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Autore: Lalani    26/08/2010    2 recensioni
Abbiamo tutti due vite, la prima, dell'anime, ci porta a sognare, fantasticare, guardare all'infinito, la seconda, del corpo e del quotidiano, ci porta alla morte (dal film "Notturno indiano").
Raccolta di OC non reali, ovvero di luoghi immaginari, derivanti da libri, leggende, poesie ecc...
#4= Utopia
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Storia di fine estate, per racimolare gli ultimi ricordi e poi riporli.
Capitolo tristissimo e confusionario, ma, bè, ci doveva essere per forza^^’’
Non-sense a go-go.



Utopia--->Sharon



Why does it rain, rain, rain

down on Utopia?



Solo a coloro che possiedono, con innocenza, il sorriso è dato di evocare l'utopia.



“Piangi?”
“No, piovo.”
Non c’è aria, in quella candida stanza d’ospedale, e se ci fosse, sarebbe pesante come neve. Forse le sue lacrime l’avrebbero lavata via…eppure Ivan non le vuole lo stesso, quelle lacrime dal sapore dolce.
“Non piangere, Lituania”.
Come poteva anche solo paragonare quelle mani tiepide e lunghissime a quelle morbide e minuscole del suo Toris?
Un fruscio, e una mano sui suoi occhi ciechi, stanchi.
“È comodo vivere in un mondo avvolto dalle tenebre, Ivan? È facile fingere?” mormora una voce vellutata e angustiata.
Oh, l’avrebbe ammazzata. Sì, le avrebbe mangiato via quegli occhi porpora, quegli occhi demoniaci, avrebbe scavato nelle sue orbite come i più viscidi vermi. Eppure lei sarebbe rimasta perfetta, per sempre, come un sogno, come un incubo.
“Dormi, Ivan”.
“Sarai ancora qui quando mi sveglierò?” implora la nazione ferita.
Ha il corpo di un uomo troppo vecchio, i capelli di un biondo surreale, un’aureola di cristallo e le mani di un assassino; eppure è solo un bambino, un bambino che non sa più sognare.
“Toris…Toris…rimarrai qui?”.
L’aria odora di rivoluzione, di bandiere rosse e di neve fangosa. Ma là fuori c’è ancora la guerra, quella che ha attanagliato tutto il mondo, e a Sharon basta alzarsi in punta di piedi per vederla.
Oh, eccola là, oltre il cielo russo, con i suoi occhi affamati: li aspetta, aspetta che la rivoluzione russa si affoghi con le sue stesse mani per tornare a cacciarli.
Sharon sbuffa, preoccupata, e uno dei miliardi dei suoi boccoli color lilla scivola tra i suoi seni, alla ricerca di  calore.
Un respiro gracchiante, ferito, esce dalle labbra martoriate.
“Quando ti ho portato a casa mia, eri…un miracolo” mormora Ivan, stanco e disperato “ho visto Dio, sai, quando ti ho vista. Il mio popolo non ci vuole più credere, a Dio e alla chiesa, ma io…io ho visto te. E tu sembravi avere tutte le risposte, eri la mia salvezza…lo eri, vero, Sharon?”.
Non parla, non respira nemmeno, Sharon.
Piange e basta.
Piange.
Piange.
Piange.
Si alza come una marionetta spezzata e apre gli occhi, finalmente.
Le iridi di Ivan bruciano.
Per la neve, troppo candida, troppo pura. La neve è come sale, per la sua anima ferita.
Per i corpi ancora ammassati tra le strade e i bambini che chiedono aiuto, a tutti e a nessuno. Non chiamano i genitori: non possono ricordarli, non sanno chi o cosa siano. Il generale Inverno li ha rapiti tutti.
Bruciano per quella ragazza troppo bella, surreale, in quell’aurea miracolosa, avvolta in una bandiera rossa che puzza di fumo.
“Eri la mia salvezza, Sharon!”
Smash, smash. Perché il rumore della neve è così assordante?
“Guarda cosa ci hai fatto! Mi hai trascinato in una rivoluzione, in una guerra civile, un ennesima guerra! Io devo schiacciare Germania e Austria, non rimanere qui, nel fango e nel sangue: ora chi devo proteggere, chi devo comandare, chi devo uccidere? I miei figli, i miei figli, i miei figli, mi stai portando via i miei figli! Mi hai fatto uccidere il mio popolo!Per che cosa??Per un mondo che non esiste!”.
Sharon piove e piange.
“Miracolo” sussurra disperato Ivan, mentre si avvicina alla ragazza e le prende il viso tra le mani, con incredibile delicatezza “Guardati, sei un mostro!Non sei come noi!”.
Sharon aveva contemplato decine di volte il suo viso allo specchio: oh, sembrava puro e bellissimo, come quello delle bambole. Ma poi, eccoli: gli occhi cangianti pieni di sfumature marce e mostruose, il naso con quell’ attaccatura irreale e le labbra storte, come due serpenti attorcigliati.
Era stata spezzettata e assemblata, stuprata e accarezzata, bruciata e baciata: erano troppe le ideologie che conteneva, troppe le speranze di scrittori e di poeti che conservava, troppi erano gli uomini che la sognavano. E i russi le avevano dato un volto, un nome, persino un governo: l’avevano eletta come dea, come regina. L’avevano idolatrata e adorata.
“Non riesci nemmeno ad essere Toris, per un attimo!!” urlò Ivan, sofferente, mentre si accartocciava di nuovo sul letto “Perché se n’è andato? Perché sei rimasta tu?”.
Sharon gli accarezza la guancia, dolcemente.
“Ti prego, Ivan…dormi e sogna”.
Sognami, perché solo lì potrò continuare a vivere.
Sogna i girasoli e un sole caldo che abbracci tutto il tuo paese…è anche questa un’Utopia, lo sai?
Sharon continua a sfregare quel volto perfetto, umano, finché Ivan non cade addormentato.
Piove, piove sempre su Utopia.
Sono le lacrime di una ragazza che sa di non esistere, ma che vivrà per sempre.



Allora…questo capitolo angosciante è scritto per riprendere questa raccolta…è triste ma dovevo scrivere sull’Utopia^^.
1)Il capitolo è ambientato durante la rivoluzione russa del 1917, che ha costretto la Russia a lasciare il teatro della prima guerra mondiale.
2)Cosa posso dire di Sharon…proprio perché è un’Utopia l’ho descritta con colori irreali(porpora e lilla) e come un sogno, agognato, bene o male, da tutti. Purtroppo gli uomini hanno trasformato Sharon in un progetto realizzabile: lei è diventata umana proprio perché c’erano uomini che credevano fermamente in lei, o meglio nell’ideologia che rappresentava(il comunismo, l’uguaglianza tra i ceti, ecc…). Ma l’Utopia non è un fenomeno esclusivamente russo( è stata pensata e immaginata da tantissimi uomini) e proprio per questo l’ho descritta come una ragazza dai tratti confusi e surreali: rappresenta le idee e i sogni di uomini di lingua e nazionalità totalmente diversa(infatti lei non ha nemmeno un cognome preciso). Lei stessa piange sempre perché sa che non potrà mai esistere veramente, non sarà mai un nazione con il suo popolo. Vive e vivrà per sempre nel mondo dei sogni.
3)Ivan, prima del suo popolo, si accorge che l’ideologia rappresentata da Sharon è impossibile, e per questo se la prende con lei, rea di averlo condotto verso l’ennesima strage. Inoltre lei è colpevole di non riuscire a colmare il vuoto lasciato da Toris. Si, sono una fan della RussiaLituania*____*.
4) Il nome di Utopia deriva dalla cantante dei Within Temptation, Sharon den Adel, per cui provo una stima infinita( ma che non voce non hai, Sharon???). è lei che canta la frase che ho messo nel titolo, estrapolata dalla canzone “Utopia”, per l’appunto.
5)Può non sembrare…ma mi piace tanto tanto la povera Utopia^^.
Recensioni^^:
Kurohime: grazie mille per la recensione^^Sì, lascerò correre un po’ di tempo prima di riprendere in mano Arthur…però ho qualche idea su Narnia**Baci!
Amby: mamma mia, sono felicissima che anche questo capitolo ti piaccia e sono molto lusingata da tutti questi complimenti, mi spronano a continuare!(eh, sì, adoro le tue recensioni^__^). Spero che tu abbia gradito anche questo capitolo…un po’ angoscianteXD Allora non siamo lontanissime, io sto vicinissimo a Milano! A proposito, i miei sono andati dalle tue parti e hanno detto che ci sono dei paesi davvero bellissimi…insomma, storia a parte, ti invidio molto! Ci farò sicuramente un salto, prima o poi! Grazie ancora, bacioni!!


Grazie per la vostra attenzione,
LaLa
  
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