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Autore: Selenite    29/10/2010    10 recensioni
Mahel è un'allegra ragazza di 16 anni, il cui nome le è stato dato dalla madre, una scrittrice di libri per ragazzi, prendendo ispirazione da un personaggio delle sue stesse storie. Nonostante Mahel odi il suo nome, si ritroverà nell'universo delle fiabe di sua madre, per aiutare il co-protagonista Lagharta alla salvezza del mondo. Sembra una storia fantasy come le altre, ma non lo è... Perchè Lagharta non è un eroe come tutti gli altri. E odia Mahel dal più profondo del suo cuore.
Ho messo rating piuttosto alto, in quanto ci sarà la presenza di alcune scene abbastanza crude. Ringrazio in anticipo per la cortesia che chiunque vorrà riservarmi nel leggere ^^
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 7
Una promessa di morte


Il Lago del Cielo era in assoluto il luogo che Lagharta amava più in assoluto.
Ricordava ancora i momenti in cui, da bambino, dalla casa della vecchia Sibilla, fuggiva per ore ed ore per andarsene sulle sue sponde a giocare. O allenarsi.
Fin da piccolo, Lagharta aveva sempre adorato fare a botte. Ma erano cose da bambini, prima o poi sarebbe passata. Tutti in paese la pensavano così.
Quando era più giovane, la Sibilla era una sacerdotessa. Era inusuale per un essere umana avere un tale onore, ma poiché la Sibilla era dotata di poteri magici minori, come magie bianche di cura e di supporto, era stata scelta come personale sacerdotessa del Tempio di Vie. La Dea le aveva donato, quindi, il potere della predizione, perciò era tenuta in gran conto da tutti.
Quando la sua età cominciò ad avanzare, la Sibilla chiese di essere esonerata dalla vita al tempio, lei non era come le sacerdotesse eteree e immortali del Tempio di Vie, perciò sarebbe invecchiata e morta. E proprio per mantenere nel Tempio quell'alone di perfezione e purezza che di solito solo le giovani fanciulle sanno dimostrare, la Sibilla rinunciò ai suoi poteri magici di medicazione e tornò al villaggio in cui era nata e cresciuta.
Vie apprezzò quel gesto tanto umano e gentile, e lasciò alla Sibilla il potere della predizione, annunciando che un giorno avrebbe aiutato gli eletti a salvare il mondo.
Ma la vita segregata delle sacerdotesse del Tempio, l'aveva disabituata alla vita caotica del villaggio. E grazie ad alcuni amici e conoscenti costruì una casa poco lontana dal villaggio, ma comunque abbastanza isolata, e prese a viverci da sola.
Aveva quasi 70 anni quando, sulla sua strada, si ritrovò un monello dai capelli neri e gli occhi blu. Era appena un bambino, si e no 2 anni, ma quegli occhi così profondi ed i capelli arruffati, mentre stringeva i pugni piccoli la intenerirono profondamente. Quando poi si accorse che stringeva tra i pugni l'essenza dell'arma sacra Saluss, allora non ebbe esitazione. Lo prese con sé e lo allevò come fosse suo figlio.

Questa era la storia che Lagharta si ripeteva tutte le volte dentro di sé, tralasciando sempre un particolare importante. Sempre e sempre, tralasciava quel particolare nel tentativo di toglierlo da lui, per far si che diventasse qualcosa di estraneo.
Ma era impossibile.
Anche quella volta fu impossibile tralasciare del tutto quella nota stonata in una storia che non aveva poi molto di triste. Lagharta era si un orfano, ma era felice di aver avuto come madre la Sibilla Saluss. Lo amava come una madre e nonna insieme, addolcendolo o riprendendolo quando fosse il momento adatto, la sua vita era stata fino a quel momento una vita normale. Ma era una bugia.
Tutta la storia che si raccontava, tutte le immagini cui cercava di pensare...tutto era una bugia, creata in anni ed anni di lavoro mentale.
C'era sempre lui nei suoi pensieri. E sarebbe stato impossibile sempre, dimenticarsene...

Aprì gli occhi impigrito, soffiando su un ciuffo di capelli che gli ricadeva sugli occhi.
L'abero al quale era appoggiato era profumato e comodo, leggermente piegato. Le fronde cadevano, a pochi metri, appena dentro la superficie del Lago del Cielo, assolutamente la cosa più bella che esistesse a Gaia.
Un lago enorme, azzurro più del cielo, così puro e limpido che si poteva vederci attraverso. Di notte era la dimora dei Theko, ma di giorno erano sul fondo scuro del Lago, a riposare. Il Lago era in cima ad una specie di montagna, chiuso da pareti rocciose non altissime ma abbastanza difficili da scalare, infatti era stato scavato nella roccia un sentiero che arrivava da valle fino a lassù in cima.
La montagna che lo ospitava non era altissima, ma quel Lago era in assoluto la cosa più vicina al Cielo di qualsiasi altra presente a Gaia. Da qui il nome.
Tutto intorno al Lago vi era un prato rigoglioso di fiori e cespugli, qualche animale viveva nelle macchie più profonde di un boschetto che si parava tra il sentiero e il Lago, uscendo timidamente solo la notte per ammirare le tre lune.
Si diceva che nelle notti di luna piena le ninfe delle acque uscissero allo scoperto ballando sulle rive del Lago. Intonavano la canzone della creazione, si spogliavano delle loro vesti trasparenti e impalpabili e ballavano sino al primo spuntar del sole. Ma questa era solo una diceria, che però rendeva il Lago un luogo ancor più interessante.
Lagharta, però, aveva conosciuto le tre ninfe, benchè il ricordo lo spaventasse ancora molto. E quel che aveva scoperto era che il rito delle ninfe era solo una copertura per qualcosa di ben più grande...

-Lagharta!- Saluss apparve come per magia davanti agli occhi chiusi di Lagharta, che non cercò neanche di aprirli -Lagharta!-
-Saluss, sto dormendo- rispose secco lui, cercando di non muovere nemmeno un muscolo -Vai nella spada e dormi anche tu-
-Bene, allora...Lagharta! Svegliati!- gli urlò Saluss in un orecchio, facendolo voltare la testa e aprire gli occhi -Buongiorno!-
-Maledetta fatina esagitata- esordì lui, furioso -Non hai un pulsante per lo spegnimento, da qualche parte?!-
-No Lagharta. Io non sono come le diavolerie magiche della Sibilla, come la lampada che ha sopra il tavolo. Io mi spengo solo se muoio- rispose lei tutta soddisfatta, come una bambina -La Sibilla vuole che torni a casa. Vuole che Mahel ci spieghi dell'arco-
Lagharta, a quel nome, irrigidì le spalle -Non ci penso nemmeno- rispose secco, rimettendosi nella posizione di riposo e chiudendo gli occhi -Oppure vengo, se avete intenzione che la finisca di botte-
Saluss aprì la boccuccia per dire qualcosa, ma non ebbe cuore. Si limitò semplicemente ad avvicinarsi alla fronte di Lagharta, tirargli un calcio e svolazzarsene via -Tanto lo so che stavi fantasticando sul “passato che non esiste”!- e fatta una linguaccia, scomparve.
Lagharta aprì gli occhi, toccando con la mano la spada posata accanto a lui. I suoi occhi si richiusero immediatamente, chiedendosi come mai non riusciva a nasconderle niente. Poi sospirò -Che io voglia o meno...dovrò almeno dirle chi...o meglio cosa è Laherte...-

Quando tornò dalla Sibilla, Mahel non c'era.
La Sibilla stava preparando il pane speziato, che lui detestava, ma che pareva piacesse molto alla principessina. Fece una smorfia di disgusto quando lo vide, cercando di non soffermarsi sull'odore o sarebbe sicuramente soffocato -Dov'è lei?-
La Sibilla si voltò sorridendo -Oh Lagharta. Lei, e credo ti riferisca a Mahel, è andata a farsi un bagno. E devo dire che quando ha notato la crescita smisurata dei suoi capelli è andata nel panico, non credeva che fossero i suoi...-
Lagharta scosse la testa: non doveva pensare a Mahel come alla Dea. Doveva far finta di niente, doveva resistere -E quando ci onorerà della sua presenza?-
-Quandò avrà finito- rispose la Sibilla, notando nella voce di Lagharta una strana inquietudine -Lagharta...ti sei deciso a dirle di Laherte?-
Laharta si limitò a fissarla negli occhi. Poi prese posto a sedere, posando la spada poco lontana da lui -Non c'è una seconda scelta. Quindi mi vedo costretto a farlo anche se non voglio, non credi...?-
La Sibilla si allontantò dal pane, pulendosi le mani con un panno, e si avvicinò al ragazzo. I suoi occhi erano così tristi -Lagharta...tu non hai colpe-
-Proprio per questo non posso fare a meno di odiarla-
La Sibilla sospirò. Non c'era niente da fare. Lagharta, che volesse o meno, stava già facendo avverare la Predizione.

Quando Mahel entrò in casa tutta pulita e cambiata, trovandosi di fronte Lagharta inciampò e cadde.
Rimase a terra, senza muovere un muscolo, finchè non sentì di nuovo il cuore batterle normalmente. Lagharta la guardò e sospirò, avvicinandoglisi, ma lei si raggomitolò e si coprì la testa con le mani -Se mi tocchi urlo, ne son capace!- squittì la ragazza, come se si vergognasse -E se vuoi aiutarmi, promettimi che non mi guarderai-
Lagharta l'afferrò per un braccio, tirandola su di peso. Com'era leggera. Quando Mahel sentì i suoi piedi toccar terra, prese a strizzare gli occhi forte, tenendo le mani sopra la testa -Cosa diavolo stai facendo, stupida?!-
-Non mi guardare!- strillando questo, abbassò la testa e si riaccucciò in terra -Non voglio che mi guardi! Sono strana...sto diventando strana! Non mi guardare!-
Lagharta rimase di sasso.

Che si fosse accorta delle pagliuzze argentate nei suoi occhi, oltre alla crescita dei suoi capelli? E se così fosse, pensava che lui e la Sibilla non se ne fossero già accorti?
E allora perchè solo lui non doveva guardarla?
Il cuore gli si fermò in gola, trasformando il suo viso in parvenza tranquillo in un dipinto di pura rabbia. Le sue labbra si incresparono in un sorriso ironico e la sua voce stridula, per la rabbia, pronunciò parole arroganti -Sei forse innamorata di me...?-

Mahel aprì gli occhi, di colpo. Tolse le mani dalla testa e lo fissò con odio. I suoi occhi blu erano bellissimi, lui era bellissimo, ma non era un tipo così facile da innamorarsi solo per la bellezza esteriore. Alzò la mano destra con l'intenzione di tirargli uno schiaffo, ma Lagharta le afferrò il polso. Ci provò con la sinistra, ma Lagharta fermò anche l'altro polso.
-E adesso principessina? Hai una terza mano da tirarmi in faccia?- rise cattivo Lagharta -Oppure vuoi provare a farmi male a parole?-
-Oh no, bambinone. Non mi abbasserò a farti male con le parole-
-Cosa intendi dire?- chiese dubbioso il ragazzo, vedendola sorridere.
Un tonfo secco, Lagharta lasciò i polsi della ragazza e si inginocchio a terra, borbottando parole incomprensibili. Aveva le braccia e le gambe sottili, quella principessina viziata...ma aveva una forza nei calci cui Lagharta, si era messo in testa in quel momento, avrebbe dovuto fare intenzione.

Lagharta da un lato della stanza e Mahel opposta.
Gli sguardi erano pieni di odio.
Dopo il calcio di Mahel, lei e Lagharta avevano discusso per quasi un'ora intera, urlando come ossessi. Si definivano rispettiavamente un violento ed una psicopatica. E la Sibilla e Saluss avevano osservato la scena senza parole, guardandosi negli occhi e sospirando.
-Tu...tu...stupida psicopatica!- urlò di nuovo Lagharta, gesticolando in aria senza ritegno -E meno male che hai sbagliato la mira e mi hai preso la coscia...stupida!-
-Sei tu quello che mi aizza ogni volta! Ti credi bello? Bene, anche se tu lo fossi io non mi innamorerò mai di uno come te! Egoistico e presuntuoso pallone gonfiato!- rispose Mahel incrociando le braccia sul petto.
-Almeno io sono bello! Tu invece sei una racchia paurosa!- la schernì Lagharta, sorridendo cattivo -Di bello potrai avere forse il corpo, anche se non mi piacciono quelle troppo magre...-
-Non devo piacere a te- grugnì infine Mahel, tremando per la rabbia -È incredibile che la gente ti sopporti, con quel carattere che ti ritrovi-
A quell'affermazione Lagharta abbassò lo sguardo, perdendo il sorriso ironico e ogni possibile emozione dipinta sul volto.
In quella stanza, ancora una volta, calò il silenzio.

-Mahel...- la Sibilla fu la prima a rompere il silenzio, tenendo Lagharta nella stanza soltanto con lo sguardo -Ti prego di non giudicare chi non conosci solo dall'apparenza. E anche tu Lagharta, smettila di comportarti da bambino-
Lo sguardo della Sibilla era serio, ma nonostante guardasse negli occhi Lagharta la predica sembrava rivolta più a lei che al ragazzo.
Mahel abbassò lo sguardo e sospirò -Mi dispiace. Ho perso la calma- disse la ragazza a malincuore, cercando di tener fede alla parola data a Saluss -Scusa Lagharta-
Lagharta la guardò, stupendosi di quell'atteggiamento improvviso, poi sentendo ancora lo sguardo della Sibilla su di lui sospirò -Si, si...scusa...-
Il silenzio diventata pesante. Ma Lagharta era stufo dei silenzi. Perciò riprese l'arco messo in un angolo della stanza e lo mise sul tavolo, guardando Mahel -Tu sai cosa sia?-
-No- rispose lei, scuotendo la testa -Non ricordavo di averlo mai visto prima che tu me lo mostrassi-
-Cominciamo bene- esordì lui -Ascoltami bene...Saluss ti ha raccontato di lei e di Exitio, giusto? Ti ha detto che Vie aveva creato le loro armi e poi si era assopita insieme a loro, giusto? Puoi capire cosa sia quest'arma?-
Mahel sbiancò, sfiorando con le dita la roccia fredda e bianca dell'arco -Non vorrai mica dirmi che...quest'arco...in realtà è...-
-Si- annuì Lagharta, prendendolo in mano senza fatica -Questa è l'arma divina Vie-

Mahel aveva capito che le armi sacre Saluss ed Exitio avevano un essenza. Una pietra senza la quale non potevano risvegliare i loro poteri sopiti.
L'arco di Vie era un comune arco composito, ma con dettagli e rifiniture maggiori di quelli di un qualsiasi arco. Sul riser, sopra al poggiafreccia, incavato nella roccia liscia e bianca simile al resto dell'arco, un foro. Piccolo e perfetto, senza sbeccature. Doveva essere l'incastro dell'essenza.
Cercò di sollevarlo, ma lo alzò di appena qualche centimetro, per poi farlo ricadere sul tavolo con un tonfo secco. Era impossibile per lei usare quella cosa, per quanta forza ci mettesse. E poi non aveva l'essenza...
Un attimo di silenzio, di nuovo. Lei ce l'aveva!
-Forse...- detto questo Mahel entrò nella stanza doveva ricordava di aver riposato, sul comodino c'era ancora la strana pietra che lei non aveva mai spostato. L'afferrò con le dita piccole, la strinse e tornò dagli altri.
-Potrebbe essere...?- scoprì la pietra alla Sibilla e Lagharta, che ammutolirono -Mahel...dove l'hai presa?- chiese la Sibilla.
-Io l'ho...sempre avuta. Da quando ho parlato con Colonna al Lago...- rispose la giovane, spaventata -Io pensavo fosse importante, così...-
-Mettila dentro all'arco- disse secco Lagharta, prendendolo avvicinandosi a lei -Metti l'essenza nell'arco-
Mahel deglutì e annuì. La mano le tremava un poco, la sfera quasi scivolava dalle dita. L'appoggiò alla fessura nell'arco e provò a incastonarla.

-Non...non entra. La sfera è troppo grande...- disse Mahel, rilassando i muscoli del corpo -Cosa vuol dire...?- chiese timidamente guardando prima Lagharta e poi la Sibilla.
-Che...- rispose la Sibilla, sedendosi amareggiata -Che forse tu non sei la prescelta dell'arco di Vie...non sei la Mahel della Leggenda...-
Mahel si lasciò cedere, appoggiando le mani sul tavolo. Il suo volto si increspò in un'espressione di rabbia e di umiliazione, mentre le braccia iniziarono a rabbrividire per l'inadeguatezza che sentiva -Maledizione. Maledizione!-
Mahel lanciò la pietra contro il muro, cercò di prendere l'arco in mano ma riuscì a sposarlo di pochissimo. Le mani presero forza su quella scultura di pietra pesantissima e la fecero cadere all'indietro, mentre ancora tremava e urlava -Dannato arco, maledetto!-
Un calcio ad una gamba del tavolo non lo fece neanche sussultare, mentre dentro di lei Mahel stava distruggendosi dal dolore.
Lagharta non comprese la sua reazione -Perchè ti arrabbi? Non dovresti essere contenta di non essere tu la Mahel della Leggenda? Vuol dire che potrai tornare a casa...-
Mahel alzò lo sguardo verso Lagharta, gli occhi tristi e malinconici, quasi spenti -Tu proprio non capisci...vero?-
-No- rispose secco il ragazzo, senza cambiare l'espressione quasi arrabbiata -Non capisco. Non volevi venire qua. Non volevi far parte di tutto questo, giusto?-
-Ho accettato le mie responsabilità dal momento che ho scelto di seguirvi. Io ho ancora delle domande per Colonna. Voglio sapere perchè mia madre ha sognato questo posto. Perchè proprio io sono dovuta diventare una “Mahel”. Perchè ho quella pietra, perchè ho visto e preso in mano quell'arco. Se tutto questo non ha senso, perchè io sono qua?-
Abbassò la testa, piena di tristezza -Se la mia presenza qua non è che uno sbaglio...come credi che possa sentirmi, per aver lasciato sola mia mamma...?-

Lagharta ebbe un sussulto.
Lei capiva.
Capiva davvero ciò che provava Saluss, così vicina eppure così lontana dalla sua amata sorella. Capiva la sofferenza di un legame, perchè a volte poteva essere tanto forte da diventare doloroso.
Chiuse gli occhi e sospirò.
-Tua madre...quando ti rivedrà, ti abbraccerà e sarà felice di rivederti. Per quanti giorni o settimane o anni, lei ti amerà sempre. C'è chi...questa fortuna non ce l'ha...-
Mahel alzò gli occhi -Cosa vuol dire questo...? Te l'ho già detto, un legame...-
-Non paragonare il “tuo” legame con quello mio o di Saluss- le sbraitò secco e infastidito Lagharta -Non prendere come esempio assoluto il “tuo” legame-
Mahel piegò la testa di lato, corrucciando la fronte -Lagharta...?-
-Saluss...ed Exitio...sono sorelle. Eppure c'è la possibilità che quest'ultima, qualsiasi cosa facciamo, possa continuare a rimanere intrappolata nella sua pazzia per sempre. Se così fosse, in quel caso, l'unica possibilità sarebbe spezzare la sua essenza- si interuppe un attimo, guardando Saluss -Saluss sa benissimo che uccidere Exitio è la peggiore delle ipotesi. Non voglio illuderla, perchè secondo me Laherte non le permetterà mai di tornare in sé. Ecco perchè affermo che quella è l'unica possibilità che abbiamo-
Mahel abbassò la testa, stringendosi la veste con le mani -E questo che c'entra...?-
Lagharta le si avvicinò, accucciandosi davanti a lei -Anche io ho un legame che, nonostante gli anni, non può tornare quello di un tempo. La persona del mio legame è cambiata. Mi odia, ed io non posso che odiarla a mia volta. Quella persona è Laherte-
Mahel alzò la testa e guardò Lagharta pronunciare quel nome con una tristezza incredibile, nascosta nella voce -Lagharta...ma tu non volevi evitare di parlare di lui...?-
Lagharta le mise una mano sulla bocca, chiudendo gli occhi -Laherte...è la persona più importante al mondo, per me. È l'ultimo legame con la mia famiglia. Lo odio perchè ciò che ha fatto e ciò che fa è sbagliato. Ho provato a salvarlo, ma non ha voluto. Ha preferito perdersi nel labirinto del caos, piuttosto che ammettere che era un debole...-
Mahel cercò di afferrare la mano di Lagharta e spostarla dalla sua bocca, ma la presa del ragazzo era troppo forte.
-Laherte morirà per mano mia. Ho promesso sulla tomba degli eroi della Guerra Antica che lo avrei fermato. Anche se rappresenta il mio ultimo legame. Anche se rappresenta ciò che di più importante possa esistere per me sulla faccia della terra...-
Lasciò andare la presa sulla bocca di Mahel, guardandola fissa negli occhi -Mahel...un legame non è sempre qualcosa di positivo...perchè mio fratello sta per distruggere Gaia ed io non posso permetterglielo...-

Mahel non potè che rimanere interdetta a quella rivelazione.
Laherte, la persona più odiata da Lagharta al mondo, colui che non poteva neanche sentir nominare. Nonostante tutto, la persona per lui più importante al mondo, il suo legame.
Suo fratello. Il nemico di Gaia.



***

Era due giorni che tentavo di finirlo. Ma non avevo quella idea straordinaria per concluderlo. E sono finita sul banale. Mi dispiace ç___ç però mi ci son messa d'impegno, ho fatto di tutto perchè non cadesse nel banale. Qualcuno forse se lo immaginava, qualcuno forse è rimasto di stucco, ma Lagharta e Laherte sono proprio fratelli. E non fratellastri, ma proprio fratelli di sangue. Che dire...spero che possiate apprezzarlo lo stesso. Comunque non perdiamoci in chiacchiere, procediamo ai RINGRAZIAMENTI!!!
Milou_: beh...la tua domanda è opportuna, ma più avanti Mahel stessa la porrà alla Sibilla e questa la rigirerà ad una persona importante che le risponderà. C'è tempo e vedrai che non ti deluderò ^-^ si spiega perchè proprio Mahel deve salvare Gaia e non Lagharta...ma questa è una cosa che verrà col tempo. Ti ringrazio come sempre per seguirmi e per commentare con così tanta gentilezza e cortesia ^-^ sei veramente molto carina. Ti mando un bacio e ti aspetto al prossimo cap =*
fruttina89: Mahel è umana, sbaglia e inciampa, non è certo l'eroina di una saga fantasy xD però ci mette tutta la sua forza e capisco benissimo la sua impotenza nel sapere che non sembra utile alla questione. Anche io mi sentirei male all'idea di aver accettato di andarmene da casa e di averlo fatto senza motivo. Povera Mahel...comunque si, Lagharta non odia Mahel per qualcosa che ha fatto, ma lo fa a prescindere. Prima o poi, forse, smetterà di odiarla, ma se non fosse lui sarà lei a rendergli la vita difficile xD ha un bel caratterino la nostra Mahel, come hai letto. Anche a te ringrazio infinitamente per leggere e lasciare un tuo parere ogni volta ^-^ sei molto carina e molto dolce =) ti mando un bacio e ti aspetto prossimamente =*
Dust_and_Diesel: ti ho detto in diretta che avrei aggiornato, quindi prima o poi leggerai anche quest'ultimo capitolo. Sono molto presa da Gaia e dalla sua storia, cerco di descriverla sempre con grande minuzia e particolarità, perchè penso che la sua morfologia e la sua storia siano importanti ai fini della storia. La guerra ha già devastato questo mondo una volta, e quella che si avvicina non è da meno...soprattutto se, ricordatevi!, il cattivo è un necromante...comunque, rinnovo i ringraziamenti per aver segnalato la storia fra le scelte! Sei un amore <3 (ti amo U-U ma non lo diciamo a nessuno) perciò ti meriti un abbraccio coccoloso speciale, un bacino e un super abbraccio coccoloso aggiuntivo >.< spero che ti piaccia anche questo nuovo capitolo, e che mi farai sapere presto cosa ne pensi (adoro la tua logorroicità!). Ti mando un altro bacio =*
Fairy_chan88: ora ti cronometro xD no scherzo, voglio vedere cosa ne pensi di questo nuovo capitolo. D'ora in poi Mahel dovrà iniziare a lottare per non perdere anche l'ultima speranza che le è rimasta. Per quanto hai detto su Lagharta, si, lui ha accettato la sua presenza nel mondo, infatti a fine capitolo lo diceva, ma purtroppo per adesso sta solo facendo contenta la Sibilla, ahimè, perchè a lui Mahel non piace proprio. Qua la definisce proprio racchia U-U povero egoista e narcisistico pallone gonfiato U-U ma vedremo chi la spunterà. Il carattere di Lagharta, quello di Mahel, o la potenza della Profezia della Sibilla che lui vorrebbe non aver mai sentito...intanto ringrazio anche te per seguirmi sempre, e ti mando un bacio nell'attesa di ritrovarti al prossimo capitolo =*
Kuroshi_Tsukishiro: io ti adoro, sei puccioso e coccolone >.< e apprezzo il fatto che hai letto e commentato entrambi i miei capitoli. So che per via dell'università e altro ci metti un pò, ma quando ti riprendo scherzo, ormai lo dovresti sapere xD quindi tu vai tranquillo e leggi con calma. Io aspetto qua con calma e pazienza ^-^ comunque sono contenta che Lagharta ti piace xD sembra un duro ma è un coccolone anche lui >.< soprattutto con la fatina, come hai visto. Lui l'adora e lei adora lui >.< che pucci! Beh, oggi mi prolungo poco nelle risposte, non mi sento tanto bene ma volevo rispondere xD perciò ti ringrazio per aver letto e commentato, ti abbraccio (strizz!) e ti mando un bacione enorme =*
Grazie, come sempre, a Gennino (che stavolta non ha ancora letto) ed al mio ragazzo, che prima o poi leggerà.
E grazie a chi legge soltanto, a chi ha messo la storia tra le seguite e a chi l'ha messa tra le preferite, siete tutti molto gentili ^-^ vi mando un bacio e vi aspetto al prossimo capitolo!!!
  
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