red 3
Buonasera a tutti voi.
Eccoci
qui con la terza e ultima parte della storia...
Buona
lettura!
^__^
betato by Yara89
Red.
Part III
Pov Bella.
Ho sempre sentito dire che
il sangue è come un piccolo mondo. In ogni minima parte di esso,
vi è contenuta l’intera storia di ogni persona.
L’ho sempre sentito dire, ma non sapevo che fosse una cosa vera. O, per lo meno, non hai livelli che mi ritrovo davanti.
Non appena il sangue del
ragazzo mi bagna la bocca, nella mia testa esplodono mille e mille
immagini, come se stessi guardando un film.
- Piacere, Edward Cullen! Tu sei? –
- Isabella Swan. Stai impedendo ai raggi del Sole di riscaldarmi. Levati. -
***
- Dimmi Swan, sono curioso. Sei stronza di natura, o lo fai apposta? Sono davvero curioso, illuminami. –
- Dimmi Cullen, sono curiosa. Sei ritardato di natura, o lo fai apposta? Sono davvero curiosa, illuminami. –
***
- Hai tre secondi per spiegarmi perché mi hai baciata! Cullen, ti sei fumato forse il cervello? –
- Forse. Ma sai, mi andava. Faccio sempre quel che mi va. –
- E ti andava di baciarmi? –
- Decisamente. –
***
- Sai perché mi adori, Swan? –
- Non sapevo di adorarti, Cullen. –
- Ah ah, divertente. Mi adori perché sono unico e bello. Ammettilo! Mi trovi irresistibile! –
- Cullen, fatti visitare. Da uno bravo, possibilmente. –
***
-
Come cazzo fai a ficcarti sempre nei guai? Poteva farti male sul serio,
non avresti dovuto seguirlo dannazione! È possibile che tu debba
sempre ficcarti nei casini? –
- Che vuoi farci, è un mio talento naturale. –
- Non è divertente, Bella. Se ti ritocca lo ammazzo, lo giuro. –
***
- Bella… io… -
- Si? –
- Io credo… beh… di essermi innamorato di te… -
***
- Edward, io ti amo. –
- Ti amo anche io, Swan. –
- Grazie Cullen. Tsè. –
- Di nulla, tesoro. –
***
Le immagini si interrompono
così come sono iniziate. Mi stacco dal collo del ragazzo,
osservandolo attentamente. Quello sguardo. Quegli occhi incredibilmente
verdi.
- Edward. - sussurro sconcertata, accarezzandogli il viso.
Edward, l’amore della
mia vita, l’unico ragazzo che io abbia mai amato, mi sorride
dolcemente. Abbasso lo sguardo, imbarazzata, pulendo il sangue che mi
sporca le labbra. Non voglio che mi veda in queste condizioni.
Mi solleva il viso, per
niente turbato dallo stato in cui mi trovo. Si avvicina, depositando un
bacio leggero sulla punta del mio naso. Sorrido. Una violenta smania si
impossessano di me, travolgendomi come un fiume in piena.
Impossibile controllarsi. Impossibile resistere.
Gli getto le braccia al collo, baciandolo.
Con passione.
Con amore.
Con violenza.
Con rabbia.
Con disperazione.
Con… tutto.
Tutto e niente.
Mi stacco lentamente, puntando gli occhi nei suoi.
- Ti amo, Swan. –
sorride ironicamente, il viso leggermente pallido. Infondo gli ho
sottratto una buona quantità di sangue, deve ancora riprendersi.
- Anche io, Cullen. –
sorrido felice, per poi rabbuiarmi. – Mi spiace. – mi
allontano, indietreggiando. Non posso dimenticare ciò che mi ha
detto Adam. Malgrado la felicità del momento, sono lì per
un motivo e non posso soprasedere.
-
Loro, passerotto, sono il motivo per cui sei diventata ciò che
sei ora. È a causa loro se sei un mostro. Io non ne ho colpa,
passerotto. Vivere o morire, si tratta sostanzialmente di questo. Io ho
dovuto scegliere per te. Stavi morendo e io ti ho riportata alla vita,
sebbene la nostra sia solo una pallida imitazione di essa. -
Appena sentite quelle parole, dinanzi Adam ho giurato vendetta. Perché lui non ne ha colpa, anzi.
Ha solo agito mosso da
spirito altruista. Ha pensato a riportarmi indietro, facendomi
diventare come lui. Un mostro. Una creatura malvagia. Un vampiro.
Mi volto ad osservare i presenti, stringendo forte i pugni. – Ora, signore e signori, cala il sipario. –
Scatto ad una
velocità inumana, iniziando la mia mattanza. Perché
ognuno ha una colpa. Tutti, e dico tutti, la espieranno. Elimino tutti
quanti. Non rimane nessuno. Nemmeno Edward.
*****
Un fastidioso rumore mi
fa’ storcere il naso, infastidita. Mi pento subito di quel che ho
fatto quando una fitta di dolore mi fa’ gemere. Sbatto le
palpebre, aprendo gli occhi e richiudendogli subito dopo, non appena la
luce mi colpisce.
Mi guardo attorno, cercando di capire dove sono.
Una stanza d’ospedale.
Perfetto.
Cerco di muovermi leggermente. Impresa totalmente inutile. Ho fasciature e ingessature ovunque.
Magnifico.
- Signorina Swan, si
è svegliata vedo. – a parlare è un ragazzo alto.
È bello, ha capelli neri come la notte e occhi dello stesso
colore. È pallido, e sorride in una maniera rassicurante.
– Sono il dottor Adam Stewart, si ricorda di me? L’ho
trovata moribonda sulla scena dell’incidente. – Adam.
È il nome del ragazzo che ho visto. Mi sembra. Non ne sono
sicura, ho una gran confusione in testa
Cerco di fare mente locale, trovandovi solo buio. – Mi spiace, ma… -
Mi interrompe. – Ho
capito, il tuo è un comune shock, la tua mente si rifiuta di
ricordare. Non preoccuparti, ora ci pensiamo noi, passerotto. –
Quel nomignolo, passerotto. Mi ritorna in mente il… sogno? Posso chiamarlo così?
- Come mi ha chiamata? - strillo.
Una strana sensazione di
inquietudine mi coglie, anche il medico se ne accorge. Mi guarda,
leggermente confuso. – Signorina Swan, è tutto apposto?
–
Silenzio.
- Si, è tutto ok. –
*****
2 month later.
- Dai, mi dici dove
andiamo?? – strepito curiosa tra le braccia di Edward. Visto
quanto è iperprotettivo, figurarsi se mi mette a terra. Di
certo, dopo aver rischiato la vita, questa sua smania di proteggermi
non mi dispiace affatto.
- Zitta, papera! Ora lo vedi! – ridacchia.
Gonfio le guance, offesa. - Ehi, papera a chi??!! –
Edward ride, mettendomi a
sedere su un prato. È… una radura, per l’esattezza.
Ci sono fiori colorati disseminati ovunque e alcune candele. Sorrido.
Il solito stronzo romantico.
Edward mi mette un pacco davanti, depositandomi un bacio leggero sulle labbra. – Buon anniversario, amore mio. –
Lo guardo felice, aprendo il regalo. Mi raggelo sul posto. Non è possibile.
Dentro il pacco vi è un vestito rosso.
Lungo, appariscente.
È lo stesso abito. Lo stesso del sogno.
Osservo sconvolta Edward. Ogni parola mi muore in gola.
Silenzio.
Ci sono cose che non si possono spiegare.
Coincidenze. Stranezze. Scherzi del destino.
Sono forse questi i loro nomi?
Non lo so.
L’unica cosa di cui
sono sicura è che ti lasciano un’orribile sensazione
addosso. Una sensazione di malessere, di turbamento.
Sorrido falsamente
ringraziando Edward. E cercando di non pensare a nulla, ne al sogno, ne
all’incidente, ne al dottor Adam, lo bacio.
E mentre la mia schiena si adagia sul prato riesco, finalmente, a non pensare a nulla.
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