Amore irrazionale- nemici, amici, innamorati di Soul Sister (/viewuser.php?uid=89966)
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Salve
a tutti^^ Sono tornata con un nuovissimo e appena sfornato chappy!
yeah XD
Beh, comincio col dirvi che questo è molto importante. è lungo, in
alcuni pezzi noioso, ma è essenziale. U.u chiedo scusa per eventuali
orrori/errori grammaticali, o obbrobri che potreste trovare durante la
lettura.
Stranamente, però, sono soddisfatta di questo capitolo. *sono molto
modesta XD*.
Allora...siamo rimasti al messaggio di jim. cosa fa la nostra nat??
bah. Perchè adam la guarda in modo strano? mistero. La cara kate, in
questo capitolo, non c'è. Come ho potuto non metterla?? * si
schiaffeggia da sola* beh, tanto sarà nel prossimo, necessariamente. ^^
Comunque, spero che vi piaccia. Ci vediamo di sotto!
buona lettura!
Capitolo
5: Condizioni estreme- ma piuttosto mi taglierei le vene!
La famiglia Brown
dopo un po’, decise di tornarsene a casa. Appena la porta d’ingresso si
chiuse,
non potei fare a meno che sospirare di sollievo. Sotto lo sguardo
intenso di
Adam, non ero riuscita ad articolare sillaba, immobile, pietrificata. I
suoi occhi
su di me, erano un qualcosa di assolutamente pesante, che mi metteva in
soggezione ed imbarazzo. Le mie dita, perciò, non erano riuscite a
comporre un
messaggio. Ero ancora nei ricevuti, sulla schermata del cellulare c’era
sempre
il testo che mi aveva fatto andare il cuore a mille e il cervello in
pappa per
la confusione. Più guardavo quelle parole, più mi convincevo che fosse
solo un
pessimo scherzo. Probabile che ci fosse lo zampino di Adam; era un buon
attore,
dopotutto. Quante volte se l’era cavata, dando la colpa a me, mettendo
su
quella facciata innocente e incantevole? Migliaia. E quindi, come non
potevo
avere il sospetto che ci fosse dietro lui? Sembrava davvero sorpreso e
confuso.
Magari, era andato storto qualcosa nel piano che avevano progettato.
Quindi,
decisi di non rispondere. Appoggiai il telefono sul tavolino al centro
del
salotto, e mi avviai verso il bagno. Urgeva doccia rilassante per
sciogliere i
muscoli e farmi dimenticare quegli occhi verdi. E la sua
sfacciataggine. E il suo
sorrisino. E... E basta!! Se fossi
andata avanti così, non sarebbe servita a niente. Tornai in camera mia,
e mi
gettai sul mio letto con un sospiro. Non avendo potuto dormire quella
mattina,
il sonno mi fece appisolare. Mi svegliai qualche ora più tardi, mezza
intontita
e con la mente totalmente annebbiata. Arrancai fino al salotto, e
chiamai i
miei. Non ricevendo risposta, vagai- o meglio, mi trascinai- per il
resto della
casa, constatando che non c’era anima viva. Arrivai in cucina, e notai
che
appeso al frigo- per mezzo di una calamita- c’era un foglietto: Tesoro,
stavi
dormendo così bene, che non abbiamo voluto svegliarti. Io e papà siamo
fuori
con i Brown, Rose è con Bryan. Ci vediamo stasera, bacio, mamma.
Sbadigliai. Bene,
ero sola in casa. Decisi di prendere il mio portatile, e mi stravaccai
sul
divano. Aggiornai il mio diario sugli ultimi avvenimenti, poi feci
partire un
film a caso, certa che mi sarei addormentata di nuovo. Ma non successe,
in
quanto, proprio nel momento in cui le mie palpebre stavano cedendo, il
cellulare prese a vibrare. Borbottai qualcosa senza senso tra me, e
afferrai il
telefono. L’ennesimo messaggio del giorno, ma questa volta era di
Susan.
Ciao Nat! Kim ha
organizzato una pizzata stasera...Sei dei nostri?
Avevo proprio bisogno
di svagarmi, quel giorno, e le mie amiche erano il rimedio ad ogni
problema. La
prima cosa che feci fu chiamare mia mamma.
≪ pronto? ≫ la sua voce squillante mi giunse all’orecchio, perforandomi
il timpano.
≪ mamma, stasera posso uscire con le mie amiche? ≫domandai a bruciapelo, senza girarci in torno. ≪ ciao anche a te, comunque io e Emma stavamo
proprio dicendo che volevamo uscire tutti insieme...Se ti dico di sì,
tu però
mi devi fare un piacere ≫ disse. Quell’affermazione, senza un motivo preciso, mi fece
gelare il
sangue nelle vene. Mia madre era davvero capace di tutto, anche di.. ≪ porti Adam
con te ≫, quasi non mi strozzai con la saliva, e incominciai a
tossire come una
fumatrice incallita.
≪ mamma, no, no!! ≫ risposi, rauca per la mancanza di ossigeno.
≪ allora non ti do il permesso. ≫ E riattaccò. Ma
che.. Mandai un messaggio a Susan, in cui le dicevo le condizioni
impossibili che mi aveva posto mia madre. Lei rispose semplicemente che
potevo
benissimo portarlo con noi, e che nemmeno alle altre dava fastidio.
Sottolineai
il fatto che lui era il mio acerrimo nemico, la mia nemesi, uno sputo
nell’occhio, un obbrobrio della natura, Mr Perversione in Stronzis, ma
Su
ribatté che, pur di avermi con loro, avrebbero sopportato il quinto
incomodo.
Digitai il numero di mia madre per la seconda volta, e la sua voce
seccata mi
accolse. ≪ Natalie, cosa vuoi ancora? ≫
≪ rilassati, mamma. Accetto le
condizioni ≫
****
Okay, Nat, respira...bene così, inspira ed
espira...
Era mezzora che
stavo aspettando Mr Perversione in Stronzis. Ovviamente,
era in ritardo.
Già dava fastidio di per sé la sua presenza, ma non bastava. Per
farmi
andare fuori dai gangheri lui ci stava mettendo ore per
allacciarsi le scarpe, porca di quella vacca! Appena fosse
uscito, gliene avrei dette quattro: oh sì.
Sentivo che mi sarei pentita della mia decisione di portarlo con me, e
già in
quel momento la coscienza mi voleva prendere a schiaffi per la mia
arrendevolezza. Ma cosa mi era saltato in
mente?!
Finalmente, si
decise a uscire. Stavo per cominciare a parlare, ma l’aria mi mancò
improvvisamente. Ammisi a me stessa, che, mio malgrado, stava davvero bene così. Non che avesse
qualcosa di così anormale- infatti era vestito con semplici jeans e
camicia-
eppure, era più carino del solito.
Ma cosa vai a pensare?! Mi ringhiò contro quella vocina petulante, che
proprio nei momenti drastici, tempo prima, mi aveva abbandonata.
Fortuna che
essa- niente di meno che la mia razionalità- era ricomparsa proprio
oggi. Mi
sarebbe servita eccome, quella sera.
Mi rivolse un
sorrisino malizioso, mentre mi osservava. Alzai gli occhi al cielo,
dandogli le
spalle, incamminandomi verso il centro. Mi raggiunse facilmente con due
falcate
silenziose, e si affiancò a me.
≪ vedi di comportarti bene, stasera. Mi hai già fatto tardare ≫ lo minacciai, con un’occhiata che non ammetteva
repliche. Lui, sempre con quel sorriso sghembo da infarto- ma
che vado a pensare?!-, si strinse nelle spalle, per poi fare un
saluto militare, ≪ agli ordini! ≫. Sbuffai per l’ennesima volta. ≪ ti do’ così fastidio, Miss Insalata? ≫ Assunsi un’espressione fintamente pensierosa, portandomi
un indice al mento. ≪ vediamo...SI! ≫ sibilai.
≪ potevi anche non accettare. Avrei preferito uscire con i
miei amici, piuttosto
che essere qui con te. ≫ Confessò, sfacciato, e chissà perché m’infastidì. Beh, era
normale: ogni
cosa lui dicesse, mi faceva arrabbiare come una belva.
≪ non potevo andare io, se non fossi venuto tu. Mia madre è
stata chiara. ≫ Dissi a mia volta, apparendo più fredda e cinica
del dovuto, forse. Era stata davvero crudele. Mia mamma sapeva bene
quanto io e
Adam non ci sopportassimo, soprattutto perché i nostri vivaci
battibecchi erano la causa di molte mie punizioni. ≪ perciò, stai buono. ≫
Proseguimmo in
silenzio, uno a fianco all’altra. Ogni tanto, lo vedevo lanciarmi
occhiate, che
inevitabilmente mi facevano diventare un pomodoro. Cercavo in tutti i
modi di
nascondere il mio viso rosso con i capelli, o voltandomi distrattamente
dall’altro lato rispetto a lui. Sembrava divertito dal mio
comportamento,
quasi. Faceva apposta, probabilmente, godeva nel vedermi arrossire come
una
scema. Infilò le mani nelle tasche, tornando a guardare davanti a sé. ≪ Perché non hai messo quella bella minigonna che
hai nel tuo armadio? ≫ chiese, con un sorrisino di scherno, o forse malizioso. Mi
bloccai,
impuntando i piedi a terra. ≪ cosa?! ≫ la voce mi uscì stridula. Lui scoppiò a ridere,
tenendosi la pancia, neanche avessi detto quale barzelletta. Forse, la
mia
espressione scioccata era troppo esilarante, per lui. ≪ come fai a sapere…?! ≫ chiesi, arrabbiata e imbarazzata. ≪ mi hai guardato nel guardaroba! ≫ accusai. Lui, dal suo canto, vedendo che mi
avvicinavo con l’intento si strozzarlo, alzò le mani come protezione. ≪ ehi, non ho frugato in nessun cassetto! Me l’ha
detto Kate! ≫ affermò, con un sorrisino divertito. Mi bloccai, prima che
commettessi
l’omicidio. ≪ ah ≫ fu la mia risposta molto intelligente. ≪ anche se avrei potuto… ≫ mi riscossi subito, zittendolo immediatamente. ≪ NON pensarci nemmeno! ≫ sbraitai, additandolo. Lui ridacchiò. ≪ okay, okay.. ≫
Osservai
l’orologio, e –merda!- eravamo un bel
po’ indietro nella tabella di marcia.
≪ muoviti, siamo in ultra ritardo! ≫ esclamai, cominciando a camminare molto
velocemente, quasi correndo. Lui stava al mio passo tranquillamente,
con un
sorrisino strano sul viso. Mi chiedevo cosa avrebbero pensato i nostri
compagni, a vederci così vicini, diretti alla stessa meta, senza che ci
prendessimo a botte ogni due passi. Doveva essere parecchio strano, ma
per
fortuna, non avevamo ancora incontrato nessuno. Arrivammo – io col
fiatone e la
lingua fino all’asfalto, mentre Adam con un sorriso sereno e il respiro
regolare- davanti al locale, dove le mie amiche ci guardavano non
troppo affabili.
Kim sbatteva convulsamente il piede sul terreno, guardandomi con un
sopracciglio alzato. ≪ cos’è, vi eravate appartati? ≫ trucidai con lo sguardo la mia amica, che mi
sorrise innocente, ≪ mi è scappato ≫. Era una
scusa?
≪ be’, Kim la conosci…Loro sono Susan e Megan. Ragazze, Mr
Perversione in
Stronzis ≫ Lui mi guardò accigliato, poi sorrise affabile alle mie
amiche.
≪ piacere, Adam ≫ Gli occhi delle mie compari– Su e Meg- divennero dei
cuoricini
intermittenti. No, non loro‼ Non
abbandonatemi, ragazze!
≪ bene, ora entriamo ≫ dissi secca, prendendo le due sciagurate per le braccia e
trascinandole di
forza. Kim ridacchiava, dal canto suo, seguendoci, affiancata da MP (Mr
Perversione). Il locale era davvero carino, accogliente, l’ideale
comunque per
noi giovani pazzi scatenati. Ci sedemmo al nostro tavolo, e, con mio
grande
(dis)piacere, MP si mise accanto a me.
≪ allora, Adam, come te la passi? ≫ Kim non poteva fare domanda più assurda: era
ovvio che si stesse divertendo un mondo a farmi innervosire
all’inverosimile.
Glielo si leggeva in faccia, era disegnato sul suo viso: sì proprio
quel
sorriso da angioletto, arma letale, era ciò che più di detestabile
avesse. Finto
pacifico, ecco cos’era. Quando assumeva quell’espressione, voleva dire
che
tramava qualcosa; e io lo sapevo bene, troppo. ≪ be’, piuttosto bene, oserei dire. ≫ e sorrise gentilmente alla mia migliore amica.
Lei ricambiò, poi i quattro cominciarono un discorso, a cui io non
partecipai,
troppo impegnata ad incenerire MP con lo sguardo. Era un vero peccato,
che
quella facoltà tanto agognata di disintegrare gli scarafaggi
con gli occhi non si fosse ancora resa utile. Ridevano e
scherzavano come dei vecchi amiconi, ignorandomi bellamente. Cos’è che
aveva
detto Su? Pur di averti con noi, lo
sopporteremo. Il punto era che la situazione era un po’ diversa.
Erano
affiatati, le mie amiche si divertivano
con lui. E non mi cagavano nemmeno di striscio. Non ero gelosa, o
invidiosa; semplicemente mi dava fastidio che quell’ornitorinco
conquistasse la
stima e la simpatia delle mie amiche. Probabile che fosse una causa già
persa,
e lo potevo intuire dagli sguardi estasiati delle mie ormai vecchie
amiche. Ma perché tutte a me?! Sola, senza nemmeno
un sostegno... che destino crudele! Beh, s’intuiva fossi un tantino
tragica, ma avevo tutto il diritto di credere che ormai Susan, Megan e
–
purtroppo- anche Kim, fossero indiscutibilmente dalla sua parte. Sacrebleu!
≪ beh, ma non ho ancora capito perché ti va piuttosto bene... ≫ riprese Megan, ancora ilare per la precedente
risata. Adam fece il sorrisino-
proprio quello sghembo, malizioso, quello micidiale per il genere
femminile- e si sporse in avanti. Le mie
amiche lo imitarono, come se dovesse dir loro chissà quale segreto.
≪ beh, sono circondato da belle ragazze: è il sogno di ogni
uomo. ≫ rispose. Le mie amiche, sceme fino all’osso,
ridacchiarono, probabilmente lusingate. Non ci vidi più. Mi alzai di
scatto,
tenendo i palmi aperti sul tavolo. Cercando di mantenere la calma,
affermai: ≪ Adam, ti potrei parlare? In privato. ≫ Le mie amiche mi lanciarono delle occhiate
maliziose, a cui cercai di non far caso. Brown chiese scusa
gentilmente,
seguendomi verso l’esterno del locale. ≪ti vedo silenziosa stasera ≫ osservò, ma io ignorai l’affermazione. Mi voltai
di scatto, guardandolo truce, ≪ smettila. ≫ sibilai. Lui mi guardò confuso, e lo sembrava
davvero. ≪ prego? ≫ domandò, accigliato.
≪ piantala di abbacinare le MIE amiche, sorcio che non sei
altro! ≫ ringhiai. Lui mi osservò per un secondo, per poi
aprirsi in un sorrisino compiaciuto, ≪ sei gelosa ≫.
Strabuzzai gli
occhi. Certo che ne aveva di fantasia! ≪ ma non farmi ridere! ≫ sbottai.
≪ e allora perché sei arrossita? ≫ Io,
arrossita? Ma quando mai!
≪ non sono arrossita≫
≪ no, sei solo bordeaux. ≫ commentò, ridacchiando. ≪ e se non è
perché ho detto questo...è perché la mia presenza ti mette in
imbarazzo... ≫ disse, avvicinandosi più a me. ≪ la tua presenza mi da solo molto fastidio ≫ ribattei decisa, sperando che non si sentisse l’agitazione
nella voce.
Avanzò ancora, e mi intrappolò per una dannata seconda volta, tra le
sue
muscolose braccia, il suo muscoloso petto, e il muro. Probabilmente, la
tonalità di rosso divenne più accesa, mentre il suo sguardo diventava
sempre
più intenso e, incredibilmente, sempre più serio. ≪ vedi, - mi sfiorò la guancia con la mano, in un tocco caldo
e leggero- sei
arrossita ancora di più. Sono io a farti quest’effetto. E sei pure
gelosa. ≫ disse, per poi lasciar cadere le braccia.
Voltandomi la schiena, ritornò all’interno, e io – che cercavo
di
regolarizzare il respiro- lo seguii poco dopo, maledicendolo
all’infinito per
farmi provare certe cose, per rendersene conto, e per approfittarne. Le
ragazze
mi guardarono in un modo strano, ma ero troppo scossa per tentare di
decifrare
le loro espressioni.
Gelosa.
Che gran cagata.
Io non potevo essere gelosa di lui:
io lo odiavo. Probabilmente, il suo ego era così montato, da pensare
che tutte
le ragazze gli cadessero ai piedi. E in quel ‘tutte’,
c’ero pure io. Ma non era verosimile, come cosa; io MAI,
sarei potuta cadere nel suo tranello. Mi chiedevo- in quanto lo
ritenevo
impossibile- come potessero le altre ragazze, innamorarsi di lui. Okay,
era da
ammettere che fosse di bell’aspetto, e passi che fosse un bravo
fratello, ma i
dispregiativi erano molti di più. Odioso, montato, cafone, arrogante –
più
altri aggettivi assolutamente negativi che non elencherò... Ed infine,
il fatto
che fosse un collezionista di ragazze, chiudeva il suo curriculum in
modo
pessimo. Detto ciò, era chiaro che a me, Adam James Brown, non sarebbe
mai
piaciuto; era da escludere. Di ragazzi ce n’erano a bizzeffe, cento
volte più
carini di lui, e con un carattere migliore. Cadere nelle grinfie di un
dongiovanni non era nelle mie prerogative.
Casanova voleva
dire sofferenza, e nessuno avrebbe voluto star male per amore. Io
speravo non
mi capitasse mai. Tantomeno, a causa di quel playboy delle mie
sneakers.
≪ Nat, ehi Nat, mi hai sentita? ≫ mi richiamò Susan, schioccandomi le dita davanti al naso.
Scossi la testa,
ritornando con l’attenzione sulle mie amiche. Ma come avevo potuto
farmi patemi
mentali del genere? Non era mai capitato, e non volevo cominciare a
farmeli per
un’affermazione- per giunta fasulla- di quella testa di carciofo.
≪ mi stavi ascoltando, almeno? ≫ ripeté, con un’espressione scocciata. Feci un sorrisino
imbarazzato di
scuse, ≪ ho detto se... ≫ la sua frase, fu interrotta dal vibrare rumoroso del mio
cellulare. Mi
lanciò un’occhiataccia, ma io che ci potevo fare? Mi chiesi chi potesse
essere,
in quanto le mie amiche- uniche persone che avrebbero mai potuto
mandarmi un
messaggio- erano lì di fronte a me. Recuperai il telefono dalla tasca,
e lessi
di nuovo quel cavolo di numero sconosciuto- di cui ora, purtroppo,
conoscevo il
proprietario. Probabilmente sbiancai, perché le mie amiche mi chiesero
più
volte se stessi bene. Non era uno scherzo,
mi suggeriva la vocina, Brown non
c’entrava nulla.
Ma io aborrivo
quell’idea. Non poteva essere che proprio il migliore amico del mio
peggior
nemico, provasse una minima simpatia nei miei riguardi. Era una balla.
E,
ritornando alle mie precedenti elucubrazioni, non volevo essere
immischiata in
una relazione con un playboy. Jim Wilson era,
e rimaneva, per me, un dongiovanni,
quasi alla pari con Brown.
Pigiai l’okay,
per sapere cosa mai quel tizio mi avesse scritto. Di nuovo.
Ciao, sono ancora
io. Ci vediamo al monumento, spero verrai. ;* Jim
Oh My Volvo! Ma questo si era fatto qualche film mentale.
In quel momento,
mi era chiara solo una cosa: NON saremmo mai passati di lì, per nessuna
ragione
al mondo!
≪ Chi è? Comunque, ti stavo chiedendo se ti
andrebbe di andare in piazza, dove c’è il monumento. Ma sì, il posto di
ritrovo
di tutti i ragazzi! Gli altri sono d’accordo. ≫ affermò, mentre le mie amiche annuivano. E te
pareva!
...
≪ no, vi prego, no‼ ≫
implorai, mentre Kim e Meg mi trascinavano.
≪ guarda che né io né i
miei amici mordiamo! ≫
≪ taci Brown! ≫ ringhiai,
trucidandolo con lo sguardo. Scommettevo ogni
cosa possedessi, che appena avesse intuito la mia paura, avrebbe fatto
di tutto
per appoggiarmi. Ma Adam era così ottuso, da non rendersene conto.
Oppure,
c’avevo azzeccato: era tutta una candid camera. E magari le mie amiche
erano
complici.
Purtroppo, dovetti
rassegnarmi, e seguirle. Mentre passo
dopo passo ci avvicinavamo- mentre imminente arrivava la mia
figuraccia, più
che altro-, maledivo in ogni lingua che conoscevo la persona che aveva
dato il mio
numero a Wilson. Perché- perché-
avevano violato la mia privacy, consegnando nelle mani di un bifolco
pervertito, il mio sacro numero di cellulare?
Chi era stato così stolto, da far accadere una tale blasfemia,
conoscendomi? Beh, chiunque egli- o ella- fosse, non aveva vita lunga.
Appena
mi fosse capitato/a tra le mani, l’avrei spappolato contro il
pavimento, e ci
sarei passata sopra con un tir. Non volevo passare per una pazza
killer, ma era
la pena giusta per aver fatto un errore/orrore così. Giungemmo alla
piazzetta,
e, ovviamente, le ragazze e Adam notarono anche l’infausta presenza del
gruppo
degli abominevoli ragazzi playboy. L’attenzione fu reciproca,
soprattutto dalla
parte di un tipo in particolare. Corse- praticamente- da noi, con un
sorriso soddisfatto
sul viso.
≪ allora hai ricevuto il
mio messaggio! Perché non mi rispondi? ≫ Avvampai, e
cominciai a farfugliare cose incomprensibili, che volevano significare ‘gira a largo brutta bestia, e non
infastidirmi più’. Peccato che non
riuscissi a formulare una frase di senso compiuto. Le mie amiche mi
lanciarono
un’occhiata confusa, mentre notavo Adam guardarci in modo strano.
Sentivo il
mio cuore battere all’inverosimile, pulsava nelle mie tempie, e il
sangue,
pompato abbondantemente, mi colorava le guance. Sentivo le orecchie
fischiare,
tanto era il fastidio, e in più sentivo un nodo alla gola. Avevo gli
occhi di
tutti puntati addosso, e non riuscivo più a capire niente. L’imbarazzo,
sommato
al senso di nausea che mi colpì, non mi fece articolare parola.
≪ ehi- Jim notò la figura
di Adam, vicino a Kim-, guarda guarda! Amico,
potevi chiamarmi, sarei uscito anch’io con voi! ≫ esclamò. Poi tornò a
guardarmi. In quel momento, un
capogiro forte mi colpì, e perdendo l’equilibrio, mi appoggiai a lui.
≪ Natalie! ≫ le mie amiche
mi sorressero, aiutate da Jim,≪ Cos’hai? ≫
domandarono. Ma sentivo sempre tutto più ovattato, più confuso, come
all’aldilà
di una barriera. Tutto poi fu così veloce e confuso che, al momento,
non me ne
resi conto. Un conato di vomito mi colpì, e portai istintivamente alla
bocca le mani.
Ma il bisogno di rigettare fu accantonato, quando persi tutte le forze,
e gli
occhi mi si chiusero.
...
≪ come sta? ≫
≪ stai tranquillo, ragazzo.
E’ solo svenuta ≫
≪ ma stava per vomitare,
era rossa e.. ≫ La voce profonda, maschile, dall’aria distaccata,
rassicurò il proprietario di quell’altra voce, familiare. Ero
cosciente, ma
stanca. Troppo stanca per alzare le palpebre, o per capire chi fosse
quella
persona. Non sapevo dov’ero, né cosa fosse successo, sentivo solo un
odioso e
pungente odore di disinfettante, e una spossatezza incredibile. Il
silenzio che seguì
la spiegazione, venne riempito da un pulsare frenetico, quando qualcosa
di
caldo afferrò la mia mano. Era il mio cuore, quel rumore che rimbombava
nelle
mie orecchie. Ma non feci in tempo a chiedermi il motivo, perché venni
presa da
un attacco di sonno, che mi fece sprofondare di nuovo nell’incoscienza.
Quando
riaprii gli occhi, istintivamente guardai al mio fianco. Jim mi
stringeva la
mano, guardandomi in un modo strano. Sembrava preoccupato.
≪ ehi, ti sei svegliata ≫
disse, sorridendomi. Portai una mano alla fronte, ma
sentii un dolorino pungente, e notai il tubicino della flebo fissato al
mio arto per
mezzo dell’ago. Sbiancai: odiavo gli aghi, e per fortuna ero
incosciente mentre
mi bucavano, o sarei morta di terrore. ≪ ci hai fatto prendere uno
spavento,
piccola! ≫ esclamò, accarezzandomi la mano libera. Pensai che il suo
tocco, non
era quello che avevo sentito prima. E il mio cuore, che batteva
silenzioso, ne
era la conferma. O forse, ero solo intontita prima, ed era stato tutto
un
sogno. ≪ Nat, fuori ci sono i tuoi e le tue amiche. Gli dico che
sei sveglia? ≫ domandò gentilmente. Io annuii piano, e lui si alzò,
lasciandomi un bacio sulla fronte, uscendo. Ne rimasi quasi scottata,
oltre che totalmente cioccata. Non mi aspettavo quel gesto da lui. Mi
aveva sorpreso. Ma altro che film, quel tipo.
Subito dopo entrarono i miei e le
mie amiche, decisamente tutti troppo preoccupati. ≪ oh, tesoro mio,
stai bene?! ≫ mia madre mi riempì di baci e di carezze. Rose mi
abbracciò stretta, facendo attenzione, e mi guardò accigliata: ≪ hai
fatto indigestione, Nat. Ci hai fatto morire di
paura, per un’indigestione! ≫ mi sgridò. Io sorrisi
appena della sua apprensione. Mi
sommersero di domande e di premure, e tutti mi ricordarono che non
avrei
mangiato fritto per un bel po’. Meglio essere prudenti. Papà mi
accarezzò la
testa, con un appena accennato sorriso.
≪ quando Adam ci ha
chiamati... ≫
≪ vi ha chiamati Adam? ≫mi fu
inevitabile domandarlo. Lui annuì, semplicemente. Dopo il suo racconto,
di come
si sentissero tutti così spaventati, espressi il desiderio di stare un
po’ da
sola. Usai la scusa del riposare, a cui Rose obbiettò prontamente: ≪
hai dormito per dodici ore! ≫Strabuzzai gli occhi -non credevo di aver
riposato così per così tanto tempo- ma richiesi, per piacere, di essere
lasciata in pace, e così se ne andò pure lei. In effetti, non ero
stanca, ma
sentivo di dover rimuginare un po’. Quel giorno, la mia mente era
intasata di
domande, e dovevo prima far luce con i miei pensieri, per giungere a
delle
conclusioni razionali e giuste.
Primo: mi chiedevo se Jim
fosse stato accanto a me tutto
il tempo, mentre dormivo.
Secondo: non mi spiegavo
perché fosse stato proprio Adam
a chiamare i miei.
Terzo: non sapevo se le
attenzioni che Jim mi riservava,
mi piacessero o meno.
Insomma, per le prime due
domande potevo chiedere ai
diretti interessati, la terza era una cosa mia. Jim era carino- molto-
e si
era rivelato gentile e davvero interessato a me. Non sapevo se pensare
di
piacergli, oppure cancellare quel dubbio dalla mia mente senza avere
una
risposta concreta. Anche perché molte volte, non sapere era meglio. Ma,
se nel
caso lui fosse stato davvero invaghito di me, io ne sarei stata
contenta? Lui mi
sarebbe mai potuto piacere in quel senso? O sarebbe rimasto eternamente
nei
miei pensieri come il migliore amico della mia nemesi?
≪ ehi... ≫ il mio
cuore perse un battito, forse per lo spavento. Era l’ultima persona che
mi
aspettavo entrasse. Richiuse la porta alle spalle, e si sedette sulla
sedia
accanto al mio letto. ≪ come stai? ≫ domandò gentilmente. Cercavo i
suoi occhi, ma non li
trovavo; teneva lo sguardo basso, non osava alzarlo e mostrarsi a
disagio. ≪ non immaginavo che saresti entrato. In realtà, ero
convinta non ti fossi nemmeno sprecato a venire qui ≫ rivelai, eludendo
la domanda. La verità, era che mi
sentivo dannatamente tranquilla. Niente rancore, niente ribrezzo.
Sentivo di
dover essere sincera, di dovermi comportare- per una volta- civilmente
con lui.
Probabilmente mi avevano imbottita di calmanti, per quello ero nella
fase ‘peace&love’, della serie ‘ama il
tuo nemico’. Altrimenti, davvero,
non me lo spiegavo. Di certo, a mente lucida, non sarei mai stata
contenta di
vederlo. Lui mi guardò accigliato: ≪ non riesci
proprio a gettare l’ascia di guerra per due secondi? Sto cercando si
essere
civile con te, non rendere le cose
più difficili. ≫
≪ nessuno te l’ha chiesto ≫
ribattei, sfidandolo. Chiuse gli occhi, serrando la mascella, e
inspirando
profondamente.
≪ senti. Non sto dicendo
che mi devi sorridere o
dimostrare qualsivoglia segno d’affetto, semplicemente, toglimi questo
peso:
stai bene, ora? ≫ chiese, guardandomi negli occhi. Lo
guardai in cagnesco:
≪ sei arrivato tu, e hai mandato a benedire quel senso di
pace interiore che sentivo. Quindi, no, ora che ci sei tu, non sto
bene! ≫ che enorme balla,
che avevo detto. Ma ad alta voce, non avrei mai ammesso che ero
terribilmente ed erroneamente lusingata dalla sua presenza qui, né che
quel
senso di pace me lo stava trasmettendo lui, con la sua presenza.
≪ bene. ≫
≪ bene. ≫ risposi
secca. Lui si rialzò, con l’intenzione, probabilmente, di uscire di
nuovo.
Rimase fermo, davanti alla seggiola, si sistemò i capelli con la mano,
sulla
fronte, sbuffando. Sembrava come diviso in due, titubante, in stallo
tra due
decisioni.
Vattene!
Rimani!
Si risedette.
Probabilmente, i suoi dubbi erano se
andarsene o rimanere. La mia parte stupida, imbottita di medicinali
dagli
indicibili effetti indesiderati, esultò. Nascosi un sorrisino, quando,
imbarazzato, si guardò in torno, cercando di non incrociare il mio
sguardo.
≪ posso fare qualcosa per
te? ≫ domandai, con una punta d’ironia nella voce.
≪ nelle tue condizioni, non
credo ≫ rispose, guardandomi e sorridendo. ≪ ma ti sei resa conto che
io, in questo momento,
approfittando della tua momentanea immobilità, potrei vendicarmi per
l’Addy? ≫ domandò, con aria saccente, appoggiando il gomito sul
materasso e sostenendosi il viso con il palmo della mano.
≪ e saresti così vile da
vendicarti con una povera malata?
≫ feci un’espressione contrariata, scuotendo la testa, ≪ non si fa. ≫
Trattenne a stento un
sorrisino; questo scambio di
battute stava divertendo entrambi.
≪ e se lo fossi? ≫ ribatté,
≪ e se ti punissi con la tortura che più ti causerebbe
problemi? ≫ fece, con un’aria attenta, seria. Questo lo faceva
apparire più sadico.
Lo guardai scettica: ≪ più
di un ago nel braccio, niente mi potrebbe turbare di più ≫
≪ e se ti baciassi? ≫
eccomi qua. Allora, soddisfatti o rimborsati?? XD
No, sinceramente, spero vi sia piaciuto almeno un po'.
...
Secondo voi, a jim piace davvero nat? e lei, cosa farà alla proposta-
sadica- di adam?
(io accetterei, sinceramente, se fossi in lei. ma vabbè, sono di parte
XD)
comunque, mi sa che ho esagerato con la storia dell'indigestione, ma mi
è uscita così. *sto impazzendo ragazze!!! * quindi, aspettatevi di
tutto nei prossimi capitoli.
a proposito. Io partirò il
10, e tutte le mie storie- questa compresa- sono sospese fino al 25.
non so ancora come farò senza scrivere certe cavolate, spero di trovare
del tempo per portarmi avanti con i capitoli, almeno. waaaah, sono
depressa. t_t
comunque.
risposte alle recensioni****
(che, wow, mi rendono superfelicissima!! thanks a tutte!!)
Mikela_esme_cullen: ma ciao, Michi!! Che bello sentirti
anche qui!! XD
innanzitutto, grascie mille per la recensione!! Smettila di farmi
complimenti!! Ps: non vedo l'ora che aggiorni la tua fic!!
Un bacio!!
sonoqui87: ciao!! prima di tutto: grazie,
grazie, grazie per il commento. *-* mi fanno sempre piacere le tue
recensioni!
Sono felice che la storia ti piaccia a tal livelli XD Ehi, ho
aggiornato il piu spicciamente possibile stavolta U.U
Hehe, Adam in questo capitolo ti è piaciuto?? E' così...cuccioloso...
*ç* XD ^^"
Al prossimo capy!! bacio
kyuugo: ma ciao! grazie per il commentino,
mi ha reso super gongolante XD
Ho aggiornato il prima possibile U.U Peccato che ora non potrò piu
farlo per un po -.- T_T
Beh, spero che questo ti piaccia. Bacio ^^
Nusia: Oddio O.O Tu, commenti una mia
storia!! Oddio, ne sono ONORATA!! *-* (mi inchino a te!)
Quando ho visto che eri tu, quasi non mi mettevo a urlare. Sono felice
che ti piaccia la storia U.U Ovviamente, rispetto alle tue, be', è
cacchina... -.-"
Ma sono felicissima comunque!! Grassie grassie!
E comunque, hai ragione, a Nat non è così indifferente Adamuccio... XD
E Kate, eh... la nostra piccola cupido XD
Eheh, già Jim complica le cose UN SACCO. U.U XD
Now, vado. Bacio!!
amylee: ehy!! Sadico neh, AdamXD Voleva
stuzzicarla...
Questo capitolo ti è piaciuto?? spero proprio di sì. U,U Ovviamente,
lui non si astiene sempre dal provocarla. XD
Grazie mille per la recensione, un bacio!! ^^
mayetta: Sono spiacente, questo non è un POV
Adam, ma prometto, prima o poi ci sarà U.U E ovviamente, deluciderà un
po' la situazione.
Già, è parecchio lunatico, ma è fatto così. Non sarà mai normale,
credo. XD
Per l'interesse... Bah, io non dico nulla XD *sadica* mwahhaha, lo farò
penare un bel po' questo ragazzo XD
Grazie per la recensione!! Spero che questo ti sia piaciuto!! ciau
saketta: Grazieeee!! XD Mi ha fatto
piacerissimo la tua recensione * io che mi inchino*
Sarà geloso?? mah. Spero che questo capi ti piaccia ^-^ ciau!!
piaciuque: Ma Grazieeee!! Troppo buona!!
Strepitoso no, dai...
eh, per quel bacio... Chissà, chissà. Non dico nulla, sto zitta XD
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! Ciauuu^-^
Beh, detto tutto, vi saluto!! Al
25!! XD
ciauuuuu!!!
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