FATE&CHOICES
-Allora è
deciso.- disse Saphira. -Murtagh e Castigo combatteranno.-
Nasuada alzò di nuovo gli occhi verso di lui, impotente. Per
la
seconda volta, incontrò il suo sguardo, ma questa volta non
lo
trovò freddo, o indifferente.
Era piuttosto triste e rassegnato.
-Mi dispiace,-
sembrava dire. -Ma tu
hai fatto la tua scelta, e io ho dovuto fare la mia.-
Nasuada sentì le lacrime premere per uscire, ma
si
trattenne. Distolse lo sguardo e uscì dalla sua tenda
insieme
agli altri, pregando con tutte le sue forze che a Murtagh non capitasse
niente di male.
12.
Scelte...
Nasuada
passò tutta la durata della battaglia a fare avanti e
indietro
nella sua tenda, con il respiro affannoso e il cuore che le batteva a
mille, pregando qualsiasi divinità conosciuta che Murtagh ne
uscisse vivo.
Poi, finalmente, la fine.
E il rapporto dei suoi uomini.
La regina dei Varden ebbe un sussulto quando lo lesse. Erano riusciti a
respingere l'attacco dei nemici, certo, ma a un caro prezzo: decine di
morti e centinaia di feriti. Nasuada si sentì stringere il
cuore. Decine di famiglie spezzate, decine di bambini che non avrebbero
visto tornare i propri genitori. Era ovvio che capitasse in una
battaglia, ma la verità era che la giovane si sentiva
colpevole,
dannatamente colpevole. Sentiva che sarebbe dovuta essere sul campo
insieme ai suoi uomini, e non lì nella sua tenda.
Non era stata una sua decisione, ma lei avrebbe dovuto opporsi con
più forza. Si passò una mano sul volto, mentre
leggeva e
rileggeva il rapporto. Come se continuare a leggere quello stupidissimo
foglio potesse cambiare le cose...
Improvvisamente si udì uno schianto, e la testa di un bel
drago blu apparve a pochi centimetri da Nasuada.
"Saphira!" esclamò la giovane, colta di sopresa.
-Nasuada, devi venire
immediatamente!-
Il tono della dragonessa bastò a mettere la
regina dei Varden in allarme.
"Che cos'è successo?"
Saphira esitò un istante, guardando con apprensione la
giovane.
-Murtagh-
disse semplicemente alla fine. -E'
rimasto ferito gravemente.-
Nasuada si sentì svenire. 'Murtagh' e 'ferito gravemente'
non si sarebbero mai dovuti trovare nella stessa frase.
"No!" sussurrò con le poche forze che le rimanevano. Era
pallida, e tremava violentemente. "Dov'è? Che cos'ha?
Cosa...?"
-Calmati, ti prego,-
disse Saphira dolcemente.
"Non voglio calmarmi!" protestò con forza la regina dei
Varden,
sempre più pallida. "Voglio solo sapere dov'è
Murtagh!"
La dragonessa la considerò per qualche istante.
-Angela lo stava curando
quando sono venuta qui,- disse infine. -E' nella sua tenda.-
Senza curarsi di aggiungere altro, Nasuada uscì
dalla sua
tenda, e si mise a correre a perdifiato. Non le interessava che a
momenti si sarebbe dovuta riunire con gli altri per discutere della
battaglia appena avvenuta, delle strategie future e di altre cose che
in quel momento le sembravano totalmente sciocche e inutili.
Sicuramente Saphira l'avrebbe giustificata.
Non ci mise molto a raggiungere la tenda di Murtagh. Si
avvicinò a Castigo, che stava di guardia all'ingresso.
"Castigo!" disse affannata. "Come sta?"
Il drago la guardo con rabbia.
-Proprio tu vieni a
chiedermi come sta?-
Il suo pensiero era quasi un urlo. Nasuada rimase in silenzio, a bocca
aperta. Non era abituata a tanta ostilità da parte sua.
-Non ha magiato per
giorni, ha pianto più di una volta, non sorride dal giorno
in cui l'hai lasciato, ecco come sta!- gridò
ancora, con veemenza.
"Castigo, io..."
-Tu! Tu sei la causa di
tutto questo!-
"N-no..." protestò debolmente lei. Ma il suo
cuore dava ragione al drago.
-Ah no? Non sei la causa
del suo
dannarsi l'anima? Non sei la causa della sua decisione di combattere
oggi, nella speranza di smettere anche solo per un secondo di pensare a
te? Non sei forse la causa della distrazione che oggi gli è
quasi costata la vita? Guardami negli occhi e dimmi che non sei la sola
responsabile di tutto questo.-
Non se la sentì di negare, anche
perché il suo cuore ruggiva approvazione ad ogni parola di
Castigo.
"Io... non volevo!" disse invece. "Non avrei mai voluto fargli del
male!"
-Eppure l'hai fatto.-
replicò il drago con freddezza. -Ringrazia solo che Angela abbia
detto che sopravviverà.-
Nasuada sentì un enorme sollievo nel cuore.
Murtagh sarebbe sopravvissuto. Questa era l'unica cosa davvero
importante.
"Non per mia scelta," disse ancora. "Se avessi potuto scegliere..."
-Ce l'avevi una scelta,
e non stare qui a raccontarmi storie.- rispose Castigo.
-Potevi scegliere di ascoltare quel buffone di Eragon, o il tuo
compagno. Potevi scegliere se rendere felici i Varden, o l'uomo che
dicevi di amare. Potevi scegliere Orrin, o Murtagh. Hai fatto la tua
scelta, ora pagane le conseguenze.-
"Castigo, ti prego..." supplicò Nasuada. "Fammi
entrare, solo per un secondo. Voglio solo..."
-No.-
"Ti prego!
Ho bisogno di vederlo, di sapere che sta bene..."
-Ti do una mano io.- replicò
il drago tagliente. -La
sua faccia non è cambiata dall'ultima volta, e bene non sta
affatto, grazie a te. Finito?-
"Castigo..."
-Come se te ne
importasse qualcosa, poi!- aggiunse Castigo, con una
risata amara.
Fu il turno di Nasuada di arrabbiarsi.
"Come osi?" urlò. "Mi importa, e lo sai benissimo!
Altroché se mi importa!"
-Se ti fosse importato
avresti agito diversamente. Qui dentro non entri, dovessi passare sul
mio cadavere. E ora vat...-
Il drago si interruppe, come se qualcuno l'avesse
chiamato. Si accigliò.
"Castigo...?" tentò la giovane.
Lui sembrò essere riportato alla realtà dalla sua
voce. La considerò per qualche secondo.
Sbuffò sonoramente.
-Entra,- le
disse poi.
Nasuada rimase oltremodo stupita da questo improvviso cambiamento.
"Che cos...?"
-Se vuoi il mio parere,
non meriti di stare accanto a lui adesso,- disse il drago
senza troppi giri di parole. -Ma
là dentro c'è un Cavaliere profondamente
addormentato che
pare desideri molto averti accanto a sé, e io, al contrario
di
qualcun altro, scelgo di mettere al primo posto i suoi desideri e la
sua felicità.-
E si fece da parte.
La giovane si avvicinò all'entrata della tenda e,
lanciò
un'ultima triste occhiata a Castigo. Voleva bene al drago, le
dispiaceva aver perso la sua amicizia.
"Io capisco perché tu ce l'abbia con me, Castigo," gli disse
senza osare guardarlo. "Lo so che se Murtagh soffre la colpa
è
solo mia. Ma ti prego di credere che sono sincera quando dico che mi
dispiace, che non avrei mai voluto fargli male... io lo amo."
E, senza attendere risposta, entrò.
Appena vide il corpo di Murtagh sul letto, tutto il resto
sparì.
Il colore abbandonò definitivamente le sue guance, il suo
battito accelerò e i suoi occhi si riempirono di lacrime
mentre
si sedeva delicatamente sul letto e guardava il volto del ragazzo.
Molte ferite erano state già curate da Angela, altre
rimanevano a segnare profondamente il suo corpo.
Senza alcun desiderio di trattenerle oltre, Nasuada permise alle
lacrime di uscire e iniziare a scorrere sul suo viso, mentre prendeva
la mano del Cavaliere tra le sue, incurante del fatto che Arya, Orrin e
chiunque altro potessero entrare in qualsiasi momento.
"Mi dispiace," gli sussurrò tra le lacrime, stringendogli
forte la mano. "Mi dispiace tanto."
Murtagh percepì in qualche modo la sua voce nel sonno, e
aprì gli occhi.
"Nasuada..." mormorò a fatica.
"Murtagh!" esclamò lei, spalancando gli occhi per la
sorpresa. "Co-come stai?"
Lui accennò una risatina, ma dovette smettere subito,
perché ridere gli faceva male alle costole e agli addominali.
"Ho avuto giorni migliori," rispose, ma il suo volto sembrava sereno.
Nasuada abbassò lo sguardo.
"E' tutta colpa mia..." sussurrò, colma di vergogna.
Gli occhi del Cavaliere si accesero di stupore.
"Colpa tua?
Ma..."
"Sì, colpa mia! Castigo aveva ragione, non sarei nemmeno
dovuta venire... a che cosa pensavo? Scusami, io..."
Lasciò la mano di lui e fece per alzarsi, ma lui la
trattenne per un braccio.
"Nasuada, che cosa stai dicendo?" le chiese, confuso. "Che c'entra
Castigo? Che cosa ti ha detto."
"Niente che non sapessi già."
"Ma..." protestò Murtagh. "Non devi dargli ascolto. Non
pensa
lucidamente, è arrabbiato, sconvolto, preoccupato..."
"Per colpa mia!"
ripeté la regina dei Varden, che non sapeva darsi pace.
Il Cavaliere la guardò, senza sapere bene come comportarsi.
Lui
non la incolpava, non l'aveva mai incolpata di nulla. Lei aveva solo
fatto la scelta che riteneva più giusta, e Murtagh sapeva
benissimo che lei aveva sofferto almeno quanto lui.
"Ascolta," le disse alla fine, più serio che mai. "Non devi
sentirti in colpa. Non hai fatto niente, niente di
male. Non posso negare che... alcune tue scelte... mi abbiano fatto
soffrire... ma non ho la pretesa di essere stato l'unico dei due a
soffrire. Hai fatto quello che hai ritenuto giusto fare, e nessuno
può fartene una colpa."
"Ma ti ho permesso di combattere!"
Il Cavaliere scosse la testa.
"Davvero pensi che se tu mi avessi negato il permesso, questo mi
avrebbe fermato? Allora non mi conosci... io avevo deciso di
combattere, e nulla mi avrebbe distolto da mio intento."
"Però avevi anche deciso di stare con me, e io te l'ho
impedito. Io... ti ho ferito, ti ho lasciato."
Murtagh sorrise.
"Ma ora sei qui," replicò accarezzandole dolcemente gli
zigomi rotondi. "E questo è tutto ciò che conta."
Nasuada rispose al sorriso e chiuse gli occhi, ma quasi subito si
rabbuiò.
"Già, sono qui," confermò scostando il viso. "E a
che
scopo? Solo per illuderti ancora!" Abbassò lo sguardo e
iniziò a torcersi nevosamente le dita. "Sono un mostro."
Murtagh le alzò il mento, costringendola a guardarlo negli
occhi.
"Non sono un bambino, Nasuada," le disse con fierezza riprendendole la
mano, che lei strinse. "Non mi sono illuso che questo significhi che
tornerai con me. Hai preso un impegno ben preciso con Orrin e ormai...
lo devi rispettare. Ne andrebbe dell'alleanza col Surda, e quindi del
destino di Alagaesia, di tutto ciò per cui abbiamo lottato.
Hai
dato la tua parola e, per quanto mi faccia male, capisco che tu la
debba rispettare. C'è in gioco qualcosa di più
grande di
te e di me."
Sentirlo parlare così, con quella coraggiosa rassegnazione,
con
quella serena calma che, glielo leggeva negli occhi, nascondeva una
profonda disperazione, fu troppo per Nasuada. Fiumi di lacrime
scorrevano sulle sue guance, il cuore batteva troppo, troppo forte.
"Smettila," sussurrò. "Smettila di essere così
dannatamente perfetto e comprensivo, smettila di cercare di
confortarmi, mi fai sentire ancora peggio! Dovresti essere arrabbiato
con me. Dovresti urlarmi contro!"
"No," rispose Murtagh con fermezza. "Non posso essere arrabbiato
quando, nonostante tutto, tu sei qui; quando piangi per me e mi tieni
la mano in quel modo; quando, in breve, posso sentire così
chiaramente che mi ami."
Nasuada si appoggiò sul suo petto, stringendosi forte a lui,
che, superato lo shock iniziale, aveva iniziato ad accarezzarle
dolcemente i capelli.
"Certo che ti amo," confermò cercando la sua mano e
intrecciando
le loro dita. "E voglio che tu sappia che ti amerò sempre,
aldilà di tutto."
"Lo so," disse Murtagh sicuro. "E tu sai che ti amo e ti
amerò sempre anche io."
Nasuada annuì sul suo petto. Poi alzò lievemente
la
testa, e lo baciò. Un bacio desiderato, dolce e passionale.
Un
bacio che suggellava la promessa che si erano scambiati. Un bacio che
aveva un sapore amaro, perché era anche un addio.
Quando si separarono, rimasero stretti l'uno all'altra per un tempo
indefinito, per nulla ansiosi di uscire dalla bolla che si erano
creati e tornare alla dolorosa realtà.
Non potevano sapere che la loro conversazione era stata ascoltata da
qualcuno che era sfuggito agli occhi attenti di Castigo.
*To Be
Continued...*
DREAMGIRL'S NOTES
Salve!
Avete visto che capitolo lungo stavolta??^^
Però... che
depressione avevo quando ho scritto questo capitoletto?? O.o
ç_ç me triiiiiiiiiiiiiiiiiiste!
ç_ç Povero
Murtagghino, e povera Nasuadina, e povero Castiguccio
ç_ç
Ehm... ok, la smetto xD
Comunque, sì, è triste, ma sinceramente
è il mio
capitolo preferito della fic, infatti non vedevo l'ora di postarlo *-*
Senza ulteriori indugi, mi appresto a ringraziare ad personam!!;D
angela90:
Ma ciao!! Ho sempre avuto i tuoi stessi dubbi su Eragon, ma pare che
Paolini sia parecchio affezionato a questo personaggio, e pare anche
che molti/e fan la pensino come lui O.O a volte ho il dubbio di essere
io quella che non comprende il suo fascino e la sua
genialità...
U_U mpf... mpf... AHAHAHAHAH!! Che battutaaaaaaaa fascino e
genialitàààààà
xD Comunque
sì, Nasuada ha una grande abilità nel complicarsi
la
vita, ma io le faccio compagnia, quindi va bene così U.U xD
Sei
contenta?? E' tornato il romanticismo (diabete e carie U_U
xD)...^^ peccato che oltre che romantico sia anche triiiiiiste
ç_ç oh, beh, rimedieremo!!^_^ Intanto, ti
ringrazio per
la recensione e ti auguro buona Pasqua in ritardissimissimo ;)
p.s.:quella cosa è stata definitivamente inserita nel
prossimo capitolo^^
Amaerize: Mi
sa che ti ho fatto
sudare freddo di nuovo... xD Grazie per il perdono *-* sono contenta
che il capitolo ti sia piaciuto, sinceramente non era molto convinta,
perché era un capitolo un po' di transizione... ihihih
comunque
è vero che se Eragon è l'unico a darti ragione
devi
iniziare a porti serie domande sulla tua sanità mentale O.o
xD
Grazie per il commentino!!^^
tpxic: Sono
contenta ti piaccia^^... grazie del commento!!:DDD
Come sempre, grazie anche a chi ha solo letto!
1 bacio
DreamGirl
:)))
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