Trilogia dell'Uomo

di rtwfm
(/viewuser.php?uid=55988)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


C'è un momento, la sera, quando tutto diventa un po' un sogno.

C'è una cattedrale con i suoi alti pinnacoli ancora illuminati dagli ultimi raggi e c'è il piazzale antistante, interamente dominato da ombre lunghe e sottili. Al centro del piazzale, in marmo nero, si erge la figura di una pantera, i muscoli tesi, le fauci aperte e lo sguardo puntato contro il portone della cattedrale.
Di fronte, poggiato sul pinnacolo più alto, un angelo dorato, con le ali, lascia pendere lungo il suo fianco una spada lunga e sottile.

La gente pian piano rientra in casa per la cena, le vie si svuotano e anche l'ultimo chiosco sta ormai per chiudere, ma un uomo passeggia ancora, lì, fra la statua e la cattedrale.

Ora, al tramonto, l'uomo è fermo, alla sua sinistra il felino nero, alla destra l'angelo dorato, talvolta guarda uno, talvolta l'altro, ma fissa senza vedere.

Dentro di lui lo scontro è aperto, la pantera con le zampe e le mandibole possenti e scattanti, con gli artigli e le zanne peggio che rasoi e poi l'angelo, sereno e con la spada sempre abbassata, solo le ali sono tese e spiegate al vento e i lembi della tunica svolazzano.
Lo scontro potrebbe essere senza tregua e spietato, ma dura solo un'istante, quello in cui le zanne affondano nella gola dell'angelo e la spada trapassa il cuore della pantera.

L'uomo, con le mani in tasca e lo sguardo perso, con l'impermeabile grigio ancora non riesce a staccarsi da lì e una lacrima riga la guancia.
Prenderà una decisione, e in realtà non gli importa quale.
Vestirà la pelle della pantera o impugnerà la spada dell'angelo.
L'uomo non è gentile, non è perfido, l'uomo sceglie, è la sua natura.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=591895