A few simple fairytales

di Feel Good Inc
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Aggiornamento velocissimo: alcuni problemi di connessione mi impediscono, ahimè, di dilungarmi troppo. ç.ç Pertanto stavolta mi limiterò ad alcune note introduttive.

Questo capitolo è il mio primo tentativo di nonsense. Non ho idea di cosa sia venuto fuori. Mi auguro davvero che siate comprensivi. ^^’

L’idea era di mostrare il ‘Paese delle meraviglie’ per come lo intende Kira, e per come lo può vedere una persona da lui plagiata. Una persona che però gli servirà fino ad un certo punto, perché la luce di Kira brilla solo di se stessa; quando non ha più bisogno di ciò che gli sta intorno, lo divora.

Le mie, ovviamente, sono riflessioni puramente soggettive. ;)

Ringrazio come sempre tutti i lettori; ogni singola lettura di questa storia è un passo in meno tra me e la felicità assoluta! ^^ E per la mia dolcissima Rein94: temo di non avere più parole per ringraziarti. Ti adoro. *////*

[NB: questa è la seconda ed ultima sostituzione dei prompt iniziali. Non lo farò più, promesso! xD]

 

 

 

 

 

* * *

 

 

 

 

 

*A few simple fairytales*

 

 

Prompt: #3. Alice in Wonderland (in sostituzione di Snow White)

Personaggi: Kairi [Kingdom Hearts], Light Yagami [Death Note]

Genere: Drammatico, Nonsense

Rating: Arancione

Note: AU (vale solo per Kairi), Non per stomaci delicati

 

 

 

 

 

Corre. Non sa quando ha iniziato.

Forse da quando ha guardato negli occhi quel ragazzo, e ha scoperto il suo segreto.

 

 

«Il mondo reale, il mondo che conosci – quel mondo è crudele, Kairi-chan.»

 

 

Corre e corre ancora, in una terra straniera, che l’attira e la ripugna a un tempo.

È la stessa terra che ha visto in quegli occhi bruni [troppo buoni] [troppo crudeli] troppo ambiziosi.

Gli occhi di un dio.

 

Lingue di fuoco corrono su per le sue gambe, si appiccano alle sue vesti. Vogliono privarla di quel peso materiale così inutile, così inutile. Non c’è bisogno di difese, non c’è bisogno di schermi in questo mondo.

Acqua gelida scorre tra le fiamme dei suoi capelli, spegne il peccato e la vergogna e la paura. Vuole purificarla di tutto, renderla immune allo sporco. Si può essere così puliti, si può essere così liberi in questo mondo.

[Inferno o Paradiso?]

 

 

«Noi possiamo trascendere il mondo, possiamo trascendere la spaccatura tra ciò che è definito ‘bene’ e ciò che è definito ‘male’.»

 

 

Corre sempre più veloce, sempre più sicura; corre tra le macerie dei ricordi di ciò che si sta lasciando alle spalle.

Corre nel suo nuovo benedetto e dannato paese delle meraviglie.

[ È questo che vuoi, Kairi-chan. Il suo mondo. Raggiungerlo.

Vero? ]

 

Corre verso la salvezza [è questo che lui è] attraverso una terra a ferro e fuoco [è così che deve essere].

E non ha paura.

Per ripulirsi dal marcio, bisogna tagliar via il marcio.

Lei gli crede. Lo ha guardato, e gli ha creduto.

Piccola stupida ingenua.

 

 

«Gli uomini sanno fare soltanto del male. Ma questo non ci tocca. Noi abbiamo il potere di vita e di morte sugli uomini.»

«Noi siamo gli dei.»

 

 

Inciampa all’improvviso.

Si tira di nuovo su, si volta, raggela.

Un uomo giace nel suo stesso sangue, la testa mozzata di netto dal collo, i bulbi oculari vuoti invasi dai parassiti, una scritta marchiata a fuoco sulla fronte.

Assassino.

Soltanto allora pensa a guardarsi intorno nel suo nuovo mondo.

 

 

«Gli uomini hanno dimenticato che ad ogni colpa risponde una pena. Ma noi abbiamo il diritto di ricordarglielo. Noi possiamo tutto.»

«Noi siamo gli dei.»

 

 

Vede una donna, riversa in un fango infuocato, le mani strappate dai polsi, i tendini e i muscoli screpolati dal soffio rovente del vento.

Ladra.

Vede un vecchio, il corpo per metà conficcato nella dura terra, la gola squarciata, le corde vocali recise nel rosso del sangue che sgorga a fiotti.

Spia.

Vede una giovane, spogliata di panni e di ossa, le membra flaccide in un lago scarlatto, la pelle nuda esposta alla lussuria ultima dei vermi.

Puttana.

Vede tutto questo, vede che il paese delle meraviglie è costellato di cadaveri. Ma non ha paura, no, non ce n’è motivo. Perché c’è ancora la sua voce che la chiama, con le sue promesse e le sue speranze.

Lui l’aspetta.

 

 

«Vieni con me, dolce dea.»

 

 

E lei riprende a correre, tranquilla, fiduciosa.

È il paese delle meraviglie.

È il suo dio che la vuole con sé.

È la loro missione purificatrice.

Per ripulirsi dal marcio, bisogna tagliar via il marcio.

 

«Light-san…»

 

La sua luce; dov’è, la sua luce?

Lo vede stagliarsi contro il tramonto dissanguato. Splendido come solo un dio della morte può essere.

[La morte distruttrice e creatrice. La luce distrugge il buio e genera altra luce.]

E lui la guarda, le sorride, tende la mano.

Avvicinati, Kairi-chan. Puoi toccarlo. Puoi avere il suo mondo. Puoi credere alla sua promessa.

Almeno finché lui avrà bisogno di te.

Ma quando la consapevolezza giungerà, piccola ingenua del paese delle meraviglie, anche le tue saranno lacrime di sangue.

[…]

E la lacrima cade già, portatrice di comprensione e pentimento – ma il fuoco e l’acqua e la luce la distruggono in silenzio.




Il paese delle meraviglie non esiste.





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