Mystic
Falls Sabato
Eccheccavolo! Ma
che diavolo hanno da suonare, a quell'ora del mattino?! Non sono
nemmeno le… mh... le cinque. Damon salta giù dal
letto con un grugnito, la tentazione di staccare il dito dell'ospite
fastidioso che pulsa nelle vene e il malumore da sveglia anticipata.
Non si degna neppure di infilare un paio di jeans. Spalanca la porta
con un grugnito. Caroline è ferma sulla soglia, sgrana gli
occhi e sorride fissando i boxer neri. “Apri sempre così?
Avercene di vicini del genere...”
Damon la guarda da
capo a piedi a bocca aperta. Caroline tira indietro i capelli e il
volto arrossato si apre in un timido sorriso.
“Che hai
fatto ai capelli?” domanda guardingo.
“Il tempo di
prendere appuntamento dal parrucchiere e tornerò al mio colore
naturale!” esclama ad alta voce. Ha i vestiti bagnati, non ha
l'ombrello e la tempesta infuria su Mystic Falls. “Posso
entrare?”
“Dipende.
Intendi restare?”
Caroline lo guarda
un po' dispiaciuta “Damon, per favore...”
Il vampiro
sobbalza sentendo il suo nome. La molla scatta e Damon l'afferra
stringendola contro di se. Ha il cuore in gola e l'emozione che lo
strangola. “Ti ho visto... morta... bruciata...”
bisbiglia staccandola da se e toccandola per assicurarsi che sia viva
e non un sogno.
“Mi hai
visto morire?”
Damon scuote la
testa e la stringe di nuovo. “Se fossi arrivato un po'
prima...”
“Me
l'avresti impedito?”
“Ti avrei
preso a calci per tutta Mystic Falls per farti passare la crisi
esistenziale!”
Caroline sorride
ma non riesce a smettere di lacrimare dalla felicità. “Ce
l'hai un asciugamano?”
“Certo che
ce l'ho, ho tutto quello che vuoi, anche un randello da schiantarti
in testa” borbotta baciandola sulla fronte e cullandola contro
di se. “Ho voglia di prenderti a schiaffi, ho consumato tutte
le mie lacrime per te!”
“Hai bagnato
il cuscino?” scherza seguendolo nella stanza, ancora stretta al
suo fianco.
“Tutte le
sante notti!”
***
“Porca
miseria!”
“Eggià...”
Le immagini del
film scorrono sullo schermo e si riflettono sul viso dei due
telespettatori. “Altro popcorn?”
“Na. Sono
sconvolto. Sconvolto!” ripete più volte con una smorfia.
Caroline gli
sottrae la ciotola quasi vuota e la poggia sul grembo. “Stai
pensando che sono una donnaccia?”
“Mostrami
qualcosa che non ho ancora visto e ti darò cento dollari”
borbotta piluccando dalla ciotola. “Mi hai stupito.”
Caroline scrolla
le spalle e si stiracchia. “Mi conosci, mi lascio andare
difficilmente...”
“Questo tipo
ti piace?”
“Molto...
proprio per questo non farò nulla per alterare lo stato delle
cose. Se non vuol stare con me, devo accettarlo.”
“Ho paura
che la prossima mossa sarà coinvolgermi in tutto questo.”
Caroline
sogghigna. “Ti piacerebbe, ma no. Non accadrà.”
“Perchè
no?” Damon solleva le sopracciglia invitante, Caroline soffoca
un'esclamazione di indignazione e il vampiro l'abbraccia tirandola
verso di se. La bacia sulla fronte, la donna chiude gli occhi e si
rilassa sulla sua spalla.
“Il tuo
silenzio mi inquieta” ridacchia nel suo orecchio. “Quando
stavi con me...”
“Nel
Neolitico.”
“Eri casta e
pura. Una vera noia... ahia!” esclama quando Caroline lo morde.
“Ti piaceva
stare con me, non provare a negare!” ribatte colpendolo sullo
stomaco.
“Oh, sai la
novità?!”
“Che
novità?” domanda accigliata “Non dirmi che Stefan
ed Elena si sposano?!”
Damon fa una
smorfia e mugugna uno 'yep' fra i denti. “Che gli
regaliamo?”
Il cellulare
squilla allegramente. Caroline allunga il braccio, sbianca leggendo
il nome sul display e lo colloca lontano da se, impaurita.
“Mi
infastidisce.”
“Lascialo...
no. No, Damon, è lui...”
Damon sbuffa
sottraendole il telefono. “Segreteria vivente di Caroline
Forbes. Lascia il messaggio e ti farò richiamare.”
“Mh... ciao
segreteria, la tipa incazzosa è lì?”
“Sta per
partire il segnale del bip! Bip!”
“E'
arrabbiatissima e ha il broncio?”
Damon guarda la
ragazza con la coda dell'occhio. In realtà sembra abbia appena
visto un cadavere dissezionato, tanto è pallida.
“Avvertila
che se salta un'altra lezione la stronco all'esame!”
“Ok”
sussurra infilando del pop corn in bocca e tornando a guardare la tv.
Caroline lo fissa
sulle spine. Perché non dice niente? “Che cosa voleva?”
“Ha
minacciato di non farti dare l'esame se continui a saltare le
lezioni.”
L'ha chiamata per
una sciocchezza del genere?
“Ti fai il
tuo professore? Porcella!”
Caroline porta il
cellulare all'orecchio e fa una smorfia, un po' arrabbiata. Appena
sente la voce di Dragan al telefono, resta immobile e muta. Damon la
studia con un sorriso malizioso, sente il suo cuore battere in preda
all'emozione. Alza il pollice in segno di apprezzamento e abbandona
il divano in cui è inglobata.
“E' questa,
l'unica scusa ridicola che riesci a trovare?!” esclama
concitata e con voce stridula.
“Minacciare
la tua media? Sì...” mormora conciliante. “Se
provi ad attaccare il telefono, ti sveno. Credevo volessi parlare con
me, perché te ne sei andata?”
Ha la voce calda.
Non è arrabbiato e la fa sentire un po' stupida. Caroline
inghiotte una rispostaccia stonata e abbassa il tono. “Laura è
stata esaustiva...” mormora udendo un mugolio strozzato e
un'imprecazione. “Vi interessate a noi solo quando abbiamo un
problema...” borbotta alzando il mento caparbia “... e
sei scomparso appena risolto...” conclude in un mormorio
flebile.
Un buon 50% di
buonsenso lo incitava a recarsi da lei la notte stessa, mentre la
restante percentuale gli suggeriva di restarsene in disparte per
darle tempo di rimettersi. Non era stata una serata facile. Caroline
non amava parlare di se e succhiarle il sangue aveva distrutto il
mistero in cui si avvolgeva. La sua copertura era saltata. Ora sapeva
che amava i film romantici, aveva lo spazzolino fucsia in bagno e il
suo primo bacio era stata una vera schifezza. Non si era vergognata a
quel modo, quando l'aveva spogliata. “Quando torni?”
“Non lo
so... ahio!” Caroline salta dal divano quando Damon le da uno
scappellotto dietro la nuca. “Ma sei scemo?!”
“Dammi qua!”
esclama strappandole il telefono di mano “te la rimando a casa
prima di domani” promette sentendo un cupo silenzio dall'altro
lato. “Tranquillo, sono il suo amico gay.”
“Ma cosa
stai dic... mmmfg!!” Damon le schiaccia il palmo della mano
contro la bocca e Caroline annaspa cercando di arrivare al telefono.
“Se ti
racconta un paio di cazzate tipo 'non ti amo' o cose del genere, non
crederle! E' pazza di te e non vede l'ora che farti cose sconce e...”
Dragan sposta
l'orecchio dal rumore sordo che sente all'improvviso. Un urlo
disumano si leva dal telefono e lo fa rabbrividire.
“Io ti
ammazzo!”
“Eddai, ho
fatto metà del lavoro!”
“Sei morto,
Salvatore. Morto, mi hai sentito?!”
Simpatico.
Dragan attacca con un sorrisetto. Gira su se stesso nella stanza
solitaria rischiarata dalla piantana che emana una tenue luce arancio
ed estrae della libreria un manoscritto monumentale. L'edizione
originale del manuale del vampiro. Le strapperà molto più
di un bacio per questo.
Domenica
Sera
E' venuta davvero.
Dragan apre la porta con un gesto galante. Caroline resta sul
pianerottolo con le mani in tasca e un'ansia che non la fa respirare.
“Phoebe mi ha detto che hai il manoscritto.”
“Vero.
Entra.”
Caroline prende un
respiro prima di infilarsi nella tana del vampiro. L'ultima volta che
è stata lì, l'atmosfera era ben diversa.
Dragan si dirige
verso la libreria, trae un enorme tomo in pelle e pergamena e lo posa
sul tavolo davanti a lei. Fa un passo indietro e le fa cenno di
sedersi.
Caroline resta in
piedi, muove piano le pagine per paura che si sgretolino sotto le
dita. In che cavolo di lingua è scritto? “Non ci capisco
niente...”
“Questo
è greco, un pò di latino, molto sumero...”
Bene.
Anche se l'avesse trovato non avrebbe saputo cosa farci. La
frustrazione non la fa quasi respirare. “Ho buttato via sette
anni a cercare quest'affare incomprensibile... sette anni a cercare
quel figlio di puttana per farmi restituire i miei ricordi, ad
interrogare ogni vampirucolo che si è messo sulla mia
strada... ho abbandonato Liz per non metterla in pericolo, l'ho
soggiogata facendole credere che andavo al college mentre lei
'combatteva il crimine', non l'ho protetta come avrei dovuto”
mormora strofinando la fronte con la mano fino ad arrossare la pelle.
“Tutto per trovare... questo coso senza senso!”
“Hai
avuto quel che volevi, il resto non ha importanza” mormora
radunando i fogli. “L'ho riletto attentamente, non c'è
mai stato un modo unico per uccidere un Anziano. Chi ha composto le
pagine si è occupato degli effetti delle sostanze chimiche e
fisiche sull'organismo, delle abitudini dei vampiri, dei territori di
caccia. Ci ha studiati, ha fatto la sua relazione ed è passato
ad altro.”
“Perché
succhiate il sangue alle vergini e come fate a capire che sono
vergini?”
“Le donne
sono più recettive alla nostra malia e in altri tempi le
ragazze non erano così disponibili, amore mio. Va da se che la
maggior parte di loro era vergine. Un caso. Niente di perverso.”
Amore mio?
“Dovresti stare più attento a come parli.”
Quell'uomo si muove come una scheggia impazzita provocando danni
incalcolabili. “Sai come sono le donne, le chiami amore mio
e loro pensano...”
“Caro, non è
cambiato niente. Io ti amo.”
Caroline inghiotte
mentre un grido di gioia le esplode nel cervello. “Mi hai fatto
venire qui solo per questo? Potevi dare il manoscritto a Phoebe.”
“L'ho fatto,
le ho ordinato di tradurtelo ma lei ha rifiutato. Leggere il sumero
la fa sentire vecchia.”
Caroline sbianca.
“Cosa... vuol dire che hai ordinato a Phoebe... anche lei... ma
quanti anni hai?” domanda con un filo di voce.
“Sono
maggiore di lei di una settimana. Non me lo perdona” ridacchia
sorvolando la domanda.
“Quanti?”
“E' così
importante?”
No, per niente!
“Direi... continuo a
crepare e non godermi la mia giovinezza, non puoi pretendere tanta
esperienza da me...”
Fantastica! Deve
fare uno sforzo per non mettersi a ridere.
“Hai un buon
odore per essere morto da mille e più anni. Sicuro che non
devo fare la riverenza quando ti incontro per strada?”
“Sicuro.
Così come sono certo che riuscirò a corrompere di nuovo
la più irreprensibile fanciulla del mio corso, prima o poi.”
Caroline
arrossisce virando al viola. Le torna in mente Luka. “Non sono
così irreprensibile come credi... anzi. Sono piena di
difetti...”
Dragan la guarda
con un 'e allora'? dipinto sul viso. Ma se lo dice ad alta
voce, la smonta.
“Stavo...
per... fare qualcosa che non avresti approvato, giorni fa...”
“Tipo
portarti a letto il tuo amico gay?” ridacchia un po' teso.
“Non lui.
Luka” bisbiglia e lo vede fissare un attimo il vuoto prima di
concentrarsi su di lei.
“Un bel
sospeso fra voi...” mormora. Sta cominciando ad agitarsi.
Caroline sente la
pelle gelare inspiegabilmente. “Credevo di averti perso, avevo
bisogno di parlare con qualcuno… lui è bravissimo a
sbatterti in faccia la verità.”
“E l'ha
fatto prima o dopo?”
Caroline sente un
tuono rompersi in lontananza. “Non è successo niente.”
Il tuono esplode
più vicino. L'aria è gelata. Caroline vorrebbe ingoiare
una colata di cemento. Certe verità non andrebbero mai
raccontate. “Grazie per avermi mostrato il libro...”
“Posso
proporti una partita di caccia?” domanda di punto in bianco.
Qualsiasi cosa pur
di uscire dal discorso. “Umani o animali?”
“Vampiri.”
Caroline lo guarda
con la fronte aggrottata. “Chi dobbiamo cacciare?”
“Tu”
afferma facendole rabbrividire. “Se hai qualche potere,
comincia a tirarlo fuori, perché non mi fermerò finché
non ti avrò preso.”
“E una volta
che mi avrai preso?” domanda con un filo di voce.
“Ti
sbranerò” promette abbassandosi su di lei. “Ti
priverò del sangue fino ad indebolirti, fino a quando non mi
lascerai entrare dentro di te.”
Ha il suono del
battito cardiaco nelle orecchie. È come la preda che messa di
fronte all'impossibilità di fuga, sceglie di subire
passivamente senza lottare. Quando un vampiro è spaventato,
attacca. Lei non ha alcuna reazione.
“Ti sei
preso tutto di me...” mormora distante anni luce da lui. Sta
facendo violenza su se stessa per parlare. “Non ti basta?”
Dragan si avvicina
e la sente quasi ansimare mentre il cuore batte in tutte le vene
superficiali. “I demoni ti tormentano ancora?”
“Non....
sì....”
“Lasciami
entrare, Caroline. Lasciami entrare qui” mormora sfiorandole il
seno, all'altezza del cuore. Caroline lo guarda, raggelata dal gesto
e dalla sua richiesta. Muove la labbra, le distende in una smorfia,
va nel pallone ma non sa come rispondere.
“Devi
fidarti di me, non avere paura...”
Ha la gola chiusa.
Non risponde e dopo qualche istante, assume un'espressione confusa e
nervosa. “La caccia è già cominciata?”
***
Il ramo si spezza
sotto il suo piede e Caroline si ferma acuendo l'udito per carpire
segnali del predatore. Ha uno scompenso cardiaco ed è
diventata puro istinto. Se si fosse nutrita, avrebbe potuto eluderlo
diventando nebbia. Ha provato ad arrampicarsi ed è caduta dopo
pochi metri. Si sono allontanati dalla città. Caroline correva
ma sapeva che era dietro di lei, la tallonava, il fiato sul collo. La
pineta è fitta e più si inoltra, più perde il
senso dell'orientamento e del tempo. La notte è nuvolosa ma
fresca. Lo vede comparire fra gli alberi, lo lascia avvicinare e
scappa nella direzione opposta. Non è una caccia, è
una danza di corteggiamento, pensa arrestandosi all'improvviso.
Dragan la travolge, l'afferra per la vita e la trascina lontano dalla
pozza gettandola a terra e restandole inginocchiato sopra. “Ti
fai desiderare.”
Caroline alza il
ginocchio di scatto, lo colpisce senza esitazione, gira su se stessa
e cerca di sgusciare via quando la blocca di nuovo impedendole di
muoversi. Aspira l'odore della terra umida, degli aghi caduti, sente
il peso del corpo sul suo e infila le dita nel terreno col
batticuore.
“Mi sto
annoiando” l'avverte sollevandosi e girandola verso di se. È
molto buio e non può vedere la sua espressione di piacere.
“Cercare di afferrare un gatto è più divertente.
Sei ancora troppo controllata.”
“Io sono
così!”
“No, non è
vero. Il tuo amico Damon l'aveva capito, il tuo potenziale. L'ho
visto a New Orleans, al Mardì Gras."
I ricordi tornano
come lampi violenti. I tamburi, la cerimonia voodoo, le danze
frenetiche. La pelle d'oca le attraversa il corpo, con uno scatto
muscolare sguscia via ricominciando a correre.
Dragan l'osserva
allontanarsi restando seduto a terra. Ha toccato qualche tasto. Come
si dice, non esistono donne frigide, esistono uomini incapaci di
accenderle.
Merda!
Caroline si ferma sentendosi una completa cretina. Ha corso così
tanto che non si è accorta di essere finita di nuovo sulla
spiaggia. Spiaggia. Mare. Piattume completo e nessun posto in cui
nascondersi. Era sconvolta, non ha pensato di tornare in città,
ha corso e basta... e ha finito l'ossigeno e le energie. Si accascia
sulle ginocchia sentendo il terreno sabbioso cedere e adattarsi alla
forma delle gambe.
“Mossa
sbagliata.”
Caroline apre gli
occhi e scatta verso l'acqua, la ferma quando ancora non ha raggiunto
i polpacci, perde l'equilibrio e finisce a terra.
“Ti
arrendi?”
“No!”
esclama divincolandosi e sferrando una manciata di sabbia che vola
verso il predatore. “Letale!” la prende in giro
stringendola fra le braccia. “Non hai perso il controllo in
tutte queste ore e sì che mi sono impegnato a fare il maschio
alfa...”
“Non sei
credibile” mormora guardando oltre la sua spalla. “Hai
vinto, posso tornare a casa?”
“No.”
“Ho fame,
sono stanca e voglio restare da sola!”
“No no, l'ho
visto cosa fai quando sei sola...”
Caroline avvampa e
se potesse lo prenderebbe a schiaffi. Ma in quella posizione, l'unica
cosa che può fare è sparargli una sequela di offese che
cessano appena le posa un dito sulle labbra. Caroline sente il cuore
esplodere e la bocca aprirsi.
“Chiedimi
scusa.”
“Per cosa?”
“Per la tua
insopportabile isteria.”
“No.”
Dragan la schizza
sul viso e Caroline volta la testa. Le è andata l'acqua nel
naso. “Ma quanti anni hai, dieci?”
“Anche meno,
a volte.” Le sposta i capelli dal collo e le accarezza la cute.
E' un gesto tenero ma Caroline sente l'agitazione tranciarle il
respiro. L'ha 'presa' la prima volta che l'ha visto. “Voglio
bere il tuo sangue” mormora, battendo le ciglia sorpresa dalla
sua stessa richiesta. “Voglio conoscere tutto di te.”
Dragan annuisce e
si lascia mordere. E' piuttosto delicata e le labbra sul collo lo
eccitano da morire.
Caroline intravede
quello che già sa con qualcosa in più. “Hai un
figlio...”
Il corpo si
irrigidisce ma i lineamenti sono ancora ammorbiditi dall'eccitazione.
“Avevo. E' morta quando ero ancora vivo.”
Era una bambina.
“Non ne hai avuto altri?”
“Non ho
fatto in tempo” borbotta dispiaciuto. “Fra tutto quello
che potevi sbirciare...”
Caroline è
sinceramente colpita dalla sua reazione. Non può capire cosa
si prova a perdere un figlio ma ricorda bene la disperazione di Liz.
Dragan scuote la
testa più per liberarsi della sabbia che per le sue parole.
“Vieni qui” mormora indicando il cerchio formato dalle
gambe.
Caroline gli da le
spalle mentre le passa le dita nei capelli.
“Ero sempre
in mare, non la vedevo mai... non giocavo mai con lei... mi temeva.”
La solita legge
del contrappasso. Le loro qualità rispecchiano le mancanze
della precedente vita. “Però adesso hai un grande
successo con le ragazze.”
“Già”
borbotta fermando il movimento. “Non è la stessa
cosa...”
“Ti manca?”
“Sì.”
Caroline lo fissa
con una strana espressione sul volto. “Hai mai pensato di
adottarne uno?”
“No, mi
limito a staccare qualche assegno a 'Save the Children'”
E' amaro e le fa
male il cuore vederlo così. “Perché sei un
vampiro?”
“Ti sembra
una ragione trascurabile?” domanda con espressione sofferente.
“Torniamo a casa.”
Caroline si rialza
strofinando via la sabbia dalle ginocchia. “Mi accompagni ad un
matrimonio fra due mesi?”
“Certo”
mormora allargando il braccio. Caroline lo guarda sospettosa, non
dice nulla e si infila fra le sue braccia.
Due
mesi dopo
Non attira
l'attenzione. No. Finora è stata solo l'americana solitaria,
ora è l'americana stramba. “Permesso, permesso....
scusate!” Caroline scivola fra la folla intimorita, la
sorpassa, alza il mento e si lancia contro la cattedra. “Posso
essere interrogata per prima?” domanda con la voce ferma.
Conoscendo i suoi compagni, sono più che lieti di farle aprire
le danze.
“Rispetta il
tuo turno, Forbes” Dragan alza gli occhi dalla lista degli
esaminandi, scorre l'abito che indossa, l'acconciatura elegante e da
un'occhiata al calendario. “Non è carnevale.”
“La mia
migliore amica si sposa col fratello del mio migliore amico. Devo
andare al loro matrimonio e ho bisogno di essere interrogata prima di
tutti” mormora consapevole di essere piuttosto ridicola vestita
a quel modo in mezzo ad un branco di studenti in tenuta anti caldo.
C'è poca aria condizionata, la dentro.
“Siediti.”
“Rimango in
piedi.”
“Siediti!”
ordina alzando la voce e Caroline si schianta a sedere non per paura
ma per farla breve.
“Hai passato
l'esame di statistica?”
“Venti
minuti fa” ammette porgendogli il libretto.
Due esami nello
stesso giorno? Ha fatto la chiusa, come dicono i suoi
studenti. “Mi fai caldo solo a guardarti...” mormora
aprendo il libro davanti a se. “Comincia con un argomento a
piacere...”
***
“Grazie.”
Caroline gli strappa il libretto di mano, lo ficca nella borsetta e
sta per fuggire in una nuvola di seta azzurra, quando un ringhio di
indignazione le fa alzare lo sguardo sul suo professore.
“Non l'ho
firmato!” sibila allungando la mano.
“Oh!”
sussulta sentendo frecciate d'odio dai suoi compagni. L'ha messo di
malumore e loro ne pagheranno le conseguenze.
Dragan le lancia
un'occhiataccia mentre firma con uno svolazzo il libretto. “A
che ora si sposano?”
“Alle 16.
Bocciali tutti e sbrigati” sussurra a un livello di voce che
può udire solo lui.
“Togliti
dalla mia vista, Forbes” sospira e la segue con lo sguardo
mentre si allontana. “Il prossimo.”
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