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Autore: elrohir    06/04/2006    2 recensioni
Elladan Peredhel è lo splendido elfo che tutti conosciamo, e passa le giornate nel castello di Imladris con il suo biondo amante, Legolas Trandhuilion. Eppure, non c'è qualcosa di strano? Qualcosa che manca? E perchè Gandalf pensa che lui sia l'unico in grado di compiere quella pericolosa missione che li porterà in un mondo sconosciuto, nel nostro mondo? Cosa hanno nascosto gli elfi sulla terra, cosa volevano proteggere? E chi è quel ragazzo straordinario che gioca a basket e suona e legge e canta eppure non riesce a estirpare dall'anima quel vuoto, quel dolore? Quella sofferenza che gli mozza il fiato ogni volta che gli occhi grigi del suo riflesso dallo specchio gli sorridono?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Elladan, Elrohir, Legolas
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Elrohir

Elrohir

 

Mi attacco al campanello e continuo a premere finchè la porta non si apre.

Uno spettinato Gabriele mi scruta truce. –Elia.- sospira –Avrei dovuto aspettarmelo.

In effetti, avrebbe dovuto. Solo io suono in quel modo… anche perché so per esperienza che il mio adorabile angelo non si schioderebbe dal letto, non fosse per ragioni urgenti.

Ben inteso, le ragioni urgenti non consistono nel fatto che io stia davanti a casa sua, quanto piuttosto nel  trillare del campanello che gli perfora i timpani.

Comunque, mi fa entrare.

-A cosa devo l’onore?- chiede.

-Ga, è successo, è il momento e io non so che cazzo fare… ho paura, sono in ansia, dio mancano solo due ore, ho paura e… te l’ho già detto che ho paura?

Lui si lascia cadere sul divano. Sospira di nuovo –non so perché, ma quando Gabriele è con me sembra avere bisogno di una quantità di ossigeno stratosferica. Poi risponde. –Sì. Quel che non mi hai detto è cosa è successo di tanto incredibile.

-Non puoi immaginarlo?

-Dunque, conoscendoti potrebbe essere qualunque cosa… che so, ti hanno proposto di andare sulla luna per spolverare la bandiera americana, o magari a sondare la fossa delle Marianne, sarebbe più nel tuo stile, oppure… una banda di alieni è piombata in casa tua e ammaliata dal tuo fascino ha deciso di portarti via su Plutone, o ancora…

-Ga dacci un taglio, parlo sul serio io…

-E io no? Forse non ti rendi conto, El, che l’ultima volta che sei piombato qui mi hai annunciato trafelato che avevi trovato il tuo fratello gemello, che questo non era umano e che quindi neanche tu lo eri, che siete entrambi elfi e che presto partirete per tornare sul vostro Mondo, o come diavolo lo chiamate, Asta….

-Arda- lo correggo, sedendomi nervoso.

-Ecco, sì, appunto, Arda… quindi scusami tanto, ma non ho la più vaga idea di cosa sia potuto succederti di così straordinario…

Cazzo. Gabri ha ragione, ne ho passate di incredibili in queste ultime settimane, e lui è l’unico che sappia tutto, l’unico a cui abbia parlato, rovesciando quel grumo di incertezze e dubbi e paure che minacciava di strozzarmi, l’unico che conosca tutti i miei incubi, l’unico che conosca tutti i miei sogni, l’unico che sappia della lenta cantilena dello specchio, l’unico che sappia la velocità cui batte il mio cuore, l’unico che mi abbia tenuto la fronte mentre vomitavo nella tazza del suo cesso la prima notte che mi sono ubriacato, l’unico che… l’unico.

Il mio angelo. Mio. Angelo. Gabriele.

Così, respiro e mi decido a spiegargli. Scelgo una frase brillante e intuitiva per presentargli l’accaduto. –Oggi ho giocato a basket.

Dio, ma da dove mi escono? Gabri mi guarda con un sopracciglio alzato, gli trema un labbro, si sta sforzando di non ridere. –Davvero incredibile, sono sconvolto…

-No, non hai capito. Ho giocato e… ho perso.- tento di precisare. Lui fa una faccia scettica, poi ironica –Una tragedia terribile, lo giuro, mi addolora immensamente… ora posso tornare a dormire?- chiede, ma non si muove. Sa benissimo che non è tutto qui, il mio angelo. E sa anche che sono davvero sconvolto, se dico ste cazzate.

-C’era anche Andrea.

Gabri spalanca gli occhi e si mette più comodo. Tiro un sospiro di sollievo. Vedo le rotelline girare sotto i suoi riccioli biondi da cherubino, sta cominciando a intuire.

-Cosa ha fatto di nuovo?

-Bè, mi ha sfidato… mi ha sfidato e io ho perso. Così adesso devo pagare.

-Eh…?

Mi mordo il labbro, non lo guardo. La mente mi torna a questa mattina.

//Andrea in mezzo all’asfalto, i capelli castani spettinati, quegli occhi nocciola brillanti. Mentre mi guarda. Mentre mi spoglia lentamente con gli occhi. Divorandomi.

Merda, è così eccitante stare davanti a lui, facendo finta di non accorgermene, fingendo di ignorarlo… fino a quando non lo sento stancarsi, e pretendere la mia attenzione.

Nel suo solito modo sbruffone e buffone, da pagliaccio malizioso. –Ehi, occhi grigi, un sorriso non me lo regali?

Mi volto, l’aria distaccata e fredda. –Perché dovrei, Andrea?

Mi si avvicina. –Dai, Elia, fai il bravo…

Mi prende il viso tra le mani, e le sue dita sono sorprendentemente dolci, carezzevoli. Pollice e indice intorno al mento, mi alza la faccia per costringermi a guardarlo. Intanto, mi solletica la gola. Ridacchio, e lui sorride avvicinandosi ancora di più –Il mio micino che fa le fusa…

Mi scosto, imbarazzato perché gli altri ci fissano. Ma Andrea non è tipo da fermarsi davanti agli sguardi indiscreti. Il suo viso brilla mentre la stretta sul mio braccio diventa sbrigativa e cameratesca, da compagno di strada. –Ehi, occhi grigi, che ne dici di una piccola sfida?

Scrollo le spalle. –Vuoi perdere Andrea?

-A dire il vero preferirei vincere… ma dipende tutto da quel che scommettiamo.

-Scommessa?- chiedo, arcuando un sopracciglio. Lui ride. –Che sfida è senza? Allora, sei pronto? Dimmi cosa vuoi che faccio se perdo.

-Così su due piedi non lo so… facciamo che lo decido sul momento, ok?

Lui scrolla le spalle. –Per me… ma io so benissimo cosa chiedere a te, occhi grigi.

Tace, e mi fissa. Con quel suo sguardo ardente. Mi sento a disagio. –Bè, sarebbe?

Lui sorride divertito, si china su di me, sul mio orecchio. –Non lo immagini? Una tua notte, dolcezza.

Mi tiro indietro di scatto, tutti hanno sentito. E tutti aspettano la mia reazione. Rido nervoso, poi faccio un cenno con la mano. –Non ti pare di esagerare, Andrea?

-Paura di perdere?- domanda serafico il mio amico.

È una sfida, dice una vocetta dentro di me. È una sfida, e tu non puoi lasciarla cadere.

-Figurarsi!- rispondo veloce, e afferro la sua mano a mezz’aria. –Ma sappi che quando sarà il momento non avrò pietà.

-Neanche io.- promette Andrea, accarezzandomi con lo sguardo.//

-Cazzo!- esclama Gabri, passandosi una mano tra i capelli. –Ne ha di fegato il ragazzo! E tu sei riuscito a perdere proprio oggi? Mica l’avrai fatto apposta, vero?

-Ma ti sei rincoglionito? È solo che hanno obbligato anche Elladan a giocare, e lui non aveva mai visto un pallone… poi un po’ l’agitazione per lui, un po’ per Andrea… non è facile giocare bene quando uno ti guarda come se volesse trascinarti nel primo angolo e…

-Così Andrea ci è finalmente riuscito…- mormora pensieroso Gabri –E tu?

-Io cosa?- mento.

-Eddai El che hai capito benissimo. Lui ti piace, si vede lontano un miglio… e sai benissimo che Andrea tiene troppo a te per forzarti in qualunque modo. La scommessa era solo uno scherzo, un modo per metterti un po’ in imbarazzo…

Mi alzo in piedi. –Ti faccio sapere domani. Per ora… per ora so solo che ho il cuore che sembra esplodere, e i brividi su tutta la schiena.

-Si chiama eccitazione, El- sento ribattere Gabri, mentre io mi chiudo la porta alle spalle.

resto fermo un attimo, a riflettere su quelle sue ultime parole.

Ma poi, cosa rifletto a fare? Lo so benissimo cosa provo.

Lo so benissimo cosa voglio.

Andrea.

 

Rumil

 

-Posso entrare?- chiede Legolas, esitando sulla soglia. Io gli sorrido, gli faccio cenno di avanzare.

Sembra pentito il principino… un cucciolo bastonato… sono stato troppo duro con lui, prima?

Naaa. Se lo meritava, quel bimbo viziato. Deve imparare che non sono tutti pronti, disponibili, dei pupazzi da prendere e usare. Deve imparare a controllare il suo senso di proprietà, deve imparare che può essere principe quanto vuole, e anche re e imperatore, ma le persone non può controllarle. Non può possederle.

Non può possedere me.

E se nessuno si è premurato di insegnargli questa lezione, bene, lo farò io. Non ci sono problemi, davvero, sono abituato a trattare con i ragazzini. E stia tranquillo, Sire, non succederà niente al suo bambino. Dovrebbe conoscerlo, ormai, il suo pargoletto.

Se qualcuno uscirà malconcio da questo scontro, stia pur certo che quel qualcuno sarò io.

Già adesso mi sembra di sentire il cuore spezzarsi, mentre lo guardo camminare, con quella sua insopportabile grazia sovrannaturale, e quegli odiosi capelli di sole…

Irmo come erano dolci le sue labbra, prima, mio signore di sogno, come avrei voluto potermi sciogliere nella sua stretta.

Perché hai creato esseri come loro, mio valar dagli occhi di mithril? Non lo capirò mai.

Gli Eldar sono una razza splendente, che bisogno c’era di creare tali… tali turbamenti.

I gemelli peredhel (come sarà strano d’ora in poi abituarsi a parlare di due mezz’elfi al posto che uno), il Thranduilion, la bella Luthien ormai nel vento… Idril della Citta Nascosta.

Non è naturale che una sola creatura porti in volto tanta bellezza. È pericoloso, per loro stessi.

Davvero, mio signore…

-Rumil che stai facendo?

Questo poi oltre che essere innaturalmente bello, è anche innaturalmente cretino…

-Ru, sei ancora arrabbiato?

Sospiro. –No. Non lo sono mai stato, Lass. Ma… avevo bisogno di un po’ di tempo per me. Non sono abituato a vivere a lungo gomito a gomito con altri.

-Con me, vorrai dire.- mi corregge. Io sogghigno e mi sporgo a spettinargli i capelli. Sembra davvero un bimbo rimproverato, è troppo dolce.

Merda. Lo sto facendo di nuovo. Mi sto lasciando intenerire. Bisogna correre ai ripari… urge un po’ di ironia.

-Dai Lass… non sei poi così male. Devo ammettere che all’inizio ti credevo un idiota completo, senza il minimo senso dell’umorismo.

-Ah grazie…

-Adesso mi sono ricreduto, però.- mi sorride, soddisfatto. –Adesso so che sei un idiota completo, ma devo ammettere che hai un buon senso dell’umorismo, anche se piuttosto perverso…

Mi lancia un cuscino in faccia. Poi mi si siede in grembo, per meglio tenermi inchiodato al divano. Ansimo, sotto il cuscino che mi soffoca. Lui preme ancora un po’, poi rilascia la presa. Ma non si sposa. Invece, con aria indifferente mi sposta un ricciolo, dicendo –E i gemelli? Non sono ancora tornati?

Scuoto la testa, rilassandomi. Pesa quanto una piuma. In fondo, non è sgradevole tenerlo in braccio…

-Dì, Ru, l’hai visto il tipo che ha invitato El a giocare?

-Uh-uh.

-Hai visto come guardava Elrohir?

Ridacchio –Sembrava volesse mangiarselo… ma il nostro cuginetto non mi pareva particolarmente preoccupato dalla cosa. Anzi, direi che…

-Sì anche a me ha dato la stessa impressione. Mi chiedo El cosa…

Si blocca. Anche io. Improvvisamente il ritardo dei gemelli ci pare qualcosa di piuttosto sinistro.

Guardo fuori dalla finestra. È sera, la luce sta calando.

Incrocio lo sguardo di Legolas, è impallidito. –No, Ru… non mi dire che….-sussurra.

Vorrei poterlo rassicurare. Ma conosco il mio narmomelindo, e so quanto geloso può essere, se si impegna.

Posso solo pregare che non faccia niente di irrimediabilmente idiota.

 

Elladan

Scivolo nelle ombre, entro nel parco. Il campo è buio, la notte cola sull’asfalto disegnando profili di rami. I lampioni illuminano tutto di una luce spettrale.

Lui è lì. Il bastardo.

Lo avvicino, lui alza la testa e mi sorride.

Mi ha scambiato per mio fratello, lo so. E so anche cosa fare.

Si alza in piedi, mi passa un braccio intorno alla vita.

Mi costringo a restare fermo, mentre mi lecca l’orecchio e sussurra –Allora dolcezza, sei pronto per…

A questo punto lo spingo contro il muro, e lui sobbalza sorpreso. Io poso la lama del mio coltello di mithril, coltello di Lothlorien e di cielo, contro la sua gola, sulla vena pulsante.

-Ti consiglio di stare lontano da mio fratello, stronzo. Hai capito?

Lui annuisce, e io sorrido mettendo a posto il pugnale.

Oppure le cose non vanno così bene e lui combatte, si ribella, così io lo sgozzo e lo lascio a bagno nel suo sangue, dopodiché vado a recuperare mio fratello, che mi ringrazia per averlo liberato dal suo persecutore, e ce ne andiamo insieme a casa.

Le varie fantasie cruente scorrono nella mia mente di vendicatore mentre raggiungo il parco.

Spero di arrivare prima di Roh, altrimenti potrebbero esserci complicazioni.

Sorrido, quando scorgo la sagoma seduta. Lui è solo.

Vorrei uscire dall’ombra, ma qualcosa me lo impedisce.

La luna brilla alta e calda sulla scena che si apre davanti ai miei occhi, e io non posso fare altro che fissare, impotente, la canzone lentamente suonata su quel campo deserto.

Guardo a lungo, mentre i polmoni si riempiono di rugiada.

Solo allora mi alzo, e allontanandomi mormoro, al cielo e al mio dio

“Non mi avevi detto, Irmo dalle iridi argentee, che una canzone tanto bella poteva fare tanto male.”

 

nota

1-     il mithril è l’argento elfico.

2-     Se qualcuno non l’avesse capito, la parte in corsivo è solo una fantasia di Elladan. Piuttosto protettivo, il mio gemello maggiore. Ma Elrohir non corre il minimo pericolo nelle mani di Andrea. Ve lo assicuro. Solo che, fateglielo entrare voi, in testa, a quel peredhel cocciuto…

3-     Spero di riuscire ad aggiornare abbastanza in fretta, ma ho paura che i prossimi giorni saranno un po’ pieni… comunque farò il possibile, ok?

4-     Per favore, chiunque abbia voglia di uccidere Elladan in questo capitolo si trattenga: lo dico perché anche io l’avrei preso a sberle mentre scrivevo, ma… scusatelo! È spaventato, ha paura che qualcuno faccia male al suo adorato fratellino… si farà perdonare, lo giuro!

5-     Poppy… direi che negare il mio AMORE FOLLE per i gemelli sarebbe assurdo… praticamente non c’è una storia che non ne veda una coppia per protagonista… sono il mio punto debole, lo ammetto… ma che ci posso fare, se sono così belli e dolci e puri e perfetti… comunque non sai quanto sono contenta di sapere che ti piace anche l’altra fic… THANKS!

6-     ColdFire, grazie mille per quello che hai detto, davvero, ogni volta che leggo un commento mi si apre il cuore. Però dovete giurare che se trovate qualcosa che non vi convince me lo dite… ci terrei a saperlo! Spero che continui a piacerti, e che il prossimo mi venga meglio, perché di questo capitolo non sono per niente soddisfatta… A presto! kisses Roh

   
 
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