FATE&CHOICES
Nasuada annuì
sul suo petto. Poi alzò lievemente la
testa, e lo baciò. Un bacio desiderato, dolce e passionale.
Un
bacio che suggellava la promessa che si erano scambiati. Un bacio che
aveva un sapore amaro, perché era anche un addio.
Quando si separarono, rimasero stretti l'uno all'altra per un tempo
indefinito, per nulla ansiosi di uscire dalla bolla che si erano
creati e tornare alla dolorosa realtà.
Non potevano sapere che la loro conversazione era stata vista da
qualcuno che era sfuggito agli occhi attenti di Castigo.
13.
Prima del matrimonio - Nasuada
Nasuada era seduta nella
semi oscurità della sua tenda, immersa nei pensieri.
Pensava a Murtagh, al bacio che si erano scambiati nella sua tenda solo
pochi giorni prima.
Pensava alla sua vita, che entro poche, pochissime ore sarebbe cambiata
totalmente.
Pensava a Orrin, che la mattina seguente sarebbe diventato suo marito.
Una lacrima ribelle rotolò sulla sua guancia, ma lei se
l'asciugò immediatamente. Si era ripromessa di non piangere.
Aveva preso una decisione, e ora doveva andare fino in fondo.
Sospirò.
Non era così che si sarebbe dovuta sentire una sposa la sera
prima delle sue nozze.
Chiuse gli occhi e permise alla sua mente di rilassarsi e fantasticare.
Chissà come sarebbe stato essere sposata con Orrin...
provò ad immaginarselo.
Subito le si presentarono alla mente una serie infinita di immagini a
dir poco inquietanti*(n.b.: le tre proposte di seguito non sono che
alcuni esempi, e nemmeno tra le più terribili, per non
sconvolgere eccessivamente i lettori):
Nasuada in piedi, di
fronte a Orrin,
che tentava disperatamente di attirare la sua attenzione stringendo in
mano un rapporto militare della massima importanza mentre lui
guardava una provetta contenente un liquido non meglio identificato con
aria estasiata, quasi adorante in verità. Era fin troppo
chiaro
che il re fosse molto più innamorato di quel liquido dal
colore
nauseabondo che non di sua moglie.
Nasuada
che bussava
senza successo alla porta chiusa del laboratorio di Orrin, dall'altra
parte il re, occupato in chissà quale esperimento, che
nemmeno
sentiva i colpi alla porta. Attorno a lui, una moltitudine di bambini
dalla pelle scura e con la stessa identica espressione del padre, tutti
quanti intenti a venerare un becker ricolmo di un fluido dall'aspetto
melmoso.
Nasuada che
seguiva con un
machete dall'aria minacciosa Eragon, tutto intento a 'cercare di
salvare Alagaesia' (leggasi: 'provocare più problemi
di quanti non riuscisse a risolverne'), affiancata, per modo
di
dire, da un Orrin tutto preso dalla sua pipetta Pasteur, con la quale
stava tentando di versare su un vetrino una goccia di liquido
giallognolo. La real coppia seguita dalla schiera di pargoli di poco
prima che fissavano il vetrino come ipnotizzati.
La giovane aprì di scatto gli occhi,
rabbrividendo. Meglio non lasciar correre troppo la fantasia.
Il problema era che, per quanto quelle visioni fossero senza dubbio
esagerate, Nasuada non poteva fare a meno di pensare che fossero
assolutamente realistiche.
"Mia Signora?" la voce di Farica la distolse dai suoi pensieri.
"Dimmi,"
"Arya desidera vederti."
-Arya?-
pensò la regina dei Varden. Che cosa mai poteva volere Arya
da lei?
"Certo, falla pure entrare."
Farica si congedò con un inchino, e dopo qualche istante,
entrò Arya.
"Ciao," la salutò.
"Ciao," rispose Nasuada, abbozzando un sorriso di circostanza.
"Accomodati pure," aggiunse poi, indicandole una sedia accanto alla sua.
L'elfa si sedette con grazia, e volse il suo viso perfetto verso la
giovane, puntando i bellissimi occhi smeraldini nei suoi.
"Come ti senti?" le chiese, scrutandola con attenzione.
"Io... bene," mentì lei.
Arya considerò per qualche secondo la sua risposta.
"Nasuada," disse poi. "Dovrei parlarti di una cosa importante, vorresti
ascoltarmi?"
La regina dei Varden annuì, incuriosita dallo strano tono
dell'elfa.
"Bene," disse semplicemente Arya. "Nasuada, ci conosciamo da tanti anni
ormai. E... io ti considero un'amica, per quanto la nostra sia
un'amicizia inusuale, certo."
Nasuada sorrise. Non era mai stata certa di poter definire Arya
un'amica, eppure l'aveva sempre sentita vicina... forse
perché,
per quanto sotto certi aspetti fossero come il giorno e la notte, sotto
molti altri erano estremamente simili; anche quando le loro opinioni
non coincidevano, in qualche modo riuscivano a comprendersi e, senza
dubbio, tra loro c'era un rispetto straordinario.
"Ed è da amica che vengo a parlarti questa sera,"
proseguì l'elfa. "Tu sai quanto io ritenga importante la
vittoria in questa guerra, e sai che sarei disposta praticamente a
tutto per vedere i Varden trionfare finalmente su Galbatorix. Ma penso
che tu stia facendo un grande sbaglio."
La regina dei Varden la guardò per qualche istante.
"Non capisco di che cosa tu stia parlando," ammise alla fine.
"Del tuo matrimonio," rispose semplicemente Arya.
"Ma..." obiettò Nasuada. Non era preparata a questo. "Arya,
porterà solo benefici," iniziò a recitare quasi
meccanicamente ciò che si era detta per convincersi ad
accettare
la proposta di Orrin. "Cementerebbe l'unione tra i Varden e il Surda,
inoltre rafforzerei la mia posizione come capo dei Varden, e..."
"E tutto questo lo dici perché ci credi, o perché
stai cercando di convincere anche te stessa, oltre che me?"
Nasuada non rispose. Sentiva che non sarebbe riuscita a mentirle.
Arya sospirò.
"Nasuada, tu non hai bisogno di questo! Sono pronta a scommettere
qualsiasi cosa che Orrin non ci tradirebbe. Lui vuole sconfiggere
Galbatorix almeno quanto noi. E a proposito della sciocchezza del
rafforzare la tua posizione... credi davvero che sia necessario? I
Varden ti ammirano profondamente e ripongono in te tutta la loro
fiducia e le loro speranze. E tu li ripaghi con una grande forza e
dedizione. Non hanno bisogno di altro."
"E' quello che pensavo anch'io," disse Nasuada. "Ma poi Eragon ha
parlato di mio padre e..."
"Eragon?"
ripeté Arya
sbuffando. "Ti prego, dimmi che stai scherzando. Se riuscisse a tirar
fuori almeno una trovata intelligente per ogni dieci sciocchezze che
dice, a quest'ora avremmo già sconfitto Galbatorix, te lo
dico
io... e tu che stai anche ad ascoltarlo!" Scosse la testa. "Conoscevo
bene Ajihad, e sono certa che avrebbe semplicemente voluto vederti
felice."
-E' quello che ha detto
Murtagh...- non poté fare a meno di pensare la
giovane.
"E sono altrettanto certa," continuò l'elfa. "Che fintanto
che
continuerai ad essere un buon condottiero, ai Varden andrà
bene
ogni tua scelta... specie adesso che il tuo Cavaliere si
è dimostrato un così valido aiuto in
battaglia."
Nasuada ci mise qualche secondo per registrare ciò che le
era stato detto.
"Co-cosa?" balbettò alla fine, arrossendo violentemente. "E
tu come...?"
"Ti ho vista, l'altro giorno, quando sei entrata nella tenda di
Murtagh. Avevi un'aria sconvolta. Non so che cosa mi sia preso, in
tutta sincerità, di solito non gradisco che altri si
intromettano negli affari miei, così evito anche io di
impicciarmi negli
affari altrui. Fatto sta che, senza farmi vedere da Castigo, mi sono
avvicinata alla tenda, e ho sentito la tua conversazione con Murtagh."
"Oh," disse semplicemente Nasuada, senza sbilanciarsi.
"Nasuada, tu lo ami,"
disse l'elfa. "E lui ama te. E' troppo importante perché
finisca così."
"Ma Orrin..."
"Dimentica Orrin! Orrin capirà. Nasuada, io ho sacrificato
tutta la mia vita per questa guerra. Tutta!" La
guardò intensamente, con gli occhi che scintillavano di
tristezza e determinazione. "Non
voglio che tu commetta il mio stesso errore. Ne ricaveresti solo
sofferenza. Non sacrificare tutto per la guerra, o quando la guerra
sarà
finita, scoprirai di non avere più niente."
Nasuada rimase colpita da quelle parole, e ancor di più dal
fatto che Arya dimostrasse un così sincero attaccamento a
lei.
Le poggiò una mano sulla spalla.
"Grazie," le disse sinceramente. "Grazie di cuore, davvero."
L'elfa abbozzò un sorriso.
"Di niente," rispose. "Ora vado. Spero che tu... prenda la decisione
giusta. Buonanotte."
"Buonanotte, Arya."
Arya se ne andò, lasciando Nasuada sola con i suoi pensieri.
Certamente le aveva dato qualcosa su cui riflettere.
*To Be
Continued...*
*La direzione ringrazia calorosamente angela90 per le
"immagini inquietanti", e per ricambiare le dedica il capitolo.xD
DREAMGIRL'S NOTES
Salve!
Scusate
per l'ennesima volta il ritardo... le scuse le sapete già,
no? xD Compiti, interrogazioni, maturità...^^
Brevissimi
ringraziamenti ad personam e poi posto^^:
angela90: Sono
contenta che ti sia piaciuto il capitolo... Castigo non è
molto
delicato, ma d'altronde è così perché
il SUO ADORATO CAVALIERE
sta male... e questo lui non può tollerarlo non U.U Spero
che
anche questo capitolo ti sia piaciuto, soprattutto la parte da te
ispirata xD Grazie del commento!! :)))
Amaerize: Sono
felice che il cap ti sia piaciuto... e hai ragione, Eragon andrebbe
impiccato solo per il fatto di essere Eragon U.U nella mia fanfic
neanche Arya e Saphira lo sopportano (*l'autrice prova una sadica gioia
a far odiare da tutti il protagonista IDIOTA
che Paolini fa ingiustamente amare a tutti*--> vendetta,
tremenda vendetta!!xD). Grazie della recensione!!^-^
Ifigenia: Di
niente, figurati... non sai come ti capisco, spero proprio che Paolini
ci esaudisca... intanto noi possiamo sbizzarrirci con le fanfic!! Ah,
fanfic, fanfic... che cosa faremmo mai se non esistessero?? xD Come
vedi niente sommosse, anzi, la situazione inizia a sbrogliarsi... era
anche ora!! U.U xD grazie del commento!! ;DDD
Grazie
anche a chi a solo letto!!
1 bacio
DreamGirl
:)))
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