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Autore: Melanyholland    02/11/2005    9 recensioni
Per non perdere per sempre la sua Ran, stavolta Shinichi dovrà combattere la battaglia più dura: quella contro se stesso
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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27. Cards On The Table (Prima Parte)

Non appena Heiji perse i sensi, Kazuha prese un respiro profondo, raccogliendo più aria possibile, e strillò forte, liberando tutto in una volta il fiato che aveva in gola. Subito gli agenti si voltarono tesi e in allerta, correndo verso di lei con le pistole in pugno:

“Che è successo?” Domandò serio uno di loro, la voce dura e raspante.

“L’ho visto!” Disse lei affettando un tono spaventato e disperato, gli occhi lucidi. “L’uomo che ha sparato a Heiji…era laggiù!” Indicò col dito tremante una strada avvolta nell’oscurità, esattamente nella parte opposta al luogo dove giaceva la bionda.

“Ne sei sicura?” Intervenne l’ispettore Megure, seguendo con sguardo preoccupato la direzione del dito.

“Sì!”

“D’accordo allora.” Fece cenno agli altri agenti, che annuirono, pronti e con le armi puntate. “Ricordate: attenzione. Potrebbe non essere solo.” Aggiunse a bassa voce, mentre cominciavano a  muoversi.

Kazuha li osservò con un misto di pietà e rassegnazione, sentendosi vagamente in colpa. Non capiva proprio perché Heiji le avesse chiesto di fare una cosa del genere, e non ne era entusiasta, ma dentro di sé sapeva bene che non avrebbe potuto negargli nulla, almeno non vedendolo in quelle condizioni, non mentre la fissava con quei suoi occhi profondi e imploranti,  parlando come se estraesse dolorosamente ogni parola dalla gola come fossero lame, non dopo che, anche solo chiedendole di farlo, aveva dimostrato di fidarsi ciecamente di lei.

Non dopo quel bacio.

Si sentì avvampare e scosse la testa, sperando di riuscire a riprendere la calma e a far rallentare il suo cuore che ormai batteva all’impazzata. Non doveva distrarsi! Non doveva pensare a quanto era stato bello, sentire le sue labbra sulle proprie, il suo respiro caldo, le sue dita che le accarezzavano amorevolmente i capelli…

Okay, meglio fermarsi. Se avesse continuato ad assecondare gli ormoni in quel modo tutto il suo piano sarebbe andato in fumo: doveva agire in fretta. Con un sospiro si distrasse forzatamente da quei pensieri così dolci e piacevoli, scoccò un ultimo sguardo benevolo al ragazzo che giaceva a terra e si alzò, lanciando occhiate furtive ai poliziotti concentrati nella direzione opposta. Riuscì con un po’ di fatica a prendere in braccio la ragazza, sperando che l’uomo di cui le aveva parlato Heiji fosse il più vicino possibile: nonostante fosse più forte di molte ragazze della sua età, praticando l’aikido, non avrebbe resistito per molto, non dopo aver già trascinato il suo amico d’infanzia per quasi un chilometro. La biondina sarà anche stata più leggera, era vero, ma essendo svenuta gravava completamente contro di lei, negandole anche quel piccolo aiuto che Heiji era riuscito a darle, strascicando i piedi mentre lo sorreggeva.

Si dirigeva col fiatone verso il retro di una delle case, fermandosi ogni tanto per riposare, la fronte imperlata di sudore, per poi riprendere strenuamente. Se non altro, pensò con un sorrisetto, per quel mese poteva rinunciare alla dieta: stava bruciando un sacco di scomode calorie. Durante una delle pause contemplò il viso della sconosciuta: era molto pallida, ma a parte questo sembrava placidamente addormentata. Non le sembrò di averla mai vista, e si chiese con blando interesse quali fossero i rapporti di Kudo-kun con lei: Ran aveva affermato distrattamente che era un’amica del ragazzo, ma da come aveva pronunciato quelle parole e dal fugace lampo di sconforto che aveva attraverso il celeste dei suoi occhi, Kazuha aveva intuito che c’erano volumi interi di frasi e pensieri che le labbra di lei avevano preferito tacere. Dopotutto, Ran non le aveva mai parlato della biondina, dunque era molto probabile che fosse venuta a conoscenza della sua esistenza non molto prima di lei, e poteva capire quanto dovesse essere terribile venire a sapere che il ragazzo che amava e che aspettava da tanto tempo con ansia aveva conosciuto una ragazza così bella e non gliene aveva mai parlato. Di sicuro si sentiva…tradita. Non c’erano altri termini per descriverlo, sebbene il dolore e l’angoscia che ne derivavano dovessero essere cupi e profondi come un baratro, pieni di sfaccettature laceranti che colpivano e straziavano il cuore.

Povera Ran-chan.

Per la seconda volta nella serata provò un forte moto di astio nei confronti di Kudo, e sbuffò, aggrottando la fronte seccata: un giorno o l’altro avrebbe proprio dovuto fare un bel discorsetto a Heiji per scoprire cosa diavolo ci trovasse di tanto straordinario in quella specie di egoista megalomane che era il signor Shinichi Kudo.   

Finalmente, dopo un tragitto che le parve lungo centinaia di chilometri, scorse un’automobile piuttosto piccola e antiquata, accanto alla quale un vecchio baffuto, dai lunghi capelli boccolosi e soffici come il cotone che gli ricadevano sulle spalle, attaccati ad una testa calva –Kazuha ebbe una vista veloce dello scienziato pazzo di “Ritorno al futuro”, ma svanì come era arrivata: lo sguardo dell’uomo che aveva davanti era molto più dolce e mite, niente a che vedere con gli occhietti vispi dell’attore- aspettava con aria preoccupata e tesa. Non appena la scorse, le corse incontro precipitosamente, prendendo in braccio con un singhiozzo soffocato di sforzo il corpo esile della ragazza, gli occhi che non abbandonavano per un attimo la ferita sanguinante adombrati di sincera paura e preoccupazione, e la adagiò con estrema delicatezza sul sedile posteriore.

“Oh, Ai-kun, perché l’hai fatto? Perché?” mormorò, le labbra contratte. Kazuha si accorse che per quel che importava all’uomo poteva essersi auto-distrutta una volta portato a termine il suo compito e si schiarì la gola, più rumorosamente del dovuto, richiamando la sua attenzione. Che diamine, non si era mica fatta tutta quella sudata per niente!

Il vecchio parve essersi riscosso da un brutto sogno:

“Oh, signorina! Grazie di averla aiutata. Ehm…”

“Mi chiamo Kazuha Toyama.” Si presentò lei, più brusca di quanto volesse. Per rimediare, gli tese la mano e sorrise. “Sono un’amica di Heiji Hattori. Che sarebbe…”

“Lo so, lo conosco.” Tagliò corto lui, profondamente agitato, gli occhi che continuavano a tornare sulla figura accoccolata sul sedile mentre si stringevano la mano. “Io sono Hiroshi Agasa, un amico di Shinichi.”

Così il vecchio conosceva Heiji; strano, non gliene aveva mai parlato. Un pensiero fugace le attraversò la mente: perlomeno non ha i capelli biondi e un seno promettente.

Si rimproverò automaticamente, sentendosi in colpa nei confronti di Ran.

“Ha bisogno di cure. Perché non volete portarla all’ospedale?” chiese curiosa, aggrottando la fronte. L’amico di Kudo-kun fece un sorriso forzato e balbettò:

“E-ecco, mia nipote…non sopporta gli ospedali! Potrebbe avere uno…shock molto violento se la portassi lì.”

Kazuha sgranò gli occhi incredula, inarcando le sopracciglia, e l’uomo aggiunse precipitosamente:

“È la verità! È una fobia patologica…ce l’ha da quando aveva otto anni”.

“Oh.” Commentò la ragazza di Osaka, annuendo. “Mi dispiace.”

Il vecchio fece un lieve cenno di assenso e dedicò di nuovo tutta la sua attenzione alla ragazza, dandole le spalle.

“Ti manda Shinichi?” chiese, senza voltarsi, e prima che potesse rispondere aggiunse: “Ti ha detto che devo aspettarlo o posso andare via con Ai-kun?”

“Non lo so…ma penso che Kudo tornerà con un’auto della polizia.” Disse lei con una scrollata di spalle. Lui la osservò attraverso le tonde lenti degli occhiali e di nuovo sorrise, mite.

“Credo che andrò, allora. Ai ha bisogno di stendersi in un luogo sicuro e tranquillo dove possa occuparmi di lei. Grazie di tutto, signorina.”

Kazuha lo osservò salire in macchina e allontanarsi, lasciandosi dietro una scia di fumo grigio-azzurro. Era ancora un pochino perplessa riguardo la spiegazione datale dall’anziano signore, ma onestamente non le interessava più di tanto. Tutto quello che voleva in quel momento era tornare da Heiji, stare al suo fianco finché non si fosse sentito meglio, e…

Di nuovo le guance sembrarono infiammarsi, incespicò nei propri piedi mentre tornava indietro, riuscendo per pochissimo a non cadere.

Cavoli, era stato un bacio meraviglioso.

Ogni volta che ci pensava non poteva fare a meno di sentirsi emozionata, felice. Non ricordava di aver mai vissuto un momento più bello nella sua vita. Il suo primo bacio…e non era stato uno qualunque a darglielo, era stato Heiji.

Heiji.

Heiji l’aveva baciata.

Lei aveva baciato Heiji.

Dio, non faceva altro che ripeterlo nella sua mente, quasi per convincersi che fosse successo davvero, che non era stato solo frutto di un’immaginazione vivida o di un sogno bellissimo. Lei e il ragazzo che amava con tutta se stessa si erano baciati. Il cuore le batteva forte, ricolmo di una gioia infinita.

Una volta arrivata, si ritrovò davanti il volto furibondo dell’ispettore Megure:

“DOVE TI ERI CACCIATA?!” sbraitò, gli occhi infuocati. Doveva essere un tentativo per spaventarla, ma il povero ispettore ignorava che in quel momento nulla avrebbe potuto turbarla. Cavoli, sarebbe potuto spuntare un drago gigante a tre teste da dietro una delle case e tutto quello che avrebbe provato lei sarebbe stata curiosità mista a sorpresa.

Era troppo felice per provare qualsiasi cosa di vagamente negativo.

“Ehm…mi sembrava di aver visto…” Megure la fissò interrogativamente, torvo, e lei scosse la testa, facendo ciondolare la coda dietro la testa, legata dal nastro blu mirtillo che proprio lui le aveva regalato. “Niente, lasci perdere. Scusi, non accadrà più.”

L’uomo aprì la bocca, a quanto pareva con l’intenzione di farle una predica, ma all’ultimo secondo rinunciò e sospirò, annuendo e indicando col dito l’ambulanza dietro le sue spalle, che solo in quel momento Kazuha notò.

“Hanno già caricato Hattori e gli stanno fornendo assistenza. Hai visto l’altra ragazza per caso? Sembra scomparsa.”

L’ispettore Megure sembrava piuttosto sconfitto e provato, e per un attimo lei ebbe la tentazione di dirgli la verità: “No” rispose invece; non poteva deludere il suo amico d’infanzia, e gli aveva fatto una promessa.

“Posso salire anch’io sull’ambulanza? Vorrei stare accanto a Heiji.”

“D’accordo.” Acconsentì Megure, pensando che se se ne stava lì buona non si sarebbe più allontanata. Non poteva permettersi di metterla in pericolo, quella sera aveva già collezionato una serie di disastri: avevano perso i giovani detective, uno di loro era stato ferito a morte, una delle sue poliziotte migliori era ancora dispersa, una testimone ferita gravemente si era volatilizzata sotto i suoi occhi e lui e la sua squadra non erano riusciti ad arrestare nessuno, né in effetti ne avevano avuto la possibilità, visto che a fronteggiarli erano stati solo quegli adolescenti.

Sospirò afflitto, calcandosi il cappello sulla fronte e chiedendosi avvilito se non fosse ora di appendere il distintivo al chiodo e lasciar fare ai ragazzi più giovani.

Kazuha salì sull’ambulanza, osservando un po’ in disparte mentre un paio di medici curavano il suo amico d’infanzia, disteso su un lettino, gli aghi della flebo che gli spuntavano dal braccio inerte.

Aveva detto a Heiji che non gli avrebbe fatto domande…almeno per quel momento; ma una volta che si fosse ristabilito, avrebbero dovuto fare una bella chiacchierata.

E di sicuro non solo riguardo alla bionda.

 

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Accadde così in fretta che il suo cervello non riuscì a rendersi conto di quello che era successo finché non fu tutto finito. Tutto ciò che sapeva era che stava parlando con Ran, quando all’improvviso qualcosa si era avventato su di lui, spingendolo violentemente contro il muro di una delle case e premendolo lì, intorno a lui voci diverse e confuse che protestavano allarmate, mentre alla nuca un dolore pulsante testimoniava l’urto del suo cranio contro il cemento. Quando riaprì gli occhi, che aveva chiuso per istinto, si ritrovò riflesso in due pupille nere come carboni ardenti, che lo fissavano con odio misto a disprezzo.

Kogoro Mouri.

Cavoli, non l’aveva mai visto così infuriato, sebbene vivesse con lui ormai da quasi un anno e fosse capitato spesso che la sua versione rimpicciolita, Conan, mettesse a dura prova la pazienza dell’investigatore. Deglutì rumorosamente, scrutandolo con attenzione per capire se voleva parlargli o semplicemente ucciderlo.

In entrambi i casi, era davvero nei guai.

Sono giorni come questi che mi fanno pensare che farei meglio a restarmene a letto...

TU!” Kogoro aveva quasi sputato la parola. “Chi diavolo ti credi di essere!? Eh!?!

Nonostante fossero a pochi centimetri, l’investigatore stava urlando. Ora, dietro quella maschera di furia ribollente, Shinichi poté scorgere qualcos’altro, nelle pozze scure dei suoi occhi: paura, preoccupazione, angoscia.  Fu così che comprese che quella notte non era stata orribile e difficile solo per loro: Kogoro doveva essere stato costretto per qualche motivo a separarsi dalla figlia, e doveva aver vissuto ore d’inferno nel tentativo di ritrovarla. Naturalmente, tutta quella tensione era esplosa improvvisamente quando l’aveva visto, capro espiatorio di tutta quella situazione, causa del dolore di sua figlia.    

Ma perché Ran e Kogoro sono qui??

Prima che potesse ipotizzare una risposta a quella domanda, ricevette uno scrollone e dovette rifocalizzarsi sulla minaccia incombente che gli stava davanti. “Allora!?”

“Papà!” Intervenne Ran, avvicinandosi. “Non c’è bisogno…”

“Zitta! Con te faccio i conti più tardi.” Sbottò brusco, smettendo di fissarlo torvo per un breve istante.

“Ehm, Mouri-san…” Stavolta era stato Chiba ad intervenire. Takagi, per qualche motivo, era totalmente distratto, non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura di Sato, che contemplava come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, un angelo appena sceso dal paradiso: gli occhi del poliziotto si erano illuminati e il viso era divenuto d’improvviso più sereno e rilassato, quando l’aveva scorta uscire dalle ombre, sana e salva.  Sato, da parte sua, gli sorrideva riconoscente, uno strano luccichio nello sguardo.

“Si calmi, la prego” continuò Chiba, posandogli una mano sul braccio “È stata una serata difficile per tutti noi.”

“Per colpa sua” Ringhiò Kogoro, squadrando Shinichi con rabbia.

Aveva visto giusto, dunque. Eppure non era stato lui a farli venire lì, aveva avvertito solo la polizia e Heiji. Perché Ran, Kogoro, Toyama e Ai lo avevano raggiunto??

Sapeva che, data la situazione, era meglio che tacesse, ma la sua mente investigativa chiedeva risposte. Perciò domandò, con il tono più neutro e calmo che riuscisse a confezionare:

“Perché credi che sia colpa mia, Mouri-san?”

“Perché è la verità!!” Replicò lui, scrollandolo di nuovo. “È a causa tua che Ran è voluta venire qui! Sei tu che l’hai messa in questo guaio! Tu che la prendi in giro e la fai piangere e la costringi a fare sciocchezze come allontanarsi di notte da sola, qui!!”

“Papà!” Intervenne di nuovo Ran “Shinichi non mi ha costretto a fare un bel niente; lui non è responsabile delle mie decisioni. Non sapeva nemmeno che fossi qui stasera!”

“E allora tu come facevi a sapere che lui c’era?” Ribatté Kogoro, per nulla convinto. Proprio una bella e interessante domanda, rifletté Shinichi.  

 “Beh…” Ran parve titubante “..me l’ha detto una persona.”

“CHI?” chiesero i due investigatori, adulto e adolescente, all’unisono.

La ragazza distolse lo sguardo piuttosto a disagio. “Ehm…in realtà non lo so con certezza.”

“Come sarebbe a dire??” Chiese Kogoro, spostando la sua furia su Ran, che proseguì, sempre senza guardarlo:

“Beh, era una donna. Mi ha contattata per telefono, sembrava sapere molte cose su Shinichi e me.”

“Dunque tu mi stai dicendo” esordì Kogoro in un tono tutt’altro che rassicurante “che ti sei precipitata qui perché una completa sconosciuta ti ha detto di farlo??”

“Ehm…sì.”

“Ma come ti è saltato in mente!?” gridò Kogoro, e Shinichi annuì.

“Tuo padre ha ragione, Ran! Poteva essere una trappola, sei stata un’incosciente…” Si bloccò quando lo sguardo di lei si posò su di lui, celeste bruciante di dolore e tristezza.

“Io non l’avrei fatto se tu fossi stato sincero con me!!” Replicò, con voce incrinata, le labbra che tremavano come se si stesse trattenendo dal piangere. “Ma l’unico modo che ho per vederti a quanto pare è rischiare la mia vita!!”

Shinichi sospirò, distogliendo gli occhi da lei con aria colpevole e mortificata. Kogoro guardò dall’uno all’altra, imbronciato, poi mollò la presa su Shinichi con uno sbuffo.

“Qualsiasi cosa stia succedendo fra voi, risolvetela. Sono stanco di tutta questa situazione.” Borbottò cupo, allontanandosi con le mani in tasca.

“Era quello che avevamo intenzione di fare.” Gli assicurò Ran, con uno sguardo significativo a Shinichi.

“Bene, che ne direste di tornare dal capo?” Esclamò Takagi, la voce squillante che stonava con la tetraggine del luogo e dell’atmosfera. Tutti annuirono, seguendolo. Il poliziotto si avvicinò a Sato, e mormorò con le guance color porpora, evitando di guardarla:

“Sono contento che tu stia bene.”

Lei gli sorrise:

“Grazie. Ma non credo che starò altrettanto bene dopo la strigliata che mi prenderò dall’ispettore Megure!”

 

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“Accidenti, qui intorno è pieno di sbirri” Si lamentò Gin, la mano stretta intorno alla ferita sanguinante. Quella troia di Sherry gli aveva fatto un male d’inferno con quella dannata pistola. Se solo fosse riuscito a metterle le mani addosso…

“Almeno tu non sei stato sforacchiato come Scotch” cercò di consolarlo Vodka, meritandosi un’occhiata da gelare il sangue.

“E tu? Dove diavolo ti eri cacciato?” ringhiò il biondo.

“A sorvegliare l’altra uscita, come mi avevi ordinato.” Si giustificò, sudando freddo; sapeva bene che quando Gin era di pessimo umore era meglio lasciarlo stare.

“Calma, calma ragazzi” udirono ammonirli una voce melliflua. Entrambi si voltarono, vedendo emergere dalle ombre il corpo sensuale ed elegante di Vermouth, che avanzava sui tacchi delle scarpe firmate. “Non è il caso di prendersela.”

“Dove ti eri cacciata, bellezza?” Gli chiese Gin, aspro. “Mi avrebbe fatto comodo un aiuto da qualcuno con un  po’ di cervello.” Scoccò un’occhiata crudele a Vodka, che non replicò. Non avrebbe raccolto le sue provocazioni solo per dargli qualcuno con cui prendersela.

Non era poi così stupido come Gin credeva.

“A divertirmi un po’ per conto mio.” Rispose dolcemente “I had a good time, really; but then…[1]” sospirò, lasciandosi andare contro il muro di una delle case. “Sherry ha rovinato tutto.”

“È lei che ti ha colpito?” Domandò il biondo; al suo occhio esperto non era sfuggito il modo affaticato con cui Vermouth si muoveva, sebbene lei cercasse di nasconderlo. La conosceva bene: sapeva vedere attraverso i suoi travestimenti e i suoi atteggiamenti affettati. Lei gli sorrise.

“Actually, no. I shot her, my dear.[2]” rispose, con gelida soddisfazione. Gin ricambiò il sorriso, cingendole la vita con il braccio non impegnato a tamponare la ferita e sfiorandole il fondoschiena con le dita.

“È per questo che mi piaci, bellezza. L’hai uccisa?” Chiese, un luccichio avido e spietato negli occhi. Vermouth si liberò della sua stretta con un movimento fluido e replicò: “Credevo che quell’onore lo volessi per te.”

In realtà non era sicura di averla uccisa; la violenta reazione di Cool Guy non le aveva dato il tempo di accertarsene. Sorrise: forse aveva un po’ esagerato a metterlo alla prova con la faccenda della scelta; e lui, che era pronto a sacrificarsi pur di lasciar vivere le due ragazze…un vero cavaliere! Era quasi commovente…caro, dolce, ingenuo Cool Guy. Quanto amava giocare con lui!

“E tu, mio caro, chi ti ha ridotto così?” domandò, scoccando un’occhiata alla ferita grondante di sangue. Gin sbuffò.

“Shinichi Kudo, quel moccioso-detective che credevo di aver sistemato al Tropical Land. E’ stata una vera sorpresa ritrovarmelo davanti, credevo che il suo cadavere ormai fosse cibo per i vermi.” Ringhiò.

Vermouth ostentò un’espressione neutra e distaccata, ma dentro di sé regnava la sorpresa: così ora Gin sapeva che Cool Guy non era morto. Interessante. La situazione stava avendo delle svolte davvero allettanti.  

“Ora non posso fare niente a causa dei piedipiatti, ma vedrete” sorrise crudelmente “Impegnerò tutte le mie forze nel rintracciarlo. E quando lo rivedrò, gliela farò pagare, a lui e alla sua troietta bionda.”

Vermouth annuì. Niente in contrario, se le fosse stato permesso di partecipare alla partita. Cosa che inevitabilmente sarebbe accaduto: per quanto Gin fosse intelligente e arguto, era pur sempre un uomo…e lei sapeva bene come manovrarlo per ottenere ciò che voleva. Inoltre, doveva essere presente per preservare il suo angioletto da ogni pericolo: quella sera stessa l’aveva scortata per impedire che qualcun altro dell’Organizzazione, quel pedofilo cavernicolo di Scotch ad esempio, le facesse del male; e per quanto riguarda la scelta…andiamo, era sicura che Cool Guy non avrebbe mai mandato a morire la sua preziosa amica d’infanzia.

Angel doveva restare fuori da tutta quella brutta faccenda. Se fosse morta, chi le avrebbe spalancato le porte del paradiso?

“Andiamocene, ora.” Ringhiò Gin, avviandosi verso l’automobile nera, che si confondeva con il cielo buio. Vermouth lo seguì senza fiatare; era stata una lunga notte, e aveva bisogno di riposare:

Non poteva certo comparire nel servizio fotografico di Fashion Magazine con le borse sotto gli occhi.

 

To be continued…

 

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Traduzione delle parti in inglese:

[1] Mi sono divertita, davvero; ma poi…

[2] In effetti, no. Io ho sparato a lei, mio caro.”

 

Note dell’Autrice: Ciao a tutti!^^ Per prima cosa mi scuso per l’ENORME attesa. Non ho potuto scrivere per un sacco di tempo a causa di impegni vari: il viaggio in Spagna, che al ritorno mi ha costretto a lavorare sodo a scuola per recuperare (nessun rimpianto comunque, ne è valsa la pena. È stato uno dei viaggi più belli che abbia mai fatto in tutta la mia vita ^__^), l’influenza che ho preso una settimana fa, col mal di gola che mi porto ancora dietro... Una vera sfortuna, insomma. Mi scuso quindi se vi ho fatto aspettare tanto, e siccome mi dispiaceva lasciarvi a bocca asciutta per altro tempo ancora, ho deciso di dividere in due parti questo capitolo: la prima eccola qui, fresca per voi. La seconda la scriverò il prima possibile.

Ho preferito fare in questo modo così da non farvi attendere altre settimane senza darvi da leggere nulla; il prossimo chap, che sarà intitolato “Cards on the Table, Seconda Parte” sarà dedicato in massima parte (se non interamente, non ho ancora deciso) a Ran e Shinichi. Farò del mio meglio per pubblicarlo il prima possibile.

Detto questo, passo a ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto e commentato. Siete carinissimi, #^^# davvero, e vi ringrazio di cuore per la vostra pazienza:

Akemichan: ciao carissima! Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, spero che questo non sia da meno (anche se in effetti si tratta di metà capitolo ^^”). La parte di Shinichi e Ran piaceva anche a me, e non vedo l’ora di scrivere il loro confronto. Spero che i prof e gli impegni me ne diano l’occasione il prima possibile! Ti dirò, Ai non si è sparata da sola, è stata Vermouth. Però, Sherry le ha puntato contro l’arma in modo che lei la colpisse, così da salvare Shinichi. Probabilmente è stata colpa mia se non l’hai capito, devo essermi spiegata male ^^”. Comunque, se non sbaglio, Ai lo pianificava all’inizio del capitolo 25. Un bacione, spero di sentire ancora i tuoi commenti!

Ruka88: ciao! Sì, era Ai ad essere stata colpita. Detto questo… ti prego, non uccidermi!! Ho fatto del mio meglio per l’aggiornamento, lo giuro!! Ti prometto che scriverò la “confessione” di Shinichi a Ran il prima possibile! Abbi compassione di una povera studentessa sovraccarica di compiti, per di più col mal di gola. Grazie ancora del commento.

Yuki: eh sì, finalmente Ran si è ribellata! Vedrai che non lascerà in pace Shinichi finché non saprà tutto. Ai poverina è stata ferita, quindi in effetti resterà in disparte nel prossimo capitolo. Mi auguro che questo chap non ti abbia deluso, ricordati che è solo una parte del capitolo che avevo in mente all’inizio. Un bacio, a risentirci!

Lore: ciao! Un grazie dal profondo del cuore per il tuo commento! Davvero trovi la mia ff migliore del manga/anime?? Sei adorabile!^//^ Ma non esagerare, potrei montarmi la testa. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, e di risentirti ancora.

Vichan: ciao! Grazie mille per aver letto e commentato tutti i capitoli che ti eri persa…sei davvero gentile. #^^# Mi ha fatto piacere sentirti dire che ti sono piaciuti e soprattutto sono felice che tu abbia giudicato le scene fra Heiji e Kazuha eccezionali: da un’amante della coppia di Osaka come te, nonché scrittrice di “Heiji e Kazuha” e del suo sequel…non posso che sentirmi onorata!^^ Ti ringrazio, quindi, per i complimenti e anche per la considerazione sugli spazi: rileggendo mi sono accorta che hai ragione, in effetti non mi soffermo più di tanto nella descrizione dell’ambiente. Questo perché preferisco di gran lunga l’interagire dei personaggi e l’interiorità (adoro l’introspezione!), mentre per quanto riguarda i luoghi…beh, la loro descrizione mi annoia. Quindi li ignoro, per la maggior parte delle volte (che professionalità, eh?). Comunque, mi rendo conto che può apparire scomodo per il lettore, quindi ti prometto che da oggi in poi ci farò più attenzione, ok? Per quanto riguarda le scene passate, se vuoi ti scrivo un’e-mail in cui ti spiego come me le ero immaginate, non c’è problema. Un  bacio, a presto!  

Ginny85: ciao carissima! I tuoi commenti mi arrivano sempre dritti al cuore…come farei senza di te?? Sono felicissima che la mia storia ti piaccia così tanto, e di riuscire a farti provare quelle sensazioni. Spero tanto di non deluderti mai! Anche io adoro quella canzone, per questo ho colto al volo l’occasione di inserirla nella mia storia, sebbene non sia una song-fic. Grazie grazie grazie per i complimenti sul mio stile di scrittura, sei un tesoro, #^^# non sai quanto apprezzi le tue considerazioni! Mi dispiace di non poterti ancora far leggere la grande confessione di Shinichi alla sua bella…ma vedrai, farò del mio meglio perché questo accada il prima possibile! E tranquilla, nessuno di noi qui si auspica che Ran decida di dimenticarlo, quindi metti giù quell’arma, Ginny, prima che qualcuno si faccia male! Non so se nel prossimo capitolo, ma sicuramente anche la coppietta di Osaka avrà il suo spazio per chiarirsi. Un miliardo di scuse per non aver aggiornato prima della partenza, mi dispiace, ma proprio non ci sono riuscita! Un bacio!

Kiara: Ehi, quante domande! Innanzitutto ciao. Credo che il capitolo ti abbia aggiornato sulla sorte di Kogoro…per quanto riguarda la frase “Gli attuali Uomini in Nero” mi hai fraintesa…intendevo Ai, che è stata una dell’Organizzazione, ma che attualmente non lo è più. Tranquilla!^^ Mi auguro che questo capitolo ti sia piaciuto, e mi scuso anche con te per la lunga attesa. Cercherò di migliorare con il prossimo. Davvero ti sembra che sovraccarichi troppo di sentimento i capitoli? Uhm…non so, a me non sembra (ma sono diversi punti di vista)! Cerco sempre di equilibrare azione e romance. A risentirci!

Sita: ciao! Non capisco perché a tanti non piaccia la piccola scienziata…io la adoro (anche se non si direbbe, visto che le ho sparato). Poverina, in fondo non è colpa sua se le piace Shinichi. Comunque hai ragione, sarebbe potuto capitare di tutto in quella scena, io stessa non ero sicura di come sarebbero andate le cose finché non le ho scritte (^^;). Grazie mille dei complimenti, sei dolcissima, ^//^ spero di non averti delusa con questo capitolo. Ti prometto che cercherò di scrivere al più presto il seguito, così avremo finalmente il confronto fra Ran e Shinichi! Un bacione, a presto.

Lily2000: ciao! Ti ringrazio tanto del commento, sono felice che tu abbia apprezzato tanto lo scorso chap. Anche a me era piaciuto molto scriverlo!^^ Mi scuso per non aver soddisfatto la tua curiosità riguardo alla coppia principale della storia, cercherò di rimediare il prima possibile, promesso. Un bacio.

Laira: ciao! Che bello conoscere un’altra fan di Detective Conan!^^ Grazie mille della recensione: ho apprezzato molto l’attenzione con cui hai commentato ogni particolare, dallo stile di scrittura, alla caratterizzazione dei personaggi… non posso che sentirmi lusingata e contenta leggendo quello che hai scritto, soprattutto considerando che viene da un’amante del manga/anime! Thanks!#^^# Sei semplicemente adorabile. Sono sollevata di non essere caduta nel patetico con le scene romantiche, spero di non rovinarmi nel finale, dove di romance ce ne sarà un bel po’. ^^” Anche io non sopporto le storie scritte in stile sms, piene di “nn, x, xké” ecc. Una cosa è adottare questi stratagemmi per risparmiare caratteri, così da poter dire più cose in un solo sms (lo faccio anch’io), un’altra è farne il proprio stile di scrittura anche fuori dall’ambito del cellulare. E’ simbolo di trascuratezza, sono d’accordo con te. Ti ringrazio ancora della recensione, spero di risentirti, e mi scuso anche con te per il ritardo e per il capitolo “spezzettato”. Rimedierò, sta’ tranquilla!

APTX4869: salve, grazie dei complimenti! Cercherò di fare del mio meglio anche con il prossimo capitolo! Un bacio.

BPM: ciao! Mi dispiace, ma credo che dovrai restare sulle spine ancora per un po’. Ma non è colpa mia, te l’assicuro! Anche io non vedo l’ora di scrivere la scena clue della storia con Shinichi e Ran, ma il destino mi è avverso (che paroloni, eh?). Pazienta ancora un po’, vedrai che non ti deluderò (spero). Un bacio, a risentirci!

Shin_17: ciao, ti ringrazio tantissimo del commento!^^ Non preoccuparti, non ho intenzione di smettere (almeno non in un futuro prossimo). Spero di non averti deluso con questo capitolo.

Reiko: eccoti accontentata, ho aggiornato. ^__^ Non è il capitolo intero, ma purtroppo ho avuto un po’ di problemi ultimamente. Abbi ancora un po’ di pazienza e potrai leggere la scena della confessione, promesso.

Kyo-chan: grazie di cuore della recensione, mi hai imbarazzata con i tuoi complimenti, sul serio! Sei stata dolcissima.#^^# In effetti la storia è una Shinichi/Ran, adoro questa coppia, e da quanto ho capito, piace molto anche a te. Non perderti il prossimo capitolo dedicato proprio a loro due (okay, sembrava uno spot pubblicitario scadente. Non farci caso - __-“)! Oh, anche la coppia di Osaka avrà un altro momento tutto per sé. Ti ringrazio ancora del commento, spero di risentirti! Ciao!

Kari1: ciao, mi ha fatto piacere leggere la tua recensione, sei stata carinissima. Grazie delle lodi e dell’appoggio, mi auguro di non deluderti mai proseguendo nel racconto. Mi dispiace di non aver potuto proporti qualche momentino dolce fra Ran e Shinichi o Heiji e Kazuha in quest’ultimo capitolo, rimedierò nel prossimo, contaci.^^ Un bacio, a presto!

Con questo è tutto. Mi auguro di non aver dimenticato nessuno, nel caso, fatemelo sapere, ok? È che sono un po’ scombussolata in questo periodo. +__+ Farò del mio meglio per aggiornare al più presto, vi giuro che ritaglio ogni momento libero per scrivere. A risentirci quindi, con la seconda parte del capitolo 27!

Un bacio,

-Melany

 

         

 

  
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