Nota: Gli avvertimenti OOC e What if? non sono
stati messi lì per caso. La storia è ambientata dopo la
seconda Guerra Magica. Ho cambiato alcune cose rispetto all'originale
– non solo il fatto che Draco ed Hermione si siano innamorati,
ovviamente – ma anche altri piccoli o grandi avvenimenti come,
ad esempio, Bellatrix Lestrange non è morta prima di Voldemort
ma dopo.
Fiori
di pesco
Grazie
a Whatashame,
che mi ha pungolato per farmi scrivere e ha letto la storia in
anteprima.
Era una nuvolosa domenica
mattina di inizio giugno, le nubi e lo smog ricoprivano Londra di una
spessa patina biancastra che impediva al sole di filtrare.
Hermione Granger era seduta
al tavolo della sua cucina con una tazza di caffè nero in una
mano e la Gazzetta del Profeta nell'altra. Girava le pagine
pigramente, lanciando un'occhiata distratta ai vari titoli, sperando
di scorgere qualcosa di interessante, senza per altro riuscire
a trovarlo.
Grattastinchi, il suo
inseparabile gatto, si era appena svegliato e si stava dedicando alla
toeletta quotidiana.
- Meow -
Hermione alzò gli
occhi e gli sorrise.
- Finita l'opera di pulizia?
Vieni, è ora di colazione. -
Detto questo, la ragazza
posò il giornale sul tavolo, bevve l'ultimo sorso di caffè
prima di deporre la tazza nel lavandino e prese un cartone di latte
dal frigorifero. Grattastinchi, vedendola,
balzò giù dal divano e si affrettò a
raggiungerla, mentre lei riempiva una ciotola rossa con il suo nome.
Hermione gli fece una
leggera carezza sulla testa e sorrise sorniona.
- Adesso stai buono mentre
io vado a prepararmi. Oggi ho un appuntamento importante. -
Stirò le labbra in un
debole sorriso e salì al piano di sopra per lavarsi e
cambiarsi.
L'acqua calda della doccia
l'aiutò a distendere i muscoli e a rilassarsi, mentre il
bagnoschiuma alla pesca la inebriò con il suo dolce profumo.
Districò i suoi
capelli con perizia, asciugandoli a testa in giù con il
diffusore per rendere i suoi ricci morbidi e vaporosi.
Come piacciono a Lui.
Un
sorriso dolce-amaro le increspò le labbra ed Hermione si mosse
verso il suo armadio. Sarebbe
andata a trovarlo quella mattina e voleva essere bellissima, anche se
Lui
le
diceva che lo era sempre.
*
* *
Era una gelida mattina di
gennaio del loro sesto anno ad Hogwarts.
Hermione era seduta
sotto ad un salice, in riva al Lago Nero e leggeva un libro, avvolta
nel suo mantello e in diversi strati di vestiti. Era una giornata
talmente fredda che sperava avrebbe scongiurato chiunque
dall'avventurarsi in giardino, lasciandola tranquilla.
Speranza vana purtroppo.
- Mezzosangue, cosa ci
fai qui tutta sola? - l'aveva apostrofata una voce tanto conosciuta
quanto irritante.
- Leggevo in santa pace,
fino ad un minuto fa. -
- Hai finalmente capito
che eri circondata da idioti e te la sei data a gambe, oppure sono
loro che ti hanno lasciata sola perché non ti sopportano più?
-
Hermione inarcò un
sopracciglio, imitando involontariamente una tipica espressione di
Draco.
- Malfoy, so che questo
concetto potrebbe risultare impossibile da comprendere per uno come
te che è alla costante ricerca di attenzioni e di un pubblico
adorante, ma la gente normale, a volte, ama starsene da sola in santa
pace. -
Draco ghignò in
risposta ed Hermione, considerando l'argomento chiuso, riprese a
leggere il suo libro, convinta che lui se ne sarebbe andato presto.
Il ragazzo, invece, avanzò lentamente fino a sedersi accanto a
lei che alzò gli occhi ad osservarlo con espressione
interrogativa.
- Malfoy, non hai qualche
ochetta sbavante che ti aspetta? -
- Probabilmente sì. -
- E non ti sembra il caso
di andare a raggiungerla? -
- No. -
- E perché, di
grazia? -
Draco sfoderò un
ghigno impertinente.
- Perché è
molto più divertente infastidire te, Mezzosangue. -
Hermione sbuffò e
decise di concentrarsi esclusivamente nella lettura del testo di
Trasfigurazione Avanzata.
- Mezzosangue, quel libro
non è quello che penso io, vero? -
Hermione alzò gli
occhi al cielo.
- Dipende da cosa stai
pensando che sia. -
- Dimmi che non è
il testo di Trasfigurazione del settimo anno. -
- Beh, e se anche lo
fosse? Mi sto portando avanti, Malfoy. -
- Ma sono argomenti che
tratteremo l'anno prossimo - gemette dando un'occhiata al testo. –
Ad aprile, se va bene. -
- E allora? -
- E allora? Per Salazar,
Granger, ma non ce l'hai qualcosa di meglio da fare? -
- Si dà il caso,
Malfoy, che a me piaccia studiare. La Trasfigurazione è una
delle materie che preferisco e leggere mi rilassa. Che male c'è?
-
Draco scosse il capo
sconsolato.
- Davvero, Granger, ci
sono milioni di cose che potresti fare e te ne stai qui, da sola, a
studiare argomenti che affronteremo fra più di un anno. Porco
Godric, sei proprio una secchiona senza speranza. -
- Sarò anche una
secchiona senza speranza, ma sono sicuramente più abile di te
con la magia. -
Hermione aveva le guance
in fiamme e faticava a trattenere la rabbia. Le piaceva studiare ma
detestava essere considerata solo una secchiona. Non ci vedeva nulla
di male in quello che faceva, eppure Malfoy la stava facendo sentire
inadeguata.
- Sei un'insopportabile
So-Tutto-Io. -
- E tu un borioso
arrogante. -
- Saccente. -
- Presuntuoso. -
- Petulante. -
- Strafottente.-
- Scorbutica. -
- Viziato. -
- Irascibile. -
- Vanesio. -
- Bellissima. -
- Fastidio... no,
aspetta, cos'hai detto? -
Draco stirò le
labbra in un leggero accenno di sorriso.
- Ho detto che sei
bellissima. -
Hermione lo osservò
basita. Durante quel loro amorevole
scambio di opinioni, si erano inconsciamente avvicinati,
lui la stava osservando da vicino – troppo vicino – e lei
faticava a ragionare.
Draco Malfoy le aveva
detto che era bellissima.
Draco Malfoy la stava
prendendo in giro. Ovviamente.
- Malfoy, stai
scherzando? -
- Mai stato più
serio in vita mia. - proferì lui con un certo sussiego.
- Certo. - gli rispose
Hermione accondiscendente.
- Te lo dimostro! -
esclamò Draco risoluto.
- E com... -
Hermione non fece in
tempo a terminare la sua domanda che due morbide labbra si posarono
sulle sue.
*
* *
Hermione sorrise al ricordo.
Draco l'aveva colta di sorpresa e lei era rimasta immobile per
qualche secondo, per poi chiudere gli occhi e lasciarsi andare a quel
meraviglioso bacio che le aveva scosso le viscere.
Chiaramente, subito dopo,
lui si era beccato un sonoro ceffone e lei se ne era andata via a
testa alta con la sua miglior espressione sdegnata dipinta in viso,
mentre dentro di sé sorrideva per quel gesto sfrontato.
Erano dovute passare diverse
settimane di discutibile corteggiamento, appostamenti nei
corridoi e fantasiosi, quanto irritanti, modi per attirare la sua
attenzione prima che Hermione si lasciasse andare e gli concedesse
una possibilità, ma alla fine, non si era mai pentita di
averlo fatto.
Draco era davvero
indisponente, a tratti arrogante, molesto e viziato, ma era anche
intelligente, stimolante, riusciva a tenerle testa durante i loro
continui battibecchi e, al contempo, ogni suo tocco era in grado di
scioglierla, di calmarla e di farle passare l'ansia.
*
* *
Le torce illuminavano i
corridoi bui con luce fioca. Le figure nei quadri riposavano nel
silenzio della notte, senza fare caso al rumore di un paio di
mocassini che avanzavano velocemente.
Hermione si era attardata
in biblioteca fino all'orario di chiusura, a ridosso del coprifuoco,
ed in quel momento si stava dirigendo verso la torre di Grifondoro,
quando una mano bianca, spuntata dal nulla, la afferrò e la
tirò dentro ad una nicchia. Non ebbe nemmeno il tempo di
urlare: venne sbattuta contro il muro e
due soffici labbra si avventarono sulle sue, succhiandole, mordendole
e chiedendo l'accesso alla sua bocca. Un corpo solido premeva contro
il suo, un profumo di pulito e bagnoschiuma
alle erbe le inebriava le narici. Non
aveva bisogno di luce per vedere chi fosse. Conosceva perfettamente
l'identità del suo assalitore.
- Malfoy, dannazione, mi
farai venire un infarto prima o poi con questi tuoi agguati. -
Draco sogghignò.
Hermione non poteva saperlo con certezza, dato che erano al buio, ma
percepiva il solito sorrisetto sfrontato sulle sue labbra.
- Buonasera Granger. -
- Buonasera un corno. Si
può sapere dove diavolo eri finito? E' dall'altro
ieri che non ti fai vedere. -
- Eri preoccupata per me,
Granger? -
Hermione sbuffò.
Certo che era preoccupata accidenti. Era sparito per quasi due
giorni. Aveva persino saltato le lezioni. E
poi, il giorno prima era San Valentino, la festa degli
innamorati, e avrebbe voluto passarlo insieme a lui, o per lo meno,
vederlo.
- Perché avrei
dovuto preoccuparmi? Un proverbio babbano dice “l'erba cattiva
non muore mai” e tu rientri appieno nella categoria. -
Draco non sapeva se
ridere o meno. Gli sarebbe piaciuto riuscire a vederla in faccia.
Hermione diventava estremamente carina quando si arrabbiava. Le sue
guance prendevano immediatamente colore e il rossore si espandeva su
tutto il viso, fino al collo e i suoi capelli sembravano gonfiarsi
ancor di più. Sul serio. Draco non sapeva come fosse
possibile, ma trovava questi fenomeni incredibilmente deliziosi.
Sembrava un pulcino. Un pulcino parecchio
incazzato e petulante in effetti, ma lui la trovava splendida e
godeva nel farla arrabbiare.
Certo, lei gli rendeva il
compito facile infervorandosi per ogni sciocchezza, ma Draco si
divertiva nel trovare nuovi modi per farla impazzire.
La baciò di nuovo.
Le mordicchiò le labbra per renderle ancora più gonfie
e rosse. Le bagnò con la lingua e subito si schiusero al suo
tocco per permettergli di insinuarsi nella bocca calda e invitante
della ragazza.
Hermione gli si era
avvinghiata istintivamente, strusciandoglisi contro e stringendolo a
sé con vigore. Quando lui la baciava, il suo cervello faceva
“ciao-ciao” e andava – momentaneamente – in
vacanza. Draco sapeva esattamente l'effetto che le faceva e, oltre a
gongolarne intimamente, spesso la baciava per zittirla o per farle
perdere il filo del discorso quando l'argomento era scomodo.
- Merlino, Draco, ti odio
quando fai così. -
- Io, invece, ti amo. -
- Sei insopp... che cosa?
-
- Ho detto che ti amo. -
Hermione barcollò
leggermente. Se le mani di Draco non fossero state saldamente
ancorate ai suoi fianchi, probabilmente le gambe avrebbero ceduto.
Non succedeva tutti i
giorni di sentirsi dire “ti amo” da Draco Malfoy.
Certo, lo aveva supposto
ma Draco era sempre così schivo riguardo a tutto ciò
che riguardava i sentimenti che lei pensava che non glielo avrebbe
mai detto.
O magari si.
Probabilmente
in punto di morte.
E
invece era riuscito a spiazzarla di nuovo.
- Malfoy, lo sai che oggi
è il 15 febbraio e che la festa degli innamorati era ieri,
vero? -
- Certo! -
- E non ti sembra di
essere un pochino in ritardo con questa tua
dichiarazione? -
-
Un Malfoy non è mai in ritardo ed è talmente superiore
da non doversi adattare a stupide usanze babbane. -
*
* *
Si potevano contare sulle
dita di una mano le volte in cui Draco le aveva detto “ti amo”.
Era difficile per lui esprimere certi sentimenti ad alta voce, in
più, detestava essere prevedibile, perciò glielo aveva
detto quando meno se lo era aspettato e lei lo
aveva apprezzato ancora di più.
Draco
il suo amore glielo dimostrava con i piccoli gesti di ogni giorno. La
prendeva in giro, le faceva battutine stupide a cui lei rispondeva a
tono, la infastidiva di continuo semplicemente perché voleva
che lei non si dimenticasse mai della sua presenza, perché lui
era lì, era sempre lì per lei.
Mi
manca da impazzire.
Hermione
finì di sistemarsi il vestito che aveva scelto per
l'occasione. Morbido, vaporoso, verde smeraldo. Esattamente il colore
che Draco preferiva vederle addosso.
Se
proprio doveva avere della stoffa addosso.
*
* *
-
Dovresti andare a parlare con Silente. -
Hermione
esordì così, in una nuvolosa domenica pomeriggio. Erano
nudi, sdraiati su un grande letto comparso per loro nella Stanza
delle Necessità.
Draco
sospirò. Erano settimane che lei lo asfissiava ripetendogli
sempre le stesse cose che non facevano che portare a galla pensieri
dolorosi che avrebbe voluto rimanessero sopiti.
-
Granger, lo sai che non posso. -
-
Potresti, invece. Lui ti aiuterebbe, lo sai e noi... noi staremmo
dalla stessa parte. -
-
La posta in gioco è troppo alta. Non c'è niente che tu
possa fare per convincermi. -
Hermione
gli carezzò una guancia premendo leggermente per farlo voltare
verso di lei. Poi lo baciò. Un bacio dolce, lento e
appassionato. Gli mordicchiò le labbra, le leccò per
poi succhiarle risvegliando parti del suo corpo che si stavano
concedendo un meritato riposo.
Salì
a cavalcioni su di lui, continuando a baciarlo, intanto le mani
percorsero febbrilmente il suo corpo.
Si
staccò dalle sue labbra per lasciargli una scia di umidi baci
lungo la mandibola e il collo, mentre dondolava il bacino
ritmicamente, facendo scontrare le loro intimità.
- A
volte penso che saresti una perfetta Serpeverde. -
Lei
gli morse forte una spalla per poi passarci sopra la lingua,
facendolo gemere di piacere e di dolore.
-
Vacci piano con le offese, Malfoy. -
*
* *
Hermione
si smaterializzò nel Wiltshire,
davanti ai cancelli di Malfoy Manor che subito si aprirono per lei,
riconoscendola. Narcissa li aveva incantati in modo da permetterle di
entrare ed uscire a suo piacimento.
Non
avrebbe mai pensato che la madre di Draco avrebbe preso bene la
notizia della relazione dell'amato figlio con una Sanguesporco come
lei, invece si era dovuta piacevolmente ricredere.
Narcissa
era talmente stremata dalla guerra e dalle privazioni subite, da non
ritenere più rilevante la purezza del sangue. Dalle lettere
che Draco le aveva mandato a casa durante il sesto anno scolastico,
aveva capito che il figlio stava lentamente cambiando e che per quel
cambiamento, doveva ringraziare lei. La signora Malfoy sapeva
riconoscere e apprezzare l'amore vero e, anche se Hermione non aveva
il pedigree adeguato che sarebbe stato richiesto a sua nuora, voleva
solo il bene per suo figlio e aveva ben chiaro quanto quella ragazza
ne fosse profondamente innamorata.
*
* *
Draco
era disteso accanto a lei, il respiro regolare, sembrava dormisse.
Hermione lo stava fissando da mezzora, beandosi della loro vicinanza
e del calore del corpo nudo contro il suo.
-
Perché mi fissi? -
Non
un movimento, non un'alterazione del respiro.
-
Voglio imprimere nella mia mente ogni parte di te. Se dovessi
perderti... -
Draco
la zittì con un bacio, come suo solito.
-
Sssh... non mi perderai. -
*
* *
Camminava
lenta lungo il viale secondario che conduceva sul retro della tenuta,
tra i cespugli di rose di Narcissa e i pavoni albini di Lucius, che
non la degnavano di uno sguardo.
Simpatici
come il padrone.
Passò
accanto al bosco, costeggiò un laghetto abitato da pesci
guizzanti e creature magiche, per poi giungere al cimitero di
famiglia, dove riposavano, da secoli, generazioni di Malfoy.
Aprì
il cancelletto ed aumentò il passo, marciando lungo il prato,
verso la sua meta.
Una
lastra di marmo adorna di fiori di pesco, simbolo del loro amore
immortale. Li aveva fatti crescere lei con la magia anni addietro e,
ogni anno, aggiungeva un nuovo ramo fiorito.
La
foto magica mostrava il bel volto di Draco sorridente. Gliel'aveva
scattata Hermione al sesto anno, in un'assolata domenica primaverile
e, quando l'aveva mostrata a Narcissa, lei aveva deciso di metterla
sulla tomba di suo figlio perché in vita, i suoi sorrisi era
stati troppo rari e preziosi e, da morto, voleva ricordarlo felice.
*
* *
La
battaglia era terminata. Harry aveva definitivamente ucciso Lord
Voldemort, i superstiti si guardavano intorno increduli e stremati,
mentre gli ultimi Mangiamorte rimasti stavano scappando da Hogwarts
per mettersi in salvo.
Hermione
correva da una parte all'altra del castello alla disperata ricerca di
Draco.
-
Accidenti a te Malfoy, dove sei finito? -
Intravide
un mantello nero e una massa di capelli biondi scarmigliati. C'era
del sangue sui suoi vestiti e sul suo viso, ma era vivo e sembrava
stare ragionevolmente bene.
Tirò
un sospiro di sollievo e gli corse incontro.
Draco
si voltò e la vide correre a perdifiato lungo il giardino,
schivando persone e macerie per arrivare da lui.
Sorrise,
stremato e felice, e non si accorse che, dietro di lui, un
Mangiamorte era ancora nella scuola e stava assistendo a quello
spettacolo.
-
La pagherai, traditore del tuo sangue. -
Successe
tutto in un attimo.
Hermione
sbiancò quando scorse la figura ammantata di nero dietro a
Malfoy. Non ebbe il tempo di alzare il braccio e puntare la bacchetta
che un lampo di luce verde colpì in pieno Draco. Il suo corpo
cadde in avanti, tra le braccia di Hermione, gettandoli entrambi a
terra.
Sentì
un urlo straziante e ci mise qualche secondo per capire che proveniva
dalla propria gola mentre carezzava il volto esanime di Draco e lo
stringeva a sé.
L'eco
lontano dell'agghiacciante, stridula risata di Bellatrix le giunse
alle orecchie.
*
* *
-
Draco mi manchi. Ogni singolo giorno. -
Una
lacrima dispettosa scese a bagnarle una gota mentre si piegava per
accarezzare la foto magica. Il ritratto chiuse gli occhi al tocco di
Hermione, continuando a sorridere beato per poi lanciarle un bacio
volante.
Hermione
puntò la bacchetta verso il piccolo cespuglio di fiori di
pesco incantati e fece comparire un nuovo ramo.
Con
quello erano sette. Come gli anni che erano trascorsi.
- Buon
compleanno, amore mio. -
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