Monsters

di Rota
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Ombra, appena finisce la luce. 
Il confine è netto, e delineato da una riga continua di colore nero. Non ci sarebbe l’una se non assieme all’altra, e dove si crea equilibrio non turba nulla. Brilla ogni cosa, accarezzata dalle lunghe mani del Sole. 
Almeno, finché non esiste la colpa, che rende la coscienza grave e ogni sicurezza un sorriso tirato a forza. 
Ché il Giorno è Giustizia: non ci si può nascondere, non si può scappare. 
Ché la Notte è Ingiustizia: ci si può nascondere tutto – anche chi o cosa la Giustizia la ritiene propria e sovverte ogni regola accettata. 
Gli occhi si guardano attorno, senza scorgere però in un mondo di nero dove sta il giusto e l’ingiusto. 
Pare tutto sbagliato, anche il grido di terrore dell’assassino che viene trascinato via, da qualche parte indefinita. Pietà e paura si mescolano, quando scompare tutto.
Allora preghi semplicemente che il BauBau si ricordi di quanto sei stato bravo durante il giorno, ad aiutare la mamma, e dimentichi la scorpacciata che hai fatto nello sgabuzzino di marmellata. 
Chiudi gli occhi, aspettando il sonno. 

“Io sono l’ombra che di notte va – semino il panico in città”




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