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Autore: Valengel    12/09/2011    28 recensioni
E' il venticinquesimo compleanno di Draco. Hermione si prepara per andare da lui e ripensa ad alcuni momenti passati della loro storia.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Il linguaggio dei fiori'
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Nota: Gli avvertimenti OOC e What if? non sono stati messi lì per caso. La storia è ambientata dopo la seconda Guerra Magica. Ho cambiato alcune cose rispetto all'originale – non solo il fatto che Draco ed Hermione si siano innamorati, ovviamente – ma anche altri piccoli o grandi avvenimenti come, ad esempio, Bellatrix Lestrange non è morta prima di Voldemort ma dopo.


Fiori di pesco



Grazie a Whatashame, che mi ha pungolato per farmi scrivere e ha letto la storia in anteprima.



Era una nuvolosa domenica mattina di inizio giugno, le nubi e lo smog ricoprivano Londra di una spessa patina biancastra che impediva al sole di filtrare.

Hermione Granger era seduta al tavolo della sua cucina con una tazza di caffè nero in una mano e la Gazzetta del Profeta nell'altra. Girava le pagine pigramente, lanciando un'occhiata distratta ai vari titoli, sperando di scorgere qualcosa di interessante, senza per altro riuscire a trovarlo.

Grattastinchi, il suo inseparabile gatto, si era appena svegliato e si stava dedicando alla toeletta quotidiana.

- Meow -

Hermione alzò gli occhi e gli sorrise.

- Finita l'opera di pulizia? Vieni, è ora di colazione. -

Detto questo, la ragazza posò il giornale sul tavolo, bevve l'ultimo sorso di caffè prima di deporre la tazza nel lavandino e prese un cartone di latte dal frigorifero. Grattastinchi, vedendola, balzò giù dal divano e si affrettò a raggiungerla, mentre lei riempiva una ciotola rossa con il suo nome.

Hermione gli fece una leggera carezza sulla testa e sorrise sorniona.

- Adesso stai buono mentre io vado a prepararmi. Oggi ho un appuntamento importante. -

Stirò le labbra in un debole sorriso e salì al piano di sopra per lavarsi e cambiarsi.

L'acqua calda della doccia l'aiutò a distendere i muscoli e a rilassarsi, mentre il bagnoschiuma alla pesca la inebriò con il suo dolce profumo.

Districò i suoi capelli con perizia, asciugandoli a testa in giù con il diffusore per rendere i suoi ricci morbidi e vaporosi.

Come piacciono a Lui.

Un sorriso dolce-amaro le increspò le labbra ed Hermione si mosse verso il suo armadio. Sarebbe andata a trovarlo quella mattina e voleva essere bellissima, anche se Lui le diceva che lo era sempre.


* * *


Era una gelida mattina di gennaio del loro sesto anno ad Hogwarts. Hermione era seduta sotto ad un salice, in riva al Lago Nero e leggeva un libro, avvolta nel suo mantello e in diversi strati di vestiti. Era una giornata talmente fredda che sperava avrebbe scongiurato chiunque dall'avventurarsi in giardino, lasciandola tranquilla.

Speranza vana purtroppo.

- Mezzosangue, cosa ci fai qui tutta sola? - l'aveva apostrofata una voce tanto conosciuta quanto irritante.

- Leggevo in santa pace, fino ad un minuto fa. -

- Hai finalmente capito che eri circondata da idioti e te la sei data a gambe, oppure sono loro che ti hanno lasciata sola perché non ti sopportano più? -

Hermione inarcò un sopracciglio, imitando involontariamente una tipica espressione di Draco.

- Malfoy, so che questo concetto potrebbe risultare impossibile da comprendere per uno come te che è alla costante ricerca di attenzioni e di un pubblico adorante, ma la gente normale, a volte, ama starsene da sola in santa pace. -

Draco ghignò in risposta ed Hermione, considerando l'argomento chiuso, riprese a leggere il suo libro, convinta che lui se ne sarebbe andato presto. Il ragazzo, invece, avanzò lentamente fino a sedersi accanto a lei che alzò gli occhi ad osservarlo con espressione interrogativa.

- Malfoy, non hai qualche ochetta sbavante che ti aspetta? -

- Probabilmente sì. -

- E non ti sembra il caso di andare a raggiungerla? -

- No. -

- E perché, di grazia? -

Draco sfoderò un ghigno impertinente.

- Perché è molto più divertente infastidire te, Mezzosangue. -

Hermione sbuffò e decise di concentrarsi esclusivamente nella lettura del testo di Trasfigurazione Avanzata.

- Mezzosangue, quel libro non è quello che penso io, vero? -

Hermione alzò gli occhi al cielo.

- Dipende da cosa stai pensando che sia. -

- Dimmi che non è il testo di Trasfigurazione del settimo anno. -

- Beh, e se anche lo fosse? Mi sto portando avanti, Malfoy. -

- Ma sono argomenti che tratteremo l'anno prossimo - gemette dando un'occhiata al testo. – Ad aprile, se va bene. -

- E allora? -

- E allora? Per Salazar, Granger, ma non ce l'hai qualcosa di meglio da fare? -

- Si dà il caso, Malfoy, che a me piaccia studiare. La Trasfigurazione è una delle materie che preferisco e leggere mi rilassa. Che male c'è? -

Draco scosse il capo sconsolato.

- Davvero, Granger, ci sono milioni di cose che potresti fare e te ne stai qui, da sola, a studiare argomenti che affronteremo fra più di un anno. Porco Godric, sei proprio una secchiona senza speranza. -

- Sarò anche una secchiona senza speranza, ma sono sicuramente più abile di te con la magia. -

Hermione aveva le guance in fiamme e faticava a trattenere la rabbia. Le piaceva studiare ma detestava essere considerata solo una secchiona. Non ci vedeva nulla di male in quello che faceva, eppure Malfoy la stava facendo sentire inadeguata.

- Sei un'insopportabile So-Tutto-Io. -

- E tu un borioso arrogante. -

- Saccente. -

- Presuntuoso. -

- Petulante. -

- Strafottente.-

- Scorbutica. -

- Viziato. -

- Irascibile. -

- Vanesio. -

- Bellissima. -

- Fastidio... no, aspetta, cos'hai detto? -

Draco stirò le labbra in un leggero accenno di sorriso.

- Ho detto che sei bellissima. -

Hermione lo osservò basita. Durante quel loro amorevole scambio di opinioni, si erano inconsciamente avvicinati, lui la stava osservando da vicino – troppo vicino – e lei faticava a ragionare.

Draco Malfoy le aveva detto che era bellissima.

Draco Malfoy la stava prendendo in giro. Ovviamente.

- Malfoy, stai scherzando? -

- Mai stato più serio in vita mia. - proferì lui con un certo sussiego.

- Certo. - gli rispose Hermione accondiscendente.

- Te lo dimostro! - esclamò Draco risoluto.

- E com... -

Hermione non fece in tempo a terminare la sua domanda che due morbide labbra si posarono sulle sue.


* * *


Hermione sorrise al ricordo. Draco l'aveva colta di sorpresa e lei era rimasta immobile per qualche secondo, per poi chiudere gli occhi e lasciarsi andare a quel meraviglioso bacio che le aveva scosso le viscere.

Chiaramente, subito dopo, lui si era beccato un sonoro ceffone e lei se ne era andata via a testa alta con la sua miglior espressione sdegnata dipinta in viso, mentre dentro di sé sorrideva per quel gesto sfrontato.

Erano dovute passare diverse settimane di discutibile corteggiamento, appostamenti nei corridoi e fantasiosi, quanto irritanti, modi per attirare la sua attenzione prima che Hermione si lasciasse andare e gli concedesse una possibilità, ma alla fine, non si era mai pentita di averlo fatto.

Draco era davvero indisponente, a tratti arrogante, molesto e viziato, ma era anche intelligente, stimolante, riusciva a tenerle testa durante i loro continui battibecchi e, al contempo, ogni suo tocco era in grado di scioglierla, di calmarla e di farle passare l'ansia.


* * *


Le torce illuminavano i corridoi bui con luce fioca. Le figure nei quadri riposavano nel silenzio della notte, senza fare caso al rumore di un paio di mocassini che avanzavano velocemente.

Hermione si era attardata in biblioteca fino all'orario di chiusura, a ridosso del coprifuoco, ed in quel momento si stava dirigendo verso la torre di Grifondoro, quando una mano bianca, spuntata dal nulla, la afferrò e la tirò dentro ad una nicchia. Non ebbe nemmeno il tempo di urlare: venne sbattuta contro il muro e due soffici labbra si avventarono sulle sue, succhiandole, mordendole e chiedendo l'accesso alla sua bocca. Un corpo solido premeva contro il suo, un profumo di pulito e bagnoschiuma alle erbe le inebriava le narici. Non aveva bisogno di luce per vedere chi fosse. Conosceva perfettamente l'identità del suo assalitore.

- Malfoy, dannazione, mi farai venire un infarto prima o poi con questi tuoi agguati. -

Draco sogghignò. Hermione non poteva saperlo con certezza, dato che erano al buio, ma percepiva il solito sorrisetto sfrontato sulle sue labbra.

- Buonasera Granger. -

- Buonasera un corno. Si può sapere dove diavolo eri finito? E' dall'altro ieri che non ti fai vedere. -

- Eri preoccupata per me, Granger? -

Hermione sbuffò. Certo che era preoccupata accidenti. Era sparito per quasi due giorni. Aveva persino saltato le lezioni. E poi, il giorno prima era San Valentino, la festa degli innamorati, e avrebbe voluto passarlo insieme a lui, o per lo meno, vederlo.

- Perché avrei dovuto preoccuparmi? Un proverbio babbano dice “l'erba cattiva non muore mai” e tu rientri appieno nella categoria. -

Draco non sapeva se ridere o meno. Gli sarebbe piaciuto riuscire a vederla in faccia. Hermione diventava estremamente carina quando si arrabbiava. Le sue guance prendevano immediatamente colore e il rossore si espandeva su tutto il viso, fino al collo e i suoi capelli sembravano gonfiarsi ancor di più. Sul serio. Draco non sapeva come fosse possibile, ma trovava questi fenomeni incredibilmente deliziosi. Sembrava un pulcino. Un pulcino parecchio incazzato e petulante in effetti, ma lui la trovava splendida e godeva nel farla arrabbiare.

Certo, lei gli rendeva il compito facile infervorandosi per ogni sciocchezza, ma Draco si divertiva nel trovare nuovi modi per farla impazzire.

La baciò di nuovo. Le mordicchiò le labbra per renderle ancora più gonfie e rosse. Le bagnò con la lingua e subito si schiusero al suo tocco per permettergli di insinuarsi nella bocca calda e invitante della ragazza.

Hermione gli si era avvinghiata istintivamente, strusciandoglisi contro e stringendolo a sé con vigore. Quando lui la baciava, il suo cervello faceva “ciao-ciao” e andava – momentaneamente – in vacanza. Draco sapeva esattamente l'effetto che le faceva e, oltre a gongolarne intimamente, spesso la baciava per zittirla o per farle perdere il filo del discorso quando l'argomento era scomodo.

- Merlino, Draco, ti odio quando fai così. -

- Io, invece, ti amo. -

- Sei insopp... che cosa? -

- Ho detto che ti amo. -

Hermione barcollò leggermente. Se le mani di Draco non fossero state saldamente ancorate ai suoi fianchi, probabilmente le gambe avrebbero ceduto.

Non succedeva tutti i giorni di sentirsi dire “ti amo” da Draco Malfoy.

Certo, lo aveva supposto ma Draco era sempre così schivo riguardo a tutto ciò che riguardava i sentimenti che lei pensava che non glielo avrebbe mai detto.

O magari si.

Probabilmente in punto di morte.

E invece era riuscito a spiazzarla di nuovo.

- Malfoy, lo sai che oggi è il 15 febbraio e che la festa degli innamorati era ieri, vero? -

- Certo! -

- E non ti sembra di essere un pochino in ritardo con questa tua dichiarazione? -

- Un Malfoy non è mai in ritardo ed è talmente superiore da non doversi adattare a stupide usanze babbane. -


* * *


Si potevano contare sulle dita di una mano le volte in cui Draco le aveva detto “ti amo”. Era difficile per lui esprimere certi sentimenti ad alta voce, in più, detestava essere prevedibile, perciò glielo aveva detto quando meno se lo era aspettato e lei lo aveva apprezzato ancora di più.

Draco il suo amore glielo dimostrava con i piccoli gesti di ogni giorno. La prendeva in giro, le faceva battutine stupide a cui lei rispondeva a tono, la infastidiva di continuo semplicemente perché voleva che lei non si dimenticasse mai della sua presenza, perché lui era lì, era sempre lì per lei.

Mi manca da impazzire.

Hermione finì di sistemarsi il vestito che aveva scelto per l'occasione. Morbido, vaporoso, verde smeraldo. Esattamente il colore che Draco preferiva vederle addosso.

Se proprio doveva avere della stoffa addosso.


* * *


- Dovresti andare a parlare con Silente. -

Hermione esordì così, in una nuvolosa domenica pomeriggio. Erano nudi, sdraiati su un grande letto comparso per loro nella Stanza delle Necessità.

Draco sospirò. Erano settimane che lei lo asfissiava ripetendogli sempre le stesse cose che non facevano che portare a galla pensieri dolorosi che avrebbe voluto rimanessero sopiti.

- Granger, lo sai che non posso. -

- Potresti, invece. Lui ti aiuterebbe, lo sai e noi... noi staremmo dalla stessa parte. -

- La posta in gioco è troppo alta. Non c'è niente che tu possa fare per convincermi. -

Hermione gli carezzò una guancia premendo leggermente per farlo voltare verso di lei. Poi lo baciò. Un bacio dolce, lento e appassionato. Gli mordicchiò le labbra, le leccò per poi succhiarle risvegliando parti del suo corpo che si stavano concedendo un meritato riposo.

Salì a cavalcioni su di lui, continuando a baciarlo, intanto le mani percorsero febbrilmente il suo corpo.

Si staccò dalle sue labbra per lasciargli una scia di umidi baci lungo la mandibola e il collo, mentre dondolava il bacino ritmicamente, facendo scontrare le loro intimità.

- A volte penso che saresti una perfetta Serpeverde. -

Lei gli morse forte una spalla per poi passarci sopra la lingua, facendolo gemere di piacere e di dolore.

- Vacci piano con le offese, Malfoy. -


* * *


Hermione si smaterializzò nel Wiltshire, davanti ai cancelli di Malfoy Manor che subito si aprirono per lei, riconoscendola. Narcissa li aveva incantati in modo da permetterle di entrare ed uscire a suo piacimento.

Non avrebbe mai pensato che la madre di Draco avrebbe preso bene la notizia della relazione dell'amato figlio con una Sanguesporco come lei, invece si era dovuta piacevolmente ricredere.

Narcissa era talmente stremata dalla guerra e dalle privazioni subite, da non ritenere più rilevante la purezza del sangue. Dalle lettere che Draco le aveva mandato a casa durante il sesto anno scolastico, aveva capito che il figlio stava lentamente cambiando e che per quel cambiamento, doveva ringraziare lei. La signora Malfoy sapeva riconoscere e apprezzare l'amore vero e, anche se Hermione non aveva il pedigree adeguato che sarebbe stato richiesto a sua nuora, voleva solo il bene per suo figlio e aveva ben chiaro quanto quella ragazza ne fosse profondamente innamorata.


* * *


Draco era disteso accanto a lei, il respiro regolare, sembrava dormisse. Hermione lo stava fissando da mezzora, beandosi della loro vicinanza e del calore del corpo nudo contro il suo.

- Perché mi fissi? -

Non un movimento, non un'alterazione del respiro.

- Voglio imprimere nella mia mente ogni parte di te. Se dovessi perderti... -

Draco la zittì con un bacio, come suo solito.

- Sssh... non mi perderai. -


* * *


Camminava lenta lungo il viale secondario che conduceva sul retro della tenuta, tra i cespugli di rose di Narcissa e i pavoni albini di Lucius, che non la degnavano di uno sguardo.

Simpatici come il padrone.

Passò accanto al bosco, costeggiò un laghetto abitato da pesci guizzanti e creature magiche, per poi giungere al cimitero di famiglia, dove riposavano, da secoli, generazioni di Malfoy.

Aprì il cancelletto ed aumentò il passo, marciando lungo il prato, verso la sua meta.

Una lastra di marmo adorna di fiori di pesco, simbolo del loro amore immortale. Li aveva fatti crescere lei con la magia anni addietro e, ogni anno, aggiungeva un nuovo ramo fiorito.

La foto magica mostrava il bel volto di Draco sorridente. Gliel'aveva scattata Hermione al sesto anno, in un'assolata domenica primaverile e, quando l'aveva mostrata a Narcissa, lei aveva deciso di metterla sulla tomba di suo figlio perché in vita, i suoi sorrisi era stati troppo rari e preziosi e, da morto, voleva ricordarlo felice.


* * *


La battaglia era terminata. Harry aveva definitivamente ucciso Lord Voldemort, i superstiti si guardavano intorno increduli e stremati, mentre gli ultimi Mangiamorte rimasti stavano scappando da Hogwarts per mettersi in salvo.

Hermione correva da una parte all'altra del castello alla disperata ricerca di Draco.

- Accidenti a te Malfoy, dove sei finito? -

Intravide un mantello nero e una massa di capelli biondi scarmigliati. C'era del sangue sui suoi vestiti e sul suo viso, ma era vivo e sembrava stare ragionevolmente bene.

Tirò un sospiro di sollievo e gli corse incontro.

Draco si voltò e la vide correre a perdifiato lungo il giardino, schivando persone e macerie per arrivare da lui.

Sorrise, stremato e felice, e non si accorse che, dietro di lui, un Mangiamorte era ancora nella scuola e stava assistendo a quello spettacolo.

- La pagherai, traditore del tuo sangue. -

Successe tutto in un attimo.

Hermione sbiancò quando scorse la figura ammantata di nero dietro a Malfoy. Non ebbe il tempo di alzare il braccio e puntare la bacchetta che un lampo di luce verde colpì in pieno Draco. Il suo corpo cadde in avanti, tra le braccia di Hermione, gettandoli entrambi a terra.

Sentì un urlo straziante e ci mise qualche secondo per capire che proveniva dalla propria gola mentre carezzava il volto esanime di Draco e lo stringeva a sé.

L'eco lontano dell'agghiacciante, stridula risata di Bellatrix le giunse alle orecchie.


* * *


- Draco mi manchi. Ogni singolo giorno. -

Una lacrima dispettosa scese a bagnarle una gota mentre si piegava per accarezzare la foto magica. Il ritratto chiuse gli occhi al tocco di Hermione, continuando a sorridere beato per poi lanciarle un bacio volante.

Hermione puntò la bacchetta verso il piccolo cespuglio di fiori di pesco incantati e fece comparire un nuovo ramo.

Con quello erano sette. Come gli anni che erano trascorsi.

- Buon compleanno, amore mio. -


   
 
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