CAPITOLO
2. Il viaggio
-..E
poi come è andata?
Era
estenuante sentire Nadia che mi
chiedeva dettagli mentre avevo ancora addosso il malumore della notte
prima.
-E
poi abbiamo fatto l'amore -tagliai
corto
-Grazie,
fin lì c'ero arrivata.. ma
come è andata? -ripeté
petulante
-Già,
dicci un po' come se la cava Mr.
Figo
Perfetto,
ci si metteva pure quel
cretino di Mirko (e per giunta con aria decisamente strafottente) a
rincarare la dose! Avrei dovuto fare più attenzione nello
scegliermi
le amicizie.
Eravamo
tutti e tre nell'atrio
dell'università ad aspettare che iniziassero le
consuetudinarie
lezioni; Riccardo non era ancora arrivato.
-Normale
-risposi, sperando invano di
cavarmela così.
Nadia
e Mirko si scoccarono uno sguardo
scettico.
-Fremevi
all'idea, e avevi giurato di
raccontarmi tutto -mi ricordò Nadia -perché
adesso fai la
misteriosa?
-Forse
era poco dotato -fece Mirko in
un sussurro del tutto udibile che fece scoppiare a ridere Nadia
-Poverino, fortunatamente io non ho di questi problemi..
-NON
era assolutamente poco dotato
-risposi ad alta voce e facendo giare parecchie teste lì
intorno -è
solo che.. nsonvta
-Eh??
-chiesero i due in coro
Sbuffai
rassegnandomi. Che impiccioni!
-Non sono venuta -ripetei a voce più bassa
Nadia
spalancò la bocca e Mirko
scoppiò in una fragorosa risata
-Complimenti
a Mr.Figo! -esclamò
-Può
succedere -replicai con stizza
-Va
be' ma le coccole dopo l'amore?
-chiese la carinissima e dolce Nadia che in quel momento avrei
volentieri strozzato e trucidato senza pietà -Quelle saranno
andate
meglio, spero..
-Se
ne è andato -risposi a mezza bocca
-doveva tornare a casa
Nadia
deglutì e Mirko smise di ridere.
-Oh,
ma che volete?! -sbottai -Mica
potevo legarlo!
-Magari
gli sarebbe piaciuto..
Tirai
un cazzotto tutt'altro che
leggero sulla spalla di Mirko in risposta alla sua allusione per
niente velata.
-No,
infatti non potevi.. -fece Nadia,
sempre con quell'espressione di sconcerto -Solo che.. cavolo..
-Ti
ha trattata in modo squallido e non
sa neanche usare l'arnese in modo decente: che cavolo ci fai con uno
così? -ripartì Mirko, ma stavolta senza la minima
traccia di
ironia.
-Non
lo conoscete, non potete giudicare
-replicai -è stato carino per tutta la sera, non
è colpa sua se
doveva tornare a casa
-21
anni ed è ancora attaccato alle
gonnelle di mamma.. wow! -commentò ancora lui
-Eccolo!
-esclamai a un tratto, vedendo
la sua auto fermarsi in un parcheggio là vicino -Ora vedrete
-gongolai soddisfatta
I
due si scambiarono un altro sguardo,
ma non me ne curai, perché Riccardo stava venendo verso di
me con il
suo solito sorriso magnifico e perfetto.
-Hey
-mi salutò per poi attirarmi a sé
e baciarmi con passione, mentre con le mani mi stringeva i fianchi.
Io ricambiai con altrettanta passione, e quando mi lasciò
andare gli
sorrisi
-Come
va? Senti scusa, devo scappare ho
lezione fra cinque minuti -disse senza neanche darmi il tempo di
rispondere alla domanda; il mio sorriso s'incrinò
leggermente -Ci
vediamo a pranzo?
-Sì..
certo -risposi, ma era già
sparito.
Sentivo
quattro occhi puntati sulla mia
schiena -Non. Una. Parola. -dissi a Mirko e a Nadia senza voltarmi,
per poi raggiungere l'aula.
Così
non funziona.
Non
potevo negarlo. Stavo lì con il
piatto già svuotato davanti, mentre Riccardo parlava del
torneo di
rugby con i suoi due amici, tutti e due grandi e grossi come lui, Ale
quello castano e Yan quello bruno.. o forse il contrario, ma non mi
importava molto.
Avevo
cercato di inserirmi nella
conversazione, il rugby mi piaceva anche se non quanto kick boxing,
lo sport che praticavo sin dal liceo; ma tutte le mie domande non
avevano ricevuto risposta e i miei commenti erano stati ignorati.
Qualche
tavolo più in là invece,
vedevo Mirko e Nadia conversare vivacemente e sciogliersi molto
frequentemente in sonore risate. Dovevo considerarmi anormale
desiderando segretamente di essere seduta là con loro invece
che con
tre rugbisti palestrati?
Forse
no, data la situazione.
Avevo
deciso, stavo per alzarmi e
andarmene: ragazzo dei miei sogni quanto ti pare, ma poi, se oltre ai
miei film mentali non succedeva niente, arrivederci e grazie.
Proprio
in quel momento però Riccardo
posò la mano sulla mia.
-Tutto
bene? -mi chiese sottovoce e
solo allora mi accorsi che Ale e Yan stavano ancora discutendo
Risposi
con una specie di smorfia, che
lui interpretò bene.
-Scusa,
mi sono fatto prendere dal
discorso -disse accarezzandomi il dorso della mano con i polpastrelli
-Ti va di fare due passi fuori, solo io e te?
Ragazzo
dei mie sogni: +1
Incazzatura:
-10
-Perché
no? -acconsentii di buon grado
Lui
sorrise e si alzò porgendomi la
mano: eccolo, il Riccardo che mi piaceva tanto.
La
presi e, mentre ci allontanavamo
senza che i suoi amici nemmeno se ne fossero accorti, mi voltai verso
Nadia e Mirko che non stavano più parlando tra loro ma che
ci
guardavano, lei speranzosa e lui piuttosto riluttante.
Mentre
passeggiavamo nel cortile, mi
cinse le spalle con un braccio e io mi appoggiai contro il suo
fianco.
-Mi
è piaciuto stare con te te l'altra
sera -mi disse scoccandomi un bacio sulle labbra subito dopo -Ti va
di rifarlo?
E
c'era da chiederlo?
-Certo
-risposi -ma questa volta il
posto lo scelgo io -aggiunsi, per niente felice all'idea di
strizzarmi di nuovo in quel vestito troppo elegante per i miei gusti.
-E
dove ti piacerebbe andare? -mi
chiese
-Mmm..
-finsi di pensarci su mentre mi
fermavo davanti a lui e cominciavo a far scorrere lentamente le dita
sul suo torace -che ne dici di quel posticino carino vicino a casa
mia? Così ceniamo e poi... possiamo gustarci il dessert da
me -dissi
con un tono di voce che lasciava trasparire chiaramente il doppio
senso della frase.
Lui
mi accarezzò la vita, risalendo
quasi fino a sfiorare i seni; le sue labbra erano vicinissime alle
mie quando mi sussurrò -Perché non saltiamo la
cena e passiamo
subito al dolce?
Eh
no, non potevo concedermi in quel
modo!
-E
dove sarebbe la parte migliore?
-chiesi sfiorando con un dito il suo labbro inferiore -quella
dell'attesa, quando tutto può succedere..
-Quando
non immagini nemmeno cosa mi
passa per la testa vedendoti e non potendoti toccare -mi corresse per
poi scostare il mio dito e baciarmi con un certo trasporto, mentre i
nostri corpi aderivano completamente -Ma se ti fa così
piacere farmi
impazzire, va bene
Io
risposi con un'espressione furbetta,
mordicchiandomi un labbro. Quella sera avremmo fatto l'amore come si
deve.
-Passi
a prendermi alle otto?
°°°
-Andate
a pagina 365; come vedete la
funzione, è..
-Hey?
Distolsi
lo sguardo dal professore che
spiegava, e mi girai verso Nadia, nel posto accanto al mio che
cercava di attirare la mia attenzione
-Che
c'è? -le chiesi
-Sei
taciturna oggi. Che succede?
-Sto
cercando di seguire
-Come
no -rispose scettica ammiccando
al mio foglio pieno di scarabocchi e disegnini anziché di
appunti.
Be' ho detto che stavo cercando di seguire, non che
ci stavo
riuscendo ..e come avrei potuto con tutti i pensieri che mi portavano
inesorabilmente e copiosamente nella stessa direzione?
-C'entra
la misteriosa seconda serata
con Riccardo?
-Perché
misteriosa? -evitai di
rispondere
-Perché
è stato una settimana fa, se
non sbaglio, e non sono riuscita a cavarti di bocca nemmeno un
piccolo riferimento
E
ti credo: ero andata avanti tutta la
settimana evitando domande sue, di Mirko o di chiunque altro.
-E
cosa ti fa credere che ci riuscirai
oggi? -ormai ero bravissima
-Perché
mi sono rotta le scatole di
questo tuo giochetto e del tuo continuo malumore. Rispondi: cosa
c'è
che non va con Riccardo?
Ok,
forse non ero così brava come
credevo.
Sospirai
rassegnata lanciando
un'occhiata furtiva al professore. In fondo se non a Nadia a chi
potevo parlarne? -Non è andata.. benissimo
-Cioè?
-Shhhhht!
-fece una ragazza qualche
fila più avanti, voltandosi a guardarci male; le risposi con
una
linguaccia, stile bambina di due anni.
Anche
Mirko, seduto vicino a Jason, il
bassista del loro gruppo, si voltò incuriosito verso di noi,
ma la
mia attenzione era rivolta a Nadia.
-Cioè
-risposi, a voce più bassa- a
cena è stato carino come al solito e voleva pagare anche la
mia
parte ma gliel'ho impedito. Poi però.. -sbuffai -come
l'altra volta
-Che
vuol dire come l'altra volta?
Ok,
se fossi stata con Mirko a questo
punto mi sarebbero saltati i nervi, perché lui avrebbe
sicuramente
cominciato a prendere in giro sia me che “Mr.
Figo”, ma anche
Nadia non scherzava: possibile che mi dovesse proprio far dire tutto
senza arrivarci da sola?!
-Non
sono venuta. Di nuovo.
-Oh.
Alleluia.
Corrugò
le sopracciglia -Ma è davvero
così svelto?
Sbuffai
-Non.. non voglio parlare di
questa cosa. Ma più del fatto che usciamo solo quando vuole
lui. Per
esempio giovedì gli avevo chiesto di venire da me.. ma aveva
da
fare. Allora gliel'ho richiesto venerdì, ma aveva da fare
anche
quella sera
-E
non ti ha detto cosa aveva da fare?
-Devi
proprio sottolinearlo?
-Scusa
-No,
scusa te -mi massaggiai una tempia
-Sono isterica e non è nemmeno il periodo del ciclo! Che
bella
fregatura, eh?
Nadia
soffocò una risata, mentre
l'ultima lezione del pomeriggio finiva e il prof si congedava.
Uscimmo
in cortile e ci salutammo.
-Se
vuoi posso venire da te -si offrì,
premurosa come sempre
-No,
grazie Nadia -risposi riconoscente
-Oggi mordo, è meglio non starmi intorno
-Come
ti pare.. ma se vuoi compagnia,
chiama
-Va
bene
La
guardai allontanarsi, fino a quando
sobbalzai a causa di una voce alle mie spalle
-Hey!
-Che
diavolo..?! -esclamai per poi
voltarmi -Mirko! -e chi poteva essere?
-Tutto
ok?
-Prima
che mi spaventassi a morte sì
-risposi con una certa acidità
-A
cosa stavi pensando?
-Niente
-mentii ma, ovviamente, a Mirko
non la davo a bere.
Mi
guardò storto, poi finse di
guardarsi in giro per un po' -Dov'è Mr. Figo?
Se
fossi stata una tigre gli avrei
ringhiato contro -Ma volete lasciarmi un po' in pace con questa mania
di Riccardo?! -sbottai
-Ok,
ho centrato il nocciolo della
questione
-Non
ci voleva un genio -ribattei con
una faccia da schiaffi, poi distolsi lo sguardo, sperando di
impedirgli così di leggermi tutto l'amaro che avevo dentro.
Lui
rimase in silenzio, e dopo qualche
secondo la cosa cominciò a preoccuparmi.
-Ce
l'hai una giacca pesante? -mi
chiese a un tratto.
-Cosa?
-Una
giacca pesante -ripeté, paziente
-ti voglio portare in un posto, ma fa più freddo di qua. Ce
l'hai?
-Emh..
sì, a casa -risposi colta alla
sprovvista
-Perfetto
-commentò avviandosi
-Ma..
cos'hai in mente? -gli chiesi
seguendolo
Lui
scrollò le spalle -Hai bisogno di
distrarti, e io ti aiuto a farlo.
-E
ci vuole una giacca pesante per
farlo?
-E
un biglietto del treno -aggiunse -lo
facciamo sul momento, non ti preoccupare
-Ok,
non ci sto capendo niente
-Non
importa
I
miei nervi tesi si agitarono
pericolosamente, ma non arrivarono al punto di rottura: se da un lato
sottostare ai malefici e sconosciuti piani di Mirko mi irritava,
dall'altra parte mi incuriosiva. Dove mi stava portando?
-Potrei
sapere almeno dove siamo
diretti?
-A
casa tua a prendere la giacca
-Sì,
ma dopo?
Sorrise,
enigmatico -Credi davvero che
te lo direi?
O
mi impuntavo fino a fargli sputare il
rospo o mi rassegnavo a seguirlo; optai per la seconda, senza
però
risparmiarmi di assillarlo per tutto il tempo cercando di scoprire la
nostra destinazione ignota.
Non
cedette per tutto il tragitto fino
alla stazione e non sembrava nemmeno infastidito dalla mia
insistenza; sembrava si stesse.. divertendo.
Mi
chiese un tot di euro, tirandone
fuori a sua volta la stessa cifra e poi andò da solo a fare
i
biglietti; timbrò anche il mio senza mai lasciarmi spiare la
destinazione.
Quando
fummo sul binario e ci fu
l'annuncio d'arrivo del nostro treno, appresi che eravamo diretti
verso nord.
-Ma
non me lo vuoi proprio dire?
-tentai ancora un volta quando ci fummo seduti, cercando di
sottolineare quanto fosse crudele da parte sua tenermi all'oscuro.
-No
-rispose tranquillo, più a suo
agio che mai. Si sistemò meglio sul morbido sedile imbottito
e
lanciò uno sguardo fuori dal finestrino -Si parte
-annunciò -Ti va
di giocare a UNO?
-Come?
Lui
mi rispose tirando fuori il mazzo
di carte.
Giocare
a UNO era il nostro passatempo
per eccellenza quando ci aspettavano viaggi del genere. Da ogni
camposcuola ad ogni vacanza con gli amici, durante il viaggio era
d'obbligo per noi fare almeno una partita.
Sentii
dipingersi un sorriso sul mio
volto -Come ai vecchi tempi
-Quali
vecchi? -mi chiese accigliato
cominciando a mescolare -Sono attualissimi e sempre lo saranno
-Ok!
Eravamo
5 a 3 per me (con sua grande
disperazione) quando mi disse che dovevamo scendere. Non avevo
nemmeno fatto caso all'annuncio appena passato così, appena
fummo
scesi, mi affrettai a leggere su un cartello: Milano centro.
-Ta-daaa
-fece lui con un mezzo sorriso
-Milano
-ripetei più a me stessa che a
lui -è dove sei cresciuto
Mirko
aveva una storia abbastanza
incasinata alle spalle, di cui non parlava molto nemmeno con me.
Sapevo solo che qualche anno dopo la nascita di Nick, il padre li
aveva abbandonati e la madre si era trasferita con loro in un'altra
città (quella dove tutt'ora vivevano).
Strano
che avesse deciso di portarmi
proprio lì.. da quel che avevo capito, l'infanzia non era
stata un
bel periodo per lui.
-Già:
Milano -rispose con uno sguardo
imperscrutabile -Andiamo? -chiese poi più allegro,
sorpassandomi e
dirigendosi verso l'uscita mentre il treno ripartiva
-Ma
dove? -gli chiesi seguendolo
-Ti
farò vedere che questa non è la
città squallida che tu pensi.
In
effetti non avevo mai parlato bene
di quella città. Il punto è che c'ero stata solo
una volta con i
miei da piccola, ed era stata la vacanza più brutta della
mia vita;
ma forse avevano giocato tanto anche il fatto che allora ero piccola
e lagnosa e che non aveva smesso un attimo di piovere.
Quel
giorno invece c'era un bel sole,
anche se faceva piuttosto freddo (ecco perché la giacca
pesante!).
-Il
Duomo l'ho già visto -informai
-Chi
ha parlato del Duomo? -rispose,
poi controllò l'orario -Abbiamo qualche oretta.. il treno di
ritorno
parte alle undici e mezzo -disse poi tirando fuori i biglietti di
prima che, evidentemente, erano andata-ritorno.
-Ok
-risposi -e che facciamo in tutto
questo tempo?
-Come
sei scettica -mi rimproverò
-vedrai -e, inaspettatamente, prese una viuzza sulla sinistra appena
usciti dalla stazione.
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Rieccomi
qua :)
Che
ve ne è sembrato di questo
capitolo??
Mirko,
da bravo amico, cerca di tirare
su Ludovica, decisamente a terra per colpa di Riccardo, e lo fa a
modo suo con un viaggio a Milano, la sua città natale.
Ovviamente
io non ho niente contro
questa città, mentre a Ludovica non piace molto..
riuscirà Mirko a
farle cambiare idea? E come?
Spero
di avervi messo una pulce
nell'orecchio con questa storia del passato di Mirko.. vedrete che
è
più complicato di quanto sembri! ;)
Grazie
a kia_85 e Alessionix per aver
inserito la storia fra le preferite e grazie a EleanoRigby, _bea_,
_Scarlet, epril68 e Marti_18 per averla inserita fra le seguite :D
Un
bacione a tutte, al prossimo
capitolo!
Ps:
mi ero scordata di dirvi che
rispondo alle recensioni con messaggi privati! Ciaociao!
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