Capitolo
10 – Fuga
Erano
tutti a dir poco terrorizzati.
“Che
diamine…” iniziò Phil, ma non
finì la frase perché Miriam aveva fatto uscire
dalle sue sfere il Fearow di prima e anche un Espeon ed un Umbreon,
ordinando:
“Aiutate
i vostri compagni!”
I
due nuovi Pokémon Evee si scansarono appena in tempo per
evitare l’attacco
furioso di Onix, che si era fiondato col suo testone verso il pavimento
spaccando il marmo decorato e facendo rotolare tutti indietro, scossi
dal colpo
del colosso di pietra; Fearow, invece, fu repentinamente attaccato dal
Noctwol
di Ash, che ebbe inizialmente la meglio affondando i suoi artigli nel
dorso del
Pokémon volante.
Gli unici Pokémon a non essere impazziti erano
quelli di Miriam, ed erano contro una stragrande maggioranza di
avversari.
“Che
guaio!” esclamò James, tenendo ancora stretto il
testone di Meowth. “E adesso
che facciamo, Meowth?”
Meowth
non rispose. Un brivido corse lungo la schiena del ragazzo.
“Meowth…?”
Si
spaventò dei diabolici occhi rossi del
Pokémon-gatto a tal punto che sobbalzò,
lanciandolo da parte. Meowth si alzò, sogghignando, ma
invece di saltargli
addosso spiccò un salto felino verso il corpo indifeso di
Jessie a due passi da
lui.
“Jessie!
No!” James si gettò con tutto il suo corpo contro
quello di Meowth, ed entrambi
caddero sulle gambe della ragazza svenuta; James teneva stretto Meowth
per la
collottola, tirando il più possibile lontano dalla sua
faccia, mentre il gatto
si sforzava con miagolii di rabbia e dolore di graffiarlo con i suoi
lunghi
artigli cacciati in fuori.
“Non…
ti… azzard…Meowth…!”
All’improvviso, si sentì cadere indietro, e
dovette per forza di cose mollare la presa di Meowth, che non ci
pensò due
volte e gli si fiondò addosso con gli artigli in fuori:
James allungò
istintivamente le mani contro il suo amico, sbalzandolo indietro ma non
per
questo abbattendolo, mentre Weezing, che gli aveva procurato la caduta,
aveva
azionato il Velenogas proprio vicino a lui.
“Weezing, che fai?” tossì James,
cercando di
spingerlo via dalla sua traiettoria, ma il Pokémon
rimbalzava tornando a
stringersi al suo padrone. James si precipitò a prendere in
braccio Jessie
indifesa cercando contemporaneamente di trattenere il respiro, ma
istintivamente tirò su una boccata di veleno quando Meowth
si attaccò con gli artigli
sul petto di Jessie, e nello stesso tempo Weezing stava per fiondarsi
contro di
loro con un potente attacco Azione. Il Veleno gli bruciò
come fuoco nelle
narici, gli lacrimarono gli occhi, e così disorientato
credette di non avere
scampo, ma all’ultimo momento Ben e Sukie gli si piazzarono
davanti.
“Toglietevi!” gridò Phil, ma i due
ragazzini non
si mossero, ricevendo in pieno l’attacco. Si tennero
però abbastanza saldi da
rallentare il Pokémon, che salì in alto,
gonfiando e sgonfiando ad un ritmo sempre
più incalzante i suoi tre corpi. James rimase esterrefatto.
“Spostala, svelto!” gli gridò Sukie,
rialzandosi
dolorante.
“Se non abbiamo Pokémon dalla nostra, allora li
fermeremo con le nostre mani!” concordò Ben.
“Attenti!”
L’avvertimento di Phil servì loro ad evitare
l’attacco combinato di Scyter e Vitreebell, che si erano
gettati contro di loro
dalla parte opposta, e nel frattempo Phil e Miriam erano accorsi in
aiuto di
James. Phil strappò Meowth dal corpo di Jessie, e Miriam
chiamò subito in aiuto
il suo Espeon.
“Moonlight, contro quel Meowth!”
Moonlight l’Espeon si piazzò ringhiando a loro
difesa, e Meowth sembrò considerare l’idea di non
attaccare, seppure mantenendo
un atteggiamento di sfida.
Onix
si era nuovamente dato, barcollante, alla caccia degli altri
Pokémon d’Evee,
che correvano agilmente evitando i pezzi delle colonne cadute. Nel
tentativo
nuovamente fallito di schiacciarne uno fiondò
un’altra testata nel pavimento
che lo lasciò secco: stette mezzo secondo fermo, poi i massi
del suo corpo caddero,
definitivamente, una dopo l’altra schiacciando Scyter e
Victreebell, che
rimasero inermi sotto i macigni.
“Il
mio Scy!” esclamò Sukie, e fu contemporaneamente
trascinata via dalla mano di
Miriam che aveva appena salvato lei e Ben da due lingue di fuoco: Oal,
il
Flareon di Ben, ringhiava contro i due bambini terrorizzati. Si
lanciò verso di
loro, ma fu atterrato da Neptune che lo colpì al fianco con
un getto d’acqua
estremamente potente.
“Oal!
Oh, no!” Ben era sul punto di piangere, mentre Phil lo tirava
via.
“Lì
dietro c’è una porta, uscite per di
là!” ordinò Miriam a Phil, che senza
farselo ripetere corse via con i due bambini, seguito da un James
appesantito
dal corpo di Jessie che gridava:
“Ehi,
aspettatemi!”
Jessiebell schivò divertita un attacco in
picchiata del Fearow, dopo che aveva fatto precipitare definitivamente
Noctowl,
e gli lanciò contro un attacco di fuoco che però
sembrò avere scarso effetto.
Non si scompose eccessivamente, ma accorgendosi che la distrazione
aveva
favorito la fuga dei cinque, tirò fuori dalla borsetta tre
sfere Poké: vi
uscirono un Charizard ben allenato, un Arcanine dalle righe chiare a
zig–zag, e
un esemplare di Rapidash che sarebbe potuto dirsi da corsa.
“Andate, sfogatevi contro il vostro padrone!”
Senza farselo ripetere due volte, il Charizard
spiccò il volo, l’Arcanine scese le scale assieme
a Rapidash, e si fiondarono
velocissimi in direzione di Phil.
Charizard aprì le fauci, emettendo un getto di
fuoco che avrebbe potuto arrostire una mandria di Tauros: la palla
infuocata,
nel cielo, emanò una luce che toglieva il fiato.
Si precipitò verso Phil che si arrestò
terrorizzato a pochi metri dall’uscita, e Ben, Sukie fecero
altrettanto, mentre
James li precedette svelto verso l’uscita senza
però riuscire a sfondarla con
le mani occupate. Proprio quando il Charizard stava per aprire di nuovo
la
bocca il Fearow lo attaccò con il suo becco, costringendolo
ad occuparsi prima
di lui.
“Sbrigatevi!” incitò Miriam, intenta
assieme a
Neptune a rallentare l’avanzata di Arcanine in loro
direzione. Ciò fu
sufficiente a far correre i tre dov’era James, e Phil prese a
calci la porta
finché non si aprì.
Intanto, Moonlight era alle prese con Rapidash:
imbizzarrito per via dello Psicoraggio, questi intralciò sia
Psyduck sia
Geodude, il primo intento a far assaggiare il suo Inibitore a Misty, il
secondo
a rincorrere Brock per mollargli cazzotti con i suoi pugni di pietra.
Finalmente riuscirono a liberarsi dalla morsa dei due
Pokémon e si diressero
alla porta, ma furono bloccati da Shroomish, Wobbuffet e Zubath.
Moonlight
lasciò perdere il Rapidash intontito e direzionò
lo Psicoraggio verso quei tre
Pokémon, ma Wobbuffet fu più veloce e glielo
tornò contro con il suo attacco
Specchio: Moonlight finì ferito dal suo stesso colpo, ma ci
pensò Neptune a
mettere i tre Pokémon al tappeto con un efficace Pistolacqua.
Pikachu
guardava con uno sguardo famelico Ash, gli occhi rossi, e senza
pensarci due
volte indirizzò a lui una potentissima scarica elettrica.
Ash, che era caduto a
causa del fragore di Onix, fu accecato da una luce bianca che lo
costrinse a
chiudere gli occhi e si preparò al colpo, invece
sentì uno squittìo di dolore,
e la luce si attenuò; riaprì gli occhi, vide che
Juppiter aveva deviato
l’attacco con una sua scarica elettrica, e ora stavano
lottando entrambi per
chi avrebbe ricevuto il colpo mortale: erano collegati da un fulmine
elettrico
azzurro e giallo, e con un grande sforzo l’uno cercava di
respingerlo
all’altro. Dopo un paio di secondi, Juppiter si
scansò velocemente, facendo scaricare
il fulmine contro una finestra le cui serrande si bruciarono provocando
uno strepito
insopportabile. A quel punto, Pikachu si apprestò a
riattaccare, ma fu colpito
alle spalle dall’Umbreon che lo colpì tanto
violentemente da atterrarlo, apparentemente
privo di sensi.
“Pikachu!
No!” gridò Ash disperato. Corse di un paio di
metri verso il suo amico, quando qualcosa
che lo aveva sfiorato lo fece arrestare. Si guardò la mano,
e vide che del
sangue stava colando copioso da un taglio nella tabacchiera: solo
allora si
accorse del bruciore sul palmo e sul braccio. Si fece ricadere sulle
ginocchia,
stringendosi il braccio che gli faceva un male da morire.
Le
foglie lama di Chikorita.
Alzò
lo sguardo e vide il suo Pokémon, che lo fissava con odio
più che con
malvagità. Non riusciva ad immaginare che proprio lui, che
gli era tanto
affezionato, gli aveva fatto del male.
“Chiko…”
“Toto-toto-dile!”
Tutti e due avanzarono di qualche passo in
direzione di Ash, che stava cercando di alzarsi, ma furono scaraventati
via da
Umbreon. L’Evee si fermò dinanzi ad Ash, tirandolo
per la manica della giacca
per rimetterlo in piedi.
“Ash!” gridò Misty, che assieme a Brock
stavano
seguendo Miriam verso la porta da cui erano passati gli altri prima.
Scapparono
dietro la porta ad una fiammata di Charizard, ma Miriam vi
uscì dopo,
facendogli cenno di sbrigarsi. Ash vide accanto a sé Pikachu
svenuto, e si
affrettò a prenderlo in braccio mentre correva verso
l’uscita, le spalle
coperte da Umbreon.
Superò Miriam, che richiamò a sé il
suo Vaporeon. Neptune
lanciò un getto d’acqua dagli scarsi risultati
verso il Charizard furioso prima
di essere richiamato nella sfera, e Miriam si chiuse la porta alle
spalle con
Brock che spinse assieme a lei per resistere all’attacco di
fuoco. Una luce
accecante di fiamme si vide da sotto la porta, ed in un secondo
entrambi la
mollarono.
“Accidenti, è diventata rovente!”
“Almeno si è chiusa” sospirò
l’agente dell’FBI.
Era buio.
“Ma dove siamo?” fece Phil.
Improvvisamente, una luce bianca invase la sala.
Miriam aveva acceso l’interruttore.
Si trovavano in un ampio ambiente dal pavimento grigio
e le pareti bianche, relativamente spoglio. Dei grossi mobili di
metallo erano
accostati alle mura, l’uno accanto all’altro, e al
centro c’era un’isola di
ferro con una larga cappa nera che dava all’ambiente
l’aspetto di una sala
operatoria.
Miriam stette a guardare qualche secondo, poi
parlò.
“E’ tutto più piccolo di quanto
ricordassi”.
“Che cos’è questo posto,
Miriam?” chiese Ash,
mentre James si affrettava a distendere Jessie sull’isola.
Umbreon si guardò
intorno, in allerta.
“Siamo nella cucina” rispose lei. “Ma
dobbiamo
muoverci: Jessiebell sa che ci siamo riparati, e non starà
con le mani in mano”.
Intanto, Brock si era avvicinato ad uno dei grossi
mobili, alzando il coperchio di acciaio che nascondeva un piano cottura.
“Chissà da quando non si usa tutta questa
roba…”.
“Maledetta me!” imprecò tra
sé e sé poi Miriam.
“Avevo completamente dimenticato…”
“Che cosa?” Misty sembrava allarmata.
“L’avevo circondata con i miei Evee, credendo che
così non potesse nuocere” spiegò
l’agente. “E invece, non avevo tenuto in conto
che poteva impiegare il tempo che ho impiegato a parlare per
ricaricarsi
sfruttando le energie dei Pokémon presenti: ecco
perché era così in grado di
riprodurre getti d’acqua o di fuoco”.
“E tu l’hai lasciata fare?” James era
sconvolto,
poi lo prese un attacco di tosse per via del veleno inalato.
“Ma… sei…
rimbecillita?”
Misty gli mollò uno scappellotto. “Chiudi il
becco!
Miriam sta cercando gratuitamente di salvarci la pelle, soprattutto la
tua e di
quegli idioti dei tuoi compari!”
Si sentì un rumore forte che spaventò tutti.
“Che succede?” riuscì a dire tra la
tosse,
terrorizzato.
“Il Charizard starà attaccando la porta”
disse
Miriam, rabbiosa. “Non resisterà a lungo, pure se
è blindata”.
“Nooo!” Jessie strillò, agitandosi, e
James, Ben e
Sukie con Meowth accorsero.
“Jessie!” disse James, tenendole fermo il polso.
Sembrava sul punto di riprendersi.
“Pluto, Neptune” Miriam fece uscire Neptune, il
suo Vaporeon, che affiancò Pluto, l’Umbreon.
“Dobbiamo muoverci” si diresse a passo svelto in
una stanza adiacente la cucina, che si rivelò essere
qualcosa come una
dispensa. “Presto!”
Immediatamente tutti la seguirono, Phil stavolta
teneva Jessie in braccio, mentre a chiudere la fila c’erano i
due Pokémon
d’Evee dall’atteggiamento guardingo. Oltrepassarono
la dispensa, imboccando un
corridoio che li condusse di fronte ad una serie di stanze dalla porta
chiusa.
“Questi sono gli alloggi della servitù”
disse Miriam.
“Jessiebell non conosce questa parte della casa”.
Entrarono nella stanza centrale, e Miriam accese
la luce rivelando quella che a prima vista sembrava una sala comune: un
camino
spento si trovava sulla parete opposta, c’erano diverse
poltroncine di pelle
sfoderate, e degli scaffali polverosi senza più niente
all’interno. Un mobile
era rovesciato, e giaceva disteso nel mezzo della stanza.
“Dobbiamo raggiungere le scale” annunciò
Miriam.
“Da lì riusciremo a salire al piano di sopra, e a
raggiungere il tetto dove si
trova un elicottero. Salirete, mentre io mi occuperò dei
vostri amici al piano
di sotto”.
“Ma sei impazzita? Vuoi affrontare tutti quei
Pokémon da sola?” gridò Ben.
“Certamente voi non siete al sicuro nemmeno se vi
metto sull’elicottero” ribattè al
ragazzino, che ammutolì. “Ma la cosa
più
importante, al momento, è salvare Thomps e
McGrannigham” disse. “Sono la
priorità, visto che Jessiebell è accecata
dall’ira, e dalla sete di vendetta”.
“E chi è McGrannigham?” fece Ash.
“Sono io, idiota” mugugnò James.
“Miriam” disse Phil, poggiando Jessie su un
divano, “prima Jessiebell ha parlato del Tempo del
Potere…”
“Eh, questo è il guaio”.
“Che cos’è il Tempo del
Potere?” Ash sembrava
tutt’orecchi, più per la sua insaziabile
curiosità che per un’effettiva esigenza
di essere al corrente su che cosa stesse accadendo.
“Jessiebell non è stata in grado di utilizzare le
sue capacità fino al Tempo del Potere, ovverossia, un lasso
di tempo che l’ha
resa forte” spiegò. “E’
estremamente raro, ma pare che sia l’effetto della
posizione dei pianeti che rafforza il suo terzo occhio. Così
facendo, amplifica
notevolmente le sue capacità. Anche al tempo di suo padre,
fu il Tempo del
Potere ad influire su quanto accadde”.
“Ecco perché non ha mai mostrato prima delle
stregonerie simili” James sembrava nauseato.
“Purtroppo, come ho spiegato, il Potere può
manifestarsi solo in funzione di un forte sentimento. E Jessiebell
prova rancore.
Quando il risentimento, e l’avidità, hanno toccato
alti livelli, come vi ho già
detto è lei stessa ad essere preda del Potere. E’
come se avesse perso la
testa, non ragiona più in maniera lucida”.
“Di questo ce ne siamo accorti” constatò
Misty.
“Che guaio! E adesso che si fa?”
“E adesso,” disse Miriam, “bisogna solo
sperare
che il Tempo del Potere finisca presto”.
“Quanto ancora dovrebbe durare?” chiese Brock.
“Circa cinque ore. Ma se dovesse peggiorare, non
so quali potrebbero essere le conseguenze”.
Note:
Mi scuso ancora per la lunghissima attesa. Questo capitolo mi
è stato molto difficile, semplicemente perchè si
è rivelato molto più complicato del previsto
manovrare tanti personaggi sulla stessa scena. L'ho finito senza
riguardarlo eccessivamente, ma spero comunque di aver fatto un buon
lavoro.
Alla prossima!
|