Elrohir
Mi attacco al campanello e continuo a premere finchè la
porta non si apre.
Uno spettinato Gabriele mi scruta truce. –Elia.- sospira
–Avrei dovuto aspettarmelo.
In effetti, avrebbe dovuto. Solo io suono in quel modo…
anche perché so per esperienza che il mio adorabile angelo non si schioderebbe
dal letto, non fosse per ragioni urgenti.
Ben inteso, le ragioni urgenti non consistono nel fatto che
io stia davanti a casa sua, quanto piuttosto nel trillare del campanello che gli perfora i timpani.
Comunque, mi fa entrare.
-A cosa devo l’onore?- chiede.
-Ga, è successo, è il momento e io non so che cazzo fare… ho
paura, sono in ansia, dio mancano solo due ore, ho paura e… te l’ho già detto
che ho paura?
Lui si lascia cadere sul divano. Sospira di nuovo –non so
perché, ma quando Gabriele è con me sembra avere bisogno di una quantità di
ossigeno stratosferica. Poi risponde. –Sì. Quel che non mi hai detto è cosa
è successo di tanto incredibile.
-Non puoi immaginarlo?
-Dunque, conoscendoti potrebbe essere qualunque cosa… che
so, ti hanno proposto di andare sulla luna per spolverare la bandiera
americana, o magari a sondare la fossa delle Marianne, sarebbe più nel tuo
stile, oppure… una banda di alieni è piombata in casa tua e ammaliata dal tuo
fascino ha deciso di portarti via su Plutone, o ancora…
-Ga dacci un taglio, parlo sul serio io…
-E io no? Forse non ti rendi conto, El, che l’ultima volta
che sei piombato qui mi hai annunciato trafelato che avevi trovato il tuo
fratello gemello, che questo non era umano e che quindi neanche tu lo eri, che
siete entrambi elfi e che presto partirete per tornare sul vostro Mondo, o come
diavolo lo chiamate, Asta….
-Arda- lo correggo, sedendomi nervoso.
-Ecco, sì, appunto, Arda… quindi scusami tanto, ma non ho la
più vaga idea di cosa sia potuto succederti di così straordinario…
Cazzo. Gabri ha ragione, ne ho passate di incredibili in
queste ultime settimane, e lui è l’unico che sappia tutto, l’unico a cui abbia
parlato, rovesciando quel grumo di incertezze e dubbi e paure che minacciava di
strozzarmi, l’unico che conosca tutti i miei incubi, l’unico che conosca tutti
i miei sogni, l’unico che sappia della lenta cantilena dello specchio, l’unico
che sappia la velocità cui batte il mio cuore, l’unico che mi abbia tenuto la
fronte mentre vomitavo nella tazza del suo cesso la prima notte che mi sono
ubriacato, l’unico che… l’unico.
Il mio angelo. Mio. Angelo. Gabriele.
Così, respiro e mi decido a spiegargli. Scelgo una frase
brillante e intuitiva per presentargli l’accaduto. –Oggi ho giocato a basket.
Dio, ma da dove mi escono? Gabri mi guarda con un
sopracciglio alzato, gli trema un labbro, si sta sforzando di non ridere.
–Davvero incredibile, sono sconvolto…
-No, non hai capito. Ho giocato e… ho perso.- tento di
precisare. Lui fa una faccia scettica, poi ironica –Una tragedia terribile, lo
giuro, mi addolora immensamente… ora posso tornare a dormire?- chiede, ma non
si muove. Sa benissimo che non è tutto qui, il mio angelo. E sa anche che sono
davvero sconvolto, se dico ste cazzate.
-C’era anche Andrea.
Gabri spalanca gli occhi e si mette più comodo. Tiro un
sospiro di sollievo. Vedo le rotelline girare sotto i suoi riccioli biondi da
cherubino, sta cominciando a intuire.
-Cosa ha fatto di nuovo?
-Bè, mi ha sfidato… mi ha sfidato e io ho perso. Così adesso
devo pagare.
-Eh…?
Mi mordo il labbro, non lo guardo. La mente mi torna a
questa mattina.
//Andrea in mezzo all’asfalto, i capelli castani spettinati,
quegli occhi nocciola brillanti. Mentre mi guarda. Mentre mi spoglia lentamente
con gli occhi. Divorandomi.
Merda, è così eccitante stare davanti a lui, facendo finta
di non accorgermene, fingendo di ignorarlo… fino a quando non lo sento
stancarsi, e pretendere la mia attenzione.
Nel suo solito modo sbruffone e buffone, da pagliaccio malizioso.
–Ehi, occhi grigi, un sorriso non me lo regali?
Mi volto, l’aria distaccata e fredda. –Perché dovrei,
Andrea?
Mi si avvicina. –Dai, Elia, fai il bravo…
Mi prende il viso tra le mani, e le sue dita sono
sorprendentemente dolci, carezzevoli. Pollice e indice intorno al mento, mi
alza la faccia per costringermi a guardarlo. Intanto, mi solletica la gola.
Ridacchio, e lui sorride avvicinandosi ancora di più –Il mio micino che fa le
fusa…
Mi scosto, imbarazzato perché gli altri ci fissano. Ma
Andrea non è tipo da fermarsi davanti agli sguardi indiscreti. Il suo viso
brilla mentre la stretta sul mio braccio diventa sbrigativa e cameratesca, da
compagno di strada. –Ehi, occhi grigi, che ne dici di una piccola sfida?
Scrollo le spalle. –Vuoi perdere Andrea?
-A dire il vero preferirei vincere… ma dipende tutto da quel
che scommettiamo.
-Scommessa?- chiedo, arcuando un sopracciglio. Lui ride.
–Che sfida è senza? Allora, sei pronto? Dimmi cosa vuoi che faccio se perdo.
-Così su due piedi non lo so… facciamo che lo decido sul
momento, ok?
Lui scrolla le spalle. –Per me… ma io so benissimo cosa
chiedere a te, occhi grigi.
Tace, e mi fissa. Con quel suo sguardo ardente. Mi sento a
disagio. –Bè, sarebbe?
Lui sorride divertito, si china su di me, sul mio orecchio.
–Non lo immagini? Una tua notte, dolcezza.
Mi tiro indietro di scatto, tutti hanno sentito. E tutti
aspettano la mia reazione. Rido nervoso, poi faccio un cenno con la mano. –Non
ti pare di esagerare, Andrea?
-Paura di perdere?- domanda serafico il mio amico.
È una sfida, dice una vocetta dentro di me. È una sfida, e
tu non puoi lasciarla cadere.
-Figurarsi!- rispondo veloce, e afferro la sua mano a
mezz’aria. –Ma sappi che quando sarà il momento non avrò pietà.
-Neanche io.- promette Andrea, accarezzandomi con lo
sguardo.//
-Cazzo!- esclama Gabri, passandosi una mano tra i capelli.
–Ne ha di fegato il ragazzo! E tu sei riuscito a perdere proprio oggi? Mica
l’avrai fatto apposta, vero?
-Ma ti sei rincoglionito? È solo che hanno obbligato anche
Elladan a giocare, e lui non aveva mai visto un pallone… poi un po’
l’agitazione per lui, un po’ per Andrea… non è facile giocare bene quando uno
ti guarda come se volesse trascinarti nel primo angolo e…
-Così Andrea ci è finalmente riuscito…- mormora pensieroso
Gabri –E tu?
-Io cosa?- mento.
-Eddai El che hai capito benissimo. Lui ti piace, si vede
lontano un miglio… e sai benissimo che Andrea tiene troppo a te per forzarti in
qualunque modo. La scommessa era solo uno scherzo, un modo per metterti un po’
in imbarazzo…
Mi alzo in piedi. –Ti faccio sapere domani. Per ora… per ora
so solo che ho il cuore che sembra esplodere, e i brividi su tutta la schiena.
-Si chiama eccitazione, El- sento ribattere Gabri, mentre io
mi chiudo la porta alle spalle.
resto fermo un attimo, a riflettere su quelle sue ultime
parole.
Ma poi, cosa rifletto a fare? Lo so benissimo cosa provo.
Lo so benissimo cosa voglio.
Andrea.
Rumil
-Posso entrare?- chiede Legolas, esitando sulla soglia. Io
gli sorrido, gli faccio cenno di avanzare.
Sembra pentito il principino… un cucciolo bastonato… sono
stato troppo duro con lui, prima?
…
…
Naaa. Se lo meritava, quel bimbo viziato. Deve imparare che
non sono tutti pronti, disponibili, dei pupazzi da prendere e usare. Deve
imparare a controllare il suo senso di proprietà, deve imparare che può essere
principe quanto vuole, e anche re e imperatore, ma le persone non può
controllarle. Non può possederle.
Non può possedere me.
E se nessuno si è premurato di insegnargli questa lezione,
bene, lo farò io. Non ci sono problemi, davvero, sono abituato a trattare con i
ragazzini. E stia tranquillo, Sire, non succederà niente al suo bambino.
Dovrebbe conoscerlo, ormai, il suo pargoletto.
Se qualcuno uscirà malconcio da questo scontro, stia pur
certo che quel qualcuno sarò io.
Già adesso mi sembra di sentire il cuore spezzarsi, mentre
lo guardo camminare, con quella sua insopportabile grazia sovrannaturale, e
quegli odiosi capelli di sole…
Irmo come erano dolci le sue labbra, prima, mio signore di
sogno, come avrei voluto potermi sciogliere nella sua stretta.
Perché hai creato esseri come loro, mio valar dagli occhi di
mithril? Non lo capirò mai.
Gli Eldar sono una razza splendente, che bisogno c’era di
creare tali… tali turbamenti.
I gemelli peredhel (come sarà strano d’ora in poi abituarsi
a parlare di due mezz’elfi al posto che uno), il Thranduilion, la bella Luthien
ormai nel vento… Idril della Citta Nascosta.
Non è naturale che una sola creatura porti in volto tanta
bellezza. È pericoloso, per loro stessi.
Davvero, mio signore…
-Rumil che stai facendo?
Questo poi oltre che essere innaturalmente bello, è anche
innaturalmente cretino…
-Ru, sei ancora arrabbiato?
Sospiro. –No. Non lo sono mai stato, Lass. Ma… avevo bisogno
di un po’ di tempo per me. Non sono abituato a vivere a lungo gomito a gomito
con altri.
-Con me, vorrai dire.- mi corregge. Io sogghigno e mi sporgo
a spettinargli i capelli. Sembra davvero un bimbo rimproverato, è troppo dolce.
Merda. Lo sto facendo di nuovo. Mi sto lasciando intenerire.
Bisogna correre ai ripari… urge un po’ di ironia.
-Dai Lass… non sei poi così male. Devo ammettere che
all’inizio ti credevo un idiota completo, senza il minimo senso dell’umorismo.
-Ah grazie…
-Adesso mi sono ricreduto, però.- mi sorride, soddisfatto.
–Adesso so che sei un idiota completo, ma devo ammettere che hai un buon
senso dell’umorismo, anche se piuttosto perverso…
Mi lancia un cuscino in faccia. Poi mi si siede in grembo,
per meglio tenermi inchiodato al divano. Ansimo, sotto il cuscino che mi
soffoca. Lui preme ancora un po’, poi rilascia la presa. Ma non si sposa.
Invece, con aria indifferente mi sposta un ricciolo, dicendo –E i gemelli? Non
sono ancora tornati?
Scuoto la testa, rilassandomi. Pesa quanto una piuma. In
fondo, non è sgradevole tenerlo in braccio…
-Dì, Ru, l’hai visto il tipo che ha invitato El a giocare?
-Uh-uh.
-Hai visto come guardava Elrohir?
Ridacchio –Sembrava volesse mangiarselo… ma il nostro
cuginetto non mi pareva particolarmente preoccupato dalla cosa. Anzi, direi
che…
-Sì anche a me ha dato la stessa impressione. Mi chiedo El
cosa…
Si blocca. Anche io. Improvvisamente il ritardo dei gemelli
ci pare qualcosa di piuttosto sinistro.
Guardo fuori dalla finestra. È sera, la luce sta calando.
Incrocio lo sguardo di Legolas, è impallidito. –No, Ru… non
mi dire che….-sussurra.
Vorrei poterlo rassicurare. Ma conosco il mio narmomelindo,
e so quanto geloso può essere, se si impegna.
Posso solo pregare che non faccia niente di
irrimediabilmente idiota.
Elladan
Scivolo nelle ombre, entro nel parco. Il campo è buio, la
notte cola sull’asfalto disegnando profili di rami. I lampioni illuminano tutto
di una luce spettrale.
Lui è lì. Il bastardo.
Lo avvicino, lui alza la testa e mi sorride.
Mi ha scambiato per mio fratello, lo so. E so anche cosa
fare.
Si alza in piedi, mi passa un braccio intorno alla vita.
Mi costringo a restare fermo, mentre mi lecca l’orecchio
e sussurra –Allora dolcezza, sei pronto per…
A questo punto lo spingo contro il muro, e lui sobbalza
sorpreso. Io poso la lama del mio coltello di mithril, coltello di Lothlorien e
di cielo, contro la sua gola, sulla vena pulsante.
-Ti consiglio di stare lontano da mio fratello, stronzo.
Hai capito?
Lui annuisce, e io sorrido mettendo a posto il pugnale.
Oppure le cose non vanno così bene e lui combatte, si
ribella, così io lo sgozzo e lo lascio a bagno nel suo sangue, dopodiché vado a
recuperare mio fratello, che mi ringrazia per averlo liberato dal suo
persecutore, e ce ne andiamo insieme a casa.
Le varie fantasie cruente scorrono nella mia mente di
vendicatore mentre raggiungo il parco.
Spero di arrivare prima di Roh, altrimenti potrebbero
esserci complicazioni.
Sorrido, quando scorgo la sagoma seduta. Lui è solo.
Vorrei uscire dall’ombra, ma qualcosa me lo impedisce.
La luna brilla alta e calda sulla scena che si apre davanti
ai miei occhi, e io non posso fare altro che fissare, impotente, la canzone
lentamente suonata su quel campo deserto.
Guardo a lungo, mentre i polmoni si riempiono di rugiada.
Solo allora mi alzo, e allontanandomi mormoro, al cielo e al
mio dio
“Non mi avevi detto, Irmo dalle iridi argentee, che una
canzone tanto bella poteva fare tanto male.”
nota
1-
il mithril è l’argento elfico.
2-
Se qualcuno non l’avesse capito, la parte in corsivo è solo
una fantasia di Elladan. Piuttosto protettivo, il mio gemello maggiore. Ma
Elrohir non corre il minimo pericolo nelle mani di Andrea. Ve lo assicuro. Solo
che, fateglielo entrare voi, in testa, a quel peredhel cocciuto…
3-
Spero di riuscire ad aggiornare abbastanza in fretta, ma ho paura
che i prossimi giorni saranno un po’ pieni… comunque farò il possibile, ok?
4-
Per favore, chiunque abbia voglia di uccidere Elladan in
questo capitolo si trattenga: lo dico perché anche io l’avrei preso a sberle
mentre scrivevo, ma… scusatelo! È spaventato, ha paura che qualcuno faccia male
al suo adorato fratellino… si farà perdonare, lo giuro!
5-
Poppy… direi che negare il mio AMORE FOLLE per i gemelli
sarebbe assurdo… praticamente non c’è una storia che non ne veda una coppia per
protagonista… sono il mio punto debole, lo ammetto… ma che ci posso fare, se
sono così belli e dolci e puri e perfetti… comunque non sai quanto sono
contenta di sapere che ti piace anche l’altra fic… THANKS!
6-
ColdFire, grazie mille per quello che hai detto, davvero, ogni
volta che leggo un commento mi si apre il cuore. Però dovete giurare che se
trovate qualcosa che non vi convince me lo dite… ci terrei a saperlo! Spero che
continui a piacerti, e che il prossimo mi venga meglio, perché di questo
capitolo non sono per niente soddisfatta… A presto! kisses Roh