Capitolo 12
Avevo
detto addio a tante cose. Mi ero diplomata,ma non avrei potuto
continuare a studiare al college e non avrei potuto trovare un lavoro.
Non potevo più uscire di casa da sola,come di solito mi
piaceva fare per sentirmi libera. La notte era diventata la mia
migliore amica,perché il buio che calava sulle case,le
strade e le città mi dava un senso di familiarità
con l'oscurità con cui ero costretta a convivere. Inoltre
era in quei momenti che potevo stare accanto a Carlisle,stretta a lui
mentre mi addormentavo cullata dalle sue carezze. La mattina mi
svegliava lui con un lieve e freddo tocco delle labbra,poi se ne andava
all'ospedale a prendersi cura dei suoi pazienti. Invece il buio
rimaneva. Le mie giornate proseguivano lente e monotone,Alice mi alzava
dal letto e mi faceva scegliere i vestiti da mettere,doveva aiutarmi
perfino in bagno. Fortunatamente col tempo avevo imparato la posizione
degli oggetti almeno in quella stanza,così da non avere
l'imbarazzante bisogno del suo aiuto mentre facevo il bagno. Mi sentivo
completamente inutile per Charlie,toccava ad Alice cucinare per lui e
preparare la colazione ogni mattina. Toccava ad Alice lavare i panni.
Toccava ad Alice pulire la casa. Spesso mio padre si offriva di
aiutarla di ritorno da lavoro,ma lei rifiutava,continuando a ripetergli
che lui doveva stare con me. E io rimanevo seduta sulla poltrona,con la
mano stretta nella sua,mentre guardavamo la televisione -o
meglio,mentre io l'ascoltavo e lui mi descriveva le scene che gli
piacevano particolarmente- Entrambi non eravamo molto bravi con il
dialogo,preferivamo decisamente il silenzio,non riuscivamo proprio a
trovare le parole da dirci. Proprio perché sotto questo
aspetto eravamo simili,capivo perfettamente come si sarebbe sentito lui
se avesse iniziato un discorso padre-figlia: a disagio,in una
situazione d'imbarazzo e inadeguatezza che non ci apparteneva. Soffrivo
al pensiero di non poterlo guardare in faccia,magari proprio mentre mi
teneva la mano aveva un'espressione triste,e io non lo sapevo. Cercavo
di mostrargli il mio affetto,nella speranza che ciò sarebbe potuto
bastare per non farlo sprofondare nel dolore.
La musica era divenuta una mia ragione di vita. Ascoltarla mi
permetteva di creare immagini nella mente che coloravano il
nero perenne della mia cecità permanente,la musica mi
avvolgeva in un abbraccio di sentimenti e mi travolgeva con una
nostalgica corrente di emozioni. Mi lasciavo trasportare dalle note e
dalle parole delle canzoni in mondi nuovi,viaggiavo lontano,per
salutare i ricordi passati,o per fantasticare un futuro felice.
Finché la mano di Alice sulla mia spalla mi ridestava dai
miei sogni ad occhi aperti,per avvisarmi che i vecchi amici di
scuola-se così si potevano definire- erano venuti a farmi
visita e che dovevo prepararmi ad accoglierli. Così mi
alzavo dalla mia sedia di fronte alla finestra spalancata,dalla quale
entravano gli odori dell'aria fresca,e interrompevo la musica alla
radio. Mi piaceva ascoltarla in intimità,quando c'era
qualcun'altro che non fosse Alice invece la spegnevo.
Speravo che col passare del tempo mi lasciassero tutti in pace e si
dimenticassero di me,l'unica presenza umana che riuscivo a sopportare
oltre a Charlie era Angela. Non avevo più avuto notizie di
Jacob,Billy mi aveva chiamata per comunicarmi il suo dispiacere e mi
aveva riferito che suo figlio non se la sentiva di venirmi a vedere.
Carlisle mi aveva parlato del loro incontro,mi aveva detto che dallo
sguardo di Jacob si capiva che gli mancavo. Aveva cercato di
confortarmi,con la sua voce comprensiva e mi aveva provato a spiegare
come si sentiva il mio ex migliore amico. Carlisle non provava alcun
tipo di repulsione nei suoi confronti,anche se si trattava di un
licantropo,e anche se lui era uno dei motivi per cui non poteva
trasformarmi. Un giorno avevo chiesto a Carlisle di trasferirci dagli
altri Cullen,a Praga,così che il patto non ci creasse
più problemi.
-E tuo padre,Bella?-,mi aveva ricordato. Così avevo preso
una decisione: fare in modo che Charlie capisse cos'erano Alice e
Carlisle proprio come avevo scoperto io.
Ormai avevo capito che era impossibile non fare soffrire coloro che
amavo,in un modo o nell'altro ci sarebbe sempre stato qualcuno contento
delle mie scelte e qualcuno che invece avrebbe sanguinato per esse.
...Charlie,Jacob ed Edward.
Tuttavia avevo imparato che era meglio far soffrire le persone con la
verità e dare loro la possibilità di ricominciare
a cercare la loro felicità altrove,piuttosto che illuderle.
Alice mi riferiva i messaggi via telefono da parte di Edward. Io gli
avevo spiegato la mia teoria del vaso che si era rotto,cioè
del nostro legame che si era spezzato. Non eravamo stati abbastanza
bravi a ricostruire tutto,ciò significava che non eravamo
fatti l'uno per l'altra,come inizialmente avevamo creduto. Lui mi dava
ragione,diceva di avermi capita e io sentivo che il nostro affetto non
sarebbe mai svanito,com'era successo fra Esme e Carlisle.
-Da qualche parte,là fuori,troverò quella giusta
per me. Forse il nostro incontro è stato sancito dal
destino,affinché tu conoscessi Carlisle e l'amore che da
sempre aspettavi. Le cose non sono state così semplici,ma si
sa che le complicazioni fanno parte della vita. Quello che conta
è che ora tu e lui siate insieme.-,mi aveva detto con la sua
voce di velluto. Magari non era la solita frase fatta,magari era stato
sincero. Se così fosse stato,mi avrebbe fatto un immenso
piacere.
Da quando Edward mi aveva detto quello parole,avevo cominciato a
riflettere maggiormente sul rapporto tra me e Carlisle. Più
i giorni passavano,più i dubbi aumentavano.
Continuavo a chiedere ad Alice se aveva avuto delle visioni
significative. Lei mi posava una mano sulla spalla e mi diceva che
dovevo stare tranquilla.
-Non voglio rivelarti ciò che potrai scoprire da sola,ti
rovinerei la sorpresa-,mi ripeteva con la sua voce cristallina.
Ma come potevo essere certa che non stesse mentendo? Forse aveva visto
qualcosa di preoccupante e stava cercando di nascondermelo.
Ero stanca di quell'inutile vita. Cos'ero diventata? Una larva appena
nata che avevo bisogno del cibo,dell'aiuto e della protezione della
terra madre. Un essere inutile,completamente insignificante. Pensare a
ciò era diventata la mia ossessione.
Quella mattina il mio umore aveva toccato il fondo. Ero uscita di casa
con Charlie con l'intenzione di salutarlo quando sarebbe salito in
macchina. Gli avevo chiesto di farmi camminare senza che mi sostenesse
per un braccio. Avevo voglia di fare qualcosa da sola,non mi sarei di
certo rotta l'osso del collo se avessi fatto quattro passi. Mi bloccai
quando sentii un'auto che arrivava e parcheggiava. Ormai il rumore di
quelle ruote era inconfondibile. Una portiera si aprì e si
richiuse.
- Buongiorno Carlisle.-,sentii salutare da Charlie. Avanzai di qualche
passo e il mio piede destro s'impigliò in qualcosa di
scivoloso. Sentii il peso del mio corpo vacillare e un istante dopo le
mie dita toccarono la terra e le foglie bagnate. Due mani mi avevano
afferrata per le spalle.
-Bella!-,udii la voce allarmata di mio padre al mio fianco.
-Non è successo niente,sto bene.-
-Lascia che ti aiuti ad alzarti.-
Persi il controllo. Allontanai con uno schiaffo le mani di Charlie. Non
sentivo più gli occhiali a ripararmi gli occhi. Iniziai a
tastare intorno a me per cercarli,probabilmente mi erano caduti.
-Bells...-
-Ce la faccio da sola.-,tagliai corto.
-Ti sono caduti gli occhiali,sono qui.-
-Se li raccogli...mi metto a piangere. Lasciali lì-,mormorai
con voce tremante. La rabbia e l'umiliazione mi stavano soffocando.
Inutile,non riuscivo a trovare quei maledetti occhiali...
Silenzio. Silenzio teso.
-Ho capito...Vado a lavoro.-,disse Charlie,con voce dispiaciuta. Si
allontanò da me,rimasi immobile ad ascoltare ogni suo
movimento,dal suono dei suoi passi al rumore della sua macchina che
faceva retromarcia e imboccava la strada.
Sapevo che Carlisle era in piedi di fronte a me e che mi stava
osservando. Che espressione aveva? Di stupore? O...
No,non ci volevo pensare.
La terra fangosa aveva reso le mie mani appiccicose.
-Ehi...-
Quella voce comprensiva e confortante,un soffio vitale per le mie
membra. Sperai con tutta me stessa che Carlisle non si
avvicinasse per aiutarmi.
Finalmente riuscii a toccare qualcosa,lo tastai con cura,e constatai
che erano i miei occhiali. Li avvicinai al viso e li indossai. Poi mi
rimisi in piedi e camminai in avanti,ben attenta a trattenere lacrime
di rabbia e vergogna.
-Sono qui.-
La sua voce mi giunse molto vicina,ero andata un po' troppo avanti. Mi
voltai a sinistra,le braccia protese. La mia mano destra
toccò il suo petto duro e freddo. Sentivo il suo profumo
invadermi e stordirmi. Carlisle mi abbracciò
lentamente,tuttavia mi avvolse con una tale intensità di
sentimento che mi sentii vacillare nuovamente. Mi accarezzava i
capelli,in silenzio. Sapeva che il modo migliore per farmi calmare era
starmi vicino senza parlare per un po'. Mi teneva saldamente stretta a
sé,ascoltando il mio cuore che pulsava agitato a contatto
con il suo corpo.
Ripensai ancora una volta alle parole di Edward,rimbombavano nelle mie
orecchie aumentando il mio mal di testa. "Quello che conta è
che ora tu e lui siate insieme." "Quello che conta è che ora
tu e lui siate insieme."...
E mi accorsi dell'assurdità di quella frase. Accanto a me
avevo l'uomo che tutte le donne sognavano. Oltre ad essere
straordinariamente bello e affascinante,era saggio,aveva vissuto secoli
e conosciuto un'infinità di cose. Era giusto,si faceva in
quattro per lavorare all'ospedale e nonostante il sangue costituisse
per lui una tentazione,amava il suo lavoro. Non lo avevo mai visto
perdere il controllo in nessun senso. Capiva i sentimenti di chi gli
stava attorno con estrema facilità.
E stava con me. Che ridere...Come poteva essere vero?
Come faceva lui ad amare...me?
-Carlisle,perché mi ami?-,sussurrai.
Silenzio. Schiacciante,opprimente.
-Bella,ma cosa stai dicendo?-,mi chiese poi,con aria stupita.
- Dimmi per che mi ami. Avanti-,continuai ostinata,enfatizzando
l'ultimo parola con tono angosciato,di supplica.
-Metti in dubbio ciò che provo per te?-,domandò
grave. Quella domanda mi trafisse alla schiena come una freccia
affilata.
-Dimmi la verità,ti prego. Ho capito ormai
perché... Dopo l'incidente hai deciso di rimanere con me per
compassione. Io ti faccio pena.-
Il mio corpo tremava,singhiozzi senza lacrime risalivano dal mio petto
intenzionati a togliermi il respiro. Ormai il gioco era fatto,la sua
conferma sarebbe stato il colpo di grazia. Mi allontanai dal suo
abbraccio. E solo a quel gesto mi sentii male.
-Basta prenderci in giro.-, sussurrai.
Rabbrividii quando la sua mano si posò sulla mia guancia,le
sue dita sfiorarono le mie labbra e andarono a ripulire il fango con
cui mi ero sporcata il viso.
-Io e te dobbiamo parlare.-
E un istante dopo che Carlisle mi aveva caricata in spalla sentii che
stavamo sfrecciando via. Corremmo verso chissà dove e quando
ci fermammo un profumo familiare mi assalì.
-Sto per aprire una porta che fa parte del mio,ma anche del tuo
passato.-
Mi fece mettere in piedi e con una mano mi guidò in un
ambiente chiuso. Come se l’aria di quel posto volesse
aiutarmi a capire,una corrente di ricordi sgorgò dalla mia
mente. Carlisle mi guidava a toccare gli oggetti,senza fiatare. Nella
mia mente ricostruivo un’immagine nitida di quella stanza.
Ancora non potevo credere di trovarmi lì.
Era lì che era iniziato tutto. In quel salotto.
-Siamo…alla tua vecchia casa.-,sussurrai talmente piano che
un umano non avrebbe potuto udirmi.
-Si,Bella. E’ il posto in cui sto vivendo da due mesi.
E’ il posto in cui vorrei tu vivessi.-
Mi mancò l’aria. Mi accorsi che Carlisle mi aveva
fatta sedere quando mi sentii sprofondare in un morbido divano.
-So che sei stanca di tutto questo. So che è stata la
tristezza a farti parlare così prima. E credo di capire il
perché...Ti manca l’autostima.-
Quelle parole agirono come una siringa che penetrò sempre
più a fondo nel mio cuore. Bruciai.
-Credi che uno come me non possa stare con te se non per
compassione,pensi che io mi sia stancato di questa situazione e che non
ti abbia lasciata per non farti soffrire. Pensi che io ti veda come una
mia paziente.-
-Esatto.-,risposi con voce determinata.
-Hai sbagliato in pieno,amore mio.-
Sussultai,faceva male sentirlo chiamarmi così.
-Sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare questo argomento.
Sai,durante la mia esistenza ho incontrato tante donne bellissime e
affascinanti. Ce ne sono state di more,di bionde,di alte e di
basse,di magre e di prosperose. Ce ne sono state di giovani e rosee e
di adulte ed attraenti. In tutti questi anni ho avuto modo di
comprendere quanto significassero poco per me dopo averle sentite
parlare. Ho imparato a stancarmi dell’apparenza,come prima o
poi capita alla maggior parte degli uomini. Poi sono arrivato a
conoscere donne che oltre ad un bell’aspetto esteriore
dimostravano di possedere carattere ed intelligenza. Ma i sentimenti
che provavo nei loro confronti non hanno mai raggiunto
un’intensità duratura. Come quando ci si stanca di
ascoltare sempre la stessa canzone e si ha voglia di cercarne
una più emozionante,io mi stancavo delle donne che
incontravo prima ancora che fra di noi potesse nascere qualcosa. Non
devi mai scordarlo,in amore si è sempre in due. E se il
sentimento non è reciproco non può durare a
lungo. Molte donne hanno desiderato stare con me,ma magari solo per
sesso. Può essere capitato che una di loro invece
si fosse innamorata di me,mentre io non ricambiavo quanto lei. Ho
imparato a conoscere infiniti aspetti del carattere di una donna,i suoi
lati più competitivi e vendicativi,i suoi pregi e i suoi
aspetti positivi,fino ad annoiarmi di ognuna di quelle che incontravo.
Finché è arrivata Esme: con ciò ti
parlo del sentimento reciproco. Entrambi abbiamo saputo scavare a fondo
dentro di noi e rimanerne sorpresi,abbiamo saputo apprezzare la nostra
personalità in tutte le sue sfaccettature e sopportare i
nostri difetti. Io mi sentivo ricambiato quanto lei. Due persone-o
vampiri che siano-sono fatti per volersi bene,e per amarsi,se nel loro
insieme sono compatibili.-
Ascoltavo il suo discorso con estremo interesse,incapace di ribattere.
Come potevo farlo,se ero completamente d’accordo con lui?
-Poi sei arrivata tu,Bella. E mi hai stravolto. Ho lottato per
controllare tale sentimento,ma tutto ciò che riuscivo a fare
era pensare alla persona che Edward aveva scelto di amare,a quanto
l’avesse scelta bene…Mi hai travolto con una forza
troppo grande perché io riuscissi a tenerla a freno.-
Il mio cuore batteva ad un ritmo irregolare. Lo percepivo sussultare e
cercare di riacquistare una velocità costante.
-Ciò che provavo per te superava addirittura il sentimento
che era nato tra me e Esme,arrivando perfino ad affievolirlo. Bella,tu
pensi di essere un’umana qualunque,ed è qui che
voglio chiarire: siamo tutti nessuno,ma per qualcuno valiamo
più del mondo e dell’esistenza.
C’è chi può vederti una come tante,ma
quello che conta è come ti vedo io. Io ti vedo come il mio
cielo verso cui protendere lo sguardo e le braccia. Ti amo nella tua
semplicità,il pregio più speciale,raro e
ricercato che possa esistere,come ho potuto scoprire con il passare del
tempo.
Ti amo nella tua purezza,grazie alla quale chi ti è vicino
non può mai dubitare delle tue parole e dei tuoi sentimenti.
Ti amo per la tua testardaggine,con la quale riesci sempre a fare
ciò che vuoi. Ti amo per la tua riservatezza e per la cura
con cui offri il tuo cuore agli altri. Ti amo per la tua goffaggine e
per la tua maledetta voglia di cercare i guai. Tutto questo
perché fa parte di te. Se facesse parte di qualcun'altro non
avrebbe senso per me. Io amo te. Una spiegazione logica che
possa giustificare l’amore non sono ancora riuscito a
trovarla,e penso che non ci riuscirei nemmeno fra altri
trecentosessanta anni...Ma è proprio questo il bello. Ti amo
perché anche tu non ti sei soffermata al mio aspetto
esteriore,perché hai saputo vedere a fondo dentro di me e
travolgermi con il tuo passaggio. Se io e te ci amiamo e
perché siamo fatti per stare insieme. Ci incastriamo e ci
completiamo a vicenda come pezzi di un puzzle ad un solo aggancio.
L'hai mai sentita dire questa frase?
Io sento di esistere per amarti come nessun'altro,e sento che tu esisti
per amarmi come nessun'altra. Questo basta a chiarirti le idee?
Possibile che non ti senti avvolta da quello che provo io a starti
accanto?-
Leggerezza. Armonia. Luce in quel nero perenne che era diventato la mia
vista. Ero diventata una piuma.
Il peso dei dubbi e delle incertezze era scivolato fuori da me. Ogni
cosa sembrava essersi messa al suo posto e aver trovato il suo perfetto
e costante equilibrio.
La situazione si era capovolta. In quel momento ero io ad avere la
sensazione di aver dimostrato a Carlisle meno amore di quanto lui ne
avesse sempre dimostrato a me. Senza alcuna esitazione lui aveva dato
una risposta a tutti i problemi che mi ero fatta su me stessa...in
diciannove anni.
Sentii la seta di un fazzoletto sulle mie mani che le ripuliva dalla
terra. Poi il tocco delicato di due dita che mi toglievano gli occhiali
e mi asciugavano gli occhi. Non mi ero accorta che stessi piangendo. Ma
quanto piangevo ultimamente? Ero diventata snervante...
Carlisle mi baciò le punta delle ciglia finché
non smisi di tremare e le lacrime smisero di sgorgare fuori. Desideravo
stare a contatto con lui come non mai. Sentivo il bisogno di lui come
dell'acqua. Lo desideravo così tanto che avrei potuto morire
di crepacuore. Lo strinsi a me fino a perdere il respiro,come se avessi
avuto l'intenzione di diventare parte di lui.
Nella mia vita non avevo mai visto con così tanta nitidezza
ciò che avevo davanti.
-Voglio fare l'amore con te.-
*******
Spazio dell'autrice:
...Ma quanto sono belli insieme..................................
Basta,basta,altrimenti piango! La prossima volta c'è
l'epilogo. Che tristeeeeeeeee!!
Comunque:che ve ne pare di questo capitolo? Fatemi sapere
twilighters,recensite!;) Baci.
Rispondo qui alle
recensioni della volta scorsa:
SIXY |
Segnala
violazione
|
Capitolo
11: Rarità |
Ecco
qua il nuovo capitolo. Sono felicissima di sapere che ti sei
affezionata alla mia storia! Mi hai sempre seguita,sin dall'inizio ed
è una grande soddisfazione per me sapere che mi sostieni
anche adesso. Grazie!
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|
|
Bimba
sognatrice [Contatta] |
Segnala
violazione
|
Capitolo 11: Rarità |
Che
bello*_* Carlisle è il mio preferito,se mi dici che sono
brava ad esternare le sue emozioni mi fai un regalo! Però,ti
dirò,penso di non essere ancora in grado renderlo abbastanza
bene. Deve migliorare ancora. Grazie di tutto comunque!
|
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AshG [Contatta] |
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violazione
|
08/01/10,
ore 21:19 - Capitolo 11: Rarità |
Niente
Tanya per Edward,chi la conosce quella XDXD Devo ancora leggere
Breaking Down,so solo che lei è la vampira che stravede per
lui. Non ce l'ho affatto con Jacob,anzi,mi piace tanto come
personaggio. Lo trovo ricco di sfaccettature,ammetto che certe volte
avrei voglia di prenderlo a schiaffi,però non lo detesto. Mi
dispiace che questa storia stia finendo,ma sopravviverai,o no? XD Anche
tu sei una che mi ha sempre seguita sin dall'inizio,la mia prima
recensione la ricevetti proprio da te....Sentitamente...grazie*_*
|
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chiaretta90 [Contatta] |
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violazione
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08/01/10,
ore 20:25 - Capitolo 11: Rarità |
Ahi
ahi ahi,l'influenza intestinale. Fortuna che è passata! Ma
povera,ti sei ritrovata a leggere che Bella è
diventata cieca proprio in quel periodaccio! E' comica la cosa XD
Neppure nelle fanfiction trovi pace! XD Anche a te dico grazie
sentitamente,come AshG e SIXY mi hai sempre seguita e questo mi rende
felice non poco!
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