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Hellcome to NevediNotte -
I
Pupazzi di Neve
«Era un teschio!» urlò a
voce alta,
producendo un'eco per la Chiesa vuota. «Era umano, cazzo! Possibile che
non mi crediate mai?!».
«Perché sei qui,
figliola?» chiese il prete alla giovane
ragazzina appena entrata nel confessionale.
«Sei il nuovo "Predicatore della Domenica" arrivato stamattina? M'ha
mandato mà! Ha detto che sono una che spara minchiate» spiegò ella in
modo rozzo e irriverente, per niente confacente al luogo sacro nel
quale si trovava, ma il Padre non perse di certo le staffe per quel
poco.
«Per questa espressione di dubbio gusto dirai cinque Ave Maria in
latino...».
«Io non lo so il latino!» disse strafottente, incrociando le braccia al
petto.
«Appunto. Le studierai qui finché non saprai ripetere a memoria quella
preghiera» spiegò, senza ammettere repliche.
La ragazza borbottò qualcosa che il parroco si sforzò di non capire o
le avrebbe aumentato la punizione, poi sbuffò lieve, cominciando a
parlare in modo più consono:
«Per te i pupazzi di neve si possono muovere?» domandò.
Un piccolo riso sfuggì al prete, che scosse appena in capo, iniziando a
parlare: «I pupazzi di neve non posso animarsi. Sono solo due cumuli di
neve con un paio di rami come braccia e un terzo a mo' di naso. Gli
occhi e il sorriso sono fatti con i sassi o i bottoni dei vecchi
cappotti. E infine li si agghinda con berretti e sciarpe che non
servono più. Sono solo neve e nient'altro, però, magari, il vento
potrebbe far muovere loro i rami e potrebbe sembrare...».
«Tsk! Quelli non erano mica rami! Sono maleducata, non cieca!» disse
con strafottenza, facendo rimbombare la sua voce all'interno del loculo.
«E allora... cos'erano?» domandò il religioso, interessato. Magari i
suoi amici – a patto che con quel caratterino ne avesse... – le avevano
preparato uno scherzo.
«Erano ossa... e non quelle che mangiano i cani» aggiunse per
specificare. «Sembravano quelle delle braccia, che studiamo a scuola.
Mi sono avvicena—».
«Avvicinata...» la corresse gentilmente.
«Non m'interrompere pure te come fa pà!» si accese. «Mi sono avvicinata
e l'ho guardato: aveva due buchi al posto delle palle degli occhi e
anche il naso era tutto dentro, però era brutto, veramente schifoso! La
cosa più schifosa era quel sorriso da faccia da culo che ave—»
«...E dieci Padre Nostro...».
«...aveva!» lo guardò torvo. «Ghignava, sembrava sghignazzasse. Il
vento gli passava tra i denti e sembrava che questo qua ridesse».
Il prete la fermò: «Denti? E come hanno fatto a...» ma venne
interrotto:
«Erano denti: questi, là!» disse, battendo un'unghia mangiata contro un
canino.
«Saranno stati denti da latte o di qualche animale.» spiegò piano il
religioso. «Magari dentro la palla che costituiva la testa...»
«Era un teschio!» urlò a voce alta, producendo un'eco per la Chiesa
vuota. «Era umano, cazzo! Possibile che non mi crediate mai?!»
Il prete sospirò piano, ma prima che potesse parlare, vide la ragazza
alzarsi e spalancare la porticina del confessionale, marciando a passo
spedito e rumoroso verso l'uscita. Senza nemmeno dire le preghiere, per
giunta!
«Dove vai?» le chiese il prete, affacciandosi.
«Me ne vado a fan—!» fece per dire, girandosi verso di lui, ma un
messale scagliato dal religioso la colpì in piena fronte prima che
potesse finire la frase.
«Sono uno contro la violenza... verbale.» specificò lui, mentre la
ragazza ringhiava, tenendosi pigiata la fronte; camminò fino a
raggiungerla, rimanendo in piedi davanti a lei. «Possiamo finire di
parlare?» domandò, con un sorriso in volto che avrebbe impaurito un
campione di karate.
Il nuovo parroco era giovane, ma sapeva come farsi rispettare.
«S—Sì» balbettò appena la ragazza.
«Bene» annuì contento, invitandola a sedersi su una panca. «Tu sai
perché sono arrivato io al posto del vecchio prete?» domandò una volta
che si furono accomodati.
«Che me ne frega... l'altro è schiattato...» borbottò.
«Giustamente...» fece, scrollando il capo, sperando che in quella terra
di montanari non fossero tutti così burberi, orsi e cafoni. Soprattutto
perché anche lui aveva sangue di quelle terre. «Sai mantenere un
segreto, nonostante il caratterino?» chiese.
«Tsk... ovvio» si indispettì lei, guardandolo male.
«Il vecchio parroco è morto perché è uscito la notte dal villaggio per
motivi che ancora non sappiamo, ma...» frugò nelle proprie tasche e vi
tirò fuori una foto scattata con la polaroid: una prova immodificabile
di quanto vi era impressionato sopra. «Lo hanno ritrovato così» disse,
senza mostrare la foto alla ragazza, preferendo riporla via da dove
l'aveva presa. Non era un bello spettacolo da mostrare.
«Così come?» incalzò la ragazza, scocciata, massaggiandosi ancora la
fronte.
«Aveva il corpo e la testa avvolti dalla neve e fuori penzolavano le
sue braccia... La carne era stata asportata ed erano rimaste solo le
ossa. Anche molte altre parti del corpo erano spolpate... Penso che sia
opera di qualche pazzo seriale...».
«Nel nostro villaggio?!» inorridì, alzandosi di scatto.
«No» tentò di calmarla. «Nel villaggio non c'è nessuna persona
cattiva... È fuori».
«Oh, non mi dirai che credi a questa vaccata dei mostri, pure tu!» lo
sgridò. «Sono solo animali!».
«Un animale potrebbe fare un pupazzo di neve così grottesco?».
«N--No, ma...».
«Un uomo potrebbe fare una cosa del genere?».
«Beh... No...».
«Invece sì. L'uomo può, basta che sia intrinsecamente cattivo» spiegò.
«E quando c'è cattiveria c'è Satana, e io sono qui per scacciare la
cattiveria» lui era stato chiamato appositamente per quel motivo,
poiché era un esorcista e la gente che sapeva aveva scelto lui sperando
di poter placare quelle bestie, che conservavano un briciolo di istinto
del gioco... ma che di umano non avevano più nulla, forse solo le
fattezze.
La ragazza lo ascoltò e annuì.
«Quindi... tu mi credi?» domandò, seguendo il suo ragionamento.
«Dove l'hai visto?» chiese. «A seconda di quello che mi risponderai, ti
crederò».
«Ti ci posso portare» disse, guardandolo negli occhi. «È poco fuori dal
villaggio, nel bosco».
Il parroco guardò l'orologio da taschino che portava e scollò il capo:
«Ormai è l'imbrunire, ci andremo domani, con la polizia».
«Cosa?» fece, incredula.
«Andremo con la polizia. La chiamerò seduta stante, così arriveranno
domani mattina».
La giovane rimase a guardarlo per un po', poi una lacrima solcò la sua
guancia.
«Tu... mi credi... Non sei poi così male per essere uno che fa le
prediche...» era commossa da quell'uomo, così tanto che si morse il
labbro per non far vedere che tremava. «Grazie!» ringraziò, correndo
verso l'uscita. «Ci vediamo domattina qua!» disse, aprendo velocemente
la porta e sparendo al di fuori di quel piccolo luogo sacro, diretta
verso casa. L'indomani avrebbe provato a tutti che non era una bugiarda.
Il prete la seguì con lo sguardo finché la porta non si chiuse da sé,
poi spalancò gli occhi: «Ehi! Non hai detto le preghiere!» tuonò, per
poi imbronciarsi e sospirare. Troppo tardi! Avrebbe aggiunto due o tre
orazioni in più.
Il parroco, dunque, fece un profondo sbadiglio, poi iniziò a camminare
verso la sagrestia – che gli faceva anche da nuova casa – per mettersi
a dormire nel suo letto dall'ignota morbidezza, quando all'improvviso
sentì l'organo suonare… da solo.
Si girò di scatto, convinto di non essere in compagnia e, in effetti,
non vide nessuno.
«Ma... che...» balbettò, avvicinandosi verso lo strumento, vicino al
quale poi sentì un altro suono: un miagolio.
«Ah, è entrato un gatto...» capì, più sereno, mentre guardava i tasti
immacolati.
Ma una strana sensazione gli fece venire un brivido freddo alla schiena
e una voce arrivò alle sue orecchie:
«I miei omaggi al nuovo parroco!».
A quelle parole, il prete si girò, trovandosi faccia a faccia con una
donna dai lineamenti delicati, pelle diafana, capelli albini, un
vecchio costume d'epoca completamente bianco e gli occhi color perla.
Ma la cosa che lo colpì più di tutte, e che lo fece arretrare dalla
paura, fu il fatto che il corpo della ragazza fosse talmente
evanescente che poté vedere il resto della chiesa dietro di lei.
«Chi... Chi è lei?!» chiese, facendosi il segno della croce.
«Si calmi...» sussurrò, sorridendo. «Non ho cattive intenzioni...
Potremmo dire che sono l'Angelo Custode di questa città... Anche se
sono solo il fantasma di una donna... uccisa diverse centinaia di anni
fa».
«Miau» miagolò un gattino bianco, comparso improvvisamente su una
panca - era evanescente come la donna, ma dall’aspetto più plasmoso.
Il prete sgranò gli occhi ancora di più a quella vista.
«Oh, e lui è un gattino che mi fa compagnia... va matto per le
castagne» sorrise, prendendolo in braccio. «Purtroppo non ho mai saputo
il suo nome...» borbottò affranta, per poi rivolgere un altro sorriso
al prete, il quale la guardò ancora a occhi spalancati, finché non
ruotarono
all’indietro e il suo corpo si afflosciò a terra come un lenzuolo.
«Miau?».
«Padre?» lo chiamò preoccupata, chinandosi verso di lui, svenuto. «Con
il vecchio padre spirituale non riuscivo a comunicare... Temo che avrei
dovuto usare un contatto meno diretto con padre Bernardo... Devo avere
esagerato...».
«Miè...» concordò anche il felino.
«Domani lo presenteremo al Cacciatore...» annuì tra sé e sé.
Se il prete avesse voluto trattenersi ancora in quella cittadina, si
sarebbe dovuto abituare velocemente alle stranezze che avrebbe
incontrato...
«Beh... Benvenuto a NevediNotte, Padre!».
§Fine§
XShade-Shinra
-Note: In questo aggiornamento
ho spiegato una cosa del Capitolo "09.
I Giorni della Merla" e vi dirò
anche dell'altro... +w+
Ah, non fate caso a come parla questa ragazzina! XD
-Disclaimer:
Lo scritto ed i personaggi sono interamente di mia
proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono
maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come
d’altronde i fatti in essa narrati.
Risposte
alle Recensioni:
x Livin Derevel: °_°
*vede mazza e sbianca* Saprete tutto! E' una promessa e questo capitolo
vi ha già svelato una o due delle tante cose. Il Noir in fondo
è un giallo dark, quindi prima o poi si arriverà alla
soluzione di tutto! ù.ù
Anche tu slasher? XD L'avevo immaginato vedendo che ti interessavi ai
Green Day! v.v Brava! <3 (ma non dire come una mia amica, che
vorrebbe una Cacciatore x Prete! XDDD)
Comunque il cacciatore, nel corso della sua lunga vita, ha avuto altre
femmine che gli andavano dietro! XD Però solo con la Dottoressa
ha stretto un legame (di tipo lavorativo), quindi è quella che
gli è più vicina di tutte.
x Gaea: çOç No,
dai... che visione triste! XD Comunque NO! °_° Il Cacciatore
non direbbe MAI cose di quel tipo... ORRORE! XDDD Credo non riuscirebbe
nemmeno a pensarle, in realtà! XD
Io non sono cattiva... sono solo lenta a pubblicare! çOç
Avrei finito da mesi se non fossi una lumaca! ç_ç
Grazie infinite per gli auguri! <3
°-° Questo capitolo ha svelato diverse cose, eh! *ritira le zampine
come una tartaruga* niente sgranocchiamenti. x3
x Entrambe: Grazie per avermi
fatto sapere la vostra opinione in proposito - che poi, alla fine,
coincide con la mia -, ma volevo sapere se avreste gradito o meno dei
capitoli "extra" sulla loro storia. Quindi seguirò i capitoli
standard come da scaletta! ^^
Ah, ho pensato una cosa... dato che le storie non stanno in sequenza
temporale, metterò anche l'ultimo capitolo sparso... kukuku +w+
(Però vi avviserò che in linea temporale sarebbe
l'ultimo, eh! XD)
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