Storia
di fine estate, per racimolare gli ultimi ricordi e poi riporli.
Capitolo
tristissimo e confusionario, ma, bè, ci doveva essere per
forza^^’’
Non-sense
a go-go.
Utopia--->Sharon
Why does it
rain, rain, rain
down
on Utopia?
Solo a
coloro che possiedono, con innocenza, il sorriso è dato di
evocare l'utopia.
“Piangi?”
“No,
piovo.”
Non
c’è aria, in quella candida stanza
d’ospedale, e se ci fosse, sarebbe pesante come neve. Forse
le sue lacrime l’avrebbero lavata via…eppure Ivan
non le vuole lo stesso, quelle lacrime dal sapore dolce.
“Non
piangere, Lituania”.
Come
poteva anche solo paragonare quelle mani tiepide e lunghissime a quelle
morbide e minuscole del suo Toris?
Un
fruscio, e una mano sui suoi occhi ciechi, stanchi.
“È
comodo vivere in un mondo avvolto dalle tenebre, Ivan? È
facile fingere?” mormora una voce vellutata e angustiata.
Oh,
l’avrebbe ammazzata. Sì, le avrebbe mangiato via
quegli occhi porpora, quegli occhi demoniaci, avrebbe scavato nelle sue
orbite come i più viscidi vermi. Eppure lei sarebbe rimasta
perfetta, per sempre, come un sogno, come un incubo.
“Dormi,
Ivan”.
“Sarai
ancora qui quando mi sveglierò?” implora la
nazione ferita.
Ha
il corpo di un uomo troppo vecchio, i capelli di un biondo surreale,
un’aureola di cristallo e le mani di un assassino; eppure
è solo un bambino, un bambino che non sa più
sognare.
“Toris…Toris…rimarrai
qui?”.
L’aria
odora di rivoluzione, di bandiere rosse e di neve fangosa. Ma
là fuori c’è ancora la guerra, quella
che ha attanagliato tutto il mondo, e a Sharon basta alzarsi in punta
di piedi per vederla.
Oh,
eccola là, oltre il cielo russo, con i suoi occhi affamati:
li aspetta, aspetta che la rivoluzione russa si affoghi con le sue
stesse mani per tornare a cacciarli.
Sharon
sbuffa, preoccupata, e uno dei miliardi dei suoi boccoli color lilla
scivola tra i suoi seni, alla ricerca di calore.
Un
respiro gracchiante, ferito, esce dalle labbra martoriate.
“Quando
ti ho portato a casa mia, eri…un miracolo” mormora
Ivan, stanco e disperato “ho visto Dio, sai, quando ti ho
vista. Il mio popolo non ci vuole più credere, a Dio e alla
chiesa, ma io…io ho visto te. E tu sembravi avere tutte le
risposte, eri la mia salvezza…lo eri, vero,
Sharon?”.
Non
parla, non respira nemmeno, Sharon.
Piange
e basta.
Piange.
Piange.
Piange.
Si
alza come una marionetta spezzata e apre gli occhi, finalmente.
Le
iridi di Ivan bruciano.
Per
la neve, troppo candida, troppo pura. La neve è come sale,
per la sua anima ferita.
Per
i corpi ancora ammassati tra le strade e i bambini che chiedono aiuto,
a tutti e a nessuno. Non chiamano i genitori: non possono ricordarli,
non sanno chi o cosa siano. Il generale Inverno li ha rapiti tutti.
Bruciano
per quella ragazza troppo bella, surreale, in quell’aurea
miracolosa, avvolta in una bandiera rossa che puzza di fumo.
“Eri
la mia salvezza, Sharon!”
Smash,
smash. Perché il rumore della neve è
così assordante?
“Guarda
cosa ci hai fatto! Mi hai trascinato in una rivoluzione, in una guerra
civile, un ennesima guerra! Io devo schiacciare Germania e Austria, non
rimanere qui, nel fango e nel sangue: ora chi devo proteggere, chi devo
comandare, chi devo uccidere? I miei figli, i miei figli, i miei figli,
mi stai portando via i miei figli! Mi hai fatto uccidere il mio
popolo!Per che cosa??Per un mondo che non esiste!”.
Sharon
piove e piange.
“Miracolo”
sussurra disperato Ivan, mentre si avvicina alla ragazza e le prende il
viso tra le mani, con incredibile delicatezza “Guardati, sei
un mostro!Non sei come noi!”.
Sharon
aveva contemplato decine di volte il suo viso allo specchio: oh,
sembrava puro e bellissimo, come quello delle bambole. Ma poi, eccoli:
gli occhi cangianti pieni di sfumature marce e mostruose, il naso con
quell’ attaccatura irreale e le labbra storte, come due
serpenti attorcigliati.
Era
stata spezzettata e assemblata, stuprata e accarezzata, bruciata e
baciata: erano troppe le ideologie che conteneva, troppe le speranze di
scrittori e di poeti che conservava, troppi erano gli uomini che la
sognavano. E i russi le avevano dato un volto, un nome, persino un
governo: l’avevano eletta come dea, come regina.
L’avevano idolatrata e adorata.
“Non
riesci nemmeno ad essere Toris, per un attimo!!”
urlò Ivan, sofferente, mentre si accartocciava di nuovo sul
letto “Perché se n’è andato?
Perché sei rimasta tu?”.
Sharon
gli accarezza la guancia, dolcemente.
“Ti
prego, Ivan…dormi e sogna”.
Sognami, perché solo
lì potrò continuare a vivere.
Sogna
i girasoli e un sole caldo che abbracci tutto il tuo
paese…è anche questa un’Utopia, lo sai?
Sharon
continua a sfregare quel volto perfetto, umano, finché Ivan
non cade addormentato.
Piove,
piove sempre su Utopia.
Sono
le lacrime di una ragazza che sa di non esistere, ma che
vivrà per sempre.
Allora…questo
capitolo angosciante è scritto per riprendere questa
raccolta…è triste ma dovevo scrivere
sull’Utopia^^.
1)Il
capitolo è ambientato durante la rivoluzione russa del 1917,
che ha costretto la Russia a lasciare il teatro della prima guerra
mondiale.
2)Cosa
posso dire di Sharon…proprio perché è
un’Utopia l’ho descritta con colori irreali(porpora
e lilla) e come un sogno, agognato, bene o male, da tutti. Purtroppo
gli uomini hanno trasformato Sharon in un progetto realizzabile: lei
è diventata umana proprio perché
c’erano uomini che credevano fermamente in lei, o meglio
nell’ideologia che rappresentava(il comunismo,
l’uguaglianza tra i ceti, ecc…). Ma
l’Utopia non è un fenomeno esclusivamente russo(
è stata pensata e immaginata da tantissimi uomini) e proprio
per questo l’ho descritta come una ragazza dai tratti confusi
e surreali: rappresenta le idee e i sogni di uomini di lingua e
nazionalità totalmente diversa(infatti lei non ha nemmeno un
cognome preciso). Lei stessa piange sempre perché sa che non
potrà mai esistere veramente, non sarà mai un
nazione con il suo popolo. Vive e vivrà per sempre nel mondo
dei sogni.
3)Ivan,
prima del suo popolo, si accorge che l’ideologia
rappresentata da Sharon è impossibile, e per questo se la
prende con lei, rea di averlo condotto verso l’ennesima
strage. Inoltre lei è colpevole di non riuscire a colmare il
vuoto lasciato da Toris. Si, sono una fan della RussiaLituania*____*.
4)
Il nome di Utopia deriva dalla cantante dei Within Temptation, Sharon
den Adel, per cui provo una stima infinita( ma che non voce non hai,
Sharon???). è lei che canta la frase che ho messo nel
titolo, estrapolata dalla canzone “Utopia”, per
l’appunto.
5)Può
non sembrare…ma mi piace tanto tanto la povera Utopia^^.
Recensioni^^:
Kurohime: grazie
mille per la recensione^^Sì, lascerò correre un
po’ di tempo prima di riprendere in mano
Arthur…però ho qualche idea su Narnia**Baci!
Amby: mamma mia,
sono felicissima che anche questo capitolo ti piaccia e sono molto
lusingata da tutti questi complimenti, mi spronano a continuare!(eh,
sì, adoro le tue recensioni^__^). Spero che tu abbia gradito
anche questo capitolo…un po’ angoscianteXD Allora
non siamo lontanissime, io sto vicinissimo a Milano! A proposito, i
miei sono andati dalle tue parti e hanno detto che ci sono dei paesi
davvero bellissimi…insomma, storia a parte, ti invidio
molto! Ci farò sicuramente un salto, prima o poi! Grazie
ancora, bacioni!!
Grazie
per la vostra attenzione,
LaLa
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