Nuova pagina 1
27.
Cards On
The
Table (Prima Parte)
Non appena Heiji
perse i sensi, Kazuha prese un respiro profondo, raccogliendo più aria
possibile, e strillò forte, liberando tutto in una volta il fiato che aveva in
gola. Subito gli agenti si voltarono tesi e in allerta, correndo verso di lei
con le pistole in pugno:
“Che è successo?”
Domandò serio uno di loro, la voce dura e raspante.
“L’ho visto!”
Disse lei affettando un tono spaventato e disperato, gli occhi lucidi. “L’uomo
che ha sparato a Heiji…era laggiù!” Indicò col dito tremante una strada avvolta
nell’oscurità, esattamente nella parte opposta al luogo dove giaceva la bionda.
“Ne sei sicura?”
Intervenne l’ispettore Megure, seguendo con sguardo preoccupato la direzione del
dito.
“Sì!”
“D’accordo
allora.” Fece cenno agli altri agenti, che annuirono, pronti e con le armi
puntate. “Ricordate: attenzione. Potrebbe non essere solo.” Aggiunse a bassa
voce, mentre cominciavano a muoversi.
Kazuha li osservò
con un misto di pietà e rassegnazione, sentendosi vagamente in colpa. Non capiva
proprio perché Heiji le avesse chiesto di fare una cosa del genere, e non ne era
entusiasta, ma dentro di sé sapeva bene che non avrebbe potuto negargli nulla,
almeno non vedendolo in quelle condizioni, non mentre la fissava con quei suoi
occhi profondi e imploranti, parlando come se estraesse dolorosamente ogni
parola dalla gola come fossero lame, non dopo che, anche solo chiedendole di
farlo, aveva dimostrato di fidarsi ciecamente di lei.
Non dopo quel
bacio.
Si sentì
avvampare e scosse la testa, sperando di riuscire a riprendere la calma e a far
rallentare il suo cuore che ormai batteva all’impazzata. Non doveva distrarsi!
Non doveva pensare a quanto era stato bello, sentire le sue labbra sulle
proprie, il suo respiro caldo, le sue dita che le accarezzavano amorevolmente i
capelli…
Okay, meglio
fermarsi. Se avesse continuato ad assecondare gli ormoni in quel modo tutto il
suo piano sarebbe andato in fumo: doveva agire in fretta. Con un sospiro si
distrasse forzatamente da quei pensieri così dolci e piacevoli, scoccò un ultimo
sguardo benevolo al ragazzo che giaceva a terra e si alzò, lanciando occhiate
furtive ai poliziotti concentrati nella direzione opposta. Riuscì con un po’ di
fatica a prendere in braccio la ragazza, sperando che l’uomo di cui le aveva
parlato Heiji fosse il più vicino possibile: nonostante fosse più forte di molte
ragazze della sua età, praticando l’aikido, non avrebbe resistito per molto, non
dopo aver già trascinato il suo amico d’infanzia per quasi un chilometro. La
biondina sarà anche stata più leggera, era vero, ma essendo svenuta gravava
completamente contro di lei, negandole anche quel piccolo aiuto che Heiji era
riuscito a darle, strascicando i piedi mentre lo sorreggeva.
Si dirigeva col
fiatone verso il retro di una delle case, fermandosi ogni tanto per riposare, la
fronte imperlata di sudore, per poi riprendere strenuamente. Se non altro, pensò
con un sorrisetto, per quel mese poteva rinunciare alla dieta: stava bruciando
un sacco di scomode calorie. Durante una delle pause contemplò il viso della
sconosciuta: era molto pallida, ma a parte questo sembrava placidamente
addormentata. Non le sembrò di averla mai vista, e si chiese con blando
interesse quali fossero i rapporti di Kudo-kun con lei: Ran aveva affermato
distrattamente che era un’amica del ragazzo, ma da come aveva pronunciato quelle
parole e dal fugace lampo di sconforto che aveva attraverso il celeste dei suoi
occhi, Kazuha aveva intuito che c’erano volumi interi di frasi e pensieri che le
labbra di lei avevano preferito tacere. Dopotutto, Ran non le aveva mai parlato
della biondina, dunque era molto probabile che fosse venuta a conoscenza della
sua esistenza non molto prima di lei, e poteva capire quanto dovesse essere
terribile venire a sapere che il ragazzo che amava e che aspettava da tanto
tempo con ansia aveva conosciuto una ragazza così bella e non gliene aveva mai
parlato. Di sicuro si sentiva…tradita. Non c’erano altri termini per
descriverlo, sebbene il dolore e l’angoscia che ne derivavano dovessero essere
cupi e profondi come un baratro, pieni di sfaccettature laceranti che colpivano
e straziavano il cuore.
Povera Ran-chan.
Per la seconda
volta nella serata provò un forte moto di astio nei confronti di Kudo, e sbuffò,
aggrottando la fronte seccata: un giorno o l’altro avrebbe proprio dovuto fare
un bel discorsetto a Heiji per scoprire cosa diavolo ci trovasse di tanto
straordinario in quella specie di egoista megalomane che era il signor Shinichi
Kudo.
Finalmente, dopo
un tragitto che le parve lungo centinaia di chilometri, scorse un’automobile
piuttosto piccola e antiquata, accanto alla quale un vecchio baffuto, dai lunghi
capelli boccolosi e soffici come il cotone che gli ricadevano sulle spalle,
attaccati ad una testa calva –Kazuha ebbe una vista veloce dello scienziato
pazzo di “Ritorno al futuro”, ma svanì come era arrivata: lo sguardo
dell’uomo che aveva davanti era molto più dolce e mite, niente a che vedere con
gli occhietti vispi dell’attore- aspettava con aria preoccupata e tesa. Non
appena la scorse, le corse incontro precipitosamente, prendendo in braccio con
un singhiozzo soffocato di sforzo il corpo esile della ragazza, gli occhi che
non abbandonavano per un attimo la ferita sanguinante adombrati di sincera paura
e preoccupazione, e la adagiò con estrema delicatezza sul sedile posteriore.
“Oh, Ai-kun,
perché l’hai fatto? Perché?” mormorò, le labbra contratte. Kazuha si accorse che
per quel che importava all’uomo poteva essersi auto-distrutta una volta portato
a termine il suo compito e si schiarì la gola, più rumorosamente del dovuto,
richiamando la sua attenzione. Che diamine, non si era mica fatta tutta quella
sudata per niente!
Il vecchio parve
essersi riscosso da un brutto sogno:
“Oh, signorina!
Grazie di averla aiutata. Ehm…”
“Mi chiamo Kazuha
Toyama.” Si presentò lei, più brusca di quanto volesse. Per rimediare, gli tese
la mano e sorrise. “Sono un’amica di Heiji Hattori. Che sarebbe…”
“Lo so, lo
conosco.” Tagliò corto lui, profondamente agitato, gli occhi che continuavano a
tornare sulla figura accoccolata sul sedile mentre si stringevano la mano. “Io
sono Hiroshi Agasa, un amico di Shinichi.”
Così il vecchio
conosceva Heiji; strano, non gliene aveva mai parlato. Un pensiero fugace le
attraversò la mente: perlomeno non ha i capelli biondi e un seno promettente.
Si rimproverò
automaticamente, sentendosi in colpa nei confronti di Ran.
“Ha bisogno di
cure. Perché non volete portarla all’ospedale?” chiese curiosa, aggrottando la
fronte. L’amico di Kudo-kun fece un sorriso forzato e balbettò:
“E-ecco, mia
nipote…non sopporta gli ospedali! Potrebbe avere uno…shock molto violento se la
portassi lì.”
Kazuha sgranò gli
occhi incredula, inarcando le sopracciglia, e l’uomo aggiunse precipitosamente:
“È la verità! È
una fobia patologica…ce l’ha da quando aveva otto anni”.
“Oh.” Commentò la
ragazza di Osaka, annuendo. “Mi dispiace.”
Il vecchio fece
un lieve cenno di assenso e dedicò di nuovo tutta la sua attenzione alla
ragazza, dandole le spalle.
“Ti manda
Shinichi?” chiese, senza voltarsi, e prima che potesse rispondere aggiunse: “Ti
ha detto che devo aspettarlo o posso andare via con Ai-kun?”
“Non lo so…ma
penso che Kudo tornerà con un’auto della polizia.” Disse lei con una scrollata
di spalle. Lui la osservò attraverso le tonde lenti degli occhiali e di nuovo
sorrise, mite.
“Credo che andrò,
allora. Ai ha bisogno di stendersi in un luogo sicuro e tranquillo dove possa
occuparmi di lei. Grazie di tutto, signorina.”
Kazuha lo osservò
salire in macchina e allontanarsi, lasciandosi dietro una scia di fumo
grigio-azzurro. Era ancora un pochino perplessa riguardo la spiegazione datale
dall’anziano signore, ma onestamente non le interessava più di tanto. Tutto
quello che voleva in quel momento era tornare da Heiji, stare al suo fianco
finché non si fosse sentito meglio, e…
Di nuovo le
guance sembrarono infiammarsi, incespicò nei propri piedi mentre tornava
indietro, riuscendo per pochissimo a non cadere.
Cavoli, era stato
un bacio meraviglioso.
Ogni volta che ci
pensava non poteva fare a meno di sentirsi emozionata, felice. Non ricordava di
aver mai vissuto un momento più bello nella sua vita. Il suo primo bacio…e non
era stato uno qualunque a darglielo, era stato Heiji.
Heiji.
Heiji l’aveva
baciata.
Lei aveva baciato
Heiji.
Dio, non faceva
altro che ripeterlo nella sua mente, quasi per convincersi che fosse successo
davvero, che non era stato solo frutto di un’immaginazione vivida o di un sogno
bellissimo. Lei e il ragazzo che amava con tutta se stessa si erano baciati. Il
cuore le batteva forte, ricolmo di una gioia infinita.
Una volta
arrivata, si ritrovò davanti il volto furibondo dell’ispettore Megure:
“DOVE TI ERI
CACCIATA?!” sbraitò, gli occhi infuocati. Doveva essere un tentativo per
spaventarla, ma il povero ispettore ignorava che in quel momento nulla avrebbe
potuto turbarla. Cavoli, sarebbe potuto spuntare un drago gigante a tre teste da
dietro una delle case e tutto quello che avrebbe provato lei sarebbe stata
curiosità mista a sorpresa.
Era troppo felice
per provare qualsiasi cosa di vagamente negativo.
“Ehm…mi sembrava
di aver visto…” Megure la fissò interrogativamente, torvo, e lei scosse la
testa, facendo ciondolare la coda dietro la testa, legata dal nastro blu
mirtillo che proprio lui le aveva regalato. “Niente, lasci perdere.
Scusi, non accadrà più.”
L’uomo aprì la
bocca, a quanto pareva con l’intenzione di farle una predica, ma all’ultimo
secondo rinunciò e sospirò, annuendo e indicando col dito l’ambulanza dietro le
sue spalle, che solo in quel momento Kazuha notò.
“Hanno già
caricato Hattori e gli stanno fornendo assistenza. Hai visto l’altra ragazza per
caso? Sembra scomparsa.”
L’ispettore
Megure sembrava piuttosto sconfitto e provato, e per un attimo lei ebbe la
tentazione di dirgli la verità: “No” rispose invece; non poteva deludere il suo
amico d’infanzia, e gli aveva fatto una promessa.
“Posso salire
anch’io sull’ambulanza? Vorrei stare accanto a Heiji.”
“D’accordo.”
Acconsentì Megure, pensando che se se ne stava lì buona non si sarebbe più
allontanata. Non poteva permettersi di metterla in pericolo, quella sera aveva
già collezionato una serie di disastri: avevano perso i giovani detective, uno
di loro era stato ferito a morte, una delle sue poliziotte migliori era ancora
dispersa, una testimone ferita gravemente si era volatilizzata sotto i suoi
occhi e lui e la sua squadra non erano riusciti ad arrestare nessuno, né in
effetti ne avevano avuto la possibilità, visto che a fronteggiarli erano stati
solo quegli adolescenti.
Sospirò afflitto,
calcandosi il cappello sulla fronte e chiedendosi avvilito se non fosse ora di
appendere il distintivo al chiodo e lasciar fare ai ragazzi più giovani.
Kazuha salì
sull’ambulanza, osservando un po’ in disparte mentre un paio di medici curavano
il suo amico d’infanzia, disteso su un lettino, gli aghi della flebo che gli
spuntavano dal braccio inerte.
Aveva detto a
Heiji che non gli avrebbe fatto domande…almeno per quel momento; ma una volta
che si fosse ristabilito, avrebbero dovuto fare una bella chiacchierata.
E di sicuro non
solo riguardo alla bionda.
~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*
Accadde così in
fretta che il suo cervello non riuscì a rendersi conto di quello che era
successo finché non fu tutto finito. Tutto ciò che sapeva era che stava parlando
con Ran, quando all’improvviso qualcosa si era avventato su di lui, spingendolo
violentemente contro il muro di una delle case e premendolo lì, intorno a lui
voci diverse e confuse che protestavano allarmate, mentre alla nuca un dolore
pulsante testimoniava l’urto del suo cranio contro il cemento. Quando riaprì gli
occhi, che aveva chiuso per istinto, si ritrovò riflesso in due pupille nere
come carboni ardenti, che lo fissavano con odio misto a disprezzo.
Kogoro Mouri.
Cavoli, non
l’aveva mai visto così infuriato, sebbene vivesse con lui ormai da quasi un anno
e fosse capitato spesso che la sua versione rimpicciolita, Conan, mettesse a
dura prova la pazienza dell’investigatore. Deglutì rumorosamente, scrutandolo
con attenzione per capire se voleva parlargli o semplicemente ucciderlo.
In entrambi i
casi, era davvero nei guai.
Sono giorni
come questi che mi fanno pensare che farei meglio a restarmene a letto...
“TU!”
Kogoro aveva quasi sputato la parola. “Chi diavolo ti credi di essere!?
Eh!?!”
Nonostante
fossero a pochi centimetri, l’investigatore stava urlando. Ora, dietro quella
maschera di furia ribollente, Shinichi poté scorgere qualcos’altro, nelle pozze
scure dei suoi occhi: paura, preoccupazione, angoscia. Fu così che comprese che
quella notte non era stata orribile e difficile solo per loro: Kogoro doveva
essere stato costretto per qualche motivo a separarsi dalla figlia, e doveva
aver vissuto ore d’inferno nel tentativo di ritrovarla. Naturalmente, tutta
quella tensione era esplosa improvvisamente quando l’aveva visto, capro
espiatorio di tutta quella situazione, causa del dolore di sua figlia.
Ma perché Ran
e Kogoro sono qui??
Prima che potesse
ipotizzare una risposta a quella domanda, ricevette uno scrollone e dovette
rifocalizzarsi sulla minaccia incombente che gli stava davanti.
“Allora!?”
“Papà!”
Intervenne Ran, avvicinandosi. “Non c’è bisogno…”
“Zitta! Con te
faccio i conti più tardi.” Sbottò brusco, smettendo di fissarlo torvo per un
breve istante.
“Ehm, Mouri-san…”
Stavolta era stato Chiba ad intervenire. Takagi, per qualche motivo, era
totalmente distratto, non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura di Sato,
che contemplava come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, un angelo
appena sceso dal paradiso: gli occhi del poliziotto si erano illuminati e il
viso era divenuto d’improvviso più sereno e rilassato, quando l’aveva scorta
uscire dalle ombre, sana e salva. Sato, da parte sua, gli sorrideva
riconoscente, uno strano luccichio nello sguardo.
“Si calmi, la
prego” continuò Chiba, posandogli una mano sul braccio “È stata una serata
difficile per tutti noi.”
“Per colpa sua”
Ringhiò Kogoro, squadrando Shinichi con rabbia.
Aveva visto
giusto, dunque. Eppure non era stato lui a farli venire lì, aveva avvertito solo
la polizia e Heiji. Perché Ran, Kogoro, Toyama e Ai lo avevano raggiunto??
Sapeva che, data
la situazione, era meglio che tacesse, ma la sua mente investigativa chiedeva
risposte. Perciò domandò, con il tono più neutro e calmo che riuscisse a
confezionare:
“Perché credi che
sia colpa mia, Mouri-san?”
“Perché è la
verità!!” Replicò lui, scrollandolo di nuovo. “È a causa tua che Ran è voluta
venire qui! Sei tu che l’hai messa in questo guaio! Tu che la prendi in giro e
la fai piangere e la costringi a fare sciocchezze come allontanarsi di notte da
sola, qui!!”
“Papà!”
Intervenne di nuovo Ran “Shinichi non mi ha costretto a fare un bel niente; lui
non è responsabile delle mie decisioni. Non sapeva nemmeno che fossi qui
stasera!”
“E allora tu come
facevi a sapere che lui c’era?” Ribatté Kogoro, per nulla convinto. Proprio una
bella e interessante domanda, rifletté Shinichi.
“Beh…” Ran parve
titubante “..me l’ha detto una persona.”
“CHI?” chiesero i
due investigatori, adulto e adolescente, all’unisono.
La ragazza
distolse lo sguardo piuttosto a disagio. “Ehm…in realtà non lo so con certezza.”
“Come sarebbe a
dire??” Chiese Kogoro, spostando la sua furia su Ran, che proseguì, sempre senza
guardarlo:
“Beh, era una
donna. Mi ha contattata per telefono, sembrava sapere molte cose su Shinichi e
me.”
“Dunque tu mi
stai dicendo” esordì Kogoro in un tono tutt’altro che rassicurante “che ti sei
precipitata qui perché una completa sconosciuta ti ha detto di farlo??”
“Ehm…sì.”
“Ma come ti è
saltato in mente!?” gridò Kogoro, e Shinichi annuì.
“Tuo padre ha
ragione, Ran! Poteva essere una trappola, sei stata un’incosciente…” Si bloccò
quando lo sguardo di lei si posò su di lui, celeste bruciante di dolore e
tristezza.
“Io non l’avrei
fatto se tu fossi stato sincero con me!!” Replicò, con voce incrinata, le labbra
che tremavano come se si stesse trattenendo dal piangere. “Ma l’unico modo che
ho per vederti a quanto pare è rischiare la mia vita!!”
Shinichi sospirò,
distogliendo gli occhi da lei con aria colpevole e mortificata. Kogoro guardò
dall’uno all’altra, imbronciato, poi mollò la presa su Shinichi con uno sbuffo.
“Qualsiasi cosa
stia succedendo fra voi, risolvetela. Sono stanco di tutta questa situazione.”
Borbottò cupo, allontanandosi con le mani in tasca.
“Era quello che
avevamo intenzione di fare.” Gli assicurò Ran, con uno sguardo significativo a
Shinichi.
“Bene, che ne
direste di tornare dal capo?” Esclamò Takagi, la voce squillante che stonava con
la tetraggine del luogo e dell’atmosfera. Tutti annuirono, seguendolo. Il
poliziotto si avvicinò a Sato, e mormorò con le guance color porpora, evitando
di guardarla:
“Sono contento
che tu stia bene.”
Lei gli sorrise:
“Grazie. Ma non
credo che starò altrettanto bene dopo la strigliata che mi prenderò
dall’ispettore Megure!”
~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*
“Accidenti, qui
intorno è pieno di sbirri” Si lamentò Gin, la mano stretta intorno alla ferita
sanguinante. Quella troia di Sherry gli aveva fatto un male d’inferno con quella
dannata pistola. Se solo fosse riuscito a metterle le mani addosso…
“Almeno tu non
sei stato sforacchiato come Scotch” cercò di consolarlo Vodka, meritandosi
un’occhiata da gelare il sangue.
“E tu? Dove
diavolo ti eri cacciato?” ringhiò il biondo.
“A sorvegliare
l’altra uscita, come mi avevi ordinato.” Si giustificò, sudando freddo; sapeva
bene che quando Gin era di pessimo umore era meglio lasciarlo stare.
“Calma, calma
ragazzi” udirono ammonirli una voce melliflua. Entrambi si voltarono, vedendo
emergere dalle ombre il corpo sensuale ed elegante di Vermouth, che avanzava sui
tacchi delle scarpe firmate. “Non è il caso di prendersela.”
“Dove ti eri
cacciata, bellezza?” Gli chiese Gin, aspro. “Mi avrebbe fatto comodo un aiuto da
qualcuno con un po’ di cervello.” Scoccò un’occhiata crudele a Vodka, che non
replicò. Non avrebbe raccolto le sue provocazioni solo per dargli qualcuno con
cui prendersela.
Non era poi così
stupido come Gin credeva.
“A divertirmi un
po’ per conto mio.” Rispose dolcemente “I had a good time, really; but then…[1]”
sospirò, lasciandosi andare contro il muro di una delle case. “Sherry ha
rovinato tutto.”
“È lei che ti ha
colpito?” Domandò il biondo; al suo occhio esperto non era sfuggito il modo
affaticato con cui Vermouth si muoveva, sebbene lei cercasse di nasconderlo. La
conosceva bene: sapeva vedere attraverso i suoi travestimenti e i suoi
atteggiamenti affettati. Lei gli
sorrise.
“Actually, no. I
shot her, my dear.[2]” rispose, con gelida soddisfazione. Gin ricambiò il
sorriso, cingendole la vita con il braccio non impegnato a tamponare la ferita e
sfiorandole il fondoschiena con le dita.
“È per questo che
mi piaci, bellezza. L’hai uccisa?” Chiese, un luccichio avido e spietato negli
occhi. Vermouth si liberò della sua stretta con un movimento fluido e replicò:
“Credevo che quell’onore lo volessi per te.”
In realtà non era
sicura di averla uccisa; la violenta reazione di Cool Guy non le aveva dato il
tempo di accertarsene. Sorrise: forse aveva un po’ esagerato a metterlo alla
prova con la faccenda della scelta; e lui, che era pronto a sacrificarsi pur di
lasciar vivere le due ragazze…un vero cavaliere! Era quasi commovente…caro,
dolce, ingenuo Cool Guy. Quanto amava giocare con lui!
“E tu, mio caro,
chi ti ha ridotto così?” domandò, scoccando un’occhiata alla ferita grondante di
sangue. Gin sbuffò.
“Shinichi Kudo,
quel moccioso-detective che credevo di aver sistemato al Tropical Land. E’ stata
una vera sorpresa ritrovarmelo davanti, credevo che il suo cadavere ormai fosse
cibo per i vermi.” Ringhiò.
Vermouth ostentò
un’espressione neutra e distaccata, ma dentro di sé regnava la sorpresa: così
ora Gin sapeva che Cool Guy non era morto. Interessante. La situazione stava
avendo delle svolte davvero allettanti.
“Ora non posso
fare niente a causa dei piedipiatti, ma vedrete” sorrise crudelmente “Impegnerò
tutte le mie forze nel rintracciarlo. E quando lo rivedrò, gliela farò pagare, a
lui e alla sua troietta bionda.”
Vermouth annuì.
Niente in contrario, se le fosse stato permesso di partecipare alla partita.
Cosa che inevitabilmente sarebbe accaduto: per quanto Gin fosse intelligente e
arguto, era pur sempre un uomo…e lei sapeva bene come manovrarlo per ottenere
ciò che voleva. Inoltre, doveva essere presente per preservare il suo angioletto
da ogni pericolo: quella sera stessa l’aveva scortata per impedire che qualcun
altro dell’Organizzazione, quel pedofilo cavernicolo di Scotch ad esempio, le
facesse del male; e per quanto riguarda la scelta…andiamo, era sicura che Cool
Guy non avrebbe mai mandato a morire la sua preziosa amica d’infanzia.
Angel doveva
restare fuori da tutta quella brutta faccenda. Se fosse morta, chi le avrebbe
spalancato le porte del paradiso?
“Andiamocene,
ora.” Ringhiò Gin, avviandosi verso l’automobile nera, che si confondeva con il
cielo buio. Vermouth lo seguì senza fiatare; era stata una lunga notte, e aveva
bisogno di riposare:
Non poteva certo
comparire nel servizio fotografico di Fashion Magazine con le borse sotto
gli occhi.
To be continued…
~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*~*
Traduzione delle
parti in inglese:
[1]
Mi sono divertita, davvero; ma poi…
[2] In
effetti, no. Io ho sparato a lei, mio caro.”
Note dell’Autrice:
Ciao a tutti!^^ Per prima cosa mi scuso per
l’ENORME attesa. Non ho potuto scrivere per un sacco di tempo a causa di impegni
vari: il viaggio in Spagna, che al ritorno mi ha costretto a lavorare sodo a
scuola per recuperare (nessun rimpianto comunque, ne è valsa la pena. È stato
uno dei viaggi più belli che abbia mai fatto in tutta la mia vita ^__^),
l’influenza che ho preso una settimana fa, col mal di gola che mi porto ancora
dietro... Una vera sfortuna, insomma. Mi scuso quindi se vi ho fatto aspettare
tanto, e siccome mi dispiaceva lasciarvi a bocca asciutta per altro tempo
ancora, ho deciso di dividere in due parti questo capitolo: la prima eccola qui,
fresca per voi. La seconda la scriverò il prima possibile.
Ho preferito fare
in questo modo così da non farvi attendere altre settimane senza darvi da
leggere nulla; il prossimo chap, che sarà intitolato “Cards on the Table,
Seconda Parte” sarà dedicato in massima parte (se non interamente, non ho ancora
deciso) a Ran e Shinichi. Farò del mio meglio per pubblicarlo il prima
possibile.
Detto questo,
passo a ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto e commentato. Siete
carinissimi, #^^# davvero, e vi ringrazio di cuore per la vostra pazienza:
Akemichan:
ciao carissima! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia
piaciuto, spero che questo non sia da meno (anche se in effetti si tratta di
metà capitolo ^^”). La parte di Shinichi e Ran piaceva anche a me, e non vedo
l’ora di scrivere il loro confronto. Spero che i prof e gli impegni me ne diano
l’occasione il prima possibile! Ti dirò, Ai non si è sparata da sola, è stata
Vermouth. Però, Sherry le ha puntato contro l’arma in modo che lei la colpisse,
così da salvare Shinichi. Probabilmente è stata colpa mia se non l’hai capito,
devo essermi spiegata male ^^”. Comunque, se non sbaglio, Ai lo pianificava
all’inizio del capitolo 25. Un bacione, spero di sentire ancora i tuoi commenti!
Ruka88:
ciao! Sì, era Ai ad essere stata colpita. Detto questo… ti prego, non
uccidermi!! Ho fatto del mio meglio per l’aggiornamento, lo giuro!! Ti prometto
che scriverò la “confessione” di Shinichi a Ran il prima possibile! Abbi
compassione di una povera studentessa sovraccarica di compiti, per di più col
mal di gola. Grazie ancora del commento.
Yuki: eh
sì, finalmente Ran si è ribellata! Vedrai che non lascerà in pace Shinichi
finché non saprà tutto. Ai poverina è stata ferita, quindi in effetti resterà in
disparte nel prossimo capitolo. Mi auguro che questo chap non ti abbia deluso,
ricordati che è solo una parte del capitolo che avevo in mente all’inizio. Un
bacio, a risentirci!
Lore:
ciao! Un grazie dal profondo del cuore per il tuo commento! Davvero trovi la mia
ff migliore del manga/anime?? Sei adorabile!^//^ Ma non esagerare, potrei
montarmi la testa. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e di risentirti
ancora.
Vichan:
ciao! Grazie mille per aver letto e commentato tutti i capitoli che ti eri
persa…sei davvero gentile. #^^# Mi ha fatto piacere sentirti dire che ti sono
piaciuti e soprattutto sono felice che tu abbia giudicato le scene fra Heiji e
Kazuha eccezionali: da un’amante della coppia di Osaka come te, nonché
scrittrice di “Heiji e Kazuha” e del suo sequel…non posso che sentirmi
onorata!^^ Ti ringrazio, quindi, per i complimenti e anche per la considerazione
sugli spazi: rileggendo mi sono accorta che hai ragione, in effetti non mi
soffermo più di tanto nella descrizione dell’ambiente. Questo perché preferisco
di gran lunga l’interagire dei personaggi e l’interiorità (adoro
l’introspezione!), mentre per quanto riguarda i luoghi…beh, la loro descrizione
mi annoia. Quindi li ignoro, per la maggior parte delle volte (che
professionalità, eh?). Comunque, mi rendo conto che può apparire scomodo per il
lettore, quindi ti prometto che da oggi in poi ci farò più attenzione, ok? Per
quanto riguarda le scene passate, se vuoi ti scrivo un’e-mail in cui ti spiego
come me le ero immaginate, non c’è problema. Un bacio, a presto!
Ginny85:
ciao carissima! I tuoi commenti mi arrivano sempre dritti al cuore…come farei
senza di te?? Sono felicissima che la mia storia ti piaccia così tanto, e di
riuscire a farti provare quelle sensazioni. Spero tanto di non deluderti mai!
Anche io adoro quella canzone, per questo ho colto al volo l’occasione di
inserirla nella mia storia, sebbene non sia una song-fic. Grazie grazie grazie
per i complimenti sul mio stile di scrittura, sei un tesoro, #^^# non sai quanto
apprezzi le tue considerazioni! Mi dispiace di non poterti ancora far leggere la
grande confessione di Shinichi alla sua bella…ma vedrai, farò del mio meglio
perché questo accada il prima possibile! E tranquilla, nessuno di noi qui si
auspica che Ran decida di dimenticarlo, quindi metti giù quell’arma, Ginny,
prima che qualcuno si faccia male! Non so se nel prossimo capitolo, ma
sicuramente anche la coppietta di Osaka avrà il suo spazio per chiarirsi. Un
miliardo di scuse per non aver aggiornato prima della partenza, mi dispiace, ma
proprio non ci sono riuscita! Un bacio!
Kiara:
Ehi, quante domande! Innanzitutto ciao. Credo che il capitolo ti abbia
aggiornato sulla sorte di Kogoro…per quanto riguarda la frase “Gli attuali
Uomini in Nero” mi hai fraintesa…intendevo Ai, che è stata una
dell’Organizzazione, ma che attualmente non lo è più. Tranquilla!^^ Mi auguro
che questo capitolo ti sia piaciuto, e mi scuso anche con te per la lunga
attesa. Cercherò di migliorare con il prossimo. Davvero ti sembra che
sovraccarichi troppo di sentimento i capitoli? Uhm…non so, a me non sembra (ma
sono diversi punti di vista)! Cerco sempre di equilibrare azione e romance. A
risentirci!
Sita:
ciao! Non capisco perché a tanti non piaccia la piccola scienziata…io la adoro
(anche se non si direbbe, visto che le ho sparato). Poverina, in fondo non è
colpa sua se le piace Shinichi. Comunque hai ragione, sarebbe potuto capitare di
tutto in quella scena, io stessa non ero sicura di come sarebbero andate le cose
finché non le ho scritte (^^;). Grazie mille dei complimenti, sei dolcissima,
^//^ spero di non averti delusa con questo capitolo. Ti prometto che cercherò di
scrivere al più presto il seguito, così avremo finalmente il confronto fra Ran e
Shinichi! Un bacione, a presto.
Lily2000:
ciao! Ti ringrazio tanto del commento, sono felice che tu abbia apprezzato tanto
lo scorso chap. Anche a me era piaciuto molto scriverlo!^^ Mi scuso per non aver
soddisfatto la tua curiosità riguardo alla coppia principale della storia,
cercherò di rimediare il prima possibile, promesso. Un bacio.
Laira:
ciao! Che bello conoscere un’altra fan di Detective Conan!^^ Grazie mille della
recensione: ho apprezzato molto l’attenzione con cui hai commentato ogni
particolare, dallo stile di scrittura, alla caratterizzazione dei personaggi…
non posso che sentirmi lusingata e contenta leggendo quello che hai scritto,
soprattutto considerando che viene da un’amante del manga/anime! Thanks!#^^# Sei
semplicemente adorabile. Sono sollevata di non essere caduta nel patetico con le
scene romantiche, spero di non rovinarmi nel finale, dove di romance ce ne sarà
un bel po’. ^^” Anche io non sopporto le storie scritte in stile sms, piene di
“nn, x, xké” ecc. Una cosa è adottare questi stratagemmi per risparmiare
caratteri, così da poter dire più cose in un solo sms (lo faccio anch’io),
un’altra è farne il proprio stile di scrittura anche fuori dall’ambito del
cellulare. E’ simbolo di trascuratezza, sono d’accordo con te. Ti ringrazio
ancora della recensione, spero di risentirti, e mi scuso anche con te per il
ritardo e per il capitolo “spezzettato”. Rimedierò, sta’ tranquilla!
APTX4869:
salve, grazie dei complimenti! Cercherò di fare del mio meglio anche con il
prossimo capitolo! Un bacio.
BPM: ciao!
Mi dispiace, ma credo che dovrai restare sulle spine ancora per un po’. Ma non è
colpa mia, te l’assicuro! Anche io non vedo l’ora di scrivere la scena clue
della storia con Shinichi e Ran, ma il destino mi è avverso (che paroloni, eh?).
Pazienta ancora un po’, vedrai che non ti deluderò (spero). Un bacio, a
risentirci!
Shin_17:
ciao, ti ringrazio tantissimo del commento!^^ Non preoccuparti, non ho
intenzione di smettere (almeno non in un futuro prossimo). Spero di non averti
deluso con questo capitolo.
Reiko:
eccoti accontentata, ho aggiornato. ^__^ Non è il capitolo intero, ma purtroppo
ho avuto un po’ di problemi ultimamente. Abbi ancora un po’ di pazienza e potrai
leggere la scena della confessione, promesso.
Kyo-chan:
grazie di cuore della recensione, mi hai imbarazzata con i tuoi complimenti, sul
serio! Sei stata dolcissima.#^^# In effetti la storia è una Shinichi/Ran, adoro
questa coppia, e da quanto ho capito, piace molto anche a te. Non perderti il
prossimo capitolo dedicato proprio a loro due (okay, sembrava uno spot
pubblicitario scadente. Non farci caso - __-“)! Oh, anche la coppia di Osaka
avrà un altro momento tutto per sé. Ti ringrazio ancora del commento, spero di
risentirti! Ciao!
Kari1:
ciao, mi ha fatto piacere leggere la tua recensione, sei stata carinissima.
Grazie delle lodi e dell’appoggio, mi auguro di non deluderti mai proseguendo
nel racconto. Mi dispiace di non aver potuto proporti qualche momentino dolce
fra Ran e Shinichi o Heiji e Kazuha in quest’ultimo capitolo, rimedierò nel
prossimo, contaci.^^ Un bacio, a presto!
Con questo è
tutto. Mi auguro di non aver dimenticato nessuno, nel caso, fatemelo sapere, ok?
È che sono un po’ scombussolata in questo periodo. +__+ Farò del mio meglio per
aggiornare al più presto, vi giuro che ritaglio ogni momento libero per
scrivere. A risentirci quindi, con la seconda parte del capitolo 27!
Un bacio,
-Melany
|