Capitolo 28: Epilogo
Era passata una settimana, una settimana da quando mi ero ritrovata
nella camera da letto di uno sconosciuto e che la mia vita era
cambiata totalmente.
Mi sembrava tutto incredibile, ancora non riuscivo a credere che
avessi dimenticato un anno intero della mia vita, ancora non riuscivo
a credere che avevo dimenticato la morte di mia madre.
Vagavo in
quella che doveva essere stata casa mia e dal profumo familiare,
dovevo trovarmi nella camera di mia madre.
Sfiorai la
superfice del mobili con le dita, vedendo le sue cose sparse per la
casa: i suoi profumi, i suoi cd, i suoi vestiti.
Presi tra le
mani una felpa che era appoggiata sulla poltrona e me la portai al
viso: c'era ancora il suo odore.
Sentii formarsi
un groppo alla gola e le lacrime che credevo aver esaurito da quando
quel ragazzo dagli occhi di ghiaccio mi aveva detto che lei era
morta, si riaffacciarono ai miei occhi.
Non era
possibile, non poteva essere vero.
Mia madre non
poteva essere morta e io non potevo aver dimenticato tutto.
Asciugai una
lacrima con il dorso della mano e mi sedetti sulla poltrona, con
ancora la sua maglia tra le mani.
Adesso ero
sola, sola al mondo, avevo perso la persona più importante
della mia vita.
Con la mente
ritornai a quando avevo ripreso conoscenza...
Inizio Flashback
-Io non
conosco nessun Damon. Non ho la più pallida idea di chi sei!-
-Cos'è
l'ultima cosa che ricordi?-
-Mia
madre che mi diceva che ci saremmo trasferite a Mystic Falls.-
-Non
ricordi nient'altro?-
-Assolutamente
nulla.- feci, spaventata.
Ma chi
era quel ragazzo? E perché mi guardava con un misto di
delusione e incredulità?
Dove mi
trovavo? Perché avevo quell'indescrivibile mal di testa?
Troppe...troppe
domande e nessuna risposta.
-Non
posso crederci che hai dimenticato tutto.- continuò,
abbandonandosi sulla poltrona.
-Ti
prego...- sussurrai. -Non farmi del male...-
Il
ragazzo scattò verso di me, con una velocità che non
era nemmeno umana. Mi prese il viso tra le mani, guardandomi
dolcemente. -Io non ti potrei mai fare del male, sei al sicuro con
me. Tu non ricordi chi sono io, ma io so bene chi sei tu.- mi lasciò
andare, restando però sempre vicino a me.
-Dov'è
mia madre?-
Il suo
sguardo si incupì. Lo vidi aprire la bocca più volte,
per poi richiuderla. -Ecco...- tentennò. -Angel...tua madre
è...è morta...-
COSA?!
-Non è
vero! Non è vero!- mi alzai a sedere come una pazza. Non ci
credevo, non poteva essere possibile!
Mia madre
doveva essere viva, io l'avevo vista appena il giorno prima!
Il
ragazzo mi afferrò per le spalle e mi fece sedere di nuovo.
-Calmati...ti sto dicendo la verità...-
-No, no,
no! Lei è viva, è viva!- cominciai a piangere,
singhiozzando e portandomi le mani nei capelli.
Mi
sembrava di impazzire, tutto era surreale. Io non avevo potuto
perdere mia madre e non ricordare nulla.
Quel
ragazzo, Damon se ricordavo bene il suo nome, mi afferrò per
un braccio e mi attirò a lui, facendomi sfogare contro il suo
petto.
Senza
sapere perché, sentivo una strana sensazione crescermi dentro,
come se non era la prima volta che mi ritrovavo quel ragazzo così
vicino. Il suo profumo mi sembrava così familiare...
Piansi,
come una bambina, non riuscendo a capire come avess fatto a
dimenticare la morte della persona più importante della mia
vita.
-Calmati...-
mi sussurrava. -andrà tutto bene...-
Ma io lo
sapevo: niente sarebbe andato bene. Adesso ero sola al mondo, con un
vuoto dentro che sentivo essere incolmabile.
Ancora piangendo,
seppur di meno, mi staccai da...Damon e, asciugandomi le lacrime con
il dorso della mano, cercai di farmi più forza possibile.
-Come è
successo?-
Lo vidi
tentennare e cercare qualcosa da dire, come se la verità fosse
qualcosa di non raccontabile. -Lei...lei è stata uccisa
da...da dei ladri che sono entrati in casa.-
Sgranai gli
occhi. In un paesino di dieci abitanti c'erano dei ladri?
La cosa mi
sembrava ancora più impossibile e una strana sensazione mi
diceva che le cose non erano andate così.
-E io dov'ero?-
-Tu eri qui. La
fidanzata di mio fratello Stefan, Elena, è la tua migliore
amica.- mi informò.
-Posso...posso
chiederti un favore?-
-Quello che
vuoi.-
-Mi porti da
lei?-
Lui annuì,
per poi tendermi la mano. Dovevo prepararmi psicologicamente e
sentimentalmente che avrei visto la tomba di mia madre.
Fine Flashback
Ripensai a quel
ragazzo.
Ero certa di non
conoscerlo, a stento ricordavo il suo nome, ma ogni volta che
incontravo i suoi occhi, senza sapere il perché, sentivo una
strana sensazione nello stomaco e quando mi aveva abbracciato mi era
sembrata la cosa più naturale del mondo, come se quello fosse
il mio posto.
C'era qualcosa che non
sapevo, qualcosa che mi portava verso Damon, un qualcosa che faceva
sì che fosse sempre nei miei pensieri, qualcosa che mi faceva
tremare il cuore.
Mi alzai dalla
poltrona, abbandonando la maglia di mia madre e, sempre più
confusa, ritornai nella mia camera.
Mi bloccai sulla
soglia: appoggiato alla finestra c'era quel ragazzo, Damon.
Perché avevo la
sensazione che non era la prima volta che lo trovavo nella mia
camera?
-Come sei entrato?-
-Se ti sforzi te lo
ricordi.- mi disse, venendo verso di me.
-Cosa vuoi?-
Lo vidi sorridere.
-Possibile che ogni volta che vengo qui, mi fai sempre questa
domanda?-
-Ogni volta?-
-Se ti sforzi ancora,
ricordi anche questo.- si avvicinò ancora di più a me,
appoggiandomi una mano sulla guancia.
Io istintivamente
scostai la mano, guardandolo confuso.
Damon divenne serio.
-Fino a poco tempo fa non sfuggivi al mio tocco, anzi.-
-Peccato che io non
ricordi nulla...-
Damon si allontanò
da me, andando a sedersi sul letto.
-Sai, mi sta bene.-
cominciò serio. -Posso accettare che in cambio della tua vita
tu abbia perso i ricordi. Questa è l'unica cosa che conta.-
-Ma cosa ho
dimenticato?!- feci stizzita, avvicinandomi a lui.
Damon si alzò.
-Hai dimenticato che eri follemente innamorata di me.-
Divenni rossa tutta
d'un colpo e il mio cuore accelerò i battiti.
-Io e te stavamo
insieme?- feci allibita.
-No, ma ti sarebbe
piaciuto.- fece, ghignando.
-Ti prego, non dirmi
che ero una di quelle ragazzine idiote che sbavano dietro al ragazzo
più grande.-
Damon sorrise e io mi
incantai a guardare i suoi perfetti denti bianchi. Quel ragazzo aveva
una presenza magnetica.
-Lo eri, ma diciamo che
non lo dimostravi. Però...-
-Però?-
-Ecco...diciamo che mi
hai fregato, angioletto.-
Quel nomignolo mi fece
bloccare. Angioletto...ricordavo quel soprannome...ricordavo lui che
mi chiamava così.
-E cosa avrei fatto?-
-Non lo ricordi, quindi
è inutile dirlo.-
-Solo una cosa: che
significa la mia vita in cambio dei miei ricordi?-
-Nulla, non ha più
senso ormai. L'unica cosa che conta è che tu non ricordi più
le cose brutte e che sei felice, a questo punto anche senza di me,
non importa...-
Si avvicinò a
me, prendendomi la testa tra le mani. -Cosa...-
-Sei stata la parentesi
più bella della mia vita.-
Detto questo appoggiò
le sue labbra sulle mie, prima con delicatezza, poi cercando con la
lingua accesso alla mia bocca.
Istintivamente risposi
al bacio, senza sapere il motivo, sapevo che era quello che
desideravo.
Le nostre lingue si
incontrarono e io potevo giurare che conoscevo il suo sapore, sentivo
che era stampato dentro di me.
Damon si staccò
da me, anche se non del tutto. Mi guardava negli occhi, come se
volesse catturarmi l'anima.
Perché sentivo
di amare quegli occhi?
-Io...io lascerò
la città.- gli dissi, anche se non capivo perché. Non
aveva senso dirgli quella cosa adesso.
-Allora...addio,
angioletto.- detto questo mi lasciò lì e dopo pochi
secondi sparì dalla mia vista, lasciandomi con un milione di
domande.
Quella notte sognai.
Sognai una macchina ferma a un semaforo, sognai due occhi azzurri che
mi scrutavano, sognai Damon, sognai di amarlo. Sognai un angelo dagli
occhi blu e un vampiro dai freddi e cattivi occhi verdi.
Quella notte sognai di
essere sua.
Mi alzai di scatto a
sedere, sudata e con il fiatone. Guardai l'orologio: le due di notte.
Mi alzai dal letto e
cominciai a vestirmi.
Io ricordavo.
Io ricordavo tutto.
Ero appena arrivata
davanti casa Salvatore e, uscendo dalla macchina, corsi verso la
porta.
Mille immagini
invadevano la mia testa e avevo le guance bagnate, anche se non mi
ero accorta di star piangendo.
Arrivai al porticato,
ma ancora prima che riuscissi a suonare, la porta venne aperta,
trovandomi di fronte Damon, il mio Damon.
Vedere il suo viso dopo
che avevo ricordato tutto era una sensazione completamente diversa:
il suo viso era adrenalina pura.
Lo guardavo con gli
occhi lucidi, la faccia tutta rossa e il fiatone.
Dal canto suo, Damon
era appoggiato alla porta e mi guardava con un'espressione di stupore
stampata in faccia.
-E' successo qualcosa?-
fece preoccupato, spostandosi di lato per farmi entrare.
-Stefan?- chiesi, non
rispondendo alla sua prima domanda.
-Dorme da Elena. Angel,
sei strana. Cosa è successo?- ripetè per la seconda
volta.
Io avanzai verso il
camino, dandogli le spalle.
Guardai per un attimo
le piccole fiamme, per poi voltarmi verso di lui con un mega sorriso
e il cuore a mille.
-Ridimmelo-
-Cosa?- mi disse
confuso, venendo verso di me.
-Come cosa? Merito di
sentirmi dire ti amo da te solo in punto di morte?-
Lo vidi aggrottare le
sopracciglia, e guardarmi senza capire, per poi sgranare gli occhi.
Corse verso di me e mi
afferrò per le spalle. -Angel, tu...-
-Sì, adesso
ricordo tutto. Ogni cosa. Ricordo che ti amo, Salvatore.-
Damon sorrise, anzi no,
rise, forse per la prima volta e, afferrandomi per la vita, mi alzò
da terra per poi cominciare a girare.
-Damon, mi fai girare
la testa!- dissi, tra le risate.
Lui mi mise giù,
ma dopo pochi secondi mi attirò al suo petto, stringendomi
così forte che quasi non riuscivo a respirare.
Si staccò da me,
prendendomi il viso tra le mani. Io gli sorrisi, il sorriso più
bello che avessi mai potuto fargli.
Amavo quel vampiro e
solo quando stavo per morire, avevo capito quanto.
-Allora.- dissi.
-Merito o no di sentirmelo dire?-
Damon si avvicinò
così tanto a me, che i nostri nasi erano in contatto. Aveva i
suoi incredibili occhi azzurri puntati nei miei e con i pollici mi
accarezzava le guance.
-Ti Amo.- mi disse, con
il tono più dolce e allo stesso tempo deciso che avessi mai
sentito.
Sentii ancora una volta
le guance rigate dalle lacrime. -Ti amo anch'io.-
Damon mi sorrise e di
slancio mi bacio. Un bacio che fin da subito fu violento e
passionale, un bacio fatto di ricordi ritrovati, di parole mai dette,
di sentimenti assoluti, di amore eterno, un bacio fatto di noi.
Le nostre lingue si
scontravano e i nostri corpi si cercavano.
Senza staccarsi da me,
mi prese in braccio e due secondi dopo ci ritrovammo in camera sua.
Mi fece stendere sul
letto e solo in quel momento si staccò da me, guardandomi
intensamente negli occhi.
-Io ti amo, adesso lo
sai, ma questa decisione spetta solo a te.- fece, accarezzandomi una
guancia.
Il mio cuore aumentò
i battiti e il mio viso andò in fiamme. -Io sono sempre stata
tua, solo...-
-Solo?-
-Io...ecco...io...io
non l'ho mai fatto...-sussurrai, abbassando lo sguardo.
Damon mi sorrise,
costringendomi a guardarlo. -Vuoi che sia io il primo?-
-Sì...-
sussurrai, tremendamente rossa in viso.
Sai...per secoli sono
stato l'incubo di molta gente, ma se mai mi fosse concesso di essere
un sogno, vorrei essere il tuo.-
Si abbassò verso
di me e poggiò le sue labbra sulle mie. -Ti amo...- sussurrò.
Il bacio divenne più
intenso, divenne ricambiato, divenne passionale.
Le mani di Damon
cominciarono a vagare per il mio corpo, fino ad arrivare all'orlo
della mia maglia. Me la sfilò, lanciandola chi sa dove nella
stanza.
Mi accarezzava la
pancia e i fianchi, mentre con le labbra era sceso a baciarmi il
collo.
Io chiusi gli occhi,
mentre sentivo mille brividi attraversarmi il corpo. Senza che me ne
rendessi conto, mi sfilò anche i pantaloni, così che
restai solo in intimo.
Chiuse le mani a coppa
sul mio seno, tracciando una scia di baci dal mio collo all'orlo
delle mutandine. Mi sentivo tremare e man mano un enorme piacere
stava crescendo in me.
Mi slacciò il
reggiseno e mentre con una mano mi accarezzava un seno, con la bocca
mi torturò l'altro.
Io cominciai a gemere,
sempre più in estasi per le sue attenzioni. Solo in quel
momento mi resi conto che io ero praticamente nuda, mentre lui ancora
perfettamente vestito. Con il briciolo di lucidità che ancora
avevo, invertii le posizioni, così che mi ritrovai a
cavalcioni su di lui.
Damon mi guardava
intensamente, con gli occhi velati dal desiderio.
Gli sfilai la maglia,
tracciando piccoli baci su tutto il suo torace. Ero un po'
impacciata, non sapevo cosa fare, cercavo solo di seguire il mio
istinto e di non sembrare goffa. Gli sfilai anche i pantaloni,
trovando sotto di me il corpo di un dio greco.
Tutti i muscoli erano
sodi e tesi e dai boxer si delineava il segno della sua eccitazione.
A quel punto Damon invertì di nuovo le posizioni e cominciò
a baciarmi. Con una mano mi sfilò le mutandine, arrivando poi
con le dita al cuore della mia intimità.
Gemetti ancora di più,
finchè non decisi anche io di togliergli i boxer.
Damon mi baciava il
collo, portandomi in estesi totale. Poi si fermò un attimo, mi
spostò i capelli sudati dal viso e mi guardò
intensamente negli occhi.
Io capii il suo gesto e
annuii.
Poco dopo Damon entrò
dentro di me, con una spinta decisa, mentre le sue mani si
intrecciavano con le mie.
Sentii un dolore
acutissimo, che quasi mi faceva piangere, ma lui cercava di essere il
più delicato possibile.
-Guardami.- mi
sussurrava, mentre le sue spinte aumentavano sempre di velocità.
-Ti amo, Angel, ti amo.-
Dopo qualche minuto il
dolore passò, lasciando il posto a un intenso piacere, che
dalle mie gambe si stava espandendo in tutto il mio corpo.
Le spinte divennero
sempre più veloci e ormai eravamo in due ad emettere sospiri
di piacere.
Raggiungemmo insieme il
culmine del piacere e dopo un leggero bacio, si staccammo.
Damon si lasciò
andare, ancora ansante, per poi tirarmi per un braccio e attirarmi
sul suo petto.
Mi fece appoggiare di
nuovo sul letto, senza staccarsi da me, tenendomi ancora stretta a
lui.
Aveva la testa
nell'incavo della mia spalla e io potevo sentire il suo profumo.
I nostri corpi si
incastravano alla perfezione, come due pezzi fatti apposta l'uno per
l'altro.
-Ti amo...- sussurrai.
-Ti amo anch'io.-
sussurrò anche Damon e dopo pochi minuti cademmo nel sonno più
totale.
Mi svegliai in quel
momento e, tenendo ancora gli occhi chiusi, cercai con la mano il
corpo di Damon al mio fianco.
Non lo trovai.
Aprii gli occhi,
constatando che lui non era davvero al mio fianco. Guardai l'ora:
erano le 14.30. Avevamo dormito così tanto?
Mi avvolsi il lenzuolo
attorno al corpo e uscii dalla stanza, alla ricerca di Damon.
Chiamai più
volte il suo nome, ma nulla, mi rispondeva solo l'eco silenzioso di
una casa vuota.
Che fosse successo
qualcosa?
Arrivai in cucina, non
trovandolo nemmeno lì. Cominciai ad allarmarmi, temendo che
gli fosse capitato qualcosa, quando notai un foglio ripiegato sul
ripiano della cucina.
Mi avvicinai.
Per Angel.
Aggrottai le
sopracciglia e lo aprii.
Per riuscire a capire
davvero cosa ci fosse scritto, dovetti rileggerlo più e più
volte, per poi sgranare gli occhi.
Angel...forse
sarò un vigliacco ad andarmene così,ma non ho avuto il
coraggio di svegliarti e interrompere il tuo sogno. Ti guardavo
dormire, eri così beata, così felice e mi chiedevo cosa
avessi fatto mai per meritarmi tanta felicità. E la risposta è
niente. Niente, come quello che posso darti. Questa è stata la
notte più bella della mia vita, ma io non voglio essere il
responsabile della tua dannazione. Saprei renderti solo infelice e a
causa mia il sorriso che tanto amo vedere sul tuo viso, sparirebbe a
poco a poco. Vado via, prima di infettarti con la mia anima marcia.
Devo aiutare Stefan, devo aiutare Elena, glie lo devo, perché
lei ha salvato me. Elena deve imparare ad essere un vampiro, un
vampiro migliore di quanto lo sia stato io. E' a causa mia che è
diventata così e in questa città non può vivere
la sua vita da vampiro. Prima di renderti infelice, prima di farmi
odiare preferisco andare via e fare qualcosa di utile aiutando mio
fratello, che mi ha supplicato di andare con lui. Voglio che tu
sappia che sei stato il pezzo di vita che porterò per sempre
nel mio cuore e che non amerò mai nessuno come ho amato te.
Addio
Angel...perdonami se puoi.
Damon.
Sgranai gli occhi, mentre la lettera mi cadeva dalle mani.
Mi accasciai a terra, cominciando a piangere. Singhiozzando e
Urlando.
Non ci potevo credere, tutto quello non poteva essere vero, non dopo
la notte che avevamo passato insieme.
Damon se n'era andato, mi aveva lasciato ancora una volta da sola,
aveva scelto che tra me e aiutare Elena e Stefan era più
importante lei.
Era stato un vigliacco. Mi aveva strappato il cuore, facendolo in
mille pezzi.
E io lo odiavo.
...MI
APPARTIENI: THE END...
Ciaooooo! ^^
Oh mamma...la storia è davvero finita...ho scritto davvero the
end?! O mamma mi viene da piangere!
Spero che a tutte voi il capitolo finale sia piaciuto e che tutto
sommato la storia vi abbia lasciato qualcosina. Molte di voi non
approveranno il finale, ma vi dico non disperate: grazie ad esso il
seguito di mi appartieni ci sarà!
Non so a quante di voi possa fare piacere o quante direte “Mamma
mia che palle, speravo di essermela torta di torno!”.
Volevo solo ringraziarvi tutte di cuore e dirvi che senza di voi,
senza le vostre meravigliose recensioni, io non sarei mai arrivata a
questo punto.
Mi avete spronato a dare sempre di più, mi avete supportato,
incoraggiato, fatto ridere ed emozionare.
Siete tutte davvero delle persona favolose e io sono ONORATA di
avervi conosciuto.
Grazie a voi sono cresciuta e affrontare quest'avventura con voi è
stato un qualcosa di magico.
Spero di ritrovarvi tutte nel sequel di mi appartieni, che non so
quando sarà pubblicato, anche perché non l'ho nemmeno
incominciato XD
Vi ringrazio ancora di cuore per tutto quello che mi avete dato!
Vi adoro...tutte! <3
Baci...dalla vostra Dark Moon! <3
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