- Maybe - Merlin, you know that conversation we
had about knocking...
Double-drabble
(215
words).
«Oh».
La
prima cosa che avrebbe voluto (e forse dovuto) fare, era piantarsi due
dita
negli occhi. Già.
Non
che mai avesse creduto (e forse pensato… o immaginato) che
Arthur, Arthur Pendragon, non
provasse un
bisogno simile.
Era
mattina, e si sa che la mattina è naturale ritrovarsi in
fastidiose condizioni di
visibile ardore. E il principe era umano, per quanto si sforzasse di
mostrarlo il
meno possibile. Un ragazzo. Come lui.
Poteva
perfettamente capire.
«Mer…
Merlin».
Solo
che in quel momento era disteso fra le lenzuola scomposte, senza fiato
(e forse
non solo per via del suo non così
inaspettato
ingresso); aveva le guance umide e rosse, gli occhi lucidi e ancora sul
viso
impressa l’espressione stordita di chi
s’è totalmente abbandonato alle proprie
fantasie. E ragionare e capire diventava una vera sfida.
Merlin
boccheggiò e tentennò un istante, prima di
correre letteralmente fuori e lasciarsi
Arthur dietro alle porte delle sue stanze.
«Non
volevo. Mi dispiace».
Stranamente
la cena, quella sera, sembrava avere un sapore gradevole. O forse era
la
situazione a rendere gradevolmente saporita la brodaglia preparata da
Merlin.
«Se
ti prendessi la briga di bussare… Ne abbiamo discusso molte,
molte volte».
«Vedete,
io… io non ho una buona memoria».
«Oh.
Ho appena trovato il modo per fartelo ricordare».
Quel
maledetto ghigno.
A
Val, che mi manca tanto.
N/A.
Io…
mh. Mi dispiace. Davvero ;_; Non ho scuse e perciò mi sto
zitta, sperando che
questo affarino (ispirato dalla battuta di Arthur nell’ultimo
episodio della
prima serie – Merlin, you know that
conversation we had about knocking – usata anche
nel titolo) riesca a far
breccia e a farmi perdonare. Non so se ritornerò ad
aggiornare con la stessa
costanza (?) di un tempo: secondo trimestre, e gli esami di
maturità si fanno
sempre più vicini.
Ringrazio
chi ha commentato la one-shot precedente e fuggo <3 Bacione!
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