MW II: la lotta
continua
CAPITOLO DUE: SCONTRO FRONTALE
Yorkshire
Nella stanza che divideva con i gemelli,
dopo ore di infruttuosi tentativi di prendere sonno, Drew era infine caduto in
una sorta di agitato dormiveglia.
Come una radio mal sintonizzata, nei suoi
sogni continuavano ad accavallarsi vecchi ricordi di Harry e immagini del
presente, in una successione talmente rapida e confusa che, se anche fosse stato
cosciente, Drew non sarebbe comunque riuscito a cavarne un senso logico: di una
sola cosa poteva essere certo, Sylar era particolarmente su di giri e la cosa
non era per nulla un bene.
La parte di lui ancora vigile cercò di
razionalizzare quello che stava vedendo per cercare di capire per quale esatto
motivo il Mangiamorte fosse così eccitato, ma era inutile, era tutto troppo
confuso…
Però, il ragazzo era certo che Sylar non si
trovasse al Ministero né tantomeno a Londra: piuttosto, da quel poco che
riusciva a distinguere, sembrava in campagna o in un bosco, qualche ampio spazio
naturale, comunque. E stava piovendo, piovendo a dirotto…
Mi faccio largo tra le sterpaglie,
maledicendo interiormente quei topi dell’Ordine che mi hanno trascinato fin qua:
si facessero catturare, una buona volta, tanto adesso come adesso uno sciame di
moscerini è più pericoloso di loro… Stupidi, sciocchi ribelli…
Ah, forse ci siamo… Sì, quella è la capanna:
sembra che tutte le luci siano spente, forse è la volta buona che li cogliamo di
sorpresa e la finiamo con questa farsa!
Faccio cenno ai Mangiamorte che mi
accompagnano di circondare la casa e aspettare il mio segnale prima di
attaccare…
Drew aprì gli occhi di scatto e, in preda al
panico, si tirò a sedere, quasi aspettandosi di trovarsi Sylar di fronte a
bacchetta sguainata: tutto ciò che vide, però, furono gli sguardi appannati dal
sonno di Fred e George, che lo scrutavano perplessi e preoccupati.
"Scusate, ragazzi: un incubo…" spiegò Drew,
resistendo alla tentazione di massaggiarsi le tempie: aveva l’impressione che la
testa gli volesse esplodere da un momento all’altro. "Tornate pure a
dormire".
I gemelli si scambiarono un’occhiata. "Il
tuo non era un normale incubo, vero Drew?" domandò George.
"Era di nuovo Sylar, giusto?" aggiunse Fred.
"Ragazzi…".
"Non siamo stupidi, Drew" lo interruppe
Fred. "Nessuno di noi lo è: sappiamo che nascondi qualcosa…".
"Pensi che non ci siamo accorti del modo in
cui tu e Artemis confabulate sempre alle nostre spalle? Non puoi ingannare un
imbroglione!".
Drew non faticò a cogliere la velata accusa
dietro le parole degli zii: in pratica, lo stavano accusando di non fidarsi di
loro, di tutto l’Ordine. In effetti, era stupito che nessuno avesse fatto
domande prima di quel momento: per quanto lui e Artemis fossero stati attenti,
era difficile tenere segreti vivendo così a stretto contatto con altre persone.
Ciò non toglieva che nemmeno sotto tortura avrebbe mai rivelato la verità su
Sylar e suo padre…
"Fred, George, la questione è piuttosto
complicata…".
"No, in verità è molto semplice" lo
contraddisse George. "Tu e Artemis ci state nascondendo qualcosa di
importante…".
"… E da quello che possiamo intuire riguarda
anche Sylar e il canale di connessione preferenziale che sembra aver creato con
te" concluse Fred.
"Io non so come mai la mia mente è legata a
quella di Sylar, ve lo posso giurare!" si difese Drew.
"Però sai qualcosa" insistette
Fred.
"O no?".
E adesso che cosa dico? Cosa diavolo dico?
Siccome i gemelli continuavano a fissarlo in
attesa, aprì la bocca, senza avere la più pallida idea di cosa rispondere… Fu in
quel momento che sentirono il primo botto e un istante dopo Drew sentì la rabbia
di Sylar invadergli il cervello.
"Che cosa è stato?" fece Fred, balzando in
piedi con la bacchetta già sguainata.
"Drew, stai bene?" si informò George,
scrutandolo preoccupato.
Il ragazzo non rispose, troppo concentrato a
evitare che la forza mentale di Sylar lo soprafacesse completamente. È vicino, troppo vicino… Merda!
"Fred, George, la finestra!".
I gemelli si voltarono, solo per vedere la
finestra finire in frantumi sotto un incantesimo di esplosione: fecero appena in
tempo a ripararsi gli occhi, mentre frammenti di vetro volavano da tutte le
parti, lasciando entrare la pioggia portata dal temporale.
Rumori simili giunsero alle loro orecchie
dalle altre stanze, segnalando che l’attacco era stato sferrato su tutti i lati
della casa e furono subito seguiti dalle prime grida degli altri membri
dell’Ordine e i primi Incantesimi difensivi: nel giro di pochi secondi si
trovavano già nel bel mezzo di una battaglia.
"Maledizione!" imprecò George, correndo
verso la porta… che fu aperta con un calcio da un Mangiamorte incappucciato, che
non si perse in convenevoli e lanciò immediatamente l’Anatema Che Uccide contro
il primo bersaglio in movimento che gli capitò davanti.
Fortunatamente per George, Drew e Fred
furono veloci di riflessi ed evocarono un duplice Incantesimo Scudo,
sufficientemente forte a deviare la maledizione.
"Stupeficium!" gridò subito dopo Drew: anche
lo Schiantesimo fu però parato senza sforzo dall’avversario, che, Drew ne era
certo, stava sorridendo come un avrebbe potuto fare un gatto che fissava un bel
topo succulento.
"Pensi sul serio che uno stupido
Schiantesimo possa battermi, Potter?" lo derise. "Preparatevi a morire, feccia
traditrice!".
"Lo sai…" commentò Fred, scostandosi per
evitare il nuovo attacco. "Parli un po’ troppo per essere un Mangiamorte
assetato di sangue che fa le scarpe a Sylar…".
"Dovresti concentrarti di più sul non
lasciarti sfuggire la tua preda" aggiunse George. "Che saremmo noi, per
inciso!".
"Stupidi… Siete in trappola: non potete
sfuggirmi" li denigrò il Mangiamorte, evidentemente più che convinto di aver già
la vittoria in tasca.
Fu allora che sopra il frastuono, Drew sentì
il fragore di uno sparo: il Mangiamorte ondeggiò per un attimo sul posto, prima
di cadere a faccia in giù sul pavimento, rivelando Artemis dietro di lui, la
pistola ancora fumante in mano.
"Quello era nostro, Artemis" la rimproverò
Fred a mo’ di ringraziamento.
"Non è corretto rubare gli avversari a chi è
più anziano e malridotto di te" continuò George.
"Non c’è di che" ribatté Artemis, chinando
appena il capo in segno di ringraziamento. Subito dopo si schiacciò contro il
muro per evitare un incantesimo vagante: sparò di nuovo, ma Drew intuì dalla
smorfia scontenta che doveva aver mancato il bersaglio. "Qui ce ne sono quanti
volete, se vi decidete a muovere le chiappe e raggiungerci!".
I tre scavalcarono il corpo del Mangiamorte,
recandosi in corridoio e trovandosi nel bel mezzo dell’inferno. La piccola
capanna sembrava pullulare di più persone di quante Drew credeva avrebbe mai
potuto contenere: i Mangiamorte sembravano essere ovunque, le maledizioni
volavano a caso, colpendo qualunque cosa si trovasse sul loro cammino e i membri
dell’Ordine lottavano fieramente per aprirsi uno spiraglio di fuga.
"Ah, pane per i nostri denti" commentò
George con un ghigno, quasi ansioso di buttarsi nella mischia: era il momento
ideale per sfogare tutta la tensione accumulata in quei giorni.
Hermione sembrò sbucare dal nulla di fronte
a loro. "Niente esibizionismo gratuito, voi due: sono in troppi. Andate alle
Passaporte di emergenza!".
Per qualche istante, i gemelli sembrarono
quasi sul punto di protestare, ma nell’arco di pochi minuti si resero conto che
non era solo l’eccessiva prudenza di Hermione, i Mangiamorte erano davvero
troppi: per ogni avversario che stendevano, c’erano altri due pronti a prenderne
il posto, a tratti pareva che venissero sputati fuori dalle pareti.
"Concordo con la cognata" disse Fred.
"Ritiriamoci prima di finire ammazzati…".
Drew non sprecò nemmeno il fiato per
concordare con gli zii: era troppo concentrato a restare lucido per evitare di
farsi uccidere per preoccuparsi di certe sottigliezze. Dovevano andare alle
Passaporte che si trovavano al piano di sotto, nascoste in una specie di
sgabuzzino nella cucina: erano tre in tutto, predisposte per attivarsi al primo
tocco e portarli al sicuro, siccome sapevano bene che la prima mossa di Sylar
per metterli in gabbia era piazzare solidi Incantesimi
Anti-Smaterializzazione.
Il punto sarà arrivarci, alle Passaporte di
emergenza, visto che al momento ci sono almeno una dozzina di Mangiamorte tra
noi e la fuga… Avrebbe dovuto capirlo, si
rimproverò, quale altro motivo poteva avere Sylar per essere tanto felice? Se
fosse stato un po’ più attento, forse avrebbero potuto evitare di cadere nella
trappola. A cosa serve questo stupido legame
mentale se non riesco a sfruttare nemmeno i pochi vantaggi che mi dà?
Chissà dov’è Sylar… Dalle visioni che aveva avuto nel sonno, poteva dedurre che
guidasse lui la spedizione, come sempre del resto, ma forse aveva delegato ai
suoi sottoposti l’attacco diretto: era quasi certo che se fosse stato al piano
inferiore, il casino sarebbe stato molto peggiore… O magari stava semplicemente
aspettando il momento propizio per saltare fuori e cercare di farlo a fette,
sembrava essere uno dei suoi sport preferiti…
Un Mangiamorte gli si parò davanti
all’improvviso e per evitare di essere colpito dovette gettarsi di lato e
rovinare in terra, riuscendo a malapena a evitare che la bacchetta gli sfuggisse
di mano: in mezzo a quel pandemonio, ritrovarsi disarmato sarebbe stata più o
meno la sua condanna a morte.
Prima che il suo avversario potesse
approfittare del vantaggio, Drew puntò la bacchetta senza né pensare né mirare,
lanciando la prima fattura che gli venne in mente. "Diffindo!".
Un profondo taglio si aprì sulla guancia del
Mangiamorte, che gemette di dolore, fissandolo con occhi lampeggianti di
collera, prima di rispondere con un Avada Kedavra che il ragazzo evitò rotolando
di lato e mettendosi, se possibile, in una posizione perfino più svantaggiosa
della precedente. Sprecò qualche secondo del suo poco tempo per vedere se sul
pianerottolo ci fosse qualcuno in grado di dargli aiuto, ma tanto i gemelli
quanto Hermione se la stavano vedendo con almeno due avversari a testa e non
c’era nessun altro alleato in vista: avrebbe dovuto cavarsela da solo. Nulla
di che: ti sei tirato fuori da casini peggiori, Drew…
Rotolò di nuovo, approfittando della spinta
per mettersi a sedere ed evitando in contemporanea una nuova maledizione diretta
verso di lui, solo per scoprire che nel breve istante in cui aveva voltato la
testa, i Mangiamorte interessati a lui sembravano essersi moltiplicati come
batteri, salendo da uno a tre, tutti più che intenzionati a prendersi la sua
testa prima degli altri. Fantastico: la mia situazione migliora a ogni
secondo che passa… Soprattutto se penso che questi tre si sono messi fra me e le
scale!
Capendo che pensare in quel momento, avrebbe
probabilmente coinciso con il suicidarsi, decise di scollegare il cervello e
affidarsi unicamente all’istinto, come aveva imparato durante l’addestramento di
Ares.
Tre maledizioni gli piovvero addosso da tre
punti diversi: riuscì a evitarne una e pararne un’altra con un Sortilegio Scudo,
mentre la terza, fortunatamente non mortale, lo prese di striscio al braccio
destro. Ingoiò le lacrime, mentre la scarica di adrenalina annullava almeno
momentaneamente il dolore: in seguito gli avrebbe probabilmente fatto un male
d’inferno, ma non era il caso di preoccuparsene ora.
Scagliò tre incantesimi offensivi in rapida
successione e approfittò della breve distrazione per rimettersi in piedi,
qualcuno lo afferrò per il colletto e lui gli sferrò un pugno con quanta più
forza possibile, sfilandosi dalla presa. Evocò un nuovo Sortilegio Scudo per
deviare nuove maledizioni dirette contro di lui e rispondere al fuoco.
Dannazione, ma sono
ovunque!, imprecò tra sé, mentre lanciava fatture
in rapida successione nella speranza di centrare qualche avversario: così
circondato com’era, non c’era spazio per logica o premeditazione, poteva solo
agire e sperare di arrivare a qualche risultato prima che la stanchezza lo
soprafacesse… Cosa, che a giudicare dalla piega che stavano prendendo gli
eventi, sarebbe successa presto.
All’improvviso, uno dei suoi antagonisti fu
colpito da dietro: l’attimo in cui gli altri due si voltavano per verificare la
nuova minaccia gli fu sufficiente per mandarne al tappeto uno e lasciare l’altro
a uno dei gemelli, i quali con l’ausilio di Hermione erano riusciti a sgombrare
almeno momentaneamente il pianerottolo.
Da dietro i Mangiamorte appena messi al
tappeto sbucò la sagoma di Sirius, che si scostò i capelli dal volto con un
sorriso tirato. "Suggerisco di guadagnare la via di fuga più vicina finché la
via è sgombra, signori e signora…".
"Per quanto possa sembrare assurdo, per una
volta concordo con Sirius" disse Hermione, annuendo.
Sirius lanciò un sommario sguardo
tutt’intorno, come a contare i presenti, e si accigliò per la preoccupazione.
"Dov’è Luna? Non l’ho vista di sotto…".
Hermione si oscurò in volto, tanto che per
un attimo tutti temettero il peggio. "Sta bene" li tranquillizzò subito la
donna. "È con Dora in camera nostra: non potevamo lasciarla sola… Luna, vieni:
la via è libera".
Luna uscì dalla camera da letto, una mano
stretta intorno alla bacchetta e l’altra impegnata a tirarsi dietro una
recalcitrante Tonks in piena crisi isterica. Un incantesimo vagante passò sopra
le loro teste andando a schiantarsi contro il soffitto, facendola strillare e
cercare di liberarsi dalla presa di Luna per accartocciarsi su sé stessa sul
pavimento.
Sirius imprecò sonoramente, voltandosi per
ricambiare il favore. "Mangiatevi queste, dannati figli di…".
"Sirius! Così non aiuti!" lo rimproverò
Hermione, mentre Luna cercava con scarsi risultati di calmare Dora quel tanto
che bastava per poterla portare in salvo.
L’Animagus si passò una mano tra i capelli,
pensando velocemente. "Andate alle Passaporte: di Dora me ne occupo io.
Andate!".
Senza aspettare repliche, prese il posto di
Luna a fianco della cugina, spingendo la bionda verso le scale. "Ho detto di
andare, forza!".
"Luna, andiamo: Sirius ha la situazione
sotto controllo" disse Hermione, prendendo l’amica per il braccio e tirandola
verso le scale, dietro i gemelli e Drew.
Prima ancora di posare piede sul piano
inferiore, si ritrovarono di nuovo nel bel mezzo del ciclone: inquadrato nel
vano della cucina, Ares bloccava l’accesso al locale con la sua mole, tenendo
con la sinistra la bacchetta e con la destra una pistola semiautomatica,
falciando qualunque Mangiamorte provasse anche solo ad avvicinarsi.
Anche se non era la prima volta che lo
vedeva all’opera, Drew rimase quasi affascinato dall’abilità dell’uomo e dalla
sua precisione: per quanto si trovasse in una posizione apparentemente
sfavorevole, non cedeva di un millimetro, anzi, sembrava quasi
annoiato.
Il gruppo lo raggiunse quanto più
velocemente gli fu possibile, parando le fatture e rispondendo al fuoco ogni
volta che poteva.
"Ted vi sta aspettando di là" annunciò Ares
quando gli altri furono abbastanza vicini. "Chiunque può, prenda la prima
Passaporta, al resto penso io… Chi manca ancora?".
"Sirius sta arrivando con Tonks" rispose
Hermione. "O almeno me lo auguro…".
"Abbiamo perso di vista Artemis" aggiunse
Fred. "Ci ha tolto da una situazione spinosa ed è sparita…".
Drew sentì lo stomaco attanagliarsi in una
morsa d’ansia: preso com’era dal restare in vita, non ci aveva nemmeno fatto
caso, ma dopo che lui e i gemelli erano usciti nel pianerottolo, la ragazza non
si era più vista. Gli sembrava impossibile che si fosse tirata in disparte,
lasciando loro e soprattutto la madre in pericolo…
Una detonazione alla sua destra lo fece
voltare: Artemis si stava riparando dietro un tavolino sotto il vano delle
scale, sparando a qualunque cosa si muovesse troppo vicino alla sua postazione.
"State indietro o vi faccio saltare il cranio, schifosi pezzi di…".
Un altro boato assordante si mangiò il resto
del commento della ragazza: a Drew sembrò che tutta la casa tremasse e dovette
appoggiarsi per non cadere. Che diavolo stanno facendo? Vogliono far crollare
tutto?
Tutti si scambiarono un’occhiata
preoccupata. "Non mi piace per niente" disse Luna.
"Proprio per niente" concordò uno dei
gemelli.
"Andate, finché potete" disse Ares. "Noi vi
raggiungeremo".
Seppur riluttanti ad abbandonare gli amici
in pericolo, i membri dell’Ordine cedettero alle pressanti richieste di Ares,
che si scostò quel tanto che bastava per farli passare.
"Non lasciateli scappare, imbecilli!
Inseguiteli: è evidente che hanno qualche via di fuga da quella parte!
Muovetevi!".
Drew si guardò intorno, cercando di capire
da dove fosse arrivata la voce di Sylar, ma in mezzo a tutto quel trambusto era
davvero impossibile riuscire a distinguere il viceministro in mezzo al marasma
di cappucci neri e maschere. Tuttavia era impossibile non vedere il mare di
Mangiamorte che si mosse nella loro direzione come un solo uomo, come
galvanizzati da quell’incitazione o probabilmente timorosi delle conseguenze se
l’Ordine fosse di nuovo riuscito a fuggire.
Ares sparò incantesimi e proiettili a
raffica, ma perfino lui sembrava in difficoltà contro tanti avversari tutti
insieme; alla loro destra, Artemis cercava di dare man forte, strisciando verso
di loro con tutto il tavolino per proteggersi. Drew si chiese quanti colpi il
mobile potesse ancora incassare prima di cedere completamente: di certo non
molti…
Non dovette nemmeno pensarci: invece di
seguire Fred verso le Passaporte e la salvezza, si affiancò ad Ares, scagliando
Schiantesimi in rapida successione per sfoltire un po’ le linee
nemiche.
"Drew, lascia stare" lo rimbrottò Ares. "Me
la cavo anche da solo. Vattene!".
"Non puoi farcela da solo contro tutti
questi Mangiamorte" ribatté Drew senza accennare a muoversi. "Avete bisogno di
aiuto…".
Nemmeno a farlo apposta, il tavolino di
Artemis cedette con uno schianto proprio in quel momento: la ragazza si riparò
il viso dalla schegge di legno che schizzarono in ogni direzione, restando per
un attimo stordita.
Vedendola in difficoltà, Drew lanciò un
Sortilegio Scudo per proteggerla, lasciando che Ares parasse le spalle a lui:
sapeva che non avrebbe potuto mettere la sua vita in mani migliori.
Artemis gli rivolse un sorriso grato,
approfittando della breve e momentanea protezione per vagliare le sue
alternative: la distanza era brevissima, se avesse corso, si sarebbe esposta
solo per pochissimi secondi … Del resto, non poteva aspettarsi che Drew
continuasse a pararle il sedere in eterno.
Ma proprio quando stava per partire, non
prima di aver sparato un paio di colpi e lanciato una muta preghiera a qualunque
divinità li stesse osservando in quel momento, Sirius rotolò giù dalle scale con
gemito.
"Sirius!" gridò Drew, facendo per lanciarsi
verso di lui ma trovandosi la strada sbarrata da un Mangiamorte particolarmente
agguerrito. Fu Ares a premurarsi di salvare l’Animagus mentre si riprendeva dal
volo.
Dal piano superiore giunsero le urla
inarticolate di Dora, in parte soffocate da una risata acuta e vagamente folle.
Drew sentì il cuore mancargli un battito: conosceva bene quella
risata…
"MAMMA!".
Dimentica delle più basilari regole di
sopravvivenza e della sua stessa incolumità, Artemis scattò verso le scale,
salendo i gradini a due a due, non venendo colpita per pura e semplice fortuna.
"Artemis, torna qui!" gridò Ares, che per un
attimo restò combattuto tra la consapevolezza di dover fare il suo compito e la
smania di proteggere la sua pupilla: alla fine, comunque, rimase al suo
posto.
Drew, al contrario, si fece molti meno
problemi: semplicemente, con lo stesso grado di incoscienza dell’amica, le corse
dietro, fermandosi giusto i pochi istanti necessari per assicurarsi che Sirius
fosse relativamente incolume. In ogni caso, stava abbastanza bene per cercare di
trattenerlo, ma il ragazzo sfuggì alla sua presa senza difficoltà e raggiunse
Artemis sul pianerottolo.
La ragazza stava in mezzo al corridoio,
appena fuori dalla portata di tiro degli avversari di sotto: puntava la pistola
contro la Mangiamorte che aveva di fronte, che a sua volta sovrastava a
bacchetta sguainata una sconvolta Tonks.
"Bellatrix, non osare torcere un solo
capello a mia madre!" la minacciò con voce atona.
"Oh, tu guarda, la piccola meticcia"
l’accolse con un sorriso sardonico Bellatrix. "E c’è pure Potterino Secondo,
sempre pronto a correre a salvare la damigella in pericolo, vedo".
"Da dove diamine sei sbucata fuori,
Bellatrix?" domandò Drew, puntandole contro la bacchetta e affiancandosi ad
Artemis, che non diede il minimo segno di averlo visto, sentito o anche solo
riconosciuto: per le in quel momento, esistevano soltanto sua madre e la
Mangiamorte che la stava minacciando.
Quest’ultima ridacchiò sommessamente,
guardando con espressione di compatimento il ragazzo. "Povero, piccolo Potter:
tu non hai nemmeno idea di quanto potenti siano l’Oscuro Signore e i suoi
servi!".
Drew si trattenne a stento dal sollevare gli
occhi al cielo: non era decisamente la situazione più adatta per farlo, ma le
chiacchiere da esaltata di Bellatrix gli facevano quell’effetto.
"Allontanati da mia madre, Bellatrix!" la
minacciò Artemis. "Allontanati subito da mia madre!".
"E, sentiamo, che cosa farai se non lo
faccio?" la canzonò la Mangiamorte. "Mi sparerai?".
"Puoi scommetterci: imbratterò queste mura
con le tue cervella, zietta cara! Voglio proprio togliermi lo sfizio di scoprire
di che colore è il tuo sangue… Lascia stare mia madre!".
Bellatrix le rivolse l’ennesimo crudele
sorriso. "Crucio!".
Tonks cominciò ad urlare e contorcersi sul
pavimento, in preda al dolore. Quasi nello stesso momento, Artemis premette il
grilletto, mancando però piuttosto vistosamente il bersaglio. Stupito, Drew si
voltò verso di lei, notando che la mano le tremava per la rabbia: per questo non
era riuscita a centrare la Mangiamorte.
Lo sparo era stato comunque sufficiente a
distrarre Bellatrix, che interruppe la tortura per girarsi verso la nipote.
"Sarà un piacere ucciderti, ibrida schifosa: ti spedirò all’altro mondo a fare
compagnia a quel mostro di tuo padre, prima di divertirmi un po’ con la tua cara
mammina".
Risuonò un altro colpo, che stavolta sarebbe
certamente andato a segno se Bellatrix non fosse stata veloce a ripararsi a sua
volta con un incantesimo difensivo.
"Da quando puoi deviare anche le
pallottole?" fece Drew, preso in contropiede.
"Da quando questa deliziosa bastardella se
ne va in giro con quei dannati arnesi Babbani, Potterino" ribatté la
Mangiamorte. "Ucciderei volentieri anche te, ma appartieni all’Oscuro Signore…
Poco male, ti consegnerò a lui con un bel fiocco sopra…".
"Libera di provarci: avanti, fatti
sotto".
"Drew, non ti immischiare" lo zittì Artemis
prima che Bellatrix potesse accettare l’invito. "Questa è una questione di
famiglia, vero zia Bellatrix?".
La Mangiamorte la incenerì con lo sguardo.
"Tu non sei mia parente, sei solo l’ultimo, orrido abominio che contamina il
sangue dei Black".
"Il che fa di me l’orrido abominio
imparentato con te, Bella, non credi? Potrai continuare a ripeterlo fino
allo sfinimento, ma Andromeda resterà sempre tua sorella…".
"Morirai tra atroci tormenti per questo,
Lupin. Crucio!".
Artemis si gettò di lato per evitare la
Maledizione Senza Perdono e sparò tre colpi in rapida successione, che furono
tutti deviati.
"Non puoi vincere contro di me,
mocciosa!".
"Stupeficium" si intromise Drew, sapendo che
con un avversario come Bellatrix, Artemis si sarebbe quasi certamente trovata in
difficoltà.
Bellatrix parò lo Schiantesimo, dedicando al
ragazzo la sua attenzione. "Stai cercando di farmi arrabbiare,
Potter?".
"No, sto cercando di farti
tacere".
"Drew, ti ho detto di starne fuori!" lo
rimproverò Artemis.
"Vuoi farti ammazzare, Temis?" ribatté Drew,
arrabbiato.
Prima che la ragazza potesse rispondere, la
casa fu di nuovo scossa dalle fondamenta, facendo perdere l’equilibrio al
ragazzo, che per poco non volò giù dalle scale. Nello stesso momento,
incantesimi incendiari volarono dentro dalle finestre rotte, attaccando le
pareti di legno. Maledizione!, imprecò tra sé il ragazzo. Qui finiamo
tutti arrosto…
"Drew, Artemis!" le chiamò Ares dal piano
inferiore. "Venite via: stanno distruggendo tutto!".
"Reducto!".
Come era ovvio, Bellatrix approfittò della
distrazione per attaccare i due avversari. Drew si gettò di lato appena in
tempo, ma la violenza dell’incantesimo lo mandò a cozzare duramente contro la
parete. Non seppe dirlo con certezza, ma quasi sicuramente perse conoscenza per
qualche secondo, perché quando riaprì gli occhi, le fiamme si erano propagate
ulteriormente e Artemis stava con le spalle al muro cercando di evitare le
maledizioni di Bellatrix, la pistola scarica abbandonata lungo il
fianco.
"Avanti, lupetta, rendimi le cose più
facili".
"Vai all’inferno, Bellatrix!" le gridò
Artemis, prima di abbassarsi e schivare l’ennesimo Anatema Che
Uccide.
Drew scosse la testa, cercando di schiarirsi
le idee, grato che Bellatrix lo credesse fuori combattimento, visto che non gli
stava prestando la minima attenzione. Consapevole che era il loro unico
vantaggio, trattenne l’istinto di starnutire per via del fumo e si preparò a
colpire. Dobbiamo andarcene subito: questa catapecchia non potrà reggere
ancora molto…
"Stupeficium!".
Bellatrix fece per girarsi, ma era troppo
tardi: lo Schiantesimo la colpì in pieno, spedendola al capo opposto del
corridoio priva di sensi. Drew si augurò di tutto cuore che bruciasse insieme al
resto.
"Temis, andiamo, svelta!".
"Lo so, lo so!" ribatté la ragazza. Si
avvicinò a Dora e cercò di tirarla in piedi, ma la donna non aveva la minima
intenzione di collaborare: urlò, terrorizzata, cercando di ritrarsi e
raccogliendosi in sé stessa.
"Drew, dammi una mano: non c’è tempo per
calmarla adesso".
Insieme, i due ragazzi la fecero alzare e
cominciarono a tirarla quasi di peso al piano di sotto, dove Ares e Sirius li
stavano aspettando.
Erano vicini alla metà e Sirius stava
venendo loro incontro coperto dall’altro, quando Drew sentì la testa esplodergli
e dovette mollare Tonks per evitare di cadere. Dove pensi di andare, Andrew?
La voce di Sylar gli risuonò chiara e
limpida come se ce l’avesse avuto di fronte: con le lacrime agli occhi, si
guardò intorno e stavolta riuscì a individuarlo: stava vicino alla porta
d’ingresso e lo fissava. Si appoggiava alla parete, segno che comunque mantenere
la connessione mentale così forte lo indeboliva, anche se questo non gli
impediva di cercare di sfruttarla a suo vantaggio.
Non volendo dargli un vantaggio con il
contatto visivo, Drew evitò il suo sguardo, imponendosi di restare in piedi
anche se diventava sempre meno consapevole della presenza di Artemis al suo
fianco. Lasciami stare, maledetto, pensò, certo che Sylar l’avrebbe
sentito.
Tu e i tuoi amici non andrete proprio da
nessuna parte, Andrew, non questa volta…
Sentì vagamente Artemis sibilare al suo
fianco, mentre lottava per trattenere la madre. "Dov’è quello schifoso
bastardo?" domandò, guardandosi intorno attraverso il fumo sempre più
denso.
"Temis, hai finito i proiettili…" le ricordò
Drew. Che cosa diavolo voi da me, Sylar? Se vuoi uccidermi, uccidimi e falla
finita, invece di tormentarmi in questo modo…
Ebbe l’impressione di sentire l’equivalente
mentale di una risatina di scherno. Andrew, se ti avessi voluto morto, non
staremmo tenendo questa amabile chiacchierata…
Drew corrugò la fronte, perplesso: che cosa
voleva dire? Che cos’altro poteva volere Sylar da lui.
"Stupeficium!".
Sylar si ritirò bruscamente dalla sua mente
e Drew si ritrovò sostenuto quasi di peso tra le braccia di Sirius, con un’idea
piuttosto vaga di come ci fosse finito.
"Ce la fai a stare in piedi?" gli domandò
l’Animagus, preoccupato.
"Ce la farò fino alle Passaporte" gli
garantì il ragazzo, senza peraltro esserne completamente sicuro, ma sapeva che i
suoi compagni non poteva permettersi un altro peso morto per uscirne
vivi.
Sirius annuì, rimettendogli in mano la
bacchetta che non ricordava di aver fatto cadere. "Allora muoviamoci ad
andarcene: ho idea che Sylar se la sia presa per il mio scherzetto…".
In effetti, anche se l’aveva lasciato andare
e non sembrava intenzionato a riprenderlo di nuovo, Drew riusciva a percepire la
rabbia di Sylar rimbombargli nel cranio.
"Mamma, ti prego, calmati…" sentì dire
Artemis.
Dora continuava ad agitarsi, farfugliano
frasi incoerenti in cui si inframmezzava spesso il nome del marito.
"Lascia, Artemis, ce ne occuperemo dopo…"
dichiarò Sirius, prima di prendere il posto lasciato libero da Drew.
"Tranquilla, Dora, adesso ti portiamo via…".
"Drew, andiamo" aggiunse Artemis, prima di
dirigersi verso Ares, il quale si stava occupando dei pochi Mangiamorte ancora
in piedi o in grado di combattere. Il vero problema ora era il fuoco, che stava
rapidamente divorando la casa, oltre che Sylar, che sembrava sparito nel
fumo.
Fu allora che Drew lo sentì. "Drew,
attento!".
Il ragazzo si guardò intorno, senza capire
da dove arrivasse quella voce, che oltretutto era terribilmente sbagliata,
essendo quella di un morto. Che fosse l’ennesimo trucco di Sylar? O forse stava
definitivamente andando fuori di testa… Guardò i suoi compagni, ma nessuno dava
segno di aver sentito: né Artemis né Sirius sarebbero potuto restare così
impassibili…
"Alla tua destra".
Si voltò d’istinto e fece appena in tempo a
spingere gli amici in avanti per evitare la maledizione scagliata da Sylar,
sbucato come dal nulla a pochi metri da lui.
"Stupeficium!" gridò, per dare il tempo agli
altri di rialzarsi e correre verso Ares.
Sylar parò lo Schiantesimo senza il minimo
sforzo. "A quanto pare, è impossibile coglierti di sorpresa,
Andrew…".
"Al diavolo, Sylar. Diffindo!".
Il Mangiamorte schivò l’incantesimo e
rispose, costringendolo a mettersi sulla difensiva. Ma è mai possibile che
finiamo sempre con l’impegolarci in duelli testa a testa mentre gli altri
scappano?
Artemis e Sirius infatti si erano
allontanati con Dora e avevano raggiunto Ares.
"Porta tua madre al sicuro, Artemis" disse
Sirius, lasciandola sulla soglia.
"Non posso lasciarvi qui…".
"Sei disarmata, Ally" ribatté l’Animagus.
"Non puoi fare nulla in ogni caso…".
"Tu ti sei fatto un volo dalle scale, zio
Sirius".
"Vi semplifico le cose" dichiarò Ares,
spingendo entrambi in cucina. "Andate tutti e due, aspetto io Drew…".
I due aprirono la bocca per protestare, ma
il gigante li zittì. "Non costringetemi a schiantarvi…".
Drew nel frattempo cercava di liberarsi di
Sylar il tempo sufficiente per raggiungere gli amici e scappare: tuttavia,
l’avversario non sembrava intenzionata a mollarlo troppo presto e non lo
lasciava muovere di un passo.
"Ormai hai perso, Sylar" disse. "Siamo
scappati tutti…".
"Ci sei ancora tu, Andrew" osservò quello,
sorridendo serafico. "Noto che il tuo braccio è guarito alla perfezione:
l’ultima volta che ci siamo incrociati combattevi ancora con la
sinistra".
"Già, indovina chi devo ringraziare per
questo…" sbottò il ragazzo con rabbia: con la sua dannata maledizione l’aveva
quasi ucciso e aveva ferito a morte Remus, e si permetteva pure di ironizzarci
sopra?
"Remus Lupin si è scelto il suo destino nel
momento in cui si è intromesso, Andrew" dichiarò Sylar, intuendo dove vertevano
i pensieri dell’altro.
Drew si scostò per evitare l’ennesima
maledizione della nottata, cercando freneticamente di escogitare una distrazione
sufficiente a indurre Sylar a lasciarlo in pace per poter fuggire, prima che
finissero entrambi arrostiti, possibilmente.
Tossì un "Everte statim" prima di sollevare
lo sguardo verso l’avversario, ma la sua attenzione fu calamitata pochi metri
più a sinistra: là, poco più di una sagoma, quasi indistinguibile dal fumo,
tanto che in Drew non si chiese se in realtà non fosse solo uno scherzo della
sua immaginazione… In fondo, era mentalmente e fisicamente provato, ne stavano
parlando solo pochi istanti prima…
Ma anche dopo aver sbattuto gli occhi un
paio di volte, quel profilo non scomparve: fissandolo più attentamente (a quel
punto che altro avrebbe potuto fare?), vide che con la mano destra indicava il
soffitto sopra le loro teste.
Senza nulla da perdere, Drew alzò lo sguardo
e scoprì che il legno, provato dalle fiamme che stavano mangiando il primo
piano, era sul punto di cedere. Più distrazione di
così…
"Reducto!" gridò, facendo saltare il tetto
in un mare di schegge e zampilli.
Sylar gridò, tirandosi indietro per evitare
di finire schiacciato e senza aspettare oltre, Drew si precipitò verso Ares. I
due lanciarono un ultimo paio di schiantesimi contro i Mangiamorte che li
inseguivano, attraversarono a razzo la cucina e in contemporanea afferrarono
l’ultima Passaporta.
Mentre veniva risucchiato, sentì la collera
di Sylar. Non finisce qui, Andrew…
Drew se ne preoccupò relativamente: almeno
per il momento erano fuori dalla sua portata, al sicuro… In realtà, in quel
momento, lo preoccupava molto di più la visione, l’allucinazione o quello che
fosse, che gli aveva suggerito di puntare al soffitto: perché era assolutamente
impossibile che Remus si trovasse lì, gli avesse salvato la vita e gli avesse
pure sorriso quando aveva seguito il suo suggerimento.
Lyrapotter’s corner
No, non dite nulla, il mio stratosferico
ritardo si commenta da solo, temo, non ci sono scusanti: sono ancora qui che mi
chiedo come siano potuto passare due mesi e mezzo dall’ultimo aggiornamento,
proprio non me lo spiego.
Comunque, spero che questo capitolo tutto
azione vi abbia almeno in parte ripagato delle attese: come sempre con capitoli
di questo genere ho il dubbio di aver scritto un mare di schifezze ;) Mi auguro
che apprezzerete, ammesso che ci sia ancora qualcuno all’ascolto e io non stia
qui a parlare da sola…
Non so se promettervi o meno di non sparire
di nuovo, perché di solito mi porta puntualmente sfiga dire che aggiornerò
presto: penso di potermi sbilanciare nel dire che non farò passare altri tre
mesi (me lo auguro proprio, cavolo!)
Detto ciò, tempo di ringraziare, da brave
personcine educate:
AllTheRightMoves, prima di tutto grazie per i complimenti. Ti assicuro che sarà
ancora bella lunga, spero di continuare a non essere monotona XD Su Remus, credo
che il finale di questo capitolo abbia ulteriormente fomentato le tue speranze
vero? Non ho abbastanza cuore per sbarazzarmi di Remus definitivamente, lo amo
troppo!
LadyMorgan, te
lo avevo promesso, no? E io mantengo sempre le promesse! Spero che sia valsa la
lunga attesa (ti prego, dimmi di sì!). Che Sirius sia un genio è cosa certa ed
innegabile, a nessuno deve venire il minimo dubbio in proposito o potrei
arrabbiarmi! Lo so che Sirius e Luna non ti piacciono, mi dispiace, ma ormai
l’unico modo per liberarci del pairing sarebbe uccidere uno dei due, credo (o
riscrivere tutto daccapo) e penso che nessuna delle due opzioni sia accettabile.
Su Hermione e Fred, già qualcuno me lo aveva fatto notare e, devo essere
sincera, l’idea mi stuzzicherebbe pure, visto che tanto Ron morto è e morto
resta: diciamo che la cosa non è scartata a priori, ma sarebbe proiettata su
tempi lunghi, visto che almeno per il momento Hermione è ancora più o meno a
lutto e Fred… beh, analizzando il suo comportamento verso la cognata direi che
c’è ma non fa… Si vedrà in futuro!
Deidara, le
cose potrebbero muoversi come che no, io non parlo come sempre (perché sono
cattiva e godo a tenermi i segreti, ih, ih, ih), ma direi che qualche cosa in
sottofondo si sta smuovendo, ci vorrà tempo (mai che io faccia le cose facile),
ma si sta smuovendo. Lungo, lungo, sarà questo capitolo, specie se andrò avanti
ad aggiornare con questi ritmi XD
Half Blood, bravo, legame di sangue è proprio il termine giusto! Ehm, ehm,
scusa se distruggo le tue speranze, ma la donna in rosa era semplicemente la
Umbridge in uno dei suoi momenti, mentre tormenta Harry al quinto anno: mi
servivano dei ricordi più o meno negativi e la vecchia rospa ci stava bene.
Quanto a Kitty e Ethan, conto di ripescarli presto o tardi, così come di far
entrare in scena i cugini e Fleur. Non so come o quando, ma presto o tardi
inserirò qualche flashback o comunque delle descrizioni della morte dei membri
dell’Ordine che ancora mancano all’appello, Bill in testa.
NemoTheNameless, grazie per i rinnovati complimenti, gentile come sempre.
L’intrallazzo amoroso? Tutto è possibile, mon ami!
nefertari83, allora, in un certo senso sì, è un riferimento alla mano mozzata di
Luke, anche se comunque quell’episodio è funzionale ai fini della storia, come
vedrai più avanti (moooooolto più avanti). E ti ricordi benissimo:
quell’episodio si svolge alla fine de L’impero
colpisce ancora, ma per la mia storia ho fatto un
po’ un minestrone dei tre film: il fatto è che era stata inizialmente concepita
come una storia lunga ma autoconclusiva (e difatti ho spostato altri episodi di
SW, come la parentesi Jabba the Hutt o la stessa scoperta dell’identità di
Sylar), quando ho sviluppato la trilogia ero già in corso d’opera e alcune cose
non erano più spostabili, perché condizionavano eventi futuri e avrebbero
implicato troppo riarrangiamenti. Spero di aver risolto i tuoi dubbi.
Bon, ho concluso, mi ritiro nel mio loculo
nella speranza che qualcuno abbia letto fin qui e di tornare presto. See you
soon!!!!!!
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