Eccomi qui! Per prima
cosa, voglio ringraziarvi tutti per le vostre recensioni e la vostra pazienza. Aggiorno
sempre in ritardo e magari quello che ho scritto non è esattamente quello che
vi aspettavate. Continuate a seguirmi e
a commentare, mi rendete felice!
Vi lascio al capitolo
22, calore. L’ho scritto in molto tempo, un po’ basandomi su quello che provavo
io stessa. Penso che in una storia il calore del corpo della persona che sia
ama sia una cosa importantissima.
Spero che anche questo
capitolo vi piaccia! Aspetto vostre recensioni! J
Quella sera l’aria fresca di metà primavera si
faceva sentire nella verdeggiante campagna ce circondava il piccolo paese di
Resembool. era quasi luna nuova in quel periodo e le colline, appena sfiorate da
un’impalpabile nebbiolina argentea, parevano ancora più buie del solito.
In casa Rockbell regnava un quieto silenzio,
complice della muta oscurità che aleggiava in tutto il piano inferiore.
Sui pochi gradini d’entrata della veranda, Pinako
sedeva come al solito a fumare la pipa, rasserenandosi dell’amata tranquillità
che si estendeva nei dintorni. Unica sua compagnia erano il fedele Den, che si
era appisolato ai suoi piedi e il lieve canto dei grilli proveniente dall’erba
alta dei campi.
Sulla terrazza del piano superiore, Alphonse sedeva
tranquillamente sul dondolo, tenendo tra le mani un pesante libro dalla
copertina spessa. Poco distante da lui, May scrutava il cielo stellato, assorta
nei suoi pensieri. La luce debole e tremolante della lampada a olio, posta
all’estremità a loro più vicina della ringhiera, delineava i loro profili con
una pennellata dai tenui colori, creando un gioco di luci e di ombre e
un’atmosfera vagamente romantica.
Edward, dall’interno, osservava intenerito la scena
attraverso il lucido vetro della finestra. Winry doveva averlo pulito da poco.
Distese di poco la mano destra sul materasso,
imprimendosi nella mente, chissà per quale assurda ragione, i riccioli dei
ricami del lenzuolo sotto di sé. Poco distante da lui, uno specchio rifletteva
per metà la sua immagine, parzialmente nascosta dall’anta del grande armadio,
dimenticata aperta.
Winry, a pochi centimetri da lui, era china sulla
sua gamba sinistra, intenta nella manutenzione dell’automail. Indossava una
camicia da notte corta, forse leggermente aderente. Le maniche, leggere, le
arrivavano a coprire i gomiti chiari, mentre una rotonda scollatura a barca
metteva in risalto il suo collo sottile.
A Ed appariva così tenera e dolce in quelle vesti,
in quella posizione ormai abituale per entrambi. Eppure... eppure c’era
qualcosa di diverso. Qualcosa di... sbagliato?
Lo sguardo del cielo, concentrato su viti e
bulloni, lasciava trasparire quante più informazioni lei si lasciasse scappare
e l’angolo esterno delle labbra, inclinato quasi impercettibilmente verso il
basso, lasciava presagire che c’era davvero qualcosa che turbava la bella
meccanica.
-
Cosa c’è?
Chiese Edward titubante, forzando su entrambe le
braccia per alzare la schiena. La ragazza volse lo sguardo verso di lui,
fissandolo apparentemente dubbiosa. Pochi istanti dopo, però, tornò al suo
lavoro.
-
Niente.
Ammise, a bassa voce, dopo un lungo istante di
silenzio. L’ex alchimista alzò un sopracciglio, chiedendosi per quale ragione
Winry continuasse a cercare di nascondergli qualcosa.
-
Perché me lo chiedi?
Chiese la ragazza, fingendosi incuriosita.
-
Perché ti conosco, Winry.
-
E con questo?
-
Ascolta, io so che c’è qualcosa che ti turba.
Perché non vuoi parlarmene?
Domandò dolcemente l’ex alchimista, accarezzando
con lo sguardo i lineamenti della bionda meccanica. Winry sospirò rassegnata,
sfiorando con le dita il freddo metallo dell’automail.
-
È che...
-
Che? Avanti, Win. A me puoi dirlo.
-
Niente. Pensavo solamente a come sarebbe stata
la mia vita se May non mi avesse salvata. Penso che non smetterò mai di esserle
grata.
Ed incurvò le labbra in un sorriso dolce,
allungando un braccio per accarezzarle una guancia. Winry arrossì teneramente,
tornando velocemente al suo lavoro e ruotando il cacciavite sull’ultimo
bullone.
-
Ho finito.
Asserì la ragazza, dopo un lungo momento di
silenzio, passando accuratamente uno straccio umido di chissà quale soluzione
sul metallo della protesi, per lucidarla.
-
Grazie.
-
Di nulla. È il mio lavoro. A proposito, diventerò
ricca quando ti deciderai a pagarmi tutti gli arretrati!
Scherzò lei, mostrandogli la lingua. Edward sorrise
divertito e l’afferrò per i fianchi, ribaltando la situazione e scaraventandola
giocosamente sul letto. Winry dischiuse le labbra in una risata limpida,
agitando incurantemente braccia e gambe nel vano tentativo di divincolarsi. Ed
si chinò su di lei, per solleticarle la pancia.
-
Basta! Hahahaha! Basta, ti prego!
-
Cos’è che dovrei fare io?
-
Hahaha! Pagare gli arretrati! Hahaha!
-
Ripetilo!
-
Hahaha! Ok, ok! Niente! Hahaha! Pace?
-
Devo pagare?
-
Hahaha! No!
-
Ok, allora pace!
Le rispose Ed, sorridendole e tornando a sedersi
tranquillamente sul materasso. La bionda meccanica, accanto a lui, lo raggiunse
subito dopo, spostandosi indietro una fastidiosa ciocca di capelli che le era
ricaduta sul viso.
La scollatura si era spostata di lato ed era scesa
lungo il braccio, liberando dalla stoffa la spalla destra, lasciandola spoglia.
Il tessuto sottile si era arricciato sui fianchi,
lasciando visibile la morbida pelle delle cosce e le lunghe gambe rosee.
A quella vista, l’ex alchimista si morse le labbra.
-
La devi piantare di andare a scrocco. Eri il
nostro cliente migliore!
-
Winry, io...
-
Vuoi farci andare in bancarotta?
Chiese lei, scherzosamente. Ed serrò le palpebre e
ruotò la testa verso la porta, tentando si soffocare ciò che qualcosa, dentro
di lui, gli stava urlando affannosamente. La ragazza gli si avvicinò e strinse
le braccia intorno al suo collo, premendo il petto contro la sua schiena.
-
Ed, è un po’ che non stiamo un po’ insieme.
La pelle dell’ex alchimista fu scossa da brividi
piacevoli e la sua bocca si apriva e si chiudeva lievemente, senza che da essa
uscisse alcun suono.
-
Intendo io e te, da soli.
Il ragazzo sussultò quando percepì le labbra della
ragazza sfiorargli il collo con un bacio con un dolce bacio, umido e caldo.
Strinse i pugni, sentendo il cuore palpitare sempre più rapidamente nel suo
petto.
-
Winry...
Mormorò, tentando in qualche modo di farla
smettere, prima di perdere totalmente la ragione, ma senza in realtà credere
nella falsa verità delle sue parole. Non desiderava affatto che lei
interrompesse tutte quelle attenzioni.
-
Sì?
Rispose lei, nella frazione di un sussurro,
mordicchiandogli un orecchio in modo provocante. Ed tremò sensibilmente.
-
Che... che stai facendo?
Winry non rispose. Edward trattenne il respiro, sentendo avvampare il
calore dentro di lui. sentì il suo cuore battere furiosamente contro il suo
petto, trattenendo quel suono umido nella sua mente, mentre il suo respiro si faceva
sempre più pesante.
Winry sorrise accaldata, con il viso nascosto dai
capelli del ragazzo. Socchiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quel profumo
amato che la ipnotizzava. L’oro sottile e setoso sfiorò le sue guance, quasi
fosse un manto d’erba morbida dall’aroma del paradiso.
Afferrò il suo braccio destro, stringendolo tra le
mani in modo possessivo, serrando le palpebre, silenziosa. Le iridi auree di
Edward scivolarono velocemente sulla figura della meccanica, aggrappata così
ossessivamente a quell’arto,che mai aveva visto così umano, così vero.
Piccoli brividi ricoprivano la sua pelle, percepiva
l’alito caldo di Winry, le sue dita fresche, il palpitare della sua vita. Tremò
nuovamente, lasciandosi prendere da quelle sensazioni che il suo braccio destro
aveva ignorato per troppo tempo.
Spostò anche il sinistro, cingendo le spalle della
ragazza e posando con estrema delicatezza un piccolo bacio sulla sua fronte,
incorniciata dalla frangetta color miele.
Winry intrecciò le dita con quelle di lui, sfiorando
la punta fredda del suo naso con il proprio, sentendo sulle labbra il fiato
tiepido, conosciuto, del quale non poteva più fare a meno.
Affondò la mano libera dalla chioma dorata, sfiorò
con le dita i ciuffi biondi, come era solita – e adorava, indiscutibilmente –
fare, mentre le sue guance si tingevano di un cremisi pallido.
Cosa le stava accadendo? Perché il suo cuore non
rallentava? Il profumo di Edward, l’erba bagnata, le sue labbra.
Si accorse che Ed le si stava avvicinando,
intimorito. Chiuse gli occhi, i capelli le solleticarono le palpebre. Cercò con
un ultimo respiro la distanza che li divideva, abbandonandosi completamente a
quello che provava, legandosi completamente a lui.
L’ex alchimista la accolse, socchiudendo le labbra.
Chiuse gli occhi, lentamente, serrando fuori dalla sua mente tutto il resto del
mondo. C’erano solo loro, questa volta, forse, per sempre.
Winry si ritrovò a pensare a quanto le fosse
mancata la sua presenza durante quegli anni in cui si faceva vivo solamente per
aggiustare l’automail, che aveva puntualmente distrutto, in seguito a chissà
quale battaglia mortale.
Ma ora tutto era finito e niente avrebbe più potuto
spezzare quello che, a poco a poco, stavano costruendo e che era rimasto
sigillato in loro fin da quand’erano bambini, che litigavano per un misero
motivo e giocavano nei campi, ancora con l’innocenza nello sguardo.
Un’innocenza casta di chi non ha ancora conosciuto il mondo per quello che
davvero è, al di là delle corse tra l’erba umida e le ginocchia sbucciate dopo
una caduta. al di fuori di un abbraccio caldo di un genitore, della compagnia
di un amico, della pace dell’infanzia.
Ed la strinse di più, intensificando quel bacio che
li legava sempre di più nel loro piccolo mondo, tra le mura di quella stanza,
unica testimone dei loro sentimenti.
E mentre le molle del letto cigolavano sotto il
loro movimento, Winry si ritrovò sotto il corpo del ragazzo, con la mente
annebbiata dalle emozioni. Un gemito soffocato sfuggì dalle sue labbra,
soffiato in un ultimo spasimo sulla bocca di Edward.
Sua.
Totalmente, confusamente, indiscutibilmente sua.
Così si sentiva in quel momento, completamente
dipendente da lui. forse per la prima volta capì che aveva bisogno di averlo
accanto per vivere. La sua presenza, il suo profumo. Ne aveva un disperato
bisogno.
Ed avanzò sul materasso, forzando sulle braccia,
sovrastandola completamente, divorando la sua bocca, assuefatto del suo
profumo, affamato di lei.
La meccanica si aggrappò saldamente al suo collo,
premendo il proprio corpo contro il suo.
La mano sinistra dell’ex alchimista accarezzò con
delicatezza la linea rotonda dei fianchi di Winry, che fece rientrare
meccanicamente la pancia. Le dita di Edward continuarono a lambire la pelle
accaldata, sfiorando con estrema dolcezza ogni parte del suo corpo.
Infilò le dita sotto la camicia da notte, sentendo
sotto la pelle le cosce morbide, il ventre piatto, il pizzo di quelle mutandine che lo rendevano sempre
più voglioso di lei, del suo corpo, del suo calore.
Tentò di placare i suoi bollenti spiriti, ma senza
grande successo. Dal canto suo, Winry sussultò sotto le carezze del suo amico
d’infanzia che, naturalmente, non considerava più come tale. Una strana
sensazione la pervase completamente.
Che fosse davvero giunto quel momento? Tante volte,
forse troppe se l’era immaginato, nel profondo dei suoi pensieri, infondo,
aveva vent’anni. amava davvero Ed, e non avrebbe mai immaginato nessun altro, a
parte lui, accanto a lei in quel momento così importante quanto delicato.
La sua possibilità era lì, a pochi millimetri da
lei. Il tempo sembrò fermarsi per pochi secondi, mentre la mano di Edward,
tremante raggiungeva il suo seno, leggermente sudato dall’agitazione.
Non ebbe il coraggio di aprire gli occhi, avrebbe
perso completamente il controllo, ma poteva ben immaginare le guance tirate
dell’ex alchimista imporporarsi deliziosamente.
Si sentiva sua, completamente sua, come non mai.
Ricordò ciò che gli aveva risposto, quel giorno di tanti anni prima, alla
stazione. “La metà? Io sono disposta a darti tutta la mia vita!”
Tutto, tutta se stessa, tutta la sua vita. Un
sorriso tenero ma carico di tensione prese forma a pochi millimetri delle sue
labbra.
-
Ed...
Sussurrò, completamente persa, nelle sue mani.
Innamorata come non lo era mai stata.
Un tonfo sordo, un rumore di vetro infranto e, in
un istante, il buio. I due ragazzi scattarono a sedere sul letto. Dalla
finestra s’intravide un lampo di luce azzurra, bagliore che Edward riconobbe
subito.
Sull’angolo più esterno della terrazza, Al raccolse
da terra la lampada, completamente ricomposta, posandola nuovamente sulla
ringhiera.
Un profondissimo silenzio calò nella stanza,
approfondito dall’aria tesa che aleggiava tra i due.
Ed si alzò dal letto, rosso in volto. Fissò la
porta lignea, silenzioso. Poco dopo si voltò di scatto verso Winry e la guardò
negli occhi, imbarazzato più che mai. Si chinò a baciarle la fronte.
-
Non è il momento...
Sussurrò nell’imbarazzo più totale, prima di
scappare via, lasciando la porta aperta. Un fascio di luce debole illuminò il
volto cremisi della meccanica, che si lasciò cadere all’indietro sul letto con
un brillante sorriso e un sospiro esasperato, ancora con quel profumo, il suo
profumo, che inebriava la sua mente.
E il calore, del suo fiato, della sua pelle, delle
sue labbra, ad abbracciarla nel tepore dei suoi sentimenti.
Ed ecco, ho finito anche
questo capitolo. Forse c’è un po’ di confusione, ma è messa di proposito. In certi
momenti, credo che nessuno riesca a comprendere perfettamente ciò che sta
succedendo. O almeno, è il mio punto di vista.
Di nuovo, spero in una
buona riuscita di questo capitolo.
Kiri Dellenger II ti ringrazio per le tue
recensioni. Ammetto k per un attimo ho creduto di aver perso uno dei miei
lettori più accaniti xD Ti dico già una cosa. Il vero premio per l’aver salvato
il mondo... deve ancora arrivare. J
Fflover89 so
che dovrei rimanere su una sola fic per volta, ma a volte ho bisogno di
staccare un po’ da questa storia, e di creare qualcosa a parte. Per quanto
riguarda il link, all’inizio della storia ho detto subito che ci sarebbero
stati spoiler, l’ho anche segnalato. Grazie comunque per i commenti! J
Kagome123 grazie!
*///* guarda che devi aggiornare anche
la tua! Non sto più nella pelle! Ti faccio i complimenti anche per le tue
storie, sono meravigliose! Comunque, nessun segreto. Scrivo a scuola, di solito
durante le ore di chimica e storia. Boh, quando mi arriva l’ispirazione, arriva
e basta. Un giorno mi sono ritrovata a scrivere un dialogo di Ed w Win sul
banco durante la verifica di matematica. E va bè. ^^
grazie dei commenti!
Onyria allora,
innanzitutto, grazie per le recensioni! Per il capitolo precedente, mi scuso
per gli errori. Solo per uno, ti correggo. Quando ho scritto che quando Ed
tiene i capelli sciolti gli arrivano a metà schiena, non intendevo che fossero
sciolti in quel momento. A parte questo, grazie dei consigli J
Lucenera88 oddio!
Mai avuto una recensione così lunga! Mi dispiace solo del fatto che non potrò
risponderti allo stesso modo, perché mi stanno cadendo gli occhi dal sonno. Grazie
davvero del commento, mi hai davvero onorata J io non ho visto né
l’anime del 2005 né il film. Quest’estate ho visto tutto brotherhood
e ho alcuni manga. Da quello che so, comunque, in quello che hai visto tu, in
effetti di EdWin c’è ben poco. Nella storia originale
(ti consiglio di guardarla, è davvero meravigliosa) ci sono alcune scene
diciamo romantiche, anche se molto implicite. L’unica esplicita è quando Winry,
mentre viaggia su un treno da Central a Resembool, ripensa a Ed e si rende
conto di essere innamorata di lui. ti consiglio nuovamente di cercare gli
episodi della così detta seconda serie, perdersela è un vero peccato. Detto questo,
ti ringrazio della recensione. Continua a seguirmi! J
Al prossimo capitolo, un
bacio.
MeggyElric___