Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Soul Sister    06/08/2010    9 recensioni
Dal primo capitolo:La mia vita era sempre stata come una di quelle sit com americane, piena zeppa di colpi di scena, ma sempre prevedibili. Di quelle con teenager alle prese con qualche cretino super-figo che le tormenta e rende la loro vita un inferno, ma che, inevitabilmente, poi, le fa innamorare di lui come delle povere pere cotte.
Ma, fortunatamente, io non ero la classica ragazza da sit com che s’innamorava del cretino della città. Io ero la teenager che affrontava il deficiente in questione, perché, purtroppo, anche nella mia prevedibile realtà, lui esisteva.
Non poteva mica non esserci. Perché quella presenza era peggio di una piaga in via di putrefazione, un porro peloso, un foruncolo, e resisteva.
Ma, se nelle sit com, poi diventava l’eroe, si poteva star certi che qui, nella mia città, nella mia vita, lui non sarebbe mai diventato magicamente il santo della situazione. Non c’erano segreti scabrosi della famiglia che l’avevano irreparabilmente rovinato, niente maschere che nascondevano un cuore d’oro. Eh sì, perché, purtroppo, il figone del mio, di villaggio, lo conoscevo fin troppo bene. Perchè le nostre famiglie erano amiche da quando mio padre e mia madre andavano al liceo, e, come se non bastasse, una delle mie sorelle era fidanzata col fratello maggiore della mia nemesi. Solo per informazione, nel mio universo, la pustola, colui che rompeva le palle insistentemente, aveva il famoso nome di Adam Brown: mi rifiutavo categoricamente di ritenerlo mio cognato. Era troppo..deprimente.
Restava il fatto, che la Pustola aveva appena segnato la sua ora.

-Spero vi abbia incuriosito :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti^^ Sono tornata con un nuovissimo e appena sfornato chappy! yeah XD
Beh, comincio col dirvi che questo è molto importante. è lungo, in alcuni pezzi noioso, ma è essenziale. U.u chiedo scusa per eventuali orrori/errori grammaticali, o obbrobri che potreste trovare durante la lettura.
Stranamente, però, sono soddisfatta di questo capitolo. *sono molto modesta XD*.
Allora...siamo rimasti al messaggio di jim. cosa fa la nostra nat?? bah. Perchè adam la guarda in modo strano? mistero. La cara kate, in questo capitolo, non c'è. Come ho potuto non metterla?? * si schiaffeggia da sola* beh, tanto sarà nel prossimo, necessariamente. ^^
Comunque, spero che vi piaccia. Ci vediamo di sotto!
buona lettura!


Capitolo 5: Condizioni estreme- ma piuttosto mi taglierei le vene!

La famiglia Brown dopo un po’, decise di tornarsene a casa. Appena la porta d’ingresso si chiuse, non potei fare a meno che sospirare di sollievo. Sotto lo sguardo intenso di Adam, non ero riuscita ad articolare sillaba, immobile, pietrificata. I suoi occhi su di me, erano un qualcosa di assolutamente pesante, che mi metteva in soggezione ed imbarazzo. Le mie dita, perciò, non erano riuscite a comporre un messaggio. Ero ancora nei ricevuti, sulla schermata del cellulare c’era sempre il testo che mi aveva fatto andare il cuore a mille e il cervello in pappa per la confusione. Più guardavo quelle parole, più mi convincevo che fosse solo un pessimo scherzo. Probabile che ci fosse lo zampino di Adam; era un buon attore, dopotutto. Quante volte se l’era cavata, dando la colpa a me, mettendo su quella facciata innocente e incantevole? Migliaia. E quindi, come non potevo avere il sospetto che ci fosse dietro lui? Sembrava davvero sorpreso e confuso. Magari, era andato storto qualcosa nel piano che avevano progettato. Quindi, decisi di non rispondere. Appoggiai il telefono sul tavolino al centro del salotto, e mi avviai verso il bagno. Urgeva doccia rilassante per sciogliere i muscoli e farmi dimenticare quegli occhi verdi. E la sua sfacciataggine. E il suo sorrisino. E... E basta!! Se fossi andata avanti così, non sarebbe servita a niente. Tornai in camera mia, e mi gettai sul mio letto con un sospiro. Non avendo potuto dormire quella mattina, il sonno mi fece appisolare. Mi svegliai qualche ora più tardi, mezza intontita e con la mente totalmente annebbiata. Arrancai fino al salotto, e chiamai i miei. Non ricevendo risposta, vagai- o meglio, mi trascinai- per il resto della casa, constatando che non c’era anima viva. Arrivai in cucina, e notai che appeso al frigo- per mezzo di una calamita- c’era un foglietto: Tesoro, stavi dormendo così bene, che non abbiamo voluto svegliarti. Io e papà siamo fuori con i Brown, Rose è con Bryan. Ci vediamo stasera, bacio, mamma.
Sbadigliai. Bene, ero sola in casa. Decisi di prendere il mio portatile, e mi stravaccai sul divano. Aggiornai il mio diario sugli ultimi avvenimenti, poi feci partire un film a caso, certa che mi sarei addormentata di nuovo. Ma non successe, in quanto, proprio nel momento in cui le mie palpebre stavano cedendo, il cellulare prese a vibrare. Borbottai qualcosa senza senso tra me, e afferrai il telefono. L’ennesimo messaggio del giorno, ma questa volta era di Susan.
Ciao Nat! Kim ha organizzato una pizzata stasera...Sei dei nostri?
Avevo proprio bisogno di svagarmi, quel giorno, e le mie amiche erano il rimedio ad ogni problema. La prima cosa che feci fu chiamare mia mamma.
pronto? la sua voce squillante mi giunse all’orecchio, perforandomi il timpano.
mamma, stasera posso uscire con le mie amiche? domandai a bruciapelo, senza girarci in torno. ciao anche a te, comunque io e Emma stavamo proprio dicendo che volevamo uscire tutti insieme...Se ti dico di sì, tu però mi devi fare un piacere disse. Quell’affermazione, senza un motivo preciso, mi fece gelare il sangue nelle vene. Mia madre era davvero capace di tutto, anche di.. porti Adam con te , quasi non mi strozzai con la saliva, e incominciai a tossire come una fumatrice incallita.
mamma, no, no!! risposi, rauca per la mancanza di ossigeno.
allora non ti do il permesso. E riattaccò. Ma che.. Mandai un messaggio a Susan, in cui le dicevo le condizioni impossibili che mi aveva posto mia madre. Lei rispose semplicemente che potevo benissimo portarlo con noi, e che nemmeno alle altre dava fastidio. Sottolineai il fatto che lui era il mio acerrimo nemico, la mia nemesi, uno sputo nell’occhio, un obbrobrio della natura, Mr Perversione in Stronzis, ma Su ribatté che, pur di avermi con loro, avrebbero sopportato il quinto incomodo. Digitai il numero di mia madre per la seconda volta, e la sua voce seccata mi accolse. Natalie, cosa vuoi ancora?
rilassati, mamma. Accetto le condizioni
****
Okay, Nat, respira...bene così, inspira ed espira...
Era mezzora che stavo aspettando Mr Perversione in Stronzis. Ovviamente, era in ritardo. Già dava fastidio di per sé la sua presenza, ma non bastava. Per farmi andare fuori dai gangheri lui ci stava mettendo ore per allacciarsi le scarpe, porca di quella vacca! Appena fosse uscito, gliene avrei dette quattro: oh sì. Sentivo che mi sarei pentita della mia decisione di portarlo con me, e già in quel momento la coscienza mi voleva prendere a schiaffi per la mia arrendevolezza. Ma cosa mi era saltato in mente?!
Finalmente, si decise a uscire. Stavo per cominciare a parlare, ma l’aria mi mancò improvvisamente. Ammisi a me stessa, che, mio malgrado, stava davvero bene così. Non che avesse qualcosa di così anormale- infatti era vestito con semplici jeans e camicia- eppure, era più carino del solito.
Ma cosa vai a pensare?! Mi ringhiò contro quella vocina petulante, che proprio nei momenti drastici, tempo prima, mi aveva abbandonata. Fortuna che essa- niente di meno che la mia razionalità- era ricomparsa proprio oggi. Mi sarebbe servita eccome, quella sera.
Mi rivolse un sorrisino malizioso, mentre mi osservava. Alzai gli occhi al cielo, dandogli le spalle, incamminandomi verso il centro. Mi raggiunse facilmente con due falcate silenziose, e si affiancò a me.
vedi di comportarti bene, stasera. Mi hai già fatto tardare lo minacciai, con un’occhiata che non ammetteva repliche. Lui, sempre con quel sorriso sghembo da infarto- ma che vado a pensare?!-, si strinse nelle spalle, per poi fare un saluto militare, agli ordini! . Sbuffai per l’ennesima volta. ti do’ così fastidio, Miss Insalata? Assunsi un’espressione fintamente pensierosa, portandomi un indice al mento. vediamo...SI! sibilai.
potevi anche non accettare. Avrei preferito uscire con i miei amici, piuttosto che essere qui con te. Confessò, sfacciato, e chissà perché m’infastidì. Beh, era normale: ogni cosa lui dicesse, mi faceva arrabbiare come una belva.
non potevo andare io, se non fossi venuto tu. Mia madre è stata chiara. Dissi a mia volta, apparendo più fredda e cinica del dovuto, forse. Era stata davvero crudele. Mia mamma sapeva bene quanto io e Adam non ci sopportassimo, soprattutto perché i nostri vivaci battibecchi erano la causa di molte mie punizioni. perciò, stai buono.
Proseguimmo in silenzio, uno a fianco all’altra. Ogni tanto, lo vedevo lanciarmi occhiate, che inevitabilmente mi facevano diventare un pomodoro. Cercavo in tutti i modi di nascondere il mio viso rosso con i capelli, o voltandomi distrattamente dall’altro lato rispetto a lui. Sembrava divertito dal mio comportamento, quasi. Faceva apposta, probabilmente, godeva nel vedermi arrossire come una scema. Infilò le mani nelle tasche, tornando a guardare davanti a sé. Perché non hai messo quella bella minigonna che hai nel tuo armadio? chiese, con un sorrisino di scherno, o forse malizioso. Mi bloccai, impuntando i piedi a terra. cosa?! la voce mi uscì stridula. Lui scoppiò a ridere, tenendosi la pancia, neanche avessi detto quale barzelletta. Forse, la mia espressione scioccata era troppo esilarante, per lui. come fai a sapere…?! chiesi, arrabbiata e imbarazzata. mi hai guardato nel guardaroba! accusai. Lui, dal suo canto, vedendo che mi avvicinavo con l’intento si strozzarlo, alzò le mani come protezione. ehi, non ho frugato in nessun cassetto! Me l’ha detto Kate! affermò, con un sorrisino divertito. Mi bloccai, prima che commettessi l’omicidio. ah fu la mia risposta molto intelligente. anche se avrei potuto… mi riscossi subito, zittendolo immediatamente. NON pensarci nemmeno! sbraitai, additandolo. Lui ridacchiò. okay, okay..
Osservai l’orologio, e –merda!- eravamo un bel po’ indietro nella tabella di marcia.
muoviti, siamo in ultra ritardo! esclamai, cominciando a camminare molto velocemente, quasi correndo. Lui stava al mio passo tranquillamente, con un sorrisino strano sul viso. Mi chiedevo cosa avrebbero pensato i nostri compagni, a vederci così vicini, diretti alla stessa meta, senza che ci prendessimo a botte ogni due passi. Doveva essere parecchio strano, ma per fortuna, non avevamo ancora incontrato nessuno. Arrivammo – io col fiatone e la lingua fino all’asfalto, mentre Adam con un sorriso sereno e il respiro regolare- davanti al locale, dove le mie amiche ci guardavano non troppo affabili. Kim sbatteva convulsamente il piede sul terreno, guardandomi con un sopracciglio alzato. cos’è, vi eravate appartati? trucidai con lo sguardo la mia amica, che mi sorrise innocente, mi è scappato . Era una scusa?
be’, Kim la conosci…Loro sono Susan e Megan. Ragazze, Mr Perversione in Stronzis Lui mi guardò accigliato, poi sorrise affabile alle mie amiche.
piacere, Adam Gli occhi delle mie compari– Su e Meg- divennero dei cuoricini intermittenti. No, non loro‼ Non abbandonatemi, ragazze!
bene, ora entriamo dissi secca, prendendo le due sciagurate per le braccia e trascinandole di forza. Kim ridacchiava, dal canto suo, seguendoci, affiancata da MP (Mr Perversione). Il locale era davvero carino, accogliente, l’ideale comunque per noi giovani pazzi scatenati. Ci sedemmo al nostro tavolo, e, con mio grande (dis)piacere, MP si mise accanto a me.
allora, Adam, come te la passi? Kim non poteva fare domanda più assurda: era ovvio che si stesse divertendo un mondo a farmi innervosire all’inverosimile. Glielo si leggeva in faccia, era disegnato sul suo viso: sì proprio quel sorriso da angioletto, arma letale, era ciò che più di detestabile avesse. Finto pacifico, ecco cos’era. Quando assumeva quell’espressione, voleva dire che tramava qualcosa; e io lo sapevo bene, troppo. be’, piuttosto bene, oserei dire. e sorrise gentilmente alla mia migliore amica. Lei ricambiò, poi i quattro cominciarono un discorso, a cui io non partecipai, troppo impegnata ad incenerire MP con lo sguardo. Era un vero peccato, che quella facoltà tanto agognata di disintegrare gli scarafaggi con gli occhi non si fosse ancora resa utile. Ridevano e scherzavano come dei vecchi amiconi, ignorandomi bellamente. Cos’è che aveva detto Su? Pur di averti con noi, lo sopporteremo. Il punto era che la situazione era un po’ diversa. Erano affiatati, le mie amiche si divertivano con lui. E non mi cagavano nemmeno di striscio. Non ero gelosa, o invidiosa; semplicemente mi dava fastidio che quell’ornitorinco conquistasse la stima e la simpatia delle mie amiche. Probabile che fosse una causa già persa, e lo potevo intuire dagli sguardi estasiati delle mie ormai vecchie amiche. Ma perché tutte a me?! Sola, senza nemmeno un sostegno... che destino crudele! Beh, s’intuiva fossi un tantino tragica, ma avevo tutto il diritto di credere che ormai Susan, Megan e – purtroppo- anche Kim, fossero indiscutibilmente dalla sua parte. Sacrebleu!
beh, ma non ho ancora capito perché ti va piuttosto bene... riprese Megan, ancora ilare per la precedente risata. Adam fece il sorrisino- proprio quello sghembo, malizioso, quello micidiale per il genere femminile- e si sporse in avanti. Le mie amiche lo imitarono, come se dovesse dir loro chissà quale segreto.
beh, sono circondato da belle ragazze: è il sogno di ogni uomo. rispose. Le mie amiche, sceme fino all’osso, ridacchiarono, probabilmente lusingate. Non ci vidi più. Mi alzai di scatto, tenendo i palmi aperti sul tavolo. Cercando di mantenere la calma, affermai: Adam, ti potrei parlare? In privato. Le mie amiche mi lanciarono delle occhiate maliziose, a cui cercai di non far caso. Brown chiese scusa gentilmente, seguendomi verso l’esterno del locale. ti vedo silenziosa stasera osservò, ma io ignorai l’affermazione. Mi voltai di scatto, guardandolo truce, smettila. sibilai. Lui mi guardò confuso, e lo sembrava davvero. prego? domandò, accigliato.
piantala di abbacinare le MIE amiche, sorcio che non sei altro! ringhiai. Lui mi osservò per un secondo, per poi aprirsi in un sorrisino compiaciuto, sei gelosa .
Strabuzzai gli occhi. Certo che ne aveva di fantasia! ma non farmi ridere! sbottai.
e allora perché sei arrossita? Io, arrossita? Ma quando mai!
non sono arrossita
no, sei solo bordeaux. commentò, ridacchiando. e se non è perché ho detto questo...è perché la mia presenza ti mette in imbarazzo... disse, avvicinandosi più a me. la tua presenza mi da solo molto fastidio ribattei decisa, sperando che non si sentisse l’agitazione nella voce. Avanzò ancora, e mi intrappolò per una dannata seconda volta, tra le sue muscolose braccia, il suo muscoloso petto, e il muro. Probabilmente, la tonalità di rosso divenne più accesa, mentre il suo sguardo diventava sempre più intenso e, incredibilmente, sempre più serio. vedi, - mi sfiorò la guancia con la mano, in un tocco caldo e leggero- sei arrossita ancora di più. Sono io a farti quest’effetto. E sei pure gelosa. disse, per poi lasciar cadere le braccia. Voltandomi la schiena, ritornò all’interno, e io – che cercavo di regolarizzare il respiro- lo seguii poco dopo, maledicendolo all’infinito per farmi provare certe cose, per rendersene conto, e per approfittarne. Le ragazze mi guardarono in un modo strano, ma ero troppo scossa per tentare di decifrare le loro espressioni.
Gelosa.
Che gran cagata. Io non potevo essere gelosa di lui: io lo odiavo. Probabilmente, il suo ego era così montato, da pensare che tutte le ragazze gli cadessero ai piedi. E in quel ‘tutte’, c’ero pure io. Ma non era verosimile, come cosa; io MAI, sarei potuta cadere nel suo tranello. Mi chiedevo- in quanto lo ritenevo impossibile- come potessero le altre ragazze, innamorarsi di lui. Okay, era da ammettere che fosse di bell’aspetto, e passi che fosse un bravo fratello, ma i dispregiativi erano molti di più. Odioso, montato, cafone, arrogante – più altri aggettivi assolutamente negativi che non elencherò... Ed infine, il fatto che fosse un collezionista di ragazze, chiudeva il suo curriculum in modo pessimo. Detto ciò, era chiaro che a me, Adam James Brown, non sarebbe mai piaciuto; era da escludere. Di ragazzi ce n’erano a bizzeffe, cento volte più carini di lui, e con un carattere migliore. Cadere nelle grinfie di un dongiovanni non era nelle mie prerogative.
Casanova voleva dire sofferenza, e nessuno avrebbe voluto star male per amore. Io speravo non mi capitasse mai. Tantomeno, a causa di quel playboy delle mie sneakers.
Nat, ehi Nat, mi hai sentita? mi richiamò Susan, schioccandomi le dita davanti al naso. Scossi la testa, ritornando con l’attenzione sulle mie amiche. Ma come avevo potuto farmi patemi mentali del genere? Non era mai capitato, e non volevo cominciare a farmeli per un’affermazione- per giunta fasulla- di quella testa di carciofo.
mi stavi ascoltando, almeno? ripeté, con un’espressione scocciata. Feci un sorrisino imbarazzato di scuse, ho detto se... la sua frase, fu interrotta dal vibrare rumoroso del mio cellulare. Mi lanciò un’occhiataccia, ma io che ci potevo fare? Mi chiesi chi potesse essere, in quanto le mie amiche- uniche persone che avrebbero mai potuto mandarmi un messaggio- erano lì di fronte a me. Recuperai il telefono dalla tasca, e lessi di nuovo quel cavolo di numero sconosciuto- di cui ora, purtroppo, conoscevo il proprietario. Probabilmente sbiancai, perché le mie amiche mi chiesero più volte se stessi bene. Non era uno scherzo, mi suggeriva la vocina, Brown non c’entrava nulla.
Ma io aborrivo quell’idea. Non poteva essere che proprio il migliore amico del mio peggior nemico, provasse una minima simpatia nei miei riguardi. Era una balla. E, ritornando alle mie precedenti elucubrazioni, non volevo essere immischiata in una relazione con un playboy. Jim Wilson era, e rimaneva, per me, un dongiovanni, quasi alla pari con Brown.
Pigiai l’okay, per sapere cosa mai quel tizio mi avesse scritto. Di nuovo.
Ciao, sono ancora io. Ci vediamo al monumento, spero verrai. ;* Jim
Oh My Volvo! Ma questo si era fatto qualche film mentale.
In quel momento, mi era chiara solo una cosa: NON saremmo mai passati di lì, per nessuna ragione al mondo!
Chi è? Comunque, ti stavo chiedendo se ti andrebbe di andare in piazza, dove c’è il monumento. Ma sì, il posto di ritrovo di tutti i ragazzi! Gli altri sono d’accordo. affermò, mentre le mie amiche annuivano. E te pareva!
...
≪ no, vi prego, no‼ ≫ implorai, mentre Kim e Meg mi trascinavano.
≪ guarda che né io né i miei amici mordiamo! ≫
≪ taci Brown! ≫ ringhiai, trucidandolo con lo sguardo. Scommettevo ogni cosa possedessi, che appena avesse intuito la mia paura, avrebbe fatto di tutto per appoggiarmi. Ma Adam era così ottuso, da non rendersene conto. Oppure, c’avevo azzeccato: era tutta una candid camera. E magari le mie amiche erano complici.
Purtroppo, dovetti rassegnarmi, e seguirle. Mentre passo dopo passo ci avvicinavamo- mentre imminente arrivava la mia figuraccia, più che altro-, maledivo in ogni lingua che conoscevo la persona che aveva dato il mio numero a Wilson. Perché- perché- avevano violato la mia privacy, consegnando nelle mani di un bifolco pervertito, il mio sacro numero di cellulare? Chi era stato così stolto, da far accadere una tale blasfemia, conoscendomi? Beh, chiunque egli- o ella- fosse, non aveva vita lunga. Appena mi fosse capitato/a tra le mani, l’avrei spappolato contro il pavimento, e ci sarei passata sopra con un tir. Non volevo passare per una pazza killer, ma era la pena giusta per aver fatto un errore/orrore così. Giungemmo alla piazzetta, e, ovviamente, le ragazze e Adam notarono anche l’infausta presenza del gruppo degli abominevoli ragazzi playboy. L’attenzione fu reciproca, soprattutto dalla parte di un tipo in particolare. Corse- praticamente- da noi, con un sorriso soddisfatto sul viso.
≪ allora hai ricevuto il mio messaggio! Perché non mi rispondi? ≫ Avvampai, e cominciai a farfugliare cose incomprensibili, che volevano significare ‘gira a largo brutta bestia, e non infastidirmi più’. Peccato che non riuscissi a formulare una frase di senso compiuto. Le mie amiche mi lanciarono un’occhiata confusa, mentre notavo Adam guardarci in modo strano. Sentivo il mio cuore battere all’inverosimile, pulsava nelle mie tempie, e il sangue, pompato abbondantemente, mi colorava le guance. Sentivo le orecchie fischiare, tanto era il fastidio, e in più sentivo un nodo alla gola. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, e non riuscivo più a capire niente. L’imbarazzo, sommato al senso di nausea che mi colpì, non mi fece articolare parola.
≪ ehi- Jim notò la figura di Adam, vicino a Kim-, guarda guarda! Amico, potevi chiamarmi, sarei uscito anch’io con voi! ≫ esclamò. Poi tornò a guardarmi. In quel momento, un capogiro forte mi colpì, e perdendo l’equilibrio, mi appoggiai a lui.
≪ Natalie! ≫ le mie amiche mi sorressero, aiutate da Jim,≪ Cos’hai? ≫ domandarono. Ma sentivo sempre tutto più ovattato, più confuso, come all’aldilà di una barriera. Tutto poi fu così veloce e confuso che, al momento, non me ne resi conto. Un conato di vomito mi colpì, e portai istintivamente alla bocca le mani. Ma il bisogno di rigettare fu accantonato, quando persi tutte le forze, e gli occhi mi si chiusero.
...
≪ come sta? ≫
≪ stai tranquillo, ragazzo. E’ solo svenuta ≫
≪ ma stava per vomitare, era rossa e.. ≫ La voce profonda, maschile, dall’aria distaccata, rassicurò il proprietario di quell’altra voce, familiare. Ero cosciente, ma stanca. Troppo stanca per alzare le palpebre, o per capire chi fosse quella persona. Non sapevo dov’ero, né cosa fosse successo, sentivo solo un odioso e pungente odore di disinfettante, e una spossatezza incredibile. Il silenzio che seguì la spiegazione, venne riempito da un pulsare frenetico, quando qualcosa di caldo afferrò la mia mano. Era il mio cuore, quel rumore che rimbombava nelle mie orecchie. Ma non feci in tempo a chiedermi il motivo, perché venni presa da un attacco di sonno, che mi fece sprofondare di nuovo nell’incoscienza. Quando riaprii gli occhi, istintivamente guardai al mio fianco. Jim mi stringeva la mano, guardandomi in un modo strano. Sembrava preoccupato.
≪ ehi, ti sei svegliata ≫ disse, sorridendomi. Portai una mano alla fronte, ma sentii un dolorino pungente, e notai il tubicino della flebo fissato al mio arto per mezzo dell’ago. Sbiancai: odiavo gli aghi, e per fortuna ero incosciente mentre mi bucavano, o sarei morta di terrore. ≪ ci hai fatto prendere uno spavento, piccola! ≫ esclamò, accarezzandomi la mano libera. Pensai che il suo tocco, non era quello che avevo sentito prima. E il mio cuore, che batteva silenzioso, ne era la conferma. O forse, ero solo intontita prima, ed era stato tutto un sogno. ≪ Nat, fuori ci sono i tuoi e le tue amiche. Gli dico che sei sveglia? ≫ domandò gentilmente. Io annuii piano, e lui si alzò, lasciandomi un bacio sulla fronte, uscendo. Ne rimasi quasi scottata, oltre che totalmente cioccata. Non mi aspettavo quel gesto da lui. Mi aveva sorpreso. Ma altro che film, quel tipo.
Subito dopo entrarono i miei e le mie amiche, decisamente tutti troppo preoccupati. ≪ oh, tesoro mio, stai bene?! ≫ mia madre mi riempì di baci e di carezze. Rose mi abbracciò stretta, facendo attenzione, e mi guardò accigliata: ≪ hai fatto indigestione, Nat. Ci hai fatto morire di paura, per un’indigestione! ≫ mi sgridò. Io sorrisi appena della sua apprensione. Mi sommersero di domande e di premure, e tutti mi ricordarono che non avrei mangiato fritto per un bel po’. Meglio essere prudenti. Papà mi accarezzò la testa, con un appena accennato sorriso.

≪ quando Adam ci ha chiamati... ≫
≪ vi ha chiamati Adam? ≫mi fu inevitabile domandarlo. Lui annuì, semplicemente. Dopo il suo racconto, di come si sentissero tutti così spaventati, espressi il desiderio di stare un po’ da sola. Usai la scusa del riposare, a cui Rose obbiettò prontamente: ≪ hai dormito per dodici ore! ≫Strabuzzai gli occhi -non credevo di aver riposato così per così tanto tempo- ma richiesi, per piacere, di essere lasciata in pace, e così se ne andò pure lei. In effetti, non ero stanca, ma sentivo di dover rimuginare un po’. Quel giorno, la mia mente era intasata di domande, e dovevo prima far luce con i miei pensieri, per giungere a delle conclusioni razionali e giuste.
Primo: mi chiedevo se Jim fosse stato accanto a me tutto il tempo, mentre dormivo.
Secondo: non mi spiegavo perché fosse stato proprio Adam a chiamare i miei.
Terzo: non sapevo se le attenzioni che Jim mi riservava, mi piacessero o meno.
Insomma, per le prime due domande potevo chiedere ai diretti interessati, la terza era una cosa mia. Jim era carino- molto- e si era rivelato gentile e davvero interessato a me. Non sapevo se pensare di piacergli, oppure cancellare quel dubbio dalla mia mente senza avere una risposta concreta. Anche perché molte volte, non sapere era meglio. Ma, se nel caso lui fosse stato davvero invaghito di me, io ne sarei stata contenta? Lui mi sarebbe mai potuto piacere in quel senso? O sarebbe rimasto eternamente nei miei pensieri come il migliore amico della mia nemesi?
≪ ehi... ≫ il mio cuore perse un battito, forse per lo spavento. Era l’ultima persona che mi aspettavo entrasse. Richiuse la porta alle spalle, e si sedette sulla sedia accanto al mio letto. ≪ come stai? ≫ domandò gentilmente. Cercavo i suoi occhi, ma non li trovavo; teneva lo sguardo basso, non osava alzarlo e mostrarsi a disagio. ≪ non immaginavo che saresti entrato. In realtà, ero convinta non ti fossi nemmeno sprecato a venire qui ≫ rivelai, eludendo la domanda. La verità, era che mi sentivo dannatamente tranquilla. Niente rancore, niente ribrezzo. Sentivo di dover essere sincera, di dovermi comportare- per una volta- civilmente con lui. Probabilmente mi avevano imbottita di calmanti, per quello ero nella fase ‘peace&love’, della serie ‘ama il tuo nemico’. Altrimenti, davvero, non me lo spiegavo. Di certo, a mente lucida, non sarei mai stata contenta di vederlo. Lui mi guardò accigliato: ≪ non riesci proprio a gettare l’ascia di guerra per due secondi? Sto cercando si essere civile con te, non rendere le cose più difficili. ≫
≪ nessuno te l’ha chiesto ≫ ribattei, sfidandolo. Chiuse gli occhi, serrando la mascella, e inspirando profondamente.
≪ senti. Non sto dicendo che mi devi sorridere o dimostrare qualsivoglia segno d’affetto, semplicemente, toglimi questo peso: stai bene, ora? ≫ chiese, guardandomi negli occhi. Lo guardai in cagnesco: ≪ sei arrivato tu, e hai mandato a benedire quel senso di pace interiore che sentivo. Quindi, no, ora che ci sei tu, non sto bene! ≫ che enorme balla, che avevo detto. Ma ad alta voce, non avrei mai ammesso che ero terribilmente ed erroneamente lusingata dalla sua presenza qui, né che quel senso di pace me lo stava trasmettendo lui, con la sua presenza.
≪ bene. ≫
≪ bene. ≫ risposi secca. Lui si rialzò, con l’intenzione, probabilmente, di uscire di nuovo. Rimase fermo, davanti alla seggiola, si sistemò i capelli con la mano, sulla fronte, sbuffando. Sembrava come diviso in due, titubante, in stallo tra due decisioni.
Vattene!
Rimani!
Si risedette. Probabilmente, i suoi dubbi erano se andarsene o rimanere. La mia parte stupida, imbottita di medicinali dagli indicibili effetti indesiderati, esultò. Nascosi un sorrisino, quando, imbarazzato, si guardò in torno, cercando di non incrociare il mio sguardo.
≪ posso fare qualcosa per te? ≫ domandai, con una punta d’ironia nella voce.
≪ nelle tue condizioni, non credo ≫ rispose, guardandomi e sorridendo. ≪ ma ti sei resa conto che io, in questo momento, approfittando della tua momentanea immobilità, potrei vendicarmi per l’Addy? ≫ domandò, con aria saccente, appoggiando il gomito sul materasso e sostenendosi il viso con il palmo della mano.
≪ e saresti così vile da vendicarti con una povera malata? ≫ feci un’espressione contrariata, scuotendo la testa, ≪ non si fa. ≫
Trattenne a stento un sorrisino; questo scambio di battute stava divertendo entrambi.
≪ e se lo fossi? ≫ ribatté, ≪ e se ti punissi con la tortura che più ti causerebbe problemi? ≫ fece, con un’aria attenta, seria. Questo lo faceva apparire più sadico.
Lo guardai scettica: ≪ più di un ago nel braccio, niente mi potrebbe turbare di più ≫
≪ e se ti baciassi? ≫



eccomi qua. Allora, soddisfatti o rimborsati?? XD
No, sinceramente, spero vi sia piaciuto almeno un po'.
...
Secondo voi, a jim piace davvero nat? e lei, cosa farà alla proposta- sadica- di adam?
(io accetterei, sinceramente, se fossi in lei. ma vabbè, sono di parte XD)
comunque, mi sa che ho esagerato con la storia dell'indigestione, ma mi è uscita così. *sto impazzendo ragazze!!! * quindi, aspettatevi di tutto nei prossimi capitoli.
a proposito. Io partirò il 10, e tutte le mie storie- questa compresa- sono sospese fino al 25. non so ancora come farò senza scrivere certe cavolate, spero di trovare del tempo per portarmi avanti con i capitoli, almeno. waaaah, sono depressa. t_t
comunque.
risposte alle recensioni**** (che, wow, mi rendono superfelicissima!! thanks a tutte!!)

Mikela_esme_cullen: ma ciao, Michi!! Che bello sentirti anche qui!! XD
innanzitutto, grascie mille per la recensione!! Smettila di farmi complimenti!! Ps: non vedo l'ora che aggiorni la tua fic!!
Un bacio!!
sonoqui87: ciao!! prima di tutto: grazie, grazie, grazie per il commento. *-* mi fanno sempre piacere le tue recensioni!
Sono felice che la storia ti piaccia a tal livelli XD Ehi, ho aggiornato il piu spicciamente possibile stavolta U.U
Hehe, Adam in questo capitolo ti è piaciuto?? E' così...cuccioloso... *ç* XD ^^"
Al prossimo capy!! bacio
kyuugo: ma ciao! grazie per il commentino, mi ha reso super gongolante XD
Ho aggiornato il prima possibile U.U Peccato che ora non potrò piu farlo per un po -.- T_T
Beh, spero che questo ti piaccia. Bacio ^^
Nusia: Oddio O.O Tu, commenti una mia storia!! Oddio, ne sono ONORATA!! *-* (mi inchino a te!)
Quando ho visto che eri tu, quasi non mi mettevo a urlare. Sono felice che ti piaccia la storia U.U Ovviamente, rispetto alle tue, be', è cacchina... -.-"
Ma sono felicissima comunque!! Grassie grassie!
E comunque, hai ragione, a Nat non è così indifferente Adamuccio... XD E Kate, eh... la nostra piccola cupido XD
Eheh, già Jim complica le cose UN SACCO. U.U XD
Now, vado. Bacio!!
amylee: ehy!! Sadico neh, AdamXD Voleva stuzzicarla...
Questo capitolo ti è piaciuto?? spero proprio di sì. U,U Ovviamente, lui non si astiene sempre dal provocarla. XD
Grazie mille per la recensione, un bacio!! ^^
mayetta: Sono spiacente, questo non è un POV Adam, ma prometto, prima o poi ci sarà U.U E ovviamente, deluciderà un po' la situazione.
Già, è parecchio lunatico, ma è fatto così. Non sarà mai normale, credo. XD
Per l'interesse... Bah, io non dico nulla XD *sadica* mwahhaha, lo farò penare un bel po' questo ragazzo XD
Grazie per la recensione!! Spero che questo ti sia piaciuto!! ciau
saketta: Grazieeee!! XD Mi ha fatto piacerissimo la tua recensione * io che mi inchino*
Sarà geloso?? mah. Spero che questo capi ti piaccia ^-^ ciau!!
piaciuque: Ma Grazieeee!! Troppo buona!! Strepitoso no, dai...
eh, per quel bacio... Chissà, chissà. Non dico nulla, sto zitta XD
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto!! Ciauuu^-^
Beh, detto tutto, vi saluto!! Al 25!! XD
ciauuuuu!!!


  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Soul Sister