibile che potesse intendere davvero questo? No. Si stava solo auto convincendo: il suo desiderio di snodare tutti quei dubbi e di riportare indietro Ben le stavano occultando la realtà.
Un pensiero però le passò per la testa: ma se non fosse così?
Improvvisamente ripensò all’altra profezia contenuta nelle pergamene: ovvero quella del prescelto che avrebbe riportato l’equilibrio nella Forza: Anakin Skywalker aveva ceduto al lato oscuro, eppure proprio questo gli aveva permesso di compiere la profezia e di riportare l’equilibrio nella Forza.
Le vennero in mente le parole di Leila: ‘non puoi fuggire da quello a cui temi’.
Aveva fuggito in tutti i modi quella parte di sé. Forse era giunto il momento di non farlo più.



Per quanto le paresse ancora assurdo, era davvero decisa a provarci. Non era proprio sicura di come farlo però.
Chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi sulla parte di Ben che sentiva ancora in lei, provò a visualizzare tutti i momenti più belli passati con lui: quando avevano avuto la prima connessione tramite la Forza e lui sembrava curioso come un bambino davanti a quello strano evento; quando le loro mani si erano toccate e da allora avevano capito entrambi di non essere soli; quando lui aveva deciso di uccidere Snoke invece che lei; quando per la prima volta avevano combattuto fianco a fianco come una cosa sola; quando lei gli aveva chiesto del padre e lui in quel momento era senza maglia, cosa che l’aveva messa in terribile imbarazzo. Eppure lui aveva totalmente ignorato la sua richiesta di indossare qualsiasi cosa. Al tempo aveva dovuto fare uno sforzo per concentrarsi sul discorso serio che voleva fare piuttosto che sul suo imbarazzo, eppure ora il solo ricordo la divertiva.
Si sorprese nel constatare quanto tutto ciò fosse così limpido nella sua mente, ultimamente si era concentrata così tanto solo sulla sua assenza e sugli eventi di Exegol da dimenticarselo. Senza accorgersene si abbandonò ad un sorriso sereno.
Si continuò a focalizzare su di lui, poteva quasi sentirlo dentro di sé, portò la mano tesa davanti al fianco, nel punto dove sentiva più forte la sua energia vitale, quindi provò a drenarla al di fuori; girò poi il palmo verso l’esterno come a permettere a tale energia di fluire attraverso essa e di concentrarsi all’esterno proprio di fronte a lei.
Più continuava e più si sentiva debole ma non si voleva ancora fermare: nella sua mente iniziò a visualizzare la figura di Ben davanti a sé. Aveva provato così tante volte a contattarlo dagli eventi di Exegol senza nessun successo che quando aprì gli occhi e lo vide ancora davanti a sé sussultò incredula.
Si chiese se avesse davvero aperto gli occhi o se lo stesse solamente immaginando, troppe volte aveva desiderato così tanto quel momento da poter credere che si stesse finalmente realizzando.
Solo quando lui pure aprì gli occhi, mostrando la stessa incredulità che aveva lei, Rey riuscì finalmente a pronunciare il suo nome.
“Ben!”
Sussurrò, quasi per paura che l’utilizzare un tono più altro lo avesse potuto far sparire per qualche inspiegabile motivo, e allungò la mano libera, lentamente, fino a sfiorare la guancia di lui, come a cercare un’ulteriore prova che non stesse sognando. Il processo non era ancora terminato, quindi la sensazione era strana, non era ancora quella calda che aveva provato ad Exegol con quello stesso gesto, ma era abbastanza da capire che fosse reale, cosa che le riempì il cuore di gioia.
A quel gesto era se come anche Ben avesse preso consapevolezza di avere Rey davanti a lui.
“Rey!”
Sibilò lui di rimando ed un genuino e ampio sorriso si dipinse sul suo viso.
Nel vedere di nuovo quel sincero sorriso che Rey aveva visto a Exegol, sentì il cuore scaldarsi: lo aveva così tanto desiderato e adesso che era lì, non aveva più dubbi sul voler andare fino in fondo. Anche se fosse stata l’ultima cosa che avrebbe visto o ricordato, non avrebbe avuto rimpianti.
 cap-3-2
“Ma come è possibi…“
Ben non riuscì a terminare la domanda perché appena abbassò lo sguardo vide quello che Rey stava facendo e per quanto non capisse fino in fondo cosa avesse in mente, la sua espressione cambiò totalmente abbandonandosi al panico più totale.
“Rey che cosa stai facendo? Fermati subito! Morirai”
La sua voce tradiva il terrore che provava al solo lontano pensiero di poter riavere davanti a lui il corpo freddo di Rey, lei poteva percepire le sue emozioni ma non si lasciò impietosire.
“Devo farlo, ho un piano che potrebbe funzionare”
“No, Rey! Qualsiasi cosa sia è troppo pericoloso, fermati ti prego!”
La supplicò. Voleva cingerle le spalle e scuoterla o fare qualsiasi cosa che avrebbe potuto interrompere il processo. Solo in quel momento si accorse che non poteva farlo: proprio come quando Palpatine al contrario gli aveva drenato l’energia vitale al di fuori di lui, non riusciva a muoversi.
“Non puoi fermarmi!”
Constatò Rey e diede a Ben quello che poteva essere il suo ultimo sguardo. Non sapeva di preciso cosa sarebbe successo adesso, ma si sentiva ormai molto debole quindi era il momento di passare alla fase successiva.
Chiuse gli occhi e si concentrò: ignorò la voce di Ben che si faceva sempre più lontana nella sua testa nonostante pareva che stesse urlando, si focalizzò stavolta su quella parte di sé che aveva da sempre frenato, su quei pensieri ed emozioni che la turbavano nel profondo, per la prima volta li lasciò liberi di fluire. Ripensò al momento in cui i suoi genitori l’avevano abbandonata a Jakku, per quanto aveva supplicato urlando di non farlo, eppure aveva dovuto sottostare senza poter fare nulla; ripensò al vuoto incolmabile che avevano lasciato dentro di lei e alla disperazione che l’aveva portata a contare i giorni dalla loro partenza, sperando che loro tornassero ma dentro di sé sapeva che non l’avrebbero fatto, eppure il suo bisogno di illudersi che tutto sarebbe andato bene prima o poi era stato più forte; ripensò alle ore spese a cercare disperatamente tra i rifiuti sotto il sole cocente qualcosa da poter vendere per non morire di fame, per poi ricevere spesso solo un misero quarto di porzione decisamente sottopagato; ripensò a quando aveva scoperto che Palatine aveva ucciso i suoi genitori senza il minimo rimorso, desideroso solo di poter far diventare lei ciò che avrebbe voluto, come se lei e i suoi genitori valessero meno di un oggetto, il desiderio di vendetta allora era cresciuto più forte che mai in lei; ripensò al momento in cui le era stato rivelato di essere una Palpatine, destinata a prendere il suo posto come imperatrice, quanto ribrezzo aveva provato solo all’idea di poter lontanamente assomigliare a quel rifiuto umano; ripensò alle diverse volte in cui i suoi amici avevano rischiato di morire, per non parlare delle persone care che aveva trovato da poco e subito perso, quante gliene avrebbe portate via ancora quella stupida guerra ed infine ripensò al momento in cui Ben si era sacrificato donandole la sua energia vitale, a quanto si era sentita inerme con il suo corpo tra le sue braccia e al vuoto incolmabile che aveva generato la sua assenza, era come aver perso una parte di sé ed era così infondo: continuava a fingere con gli altri e a sé stessa di stare bene e di poter andare avanti, ma la verità era che quella cosa aveva distrutto una parte di sé.
A quei soli pensieri sentì dirompere dentro di lei un turbine si emozioni: rabbia, vendetta, odio, disperazione, rancore. Eppure stavolta non cercò di fermarle, lasciò che le prendessero il sopravvento. Faceva male, provava dolore, ma non si fermò.
Da quando Rey aveva chiuso gli occhi, Ben l’aveva vista iniziare a soffrire sempre più, cercava disperatamente di muovere un qualsiasi muscolo pur di poterla raggiungere, dato che nonostante si stesse sgolando, lei sembrava non sentirlo.
Ad un tratto la forza che lo bloccava sembrò cessare, ma allo stesso tempo Rey cadette sulle ginocchia ed iniziò ad urlare come se qualcosa la stesse facendo soffrire. Si precipitò su di lei, cingendole le spalle con le mani, e urlando il suo nome. Provò a scuoterla, ma niente sembrava farla uscire da quella sorta di trance.
“Ti prego Rey, torna da me!”
I suoi occhi erano ormai lucidi quando in un gesto disperato la strinse a sé. In quel momento Rey cessò di urlare. Da rigido il suo corpo tornò rilassato, ma non inerme, bensì sembrava reggersi da solo, poteva sentire il suo profondo respiro sulla sua spalla. La sciolse delicatamente da quella stretta per poterla vedere nuovamente in viso, aveva ancora gli occhi chiusi ma sembrava aver ripreso a respirare quasi regolarmente.
Quando Rey riaprì gli occhi, per un attimo, si sentì sollevato potendo quasi tornare finalmente a respirare. Ma subito dopo sentì mancargli nuovamente il fiato: gli occhi di Rey erano divenuti gialli ed il suo sguardo freddo e penetrante, lontano anni luce da quello caldo ed accogliente tipico suo.
cap-3-3
 










 


**Angolo Autrice**

Se c’è una cosa che mi è sempre piaciuto del personaggio di Rey è il fatto che non è mai stato il solito Jedi che vive solo nel lato chiaro della Forza. Per tutti i film abbiamo sempre una silente lotta tra lei ed il suo lato oscuro, forse meno evidente rispetto a quella di Ben ma comunque molto presente e che è uno dei punti che probabilmente la rende tanto simile e complementare a Ben e che la spinge ad avvicinarsi sempre di più a lui.
Ho trovato questa cosa molto interessante, soprattutto perché presente anche nelle visioni dei film più volte, il che mi ha spinta a sfruttare questo suo lato che forse non era stato approfondito appieno.
Ho cercato di rendere al meglio i pensieri di Rey e Ben, spero di esserci riuscita e che l’espediente trovato per far tornare Ben risulti quantomeno credibile.
Lo so, non guardatemi male, è una mia fic quindi l’angst ci deve essere, ma non potrà essere peggio di TROS (giusto?) XD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci leggiamo al prossimo!

Come sempre ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Incertezza ***


Ben rimase immobile senza parole alla vista degli occhi gialli di Rey e di quello sguardo con cui faceva quasi fatica a riconoscerla. Percepiva in lei una miriade di emozioni, così forti, così intense e violente da non riuscire quasi a distinguerle.
D’un tratto però qualcosa cambiò: quel flusso di emozioni cessò e gli occhi di Rey tornarono del loro colore naturale, ma il suo sguardo serbava ancora una maggiore freddezza rispetto a quello solito che Ben adorava osservare. Fissò in silenzio quegli occhi come a cercare quella parte mancante che non riusciva a cogliere.
Dopo tutto quel caos e dolore, finalmente, Rey sentiva la mente come sgombrata: aveva ripreso a respirare normalmente e si sentiva stranamente meglio e piena di energie, mentre fino a poco prima aveva fatto fatica pure a respirare ma, cosa più importante, davanti a lei c’era Ben in carne ed ossa.
Ignorò il suo sguardo pieno di interrogativi o qualsiasi sensazione che potesse percepire da lui, il fatto che Ben fosse lì era al momento la cosa che per lei più contava.                                                                                                                                                                                                                                    
“Ben!”
Esclamò, allungando nuovamente una mano sul suo viso, questa volta per assaporare ogni attimo e sensazione di quel gesto tanto semplice quanto agognato.
cap-4
Ben rimase immobile, come se vi fosse ancora una forza invisibile che lo trattenesse, anche se non era così. Ma non appena poté percepire il contatto della mano di Rey sulla sua guancia fu travolto da una sequenza di inaspettate visioni: Rey nuovamente con gli occhi gialli; il trono oscuro; Rey che avanzava verso di lui mentre usava i fulmini di Forza; la sensazione come di affogare; il rumore scrosciante della pioggia sul pavimento; la spada laser che gli scivolava via dalla mano ed infine Rey che alzava la sua contro di lui… riusciva a percepire la sua rabbia incontrollabile, la disperazione, l’intenzione di ferirlo… mortalmente. Al termine di tale visione sgranò gli occhi incredulo ed istintivamente si ritrasse dal gesto di lei, sconvolto da quanto appena visto. Rey, sorpresa dalla sua reazione, inclinò leggermente la testa di lato fissandolo con fare interrogativo e confuso, percependo il suo turbamento.
“Cos’hai? Sono sempre io, Rey!”
“Qualcosa non va, non lo percepisci?”
“Invece è proprio questo il punto: tutto va per la prima volta per il verso giusto! Finalmente ho accettato una parte di me che facevo finta di non vedere, percepisco la Forza in me di nuovo stabile, le mie mani non tremano e soprattutto, tu sei qui! Non ne sei felice?”
Chiese lei, incapace di accettare quelle sensazioni che percepiva da lui.
“Rey, non c’è cosa che potessi desiderare di più di essere di nuovo qui con te, ma ho paura delle conseguenze del prezzo che tu possa aver pagato”
Provò a precisare lui ma Rey scosse la testa risoluta.
“Io non mi sono mai sentita meglio e non ho nessuna intenzione di diventare una specie di Palpatine e distruggere la galassia, se è questo che ti preoccupa!”
Pronunciò quelle parole con una sufficienza e serenità tali da lasciare Ben senza parole, assorto nei suoi pensieri.
Rey si accorse di non averlo ancora convinto del tutto, sospirò leggermente, quindi si riavvicinò ulteriormente a lui ed allungò la mano per scansargli delicatamente dal viso un ciuffo di capelli che gli ricadeva sugli occhi. Ne approfittò per proseguire quel movimento fino a carezzargli finalmente il viso in quel gesto da cui prima si era scansato.
“Non sai quanto sono felice che tu sia qui!”
Tentò di rassicurarlo lei, perché era vero: se anche, come diceva lui, ci fosse stato un prezzo da pagare lei era contenta di averlo pagato. E lo avrebbe fatto di nuovo, anche in quel momento, se fosse stato necessario.
Quel tocco provocò in lui una strana sensazione, perché tramite il loro legame percepiva qualcosa… qualcosa che lui conosceva molto bene e che lo preoccupava perché non era da Rey, ma allo stesso tempo quel gesto gli era così gradevole da riuscire quasi a dimenticare le sue preoccupazioni.
La carezza di lei terminò cingendo delicatamente con l’indice ed il pollice il mento di lui, fissandolo negli occhi con quel penetrante e profondo sguardo dal quale Ben non riusciva a staccare il suo.
Passarono attimi che sembrarono durare minuti o addirittura ore… sguardi che riuscivano a parlare un linguaggio tutto loro, talmente profondo da donare rumore a quel silenzio che era piombato improvvisamente.
Quante cose avevano da dirsi e quante comunicavano senza bisogno di dire nulla, era come una danza che solo loro sapevano ballare. Attimi…minuti… in quella danza si sarebbero lasciati volentieri cullare perdendo la cognizione del tempo. Dove li avrebbe potuti portare non lo sapevano ma entrambi avrebbero voluto scoprirlo.
Le possibilità erano infinite, ma sfumarono tutte quando la presenza di un’altra persona, ormai troppo vicina per essere ignorata anche dai rumori di quella danza, distrasse entrambi interrompendo quel contatto e portandoli a voltarsi rapidamente verso di essa: dalla radura comparve la figura di Rose accompagnata da BB-8.
“Rey tutto ok? Ho visto il Firespray atterrare ma come mai hai non hai atterrato più vici-“
Non fece in tempo a terminare la frase perché notò che la ragazza non era sola. Se non si fosse trattato di Rey, che non era abituata vedere in tali atteggiamenti, avrebbe quasi giurato di aver interrotto qualcosa. La sua attenzione si focalizzò però sul ragazzo, in quanto non le pareva di averlo mai visto prima.
Rey notò la sua espressione sorpresa, ed in effetti ora che ci pensava Rose non aveva mai avuto modo di vedere il volto di Ben dietro la maschera di Kylo: non era sicura che potesse essere un bene ma almeno non gli avrebbe sparato addosso di impulso come temeva avrebbe potuto fare chiunque altro lo avesse riconosciuto.
“Rose lui è Ben, Ben Solo! E’ un amico…”
Rey disse altro ma Rose non l’ascoltò in quanto troppo impegnata a fare il collegamento mentale su quel nome e, quando lo associò, la interruppe bruscamente.
“Aspetta Ben Solo il figlio del Generale Organa? Stiamo parlando di Kylo Ren, di quel Kylo?”
La sua faccia era allibita, come se fosse convita di aver sbagliato qualche associazione, anche perché era abbastanza sicura di averlo appena sentito definire da Rey come un amico. Allo stesso tempo BB-8 iniziò ad emettere una sequela di bip frenetici.
Ben non sembrava sorpreso dalla loro reazione, probabilmente per lui era già tanto che Rose non lo avesse provato davvero a sparare col blaster. Rey prese un respiro e tentò di spiegarsi al meglio.
“Sì è quel Ben… ma non è più Kylo Ren: ha combattuto al mio fianco ad Exegol e se non ci fosse stato lui io ora non sarei qui. Vi spiegherò tutto nel dettaglio in seguito, ma ti assicuro che possiamo fidarci di lui”
Rose passò il suo sguardo torvo da Ben a Rey, annuì quindi leggermente col capo mentre fissava l’amica con uno sguardo complice.
“Ah, davvero…?” stava per dire altro, ma fu come se le fosse venuta in mente una cosa importante che sembrava dovesse avere la priorità “…posso parlarti un attimo Rey… in privato!”
Rey fissò Ben, il quale alzò le mani con un gesto ironico.
“Tranquille, vi lascio volentieri ai vostri discorsi tra donne!”
Sapeva che si trattava di un discorso serio a cui semplicemente non era invitato ma preferì un’uscita con stile, quindi si allontanò fino ad arrivare all’ingresso del Firespray, appoggiò la schiena al mezzo e si mise a fissare il cielo pensieroso, in attesa che loro finissero.



Non appena Ben si allontanò abbastanza, le due si sedettero su un ramo caduto lì vicino e Rose iniziò a comunicare a Rey l’informazione che voleva darle.
 cap-4-2
“Rey, ero venuta a cercarti per informati su cosa abbiamo scoperto in tua assenza”
BB-8 bippò in segno di protesta.
“Si, scusa intendevo ‘SIAMO’ venuti a cercarti… come sei puntiglioso, si vede che sei stato programmato da Poe!”
“Buone o cattive notizie?”
Chiese Rey preoccupata.
“Possiamo definirle buone direi: come sai dopo la battaglia di Exegol di recente abbiamo iniziato a fare delle missioni di ricognizione per acquisire informazioni su ciò che rimane sia del Primo Ordine in modo da debellarlo prima che si diffonda nuovamente. Bene, in una di queste missioni alcuni dei nostri si sono imbattuti in quelli che si sono definiti dei seguaci di Palpatine, a quanto pare anche dopo la sua dipartita questi credono ancora nella sua causa e nel ritorno dell’impero. I nostri erano pronti a combatterli ma questi ultimi invece di rispondere all’attacco hanno iniziato a scappare”
“Erano così tanto in inferiorità numerica?”
Chiese Rey, sorpresa da un tale atteggiamento da parte loro.
“No, infatti era strano: sembrava come se avessero qualcosa di più importante da fare! Probabilmente li avremmo persi se non fosse accaduto l’impensabile: uno di loro li ha traditi attaccandoli e dandoci il tempo di raggiungerli”
“Oh!”
Esclamò sorpresa Rey, nella sua testa dei seguaci di Palpatine potevano solo essere una setta di esaltati non molto propensi al tradimento o a comportamenti ‘umani’ di qualsiasi tipo.
“Siamo riusciti a sconfiggerli e solo con alcuni feriti, nessuna perdita e questo grazie al traditore: Savius. Ci ha detto di avere elevate competenze mediche ed è per questo che lo utilizzavano principalmente per gli esperimenti con i cloni. Ha confessato di essersi stancato negli anni dei metodi troppo invasivi e poco ortodossi dei suoi ex-compagni e che cercava un buon momento per scappare, temendo per la propria vita”
“Per questo si sarebbe ribellato quando vi ha visto arrivare…”
“Esatto, ha chiesto di unirsi alla Resistenza e si è offerto di mettere a nostra disposizione le sue competenze mediche”
“Credi che possiamo fidarci di lui?”
“Non ne siamo convinti: la missione è rientrata durante tua assenza quindi non da molto. Poe e Finn per ora hanno concordato di tenerlo con noi, ma sotto stretta osservazione. Nel mentre, lui ci ha fornito delle informazioni sui seguaci di Palpatine, alcune le stiamo ancora analizzando ma una ci è saltata all’occhio e verificandola potremmo capire se fidarci davvero di lui”
BB-8 aprì uno dei suoi sportellini da cui uscì un sottile braccio meccanico che porse a Rey un chip.
“Cos’è?”
Chiese lei.
“Contiene la mappa che ci ha fornito Savius: dovrebbe essere il luogo dove erano diretti con tanta fretta.Lui dice di non esserci mai stato ma che lì, forse, potremmo trovare delle utili informazioni. Ti stavo cercando per organizzare una missione al fine di recarci nel punto indicato sulla mappa e scoprire cosa c’è: la zona fa parte delle regioni ignote quindi ne sappiamo poco. Sicuramente dopo la riunione del Consiglio Poe e Finn potrebbero essere più liberi, potresti portarti dietro almeno uno di loro e poi…”
Rey la interruppe dato che le era appena venuta un’idea.
“Perché aspettare? Posso andarci subito!”
“Subito? Ma no! Adesso Finn e Poe sono occupatissimi, io sono oberata con le riparazioni. L’unica squadra rientrata sta ancora curando i feriti ed è ovviamente troppo pericoloso per andarci da sola, non sappiamo nemmeno cosa ci possa essere in quel luogo!”
“Ma non sarò sola! Con me ci sarà Ben!”
Rose sgranò gli occhi incredula.
“Ho capito che ora ti fidi di lui, ma sei sicura di volerlo portare con te?”
“Certo! Ora che siamo dalla stessa parte, possiamo affrontare qualsiasi tipo di imprevisto contro cui possiamo imbatterci. Abbiamo sconfitto Palpatine insieme, questo sarà uno scherzo a confronto. Inoltre se completassi questa missione con lui, forse, sarebbe più facile per le persone fidarsi e capire finalmente che ora è dalla nostra parte!”
In quel momento Rose notò qualcosa di strano nello sguardo dell’amica ma si convinse che fosse solo una sua impressione.
“Spero tu abbia ragione. Ma penso ancora che tu debba aspettare una missione ufficiale con scorta e tutto il resto, sono sicura che anche Poe e Finn la penserebbero allo stesso modo”
“Sarà una cosa velocissima: andiamo, vediamo cosa c’è e torniamo. Se dovessimo fiutare il minimo pericolo ingestibile torneremmo indietro…ok?”
“Servirebbe a qualcosa dirti di no?”
“Ovviamente no!”
Disse, accennando un sorriso fiero.
Rose sospirò sconfitta conoscendo la testardaggine dell’amica.
“Toccata e fuga e torni per la riunione del nuovo Consiglio, intesi? O Poe e Finn mi faranno saltare la testa!”
“Grazie Rose”
La abbracciò con un sorriso.
“Fa solo in modo che non possa pentirmene, ok?”
Rey annuì, quindi la sciolse dall’abbraccio e si alzò per tornare da Ben; ma prima di andare via si rivolse nuovamente all’amica.
“Per favore non dire ancora agli altri di Ben. Voglio farlo io, cercando di prepararli alla cosa in qualche modo”
“Come vuoi”
Rey salutò l’amica e tornò da Ben. Rose fece qualche passo verso di loro, solo per dare un ultimo messaggio a Ben.
“Ehi tu, mi raccomando: se Rey torna anche solo con un capello in disordine te la vedrai con me, intesi?”
BB-8 bippò un messaggio molto simile puntando da lontano con l’accendino che fece uscire da una delle sue fessure, quindi lei ed il droide tornarono da dove erano venuti.
Ben fissò con fare interrogativo Rey, udendo quelle parole nei suoi confronti.
“Mi sono perso qualcosa?”
Rey mostrò il chip che le aveva dato BB-8.
“Abbiamo una missione: recarci nel luogo indicato in questa mappa, sottratta ad alcuni seguaci di Palpatine, e scoprire cosa c’è”
“Aspetta un attimo: non abbiamo idea di cosa potremmo trovare laggiù e tu vorresti andarci ora? Dopo quello che è appena successo? Non sappiamo nemmeno che effetti potrebbe aver avuto questa cosa su di te”
Rey sospirò spazientita.
“Non ti ci mettere anche tu! Io sto bene: non mi sono mai sentita più in forma di adesso! E noi insieme siamo una Diade, qualsiasi cosa trovassimo lì non potrà fermarci! Direi che, in passato, abbiamo affrontato cose nettamente più pericolose!”
“Non siamo invincibili Rey! Devo ricordarti che Palpatine ha quasi ucciso entrambi?”
La ammonì Ben, visibilmente preoccupato.
“Ma non stiamo parlando di Palpatine, Ben! Al massimo di qualche suo seguace. Credimi: vorrei tutto piuttosto che metterti in pericolo, soprattutto dopo tutto quello che ho fatto per riportarti qui!”
Ben non sapeva come rispondere a quelle parole, in realtà non sentiva di meritarsi che qualcuno avesse fatto tanto per lui. Per certi versi aveva ragione Rose ad essere diffidente nei suoi confronti; ma c’era qualcosa adesso che lo preoccupava, una brutta sensazione che non riusciva a togliersi dalla testa: temeva per Rey e per quello che le sarebbe potuto accadere.
Si limitò a fissarla senza aggiungere altro, tra loro come sempre non servivano parole: lui percepiva la sua determinazione, tranquillità e cieca convinzione, così forti quanto atipici. Rey poteva percepire la sua inquietudine e la paura che aleggiava nella sua mente.
“Ben non devi avere paura! Andrà tutto bene, te lo assicuro: vediamo solo di cosa si tratta e se dovessimo incontrare un pericolo troppo grande ce ne andremo, promesso!”
Prima che potesse dire altro Rey salì sulla navicella e Ben, anche se non ancora convinto, fece lo stesso: sapeva che Rey sarebbe andata comunque ed in caso sarebbe dovuto essere lì per aiutarla.



Una volta a bordo Rey prese il posto da pilota mentre Ben quello accanto a lei. Volentieri si sarebbe offerto di pilotare lui, ma non gli andava di rischiare di discutere anche su quello. Passarono diversi minuti di imbarazzante silenzio, con una tensione talmente palpabile tra loro che ad un tratto Rey, si sentì costretta ad intervenire per porre rimedio: avrebbe fatto di tutto per stemperare quella insopportabile situazione creatasi tra loro, dovuta alla divergenza di opinioni sulla corrente missione o peggio anche su altro a cui però lei non voleva pensare al momento.
“Ci pensi? È la prima missione ufficiale che facciamo insieme… dalla stessa parte, senza affrontarci in un duello con le spade laser, almeno!”
“La considererò davvero come prima missione solo quando farai pilotare me!”
Rispose lui ironico.
“Mettiamolo in chiaro subito: se ci siamo entrambi piloterò sempre io! Al massimo potrei concederti di fare da coopilota”
Protestò lei di rimando.
“Vedremo!”
Replicò lui con tono di sfida. A quella parola un sorriso si dipinse sul volto di lei, ripensando a quando entrambi avevano detto la stessa cosa l’uno all’altra in momenti diversi. Il tempo e soprattutto la situazione attuale avevano dimostrato che entrambi avevano avuto ragione, quindi chissà… forse il tempo avrebbe dato ragione anche a questo.
“Ho una cosa da mostrarti” Rey slacciò la sua spada laser che aveva legata alla fascia in vita e la porse a Ben “… l’ho iniziata a costruire quando ancora eravamo su fronti opposti… volevo averne una mia e dopo la battaglia di Exegol ho sentito come se il compito delle spade di Luke e Leila si fosse esaurito, così ho fatto in modo che fossero sepolte per sempre. L’ho costruita usando alcuni pezzi del mio vecchio bastone… abitudine da assemblatrice di rottami, suppongo!”
Ben rimase esterrefatto ed iniziò ad analizzare minuziosamente la spada in ogni suo dettaglio, come un bambino con un nuovo giocattolo. Rey adorava la sua curiosità, inoltre avendone costruita una lui stesso teneva molto ad un suo parere, anche perché Ben era riuscito a crearne una unica nel suo genere deviando il flusso della spada anche sui due lati.
Ben non poteva credere che al suo primo tentativo Rey avesse creato una spada tanto bella e particolare: in un qualche modo rifletteva la sua essenza, il che era proprio ciò che avrebbe dovuto fare una spada laser che si rispetti. Fece scorrere le dita tra le varie incanalature dell’arma come a cercare il modo per poterla attivare, senza però riuscire. Rey capì cosa stava cercando e anticipò la sua domanda.
“Devi girare la corona”
Ben impugnò quindi l’arma e, con il pollice, girò la corona attivando il suo laser giallo. Trovò quel metodo di attivazione unico e particolare proprio come Rey, ed il colore stesso della lama non era da meno.
“Un cristallo di kyber giallo”
Constatò lui con interesse.
“Già…”
Biascicò lei temendo di averlo in qualche modo deluso, ma lui la disattivò e gliela porse nuovamente abbozzando un lieve sorriso.
“È un’arma unica e ben fatta, penso che ti rifletta appieno. Dovresti esserne fiera, mi spiace quasi separamene”
Rey fu tanto sorpresa quanto felice di tale responso. Quindi riprese l’arma incrociando per qualche istante le dita della mano con le sue.
“Se ti comporti bene potrei anche prestartela in caso di necessità…almeno finché non ne avrai una tua!”
Ben pensò che era davvero bello poter parlare in modo così tranquillo e spontaneo con Rey: aveva desiderato così tanto poterlo fare che forse iniziava a pensare davvero che le sue preoccupazioni potessero essere esagerate. Certo quelle visioni lo avevano turbato ma era anche vero che il trono oscuro era stato distrutto e Rey al momento non sembrava una pazza omicida deviata dal Lato Oscuro della Forza o capace di fargli del male: anzi al momento era stata anche fin troppo paziente con lui.
Il bip del pannello di comandi interruppe quel flusso di pensieri e attirò l’attenzione di entrambi: a quanto pareva, erano quasi arrivati alle coordinate inserite.










 


**Angolo Autrice**


Una cosa che ho amato da subito di Rey e Ben nei film fin dalla loro prima scena è stato il loro modo di guardarsi: i loro sguardi sono così intensi che parlano e lasciano trapelare il turbine di emozioni che nascondono,  in questo gli attori sono stati bravissimi, ho visto anche diversi video che spiegano come il linguaggio del corpo nelle scene tra i due sia stato studiato nei minimi dettagli.  Volevo riproporre anche qui in qualche modo questo loro modo unico di comunicare, spero di essere riuscita nell’intento!
Per quanto riguarda il lato oscuro di Rey, i suoi occhi diventano di nuovo del loro colore perché riesce a controllarlo ma ha comunque ceduto ad esso. Ho voluto rappresentare così il lato oscuro di Rey perché per me non cambia le persone, semplicemente li pone senza più freni verso le proprie paure, vedremo più avanti cosa ne conseguirà ma questo non ha influenza sui sentimenti che lei ha per Ben e i suoi amici, quelli restano invariati.
Comunque signore e signori il premio per il peggior tempismo della galassia va a Rose! Complimenti Rose perché battere Finn non era semplice!
A parte gli scherzi se notate imprecisioni di qualsiasi tipo lato tecnico di Star Wars vi prego di segnalarmelo, come dicevo sto finendo di recuperare la saga (o almeno i vari spin-off) quindi se avete consigli o dettagli per maggiore precisione sono ben accetti!
Se leggete e volete lasciarmi un vostro parere sul capitolo è sempre molto gradito!
Cosa troveranno alle coordinate indicate? Avrà fatto bene Rey ad insistere per andarci?
Lo scopriremo nel prossimo capitolo!

Come sempre ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Destino Oscuro ***


Arrivati alla destinazione davanti a loro si presentò un piccolissimo pianeta nascosto tra vari asteroidi.
Il pianeta sembrava essere principalmente roccioso e sabbioso, con pochissima fauna.
“Non esattamente il primo posto che sceglierei per delle vacanze!”
Commentò ironico lui, ritrovandosi stranamente a pensare alla prima cosa che avrebbe detto suo padre in quella circostanza. Probabilmente quella missione di avanscoperta gli ricordava le avventure che suo padre gli raccontava quando era piccolo, ai tempi le ascoltava tutte affascinato anche se lui stesso non sapeva dire se fossero completamente vere o in parte inventate per attirare maggiormente la sua attenzione.
“Ma qualcun altro si, a quanto pare!”
Rispose lei, indicando all’orizzonte il punto tracciato sulla mappa dove si stagliava un edificio principalmente di metallo nero e pietra, dall’aspetto tanto antico quanto sinistro.
 cap-5-0
“Cosa ti aspettavi da dei seguaci di Palpatine…” rispose lui ironico ma fu sorpreso dal fatto che Rey atterrò lì vicino. “Ehi aspetta! Avevamo detto che avremmo visto cosa c’era, saremmo tornati a riferire e poi avremmo valutato se ritornare con flotta a seguito”
“Avevamo detto che se fosse stato troppo pericoloso saremmo tornati indietro quindi scendiamo, diamo un’occhiata e se necessario scappiamo” Disse Rey con tranquillità. Quindi porse un blaster a Ben ed iniziò a scendere “…ma se non te la senti puoi sempre restare qui a fare la guardia al Firespray. Ti riferirò io” concluse lei, voltando solo la testa verso di lui rivolgendogli uno sguardo di sfida.
Ben prese il blaster e la seguì fuori, afferrandola per un braccio.
“Rey non puoi fare così, non può…“
Le parole gli morirono in bocca quando vide qualcuno che stava venendo verso di loro: erano cinque persone, probabilmente stavano facendo la guardia all’area e li avevano visti atterrare. Erano vestiti di nero ed erano armati con armi da scontro ravvicinato di vario tipo ed alcune di esse sembravano in parte ricavate dall’assemblaggio di diversi componenti. A vederli esternamente sembravano quasi dei cavalieri di Ren ma Ben sapeva che non era possibile: lui li conosceva ed era sicuro di avere ucciso gli ultimi rimasti quando avevano provato a fermarlo su Exegol.
Avanzarono schierati verso di loro, Ben fece un cenno a Rey ma lei staccò il braccio dalla sua presa, per niente intenzionata a smuoversi di lì.
L’uomo schierato a capo del gruppetto avanzò fino ad arrivare di fronte a loro.
“Chi siete e cosa state facendo qui?”
Chiese Rey, pronta ad una qualsiasi reazione dell’uomo tranne quella che ricevette: con sua enorme sorpresa questo, infatti, non impugnò l’arma, né chiese agli altri di fare lo stesso. Anzi, si inchinò davanti a lei, seguito dagli altri del suo gruppo.
“Noi non siamo che gli umili servitori da sempre del nostro signore Palpatine”
“Capisco, quindi fate parte di quei seguaci di Palpatine che hanno incontrato la Resistenza”
Constatò Rey.
“Puoi parlare per i nostri compagni ma non per quel verme traditore di Savius, lui non merita di essere accomunato a noi!”
“Vi deve essere sfuggita una notizia: Palpatine è morto, quindi immagino che non abbiate più un signore da servire”
Puntualizzò Ben.
“Ma lui è morto come aveva predetto ed è qui la sua discendente a prendersi il trono che le spetta e noi siamo pronti a servirla!”
“Ridicolo, abbiamo sconfitto Palpatine che è morto per mezzo del suo stesso potere, ha fallito nel suo intento, le sue visioni o qualsiasi cosa abbia concepito il suo folle piano si è rivelato fasullo”
Ripeté lei, disgustata dall’essere stata ancora accomunata a quell’individuo.
“Oh, ma le visioni si verificano sempre, solo che a volte lo fanno in maniera diversa da quanto previsto! Lui ti aveva vista sul trono oscuro con i suoi poteri e quelli di tutti i Sith e noi adesso percepiamo in te il lato oscuro della Forza e siamo pronti a servirti”
Rey li fissò con disprezzo a quelle parole.
“Non diventerò mai l’imperatrice e mai mi farò assoggettare da quell’invasato, quindi o vi arrendete e ci lasciate passare mostrandoci cosa tenete lì dentro o dovrete essere pronti a morire per la vostra stupida causa!”
Gli uomini si alzarono, parlò sempre solo quello davanti.
“Se non è ancora giunto il momento non possiamo lasciarla passare. In questo tempio conserviamo e prepariamo tutta l’eredità che le sarà data quando sarà pronta ad accoglierla”
Le quattro figure alle spalle dell’uomo si alzarono e impugnarono ognuno la propria arma, Rey sfoderò e attivò la sua spada laser, le fece fare un giro completo rigirandola sul palmo della mano per poi sferrare due rapidi colpi contro il primo uomo; poi, voltandosi, alzò la spada laser per pararsi stavolta dall’attacco di un secondo fra loro che impugnava una specie di spada ricavata dall’unione di diversi pezzi: la lama doveva essere fatta di un materiale molto resistente come il Beskar, in quanto resistette al laser della spada di Rey, surriscaldandosi solamente.
Ben si concentrò sui restanti due, con il blaster sparò dei colpi sul primo ferendolo. Il secondo, invece, era ormai troppo vicino per poter evitare il colpo che stava per infliggergli con la sua vibro-ascia, quindi usò la Forza per respingerlo e farlo cadere qualche metro più indietro.
Il quinto osservava incuriosito il combattimento ed in particolare Rey, quasi come se fosse soddisfatto di quanto stesse osservando più che temere gli avversari o tentare di aiutare i suoi compagni.
I due che combattevano contro Rey incrociarono le loro armi e sferrarono un rapido attacco combinato che sarebbe stato difficile da schivare.
“Attenta!”
La avvertì Ben e lei si abbassò giusto in tempo perché le lame le passassero ad un soffio dal viso. Ne approfittò per sferrare un potente fendente con la spada laser che tagliò di netto l’arma di uno dei due e respinse l’altra, sbilanciando il suo possessore.
Nel frattempo Ben, con il blaster, riuscì a colpire l’avversario su cui aveva usato la Forza prima che riprendesse l’arma, facendolo così accasciare definitivamente sul terreno. L’altro, ancora ferito dal colpo infertogli prima, caricò un colpo dal basso verso l’alto: sarebbe stato un colpo prevedibile e facile da parare se non fosse stato per il quinto uomo che, a quanto pareva, aveva appena deciso di finire di godersi lo spettacolo e di attaccare anche lui.
A fatica Ben schivò entrambi i colpi, ma era troppo vicino per usare il blaster.
Tramite il legame con Rey, le chiese aiuto ed entrambi sapevano esattamente cosa fare: Ben passò il blaster sulla mano sinistra, alzò la mano destra nel cui pugno comparve la spada laser di Rey, che gli aveva appena passato tramite la loro connessione. Allo stesso modo il blaster scomparì dalla sua mano per comparire in quella di Rey.
I due uomini assistettero attoniti alla scena: sul volto di Ben si dipinse un sorriso soddisfatto mentre con dei rapidi, quanto inattesi colpi di spada laser, mise fuori gioco l’uno già ferito precedentemente, e colpì, facendo cadere a terra, il quinto che lo aveva attaccato.
Rey nel frattempo prese il blaster e sparò ai due uomini con cui stava combattendo mettendoli fuori combattimento. Si voltò e vide che anche Ben aveva fatto lo stesso. I due si guardarono con sguardo di intesa concordando che avevano messo fine allo scontro.
“Visto? Non è stato difficile, proprio come ti stavo dicendo!”
A quelle parole, lui alzò un sopracciglio.
“Siamo un’ottima squadra e non ne ho mai dubitato, ma aspettiamo di vedere cosa troveremo dopo prima di parlare!”
Rey stava per ribattere quando notò che il quinto uomo che aveva attaccato Ben per ultimo, ancora agonizzante a terra, le fece cenno di avvicinarsi con la mano. Rey, guardinga, si avvicinò all’uomo chinandosi verso di lui. Allora poté constatare con certezza che la ferita che aveva ricevuto era mortale, quelle erano probabilmente le sue ultime forze. Infatti, con respiro affannato, l’uomo si rivolse a lei scoprendo e porgendole con la mano tremante una chiave digitale che aveva appesa al collo.
“L’ora è giunta, questa è la chiave che ti condurrà al destino che ti è stato designato. Quando la vedrai capirai, sangue dello stesso sangue dell’imperatore Palpatine, conducici alla gloria e alla rinascita dell’Impero!”
Prima che Rey potesse dire qualsiasi cosa l’uomo spirò. Esitò un attimo, fissando la chiave che aveva ancora in mano, quindi gliela sfilò e se la mise lei stessa al collo.
“Sei sicura Rey? Non mi sembra una buona idea: è un esaltato seguace di Palpatine non credo che possiamo fidarci di qualsiasi cosa che esca dalla bocca di un uomo simile! Tralasciando il fatto che potrebbe essere una trappola”
Le fece notare Ben, ma Rey sembrava decisa.
“Non credo ad una parola di quell’uomo infatti, ma siamo venuti per sapere cosa c’è qui e lo scopriremo!”
Rey avanzò quindi verso l’entrata di quel luogo. Ben avrebbe voluto provare a dissuaderla perché, per quanto ne sapevano, quel posto poteva essere pieno di altri seguaci o cose peggiori, ma percepiva in lei una determinazione talmente fredda e incrollabile che era già sicuro che sarebbe stata impossibile da convincere. Appena finita quella missione ne avrebbero dovuto parlare: non gli piaceva quella situazione e quell’improvvisa cieca incoscienza che dominava in quel momento l’animo di lei.
Entrarono nella struttura: la prima stanza era grande con rocce scure e parti metalliche di colore nero pece ma non era molto curata, anzi aveva un aspetto molto dismesso, a parte alcune casse che rispetto al resto sembravano prive di polvere ed usate di recente.
Usarono un dispositivo che avevano portato per scannerizzarle e verificare la presenza di eventuali esplosivi ma lo scan non rivelò nulla di anomalo. Quindi procedettero ad aprirle: molte sembravano svuotate interamente o parzialmente, alcune cose erano ancora lì: viveri, delle ampolle vuote o rotte, vi erano anche medicine di vario genere.
“Sembra che avessero scorte per un bel po’ e che chiunque abbia portato via parte di questa roba avesse una gran fretta!”
Constatò Ben.
“Non mi sembra un posto molto ospitale, perché dovrebbero voler vivere qui? Era semplicemente la loro base? Dobbiamo vedere cos’altro c’è, faremo analizzare più tardi il contenuto delle casse dai membri specializzati della Resistenza”
Rispose lei per poi continuare a guardarsi intorno, ma non sembrava esserci molto altro, quindi proseguì nel corridoio successivo seguita da Ben.
Non appena entrarono nella stanza il figlio del Generale Organa si bloccò: erano presenti enormi vasche cilindriche di vetro, alcune vuote ed altre riempite con quelli che sembravano dei disgustosi pezzi deformi.
“Ben, sai cosa sono?”
“Vasche di clonazione, ne avevo viste alcune quando ero andato dentro il Tempio Sith la prima volta, contenevano probabilmente diversi esperimenti di clonazione mal riusciti prima di quello che abbiamo affrontato noi. Però quando sono tornato su Exegol per aiutarti, erano state svuotate”
“Pensi che qualcuno potrebbe aver usato quei cloni o che sia possibile che stiano definendo un altro clone di Palpatine?”
Chiese Rey preoccupata solo alla lontana possibilità di dover affrontare nuovamente suo nonno.
“Non sono un esperto di clonazione, ma non credo sia così facile creare un altro clone come quello che abbiamo affrontato noi. Ma comunque c’è qualcosa di strano in tutto questo: sicuramente qui è stato fatto qualche tipo di esperimento… dobbiamo assolutamente far analizzare anche questa stanza”
L’attenzione di entrambi fu catturata dall’improvviso rumore di navicelle, corsero alla finestra ed effettivamente si trattava di alcuni Caccia Tie in partenza dal pianeta.
“Caccia Tie? Che centri qualcosa anche il Primo Ordine? Eppure non ero al corrente di niente di tutto questo quando ero IL LORO Leader Supremo! Che li abbiano solo rubati?”
Si chiese poco convinto Ben.
“Qualsiasi sia la cosa, stanno scappando. Vediamo se riusciamo a fermarne qualcuno!”
Disse Rey, anche se era consapevole che le probabilità di riuscita erano poche. Le strade percorribili dalla stanza in cui si trovavano erano due.
“Dividiamoci, io vado da questa parte! Il primo che trova qualcosa avverte l’altro!”
“Riscambiamoci prima le armi”
“Non c’è tempo: se serve lo faremo tramite il legame”
Disse lei, mentre già si incamminava in uno dei due corridoi. Ben sospirò e proseguì, non proprio d’accordo, per l’altra strada.
Rey corse nel corridoio davanti a lei. Le prime stanze che incrociò non erano niente di speciale: c’era una specie di sala medica dove probabilmente curavano i feriti oppure facevano altri dubbi esperimenti, decise che anche quella l’avrebbe fatta analizzare successivamente. Le altre erano semplicemente camere con delle brande per dormire.
La sua attenzione fu però catturata dalla stanza successiva che sembrava essere un deposito delle armi che erano state utilizzate dai soldati sconfitti poco prima e altre probabilmente portate via da quelli che erano scappati. Ma la cosa che la sorprese fu un mobile di metallo nero intarsiato, particolarmente curato rispetto al resto e che sembrava potersi aprire solo con l’utilizzo di una chiave digitale.Esitò, quindi, con la mano su quella che aveva al collo.
Non poteva fidarsi di quegli individui ma la curiosità la stava divorando. Probabilmente Ben le avrebbe detto di aspettare i rinforzi prima di aprirlo, ma qualcosa dentro di lei la spinse ad avvicinare la chiave e far scattare la serratura.
Si chiese subito se avesse fatto la cosa giusta perché appena aperto fu travolta da del fumo verdognolo che la fece tossire, agitò le mani davanti al viso per cercare di scostarlo ed indietreggiò per respirare. Ma appena il fumo si diradò, la tosse si fece meno intensa e riuscì a tornare a respirare regolarmente anche se sentiva ancora un prurito alla gola.
Il contenuto del mobile era ora visibile: era presente una sola arma al suo interno, allungò una mano per prenderla e tirarla fuori in modo da poterla osservare senza rischiare di incorrere nuovamente nei residui di quel fumo.
Quando però potette osservarla da vicino, a momenti, la fece cadere per lo stupore. Sentì il fiato farsi più corto: conosceva bene quell’arma perché l’aveva vista in mano alla sua controparte oscura quando era sulla Morte Nera.
Da quando aveva deciso di costruirsi una spada laser la scelta più ovvia sarebbe stata quella di costruire un’arma come quella: un bastone estendibile con una doppia lama, in modo da poter combattere proprio come era abituata con il suo bastone. Ma avendo visto quella spada nelle sue visioni aveva deciso di costruirne una completamente diversa proprio per evitare di incorrere in quel destino che non voleva realizzare.
Eppure nonostante tutto adesso quell’arma era proprio lì nelle sue mani. La attivò per avere una conferma definitiva ma sussultò quando vide la doppia lama color cremisi, la fissò come ipnotizzata in preda a dei pensieri che non sapeva controllare.
Riuscì a staccare lo sguardo solo quando sentì la voce di Ben che la chiamava: non sembrava venire da lontano, quindi forse le due strade percorse prima, si ricongiungevano da qualche parte. Iniziò a correre in direzione della voce disattivando la lama della spada laser che aveva ancora in mano.
Ben era rimasto attonito davanti a ciò che aveva trovato nella stanza che stava ispezionando. L’unica cosa che era riuscito a pronunciare era il nome di Rey, forse perché sperava quasi che lei potesse dire che ciò che stava vedendo non fosse reale: davanti a lui si stagliava una perfetta replica del trono oscuro che era stato distrutto su Exegol.
Rey arrivò di corsa, sembrava preoccupata ma quando vide Ben illeso si tranquillizzò.
“Ben tutto be-“
Le parole le morirono in gola quando si rese conto di cosa stesse osservando: si avvicinò al trono oscuro ed allungò una mano per toccarlo, come per verificare che non fosse un ologramma. Però non appena lo toccò fu sopraffatta da una visione ambientata proprio lì, la stessa che aveva visto tempo fa, ma adesso era più vivida e reale: lei e Ben su quel trono. Per nessun motivo voleva pensare che quella visione si potesse davvero realizzare: non avrebbe voluto una cosa simile per niente al mondo. Quindi istintivamente riportò il braccio indietro, interrompendola, tornando a fissare il trono vuoto.
Sia la sua controparte oscura che l’uomo di prima che le aveva dato la chiave, le avevano detto che le visioni si verificavano sempre. Lei fino a quel momento aveva creduto il contrario. Eppure sia quel trono che la spada che stringeva in quel momento in mano denotavano, nonostante i suoi sforzi per evitarlo, quanto quelle visioni facessero di tutto per realizzarsi comunque.
Eppure non era possibile, quel futuro non poteva davvero avverarsi. Ripensò alle parole pronunciate dall’uomo che le aveva dato la chiave: aveva detto che tutte le visioni erano destinate a realizzarsi ma non tutte come si sarebbero aspettati.
La cosa accese in lei nuovamente la speranza: infondo Rey non aveva mai creduto alle visioni dove aveva ceduto al lato oscuro, eppure adesso lo aveva fatto per salvare Ben. Forse anche per le altre era lo stesso: si sarebbero avverate, ma in un modo diverso da quello negativo a cui pensava.
Iniziò quindi a riflettere su tutte le possibili interpretazioni per poterne trovare una plausibile che non comprendesse la distruzione della galassia.
Ben era rimasto immobile ad osservare la scena in silenzio. Il fatto che fosse reale il trono oscuro che aveva visto nelle sue visioni quando era entrato in contatto per la prima volta con Rey dopo che aveva ceduto al lato oscuro, lo preoccupava. Non voleva che anche le altre viste in quell’occasione fossero reali, ma cercò di farsi forza convincendosi che le due cose non fossero collegate.
Il suo flusso di pensieri si interruppe quando percepì l’inquietudine di Rey, quindi si avvicinò a lei.
“Tutto bene?”
La ragazza a malapena lo sentì: era completamente assorta nei suoi pensieri e nel trovare una soluzione plausibile ai suoi problemi. Stava vagliando nella sua testa tutte le possibili alternative quando, ad un certo punto, le venne in mente qualcosa. Sgranò gli occhi.
“Ma certo: perché non ci ho pensato prima, così potrebbe avere senso…”
“Cosa? E cos’è quella cosa che hai in mano?”
Chiese Ben perplesso, notando solo ora il bastone nella sua mano.
“Tutto!” sul suo viso comparve un’espressione euforica, come se avesse appena unito tutti i pezzi di un puzzle invisibile. Iniziò dapprima col rispondere alla seconda domanda “ho scoperto cosa apriva la chiave dell’uomo ed ho trovato questa!”. La attivò, mostrandogli la spada laser nella sua interezza.
A quella vista Ben fece un passo indietro, sconvolto.
“Una spada laser a doppio fendente con lame rosse? Perché l’hai presa?”
“E’ la stessa arma che avevo visto alla mia controparte oscura nelle visioni, avevo fatto di tutto per non realizzarla in quanto pensavo che tali visioni implicassero me come imperatrice alla stregua di Palpatine: assoggetta dal volere dei Sith, come voleva lui. Ma ora che l’ho comunque trovata, che il trono oscuro è ancora qui, ho capito che le visioni non possono non avverarsi, ma possono avere diversi significati ed io forse ho capito qual è e perché la Forza sta facendo di tutto per avverarle”
“Che cosa stai dicendo? Non tutte le visioni si avverano, noi abbiamo il controllo del nostro destino!”
Replicò l’altro, incapace di accettare che si sarebbero avverate anche tutte quelle che aveva avuto lui.
“Non devi avere paura, Ben. Anche io ne avevo, ma ora non più! Avevo paura di cedere al lato oscuro ed invece l’ho fatto per salvarti, avevo paura di averti perso per sempre ed invece tu sei qui! Avevo paura che questa stupida guerra potesse continuare per sempre e che avrei rischiato continuamente la vita di tutti voi, ed invece adesso mi è tutto più chiaro: le visioni mi hanno indicato il modo per poter cessare i conflitti e riportare la pace e l’equilibrio nella Forza!” Fece una breve pausa rivolgendo a lui uno sguardo di incoraggiamento “è semplice Ben, tutto questo è ciò a cui siamo sempre stati destinati: riportare la pace e l’equilibrio e per farlo io potrei trovare e convincere i seguaci di Palpatine ad arrendersi. Infondo sono dediti a me, in quanto sua nipote. Tu, invece, potresti trovare e convertire quanto resta del
Primo Ordine. In questo modo, debelleremo entrambe le minacce e riporteremo la pace senza dover continuare questa straziante guerra!”
Ben aggrottò la fronte incredulo a quello che stava ascoltando dalle labbra di Rey.
“Pensi davvero che sarà così facile? E se si rifiutassero di seguirci?”
“Non ho detto che sarebbe stato facile ma che sarebbe stato meglio di continuare un’inutile guerra. Se aspettassimo entrambe le parti potrebbero solo risorgere nuovamente. Preferisci avere un nuovo nemico da dover gestire? Una guerra infinita da combattere? Io sono stanca di combattere e di vedere la tua vita e quella dei miei amici in continuo pericolo”
“Ma non hai risposto alla mia domanda: se rifiutassero di abbracciare la nostra causa cosa faresti? Li uccideresti?”
“Morirebbero comunque se lasciassimo le cose come stanno. Una guerra ci manderebbe ugualmente gli uni contro gli altri!”
Rispose lei freddamente, senza battere ciglio.
“Cosa ci distinguerebbe allora dall’Impero? La strada più facile non è mai la migliore!”
“Ci distinguerebbe il fatto che noi non vogliamo distruggere la galassia ma ristabilire la pace! Accetterò il ruolo di rappresentante del nuovo Consiglio che mi verrà proposto alla riunione di domani mattina: prima stupidamente avevo paura di accettarlo, ora ho deciso che non sarà più di sola facciata ma farò realmente la differenza. Poi li convincerò a fidarsi anche di te ed insieme distruggeremo quello che resta del Primo Ordine e dei seguaci di Palpatine” Ben scosse leggermente la testa ma Rey proseguì determinata, tendendogli la mano.“Il Primo Ordine, i seguaci di Palpatine, i Jedi: è ora che ciò che è vecchio muoia, governeremo insieme e porteremo un nuovo ordine nella galassia!”
Ben sgranò gli occhi restando per qualche attimo senza fiato: ricordava bene quella scena e quelle parole, perché lui stesso le aveva dette, riferendosi alla visione che aveva avuto la prima volta che era entrato in contatto con Rey. Aveva pensato che, almeno quella, non si sarebbe più potuta verificare ed invece stava vivendo quel vivendo proprio in quell’istante.
Rey non riusciva a capire come mai Ben avesse avuto una tale reazione, così provò a leggergli nella mente: fu fin troppo facile in un momento di debolezza come quello.
“Lo avevi previsto! Quando le nostre mani si sono toccate per la prima volta, io avevo visto il momento in cui tu avresti combattuto al mio fianco, mentre tu avevi visto questo momento. Avevamo entrambi ragione, avevamo entrambi visto il futuro!”
“No, Rey, non farlo”
La implorò lui ma lei Inclinò la testa, tanto confusa quanto turbata.
“Non fare cosa Ben? Insieme potremmo fare qualsiasi cosa e ristabiliremmo un nuovo equilibrio nella Forza e nella galassia”. Rey avanzò di un passo, continuando a tendere la sua mano a Ben. “Quando tu mi hai teso la tua mano non ero pronta ad afferrarla: avevo paura del futuro che avevo visto. Ma ora non ne ho più e per questo sono io ad offrirtela, adesso”
Ben osservò la mano di Rey, in passato aveva desiderato così tanto un gesto simile da parte sua, eppure ora che stava accadendo gli sembrava tutto così sbagliato. Il suo sguardo esitò ancora qualche attimo sulla mano di lei per poi fissarsi sul suo sguardo: lo scrutò in silenzio nella disperata ricerca di quella parte di Rey di cui sentiva la mancanza, ma che non riusciva a scorgere. Amareggiato, indietreggiò di un passo.
Quel singolo passo Rey lo percepì come l’inizio di una voragine tra loro, una voragine che non si sarebbe più potuta riparare. Sentì quindi il bisogno di annullare quella distanza che non voleva accettare, così lo abbracciò stringendolo forte a sé e gli sussurrò.
“Ti prego, Ben. Fidati di me: staremo insieme, non è questo quello che conta? lo so che lo vuoi anche tu!”
Fece risalire una mano lungo la schiena di lui fino alla sua testa passandogliela dolcemente tra i capelli all’altezza della nuca.
Lo sciolse leggermente dall’abbraccio, per poterlo fissare intensamente negli occhi, mentre con l’altra mano gli cingeva il viso, al quale si avvicinava sempre di più, decisa ad eliminare totalmente quella distanza che c’era tra loro.
Per quanto fosse deciso nelle proprie convinzioni, ognuno di quei gesti di Rey gli procurava un fremito. Era vero ciò che lei gli aveva detto: stare con lei era tutto ciò che avrebbe desiderato. Sarebbe stato così facile cedere in quel momento che, per un attimo, chiuse gli occhi ed immaginò di farlo: in quell’attimo si sentì felice, completo.
 cap-5-4
Ma fu solo un attimo. Una parte di lui sapeva che se avesse ceduto adesso avrebbe perso la Rey che conosceva per sempre e questo non avrebbe mai potuto permetterlo. Quindi, portò una mano davanti alla bocca di lei e la allontanò dalla sua, prima che lo baciasse.
“Mi spiace Rey ma non così, non sarebbe giusto”
A quelle parole Rey, non riuscì più a trattenere la folle rabbia che dirompeva in lei.
Era tutto perfetto, perché non riusciva a capirlo?
Riusciva a percepire che lui voleva lo stesso e allora perché…perché non l’accettava così com’era?
“Non è giusto? Perché?”
“Perché io ci sono passato e so che questa strada potrà portare solo alla tua distruzione e non posso lasciartelo fare”
“Ero convinta che tu potessi capire…”
I suoi occhi diventarono lividi di quella rabbia che non riusciva più a controllare: doveva sfogare quel turbine di emozioni che dirompeva in lei. Perciò usò la Forza per scaraventare Ben lontano, all’ingresso della stanza, poi urlò per dar sfogo a tutta la rabbia che sentiva dentro. Con la nuova spada laser, che aveva ancora in mano, distrusse le prime cose che le capitarono davanti ovvero alcuni vasi e piedistalli che ornavano la stanza.
L’urto con il pavimento provocò a Ben una botta sul fianco sinistro, ma il dolore era irrisorio rispetto a quello che sentiva bruciargli dentro. Poteva sentire chiaramente cosa provava Rey: la sua cieca rabbia, l’odio, la mancanza di fiducia nelle persone che le volevano bene. E tutto ciò, gli faceva male perché lui stesso conosceva fin troppo bene quelle sensazioni: Kylo Ren le aveva provate moltissime volte.
Solo Rey era riuscita a ‘salvarlo’ da sé stesso. Si chiese se anche lui, a quel punto, sarebbe mai riuscito a fare altrettanto. Non ne era sicuro, ma sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riavere Rey com’era prima.








 


**Angolo Autrice**

Nei film ho notato che moltissime volte vengono nominate o viste visioni di Rey oscura, Rey sul trono dei sith e sul trono dei sith al fianco di Kylo. Nessuna di queste visioni si avvera nell’arco dei tre film mentre si avverano tutte le altre il che mi risulta un po’ strano dato che normalmente (correggetemi se sbaglio) le visioni si dovrebbero sempre avverare, ecco perché ho deciso di ricollegarmi a tali visioni e far in modo che si avverassero, anche se forse non nel modo che avevano pensato i protagonisti nel momento in cui le avevano avute.
Questo capitolo è dedicato proprio al tema di tali visioni, al destino oscuro che hanno visto e che spinge Rey ad applicare una visione sua che le permetta di leggerle in una chiave a lei favorevole. Tale approccio non viene condiviso da Ben che ha paura della sua totale discesa al lato oscuro e di perdere per sempre la Rey che conosce.
Mi piace pensare come il lato oscuro di Rey sia esploso in una cieca rabbia e lei abbia iniziato a fare come faceva Kylo ovvero a distruggere le prime cose che le capitano davanti! Anche se in questo caso lei lo fa anche per non sfogare quella rabbia su Ben ma su altro.
Ora che entrambi sembrano decisi su posizioni opposte cosa pensate che accadrà?
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo!

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Il nuovo Consiglio ***


Cap 6 Il nuovo Consiglio La distruzione delle cose che aveva intorno permise solo in piccola parte a Rey di sbollentare la rabbia che sentiva ancora fremere dentro di lei, cercò comunque di ragionare sul da farsi. Era convinta delle sue idee e di aver trovato la soluzione ottimale per tutto, non riusciva a capire come Ben potesse essere tanto cieco in proposito.
A lui ci volle qualche minuto prima di metabolizzare quanto accaduto e per ritrovare la forza, più mentale che fisica, per rialzarsi. Quando ci riuscì, fece leva sulle braccia per alzare il busto e mettersi seduto. Prima di alzarsi definitivamente, si bloccò alla vista di Rey che avanzava verso di lui con sguardo freddo e deciso e la spada laser attivata in mano. I suoi occhi erano nuovamente divenuti gialli, intrisi di potere oscuro.
 cap-5-3
Rimase come immobilizzato in quella posizione a quella vista: non sapeva precisamente cosa fare o dire, fu Rey ad anticiparlo in quanto sembrava, ed era, nettamente più decisa di lui in quel momento.
“Ben, lo so che ora non capisci ma quando vedrai i risultati di queste azioni cambierai idea. Purtroppo mi costringi a fare una cosa che non avrei voluto, ma devo farlo per assicurarmi che tu non mi intralci e che tutto vada per il verso giusto, mi dispiace”
Prima che Ben potesse reagire in qualsiasi modo, percependo le sue intenzioni, Rey alzò una mano, mentre si avvicinava a lui, usando i fulmini di Forza.
Ben sentì i fulmini pervadergli il corpo.Emise un gemito di dolore, ricordando quando riceveva lo stesso trattamento da Snoke, solo che in quel momento faceva molto più male il sapere che fosse proprio Rey ad averlo colpito. L’attacco lo immobilizzò a terra.
“Non mi hai lasciato scelta Ben: devo andare alla base della Resistenza da sola, ma tornerò qui domani a prenderti dopo la riunione del nuovo Consiglio. Nel frattempo potrai riflettere con più calma sulla mia proposta”. Usò i suoi poteri, per riprendersi la sua spada laser gialla che era caduta accanto a Ben “Come ti avevo detto era solo in prestito, ma ti lascio questa per difenderti in caso di necessità”
Rey gli lanciò il blaster.
“Mi vuoi davvero lasciare qui?”
Chiese lui ancora dolorante ma, appena riuscì ad alzare lo sguardo, Rey stava già correndo via.




La ragazza corse al Firespray: non si volse indietro per non rischiare di avere dei ripensamenti.
Cercò di autoconvincersi che quella fosse davvero la sua unica alternativa e che lo stesse facendo per il bene stesso di Ben e dei suoi amici, quindi salì sul veicolo e partì.
Diversi pensieri ed emozioni forti le affollavano la mente e la travolgevano. Una volta in volo, sentì che il prurito alla gola causato da quella specie di gas era ancora presente; con tutto quello che era successo non lo aveva notato prima di allora. Provò a grattarsi sul collo ma sentì qualcosa di strano sulla pelle, quindi mise un attimo il pilota automatico per potersi specchiare nella prima superficie riflettente a disposizione. A quel punto, due cose la colpirono: la prima erano delle strane macchie rosse che le si erano formate sul collo e che sembravano starsi espandendo, la seconda che i suoi occhi erano diventati gialli.
Per la prima, si promise che, appena arrivata, sarebbe passata subito nell’area medica al fine di farsi vedere; invece, per la seconda, avrebbe dovuto trovare una soluzione più immediata. Anche se probabilmente era una delle poche persone a sapere cosa indicassero gli occhi di quel colore, di sicuro non sarebbero passati inosservati. Ma, cosa più importante, lei voleva avere il controllo sui suoi poteri e non farsi assoggettare dal Lato Oscuro.
Prese un respiro, costringendosi a calmarsi: il solo pensare allo scontro appena avuto con Ben, la faceva ribollire di rabbia. Ma era sicura che lui avrebbe capito, avrebbe solo avuto bisogno di tempo, poi sarebbe tornato dalla sua parte, come sempre. Infondo avevano un legame speciale loro due, ed il loro destino non era quello di restare separati. Inoltre, nella base della Resistenza, l’attendevano i suoi amici i quali sicuramente l’avrebbero appoggiata come rappresentante unico del nuovo Consiglio, dal momento che era stata lei ad avere dubbi in merito e non loro. Si sarebbe tutto sistemato ed avrebbe ripensato a quei momenti in futuro solo come delle stupide preoccupazioni.
Prese un’altro respiro e si sentì già più tranquilla: i pensieri le sfollarono la mente e riprese il controllo di sé stessa: quando riaprì gli occhi, con enorme soddisfazione, notò che erano tornati al loro colore naturale. Sfoggiò quindi un sorriso soddisfatto e riprese a pilotare fino alla base.




Una volta atterrata, Rey rispettò la sua stessa promessa di passare dall’area medica: di certo non voleva che quello strano sfogo le impedisse di partecipare alla riunione del nuovo Consiglio!
Entrata nella struttura, avanzò ricercando qualche medico.  Ne trovò solo tre, probabilmente di turno, data l’ora. Due di essi li riconobbe, un uomo e una donna, mentre il terzo era sicura di non averlo visto prima e vicino a lui erano seduti due membri della Resistenza.
“Buonasera, Rey! Poe e Finn avevano iniziato a temere che non saresti tornata in tempo per la riunione del Consiglio, penso dovresti passare un attimo da loro, dopo! Ma dimmi, cosa ti porta qui?”
Chiese la donna.
“Buonasera a voi! In una missione ho aperto un armadietto chiuso a chiave a mi è arrivato addosso uno strano fumo verde. Adesso ho prurito e questo sfogo che sembra aumentare, si può fare qualcosa? Sapete, domani alla riunione devo essere assolutamente in condizione di presenziare o davvero Finn e Poe mi toglieranno il saluto per sempre!”
In realtà al momento per lei era essenziale partecipare anche per i propri motivi personali, ma non le sembrò il caso di puntualizzarlo. I due medici che conosceva si avvicinarono per osservare meglio la situazione.
“Non ho mai visto niente di simile ma dallo sfogo sembrerebbe una reazione allergica o qualcosa di analogo”
Disse il primo.
“Il fatto che stia aumentando anche dopo la cessata esposizione col gas potrebbe essere preoccupante, ma ci servirebbe fare delle analisi più approfondite per capire cosa le ha create prima di poter capire come debellarle, il che potrebbe richiedere più tempo del previsto!”
Aggiunse la donna.
“Io so cosa lo ha provocato: eri in uno dei posti dove erano presenti dei seguaci di Palpatine, corretto?”
Disse l’uomo che Rey non conosceva e che era rimasto in disparte accanto ai due membri della Resistenza.
“Sì, come fai a saperlo?”
“Mi presento mi chiamo Savius, ho lavorato per loro fino a poco tempo fa. I loro metodi barbari e aggressivi di sperimentazione mi avevano però stancato da tempo, quindi quando ho visto una possibilità l’ho colta andando contro di loro e chiedendo di unirmi alla Resistenza!”
Rey riconobbe la storia che coincideva esattamente con quanto raccontatole da Rose. L’uomo sembrava sulla sessantina con i capelli neri brizzolati che gli ricadevano sul viso e baffi e pizzetto dello stesso colore.
“Io sono Rey, cosa sai allora di questo gas?”
“È usato dai membri per nascondere oggetti preziosi, in modo che, anche in caso di furto della chiave, chi non conosce effettivamente il metodo preciso di apertura, viene inondato da un gas nocivo. Questo appena inalato provoca la reazione che vedi, continuerà a peggiorare senza uno specifico antidoto: è fatto apposta”
“Tu avresti l’antidoto?”
Chiese lei speranzosa.
“No, ma da una semplice analisi di un tuo prelievo posso facilmente sintetizzarlo ed iniettartelo in poco tempo e domani mattina non dovresti più avere nulla”
Concluse lui.
“Bene, allora: fallo subito!”
Si affrettò lei ma, uno dei due membri della Resistenza che erano con lui, la interruppe.
“Aspetta Rey, non sappiamo ancora se possiamo totalmente fidarci di lui: lo stiamo tenendo sotto sorveglianza e la Resistenza sta ancora vagliando le informazioni che ci ha dato”
“La missione da cui sono appena tornata era basata proprio sulla verifica di una di quelle informazioni ed effettivamente ci ha portato a uno dei covi dei seguaci di Palpatine. Sono state rilevate anche molte cose da far analizzare che potrebbero svelare informazioni utili alla Resistenza!”
Aggiunse lei.
“La stessa missione dove hai inalato questo gas?”
Replicò perplessa l’altro membro, incaricata di fargli da guardia.
“Potete benissimo controllarmi passopasso, mentre faccio tutte le procedure. Ma se preferite che lei domani si ritrovi con uno sfogo in tutto il corpo, facendo fatica a respirare, fate pure!”
Replicò cinico Savius.
“Per me va bene, procedi!”
Disse Rey.
“Rey sei sicura? Non possiamo permetterci di sbagliare, soprattutto se si tratta di te!”
Rey annuì. Savius accennò un sorriso e prese l’occorrente per farle il prelievo sotto stretta sorveglianza sia degli altri medici che degli altri membri della Resistenza.
“Per vostra fortuna non ho ansia da prestazione!”
Constatò secco lui, mentre effettuava il prelievo sotto gli occhi clinici di tutti. Una volta concluso si segnò dei dati su un foglio facendo dei calcoli, procedette quindi a sintetizzare il vaccino sulla base dei dati ricavati. Come aveva promesso, in non molto tempo, preparò la dose di vaccino e la iniettò a Rey.
“Questo dovrebbe frenare la diffusione ed il prurito, domani mattina non dovresti avere più nulla!”
“Bene, grazie!”
Rispose lei.
“Rey se dovessi avvertire qualsiasi effetto collaterale o indesiderato contattaci subito!”
La intimò la donna medico.
“Non ti preoccupare, sono sicura che non ce ne sarà bisogno… comunque lo farò in caso, promesso!”
Rey li salutò, iniziò a sentire la stanchezza di quella giornata. Ma prima di andare a dormire, doveva passare da Poe e Finn. Li cercò per il campo e li trovò in un angolo a chiacchierare: a quanto pareva Poe stava ripetendogli per l’ennesima volta il discorso che avrebbe voluto fare al nuovo Consiglio, dal momento che Finn aveva un’aria nauseata.
Rey era davvero felice di rivederli, quindi andò alle loro spalle, aprì le braccia e li cinse entrambi in un unico abbraccio.
“Rey!”
Esclamò, tanto sorpreso quanto entusiasta, Poe.
“Siano lodate le galassie: se ascoltavo un’altra volta il discorso di Poe, domani mi sarei dato malato!”
Disse ironico, con un sorriso, Finn.
“Oh, scusami se non avendo più visto tornare Rey mi stavo preparando cosa dire, in caso non si fosse presentata!”
Replicò lui.
“Scusate il ritardo! Ma vi avevo promesso che non sarei mancata, ed eccomi qui!”
“Io non avevo dubbi che saresti venuta: mantieni sempre le tue promesse!”
Disse Finn.
“Come è andato il viaggio? Scoperto qualcosa di interessante sulla Forza? O forse dovremmo chiederti anche come è andata la missione, che hai deciso di fare da sola senza chiedere il nostro permesso?”
Disse Poe, incrociando le braccia al petto e rivolgendo a Rey uno sguardo contrariato.
“Rose ci ha detto che ci avresti spiegato le tue motivazioni a riguardo, quindi le stiamo attendendo!”
Confermò Finn.
A quanto pareva Rose, come promesso, aveva mantenuto il riservo sulla questione di Ben.
“È andato tutto bene, ho tantissime cose da raccontarvi ma devo farlo con calma… rimandiamo le spiegazioni a dopo la riunione del nuovo Consiglio, ok? Prometto che vi darò anche una buona ragione per essere partita subito senza attendere una missione ufficiale… vi anticipo solo che ci sono buone probabilità che, nel luogo indicato, ci siano delle informazioni molto utili alla Resistenza”
Poe scosse leggermente la testa.
“Certo che sei proprio una testa calda, eh!”
“Senti chi parla!”
Protestò ironica lei.
“Siete entrambi delle teste calde quindi vedete di non fare scherzi alla riunione di domani!”
Si intromise Finn.
“Nessuno scherzo, anzi vi anticipo già che ho deciso di accettare il ruolo di rappresentate unico che vuole offrirmi il nuovo Consiglio”
I due sgranarono gli occhi stupiti.
“Avevamo capito che non fossi molto d’accordo con quel ruolo!”
“Già…ma diciamo che questi due viaggi sono stati abbastanza ‘illuminanti’ a proposito! Meglio così, no? Il nuovo Consiglio sorgerà e con me a capo porteremo la pace finalmente in tutta la galassia, niente più guerre o simili! Ma una cosa alla volta: adesso ho davvero bisogno di andare a letto, e dovreste farlo anche voi!”
Rey li salutò e si allontanò. Poe e Finn si guardarono un po’ perplessi.
“Non l’avevo mai vista così ottimista e decisa su un ruolo così delicato”
Ammise Finn.
“Ha detto davvero ‘con me a capo’? Il suo dovrebbe essere un ruolo di rappresentanza, i membri del nuovo Consiglio dovrebbero avere il potere decisionale…”
Chiese Poe, interdetto. Finn sospirò.
“Siamo tutti stanchi, probabilmente ha solo sbagliato ad esprimersi… forse sarebbe meglio se andassimo a dormire anche noi. Infondo stiamo parlando sempre di Rey!”
Poe annuì ed entrambi tornarono ai loro alloggi.




Rey era distrutta: non vedeva l’ora di dormire, ma non poteva farlo prima di aver verificato una cosa.
Si concentrò sul legame con Ben e provò a contattarlo: non poteva andare a dormire prima di essersi assicurata che stesse bene.
“Ben!”
Chiamò, ma non ricevette risposta. Insistette, concentrandosi più a fondo sul loro legame. Riuscì finalmente a visualizzarlo davanti a lei: era seduto da qualche parte, probabilmente con la schiena contro il muro ed un braccio poggiato sulla gamba piegata. Aveva la testa leggermente inclinata e fissava un punto vuoto per terra, con lo sguardo basso.
“Ben, come stai?”
Ben non mosse un muscolo ma, anche se non le rispondeva, Rey sapeva che poteva sentirla e vederla.
“Ben, non fare così ti prego, voglio solo essere sicura che stai bene”
“Ti interessa adesso?”
Si limitò a dire, continuando a non smuovere lo sguardo”
“Certo che mi interessa! Mi è sempre interessato!”
“Allora forse dovevi pensarci prima di lasciarmi qui”
Le sue parole erano fredde come il ghiaccio e, solo allora, alzò lo sguardo per incontrare il suo: ma questa volta era diverso dal solito a cui lei si era abituata. Questo era uno sguardo severo e distaccato.
 cap-6-3
“Capisco che tu sia arrabbiato, Ben, ma non ho avuto scelta! Credimi, tutto questo è solo per il bene di tutti noi. Domani tornerò a prenderti, parlerò di te a tutti e quando vedrai l’esito positivo di tutte queste azioni ti convincerai anche tu che questa è la strada giusta!”
“E se non riuscissi a convincermi che farai? Mi rinchiuderai per sempre su un pianeta sperduto?”
“Non lo farei mai”
Ben si alzò fino a stare in piedi davanti a lei fissandola dritta negli occhi, ancora furioso.
“E allora cosa faresti? Non mi hai risposto: mi sembra che la tua soluzione a tutto, adesso, sia solo che le cose vengano fatte come vuoi tu!”
“Le visioni che abbiamo avuto erano vere ma forse non erano così negative come pensavamo: ci indicavano un nuovo futuro insieme, questo futuro!”
Insistette lei.
“Rey, non lo capisci? Non c’è un futuro insieme se tu perseguirai questa strada”
“Lo vedremo!”
Concluse furiosa lei interrompendo la connessione.
Entrambi si ritrovarono improvvisamente con solo il muro davanti, nonostante il legame che li univa, non si erano mai sentiti più distanti e più soli.
Rey si rannicchiò nel suo letto provando a calmare la rabbia, una volta avrebbe pensato che solo Ben poteva capirla quando si sentiva così. Ma ora, senza di lui, si sentiva di nuovo sola come a Jakku. Cercò di focalizzarsi sulla autoconvinzione che i fatti, prima o dopo, lo avrebbero convinto e a fatica si addormentò.
Ben era distrutto, stanco sia fisicamente che soprattutto psicologicamente, andò in una delle brande che erano presenti nell’edificio e, anche se dopo vari tentativi, riuscì comunque ad addormentarsi nonostante i pensieri che gli affollavano la mente.




La stanchezza accumulata permise a Ben di dormire diverse orema, nonostante ciò, si risvegliò tormentato nuovamente dai pensieri. Non riuscendo né a scacciarli, né a dormire, si alzò e andò a fare due passi. Camminò passivo tra i corridoi e le stanze, stentando ancora a credere che tutto ciò che avesse vissuto da quando era tornato, stesse accadendo veramente.
Quello che era presente in quel luogo sembrava un crudele scherzo del destino pronto a realizzare ad ogni costo le peggiori visioni che lui o Rey avessero mai avuto. Ma Ben sapeva che la Jedi che conosceva era ancora lì da qualche parte. Cercò quindi di pensare a dei modi per farla tornare in sé, ma al momento non sapeva di preciso nemmeno cosa le avrebbe detto quando sarebbe tornata lì a prenderlo.
Forse la verità era che si sentiva in colpa: sapeva che se Rey si trovava in quella situazione, in parte, era a causa sua. Lei lo aveva fatto per riportarlo indietro e lui, per quanto fosse felice di poter essere nuovamente con lei, non sentiva di meritarselo fino in fondo. Eppure, la Rey che conosceva lo aveva fatto lo stesso perché la ragazza era così: riusciva ad essere estremamente gentile e paziente, anche con uno come lui e lo aveva fatto ricredere anche sul fatto che potesse essere degno di avere una seconda possibilità. Forse era proprio per quello, che non poteva sopportare che la Rey che conosceva rischiasse di essere eclissata dalla sua stessa controparte oscura.
Ma, proprio mentre osservava distratto il paesaggio fuori la finestra, assorto nei suoi pensieri, notò in lontananza quello che sembrò essere un Caccia Tie.
Corse fuori per controllore e rimase enormemente sorpreso quando constatò che in effetti si trattava proprio di quel veicolo. Non ve ne erano altri nei dintorni: probabilmente erano tutti partiti quando lui e Rey li avevano visti andare via. Anzi, era già più che sorpreso che ne fosse rimasto uno.
Vi entrò con la massima cautela, tenendo la mano pronta sul blaster. Ma, una volta dentro, si sorprese nel trovare quello che avrebbe dovuto essere il pilota, lì, morto.
Chi era quell’uomo? E chi lo aveva ucciso?
Tutto quello che stava accadendo e che stavano trovando in quel luogo sembrava strano e sospetto. Diede un’occhiata al Tie e sembrava funzionante, quindi trascinò fuori il cadavere. Solo allora notò qualcosa che cadde dalla fredda mano dell’uomo: sembrava essere una specie di chip contenente dei dati.
Lo prese e vide che su di esso era presente il logo del Primo Ordine. Sopraffatto dalla curiosità, provò ad inserirlo nel Tie per analizzarne il contenuto ma, come temeva, era criptato. Lo mise quindi in tasca pensando che più tardi avrebbe trovato un modo per farlo analizzare. Cosa prioritaria, in quel momento, era che aveva finalmente un mezzo di trasporto e sapeva esattamente dove andare.




L’indomani la base della Resistenza era in fermento per la visita dei membri del nuovo Consiglio e degli abitanti dei relativi pianeti. Era il primo evento davvero importante da molto tempo, e che avrebbe potuto costituire una svolta epocale per il futuro.
Rey si alzò presto e constatò con gioia che lo sfogo sul collo sembrava essere sparito e non le dava più fastidio: a quanto pareva, per quanto quel Savius sembrasse una persona quantomeno atipica, aveva mantenuto la sua promessa.
Con la convinzione che fosse di buon auspicio per l’andamento della giornata, Rey si lavò e si vestì in fretta per recarsi al luogo dell’appuntamento con i suoi amici. Una volta lì, vide Rose correrle incontro.
“Ciao Rey! Guarda chi ti ho portato: grazie al mio intervento li ho resi presentabili!”
Il primo che Rey vide fu Finn con degli abiti sul grigio e più formali del solito.
“Finn, stai bene così, ti donano questi abiti formali!”
“Grazie Rey, avevo il timore di sembrare un generale del Primo Ordine con questo colore!”
“Non dire sciocchezze, stai ben…“
Rey non riuscì a completare la frase perché vide arrivare anche Poe: con i capelli sistemati all’indietro e i vestiti formali stentava a riconoscerlo, non era abituata a vederlo così, di solito aveva un’aria più trasandata ed indossava o abiti sportivi o la divisa da pilota.
“Generale Dameron, abbiamo un problema: è sparito il pilota Poe, lo ha visto da qualche parte?”
Simulò lei, con ironia.
“Molto divertente… guarda che è la tua amica Rose che ha insistito!”
Ribatté lui.
 cap-6-2
“E, modestamente, è di sicuro il mio lavoro migliore, non trovi?”
Asserì fiera Rose.
“State entrambi benissimo, ma ora mi sento in difetto, forse sarebbe più appropriato che mi cambiassi anche io?”
“Non ti preoccupare Rey, penso che il tuo modo di vestire rispecchi di più lo stile Jedi, era il loro che stonava completamente con il tipo di evento!”
Rispose Rose. Finn la guardò di sbieco con le braccia incrociate.
“E da quando saresti un’esperta di moda Jedi… o di moda in generale?”
“Da sempre, il fatto che finora non abbia avuto occasione per sfoggiare abiti più eleganti non vuol dire che non abbia senso della moda! Per quanto riguarda quella dei Jedi potrei aver dato qualche occhiata ai libri di Rey… o almeno alle figure. Senza offesa, ma il resto sembra terribilmente noioso!”
“Capisco che i libri sulla storia dei Jedi non siano proprio la cosa più entusiasmante da leggere per chi non lo è!”
“Magari la prossima volta potresti raccontarci tu qualcosa in merito per rendercelo più interessante… ma a proposito: dov’è il tuo AMICO?”
Chiese Rose, accorgendosi solo in quell’istante che non aveva visto il ragazzo dell’ultima volta, accanto a Rey.
“Quale AMICO?”
Chiese sospettoso Finn.
“Sta bene Rose, ma non è qui al momento… rientra tra le cose di cui devo parlarvi dopo la riunione del nuovo Consiglio”
“Che iniziano ad aumentare notevolmente!”
Fece notare Finn a Poe.
“Basta parlare: è il momento di andare!”
Lì interruppe Rose indicando le prime navicelle che stavano atterrando. Così gli amici la salutarono, promettendole che le avrebbero raccontato tutti i dettagli a riunione conclusa.
Poe, Finn e Rey accolsero quindi i membri del nuovo Consiglio, dopo vari convenevoli ed una breve visita della base, furono scortati nella sala per la riunione.
Una volta che si furono tutti seduti, fu Poe il primo a parlare, ostentando una sicurezza e fermezza tali da non ricordare nemmeno lontanamente il Poe agitato dei giorni precedenti che ripeteva il discorso all’infinito e in maniera sconclusionata. Rey lo osservò, pensando che Leila ci aveva visto giusto: lui era nato per ricoprire un ruolo simile.
“Siamo tutti qui per la prima riunione ufficiale del nuovo Consiglio e per me è un onore immenso presenziarvi. Eravamo solo un piccolo gruppo di ribelli quando ci siamo diretti ad Exegol per affrontare un nemico sconosciuto e più grande di noi. Stavamo per essere totalmente sopraffatti, ma in quel momento i vostri pianeti hanno risposto alla nostra richiesta di supporto: in quel momento non eravamo più solo una manciata di ribelli, ma insieme abbiamo costituito qualcosa di molto più grande, qualcosa che nemmeno il ritorno dell’imperatore Palpatine e l’Ordine Finale intero ha potuto fermare.
Da quella alleanza stiamo costruendo insieme qualcosa di sempre più solido e vivido. Questo nuovo Consiglio è il primo passo per tentare di ristabilire una forma di governo stabile e duratura la quale, speriamo, ci possa avvicinare sempre di più nell’acquisire nuovi alleati da altri pianeti e a costruire piano piano un futuro che possa portare ad un periodo di pace dove la guerra sarà finalmente solo un ricordo”.
Gli altri membri del nuovo Consiglio applaudirono, annuendo: anche se sapevano che la pace fosse ancora molto lontana, concordavano nell’approccio ed ideologie illustrate dal generale della Resistenza.
Ogni rappresentate dei pianeti della Nuova Alleanza illustrò le proprie opinioni in merito sul perché fosse necessario creare il nuovo Consiglio e su quali fossero i punti principali da affrontare. Una volta che tutti espressero la loro opinione, parlò Xandu: il rappresentante del pianeta più vicino a quello dove si trovava la base della Resistenza.
“Quindi mi sembra di capire che concordiamo tutti sulla necessità di provare ad istituire questo nuovo Consiglio, il quale sarà formato per il momento dai rappresentanti dei diversi pianeti qui presenti, più i due generali della Resistenza. Resta solo un punto da discutere ancora: per infondere maggiore fiducia in questo nuovo Consiglio volevamo istituire, come Rappresentate Unico del Consiglio, la Jedi che ha sconfitto l’Imperatore ed ex Cancelliere Supremo della Repubblica, la qui presente Rey Skywalker. Chiunque abbia sentito della battaglia di Exegol, conosce le sue gesta e la riconosce come l’eroina che ci ha salvato. Perciò pensiamo che questo ruolo di rappresentanza, potrebbe essere molto utile per aiutare le persone a vedere con occhio più positivo questa nuova forma di governo e temere meno un ripetersi degli errori del passato. Ma siamo curiosi di sentire il parere in merito della diretta interessata”
Rey, come avevano fatto anche gli altri membri prima di lei, al suo turno si alzò ed iniziò a parlare. I consiglieri erano infatti seduti su delle sedie poste in un ampio ovale, al fine di poter osservare chi via via esponeva le proprie opinioni.
“Ringrazio il nuovo Consiglio per avermi concesso questa opportunità. Concordo assolutamente sull’utilità che potrebbe avere il mio ruolo, e per questo che intendo accettarlo”
Non vi era il minimo dubbio in lei e tale sicurezza, per quanto fosse positiva in tale contesto, sembrò davvero strana da parte di Rey, per Finn e Poe. Non sembrava la stessa persona che fino a poco tempo prima aveva espresso mille dubbi e timori su quel ruolo. Si aspettavano forse da parte sua l’espressione di quei dubbi o almeno qualche domanda al Consiglio, per essere sicura che il ruolo che avrebbe ricoperto confacesse con quello che voleva essere ma, al contrario, lei proseguì nella sua convinzione.
“Come unica e ultima Jedi, sono sicura di potervi aiutare a convincere gli altri pianeti ad unirsi alla nostra causa, a stroncare quello che resta del Primo Ordine e dei nostri nemici, con l’obiettivo di portare la pace a cui questo Consiglio ambisce. Per questo, vi chiedo, che il mio ruolo non sia solo di rappresentanza, bensì decisionale alla stregua degli altri membri del Consiglio”.
Quelle ultime parole lasciarono sorpresi un po' tutti. Ci fu un bisbiglio fra i membri. Alcuni scossero il capo.
“Da quello che ne so i Jedi non dovrebbero ambire al potere politico. Anche perché, in teoria, dovrebbe essere stata proprio la loro influenza nella politica, una delle cause ad aver portato alla distruzione dell’Ordine dei Jedi e all’istituzione dell’Impero”
Obiettò Kayla, un’altra rappresentante del nuovo Consiglio.
“Non ho mai ambito infatti a tale potere, ma un ruolo di rappresentanza non sarebbe diverso agli occhi del popolo. E potendo un tale ruolo permettermi di servire e facilitare la pace, non vedo perché il nuovo Consiglio non dovrebbe concedermelo”
Replicò Rey.
“Non per mancanza di rispetto, tutti le saremo eternamente grati per la sconfitta di Palpatine, ma mi chiedo se dare lo stesso potere decisionale dei membri del nuovo Consiglio ad un Jedi, sia corretto. Infondo persino voi, che avete molto potere, potreste usarlo al fine di costringere il Consiglio stesso a compiere il vostro volere. Non dico che lo fareste, ma che potrebbe di certo essere possibile”
“Se volessi in qualsiasi modo ostacolare questo nuovo Consiglio o assoggettarlo con i miei poteri, potrei farlo anche adesso. Non avrebbe senso aspettare, se il mio scopo fosse quello. Volendo, potrei minacciare con la Forza quelli contrari come lei a concedermi tale ruolo. Ma non lo sto facendo e non ho intenzione di farlo. La mia è una formale proposta al nuovo Consiglio”
A quelle parole calò un breve momento di silenzio e riflessione tra i presenti, che fu interrotto dall’intervento di Xandu.
“I generali della Resistenza cosa pensano in merito?”
Poe e Finn erano rimasti senza parole nell’ascoltare Rey parlare in quel modo: se gli avessero chiesto di scommettere avrebbero perso tutti i loro soldi, nella sicurezza che un discorso simile non sarebbe mai potuto uscire dalle labbra dell’amica. Soprattutto con un tono così sicuro, freddo e glaciale.
“Noi ehm…”
Balbettarono, sorpresi dalla domanda e insicuri su cosa voler dire. Rey non poteva permettere di essere contraddetta da loro: era sicura che tale domanda fosse stata posta perché dalla risposta data sarebbe dipeso il giudizio di alcuni membri del Consiglio, e per raggiungere i suoi obiettivi era di vitale importanza che ottenesse di ricoprire quel ruolo. Si spostò quindi davanti a Poe e Finn e si chinò leggermente verso di loro, in modo da poterli fissare entrambi negli occhi.
“Ne avevamo già parlato e voi eravate d’accordo con me su questa proposta… giusto?”
Disse, mentre spostava leggermente la mano da sinistra a destra per tentare di utilizzare il trucco mentale su di loro, cercando di non farsi notare dagli altri.
I due si scambiarono un’occhiata, poi rivolsero nuovamente lo sguardo a Rey.
“Giusto, entrambi siamo d’accordo su questa proposta!”
Confermarono quasi all’unisono. Un sorriso soddisfatto comparve sul volto di Rey, tornò quindi a rivolgersi ai restanti membri del Consiglio in attesa di un responso. Fu Xandu a parlare di nuovo.
“Capisco… allora propongo ai restanti membri del nuovo Consiglio di mettere la questione ai voti. A meno che altri non abbiano ulteriori opinioni in merito da esporre”
“Io penso che quello che ha detto la Jedi non sia del tutto sbagliato: usarla come unico rappresentante sarebbe di certo per noi un vantaggio ma se le persone capiranno che è un ruolo di mera rappresentanza, questi potrebbero non vedere più di buon occhio il nuovo Consiglio. Allo stesso tempo avere un Jedi nel nuovo Consiglio come ha esposto Kayla potrebbe rivelarsi rischioso…” disse il rappresentante Alan, concedendosi una breve pausa per riflettere prima di proseguire “…penso che quindi vada deciso che tipo di rischio decidiamo di assumerci. Propongo, ovviamente, sempre nel caso in cui la maggioranza del nuovo Consiglio ne sia a favore, di concedere un tale ruolo alla Jedi ma con la facoltà di poterlo revocare, in caso di necessità”
I membri del nuovo Consiglio annuirono concordi a questa sua ultima affermazione, quindi passarono alla votazione.
Rey passò lo sguardo sui vari membri: aveva l’assoluta necessità che almeno la maggioranza approvasse la mozione, aspettò quindi speranzosa il loro responso chiedendosi se avrebbe potuto influire maggiormente.
I membri votarono ad uno ad uno la mozione. Alla fine risultarono tre favorevoli, due contrari ed un astenuto. Considerando l’approvazione espressa da Poe e Finn la maggioranza era stata raggiunta, cosa che fece tirare un sospiro di sollievo a Rey, che sfoggiò in un ampio sorriso.
“Ringrazio il nuovo Consiglio per la fiducia concessami, vi assicuro che non ve ne pentirete!”




 


**Angolo Autrice**


In questo capitolo vediamo Rey e Ben divisi, e Rey cadere sempre di più nel lato oscuro, anche se pensando di avere delle ottime ragioni, commette sempre di più azioni da Sith autoconvincendosi che il fine giustifichi i suoi mezzi attuali.
Con lo stesso proposito partecipa al nuovo Consiglio e fa di tutto per ottenere il ruolo a cui ambisce.
Ben nel frattempo trova qualcosa di interessante legato in qualche modo al Primo Ordine.
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo!

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** la Lezione ***


La riunione del nuovo Consiglio si concluse con un riepilogo dei punti approvati e Rey, Finn e Poe si ritrovarono all’esterno dove li aspettava Rose.
“Allora? Come è andata?”
Chiese lei impaziente.
“Direi bene: hai davanti a te i membri del nuovo Consiglio!”
Affermò Finn.
“Complimenti ad entrambi, allora! Non avevo dubbi che ce l’avreste fatta! Mi raccomando, adesso siete tutti e due doppiamente responsabili per il nostro futuro!”
“Grazie della poca pressione…! Comunque dovresti rivolgerti anche a Rey, a quanto pare adesso anche lei è alla pari di un membro del Consiglio”
Le ultime parole uscirono a Poe con un’espressione confusa e fecero sentire Rey leggermente in colpa per aver usato i suoi poteri mentali su di loro poco prima; ma era anche vero che aveva avuto poco tempo per esporre loro i suoi pensieri ed era convinta che, se lo avesse fatto, sarebbero stati ugualmente concordi con lei… era stata semplicemente costretta ad accelerarne il processo!
“Davvero? Avevo capito che non ti piacesse l’idea di ricoprire un ruolo politico”
Disse la sua amica.
“Si ma in questo caso ho capito che posso davvero fare qualcosa di significativo per contribuire alla pace e alla fine della guerra, quindi ho deciso di prendermi questa responsabilità”
Tagliò corto lei: voleva approfittarne per parlare loro di tutte le restanti questioni aperte, ma il membro del nuovo Consiglio, Kayla, la avvicinò.
“Rappresentante Skywalker, vorrei che non aveste frainteso le mie parole durante la riunione. Speravo che aveste un attimo da dedicarmi in privato”
Rey rimase sorpresa a quelle parole.
“Non penso ci sia stato nessun fraintendimento ma, se lei lo ritiene necessario, nessun problema”
Si voltò verso i suoi amici come a chiedere il permesso di assentarsi.
“Va pure, ma ci vediamo tra circa un’ora alla Cantina a festeggiare, ok?”
Concordò Rose.
“Così avrai anche tutto il tempo per raccontarci quelle cose che devi ancora riferirci”
Puntualizzò Finn. Rey annuì e salutò i suoi amici.
Non appena si allontanò fu Poe il primo a parlare.
“Ok, penso che approfitterò del tempo a disposizione per togliermi questi abiti e mettermi qualcosa di più comodo”
Non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che si scompigliò leggermente i capelli con la mano facendo ricadere il suo solito ciuffo ribelle sulla fronte.
“Ehi! Vuoi già rovinare la mia opera d’arte?”
Si lamentò Rose.
“Non fraintendere, hai fatto un lavoro eccelso, ma se resto ancora così penso che persino BB-8 farà fatica a riconoscermi!”
“Penso che farò anche io lo stesso Rose, ma ti promettiamo che al prossimo evento che necessiterà un abbigliamento simile, sapremo già a chi rivolgerci!”
Le disse Finn con un sorriso.
“Ok, per questa volta ve la cavate”
Rispose lei.
“Ma per la prossima volta vogliamo vedere anche te e Rey vestite in modo elegante! Sperando che la prossima occasione sia più divertente di questa!”
Finn e Poe salutarono quindi l’amica ed andarono a cambiarsi. Una volta di nuovo calati nei loro ‘panni’, i due amici si guardarono entrambi allo specchio con aria di assenso.
 cap-7-6
“Bentornato Poe!”
“Bentornato a te, Finn!”




Ben era atterrato ad AjanKloss, facendo attenzione a scendere in un luogo isolato in modo da passare il più inosservato possibile.
Gli ci volle un po’ più di tempo del previsto per arrivare al campo. Nel frattempo, aveva pensato ad un possibile piano per Rey, ma per attuarlo doveva prima incontrare delle persone a cui la ragazza teneva. Come se non fosse già abbastanza difficile, nel frattempo, avrebbe anche dovuto cercare di evitare il coinvolgimento di Rey nel nuovo Consiglio, a patto che fosse ancora in tempo, ed evitare di dare troppo nell’occhio rischiando che lo riconoscessero: di sicuro non tutti sarebbero stati felici di avere Kylo Ren nel proprio campo base. Più facile a dirsi che a farsi, dato che a quanto pareva la base della Resistenza era piena di gente; si chiese se fosse per la riunione del nuovo Consiglio ma non aveva importanza: le sue priorità erano altre, al momento.
Approfittò della folla per confondersi maggiormente tra essa e, quando poteva, passava il più possibile per vie defilate o nella radura circostante. Scrutò tra le persone e provò ad ascoltarne i discorsi ma non vide nessuno che ricordasse e che potesse identificare come amico di Rey, o a cui potesse chiedere informazioni senza avere il timore di essere riconosciuto.
Iniziò a chiedersi se fosse davvero una buona idea: forse avrebbe solo dovuto aspettare che la Jedi mantenesse la sua parola e che ci pensasse lei a presentarlo, ma non aveva comunque idea di come l’avrebbero presa i membri della Resistenza. Inoltre, aveva il brutto presentimento che ogni minuto in più che Rey passasse in quello stato avrebbe peggiorato sempre di più la sua condizione.
Stanco della ricerca, si era seduto dietro un cespuglio in un posto un po’ più defilato. Fu allora che, però, delle voci attirarono la sua attenzione, dal momento che la persona oggetto della loro discussione era esattamente quella a cui lui voleva più bene.
“Rey è stata sorprendentemente determinata e decisa oggi, non trovi?”
Chiese la prima voce.
“Già, l’ho trovato strano a dire il vero. Lei stessa aveva espresso dubbi su quel ruolo in precedenza…”
Gli rispose la seconda voce, anche essa maschile.
“Ma noi siamo i suoi migliori amici ed è nostro compito sostenerla, se lei è così convita delle sue azioni!”
Ben sobbalzò a quell’ultima frase: possibile che avesse trovato proprio delle persone che corrispondessero a ciò che stava cercando? Provò ad avvicinarsi sporgendosi leggermente, pur rimanendo nascosto, per cercare di vedere a chi appartenessero quelle voci. Quando riuscì ad inquadrarli, notò che il primo era il ragazzo contro cui aveva duellato, quando era ancora Kylo Ren; quello che il vecchio lui aveva definito “traditore del Primo Ordine”. Era presente anche quando lui stesso aveva combattuto contro Rey sulla Morte Nera e in quell’occasione lei lo aveva allontanato per evitare che fosse coinvolto nella battaglia. Ne evinse che doveva essere effettivamente uno dei suoi amici più stretti come affermava, anche perché quella non era la prima volta che lo aveva visto con lei. Peccato che la prima volta era stata poco dopo la morte di suo padre e lo aveva quasi ucciso, a volto scoperto. Come se non bastasse l’altro ragazzo, che affermava di essere anche lui uno dei suoi migliori amici, lo riconobbe come il pilota che aveva rapito, interrogato e torturato personalmente. Iniziò a pensare alla sua non più come una gran fortuna né come una grande idea, probabilmente sarebbe stato meglio aspettare davvero l’intervento di Rey.
Improvvisamente Finn smise di parlare e si bloccò.
“Che c’è, perché ti sei fermato?”
Chiese Poe all’amico.
“Una sensazione… c’è qualcuno lì?”
Chiese lui, sentendosi osservato. Ben rimase il più possibile immobile ed in silenzio, ma Finn insistette comunque cercando guardingo intorno. Ben sentiva che era vicino, ci avrebbe messo poco a scoprirlo, quindi decise di provare ad anticiparlo, sperando vivamente che l’obiettivo di aiutare la loro amica gli avrebbe fatto passare sopra i trascorsi che avevano avuto assieme.
“Vengo fuori se promettere di non dare di matto”
I due si guardarono sospettosi e tesero pronta la mano sui blaster che portavano per la loro sicurezza.
“Perché dovremmo dare di matto?”
Chiese guardingo Poe. Ben alzò le mani in segno di resa ed uscì lentamente dal suo nascondiglio. Non appena il ragazzo si voltò ed i due amici potettero vederlo in volto, sobbalzarono dallo stupore ed istintivamente puntarono immediatamente i loro blaster contro di lui.
Ben rimase impassibile: non sembrava molto preoccupato dalla cosa. Era più concentrato a pensare a come li avrebbe potuti convincere, essendo già quella reazione non di certo un buon segno. Fu felice di notare almeno che nei pressi non ci fosse nessuno, ci mancava solo che accorressero altri ribelli in loro soccorso a generare ulteriore panico.
“Ren!”
Sibilarono entrambi quasi all’unisono, sgranando gli occhi con un misto tra stupore e terrore.
“Non ho intenzione di farvi del male, per quanto vi possa sembrare strano, sono qui per aiutarvi”
“Strano? Ma che dici? Ci hai solo torturato e quasi ucciso! Ma se dici di volerci aiutare, allora tutto ok, stupidi noi a pensare male… forse dovremmo invitarti a bere con noi: gradisci della birra? O forse il Leader Supremo del Primo Ordine preferisce del raro e più prezioso Grog Novaniano?”
Esordì Poe con una per niente velata e, tanto pungente quanto spietata, ironia.
In quel momento Ben si ricordò quanto per lui fosse difficile comunicare con chiunque non fosse Rey.
“Avete buone ragioni per avere sospetti nei miei confronti, ma se siete davvero i migliori amici di Rey come dicevate, dovreste volerla aiutare e io sono qui per questo! Ma per farlo ho bisogno del vostro aiuto!”
“Quindi ci stavi spiando!”
Lo accusò Finn.
“So di non essere benvisto qui, quindi sì stavo cercando qualcuno che potesse mettere da parte le divergenze per aiutare Rey. Fino a ieri ero con lei ma le è accaduto qualcosa… vi ho sentiti prima ed anche voi avete notato che ha qualcosa di strano!”
“Se ti ha portato qui, nel pieno cuore della Resistenza, sicuramente!”
Ammise Poe molto turbato da quello strano discorso.
“Ieri mi ha portato in una missione con lei alle coordinate che avete ricevuto dal seguace di Palpatine che adesso è sotto vostra stretta sorveglianza. Abbiamo trovato molte cose da farvi analizzare tra cui un chip che è nella mia tasca…”
“Lo prendo io!”
Lo anticipò Finn prima che potesse muoversi, quindi si avvicinò a lui e prese l’oggetto dalla sua tasca, su cui notò il logo del Primo Ordine.
“Ho provato a leggerla: è criptata, ma sono sicuro che avete qualcuno capace di decriptarla”
“Che sorpresa: il logo del Primo Ordine! Vorresti farci credere che il Leader Supremo non abbia l’accesso?”
“Non sono più il Leader Supremo e, per quanto vi possa risultare difficile da accettare, non ho mai avuto l’accesso a questi dati, nemmeno mi avevano mai comunicato l’esistenza di questi ‘seguaci di Palpatine’ e dei dubbi esperimenti che sembrano aver fatto nelle coordinate indicate”
Finn e Poe riconobbero parte di quanto solo Rey era a conoscenza, ma avevano ancora molti dubbi sulla faccenda, sembrava il tutto molto strano. Troppo strano.
“La faremo analizzare e prega che ci sia qualcosa di utile, sennò per te potrebbe finire davvero male!”
“Si è già svolta la riunione del nuovo Consiglio?”
Chiese di getto Ben, ignorando la minaccia di Finn.
“Come sai della sua esistenza? E perché vuoi saperlo? Vorresti forse sabotare la riunione o peggio fare del male ai membri?”
Chiese Finn con gli occhi ridotti a due fessure. Il ragazzo sospirò cercando di mantenere il controllo e di spiegarsi con la maggior calma possibile.
“Non voglio fare niente di simile! So della riunione perché me lo ha detto Rey, ma come cercavo di spiegarvi lei mi ha aiutato, ma allo stesso tempo per farlo ha dovuto cedere al lato oscuro della Forza. Questo l’ha cambiata ed adesso sta compiendo delle azioni non da lei, mi aveva detto che la sua intenzione era quella di presenziare al Consiglio per farsi dare un ruolo politico… vi ho fatto la domanda per sapere se questo è già accaduto”
I due si guardarono un attimo in silenzio, interdetti per qualche secondo, ma poi fu Poe a parlare di nuovo.
“La riunione si è già svolta, l’esito non deve essere di tuo interesse. Se anche avessimo notato qualcosa di strano in Rey, di certo non lo è a tal punto da vederla adesso come una pazza omicida”
“Quindi ora lei ha quel ruolo… è un errore: Rey non è nelle condizioni di ricoprirlo in questo momento, credetemi! Non è una pazza omicida, ma il Lato oscuro in lei continuerà a crescere se non facciamo qualcosa. Ho provato a parlarle, ma le sue intenzioni diventano sempre più preoccupanti”
Ben provò a ridurre la distanza da loro ma, non appena fece un passo, Poe e Finn gli puntarono in maniera ancora più diretta le loro armi contro.
“Fa solo un altro passo e spariamo!”
Minacciò Finn.
“E non provare ad usare i tuoi trucchi mentali con noi, stai forse cercando di metterci contro Rey?”
Continuò Poe.
“Non è così che funzionano i trucchi mentali! Inoltre, potreste mettere giù quelle armi? Se avessi voluto farvi del male, sapete bene che avrei già potuto disarmarvi con la Forza!”
Disse Ben, iniziando ad essere abbastanza spazientito, ma i due non lo fecero. Anzi, Poe proseguì con il suo discorso.
“Oh, so come funzionano: mi ricordo bene come sei entrato nella mia testa per estrapolarmi l’informazione relativa al mio droide e scusami, ma è un’esperienza che non ci tengo proprio a ripetere!”
Asserì secco Poe.
 cap-7
“L’ultima volta che ti ho visto io, stavi combattendo contro Rey, quindi penso sia più che lecito avere dei dubbi su quello che ci stai dicendo! E poi, come facciamo ad essere sicuri che tu non abbia usato un trucco mentale anche per convincere lei della tua nuova ‘buona fede’?”
Confermò Finn, ma Ben non aveva intenzione di arrendersi.
“I trucchi mentali non funzionano sui Jedi, soprattutto su uno con le capacità che ha Rey! E’ stato proprio alla fine di quello scontro che Rey mi ha fatto capire quale fosse la strada giusta da seguire. Per questo sono andato ad Exegol ed ho combattuto al suo fianco contro Palpatine”
Poe e Finn si scambiarono un’altra occhiata, quella versione in effetti coincideva con quanto raccontato loro dall’amica.
“Rey ce lo ha accennato una volta, ma aveva anche detto che tu in quell’occasione ti eri sacrificato per lei… eppure sei qui”
Ammise Poe, Ben ringraziò il cielo che Rey lo avesse accennato loro: forse aveva una speranza di risultare lontanamente credibile.
“Esatto l’ho fatto, ma non ero esattamente morto e Rey ha trovato un modo per farmi tornare. Purtroppo, per farlo, ha dovuto cedere al Lato oscuro come vi dicevo prima… lo so che non è facile da comprendere ma è così. Ed ora voglio aiutarla a tornare come era prima, ma penso di aver bisogno del vostro aiuto”
“Ammettendo per un attimo che ti volessimo credere, in cosa consisterebbe questo piano?”
Chiese guardingo Poe.
“Sono convinto che se Rey parlasse con le persone che gli sono più vicine, facendola ragionare e rievocando i suoi ricordi con noi, potremmo far riaffiorare la vera sé stessa. Da solo non ne sono stato capace, per questo ho bisogno di voi: se le ricorderemo chi è, tramite il legame che ha con tutti noi, potremmo riuscire a farla ragionare e a farle capire perché quella che sta percorrendo non è la strada giusta. Il posto ideale dove fare tutto ciò potrebbe essere Exegol, dove si è svolta l’ultima battaglia contro Palpatine, la mia intenzione è chiederle vederci lì stasera. Lì è dove tutto è iniziato e penso che possa essere il posto adatto per rievocare la vera sé stessa…!” stava per dire altro, ma proprio in quel momento percepì che la Forza aveva attivato il suo legame con Rey, infatti la poteva vedere adesso come se fosse anche lei davanti a lui. “…no, non adesso!”
Imprecò lui.
“Ben, adesso se… aspetta, ma stavi parlando con qualcuno?” chiese Rey con sospetto, mentre lo osservava girandogli intorno, lui non rispose “sei ancora su quel pianeta?”
Allo stesso tempo, anche Poe e Finn lo fissarono estraniati.
“Non adesso, cosa?”
Chiesero stupiti dal suo improvviso strano atteggiamento, non potendo loro vedere Rey.
Rey vide che Ben aveva le mani alzate e insistette in attesa di una risposta.
“Ben, sei in pericolo? Qualcuno ti sta minacciando?”
L’ex Leader Supremo, rimase in silenzio, cercando di capire come uscire da quella situazione nel modo più sicuro e convincente possibile. Sfortunatamente, sia la presenza di Rey che i suoi pensieri, non gli fecero accorgere in tempo che Finn, sospettoso, aveva eliminato la distanza tra loro due puntandogli direttamente il blaster al petto.
“Allora, perché non rispondi?”
Chiese l’ex assaltatore del Primo Ordine, ma appena Ben notò che il blaster era entrato in contatto con lui utilizzò la Forza per respingere sia Finn che Poe.
“No!”
Esclamò Ben, un colpo scaturì dal blaster di Finn che gli colpì di striscio la spalla destra, ma purtroppo anche la sua repentina reazione non bastò ad evitare che Rey vedesse Finn, essendo entrato in contatto con lui.
“Finn? Ben sei nella base della Resistenza? Come hai fatto? Sei impazzito? Non ti crederanno mai, ti avevo detto di aspettarmi! Cosa hai detto loro?”
Reagì furiosa lei.
Ben iniziò a correre verso la radura, scappando da tutti e tre. Era andata nel peggiore dei modi possibile: ora non solo aveva alle calcagna tutti e tre, ma non li aveva nemmeno convinti ad appoggiare il suo piano!
Mentre correva cercò di pensare ad un altro che potesse avere senso anche senza di loro, ma l’unica alternativa che aveva era di andare lui da solo su Exegol. Rey sembrava fuori di sé, non sapeva se le sole parole sarebbero bastate, forse avrebbe avuto bisogno di recuperare una cosa di cui si era disfatto tempo fa. Ma prima doveva procurarsi un mezzo di trasposto che avesse registrate le coordinate per la via sicura per Exegol. Aveva già controllato ed il Caccia Tie rubato non le aveva, il suo piano originario includeva il partire direttamente con gli amici di Rey o con lei stessa… entrambe alternative poco attuabili al momento. Gli restava solo una possibilità: ‘prendere in prestito’ un mezzo della Resistenza.




Finn e Poe si rialzarono non appena riuscirono a farlo, una volta di nuovo in piedi videro Ben scappare e partirono al suo inseguimento.
Non sapevano più cosa pensare, sapevano solo che era rischioso farlo scappare, quindi stavano facendo di tutto per raggiungerlo, ma più correvano e più Poe iniziò a riflettere, finché non disse a Finn di fermarsi.
“Stai scherzando? Lo perderemo!”
“E se anche lo raggiungessimo? Sta fuggendo lontano dal campo, se avesse davvero cattive intenzioni gli sono andate male. E poi dobbiamo essere realisti: noi due da soli contro di lui non abbiamo molte possibilità! Ma se tornassimo con dei rinforzi, allora sì”
“E se intanto scappasse o lo perdessimo? Se facesse qualcosa ad altri membri della Resistenza? Non avremo più la possibilità di verificare se stesse dicendo un briciolo di verità”
“Finn, dobbiamo decidere che rischio assumere e le nostre vite non sono un rischio che mi voglio prendere, specialmente con Kylo Ren”
Poe afferrò il braccio dell’amico.
“E va bene, ma sbrighiamoci. Tutta questa storia mi fa venire dei brutti presentimenti!”
I due tornano indietro cercando qualcuno che potesse aiutarli ma, non appena tornarono nei pressi del campo, il primo volto noto che incontrarono fu Rose. Era strano perché sembrava che fosse lei che si stesse affannando per cercarli.
“Dove diavolo eravate finiti voi due? E, Finn, si può sapere cosa è successo con Rey?”
“Dove eravamo finiti noi? Sai abbiamo incontrato… aspetta un attimo. Cosa intendi per:“cosa è successo a Rey”, è in pericolo?”
Chiese preoccupato Finn.
“È venuta da me chiedendomi dove fossi, sembrava furiosa, voi non ne sapete nulla?”
I due si guardarono perplessi.
“No, ma la storia si fa sempre più strana… non puoi immaginare chi abbiamo appena incontrato: Kylo Ren!”
Asserì Poe. I due si stupirono dell’espressione di Rose, perché non sembrava sorpresa quanto avrebbe dovuto.
“Non sembri sorpresa… perché non sei sorpresa?”
Chiese Finn perplesso.
“Rey mi aveva fatto giurare di non dirvelo perché ve ne voleva parlare lei direttamente oggi, ma ieri era con lui quando l’ho incontrata. Ha portato anche Ren, o Ben come vuole che lo si chiami ora, nella missione per verificare quelle informazioni. Anzi, mi ha garantito che di lui potevamo fidarci e che quella missione avrebbe dimostrato proprio questo”
“Quindi non ha detto solo bugie: molte cose combaciano con quanto ci ha detto anche lui”
Osservò pensieroso Poe.
“Pensi che possiamo fidarci di Ren adesso?”
Obiettò Finn.
“Rey mi ha assicurato che di lui potevamo farlo”
Confermò Rose.
“Ed aveva detto la stessa cosa a noi”
Poe fece riferimento all’ultima discussione avuta con Rey, dove lei gli aveva rivelato che Ben Solo aveva partecipato alla battaglia di Exegol al suo fianco.
“Si, ma adesso lui sta dicendo che non possiamo fidarci di Rey!”
Ricordò Finn, continuando a vedere qualcosa che non quadrava in tutta quella questione.
“COSA?”
Chiese Rose stupita. I due le spiegarono brevemente cosa era appena successo, poi le porsero anche il chip che gli aveva dato Ben.
“E questo è in breve cosa è successo. Pensi di poterla decriptare?”
“Certo! Con chi credi di parlare?” scherzò lei, ma altro la preoccupava. “Avete davvero notato qualcosa di strano anche voi in Rey, a parte il fatto che abbia accettato senza indugi un ruolo che non sembrasse voler ricoprire?”
“Non saprei… è passato poco tempo da quando è tornata, non abbiamo avuto il tempo di notare molto altro, ma comunque al momento non ci sembrava essere così pericolosa”
Ammise Poe.
“Durante la riunione del nuovo Consiglio non avete espresso i vostri dubbi sul ruolo che voleva ricoprire Rey?”
Chiese Rose.
“Mi ha sorpreso così tanto la sua proposta che fino a stamattina ti avrei detto che avrei espresso qualche dubbio. Non perché non ritenga Rey all’altezza di quel ruolo, anzi, credo che il suo supporto potrebbe essere molto utile; ma piuttosto le avrei almeno voluto domandare le motivazioni che l’avessero convinta a cambiare idea. Magari avrebbero potuto convincere meglio anche noi e gli altri membri del Consiglio”
“E allora perché non l’hai fatto Poe?”
Chiese la sua amica.
“È strano: non so risponderti. È come se d’improvviso i miei dubbi fossero sfumati e mi fossi convinto che fosse una scelta giusta”
“Già, anche per me è stato più o meno lo stesso…”
Concordò Finn. I due stettero in silenzio per qualche attimo e poi si scambiarono un’occhiata preoccupata.
“Credi che sia lontanamente possibile che…”
Iniziò Poe.
“No! Rey non lo farebbe mai… non con noi!”
Rispose prontamente Finn.
“Hai ragione…”
Sospirò Poe ancora sovrappensiero.




Ben cercò di avvicinarsi il più possibile all’area di attracco dei velivoli per cercarne uno poco sorvegliato ed isolato per prenderne possesso. Certo, avvicinarsi in quel momento sarebbe stato rischioso: non sapeva se Poe e Finn avessero dato già l’allarme o se fossero nei paraggi e lo stesso valeva per Rey, ma non aveva molta altra scelta.
Adocchiò un X-Wing non molto lontano, quindi si avvicinò con cautela, ma all’improvviso sentì una presenza dietro di lui.
Chiunque fosse, percepì che gli stesse puntando un’arma, quindi alzò le mani e si voltò lentamente pronto a replicare, sicuro che si trattasse nuovamente di Poe o Finn. Quando vide però di chi si trattava rimase letteralmente senza parole: era infatti l’ultima persona, o meglio Wookiee, che avrebbe voluto vedere in quel momento. Chewbecca era davanti a lui e gli stava puntando contro la sua balestra, la stessa arma con cui lo aveva colpito il giorno in cui aveva ucciso suo padre.
Avrebbe potuto provare a dire qualcosa, a spiegare le stesse cose che aveva detto a Poe e a Finn, a motivare la sua presenza lì e le sue intenzioni. Eppure restò lì, immobile, come se qualcuno gli avesse tolto la capacità di dire e fare qualsiasi cosa. La verità era che sapeva bene che Chewbe probabilmente lo odiava ancora per quanto fatto ad Han e che avrebbe potuto sparagli nuovamente da un momento all’altro, ma il motivo per cui non riusciva a dirgli nulla era perché una parte di lui sentiva di meritarselo.
Cos’altro avrebbe potuto fare? Chiedere scusa? Non voleva le scuse! Lui stesso non si era mai perdonato per quello che aveva fatto, quindi non poteva pretendere che lo facesse il migliore amico di suo padre.
Era anche vero che Ben, in quel momento, aveva uno scopo. Pensò che avrebbe potuto fare o dire qualcosa, avrebbe potuto farlo per Rey. Ma i recenti eventi e quest’ultimo, forse, dimostravano solo come il suo destino non fosse quello. Forse davvero sarebbe solo dovuto morire come si meritava. Dopotutto non era degno lui di salvare Rey, magari avrebbero trovato i suoi amici un modo al posto suo.
E se non lo avessero fatto?
Nemmeno quel dubbio bastò a spronarlo a reagire. Nemmeno quando il Wookiee avanzò fino a stare di fronte a lui. Chewbe rimase in silenzio, con l’arma puntata contro il suo nemico e con lo sguardo fisso in quello di Ben. Non era come con Rey: non riusciva a decifrarlo e a sostenerlo a lungo, o forse aveva solo paura di farlo, quindi dopo poco tempo chiuse gli occhi in attesa del suo destino. Ogni attimo sembrava durare minuti interminabili nei quali si aspettava da un momento all’altro un colpo da Chewbe.
Quello che accade, però, fu tanto inaspettato che lo fece sussultare ed aprire di colpo gli occhi: invece di sparargli, il Wookiee lo abbracciò. Sul volto di Ben scese una lacrima, incredulo di fronte a ciò che stava accadendo.
“Perché non mi spari?” chiese stupito, ma il Wookiee non rispose. “Me lo merito!” insistette lui disperato, ma Chewbe continuava a stare in silenzio, un silenzio davanti al quale non riusciva più a trattenere i suoi sentimenti. “Mi dispiace Chewbe, mi dispiace così tanto!” disse con la voce soffocata, incapace ormai a trattenere le lacrime.
“Lo so”
Si limitò a rispondere il Wookiee, citando le stesse parole che Han era solito dire alle persone a cui voleva bene.
 cap-7-5
Rimasero in silenzio in quella posizione. Poi fu Ben a parlare.
“Cosa ti ha spinto a fidarti di nuovo di me? Non capisco!”
Ammise lui, in fondo non era riuscito a convincere gli amici di Rey nonostante avesse provato a farlo in tutti i modi. Il Wookiee lo sciolse dall’abbraccio.
“Tuo padre si era fidato di te anche quel giorno. Io non ero dello stesso parere e quando lo hai ucciso mi sono pentito amaramente di avergli dato fiducia. Da allora mi sono sempre chiesto se sarebbe cambiato qualcosa, qualora lo avessi fermato o se avessi provato prima a fermare te. Ero quindi convinto che se ti avessi trovato nuovamente di fronte, come è accaduto adesso, questa volta non avrei esitato. Ed, invece, ora che ho visto il tuo sguardo, ho capito: in quello sguardo, per quanto lo volessi trovare, non ho visto nulla del vecchio Kylo Ren. Vedo solo lo stesso sguardo di Han, lo sguardo di Ben Solo”
“Ma il passato comunque non si può cambiare”
Rispose amaramente lui.
“No purtroppo: ho perso Han, Leila e Luke e nessuno potrà riportarli indietro. Ma forse è proprio per questo che vale la pena non perdere anche te” Ben era rimasto senza parole: non sentiva di meritarsi così tanta fiducia, eppure era così felice di riceverla. Quando i suoi genitori gliela avevano concessa di nuovo lui non aveva più voluto ridarla a loro, ferito troppo profondamente dagli errori del passato e, quando aveva deciso di farlo nuovamente, era ormai troppo tardi, in quanto entrambi erano morti. “Ma piuttosto come mai sei qui?”
La domanda di Chewbe lo riportò alla realtà.
“Rey è in pericolo. Voglio aiutarla a tutti i costi e, anche se non saprei se possa funzionare, ho un piano che voglio tentare. Per attuarlo, però, ho prima bisogno di trovare un trasporto che abbia registrata la rotta sicura per Exegol”
Il Wookiee lo ascoltò in silenzio.
“Bene, ora lo hai!”
“Aspetta! Tutto qui? Non mi chiedi maggiori dettagli?”
“Se ho capito bene, è urgente. Perciò, seguimi”
Anche se Ben sapeva che Chewbe teneva a Rey, si stupì di cotanta fiducia nei suoi confronti. Lo seguì, ma quando intravide il Falcon si bloccò.
“Il Falcon?”
Sibilò.
Chewbecca ignorò completamente la sua reazione.
“Sbrigati, avevo capito che avessi fretta!” Ben lo seguì fino all’ingresso, ma lì esitò di nuovo: quella navicella era per lui piena di ricordi: in passato tante volte ci era salito con la sua famiglia. “Se non ti dai una mossa, parto senza di te!” Lo intimò nuovamente Chewbe, quindi Ben si fece coraggio e lo seguì fino alla cabina di pilotaggio, dove il Wookiee si sedette, lasciandogli lo stesso posto che di solito occupava Han.
“Io non sono sicuro di…”
Biascicò, ma Chewbe lo interruppe prontamente.
“È il tuo posto, infondo il Falcon è tuo”
Ben sgranò gli occhi.
“COSA? È tuo semmai!”
“Non proprio, se vogliamo dirla tutta la proprietaria ufficiale adesso è Rey. Han teneva a lei e l’aveva presa come pilota”.
Ben si ricordava di quell’evento, lo aveva scrutato tra i ricordi di Rey: ai tempi provò gelosia perché Han le aveva riservato quell’atteggiamento paterno che lui aveva sentito mancargli, ma adesso non più. Comprendeva la sua scelta.
“Vorrà dire che ne parlerò con lei”
Si limitò a dire lui, per poi prendere il posto da pilota. Si ricordò quante volte da piccolo aveva sognato di pilotare il Falcon, proprio come suo padre.
“Imposto le coordinate di Exegol, quindi?”
Chiese il Wookiee.
“No. Prima dobbiamo andare in un altro posto”
Fu lo stesso Ben, quindi, ad inserire le coordinate.




Non ci misero molto i due ad arrivare a Kef Bir, una delle lune di Endor prevalentemente oceanica, dove giaceva il relitto della Morte Nera. Osservando la zona, Ben si ricordò dell’ultima volta in cui ci era stato, quando aveva combattuto contro Rey: quel giorno lei gli aveva mostrato cosa volesse dire donare e gli aveva salvato la vita. Ora toccava nuovamente a lui fare qualcosa per lei.
Sorvolarono la zona oceanica vicino al relitto, a pochi metri dalla superficie dell’acqua. Ben chiese a Chewbe di tenere il Falcon in quella posizione, lui intanto chiuse gli occhi e si concentrò: sentì la Forza del mare potente ed impetuosa, anche se non tanto agitato come l’ultima volta che ci era stato. Sentì le correnti e gli esseri viventi che abitavano l’oceano, ma doveva andare più a fondo per trovare quello che cercava: si concentrò sul fondale e su ciò che le correnti trascinavano o sorpassavano e, alla fine, la visualizzò. Ora sapeva dov’era.
“Vai un po’ più a destra, Chewbe!”
Gli chiese. Il Wookiee fece come aveva detto.
“Bene, fermo qui!” Riaprì gli occhi. “Aprimi il portello e tieni il Falcon il più possibile fermo in questo punto” gli chiese, quindi, si diresse verso lo sportello che venne aperto, come richiesto. Ben fissò l’oceano e tese una mano verso di esso, provò nuovamente a concentrarsi per usare la Forza, ma ciò che voleva recuperare era troppo distante. Doveva perciò, per forza, avvicinarsi ancora. Chewbe lo affiancò.
“Non vorrai mica buttarti? Il mare è troppo agitato. È una follia: devi aspettare che si calmi, almeno!”
“Non c’è molto tempo Chewbe, sento che devo farlo adesso o sarà troppo tardi per aiutare Rey”
Aveva la stessa brutta sensazione che aveva avuto quando era andato su Exegol ad aiutarla: ora come allora sentiva che ogni minuto poteva essere vitale.
“Se morirai, non potrai aiutarla comunque”
Obiettò lui, non volendo perdere anche Ben proprio ora che avevano iniziato a ritrovarsi.
“Non ho scelta. Tu mantieni il Falcon in questa posizione e stai pronto a riprendermi appena emergo e tutto andrà bene, te lo prometto”.
Il ragazzo si tuffò prima che il Wookiee potesse obiettare nuovamente ed anche prima che lui stesso potesse ragionarci troppo su. Quella era l’unica speranza che vedeva al momento e doveva tentarla.
Chewbe urlò, ma Ben non lo sentì, quindi si limitò a dire sottovoce.
“Che la Forza sia con te, Ben Solo”
Osservò quindi il mare, preoccupato. Ben iniziò a nuotare sempre più in profondità, la visibilità diminuiva e la corrente aumentava, ma non rallentò. Anzi, continuò a nuotare. Quando percepì che ciò che stava cercando era abbastanza vicino, allungò una mano per attirarlo a sé con i suoi poteri.
Quando finalmente vide nella sua mano la sua vecchia spada laser, esultò mentalmente. Ma c’era ancora della strada da fare, quindi iniziò a risalire verso la superficie.
Sfortunatamente, risalire si rivelò più difficile che scendere, infatti, le correnti lo respingevano facendogli fare più fatica. Iniziò anche a perdere l’orientamento: non era sicuro della direzione da seguire né di quanto mancasse ancora alla superficie. Ogni bracciata si faceva più pesante e, ad un tratto, si sentì pervaso da una sensazione già provata in una delle sue visioni: quella di affogare.
Era davvero quella la sua fine?
No. Non voleva, non poteva finire così. Ma per quanto si sforzasse tutto si fece improvvisamente buio.




Quando Ben riaprì gli occhi, dovette sbatterli più volte per mettere bene a fuoco. Era steso e davanti al suo sguardo si stagliava un immenso cielo stellato. Provò a rialzarsi, confuso e si ritrovò in piedi su una specie di percorso trasparente. E, allo stesso tempo, ne vedeva molti intorno a lui. Ma la cosa che lo sorprese di più, fu la figura di un ragazzo in piedi davanti a lui che lo fissava: era alto, con i capelli castani ed un furbo sorriso sul volto.
“Dove sono? Sono morto?”
Chiese, non sentendosi molto diverso dal solito, ma senza parole davanti a quello scenario incredibile che lo circondava.
“Non ancora”
Rispose il ragazzo, Ben lo fissò. Era molto strano, perché aveva qualcosa di terribilmente familiare ma al contempo era convinto di non conoscerlo.
“Chi sei?”
Chiese Ben con curiosità.
“Che c’è, ti aspettavi qualcun altro? Non dirmi che preferivi il tuo maestro, o forse tuo padre?” ridacchiò leggermente tra sé prima di continuare “la lezione che devi imparare non possono dartela loro, ma solo io”
Un sorriso beffardo comparve sul volto del ragazzo, attivò la spada laser che aveva in mano, mostrando il laser blu. Ben si sorprese nel vederla.
“Sei un Jedi?”
Il ragazzo trattenne a stento una risata a quella domanda di Ben, sembrava molto divertito da quell’appellativo.
“Jedi, Sith… ha davvero importanza?” Chiese, senza aspettarsi una risposta. Quindi iniziò ad avanzare verso Ben, mentre faceva roteare agilmente la spada laser con una velocità ed eleganza che lo stesso Ben trovò incredibili. “È vero i Jedi hanno sempre perseguito solo il lato chiaro ed i Sith il lato oscuro della Forza. Ma se farai solo ciò che è sempre stato fatto, non andrai più lontano di dove sei già. Un tempo io decisi di andare oltre il concetto esistente di Jedi, ora sta a te definire cosa vuoi fare”
Ben non ebbe il tempo di riflettere su quelle parole perché il ragazzo improvvisamente lo attaccò, d’istinto lui attivò la sua spada laser che aveva in mano e parò il colpo incrociando la sua lama rossa tremolante con quella blu del suo nuovo avversario. Solo allora notò che stranamente era asciutta, come anche lui del resto.
“Che cosa intendi?”
Provò a chiedergli Ben, ma più che una risposta il ragazzo sembrò proseguire il discorso di prima con uno sguardo più intenso e corrucciato. Iniziò a sfoderare diversi colpi, parati da Ben uno dopo l’altro.
“Per fare quello che devi fare davvero, ti serve attingere a tutta la tua Forza. Come Rey, stai reprimendo una parte di te. L’hai gettata qui in fondo ad un mare sperando di cancellarla, ma per poter affrontare la tua amica devi attingere anche ad essa”
“Tu non mi conosci!”
Asserì lui, ma i colpi del ragazzo si fecero sempre più rapidi e potenti. Ogni suo passo era agile e veloce, sembrava danzasse con la spada laser, ma allo stesso tempo ogni colpo era sicuro e preciso, nel suo sguardo non aleggiava nessun velo di indugio. Ben era quasi affascinato da una tale abilità, non aveva mai visto nessuno usare in tal modo una spada laser, ma era fin troppo impegnato a parare i suoi colpi per pensare o dire altro, cosa che si faceva sempre più difficile.
Le loro spade si incrociarono e si ritrovarono con i volti vicini, uno di fronte all’altro.
“Accetta quello che sei, hai il sangue di uno Skywalker…”ancora una volta il ragazzo parlò, ignorando le parole di Ben. Questa volta il suo sguardo era molto più intenso e penetrante, sembrava quasi potesse incendiare qualsiasi cosa lo incrociasse. Ben, comunque, non distolse lo sguardo dal suo “…il MIO sangue”. A quelle parole gli occhi del ragazzo divennero gialli e la sua spada laser, rossa. Ben sgranò gli occhi sconvolto: non sapeva come fosse possibile, ma in quel momento era certo di chi fosse.
“Vader…”
Sibilò.
“Oh, ma tu se vuoi puoi chiamarmi Anakin!”
Rispose lui inclinando leggermente il capo, quindi respinse con forza Ben all’indietro, ma solo per attaccarlo con ancora più rapidità e veemenza senza dargli tregua. Ogni colpo era sempre più forte e rapido, tanto che Ben a malapena riusciva a pararli.
“Grezzo, impreciso, ti manca equilibrio, ti manca decisione, sei debole” sentenziò impietoso “percepisco la tua paura di fallire, la paura che le visioni che hai avuto, si realizzino. Ma, credimi, quello che hai visto è quello che si verificherà: più cercherai di evitarlo e più sarai tu stesso la causa di quel destino”
“IO sono l’artefice del mio destino!”
Protestò lui.
“Ah, si? E cosa vuoi fare? Perché hai raccolto quella spada? Vuoi uccidere Rey?”
“NO! Io non lo farei mai: darei la mia vita per lei”
Per un attimo sul volto di Anakin comparve un’espressione strana, come di rammarico per qualcosa di lontano relativo ad un passato che Ben non colse. Ma durò solo un attimo, poi sul suo volto tornò nuovamente la sua espressione sfacciata.
“Vuoi sacrificarti per lei, di nuovo? Patetico, il tuo sacrificio vi ha condotti fin qui, ha portato disequilibrio nella Forza, vuoi ricommettere gli stessi errori?”
“E cosa dovrei fare secondo te?”
“Devi scegliere Ben, devi scegliere cosa vuoi essere davvero. Sei stato tormentato per tutta la tua vita, ma non sai nemmeno quello che vuoi, non sai cosa sei”
“E lo sai tu, invece?”
Rispose lui con aria di sfida.
“So quello che sai anche tu, ovvero che adesso Rey, a differenza tua, ha già abbracciato il Lato oscuro ed è quindi molto più forte di te. L’unico vero modo per sperare di fermarla è cedere al Lato oscuro anche tu stesso e sconfiggerla per riportare l’equilibrio, come ho fatto io”
“Non sai cosa dici: ho già abbracciato il Lato oscuro come Kylo Ren e non sono stato più forte di adesso, o di quando ero al fianco di Rey su Exegol”
Rispose Ben, tralasciando che per lui fare del male a Rey era impensabile.
“Tu non hai mai abbracciato completamente il Lato oscuro. Kylo Ren era solo un bambino che non si sentiva all’altezza delle attese di nessuno e che cercava disperatamente un posto nel mondo. Ma, guardati adesso, le cose non sono diverse: barcolli nel buio, sei venuto fin qui a riprendere la tua spada laser, perché in cuor tuo sai cosa andrebbe fatto, ma ancora una volta non hai il coraggio di farlo. Hai gettato qui il tuo Destino come se potessi sfuggirne ma fa parte di te, ne farà sempre parte, per quanto tu possa provare a nasconderlo” Ben non rispose, in parte impegnato a parare i suoi colpi, in parte sopraffatto mentalmente da quelle parole. “Chi vuoi essere veramente Ben Solo? Devi scegliere: il Jedi virtuoso e ligio come Obi-Wan da cui prendi il nome, oppure il Sith potente e capace di tenere testa alla Rey oscura, come me? Devi scegliere”
“Io…”
Ben non riuscì a pronunciare altro: era strano, mille pensieri gli affollavano la mente, ma nemmeno una parola usciva dalla sua bocca.
“Volevi diventare come me? Beh allora devi dimostrare di essere alla mia altezza! Attingi al tuo vero potere, alla tua rabbia, cedi davvero al tuo Lato oscuro”
“Io non voglio più essere come te!”
Rispose Ben, con la stessa rabbia che sembrava invocare Anakin, ma che a quanto pare non lo soddisfò.
“Allora morirai qui nelle tue mancate convinzioni, senza sapere nemmeno chi sei”
Anakin fece un balzo all’indietro, distanziandosi leggermente dal suo avversario, quindi con una sferzata della spada laser colpì la strada che stavano percorrendo, i cui frammenti furono scagliati da Anakin contro Ben con l’uso della Forza.
Quest’ultimo, preso di sorpresa, provò a fare lo stesso ma non fece in tempo, perché appena i frammenti si avvicinarono a lui, fu sommerso da ricordi del passato. Quello che aveva detto Anakin era vero: lui aveva cercato il suo vero posto nel mondo tutta la vita, aveva provato ad essere quel Jedi virtuoso che tutti sembravano pretendere da lui e da cui aveva preso il nome, ma che non aveva mai nemmeno conosciuto. Aveva provato ad essere il Solo pilota, come suo padre o l’allievo erede di Luke ma, dalle visioni che avevano avuto sul suo futuro, avevano già tutti deciso il suo destino. Aveva quindi provato ad essere un cavaliere di Ren o il Sith che tutti, a quel punto, sembravano aspettarsi da lui, ma nemmeno in quello era stato capace fino in fondo. Non aveva mai approvato la filosofia dei cavalieri di Ren e non aveva mai ceduto completamente al Lato oscuro, nemmeno dopo aver ucciso suo padre. C’era sempre stata un’ambivalenza in lui, che non gli aveva permesso di trovare un’identità.
Ma proprio quando si era rassegnato a non trovarla più, allora aveva incontrato Rey: l’unica persona al mondo che sentiva provare le sue stesse incertezze che, come lui, cercava solo un posto in quel mondo.
Per quanto Ben mostrasse la sua oscurità, avesse provato a trascinarci dentro anche lei, per quanto lui avesse fatto cose orribili o del male ai suoi amici, Rey era stata l’unica a vederlo per quello che era realmente, a trovargli un posto, prima ancora che lui potesse trovarne uno. Nonostante le atrocità commesse, lei non aveva mai smesso di credere in lui e di chiamarlo solo col suo nome, Ben.
Lei gli aveva donato una seconda possibilità, sacrificando la sua stessa Forza vitale. Quel giorno, lui aveva gettato la sua spada nel mare insieme alla sua oscurità, perché voleva essere all’altezza di tale fiducia nei suoi confronti; voleva essere migliore, in quanto sentiva di non essere abbastanza per lei. Ma la verità era che non ne aveva bisogno: Rey non aveva mai smesso di vedere in lui ciò che era realmente. Lei era sempre riuscita a vedere sotto la sua maschera. Non aveva mai preteso che diventasse qualcuno che non era, ma solo che lasciasse emergere ciò che Ben era veramente.
Solo Ben.

Era per questo che si trovava lì: voleva fare lo stesso anche con Rey, dimostrarle che anche se lei non lo vedeva più, per lui era chiaro chi fosse e chi fosse sempre stata. Questo voleva ricordarle, e lo avrebbe fatto a qualunque costo: era pronto anche a riprendere in mano quella spada laser, se fosse stato necessario, e non avrebbe permesso a nessuno di impedirglielo, nemmeno ad Anakin Skywalker.
In quel momento vide Anakin scagliarsi contro di lui con un potente attacco dall’alto verso il basso con la spada laser, ma lui lo parò prontamente.
“Io sono Ben, sono sempre stato Ben. Non sarò mai un vero Sith e nemmeno un vero Jedi, non cederò mai completamente al Lato oscuro, non è nella mia indole. Questo, forse, mi renderà meno forte di te o della Rey di ora, ma non m’importa. Io prenderò questa spada laser e troverò un modo, un modo per proseguire per la mia strada fino in fondo. Non m’importa se non esiste un’alternativa, io la troverò!”
Le spade laser di Anakin e Ben erano ancora incrociate, quest’ultimo attinse a tutta la sua Forza, sia alla parte dettata dalla determinazione, che quella dalla rabbia. Ma non alla rabbia cieca che aveva guidato Kylo Ren, ma una rabbia razionale, con lo specifico intento di sconfiggere chi aveva davanti o qualsiasi cosa si sarebbe interposta al suo obiettivo. Riuscì quindi a respingere l’attacco di Anakin ed iniziò a contrattaccare senza sosta, per quanto il suo avversario parasse i suoi attacchi, Ben non si fermò finché Anakin, con sua sorpresa, mollò la spada che impugnava, facendola cadere. Utilizzò la mano destra per afferrare il polso di Ben e immobilizzargli il braccio, che stava per colpirlo con la spada laser. Con l’altra attirò, con la Forza, l’altra spada che aveva lasciato cadere, per riattaccarlo. Il colpo sarebbe stato fatale se proprio in quel momento a Ben non fosse venuta in mente una mossa che aveva utilizzato Rey la prima volta che avevano combattuto insieme: lasciò cadere la sua spada laser dalla mano bloccata, con l’altra mano libera, la prese al volo per sferrare un colpo dal basso verso l’alto e contrattaccare la mossa di Anakin. Il colpo fece sbilanciare l’avversario di Ben che mollò la presa e indietreggiò di diversi passi, allontanandosi.
Anakin sembrava sorpreso: i suoi occhi tornano del colore naturale, la sua espressione più serena e la sua lama di colore blu, che disattivò.
“Vedo che hai appreso la lezione, non ho altro da insegnarti, ma hai molto ancora da imparare: nella vita, anche se stai affogando, se non trovi la forza di nuotare, comunque affoghi. Se vuoi vivere devi nuotare sempre, ma sta a te continuare a trovare la forza e la voglia di farlo, definendo la tua strada: nessun’altro può decidere per te”
Non finì la frase, che Ben improvvisamente vide tutto buio. Non poté più, né vedere né sentire Anakin, che gli sussurrò con ritrovato animo sbarazzino.
“Eh già… a quanto pare non sei proprio come me”
Sorrise con aria fiera del proprio nipote.
 cap-7-3
Solo in quel momento Ben si accorse che era ancora sott’acqua con gli occhi chiusi, li riaprì e vide il mare impetuoso che lo spingeva sempre più indietro. Sentiva ancora il fiato mancargli e le forze abbandonarlo: non aveva nemmeno più bene idea di quanto mancasse alla superficie, ma non avrebbe permesso che sarebbe finita così.
Raccolse tutte le forze che aveva, tutta la determinazione che aveva usato per affrontare Anakin, e continuò ad avanzare, bracciata dopo bracciata. L’ultima cosa che avvertì, prima di perdere i sensi, fu qualcosa, o qualcuno che lo afferrò.










 

 


**Angolo Autrice**

Questo è stato un capitolo incentrato principalmente su Ben. Una delle cose che mi sarebbe piaciuta vedere con lui era proprio l’iterazione con i vari personaggi della saga dopo la sua ‘redenzione’, quindi ho provato a rappresentarla al meglio.
Sia Rey che Ben hanno scelto il lato chiaro della Forza in ep IX ma secondo me una delle cose più importanti che ci hanno insegnato entrambi i personaggi è che tutti abbiamo sia un lato chiaro che un lato oscuro, penso quindi che entrambi, nonostante le loro scelte in ep IX, non siano esenti dal lato oscuro, quindi in questa fic ho voluto riproporre per entrambi il tema di questa ambivalenza ancora presente in quanto penso che renda i personaggi molto più “umani”.
In questo capitolo Ben però, per quanto ammetta che in lui il lato oscuro esisterà sempre, a differenza di Rey, decide di non cedergli completamente.
Rey e Ahsoka hanno avuto accesso al “mondo tra i mondi” in un momento di pre/quasi morte, quindi ho pensato ad una situazione simile per Ben per accedervi ed incontrare Anakin. Ammetto che ho sempre sognato un breve dialogo tra i due, ed ora che era possibile ricrearlo in qualche modo, non ho potuto farne a meno di inserirlo! Spero vi piaccia questo incontro/scontro tra nonno e nipote.
All’inizio gli amici di Rey si danno appuntamento alla “Cantina” è una piccola citazione del bar di “Galaxy Edge” nel quale sono stata e che ho trovato molto carino con tanto di droide dj!

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Determinazione ***


Poe, Finn e Rose stavano tornando verso il campo, decisi a vederci più chiaro in quella strana storia.
“Poe, allora che facciamo? Troviamo qualcuno che ci aiuti a inseguire e catturare Ren o cerchiamo prima Rey?”
Chiese Finn, ancora in dubbio su quale fosse la cosa più giusta da fare.
“Finn secondo me…”
Ma non finì la frase perché la risposta alla domanda di Finn si palesò direttamente davanti a loro e sembrava avere anche un’aria alterata.
“Finn, dov’è Ben? Cosa è successo? Cosa ti ha detto?”
Chiese Rey appena arrivata.
“Ehi, dovremmo essere noi a fare le domande: si può sapere come ti possa essere dimenticata di dirci di aver portato qui KYLO REN?”
Lo anticipò Poe, prima che Finn potesse rispondere.
“Non mi sono dimenticata: era una delle cose di cui dovevo parlarvi dopo la riunione. Sapevo quanto fosse importante e non volevo rovinarla!”
Replicò lei. Poe la fissò con aria contrariata e sguardo implacabile.
“Che tu abbia deciso di andare, facendo di testa tua, in una missione che non avevamo autorizzato, avrebbe potuto essere una cosa di cui poter discutere dopo, NON il fatto che tu abbia portato nella base della Resistenza, il Leader Supremo del Primo Ordine!”
Rey a volte odiava la testardaggine di Poe che, come in quel momento, le faceva perdere la testa! Ma si costrinse a fare un respiro e a calmarsi: doveva assolutamente scoprire cosa Ben avesse detto loro e capire come avrebbe dovuto comportarsi di conseguenza. Fece appello al senso di sicurezza e determinazione che aveva ritrovato in sé da quando aveva sprigionato il suo lato oscuro, quindi sul suo viso ricomparve un’espressione fredda e calma.
“La riunione del Nuovo Consiglio era molto importante, ne dipendeva il futuro di tutti noi! Avevo lasciato Ben sul pianeta che avevamo visitato in missione, gli avevo detto di restare lì finché non vi avessi raccontato tutto. Ma, a quanto pare, ha fatto di testa sua! Ora, potete per favore spiegarmi cosa è successo e cosa vi ha detto?”
“Ci ha detto che ti è successo qualcosa e che adesso hai ceduto al lato oscuro della Forza, o qualcosa del genere… e che quindi non sei in te ed è pericoloso darti un ruolo nel Consiglio in queste condizioni”
Le rivelò Finn.
“È vero?”
Le chiese Poe.
“Certo che no! Cos’è, adesso credete di più a lui che a me?”
“Ovvio che no, sennò non saremmo nemmeno qui a parlarne!”
Rispose prontamente Finn.
“Ma è anche vero che sei stata tu stessa a dirci di fidarci di lui: hai insistito anche per portarlo con te in missione!”
Puntualizzò Rose, ricordandole i recenti eventi. A Rey parve strano: tutte quelle cose accadute sembravano durare da un’eternità. Era difficile pensare che invece fossero passati nemmeno un paio di giorni da quando si erano verificate.
“E infatti mi fidavo di lui… ma oggi ha tradito questa fiducia venendo qui, al contrario di come gli avevo detto di fare! Inoltre, da quando l’ho riportato tra noi, continua a credere in questa cosa assurda che io sarei diversa e che questo possa essere un pericolo: niente di più sbagliato! Non mi sono mai sentita così bene, semplicemente non accetta che io possa avere cambiato idea su alcune cose… ironico dato che io invece ho creduto senza remore nel suo cambiamento, non trovate?”
La sua voce era fredda e tranquilla, come se stesse raccontando una verità assoluta. Tale stato d’animo era stato determinato dalla ritrovata convinzione che comunque gli eventi visti si sarebbero avverati e che quindi forse anche quella conversazione avrebbe portato a realizzare quell’inevitabile destino, in qualche modo. D’altronde i suoi amici non avevano motivi di credere più a Kylo Ren piuttosto che a lei: era sicura di avere la situazione in pugno, non ci sarebbe voluto ancora molto per convincerli.
“Quindi confermi che non dobbiamo fidarci di lui?”
Le chiese Finn, ancora incerto su quell’intera faccenda.
“Ha tradito la mia fiducia, ma non ancora del tutto. Per questo voglio trovarlo e restare da sola con lui: ho bisogno di capire se posso convincerlo a seguirci o se invece… l’ho perso per sempre…”
 cap-8-4
Pronunciò le ultime parole con evidente e improvvisa esitazione, come se una parte di lei non volesse nemmeno considerare la possibilità che si realizzasse.
“In tal caso, cosa hai intenzione di fare?”
Perché continuavano a farle tutti domande del genere?
“In tal caso, lo arresteremo. Così avrà tutto il tempo necessario per riflettere sulle sue decisioni”
Si limitò a dire, ma fu nuovamente Poe ad intervenire.
“In tal caso la decisione sul suo destino dovrà essere rimessa al Nuovo Consiglio, vorrai dire!”
“Certo, ed è quello che intendevo Poe! Ti ricordo che anche io ne faccio parte: sono sicura che il Nuovo Consiglio delibererà il meglio per tutti noi”
Era convinta che quello fosse esattamente ciò che Poe volesse sentirsi dire in quel momento, ma non riuscì a cogliere dall’espressione sul suo volto se avesse fatto davvero centro.
“Quindi tu cosa proponi di fare?” le chiese Rose “dobbiamo avvertire anche gli altri membri della Resistenza e farlo cercare?”
“Ditemi da che parte è andato e cercherò di inseguirlo io, devo assolutamente trovarlo prima che crei altri problemi, voi restate qui”
“E noi non dovremmo fare nulla? Sarebbe molto più efficiente dividerci e farci aiutare dagli altri!”
Le fece osservare Poe.
“Efficiente? Vi ricordo che parliamo dell’ex Leader Supremo del Primo Ordine: ci sono molti che non capirebbero le motivazioni di una missione simile, per non parlare del pericolo che potrebbe rappresentare. Infondo se non ha fatto ciò che gli avevo detto io, non so fino a che punto si potrebbe spingere con persone che non conosce… non voglio rischiare la vita di nessuno di voi. Finn gli ha sparato e penso che adesso non sarebbe molto collaborativo con nessuno della Resistenza”
“Aspetta: come fai a sapere che gli ho sparato?”
“Come vi avevo spiegato, siamo connessi dalla Forza e in quel momento lo avevo visto davanti a me e lo stesso valeva per lui”
Finn pensò che, forse, questo spiegava in parte il comportamento strano che aveva mostrato Ren in quell’occasione, ma le cose ancora non gli tornavano del tutto.
“Se esistesse questa ‘connessione’ non potresti usarla ora per sapere esattamente dove si trova?”
Replicò perplesso.
“Non è così che funziona: a volte la Forza ci connette anche se lontani, ma non decidiamo noi quando. E se anche riuscissimo a connetterci di nostra volontà, non potrei vedere dov’è. A meno che non me lo dicesse lui… cosa che dubito farebbe al momento, essendo in fuga anche da me!”
Finn più veniva a conoscenza della Forza e più pensava che fosse un concetto immensamente complicato, più cercava di approfondirlo e più apprendeva nuove cose, sempre più contorte.
“In qualunque caso perché dovremmo rischiare la tua vita lasciandoti andare da sola? Non esiste: veniamo con te!”
Propose lui, avanzando con decisione, ma Rey scosse la testa.
“Posso cavarmela benissimo da sola: i miei poteri sono molto più forti dei suoi. Se dovessi pensare anche a difendervi mi sareste più di impiccio che altro, come a Kef Bir”
Gli ricordò quando l’ex assaltatore aveva deciso di testa sua di seguirla, risultando effettivamente solo d’intralcio allo scontro di lei con Kylo Ren, dato che oltre a combattere aveva dovuto pensare anche ad allontanarlo dallo scontro con l’uso della Forza.
“Rey… quella volta io avevo percepito in te un conflitto… volevo aiutare…”
Balbettò lui evidentemente in imbarazzo a quel ricordo. Ma la ragazza gli posò la mano sulla spalla.
“E’ tutto ok Finn, alla fine è andata comunque bene. Ma evitiamo di rischiare ancora: da che parte è andato?”. Sconfitto ormai verbalmente dalla sua amica, Finn le indicò la direzione verso cui era scappato Ben. “Grazie della fiducia, vi assicuro che è ben riposta! Userò il comlink per aggiornarvi sulla situazione, promesso!”
“Rey aspetta…”
Provò a dire Rose, ma era evidente che nemmeno lei sapesse bene cosa dire. La sua amica quindi, l’anticipò.
“Di qualunque cosa si tratti ne parleremo dopo alla Cantina, offrirò io per farmi perdonare! A dopo”
Si incamminò a passo veloce nella direzione indicata, salutandoli. Si sbrigò il più possibile prima che qualcuno di loro potesse ripensarci.




Quando Ben riprese coscienza, di istinto alzò il busto ed iniziò a tossire fuori tutta l’acqua che gli era entrata nei polmoni. Contemporaneamente respirò affannosamente, cercando di riprendere l’aria che gli era mancata.
Non fece in tempo a prendere coscienza di cosa stesse accadendo che fu travolto dalle urla di rimprovero di Chewbecca.
“Hai, ragione… è stato avventato da parte mia, ma sto bene… visto?”
Cercò di sembrare il più tranquillo possibile, ma in realtà si sentiva vivo per miracolo. Chewbe continuò a fissarlo, scuotendo la testa con disapprovazione.
“Almeno hai trovato quello che stavi cercando?”
Ben, in un attimo di panico, temendo di averla perduta, cercò la spada laser e constatò che, con suo sollievo, era riposta accanto a lui: annuì quindi indicandola, anche se iniziava a pensare di aver trovato anche ben altro in fondo a quel mare.
Chewbe fissò la spada laser, quindi emise dei grugniti di protesta che stavolta Ben non riuscì a tradurre. Il Wookiee gli lanciò quindi un asciugamano. Il ragazzo lo ringraziò in quanto, in effetti, era fradicio.
Chewbe tornò nella cabina di pilotaggio dicendogli di prendersi il tempo che gli serviva per ristabilirsi, Ben non fece storie in merito: ne aveva davvero bisogno. Si avvolse nell’asciugamano, prese la sua arma in mano e la osservò: le spade laser erano fatte con materiali resistenti all’acqua, quindi avrebbe dovuto funzionare ancora senza problemi. Nutriva buone speranze in merito: infondo non sembrava corrosa. La sfregò con il lembo dell’asciugamano per asciugare il grosso, per il resto avrebbe aspettato che fosse più asciutta prima di attivarla, giusto per sicurezza.
Proprio in quel momento, sentì vivamente la connessione con Rey, quindi si voltò per vederla davanti a lui. La sua espressione e i sentimenti che percepiva da lei lo sorpresero: sembrava sconvolta e aveva gli occhi lucidi.
“BEN! Che fine hai fatto? Per qualche momento non ti ho più percepito tramite il nostro legame, hai idea di quanto mi sia preoccupata? Dove sei? E perché sei… bagnato?”
Disse con un tono misto tra il preoccupato e l’arrabbiato, mentre passò velocemente la mano sulla guancia per asciugare una lacrima che a quanto pare aveva rigato il suo viso.
“Quindi eri preoccupata per me?”
“Ovviamente lo ero! Vuoi dirmi cosa diavolo ti è saltato in mente?”
A Ben dispiaceva l’averla fatta preoccupare, ma allo stesso tempo la cosa lo faceva ben sperare sul fatto che potesse avere ragione e che il suo piano avesse ancora una possibilità.
“Rey, dobbiamo parlare! Vediamoci ad Exegol”
Disse di getto, con decisione.
“Su Exegol? Perché vuoi andare lì?”
Aggrottò la fronte, non capendo il perché di quella richiesta.
“Rey, fidati di me! Ritroviamoci dove tutto era finito”
“Sei tu che non ti fidi più di me, mi sembra! Perché sei andato ad Ajan Kloss senza dirmi nulla? Perché hai affrontato Finn e Poe da solo? Perché adesso sei chissà dove e rischi la tua vita senza dirmi nulla? Perché ti ostini a non vole…” si bloccò perché solo in quel momento notò la spada laser in mano a Ben “ma quella è la tua vecchia spada laser… cosa hai intenzione di farci?” chiese con aria improvvisamente sospetta.
“Rey non è come credi…”
Provò a spiegare lui, ma lei lo interruppe prontamente.
“Non vorrai usarla contro di ME!”
“Rey, se è vero che tieni a me, devi fidarti! Vieni stasera su Exegol e ti spiegherò tutto, voglio parlare con te: non possiamo più rimandarlo e lo sai anche tu”
“Accetterò questo tuo assurdo incontro ma solo per dimostrarti che l’unico che continua a scappare sei TU!”
Replicò lei con ritrovata freddezza, quindi il collegamento tra i due si interruppe bruscamente.
Una parte di lei era veramente felice che Ben stesse bene, quando non lo aveva percepito più tramite il loro legame, aveva temuto di averlo perso un’altra volta e di dover rivivere di nuovo tutta la disperazione e quel senso di vuoto che aveva provato dopo gli eventi della sua dipartita. Ma allo stesso tempo, un’altra parte di lei stava ribollendo di collera per il modo in cui lui si stava comportando e per l’ostinazione che sembrava avere nell’ostacolarla e nel non fidarsi più di lei. Sentiva come se il loro legame adesso non fosse più come prima, non perché fosse cambiato ma perché loro erano cambiati, come se non fossero più in perfetta sintonia come in precedenza.
Amareggiata attivò il comlink per comunicare con i suoi amici.
“Finn, Poe, Rose… mi sentite?”
“Sì, ti sentiamo! Hai novità?”
“Ho trovato Ben, lo incontrerò su un altro pianeta appena si farà sera, quindi non penso sia più una minaccia per la base della Resistenza, probabilmente non è già più qui. Prendo l’X-Wing che era di Luke e andrò lì”
A quell’affermazione seguirono attimi di silenzio da tutti e tre. Fu Rose a romperlo, temendo che Rey chiudesse la conversazione.
“Aspetta: lì, dove?”
“Non ha importanza: devo sbrigarmela io, ma vi prometto che per qualsiasi evenienza vi ricontatterò”
“So cosa hai detto prima, ma è troppo rischioso, se davvero Kylo Ren è imprevedibile come dici. Possiamo provare ad escogitare un’alternativa più efficace… insieme!”
Propose Poe, cercando di farla ragionare.
“Non ti preoccupare ho la situazione perfettamente sotto controllo: sono una Jedi e sono molto più potente di chiunque altro adesso. Lui non mi fermerà, nessuno può farlo… una volta mi hai chiesto perché mi allenassi tanto se non potevo essere utile attivamente alla causa, ed avevi ragione: allora ero debole ed insicura, ma ora che ho consapevolezza del mio potere ed ho il Nuovo Consiglio dalla mia parte, riporterò la pace nell’intera galassia e non avremo più nessuna guerra da combattere. Questo è solo uno dei primi passi e non ho nessuna intenzione di sbagliarlo, quindi tranquilli: tornerò da voi appena sistemata la questione”
Quelle parole, prive della più minima incertezza, lasciarono tutti e tre senza fiato abbastanza a lungo da far interrompere a Rey definitivamente la chiamata. Gli amici si guardarono tra loro con aria tanto perplessa, quanto stupita.
“Pensate che come pianeta possa trattarsi di Exegol? Ren intenderà attenersi al piano che ci ha proposto anche senza di noi? Sempre che ci abbia detto la verità…”
Chiese interrogativo Poe, incrociando le braccia al petto pensieroso. Ma invece di una risposta, ricevette da Finn un’altra domanda.
“A proposito Poe… come mai non le hai accennato di quello che Ren ci ha detto di Exegol, né adesso né prima?”
“Ehi! Non guardate me: mi sembra che nemmeno voi abbiate detto nulla in merito!”
“Già… magari ci è solo sfuggito di mente…”
Ipotizzò Finn con tono poco convinto.
“E se non ci fosse ‘sfuggito di mente’?”
“Cosa intendi Rose?”
“Tutti noi vogliamo bene a Rey e ci fidiamo di lei, sicuramente molto più di Kylo Ren. Sono sicura che fosse sincera in merito alle sue intenzioni e nel volerci proteggere, come avete detto anche voi non mi sembra abbia istinti omicidi o cose simili…” sospirò, cominciando a fare avanti indietro nervosamente mentre parlava ad alta voce “… ma è anche vero che qualcosa di diverso rispetto al solito c’è nel suo modo di porsi e nelle sue parole: mi chiedo se sia possibile che una persona possa cambiare così tanto in un paio di giorni!”
“Se stai suggerendo di dare retta a Ren, a quel punto, non pensi che sarebbe come credere che fosse possibile che invece lui possa essere cambiato in così poco tempo?”
Obiettò Finn.
“Non è quello che volevo suggerire… è solo che, forse, una parte di noi non è proprio, del tutto, convinta. Tu che ne pensi, Poe?”
“Ren non lo conosciamo se non per le terribili atrocità che ha commesso. Fidarsi ciecamente di una sua improvvisa redenzione sarebbe folle. Rey la conosciamo e ci fidiamo di lei, ma forse è proprio per questo che c’è qualcosa che non ci convince nel suo atteggiamento… siamo in una situazione abbastanza di stallo, ma forse c’è una verità che non abbiamo considerato… o meglio che abbiamo negato a noi stessi. Ma, probabilmente, è arrivato il momento di valutarla insieme, per decidere cosa fare”




Ben sospirò pensieroso, mentre fissava la spada laser: convincere Rey non sarebbe stato facile e la conversazione di poco prima lo dimostrava. Ma era la sua ultima speranza e non l’avrebbe lasciata sfumare facilmente. Erano atterrati momentaneamente sulla terra ferma, avevano ancora tempo, quindi decise di ascoltare i consigli di Chewbe e di farsi una doccia calda: non voleva rischiare un malanno proprio adesso. Quindi si lavò e si mise dei vestiti puliti, li cercò tra alcuni che erano appartenuti a suo padre che erano rimasti lì… l’idea non lo allettava particolarmente ma non aveva molta scelta, quindi selezionò quelli più anonimi, che gli potessero andare. Una volta pronto riprese la sua arma e tornò alla cabina di pilotaggio, rassicurò il Wookie sul fatto che stesse bene e che fosse pronto, quindi partirono per Exegol.
Il viaggio non durò molto e nei momenti in cui poteva essere inserito il pilota automatico, Ben chiuse gli occhi in una specie di meditazione, con la spada laser in mano, cosa che fece chiedere a Chewbe cosa stesse facendo.
“Cerco di fare la stessa cosa che feci tempo fa, ma in modo inverso… ancora non ci sono, però: mi serve maggiore concentrazione”
Riaprì gli occhi ed aiutò il Wookiee nella manovra di atterraggio. Il fatto di essere di nuovo su Exegol un po’ lo innervosiva ma decise di non darci importanza: aveva ben altro a cui pensare. Prese quindi la sua spada laser e si chiuse in una cabina per continuare a provare quanto non era riuscito a fare in volo, infondo il sole stava ancora tramontando: c’era tempo.
Aveva scelto come stanza la cabina che utilizzava da piccolo, le volte in cui saliva sul Falcon. Non era enorme, ma la trovava accogliente e forse avrebbe potuto aiutarlo nel suo intento: chiuse gli occhi, con la spada in mano, e si concentrò cercando di isolarsi da tutti gli eventi e le emozioni negative che lo avevano pervaso ultimamente, concentrandosi invece su tutto ciò che gli aveva scaturito pace ed emozioni positive. Ripensò a tutti i ricordi felici che aveva vissuto da piccolo con i suoi genitori, con Chewbe, compreso il perdono che gli aveva concesso poco prima, e a Rey: dal loro primo incontro, i sentimenti che aveva provato ogni qualvolta si erano visti, nuovamente, cambiavano e crescevano. Ricordava perfettamente le sensazioni indescrivibili che aveva provato la prima volta che le loro mani si erano sfiorate, si erano poi allontanati e ricongiunti così tante volte… finché nella battaglia di Exegol si erano finalmente trovati. Il loro legame, quel giorno, era stato più forte che mai. Fino a che lei aveva fatto la cosa più inaspettata: ovvero lo aveva baciato. In quel momento niente aveva avuto più importanza e si era sentito felice come non mai.
Chewbe attese diversi minuti, finché non si iniziò a chiedere cosa stesse facendo lì dentro. Vigeva un silenzio tombale. Dopo un’ulteriore attesa, decise che era stufo di aspettare e si avvicinò quindi alla stanza, quando, improvvisamente, tramite le fenditure della porta, la vide illuminarsi come se fosse stata colpita da dei fulmini.
Spaventato, entrò chiedendo a Ben se fosse tutto ok. Lo ritrovò seduto a gambe incrociate sul letto ed un’espressione calma sul volto, la luce vista prima sembrava essere stata scaturita dalla spada laser che aveva in mano o meglio da qualcosa al suo interno.
“Penso di esserci riuscito: è il momento della verità!”
Impugnò la sua arma, che in quell’istante non emise più alcuna luce, l’attivò e, con sorpresa di Chewbe, la lama era sempre tremolante ma il colore non era più rosso, bensì bianco. Sul volto di Ben si dipinse un’espressione soddisfatta.
“Come hai fatto?”
Chiese il Wookiee stupito.
“Tempo fa utilizzando i miei sentimenti di odio e rabbia ho corroso il mio cristallo di kyber facendolo diventare rosso, anche se nel processo il cristallo si incrinò, motivo per cui il laser è tremolante. Adesso ho fatto esattamente l’opposto: ho incanalato in esso tutti i miei sentimenti positivi… ed ecco qui!”
Testò la spada agitandola leggermente e facendola rigirare sul palmo: sembrava compiaciuto del risultato ottenuto, quindi, la spense.
“Adesso possiamo tornare nella sala di pilotaggio, da lì avremo una migliore visuale”
Fecero quindi come aveva detto e si rimisero a sedere ai loro posti. Ben iniziò a fissare pensieroso ora il paesaggio cupo del pianeta, ora la sua spada disattivata, che faceva girare tra le sue mani come una specie di scaccia pensieri. Il cielo sembrava sempre più scuro e nuvoloso, come se dovesse piovere da un momento all’altro… ironico, sembrava riflettere il suo inquieto stato d’animo.
“Quando arriverà Rey la vedremo o al massimo io potrò percepirla. Devo parlarle Chewbe, è l’unico modo in cui posso provare a salvarla da sé stessa… ma devo affrontarla da solo. Voglio che tu resti a fare la guardia al Falcon in mia assenza”
Le sue parole d’un tratto erano distaccate e decise. Chewbe sgranò gli occhi perché aveva già visto quella stessa determinazione, quello stesso sguardo tempo fa… in suo padre. Allora lo aveva lasciato fare come voleva e lo aveva perso, stavolta non aveva intenzione di farlo di nuovo.
“Non esiste. Vengo con te!”
Ben apprezzò la proposta del Wookiee ed infondo era anche lui un amico di Rey, forse lo avrebbe potuto in parte aiutare col suo piano originario, ma proprio perché teneva a lui, non voleva rischiare. Rey sembrava essere ormai imprevedibile e Chewbe aveva già fatto fin troppo per lui dandogli fiducia: il minimo che potesse fare per ripagarlo, era non fargli rischiare la vita.
“Chewbe, è una cosa che devo fare io. Rey mi ha aiutato a scoprire chi sono veramente e ora tocca a me fare lo stesso. Tengo davvero a lei e non le permetterò di rovinare tutto ciò che ha, come ho fatto io. Farò tutto quello che posso ed è proprio per questo che ho bisogno che tu stia qui. Se dovessi fallire, voglio che tu torni alla base della Resistenza e avverta loro del pericolo che potrebbe rappresentare Rey. A te crederanno”
Il Wookiee sospirò amareggiato: quel ragazzo dimostrava di avere la stessa determinazione di suo padre e nonostante sembrasse consapevole di rischiare la propria vita, non aveva la minima intenzione di esitare. Avrebbe voluto provare a fermarlo, come avrebbe voluto fare con Han quando aveva deciso di parlare con suo figlio. Ma ora, come allora, sapeva che niente avrebbe potuto fargli cambiare idea. Prese quindi una piccola agenda rovinata e la porse a Ben.
Il ragazzo la fissò incuriosito: aveva la custodia in pelle logorata dal tempo, la aprì e si sorprese nel trovare una foto dei suoi genitori, suo zio Luke e Chewbe quando erano più giovani.
Il Wookiee gli spiegò che lì aveva trascritto tutti i ricordi più belli che aveva con i suoi amici, che considerava come una famiglia e che portava sempre con sé, in quanto lo confortava nei momenti più bui… anche se ora loro non c’erano più: grazie a quei ricordi li sentiva come se fossero ancora vivi, accanto a lui, a fargli forza.
Ben sfogliò l’agenda, passando velocemente lo sguardo sugli eventi riportati. Alcuni gli risultavano nuovi e lo incuriosivano, mentre altri li riconobbe, in particolare uno attirò la sua attenzione.
“Ehi, aspetta: allora è vero che mio padre ha percorso la rotta di Kessel in meno di 12 parsec?”
Era convinto che fosse una delle esagerazioni con cui a volte suo padre amava dipingere le sue storie, ma Chewbe annuì confermandogli che era realmente accaduto. La cosa gli fece abbozzare un sorriso. Continuò quindi a sfogliare le pagine di quei ricordi, quando qualcosa cadde dalle pagine dell’agenda. Era un’altra foto ma sembrava molto più stropicciata della precedente, la raccolse e rimase colpito da chi ritraeva: era Chewbe, che teneva in braccio un bambino. Ma non uno qualunque: si trattava proprio di lui quando era più piccolo.
 cap-8
“Ma questi… l’hai tenuta per tutto questo tempo?”
Disse senza parole, trovando assurdo che l’avesse portata con lui, anche quando tutti ormai pensavano fosse perduto come Kylo Ren.
“La foto è stropicciata perché dopo la morte di tuo padre la volevo buttare, sicuro che quel Ben che Han voleva vedere in te a tutti i costi, non ci fosse più… ma nemmeno allora riuscì a farlo” prese la foto dalla mano di Ben e la osservò “forse una parte di me voleva ancora credere che Han avesse ragione, nonostante tutto. Oggi sono contento di poter constatare che è proprio così”
“Ne sei convinto? Mi sento così diverso da quel bambino di un tempo”
“Certo. Ricordo quel giorno: ne avevi combinata una delle tue e Han era furioso, presi le tue difese e tuo padre se ne andò bofonchiando qualcosa sconfitto, quindi tu mi abbracciasti e mi chiamasti per la prima volta ‘zio Chewbe’. Leila, che aveva assistito alla scena, decise di immortalare il momento con una foto” ripose con cura la foto nel suo posto tra le pagine dell’agenda. “Sei cresciuto parecchio da allora, ma il tuo cuore è ancora tanto forte e vivace… ma anche buono, proprio come allora!”
“Lo spero!”
Ammise lui, ma contento delle parole che gli aveva rivolto Chewbe. In quel momento, però, avvertì precisamente qualcosa. “È Rey! Non è lontana, sta atterrando. Devo andare, Chewbe…” Non sapeva esattamente cosa dire, non sapeva nemmeno se sarebbe tornato. Eppure, c’erano così tante cose di cui avrebbe voluto continuare parlare con lui…
“Resto qui solo perché sei una testa dura peggio di tuo padre… facciamo così: quando tornerai potrai chiamarmi di nuovo zio Chewbe… ok?”
Ben gli rivolse un sorriso.
“Grazie!”
Si limitò a dire, quindi si incamminò verso il luogo dell’ultimo scontro con Palpatine.




Rey atterrò su Exegol con l’X-Wing. Ebbe una strana sensazione non appena scese sul suolo del pianeta: era circondata dai detriti e dai segni dell’ultima battaglia che si era svolta lì, ma più si avvicinava alla sala del trono e più riaffioravano vividi tutti i ricordi legati ad essa.
Del trono oscuro o di tutto ciò che lo circondava non era rimasto molto, era un cumulo di macerie ma percepiva ancora vivido e prorompente in quel posto il potere della Forza. Infatti, anche quello, come Anch-to, era un punto in cui la Forza vergeva, anche se più precisamente lo era nel lato oscuro di essa. Sentiva i suoi poteri fremere irrequieti e forti in maniera anomala in quel luogo, come se reagissero e fossero allo stesso tempo incitati da ciò che ne presidiava. Anche se non era sicura che il suo stato fosse dovuto solo a quello.
Arrivò davanti al luogo di cui riportava più vivamente i dettagli, perché lo aveva rivisto spesso da quel giorno nella sua mente, nei suoi sogni o nei suoi incubi: il posto dove Ben aveva donato la sua energia vitale per lei, dove si erano finalmente ritrovati, ma anche dove lo aveva perso immediatamente dopo.
Adesso Ben era proprio lì in piedi che la aspettava, ma era diverso rispetto all’ultima volta in cui si erano incontrati lì per affrontare insieme il nemico. Adesso, percepiva da lui solo tensione.
“Eccomi Ben, come avevi chiesto! Adesso vuoi dirmi come mai siamo qui?”
“Siamo qui perché questo posto è stato importante per entrambi e spero che questo possa aiutarci”
“Aiutarci a cosa, Ben? Abbiamo già tutto quello che ci occorre: tu sei di nuovo qui, i miei poteri sono più forti che mai, ho il Nuovo Consiglio dalla mia parte, quello che resta del Primo Ordine e dei seguaci di Palpatine sono pochi e deboli ormai, questo è il momento giusto di imporsi. Anche i miei amici sono dalla mia parte: se sarai al mio fianco, anche se magari non immediatamente, sono sicura che impareranno anche loro a fidarsi di te. È tutto così perfetto, non riesco davvero a capire cosa tu abbia ancora contro tutto questo!”
Replicò lei, mentre avanzava verso di lui.
“Rey, non puoi continuare a fingere che vada tutto bene. Da quando hai ceduto al lato oscuro sei diversa, sei arrivata anche a colpirmi con i fulmini di Forza e ad abbandonarmi su un pianeta sconosciuto e le cose peggioreranno sempre di più”
“Quindi la Rey di prima poteva commettere degli errori e glieli perdonavi senza problemi, mentre adesso mi basta fare uno sbaglio e solo perché ho ceduto al lato oscuro devo essere condannata? Sempre se si possa parlare di sbaglio, si intende: direi piuttosto che sono stata costretta a farlo, vista la tua ostinazione e completa mancanza di fiducia nei miei confronti!”
Insistette, con convinzione.
“La mia non è mancanza di fiducia, so bene a cosa può portare il lato oscuro e non voglio che accada a te”
“Ma è proprio perché lo sai che mi aspettavo più comprensione da parte tua. Io ho sempre avuto fiducia in te, anche quando hai commesso azioni imperdonabili”
“Tu hai avuto comprensione perché credevi che non fossi perduto per sempre e lo stesso penso io adesso di te”
Rey sbuffò esasperata.
“Non c’è nulla da salvare, Ben: la Rey di prima era debole e governata dalla paura, la Rey di adesso è forte e può davvero fare la differenza. Lo so che hai paura ma non dovresti averla: la Forza ha bisogno di equilibrio, di luce e ombra. Adesso, grazie a noi la Forza è nuovamente in equilibrio, adesso sono esattamente quello che dovrei essere” si avvicinò ancora, allungando un braccio verso di lui fino a sfiorargli la guancia con il dorso della mano. “Finché io sarò nel lato oscuro e tu sarai al mio fianco, la Forza sarà in equilibrio e quindi non dovremo più temere altre minacce”
Ben scostò leggermente il viso per annullare il contatto tra loro.
“E’ solo una bugia che ti racconti: se ti assecondassi davvero dovrei appoggiare e compiere le tue stesse azioni, il che porterebbe anche me al lato oscuro, ovvero al disequilibrio, secondo il tuo ragionamento”
Rey alzò un sopracciglio, sopprimendo una risata.
“Questo perché non riesci a vedere il quadro nel suo insieme. Quando ho toccato la riproduzione del trono dei Sith ho avuto una visione, la stessa che ho avuto tempo prima, ovvero noi due su quel trono: entrambi avevamo abbracciato il lato oscuro della Forza, eppure ho percepito equilibrio in essa. La Rey di prima non ne aveva capito il motivo e ne aveva avuto paura, per questo ha provato ad ucciderti a Kef Bir: si illudeva di poter fare in modo che quello che aveva visto non si avverasse, ma nemmeno lei ci è riuscita. Questo perché più cercherai di cambiare quello che hai visto e più ti imbatterai proprio in quel destino, io ora l’ho capito” Ben sussultò a quelle ultime parole, così simili a quanto gli aveva detto Anakin… parole a cui si rifiutava di credere “…ho capito anche quell’equilibrio in quella visione: probabilmente sarà determinato dalle azioni che compiremo. Non useremo il lato oscuro per il nostro tornaconto, ma solo per portare pace nella galassia, è questo quello a cui siamo destinati! Quindi basta avere paura, basta scappare”
Tese nuovamente la mano a Ben con lo sguardo fisso in quello di lui. L’espressione di Rey, ancora una volta, non lasciava trapelare il minimo dubbio: sembrava pienamente convinta di quanto affermava. Lui non seppe dire se fosse perché ci credesse veramente o perché volesse solo disperatamente farlo… sapeva solo quello che lui voleva fare: allungò la sua mano verso quella di Rey, sperando di attirare tutta la sua attenzione su quel gesto, mentre di nascosto con l’altra tentò lentamente di afferrare la spada laser che portava legata in vita.
Il suo tentativo fallì miseramente quando, inaspettatamente, dalla mano di Rey scaturirono dei fulmini di Forza che gli pervasero il corpo provocandogli dolore ovunque e facendolo ricadere ansimante a terra sulla schiena. Rey si accovacciò su di lui, attivò la sua arma dalla lama scarlatta e la tenne conficcata a terra a poca distanza dal suo corpo.
 cap-8-2
“Pensavi che non me ne sarei accorta? Non sono mica debole come Snoke. Siamo una Diade, ricordi? Inoltre questo posto è un punto di vergenza del lato oscuro della Forza, qui i miei poteri sono amplificati: ho percepito subito le tue vere intenzioni. Penso che tu abbia scelto male il nostro punto di incontro, mio caro”
La sua voce era glaciale e spietata, nuovamente delusa dall’ostinazione di Ben.
“N-non cederò al lato oscuro… la tua visione… non si avvererà!”
Sibilò lui con la voce smorzata dal dolore che ancora sentiva pervadergli il corpo.
“Ancora sei così cieco davanti alla realtà? Quello che ho visto si avvererà eccome, forse hai solo bisogno di un ulteriore incentivo…”
Riavvicinò la mano libera a lui intenzionata ad utilizzare nuovamente i fulmini di Forza, ma una presenza alle sue spalle e una voce la bloccarono.
“Rey, adesso basta!”
Conosceva quella voce, sapeva bene a chi appartenesse, solo che non aveva idea di come potesse spiegare la sua presenza lì.







 


**Angolo Autrice**
In questo capitolo sia Rey che Ben sono determinati e decisi a perseguire le loro convinzioni su fronti opposti. Dove li porterà tutto ciò?
Il passato di Ben mi ha sempre incuriosita e spero che prima o poi gli dedichino una serie, perché secondo me merita molto, da quello che ho letto da piccolo Ben chiamava Chewbe ‘zio’, quindi ho deciso di inserire questo dettaglio, inoltre nel fumetto dell’ascesa di Kylo Ren, Ben trasforma il suo cristallo in rosso utilizzando i suoi sentimenti di odio incrinandolo. Ho quindi ipotizzato che qui facesse l’opposto come ha fatto Ahsoka per guarire il suo cristallo.
A chi pensate appartenga la voce alla fine?

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ricordi ***


Rey si voltò e vide davanti a lei il proprietario di quella voce sottoforma di fantasma della Forza, ovvero il suo precedente maestro Luke Skywalker. Si stupì che lui potesse materializzarsi in quel luogo di vergenza del lato oscuro della Forza.
“Non mi dire, è forse stupore quello? Pensavo ti fossi appena dichiarata un’esperta dell’equilibrio nella Forza, dove è finita la tua ritrovata sicurezza adesso?”
Chiese lui con la sua proverbiale calma ed ironia che lo distingueva. Rey si alzò disattivando la sua spada laser, sapeva sarebbe stata inutile contro di lui, quindi si avvicinò al suo vecchio maestro con aria di disprezzo e crescente collera nei suoi confronti, lasciando Ben ancora inerme a terra.
“TU, come osi TU mostrarti qui a me, adesso, facendomi la predica? Dov’eri quando ho invocato aiuto in preda alla disperazione dopo la battaglia di Exegol? Se non volevi che cedessi al lato oscuro perché non mi hai fermata prima? Perché non mi hai consigliata diversamente?”
“Mi avresti ascoltato?”
“Immagino che non lo sapremo mai adesso! Ma non mi sorprende: è la tua specialità startene in disparte quando le cose si fanno complicate. Se non fosse stato per me, adesso tu saresti ancora su quel remoto pianeta, mentre Palpatine ed il Primo Ordine probabilmente avrebbero riconquistato la galassia indisturbati”
“Allora hai deciso di prendere tu il loro posto per farmi un torto? Il lato oscuro ti ha resa, quindi, immatura oltre che incosciente, a quanto pare”
Rey sentì la collera ribollirle nelle vene a quelle parole.
“C’è una profonda differenza tra me e Darth Sidious: io salirò sul trono dei Sith per riportare la pace nella galassia, i miei amici saranno dalla mia parte, Ben cederà al lato oscuro e tutto ciò preserverà l’equilibrio nella Forza”
“Incredibile, tutto quello che hai detto è sbagliato: non c’è nessuna differenza in questo momento tra te e Darth Sidious. Entrambi agite nel lato oscuro pensando di portare la pace nella galassia; tu non salirai su quel trono; i tuoi amici non saranno dalla tua parte in questo assurdo piano; Ben non cederà di nuovo al lato oscuro e niente di questa follia che descrivi potrebbe portare ad altro, se non al caos nella Forza”
“Quello che è incredibile è che tu sia ancora così presuntuoso da pensare che la tua visione limitata ed ipocrita del bene e del male possa avere qualche effetto su di me”
“E come mai sei così convinta che tutto andrà esattamente come te lo immagini?”
“Ho avuto delle visioni, tutte si sono avverate finora e l’interpretazione che ti ho dato è l’unica che potrebbe far combaciare tutti i pezzi”
Luke si fece scappare una lieve risatina a quelle parole.
“Adesso chi è ad avere una visione limitata? Le visioni non si realizzano sempre come ci aspettiamo, servono per prepararci, non per controllarci”
Rey aveva pensato a tutte le interpretazioni possibili di quella visione, ma tra di loro non ce n’era nessuna che avrebbe ritenuto accettabile, ad esclusione di quella che intendeva realizzare.
“Quindi sei tu l’esperto adesso? Bene allora sentiamo: come pensi di provare a fermarmi?”
“Oh, ma io non posso provare a fermarti… ma loro sì!”
Con un cenno della testa indicò qualcosa alla sua destra e solo allora Rey vide e si rese conto della presenza dei suoi amici: Poe, Finn e Rose.
Riportò per qualche istante nuovamente lo sguardo su Luke ma proprio così come era apparso era nuovamente sparito, come se non fosse mai stato lì. Volse quindi la sua attenzione sulle tre figure dei suoi amici.
“Come mai siete qui? E da quanto tempo?”
“Ren ci aveva accennato di volerti incontrare qui e siamo arrivati da abbastanza tempo per constatare che è vero che non sei più in te”
Si limitò a risponderle Poe.
“REY! SI PUÒ SAPERE COSA DIAVOLO STAI COMBINANDO?”
Le chiese, con molta meno calma, Finn.
“Se siete qui da abbastanza tempo dovreste aver capito che il mio obiettivo è solo il meglio per tutti noi!”
Si difese in risposta.
“Forse le tue intenzioni sono buone ma per raggiungere i tuoi obiettivi ti stai comportando in modo irriconoscibile: ti fai molti meno scrupoli, non ascolti le nostre opinioni e pensi di essere l’unica a poter risolvere qualsiasi cosa…”
Le disse Rose cercando di esprimere in maniera onesta quello che avevano osservato, ma fu Poe a concludere il discorso al posto suo, con un tono più secco e meno cordiale.
“Per non parlare del fatto che hai usato i tuoi poteri mentali su di noi durante la riunione del Nuovo Consiglio. O vorresti negarlo?”
Poe e Finn ne avevano parlato ed erano arrivati a quella conclusione: era l’unica spiegazione possibile a quello che era accaduto, anche se era stato difficile ammetterlo, perché nessuno dei due si sarebbe mai aspettato un comportamento simile da lei.
“Non avevo avuto il tempo di spiegarvi le mie motivazioni così ho solo forzato un qualcosa su cui sapevo già che avrei avuto la vostra approvazione”
“Potevi fornire le motivazioni a noi e agli altri membri durante la riunione e lasciarci liberi di scegliere, se eri così sicura che saremmo stati dalla tua parte!”
“Ma avremmo dato segno di non coesione all’interno della Resistenza”
Poe incrociò le braccia al petto e scosse la testa implacabile.
“Rey non ci sono scuse che tengano: tu hai usato i tuoi poteri su di noi, i tuoi migliori amici! Non lo avresti mai fatto prima, ed ora lo hai fatto, per cosa? Per il potere? Per un posto al Nuovo Consiglio che fino a poco tempo fa disdegnavi all’idea di poter anche solo lontanamente diventare una specie di imperatrice… e guardati adesso, invece: ricerchi disperatamente quel potere e sembri pronta a tutto per preservarlo. Questa non sei tu Rey”
“Voi non avete idea di chi sono…”
“Ed invece lo sappiamo bene. Non ti ricordi Rey quando mi hai consolata durante i festeggiamenti della vittoria di Exegol?”
Disse Rose.

Era il secondo giorno dopo la vittoria di Exegol, il giorno precedente lo avevano passato a festeggiare la vittoria tutti insieme, ma anche quel giorno l’animo di tutti era positivo e pieno di voglia di rilassarsi e condividere ancora momenti di convivialità insieme. La cosa non era sfuggita a Poe, il quale cercò di trovare una scusa per tenere vivo quello stato d’animo di tutti: infondo se lo erano meritato del divertimento dopo tutto quello che era accaduto.
“Allora ragazzi che ne pensate di festeggiare anche oggi? Infondo tra non molto sarà la festa della vita, ma perché aspettare? Possiamo fare un pre-festeggiamento e condividere questi momenti di gioia con tutti i nostri familiari! Perché alla fine è un po’ come se fossimo tutti una grande famiglia dopo questa vittoria raggiunta insieme, non pensate?”
La proposta fu, come prevedibile, accolta con entusiasmo da tutti quelli riuniti ad ascoltarlo o, forse, quasi tutti: Rose si era adombrata allontanandosi dal gruppo ed andandosi a sedere in disparte su un muretto di pietra. Rey fu l’unica ad averlo notato e si le si avvicinò.
“Posso?” l’amica non le rispose ma lei lo prese comunque come un sì e si sedette accanto a lei “Non ti va di festeggiare?” le chiese.
“Sono molto felice che abbiamo vinto e di poter festeggiare con voi, ma il discorso di Poe mi ha un attimo rattristata e ti sembrerebbe stupido probabilmente sapere il perché”
Rispose lei, distogliendo lo sguardo.
“Se non me lo dici non lo sapremo mai, non pensi?”
Rose esitò un attimo prima di risponderle.
 cap-9-3
“È che ha nominato la festa della vita e quella era una ricorrenza che passavo sempre con mia sorella. Quindi mi sono sentita per un momento assalita dalla malinconia ed ho perso un po’ la voglia di festeggiare!”
Ammise lei amaramente.
“Bè, se ti può consolare è una festa che, per quel poco che possa ricordarmi, festeggiavo con i miei genitori. Da quando se ne sono andati non l’ho mai più festeggiata, dicendomi che lo avrei fatto al loro ritorno. Quindi posso capire come ti senti e non mi sembra affatto stupido”
“Mi spiace Rey, non lo sapevo”
“Non ti preoccupare ormai sono abituata a non festeggiare… ma che ne pensi se, per oggi, potessimo passare una serata tranquilla tra noi, senza festeggiamenti?”
“Una serata tra ragazze?”
“Beh… per me sarebbe la prima volta!” rispose con entusiasmo, aggiunse però “ma solo se ti va”
Rose ripensò alle serate passate con sua sorella ma questa volta non le venne malinconia, le faceva piacere passarne una insieme a Rey.
“Ma certo, perché no?”

“Ah, ecco dove eravate finite quella sera… vi abbiamo cercato ovunque!”
Esclamò Finn, ma Rose lo ignorò continuando il discorso.
“Quel giorno Rey mi hai dimostrato la tua amicizia, empatia e gentilezza. Mi sei stata vicina nel momento del bisogno e, da allora, mi hai fatto sentire meno la mancanza di mia sorella”
Rey si ricordava quel giorno: aveva pensato che anche se, a differenza di Rose, non aveva mai avuto una sorella, con lei, era un po’ come averla e si sentiva a suo agio in sua compagnia, come se potesse parlarle di qualsiasi cosa. Quei ricordi la confondevano ma non fece in tempo a dire nulla che Finn intervenne.
“Sono d’accoro con Rose, anzi ti ricordi quando, dopo la battaglia di Exegol, ho trovato finalmente il modo per parlarti di quello che ti volevo dire?”

Erano passati diversi giorni dalla battaglia di Exegol, ormai i festeggiamenti erano finiti e il clima si era calmato tornando alla normalità, anche se con un atmosfera più calma rispetto al solito.
In quella tranquillità Finn decise che forse era il momento di parlare finalmente a Rey di quello che voleva dirle da tempo, ma che non aveva trovato il coraggio di fare. Così si avvicinò a lei mentre sembrava intenta in uno dei suoi allenamenti o meditazioni… non riusciva a volte a carpirne la differenza.
Prima che potesse sibilare il suo nome, lei lo anticipò avendo percepito la sua presenza.
“Finn! Come mai sei qui?”
“Rey, devo parlarti”
Il tono della sua voce la preoccupò perché sembrava una cosa seria e, dato il clima positivo di tutti negli ultimi giorni, ne aveva quasi perso l’abitudine. Si alzò, quindi, di fretta per mettersi in piedi davanti a lui.
“È successo qualcosa? Qualche missione urgente da fare? C’è stato un attacco o …”
“Frena! Non è niente di grave. Volevo solo parlarti di quella cosa di cui volevo discutere già tempo fa… ricordi?”
Rey fece un attimo mente locale: dati gli ultimi avvenimenti, le sue attenzioni ultimamente si erano concentrate su tutt’altro, ma alla fine ricordò.
“Oh giusto! Scusami se non ti ho chiesto più nulla a riguardo… sono successe tante cose da allora…ed io…”
“Non ti preoccupare Rey è stato meglio così. Infondo non ero ancora davvero pronto a parlarne probabilmente, ma sento di non poterlo più evitare”
“Dimmi allora!”
Lo esortò lei, curiosa ma ancora preoccupata: infondo sembrava qualcosa di serio.
“Non c’è un modo facile per dirlo…ma credo di essere sensibile alla Forza anche io. Non come te, si intende! Ma ecco mi sembra di percepire delle cose… inizialmente pensavo fosse solo la mia immaginazione ma poi sono diventate troppe volte per poterle ignorare. E poi quando eravamo su Exegol ho sentito come se tu fossi morta… o quasi a quanto pare, perché sei qui!
In quel momento Rey pensò che Finn fosse più sensibile alla Forza di quanto credesse, perché in effetti era morta in quell’occasione, ma Ben l’aveva salvata poco dopo. Tema che avrebbe dovuto riprendere anche con i suoi amici, ma quella non era decisamente l’occasione.
Era comunque felice di non essere l’unica tra loro sensibile alla Forza: spesso per questa cosa si era sentita non totalmente compresa da nessuno, il che era plausibile dato che molte cose sui Jedi e sulla Forza erano ancora difficili da comprendere anche per lei.
“Ma è fantastico, Finn! Non so se potrei farti da ‘maestra’, non penso di essere pronta per quello… ma posso spiegarti ciò che so e quello che mi hanno provato ad insegnare Luke e Leila.
“Sarei onorato di averti come maestra e ne saresti capacissima, devo ricordarti che hai sconfitto l’ex imperatore? Ma non è questo il punto: il fatto è che, per quanto so, sarebbe mio dovere e responsabilità sfruttare questa mia dote e farmi insegnare da te, al fine di dare anche io il mio contributo alla galassia… allo stesso tempo è da quando lo so che cerco di evitarlo. Non so: non mi sento pronto a tutto questo. E lo so che è ipocrita, dato che tutti abbiamo fatto affidamento su di te quando ci è servito”
Rey gli mise affettuosamente una mano sulla spalla.
 cap-9-2
“Finn, il fatto che tu sia sensibile alla Forza non vuol dire che tu debba per forza diventare un Jedi, se non te la senti”
“Andiamo Rey, so bene che ora che le acque si sono calmate, tra le tante cose che volevi fare, c’era il provare a cercare persone sensibili alla Forza per continuare quanto Luke aveva fatto prima di andare su Anch-to. Ma non abbiamo idea di quante persone ci siano con tali capacità o se ce ne siano. Io invece sono qui e sto scappando… sembra in effetti che questa sia l’unica cosa che mi riesca davvero bene”
Disse completamente amareggiato, tamburellando nervosamente le dita della mano sulla fronte.
“Sei troppo severo con te stesso! La Forza è presente in ogni essere vivente, se tu sei più sensibile ad essa sono sicura che c’è un motivo. Ma magari non è detto che questo motivo implichi che tu debba diventare adesso un Jedi. Io stessa ho avuto un dono simile e per anni non l’ho mai sfruttato: sentivo di avere qualcosa e mi accadevano episodi particolari, ma non avevo idea di come utilizzarlo finché non è giunto il momento che io lo facessi. Quindi non importa: se non te la senti è giusto che tu lasci perdere. Magari sei destinato a ‘salvare la galassia’ in unaltro modo, infondo più volte hai già aiutato i tuoi amici e senza saper usare la Forza! E adesso sei anche un generale della Resistenza, mica una cosa da poco! Ma se un giorno deciderai di imparare le vie della Forza, sarò sempre felice di spiegarti quello che so!”
Gli disse infine con decisione e accennando un sorriso di incoraggiamento. Lui rifletté un attimo su quelle parole, ma poi ricambiò il sorriso.
“Grazie maestra!”
Lei sgranò gli occhi: nessuno l’aveva mai chiamata così e le faceva davvero strano.
“Ma che dici? Non ho nemmeno completato del tutto il mio addestramento: non merito un tale appellativo”
“Beh continuerò a chiamarti Rey al momento, ma ho la netta sensazione che dovrai abituarti a questo appellativo prima di quanto immagini, e se te lo dice uno sensibile alla Forza… devi crederci!”
Si scambiarono uno sguardo e risero entrambi.

“Ehi aspetta! Vorresti dire che la famosa cosa che volevi dire a Rey era che fossi sensibile alla Forza?”
Disse sconvolto Poe, apprendendo solo ora la notizia.
“Già”
“E NON me lo hai detto?”
“Non è il momento di parlarne ora, MI PARE!” Lo sgridò lui, prima di rivolgersi nuovamente alla sua amica “Rey quel giorno sei stata comprensiva e mi hai accettato per quello che sono e non per ciò che avrei dovuto essere. Hai dimostrato inoltre di essere già tanto saggia quanto una vera maestra Jedi”
Rey ricordava la fiducia che le aveva riservato Finn a farle quella confessione e quanto la stimasse come maestra Jedi, nonostante in quel momento lei non si sentisse ancora del tutto sicura di essere adeguata a quel ruolo. Eppure il suo amico non aveva avuto nessun dubbio in merito.
“Dopo comunque ne riparliamo!” Insistette Poe rivolto a Finn, ancora offeso per non essere stato informato prima della cosa. Poi però, con un’espressione più seria, si rivolse anche lui a Rey.
“Ti ricordi quando hai usato i tuoi poteri per aiutarmi?”

Rey, Poe e Finn erano in missione per la Resistenza in un piccolo avamposto del Primo Ordine, alcuni mesi prima della battaglia di Exegol. La missione doveva essere semplice: Rey avrebbe distratto e attaccato gli assalitori mentre Poe e Finn recuperavano una cassa mercantile con risorse importanti per la Resistenza.
L’avamposto non era molto grande e quindi nemmeno troppo sorvegliato: per Rey fu abbastanza semplice farsi strada, attirare e mettere fuori gioco gli assalitori, anche perché nessuno di loro si aspettava di trovare un Jedi lì.
Una volta sconfitto l’ultimo assalitore, Rey lo osservò soddisfatta del suo operato e pronta a raggiungere Poe e Finn, ma proprio in quel momento si sentì chiamare da quest’ultimo.
“REEEY!”
La voce di Finn sembrava disperata, quindi gli corse incontro.
“Cosa è successo e dov’è Poe?”
“Stava andando tutto bene: avevamo recuperato la cassa, ma all’improvviso sono spuntati dal nulla due assalitori. Li abbiamo fatti fuori ma, prima di essere sconfitto, uno dei due ci ha lanciato contro una granata… l’abbiamo evitata, eppure l’esplosione ha rotto la cassa ed un frammento di essa ha ferito la gamba di Poe”
Finn si passò nervosamente la mano tra i capelli.
“Portami da lui, dobbiamo prenderlo e portarlo al Falcon, lì abbiamo l’occorrente per il primo soccorso!”
“Ma è proprio questo il problema: non riesce ad alzarsi e ho provato a bloccare la ferita con delle fasce in modo da poter andare al Falcon, ma l’emorragia non si ferma e ho paura che ci voglia troppo tempo per fare avanti e indietro”
Rey chiese all’amico di condurla dal pilota e così fece. Poe era seduto a terra poggiato con la schiena e la testa contro il muro, la gamba che perdeva ancora sangue, riversato a terra sotto di essa, nonostante la fasciatura improvvisata da Finn. Rey si accovacciò accanto a lui per osservare meglio la ferita ma tremò nel constatare che doveva essersi lesa l’arteria femorale: era l’unica spiegazione per tutto quel sangue. Purtroppo Finn aveva ragione: era impossibile muoverlo da lì e probabilmente non avrebbero fatto in tempo ad andare e tornare dal Falcon, vista la copiosità dell’emorragia, e Poe sembrava saperlo.
“Non vi preoccupate per me, ho visto di peggio: andate al Falcon, qui è pericoloso. Se ci fosse sfuggito qualche altro assalitore potrebbe utilizzare dell’esplosivo anche contro di voi”
Affermò il pilota, cercando di essere il più convincente possibile, ma la voce affaticata lo tradiva.
“Che c’è? Stai già delirando per la ferita?” chiese Rey “non esiste che ti lasciamo qui! È fuori discussione!” asserì con tono fermo di chi non ammetteva di essere contraddetta.
Finn si avvicinò a lei per sussurrarle “Rey, ti prego, dimmi che puoi fare qualcosa…”
Rey passò un’occhiata nervosa prima a Finn e poi a Poe. Avrebbe voluto davvero potergli rispondere tranquillamente di sì, ma la verità era che vedeva davvero poche possibilità al momento. Era assurdo: si stava allenando quasi tutti i giorni sotto la guida di Leila, stava recuperando tutte le informazioni possibili sui Jedi ed era riuscita persino a riparare la sua spada laser e a reintegrare con la Forza il cristallo di kyber.
Come avrebbe voluto che fosse possibile fare lo stesso anche con le persone… un momento! E se fosse stato possibile?
L’idea le attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno, ma la verità era che se anche fosse stato possibile, non aveva idea di come farlo. Non aveva mai letto nulla a riguardo… ma la vita di Poe valeva di certo almeno il tentativo. Rey tese quindi la mano verso la ferita di Poe e chiuse gli occhi per concentrarsi.
“Ehi aspetta! Cosa stai facendo?”
Chiese dubbioso Poe ma la ragazza non gli rispose, forse perché in parte non ne era del tutto sicura ancora nemmeno lei. In assenza di una sua risposta Poe provò a rivolgersi al suo amico, ma lui scrollò le spalle.
Rey si concentrò sulla Forza che sentiva scorrere in Poe: sembrava sofferente e sempre più fioca rispetto alla sua, che invece era ancora energica e vibrante. Fu allora che le venne una folle idea: provò a trasmettere una parte di quella sua stessa Forza vitale al suo amico, più precisamente la concentrò sulla sua ferita.
Il respiro di Poe, da affannoso, divenne sempre più regolare. Il pilota sentì la gamba fargli sempre meno male e la ferita sembrava non sanguinare più. Si sentiva molto più in forze di poco tempo prima, quindi, allungò le braccia per sciogliere la benda alla gamba.
“Cosa fai? Aspe-“
Ma le parole di Finn gli morirono in gola, ed anche Poe rimase letteralmente senza parole, nel constatare che la ferita era quasi sparita.
Rey aveva appena riaperto gli occhi ed aveva abbozzato un ampio sorriso nel vedere il successo del suo tentativo, ma non fece in tempo a dire qualcosa che si sentì pervasa da un senso di debolezza ed un forte capogiro. Prontamente Finn e Poe la sorressero con le mani.
“Ehi, stai bene?”
“Tutto ok?”
Chiesero preoccupati, quasi all’unisono.
“Sì, sono solo un po' stanca, usare la Forza in questo modo è stato molto impegnativo”
“Che cosa hai fatto?”
Chiese Poe ancora incredulo.
“Non ne sono sicura, ma penso di aver usato una parte della mia Forza vitale per guarirti. Non so dirti di più perché non lo avevo mai né letto né fatto prima”
“Perché hai rischiato una cosa del genere?”
“Non mi hai ascoltata prima? Ho detto chiaramente che non ti avrei lasciato qui, ed io mantengo sempre la mia parola! E poi tu avresti fatto lo stesso al mio posto”
“Grazie”
Disse il pilota prima di abbracciarla.

Rey si ricordava che quella volta non aveva mai usato prima d’ora i suoi poteri in quel modo, ma sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutare Poe, e se questo significava usare la sua energia vitale, per lei era stato un prezzo più che accettabile per salvare il suo amico.
“Allora hai usato addirittura la tua energia vitale, e lo hai fatto per aiutarmi e non per ingannarmi. Ma sappiamo tutti che lo avresti fatto per ognuno di noi perché è questo che sei realmente! Non una sorta di imperatrice disposta a tutto per raggiungere i suoi scopi!”
Tutti quei ricordi e quelle parole avevano portato in Rey uno strano senso di confusione e sentiva la testa pulsare. Sembrava che i suoi amici stessero aggiungendo altro, ma non li riuscì a sentire perché le loro voci furono sovrastate da altre mille nella sua testa. Voci che sembravano riecheggiare da quel luogo direttamente dentro di lei.
“Non è vero, loro non tengono realmente a te”
“La verità è che ti temono, temono il tuo potere e quello che sei diventata”
“Ti sono tutti d’intralcio”
“Dovresti solo ucciderli”
“Accetta il nostro potere, ti aiuteremo noi”
Tutte quelle voci si sovrastavano e affollavano sempre di più provocandole un forte dolore alla testa. Sentiva la rabbia crescere dentro, in quanto non intendeva lasciarsi guidare né da quelle voci né da quelle dei suoi amici: avrebbe determinato in autonomia il suo destino, con le sue forze.
“SILENZIO!” Comandò urlando ed improvvisamente calò il silenzio sia delle voci che sentiva all’interno della sua testa, che da quelle dei suoi amici. Questi ultimi notarono con stupore che i suoi occhi erano diventati di un inquietante colore giallo quando si rivolse nuovamente a loro “Non capite? Non ci sarà più bisogno che altre persone soffrano come hai fatto tu Rose per la perdita in guerra di un parente, non ci sarà più bisogno che persone particolarmente sensibili alla Forza come te Finn siano costrette ad addestrarsi per diventare Jedi, o che degli amici come te Poe rischino inutilmente la loro vita. Una volta che avrò portato a compimento ciò che intendo fare, vigerà equilibrio nella Forza e la galassia vivrà il periodo di pace più lungo mai vissuto!”
“Se il prezzo da pagare è la perdita della Rey che conosciamo, della vera Rey… non siamo disposti a pagarlo!”
Intervenne fermo Poe. Rose e Finn annuirono concordi alle sue parole.
“Io SONO la vera Rey! E voi vi comportate così solo perché siete convinti del contrario. Volete sapere la verità? La verità è che sono una Palpatine, Darth Sidious è mio nonno!”
 cap-9
Tuonò Rey in preda ad un evidente collera. A quella notizia i suoi amici sgranarono gli occhi fissandola con completa incredulità: non sapevano se ritenevano più assurda la notizia o il fatto che Rey non glielo avesse detto prima.
“Rey ci hai davvero nascosto una cosa del genere?”
Esclamò Poe senza parole.
“Non è possibile…”
Biascicò Finn, ma la sua voce fu subito sovrastata da quella di Rey.
“Ed invece è così. Non ve l’ho detto prima perché sapevo che questa sarebbe stata la vostra reazione… e mi confermate che avevo fatto bene, perché la verità è che avete sempre temuto i miei poteri ed ora temete anche la mia discendenza” iniziò a passeggiare avanti e indietro davanti a loro, senza mai staccare il suo sguardo implacabile dalle loro figure “vi ha fatto comodo però sostenermi finché rispecchiavo il Jedi perfetto che tutti desideravate, ma ora che sono la discendente di uno dei più grandi Sith che sia mai esistito, non siete più convinti delle parole che avete detto poco fa, eh? Prima mi volevate come rappresentante del Nuovo Consiglio ed ora che voglio esserlo, che voglio essere quell’eroina che la vecchia Rey non riusciva ad essere fino in fondo, non vi va bene? Siete solo dei bugiardi ipocriti e non mi lascerò fermare da voi”
La sua voce era cinica e spietata, molto diversa da quella che erano abituati a sentire da lei.
“Rey aspetta non…”
Ma Rose non riuscì a finire la frase perché Rey colpì tutti e tre con i fulmini della Forza. Non si trattò di un colpo mortale, non intendeva ucciderli, ma solo ferirli abbastanza, affinché non si potessero rialzare per un po’. Li osservò ricordandosi della visione che aveva avuto anche di questo momento, al quale in passato si era rifiutata di credere.
Iniziò a piovere e sembrò quasi che il clima beffardo si divertisse ad imitare la tempesta di emozioni che sentiva turbinare dentro di lei.








 


**Angolo Autrice**
Questo è un capitolo dove intervengono tutte le persone care a Rey per cercare di farla tornare in sé, compreso una piccola intromissione anche di Luke, che non potevo non rappresentare se non con il suo fare un po’ canzonatorio e ironico.
Ho inserito dei ricordi con ognuno dei suoi amici, cercandomi di immaginare delle situazioni che potessero averle lasciato qualcosa. Per Poe ho immaginato una scena dove lei usa per la prima volta i suoi poteri di guarigione su qualcuno, perché quando li usa nel film davanti a Poe e Finn questi non mi sembrano più di tanto sorpresi, quindi mi sembrava plausibile che lo avesse già fatto in precedenza.
Per Finn invece gli ho finalmente fatto confessare la famosa cosa che voleva dire a Rey durante ep, IX!
Per quanto riguarda Rose a me piace molto l’idea che possa avere un rapporto quasi di sorellanza con Rey, infondo lei è rimasta senza sorella mentre Rey non ne ha mai avuta una!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, cosa pensate possa accadere adesso?

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Futuro senza Visioni ***


Rey fissò i suoi amici inermi a terra, sul suo sguardo sembrava aleggiare un velo di sentimenti tanto forti, quanto contrastanti.
“Quello che sto facendo è anche per voi, se siete veramente miei amici riuscirete ad accettarlo, prima o poi, e non interferirete più. Altrimenti dovrò fermarvi… a qualsiasi costo!”
“A qualsiasi costo? Uccideresti me e i tuoi amici? Io non credo!”
Rey si voltò verso la voce, ma già sapeva a chi apparteneva: Ben, infatti, sembrava essersi appena rialzato e la fissava determinato e convinto.
“Ben…”
Si limitò a dire lei in risposta, guardinga, non sicura delle intenzioni di lui dopo quelle parole. Ben impugnò la sua spada laser.
“Anche perché sai bene che i tuoi amici hanno ragione. Ma, se insisti nel voler ancora mentire a te stessa, allora affrontami ad armi pari!”
Il ragazzo attivò la spada e Rey si sorprese nel constatare che era di un colore diverso da quello che si sarebbe aspettata.
“Una lama bianca, eh? Quindi è così che pensi di potermi sconfiggere? Se è un duello con le spade laser che vuoi, ti accontenterò!”
Attivò la sua arma che si estese mostrando il suo color cremisi. Rey, in realtà, non si aspettava che lui la volesse affrontare direttamente. Qual’era il suo obiettivo? Cosa pensava di ottenere con uno scontro? Stranamente, leggerlo stavolta non le risultò così facile e, ciò che era peggio, non sapeva se fosse perché fosse davvero più difficile del solito o perché non le piaceva quello che riusciva ad intuire. Nel dubbio, si avventò su di lui attaccandolo, come l’aveva invitata a fare.
Le loro spade si incrociarono rapidamente in una sequela di colpi. Ben constatò che Rey era molto abile nell’uso di quell’arma, probabilmente perché era simile al bastone che portava con sé e con il quale era stata abituata a difendersi prima di avere una spada laser. Rey, d’altro canto, trovò stranamente i colpi di lui più rapidi e reattivi rispetto all’ultimo scontro a KefBir, ed ora che ci pensava questo combattimento e la sensazione di bagnato data dalla pioggia, le ricordavano proprio quel giorno.
“I tuoi pensieri aleggiano sul nostro scontro a KefBir. Mi fa piacere che tu te lo ricordi, perché fu lì che mi dimostrasti chi tu fossi veramente”
Esordì Ben, mentre continuavano a combattere.
“Che dici? Allora ero debole, avevo paura di mostrare una parte di me!”
“Non eri debole: nonostante fossimo su fronti opposti e nonostante tu fossi stata tentata dal lato oscuro, in quell’occasione mi hai salvato. Ed ora tocca a me farlo!”
“Salvato? Tu hai salvato me! Donandomi la tua Forza vitale ad Exegol!” Ben percepì da Rey delle sensazioni di rabbia e disperazione crescere come non mai “come hai potuto farlo? Decidere una cosa simile di testa tua! Hai mai pensato a come mi potessi sentire? Hai idea di come sia stato andare avanti dopo, con un peso del genere?” la pioggia si era fatta più intensa e scrosciante, riversandosi implacabile sulle loro figure “il tuo egoismo mi ha distrutta e ha cancellato l’equilibrio nella Forza e dentro di me. Ho sacrificato TUTTO per ritrovare quell’equilibrio e per far tornare TE”. I suoi colpi con la spada laser divennero sempre più forti e dettati dalla cieca rabbia che lasciava sfogare finalmente in lei: sembravano sempre più simili a quelli che Ben aveva dovuto affrontare nel suo scontro con Anakin.
C’era una differenza però, con questi ultimi: stavolta si trattava di Rey e, in parte, era stato lui stesso ad aver alimentato quelle emozioni, quella disperazione, quella rabbia. La verità, nascosta dietro la sua confessione, faceva male perché, per niente al mondo, avrebbe mai voluto far soffrire Rey ulteriormente.
“Mi dispiace, Rey. Mi dispiace averti dato questo peso e aver alimentato questi tuoi sentimenti”
Ammise amaramente, con sincerità. Ma quell’ammissione di colpa non sembrò essere sufficiente per lei che, per tutta risposta, sferrò colpi sempre più rapidi contro di lui.  Ben iniziò ad avere delle difficoltà, quindi tentò di sorprenderla con una finta, sferrando poi un colpo verso la sua schiena. Differentemente da quanto si aspettasse, lei parò facilmente anche quell’attacco inclinando la spada alle sue spalle.
Quindi facendo leva riportò, con un colpo deciso, la spada di lui davanti a lei: era pronta a contrattaccare di nuovo.
“Siamo una Diade, siamo destinati a quanto visto nelle nostre visioni: solo così potremo riportare l’equilibrio. Perché non lo capisci? Perché mi combatti, invece di essere dalla mia parte?”
Ben anticipò la mossa successiva di Rey con un potente fendente verso l’alto, sferzato impugnando la sua spada laser a due mani, il che fece indietreggiare la ragazza di diversi passi, distanziandoli di nuovo.
“Perché ti sbagli! Non siamo destinati a questo. Ed io non mi arrenderò!”
Sulla difensiva, iniziarono a girare in cerchio fissandosi, con le spade e i muscoli tesi, pronti a scattare se uno dei due avesse sferrato la prima mossa.
“Qual è il tuo piano? Perché hai deciso di batterti con me? Vuoi uccidermi? Non ne saresti capace!” disse lei con tono spavaldo, scrutandolo attentamente con gli occhi, cercando di percepire quali potessero essere le sue intenzioni “forse, allora, il tuo intento potrebbe essere quello di ridurmi quasi in fin di vita, per poi donarmi nuovamente la tua energia vitale? Il tuo egoismo non ha rivali: non soffrirò nuovamente e non riporterò di nuovo il disequilibrio!” alzò il tono di voce e, anche se era più una sua supposizione che una certezza, le bastò per convincersene. Quindi, con un urlo furente si avventò nuovamente su Ben, facendo roteare rapidamente la sua spada a doppia lama con un duplice colpo, che lui riuscì a parare solo per un soffio. Rimasero con le spade incrociate ed entrambe in tensione a poca distanza l’una dal viso dell’altro, visi sui quali si riflettevano i colori rosso e bianco delle lame “tu non ti arrenderai? Bene, non lo farò nemmeno io!”
In risposta, Ben strinse la presa sulla sua spada laser ancora più saldamente: tenerle testa in quel momento richiedeva uno sforzo non indifferente, ma non sembrava avere nessuna intenzione di cedere.
 cap-10-2
“Lo vedremo”
Grugnì, a denti stretti. La voce troncata dallo sforzo, però, risultò poco credibile a Rey.
“Come pensi di potermi battere? Ora che attingo al lato oscuro sono più forte di te, e tu lo sai bene!”
Lo sguardo di lui continuò a fissarla con la stessa convinzione e determinazione che aveva già mostrato con lei in passato, nonostante le evidenti scarse probabilità che aveva di batterla, cosa che la stupì facendole accennare una risatina scioccata: “ancora hai speranza?”. Ben non rispose ma il suo sguardo implacabile, e talmente inteso che sembrava potesse bruciarle dentro, parlò per lui. Non poteva credere a quello che stava vedendo, quindi fece un’altra ipotesi, sperando di riuscire finalmente a farlo demordere “forse, ora che sei nel lato chiaro della Forza, pensi di potermi sconfiggere facendo appello a tutti i Jedi del passato, proprio come ho fatto io per sconfiggere Palpatine? Illuso. Pure ammettendo che tu possa riuscirci, cosa di cui dubito, ora che sono nel lato oscuro mi basterebbe poco per fare appello a tutti i Sith del passato qui ad Exegol e batterti… infondo sono una Palpatine!”
Quelle ultime parole lasciarono Ben interdetto.
“Non è la tua discendenza a definire chi sei!”
Replicò secco.
“Tu credi?”, Rey staccò una delle mani dalla presa sull’arma per usare la Forza contro Ben, che indietreggiò di diversi passi e faticò per mantenere l’equilibrio e non cadere, dato anche il terreno scivoloso bagnato dalla pioggia. “La mia predisposizione alla Forza, il potere dei fulmini e la tendenza al lato oscuro… tutto questo fa parte della mia discendenza! Inutile negarlo oltre”
“Può darsi, ma non sono queste cose a definire chi sei”
Rey bofonchiò esasperata.
“Certo che sei testardo!”
“Siamo entrambi testardi e non cambiamo facilmente idea, lo sappiamo tutti e due” replicò prontamente, mentre riportò nuovamente il suo sguardo scrutatore su di lei.  “Di sangue sarai anche una Palpatine, come io uno Skywalker, ma non è solo questo che sei, Rey! E sei stata proprio tu ad insegnarmi che non è la discendenza a definire chi siamo. Ho sbagliato molte volte, e ancora ce ne saranno tante, ma non per questo cederò! Ho speranza perché tu mi hai insegnato ad averla, anche quando non sembra esserci”
“Quindi? Dove vuoi arrivare con ciò?”
Ben percepì le sue intenzioni, la sua cieca convinzione ancora presente in quello in cui aveva deciso di credere. Rigirò dubbioso l’elsa della sua spada nella mano, riflettendo sul prossimo passo da fare, perché sapeva che, probabilmente, sarebbe stato quello decisivo. Sapeva che ormai gli era rimasto poco da tentare e le soluzioni ipotizzate da Rey non avrebbero risolto molto. Eppure era convinto che la Rey che conosceva era ancora lì da qualche parte, e avrebbe rischiato tutto ciò che gli rimaneva per farla tornare. Prima che lui le rispondesse passarono degli attimi di silenzio tra loro due, dove l’unico rumore che si sentiva era lo scrosciare della pioggia sul terreno.
“Quindi penso che tu abbia ragione: io non mi arrenderò mai finché non sarai tornata in te e, dato che anche tu farai lo stesso, tanto vale risparmiare tempo”
A quel punto Ben fece la cosa più inaspettata per Rey: disattivò e lasciò scivolare la spada laser che aveva in mano fino a farla cadere a terra. Nel silenzio attorno a loro, rotto solo dal rumore della pioggia, rimbombò quello acuto dell’impatto della spada laser sul terreno.
“Cosa stai facendo?”
Chiese lei incredula.
“Se è vero ciò che hai detto fino ad ora, che ormai tu sia solo questo e che io sia un illuso, che mi stia sbagliando, allora fallo! Colpiscimi! Non reagirò e non mi sposterò!”
Rey esitò per qualche istante, non poteva credere a quello a cui stava assistendo. Tutto ciò che sperava di riuscire a realizzare sembrò allontanarsi sempre di più e rabbia mista a disperazione iniziarono a crescere a dismisura dentro di lei.
“Tu… persisti in questo tuo egoismo!”
Ringhiò lei, con voce alterata.
“Tu non sei solo questo… tu non sei solo un mostro. Tu sei Rey. Ma puoi dimostrarmi che sbaglio”
“Non devi e non puoi salvarmi Ben, non puoi farmi tornare indietro. Non dopo tutto quello che ho fatto per arrivare fin qui!”
“Forse è vero, non posso salvarti. Ma comunque non posso smettere di provarci. Perché conosco fin troppo bene quella cieca rabbia, quel desiderio di potere e tutti questi sentimenti che stai provando dentro di te, perché li ho provati anche io.  Dici che ti ho salvato, ma non è vero… tu hai salvato me: quella rabbia e quell’odio mi stavano logorando dentro sempre di più, ma tu sei entrata nella mia vita e mi hai mostrato che ero più di questo, più del discendete di Vader, più di un mostro. Mi hai mostrato quello che cercavo da sempre: quale fosse il mio posto in tutto questo”. Avanzò di un passo, fino a trovarsi di fronte a lei: “è solo grazie a te che sono tornato ad essere la persona che volevo diventare! Ti ho donato la mia energia vitale a Exegol perché tu avevi tutto da perdere: degli amici, il tuo futuro da Jedi, la battaglia per la Resistenza. Io avevo già perso tutto quando avevo perso te”
“Ben..”
Fu l’unica cosa che Rey riuscì a sussurrare, a quelle parole sentì la testa pulsarle e non poté più trattenere le lacrime, che iniziarono a rigarle il volto. Non sapeva se fossero lacrime causate da quelle parole o piuttosto lacrime di rabbia, provocate dalla miriade di sensazioni contrastanti che sentiva dirompere in lei: disperazione, collera e risentimento.
“Se sei così determinata a restare così, se ti ho persa, allora hai ragione: non ti ucciderei. Quindi se ho già perso tutto, tanto vale morire”
Per lei tutto ciò che stava accadendo era troppo: se si era spinta fino a quel punto lo aveva fatto perché credeva davvero che fosse l’unica soluzione ma non solo per lei, per tutti loro! Eppure sia i suoi amici che Ben non volevano credere in lei, si ostinavano solo a volere che tornasse quella di un tempo. E se fosse stato troppo tardi ormai per farlo? Cosa avrebbero fatto a quel punto tutti loro? E, se anche ammettendo che fosse riuscita a tornare, come avrebbe potuto accettare di convivere con tutto ciò che aveva fatto?
Improvvisamente non vide più nessun futuro possibile, la frustrazione e la rabbia si impadronirono di lei.
“Non mi fermerai, non fermerai la mia ascesa verso l’oscurità. Se vuoi tanto morire, allora ti accontenterò!”
Ben rimase immobile, con lo sguardo fisso negli occhi di Rey.  Lei, in un impeto di furia, scatenò tutta la sua rabbia e disperazione alzando la spada laser e preparando un colpo netto, pronto a colpire mortalmente Ben. Lui riconobbe le intenzioni che sentiva provenire da Rey: erano le stesse che aveva percepito nella sua visione. Eppure, nonostante questo, non abbassò lo sguardo, nemmeno quando il rumore meccanico del laser risuonò ad un passo dal suo viso, laddove invece si fermò.
 cap-10-4
Ben vide gli occhi di lei, da gialli tornare al loro solito colore e riconobbe, finalmente, l’espressione tipica di Rey sul suo volto, che aveva disperatamente cercato fino a quel momento.
“Rey!”
Esclamò con gioia sollevato, come se non si vedessero da tempo.
Rey sgranò gli occhi dall’orrore di quello che stava per fare, come se ne stesse rendendo conto solo allora. Quindi disattivò la spada e la girò, puntandola verso sé stessa, ma Ben, percependo le sue intenzioni, le bloccò il polso con la mano, impedendoglielo.
“Fermati Rey”
“Tu non capisci: non so per quanto tempo riuscirò a controllare il mio lato oscuro, ormai è troppo potente… hai visto cosa ho fatto e cosa stavo per fare, io non posso permetterlo, non esiste che io rischi di nuovo di far del male a tutti voi!”
“Lascia la spada, Rey”
Replicò lui con tono fermo, senza lasciare la presa sul suo polso.
“Dovresti lasciarmelo fare, me lo merito! E dovresti odiarmi per tutto quello che ho detto e fatto finora”
Nonostante il suo sguardo serio e convinto, il volto di Ben fu solcato dalle stesse lacrime che c’erano sul volto di Rey. Nemmeno lei sapeva dire se fosse dovuto a quello che lui provava in quel momento o piuttosto perché sentisse quello che stava provando lei.
“Io non posso lasciartelo fare Rey e non ti odio”
“Questa è l’unica alternativa!”
Provò ad insistere lei con voce tremante.
“Lascia la spada, Rey” ripeté lui nuovamente, anche se stavolta il suo sembrava più un ordine che una richiesta. Rey poteva percepire chiaramente la sua determinazione, sapeva bene che non avrebbe lasciato la presa e non si sarebbe arreso finché lei non avesse fatto quello che diceva. “C’è sempre un’alternativa”
Quelle ultime parole la illuminarono come colpita da un barlume di improvvisa speranza.
“Hai avuto una visione?”
“Lascia la spada e ti risponderò”
Rey allentò la presa sulla spada che cadde a terra, il rumore acuto dell’impatto con il terreno si confuse con lo scrosciare della pioggia. Ben lasciò quindi la presa dal polso di lei e usò la Forza, con entrambe le mani, per allontanare le due armi che giacevano ai loro piedi, tutto ciò però non staccando mai lo sguardo da quello di lei.
“Allora? Cosa hai visto?”
Chiese la Jedi impaziente con il fiato sospeso, come se da quella risposta potesse dipendere la sua stessa vita.
“Non ho avuto nessuna visione sul futuro oltre questo punto, ma non ho bisogno di una visione per vederlo”
“Cosa…?”
Sussurrò interdetta lei, con un filo di voce.
“Io riesco a vederlo lo stesso, nitido come vedo te adesso: noi che vinciamo questa battaglia insieme, come ne vinceremo tante altre in giro per la galassia. Ma non vedo solo battaglie, anche momenti più tranquilli e quotidiani. Certo, non sarà facile: i tuoi amici e l’intera Resistenza ce l’hanno con me per quanto ho fatto in passato, non che io possa biasimarli per questo! Tu probabilmente non ti perdonerai facilmente quanto fatto adesso; ci dovremo rimettere al giudizio del Nuovo Consiglio; dovremo affrontare ancora chissà quali temibili pericoli… eppure io lo vedo chiaramente” distolse un attimo lo sguardo, accennando un genuino sorriso, come se davvero avesse visualizzato una specifica immagine nella sua mente. “Vedo noi due intenti a provare a fare quanto voleva Luke: addestrare una nuova generazione di Jedi. Ma sarà diverso, lo faremo a modo nostro, definiremo un nuovo concetto di Jedi: non dovranno abbracciare né totalmente solo il lato chiaro né solo il lato oscuro della Forza, ma insegneremo loro ad accettare ogni parte di loro stessi, ad imparare anche dai propri errori e a non fuggire dal loro passato e dalle loro paure, piuttosto ad apprendere da essi, proprio come abbiamo fatto noi!”
Quelle parole colpirono nel profondo Rey commuovendola: avrebbe voluto con tutte le sue forze che quel futuro si realizzasse, anche adesso, ma non riusciva a capire come potesse essere possibile a quel punto.
“Ben… vorrei davvero che fosse così, con tutta me stessa! Ma la verità è che non so nemmeno per quanto ancora potrò tenere a bada il mio lato oscuro, ormai”
Lo sguardo di Ben si posò nuovamente sul suo, ma continuava ad essere convinto e deciso, come se, quanto appena detto da Rey, non lo avesse minimamente scalfito.
“C’è sempre un modo! Infondo la Forza è proprio come una diade, composta sia da ombra che da luce in perfetto equilibrio, e quando manca anche solo una delle due parti, l’altra rinascerà più forte. Se vogliamo quindi preservare questo equilibrio anche noi, non dobbiamo essere votati solo al lato chiaro o al lato oscuro, ma avere entrambi” Ben le tese la mano, come aveva già fatto in passato. “Vorrei che tu provassi a condividere con me il tuo lato oscuro in modo che entrambi ne avremo in egual misura. Come diade, secondo me, possiamo riuscirci, anche se è una cosa che non è mai stata fatta prima. Penso che sia la soluzione che ci possa portare verso quel futuro”
Rey osservò la sua mano titubante, con sguardo incerto aggrottando la fronte e scuotendo leggermente la testa.
“E’ solo una supposizione, è troppo azzardato”
“D’altronde se facessimo sempre solo ciò che è stato già fatto, non andremmo più lontano di dove siamo già”
Replicò fermo lui, ricordando le parole che gli aveva detto Anakin. Parole che scossero qualcosa in lei. Allungò quindi, in un gesto d’impulso, la sua mano vero quella di Ben, ma le tremava e all’ultimo esitò, ritraendola leggermente senza toccare quella di lui.
“Non posso Ben, e se questo ci distruggesse? Se facesse a te lo stesso che è accaduto a me? Se ti perdessi di nuovo? Non potrei sopportarlo!”
“Mi avevi detto che avresti preso la mia mano se fosse stato Ben a porgertela e quindi ora come Ben ti chiedo di fidarti di me ed essere dalla mia parte fino alla fine, qualsiasi cosa accada”
Rey tirò un profondo sospiro, quindi passò lo sguardo incerto dalle loro mani, allo sguardo di lui. Sentiva il cuore pulsarle in gola e mille paure impadronirsi di lei.
“Ho paura”
Ammise.
“Anche io ho paura” gli confessò lui. “Ma, se mi terrai la mano, so che troveremo la forza di affrontarla. Insieme”
Quell’ammissione la sorprese. A volte lui sembrava sempre così deciso e irremovibile, ma era vero: percepiva in lui la paura, eppure, nonostante ciò, era stato capace di rivolgerle quelle parole e di essere così determinato nel fare quel salto nel vuoto con lei. Per loro.
Ben continuava a fissare Rey, cercava nel suo sguardo una risposta alle sue parole, perché leggerla al momento gli era impossibile o forse semplicemente non aveva il coraggio di farlo. Non sapeva quanto fosse stata una buona idea perché ogni attimo gli sembrava durare un’eternità e percepiva l’attesa come interminabile, aumentando la sua agitazione.
Quando Rey decise finalmente come agire, lo sorprese però completamente, perché in pochi attimi non solo gli afferrò la mano, ma lo tirò a sé con decisione, baciandolo. Superati i primi secondi di sorpresa, con la mano libera Ben le cinse delicatamente la testa all’altezza della nuca, ricambiando il bacio. In quel momento era come se le paure e gli eventi tumultuosi fino a quel momento avvenuti fossero stati cancellati in un istante: non c’erano più i problemi che li angosciavano fino a poco prima, non sentivano nemmeno la pioggia che, incessante, bagnava i loro visi. In quel momento c’erano solo loro.
 cap-10-3
Passato un lasso di tempo che per entrambi fu indecifrabile, si staccarono ma, con le fronti ancora attaccate, si guardarono negli occhi, scambiandosi un tenero sorriso. Mai, come in quel momento, non ci fu bisogno di parole tra loro. Bastò uno sguardo di intesa per capire che erano pronti: sciolsero leggermente le mani che erano ancora intrecciate per farle scorrere l’una sull’altra, fino ad afferrarsi reciprocamente l’avambraccio.
Si scambiarono quello che sapevano poteva essere l’ultimo sguardo, di cui entrambi sembravano voler preservare ogni minimo dettaglio, quindi Ben annuì con la testa in segno di incoraggiamento, lo stesso fece lei, ricambiandolo. Chiusero gli occhi e si concentrarono sulla Forza che percepivano dentro di loro: potevano sentire la determinazione di Ben, le decisioni che lo avevano portato fino a quel punto, sperando con tutte le sue forze di poter realizzare il suo piano, come potevano sentire anche i sentimenti contrastanti di Rey. Da una parte la sua fragilità e le sue paure, ma anche il suo altruismo e gentilezza, dall’altra la rabbia e la disperazione troppo a lungo sopite, che avevano sprigionato il suo lato oscuro… potevano sentirlo, era così forte e vibrante da sembrare quasi un’entità a sé. Si concentrarono su quest’ultima, provando a condividerla per riequilibrarla con il lato chiaro della Forza, presente in entrambi. Non appena provarono ad avviare il processo sentirono il lato oscuro vibrare in maniera acuta in loro, come se volesse ribellarsi. Tale reazione provocò dolore ad entrambi, ma non persero la concentrazione: strinsero più saldamente la presa dell’uno sull’altra, quasi come per farsi forza a vicenda, quindi proseguirono. Dovettero sforzarsi sempre di più per fare equilibrare la Forza in loro, più si avvicinavano al loro obiettivo e più il dolore aumentava. Lo percepivano come delle scosse talmente intense che si chiesero se non li stesse ferendo anche fisicamente. La tentazione di cedere fu ora, forte come la paura di non stare andando nella direzione giusta, ma sentivano in entrambi qualcosa di più forte di tutto questo.
La speranza.
Fu quel sentimento, a volte così debole da essere quasi un sussurro e a volte così forte da poter smuovere le montagne, che li guidava, li spronava ad andare avanti senza indugi, forniva loro la netta sensazione che quella fosse la strada da perseguire. E così fecero, convinti e determinati, affidandosi l’uno all’altra, finché, stremati dallo sforzo e dal dolore, non caddero entrambi inermi a terra.









 


**Angolo Autrice**

Mi scuso in anticipo se alcune immagini non sono perfette ma ho provato a modificarle io cambiando i colori delle spade, aggiungendo la pioggia o inserendo le lacrime di Rey. Ho fatto il possibile!
Per quanto riguarda il capitolo questo era un momento a cui tenevo particolarmente della fic e spero di aver trasmesso in maniera credibile e IC i pensieri e i dubbi dei due personaggi, spero inoltre che risulti plausibile la soluzione tentata alla fine da Ben essendo ovviamente stata ideata da me.
Mi piace aver inserito il tema della speranza in quanto è un argomento molto importante nell’universo di Star Wars e che penso anche ci avvicini molto alle storie che la saga racconta.
Fatemi sapere cosa ne pensate e come pensate possano andare adesso le cose. Come sempre ci ‘leggiamo’ al prossimo capitolo!

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Rimpianti ***


Rey si ritrovò in un ambiente buio e roccioso che, però, le era familiare: era la grotta presente nelle profondità di Anch-to, dove l’ultima volta aveva incontrato la sua controparte oscura. Regnava un silenzio che le gelava le ossa, quindi si diresse verso lo specchio, ma al suo posto trovò un qualcosa che le spezzò il fiato o meglio, qualcuno. Infatti, davanti a lei era apparsa una perfetta copia di sé stessa: stavolta però aveva gli occhi bianchi ed il cappuccio che le copriva in parte la testa, la stessa figura che aveva visto nelle sue visioni.
Indietreggiò di un passo ma, al contempo, la figura davanti a lei avanzò allo stesso modo con un inquietante sorriso sul viso, talmente vuoto e inespressivo da farle venire i brividi. Non fece in tempo a fare o dire nulla che il suo doppione tese un braccio verso di lei e, usando la Forza, la sollevò da terra, iniziando a strangolarla.
Rey provò in tutti i modi ad usare lei stessa la Forza, per ribellarsi o per contrattaccare. Ma qualsiasi cosa facesse, sembrava totalmente inefficace. Sentiva solo la morsa sul suo collo stringere sempre di più ed il fiato mancarle. Fu allora che vide una terza figura arrivare vicino a loro: quando intuì di chi potesse trattarsi, si sentì sollevata, perché capì che avrebbe avuto una possibilità.
“Ben! Ai-utami”
Esclamò, con voce soffocata. Ma, appena lui alzò lo sguardo verso di lei ed incrociò il suo, fece quasi fatica a riconoscerlo: era uno sguardo freddo, cinico e severo, quasi privo di emozione. Non disse nulla, eppure Rey si sentì giudicata. Ma fu quando anche lui portò la mano tesa per aiutare la sua controparte a strangolarla con la Forza, che sentì il fiato mancarle definitivamente.




Fu allora che Rey si svegliò di soprassalto, portò istintivamente una mano alla gola, sentendo ancora come se le mancasse il fiato. Avvertì il cuore batterle a mille, ma i bip del macchinario riposto accanto a lei, la riportarono alla realtà: era in un lettino di una delle stanze che riconobbe come l’area medica della base della Resistenza. Prese dei profondi respiri e cercò di calmarsi, ripeté nella sua mente che quello appena avuto era solo un incubo, perché le sensazioni che aveva provato erano diverse da quando aveva avuto delle visioni. Nonostante questa convinzione, le ci volle qualche minuto in più del dovuto per riprendersi ma, non appena lo fece, il suo primo pensiero andò a Ben: in un attimo di panico, fece velocemente appello al loro legame e tirò un sospiro di sollievo quando constatò che era vivo. Doveva però assolutamente assicurarsi che stesse bene, lo stesso valeva anche per i suoi amici, quindi si alzò dal lettino. Solo allora si rese conto che una delle due mani era ammanettata ad esso.
Sul serio?
Pensò tra sé, ma infondo non poteva biasimare i suoi amici se avevano deciso di prendere delle precauzioni. Notò solo in quel momento che aveva anche delle fasciature in varie parti del corpo, probabilmente per coprire delle ferite anche se fisicamente si sentiva abbastanza bene. Di certo non erano né quelle, né le catene che l’avrebbero fermata, però quella situazione la fece riflettere un attimo sulle possibili spiegazioni di quell’incubo: si sentiva terribilmente in colpa per quanto fatto a Ben e ai suoi amici durante il suo percorso in cui aveva ceduto al lato oscuro. E, quello che era peggio, era l’essere consapevole che, in qualche modo, quello fosse stato comunque un lato di lei. Di certo avrebbe fatto di tutto per evitare che potesse fare qualcosa del genere di nuovo, ma il solo pensiero che le visioni che aveva avuto di sé stessa, sul trono oscuro, con gli occhi bianchi, non si fossero ancora avverate, la preoccupavano.
Sapeva anche perché avesse sognato Ben in quel modo: per quanto su Exegol lui le avesse detto che non la odiava, Rey non riusciva a capacitarsi di come questo fosse possibile, forse perché lei stessa non si era ancora perdonata. Fatto stava che voleva parlargli assolutamente.
Usò quindi la Forza con la mano libera per aprire le manette che incatenavano l’altra al lettino, staccò i cavi che la monitoravano, quindi uscì dalla stanza con cautela. Sentiva che Ben era vicino ed infatti lo trovò nella stanza affianco: era anche lui su un lettino, seduto e fasciato in più parti del corpo rispetto a lei. Sembrava intento a fare qualcosa su un palmare ma, non appena sentì anche lui la sua presenza, alzò lo sguardo verso di lei.
“Rey!”
Esclamò, sorpreso ma felice di vederla in piedi e, apparentemente, in forze.
“Ben… come stai?”
Chiese lei, con un tono più preoccupato. D’istinto sarebbe corsa ad abbracciarlo per la gioia di vederlo tutto intero (o quasi), ma pensò che non fosse il caso, quindi trattenne il suo entusiasmo ed optò per sedersi accanto a lui sul bordo del lettino.
“Mi sento bene a parte qualche ferita in via di guarigione, ma non dovresti preoccuparti a riguardo” tagliò corto, percependo i suoi timori. “Piuttosto, che mi dici di te?”
Esitò un attimo perché non era sicura di cosa volesse rispondergli: fisicamente stava piuttosto bene, ma nella sua testa si sentiva a pezzi. Mentre scrutò distrattamente fuori dalla finestra in cerca delle parole giuste, le venne in mente un’altra cosa importante da chiedergli.
“Sai come stanno Poe, Finn e Rose?”
“Sono tutti fuori pericolo, anzi, mi hanno dato anche i compiti da fare” le indicò il palmare ma lei lo fissò con aria interrogativa, quindi le spiegò prima che potesse chiederglielo: “ero andato su Exegol con Chewbe e il Falcon, per nostra fortuna quel Wookiee invece di fare come gli avevo detto, passato un po' di tempo è venuto a controllare, ci ha trovati e portati qui. Quando mi sono svegliato, dopo un piuttosto freddo benvenuto, mi hanno chiesto di fornire tutti i dati possibili a mia conoscenza sul Primo Ordine”
Solo allora Rey notò che anche lui aveva una delle due mani ammanettate al lettino come lei.
“Ti hanno…”
Ma non servì continuare, perché Ben aveva notato dove si era soffermato il suo sguardo.
“Queste? Oh, sì… a quanto pare li fa sentire al sicuro, quindi fingo che la loro sia stata una buona idea!”
Esclamò ironico, dato che era evidente che con l’uso della Forza le avrebbe potute rimuovere facilmente.
“Hanno già deciso qualcosa sul tuo conto?”
Domandò preoccupata, iniziando a chiedersi quanto tempo fosse passato prima che si svegliasse.
“Domani ci sarà una riunione del Nuovo Consiglio per decidere il mio destino”
“COSA?”
“Beh, sapevamo che sarebbe successo, prima o poi…”
Provò a minimizzare lui, per tranquillizzarla.
“Ma non ti sei nemmeno ripreso del tutto! Inoltre mi hai salvata due volte e…”
“Non ti preoccupare Rey, forse è meglio così… infondo l’attesa mi avrebbe snervato di più”
“Quanto tempo siamo stati senza sensi?”
“Tu circa ventiquattro ore. Io qualche ora in meno”
Non poteva credere di essere stata fuori gioco per così tanto tempo e che, in così poco, fossero state prese decisioni di quel tipo.
“Allora?”
Chiese Ben, interrompendo i suoi pensieri.
“Cosa?”
“Non mi hai risposto!”
Deglutì, notando che Ben non sembrava voler mollare sulla sua domanda di prima, a cui non aveva ancora ricevuto una risposta.
“Fisicamente sto bene: le ferite finiranno di guarire a breve, niente di grave”
Provò ad abbozzare lei, ma nascondere qualcosa a Ben era impossibile.
“Ma, comunque, c’è qualcosa che non va”
Più che una domanda sembrava una constatazione. Rey sospirò profondamente, per poi iniziare a dire la verità. Infondo sapeva bene che in qualunque caso gliel’avrebbe potuta tirare fuori facilmente.
“Qualcosa? Tutto non va! Per esempio: senti qualcosa di diverso ora che abbiamo condiviso…”
“No!” la anticipò lui capendo cosa volesse chiedergli “sto bene” tentò di rassicurarla, cosa che non sembrò affatto funzionare.
“Ma non lo sappiamo ancora, potrebbe essere stato un errore! Potresti cedere di nuovo al lato oscuro o potrei farlo io, potr…”
Disse tutto d’un fiato, assalita improvvisamente dal panico che stava cercando di trattenere dentro. Ma Ben bloccò quel fiume di parole.
“Ehi… respira! Non accadrà niente di tutto questo e tu mi sembri piuttosto te stessa!”
“Come puoi esserne certo?”
“Questi dubbi sono proprio tipici della Rey di sempre! Inoltre sono stato piuttosto a contatto con la te oscura ultimamente, quindi saprei percepire se ci fosse ancora qualche strascico dell’altra tua controparte”
“Non dovresti avere questa fiducia in me, soprattutto dopo tutto quello che ti ho fatto!” La voce di Rey si fece più disperata riuscendo finalmente ad esprimere quello che pensava. “Mi dispiace, Ben. Per tutto… non credevo che sarei mai stata capace di cose simili… eppure le ho fatte… su Exegol hai detto di non odiarmi, ma avresti tutte le ragioni di farlo, ed anche gli altri”
“Come ti ho già detto, non ti odio Rey. Il passato non lo puoi cambiare, credimi, ne so qualcosa! Ma puoi fare tutto quello che è in tuo potere per cambiare il tuo presente, ecco perché io sto facendo questo” disse, facendo un cenno con la testa al tablet. “Voglio dimostrare, in primis a me stesso, che posso essere meglio di ciò che sono stato e tu dovresti andare nella seconda sala a destra dagli altri e fare lo stesso. Lo percepisco che ti senti in colpa anche con loro!”
“È vero: vorrei scusarmi anche con gli altri, ma non merito il loro perdono”
“Allora non chiederlo”
“Sembra facile detto così, ma ho tradito la loro fiducia! Non potranno mai passare oltre, su questo”
Lui scosse la testa.
“Sei tu che hai perso la fiducia in te stessa. Ora che hai sbagliato, pensi di non poter più cambiare le cose e di non poter più essere meglio di allora, non è così. Ma devi essere tu a crederci per prima” Ben conosceva bene quei pensieri, lo avevano tormentato per anni e non avrebbe mai voluto lo stesso destino per lei “Io ci credo!”. Poggiò quindi la sua mano libera su quella di lei: quel contatto le fece alzare lo sguardo fino ad incrociare il suo. Rimasero in silenzio a fissarsi, non sembrava esserci nessun dubbio negli occhi scuri e penetranti di Ben, mentre quelli di Rey anelavano freneticamente delle risposte. La ragazza socchiuse le labbra, come per dire qualcosa, quando si accorsero che era arrivato qualcun’altro nella stanza e, non appena parlò, sussultarono separando d’istinto le loro mani.
“Padroncino Ben siete proprio voi? Oh, ma mi stupisce quanto siate cambiato: siete diventato incredibilmente alto, anche per un umano di età adulta”
Entrambi riconobbero il droide, per un attimo Rey si chiese come facesse Ben a conoscerlo ma, subito dopo, pensò che in effetti era stato al servizio di Leila per diverso tempo.
“Invece noto che le tue capacità di piombare all’improvviso quando non richiesto e di parlare a raffica, non sono affatto cambiate!”
Replicò lui, con un sarcasmo che non fu colto dal droide.
“Gentile da parte sua signorino Ben. In effetti, dialogare con gli esseri umani è una delle caratteristiche più distintive di un droide programmato per le relazioni umane, di cui posso dire con fierezza di essere pienamente munito”
“Anche troppo!”
Ironizzò nuovamente lui, sospirando e con Rey si scambiò uno sguardo d’intesa. Quindi, entrambi si lasciarono scappare una lieve risata.
“Forse, Rey faresti meglio ad andare dai tuoi amici, hai molto da dire a loro!” la spronò lui “E ti conviene farlo subito, perché potrei ripensarci a momenti, dato che vorrebbe dire restare solo con C-3PO!”
“Oh, non si preoccupi padron Ben. Forse essendo mancato per tanto tempo non se lo ricorda, ma un droide del mio livello ha una forte abilità nel portare avanti una conversazione molto lunga, anche solo con una persona!”
“Credimi, non ne ho nessun dubbio!”
Replicò alzando gli occhi al cielo, per poi abbandonarsi di nuovo sul lettino con un’aria arresa che fece strappare un’altra risata a Rey.
 cap-11
“Allora vi lascio soli”
Asserì lei, alzando un sopracciglio divertita e, facendo un cenno di saluto a Ben, si incamminò quindi verso l’altra stanza.




Per darsi coraggio, Rey prese un respiro prima di entrarvi: sapeva che non sarebbe stato facile né per lei e neanche per loro. Ma doveva farlo: entrò, quindi, per evitare eventuali ripensamenti e li trovò tutti e tre seduti su dei lettini a conversare tra loro ma, appena si accorsero della sua presenza, smisero immediatamente di parlare e la fissarono con uno sguardo misto tra il preoccupato e il timoroso. Avevano tutti diverse fasciature in varie parti del corpo ma, come aveva detto Ben, sembravano in via di guarigione.
“Ti sei ripresa e liberata a quanto vedo”
Constatò guardingo Poe.
“Rey, come ti senti?”
Chiese Rose con maggiore gentilezza.
“Hai ancora quelle strane idee sul comandarci tutti, secondo il tuo volere o cose simili?” chiese cauto Finn “Ren ci ha accennato qualcosa sul fatto di aver condiviso il tuo lato oscuro e che ora sei tornata in te… è vero?”
“Si, è proprio così: mi sono liberata dalle manette proprio per venire a parlare con voi e dimostrarvi che mi sento tornata in me e vi assicuro che, semmai dovesse succedere di nuovo qualcosa di simile, stavolta sarò la prima a cercare di impedirlo”
“Ah ce lo assicuri? Allora sarebbe tutto ok? Mi pare che anche la te ‘oscura’ ci voleva assicurare che andasse tutto bene, quando in realtà non era così!”
Faceva male sentire un tono così duro da Poe, ma non poteva biasimarlo.
“Poe, lo so che non è facile per voi fidarvi e avete ragione: quello che ho fatto è imperdonabile ed infatti non pretendo il vostro perdono. Ma voglio comunque scusarmi con voi! Vi ho attaccati e ho usato il trucco mentale su di voi. Purtroppo le cose stanno così e non cambieranno”
“Ma non è solo questo il punto Rey. Tutti abbiamo un lato oscuro, ma tu ben prima di cedervi hai mentito a noi: i tuoi migliori amici!”
Le ricordò Poe.
“È vero, ma allora io avevo paura… avevo paura di perdere la vostra amicizia! Mi vergognavo della mia discendenza. Avevo paura che voi poteste giudicarmi sulla base di essa perché ero stata la prima a farlo: mi odiavo per quello che avrei potuto fare e adesso mi odio per quello che ho fatto!”
La risposta ammutolì, per qualche attimo, Poe. Colpito, a quanto pareva, in parte da essa, fu Rose a tentare di dire qualcosa.
“Rey io…!”

Ma la Jedi non le permise di proseguire, parlandole sopra: aveva qualcosa di importante di cui discutere e non voleva che il discorso deviasse su altro.
“Ben mi ha detto che avete fissato per domani una riunione del Nuovo Consiglio, per decidere cosa fare con lui”
“E’ la decisione più giusta: è compito del Nuovo Consiglio decidere il suo futuro. Ci ha aiutati in questa circostanza, è vero, ma ha anche commesso molti altri crimini e non spetta solo a noi decidere il suo destino e quello della Resistenza”
Sentenziò Finn. La risposta di Rey però, sorprese lui e tutti gli altri.
“Alla riunione di domani, come primo punto, voglio portare le mie dimissioni da membro del Nuovo Consiglio”
“E allora? Pensi basti questo a risolvere le cose?”
Chiese Poe, con tono duro.
“Certo che no Poe, ma non posso nemmeno restare qui a non fare nulla!”
“E sentiamo: vuoi venire alla riunione solo per questo o per difendere Ren?”
Domandò, seccato, Finn.
“Ha importanza? Non avrei comunque più nessun potere decisionale, in merito. Ma io sono l’unica che conosce alcuni eventi che lo riguardano, ed è giusto che il Nuovo Consiglio ne venga a conoscenza”
“Quindi ora ti fidi più di lui, che di noi?”
Replicò lui.
“Aspetta: ora sono io sotto esame? Il fatto che voglia difenderlo non implicadi certo che io sia ancora succube del mio lato oscuro!”
“Abbiamo dei buoni motivi per avere dei dubbi su entrambi!”
Aggiunse Poe.
“Ragazzi ora state esagerando, cerchiamo di stare tutti più calmi. Infondo siamo tutti ancora in convalescenza”
Cercò di dire Rose per provare ad acquietare gli animi.
“No, Rose. È giusto che Rey accetti la realtà: Ren sarà sottoposto a giudizio e, dato tutto quello che ha fatto, non escluderei che il Nuovo Consiglio potesse anche deliberare di non accettarlo nella Resistenza, di farlo imprigionare o, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe essere deliberato di farlo giustiziare”
Ammise con chiara fermezza Finn.
“GIUSTIZIARE? Sarei io quella strana, adesso? Non era da Impero o da Primo Ordine il comportarsi così?”
Replicò Rey, allibita.
“È solo una possibilità che potrebbe essere presa in considerazione, non dico che la condivido. Ma ti devo ricordare gli innumerevoli crimini commessi dal Primo Ordine e da Kylo Ren? Lo dico solo perché, a volte, sembri troppo indulgente con lui”
Gli occhi di Rey si ridussero ad una fessura con fare indignato a quella risposta di Finn.
“Beh qualcuno dovrà pur esserlo, sembrate tutti averlo già condannato! Non eri stato tu, Poe, a dire adesso che tutti abbiamo un lato oscuro? Non abbiamo forse tutti noi un passato opinabile, in qualche modo?”
“Si, ma è diverso avere un passato opinabile da avere un passato da Leader Supremo del Primo Ordine! E poi non penso tu sia ADESSO nella posizione ottimale per fare la predica!”
Quelle parole le fecero più male del dovuto.
“Ah quindi è così che la pensate? BENE, ci vediamo domani alla riunione del Nuovo Consiglio, allora!”
Concluse lei e andò via prima che qualcuno la potesse fermare.
“Rey aspetta!”
Provò ad urlarle dietro Rose, senza però nessun risultato. Rey continuò ad avanzare con passo deciso fino a ritrovarsi all’esterno. Si sentiva furiosa, ma probabilmente lo era più con se stessa, che non con i suoi amici. Avrebbe voluto con tutte le sue forze poter cancellare gli errori che aveva fatto, ma sapeva bene che non era possibile e la cosa peggiore era che aveva paura di non poter riavere indietro il rapporto così familiare che aveva stabilito con loro. Disperata, arrestò il passo e si sedette su una roccia lì vicino, con la fronte appoggiata sulle mani. Furono una sequela di bip familiari a riattirare la sua attenzione.
“BB-8! Sei gentile a chiedermi come sto ma se sapessi cosa ho fatto, probabilmente anche tu mi odieresti” 
Disse lei amaramente, portando una mano sulla testa del droide per sistemargli delicatamente l’antenna. Lui replicò con dei bip confusi, ma fu una terza voce ad interrompere la loro conversazione e sembrava anche piuttosto affaticata.
“Certo che potresti correre un po’ meno veloce, almeno! Infondo ti ricordo che sono ancora in convalescenza”
Asserì Rose, che avanzava un po' zoppicante verso di lei cercando visibilmente di riprendere fiato.
“Rose! Non dovresti sforzarti, non per venirmi dietro almeno… non ne vale la pena”
“Ed invece sono qui proprio perché vale la pena! Poe e Finn hanno esagerato, loro…”
“No! Loro hanno ragione: non merito più la vostra fiducia”
Constatò con fermezza, ma l’amica si sedette accanto a lei posandole una mano sulla spalla e fissandola negli occhi.
“Ma la mia l’hai ancora!”
Le confessò, abbozzando un sorriso. Rey la fissò incredula.
“Non dovresti: ti ho attaccato, non ti ho ascoltata e ho tradito sia te che gli altri”
“A volte, è così facile concentrarsi sugli errori che ci scordiamo di tutte le cose giuste che abbiamo fatto! A volte siamo così abituati al lato che ci piace di una persona che dimentichiamo di darci peso, mentre ne diamo fin troppo al minimo sbaglio. Dovresti essere meno severa con te stessa e forse anche noi, come tuoi amici”
Rey la fissò sorpresa e quasi commossa da quelle parole.
“Dipende anche dal tipo di errore però… ci sono alcuni che sono difficili o impossibili da cancellare”
“Gli errori non si possono cancellare per loro natura, alcuni ci cambiano anche nel profondo. Ma sta a te decidere se lasciarti travolgere da essi o utilizzarli per imparare da loro e capire come non ricaderci! E, a tal proposito, penso che la tua proposta di presenziare alla riunione di domani con quanto hai detto, sia un buon inizio”
“Intendi la parte dove dico di volermi rimuovere dall’incarico o dove voglio ‘egoisticamente’ provare a difendere Ben?”
Le chiese ricordandosi le accuse che le aveva posto Finn poco prima.
“Penso che nessuno dei due sia un errore. E poi difendere una persona non penso possa definirsi qualcosa di egoistico”
Rey sospirò e le rivolse un sorriso.
“Sei fin troppo gentile con me!”
“Beh, non posso dire di aver preso bene tutto questo… ma sei comunque mia amica, ho imparato a conoscerti e so che hai bisogno di aiuto in questo momento più che mai e non me la sento di abbandonarti. Forse per Finn e soprattutto per Poe ci vorrà un po’ più di tempo, ma sono sicura che anche loro prima o poi riusciranno ad andare oltre questa storia, anche se a modo loro”
“Lo spero!”
Ammise.
“Chi può dirlo? Magari sarai proprio tu a farli ricredere!”
Aprì le braccia con un sorriso e Rey fu felice di abbandonarsi nel confortante abbraccio della sua migliore amica.
cap-11-5





Tornarono al centro medico e, dopo una visita dei medici di turno, a Rey e ai suoi amici fu dato l’obbligo di riposare. Quindi, così fece. Era incredibile quanto effettivamente si sentisse ancora stanca, nonostante fosse stata già senza sensi per quasi ventiquattro ore.
La mattina seguente si alzò presto perché non riusciva più a dormire. Decise quindi di uscire fuori a fare una passeggiata per schiarirsi le idee in vista della riunione. A sua sorpresa, fu raggiunta da Ben.
“Ben! Che ci fai in piedi? Non dovresti riposare?”
“Potrei dire lo stesso di te!”
Replicò lui, alzando un sopracciglio.
“Tu stai messo peggio di me e poi avevi detto che non ti volevi liberare delle manette per destare maggiore fiducia negli altri, o sbaglio?”
In effetti, Ben ancora aveva dolori anche quando camminava, ma non sarebbe riuscito a stare in quel letto un minuto di più. Scrollò le spalle.
“Beh, oggi ci sarà la decisione del Nuovo Consiglio: potrebbe essere l’ultima giornata che passo in libertà e quindi preferisco passarla all’aperto” ammise con tranquillità. Ma Rey sapeva bene che la situazione lo preoccupava almeno quanto lei. “Quindi… dove mi porti? Sei tu l’esperta di questo posto”
“Seguimi!”
Lo intimò lei avendo già in mente il luogo adatto. Si incamminarono quindi fianco a fianco.
“Come è andata con gli altri?”
Chiese Ben, anche se già da quanto percepiva poteva intuire qualcosa.
“Ho detto loro quello che pensavo. Rose è stata incredibilmente comprensiva, anche troppo. Poe e Finn sono stati più ‘intransigenti’. Non so se riusciranno a passarci su ma avevi ragione: era quello che avevo bisogno di fare” sospirò portandosi una ciocca di capelli ribelle che le cadeva sul viso, dietro l’orecchio “tu invece? Come è andata la tua trasmissione di informazioni sul primo Ordine?”
“Ho consegnato tutto quello che ero riuscito a fare ieri, Rose ha detto che avrebbe verificato l’attendibilità delle informazioni. Spero solo che riescano a farlo, almeno per alcune, in tempo per la riunione di oggi… a proposito, mi ha detto Rose che stanno analizzando il pianeta su cui ci siamo imbattuti nella nostra missione insieme. Al momento non hanno trovato riscontri tra i pianeti conosciuti, quindi gli hanno dato il nome temporaneo di Kalho”
“Hanno scoperto qualcosa su quanto trovato lì?”
Chiese incuriosita.
“È sicuro che siano stati svolti degli esperimenti lì, con tecnologie anche a noi ignote, ma non sanno molto altro al momento. Per ora, si stanno concentrando sul portare alla base della Resistenza il più possibile per continuare qui le analisi, dato che stare su quel pianeta potrebbe ancora essere pericoloso: non sappiamo se i seguaci di Palpatine o il Primo Ordine possano tornare laggiù, visto la pennetta che avevo trovato…”
“Quale pennetta?”
“Ah giusto, per fuggire da quel posto ho usato un Tie che era rimato lì. Sembrava del Primo Ordine e su un soldato morto ho trovato una pennetta criptata con il loro logo”
“Strano. Che il Primo Ordine sia collegato con questi seguaci di Palpatine?”
“Non ne ho idea, non ero al corrente di niente di simile nemmeno quando ero il Leader Supremo, il che rende il tutto ancora più sospetto”. Ben non riusciva a capire chi avrebbe potuto o voluto tenerlo all’oscuro e perché. E, in tal caso, c’era altro che non sapeva? “Rose ha decifrato in buona parte il codice della pennetta, ma non mi ha detto altro al momento”, il che lo preoccupava sul destino che avrebbero scelto per lui nella riunione odierna, ma ritenne che non fosse il caso di palesare anche quella preoccupazione a Rey.
In poco tempo, si allontanarono dal campo finendo in una radura non molto distante, immersa nel verde del prato e circondata in lontananza dagli alberi che segnavano l’inizio della foresta. Era su un leggero rialzo quindi si godeva anche di un discreto paesaggio.
“Non mi ero accorto che a così poca distanza dalla base della Resistenza ci fosse un posto tanto tranquillo!”
Disse Ben, guardandosi intorno sorpreso.
“Mi piace venire qui quando ho bisogno di meditare o di passare un momento con me stessa. Per questo mi sembrava l’ideale” si stese sull’erba e chiuse un attimo gli occhi, abbandonandosi a qualche secondo di relax “la natura come questa mi trasmette un senso di pace e tranquillità che mi manca quando sono in missione nello spazio! Forse perché su Jakku un panorama del genere potevo solo immaginarmelo”
Ben notò con piacere che finalmente riuscì a scorgere sul volto di Rey un’espressione serena, si stese quindi anche lui accanto a lei e fissò il cielo.
“Beh, in effetti non è male”
Ammise.
Passarono diversi minuti così, in totale silenzio, ma non era un silenzio imbarazzante: era quel tipo di silenzio che sai di poterti permettere con chi non ha la necessità di intavolare una discussione. Era piuttosto una condivisione di un momento di assoluta quiete dopo tanto tumulto.
Rey respirò a pieni polmoni godendosi quegli attimi, avrebbe voluto che ce ne fossero molti altri simili in futuro, ma non poteva esserne certa e questo le fece trovare il coraggio per confessare a Ben cosa avesse intenzione di fare.
“Alla riunione di oggi presenterò le mie dimissioni come membro del Consiglio, l’ho già detto a Poe e Finn”
Ben si mise seduto di scatto per la sorpresa, ma si lasciò scappare un grugnito di dolore, ricordandosi solo allora che le ferite non erano ancora guarite del tutto, si rimise quindi subito steso. Rey, avendo percepito in parte il suo dolore, preoccupata, si avvicinò a lui e, con un gesto istintivo, gli posò delicatamente la mano sul viso, ancora corrucciato dal dolore.
“Tutto bene?”
Quel contatto gli fece voltare la testa verso quella di lei, socchiuse gli occhi: erano così vicini che il sentire il profumo di lei mescolarsi con quello fresco del prato, gli fece quasi dimenticare del tutto il dolore che stava provando.
 cap-11-4
L’unico rumore rimasto era il leggero fruscio del vento che muoveva delicatamente l’erba solleticandogli il viso. Era una sensazione così rilassante, che dovette sforzarsi per fare un attimo mente locale e rispondere alla sua domanda, che attendeva ancora una risposta.
“Sì, mi ero solo stupidamente dimenticato che mi faceva ancora male… comunque, sei stata coraggiosa: stai cercando di dimostrare le tue intenzioni!”
“Beh, qualcuno mi ha convinta a farlo!” disse lei, lanciandogli un’occhiata. “E poi in questo modo sarò sicuramente presente anche io, così potrò raccontare davanti al Consiglio entrambe le volte in cui mi hai salvata! Sperando di risultare ancora credibile”
“Rey non voglio che tu ti espon-“
“Lo farò e basta”
Lo anticipò lei, con un tono che non ammetteva repliche, non facendogli nemmeno finire la frase. Si mise quindi seduta, togliendosi qualche filo d’erba che era rimasto incastrato tra i capelli.
Anche lui si mise seduto accanto a lei, ma più lentamente stavolta, in modo da evitare di provare nuovamente dolore.
“Ok hai vinto tu… tanto lo so che quando ti metti in testa una cosa, è impossibile farti cambiare idea! Promettimi solo che non esagererai ed accetterai qualsiasi loro responso”
Rey si bloccò: non era una cosa che sarebbe stata sicura di poter promettere, non che avrebbe fatto la differenza. Sospirò, abbassando lo sguardo.
Sarebbe stato sempre così tra loro? In bilico tra un problema enorme e un altro, o avrebbero trovato un periodo di pace per godersi anche dei momenti normali e tranquilli?
E, se anche fosse, come sarebbero stati dei ‘momenti normali e tranquilli’ tra loro? Non era sicura di avere una risposta: infondo fino ad allora erano sempre stati o su fronti opposti o in situazioni estreme tra la vita e la morte! Era stata lei a baciarlo in due occasioni. Certo, lui non era sembrato per niente dispiaciuto della cosa, le aveva donato la sua stessa vita edelle parole che l’avevano profondamente colpita! Ma sarebbe stato lo stesso in futuro o in quel momento? Senza i sensi di colpa o i rimorsi, in una situazione di quotidianità? Come avrebbero gestito il rapporto tra loro? Cosa erano davvero l’uno per l’altra?
Doveva avere delle risposte, a tutti i costi.
“Penso che forse sia arrivato il momento di parlare di quanto accaduto ad Exegol entrambe le volte che ci siamo stati, non trovi?”
“Pensavo ne avessimo già parlato a sufficienza: ci siamo salvati a vicenda, non c’è molto da aggiungere”
Si limitò a dire lui, non per minimizzare la cosa, ma per evitare piuttosto che Rey potesse sentirsi più in colpa di quanto non facesse già.
“Non intendevo quello ma quell’altra cosa che è successa tutte e due le volte”
Rey arrossì leggermente, lo sguardo di Ben cambiò e lei capì che aveva intuito a cosa si riferisse.
“Penso che sarebbe meglio parlarne dopo la decisione del Nuovo Consiglio su di me, non credi?”
Nonostante entrambe le volte fosse stata Rey a baciarlo, o almeno ad iniziare a farlo, era successo sempre in una situazione estrema e ora che era in dubbio il suo stesso destino, non voleva condizionarla o farla sentire in obbligo di legarsi a lui in alcun modo. Già lei aveva abbastanza problemi così… decisamente non gliene voleva creare altri.
In risposta, lei sembrò riflettere titubante sulle sue parole ma poi lo fissò con decisione negli occhi.
“Non penso farebbe molta differenza, per te si?”
Aggrottò la fronte, iniziando ad avere paura di una sua risposta.
“Rey non voglio che tu…”
Ma, a quanto pareva, non era il suo destino della giornata finire le frasi, perché furono interrotti da delle urla.
“SKYWALKER!”
Ben si voltò verso l’origine di quella voce chiedendosi chi lo potesse chiamare con tale nome, ma quando lo fece fu colto in contropiede da diverse cose: prima di tutto non aveva mai visto quella donna in vita sua, secondo a quel nome si era girata anche Rey e non sarebbe sembrato così strano se non fosse che a quanto pareva quella donna stesse cercando proprio lei.
“Sì, Cassy? Ti ho già detto che puoi chiamarmi semplicemente Rey, comunque!”
Rispose lei, confermando la cosa.
“Hai ragione scusami! Mi hanno mandato a cercarti per avvisarti che la riunione del Nuovo Consiglio è stata anticipata di un’ora”
“COSA? Veniamo subito allora, grazie!”
Non era proprio felice di interrompere il discorso che stavano facendo ma, allo stesso tempo, doveva tornare al più presto con Ben: se non lo avessero trovato lì non avrebbe deposto bene, facendoli alludere ad un suo tentativo di fuga. Fu solo quando si voltò nuovamente verso di lui che notò che la stava fissando con aria interrogativa e perplessa e non appena capì il perché, arrossì imbarazzata.
Balbettò qualcosa senza senso prima di riuscire a spiegarsi, cosa che la fece sentire ancora più a disagio.
“H-ho scelto di adottare quel nome dopo la battaglia di Exegol… avevo scelto di non usare il nome Palpatine, per quanto fosse la mia discendenza, sentivo che non mi apparteneva. Allo stesso tempo volevo onorare Luke e Leila che sono stati per me la cosa di più simile a dei genitori che avessi avuto da tempo… ma probabilmente è stata un’idea stupida…” Arrotolò nervosamente una ciocca di capelli intorno al dito sperando di trovare le parole giuste o che, per qualche assurdo motivo, potesse magicamente sparire e riapparire in qualsiasi altra parte della galassia, finché lui non avesse dimenticato quel momento “… è il nome della tua famiglia… se non ti sta bene lo capisco, in caso ne adotterò un'altro!”
Era sicura che Ben avesse fatto qualche espressione strana come reazione a quelle parole, ma era troppo impegnata a fissare il terreno sperando di sprofondarci per esserne sicura. Eppure, la sua risposta la sorprese.
“Non penso dovresti cambiarlo, trovo che ti doni!”
Solo allora ebbe il coraggio di rialzare lo sguardo, ma quello di lui fissava la strada davanti a loro. Eppure sulle sue labbra c’era un sorrisetto vispo di chi ha riflettuto su qualcosa tra sé. Qualcosa che lei non avrebbe approfondito stavolta.








 


**Angolo Autrice**
E da questo momento inizia ufficialmente la “seconda parte” della fic che sarà incentrato su un nuovo tema rispetto alla prima.
Rey dopo quanto successo è travolta dai sensi di colpa, ed è una cosa che in un modo o nell’altro lascerà un segno in lei, infondo l’aver ceduto al lato oscuro è una cosa che lascia il segno in chiunque lo abbia utilizzato.
La più comprensiva dei suoi amici resta Rose, alla quale mi sono sentita di farle dire questo discorso perché mi sembrava da lei, dato anche quello che dice in episodio VIII.
Ora bisogna vedere come andrà la riunione e cosa sarà deliberato lì, ci leggiamo al prossimo capitolo!
Spero che vi interesserà anche questa parte, ci sono ancora diverse cose che devono accadere.

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Verdetti ***


Poe e Finn li stavano aspettando quando videro arrivare Rey e Ben.
“Ah, quindi non sei scappato?”
Disse Finn, con una punta di sarcasmo, rivolto a Ben.
Ben avrebbe volentieri risposto di rimando menzionando, con altrettanta ironia, che fosse lui l’esperto nel fuggire per quanto ricordasse, ma Rey gli lanciò un’occhiata e capì che, in effetti, era meglio non provocare una reazione dell’amico di lei prima della riunione che avrebbe determinato il suo destino. Optò quindi per una risposta più tranquilla.
“Ero solo andato a sgranchirmi le gambe, non dirmi che ti sono mancato!”
Dallo sguardo di Rey capì che non aveva approvato nemmeno la sua soluzione ‘più tranquilla’, probabilmente perché conosceva i suoi amici e non voleva che per loro deponesse male. Infatti fu Poe a rispondergli.
“Ti consiglio di fare meno lo spiritoso in presenza dei membri del Nuovo Consiglio!”
Si limitò a dire con tono fermo porgendogli delle manette, che questa volta si assicurò di serrare su entrambi i polsi.
“A me non le metti?”
Chiese Rey, cercando con lo sguardo quelle destinate a lei ma senza scorgerle.
“Non farmene pentire!”
Si limitò a dire lui. Quella reazione di Poe l’aveva sorpresa: infondo da come avevano parlato fino al giorno prima, era sicura che non si fidasse affatto di lei, eppure il farla entrare senza manette era sicuramente un gesto di fiducia che giocava a suo favore. Prima che Rey potesse aggiungere altro, l’attenzione di tutti si spostò su Chewbecca, che era appena arrivato di corsa, serrando in un unico abbraccio sia lei che Ben.
“Chewbe, anche io sono felice di vederti! Ben mi ha detto che sei stato tu a salvarci, grazie!”
Disse lei, felice di rivedere il Wookiee e ricambiando delicatamente l’abbraccio, ma sperando che allentasse la stretta su di loro. Percepiva infatti Ben risentirne, date le ferite non ancora del tutto guarite. Chewbe grugnì qualcosa in risposta che Rey non riuscì a distinguere in quella salda stretta ma, a quanto pareva, Ben invece si.
“Chewbe, io ti ho già detto che ti sarò eternamente riconoscente per averci aiutati e sono contento che tu sia venuto per attendere il verdetto del Nuovo Consiglio su di me. Ma se non allenti la presa temo che non potranno esprimersi, perché dovrò allungare la degenza di qualche settimana!”
Replicò lui. Era felice che oltre Rey ci fosse qualcun’altro preoccupato del suo destino, ma quella presa lo aveva messo in evidente difficoltà, avendo anche le mani letteralmente legate.
Questa volta Rey riuscì a decifrare la risposta del Wookiee, che disse qualcosa del tipo ‘solo se rispetti la tua promessa’, ma non aveva idea a cosa si riferisse. Ancora una volta Ben sembrava saperlo.
“E va bene ‘zio Chewbe’, contento?”
Chewbecca soddisfatto sorrise genuinamente e liberò i due dalla presa. Quell’appellativo, però, sembrò attirare l’attenzione di tutti gli altri, compresa Rose che li aveva appena raggiunti.
Non appena liberatosi da Chewbe, Ben portò entrambe le mani legate al petto per riprendere fiato, sollevato dall’attenuazione del dolore dovuto alla stretta.
Rey, superata la sorpresa iniziale, trovò la scena adorabile. Di certo, in passato, Chewbe e Ben dovevano essere stati vicini dato che Han e il Wookiee erano inseparabili, ma mai avrebbe pensato che si facesse considerare come uno zio da lui. Ma a pensarci bene era proprio da Chewbe un comportamento simile ed era contenta che qualcun’altro mostrasse affetto verso Ben… forse quello che lui le aveva confessato ad Exegol riguardo al fatto che, a differenza di Rey, non avesse nessun altro, non era proprio come aveva creduto allora.
“Ehi, da quando voi due sareste così in confidenza?”
Chiese Poe, Chewbe rispose con un grugnito che nessuno di loro decifrò, ma non ce ne fu bisogno: era ben chiaro cosa intendesse e nessuno osò chiedere altro. In quel momento, Poe pensò al fatto che effettivamente Ben era pur sempre il figlio di Leila e Han e come tale, probabilmente, aveva passato una buona parte dell’infanzia anche con Chewbecca. Non si capacitava di come un figlio di due persone del genere fosse arrivato a diventare il Leader Supremo del Primo Ordine e a commettere tante atrocità, eppure a quanto pareva persino il Wookie, che gli aveva visto uccidere il suo migliore amico davanti agli occhi, aveva deciso di dargli una seconda possibilità. La cosa lo bloccò facendolo riflettere più del dovuto e Finn lo notò.
“Poe?”
Gli chiese l’amico, interdetto.
“Ci siamo tutti, ora che è arrivata anche Rose, consiglierei quindi di entrare. Direi che è inutile far attendere oltre i restanti membri del Consiglio”
Si limitò a dire Poe, quindi entrò nella sala della riunione insieme a Finn, prima che chiunque potesse dire altro.
“Chewbe, tu ci aspetti qui, giusto?” gli chiese Rose. Il Wookiee annuì. “Bene! Allora buona fortuna ad entrambi” aggiunse, infine, con un sorriso rivolta a Ben e Rey, quindi entrò.
Rey prese un profondo respiro per darsi coraggio, quindi diede una veloce occhiata a Ben il quale annuì, esattamente come quando su Exegol si erano passati le spade. Lei fece lo stesso ed entrò.
La sala era predisposta come l’ultima volta: c’erano delle sedie posizionate in ovale a cui però ne erano state aggiunte due per Ben e Rose, anche se leggermente più indietro delle altre. I restanti membri erano già dentro e, appena entrarono loro, tutti presero gli stessi posti della prima riunione. Rose si accomodò in una delle due sedie libere e l’ex Leder Supremo si sedette nel posto rimasto vuoto, scortato da due membri della Resistenza, i quali rimasero in piedi dietro di lui, probabilmente pronti ad intervenire in caso di necessità. La loro presenza non sembrò essere molto gradita ad alcuni membri del Nuovo Consiglio, che li osservarono contrariati, cosa che non sfuggì a Poe.
“Buongiorno a tutti, vi ringrazio per essere venuti nuovamente qui a così poco tempo di distanza dal nostro ultimo incontro e con così poco preavviso, ma gli eventi che sono intercorsi necessitavano urgentemente una decisione del presente Consiglio! Non appena ve ne parlerò, sono sicuro che converreste che la presenza dei due membri della Resistenza armati sia unicamente per garantire la vostra sicurezza”
I rappresentanti del Consiglio, non sembravano ancora del tutto convinti, seppur interessati ad ascoltare i dettagli da Poe. Prima che quest’ultimo potesse aggiungere altro però, fu Rey ad alzarsi per prendere parola.
“Prima di parlare di questo, vorrei portare al Consiglio un’altro tema. Voglio proporre le mie dimissioni da Rappresentante unico del Nuovo Consiglio”
La proposta lasciò tutti i membri interdetti, tranne logicamente Poe e Finn, i quali ne erano già a conoscenza.
“Questo penso sorprenda tutti noi: non eri stata tu stessa a difendere la tua adeguatezza, non molto tempo fa, al primo incontro del Consiglio?”
Ricordò perplessa Kayla.
“Sì, ma purtroppo in quel momento era già successa una cosa: avevo ceduto al lato oscuro della Forza. Allora pensavo di avere il pieno controllo ma non era così…” passò nervosamente lo sguardo tra i membri prima di proseguire, sembravano tutti dubbiosi, probabilmente alcuni nemmeno sapevano precisamente cosa stesse intendendo “…ero concentrata solo su quello che credevo giusto: l’ottenere potere per poter contribuire alla pace nella galassia, ma avevo completamente perso di vista i mezzi che stavo usando per raggiungere questo obiettivo. Ho usato i miei poteri mentali su Poe e Finn per assicurarmi il loro consenso alla scorsa riunione. So che è un comportamento inaccettabile e, Kayla, voi avevate ragione: un Jedi è ancora un rischio troppo grande per il Consiglio, o almeno lo sono stata io. Ecco perché ho deciso di rassegnare le mie dimissioni”
“È questo tutto ciò che avete fatto?”
Chiese Dalia, l’unico membro Twi’lek del Consiglio.
“No. Ho usato i miei poteri per attaccare i miei stessi amici e se non fosse stato per tutti loro, adesso non sarei qui: nonostante tutto non si sono arresi e mi hanno permesso di tornare quella che ero”
“Pensavo che i Jedi fossero dei protettori, non il contrario”
Obiettò il rappresentante Xandu, lasciando trasparire un tono di delusione. Quelle parole ricordarono a Rey quanto detto dal suo maestro: spesso i Jedi erano stati troppo ‘santificati’ e, a quanto pareva, ciò stava accadendo anche in quel momento.
“Purtroppo anche i Jedi sono persone e come tali possono commettere errori”
Ammise lei onestamente.
“Se anche accettassimo le vostre dimissioni, chi ci assicura che non possiate essere un pericolo per la Resistenza o per la galassia in futuro? Infondo sappiamo ben poco dei Jedi o della Forza”
Replicò Kayla. A quelle parole Ben serrò i pugni appoggiati sopra le gambe: avrebbe voluto intervenire per difenderla o per spiegare cose che quel Consiglio sembrava non sapere, ma era conscio del fatto che in quel momento la sua credibilità fosse molto inferiore a quella di Rey, e che un suo intervento avrebbe solo peggiorato le cose. Detestava il fatto di non poterle essere lontanamente d’aiuto. Rey, dal canto suo, esitò nel rispondere ma, a sua sorpresa, fu Finn a farlo.
“Capisco come vi sentite: io Poe e la presente Rose Tico siamo stati traditi e attaccati da Rey, pur essendo i suoi migliori amici. Anche noi ci siamo chiesti se potesse farlo ancora e se ci potessimo fidare nuovamente di lei”
“E a che conclusione sareste arrivati?”
Chiese interessato Xandu.
“Nessuno ci può assicurare al cento per cento che non lo faccia di nuovo ma è anche vero che lei stessa ci ha salvati tutti durante la battaglia di Exegol e personalmente non ho incontrato una persona più altruistica di Rey: da quando la conosco ci ha sempre aiutati, anche quando sapeva meno di noi cosa volesse dire essere un Jedi, non si è mai tirata indietro e si è unita alla Resistenza, scegliendo di diventare un Jedi, anche quando poteva benissimo fregarsene”
Finn voleva ammettere che in questo Rey si era dimostrata di certo più altruistica e coraggiosa di lui che, pur essendo sensibile alla Forza, per il momento aveva deciso di non approfondirla.
“E come facciamo a sapere che non siete stato influenzato adesso, come la volta scorsa, a parlare in tale modo, pur di difenderla?”
Chiese scettica Kayla.
“Perché è stata lei a decidere di venire qui oggi e a proporre le sue dimissioni, non avrebbe avuto nessuna convenienza a farlo se le sue intenzioni fossero state ancora contro di noi” si intromise Poe. “Inoltre quando ha usato i suoi poteri su di noi, ci siamo accorti che qualcosa non andava, sia in noi che in lei. Solo che, allora, eravamo troppo accecati dalla fiducia in Rey per ammetterlo”
Rey rimase senza parole: non si aspettava minimamente una così accorata difesa da parte dei suoi amici, anche se parziale, era comunque molto più di quanto si fosse lontanamente potuta immaginare.
“Quindi stiamo decidendo se possiamo fidarci ancora di un Jedi e l’unico parere a nostra disposizione è dei suoi più stretti amici, non avendo noi altri termini di paragone?”
Domandò Kayla perplessa, rivolta agli altri membri.
“Io mi fido dei Jedi! Ne ho conosciuto un’altro tempo fa”
Dichiarò a sorpresa Dalia, attirando l’attenzione di tutti.
“Vi riferite forse a Luke Skywalker? Il Jedi che si è rintanato per lungo tempo su un’isola remota, abbandonandoci al nostro destino contro il Primo Ordine?”
Replicò secca Kayla.
“No. Mi riferisco ad un’altro Jedi, risalente all’epoca dell’Impero. Faceva parte di un gruppo di ribelli ed è solo grazie a lui se sono qui, in quanto in una di quelle missioni salvò me e mio padre e aiutò il mio popolo a capire quale fosse il giusto destino da intraprendere”
“E che fine ha fatto questo Jedi?”
“L’unica cosa che so è che si è sacrificato per la salvezza della galassia, proprio come aveva intenzione di fare Rey ad Exegol, ecco perché mi fido ancora di loro e perché penso che Rey meriti una seconda possibilità. La galassia ha ancora bisogno di Jedi, ha ancora bisogno di quella speranza che solo loro riescono ad infondere”
“Cosa proporresti dunque?”
“Propongo al Consiglio di accogliere la proposta di Rey, concordo che alla luce degli eventi sia rischioso darle potere politico, eppure è anche vero che il suo ruolo di rappresentanza potrebbe esserci ancora utile. Deporrebbe male, inoltre, per noi revocarlo a così poco tempo dalla nomina e potrebbe infangare la reputazione stessa del Nuovo Consiglio. Quindi le toglierei il ruolo politico lasciando solo quello di rappresentanza, tenendola sotto stretta osservazione ovviamente” lo sguardo di lei divenne più severo “in caso dovesse fare nuovamente qualcosa di inaccettabile, il Consiglio potrebbe decidere una soluzione molto più dura”
Rey temeva cosa intendesse per ‘più dura’, ma era determinata a riacquistare la fiducia di tutti e sperava davvero che avrebbero accettato quella proposta dandogliene la possibilità.
“Ammetto che la notizia della creazione del Nuovo Consiglio è stata accolta positivamente dal mio pianeta, ma devo ammettere anche che molti erano entusiasti di poter conoscere l’eroina di Exegol. Non si può negare che questa cosa potrebbe essere un vantaggio per noi… alle condizioni poste dalla rappresentante Dalia, io penso che si possa accettare il rischio limitandolo. Chiedo al Consiglio chi è favorevole a tale proposta a meno che non ve ne siano altre”
Ammise il rappresentante Alan. Aspettò un attimo ma, non palesandosi altre proposte, iniziarono le votazioni. Lui fu il primo ad alzare la mano a favore, seguito da Dalia che aveva fatto la proposta.
A sorpresa di Rey, i successivi primi due ad alzare la mano furono proprio Finn e Poe. Nonostante non fosse stata ancora raggiunta la maggioranza, sorrise nel constatare che, nonostante tutto, le volessero concedere ancora una possibilità. Sperava vivamente che questo fosse di buon auspicio per rinsaldare il rapporto tra loro. Votarono anche i restanti membri e fu raggiunta la quasi totale maggioranza.
“Bene, è deciso allora! Passiamo quindi al tema che doveva essere originariamente il principale del nostro incontro: rappresentante Poe potresti illustrarcelo e presentarci il nostro ospite?”
Poe si alzò nuovamente in piedi per parlare: si notava che stesse cercando da qualche parte le parole giuste ma quando parlò, come al suo solito, lo fece con un tono deciso e senza indugi.
“Siamo qui oggi per prendere una decisione sulla persona qui presente…” fece una breve pausa prima di proseguire, nella quale Rey rimase senza fiato in attesa delle sue parole: temeva tutto ciò che avrebbero potuto scaturire, eppure non si rivelarono precisamente quelle che si sarebbe aspettata “Ben Solo, il figlio del generale Organa”
Tutti rimasero sorpresi, compreso lo stesso Ben, che mai si sarebbe aspettato di essere chiamato con il suo nome di nascita dal pilota.
“E come mai il figlio del generale Organa è ammanettato e scortato?”
Chiese dubbiosa Kayla. Questa volta Poe prese un profondo respiro prima di trovare il coraggio di rispondere.
“Perché molti lo conoscono con un’altro nome… Kylo Ren”
Nel sentire quel nome, i membri del Nuovo Consiglio rimasero esterrefatti ed un brusio di voci iniziarono a sovrastarsi tra loro.
“Per favore parlate uno per volta o non riusciremo a capire nulla!”
Propose Finn. Si alzò quindi la rappresentante Silla, ansiosa di prendere parola.
“Non c’è nulla da capire, se lui è davvero Kylo Ren è il principale nemico della Resistenza. Immagino quindi che lo scopo di questa riunione sia scegliere che tipo di condanna dargli e, visti i suoi reati, non credo che le soluzioni possibili siano molte”
Fu Rey ad alzarsi questa volta per intervenire.
“Non è solo questo: dalla battaglia di Exegol è stato dalla nostra parte e se non fosse per lui non sarei qui, né dopo lo scontro finale con Palpatine né sarei riuscita a tornare me stessa dopo aver ceduto al lato oscuro”
I rappresentanti del Consiglio rimasero interdetti da quelle affermazioni.
“Vi ricordo che vi siete appena dimessa dal vostro ruolo di rappresentante”
Puntualizzò Alan.
“Lo so, ma questo non mi impedisce di parlare ed esporre i fatti come li conosco, in modo che il presente Consiglio ne venga a conoscenza!”
“Ci sono altri eventi di cui è necessario che il presente Consiglio venga a conoscenza” intervenne Rose visibilmente emozionata, ma la cosa di certo non l‘avrebbe fermata “oltre ai due eventi citati da Rey, lui ha partecipato anche già ad un’altra missione con lei, nella quale ha recuperato delle informazioni criptate in un chip che sembrano collegare il Primo Ordine ai seguaci di Palpatine o ‘Accoliti’, come abbiamo scoperto che si fanno chiamare da questi file. Inoltre sta collaborando e ci sta offrendo delle informazioni che erano in suo possesso sul Primo Ordine, per noi molto importanti”
“E queste informazioni risultano attendibili?”
Chiese Tulin, il rappresentante Rodiano del Consiglio.
“Alcune le abbiamo potute verificare ed effettivamente combaciano con altre informazioni in nostro possesso. Per le altre, in particolare per quelle trovate nel chip, fanno riferimento ad un progetto ‘Apice’ su cui sembrerebbero in corso delle attività su Corellia. Sono dell’idea che andrebbe organizzata una missione, per andare lì è recuperare ulteriori dettagli sul progetto. Se risultassero veritiere, potremmo ottenere un grosso vantaggio sul nemico”
“Quindi sembrerebbe averci aiutato ultimamente, ma questo non ci assicura di poterci fidare completamente di lui”
Ragionò ad alta voce Tulin, gli rispose quindi Poe.
“Sono il primo ad ammettere di non fidarmi di lui. Mi ha torturato ed ha commesso moltissimi crimini in nome del Primo Ordine e poi successivamente anche a capo di esso, è innegabile. Inoltre è sensibile alla Forza, il che lo rende un avversario ancora più temibile” quelle parole fecero preoccupare Rey, ma lui proseguì il suo discorso prima che lei potesse nuovamente intervenire “ma non posso nemmeno negare che, come hanno esposto Rey e Rose, ci abbia aiutati in diverse occasioni ultimamente ed in particolare per salvare Rey dal suo lato oscuro: noi abbiamo fatto il possibile, ma alla fine lui è stato l’unico con capacità tali da poter permettere alla nostra amica di tornare in sé. Se avesse voluto avrebbe potuto distruggerci in diverse occasioni negli ultimi giorni, ma non l’ha fatto”
Rey tirò un leggero sospiro di sollievo: forse c’era ancora qualche speranza, ma la questione era ancora aperta, infatti intervenne la rappresentate Silla con tono alterato.
“Quindi cosa proporresti? Di farlo diventare un membro della Resistenza o di dargli anche un encomio, magari?”
“Non ho detto questo. Cercavo solo di analizzare nel modo più obiettivo possibile gli eventi e, credimi, non è facile nemmeno per me”
“Ho io una proposta!” Li interruppe Rey, prima che potessero continuare il dibattito tra loro “Considerato l’aiuto che mi ha dato e le informazioni che ha fornito alla Resistenza, mi propongo io stessa per andare in missione con lui e verificare sia le informazioni che ci ha fornito, che la sua attendibilità come alleato”
“È una missione che richiede almeno una piccola squadra della Resistenza, perché altri dovrebbero accettare tale rischio?”
Opinò Xandu.
“Perché un utilizzatore della Forza, con le sue abilità, ci sarebbe molto utile e non solo in questa missione. Inoltre, per qualsiasi evenienza, io sola posso tenergli testa come ho già fatto in passato. Quindi gli altri membri della squadra non avrebbero da temere”
“Non ditemi che volete anche solo minimamente valutare una cosa simile! E se fosse tutto una menzogna, solo per attaccarci proprio quando ormai ci fidiamo di lui?”
Disse Silla, più alterata di prima.
“Ha avuto diverse occasioni per farlo in questi giorni e non lo ha fatto!”
Insistette lei, in sua difesa.
“È assurdo: Kylo Ren è il Leader Supremo del Primo Ordine! Ha ucciso e torturato tantissime persone e ha distrutto il mio pianeta nativo. Non c’è niente che possa mai porre rimedio a questo, trovo ridicolo che ne stiamo ancora discutendo… nemmeno giustiziarlo sarebbe abbastanza”
Quelle parole di Silla lasciarono Rey indignata.
“Giustiziarlo? Da quando usiamo gli stessi metodi del Primo Ordine?”
“Da quando il nostro nemico è il peggiore dei mostri che io abbia mai conosciuto”
Replicò impietosa. Rey sussultò nel sentire lo stesso appellativo che una volta, proprio lei, aveva attribuito a Kylo Ren.
“Ma…”
Stava per risponderle quando una voce attirò l’attenzione di tutti, compresa la sua.
“La rappresentate Silla ha ragione: sono un mostro” Ben, che non aveva ancora parlato finora, aveva finalmente deciso di prendere parola “ho commesso innumerevoli crimini, di cui molti anche contro la Resistenza e non cerco redenzione per questo, perché so bene che non è possibile ottenerla. Niente può cancellare ciò che ho fatto”
Lo sguardo di Ben era più serio e determinato che mai.
 cap-12
“Con questo cosa vorresti dire?”
Chiese Silla, spiazzata da una simile risposta da lui.
“Voglio dire che è vero: probabilmente meriterei anche di essere giustiziato per tutto quello che ho fatto. Ma adesso, grazie a Rey, sono cambiato: dalla battaglia di Exegol ce la sto mettendo tutta per poter essere di più del mostro che sono stato prima. Se me ne darete l’occasione, farò tutto ciò che mi è possibile per aiutare la Resistenza e dimostrarvi che le mie intenzioni di cambiare non sono solo parole”
Il discorso di Ben sorprese un po’ tutti, facendo piombare il silenzio per qualche minuto. Silenzio che fu rotto solo da Xandu.
“Direi di mettere la questione ai voti: definire se il Consiglio vuole dare fiducia a Ben Solo, meglio conosciuto come Kylo Ren, per la missione proposta da Rey. Sottintendendo che, al minimo sbaglio, scaturirà una severa sentenza, o se in alternativa preferite una sentenza immediata, la cui tipologia sarà definita in caso di maggioranza”
La prima ad esprimere il voto, senza pensarci minimamente su, fu Silla.
“Io voto a favore della sentenza immediata!”
Fu seguita poco dopo da Tulin e Kayla che votarono come lei, cosa che iniziò a preoccupare Rey, la quale passò nervosamente lo sguardo tra i rimanenti membri. Era sicura che anche Ben fosse agitato, ma cercava di mascherarlo il più possibile o almeno ci riusciva sicuramente più di lei. Fu il turno di Dalia.
“Io penso che dobbiamo dargli una possibilità per dimostrarci ciò che vuole essere davvero… voto a favore della proposta di Rey”
“Ammetto di temerlo, ma anche io voto a favore. Non posso negare, infatti, che se fosse dalla nostra parte, potrebbe decretare un punto di svolta per la situazione attuale e penso possa valere la pena fare un tentativo”
Aggiunse il rappresentante Alan.
“E’ sicuramente una decisione difficile. Voto per una sentenza immediata solo perché penso che sia presto per noi per fidarci e forse dovrebbe almeno essere tenuto in cella sotto osservazione per un periodo, prima di mandarlo in missione per noi con tanta leggerezza”
Decretò Xandu. Erano rimasti quindi solo Poe e Finn. Il pilota fu il primo ad esprimere la sua opinione: prima di parlare rivolse uno sguardo torvo a Ben.
“Un’occasione…” blaterò. Sembrava che stesse rimuginando più tra sé, piuttosto che rivolgersi al Consiglio. Quando proseguì, però, fu più determinato “penso che le sue ultime azioni gli abbiano fatto guadagnare il diritto di concedergli almeno un’occasione. Se si dovesse decidere per la missione, mi propongo però di parteciparvi: voglio monitorare il suo comportamento ed assumermi la responsabilità di questa decisione”
Restava solo il voto di Finn che era letteralmente decisivo. L’ex assaltatore, era ancora in parte indeciso: da un lato non si fidava ancora di Kylo Ren, dall’altro, se si fosse deciso per una sentenza immediata, non era assicurato che non fosse decretata un’esecuzione e, per quanto non amasse Ren, di certo una sentenza di morte gli sembrava troppo esagerata. Fissò Rey e vide in lei uno sguardo supplichevole: sembrava completamente decisa della sua idea ed era chiaro che volesse disperatamente che anche lui votasse in tal senso. Sospirò, perché anche in quel momento, che era ancora in parte arrabbiato con lei per avergli mentito e per quanto fatto quando aveva ceduto al lato oscuro, non riusciva a rimanere indifferente davanti al suo sguardo implorante.
“Voto anche io a favore e parteciperò alla missione”
Si limitò a dire. Il suo tono non era dei più esaltati, ma il vedere l’espressione di Rey alle sue parole, finalmente più rilassata e contenta, gli fece capire che aveva preso la decisione giusta, almeno per il momento.
“Dato che le votazioni sono pari, la decisione va a quella meno sfavorita per l’imputato, quindi, in questo caso, alla proposta di Rey”
Rey e Ben si scambiarono uno sguardo finalmente sollevato dell’esito per entrambi e non ci fu bisogno di appellarsi al loro legame, stavolta, per percepire la gioia che provavano.
“La maggior parte dei membri della Resistenza non conosce il volto che si celava dietro la maschera di Kylo Ren quindi, per il momento e per evitare situazioni ancora più complicate, propongo di tenere segreta la sua identità e di presentarlo solo come Ben Solo. Poi, una volta finita la missione ed avuti più elementi per valutarlo, potremmo decidere come proseguire”
Questa volta furono tutti concordi alla proposta di Alan.
“Vedo che non ci sono altri argomenti. Allora dichiaro la seduta di oggi sciolta e ringrazio tutti i membri per aver partecipato”




Ben fu l’ultimo ad uscire dalla stanza. Davanti a lui vi erano i rappresentanti Alan e Dalia, ne approfittò per avvicinarsi a loro, per quanto gli permettesse la scorta.
“Vorrei ringraziarvi per la fiducia che mi avete dato, vi dimostrerò che è ben riposta”
Disse lui. Fu la donna a rispondergli.
“Devi sapere che le femmine Twi’lek per la loro bellezza sono state sfruttate dal resto galassia per la maggior parte come schiave o ballerine, soprattutto con l’avventura dell’Impero. Era talmente tanto un uso comune che, ormai, anche alcuni di noi la consideravano la normalità o addirittura una cosa positiva per la nostra specie. Ad un tratto, pensai anche io di non poter essere più di questo e di dover lasciar perdere le mie aspirazioni… infondo se per la galassia non ero niente di più di questo, forse tanto valeva esserlo”
Abbassò lo sguardo a quelle ultime parole.
“E poi cosa successe?”
Le chiese Ben, interessato da quel racconto.
“Ho incontrato una Twi’lek di nome Hera. Allora ero una ragazzina e fu la prima volta che vidi una femmina della nostra razza rompere così tante regole sul nostro popolo: lei faceva attivamente parte della ribellione, era riuscita a diventare un generale ed era andata addirittura contro il volere di suo padre per far valere i suoi valori. Sembrava così forte, indipendente e coraggiosa, che le chiesi come facesse ad essere così e dove avesse trovato il coraggio per fare ciò che voleva”
“Cosa ti rispose?”
“Mi disse che non importa cosa sei e come ti vede il resto della galassia: se sai di essere e valere di più devi fare tutto ciò che è in tuo potere per dimostrarlo e far valere i tuoi principi. Forse non andrà tutto bene, ma almeno non avrai rimpianti e potrai amare ciò che sei, anche solo per averci provato. Mi disse anche che proprio seguendo questi principi aveva incontrato persone stupende che le avevano insegnato tanto ed aiutata a diventare ciò che era. Da quel giorno lei mi fu d’ispirazione e tentai di essere più simile a lei, facendomi valere per quello che ero… non è stato facile, anzi a volte era molto difficile, ma ero fiera dei miei tentativi che mi hanno portato fino a qui. Ecco perché credo che valesse la pena concederti almeno una possibilità”
Quel racconto lo aveva profondamente colpito.
“Grazie rappresentate Dalia per le vostre parole, mi impegnerò anche io”
“Aspettiamo di vederne i risultati, allora!”
Concluse Alan.




Una volta usciti, tutti salutarono i vari membri che andarono via. Alcuni tornarono subito a casa, mentre altri si sarebbero fermati un’altro po’ nella base della Resistenza. Quando rimasero solo Finn, Poe, Rose e Ben, il pilota si avvicinò a quest’ultimo per togliergli le manette, congedando la scorta. Da quel momento, fino alla missione, lo avrebbero sorvegliato loro.
“Voglio ringraziare te e Finn per aver votato in mio favore, so bene che non è stato facile per voi”
Disse Ben. Poe scosse la testa.
“Non c’è niente da ringraziare: nella riunione del Consiglio dovevamo parlare in modo più oggettivo possibile e poi non l’ho fatto per te. L’ho fatto per Leila” a sentire il nome di sua madre, Ben sussultò leggermente “lei avrebbe voluto che ti dessi un’occasione. Penso che, nonostante tutto, non abbia mai smesso di credere in te, anche quando diceva di sapere che non avessi più speranze. Il generale Organa era una persona unica ed ha creduto in me quando nessun’altro lo ha fatto, quindi ho deciso di fare questo gesto in suo onore”
Anche Finn rispose a quanto affermato da Ben.
“Come Poe anche io penso che tu non debba ringraziarmi. Quando ero un assaltatore a Jakku e non ho sparato come ordinato, tu lo avevi notato. Come mai non mi hai ucciso, ponendomi come esempio per gli altri?” Non aspettò, però, una sua risposta e riprese “ecco… considera questo un ricambio di quel favore, nient’altro. Resta il fatto che non mi fido ancora di te. Quindi, d’ora in poi, per guadagnarti la mia fiducia avrai ancora molto da fare!”
Ben si limitò ad annuire ma era comunque contento, alla fine era più di quanto potesse sperare da loro.
In quel momento accorse Chewbe. Il Wookie aveva aspettato che andassero via i membri del Consiglio e chiese teso quale fosse stato il responso.
“Invece di darmi una sentenza immediata, il Consiglio ha deciso di affidarmi una missione ed, in base a come andrà, decideranno poi il mio destino”
Spiegò Ben. A quelle parole, il Wookiee fece un gran sorriso e gli mise una mano sulla testa, scompigliandoli affettuosamente i capelli.
 cap-12-2
“Sapevo che te la saresti cavata in qualche modo… ma parlami di questa missione, posso essere utile?”
Fu Rose a rispondergli.
“Se non ho fatto male i conti, per quanto affermato durante la riunione, dovremmo essere i qui presenti ma se vuoi unirti ci fa solamente comodo! Ci servirà anche il Falcon”
“Possiamo parlarne davanti ad un drink? Infondo Rey si era proposta di offrircene uno alla Cantina già dopo la prima riunione”
A quelle parole di Poe, Rey lo guardò di sbieco con sguardo furbo.
“Non ricordo di aver proposto di offrire da bere ma comunque sarò lieta di farlo stavolta, direi che ci meritiamo tutti un attimo di svago!”
“Cantina sia allora!”
Confermò Finn.













 


**Angolo Autrice**

Questo capitolo è interamente incentrato sulla riunione del Consiglio, ritenevo che le due decisioni da prendere meritassero un autonomia propria.
Dalia parla di un Jedi che ha conosciuto, tale Jedi è Kenan Jarrus di Star Wars Rebels, più avanti cita anche Hera che è sempre un personaggio di Rebels. Entrambi sono personaggi molto validi e pensavo che una loro citazione fosse dovuta! (mamma Hera da lezioni di vita anche a distanza!).
Alla fine sia Poe che Finn sono riusciti ad andare oltre il loro orgoglio e a votare a favore di Ben ma come gli hanno annunciato, per loro comunque non sarà così facile accettarlo. Toccherà a Ben adesso dimostrare il suo valore.
Al prossimo cap!

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Tranquillità e Tensione ***


Una volta arrivati alla Cantina, Ben osservò il luogo: era un locale abbastanza piccolo in un’area a semicerchio, al centro era disposto il bar mentre nel perimetro i tavolini. Sopra alla parte del bar vi era un intricato groviglio di tubi e macchinari di vario tipo, di cui alcuni probabilmente erogavano le bevande del posto. Una musica particolare e un po’ meccanica, ma orecchiabile, rimbombava nel locale. Il ragazzo si voltò a destra per vedere da dove provenisse e, a sua sorpresa, notò che il dj era un droide dalla scocca gialla, era di un modello che non aveva mai visto ma aveva l’aria di essere datato.
“Si dice che quel droide prima fosse un pilota, era talmente disastroso in quel ruolo che lo avevano mandato a rottamare. Un giorno però quello che è attualmente il proprietario del locale lo trovò, lo provò a riprogrammare con una funzione diversa, ed eccolo qui! Ogni tanto fa ancora le bizze anche ora, ma almeno non rischia di uccidere nessuno per i suoi errori, al massimo genera piccoli corti nel sistema delle luci, si interrompe o inceppa la musica ogni tanto”
Gli spiegò Poe notando il suo interesse. Ben osservò lo sguardo del pilota e capì che doveva essere un tipo proprio affascinato dai droidi.
Nella Cantina c’erano persone sedute sia al bancone che ai tavoli, Ben pensò che doveva essere un locale rinomato in quel posto, in quanto era abbastanza popolato o, in alternativa, si ritrovò a chiedersi se non fosse l’unico nei paraggi. Comunque trovarono un tavolo libero sul lato sinistro e si sedettero, ognuno di loro iniziò a dire cosa avrebbe preso, tutti cocktail dal nome che non aveva mai sentito, probabilmente tipici del posto.
“Niente Grog Novaniano?”
Chiese lui, palesemente ironico riferendosi al dialogo che aveva avuto con Poe la prima volta che lo aveva incontrato su quel pianeta.
“Mi spiace, probabilmente questo umile posto non è alla vostra altezza o forse semplicemente non c’è abbastanza nero nell’arredamento!”
Replicò il pilota secco e altrettanto ironico.
“Non è il tipo di locale a cui sono abituato ma non sembra male, ha un suo stile! Non ho idea di cosa sia quello che avete ordinato, quindi prenderò quello che hai preso tu”
Si limitò a dire.
Chewbe e gli altri iniziarono a parlare della missione per poi divagare su altri argomenti, citando persone ed eventi di cui Ben non era a conoscenza. Avrebbe potuto chiedere maggiori dettagli, ma la verità era che quella situazione lo metteva a disagio: infondo non era abituato a tali momenti di convivialità tra amici ed il fatto che alcuni di loro non si fidassero ancora di lui, di certo, non lo aiutava a gestire la conversazione. Per sua fortuna, Rose forse sembrava essersi accorta della cosa.
“Vedo lo staff molto impegnato oggi, potremmo aspettare molto… forse ci conviene andare direttamente al banco a dare gli ordini. Ben, mi accompagni?”
Lui annuì a quella domanda, ringraziandola mentalmente per averlo salvato da quella situazione. Si incamminarono verso il balcone, ed una volta lì, attesero che qualcuno desse loro retta.
“So che delle volte sono un po’ ‘difficili’, soprattutto Poe e Finn. Ma sono sicura che, se ti hanno concesso una possibilità, è perché davvero pensano che non sia sprecata, anche se a volte sembrerebbe il contrario per colpa del loro carattere”
Ben si appoggiò con la schiena contro il bordo del bancone, tamburellando le dita di una mano su di esso.
“Non li biasimo, piuttosto dovrei ringraziare te, perché stai dimostrando di riservarmi più accortezze di quante me ne meriti effettivamente!”
“Rey sembra fidarsi molto di te e quindi dato che mi fido di lei, ho deciso di provare a fidarmi di te. Non è facile, ma non andremo mai avanti se ognuno sarà fermo solo sui propri punti! Comunque non dovresti essere agitato, vedrai che la missione andrà bene”
Ben trovò quelle parole molto sagge.
“Rey è fortunata ad averti come amica! Per quanto riguarda me, più che la missione mi preoccupa il resto: come vedi non sono molto abituato a farmi piacere dalle persone, non so fino a che punto riuscirò a convincere Poe e Finn”
Rose sembrò rifletterci un attimo squadrandolo.
“Sai, non credo che tu debba fare chissà cosa. Devi essere semplicemente te stesso!”
“Non sono sicuro che così possa funzionare”
“Con Rey ha funzionato, però!”
Gli ricordò lei fissandolo di sbieco.
“E a volte ancora mi chiedo come!”
Disse lui con un velo di scherzo, che le fece accennare un sorriso. Rose sembrò stare per rispondergli, quando l’uomo al bancone si avvicinò ai due, chiedendo loro cosa volessero ordinare.

Intanto Rey era rimasta al tavolo con gli altri. Aveva percepito Ben leggermente a disagio, ma quando Rose gli aveva chiesto di accompagnarla si era sentita subito più tranquilla, perché era sicura che se c’era qualcuno che potesse farlo sentire più a suo agio, quella era Rose.
Decise di approfittarne per parlare con Finn e Poe in modo più tranquillo rispetto all’ultima conversazione, la quale era decisamente andata male.
“Poe, Finn, vi devo ringraziare per la fiducia che avete voluto darmi alla riunione: dopo avervi mentito avevate tutto il diritto di non volermela più concedere”
“Rey, ieri i nostri toni sono stati forse troppo esagerati, eravamo arrabbiati e…”
“No Finn, avevate ragione: vi ho mentito ancora prima di diventare oscura e l’ho fatto perché mi sono lasciata dominare dalla paura. So che voi tutti vi fidavate di me, solo che io proprio perché ero abituata a stare da sola su Jakku, non volevo esserlo di nuovo! Questa non è una scusa e so bene che le cose tra noi non sono esattamente come prima, ma voglio solo che voi sappiate che farò di tutto per farle tornare come un tempo e riconquistarmi la vostra fiducia!”
“Se ti abbiamo appoggiato al Consiglio è perché conosciamo il tuo lato testardo, in questo non sei molto diversa da me… se dici che vuoi provarci, so che ce la metterai davvero tutta”
Le rispose Poe, inclinando la testa nella sua direzione ed accennando un flebile sorriso.
“Sei sempre gentile e non abbandoni nessuno, insomma non hai abbandonato nemmeno Kylo Ren! Anche tu puoi sbagliare come tutti noi, quindi nemmeno noi abbandoneremo te”
Aggiunse Finn. Per fortuna la musica era alta e nel locale nessun’altro, a parte loro, aveva potuto sentire quel nome.
“Come dici tu ci vorrà un po’ per far tornare le cose tra noi come prima, ma è intenzione di tutti fare un piccolo sforzo per provarci. Che credi? Non sei mica l’unica che tiene alla nostra amicizia!”
Esclamò Poe, con un velo di sarcasmo. Rey fissò entrambi, quasi commossa.
“Grazie!”
Finn, che era situato al centro tra i due, poggiò le braccia sulle spalle di entrambi per cingerli in un flebile abbraccio.
“Ehi, piano: mica siamo di nuovo a questo livello di amicizia! Prima deve dimostrarci in questa missione che abbiamo fatto bene a fidarci nuovamente di lei. E poi, cosa più importante, deve ammettere che sono io il pilota migliore tra noi!”
Disse Poe, accentuando un tono più scherzoso nell’ultima frase.
“Non è mentendo che riacquisterò la vostra fiducia, mi sembra!”
Replicò lei con aria di sfida, cercando di restare seria, ma al vedere la faccia di Poe non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
“Non ci vedo proprio niente da ridere!”
Replicò il pilota.
 cap-13
Chewbe sorrise a quella tenera scena, dicendo che erano adorabili e che a quanto pareva non riuscivano proprio a restare litiganti per troppo tempo.
“Adorabili? Ma se sta solo peggiorando la sua situazione!”
Replicò Poe, ma Chewbe non sembrò credergli molto. Finn li sciolse dall’abbraccio, tornando seduto composto. In quel momento arrivò il barista con i loro ordini e Rose e Ben al seguito, e tutti si sedettero nuovamente ai loro posti.
Il drink di Ben, preso anche da Poe, aveva un colore rossastro e delle strane palline blu scuro, che sembravano avere un aspetto misto tra il fruttato e il gelatinoso. Il barista, che aveva visto quanto avessero attirato la sua attenzione, intervenne.
“Se ti chiedi da dove vengono… beh, da lui!”
Ben seguì con lo sguardo ciò che stava indicando l’uomo, inorridì quando capì che si trattava di una piccola vasca piena di acqua verdognola e contenente un enorme anfibio simile ad un viscido rospo.
Ben riportò lo sguardo sul bicchiere, con un’espressione mista tra il perplesso e il disgustato, cosa che fece ridere tutti.
“Dovresti vedere la tua faccia… non temere è uno scherzo che Tyler fa a tutti i nuovi clienti!”
Gli disse Rey, lui le rivolse uno sguardo contrariato.
“Godetevi il vostro drink!”
Disse il Barista, tornando al suo lavoro al bancone. Quindi Ben assaggiò la bevanda: era abbastanza aspra e forte, forse un po’ troppo per i suoi gusti, ma alla fine percepì un piacevole retrogusto fruttato.
“Non male, anche se continuo a preferire il Grog Novaniano!”
“Vorrà dire che ce lo offrirai tu la prossima volta!”
Gli rispose sarcastico Poe.




Passarono tutti del piacevole tempo insieme alla Cantina, raccontando diversi aneddoti o eventi a cui alcuni di loro non avevano partecipato. Dopo circa un paio d’ore, Rey pagò il conto e si ritrovarono fuori dal locale anche con Rose, la quale si era assentata per mezz’ora chiedendo di ritrovarsi lì davanti.
“Allora Rose, cosa è successo? Perché ti sei assentata con tanta urgenza?”
Chiese Finn preoccupato.
“Dovevo avere conferma di una cosa e ora posso finalmente darvi due notizie! Una buona, l’altra potreste in parte, diciamo, non trovarla ‘esaltante’!”
“Partiamo da quella negativa, allora”
Propose Finn, ormai abituato ad aspettarsi il peggio in quei casi.
“Quella non proprio esaltante è che partiamo domani”
“Di già?”
Chiese Finn stupito.
“Sí, ero andata proprio per averne conferma. Qui però arriva la notizia positiva: non andremo direttamente a Corellia per la missione, ma faremo una tappa di un giorno a Coruscant sulla strada”
“E cosa dovremo fare lí?”
Chiese Finn sospettoso, in attesa di una qualche fregatura.
“È una tappa di piacere, servirà a noi per rilassarci un po’: ce lo siamo meritato, no? E ci sarà anche una bella sorpresa, ma ve la svelerò solo più avanti. Vi posso solo assicurare che vi piacerà!”
Rey non era contenta di partire subito sia perché non si erano ancora del tutto ripresi, sia perché sperava di avere un po’ più di momenti tranquilli, come quello appena avuto alla Cantina, per aiutare anche Ben a legare con gli altri, oltre al fatto che ammetteva di avere anche lei bisogno di un po’ di tranquillità e riposo. D’altro canto non aveva mai visto Coruscant e aveva letto cose incredibili su quel pianeta: non poteva nascondere di essere esaltata all’idea di andarci, inoltre Rose aveva promesso che si sarebbero svagati, quindi forse non sarebbe stata poi così male come idea.
“Ci fidiamo di te Rose, mi raccomando!”
“Siete in ottime mani, non vi preoccupate, non sono sempre una garanzia?” Chiese lei retoricamente, indicandosi fiera “Ora però devo fare una cosa importante che serve per la sorpresa che vi accennavo… quindi voi sentitevi pure liberi di fare ciò che volete!”
“Dato che qualcuno deve controllare Ren, propongo che al momento potremmo farlo io e Finn: se partiamo domani ci può fornire ancora informazioni importanti e ci possiamo coordinare con Wizzich, che stava cercando di analizzare i dati secondari del chip in nostra assenza. Sia mai che trovassimo altri dettagli fondamentali per la riuscita della missione!”
“Potresti chiamarlo Ben?” chiese Rey, che aveva sperato che lo avesse fatto sempre, avendo lui avuto l’accortezza di farlo durante la riunione “Inoltre non pensi che forse sarebbe corretto concedergli una giornata di riposo, se partiamo domani? Una giornata di riposo e medicine potrebbe finire di rimettere in sesto tutti noi”
A sua sorpresa, però, fu Ben a rispondere.
“Può chiamarmi come preferisce” non voleva obbligare nessuno, ed infondo era già molto che gli avessero concesso l’accortezza durante la riunione “e poi per fornire i dati posso farlo usando un palmare, il che non richiederà sforzo fisico, quindi non ho nessun problema in merito, soprattutto se pensate possa favorire la missione”
“Bene, allora lo faremo dalla base medica, così prenderemo anche le medicine per il viaggio!”
“Ok. In questo caso, allora, io penso che mi allenerò un po’!”
Disse Rey, infondo l’ultima volta che aveva impugnato una spada laser era stata quella ritrovata al covo degli Accoliti e aveva davvero bisogno di prendere le distanze da quella parte di sé.
“A proposito di spade laser… quando potrò riavere la mia?”
Chiese Ben, fu Finn a rispondergli.
“L’avrai per la missione, non prima. Rey, allora ci vediamo stasera davanti al Falcon!”
Lei annuì e salutò tutti.




Rey prese la sua amata nuova spada laser, dalla lama gialla e decise di andare ad allenarsi nella natura, sperando che potesse calmare il suo stato d’animo. Aveva infatti in mano anche l’altra spada laser, quella dalla lama rossa, che aveva usato contro i suoi amici. Quella spada non solo le rievocava i ricordi nefasti legati ad essa, ma percepiva da quel cristallo una specie di influenza sui suoi sentimenti negativi.
Prima di andare via, Finn le si era avvicinata e le aveva bisbigliato nell’orecchio il luogo dove l’avevano riposta e le aveva anche detto che era sicuro che lei sapesse cosa ne avrebbe dovuto fare.
Probabilmente, si riferiva al fatto che lei aveva già nascosto le spade di Luke e Leila e quindi le voleva chiedere di fare lo stesso, ma perché darla proprio a lei? Non potevano farlo loro? Non avevano paura che potesse non avere il coraggio di sbarazzarsene e che l’avesse potuta usare nuovamente contro di loro?
Forse quelle erano solo le sue di paure! Infondo, anche se lo avessero fatto loro, se davvero lei avesse avuto nuovamente intenzioni sbagliate, avrebbe potuto estorcere loro comunque le informazioni senza troppi problemi, quindi non sembrava poi una scelta così insensata. Amareggiata, si sedette su una roccia ed osservò l’elsa della lama scarlatta che aveva in mano, con l’altra prese la sua che aveva legata sotto la cinta.
Sospirò profondamente: voleva liberarsi di quell’arma il prima possibile, ma come? Un tempo l’avrebbe provata a distruggere pur di evitare che le sue visioni si avverassero, ma dopo lo scherzo che le aveva fatto il destino, non era così sicura che fosse la scelta giusta. I recenti eventi le avevano dimostrato che se una cosa doveva accadere, trovava il modo di farlo e non voleva più scappare. Eppure nemmeno voleva portarsi dietro quell’arma! Ma non poteva di certo andare in poco tempo a Tatooine per seppellirla insieme alle altre.
“Sembri pensierosa, ed io che pensavo che i Jedi fossero sempre impeccabili”
Asserì una secca voce maschile, di fronte a lei. Alzò lo sguardo e vide a sua sorpresa che si trattava di Savius, l’Accolito che aveva dichiarato di volersi unire a loro.
“Savius! Vi dovrei ringraziare nuovamente per avermi aiutato producendo l’antidoto a quello strano gas che mi aveva colpito”
Con lo sguardo cercò le guardie della Resistenza che normalmente lo scortavano ma si sorprese nel non vederle, cosa che lui notò.
“Puoi darmi del tu, non amo i formalismi. Sono felice di constatare che qualcuno apprezzi il mio lavoro” accennò un sorriso soddisfatto prima di proseguire “comunque se cerchi la mia scorta, a quanto pare mi stanno iniziando a concedere qualche ora d’aria. Non che io sia chissà quale pericolo essendo disarmato, sempre se le parole non siano viste come un’arma, si intende!”
Rey non era sicura di essersi ancora abituata al cupo umorismo di quell’uomo. Aveva sempre un aspetto e tono così serio, calmo e distaccato… anche quando scherzava!
“Al momento non credo che voi… che TU, sia un pericolo”
Cercò di rassicurarlo. Lui portò lo sguardo alle sue mani.
“Oh, per questo impugni ben due spade laser?”
“Ero solo in procinto di allenarmi, ma mi ero persa in alcuni pensieri”
“I pensieri possono uccidere la mente, immagino che un Jedi ne abbia molti”
“Anche troppi a volte!” incerta, passò lo sguardo sulla sua figura imperscrutabile “Hai detto alla Resistenza di aver partecipato agli esperimenti sui cloni, ma di non sapere nulla su quel pianeta di cui ci hai dato le coordinate… ora che hanno recuperato un po’ di materiale, ed in base anche a quello che ti facevano fare, hai un’idea di cosa possano avere in mente?”
L’uomo si sedette a terra, capendo che il discorso sarebbe stato più lungo del previsto.
“Non molte sinceramente: ci hanno sempre fatto lavorare in compartimenti stagni affinché solo chi volessero loro potesse percepire il vero scopo ultimo di tali esperimenti”
“Quindi non hai idea se progettino di usare un altro clone di Darth Sidious o simili?”
“Se intendi come quello che hai affrontato ad Exegol, è altamente improbabile. Ci sono voluti quasi trent’anni per ultimarne uno di quel tipo e con le sue abilità. Prima ci sono stati innumerevoli esperimenti a cui anche io ho partecipato, con anche un numero di fallimenti considerevolmente elevato”
Rey aggrottò la fronte dubbiosa.
“Perché allora hai partecipato a questi esperimenti? Hai ammesso di esserti stufato di loro, ma questo adesso! Tempo fa però vi hai partecipato consapevolmente, come mai?”
Savius le rivolse uno sguardo fermo e profondo.
“Sono un medico a cui piace anche sperimentare, mentirei se dicessi che approfondire un qualcosa di complesso come la clonazione non mi abbia allettato, anzi portarsi sempre oltre i propri limiti può essere una sfida più che appagante per chiunque”
“E poi? Cosa è successo? Cosa ti ha fatto cambiare idea e cosa ti assicura di non ricaderci più?”
Chiese, riportando nuovamente lo sguardo sulle spade che stringeva e iniziandosi a chiedere se quelle domande fossero solo per avere una risposta da lui o per capire meglio qualcosa di lei.
“Beh, normalmente mi limitavo a svolgere il mio lavoro senza farmi troppe domande, inebriato dalla novità e dalla scoperta. Ero però uno dei più dotati, quindi mi affidarono sempre più compiti e più complessi, ad un certo punto diventò sempre più difficile per loro nascondermi l’obiettivo di tutto ciò… una volta proclamato l’ordine finale ho capito a cosa fossero serviti tutti quegli anni al loro servizio. Ho inorridito al solo pensiero di aver contribuito alla quasi caduta di tutta la galassia” sospirò fissando il cielo “speravo davvero che le mie scoperte potessero essere sensazionali ed invece a cosa sono servite? Ovviamente sapevo di non poter tradire facilmente quelle persone: ho visto cosa facevano a chi non la pensava come loro o a chi tentava di scappare, così ho solo aspettato la mia occasione con la Resistenza!” Rey incrociò nuovamente lo sguardo con lui, quando questo proseguì rispondendo alla sua ultima domanda “Non ricaderci più? Nessuno può assicurarmelo, ma ora spero solo di poter usare la mia esperienza in modo più costruttivo”
“Mi spiace”
Ammise lei, immaginando bene come si potesse sentire. Lui si alzò e, a sua sorpresa, la indicò.
“Forse è quello che dovresti semplicemente provare a fare anche tu. Non ti puoi liberare del tuo passato, puoi solo accettarlo e andare avanti”
Forse quell’uomo era più saggio di quanto pensasse.
“E se fosse anche il mio futuro a preoccuparmi?”
“Passato, futuro, inutile lagnarsi per cose di cui non abbiamo il controllo. Penso dovresti concentrarti di più sul tuo presente: è su quello che puoi agire”
“Grazie Savius, credo tu abbia ragione!” disse lei, col morale sollevato da quelle parole, forse adesso sapeva cosa fare “Posso chiederti un favore che ti sembrerà strano?”
“Per una cliente che sa apprezzare il mio lavoro, posso come minimo ascoltare!”
Replicò, fissandola sottecchi incuriosito.
“Potresti costruire una trappola di gas tipo quella che mi aveva colpita e per cui mi hai fornito l’antidoto?”
“Potrei… ma a cosa serve, se posso?”
“Devo proteggere momentaneamente una cosa, prima di decidere cosa farne. Ma potresti creare un tipo di gas con un effetto più rapido, che costringa l’eventuale vittima a curarsi al nostro centro medico? In tal caso solo tu potresti aiutarla e scopriremo chi è!”
“Deduco che sia una cosa molto importante, o pericolosa, da proteggerla in tale modo. Abbiamo per caso una spia nella Resistenza?”
Chiese, visibilmente turbato.
“E’ solo una precauzione! In caso avrei bisogno ovviamente del tuo totale riserbo sulla cosa, nessuno deve sapere che ti ho richiesto una cosa simile… pensi di poterla fare?”
“Ne ho costruite alcune in passato per loro ed assistito alla loro creazione. Non sono difficili da fare, soprattutto se di piccole dimensioni, per un lucchetto o una serratura”
“Ottimo, è proprio ciò che mi serve! Puoi farmela per domani mattina?”
“Aspetta… COSA? No! Solo per sintetizzare il veleno ci vogliono diverse ore, ma adeguare anche il lucchetto o la serratura potrebbe richiedere molto di più, non sono mica un meccanico!”
“Ero un’assemblatrice di rottami, spiegami cosa devo fare e ci penserò io ad adeguare la serratura! Tu penserai al veleno, ok?”
“Ci possiamo provare, ma devi dire ai miei ‘cani da guardia’ che sono impegnato a fare qualcosa con te o non mi molleranno un secondo”
Rey annuì.
“Non ti preoccupare, essere un Jedi ha i suoi vantaggi qualche volta!”




Rey passò tutto il resto della giornata con Savius, invece che ad allenarsi come previsto. Seguì le sue indicazioni e modificò la serratura, l’uomo le aveva assicurato che il veleno sarebbe stato pronto l’indomani e che lui stesso glielo avrebbe portato. Le spiegò anche come lo avrebbe dovuto collegare alla serratura.
Arrivò quindi al Falcon più stanca che dopo un lungo allenamento ed anche molto più tardi del previsto, vi trovò fuori Poe e Finn a chiacchierare. Ormai era buio pesto.
“Alla buon’ora! Sai di essere in tremendo ritardo, VERO?”
La sgridò Poe.
“Scusate, ho perso la cognizione del tempo e ho fatto tardi!”
“A volte inizio a credere che tu preferisca le tue ‘cose da Jedi’ a noi!”
Replicò il pilota.
“Vi sono mancata così tanto?”
Tentò di sdrammatizzare lei.
“Non iniziare a fare le stesse battute di Ren o ti lasciamo qui domani!”
Si intromise Finn.
“Non esiste: non vi lascio più il Falcon senza la mia presenza, vi devo ricordare che l’ultima volta me lo avete riportato in fiamme?”
“Era una situazione di emergenza… e devo ricordarti piuttosto come hai ridotto BB-8?”
Replicò prontamente Poe, ma Finn non sembrava dell’umore per reggere ancora quella conversazione.
“È tardi, se ricominciamo questa storia potremmo non finire più! Propongo una tregua e di andare tutti a dormire”
“Proposta accolta! È andato tutto bene con Ben?”
Chiese Rey.
“Ha collaborato e ci ha fornito molte informazioni sul Primo Ordine, ha fatto il suo dovere, per ora!”
Rispose Finn, Rey decise di farselo bastare: infondo almeno sembravano non scannarsi, il che era già un ottimo inizio.
“Bene! Lui e Chewbe sono dentro?” I due annuirono.
“Resto io con loro sul Falcon stasera, se volete, ci possiamo vedere poi direttamente qui domani mattina”
“Sicura? Non mi dispiacerebbe dormire in un letto comodo almeno stasera, ma se preferisci che restiamo…”
“Sicura! A domani!”
I due la salutarono, quindi Rey entrò. Vide Chewbe aggirarsi per il corridoio in direzione della sua stanza, con una bevanda fumante in mano. Le spiegò che stava andando a dormire e che Ben si era ritirato in camera sua poco fa. Lei chiese di indicarle quale fosse la sua stanza e, quando lo fece, si sorprese nel constatare che fosse una delle più piccole.
“Grazie Chewbe, penso che andrò a dormire anche io, sono stanca! Buonanotte”
Quindi lei si diresse verso la propria stanza, passando davanti quella di Ben. La luce sembrava spenta, ma era difficile esserne certi dall’esterno, quindi provò a bussare delicatamente sulla porta.
“Ben, sei ancora sveglio?”
Disse, con un tono non molto alto. Non ebbe risposta ma preferì non insistere, infondo doveva essere stata una giornata lunga anche per lui e non voleva rischiare di svegliarlo.
La Jedi entrò quindi nella propria stanza, era una serata davvero fredda: adesso capiva perché Chewbe girava con una bevanda fumante. Per la stanchezza si lasciò cadere sul letto e si accoccolò sotto la coperta. Normalmente si sarebbe cambiata mettendosi qualcosa di più comodo per dormire, ma tra la pigrizia ed il freddo non riuscì a decidersi a farlo.
Nonostante si sentisse stanchissima però, non riusciva a prendere sonno: continuò per una buona mezz’ora a rigirarsi nel letto. Si sentiva strana, come se quella sera le sue ansie e timori fossero più forti ed era ancora tormentata dai dubbi sul futuro di Ben e sulle scelte intraprese ultimamente.
Rey devi stare tranquilla! Infondo hai deciso di mettercela tutta ed anche Ben… non ha senso pensarci troppo, rilassati, dai il meglio di te ed andrà tutto bene!
Provò ad autoconvincersi, ma fu completamente inutile, inoltre aveva una strana sensazione: come se ci fosse un pericolo enorme che incombesse su di lei.
No Rey! Sei solo preoccupata per l’incubo che hai avuto e per quelle maledette visioni, ma non tutte le visioni si avverano e quelle non lo faranno!
Ma nemmeno quel pensiero l’aiutò, continuò disperatamente a cercare di dormire finché, avvilita, decise di alzarsi. Magari, se si fosse preparata qualcosa di caldo anche lei, le avrebbe conciliato il sonno, quel pensiero riuscì finalmente a farle trovare le forze di alzarsi, pur rimanendo avvolta nella coperta. Si preparò una tazza di infuso bollente e si recò nella cabina di pilotaggio, le piaceva l’idea di sorseggiare qualcosa mentre guardava le stelle ma, quando arrivò, sobbalzò nel notare che ci fosse già qualcun’altro: Ben.
Era seduto al posto del pilota ed era intento a guardare e rigirare qualcosa che aveva in mano.
“Non riesci a dormire?”
Le chiese lui, senza distogliere l’attenzione da quello che stava facendo, ma percependo la sua presenza. Rey si sedette al posto del coopilota, appoggiando la tazza sulla console e stringendosi nella coperta che stava per caderle dalle spalle.
“Nemmeno tu, vedo… se è un tentativo di fregarmi il posto da pilota, puoi anche tornare a dormire!”
Cercò di ironizzare lei.
“In realtà Chewbe mi ha già fatto pilotare!”
Le confessò lui fissandola di sbieco e alzando un sopracciglio.
“Dovrò parlare con lui, allora!” scherzò lei, contenta però che almeno le rivolgesse finalmente lo sguardo. Notò in quel momento che la cosa che teneva in mano erano i dadi che di solito erano appesi al Falcon
“Cosa sono?” gli chiese curiosa: voleva sapere come mai avessero destato così tanto il suo interesse.
Ben tornò a fissare i dadi con sguardo serio.
 cap-13-2
“Sono i dadi portafortuna di mio padre, lui diceva sempre che era grazie a loro se era riuscito a vincere il Falcon”
“‘Vincere?’”
Chiese con stupore, quindi diede un sorso al suo infuso, in attesa di una risposta.
“Già: mio padre ha vinto a sabacc il Falcon, tempo fa, giocando contro Lando, se ne vantava spesso e diceva che da allora questi dadi per lui erano stati un vero portafortuna”
“Non sapevo che il Falcon appartenesse a Lando un tempo! Spero che allora portino fortuna anche a noi, ne abbiamo davvero bisogno per questa missione!”
L’espressione di Ben però si fece ancora più cupa, strinse i dadi nella mano con una forza tale da provocargli dolore, cosa che però non lo fece desistere.
“Distruggo tutte le persone che mi sono vicine”
Asserì improvvisamente e Rey non se lo aspettava minimamente: si sentì talmente travolta da quelle parole e dalle emozioni negative di lui, che si sporse verso di Ben dalla sedia per fissarlo con determinazione.
“Lo sai che non è vero!”
Esclamò decisa, con aria quasi di rimprovero. Ma lui non ne sembrò molto convinto. Sospirò profondamente prima dire altro.
“È sempre stato così”
“Non è così! Sono qui grazie a te e tu stesso hai detto oggi di voler mettercela tutta per essere qualcosa di meglio di ciò che eri prima, e so per certo che eri sincero!”
“Lo ero e lo sono: voglio davvero mettercela tutta in questa missione! Ma anche se riuscissi nell’intento, questo potrebbe comunque non cambiare questa cosa…” Ben si sentiva avvilito e la causa del male di fin troppe persone “…non sai tutto del mio passato, per quanto io facessi o provassi alla fine era sempre stato così io n-“
“Non importa il passato Ben! Quello che importa è adesso!”
“Ed è proprio questo il punto: Rey io ci ho pensato e credo che anche dopo la missione, comunque vada, forse noi… non credo sia il caso di…”
Rey sgranò gli occhi, improvvisamente sopraffatta dal panico: voleva per caso riprendere il discorso di quella mattina e voleva farlo proprio in quell’istante? Sapeva che glielo aveva chiesto lei, ma ora non era più sicura di voler avere una risposta, soprattutto adesso che sembrava sopraffatto da quelle sensazioni negative! O forse, semplicemente temeva che non le sarebbe piaciuta la risposta che le stava per dare? Non sapeva quale fosse la verità ma non era pronta ad ascoltarla, quindi lo interruppe provando a cambiare argomento, con la prima cosa che le venne in mente.
“Secondo te la profezia si è avverata?”
L’espressione interdetta di Ben, le fece capire che non aveva affatto gradito quel suo repentino cambio di argomento.
“Cosa? Di che parli?”
“Ho trovato una pergamena antica che riportava le principali profezie dei Jedi. Una che sembrerebbe non essersi ancora avverata citava ‘quando la Forza si ammalerà, il passato ed il futuro dovranno separarsi e combinarsi’, pensavo che si potesse riferire alla mia parte oscura e al mio lato chiaro… a tutto ciò che è successo finora… che ne pensi?”
Ben trovò abbastanza evidente che quello fosse un disperato tentativo di Rey di cambiare argomento e la cosa non gli fece piacere. Era stata lei l’ultima volta a chiedere di approfondire la questione tra loro e ora che stava provando a farlo, lei aveva cambiato argomento. Perché? Si era già forse pentita di quello che aveva fatto? Non era sua intenzione in alcun modo condizionarla o farla sentire in obbligo nei suoi confronti, anzi, era proprio ciò che voleva dirle. Forse se non voleva davvero toccare la questione, era meglio: lui avrebbe solo dovuto continuare a comportarsi normalmente, senza pretendere altro. Infondo dopo tutto quello che lei aveva fatto per lui, era troppo pretendere anche quello. Forse era stata solo una sua illusione che davvero le cose potessero stare in quel modo tra loro, in un contesto più quotidiano. In effetti lui non si sarebbe mai liberato del tutto dell’ombra di Kylo Ren e questo avrebbe solo portato altri problemi, che Rey non meritava. Rey meritava di meglio di uno come lui.
Perciò era meglio se non c’era nulla da chiarire: si sarebbero solo dovuti continuare a comportare normalmente senza discorsi imbarazzanti o simili. Ma se era davvero così, allora perché si sentiva in collera per questo? Perché sentiva come se gli mancasse il respiro e il terreno sotto i piedi? Sapeva anche lui che per Rey sarebbe stato meglio così, lui portava solo problemi ed era meglio restare solo amici… eppure anche quella verità non poteva lenire la rabbia che sentiva ribollirgli dentro.
“Non penso farebbe molta differenza. Per te, si?” i suoi pensieri gli fecero citare le stesse parole che lei gli aveva rivolto, anche se in un contesto totalmente diverso. “Non penso abbia importanza: le profezie, come le visioni, sono spesso vaghe e possono generare solo confusione. A volte i Jedi gli danno fin troppa importanza”
“È vero: a volte non si sono realizzate esattamente come previsto o sono state mal interpretate. Ma se ci sono, ci sarà un motivo!”
“Non c’è sempre un motivo per tutto, a volte delle cose accadono e basta e non tutte hanno la stessa importanza che uno gli dà”
Disse con tono secco, non essendo nemmeno più sicuro che stessero parlando dello stesso argomento.
“Ma…”
Balbettò lei, sopraffatta dalla sua reazione, non sapendo nemmeno bene cosa rispondere. Ma fu lui a chiudere il discorso.
“Si è fatto tardi, dovremmo andare a dormire entrambi!”
Rimise i dadi al loro posto e se ne andò in camera, senza dire altro. Rey rimase di stucco, quasi incredula davanti alla strana reazione di lui. Si sentì sommersa da emozioni che non sapeva nemmeno dire a chi dei due appartenessero esattamente.
Sentì il cuore pulsare in petto freneticamente, provò a fare dei profondi respiri per evitare che troppe emozioni negative potessero avere la meglio su di lei. Bevve quello che restava dell’infuso, quindi tornò a letto, probabilmente con più pensieri di prima.
Come mai tutto d’un tratto si era comportato così? Che fosse per un effetto della condivisione del lato oscuro, che lei si fosse sentita così strana quella sera e lui avesse avuto un momento di cedimento? O, più probabilmente, era lei che cercava di accaparrare scuse, per nascondere a sé stessa una scomoda verità?











 


**Angolo Autrice**
Finalmente un attimo di tranquillità per i nostri eroi! Ho deciso di ambientarlo nella Cantina che, come avevo detto, prende ispirazione dalla Cantina di Galaxy Edge. Il nome del barista è lo stesso di quello che mi ha servito lì e la storia del robot dj è la stessa di Galaxy Edge, infatti prima quel robot era nell’attrazione Star Tour dove faceva da pilota imbranato e al suo primo tentativo, negli anni fu sostituito nell’attrazione da C3PO, quindi lui lo hanno messo poi come Dj nella Cantina! Hanno comunque voluto preservare il suo aspetto “pasticcione” quindi ogni tanto nella cantina fa spegnere alcune luci o inceppa la musica e i baristi fingono di riattivarlo.
Anche lo scherzo che fa il barista a Ben è lo stesso che hanno fatto a me, effettivamente nei cocktail c’erano queste palline e Tyler ci ha indicato una vasca con acqua verde con dentro una specie di rospo dicendo che venivano da lì!
Dopo gli eventi del Consiglio ho trovato necessario un attimo di chiarimento tra Finn Poe e Rose!
Ritorna in questo capitolo Savius ma stavolta è Rey ad aver bisogno di lui. Per il resto lascio a voi le opinioni e impressioni, infondo la trama sta iniziando ad ingranare verso il secondo grande tema della fic, quindi se avete impressioni o supposizioni ditele pure!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Il Viaggio ***


Quella notte Rey ebbe molta difficoltà a dormire, tormentata da vari pensieri tra cui ancora i dubbi su sé stessa ed, ovviamente, quelli relativi alla conversazione avuta con Ben poco prima. Una parte di lei aveva anche paura di riavere nuovi incubi, simili a quello che aveva avuto prima di svegliarsi in ospedale: in quel momento le mancava solo una cosa simile! Quindi involontariamente aveva fatto cicli di sonno molto brevi.
Non sapeva da quanto tempo fosse riuscita finalmente a prendere nuovamente sonno, quando la voce di Chewbe la svegliò, dicendole che c’era qualcuno per lei all’ingresso del Falcon. Stava per chiedergli chi fosse quando si ricordò dell’accordo con Savius.
“Digli che arrivo subito, per favore!”
Si alzò e si rese presentabile il più in fretta possibile per poi catapultarsi all’ingresso del Falcon dove, come previsto, trovò Savius. Aveva uno sguardo seccato dall’attesa e stavolta a suo seguito ci stavano anche i due membri della Resistenza che di solito lo sorvegliavano.
“Scusa il ritardo ma eccomi! Sei riuscito a preparare quello che ti avevo richiesto?”
“Ho passato buona parte della nottata a finalizzarlo per portartelo nei tempi richiesti, che differenza vuoi che faccia un piccolo ritardo?”
Non era sicura che fosse sarcastico: Rey si chiese se con gli Accoliti gli fosse permesso avere quel singolare atteggiamento. Lui le porse una fiala contenente un gas verdognolo, ma con un colore più chiaro di quello che aveva inalato lei.
“Grazie! Vado subito a montarlo come mi avevi spiegato!”
“Mi raccomando di seguire con attenzione le indicazioni che ti ho fornito per l’aggancio, non ne ho altre pronte! Comunque, come eravamo d’accordo, allora ti avvertirò se qualcuno dovesse presentarsi al centro medico con i sintomi che sappiamo”
“Mi sei stato molto utile Savius!”
“Dovresti dirlo a loro, non a me…”
Accennò con il capo ai due membri della Resistenza che lo scortavano e quindi Rey si rivolse direttamente a loro.
“Confermo che ha reso un buon servizio alla Resistenza”
I due annuirono alle parole della Jedi, quindi lei li salutò. Rey prese quindi la spada dalla doppia lama rossa e la portò nel luogo in cui aveva deciso di nasconderla, montò con molta attenzione la fiala sul lucchetto, facendo attenzione a non danneggiare e ad incastrare la base metallica della fiala, come le aveva spiegato Savius. Una volta finito il procedimento la osservò attentamente pensando che così avrebbe dovuto funzionare: infondo si trattava di una soluzione temporanea, almeno adesso sarebbe potuta partire con più tranquillità.
Tornò quindi al Falcon, ma si bloccò all’entrata non appena si ritrovò davanti Ben. Rimasero immobili in silenzio a guardarsi e, per la prima volta, si sentirono in imbarazzo a farlo. Rey non aveva idea di cosa fare o dire ma, per suo sollievo, fu Ben ad agire per primo.
“Senti Rey, mi spiace per ieri sera… ero stanco e mi sono lasciato prendere dallo sconforto”
Ben, per quanto avesse dormito poco anche lui, dopo quanto accaduto tra loro, aveva deciso di rispettare la decisione di Rey di non parlarne. Piuttosto si sarebbe concentrato sulla missione, era la cosa migliore o almeno era la conclusione che aveva deciso di abbracciare.
Rey non si aspettava un’ammissione di colpa da parte sua, ma la cosa le fece piacere: non sopportava una simile tensione tra loro, anche se questo non avrebbe comunque cancellato facilmente dalla sua mente quelle parole che le aveva rivolto la sera prima.
“Non ti preoccupare eravamo entrambi stanchi e tesi, immagino, per l’imminente missione e per quanto accaduto finora”
Tentò di accennare un sorriso di incoraggiamento che sembrò lenire la tensione anche di lui.
“Chewbe mi ha detto che adesso il Falcon è tuo… quindi, come funziona? Devo chiederti il permesso di salire a bordo?”
Rey sgranò gli occhi ed arrossì leggermente per l’imbarazzo.
“Beh… sì, ma tu sei il figlio di Han, il Falcon è tuo di diritto!”
“Ma chi sono io per andare contro le volontà di mio padre?”
“Tuo padre avrebbe voluto che lo avessi tu, soprattutto ora che sei dalla parte della Resistenza!”
Ben rimase qualche attimo in silenzio, come se stesse rimuginando su quelle parole.
“Allora facciamo che è di entrambi! Che ne pensi?”
Proposta che sorprese Rey e le fece accennare un sorriso.
“Penso che sia una buona idea!”
“Ottimo, quindi ora ci alterneremo alla guida come piloti!”
Asserì lui, con un sorriso furbo.
“Sei tremendo!”
Replicò lei.
“Lo sono. Ma non hai detto di no!”
“Non ho detto nemmeno di sì!”
Lui fece spallucce ed entrò, evitando volutamente di rispondere ulteriormente. Entrò anche lei, faceva un po’ fatica a seguirlo date le lunghe falcate che faceva quando camminava a passo più spedito. Le ricordò quando erano a bordo della Supremacy e stavano percorrendo la strada per andare da Snoke, allora lei aveva affrettato apposta il passo per non sentirsi in difetto. Era strano: quello non era esattamente un bel ricordo, eppure la fece sorridere tra sé.
Una volta arrivati all’area centrale della nave, trovarono Chewbe seduto al tavolino ed intento a fare qualcosa, sembrava stesse scrivendo.
“Chewbe! Cosa fai?”
Chiese lei con curiosità.
“Voglio annotare alcuni dei recenti eventi e ho la sensazione che anche questa missione sarà da ricordare”
Le rispose il Wookiee, solo allora si rese conto che stava scrivendo su un’agenda, incuriosita si sedette accanto a lui per sbirciare.
“Hai un diario?”
Chiese lei con un aria talmente esaltata che Chewbe non potè fare a meno di passarglielo. Le spiegò che lì, annotava i ricordi più belli che aveva con i suoi amici. Rey prese in mano l’agenda in pelle logorata, come se fosse un’antica reliquia e la aprì con cura, iniziò a sfogliare le pagine iniziali e notò che il primo evento riportato era quando aveva conosciuto Han: a quanto pareva erano finiti in cella insieme ma, inizialmente, il Wookiee voleva ucciderlo. Chewbe le raccontò che stava praticamente quasi per strangolarlo, quando Han gli aveva proposto un piano per evadere, solo allora avevano iniziato a collaborare.
“Figurati se non trovava un modo per farla franca!”
Commentò Ben, solo allora Rey si accorse che si era seduto anche lui accanto a lei. Girando la pagina, si soffermò divertita sulla parte a cui aveva accennato Ben la sera prima: a quanto pareva Han aveva vinto veramente il Falcon a sabacc, ma giocando onestamente a differenza di Lando. Questa cosa le fece pensare ad una similitudine tra padre e figlio: come sia Han, per quanto fosse stato un contrabbandiere, che Ben, per quanto fosse stato Kylo Ren, non potessero fare a meno di essere onesti in determinate occasioni.
“Quindi il Falcon in origine apparteneva a Lando!”
“O ‘zio Wanwo’, come lo chiamava Ben quando era piccolo! Non riusciva a dire il suo nome e lo chiamava così”
“Quindi consideri anche lui come uno zio?”
Le chiese Rey con interesse, ma lui sembrava abbastanza imbarazzato dall’aneddoto che aveva raccontato Chewbe.
“Spero tu non abbia riportato anche questo nella tua agenda!”
Gli chiese, palesemente a disagio, ma il Wookiee non gli rispose, ed iniziò a temere cosa potesse esserci riportato lì dentro che Rey avrebbe potuto leggere.
La ragazza trovò tra le pagine anche una foto di Han e Chewbe quando erano giovani, Han sembrava avere all’incirca la sua età attuale.
“Comunque Han da giovane aveva un certo fascino!”
Ben alzò gli occhi al cielo, con un pizzico di invidia per il tono di ammirazione che lei aveva appena usato.
“Ne era anche fin troppo consapevole, credimi!” Chewbe sogghignò a quelle parole “Cosa ci trovi di divertente zio Chewbe?”
Il Wookiee gli rispose che loro due gli ricordavano Han e Leila quando erano giovani. Quindi, sfogliò alcune pagine fino a mostrare loro la foto di Han, Leila, Luke e Chewbecca. Risaliva più o meno al periodo in cui si erano riuniti la prima volta, Rey fissò la foto con entusiasmo.
“Ma questa è Leila, era bellissima! E questo era Luke… non me lo sarei mai immaginato così da giovane!”
Curiosa, continuò a sfogliare l’agenda dove erano riportate diverse avventure: su alcune di soffermò a leggere mentre altre le passò velocemente, finché non notava qualcosa che attirasse la sua attenzione. Fu Chewbe, ad un certo punto, a mostrarle una foto contenuta in essa ed era proprio la stessa che aveva visto anche Ben, la quale ritraeva il Wookiee che teneva in braccio lui da piccolo.
“Ma Ben questo eri TU! Che carino e che foto tenera!”
“Ero solo un bambino…”
Si limitò a dire lui, con un velo di imbarazzo che cercava di nascondere. Lei provò a leggere qualcosa che lo riguardasse riportato in quell’agenda.
“Qui dice che volevi che tuo padre ti insegnasse ad usare un blaster ma lui si era rifiutato ritenendoti troppo piccolo”
“Ovviamente questo non mi ha fermato dal provarci lo stesso!”
“Alla fine lo ha rubato di nascosto e, quando Han lo ha scoperto, si è arrabbiato non poco”
Le anticipò Chewbe.
“Certo che eri dispettoso da piccolo!”
“Era impossibile farlo stare tranquillo e se voleva fare una cosa, stai certa che trovava un modo di farla”
“Insomma non molto diverso da adesso!”
Disse lei, rivolgendosi a Ben.
“Senti da che pulpito!” replicò lui alzando un sopracciglio.
“Alla fine gli ho insegnato io stesso a sparare, prima che potesse fare ulteriori guai”
Precisò il Wookiee. Rey trovò la cosa dolce: Chewbe doveva essere uno zio premuroso.
“Possiamo entrare?”
La voce, che riconobbero come quella di Poe, proveniva dall’ingresso del Falcon. Chewbe gli rispose in modo affermativo e si fecero avanti il pilota e Finn.
Il Wookiee prese la sua agenda e si alzò, salutò i nuovi arrivati e disse che avrebbe iniziato a fare i preparativi per la partenza, sparì quindi in sala comando. Rey e Ben salutarono i due.
“Buongiorno, tutto bene?”
Chiese Finn, i due annuirono in risposta. Notò che Ben era rimasto comodamente seduto accanto a Rey.
“Non metterti troppo comodo, non è mica la tua nave! E poi ti ricordo che, anche se stiamo andando a fare una tappa di piacere, questa è comunque la missione da cui dipenderà il tuo destino”
 cap-14
“In realtà lo è”
Rispose lui.
“COSA? Non è di Rey il Falcon?”
“Diciamo abbiamo deciso che è di entrambi, infondo Han era suo padre!”
Confermò lei.
“Ma voi sentitevi pure liberi di mettervi comodi!”
Replicò Ben ironico, con un sorriso soddisfatto, citando quanto detto da Finn stesso poco prima. Prima che quest’ultimo potesse replicare, un’altra voce, che veniva dall’ingresso, attirò la loro attenzione.
“Qualcuno di voi mi potrebbe AIUTARE?”
Era Rose, tutti andarono da lei e la trovarono alle prese con due bagagli troppo grandi per poter essere trasportati da lei, sola. Finn e Poe la aiutarono, ma il pilota la fissò interdetto.
“Lo sai che partiamo solo per un paio di giorni e non per settimane, vero?”
“Lo so bene! Infatti ho portato cose funzionali alla sorpresa di stasera e che sono per tutti voi, quindi penso che potreste anche ringraziarmi!”
“Ti ringrazieremo appena ci dirai di cosa si tratta!”
Disse Finn interessato. Rose fece un cenno ed entrarono tutti, si sedettero intorno al tavolino del Falcon.
“Bene allora ve lo dirò: sono riuscita a farci avere degli inviti per una festa a Coruscant. Si svolgerà in un edificio molto bello ed è anche abbastanza elegante, motivo per cui vi ho procurato degli indumenti adatti per ognuno di voi, contenti?”
“Scherzi? Amo le feste! Non vado ad una da troppo tempo, in effetti!” esclamò Poe, esaltato all’idea “Anche se questa, da come ne parli, sembrerebbe di alta classe… sei sicura che Finn non mi farà sfigurare?” domandò ironico.
“Ehi! Mi pare che fossi tu quello irriconoscibile in vesti eleganti, se non ricordo male!”
Replicò il suo amico.
“Quindi nelle sacche che mi avete appena aiutato a salire, ci sono i vestiti che ho preso per voi per l’evento. Ecco cosa ho fatto ieri!”
“Wow, grazie! Li hai presi per tutti noi?”
Chiese Finn.
“Sì, e scelti accuratamente. Ma anche io dovrei ringraziare voi: infondo ho usato i crediti tuoi e di Poe”
 “COSA?”
“Beh sì, siete due generali e due membri del Consiglio adesso e mi avevate detto di poter usare i vostri crediti per la missione… ed uno svago adeguato prima di questa, non è fondamentale per la missione stessa?”
“Te la faccio passare solo perché l’idea di una festa mi piace!”
Disse Poe, guardandola sottecchi.
“Sono sicura che vi piacerà: ci sarà cibo raffinato proveniente dalle più disparate località della galassia, drink esotici e ovviamente anche una pista da ballo!”
Rose stava per dire altro, ma fu distratta da uno sbadiglio di Rey, quindi si rivolse alla sua amica preoccupata.
“Non ti piace come idea?”
“Oh, no Rose mi piace tantissimo! Non sono mai stata su Coruscant e non vedo l’ora di andarci, inoltre mi piacerebbe proprio poter andare ad una festa! Ho sbadigliato solo perché ho dormito poco e male stanotte”
Arrivò nella sala anche Chewbe, il quale disse che era tutto pronto per la partenza. Ben annuì.
“Bene, allora direi di partire, se siete d’accordo. Il viaggio per Coruscant durerà qualche ora. Rey forse dovresti approfittarne per riposare un po’, possiamo pilotare io e Chewbe”
Normalmente Rey avrebbe obiettato, proponendosi lei stessa come pilota, ma la verità era che necessitava davvero di un po’ di riposo in più, così magari si sarebbe potuta godere meglio anche la visita a Coruscant.
“Va bene, per questa volta!” si limitò a dire, rivolgendogli uno sguardo complice “Fate i bravi in mia assenza! E svegliatemi tra un’ora nel caso non lo avessi già fatto” disse, salutando tutti: infondo non voleva lasciarli soli troppo tempo, ed inoltre voleva godersi quella giornata con tutti loro. Andò quindi nella sua stanza, fece una veloce doccia calda, si mise dei vestiti puliti e si stese sul letto. Stavolta ci mise poco ad addormentarsi.




Ben e Chewbe erano ai posti di comando e fecero partire il Falcon. Nei posti dietro, erano seduti Finn e Poe, mentre Rose era rimasta al tavolino e stava controllando sul datapad alcune informazioni per la missione del giorno dopo.
Regnò il silenzio per diversi minuti, finché Finn non decise di interromperlo con una domanda che sorprese Ben.
“Rey ci ha accennato al fatto che tu e lei siete connessi nella Forza e che in passato avete comunicato anche a distanza. È una cosa tipica di chi padroneggia la Forza? Su Exegol, quando lei stava per morire, penso di averlo percepito anche io nella Forza. Quindi se teoricamente anche io mi allenassi, potrei comunicare come fate voi?”
Quella domanda, per quanto fosse lecita, in qualche modo infastidì Ben. Non sapeva neppure lui il perché… sapeva che lei e i suoi amici fossero molto legati e ci stava che se Finn fosse sensibile alla Forza l’avesse potuta percepire. Eppure sentì l’improvvisa necessità di precisare bene la differenza di tipo di connessione che avevano loro in quanto diade.
“Normalmente tutte le persone sensibili alla Forza, se hanno un legame tra loro, possono percepirsi in alcuni frangenti a vicenda, come è probabilmente accaduto anche a voi. Per me e Rey è un po’ diverso… siamo una diade nella Forza: un tipo di legame che, per quanto ci abbia riferito Darth Sidious, non si verificava da generazioni. Possiamo comunicare nella Forza, vedendoci come se fossimo uno di fronte all’altra, a volte in modo volontario e a volte meno, passandoci anche degli oggetti tramite le connessioni. Non ho sentito mai parlare nemmeno da Luke di un potere simile, quindi non ho idea di che altro potremmo essere in grado di fare”
“Capisco”
Replicò secco Finn, con un tono che gli parve infastidito almeno quanto si era sentito lui. Ripiombò quindi il silenzio, ma stavolta Ben lo preferì a quel discorso scomodo.
Una volta nell’iperspazio, Chewbe si rivolse a Ben.
“Dovresti riposare un po’ anche tu adesso. Possiamo svegliarti quando lo faremo anche per Rey. Nel frattempo, può supervisionare Poe come pilota in caso di necessità”
Ben voleva fare buona impressione su di loro ma forse era vero: in effetti un po’ di riposo non gli avrebbe fatto male.
“Se anche per voi va bene…”
Disse, rivolgendosi agli altri due che però annuirono, quindi li salutò e si incamminò verso la sua stanza.




Rey si ritrovò in un posto buio, attivò la sua spada laser dalla lama gialla per aumentare la visibilità, anche se non servì a molto, era solo una flebile luce in un buio pesto. Avanzò con cautela sentendosi quasi richiamata da qualcosa che la faceva avanzare attirandola, ma allo stesso tempo preoccupandola, come se avesse la terribile sensazione che qualcosa di orribile incombesse esattamente dove stesse andando.
Respirò profondamente e, irrequieta, avanzava con passi cauti e con i muscoli tesi, pronti a scattare per qualsiasi evenienza. Improvvisamente un fulmine saettò all’orizzonte, illuminando ciò che aveva davanti, rendendo finalmente visibile un qualcosa che le fece scendere un brivido lungo la schiena: davanti a lei vi era il trono oscuro e, seduta su di esso, la sua controparte oscura con gli occhi bianchi che aveva visto nelle sue visioni. Al suo fianco vi era colui ch era più simile a Kylo Ren che a Ben ma che era anche molto più impassibile, come nello scorso incubo.
Rey strinse più forte la presa sull’elsa della sua spada, quindi le urlò.
“Cosa sei?”
Lo scenario si rifece buio, l’unica luce tornò ad essere quella gialla della sua spada, quando, in un tempo che non giustificava lo spostamento, si ritrovò la sua doppia esattamente dietro di lei a sussurrarle con voce sottile.
“Sono semplicemente la versione migliore di te, quella che merita questo trono e lo sai bene!”
Rey si voltò e la fissò: ora che la osservava da vicino poteva notare come il suo volto sembrasse pieno di segni del tempo non coerenti con la sua età e, più la fissava, più le sembrava disumana e vuota.
 cap-14-2
Con una mossa repentina le puntò il laser della spada alla gola, cosa che però non sembrò scomporre minimamente la sua avversaria.
“Non cederò mai più al lato oscuro, quindi non esisterai mai né avrai mai quel trono”
“Ma hai comunque paura che io diventi realtà!”
“Non ho paura di te, non puoi esistere!”
La sua doppia sorrise in una maniera che Rey trovò inquietante.
“Oh, davvero? C’è sempre qualcosa di cui si ha paura!”
A quelle parole la Rey dagli occhi bianchi scomparve e lo scenario cambiò a favore di uno diverso ma non fece nemmeno in tempo a capire dove si trovasse, che vide a terra disteso ai suoi piedi Ben. Si stava contorcendo dal dolore e poteva percepire la sua sofferenza, sembrava un dolore insopportabile. Si abbassò subito verso di lui.
“BEN! Cosa ti è successo?” ma non ebbe risposta, anzi il suo dolore sembrava aumentare “Ti prego Ben non puoi lasciarmi di nuovo, dimmi cosa posso fare per aiutarti!” sentì la sua stessa voce tremare, allungò quindi una mano per toccarlo ma, non appena entrò in contatto con lui, una sequela di immagini le invasero la mente. Sapeva che quelle erano visioni ma non voleva vederle, non voleva rischiare di essere condizionata più di quanto non lo fosse già, così si concentrò con tutte le sue forze e si svegliò.

Ben stava per entrare nella sua camera, quando sentì distintamente un tumulto di emozioni divampanti provenire da Rey e, in particolare, dalla camera lì accanto: paura, disperazione, dolore, ansia, mischiate a così tante altre che nemmeno riusciva a distinguerle. Preoccupato, si precipitò da lei e, senza pensarci su, aprì la porta.
“Rey tutto bene?”
Lei si era messa seduta sul letto e si sentiva ancora in preda a quelle orribili sensazioni, il cuore le pulsava in petto e delle lacrime solcavano il suo viso. Fece a malapena in tempo a percepire l’arrivo di Ben per asciugarsele e darsi un contegno: non voleva farlo preoccupare.
“Ho avuto solo un incubo”
Si limitò a dire lei, cercando di ostentare un tono di sufficienza. La cosa non sembrò funzionare perché, in tutta risposta, Ben si sedette accanto a lei ed iniziò a fissarla con il suo solito sguardo penetrante.
“No”
Replicò lui con tono deciso mentre la fissava. In quello sguardo lei si sentiva proprio come quando lui era ancora Kylo Ren e, per quanto lei cercasse di impedirglielo, riusciva esattamente a leggerle dentro, a capire come si sentisse. Era inutile provare anche solo lontanamente a nascondergli qualcosa.
“Da quando abbiamo condiviso il lato oscuro, sono tormentata da incubi sia sulla me oscura, che avevo visto nelle due visioni, e sia anche dal tuo lato oscuro che avevo visto al mio fianco sul trono dei Sith”
“Ti va di raccontarmelo?”
“Ci sta questa me dagli occhi bianchi che siede sul trono dei Sith e mi ricorda che quel futuro si avvererà, proprio come tutti gli altri. Poi ci sta il tuo lato oscuro che è dalla sua parte, ed infine ho visto anche te che soffrivi non so per cosa” ammise, quindi esitò un attimo prima di proseguire, perché le tornarono in mente le immagini dell’incubo di poco prima e dovette farsi forza per non cedere di nuovo alle emozioni “lo so, è stupido: sono solo incubi, probabilmente è sciocco pensarci tanto, dovresti torna-“
Provò a minimizzare, ma il tono le uscì involontariamente più tremante di quanto volesse e non finì la frase perché Ben fece qualcosa di inaspettato che la lasciò letteralmente senza parole: la abbracciò.
“Non è stupido”
Disse lui telegrafico. Nascosta da quel rassicurante abbraccio, Rey non riuscì più a trattenere le lacrime.
“Alla fine dell’incubo stavo per avere delle visioni ma non ho voluto vederle, per un attimo mi sono chiusa alla Forza… avevo paura di farmi condizionare ancora, di vedere cose che non avrei voluto. È assurdo ed imperdonabile: magari avrei visto qualcosa che mi avrebbe aiutato a salvare te o i miei amici, per potermi finalmente riscattare dalle azioni che ho commesso quando ho ceduto al lato oscuro… ma sono ancora troppo debole, questo è inaccettabile: non dovrei partecipare a questa missione, sono solo un pericolo per tutti”
Disse con rabbia verso se stessa, quasi singhiozzando.
 cap-14-3
“Non sei un pericolo… non per me”
“E se lo fossi? Se quelle visioni si dovessero avverare?”
“Non devi avere paura Rey. Se anche queste visioni si dovessero avverare, magari lo faranno in un modo diverso da quello che possiamo immaginare, noi stessi ne abbiamo mal interpretato alcune ed è stato anche l’errore di molti Jedi e Sith in passato. Quindi è inutile preoccuparsi adesso: quando e se si verificheranno, le affronteremo, come abbiamo sempre fatto finora!” Rey si strinse a lui ricambiando l’abbraccio, aveva bisogno di quelle parole “Ora però devi riposare, almeno un po’”
Più che un consiglio, sembrava un ordine. Infatti la obbligò a stendersi ma senza mollare la presa su di lei, cosa che la mise in imbarazzo, anche perché in quel letto e in quella posizione in due ci stavano stretti, non voleva stesse scomodo solo perché si preoccupava per lei.
“Grazie Ben, se vuoi puoi andare adesso, sto meglio”
Ma lui non si mosse né allentò la stretta su di lei. Rey avrebbe dovuto insistere ma non aveva la forza di fingere: la verità era che in quell’abbraccio si sentiva bene, a casa.




Rey riuscì a dormire finalmente senza preoccupazioni o incubi, finché un rombo meccanico non svegliò sia lei che Ben, il quale sembrava essersi appisolato anche lui.
Si alzarono e si precipitarono entrambi nella sala comandi per verificare cosa fosse accaduto.
“Cosa succede? Siamo stati attaccati? Perché siamo usciti dall’iperspazio?”
Chiese Rey preoccupata.
“A quanto pare abbiamo un piccolo problema tecnico, quindi stiamo atterrando sul pianeta più vicino per sistemarlo”
Spiegò Poe.
“Problema tecnico? Ti ho lasciato il Falcon per meno di un’ora!”
Replicò lei agitata.
“Ehi non è colpa mia! Chewbe, diglielo anche tu!” Chewbe grugnì qualcosa sul non voler essere messo in mezzo “Grazie tante ammasso peloso, ora sembro colpevole!”
Il Wookiee lo guardò di traverso ma Ben si mise in mezzo tra i due.
“Possiamo pensare ad atterrare? Vorrei arrivare intero su questo pianeta… ma è Ord Mantell”
Disse, osservandolo per cercare di capire di quale si trattasse.
“Esatto! Se riusciamo ad atterrare su una delle sue isole vulcaniche, non dovremmo attirare attenzioni indesiderate”
Spiegò Poe.
“Oh bene, altre buone notizie?”
Chiese sarcastico Finn, che era seduto in uno dei posti posteriori.
“Non fare il nervoso, potrei atterrare anche ad occhi chiusi!”
“Cosa che NON faremo”
Precisò Rose, dal posto dietro quello del pilota.
“Ovvio che no, per chi mi hai preso?”
“Con te non si sa mai!”
Poe però fu di parola, perché atterrarono in maniera precisa su una delle isole vulcaniche del pianeta, anche se non con poco rumore. Uscirono tutti all’aria aperta che trovarono piuttosto afosa, probabilmente dovuta alla vicinanza con qualche vulcano.
“Benvenuti ad Ord Mantell! Rey non sei contenta di poter vedere anche questo pianeta?”
Disse Poe, cercando di alleggerire l’atmosfera, cosa che non gli riuscì molto.
“Sarò più contenta non appena avremo sistemato il Falcon! Guarda, perde anche fumo!”
Disse infine preoccupata, notando solo in quel momento che il lato destro del mezzo emetteva una scia di fumo nero.
“Andiamo… ti ripeto che non ho fatto nulla! Ho solamente supervisionato la guida quando improvvisamente è sopraggiunto il guasto ed ho preso in mano la situazione per farvi arrivare sani e salvi qui! Piuttosto… è strano un guasto così improvviso… tu non ne sai nulla?”
Con l’ultima domanda si rivolse con aria sospetta verso Ben.
“Scusami?”
Replicò lui accigliato, cogliendo la non velata accusa che gli stava rivolgendo.
“Beh chi ci assicura che non hai manomesso apposta il Falcon?”
“E perché diavolo avrei dovuto farlo? Ti ricordo che ci stavo anche io a bordo!”
“Magari speravi in un atterraggio di emergenza per evitare la missione e scappare alla prima occasione”
“Se avessi voluto scappare lo avrei fatto già da tempo, non credi?”
Poe continuò a guardarlo con sospetto, ma doveva ammettere che il discorso di lui filava.
“Non dimenticarti che sei sotto la nostra osservazione!”
“Difficile dimenticarlo”
Fece notare lui secco. Rey intervenne mettendosi fisicamente tra loro due.
“Meno chiacchiere e più riparazioni! Il pannello di controllo ci segnalava qualcosa che non va anche sul lato sinistro, quindi io e Rose diamo un’occhiata a quello e tu Poe, invece, controlli il fumo sull’altro lato… possibilmente senza dare fuoco al Falcon, ok?”
“Va bene ma non farci troppo l’abitudine, non sono io quello sotto osservazione, ok?”
Disse, senza aspettarsi una risposta però, perché si era già incamminato verso il fumo.
“Ti do una mano”
Si propose Ben, seguendolo. Nonostante la fredda conversazione voleva far capire le sue buone intenzioni. Poe non rispose alla sua proposta ma nemmeno gli negò di venire, cosa che Ben decise di prendere come un buon segno.
Arrivarono al punto da cui proveniva il fumo: era un pannello che il pilota cercò di rimuovere con attenzione, svitando ad una ad una le varie viti.
“Vediamo cosa hai…”
Disse il pilota rivolgendosi al Falcon come se fosse la cosa più naturale al mondo.
“Parli al Falcon come se fosse una persona?”
Chiese Ben, alzando un sopracciglio: era una cosa che in qualche modo gli ricordava suo padre, lui aveva un amore viscerale per quel velivolo.
“Le astronavi, come i droidi, a volte sono molto più interessanti delle persone!”
Replicò lui con convinzione, cosa che fece accennare un flebile sorriso a Ben, ricordandosi stavolta dell’altro genitore, che purtroppo aveva perso da poco.
“Beh, ora capisco perché andavi a genio a mia madre!”
Rispose lui, ricordandosi quanto aveva detto Poe del generale Organa dopo il verdetto del Consiglio. Parlare di Leila gli faceva ancora male, ma in quel caso pensò fosse una precisazione dovuta. Poe si sorprese nel sentirgli parlare di lei in quei termini, infondo nonostante gli anni passati lontani da lei, sembrava comunque conoscerla bene.
“Tua madre era una persona molto speciale ed unica: sapeva sempre cosa dire in ogni occasione, anche quando la situazione era estremamente disperata, lei non si arrendeva e sapeva infondere coraggio a tutti”
“Lo so”
Si limitò a rispondere lui abbassando lo sguardo. Poe notò che parlare di lei lo turbava ed in quel momento, nonostante tutto, gli sembrava solo un ragazzo che aveva perso da poco la madre.
“Penso che se fosse qui adesso approverebbe quello che stai cercando di fare, non ha mai smesso di sperare che tu passassi dalla nostra parte, ultimamente diceva di non illudersi a riguardo ma sono sicuro che non abbia mai smesso di crederci davvero”
“Mi spiace, devo essere stato una forte delusione per lei. Se mi fossi deciso prima, forse le cose sarebbero andate diversamente”
Replicò amaramente. Si sentiva ancora colpevole del fatto che lei avesse usato le sue ultime energie per raggiungerlo tramite la Forza su Kef Bir, era solo grazie a lei se Rey si era convinta che in lui ci fosse ancora Ben.
“Per quanto non ci piaccia, il passato non si può cambiare. Quindi fa del tuo meglio adesso, per non tradire la sua memoria e dare un senso a quelle sue speranze”
Con quelle parole Poe provò di risollevargli il morale. Lo fece in modo automatico, perché non  gli sembrava nemmeno più di avere davanti la stessa persona che non molto tempo prima aveva commesso tali atrocità nelle vesti di Kylo Ren. Forse Leila e Rey avevano ragione ad avere ancora speranza in lui e decise che forse anche lui stesso avrebbe dovuto concedergliene un po’ più.
Ben annuì ma senza guardarlo, stava fissando un punto vuoto, come se quelle parole lo stessero facendo riflettere ancora su qualcosa tra sé.
Non appena il pilota svitò l’ultima vite, aprendo il pannello, entrambi furono travolti da un ingente quantità di fumo molto caldo, per fortuna all’aria aperta si dipanò in fretta consentendo ad entrambi di vedere, ma comunque alzò di molto la temperatura nei pressi del pannello. Entrambi diedero un’occhiata al tubo da cui fuoriusciva il fumo.
“Questa vite è lenta, potresti prendermi una chiave adatta per stringerla? Una da diciannove dovrebbe andare bene”
Chiese Poe.
“Dovresti pulire anche la valvola di sfogo”
Gli fece notare lui.
“Sono uno dei migliori piloti della galassia, so come aggiustare una nave, GRAZIE. E poi da quando sei un esperto? Nel Primo Ordine non avevi una scorta di tecnici che facevano questi lavori al tuo posto?”
“Conosco il Falcon, è la valvola di sfogo: mio padre se ne lamentava sempre. Ma hai ragione: quella vite è comunque lenta, quindi ti prendo la chiave”
Rispose lui, evitando la provocazione e allontanandosi per recuperare lo strumento. Sulla strada incrociò Rey che, a quanto pareva, si era allontanata da Rose.
“Come vanno le riparazioni?”
Gli chiese.
“Penso che abbiamo individuato il problema e, se Poe riesce ad avere la meglio sul suo orgoglio, penso che in non molto tempo potremmo sistemare la valvola di sfogo!” Le rispose, con tono in parte ironico “Voi, invece?”
“Anche noi abbiamo individuato il problema: sembra esserci stato un corto parziale, per cui adesso Rose sta provando a sostituire dei pezzi. Penso che lei sia più preoccupata nell’arrivare a Coruscant in tempo per la festa piuttosto che del guasto stesso!”
“Beh, sembra essersi data molto da fare, in effetti! Comunque vi è andata bene: quel fumo era caldissimo, sto morendo di caldo”
Asserì, togliendosi la giacca e restando in maglietta a maniche corte. La maglia era evidente che non fosse la sua taglia, in quanto gli stava stretta, delineando tutta la sua muscolatura, cosa che fece un effetto strano su Rey: il suo sguardo si fissò involontariamente su di essa e si sentì avvampare lei, stavolta. Si ricordò quando, più di un anno prima, lo aveva visto senza maglia, provò a dire qualcosa, una qualunque cosa, che potesse distrarre lei da quel comportamento o lui dal poterle leggerle i pensieri o le emozioni, perché se lo avesse fatto in quel momento sarebbe morta dall’imbarazzo! Eppure quando parlò non le uscirono delle vere e proprie parole, piuttosto uno strano ed indecifrabile balbettio.
“Hai detto qualcosa?”
Chiese lui aggrottando la fronte, comprensibilmente confuso.
“Che ti servono altri vestiti, questi ti vanno piccoli!”
Cercò di dirlo in modo da non far trasparire emozioni di alcun tipo, con l’espressione più noncurante che riuscisse a mostrare, nonostante sentisse ancora il cuore batterle velocemente.
“Oh scusa se non ho trovato tempo per fare shopping ultimamente! Ma se la tua è una proposta, appena sarà possibile, potresti accompagnarmi a comprarne altri, se vuoi. Al momento, ho solo questi di mio padre che ho trovato sul Falcon”
“Capisco, allora ti accompagnerò” abbozzò lei, fingendo disinteresse nella cosa “ora, ecco… devo proprio andare a bere… hai ragione, fa proprio un caldo tremendo qui!”
Fu la prima scusa che le venne in mente per allontanarsi da quella imbarazzante situazione, sperando che una anche se breve lontananza gli avrebbe impedito di percepire i suoi pensieri o sensazioni… vana speranza, dato che a volte nemmeno migliaia di parsec di distanza glielo aveva impedito! Comunque non aspettò nemmeno una risposta, ed in pochi secondi si era dileguata, avvicinandosi alla borraccia che aveva portato Rose all’esterno. Si versò un bicchiere d’acqua ed iniziò a bere sperando di cancellare quei pensieri.
La sua amica, che era lì accanto l’aveva vista parlare con Ben in lontananza, quindi interruppe momentaneamente le riparazioni e le si avvicinò con curiosità.
“Quindi tu e Ben…”
Quelle parole la colsero talmente di sorpresa che Rey mandò di traverso quasi tutta l’acqua che stava bevendo, facendola tossire nervosamente.
“C-COSA? Che intendi?”
Cercò di ricomporsi per sembrare il più disinvolta possibile, ma era evidente che fosse stata presa in contropiede. Rose aggrottò la fronte dubbiosa a quella sua bizzarra reazione.
“Intendo, come siete diventati esattamente amici tu e lui? Eravate letteralmente su fronti opposti!”
“Ti sembrerà assurdo, ma per quanto all’apparenza molto diversi, ci siamo scoperti molto simili”
Rose alzò un sopracciglio, rivolgendole un’espressione che la mise a disagio.
“Me ne sono accorta!”
Rey preferì ignorare la provocazione dell’amica, continuando il suo discorso.
“Non lo so, è strano… siamo sempre stati legati da questo legame nella Forza e ci siamo avvicinati, ma eravamo sempre in situazioni estreme che ci hanno obbligati a confrontarci. Adesso però, una volta finita questa missione, non so esattamente cosa potrebbe accadere in un contesto più normale…” fece una breve pausa mentre si passava nervosamente il bicchiere tra le mani “…riusciremo comunque ad essere amici? O il rapporto che ci ha legati cambierà? Non ho idea di come comportarmi con lui”
Ammise, sperando che l’amica potesse aiutarla a capire cosa fare.
“Ne hai parlato con lui?”
“No! Non vorrei imporgli niente che lui non voglia, magari si potrebbe sentire in obbligo solo per essere accettato nella Resistenza!”
“Aspetta, stiamo parlando della stessa persona vero? Di Ben Solo, figlio del generale Organa ed ex Leader Supremo del Primo Ordine? Penso non potresti imporgli qualcosa nemmeno volendo!”
Rose strappò un sorriso a Rey con quelle parole.
“Forse ho solo paura della risposta che potrei ricevere”
Ammise più seriamente. Rose le poggiò affettuosamente una mano sulla spalla.
“Tutti abbiamo paura quando non siamo sicuri del risultato ma, quando troviamo finalmente il coraggio di affrontarla, a volte scopriamo che era solo una stupida preoccupazione!”
“Spero che sia così!”
Quelle parole le servirono a chiarirsi le idee: appena ne avesse avuto modo, avrebbe parlato con Ben.




Rose tornò alle riparazioni, Rey stava per andare da Finn e Chewbe per assicurarsi che fossero pronti in sala comandi per delle verifiche, quando uno stridulo verso, attirò l’attenzione di tutti, obbligandoli a correre all’ingresso del Falcon.
Quel verso a quanto pareva apparteneva ad un Mogu, una creatura grossa almeno il doppio di un umano, ricoperta di pelo e con delle vistose corna in testa. Stava venendo verso di loro e non sembrava avere buone intenzioni.
cap-14-6
“Un Mogu! Potrebbe essere stato attirato dal rumore causato dall’atterraggio del Falcon!”
Disse Rose.
“Che diavolo ci fa un Mogu qui? Non dovrebbero stare a Koboh?”
Chiese Finn.
“Può essere che sia fuggito da qualche contrabbandiere, su questo pianeta ce ne sono parecchi”
Ipotizzò Rose.
Poe intanto prese in mano il blaster e provò a sparargli ma non sembrava fargli molto, se non farlo arrabbiare ancora di più.
“Dobbiamo allontanarlo dal Falcon o danneggerà ulteriormente la nave”
Gridò Poe.
“Concordo, anche se penso che se quel coso dovesse avvicinarsi alla nave, sarebbe l’ultimo dei nostri problemi… qualcuno sa se quella bestia si nutre di esseri umani?”
Chiese agitato Finn.
“Non penso di volerlo scoprire! Potresti darmi la mia spada laser, adesso?”
Gli rispose Ben. Finn corse a prenderla e gliela lanciò, Ben l’afferrò al volo, felice di poterla impugnare di nuovo. Si voltò poi verso Rey, la quale annuì al suo sguardo.
“Io e Ben allontaniamo la creatura, voi pensate a finire di riparare il Falcon!”
Spiegò Rey.
“Ma aspett-“
Provò a dire Finn, ma lei lo frenò.
“Non c’è tempo, fate come vi ho detto!”
Quindi lei e Ben corsero incontro la creatura passandogli letteralmente davanti, cosa che a quanto pareva attirò la sua attenzione, perché iniziò ad inseguire loro due. Pur essendo bipede, le sue ampie falcate dovute dall’altezza gli permettevano di guadagnare rapidamente terreno.
“Cosa facciamo adesso?”
Chiese Rey a Ben.
“Non eri tu ad avere un piano?”
“Questa era la mia parte di piano, pensavo che alla seconda avresti pensato tu!”
Ben si voltò per un attimo indietro e il Mogu sembrava averli quasi raggiunti e sembrava anche avere intenzioni poco simpatiche nei loro confronti.
“Ok forse ho una parte di piano, ma non ti piacerà”
“Ovvero?”
“Ci separiamo e chi dei due non continua ad essere inseguito pensa ad un modo per attaccare la creatura”
“Aspet-“
Non fece in tempo a finire la parola che lui virò verso destra, lo stesso fece il Mogu scegliendo, a quanto pareva, di inseguire proprio lui tra i due. La cosa non le piacque sia perché Ben sarebbe stato più esposto così, sia perché avrebbe dovuto elaborare in fretta un piano per risolvere la situazione.
Pensa Rey… pensa!
Provò a farsi coraggio da sola mentre osservava attentamente la creatura che inseguiva Ben e il paesaggio circostante, cercando di farsi venire in fretta in mente qualcosa. Era un paesaggio così monotono, roccioso e con alture… un momento! Forse le era venuta un’idea.
“Ben, intrattienilo solo qualche altro minuto!”
Gli urlò lei, mentre si dirigeva velocemente verso una di quelle alture.
“Qualsiasi cosa tu abbia in mente falla in fretta, non penso di avere ancora troppi minuti a disposizione!”
Disse lui, mentre estraeva la spada laser. Il Mogu infatti lo aveva appena sorpassato, con il suo ampio passo, e si era chinato su di lui per colpirlo. Con un rapido colpo della spada laser, Ben gli ferì la mano, cosa che sembrò solo farlo infuriare di più, perché provò a colpirlo rapidamente con l’altra. Ben riuscì a rotolare di lato, evitando il colpo solo per pochi millimetri; ma non era finita, in quanto era chiaramente ancora a portata di quella creatura. Il Mogu, infatti, questa volta non se lo fece scappare, facendo un salto e ripiombando sul terreno, cosa che fece tremare il suolo. Ben perse l’equilibrio cadendo e il Mogu ne approfittò afferrandolo per il piede ed alzandolo in aria. L’ex Leader Supremo provò ad agitare la spada laser per colpirlo, ma non riusciva a raggiungerlo. Poteva provare a lanciarla, ma se avesse fallito sarebbe stata probabilmente la fine per lui, quindi prese un profondo respiro e si concentrò. Si focalizzò sul punto scelto per l’impatto e lanciò la spada laser in pieno volto della bestia, che fu colpita all’occhio sinistro.
Il Mogu urlò dal dolore ma, diversamente da quanto sperava, non sembrava intenzionato a mollarlo, anzi iniziò ad agitarlo violentemente in aria. Con quella potenza, se lo avesse scaraventato contro qualcosa non sarebbe finita bene, probabilmente quello era il modo in cui uccideva le sue prede. Proprio nel momento in cui Ben iniziò a pensare che sarebbe diventato una di esse, sentì la presa sulla sua gamba venire meno e ricadde a terra. L’impatto con la dura roccia non fu piacevole ma non era mai stato così felice di aver preso una botta, infondo sembrava ancora tutto intero e si era liberato da quella stretta mortale. Ma come?
Alzò lo sguardo e capì che era stata Rey, la quale era piombata dall’alto di un’altura sopra di loro ed aveva tranciato di netto con la spada laser la mano del Mogu.
“Ti piace il piano?”
Commentò lei ironica ma, al contempo, sollevata dall’essere arrivata in tempo.
“Dato che ha funzionato sì, spero ti piacerà anche il mio”
La bestia, inferocita, provò a colpirli con una sferzata del braccio intatto, fu più facile per loro stavolta schivarlo con un salto, essendo i suoi colpi meno precisi di prima, probabilmente a causa del dolore e dell’occhio ferito.
“Devo solo arrivare lì”
Disse Ben, indicando con un cenno della testa la sua spada ancora conficcata nell’occhio del Mogu. Non ci fu bisogno di altre parole tra loro due: infatti Rey annuì intuendo già cosa dovesse fare. Lanciò a Ben la sua spada laser, che lui prese al volo.
“Trattamela bene!”
Quelle parole fecero accennare un sorriso sul volto di lui, quindi con la spada laser attiva corse incontro al nemico. Il Mogu tentò di colpirlo con tutte le sue forze ma Ben saltò e Rey usò la Forza su di lui per aumentare il suo salto e farlo arrivare all’altezza della testa della creatura.
Ben usò la Forza per riattirare la sua spada nella mano sinistra, quindi alzò entrambe le spade, pronto a colpire il Mogu, ma quest’ultimo urlò e scappò spaventato all’idea di perdere anche l’altro occhio.
Ben, con l’aiuto della Forza di Rey, atterrò dolcemente sul terreno roccioso, quindi si voltò verso di lei, alzando una mano aperta.
“Ottimo lavoro!”
Sentenziò. Lei gli si avvicinò, battendogli il cinque con un sorriso.
“Concordo, siamo una bella squadra! Direi che possiamo tornare dagli altri, adesso”
Ben annuì e le restituì la sua spada.












 


**Angolo Autrice**
Allora questo capitolo ha un po’ di tutto: angst, fluff, ironia e avventura… mi ha divertita scriverlo!
Finn e Poe ovviamente ancora non si fidano di Ben e lui, nonostante il suo carattere, cerca in qualche modo di dimostrare le sue buone intenzioni.
Rey ancora non sta benissimo per tutto ciò che ha fatto e per il timore delle visioni che ha avuto, tanto da chiudersi per un attimo alla Forza per non vederne altre, cosa di cui si pente e vergogna subito dopo.
Sapevo che avrei voluto inserire in qualche modo una citazione alla scena di Kylo senza maglia in ep VIII, e quale scena migliore per farlo se non una un po’ comica? Spero vi sia piaciuta!
Spero il capitolo non risulti troppo lungo e che la battaglia col Mogu sia quantomeno interessante, ho cercato di riproporre un po’ la sfida che ho avuto nell’affrontarlo in Jedi survivor. Le scene di battaglia ho sempre paura di non renderle come me le immagino!
Ho approfittato dell’agenda dei ricordi di Chewbe per riproporre eventi del passato di Ben di cui alcuni sono inventati mentre altri sono ispirati a quel poco che si sa del canon (ringrazio LadyOfMischief per alcune preziose info a riguardo).
Trovo molto interessante il passato di Ben e spero che prima o poi ne facciano una mini serie lo meriterebbe!

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Coruscant ***


Ben e Rey tornarono vittoriosi dagli altri, i quali si congratularono con loro per l’ottimo lavoro svolto nel cacciare la creatura. Entrambi non poterono fare a meno di notare che il Falcon non perdeva più fumo, Poe si indicò con fierezza.
“Visto? Come nuovo!”
“Ottimo Poe!”
Disse Rey con ammirazione.
“È bastato stringere qualche vite e… pulire la valvola di sfogo, ne aveva bisogno!”
Ammise in maniera non facile per lui, Ben gli accennò un sorriso ed annuì, apprezzando la sua decisione di ascoltarlo.
“Rose come siamo messi con il resto?”
Chiese la Jedi.
“Ho sostituito i pezzi danneggiati, facciamo qualche test e poi direi che siamo pronti a ripartire!”
Rispose la sua amica con ritrovato ottimismo, che contagiò gli altri. Si misero quindi tutti da fare per ripartire il prima possibile e, nel giro di un’ora, riuscirono finalmente a farlo.




Non appena uscirono dall’iperspazio ed entrarono con il Falcon a Coruscant, Rey con l’emozione di una bambina che vede qualcosa per la prima volta, si appiccicò al vetro della navicella per scorgere il paesaggio, che fissò estasiata: era appena il tramonto e la luce arancione del sole si rifrangeva contro i vetri dell’enorme distesa di edifici che si stagliava fino all’orizzonte, creando dei particolari effetti di luce.
“È praticamente un pianeta-città! Non avevo mai visto un’estensione simile di palazzi, non si vede la fine nemmeno all’orizzonte!” Ben non poté fare a meno di sorridere nel vederla ammirare il tutto con così tanto entusiasmo. Non avendo avuto una risposta da lui, Rey lo prese per un braccio e lo avvicinò al vetro: non riusciva a spiegarsi come non potesse non condividere lo stesso stupore che provava lei “Guarda Ben, il sole sta calando e la città si sta accendendo di luci colorate!”
Lui alzò un sopracciglio, divertito a quella scena.
“Se ti piacciono queste, aspetta di vedere come sarà tra circa un’ora”
Rey lo fissò sorpresa.
“Quindi tu sei già stato qui?”
“Ci ho vissuto per un lungo periodo, ti ricordo che mia madre è stata anche un membro del Senato”
“Giusto! Deve essere stato bello vivere in una città così grande!”
Disse lei, immaginandosi che tipo di infanzia diversa dalla sua potesse essere stata vivendo in una città simile, piuttosto che in un pianeta desertico dove era sempre tutto così monotono e poco affascinante.
“Per certi versi è meno entusiasmante di quello che immagini, credimi!”
Rey sapeva che il passato di Ben era un tema difficile da affrontare per lui e non volle approfondire ulteriormente, anche se doveva ammettere che le sarebbe piaciuto saperne di più. Già aveva trovato gli aneddoti letti nel diario di Chewbe molto carini ed interessanti, un giorno le sarebbe piaciuto conoscere altro, se lui fosse stato d’accordo.
“Magari lo è per una che ha passato l’infanzia in un pianeta desertico e poco abitato”
Disse semplicemente, alzando le spalle. Lui la fissò con uno sguardo che aveva un nonché di furbo.
“Allora vorrà dire che andremo a fare shopping nella zona centrale, è piena di illuminazioni colorate, penso possa piacerti. Ti ricordi vero, prima, quando ti sei proposta di accompagnarmi a comprare dei vestiti nuovi, no?”
“Oh sì… giusto...” abbozzò lei, ricordando bene l’imbarazzo di quella scena, anche se non era relativo di certo allo shopping “…per me va bene!”
“Se voleste fare compere dovreste portarvi dietro anche Rose, a quanto pare abbiamo scoperto essere lei l’esperta in questo campo!”
Si intromise Finn. Rose, che in quel momento era distratta ed aveva sentito solo pronunciare il suo nome, lo fissò interdetta.
“Di cosa state parlando?”
“Dicevano che vogliono fare shopping di abiti per Ben e quindi urge la tua presenza!”
“Se sei sarcastico, ripensaci: lascerò tutti voi senza fiato quando più tardi vi mostrerò gli abiti che ho scelto per l’evento di questa sera!”
“Beh potresti farceli vedere adesso, ti ricordo che li hai presi con una parte dei miei soldi!”
“È una sorpresa: non ti azzardare a sbirciare o ti do in pasto ad un rathtar!”
Rispose lei, con un tono che non ammetteva repliche.
“Oook…!” Disse lui arreso, alzando le mani. “Io comunque devo accompagnare Poe da un contatto della Resistenza che è qui, ma Rey, se preferisci che venga anche io con voi, potrei lasciarlo andare solo con Chewbe…”
“Ma figurati, dobbiamo solo fare un giro e comprare dei vestiti, mica andare in missione!”
Disse Rey.
“Già!”
Replicò lui secco, rivolgendo una breve occhiata interdetta a Ben.
Per quanto quest’ultimo sapesse bene che Finn non si fidava ancora di lui, in quanto Kylo Ren, trovò strano o comunque esageratamente iperprotettivo quel comportamento dell’ex assalitore nei confronti di Rey. Non sapeva nemmeno perché ma la cosa lo aveva infastidito.
“Mi aiuteresti un attimo a scaricare una cosa mentre Finn e Chewbe finiscono i loro preparativi?”
Gli chiese inaspettatamente Poe non appena atterrarono. Ovviamente non si sarebbe rifiutato, volendo mostrare il più possibile la sua disponibilità.
“Certo”
“Allora io e Rey ti aspettiamo fuori”
Concluse Rose, quindi Ben seguì Poe e lo aiutò a scaricare una cassa.
“Contiene merce che un nostro contatto della Resistenza distribuirà a chi ne avesse bisogno: abbiamo pensato che questa potesse essere una buona occasione per consegnargliela”
Poe si stupì nel notare che Ben parlò quasi come se non avesse ascoltato quello che aveva appena affermato.
“Secondo te non è stato strano il comportamento di Finn?”
“Intendi più strano del solito? Perché è sempre piuttosto strano, non trovi?” disse con evidente ironia ma, a quanto pareva, la domanda di Ben era più seria di quanto credesse “Se ti riferisci al fatto che poco fa si è proposto di venire con voi, non è per sfiducia nei tuoi confronti, piuttosto a volte si preoccupa anche troppo per Rey”
“Ah sì?”
Il tono gli uscì seccato. In realtà avrebbe dovuto essere contento che per una volta non fosse al centro della sfiducia degli amici di Rey, ma in quell’occasione non riusciva proprio a sentirsi sollevato.
“Sì, è buffo: non sembra che a volte si comporti come se gli piacesse Rey?”
Voleva essere nuovamente e palesemente una battuta dal tono scherzoso, ma Ben non gli fece nemmeno finire del tutto la frase che lo fissò, squadrandolo, come quando in passato nelle vesti di Kylo Ren lo aveva interrogato per estorcergli delle informazioni per lui vitali. La cosa gli riportò alla mente quel ricordo, facendogli scorrere un brivido lungo la schiena.
“Ed è così?”
Chiese gelido al pilota, il quale si sentì improvvisamente a disagio. Dal tono della sua voce e dalle domande che faceva, Poe avrebbe quasi detto che Ben avesse un qualche interesse verso Rey, ma sapeva bene che era impossibile: era pur sempre Kylo Ren, il Leader Supremo del Primo Ordine ed era impensabile che fosse interessato in quel senso a lei. Probabilmente era solo curioso e quel modo di fare era forse solo un retaggio del comportamento che era solito avere in passato quando voleva sapere qualcosa. La cosa certa era che avrebbe voluto chiudere quella discussione il prima possibile.
“Non saprei… penso che Finn non sia proprio una persona che al momento dia molta importanza a sentimenti del genere, forse semplicemente non è pronto a provarli per nessuno ancora”
La spiegazione non rassicurò del tutto Ben ma Poe non sembrava sapere molto altro a riguardo. Ciò fece affollare la mente del suo interlocutore di mille domande.
E se invece Finn fosse stato pronto a sentimenti del genere o avesse deciso di esserlo tutto d’un tratto?
Come avrebbe reagito Rey?
Non aveva mai percepito da parte di lei dei sentimenti di QUEL genere nei confronti dell’ex assaltatore, ma se si fosse sbagliato? O se li avesse provati in futuro?
La sola idea lo faceva innervosire e ribollire lo stomaco, ma non capiva il perché: infondo la sua decisione di comportarsi normalmente con Rey per il suo bene, l’aveva già presa.
Quindi che differenza avrebbe fatto?
Ma per quanto provasse a convincersi, non riusciva ad evitare di sentirsi in quel modo.
“Capisco…” si limitò a dire “Oltre questa cassa ci sta altro?”
Chiese, cambiando repentinamente discorso per la gioia di Poe.
“No, era solo questa: puoi andare, ci vediamo dopo”
Ricambiò il saluto, quindi tornò da Rey e Rose. Era ancora talmente immerso nei suoi pensieri che quando la Jedi pronunciò il suo nome, sussultò leggermente.
“Ben, tutto bene?”
Chiese lei, leggermente preoccupata, cingendogli leggermente il capo con le mani per attirare la sua attenzione. Temeva che potessero esserci state delle tensioni tra lui e Poe nel poco tempo in cui erano rimasti da soli.
 cap-15-2
“Tutto bene. Ero solo sovrappensiero… pronta a vedere Coruscant?”
“Non devi nemmeno chiedermelo!”
E non si riferiva al loro legame, bensì al fatto che in quel momento chiunque le avrebbe potuto leggere in faccia la sua gioia nel visitare quel posto per la prima volta.




Ben e Rose portarono Rey tra i vicoli centrali di Coruscant: essendo sera la città risultava piena di luci e colori dei neon che lei fissava estasiata, le strade erano piene di gente proveniente dai più disparati angoli della galassia e difficilmente aveva visto posti così tanto affollati! Vi erano negozi e attività di ogni genere, tutto sembrava così vivo e diverso da quello a cui era normalmente abituata.
Si fermò davanti a diverse vetrine o banchi, indicando le cose più disparate che si ritrovava davanti sia a Ben che a Rose. C’erano cibo, creature domestiche, oggetti e utensili di ogni tipo, anche se gli altri due sembravano meno sorpresi di lei per la maggior parte delle cose che vedevano. Era talmente attirata da quello che vedeva, che ad un certo punto Ben e Rose la persero di vista, si guardarono in giro nervosamente, per poi ritrovarla poco dopo incantata davanti ad una vetrina.
“Cerchiamo di stare vicini, non tutti i posti e gli abitanti qui sono tranquilli!”
Le fece presente Ben, notando solo in quel momento che lei si era fermata davanti ad un negozio di piante nel quale Rey non poté fare a meno di entrare: l’ambiente non era enorme, ma era totalmente ricoperto di piante e fiori di ogni genere e probabilmente provenienti dalle più disparate parti della galassia.
“È bellissimo! Sembra di essere in mezzo alla natura”
Esclamò affascinata lei a bocca aperta.
“Ti piace molto la natura, eh?”
Constatò Ben.
“Già, forse anche questa è una conseguenza dell’aver vissuto principalmente su un pianeta desertico!” rispose con un velo di imbarazzo, sperando che il suo comportamento non risultasse troppo bizzarro “Però il verde che mi circonda mi trasmette sempre serenità”
“Ed è più che normale mi creda: non pochi studi confutano la capacità di infondere benessere delle piante! Anzi, se posso esserle utile, le descriverò volentieri quelle che attirano maggiormente la sua attenzione!”
Disse il rodiano proprietario del negozio, la cui pelle verde si mimetizzava perfettamente con l’ambiente circostante, infatti Rey notò la sua presenza solo in quel momento.
“In realtà è tutto bellissimo qui, le faccio i complimenti per questo negozio! Ci sono così tanti tipi di piante e fiori colorati… Ma non voglio darle disturbo, stavo solo dando uno sguardo”
Abbozzò lei ma il negoziante non sembrò darle retta, invece indicò dei fiori rosa dallo stelo verde che erano davanti a lei.
“Nessun disturbo e non dovete comprare per forza, faccio questo lavoro per passione e per me è sempre un piacere raccontare qualcosa sui fiori. Prendi questi: sono i fiori Marina Rung, provengono dalla giungla della luna di Wasskah. Questa giungla è piena di rovi, così loro hanno imparato a crescere anche su di essi oltre che sul terreno… sono un ottimo esempio di adattamento e perseveranza, non crede?”
Rey li osservò affascinata, non poteva credere che dei fiori all’apparenza così piccoli e delicati avessero imparato a sopravvivere anche in condizioni ostili.
“Affascinante!”
“Beh, se le interessano le storie di sopravvivenza dovrebbe osservare anche questi” indicò dei fiori rossi mezzi secchi che stavolta lei conosceva molto bene “provengono da un pianeta desertico abbastanza remoto di nome…”
“Jakku!” Lo anticipò lei “Sono di lì e quindi conosco bene questi fiori: sono una delle pochissime piante che riescono a crescere in quel luogo, nelle insenature tra le rocce. Ne avevo alcuni a casa e ho riportato tutto ciò che ho imparato su di loro in una guida che ho stilato!”
“Oh, questo sì che è affascinante, mi piacerebbe visionarla!” esclamò il rodiano con interesse “Non avevo mai incontrato nessuno ancora di quel pianeta e che fosse anche appassionato così tanto di piante!”
“E questi invece? Sono forse i miei preferiti, emanano una fragranza molto intensa!”
Chiese lei indicando una piantina verde con tre fiori rossi che però emanavano un forte profumo.
“Questi sono i fiori Milla, vengono da Naboo. Sono anche edibili e alcuni umani trovano molto forte il loro profumo, motivo per cui di solito vendo piante con massimo tre di questi fiori”
“Sono bellissimi e a me il profumo piace molto, penso potrebbero da soli far profumare un intero ambiente”
Quel momento, per lei idilliaco, fu però interrotto da Rose.
“Rey lo so che passeresti l’intera serata a farti spiegare tutte le piante del negozio ma forse non sarebbe meglio se prima andassimo a cercare dei vestiti per Ben? Non vorrei rischiare di fare tardi per la festa”
Rey annuì: sapeva bene quanto l’amica tenesse all’evento, così si rivolse nuovamente al negoziante.
“Purtroppo siamo di fretta ma il suo negozio è bellissimo! Tornerò quando avrò più tempo e magari le porterò anche la guida che ho scritto, in modo che lei possa dargli un’occhiata”
“Sarebbe un piacere! Buona serata allora”
I tre salutarono il proprietario del negozio e proseguirono il loro giro.
“Ecco lì ci dovrebbe essere un buon negozio di vestiti…”
Li avvertì Rose indicando un negozio poco distante, ma si fermò un attimo, attirata da un banchetto sulla strada che vendeva ciondoli e fermagli di artigianato.
“Sono tutti di giada e lavorati a mano”
Spiegò la negoziante ithoriana, il cui suono della voce risultò avere uno strano accento. Rose prese in mano uno dei fermagli verdi con intarsiato un fiore e si ricordò di quando andava a fare compere con sua sorella: entrambe amavano quel tipo di cose, tanto che avevano preso dei ciondoli gemelli, di cui lei ancora indossava il suo.
“Ti interessa qualcosa?”
Le chiese Ben.
“Oh no, sono molto belli ma oggi siamo qui per altro!”
Posò il fermaglio e salutò la negoziante, infondo al momento era abbastanza a corto di crediti ed aveva cose più importanti da fare, come l’assicurarsi che fosse tutto perfetto per l’evento di quella sera.
I tre arrivarono quindi finalmente al negozio designato, Rose e Rey iniziarono a vedere degli indumenti maschili.
“Che ne dici di questo?”
Chiese Rey all’amica.
“Non male ma dovremmo vedere qualcosa che ci stia bene su…”
“Scusate ma fatemi capire: stareste scegliendo qualcosa per me?”
Si intromise Ben, vedendole molto indaffarate anche se fino a quel momento, non lo avevano minimamente coinvolto.
“Siamo qui per darti una mano mi sembra, no?”
Disse Rose mentre mostrava tranquillamente a Rey un altro indumento, la quale annuì mostrandole di rimando dei pantaloni.
“Si… ma penso che dovrei avere anche io voce in capitolo, non credete?”
Replicò lui.
“Potresti, se accettassi di indossare qualcosa che non sia nero: non hai più la necessità di mimetizzarti con gli interni della Supremacy o qualsiasi motivazione ci fosse nel vestirti sempre e solo di quel colore!”
“Ehi, il nero non ha niente che non va!”
Protestò lui, leggermente ferito da quelle parole.
“Come pensavamo… allora provati questi, senza discutere!”
Disse Rey passandogli i tre capi che avevano selezionato.
“Mi devo ricordare di non andare mai più ad acquistare abiti con due ragazze! E comunque almeno sulla Supremacy ero io a dare gli ordini”
Affermò sarcastico, mentre si avviava al camerino per misurare gli abiti che le due gli avevano passato. Uscì poco dopo, indossando dei pantaloni grigio chiaro, una maglietta bianca e una giacca di pelle marrone chiaro con dei risvolti più scuri.  Le due lo squadrarono con approvazione.
“Ti stanno molto bene!”
Disse Rey.
“Concordo, abbiamo fatto un ottimo lavoro!”
Confermò Rose, ma entrambe aspettavano il responso di Ben. Lui si guardò allo specchio ed in effetti doveva ammettere che quegli abiti gli stavano bene, inoltre le taglie sembravano essere quelle giuste.
“In effetti non stanno male… penso li prenderò”
Le due ragazze si scambiarono uno sguardo di approvazione e batterono il cinque a vicenda.
“Ottimo ti vogliamo vedere uscire dal negozio con questi vestiti allora!”
Lo intimò Rose.
“Come volete, ma prima vorrei scegliermi anche altre cose da comprare, e questa volta gradirei avere voce in capitolo!”
Disse lui mentre sbirciava tra gli articoli esposti, infondo aveva urgente bisogno anche di altri cambi.
“Ok, ti lascio un attimo allora nelle mani di Rey, mi ero scordata che ci dovrebbe stare un articolo che Finn mi aveva chiesto di prendere al negozio qui vicino, ci metterò poco!” poi si avvicinò all’amica per sussurrarle, in modo che lui non sentisse “Così magari puoi approfittarne per parlare a Ben di ciò che volevi dirgli!”
Rose quindi uscì, lasciando Rey da sola con lui.
La Jedi avrebbe desiderato un attimo per parlare a Ben con calma e Rose era stata carina a fornirle quell’occasione, ma non sapeva bene nemmeno da dove cominciare e se quello fosse effettivamente il momento giusto.
“Ben…”
Provò a dirgli, mentre lui le veniva incontro con alcune magliette in mano. Ma quest’ultimo, la precedette.
“Non fare quella faccia: una maglietta nera nuova mi serve, anche perché, ti ricordo, che la missione di domani prevede di infiltrarci in una struttura del Primo Ordine”
“Ok… che altro hai preso?”
“Quale preferisci tra queste due?”
Lui le mostrò una maglia grigia e una blu scuro, lei le osservò entrambe con attenzione.
“Penso possa starti meglio quella grigia ma dovresti provarla”
“Ok”
Diede una veloce occhiata intorno, notando che non ci fosse nessun’altro nei paraggi, quindi si tolse la giacca e iniziò ad alzarsi la maglia mostrando l’addome, ma Rey lo bloccò abbassandogliela con imbarazzo.
“Si può sapere cosa stai facendo?”
“Volevo misurare la maglia, come hai suggerito”
Rispose con una tale semplicità che spiazzò l’altra: odiava quando, a differenza sua, lui non mostrava il minimo senso del pudore, anche perché, sembrava decidere di farlo sempre quando lei aveva qualcosa di serio da dirgli.
“Non puoi farlo nel camerino come tutte le persone normali? Adesso sembri tu quello cresciuto su un pianeta desertico!”
“Mi sembrava più veloce, infondo non c’era nulla che tu non avessi già visto”
Rey ringraziò che Rose fosse uscita e non avesse potuto ascoltare quella frase altamente fraintendibile o sarebbe morta dall’imbarazzo, più di quanto non si sentisse già adesso. Rimase letteralmente senza parole, cosa che sembrò non turbare minimamente Ben, ma dall’occhiata che gli riservò, lui capì che sarebbe stato meglio andare in camerino, quindi scrollò le spalle ed andò a cambiarsi.
Dopo alcune prove, come promesso prima a Rose, Ben indossò gli abiti che avevano scelto per lui le due ragazze, ed andò a pagarli insieme agli altri indumenti di ricambio che aveva scelto.
I due uscirono dal negozio in silenzio, Rey stava pensando ad un modo per affrontare con lui il discorso che voleva fargli ma al momento non le veniva in mente niente di sensato.
Il silenzio tra loro fu però rotto dalla voce di Rose, che accorse da loro.
“Venite con me, presto! Ci sta un ragazzino in un vicolo che è stato accerchiato e chiede aiuto. Ho udito per puro caso la sua richiesta di aiuto”
I due annuirono e seguirono Rose in un vicolo non molto distante. Rey si stupì nel constatare che così vicino all’area affollata di negozi ci fossero zone tanto isolate: forse aveva ragione Ben nel dire che c’erano posti anche poco sicuri lì. Trovarono il ragazzino, anche se sarebbe stato più corretto definirlo ‘alieno’, di una razza che lei non conosceva: aveva la pelle verde, delle piccole antenne sulla testa e gli occhi neri intrisi di paura a causa delle sei persone con il cappuccio che lo circondavano, sembravano armati con coltelli ed armi di vario tipo.
“Smetti di gridare marmocchio, nessuno qui può aiutarti! Piuttosto dicci dove sta tua madre subito e non ti faremo del male!”
Lo intimò uno di loro.
“Lasciatelo stare!”
Gridò Rey e lei e Ben si schierarono schiena contro schiena in difesa del ragazzino, al centro del cerchio creato dagli incappucciati, al contempo Rose tirò fuori il blaster e lo puntò contro uno di loro da lontano.
“Questi non sono affari vostri umani! Andatevene prima di farvi male: cosa credete di fare con una ragazza armata di blaster e due disarmati, contro sei di noi?”
“Non direi disarmati!”
Replicò Rey, ed entrambi estrassero le loro spade laser attivandole e puntandole in posizione difensiva contro gli aggressori.
 cap-15-3
“Spade Laser?”
Disse stupito uno di loro, ma il suo compagno non si lasciò intimorire, sferrando un colpo col bastone contro Ben. Quest’ultimo però con un rapido colpo netto dell’arma gli tranciò il bastone a metà.
Un altro provò ad attaccare Rey con il coltello, ma Rose gli sparò alla mano, disarmandolo.
Stanchi della situazione, gli assalitori provarono ad attaccare tutti insieme ma Rey e Ben tesero una mano avanti e con la Forza li scaraventarono all’indietro facendoli cadere a terra.
“Jedi? N-non è possibile!”
Balbettò il malcapitato, mentre si rialzava.
“Lo è invece e fossi in voi andrei via. Altrimenti sarete voi a farvi male!”
A quelle parole di Rey, gli incappucciati si guardarono tra loro.
“Forse ha ragione, infondo adesso abbiamo qualcosa che ha comunque valore!”
Lei non capì a cosa si riferissero ma comunque l’incappucciato fece segno agli altri di dileguarsi e così fecero.
“Grazie per avermi salvato io sono Pokk! Non avevo mai visto dei Jedi dal vivo, è incredibile! Ma tu quindi sei Rey?”
Il piccolo alieno guardò incantato le spade laser di Rey e Ben.
“Esatto, ma come fai a conoscermi?”
Chiese lei, mentre disattivava e riallacciava alla cinta la spada laser.
“Mia madre mi ha raccontato delle tue gesta su Exegol! Venite: deve assolutamente conoscervi!”
I tre lo seguirono dubbiosi, ma infondo volevano almeno assicurarsi di lasciarlo al sicuro.
“Abiti vicino?”
Chiese Ben.
“Non molto lontano! Ma a proposito, tu chi sei, invece? Mia madre non mi ha raccontato di un secondo Jedi in quella battaglia”
Ben si ammutolì, perché non sapeva bene come spiegargli la cosa, fu quindi Rey a farlo al suo posto.
“Lui è Ben Solo e sì, anche lui mi ha aiutato a vincere quella battaglia, come anche lei: Rose. Anche se non è una Jedi, il suo aiuto è stato molto utile”
“Bene ma com-… aspetta, mamma!”
Disse il ragazzino, vedendo improvvisamente la madre davanti a lui la quale gli corse incontro abbracciandolo forte.
“Pokk, si può sapere dove eri finito? Ti stavo aspettando ma non tornavi, mi sono molto preoccupata!”
“Lo so mamma, scusami, ma alcuni tipi incappucciati mi hanno aggredito: volevano sapere di te e della Resistenza…”
“COSA!? E come stai??”
Chiese lei, visibilmente preoccupata, squadrandolo e cercando eventuali ferite.
“Sto bene! Mi hanno salvato loro e… non ci crederesti mai, ma sono membri della Resistenza e due di loro sono Jedi: lei è Rey!”
La madre sgranò gli occhi dallo stupore, ma fu Rey a farle una domanda.
“Aspetti, quindi anche lei è un membro della Resistenza?”
“Si lo è: infatti è la persona che dovevamo incontrare, piuttosto voi come vi siete cacciati nei guai anche quando vi abbiamo lasciato solo a fare delle semplici compere di vestiti?”
Rey si sorprese nel constatare che quella voce era proprio di Poe, accanto a lui c’erano anche Finn e Chewbe.
“A quanto pare sono i guai che cercano noi!”
Sentenziò Ben di rimando.
“Per me è un bene che sia così, se non fosse stato per voi chissà cosa avrebbero fatto a mio figlio, vi ringrazio!”
“Non c’è problema è sempre un piacere aiutare chi ne ha bisogno, soprattutto se si tratta di membri della Resistenza!”
Rispose Rey.
“Io sono Nhalì, vi prego venite un attimo a casa mia così potremmo conoscerci meglio, vi terrò poco: Poe mi ha accennato che avrete un impegno stasera.
Così andarono tutti a casa di Nhalì, dove Rey apprese essere un membro della Resistenza ma che non aveva partecipato alle battaglie. D’altro canto, aveva da sempre aiutato come poteva, facendo da tramite o aiutando chi ne avesse bisogno. Poe le aveva portato infatti dei rifornimenti che lei avrebbe provveduto poi a distribuire, in cambio Nhalì aveva aggiornato tutti loro sulle ultime informazioni a sua disposizione su ciò che rimaneva del Primo Ordine.
“Hai mai sentito parlare di un gruppo chiamato gli Accoliti?”
Chiese Finn, ma lei scosse la testa.
“Mai sentiti, ma anche dopo la grossa sconfitta subita ad Exegol, anche se più frastagliati di prima, si vedono ancora membri di ciò che è rimasto del Primo Ordine”
“Pensi abbiano un nuovo leader?”
“È difficile dirlo: alcuni agiscono ormai indipendentemente come semplici criminali, altri invece sembrerebbero intenzionati ad unirsi per cercare di riconquistare potere e terreno, eppure è dalla battaglia di Exegol che non si è palesato ufficialmente più nessun Leader Supremo o simili”
“Comunque dovresti rischiare di meno per un po’, se hanno attaccato tuo figlio è perché hanno ottenuto delle informazioni su di te”
L’ammonì Poe preoccupato.
“Va bene, terrò un basso profilo ma continuerò ad aiutare come posso!”
Rey pensò che quella donna aveva davvero una grande motivazione e coraggio per aiutarli, nonostante avesse rischiato di perdere suo figlio. Si ripropose quindi di impegnarsi sempre di più nella causa, come Jedi doveva essere di buon esempio per tutti.




Gli individui incappucciati che avevano aggredito Pokk si riunirono in un posto isolato ed uno di loro estrasse il comlink.
“Dobbiamo contattare il Primo Ordine”
“Sei matto? Non abbiamo fatto quello che ci hanno chiesto: il marmocchio è scappato e non abbiamo idea di dove sia la madre. Ci avevano chiesto chiaramente di trovarla e ucciderla, per loro è una spia e per noi valeva molti soldi!”
“Idiota, adesso abbiamo qualcos’altro da poter vendere loro: l’informazione che ci sono ben due Jedi a Coruscant!”
“Pensi che a loro interessi così tanto?”
“Penso che lo scopriremo”
Il trandoshani tolse il cappuccio rivelando il suo volto squamoso di un beige chiaro. Chiamò il contatto che aveva e disse di avere informazioni importanti sulla Resistenza.
L’uomo che rispose insistette con tono austero di voler avere maggiori dettagli sulle informazioni a loro disposizione, mentre il trandoshani perseverava nel pretendere di volerle riferire direttamene al generale Jeina Shin.
“Cos’è tutto questo trambusto?”
Chiese lo stesso generale al suo sottoposto, che con il suo tono alto la stava evidentemente disturbando. La donna era umana con occhi a mandorla e i capelli neri raccolti con precisione in uno chignon da cui fuoriuscivano solo due ciocche che le ricadevano sul viso.
“M-mi scusi generale… sono solo mercenari di Coruscant a cui avevano chiesto di trovare ed eliminare una spia della Resistenza ma evidentemente, non essendoci riusciti, stanno ora inventando altre storie sul possesso di altre informazioni, probabilmente solo per essere pagati comunque”
“Passameli”
“Generale Shin non c’è bisogno, posso occuparmene io”
“Direi di no, dato che è evidente che tu non sia capace di farlo, quindi non me lo far ripetere una seconda volta!”
L’uomo deglutì e passo il comlink al generale.
“Generale Shin: sono Trish, ho delle informazioni che per voi potrebbero essere molto interessanti”
“Questo sta a me deciderlo, quindi parla”
“Prima vorrei discutere del pagamento”
“Osi mettere in dubbio la lealtà del Primo Ordine? Se le tue informazioni risulteranno valide ti assicuro che sarai ampiamente ripagato… ma se non dovessero esserlo… beh immagino che tu sappia cosa ti aspetta: quindi ti conviene parlare, la mia pazienza si sta esaurendo”
“Va bene… è vero ci è sfuggita la spia della Resistenza ma in compenso abbiamo incontrato ben due Jedi!”
La notizia sembrò incuriosire la donna.
“Sapresti descrivermi questi due JEDI e come mai pensi lo siano?”
Il trandoshani descrisse il loro aspetto e ciò che aveva visto loro fare.
“Bene, e di che colore erano le loro spade laser?”
“Una era gialla e l’altra bianca”
Un sorriso soddisfatto si dipinse sul volto della donna.
“Molto bene: una coincide con le informazioni in nostro possesso, l’altra invece è interessante… verrai pagato un terzo di quanto stabilito e la prossima volta, non fallire! Il Primo Ordine non sarà nuovamente tanto magnanimo”
Si limitò a dire, interrompendo la comunicazione prima che lui potesse replicare qualsiasi cosa. La donna si voltò per poter criticare nuovamente l’operato del suo sottoposto, ma si sorprese nel trovarlo morto. La ferocia dei colpi erano facilmente riconoscibili ed infatti non le ci volle molto per scorgere una nuova presenza nella stanza, che coincideva con chi credeva. Quei suoi modi irruenti e imprevedibili a volte la spaventavano, ma non avrebbe mai permesso che lo percepisse, quindi con aria impassibile si rivolse a lui.
“Pensavo vi sareste fatto annunciare, avrei preparato un accoglienza più degna della vostra persona”
“Non dirmi che ti dispiace per la sua morte”
Replicò noncurante lui.
“No. Eseguiva troppo grossolanamente gli ordini ma è sempre più difficile trovare dei validi sostituti oggigiorno”
“Quindi? Hai avuto qualche informazione degna di nota?”
Chiese l’uomo, cambiando argomento per arrivare dritto al punto, non era una persona a cui piaceva attendere o perdere tempo.
“A quanto pare due Jedi sono stati visti a Coruscant, una con una lama gialla e l’altro con una lama bianca”
“Lama bianca? Patetico”
Disse lui con sdegno.
“Pensate di riferirlo a chi sappiamo e che in qualche modo dovremmo avvertire la base di Corellia…?”
“No! Il piano resta lo stesso che avevamo in mente, tutto sta andando esattamente come previsto”









 


**Angolo Autrice**

Questo è un capitolo un po’ più tranquillo che vuole fornire uno squarcio anche di vita più “quotidiana” dei nostri eroi (un po’ di pace diamogliela ogni tanto!). Mi piace a volte soffermarmi anche su alcuni dettagli che possono dare qualche approfondimento anche sui gusti dei personaggi, infondo i film su questo ci forniscono pochi dettagli.
I fiori sono del canon di Star Wars come anche la guida scritta da Rey sulla sopravvivenza che include dettagli sui fiori di li di cui uno si intravede anche nella sua dimora a Jakku nel film.
Nell’ultima parte ho voluto dare un piccolo sguardo sul Primo Ordine giusto per dire che non ci siamo scordati di loro e che non stanno proprio con le mani in mano!
Spero che il capitolo vi piaccia e che non risulti noioso, al prossimo!

Ringrazio il mio beta Dani1993

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Il Ballo ***


Una volta tornati al Falcon, ognuno di loro andò nella propria stanza a cambiarsi per l’evento di quella sera. Rose portò ad ognuno dei suoi amici gli abiti che aveva accuratamente selezionato e poi fece un giro per assicurarsi che tutti fossero pronti prima di vestirsi lei stessa. Decise di iniziare dalla stanza di Ben, quindi bussò alla sua porta e lui la intimò ad entrare.
“Vedo che ti sei vestito e… che ne pensi?”
Chiese, ansiosa di avere un parere sui vestiti selezionati da lei: un completo nero e grigio.
“Che mi sorprende che ci sia così tanto nero, non avevate detto che non andava bene?”
“Beh per una serata elegante il nero fa sempre il suo effetto e poi ci sono comunque i dettagli grigi che smorzano. Ma se non ti piace…”
“Frena, intendevo che mi piace questo completo! Anzi ti ringrazio per aver pensato anche a me, infondo non faccio nemmeno parte ufficialmente della Resistenza, anche se parteciperò alla vostra missione”
Rose si avvicinò a lui per sistemargli il bavero della giacca.
“Per il momento, fare parte della missione è sufficiente ma spero che dopo vorrai unirti davvero a noi, abbiamo bisogno di alleati, soprattutto con le tue capacità”
Ammise lei.
“Non dipende solo da me, ma anche da come sarò giudicato in base all’esito della missione, sia da voi che dal Nuovo Consiglio. Da parte mia ho intenzione di fare tutto il possibile”
“Sarà meglio! Anche perché Rey ha posto molta fiducia in te, e tutti noi non la prenderemmo bene se dovessi tradirla”
“Non è assolutamente mia intenzione”
Rispose prontamente lui, con sincerità.
“Allora non hai molto da temere, sono sicura che se le tue intenzioni sono sincere, andrà tutto bene! Ma oggi non pensare a questo: dobbiamo distrarci un po’ tutti e goderci solo la serata, ce lo meritiamo dopo quanto accaduto ultimamente!”
“Concordo”
Si limitò a dire, anche se non era del tutto convinto di riuscire a farlo completamente infondo, negli ultimi anni, occasioni di svago simili non erano state esattamente all’ordine del giorno.
“Bene, direi che ci siamo! Appena finisci di sistemarti, puoi aspettare in corridoio Poe e Finn da cui passo ora. Potete avviarvi voi: io e Rey finiamo di prepararci e vi raggiungiamo!”
La proposta di Rose non gli piacque, già quella situazione era diversa dal solito per lui, ci mancava solo che restasse da solo con Poe e Finn… non che la cosa lo preoccupasse ma aveva paura che potesse generare situazioni di disagio che influissero in qualche modo sulla serata.
“Penso che possa aspettare voi… così andremo tutti insieme…”
Propose lui titubante.
“Oh andiamo Ben, può essere una buona occasione per rinsaldare maggiormente il rapporto con Poe e Finn!”
“Non penso che loro vogliano farlo”
“Non dire assurdità: infondo ognuno di loro ha un passato discutibile, anche se non proprio come il tuo… ma sono sicura che se riusciste a trovare il discorso giusto, potreste scoprire qualche punto in comune. Infondo uno l’avete già tutti”
“La testardaggine?”
Tirò ad indovinare con meno ironia di quanto pensasse.
“L’amicizia di Rey! E quindi non ho dubbi che vi impegnerete al massimo per risolvere le vostre divergenze!”
“Almeno ci sarà Chewbe…”
Rifletté lui a voce alta.
“Lui ci raggiungerà più tardi, in verità: doveva prima vedersi con un suo amico e poi verrà alla festa”
“La mia solita fortuna!”
Protestò, alzando gli occhi al cielo, non ancora molto convinto della proposta di Rose, ma lei non gli concesse il lusso di replicare ulteriormente e si diresse dagli altri due amici.




La ragazza trovò la porta della camera di Poe aperta, al suo interno vi erano lui e Finn intenti a chiacchierare, mentre il pilota stava finendo di pettinarsi i capelli.
“Oh bene, vedo che siete praticamente pronti, ottimo!” li squadrò con attenzione compiaciuta del suo operato “Dovrei vestirvi più spesso, state entrambi molto bene”
“Inizi a prenderci anche troppo gusto ultimamente, non vorrai offuscare troppo la mia aria da ribelle un po’ trasandato ma al contempo sfacciato e irresistibile?”
Disse ironico Poe.
“Stai sistemando anche troppo quel ciuffo per uno ‘trasandato’!”
Puntualizzò lei.
“Dovrò pur far sfigurare tutta l’alta classe presente stasera, no? Il che non sarà difficile dato come mi sta questo completo, anche se con un viso come il mio sarò già avvantaggiato in partenza, non vi pare?”
“Quello che vuole dire Poe è che ti ringraziamo per aver scelto questi vestiti per noi, hai buon gusto per queste cose! Io ammetto che per questo tipo di cerimonie non saprei da dove iniziare per scegliere qualcosa di adatto!”
“Prego! Se volete posso iniziare a darvi consigli anche sugli abiti quotidiani”
“Ora non ti allargare troppo, ci piace come gli indumenti di tutti i giorni rispecchino la nostra personalità!”
“Mhmm… e va bene ma semmai aveste bisogno di qualche consiglio, sapreste a chi potrete rivolgervi!”
“Ma tu non sei ancora pronta?”
Disse Finn squadrandola stupito della cosa.
“Volevo prima controllare che per voi fosse tutto ok, anche Ben è pronto, lo potete trovare nel corridoio di fronte alla sua stanza. Avviatevi voi, io e Rey vi raggiungeremo appena pronte!”
“Ci vuoi lasciare da soli con Ren? Cosa dovremmo dirgli?”
Chiese sorpreso Finn.
“Qualsiasi cosa che non rovini la serata, quindi qualsiasi chiarimento vogliate avere con lui è tassativamente rimandato ad un altro giorno, intesi?”
“Ma non possiamo aspettarvi e andare tutti insieme?”
Propose Poe.
“Io e Rey ci metteremo un po’ di più per finire di prepararci, ma vi raggiungeremo prestissimo… non morirete per qualche minuto di conversazione con Ben!”
“Sei davvero positiva se pensi che ci sarà una conversazione”
Disse Finn con un’ironia che non fu ben accolta da Rose.
“Già avete parlato con lui in questi giorni, non vi mangerà!”
“Ma erano situazioni diverse: in questo caso staremmo andando da soli ad una festa, in attesa del vostro arrivo, è molto più difficile trovare uno spunto di dialogo”
Protestò di rimando.
“Vi devo ricordare che ci ha aiutato a salvare Rey e che a lei farebbe piacere se ci fosse almeno un piccolo sforzo da parte vostra per dargli una possibilità?”
“Lo sappiamo… ma il punto è che davvero non sappiamo di cosa parlare con lui!”
“Beh, siete due generali della Resistenza e membri del Nuovo Consiglio… sono sicura che qualcosa vi verrà in mente! Noi verremo prestissimo, non vi preoccupate!”
Diede a entrambi un’affettuosa pacca sulla spalla ed uscì, dirigendosi verso la stanza di Rey.
“Io sono preoccupato: le donne a prepararsi per eventi del genere non sono mai veloci!”
Ammise Poe con sguardo complice verso l’amico.
Anche se decisamente non convinti, andarono lentamente verso il corridoio, dove incontrarono Ben.
“A quanto pare le ragazze ci hanno già scaricato e dobbiamo avviarci noi”
Esordì Poe, cercando di stemperare l’atmosfera con l’ironia.
“Hanno promesso che ci metteranno poco, sarà meglio che sia così”
Proseguì Finn.
“Già”
Si limitò ad asserire Ben, quindi piombò il silenzio tombale per tutto il tragitto, ma non era un silenzio rilassante come quelli che Ben aveva sperimentato con Rey, piuttosto era uno di quei silenzi imbarazzanti dove più regnava e più ci si sentiva in dovere di dire qualcosa ma, allo stesso tempo, qualsiasi cosa gli venisse in mente gli sembrava stupida o ridicola. Era incredibile: Ben era stato il leader supremo del primo ordine, il capo dei cavalieri di Ren, aveva portato terrore e distruzione, facendosi temere anche dai suoi stessi alleati, aveva affrontato decisioni e discussioni difficili. Eppure mai in vita sua si era sentito così a disagio.
Avrebbe dovuto parlare del tempo? Troppo banale.
Della missione? Troppo noioso.
Del suo passato? Avrebbe preferito essere torturato al momento piuttosto che tirare in ballo un discorso simile.
Magari avrebbe potuto dire anche lui qualcosa di ironico, ma se poi fosse risultato troppo presuntuoso?
“Facciamo una scommessa, secondo voi di che colori saranno i vestiti che indosseranno le ragazze?”
Era una domanda stupida ma fu l’unica che venne in mente a Poe e lui odiava talmente tanto i silenzi imbarazzanti, che non poté fare a meno di spezzare quello che si era creato tra loro. Ben, dal canto suo, ringraziò mentalmente Poe per averlo fatto, ponendo fine a quel calvario psicologico e decise quindi di rispondergli per primo.
“Secondo me Rey un vestito verde, infondo le piace molto la natura! E Rose magari uno arancione”
“Arancione? Secondo me è troppo simile ai colori della sua divisa, ce la vedo più con qualcosa di diverso… magari rosso, mentre Rey non so… azzurro?”
Replicò Finn.
“Io dico Rose viola e Rey rosa”
Disse il pilota. Gli altri due si guardarono per poi dissentire all’unisono.
“Nah!”




Rose andò infine da Rey, si preparano insieme nella stessa stanza in modo da aiutarsi a vicenda, anche se sarebbe stato più giusto dire che era perlopiù Rose ad aiutare l’amica, dato che quest’ultima non sembrava molto abituata a indossare abiti simili.
“Sei riuscita poi a parlare con Ben?”
Chiese curiosa mentre aiutava Rey a sistemare l’abito.
“No, purtroppo non si è creato il momento adatto”
“Forse ne potresti trovare uno stasera”
“Vedremo” rispose all’amica mentre si provava a sistemare le scarpe eleganti col tacco senza trovare pace “ma è normale che siano così scomode?”
“Purtroppo le scarpe femminili di solito più sono belle e più sono scomode!”
Le confessò l’amica.
“Scomode è un eufemismo, non sono nemmeno sicura di riuscire a tenerle ai piedi tutta la serata senza rischiare di cadere… forse è meglio che mi metta gli stivali”
“Spero tu stia scherzando, non esiste che metti gli stivali sotto questo vestito, sono sicura che sarebbe considerato un crimine in più di un pianeta!”
Rey sospirò, arresa ad indossarle. Quindi passò a sistemare i capelli: li aveva raccolti in una mezza coda e su di essi aveva appoggiato delle sottili catene dorate, le stesse presenti anche nel vestito, in più parti a dare colore al bianco merlettato con riflessi argentati del resto del vestito, in particolare coprivano parzialmente le parti scoperte, come la scollatura presente sul retro del vestito e quella tra le maniche e le spalle. Per il resto l’abito aveva una gonna lunga, ma non ampia, e che le arrivava quasi ai piedi.
Mentre si squadrava nello specchio si soffermò sulla figura di Rose, la quale aveva appena finito di prepararsi: la sua amica indossava un abito blu con una fantasia floreale rosa ed aveva i capelli semi raccolti con un fermaglio. Era la prima volta che la vedeva truccata e vestita in quel modo ma, per quanto diversi dal solito, quegli abiti le donavano molto.
“Stai benissimo!”
“Grazie, anche tu stai benissimo!”
Sentenziò la sua amica osservandola, fiera della scelta fatta. Eppure Rey non sembrava molto convinta.
“Sicura? E se non piacessero?”
“Sono sicura che a Ben piaceranno!”
“Tu dici? E se mi trovasse strana? Non è abituato a vedermi così, e nemmeno io”
Chiese mentre si finiva di aggiustare distrattamente alcune ciocche di capelli allo specchio. Rose rimase sorpresa dalla sua risposta in quanto la sua era una domanda volutamente provocatoria, a cui si sarebbe aspettata un’altra reazione. Che le interessasse davvero Ben?
Non ne era sicura, ma trovava in qualche modo adorabile quella preoccupazione di Rey.
“Sei bellissima, sono sicura che lo penserà anche lui quando ti vedrà!”
Rey arrossì leggermente, rendendosi solo ora conto della piega imbarazzante che stava prendendo il discorso.
“Ero solo preoccupata che potesse avere una reazione simile alla mia vedendo Poe con abiti eleganti… tutto qui…”
Cercò di spiegare lei, con voce più balbettante di quanto volesse, cosa che fece sorridere Rose.
“Certo, capisco! Ma sono sicura che lascerai tutti senza parole e in senso buono! Ora andiamo o quelli non ci perdoneranno per aver fatto tardi!”
Le due amiche si diressero quindi alla festa, entrarono mostrando gli inviti e Rey rimase completamente affascinata dal posto: sembrava molto grande e le stanze erano arredate in modo lussuoso ma raffinato. C’erano già molte persone e tutte con abiti uno più bello dell’altro, in una sala in lontananza intravedeva un bancone pieno di cibo di ogni genere, alcune cose nemmeno sapeva cosa fossero, ma avevano un aspetto delizioso. Pensò che anche se avesse raccattato tutti i rottami di Jakku, non avrebbe mai ricevuto cibo di simile quantità e qualità in cambio.
La sala centrale sembrava la più grande, dove molti già ballavano, mentre sul lato sinistro della sala c’era il bancone per ordinare le bevande e, oltre a tutto ciò, sembrava esserci anche una parte esterna.
 cap-16-2
“Questo posto è enorme e bellissimo!”
Disse estasiata, Rose la guardò con soddisfazione.
“Visto? Ci si può sempre fidare delle mie organizzazioni! Ma prima di fare un giro forse è meglio cercare gli alt-…ah eccoli!”
Rose scorse da lontano Poe e Finn, quindi con Rey andarono loro incontro. Poe indossava una camicia bianca di cui lui aveva probabilmente leggermente sbottonato il collo in segno di protesta, ed un completo blu molto scuro. Finn invece aveva una camicia e pantaloni neri, con dettagli dello stesso beige del jilet che indossava.
“Wow ragazzi siete davvero eleganti e state molto bene!”
Disse Rey sorpresa, ma i due erano intanto rimasti letteralmente a bocca aperta alla vista delle loro amiche.
“Ma vi siete viste? VOI state benissimo, quasi stentavamo a riconoscervi!”
Asserì Poe, ancora incredulo dall’avere davanti proprio Rose e Rey.
“Poe lo prendiamo come un complimento, spero!”
Disse Rose guardandolo leggermente di sbieco.
“Certo che sì, siete entrambe bellissime, dovreste vestirvi più spesso così! Rose hai fatto un lavoro eccezionale!”
Confermò Finn.
“Già, peccato che non siano abiti così comodi da indossare con tanta frequenza ma penso valga anche per voi! Comunque grazie Finn, sono contenta che vi siano piaciuti!”
Rispose Rose, appagata del loro apprezzamento.
“Poi il posto è davvero molto bello e la festa di alta classe, non vedevo tanta gente vestita così elegante, non so nemmeno da quando!”
Aggiunse il pilota.
“Ma dov’è Ben?”
Chiese Rey.
“È lì”
Rispose Poe, indicando qualcuno non molto distante da lui voltato di spalle. Non sembrava essersi accorto del loro arrivo, in quanto impegnato ad osservare l’ambiente.
Ben infatti stava fissando la sala dove una quantità enorme di gente era impegnata a divertirsi e a ballare come se fosse la cosa più normale del mondo e, probabilmente, per loro lo era. Eppure a lui, abituato a vivere negli ultimi anni perlopiù in solitudine e a bordo di una navicella spaziale del Primo Ordine, tutto quel divertimento e quel colore gli sembravano strani ed alienanti. Certo, gli altri generali si concedevano anche qualche festeggiamento o momento di convivialità tra loro, ma lui non vi aveva praticamente quasi mai partecipato sia perché alcuni generali, in particolare Hux, non gli erano mai stati molto simpatici, sia perché Snoke stesso lo aveva demotivato verso una qualsiasi forma di legame con l’esterno, al fine di legarlo sempre di più al lato oscuro della Forza.
I soldati di Ren non erano da meno: era diventato il loro capo ma non era mai riuscito ad istaurare con loro un legame, forse perché dentro di lui non era mai stato completamente allineato con le loro ideologie. Lo aveva dimostrato anche il fatto che alla prima occasione non avevano esitato ad attaccarlo ad Exegol.
Sussultò, tornando alla realtà, solo quando sentì la voce di Rey alle sue spalle che chiamava il suo nome. Si voltò immediatamente, ma appena la vide si bloccò restando letteralmente senza parole: indossava un abito elegante adornato di merletti, ma di un tessuto talmente leggero che esaltava perfettamente la sua figura, donandole un aspetto etero, i suoi capelli erano legati in una mezza coda e le ricadevano dolcemente sulle spalle, i dettagli argento ed oro dell’abito la facevano splendere come non mai. In quel momento pensò di non aver mai visto finora qualcuno di così bello in vita sua.
Rey avendo visto Ben soprappensiero lo aveva chiamato per attirare la sua intenzione, ed era piuttosto sicura di avere in mente qualcosa da dirgli, almeno finché non si girò: il vederlo di fronte a lei con i capelli perfettamente ordinati, quegli abiti eleganti di colore grigio e nero che gli donavano terribilmente, le fece completamente dimenticare cosa volesse dire.
Più tardi avrebbe dovuto fare assolutamente i complimenti a Rose, anche se gli stavano talmente bene che non era nemmeno sicura di quanto fosse merito della sua amica o del fatto che magari lui, in realtà, le avesse nascosto di essere nato nell’alta società e che il suo far parte del Primo Ordine fosse solo una copertura. Non trovava davvero un’altra spiegazione sensata, sapeva solo che non riusciva a staccare lo sguardo dal suo, che a quanto pareva era ciò che anche lui non riusciva a fare con lei.
Rimasero lì così, bloccati ad osservarsi in un tempo indecifrabile ma che non sfuggì agli occhi di Rose, la quale passò lo sguardo dall’uno all’altra completamente sorpresa. Se prima aveva dei dubbi, ora era piuttosto sicura di non averne più alcuno. D’un tratto si sentì in dovere di fare qualcosa, o forse si sentiva semplicemente di troppo… chi poteva dirlo? In qualunque caso, si voltò verso Finn e Poe e bloccò il primo, che sembrava stare per parlare, prima che rovinasse tutto.
“Finn, Poe ho bisogno un attimo di voi, potete seguirmi? Rey, Ben ci… vediamo tra poco!”
Non attese una risposta da nessuno di loro: afferrò letteralmente per le braccia i suoi due amici, trascinandoli via.
“Ehi che è successo? Cosa ti serve e cos’è tutta questa fretta?”
Protestò Finn, per fortuna, pensò Rose, quando si erano già allontanati abbastanza da Rey e Ben.
“Non lo avete notato?”
I due si guardarono perplessi e scossero la testa in tutta risposta.
“Davvero? Non avete visto come erano vicini quei due?”
Chiese esasperata Rose, pensando che bisognava davvero essere ciechi per non averlo notato.
“Aspetta, stai parlando di Rey e Ren? Cosa intendi per VICINI?” Rose non rispose, quindi Finn provò a rivolgersi a Poe “Cosa intende per VICINI?”
L’amico alzò le spalle.
“Non chiederlo a me!”
Rose sospirò pensando che fossero senza speranze.
“Uomini!”
“No, spiega cosa intendi per ‘VICINI’: intendi vicini come Chewbe e Rey? Come me e te? O come Poe e BB-8?”
“Ehi, cosa c’entra adesso BB-8?”
Chiese Poe confuso.
“Calma! Intendevo solo dire che mi hanno dato l’impressione di avere molto di cui parlare. Ci starebbe pure dopo i loro trascorsi, quindi ho preferito lasciarli un attimo in pace, tutto qui…” non era sicura che fosse proprio tutta la verità, ma non aveva intenzione di innescare una problematica discussione basata solo su delle sue impressioni, inoltre non in quel momento: non si sarebbe lasciata rovinare da loro la serata per nulla al mondo “…quindi mentre li lasciamo parlare che ne dite di goderci la festa? Finn, balliamo!”
Sembrava più un ordine che un suggerimento.
“Ma io…”
Provò a dire qualcosa Finn ma Poe lo bloccò mettendogli una mano sulla spalla.
“Mai contraddire una donna amico! Vai e divertiti”
Lo intimò con un sorriso.
“Poe guarda che anche tu devi divertirti: potresti trovare qualcuno con cui ballare anche tu o prendere intanto qualcosa da bere… ma se ti trovo a parlare di politica giuro che ti trascino io stessa sulla pista da ballo!”
Minacciò Rose all’amico, il quale, in tutta risposta, la salutò con un rapido cenno del saluto militare della mano sulla fronte.
“Agli ordini! Divertirsi non è un problema per me!”




Rey e Ben a malapena sentirono allontanarsi Rose, Finn e Poe. Ben non notò nemmeno che Rose aveva avuto l’accortezza di chiamarlo per nome e non ‘Ren’ come facevano gli altri due. Sia lui che Rey erano fin troppo impegnati l’uno a fissare l’altra per concentrarsi su altro.
Rey scrutava lo sguardo di Ben: non riusciva a decifrarlo, non capiva se quel silenzio fosse un segno positivo o meno, ma doveva saperlo ed, al momento, era troppo destabilizzata per provare anche solo lontanamente a fare appello al loro legame, quindi preferì rompere quel silenzio per chiederlo direttamente.
“Allora? Non dici nulla? Che ne pensi? Lo so, forse non è…”
Non riuscì nemmeno a finire la frase perché Ben le rispose immediatamente.
“Sei bellissima”
Lo disse con una sicurezza ed immediatezza tale che sembrava gli avesse fatto la domanda più semplice del mondo. Quel complimento la fece sentire al contempo imbarazzata e compiaciuta, arrossì leggermente e con un sorriso replicò.
“Grazie, anche tu stai molto bene vestito così! Ma poco fa sembravi soprappensiero, qualcosa non va?”
Chiese quindi preoccupata.
“Diciamo che non sono molto abituato a tutto questo… ma al momento ho una preoccupazione più urgente”
“Quale?”
Chiese lei incuriosita.
“Bè, vorrei invitarti a ballare prima che lo faccia chiunque altro, ma diciamo che l’ultima volta in cui ho ballato è stato molto tempo fa e temo che le mie doti nella danza non siano così eccelse. Sai com’è: ballare non era di certo un passatempo contemplato nel Primo Ordine!”
Provò a scherzarci sopra lui, anche se il suo timore era reale.
La risposta di Ben la sorprese ma allo stesso tempo, in qualche modo, la fece sentire sollevata.
“Sicuramente le tue doti sono meglio delle mie! Se posso essere sincera né a Jakku né nella Resistenza ho mai avuto modo o tempo di ballare… o di indossare abiti del genere! Quindi sono io quella più a disagio… ma puoi sempre insegnarmi quello che sai”
Lui alzò un sopracciglio, dubbioso a quell’affermazione di lei.
“L’ultima volta che mi ero proposto di farti da maestro, ti sei rifiutata!”
“Oh, ma ti eri proposto di farmi da maestro sulla Forza, sul ballo mi sento molto più inesperta”
Rispose prontamente lei.
“Mhmm… e va bene, ma in tal caso dovrai fidarti e seguirmi senza fare domande”
Le tese la mano, questa volta Rey non esitò a prenderla, non lo avrebbe più fatto.




Poe era più che intenzionato a divertirsi alla festa a prescindere dal ballo o meno, quindi decise che un buon punto di partenza sarebbe stato bere qualcosa. Si mise in fila al bancone ma qualcuno gli bussò leggermente sulla spalla, quando si girò vide l’ultima persona conosciuta, che avrebbe immaginato di trovare in quel luogo: Zorii.
Squadrò la sua figura nella sua interezza, era da parecchio tempo che non la vedeva senza armatura e la trovò se possibile ancora più affascinante di quanto ricordasse, indossava un’elegante abito rosso attillato, che difficilmente passava inosservato.
“Zorii è un piacere rivederti, sei in splendida forma! Come mai sei qui? Non ti ho più vista dalla battaglia di Exegol”
“Dopo la battaglia sono andata via da Ajan Kloss per sistemare delle cose”
“Era così terribile la mia presenza?”
“Più che altro avevi molto da fare tra i tuoi impegni da generale, da eroe della Resistenza e da papabile membro del nuovo Consiglio. Così ho pensato che avremmo potuto rimandare i convenevoli ad un momento migliore”
Disse con un tono di voluta sufficienza e forse una punta di invidia.
“E questo lo è?”
Chiese lui con interesse.
“Chi può dirlo: io ti sono venuta incontro solo perché non ti avevo riconosciuto vestito così”
Lui la osservò sospettoso, non sapendo fino a che punto stesse scherzando, restava il fatto che non capiva come mai ogni volta che si vestisse elegante dovesse suscitare tutto quello stupore.
“Quindi mi stai dicendo che il mio fascino ti ha colpito così tanto da venirmi incontro anche senza sapere chi fossi?”
“È stato solo un caso: infondo il tuo ego occupa già tutto lo spazio a disposizione, non resta posto anche per il fascino!”
Replicò lei con ironia.
“Certo… un ego abbastanza grande da meritarsi finalmente un bacio?”
Rispose di rimando, con fare provocatorio, alzando un sopracciglio.
“Non credo proprio, al massimo potrebbe meritare un ballo, giusto per non sprecare un tale abbigliamento… sempre se lo chiedesse in ginocchio si intende!”
“In ginocchio? Andiamo, adesso è il tuo ego ad esagerare, non il mio! Facciamo che te lo chiedo formalmente e gentilmente, ok?”
Disse lui tendendole un braccio, lei lo tenne sulle spine per qualche momento fingendo di pensarci su.
“Va bene, per questa volta basterà”
Posò la mano sul suo braccio ed entrambi si diressero verso la pista da ballo.




Ben portò Rey nella zona esterna: vi era un giardino pieno di fiori adibito per l’evento, ma lui la condusse in una parte laterale più isolata, lontano dalla calca delle persone. Era un piccolo spiazzo adornato di piante, con un balcone con la vista sulla città illuminata, Rey si affacciò subito per osservare il paesaggio.
“È davvero bellissima questa città!”
 cap-16
Sentenziò lei, anche se non sapeva se in quel caso fosse più appropriato parlare di città o di pianeta. Ben la affiancò, dando anche lui uno sguardo al panorama.
“Potrebbe sembrare, con tutte queste luci, eppure a volte il cielo è talmente denso di inquinamento che non si vedrebbe nemmeno una pioggia di meteore, se ci fosse!”
“Pioggia di meteore?”
A Ben scappò una lieve risatina a quell’inaspettata aria interrogativa di lei.
“Non dirmi che non ne hai mai vista una!”
“Scusami tanto: sai su Jakku non è un fenomeno così frequente!”
Protestò lei.
“Jakku non può essere la tua scusa per tutto, lo sai vero?”
Disse lui con tono sottile, inclinando leggermente la testa di lato mentre la fissava di sbieco.
“Nemmeno il Primo Ordine la tua, se è per questo!”
Replicò lei e Ben si chiese se avesse percepito i suoi pensieri di poco prima sulla festa.
“Comunque sia siamo qui per ballare, ti ricordo! Quindi direi di iniziare”
Senza troppi indugi le prese entrambe le mani e le fece posare la destra sul suo fianco sinistro, mentre strinse delicatamente l’altra nella sua e la portò alla sua destra. Lui posò la mano sinistra sul fianco destro di lei e le si avvicinò ulteriormente, cosa che le fece scappare un sospiro, con un’improvvisa agitazione, alzò lo sguardo verso il suo ma si sorprese nel trovare quello di lui molto serio e focalizzato su quello che stava facendo. Sembrava davvero un maestro concentrato unicamente sulla sua ‘lezione’.
“È facile, devi solo lasciarti guidare e seguire la musica”
La musica della festa si sentiva anche lì, quindi non sarebbe stato difficile seguirla, il problema era che lei dubitava nelle sue capacità di farlo nel modo corretto! Iniziò a muoversi lentamente cercando di seguire al contempo sia Ben che la musica ma, proprio quando pensava di stare iniziando a capire, calpestò inavvertitamente i piedi di lui.
“Scusami, sono un disastro!”
Ammise con imbarazzo, cercò quindi di allontanarsi per lasciar perdere e sperare che in qualche modo Ben dimenticasse quella figuraccia il prima possibile, ma lui non lasciò la presa su di lei.
“Già rinunci? Mi sorprende, non è da te!”
“Era solo per salvare i tuoi piedi!”
Cercò di giustificarsi lei.
“È normale sbagliare all’inizio ma è più facile di quanto sembri, una volta capito come funziona! Che ne dici di riprovare?”
Rey annuì e si rimise in posizione. Riprovarono nuovamente e questa volta lei aveva lo sguardo fisso in basso per cercare di non calpestare una seconda volta i piedi di Ben, inoltre era completamente concentrata nel cercare di eseguire il tutto al meglio. Lui sembrò notarlo, anche perché l’espressione di lei era corrucciata e concentrata, quasi in modo buffo.
“Dovresti cercare di essere meno tesa”
Le suggerì.
“È facile per te dirlo, non è mica la prima volta per te!”
“Se pensi che io abbia avuto chissà quante occasioni per ballare, ti sbagli: già è tanto che so quello che ti sto mostrando. Come ti ho detto anche io non sono un esperto…” si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò con tono ironico “…so che non ci crederai ma Snoke non era un tipo che amava molto le feste di questo tipo e quindi non mi ha mai né insegnato né fatto fare esperienza di cose simili!”
Rey non poté fare a meno di figurarsi nella sua mente l’immagine di Snoke tutto impettito che dava lezioni di ballo a Ben e le scappò una lieve risatina.
“Non mi far distrarre, che poi è logico che sbaglio!”
Lo rimproverò lei, cercando di riportare l’attenzione sui loro piedi.
“Stavi andando benissimo invece, devi lasciarti guidare dall’istinto e non pensarci troppo. Quindi non guardare giù ma guarda me e continua pure il discorso”
Rey dubitava nella riuscita di quel piano ma si fidava di lui, quindi gli diede almeno il beneficio del dubbio ed alzò nuovamente lo sguardo fino ad incrociare il suo. Grave errore: il suo viso così vicino al suo la mise nuovamente a disagio, quindi provò a distrarsi riprendendo a parlare, come le aveva chiesto.
“Come vuoi… ma quindi mi vorresti dire che con tutti quei crediti Il Primo Ordine nemmeno qualche festa o lezione di ballo vi ha fatto fare?”
Replicò con altrettanto sarcasmo.
“Temo non siano molto contemplate per la conquista della galassia o del lato oscuro della Forza”
“Ecco dove avete fallito: sono sicura che indossare tutto il giorno scarpe simili sarebbe una tortura ben più grande ed efficace della lettura della mente!”
“Vorrà dire che ne terrò conto in caso, in futuro, decidessi di tentare di riconquistare nuovamente la galassia!”
Lei alzò un sopracciglio a quella battuta.
“Invece di fare tanto lo spiritoso, potresti confessarmi dove hai imparato a ballare, a questo punto!”
Gli chiese con una certa curiosità, ma a quella domanda lui distolse leggermente lo sguardo.
“Mi ha insegnato mia madre quando ero sotto addestramento di zio Luke già da diversi anni, tornai un giorno da loro a fargli visita.  All’epoca mi lamentai perché non lo trovai utile ed anche strano in quel contesto, ma lei disse: ‘non si può mai sapere quando qualcosa può tornarti utile’… e guardandoci adesso, a quanto pare, non aveva proprio tutti i torti!”
“Beh, tua madre è sempre stata una persona lungimirante”
“Già…” improvvisamente Ben si fermò e di conseguenza lo fece anche lei “l’hai mai vista sottoforma di fantasma della Forza da quando lei è…”
“Non proprio” disse, anticipando la risposta alla sua domanda “…ho visto Leila come fantasma della Forza una sola volta ma è stato solo un attimo, non mi ha nemmeno parlato”
“Capisco”
Si limitò a rispondere lui, ma la sua espressione sembrava turbata.
“Cosa c’è che non va?”
Chiese preoccupata per lui.
“Io…”
Avrebbe voluto dire che non era niente ma da quando la conosceva non era riuscito a mentirle, nemmeno quando erano stati su fronti opposti.
“Ben!”
Lui sospirò.
“Riflettevo solo sul fatto che non l’ho più vista da allora”
Rey lo fissò dispiaciuta: non avrebbe voluto rattristarlo e solo in quel momento pensò che effettivamente per lui fosse passato davvero troppo poco tempo dalla morte di sua madre e, con tutto quello che era successo, aveva avuto poco tempo per metabolizzare la cosa.
“Scusami Ben, è colpa mia: non avrei dovuto farti parlare di lei”
“Non è colpa tua, la verità è che è colpa mia, lo è sempre stata!”
“Di cosa?”
“Della sua morte e di quella di mio padre”
“Ben ma…”
“È così, inutile negarlo. E non la biasimo per non essersi voluta mostrare a me fino ad ora”
“Non dire assurdità, nessuno sa di preciso come funzioni la Forza o chi possa mostrarsi tramite essa e in quali occasioni”
Ma lui non sembrò molto convito dalle sue parole.
“Mi sarebbe piaciuto rivederla almeno per chiederle scusa… per tutto. Non che mi aspettassi che le accettasse, ma vorrei solo che mi ascoltasse: non meritava tutta la sofferenza che le ho provocato”
Ben abbassò lo sguardo ed una lacrima scese sulla sua guancia, istintivamente Rey gliela asciugò posando la mano sul suo viso e carezzandoglielo delicatamente con il pollice. Lui lo trovò strano perché gli ricordò lo stesso gesto che erano soliti fare anche i suoi genitori quando era più piccolo.
“È per questo che pensi che uccidi tutte le persone che ti sono vicine?” gli chiese dolcemente Rey, riferendosi all’affermazione che aveva fatto l’altra sera sul Falcon “Io non penso che sia così. È vero, tua madre ha usato le sue ultime forze per raggiungerti nella Forza e salvarti, ma se lo ha fatto è perché credeva ancora in te, ed ora sono sicura che sarebbe molto fiera di quello che stai provando ad essere. Non si pentirebbe minimamente della scelta che ha fatto!”
Rey si avvicinò quindi a lui, poggiando la fronte nell’incavo della sua spalla e lo cinse con le mani all’altezza delle braccia in un semi abbraccio. Di rimando, a lui venne naturale posare dolcemente la guancia sulla sua fronte, chiudere gli occhi e abbandonarsi per qualche istante alla sensazione di conforto fornita da quel gesto e da quelle parole di lei.
 cap-15
Trovava incredibile che Rey riuscisse a farlo sentire meglio anche in un momento del genere. Per qualche motivo a lui inspiegabile, per quanto potesse aver fatto cose orribili, lei riusciva sempre a trovare del buono in lui, persino quando lui stesso ne dubitava la presenza. Lei era l’unica persona che lo facesse sentire già giusto così come era, che non voleva cambiarlo ma che poteva capirlo e tirargli fuori il meglio di sé.
“Grazie”
Quelle parole gli uscirono spontanee anche se, dopo aver riflettuto, solo in quell’istante capì che magari avrebbero potuto esserle risultate strane in quel contesto, quindi si staccò leggermente da lei, per guardarla in faccia aspettandosi di trovare una sua espressione perplessa o dubbiosa. Al contrario di quanto immaginasse però, non vi era niente di tutto ciò dipinto nel suo volto: il suo sguardo era solamente fisso nel suo ed improvvisamente nella sua testa si affollarono mille domande. Era assurdo come fosse capace di perdersi in quegli occhi color nocciola ma, allo stesso tempo, bramare che potessero al medesimo modo essere catturati dai suoi. Eppure quando si guardavano in quel modo, non poteva fare a meno di convincersi che fosse proprio così! Magari era solo nella sua testa, magari era solo quello in cui lui avrebbe voluto credere: che quello sguardo, come quei baci che gli aveva dato su Exegol non fossero solo dettati dal momento, non fossero solo per ringraziamento o per compassione, ma che fossero lì, gli uni per gli altri, desiderosi di condividere altri momenti, anche semplici come quello, insieme.
Momenti in cui qualsiasi altra preoccupazione o problema spariva e c’erano solo loro.
Quando Ben la guardava intensamente con quegli occhi scuri e penetranti, Rey si sentiva senza più nessun muro, come se le potessero leggere l’anima senza nemmeno sforzarsi di appellarsi all’uso della Forza. La cosa la faceva sentire in parte a disagio, eppure quando ciò accadeva non poteva fare a meno di ricambiare quello sguardo, ma più tempo lo faceva e più perdeva coscienza di sé stessa o prendeva decisioni avventate. Era strano: sentiva al contempo come se li avesse potuti fissare così, sia per ore che solo per ancora pochi secondi. Cercava in quegli occhi delle risposte che forse sarebbe stato più facile ottenere provando a leggergli la mente, ma in quei momenti si sentiva incapace di fare qualsiasi cosa, e poi voleva che fosse lui stesso e a fornirgliele. Dovette concentrarsi non poco per non lasciarsi distrarre ulteriormente e domandargli finalmente quello che voleva sapere da tempo, era arrivato decisamente il momento di farlo.
“Ben, dovremmo riprendere il discorso iniziato prima della riunione del Nuovo Consiglio, non credi?”
A quella domanda lui sussultò leggermente come riportato alla realtà o forse solamente stupito che la domanda riguardasse in parte un qualcosa a cui anche lui stesse pensando.
“Vuoi parlare di quanto accaduto ad Exegol tra noi… sono accadute diverse cose ed eravamo entrambi in una situazione di vita o di morte, inoltre ho detto molte cose, che magari ti possono essere sembrare ‘eccessive’…”
Rey non sembrava stare prendendo bene la piega che stava assumendo la sua risposta, quindi aggrottò la fronte corrucciata e gli impedì di continuare.
“Stai dicendo per caso che ti sei pentito di ciò che hai detto o fatto in quelle occasioni? O che forse erano dettate solo dalle condizioni o da ciò che avevo fatto io?”
Non poteva credere che fosse così, aveva sentito quello che aveva provato anche lui in quei momenti, ma se si fosse sbagliata?
“Voglio solo dire che se tu ci avessi ripensato o se preferissi non andare avanti per questa strada, lo capirei”
Asserì, facendo un lieve passo indietro ed eliminando il contatto fisico con lei, pur continuando a sostenere il suo sguardo.
“Io non ci ho ‘ripensato’, tu sì?”
Chiese con tono alterato, probabilmente dalla paura di ricevere una risposta che non corrispondesse a ciò che sperava.
“Rey, anche se questa missione andasse bene ed il Nuovo Consiglio decidesse di graziarmi, per me non saranno mai facili le cose: delle persone potrebbero riconoscermi, condannarmi per il mio passato, potrei dover continuamente lottare per dimostrare cosa voglio essere, tu potresti trovarti costretta a fare delle scelte difficili… io non ho idea di dove tutto questo potrebbe portarci e tu penso meriti di meglio di questo”
“Decido io cosa è meglio per me e non ho dubbi a riguardo, infondo sai bene che non mi sono mai piaciute le cose facili! Nemmeno io so dove tutto questo potrebbe portarci ma mi piacerebbe scoprirlo insieme, proprio come mi hai detto ad Exegol… ma è ciò che vuoi anche tu?”
“Voi davvero che risponda a questa domanda?”
Le chiese, quasi sorpreso.
“SÍ!”
“Sai già la mia risposta”
“Allora dilla!”
Rispose decisa, pronta a ricevere una risposta secca, anche se le avesse fatto male. Pensava di essere pronta a tutto quello che avrebbe potuto dirle ma, invece, la sorprese non rispondendo affatto, piuttosto le afferrò le braccia e si chinò verso di lei per baciarla.
Fu troppo inaspettato e breve per darle modo di ricambiare o fare qualsiasi cosa, era rimasta immobile lì. Lui riaprì gli occhi e la fissò di nuovo alzando un sopracciglio.
“Ti basta come risposta?”
Rey ancora stupefatta cercò di trovare le parole per rispondergli.
“Incredibile: non potevi dire semplicemente di sì come le persone normali?”
“Lo sai come sono fatto: se posso scegliere preferisco l’agire al parlare. Ma: te ne stai davvero lamentando? Questo è ‘incredibile’, piuttosto!”
“Non me ne stavo lamentando!”
“Ah no?”
I due si fissarono intensamente con aria accigliata ma entrambi non riuscirono a sostenere quelle espressioni per più di due minuti, abbandonandosi ad un genuino sorriso. Questa volta non avevano dubbi su cosa volessero entrambi, quindi si strinsero l’uno all’altra e si baciarono.







 


**Angolo Autrice**
Allora: dovete sapere che ho una passione inspiegabile per le scene di ballo, da sempre mi piacciono molto quindi non ho proprio resistito all’idea di inserirne una anche in questa fic, tanto che la parte qui presente del ballo era già stata quasi tutta scritta mesi fa, quando ancora stavo scrivendo i primi capitoli!
Mi è piaciuto anche inserire Zorii, per me era un personaggio interessante, purtroppo approfondito poco nei film e, dato che nel canon lei in passato ha avuto una storia con Poe e lui nel film le chiedeva ironico un bacio, ho voluto un po’ riproporre qui il tema.
Rey e Ben hanno finalmente parlato chiaramente di loro, lui è riuscito a farla da maestro in qualcosa (anche se non nell’uso della Forza) e poi dai: finalmente ho messo un capitolo fluff, contenti? Non vi abituate troppo…ehm nooo non è veeeero io sono brava e voglio bene ai Reylo, non si è notato?
A parte gli scherzi mi farebbe piacere sapere come vi è sembrato il capitolo!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4065715