family 12
Ehm ehm...
*l'autrice fa capolino dietro alle quinte, sperando di non beccarsi
verdure volanti a causa del suo mostruoso ritardo*
Mi cospargo umilmente il capo di cenere (facendo attenzione ai capelli,
che li ho lavati ieri x) ) e vi chiedo perdono in ginocchio...
Ma l'importante è che sono qui adesso, no?
Allora, non perdo tempo rispondendo alle recensioni, che magari
inserirò a fondo pagina, ma vi metto subito il capitolo...
magari così deciderete di risparmiarmi la vita... anche se,
se
mi uccidete, non saprete mai come continua la storia... E fu
così che mi guadagnai l'immunità fino alla fine
della
storia... x) Poi mi sa che dovrò trovarmi delle brave
guardie
del corpo... ^.^"
Okay, basta con queste fanfalucche!!! Ecco il capitolo.
XoXo Silvy
Capitolo
12 - Start the Party!
Sophie pov
“Ragazze!! Scendete che è ora!!! Ci aspettano
sulla scogliera!!!”
Quando Jake ci chiamò dal piano di sotto, finii di farmi i
capelli (infilandoci un semplice cerchietto nero in mezzo) e guardai
Ness. Come me, indossava un semplice paio di pantaloncini corti e una
maglietta, con sopra un giacchino di jeans. I capelli erano raccolti in
una coda alta.
Scendemmo in salotto dove c’erano nostro fratello e Jake che
ci aspettavano.
“Billy non viene?” domandai, mentre Nessie era
occupata a... salutare, diciamo, Jacob.
“E’ già alla scogliera”
rispose Luke.
“Okay...” io e mio fratello ci avviammo alla porta,
quando
ci accorgemmo che gli altri due erano rimasti indietro, ancora presi
dai loro “saluti“.
“Ehi, piccioncini! Potremmo farla corta? Io ho
fame!” esclamai, fissandoli trucemente.
Loro si staccarono di botto e arrossirono, poi ci seguirono verso
l‘auto, Nessie con lo sguardo fisso sul pavimento e Jacob con
un
sorrisetto imbarazzato.
*10
minuti dopo - alla scogliera *
“Ciao a tutti!”
Salutai i licantropi con un sorrisone. Nonostante fossi una mezza
vampira, io li adoravo dal primo all’ultimo.
Adoravo Seth e Quil, sempre con la battuta pronta e ancora dei
bambinoni.
Sam, il capobranco, una guida per tutti i lupi di La Push.
Poi c’erano Jared e Embry, un po’ più
seri di Quil e Seth, ma comunque due grandi amici.
E c’era Paul... un po’ troppo irascibile, forse, ma
in fondo era simpatico.
E Leah... Leah era la sorella maggiore che non avevo mai avuto. Allegra
e solare, da bambina adoravo passare i pomeriggi a giocare con lei nel
nostro giardino.
“Ehilà! Come butta, gemelli?”
“Tutto alla grande!” esclamai, sedendomi fra Quil e
Seth.
“Vostra madre? Lei e Cullen hanno chiarito?”
“Uhm...” facemmo tutti e tre una smorfia in
sincrono
“Sì e no. Non ha voluto dirci nulla,
però almeno si
parlavano civilmente quando li abbiamo salutati prima...”
“E’ già un bel passo avanti, rispetto a
quando
minacciava di dargli fuoco” osservò Sam,
scatenando
l’ilarità intorno al fuoco.
“Davvero!” esclamò Jacob
“anche se di sicuro,
se avesse deciso di bruciarli, non mi sarei opposto...”
Leah gli fece la linguaccia. “Ovvio che non ti saresti
opposto!
Anzi! L’avresti aiutata molto volentieri,
ammettilo!”
Si strinse nelle spalle. “Può essere.”
Mi schiarii la voce. “Allora... Fra quanto si
mangia?”
Mandai giù l’ultimo morso del mio quinto hot dog
e, con un
sospiro soddisfatto, mi appoggiai completamente alla spalla di mio
fratello.
Quando tutti finirono di mangiare, calò un silenzio
strano... non imbarazzante, ma pieno di aspettativa.
Tutti si girarono verso Billy, il vecchio nonno di Quil, Sam e Jacob. I
quattro capi della tribù di La Push e membri del Consiglio
degli
Anziani... il che era un po’ un controsenso, pensando che in
realtà Jake aveva solo 21 anni... Ma l’importante
è
crederci.
Billy si schiarì la voce, poi iniziò a raccontare
una storia.
Inizialmente, cercai di prestare attenzione e di seguire lo svolgimento
dei fatti, ma dopo pochi minuti, come sempre, la mia mente
iniziò a divagare...
Chissà cosa stavano facendo mamma e papà in quel
momento?
Che stessero parlando? Magari quando saremmo tornati, avrebbero
già fatto pace...
E Alec? Era a caccia? Uffa...
Billy tacque e, al suo posto, iniziò a raccontare il signor
Ateara. Parlò di una lotta fra il primo branco dei lupi
Quileute
e alcuni vampiri...
Anche in questo caso, la mia mente non riuscì a stare
attenta per più di 10 minuti.
Poi, iniziai a fantasticare sulle battaglie a cui avrei potuto
partecipare se avessi fatto parte della Guardia degli zii... Epici
combattimenti, lotte all'ultimo... beh, forse non proprio all'ultimo
sangue, ma credo di aver reso l'idea... Piani di azione, strategie,
missioni di sorveglianza...
Qualcuno mi tirò una gomitata nelle costole, causandomi una
fitta di dolore... Ma che... EJ!
"Ahia, stronzo!" sibilai "Che vuoi? Mi hai fatto male!"
"Sof! Stanno parlando di papà! Ma possibile che non ascolti
mai niente?"
Uh? Parlavano di papà? Massé! Che due...
perché mi
perdevo sempre le parti più interessanti? Devo imparare a
restare concentrata e a non divagare ogni dieci secondi... Potrei farmi
dare ripetizioni da EJ... Lui è un asso a restare
concentrato su
qualcosa... riesce a leggere lo stesso libro senza perdersi in
fantasticherie anche per ore...
Ecco! Come volevasi dimostrare! Lo sto rifacendo! Uffa!!!
“... Ma il capo dei nuovi venuti parlò ad Ephraim
Black
con i modi di un uomo e gli giurò di non voler fare del male
ai
Quileute. I suoi strani occhi gialli, in qualche modo, provavano
ciò che diceva: lui era diverso dagli altri bevitori di
sangue.
I lupi erano in svantaggio numerico: non aveva senso che i Freddi
cercassero una tregua, quando avrebbero potuto vincerli.
Ephraim
accettò. I Freddi hanno sempre rispettato il
patto...”
Eccolo qua! Mi chiedevo quanto ci sarebbe voluto perché
tirassero in ballo “il grande patto”... o
“la grande
fregatura”, come l’ho molto gentilmente
soprannominata...
Beh, il soprannome originale era un po’ meno educato, ma
quando
mamma mi ha sorpreso ad usarlo me ne ha dette un sacco e una sporta,
perciò l’ho censurato...
Insomma, mi sembra proprio una stupidata che i vampiri, anche se
vegetariani, non possano entrare nel territorio del branco... Per
esempio... E’ una vera rottura non poter mai andare in
spiaggia
con Jane, ma soprattutto con Alec... Che palle!!!
Sventolai una mano in aria.
“Ho una domandaaaa!!!”
“Dì pure!” mi incitò Billy
“Allora! Ma perché il patto? Cioè,
capisco allora,
quando non sapevate se potervi fidare o meno, ma adesso, che bisogno
c’è? Tanto lo sapete che sono in grado di
controllarsi!
Mamma e noi tre ne siamo la prova vivente!”
I lupi tacquero un secondo.
“In effetti, la bambina non ha tutti i torti...”
ammise Seth.
Lo fulminai. “Se mi dai un’altra volta della
bambina o mi
chiami un’altra volta Lilian, giuro che di te non rimarranno
che
frammenti talmente piccoli che ci metterai un decennio a guarire
completamente!”
Alcuni risero, mentre Billy e il signor Ateara tacevano pensierosi.
“Al prossimo consiglio discuteremo se sia il caso o meno di
modificare o eliminare il patto...” decise Billy alla fine.
Annuii, soddisfatta. Questo è stato solo un piccolo passo
per
noi, ma è un grande passo per i vampiri,
nell’obbiettivo
della pace con i licantropi...
Uuuh!! Ma quanto ci so??? Potrei fare il... [NdA: qui Sophie guarda verso il
pubblico come se fissasse un punto lontano nella telecamera, come fanno
nei film] ... Presidente degli Stati Uniti
d’America!
Ahah! Viva me!!! [NdA:
Qui una Sophie in miniatura saltella sul posto battendo le mani]
Ricominciai a pensare ai cavoli miei, smettendo definitivamente di
prestare attenzione alle storie... solo quando i lupi presero fuori un
altro pacco di patatine aromatizzate alla paprika formato famiglia
emersi dalle mie fantasticherie... Che per la cronaca erano molto
affascinanti!
“Allora, Sophie... come ti sembrano i Cullen?” mi
domandò Sam
Mi strinsi nelle spalle.
“Non saprei... dopotutto li conosco solo da oggi
pomeriggio...
Comunque, così a pelle mi piacciono... Oh, e adoro Alice e
Emmett! Sono troppo forti!”
“Quali sono Alice e Emmett?” domandò
Quil, curioso.
“Alice è quella piccolina con i capelli neri che
non sta
ferma neanche a puntarle contro un lanciafiamme, Emmett è
quello
grosso che sembra un armadio a quattro ante!” spiegai.
Continuammo a chiacchierare a lungo, finché la luna non fu
alta
nel cielo e i suoi raggi spandevano una luce argentea sul nostro
cerchio di amici.
“Yawn!” Nessie sbadigliò vistosamente
“Credo
tia ora di andale a nanna...”disse, facendo la voce di una
bambina piccola.
“Tii!!” esclamai reggendole il gioco e iniziando a
parlare
come una bimba di tre anni “Voio andale a ninna... tono
tanca!”
I lupi risero alla nostra performance.
La serata si concluse così, fra baci e abbracci, saluti e
scherzi. Io e i miei fratelli lasciammo la scogliera accompagnati da
Jake, che spingeva Billy sulla sua carrozzina.
Raggiungemmo la casa una mezz’oretta dopo. Le luci erano
spente,
la porta era chiusa a chiave. Evidentemente, mamma era davvero andata a
caccia o da qualche altra parte!
Salii le scale velocemente: l’unica cosa che volevo era
cacciarmi
sotto le coperte al più presto, e farmi una bella dormita
lunga
almeno dodici ore, se non di più!
Mi infilai il pigiama che avevo messo in valigia e mi lavai i denti.
Poi, sprofondai nel mondo dei sogni ancor prima di posare la testa sul
cuscino.
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