Natalie tace con gli occhi sgranati, un pò
inebetita. E adesso che faccio? Come
lo consolo? Io non sono capace, non mi è mai capitata
una cosa del genere!
In preda all’indecisione gli circonda le spalle con un
braccio sentendolo rabbrividire.
“Ford…mi dispiace” sussurra accarezzandolo lievemente “non
fare così! Non so che fare per consolarti!” sbotta con la voce tremante
facendolo voltare dalla sua parte.
Il suo braccio scivola attorno alla vita e la stringe
affondando il viso contro la spalla, fra i capelli dorati che lo sfiorano e gli
fanno un solletico piacevolissimo.
Sente che il cuore le batte violentemente e la stringe
ancora di più respirando a fatica che lacrime che gli strozzano la gola e gli
impediscono di inghiottire.
Natalie gli stringe la testa fra le braccia e lo culla
contro di se, a lungo, finchè non lo sente calmarsi e non lo lascia neanche
dopo quando respira regolarmente muovendosi appena e strusciandole la guancia
ispida sulla clavicola. Si asciuga gli occhi con il dorso della mano e torna ad
abbracciarla con forza. “Grazie…” mormora con la voce roca che la fa avvampare.
Il cuore comincia a batterle un po’ troppo “niente” sussurra
impacciata, il piacere di essere stata utile - per una volta
- mescolato all’imbarazzo che serpeggia nelle dita che lo accarezzando affettuosamente.
“Mi sento un idiota…”
“Perché?”
La voce di Natalie è morbida e gentile,
c’è tanto affetto dentro.
Cristo…mi ci potrei
abituare e dopo sarebbe peggio! Ford la guarda per qualche istante e non
risponde rabbuiandosi ancora di più.
Si sente anche troppo bene…e non è normale.
“Beh? Cos’è sto musetto triste?” lo
prende in giro spingendogli un dito nella guancia senza ottenere alcuna
risposta.
Natalie si china a guardarlo, torcendo il collo e facendo
piovere i capelli nel vuoto “ti sei addormentato? Sono così soporifera?”
“No, sei rilassante. Anche troppo”
borbotta senza guardarla. Continua a fissare la barriera dorata e ne afferra una ciocca giocandoci svogliatamente, la mente in
bianco. È anche comoda…pensa muovendo
la testa e ascoltando il suo cuore che batte forte. Sfiora distratto il suo ginocchio
avvolto dai jeans e lo accarezza senza pensarci,
rendendosi conto solo alla fine che i battiti sono accelerati.
Improvvisamente si fa attento e si volta a guardarla.
Natalie sta sorridendo, svagata da qualche pensiero felice
perché ha un’espressione languida sul viso. Quando sente che
il peso si è spostato e non le preme più addosso, abbassa la testa di scatto e
lo guarda. “Che c’è?”
“No, nulla” sussurra guardandola intensamente. Mi starò sbagliando. “Natalie..”
“Si?”
La sua voce ha una nota urgente e lo fa sorridere. Forse anche lei…perché no?
Si alza e sospira, battendosi le mani sui
jeans impolverati e le allunga la mano per rimetterla in piedi. Natalie
vorrebbe rifiutare perché tutto quel contatto fisico fra loro è stato
troppo...e poi potrebbe sentire che le tremano le mani e ha i palmi sudati!
Con nonchalance, passa la destra sulla gamba e gliela porge
sperando che non si sia accorto della sua agitazione.
Quando è in piedi si aggiusta
distrattamente i vestiti e i capelli che le vanno in faccia – perché
non stanno mai a posto?
– e quell’angolino della tasca che esce sempre fuori…è
un fascio di nervi ma spera che lui non se ne sia accorto.
“Torniamo dentro va…” borbotta a bassa voce affondando le mani in tasca nervoso. Sclerosi galoppante. Figurati se ti degna di un pensiero, una così!
Natalie annuisce da un colpetto leggero alla porta socchiusa
che si apre con uno scricchiolio.
“Aspetta”
Sobbalza a quell’ordine perentorio e si gira di scatto con
gli occhi sgranati e una strana sensazione addosso “s-si?” balbetta alzando la
testa mentre si avvicina fino a toccarla. Se fa un passo
indietro inciampa nell’ultimo gradino rimasto.
Ford è nuovamente indeciso e la guarda mettendola in estrema
agitazione. Non gli tornano certi suoi comportamenti e avrebbe
bisogno di una spiegazione. Giusto per dormire la notte: se non riesce a
capire, non chiude occhio!
“Dimmi” insiste per trarsi d’impaccio; si tira giù le
maniche coprendo le mani e afferra il tessuto nei palmi scoprendo leggermente
una spalla. Quel lieve movimento attrae l’attenzione di Ford che si concentra
su quell’unico pezzetto di pelle scoperto.
D’un tratto si domanda come sarebbe
averla nuda addosso e avvampa fissandole le labbra e il seno, muovendosi su e
giù sul suo corpo.
“Cosa c’è?”
Natalie si è accorta di quell’esame ai raggi x e non può
fare a meno di arrossire “Ford…la smetti?”
“Di fare cosa?” domanda col cervello sconnesso e una voglia
opprimente di baciarla e toccarla, sopra e sotto i vestiti…soprattutto sotto!
“Lo stai facendo ancora” sussurra a disagio.
“Ancora cosa?” domanda nuovamente perchè non capisce nulla
di quello che sta bisbigliando tutto preso dalla sua fantasia erotica. Natalie
gli piace… fin troppo.
“Mi guardi”
“Perché sei bellissima”
Natalie sussulta internamente mentre Ford si riprende al
suono della propria voce e si allontana di qualche centimetro: non si era
accorto di essersi piegato così tanto su di lei. Stava quasi per baciarla.
Baciarla, baciarla…
Baciare Natalie…
“G-grazie” sussurra arrossendo
così intensamente da calamitarlo nuovamente verso di lei.
“Natalie…” mormora togliendo le mani dalle tasche. Le sfiora
le braccia salendo verso le spalle, stordendola con quella novità.
Rovinarsi la faccia è l’ultimo dei suoi pensieri in quel
momento.
“Pensavo di averti perso. Non sentirti per tutto quel tempo,
non vederti più…” sussurra accarezzandole il collo rigido. “Mi piaceva giocare
a nascondino con te”
“Ford, ma che…” lei lo fissa negli occhi e ammutolisce per
quello che vede “davvero?”
Lui annuisce e la tira a se, sentendosi sfiorare
timidamente. “Non possiamo farlo una volta al mese?
Per mantenere viva la tradizione.”
“Si che possiamo…” afferma
divertita sorridendogli. “Mi sforzerò di trovare qualche posto nuovo”
Ford continua a guardarla in quel modo che le fa muovere le
labbra da sola, assumendo un tono grave.
“Mi mancavi un casino” confessa a sua volta con la voce
rotta “io volevo tornare ma poi ho sentito quello che stava succedendo e tu non
mi hai più chiamata..” Pigola respirando a fatica.
“Scusami…”
Natalie scuote la testa facendolo tacere
“no, lo so. Ho capito. Per quello sono venuta da te…”
“Per consolarmi?”
Annuisce con forza continuando a giocare con la manica della
sua maglietta “si, anche per quello…”
Ford ha smorzato il sorriso tenue
diventando improvvisamente serio “c’è dell’altro?”
Natalie lo guarda per un istante solo
indecisa. “Si. La telefonata...quando è caduta la linea..”
“Si?” la incita con il cuore che
batte sempre più veloce.
“Anche quando sono venuta a
trovarti e tu non c’eri…volevo dirti una cosa” sussurra imbarazzata
“Come faccio adesso?” Mormora guardandosi attorno e spirando
forte.
O merda! Sta dicendo quello che penso?!
“Natalie..” La guarda negli occhi con difficoltà, ingoiando
e cercando le parole giuste. “Non c’è sempre bisogno di dirlo” dichiara
tirandola verso di lui e respirandole a pochi centimetri dal volto.
Natalie è bloccata a metà di un sogno, la realtà le sta
sfuggendo di mano quando Ford le accarezza il volto lentamente, facendole
chiudere gli occhi. E’ un bacio leggero e morbido quello che si posa sulle
labbra, provocando un effetto imprevisto in lei: si ritrae scottata,
schiaffeggiandolo all’improvviso.
Che
ho fatto?! Si domanda stupita di se stessa, osservando come tocca la
guancia e l’espressione di incredulità che ha.
“Non c’è bisogno di usare la violenza” mugugna con voce
scherzosa e l’animo che sta sprofondando nella tristezza…allora aveva capito male? Si era sbagliato come un idiota! “Voi
donne avete uno strano modo di dare gli schiaffi: colpite con le dita”
“No, non volevo! Scusami, non volevo
dartelo!” si affretta a balbettare mentre lui entra in casa e lei gli va dietro
disorientata dal proprio comportamento “scusami, mi hai colto di sorpresa,
non…”
Ford si gira con un sorriso tenue
ripetendole di non preoccuparsi “scusami tu. Non dovevo allargarmi in
questo modo con te”
No, porca miseria, ti devi allargare! Pensa
restando a guardarlo senza proferire verbo. Le stanno andando a fuoco le labbra
e sente ancora il suo respiro che la sfiora gentilmente le guance.
Ford la osserva ancora per qualche istante e le augura la
buona notte. Ha fretta di nascondersi sotto il letto. Gettarsi nello sciacquone e tirare la catena sarebbe meglio! Natalie
annuisce ma non riesce a parlare, le labbra incollate.
“Ford…aspetta dai..” Bisbiglia facendo uno sforzo enorme per
muovere le gambe inchiodate sulla listarella di
parquet.
Se la ritrova addosso dopo qualche secondo, le braccia
attorno al suo collo e il corpo stretto al suo e non capisce quel
voltafaccia improvviso.
Mai capito niente
delle donne. Una volta ti baciano, un’ altra ti picchiano..
ridacchia dentro di se un po’ sollevato dall’affetto che sente provenire dalla
ragazza. Ma chi se ne frega, dopotutto!
“Notte” bisbiglia stampandogli un bacio sulla guancia e
restando così parecchi secondi, le labbra che stanno fremendo per l’emozione e
il cuore che batte troppo forte trasmettendo il tremito al resto del corpo.
Ford la sente ma resta immobile, anche se vorrebbe
stringerla di più e girare la testa per baciarla veramente. Quando
la presa si allenta, la lascia andare considerando che uno schiaffo a sera è
più che sufficiente per il suo povero cuore maltrattato e non fa caso
all’espressione di Natalie che ha deciso di rischiare e di beccarsi uno
schiaffo anche lei.
Lo costringe a piegarsi e si allaccia morbidamente a lui
posandogli le labbra sulle sue.
Sono fresche, più morbide di prima. “Mi devi uno schiaffo,
adesso” sussurra emozionata non credendo d’averlo fatto veramente.
“E’ come se te lo avessi dato, va bene?” mormora tornando ad
abbracciarla un bel po’ frastornato.
“Insisto” sussurra ipnotizzata da quello che sta leggendo
sul suo viso. E‘ bellissimo!
“Non esiste” afferma accarezzandola lungo la spina dorsale,
facendole venire i brividi e intrecciandole dita fra i capelli “posso baciarti,
se vuoi…ma non posso picchiarti”
“..per me va bene…” bisbiglia
sentendo le palpebre pesanti e le labbra che si aprono per ricevere il suo
bacio.
“C’è di nuovo quel tipo al telefono!”
Max piomba giusto in tempo per vederli balzare ai lati
opposti del corridoio e lancia un’occhiatina sarcastica ad entrambi “gli dico di richiamare?”
“Ormai passamelo!” ruggisce strappandogli il telefono di
mano e lanciando un’occhiata a Natalie…che se n’è andata in preda
all’imbarazzo.
Merda!
“Sempre a rompere il cazzo tu!” sibila nel telefono e a Max,
una frase rivolta ad entrambi gli uomini.
“E’ così che si risponde ad un vecchio amico che non vedi da
anni?!”
Ford sposta l’orecchio alla risata violenta che lo investe
“non sentirti per altri cinque minuti non mi avrebbe fato male!” ribatte
innervosito e dondolando su una gamba…proprio
adesso che la serata acquistava un senso!
“Che vuoi? Non vengo a gettare
soldi nel tuo locale!”
“Ma come?! Ricorre l’anniversario
della morte della mia povera mammina che mi ha lasciato tutti quei soldi per
aprire il mio bellissimo casinò e tu rifiuti! Sei una merda!”
Ford sbuffa e grugnisce che non ha tempo…poi ricorda che non
ha più niente da fare. Natalie è li con lui…e Jordan…
“E’ un brutto momento, Liberal. Mac è morta”
“O porca put…cioè…mi
dispiace, ragazzo” mugugna l’uomo con un po’ di tristezza nella voce. “Anche a me” sussurra camminando su e giù per il corridoio.
Ford è capace di farsi chilometri con il cordless in mano.
Camminare lo aiuta a pensare. Deve fare qualcosa o impazzirà, anche se sta
fermo cinque minuti.
“Beh…”
La voce del suo amico giunge bassa e dispiaciuta “il Casinò
è sempre qui…facci un salto se ti va”
Ford annuisce e lo ringrazia sentendosi di nuovo malissimo.
Ha appena posato il telefono quando Charlie gli compare
di fronte all’improvviso con aria serena.
La scruta per qualche istante e alza un sopracciglio facendo
una smorfia “ringrazia che sono troppo buono e che non picchio le donne.” Le sibila puntandole contro un dito.
La donna inclina la testa scuotendola e sibilando sottovoce
che è un ‘cazzone’ e che se
ne va.
“Vai via?”
“Si, non ho più niente da fare qui” afferma afferrando la
giacca che ha lasciato sull’omino all’entrata “ciao Ford”
Gli addii di Charlie: asciutti e brevi come un tornado improvviso.
“Sta attento a quella ragazza”
“Sto sempre attento”
Charlie lo fissa dubbiosa e non
commenta “allora sta attento che quel porco di la non le salti addosso”
Ford la studia mentre cerca le chiavi della macchina nella
tasca “non te ne andrai perché sono arrabbiato con
te?”
“Sai che me frega dei tuoi fanatismi da maschio disonorato!”
sibila con una smorfia “ho un cane a cui badare, per
non parlare della mia casetta in balia della polvere. Ho saltato l’appuntamento
dalla parrucchiera per tenerti la manina mentre frignavi per la tua bella. È
tempo di togliere le tende” decide aprendo la porta “ci vediamo”
“Spero tardi” ribatte con voce dura, enormemente dispiaciuto
“sei la solita stronza e non cambi mai”
“Neanche tu se è per questo. Mi raccomando..”
Charlie lo guarda dritto negli occhi mentre esce “tieni lontano quel coso
arrapato dalla biondina”
Ford ridacchia mentre Charlie rimane fin troppo seria. Gli
fa morire il sorriso sulle labbra “che intendi…”
“Io ti ho avvisato”
La osserva mentre sgomma e se ne va, lanciando la macchina
come una matta sulla strada deserta.
Si gratta la testa metaforicamente per cinque discreti
minuti ripensando alle sue parole. Sta a
vedere che quel maniaco ha già puntato Natalie!
In preda all’arrabbiatura, gli compare alle spalle
all’improvviso mentre Max legge una rivista. Gliela strappa di mano gettandola
da un lato e resta a fissarlo mentre lui a sua volta lo guarda “e quindi?”
domanda con voce sorpresa.
“Charlie se ne andata”
“Eccavolo!” ribatte schioccando le
dita “mi piaceva la tua amica” borbotta con la voce depressa ma dopo un secondo
alza le spalle e sorride “mi dai il suo numero?”
“Ti do un sacco di calci se non mi dici che intenzione hai
con Natalie”
L’uomo alza le mani e lo guarda, placido e composto “tutta
tua”
“Tutta mia un cazzo!” sibila arrabbiato “a
Charlie tu non piaci e Charlie sa riconoscere i figli di puttana lontano un
miglio” ringhia spingendosi contro di lui “se mi mette in guardia contro
di te un motivo ci sarà”
“La tua amica ha dei seri problemi” ribatte tranquillo “e
anche tu. Non vado ad insidiare le ragazzine”
Ford lo fulmina, colto sul vivo “che stai insinuando, lombrico?”
Il suo ospite ha un’espressione seria che non gli ha mai
visto “nulla. Se le piaci non vedo cosa ci sia di male
ad approfittarsene”
“Che cazzo stai insinuando, lurido
verme?!” ringhia alzando la voce e scrollandolo “guarda che io non mi sto
approfittando di nessuno!”
“Togli ste mani e fai poco l’incazzato”
sibila a sua volta fulminandolo “per me puoi sbatterti chi ti fare, ma quella
la non è esattamente un tipo adatto a te”
La stretta si approfondisce e Max può sentire il suo fiato
sul viso ”e quale sarebbe il tipo adatto a me?”
“Usarla per dimenticare Jordan…non se lo merita un
trattamento del genere!”
Ford lo lascia andare incredulo “tu non
sai un cazzo!” ridacchia scuotendo la testa “mai sentita una cazzata più
grossa di questa!”
Max lo fissa per qualche secondo prima
di parlare “ti piace”
“Allora?”
“E’ molto carina”
“Non sono cieco”
“E’ molto giovane”
“Lo so da me, grazie!” sbotta alzando nuovamente la voce
“non immagini gli scrupoli che mi sto facendo con lei!”
Max scuote la testa, così serio che sembra quasi finto
“analizziamo i fatti oggettivamente. Voglio scriverci un libro sopra: il
classico investigatore scontroso e sgualcito impegnato in mille avventure e
mille donne, la ragazzina che s’innamora del detective tanto
più grande di lei che le da sicurezza e seda la sua smania di
conoscere le meraviglie della vita. La donna di lui
muore – ahimè – e cosa può fare la tanto ingenua ragazzina se non
gettarsi fra le braccia per consolarlo?”
“Vaffanculo Gershow!” sibila
girandogli le spalle, le parole che martellano dentro.
“…e guarda caso – miracolo! – la fanciulla è anche vergine ma si dona anima e corpo al duro
investigatore che ne accetta il fiore appena sbocciato…che schifo, non venderei
una riga!” sibila disgustato dall’analisi ‘oggettiva’
della realtà. “Lasciala stare, Shelton”
“Vattene, prendi le tue cose e vattene!” sibila cercando di
non incazzarsi maggiormente.
“Così da lasciarti campo libero che la piccola? Scordatelo”
Ford alza gli occhi al cielo girandosi verso di lui “ma che
cazzo…”
“Vi ho visti, prima: se non fossi
arrivato sareste finiti dritti dritti sul letto e il
mio libro si sarebbe scritto da solo”
“Guarda che non sono un animale fuori controllo come te!”
ribatte troppo stupito “lo so dove fermarmi..”
“Con lei? Non penso proprio! ”ribatte saltando giù dal
divano e sistemandosi i vestiti “con una così come fai a fermarti?”
“Coso…”
“Si, me ne vado. Ti lascio cogliere il fiore innocente senza
testimoni intorno”
“Se non te ne vai di corsa, ti prendo a calci in culo fino a casa della tua ex!”
Max lo guarda sorridendo “ecco dove passerò la notte: da
Fran. Lei almeno sa quel che vuole”