CAPITOLO 6
Odio
Quando sentì il
caldo avvolgerla, una
sensazione di sollievo percorse i suoi muscoli intorpiditi. Il freddo
fece spazio ad un lieve tepore, lasciandola di stucco.
-Ninù...tutto
bene...?- la voce dolce
della Sibilla la distolse dai suoi pensieri -Torniamo in casa, qua
fuori l'aria è ancora fredda...-
Mahel aprì
delicatamente gli occhi,
trovandosi il volto della Sibilla a pochi centimetri dalla sua
-Ninù..?-
Mahel si girò di
nuovo pancia a
terra, chiudendo gli occhi e afferrando forte i lembi della coperta
-Non voglio tornare da quel pallone gonfiato...-
La Sibilla sorrise,
carezzando la
testa di Mahel -Lagharta non è cattivo...-
Mahel sbuffò un
riso ironico,
rispondendo secca -No, è solo stronzo-
Di nuovo, la Sibilla
sorrise
-Probabile-
Nel pieno di una qualsiasi
notte di
Gaia, Mahel si racchiuse a riccio, coprendosi bene con la coperta
datele dalla Sibilla e quest'ultima, forse immaginando che con quella
ragazzina testarda non c'era molto da fare, le si sedette accanto
cantando, in modo da non lasciarla sola durante quella prima notte
gelida di benvenuto.
Nell'aria
senti il tuo nome, oh dolce musa gentile
Il
suono del silenzio è la tua melodia
Canta
con tutta la voce muta che possiedi
Il
tuo primo amore è lì accanto a te...
Mentre le mani della
Sibilla le
carezzavano la testa e le parole della sua canzone la tenevano buona,
Mahel ebbe il tempo di pensare a tante cose.
Come stava la mamma? Cosa
avrebbe
pensato papà? E Michael? Come stavano tutti? Cosa pensavano
di lei,
che era così lontana? Era così preoccupata per la
mamma, sapeva
quanto doveva sentirsi sola senza di lei...perchè lei era
tutta la
sua vita, e così il contrario.
Quando la voce della
Sibilla smise di
cantare, Mahel osò una domanda -Sibilla...-
La Sibilla non smise di
carezzarle la
testa -Dimmi ninù...-
Mahel si mise in ginocchio,
togliendosi la coperta di dosso e mettendone un po' sopra la Sibilla
-Qual'è il vostro nome...? Nonostante tutto non ve lo avevo
ancora
chiesto...-
La Sibilla la
guardò attonita, molto
sopresa. E senza indugio rispose -Mahel-
Al suono di quel nome,
Mahel mise
insieme molti pezzi.
Era sempre stata
lì, davanti ad i
suoi occhi, sempre con quel sorriso che lei sapeva essere molto
più
di quel che credeva.
La Sibilla...già
da come la chiamava
Lagharta, lei non poteva non aver avuto, neanche per un istante,
l'impressione di conoscerla da sempre.
-Tu sei...la Sibilla della
mamma...-
sussurrò Mahel, toccandole il volto -...la...la Sibilla di
papà...-
La Sibilla
lasciò che la ragazza
davanti a lei la toccasse, sussurrando parole incomprensibili ma
dolci, mentre le ultime lacrime le scivolavano lungo le guance.
Mentre il silenzio iniziava
ad essere
spezzato dai primi uccellini del giorno, Mahel bisbigliò
-Mahel...-
La Sibilla
abbracciò quel corpicino
scosso ancora dal tremore del freddo, sorridendo fra sé e
sé,
coprì entrambe con l'enorme coperta e sussurrò a
sua volta -Piacere
di conoscerti, Mahel-
Quando il sole fu alto nel
cielo,
Mahel era seduta al tavolo di poche ore prima, vestita di qualcosa di
più pesante che la vestaglia che l'aveva congelata durante
la notte
e con lo stomaco finalmente pieno. La Sibilla le era di fronte, che
rigovernava i pochi piatti usati, mentre nella casa regnava un
profondo silenzio.
Lagharta, ancora, non si
era
ripresentato.
-Sibilla...-
sussurrò la ragazza -Vi
chiamo Sibilla perchè chiamare anche lei Mahel
creerebbe...confusione...-
La Sibilla si
voltò verso la giovane,
sorridendo ed annuendo -Mi vuoi chiedere di Lagharta...?-
Mahel guardò
l'anziana signora
rivolgerle uno sguardo da vera e propria nonna, annuì e
abbassò lo
sguardo -Perchè ce l'ha così tanto con me...?-
La Sibilla riprese a
rigovernare,
cercando di essere il più chiara e tranquilla possibile
-Vedi,
ninù...non è corretto dire che ce l'ha con te per
una “colpa”.
Semplicemente è la Leggenda che lo irrita...”
Mahel guardava la Sibilla
parlarle
come niente fosse e raccolse le mani, stringendole
-È...è per via
di questo Laherte...?-
La Sibilla smise di
armeggiare con i
piatti, facendo calare la stanza in un silenzio lugubre -Mahel...non
fare mai quel nome davanti a Lagharta...hai capito?- si
voltò verso
la ragazza con sguardo truce, serio e preoccupato -Capito?-
Mahel guardò la
Sibilla farsi seria.
Pensò fosse davvero grave e non ebbe cuore di fare domande.
Perciò
annuì silenziosa e abbassò lo sguardo
-Promesso...-
Dopo qualche altra ora di
silenzio, la
porta da cui era uscita la sera prima si aprì. Mahel vi si
voltò
spaventata, sapeva chi poteva essere, perciò incrociando gli
occhi
blu di Lagharta non potè far altro che abbassare lo sguardo.
Dal suo canto, Lagharta non
la degnò
neanche di una minima considerazione, sedendosi al tavolo e battendo
con le dita sull'essenza di Saluss -Saluss...vieni fuori-
Saluss uscì
dalla spada, lasciando
che una scia rosata la seguisse languida e corposa, stiracchiandosi
mentre le ali vibravano veloci -Ahh! Che bello, finalmente
fuori...oh, buongiorno Mahel!-
La ragazza
guardò la fatina con
sguardo mogio, si alzò e uscì dalla casa,
lasciando dietro di sé
un silenzio imbarazzante.
-Lagharta...-
esordì la Sibilla,
senza voltarsi verso di lui -Mahel sa il mio nome, adesso-
Lagharta strizzò
gli occhi, posando
un dito accanto alla tempia -Non ho voglia di parlare della stupida,
adesso-
-Lagharta- lo interruppe
subito la
Sibilla, stavolta voltandosi e guardandolo -Ha diritto ad una qualche
spiegazione. Non credi?-
Lagharta sostenne lo
sguardo della
Sibilla, senza perdere la sua insepressività -Non ho
intenzione di
spiegarle niente. L'ho portata qua e sono stato piuttosto gentile, ma
quando lei ha osato sputare sentenze su Gaia, Saluss e me...- si
interruppe, mentre borbottava piano il nome
“Laherte”.
-Posso capire il tuo
combattimento in
tutto questo. Tu sei un...- chiuse gli occhi, sospirando -Non voglio
che Mahel resti all'oscuro. Deve sapere per cosa combatti. E contro
chi-
-Lo sa- sbottò
il ragazzo, battendo
il pungo sopra il tavolo -Exitio. Noi stiamo combattendo contro
Exitio. Vie ci ha dato il permesso di sopprimerla, ricordi?-
-Vie ha solo chiesto
all'eroe che
avrebbe impugnato Saluss di fermarla, non ucciderla. Ti sei prestato
ad una lettura della Leggenda tutta tua, perchè la vera
persona che
vuoi uccidere è...-
-Non nominarlo davanti a
me!- battè
di nuovo il pugno sul tavolo, sospirando rabbioso -Lui non merita di
vivere. Né di impugnare un'arma sacra. Un necromante
bastardo come
lui non merita di manovrare Gaia- Saluss, a quel punto, si
avvicinò
a Lagharta e gli afferrò i capelli, chiudendo gli occhi
-Calmati...-
Un'aura rosea e calda
avvolse
Lagharta, donandogli sollievo e pace. Lagharta portò la mano
sopra
Saluss, come a volerla carezzare -Grazie Saluss...-
-Lagharta-
cominciò la fatina, senza
lasciargli i capelli -Forse tu odi Mahel per ciò che
rappresenta. Lo
posso capire. Ma il tuo dolore e la tua vendetta non possono
esprimersi senza un giusto bersaglio. Ed Exitio non è un
giusto
bersaglio. Forse lo faccio per egoismo...o per Vie...ma non voglio
vedere Exitio sparire per sempre- le sue manine tirarono a
sé
piccole ciocche di capelli, facendo spostare lo sguardo di Lagharta
verso la fatina -Ti prego Lagharta...se proprio non vuoi dire a Mahel
la verità, allora...permettile di aiutarci. Magari lei
troverà una
soluzione...te ne prego...-
Lagharta
sospirò, voltando la testa
di lato -Se lei è qua, significa che la Leggenda
è diventata
realtà. Se lei non fosse esistita, se lei non si fosse mai
trovata
al lago quella notte...adesso ci saremmo io e te, Laherte ed Exitio.
E la guerra non avrebbe ancora ragione di iniziare. Ma lei è
qua,
aveva l'arco con sé...quindi anche io devo prendermi le mie
responsabilità...-
Saluss chiuse gli occhi
disperata,
stringendo ancora più forte le ciocche di capelli di
Lagharta -Non
odiarla perchè esiste...non odiare Exitio...e neanche me...-
-Saluss...- Lagharta stava
per
riavvicinare la mano alla piccola Saluss, ma questa si
staccò da lui
e tornò ad essere solo una luce rosata, lasciandosi sparire
attraverso la porta -Andrà da lei, vero?-
La Sibilla si sedette
accanto a lui,
porgendogli la mano. Lagharta la afferrò sospirando -Non
voglio che
sappia di Laherte. Non voglio che sappia le mie ragioni...non voglio
che sappia niente di me-
-Di che cosa hai paura,
Lagharta...?-
chiese la Sibilla, come una tenera madre.
Lagharta la
guardò serio, assumendo
un'espressione distrutta -Della tua predizione-
Il corso d'acqua della sera
prima,
alle luci del mattino, era splendido.
Mahel si era messa a sedere
sulle
rive, portandosi le ginocchia al petto, mentre si lasciava cullare
dal suono lieve dell'acqua e degli uccellini che cinguettavano.
Gaia non sembrava molto
diversa dal
suo mondo, a parte gli strani mostri e quel cielo con le due Lune.
C'era comunque il sole, impossibile da vedere senza portare gli occhi
a bruciare dallo sforzo, c'erano le stelle e la luna simili al suo
mondo, che la tenevano tranquilla. Avrebbe giurato di aver visto dei
passerotti, mentre arrivava lì, ma non poteva esserne sicura.
Perciò, stava in
silenzio lì e
ascoltava.
Non aveva più
lacrime e non trovava
nemmeno il motivo per cui piangere. Ormai si era fatta una ragione
della sua presenza lì, sicuramente se Lagharta avesse potuto
mandarla via, lo avrebbe già fatto. E invece era ancora
lì, conscia
che lo sguardo di Lagharta verso di lei era di puro odio.
Sospirò
lasciandosi cadere
all'indietro, annusando il profumo di erba fresca e della corteccia
degli alberi. Chiuse gli occhi per un attimo e, quando li
riaprì, si
trovò davanti la piccola Saluss, con quel sorriso dolce e
giocherellone che non le vedeva dalla sera al Lago -Buongiorno Mahel!
Dormito bene?-
Mahel rimase stesa a terra,
fissando
la fatina nei suoi grandi occhioni rosa -Buongiorno Saluss...ti senti
meglio dopo ieri sera?-
La fatina lasciò
sparire il sorriso
giocoso, mostrando al suo posto un sorriso triste -Lagharta ha modi
bruschi...ma è un ragazzo molto buono...-
Mahel alzò le
braccia, avvicinando le
mani a Saluss. La fatina vi si avvicinò e vi si
posò sopra, mentre
Mahel si alzava mettendosi a sedere per bene -Sicura che vada tutto
bene?-
Saluss guardò
Mahel fissa negli
occhi.
Era buona.
Lo sapeva per certo, lei
non si
sbagliava mai. Eppure Lagharta la odiava. O meglio, non la vedeva di
buon occhio. Ma non per cosa lei fosse, ma solo per ciò che
rappresentava. Quella ragazza, minuta e imbranata, timida ma
agguerrita, era la personificazione della Leggenda. E della
Predizione. Lagharta non la odiava.
La temeva.
Temeva la persona che era.
Temeva
colei che poteva diventare, che sicuramente per via della Leggenda e
della Predizione avrebbe mostrato. Non voleva che lei facesse parte
della sua vita più di quanto non ne facessero il ricordo di
Laherte
e del passato.
Perciò Saluss
chiuse gli occhi e si
avvicinò alla fronte di Mahel, toccandogliela con i palmi
-Mahel...senti per caso qualcosa...?-
Mahel si sentì
inondata di una luce
tiepida e acquosa, che portava dentro di lei uno strano senso di pace
e armonia. I suoi sensi si distesero, i suoi muscoli, il suo corpo
stesso entrò in uno stato di così assoluta pace
da non poter
credere di starla provando davvero -Che cos'è Saluss...?-
-Questa...sono io...questo
è il mio
potere. Questo è il potere di Lagharta...-
Mahel ricordò
quindi di aver provato
quella sensazione più volte. Al Lago, quando Lagharta la
prese in
volo e la posò sul molo, nel letto, quando si sentiva
così male da
non riuscire a stare in piedi.
-Era...era Lagharta...?-
Saluss sorrise -Per molto
tempo, non
riuscirete ad andare d'accordo. Ma tu...non lasciarti trasportare dal
suo odio ingiustificato. Sorridigli. E amalo...-
-Amarlo?- chiese Mahel,
sbigottita -In
che senso?!-
Saluss
ridacchiò, vedendo un lieve
color porpora colorarle le guance -Come un amico, Mahel. Fa di
Lagharta un amico...-
Mahel scosse la testa -Non
posso
prometterti di non picchiarlo. O di non trattarlo male...-
Saluss allora si
staccò da lei,
svolazzandole davanti agli occhi -Chi ha mai detto di non farlo?-
Entrambe si fissarono e,
dopo pochi
secondi, scoppiarono a ridere.
Lagharta le osservava da
lontano, in
silenzio.
Guardava Saluss sorridere a
Mahel in
un modo che, fino a quel momento, aveva riservato solo a lui. Sorrise
a sua volta, ma si morse il labbro per quel gesto troppo
“umano”.
Quando invece si trovava a
osservare
Mahel voltava lo sguardo, sempre, per evitare di guardarla negli
occhi. Aveva paura.
La trasmutazione stava
cominciando ad
avere inizio.
I capelli della ragazza, la
prima
volta che l'aveva vista le toccavano metà della schiena,
ormai erano
arrivati quasi all'altezza dell'ultima vertebra spinale. Gli occhi
stavano iniziando a spagliuzzarsi di screziature argentee, pur
rimanendo di quel colore strano e indefinito che a lui neanche
piaceva. Ciò che comunque più lo spaventava, e
che ancora
fortunatamente sembrava un momento lontano, era la Predizione.
Mahel stava iniziando ad
acquisire le
caratteristiche fisiche delle personificazioni divine. Gli occhi come
pietre preziose, dagli argentei riflessi e dal colore inumano, i
lunghi capelli nei quali risiedeva un concentrato di potere divino.
Mahel si stava gradualmente
trasformando in una Dea, benchè non avesse alcun potere
magico,
perciò la Leggenda si stava avverando. Era lei la Mahel
della
Predizione e della Leggenda. Non poteva più far finta che
niente
stesse accadendo.
“La
Dea della Leggenda ti porgerà la mano,
la
prenderai e con amore ne farai la tua sposa.
La
morte vi aspetterà entrambi, non avrete scelta
dei
tre desideri soltano uno sarà destinato a voi”
Lagharta chiuse gli occhi
come ferito,
stringendo forte la stoffa della maglia all'altezza del cuore. Per
quanto verso quella ragazza non provasse nessun sentimento, la paura
era più forte di qualsiasi altro indefinito e sconosciuto
sentimento
che avrebbe potuto provare in futuro.
Se lui l'avesse odiata, dal
principio
fino alla fine, anche senza un motivo apparente, se lui avesse
lasciato spazio nel suo cuore solo per l'odio e per nessun altro
sentimento, sarebbe riuscito ad evitare la Predizione e salvare
tutti.
Lui stesso, Saluss e sua
sorella...e
anche Mahel.
Quando scese la sera, Mahel
e Saluss
furono le prime a tornare a casa della Sibilla.
Questa la aspettava, seduta
al tavolo,
le mani incrociate poggiate sotto il mento, guardando fuori della
finestra con aria assorta.
Non distolse lo sguardo,
non cambiò
posizione, ma parlò come se avesse pensato tutto il tempo a
cosa
dire -Lagharta non smetterà mai di odiarti-
Mahel fece spallucce,
guardando Saluss
-Lo so-
La Sibilla
spostò impercettibilmente
gli occhi, guardandola fissa -Quindi?-
-Quindi...- disse Mahel,
mettendosi a
sedere e sospirando -Va bene così. Saluss non mi ha detto
niente, e
se non è Lagharta a spiegarmi quel che deve non ha senso,
perciò
penso che aspetterò che sia lui stesso ad accettare la mia
presenza
qua-
-Ti ho appena detto che lo
non farà-
rispose secca la Sibilla.
-Ed io dico che
sarà costretto a
farlo. Perchè io ho il potere di far qualcosa, lui no-
Il silenzio calò
all'improvviso,
rotto solo da un cigolio alle spalle di Mahel. Lei non si
voltò, si
limitò a pietrificarsi e deglutire rumorosamente -Era dietro
di me,
non è vero?-
La Sibilla chiuse gli occhi
e sospirò,
restando sempre nella solita posizione -Oh Vie, aiutaci tu...-
-Se la signorina
permette...- rispose
Lagharta, sbattendo forte sul tavolo l'arco di pietra che Mahel aveva
afferrato al Lago, peraltro rischiando di affogare -Forse ci devi
spiegare come farai ad utilizzare un arco che pesa la bellezza di 56
chili...-
Mahel osservò
bene l'arco e sbiancò.
56 chili?! Non riusciva ad alzarne una decina, figuriamoci quel coso
che tutto sembrava fuorchè un arco -Non ho intenzione di
parlare con
una persona che ignora la mia presenza su questo mondo...-
Mahel si voltò
verso Lagharta. Lo
fissò negli occhi. E questo sorrise sadico.
-Va bene bambina- le si
avvicinò,
sbattendo la mano sul tavolo e parando il suo viso a pochi centimetri
da quello di lei -Io posso anche “degnarti” di
riconoscere la tua
presenza qua. Né più né meno. Ma non
aspettarti che io ti salvi, o
ti aiuti, o ti apprezzi o pensi qualsiasi cosa di positivo nei tuoi
confronti. Sono stato chiaro?-
Mahel sorrise a sua volta,
cattiva
-Non mettere alla prova la mia indole pacifica-
-Non mettere alla prova la
mia
pazienza, stupida ragazzina- rispose secco il ragazzo, alzando la
mano dal tavolo e spingendo forte la fronte della ragazza
all'indietro.
Mahel, ovviamente, cadde a
terra,
insieme alla sedia e a parte dell'apparecchiatura della tavola, visto
che nella caduta tirò a sé la tovaglia -Cerca di
non starmi troppo
tra i piedi-
Detto questo,
uscì di nuovo dalla
casa, portando solo la spada con sé.
-Mahel, tutto bene?!-
Saluss svolazzò
veloce fino a Mahel, ancora a terra, che si toccava la testa con le
mani borbottando sommessamente -Io Lagharta lo picchio, lo picchio!-
Mahel rimase a terra senza
proferire
parola, lasciando che le braccia sbattessero a terra prive di forza
-Non credo di farcela...-
La Sibilla si
alzò in piedi, fece il
giro del tavolo e guardò la ragazza in terra con uno sguardo
comprensivo -Temo di ripetermi ma...benvenuta a Gaia, Mahel...-
Mahel guardò la
Sibilla, abbozzò un
sorriso e rispose -Ti ringrazio, Mahel...-
***
Ci ho messo un pò, è vero, ma questo capitolo ha
subito ben 8 variazioni di testo, di trama e di dialogo. Alla fine come
è venuto è venuto, sull'impeto del momento,
semplicemente perchè sono pur sempre convinta di voler
lasciare i personaggi raccontare da soli la propria storia. Lagharta si
è scoperto non ODIARE Mahel, ma TEMERLA soltanto. E
fra poco scoprirete anche perchè. Io non vi anticipo niente.
Per chi se lo domandasse: Laherte è un necromante, nel senso
che ha la capacità di manovrare i defunti. E ringrazio
Gennino, che ha scelto insieme a me il nome del capitolo, è
stato molto difficile darglielo. Ma passiamo ai RINGRAZIAMENTI:
Dust_and_Diesel:
wow °-° per leggere la tua recensione e quella di
Fairy_chan mi ci è voluto la metà del tempo che
ho impiegato per scrivere il cap xD però son stata davvero
molto contenta di scatenare con quel capitolo tanta ammirazione. In
Mahel c'è molta me stessa, la me stessa che non esiste ma
che vorrei esistesse, colei che esisteva e che è morta e
colei che sto pian piano diventando. Diciamo che è un
pò me, solo più alta e più carina (io
NON sono magra!). Per quanto riguarda la Sibilla Mahel e Lagharta, sono
come mamma e figlio, ma mai potevano essere più diversi. La
Sibilla è un tipo molto calmo e dolce, Lagharta uno
stronzissimo egoista. Lui sta cercando di fare l'eroe anche se ha
paura, perchè sa che se prova a cedere anche solo un momento
moriranno tutti. E non vuole che accada. Vedremo come la porteranno
avanti. Ti ringrazio anche della mail, spero che hotmail riprenda alla
svelta a funzionare, mi scoccia quando si blocca tutto.
Perciò spero che mi farai sapere cosa ne pensi di questo
molto dettagliatamente come al tuo solito, io farò
altrettanto ^-^ ti mando un grande bacio, pucciottissima
>.< baci baCci =*
Fairy_chan88:
mi hai chiesto scusa appena messo piede in msn xD che carina. Io adoro
leggere le recensioni, mi piace sapere cosa uno pensa di ciò
che scrivo. E mi piace il fatto che Lagharta, seppur stronzello, non
sia poi così odiato. Lui ha i suoi motivi, evitare guerra e
morte, però ha anche paura dei legami. E prima o poi mi
deciderò a spiegare il perchè. Per quanto
riguarda Saluss ed Exitio, il loro amore, il loro rapporto fraterno, si
è molto dolce e molto delicato. Purtroppo Exitio non
è forte come la sorella, il suo potere è ben
più impegnativo. Ma vedremo di risolvere anche questa.
Intanto Lagharta ha dato dimostrazione di un lato nascostissimo del suo
carattere, ed io inizio a pensare che non voglio più
dilungarmi sull'inizio avventura ma di volermi buttare a capofitto nel
pieno dell'azione. Voglio spiegare, spiegare, spiegare!!! Ti aspetto al
prossimo, tu leggi con calma e fammi sapere cosa ne pensi. Un bacione
enorme anche a te =*
fruttina89:
Mahel è molto coraggiosa, più di quanto lei
stessa crede, ma è incapace. Cioè non
è che lo faccia apposta, è proprio la natura che
è stata cattiva con lei. Exitio si è sentita
tradita da sua sorella e sua madre, per quello è impazzita,
ma se solo sapesse l'amore di Vie e della piccola Saluss verso di lei
sicuramente capirebbe che non c'è ragione alla guerra. Ma la
colpa è di Laherte...e lo saprai nel prossimo capitolo.
Intanto ti mando un bacio e mi auguro di leggere al più
presto qualcosa di tuo. Un bacione =*
Dark_Blame:
troppi complimenti >////////< non ci sono abituata. Io
scrivo ciò che i miei personaggi vogliono che io racconti,
non il contrario. Vorrei almeno nei miei racconti non forzare
nessuno a fare o dire qualcosa che non è nel suo carattere.
Lagharta è enigmatico, ma non è cattivo. Come
dice Mahel è semplicemente stronzo. Forse è per
questo che sembra reale, io metto in mano a loro ciò che
vogliono fare. La storia è la loro, non la mia...magia della
scrittura penso xD spero che qui ti possa essere più chiaro
chi è invece Lagharta. Nel prossimo scoprirai chi
è Laherte e perchè Lagharta lo odi
così tanto. Ti mando un bacio ^-^ e grazie mille per la tua
sempre accetta gentilezza e cortesia =*
Milou_: tu
leggi con calma, io per via del lavoro ci metto sempre un pò
xD in effetti Lagharta è il tipo di persona che ama le risse
ma non vuole combattere. Non gli piace, lo odia, però sa che
deve farlo, se vuole proteggere le persone che ama. E tra queste ci
sono la Sibilla e la piccola Saluss, che per lui è come una
sorellina. La adora, proprio come me >.< ed il modo
più semplice per porre fine alla guerra è
ucciderer Exitio, in quanto il 90% del potere del "cattivo" andrebbe
perso. Però purtroppo non capisce che non è
Exitio il vero problema...se solo poverina lei ritornasse in
sè ç_ç ma questo lo vedrai nel
prossimo capitolo. Ti ringrazio ancora per aver cominciato a leggere e
recensire, sei stata (stata vero?) molto gentile e carina. E come a
tutti i miei recensitori, un bacione speciale! Alla prossima =*
Ri-ringrazio
Gennino per aver scelto il titolo del capitolo, anche se mi sa che non
è azzeccato per niente, e grazie al mio ragazzo, che non
credo che stia leggendo però afferma ogni volta senza indugi
che adora Mahel. Bah xD
Grazie anche a tutti quelli che leggono soltanto, che hanno inserito la
storia fra le preferite e le seguite. Siete tutti molto gentili. Un
bacione!!!
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