Quando Harry Potter uscì, con aria avvilita, dall’ufficio
del preside, Severus Snape girò lentamente la testa verso Ginny Weasley, che
gli stava accarezzando distrattamente un braccio.
“Signorina Weasley”, disse, in tono discorsivo.
“Esattamente, come siamo finiti in questa situazione?”
Ginny gli rivolse un sorriso obliquo. “Beh, sai, Sev. È normale che, quando un
uomo e una donna provano, hmmm, certe sensazioni l’uno verso l’altro...”
“No, no, no”, la interruppe Snape. “Intendevo: com’è che una
studentessa del sesto anno passa il suo tempo libero a sedurre un professore
morto dentro ad un dipinto, invece di darsi da fare coi suoi coetanei, com’è
giusto e normale che sia? Non mi sembra tanto plausibile.”
Ginny riflettè per un attimo, mordendosi il labbro. “Beh”,
disse infine. “Il mio personaggio ha caratterizzazione zero. In due secondi
passo dall’essere l’idiota che si fa quasi ammazzare da Riddle, ad essere la
strega coraggiosa e superfiga che tenta
di accoppare Bella Lestrange. Nei primi libri sono timida, goffa e generalmente
incapace, poi improvvisamente divento la reginetta del ballo, che gioca a
Quidditch come se fosse nata su una scopa, ha il codazzo di aspiranti morosi
davanti alla porta del dormitorio, e fa piovere gli “Oltre Ogni Previsione”
come pere da - er - un albero di pero.” Snape grugnì alla similitudine, ma Ginny lo
ignorò.
“Oltre a questo”, continuò, “sono apparentemente innamorata
dal primo libro di quell’idiota di Potter, che mi snobba ampiamente – cosa
abbastanza comprensibile, visto che il mio ruolo nella storia è più o meno nullo - e visto che a lui piace l’asiatica piagnona con le gambe lunghe, io
non faccio altro che arrossire come un’educanda, fuggire dalle stanze, e
inventare poesiole che trattano di ramarri*.”
La ragazza si fissò distrattamente le unghie di una mano.
“Poi”, continuò in tono colloquiale “improvvisamente, all’autrice salta il
ticchio di farmi diventare la fidanzata-Penelope del cretino di cui sopra, che
lo aspetta felice a casa facendo la calzetta, mentre lui combatte contro le
Oscure e Pericolosissime Forze del
Male. Come se questo non bastasse, la Rowling pare avere tutte le intenzioni di
farmi sposare il poveraccio sopraindicato, e di farmi diventare madre di tre
piccoli Potter dai nomi improbabili.” Ginny rivolse uno sguardo risentito al
soffitto “Quando, in effetti, io e Harry non abbiamo in comune assolutamente
niente - a parte, forse,
l’appartenenza di entrambi alla specie umana. Della quale ultima cosa, in
effetti, dubito un po’ per quanto riguarda Potter.” Si girò verso Snape, che la
ascoltava con interesse didattico. “Che dici? Secondo te è più homo sapiens,
o neandertaliano? Perchè quella fronte sporgente mi fa propendere più per...
Lasciamo perdere”, concluse, vedendo l’espressione sul viso dell’insegnante.
“Cosa stavo dicendo? Ah, sì. Apparentemente, la Rowling ad un certo punto dev'essere rimasta a corto di
idee per quanto riguarda la discendenza del mentecatto con la cicatrice - e qui
ho una mia teoria. Vuoi sentirla, Sev?”
“Ho forse scelta?”
“Secondo me, la Rowling voleva far fuori il piccolo citrullo
alla fine della storia – e fin qui aveva tutta la mia approvazione [Snape annunciò
con un mugolio che, nel caso, la Rowling avrebbe avuto anche la sua, di
approvazione] ma i fan hanno protestato, e quindi la povera donna ha dovuto inventarsi in tutta
fretta un finale alternativo e trovare una compagna al puzzone." Riflettè un attimo. "E qui salto fuori io, visto che di altre femmine, nella serie, non ce n'è poi tante, e Harry non è gay perchè c'è già Albus a fare quella parte lì." Snape si girò verso la cornice di Dumbledore, allarmato. "Insomma", riprese Ginny "per tornare alla
vicenda: improvvisamente, dopo che per sei libri il Gary Stu ha ignorato
bellamente la mia esistenza sul pianeta, mi vede gironzolare senza meta sul
prato della scuola, facciamo due chiacchiere insensate, e decide che sono la
sua donna ideale.”
Si girò a guardare Snape. “Questo ti sembra plausibile?”,
chiese.
Snape – cosa assai fuori dall’ordinario – rimase per un
attimo senza parole. Aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse.
“In effetti, non molto”, disse infine.
* "Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia,
Capelli neri e lucidi come di corvo in volo
Vorrei che fosse mio – quale divina gioia ! –
L’eroe che ha sgominato del Mago Oscuro il dolo."
Ecco a voi la Valentina musicale che Ginny inventa per Harry
alla festa di Allock: notare com’è appropriato il riferimento ai rospi riguardante Potter.
...
Non guardatemi così, non l’ho inventata io: è colpa della
Rowling. Come al solito.