CAPITOLO 7
Una promessa di
morte
Il Lago del Cielo era in
assoluto il
luogo che Lagharta amava più in assoluto.
Ricordava ancora i momenti
in cui, da
bambino, dalla casa della vecchia Sibilla, fuggiva per ore ed ore per
andarsene sulle sue sponde a giocare. O allenarsi.
Fin da piccolo, Lagharta
aveva sempre
adorato fare a botte. Ma erano cose da bambini, prima o poi sarebbe
passata. Tutti in paese la pensavano così.
Quando era più
giovane, la Sibilla
era una sacerdotessa. Era inusuale per un essere umana avere un tale
onore, ma poiché la Sibilla era dotata di poteri magici
minori, come
magie bianche di cura e di supporto, era stata scelta come personale
sacerdotessa del Tempio di Vie. La Dea le aveva donato, quindi, il
potere della predizione, perciò era tenuta in gran conto da
tutti.
Quando la sua
età cominciò ad
avanzare, la Sibilla chiese di essere esonerata dalla vita al tempio,
lei non era come le sacerdotesse eteree e immortali del Tempio di
Vie, perciò sarebbe invecchiata e morta. E proprio per
mantenere nel
Tempio quell'alone di perfezione e purezza che di solito solo le
giovani fanciulle sanno dimostrare, la Sibilla rinunciò ai
suoi
poteri magici di medicazione e tornò al villaggio in cui era
nata e
cresciuta.
Vie apprezzò
quel gesto tanto umano e
gentile, e lasciò alla Sibilla il potere della predizione,
annunciando che un giorno avrebbe aiutato gli eletti a salvare il
mondo.
Ma la vita segregata delle
sacerdotesse del Tempio, l'aveva disabituata alla vita caotica del
villaggio. E grazie ad alcuni amici e conoscenti costruì una
casa
poco lontana dal villaggio, ma comunque abbastanza isolata, e prese a
viverci da sola.
Aveva quasi 70 anni quando,
sulla sua
strada, si ritrovò un monello dai capelli neri e gli occhi
blu. Era
appena un bambino, si e no 2 anni, ma quegli occhi così
profondi ed
i capelli arruffati, mentre stringeva i pugni piccoli la intenerirono
profondamente. Quando poi si accorse che stringeva tra i pugni
l'essenza dell'arma sacra Saluss, allora non ebbe esitazione. Lo
prese con sé e lo allevò come fosse suo figlio.
Questa era la storia che
Lagharta si
ripeteva tutte le volte dentro di sé, tralasciando sempre un
particolare importante. Sempre e sempre, tralasciava quel particolare
nel tentativo di toglierlo da lui, per far si che diventasse qualcosa
di estraneo.
Ma era impossibile.
Anche quella volta fu
impossibile
tralasciare del tutto quella nota stonata in una storia che non aveva
poi molto di triste. Lagharta era si un orfano, ma era felice di aver
avuto come madre la Sibilla Saluss. Lo amava come una madre e nonna
insieme, addolcendolo o riprendendolo quando fosse il momento adatto,
la sua vita era stata fino a quel momento una vita normale. Ma era
una bugia.
Tutta la storia che si
raccontava,
tutte le immagini cui cercava di pensare...tutto era una bugia,
creata in anni ed anni di lavoro mentale.
C'era
sempre lui
nei suoi pensieri. E sarebbe stato impossibile sempre,
dimenticarsene...
Aprì gli occhi
impigrito, soffiando
su un ciuffo di capelli che gli ricadeva sugli occhi.
L'abero al quale era
appoggiato era
profumato e comodo, leggermente piegato. Le fronde cadevano, a pochi
metri, appena dentro la superficie del Lago del Cielo, assolutamente
la cosa più bella che esistesse a Gaia.
Un lago enorme, azzurro
più del
cielo, così puro e limpido che si poteva vederci attraverso.
Di
notte era la dimora dei Theko, ma di giorno erano sul fondo scuro del
Lago, a riposare. Il Lago era in cima ad una specie di montagna,
chiuso da pareti rocciose non altissime ma abbastanza difficili da
scalare, infatti era stato scavato nella roccia un sentiero che
arrivava da valle fino a lassù in cima.
La montagna che lo ospitava
non era
altissima, ma quel Lago era in assoluto la cosa più vicina
al Cielo
di qualsiasi altra presente a Gaia. Da qui il nome.
Tutto intorno al Lago vi
era un prato
rigoglioso di fiori e cespugli, qualche animale viveva nelle macchie
più profonde di un boschetto che si parava tra il sentiero e
il
Lago, uscendo timidamente solo la notte per ammirare le tre lune.
Si diceva che nelle notti
di luna
piena le ninfe delle acque uscissero allo scoperto ballando sulle
rive del Lago. Intonavano la canzone della creazione, si spogliavano
delle loro vesti trasparenti e impalpabili e ballavano sino al primo
spuntar del sole. Ma questa era solo una diceria, che però
rendeva
il Lago un luogo ancor più interessante.
Lagharta, però,
aveva conosciuto le
tre ninfe, benchè il ricordo lo spaventasse ancora molto. E
quel che
aveva scoperto era che il rito delle ninfe era solo una copertura per
qualcosa di ben più grande...
-Lagharta!- Saluss apparve
come per
magia davanti agli occhi chiusi di Lagharta, che non cercò
neanche
di aprirli -Lagharta!-
-Saluss, sto dormendo-
rispose secco
lui, cercando di non muovere nemmeno un muscolo -Vai nella spada e
dormi anche tu-
-Bene, allora...Lagharta!
Svegliati!-
gli urlò Saluss in un orecchio, facendolo voltare la testa e
aprire
gli occhi -Buongiorno!-
-Maledetta fatina
esagitata- esordì
lui, furioso -Non hai un pulsante per lo spegnimento, da qualche
parte?!-
-No Lagharta. Io non sono
come le
diavolerie magiche della Sibilla, come la lampada che ha sopra il
tavolo. Io mi spengo solo se muoio- rispose lei tutta soddisfatta,
come una bambina -La Sibilla vuole che torni a casa. Vuole che Mahel
ci spieghi dell'arco-
Lagharta, a quel nome,
irrigidì le
spalle -Non ci penso nemmeno- rispose secco, rimettendosi nella
posizione di riposo e chiudendo gli occhi -Oppure vengo, se avete
intenzione che la finisca di botte-
Saluss aprì la
boccuccia per dire
qualcosa, ma non ebbe cuore. Si limitò semplicemente ad
avvicinarsi
alla fronte di Lagharta, tirargli un calcio e svolazzarsene via
-Tanto lo so che stavi fantasticando sul “passato che non
esiste”!-
e fatta una linguaccia, scomparve.
Lagharta aprì
gli occhi, toccando con
la mano la spada posata accanto a lui. I suoi occhi si richiusero
immediatamente, chiedendosi come mai non riusciva a nasconderle
niente. Poi sospirò -Che io voglia o meno...dovrò
almeno dirle
chi...o meglio cosa è Laherte...-
Quando tornò
dalla Sibilla, Mahel non
c'era.
La Sibilla stava preparando
il pane
speziato, che lui detestava, ma che pareva piacesse molto alla
principessina. Fece una smorfia di disgusto quando lo vide, cercando
di non soffermarsi sull'odore o sarebbe sicuramente soffocato
-Dov'è
lei?-
La Sibilla si
voltò sorridendo -Oh
Lagharta. Lei, e credo ti riferisca a Mahel, è andata a
farsi un
bagno. E devo dire che quando ha notato la crescita smisurata dei
suoi capelli è andata nel panico, non credeva che fossero i
suoi...-
Lagharta scosse la testa:
non doveva
pensare a Mahel come alla Dea. Doveva far finta di niente, doveva
resistere -E quando ci onorerà della sua presenza?-
-Quandò
avrà finito- rispose la
Sibilla, notando nella voce di Lagharta una strana inquietudine
-Lagharta...ti sei deciso a dirle di Laherte?-
Laharta si
limitò a fissarla negli
occhi. Poi prese posto a sedere, posando la spada poco lontana da lui
-Non c'è una seconda scelta. Quindi mi vedo costretto a
farlo anche
se non voglio, non credi...?-
La Sibilla si
allontantò dal pane,
pulendosi le mani con un panno, e si avvicinò al ragazzo. I
suoi
occhi erano così tristi -Lagharta...tu non hai colpe-
-Proprio per questo non
posso fare a
meno di odiarla-
La Sibilla
sospirò. Non c'era niente
da fare. Lagharta, che volesse o meno, stava già facendo
avverare la
Predizione.
Quando Mahel
entrò in casa tutta
pulita e cambiata, trovandosi di fronte Lagharta inciampò e
cadde.
Rimase a terra, senza
muovere un
muscolo, finchè non sentì di nuovo il cuore
batterle normalmente.
Lagharta la guardò e sospirò, avvicinandoglisi,
ma lei si
raggomitolò e si coprì la testa con le mani -Se
mi tocchi urlo, ne
son capace!- squittì la ragazza, come se si vergognasse -E
se vuoi
aiutarmi, promettimi che non mi guarderai-
Lagharta
l'afferrò per un braccio,
tirandola su di peso. Com'era leggera. Quando Mahel sentì i
suoi
piedi toccar terra, prese a strizzare gli occhi forte, tenendo le
mani sopra la testa -Cosa diavolo stai facendo, stupida?!-
-Non mi guardare!-
strillando questo,
abbassò la testa e si riaccucciò in terra -Non
voglio che mi
guardi! Sono strana...sto diventando strana! Non mi guardare!-
Lagharta rimase di sasso.
Che si fosse accorta delle
pagliuzze
argentate nei suoi occhi, oltre alla crescita dei suoi capelli? E se
così fosse, pensava che lui e la Sibilla non se ne fossero
già
accorti?
E allora perchè
solo lui non doveva
guardarla?
Il cuore gli si
fermò in gola,
trasformando il suo viso in parvenza tranquillo in un dipinto di pura
rabbia. Le sue labbra si incresparono in un sorriso ironico e la sua
voce stridula, per la rabbia, pronunciò parole arroganti
-Sei forse
innamorata di me...?-
Mahel aprì gli
occhi, di colpo. Tolse
le mani dalla testa e lo fissò con odio. I suoi occhi blu
erano
bellissimi, lui era bellissimo, ma non era un tipo così
facile da
innamorarsi solo per la bellezza esteriore. Alzò la mano
destra con
l'intenzione di tirargli uno schiaffo, ma Lagharta le
afferrò il
polso. Ci provò con la sinistra, ma Lagharta
fermò anche l'altro
polso.
-E adesso principessina?
Hai una terza
mano da tirarmi in faccia?- rise cattivo Lagharta -Oppure vuoi
provare a farmi male a parole?-
-Oh no, bambinone. Non mi
abbasserò a
farti male con le parole-
-Cosa intendi dire?- chiese
dubbioso
il ragazzo, vedendola sorridere.
Un tonfo secco, Lagharta
lasciò i
polsi della ragazza e si inginocchio a terra, borbottando parole
incomprensibili. Aveva le braccia e le gambe sottili, quella
principessina viziata...ma aveva una forza nei calci cui Lagharta, si
era messo in testa in quel momento, avrebbe dovuto fare intenzione.
Lagharta da un lato della
stanza e
Mahel opposta.
Gli sguardi erano pieni di
odio.
Dopo il calcio di Mahel,
lei e
Lagharta avevano discusso per quasi un'ora intera, urlando come
ossessi. Si definivano rispettiavamente un violento ed una
psicopatica. E la Sibilla e Saluss avevano osservato la scena senza
parole, guardandosi negli occhi e sospirando.
-Tu...tu...stupida
psicopatica!- urlò
di nuovo Lagharta, gesticolando in aria senza ritegno -E meno male
che hai sbagliato la mira e mi hai preso la coscia...stupida!-
-Sei tu quello che mi aizza
ogni
volta! Ti credi bello? Bene, anche se tu lo fossi io non mi
innamorerò mai di uno come te! Egoistico e presuntuoso
pallone
gonfiato!- rispose Mahel incrociando le braccia sul petto.
-Almeno io sono bello! Tu
invece sei
una racchia paurosa!- la schernì Lagharta, sorridendo
cattivo -Di
bello potrai avere forse il corpo, anche se non mi piacciono quelle
troppo magre...-
-Non devo piacere a te-
grugnì infine
Mahel, tremando per la rabbia -È incredibile che la gente ti
sopporti, con quel carattere che ti ritrovi-
A quell'affermazione
Lagharta abbassò
lo sguardo, perdendo il sorriso ironico e ogni possibile emozione
dipinta sul volto.
In quella stanza, ancora
una volta,
calò il silenzio.
-Mahel...- la Sibilla fu la
prima a
rompere il silenzio, tenendo Lagharta nella stanza soltanto con lo
sguardo -Ti prego di non giudicare chi non conosci solo
dall'apparenza. E anche tu Lagharta, smettila di comportarti da
bambino-
Lo sguardo della Sibilla
era serio, ma
nonostante guardasse negli occhi Lagharta la predica sembrava rivolta
più a lei che al ragazzo.
Mahel abbassò lo
sguardo e sospirò
-Mi dispiace. Ho perso la calma- disse la ragazza a malincuore,
cercando di tener fede alla parola data a Saluss -Scusa Lagharta-
Lagharta la
guardò, stupendosi di
quell'atteggiamento improvviso, poi sentendo ancora lo sguardo della
Sibilla su di lui sospirò -Si, si...scusa...-
Il silenzio diventata
pesante. Ma
Lagharta era stufo dei silenzi. Perciò riprese l'arco messo
in un
angolo della stanza e lo mise sul tavolo, guardando Mahel -Tu sai
cosa sia?-
-No- rispose lei, scuotendo
la testa
-Non ricordavo di averlo mai visto prima che tu me lo mostrassi-
-Cominciamo bene-
esordì lui
-Ascoltami bene...Saluss ti ha raccontato di lei e di Exitio, giusto?
Ti ha detto che Vie aveva creato le loro armi e poi si era assopita
insieme a loro, giusto? Puoi capire cosa sia quest'arma?-
Mahel sbiancò,
sfiorando con le dita
la roccia fredda e bianca dell'arco -Non vorrai mica dirmi
che...quest'arco...in realtà è...-
-Si- annuì
Lagharta, prendendolo in
mano senza fatica -Questa è l'arma divina Vie-
Mahel aveva capito che le
armi sacre
Saluss ed Exitio avevano un essenza. Una pietra senza la quale non
potevano risvegliare i loro poteri sopiti.
L'arco di Vie era un comune
arco
composito, ma con dettagli e rifiniture maggiori di quelli di un
qualsiasi arco. Sul riser, sopra al poggiafreccia, incavato nella
roccia liscia e bianca simile al resto dell'arco, un foro. Piccolo e
perfetto, senza sbeccature. Doveva essere l'incastro dell'essenza.
Cercò di
sollevarlo, ma lo alzò di
appena qualche centimetro, per poi farlo ricadere sul tavolo con un
tonfo secco. Era impossibile per lei usare quella cosa, per quanta
forza ci mettesse. E poi non aveva l'essenza...
Un attimo di silenzio, di
nuovo. Lei
ce l'aveva!
-Forse...- detto questo
Mahel entrò
nella stanza doveva ricordava di aver riposato, sul comodino c'era
ancora la strana pietra che lei non aveva mai spostato.
L'afferrò
con le dita piccole, la strinse e tornò dagli altri.
-Potrebbe essere...?-
scoprì la
pietra alla Sibilla e Lagharta, che ammutolirono -Mahel...dove l'hai
presa?- chiese la Sibilla.
-Io l'ho...sempre avuta. Da
quando ho
parlato con Colonna al Lago...- rispose la giovane, spaventata -Io
pensavo fosse importante, così...-
-Mettila dentro all'arco-
disse secco
Lagharta, prendendolo avvicinandosi a lei -Metti l'essenza nell'arco-
Mahel deglutì e
annuì. La mano le
tremava un poco, la sfera quasi scivolava dalle dita.
L'appoggiò
alla fessura nell'arco e provò a incastonarla.
-Non...non entra. La sfera
è troppo
grande...- disse Mahel, rilassando i muscoli del corpo -Cosa vuol
dire...?- chiese timidamente guardando prima Lagharta e poi la
Sibilla.
-Che...- rispose la
Sibilla, sedendosi
amareggiata -Che forse tu non sei la prescelta dell'arco di Vie...non
sei la Mahel della Leggenda...-
Mahel si lasciò
cedere, appoggiando
le mani sul tavolo. Il suo volto si increspò in
un'espressione di
rabbia e di umiliazione, mentre le braccia iniziarono a rabbrividire
per l'inadeguatezza che sentiva -Maledizione. Maledizione!-
Mahel lanciò la
pietra contro il
muro, cercò di prendere l'arco in mano ma riuscì
a sposarlo di
pochissimo. Le mani presero forza su quella scultura di pietra
pesantissima e la fecero cadere all'indietro, mentre ancora tremava e
urlava -Dannato arco, maledetto!-
Un calcio ad una gamba del
tavolo non
lo fece neanche sussultare, mentre dentro di lei Mahel stava
distruggendosi dal dolore.
Lagharta non comprese la
sua reazione
-Perchè ti arrabbi? Non dovresti essere contenta di non
essere tu la
Mahel della Leggenda? Vuol dire che potrai tornare a casa...-
Mahel alzò lo
sguardo verso Lagharta,
gli occhi tristi e malinconici, quasi spenti -Tu proprio non
capisci...vero?-
-No- rispose secco il
ragazzo, senza
cambiare l'espressione quasi arrabbiata -Non capisco. Non volevi
venire qua. Non volevi far parte di tutto questo, giusto?-
-Ho accettato le mie
responsabilità
dal momento che ho scelto di seguirvi. Io ho ancora delle domande per
Colonna. Voglio sapere perchè mia madre ha sognato questo
posto.
Perchè proprio io sono dovuta diventare una
“Mahel”. Perchè ho
quella pietra, perchè ho visto e preso in mano quell'arco.
Se tutto
questo non ha senso, perchè io sono qua?-
Abbassò la
testa, piena di tristezza
-Se la mia presenza qua non è che uno sbaglio...come credi
che possa
sentirmi, per aver lasciato sola mia mamma...?-
Lagharta ebbe un sussulto.
Lei capiva.
Capiva davvero
ciò che provava
Saluss, così vicina eppure così lontana dalla sua
amata sorella.
Capiva la sofferenza di un legame, perchè a volte poteva
essere
tanto forte da diventare doloroso.
Chiuse gli occhi e
sospirò.
-Tua madre...quando ti
rivedrà, ti
abbraccerà e sarà felice di rivederti. Per quanti
giorni o
settimane o anni, lei ti amerà sempre. C'è
chi...questa fortuna non
ce l'ha...-
Mahel alzò gli
occhi -Cosa vuol dire
questo...? Te l'ho già detto, un legame...-
-Non paragonare il
“tuo” legame
con quello mio o di Saluss- le sbraitò secco e infastidito
Lagharta
-Non prendere come esempio assoluto il “tuo” legame-
Mahel piegò la
testa di lato,
corrucciando la fronte -Lagharta...?-
-Saluss...ed Exitio...sono
sorelle.
Eppure c'è la possibilità che quest'ultima,
qualsiasi cosa
facciamo, possa continuare a rimanere intrappolata nella sua pazzia
per sempre. Se così fosse, in quel caso, l'unica
possibilità
sarebbe spezzare la sua essenza- si interuppe un attimo, guardando
Saluss -Saluss sa benissimo che uccidere Exitio è la
peggiore delle
ipotesi. Non voglio illuderla, perchè secondo me Laherte non
le
permetterà mai di tornare in sé. Ecco
perchè affermo che quella è
l'unica possibilità che abbiamo-
Mahel abbassò la
testa, stringendosi
la veste con le mani -E questo che c'entra...?-
Lagharta le si
avvicinò,
accucciandosi davanti a lei -Anche io ho un legame che, nonostante
gli anni, non può tornare quello di un tempo. La persona del
mio
legame è cambiata. Mi odia, ed io non posso che odiarla a
mia volta.
Quella persona è Laherte-
Mahel alzò la
testa e guardò
Lagharta pronunciare quel nome con una tristezza incredibile,
nascosta nella voce -Lagharta...ma tu non volevi evitare di parlare
di lui...?-
Lagharta le mise una mano
sulla bocca,
chiudendo gli occhi -Laherte...è la persona più
importante al
mondo, per me. È l'ultimo legame con la mia famiglia. Lo
odio perchè
ciò che ha fatto e ciò che fa è
sbagliato. Ho provato a salvarlo,
ma non ha voluto. Ha preferito perdersi nel labirinto del caos,
piuttosto che ammettere che era un debole...-
Mahel cercò di
afferrare la mano di
Lagharta e spostarla dalla sua bocca, ma la presa del ragazzo era
troppo forte.
-Laherte morirà
per mano mia. Ho
promesso sulla tomba degli eroi della Guerra Antica che lo avrei
fermato. Anche se rappresenta il mio ultimo legame. Anche se
rappresenta ciò che di più importante possa
esistere per me sulla
faccia della terra...-
Lasciò andare la
presa sulla bocca di
Mahel, guardandola fissa negli occhi -Mahel...un legame non
è sempre
qualcosa di positivo...perchè mio fratello sta per
distruggere Gaia
ed io non posso permetterglielo...-
Mahel non potè
che rimanere
interdetta a quella rivelazione.
Laherte, la persona
più odiata da
Lagharta al mondo, colui che non poteva neanche sentir nominare.
Nonostante tutto, la persona per lui più importante al
mondo, il suo
legame.
Suo fratello. Il nemico di
Gaia.
***
Era due giorni che tentavo di finirlo. Ma non avevo quella idea
straordinaria per concluderlo. E sono finita sul banale. Mi dispiace
ç___ç però mi ci son messa d'impegno,
ho fatto di tutto perchè non cadesse nel banale. Qualcuno
forse se lo immaginava, qualcuno forse è rimasto di stucco,
ma Lagharta e Laherte sono proprio fratelli. E non fratellastri, ma
proprio fratelli di sangue. Che dire...spero che possiate apprezzarlo
lo stesso. Comunque non perdiamoci in chiacchiere, procediamo ai
RINGRAZIAMENTI!!!
Milou_:
beh...la tua domanda è opportuna, ma più avanti
Mahel stessa la porrà alla Sibilla e questa la
rigirerà ad una persona importante che le
risponderà. C'è tempo e vedrai che non ti
deluderò ^-^ si spiega perchè proprio Mahel deve
salvare Gaia e non Lagharta...ma questa è una cosa che
verrà col tempo. Ti ringrazio come sempre per seguirmi e per
commentare con così tanta gentilezza e cortesia ^-^ sei
veramente molto carina. Ti mando un bacio e ti aspetto al prossimo cap
=*
fruttina89:
Mahel è umana, sbaglia e inciampa, non è certo
l'eroina di una saga fantasy xD però ci mette tutta la sua
forza e capisco benissimo la sua impotenza nel sapere che non sembra
utile alla questione. Anche io mi sentirei male all'idea di aver
accettato di andarmene da casa e di averlo fatto senza motivo. Povera
Mahel...comunque si, Lagharta non odia Mahel per qualcosa che ha fatto,
ma lo fa a prescindere. Prima o poi, forse, smetterà di
odiarla, ma se non fosse lui sarà lei a rendergli la vita
difficile xD ha un bel caratterino la nostra Mahel, come hai letto.
Anche a te ringrazio infinitamente per leggere e lasciare un tuo parere
ogni volta ^-^ sei molto carina e molto dolce =) ti mando un bacio e ti
aspetto prossimamente =*
Dust_and_Diesel:
ti ho detto in diretta che avrei aggiornato, quindi prima o poi
leggerai anche quest'ultimo capitolo. Sono molto presa da Gaia e dalla
sua storia, cerco di descriverla sempre con grande minuzia e
particolarità, perchè penso che la sua morfologia
e la sua storia siano importanti ai fini della storia. La guerra ha
già devastato questo mondo una volta, e quella che si
avvicina non è da meno...soprattutto se, ricordatevi!, il
cattivo è un necromante...comunque, rinnovo i ringraziamenti
per aver segnalato la storia fra le scelte! Sei un amore <3 (ti
amo U-U ma non lo diciamo a nessuno) perciò ti meriti un
abbraccio coccoloso speciale, un bacino e un super abbraccio coccoloso
aggiuntivo >.< spero che ti piaccia anche questo nuovo
capitolo, e che mi farai sapere presto cosa ne pensi (adoro la tua
logorroicità!). Ti mando un altro bacio =*
Fairy_chan88:
ora ti cronometro xD no scherzo, voglio vedere cosa ne pensi di questo
nuovo capitolo. D'ora in poi Mahel dovrà iniziare a lottare
per non perdere anche l'ultima speranza che le è rimasta.
Per quanto hai detto su Lagharta, si, lui ha accettato la sua presenza
nel mondo, infatti a fine capitolo lo diceva, ma purtroppo per adesso
sta solo facendo contenta la Sibilla, ahimè,
perchè a lui Mahel non piace proprio. Qua la definisce
proprio racchia U-U povero egoista e narcisistico pallone gonfiato U-U
ma vedremo chi la spunterà. Il carattere di Lagharta, quello
di Mahel, o la potenza della Profezia della Sibilla che lui vorrebbe
non aver mai sentito...intanto ringrazio anche te per seguirmi sempre,
e ti mando un bacio nell'attesa di ritrovarti al prossimo capitolo =*
Kuroshi_Tsukishiro:
io ti adoro, sei puccioso e coccolone >.< e apprezzo il
fatto che hai letto e commentato entrambi i miei capitoli. So che per
via dell'università e altro ci metti un pò, ma
quando ti riprendo scherzo, ormai lo dovresti sapere xD quindi tu vai
tranquillo e leggi con calma. Io aspetto qua con calma e pazienza ^-^
comunque sono contenta che Lagharta ti piace xD sembra un duro ma
è un coccolone anche lui >.< soprattutto con
la fatina, come hai visto. Lui l'adora e lei adora lui
>.< che pucci! Beh, oggi mi prolungo poco nelle risposte,
non mi sento tanto bene ma volevo rispondere xD perciò ti
ringrazio per aver letto e commentato, ti abbraccio (strizz!) e ti
mando un bacione enorme =*
Grazie, come
sempre, a Gennino (che stavolta non ha ancora letto) ed al mio ragazzo,
che prima o poi leggerà.
E grazie a chi legge soltanto, a chi ha messo la storia tra le seguite
e a chi l'ha messa tra le preferite, siete tutti molto gentili ^-^ vi
mando un bacio e vi aspetto al prossimo capitolo!!!
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