Note della traduttrice: Di
nuovo in sala comandi, qui è Elos pronta a partire. Questa è la
traduzione di una storia inglese (l'originale della quale può essere liberamente letto qui), che l'autrice ha
acconsentito cortesemente a veder tradotta in italiano e pubblicata su EFP.
Si ringrazia di cuore l'autrice, kbinnz, per cortesia, per
disponibilità, e soprattutto per averla scritta, questa storia. Si ringrazia poi Salice, veso la quale è stata esercitata un'opportuna coerciz...
coff coff! Che si è offerta!... come beta, malgrado la lunghezza della storia e le ore
improponibili alle quali le passo i capitoli.
Per le note alla traduzione, si rimanda a fondo pagina!
Note dell'Autore: Questo è il seguito di “Harry's First Detention” (N.d.t.: in italiano qui), e fa
riferimento agli eventi che si svolgono in quella storia. Se non l'avete ancora letta, questo
racconto potrebbe non avere molto senso, per voi... Se l'avete letta, questo seguito è la
storia di come Piton portò a termine il compito che Silente gli aveva assegnato. La
narrazione riparte da solo pochi giorni dopo “Harry's First Detention”. Sperando che vi
piaccia!
“E così, Severus, volevi parlare con me? A proposito del signor Potter, immagino?” disse
Albus Silente in tono incoraggiante, offrendo un vassoio di caramelle al limone.
“No, grazie, Preside,” replicò Piton, riuscendo a non alzare gli occhi al cielo alla vista
dell'onnipresente dolce. Davvero, anche tenendo conto della magia, come faceva l'uomo ad
avere ancora un dente sano in bocca? Chiunque avesse dubbi sulle abilità magiche di Silente
doveva semplicemente compararne le abitudini alimentari con la dentizione per avere conferma
del suo enorme potere. “E sì, è a proposito di Potter. Hai chiesto - ” ordinato “ - che io
stabilissi quale potesse essere un appropriato sostituto per quegli orridi Babbani i quali
tu hai considerato appropriati custodi per l'ultimo decennio.”
Albus sospirò. “Dubito che sarò mai in grado di perdonarmi. Sono solo felice che tu sia stato
in grado di apprendere la verità sui loro abusi così in fretta dopo l'arrivo di Harry, e di
convincere il ragazzo a parlare.”
Piton si permise un piccolo ghigno. Certo, questo non era stato dovuto a nulla se non alla
sua propria cieca fortuna ed al totale fraintendimento della situazione da parte del ragazzo,
ma non aveva intenzione di ammetterlo.
“Chiaramente hai un legame speciale con il bambino,” continuò Silente in tono
d'approvazione.
Il ghigno di Piton sparì. L'ultima cosa che voleva era che qualcuno pensasse che teneva al
moccioso. Era la prole di James Potter, per amor di Merlino! Già Minerva aveva assunto certe
orribilmente sbagliate concezioni a proposito del suo rapporto con il ragazzo, chiamando
Piton suo “protettore”, tra tutti i modi in cui avrebbe potuto chiamarlo: di sicuro lui non
voleva che il Preside cadesse nello stesso errore e immaginasse che i sentimenti da lui
provati per il piccolo mostro fossero qualcosa di diverso dal disgusto.
Dopotutto, a causa di Potter Silente aveva già minacciato di morte Severus - intendendolo
seriamente. Piton soppresse un brivido. Poteva ancora sentire il potere dell'esplosione
magica causata da Albus superarlo mentre questi l'avvertiva - l'unico avvertimento che
Severus avrebbe ricevuto, probabilmente, sull'argomento. Ovviamente, la strategia migliore
era restare il più lontano possibile dal moccioso per evitare di fare qualche cosa di
stupido. Ancora.
Piton ricacciò indietro l'ondata di sensi di colpa che accompagnava ancora il mero ricordo
dell'ossuto ragazzo dai capelli scuri e dagli enormi occhi verdi. Non era come se avesse
avuto intenzione colpire il bambino – be', sì. In effetti, l'aveva fatto, ma non aveva avuto
intenzione di colpirlo così forte – be', in realtà sul momento l'aveva fatto... Ma si era
immediatamente pentito delle proprie azioni. Ora era tormentato non solo dal fatto che aveva
perso il controllo di sé abbastanza a lungo da ferire un bambino, ma anche dal ricordo che,
in quell'attimo, aveva veramente voluto farlo.
Durante il proprio servizio come zelante Mangiamorte, si era consolato con il pensiero che, a
differenza di molti altri, come Lucius Malfoy o Voldemort stesso, lui non aveva mai tratto
piacere dalle torture e dalle uccisioni che accompagnavano i loro assalti. Anche prima di
perdere la fede e di fuggire da Silente, si era sentito superiore agli altri nel non
condividere il loro piacere perverso. Quando Silente l'aveva salvato da Azkaban e l'aveva
incoraggiato a spiare il proprio antico Padrone, era stato capace di farlo sapendo che la sua
presenza ad ogni futuro festino di Mangiamorte sarebbe servita solo a fortificare il suo
legame con l'Ordine della Fenice e a cementificare il suo disgusto per il Signore Oscuro.
Come poteva far quadrare quest'immagine di sé con quella di qualcuno che aveva
deliberatamente schiaffeggiato un ragazzino con forza sufficiente da mandarlo a sbattere
contro un muro?
Meglio non pensarci affatto, e molto meglio evitare il più possibile il ragazzo in
questione.
“Non esiste nessun legame del genere,” disse fermamente, aggrottando la fronte verso Silente.
“Il ragazzo si è confidato con me perché l'ho ingannato per riuscirci. Come sempre,
l'ingenuità Grifondoro non ha difese davanti all'intelligenza Serpeverde.”
“Se lo dici tu, mio caro ragazzo,” il tono di voce del Preside rese chiaro che si stava
prendendo gioco del professore di Pozioni.
Piton aggrottò la fronte ancora più ferocemente, ma Silente si limitò a rivolgergli
un'occhiata scintillante in risposta. “Come stavo dicendo,” Piton decise che era meglio
proseguire con l'incarico che aveva intenzione di abbandonare, piuttosto che finire
impantanato in una discussione che, sospettava, non avrebbe vinto. “Sono qui per discutere
della sistemazione di Potter.”
“Sì?” lo invitò Albus.
“A seguito di una ricerca estensiva sulla psicologia dei bambini, sull'appropriate metodiche
educative, e i trattamenti migliori per le vittime di abuso minorile -” Silente chiuse per un
attimo gli occhi, il dolore sul suo viso tale che anche Piton sentì una fitta di pietà “- ho
stabilito che Potter ricaverebbe i maggiori benefici da una combinazione di condizioni
ambientali. Non avendo alcuna esperienza con una famiglia normale, ha bisogno di rapportarsi
con una tipica vita famigliare. Immergendosi in una famiglia, sarà capace di osservare una
salutare dinamica nel rapporto genitore-figlio, così come di osservare come i fratelli
normalmente si comportino gli uni con gli altri. Mentre può essere stato cresciuto
assieme al suo cugino Babbano, è chiaro che la loro relazione era tutto meno che fraterna.
Potter ha bisogno di imparare com'è una normale rivalità tra fratelli, così come la vicinanza
che – mi è stato detto – è possibile. Questo lo aiuterà più avanti nel corso della sua vita,
dovesse decidere di avere figli propri, e gli sarà utile nelle interazioni con i compagni di
classe.”
“Suona molto ragionevole, Severus. Hai qualche candidato potenziale per una famiglia del
genere?”
“Potter è già diventato amico con l'ultimo dei Weasley, e dal momento che entrambi i parenti
sono stati membri dell'Ordine durante la Guerra, immagino che sarebbero anche troppo felici
di adottare Il Ragazzo Che E' Sopravvissuto. Ancora meglio, vista l'estensione della loro
prole, un bambino in più sarà a malapena notato.” Vedendo l'espressione accigliata di
Silente, Piton alzò un sopracciglio in un gesto di sfida. “Oltretutto, i Weasley,
perennemente in una situazione di difficoltà pecuniaria, potrebbero indubbiamente utilizzare
il sussidio che avevi previsto per i Babbani. Non ho dubbio che, malgrado la loro maggiore
necessità, le probabilità che lo utilizzerebbero effettivamente per cose che beneficerebbero
Potter così come i mocciosi Weasley sono infinitamente maggiori, piuttosto che, come i
Dursley hanno fatto, riservarlo a vantaggio esclusivo di quella balena di loro figlio.”
Severus annuì gentilmente. “Mi piace molto la tua idea, Severus. Ho notato che Ron ed Harry
sono divenuti buoni amici piuttosto in fretta, e pensò che Ron trarrà beneficio della
presenza di Harry in famiglia. E' troppo grande per i gemelli la tentazione di usarlo come
bersaglio, mancandogli un gemello proprio a spalleggiarlo, e, mentre la sorella più piccola
potrebbe allearsi con lui, la situazione di Ginny come unica ragazza Weasley in sette
generazioni tende a tenerla al sicuro dagli scherzi più eccessivi dei gemelli, così come a
far finire in ombra Ron. Penso che avere un alleato della sua età potrebbe fargli molto
bene.”
“Non considero il benessere del moccioso Weasley un fattore importante nella
decisione.” obiettò Piton arcignamente.
“Sì, Severus, lo so,” il tono di Silente era di rimprovero. “Questa è la ragione per la quale
devo considerarlo io. Harry difficilmente potrà sperimentare un'esperienza familiare
armoniosa e utile se la sua presenza influirà negativamente sui membri della famiglia, in
particolar modo sul membro con il quale è probabile che si legherà più strettamente.”
“Io... non avevo considerato il problema in questa luce,” ammise Piton con riluttanza. “Forse
è la mia esperienza come figlio unico che mi rende meno capace di comprendere la complessità
delle relazioni tra i Weasley.”
“Non c'è problema,” il sorriso scintillante di Silente riapparve. “Dopotutto, siamo d'accordo
che sarà in effetti una buona cosa per entrambi i ragazzi, e penso anche io che Molly ed
Arthur saranno molto probabilmente favorevoli alla sistemazione. Ma credo che tu abbia
menzionato qualcosa a proposito di una combinazione di sistemazioni? Questo significa che non
vuoi che i Weasley siano nominati tutori di Harry?”
Piton rabbrividì al pensiero di consegnare chiunque – anche un Potter – alla mercé assoluta
del clan delle teste rosse. “No, Preside. Immagino che i Weasley saranno una destinazione
frequente per il ragazzo, ma non, sotto nessuna circostanza, i suoi tutori. Mentre è
importante per Harry sperimentare una normale vita familiare, è ancora più importante che
abbia un tutore con il quale poter sviluppare una stretta relazione basata sulla fiducia.
Dato il suo passato, sarà difficile. Gli è stato detto per anni che è immeritevole e
mostruoso; richiederà dei tutori che possano impegnarsi a capovolgere questo condizionamento.
Dovranno dedicarsi ad assisterlo in questo focalizzandosi sui suoi specifici bisogni. I
libri spiegano chiaramente che Potter può non sapere di cosa ha bisogno, ancor meno essere
capace di richiederlo. Per questa ragione, i suoi tutori dovranno essere capaci di dargli la
loro attenzione indivisa. Questo i Weasley non possono farlo.”
“Hmm. Capisco il tuo punto di vista. Forse qualche giovane coppia...”
Piton aggrottò la fronte. “Le giovani coppie figliano, Preside. Non sono stato chiaro?
Potter deve essere la loro sola preoccupazione; non tollererò che i suoi tutori siano
distratti dai propri mocciosi piagnucolanti. Oltretutto, Potter richiederà una mano ferma -”
Severus arrossì di fronte all'occhiata tagliente di Silente. “Non intendo letteralmente,
Preside,” protestò sulla difensiva. “Intendevo dire che anche nella migliore delle ipotesi
Potter deve essere considerato un bambino problematico, e come tale avrà bisogno che i suoi
tutori stabiliscano una struttura chiara per la sua vita, con appropriate conseguenze per i
comportamenti negativi.” Piton si schiarì la voce. Non era ancora riuscito a trovare un modo
per esporre l'affermazione successiva senza farla suonare sentimentale. “Dovranno anche
provvedere Potter con qualcosa chiamato 'stimolo positivo', definizione che sembra riferirsi
ad un generoso ammontare di supporto, incoraggiamento, e rassicurazione. In breve,
a-a-amore.”
Gli occhi di Silente sfavillarono per il divertimento, ma lui si limitò ad annuire
saggiamente. “Così, pensi ad una coppia più anziana, con una certa esperienza da
genitore?”
“Questo sarebbe indubbiamente l'ideale, ma dobbiamo essere sicuri che abbiano fatto un buon
lavoro, in passato, nell'educazione dei figli. E, ovvio, il rischio di nipoti che richiedano
attenzione sarebbe presente. Mi è parso di comprendere che i nipoti possano essere una
distrazione ancora più grande dei figli. Sono anche preoccupato del fatto che una coppia
anziana possa non avere l'energia necessaria per essere al passo con un ragazzino, per non
parlare del comprendere le preoccupazioni attuali degli adolescenti.”
“Hmmmmm. Comprendo quel che intendi.”
“Forse l'aspetto più importante - oltre alla volontà di concentrare i loro sforzi verso il
benessere di Potter – è la comprensione di quel che il ragazzo ha passato. Può essere
difficile per qualcuno senza alcuna esperienza personale di abuso capire il comportamento dei
sopravvissuti. Detto questo, non devono compatire il ragazzo o scusare un comportamento
sbagliato nel presente a causa di un desiderio fuori luogo di fare ammenda per l'eccessiva
disciplina del passato. Dovranno essere dotati di una grande forza di carattere per opporsi a
Potter quando questi userà l'espressione da cucciolo infelice che quelle manipolative piccole
creature adottano.”
Silente sembrò intento a combattere un sorriso mentre chiedeva educatamente, “Harry ha già
provato queste tattiche con te, Severus?”
“Certo ce no, Preside,” replicò Piton. “Infatti, hai appena contribuito a dimostrare quanto
sia giusto il mio punto di vista riguardo al bisogno, per i tutori di Potter, di essere
familiari con situazioni abusive. Har- Potter è stato addestrato, senza dubbio brutalmente,
ad accettare qualunque trattamento, non importa quanto malvagio, come gli fosse dovuto. Nella
sua situazione attuale è incapace di provare ad evitare una punizione giustamente meritata, o
anche da una punizione ingiusta, per quel che conta.” Non riusciva a non ricordare come Harry
aveva accettato istantaneamente il pensiero che Piton potesse progettare di bastonarlo per la
sua pessima calligrafia. Rabbrividì; questo era troppo simile a qualcuno dei suoi ricordi
delle brutali punizioni d'infanzia. Per qualche ragione, pensieri del genere si erano
mostrati fastidiosamente vicini alla superficie, ultimamente.
“Comunque,” riprese, spingendo via tali disturbanti memorie, “con un appropriato trattamento,
così come l'inevitabile guida ed incoraggiamento della prole Weasley, è sperabile che Potter
raggiungerà il punto in cui tenterà di usare un simile ricatto emotivo. I suoi tutori
dovranno avere sufficiente forza di carattere da trattare una tale evidente manipolazione con
lo sdegno che merita e di mettere in atto le conseguenze precedentemente stabilite.”
“Spero che tu non stia suggerendo che Harry meriti un caporal maggiore. Sicuramente
compassione e cura dovrebbero essere all'ordine del giorno -”
“Preside, rispondere con caramelle al limone e coccole di fronte a pessimi comportamenti
difficilmente porterà allo sviluppo di un adulto sano,” disse Piton con impazienza. “Potter
deve imparare cosa significa essere ritenuto responsabile per le sue azioni in un'appropriata
maniera – non picchiato a sangue per qualcosa che è stato suo cugino a fare, ma nemmeno
venire scusato dal rispettare tutte le regole a causa della sua condizione speciale.
E, malgrado sia a conoscenza della tua posizione sulle punizioni corporali, lasciami
sostenere che se dei potenziali tutori desiderano usare un opportuno castigo fisico
sul ragazzo, questa non è una ragione adatta per escluderli a priori. Harry – voglio dire,
Potter – è stato ferocemente picchiato ogni volta che si era presumibilmente comportato male,
per così tanto tempo che potrebbe non riuscire nemmeno a riconoscere qualcosa che non
sia uno schiaffo come un tentativo di correzione. Ancora più importante, deve imparare a
distinguere un trattamento appropriato da uno che non lo è, e gettare uno schermo sulla sua
persona contro qualunque forma di violenza difficilmente lo aiuterà, a lungo termine. Se non
altro, ha bisogno di uscire fuori dall'abitudine di raggomitolarsi a palla per difendere i
propri organi vitali al primo segno di scontro o – peggio ancora – di restare ubbidientemente
immobile di fronte a chiunque desideri ferirlo.”
“Stai suggerendo che essere colpito gli insegnerà a non restare fermo?” Silente batté
le palpebre.
“Sto suggerendo che i bambini abusati sono spesso stati educati a resistere alle punizioni.
Sarebbe meglio per Harry imparare a lamentarsi, a discutere, a protestare, a piangere, a
contorcersi e a gridare. Sospetto che tutti i Weasley saranno perfettamente in grado di
insegnarglielo,” aggiunse Piton asciuttamente. “Una volta che Potter avrà imparato che non
deve restare fermo per chiunque voglia picchiarlo, si dimostrerà uno studente molto più
adatto nella difesa contro le arti oscure. Indifferentemente all'attuale posizione di
Tu-Sai-Chi e al suo probabile ritorno, Potter ha bisogno di imparare a difendersi, ed al
momento è terrificato fino alla catatonia da ogni accenno di punizione fisica. Si limita a
restare fermo, Albus! Non sto cercando di scusare il mio comportamento, ma non ha
neanche provato ad evitare il colpo!”
Piton riprese con evidente fatica il controllo delle proprie emozioni. Schiarendosi la voce,
continuò molto più quietamente. “Ecco perché richiede un tutore che sia interamente dedicato
a lui: qualcuno che aiuti il ragazzo – er, moccioso – a riguadagnare il proprio senso
d'autostima. Senza di questo, sarà una preda facile per Tu-Sai-Chi, in un modo o nell'altro,”
aggiunse cupamente.
“Non hai bisogno di ricordarmi quanto seducente possa essere Voldemort per una persona ferita
e non amata, Severus,” Silente sospirò. “Ho delle mancanze nei confronti di molti, nella mia
lunga vita, ma nessuna di essa è forse così grande come quella che ho commesso verso te ed
Harry.”
“Per favore, Albus, basta dichiarazioni di autocolpevolezza,” sbottò Piton. “Stiamo parlando
del moccioso Potter,non di me.”
“Mm.” Silente corrugò le labbra, l'espressione pensosa.
“Allora, come stavo dicendo, il tutore ideale dovrà non solo possedere un carattere forte per
resistere ai tentativi di blandirlo che Potter cercherà un giorno di mettere in atto, ma
anche forza d'animo. Dopotutto, ai suoi tempi il padre del ragazzo era capace di convincere
praticamente l'intero corpo docente di Hogwarts a credere a qualunque cosa dicesse. Ha
salvato sé stesso e la sua piccola banda di terroristi dalla loro giusta punizione infinite
molte. E' ragionevole presumere che, una volta che non sarà più a lungo in questo stato di
sottomissione imposta a suon di botte, quest'ultima generazione di Potter si dimostrerà
altrettanto in grado di offrire spiegazioni credibili, malgrado io voglia sperare che
lui non si troverà mai nella posizione di difendere un potenziale assassino.” Piton
rivolse un'occhiataccia all'uomo più anziano. “Ricorderai che la disinvoltura nel mentire del
penultimo dei Potter si è dimostrata in grado di portare avanti anche un compito del genere –
qualcosa che sono ancora incapace di comprendere.”
Il Preside sospirò e si allungò per prendere una caramella al limone. “Come ti ho già detto
molte volte, Severus, non sono state le preghiere di James a convincermi a mostrare tanta
indulgenza verso Sirius, dopo quel che ti aveva fatto. Ho deciso di non espellere Sirius
perché volevo salvare l'unica altra persona innocente in questa situazione oltre a te stesso:
Remus.”
Piton emise un verso di disprezzo e il Preside gli rivolse un'occhiata triste. “So che
disapprovi, mio caro ragazzo, ma Remus era innocente. Quel giorno, credo che Sirius non
intendesse ucciderti: sono persuaso che la sua normale irresponsabilità e incapacità di
prevedere le conseguenze l'avessero convinto che tu saresti semplicemente stato spaventato a
morte dalla forma di mannaro di Remus; in tal modo ti saresti trattenuto dall'infastidirli
ancora e gli avresti dato la possibilità di deriderti per la tua paura. Sono comunque
altrettanto persuaso che senza l'intervento di James, tu saresti stato ucciso, e anche
tu devi convenire che Remus Lupin non avrebbe mai desiderato questo.”
“Forse non la mia morte,” ammise Severus cupamente. “Ma non è come se Lupin fosse
molto meglio degli altri tre.”
“E' così,” assentì Silente. “Ma quando James è intervenuto e ti ha salvato, allora ho
dovuto decidere se ne valesse la pena di espellere Sirius a prezzo della vita di Remus. So
che pensi che il mio rifiuto di espellerlo indicasse una mancanza di riguardo nei tuoi
confronti, ma il fatto è che se io avessi espulso Sirius, Remus probabilmente sarebbe stato
ucciso. Se fosse stata meramente una questione di stabilire se Sirius meritasse o meno
di essere espulso per aver messo la tua vita a rischio, l'avrei allontanato da scuola quella
sera stessa: ero tuttavia consapevole che, se avessi espulso l'erede della famiglia Black, i
suoi genitori avrebbero richiesto una spiegazione chiara. Potevano essersi distanziati da
loro figlio – malgrado non l'avessero ancora disconosciuto – ma certamente non avrebbero
accettato senza combattere la disgrazia di un'espulsione: e questo avrebbe significato che la
situazione di Remus sarebbe venuta alla luce. I Black avrebbero indubbiamente richiesto non
solo il suo allontanamento da Hogwarts, ma anche che fosse processato per tentato omicidio –
ed entrambi sappiamo che il fatto che avrebbero devastato Sirius, facendo così, fosse
semplicemente un altro incentivo per loro. Dato il punto di vista del Ministero dei lupi
mannari, l'influenza della famiglia Black all'epoca, e i timori intorno al potere crescente
di Voldemort, era estremamente probabile che Remus sarebbe stato condannato e giustiziato e
questa – specialmente perché tu non eri stato ferito seriamente – era una cosa che non volevo
permettere.
Mi dispiace terribilmente che tu abbia pensato che mi curavo più di loro che di te, ragazzo
mio. Posso solo sperare che le mie azioni nel corso degli ultimi anni ti abbiano dimostrato
quanto tu mia sia caro e quanto mi preoccupi per te.”
Piton sbuffò e distolse lo sguardo, ma in realtà gli piacque alquanto sentire Silente
esprimere i propri sentimenti in questo modo. Non che Severus avrebbe incoraggiato tali
commoventi affermazioni bofonchiando a sua volta melense dichiarazioni, ma se Silente
ammetteva quel che provava mentre si scusava (ancora) per uno dei pochi incidenti nei quali
Severus era stato moralmente innocente, l'uomo più giovane non aveva intenzione di
lamentarsi. Anche gli adulti sopravvissuti ad abusi infantili tendevano a rimanere incerti a
proposito del proprio valore.
“Basta con queste insensatezze sentimentali,” disse altezzosamente, agitando una mano come
per accantonarle. Scelse di ignorare lo scintillio d'intesa negli occhi di Silente. “Stiamo
andando fuori discorso. Potter richiederà qualcuno che sia sufficientemente intelligente da
affrontare qualunque moina il moccioso inventi. Questo significa che dev'essere qualcuno che
non oscillerà di fronte a dichiarazioni di grande bisogno o d'intento eroico – il che
significa che il suo tutore non dev'essere un altro Grifondoro. Sei d'accordo?”
“Be', Severus, hai indubbiamente fornito un argomento eccellente,” replicò Silente senza
sbilanciarsi.
“Spenderà già una significativa porzione del proprio tempo con i Grifondoro, tra la sua Casa
e il suo tempo con i Weasley – tutti Grifondoro! Potter dovrebbe venire a contatto con altre
Case e altri modi di pensare.”
“Hm. Capisco la tua logica, Severus. A chi stavi pensando, allora? Una famiglia Tassorosso,
forse?”
“Albus! Non hai sentito una parola di quello che ho detto? Ci sono stati troppi idioti
Tassorosso che sono stati sufficientemente ottusi da credere in Tu-Sai-Chi, poi troppo leali
per disconoscerlo anche dopo che la sua pazzia è diventata innegabile. Devi innanzitutto e
prima di ogni altra cosa trovare qualcuno che non costituirà una minaccia per il ragazzo.
Dev'essere qualcuno che ha combattuto contro il Signore Oscuro.”
“La guerra è finita -”
“Sei impazzito? Chi sa quando il Signore Oscuro risorgerà? Ed anche se non ritorna durante la
vita di Harry, hai dimenticato così facilmente i Paciock? Anche nell'assenza di Tu-Sai-Chi,
lui ha ancora seguaci leali e il pericolo a Potter è sempre presente! Non può essere
sistemato con nessuno che non abbia dimostrato dove sia veramente riposta la sua
lealtà.”
“Sì, riesco a capire il tuo punto di vista...”
“Allora devi anche capire che nessun Tassorosso avrà la forza d'animo di sopportare la prima
lacrima di coccodrillo del ragazzo! Soffocherebbero il moccioso con abbracci e regali e
scuserebbero ogni pessima condotta con tristi esclamazioni sulla sua vita passata. Non lo
permetterò!”
“Molto bene, Severus, se sei così deciso su questo argomento. Forse un Corvonero sarebbe
meglio, dopotutto – Lily era uno studente decisamente capace, no?”
“Albus, stai diventando senile?” Sbottò Piton rabbiosamente. Come osava l'uomo
insultare Lily con un apprezzamento così debole? “Lei era una delle streghe più brillanti del
nostro anno, malgrado non si sia mai comportata come una secchiona arrogante. Eccelleva sia
in Pozioni che in Incantesimo, e teneva Minerva in mano – direi letteralmente – con le sue
capacità nelle Transfigurazioni. Come puoi aver dimenticato i suoi talenti?”
Il sorriso di Silente aveva una sfumatura di malizia. “Certo, certo, ragazzo mio. Grazie per
avermelo ricordato. Be', non pensi che Harry potrebbe aver ereditato qualcosa di quella
formidabile intelligenza?”
Piton sogghignò. “Se mi stai chiedendo se l'eredità di James Potter sia stata sufficiente a
sopraffare quella di Lily Evans, non esiterei a dire di no. La nozione che Harry – voglio
dire, Potter – abbia ereditato dalla madre solo il clore degli occhi è assurda. Sono sicuro
che l'influenza di Lily abbia invece sopraffatto quella dell'idiota, e che il ragazzo – il
moccioso – assomiglierà molto a sua madre, una volta che la sua personalità comincerà a
rivelarsi.”
“Sono un po' preoccupato, Severus. Sappiamo entrambi che i Corvonero, malgrado tutto il loro
spaventoso intelletto, tendono a lasciarsi eccessivamente influenzare da argomenti logici. Se
Harry è capace di combinare l'intelligenza di Lily con la capacità persuasiva di James, mi
chiedo se c'è un Corvonero vivo che sarebbe in grado di contrastare gli argomenti di
Harry.”
Piton aggrottò la fronte. Non aveva pensato a questo. “B'e, Preside, ci dev'essere qualcuno.
Non possiamo cercare un Serpeverde: non c'erano troppi Serpeverde nell'Ordine durante la
Guerra, e di quei pochi, ancora meno sono sopravvissuti. Oltre a me stesso, riesco a
ricordarne solo due, e Giles è in Australia mentre Jean è fuori questione perché – oh, no.
No, no, no. Per nessuna ragione!”
“Ora, Severus,” disse Albus con leggerezza, “devi ammettere che tu soddisfi in maniera
ammirevole i criteri che hai identificato.”
“Assolutamente no! Non ho intenzione di diventare il tutore del ragazzo! Sei diventato
matto?”
“Be', se sei così contrario -” Silente sospirò.
“Lo sono! E tu devi essere diventato folle per anche solo completarlo. Specialmente dopo le
mie azioni della notte passata, ti immagini che Minerva o Poppy acconsentirebbero a vedermi
nominato custode di Potter?”
“Be', Minerva sembra pensare -”
“Era chiaramente preda di allucinazioni. E' da un po' che penso che la menopausa abbia fatto
qualcosa alla mente di Minerva,” ringhiò Piton, troppo esterrefatto di fronte alla ridicola
proposta di Silente per considerare la saggezza di fare una simile affermazione senza poi
obliviare all'istante tutti coloro che fossero a portata d'orecchie, incluso sé stesso.
“Molto bene,” disse il Preside con leggerezza. “Allora pensiamo a chi altri sarebbe adatto.
Sarà ovviamente importante trovare qualcuno con il quale Harry possa formare un legame: dopo
il deplorevole trattamento ricevuto dai Dursley, mi chiedo quanto sarà difficile.”
Severus sbuffò, altamente sollevato per aver dissuaso il Preside dalla sua precedente,
altamente inappropriata linea di pensiero. “Non mi preoccuperei troppo, Albus. Dopotutto, il
ragazzo ha già mostrato segni di essersi legato a me.” Troppo tardi, vide la
trappola.
“No! Aspetta! Io -”
“Bene, bene, ragazzo mio. Sembra che continuiamo a tornare sullo stesso punto, non importa
quanti giri facciamo,” Albus s'illuminò. “Sembrerebbe essere destino per te -”
“NO.” Piton balzò in piedi, guardandosi intorno selvaggiamente come in cerca di una via di
fuga. “Questa è follia! Io sono assolutamente inadatto!”
“E perché?” Silente lo interruppe in tono cordiale. Ignorò completamente il frenetico
scuotere di testa di Piton e il suo muoversi avanti e indietro in preda al panico. “Tu
saresti certamente capace di dare ad Harry l'attenzione che richiede: non hai altri obblighi
familiari né progetti di averne. Hai già portato avanti estese ricerche sul trattamento
appropriato di un bambino simile. Capisci anche troppo bene cosa significhi essere la vittima
di un abuso. Sei anche il più adatto di tutti a comprendere i pericoli che Harry affronta – e
affronterà – a causa dei poteri Oscuri. Hai sufficiente forza di carattere da resistere ad
ogni manipolazione emozionale, e il tuo intelletto sarà sicuramente in grado di demolire ogni
discussione pretestuosa, per non menzionare il fatto che potrai limitare eccessive tendenze
“Griffondoresche” in germoglio. Sono certo che non avrai difficoltà a stabilire una chiara
struttura di regole e responsabilità e, mentre sospetto che potresti aver bisogno di lavorare
sul dimostrare apertamente le tue emozioni e il tuo interesse, immagino che Harry sarà in
grado di aiutarti in tal senso.”
“Preside, io non -”
“E il tuo trovarti a Hogwarts è ancora più conveniente, in quanto sarai in grado di
supportare Harry anche durante l'anno scolastico. Certo, le forti barriere che si trovano qui
lo terranno al sicuro, anche senza la magia del sangue dei Dursley... Sì, Severus, penso che
questa sia decisamente l'opzione migliore. Dopotutto, qualunque altra cosa possa accadere, so
che almeno tu non attaccherai il ragazzo.” Il “di nuovo” rimase non detto, così come la minaccia
di cosa sarebbe accaduto se la fiducia di Silente fosse risultata fuori mal riposta.
Piton inghiottì a fatica. Il Preside non era affatto suonato come gli piaceva fingere di
essere, né era così ignaro. Era ovvio – molto, molto ovvio – che le sue proteste sarebbero
state ignorate, e che continuare a discutere avrebbe potuto portare ad un'altra
manifestazione del potere di Silente. Era preparato a continuare ad opporsi? Quando avrebbe
dovuto comunque, alla fine, perdere? Era, onestamente, conveniente farlo?
“Io non posso. Anche se volessi farlo, non posso. Se Tu-Sai-Chi ritorna e scopre che Potter è
mia responsabilità, si aspetterà che glielo consegni immediatamente. Se non lo faccio, saprà
che non lo servo più. Non sarò in grado di essere più la tua spia.”
“Vero,” acconsentì Silente blandamente, ancora sorridendo.
“Io non sono una persona gentile, Albus,” obiettò Piton con crescente disperazione. “Non
posso credere di essere la migliore scelta dell'intero mondo Magico nel trattare con un
ragazzo abusato ed emozionalmente fragile.”
“Molly Weasley sarà, ne sono sicuro, capace di provvedere tutte le coccole e gli abbracci che
Harry possa desiderare. Ed io sospetto che sarai capace di sorprendere te stesso. In fatti,
direi di contarci.”
A queste parole, Piton seppe che il suo fato era segnato. L'intera conversazione era stata
una burla – un modo, per Silente, di spingerlo ad acconsentire, più o meno, a quello che
Silente aveva comunque intenzione di far accadere. Mentre lui pensava di stare spiegando al
vecchio cosa era necessario, quell'irritante vecchia folaga stava solo annuendo e sorridendo
e guardando Piton scavarsi una fossa sempre più profonda. Come poteva non essersene accorto?
Lui, di tutte le persone, avrebbe dovuto riconoscere la manipolazione di Silente sin
dall'inizio! Come poteva anche solo chiamarsi un Serpeverde dopo essere stato ingannato in
questo modo? Avrebbe dovuto prendere il posto di Sprite come Capo dei Tassorosso.
“Ora, ora, mio caro ragazzo, non essere troppo duro con te stesso,” cercò di placarlo
Silente, mostrando l'inquietante capacità di leggere la mente anche del primo tra gli
Occlumanti di Hogwarts. “Sai di aver avuto sempre un punto debole lì dove Lily è coinvolta.
Ora, ad ogni modo, torna alle tue stanze e tieni il broncio per l'indegnità di tutto ciò, ma
poi sii sicuro di andare ad ottenere il consenso dei Weasley. Ti suggerisco di spiegare le
novità ad Harry questo fine settimana – so che ha continuato ad essere preoccupato.”
La rassomiglianza di Piton con un basilisco era veramente straordinaria, ma sfortunatamente
Silente ne sembrava immune, forse a causa della sua estesa esposizione a Fanny. Accompagnò
gentilmente il mago più giovane, senza parole, fuori dalla porta, dandogli una pacca sulla
spalla e una scatola di pastiglie al limone. Mentre la porta si chiudeva sull'espressione
oltraggiata di Piton, l'ultima cosa che quest'ultimo vide fu Silente, che selezionava una
caramella frizzante al limone con l'inconfondibile aria di qualcuno che si stesse premiando
per un lavoro ben fatto.
Note alla traduzione: Il
titolo può essere reso come La nuova casa di Harry.
Per la traduzione, ho deciso di seguire la versione italiana dei nomi, propri o comuni, dei
luoghi, dei verbi e dei riferimenti: un po' perché ci sono affezionata, un po' perché credo
siano quelli che i lettori italiani sentono più facilmente come propri.
Se avete errori da segnalare, vi prego, fatelo! Ci terrei veramente molto a che questa storia
venisse pubblicata nella miglior forma possibile: ma, dato che sto cercando di tradurre il
più in fretta possibile - la storia è veeeeeramente molto lunga - per assicurare una
pubblicazione frequente, non posso soffermarmi su ogni capitolo come vorrei.
Si ringrazia shinu per aver risposto all'appello ed avermi segnalato diversi punti poco chiari nella traduzione. ^_^ |