Capitolo
10: Far ciò che si ritiene giusto
Ci
son persone che sono troppo razionali per comprendere cosa sia giusto
fare o
meno. Perché a valutare i pro e i contro, talvolta
è deleterio. Si esita e
soggiunge la paura.
E
allora si agisce senza pensare al se e al ma. Si sbaglia, forse, ma si
cerca di
tirarsi fuori dal nuovo guaio in cui ci si è cacciati. Passo
dopo passo, volta
dopo volta.
Leek
sapeva di aver sbagliato, ma anche di non poter fare altrimenti.
Tentò
di isolare la propria mente quando, con Yue, transitò in
Beel Street e c’era
Natsu che litigava con Strenght.
-Ho
detto che ti sfido io!- esclamò il Dragon Slayer del Fuoco
–E smetti
d’insistere o ti faccio girare la testa sul grill!-
ringhiò con gli occhi
felini e la linguetta birichina sventolante. Inutile dire che Strenght
non
accettò la sfida.
-Io
ti sfido e non insistere, o sarò costretto a farti fuori!-
E via
discorrendo. Poi il Tarot della Forza si era pietrificato nel vederla.
-Leek…-
disse piano.
Ma
Yue glielo faceva apposta? Lo vide sogghignare al suo indirizzo, mentre
Leek lo
fissava triste in volto. Natsu si accorse di lei e da principio non
comprese.
Ma poi vide White Hierophant che giaceva svenuto sulle spalle del tizio
misterioso e aggrottò le sopracciglia.
-Cos’è
successo?- chiese dapprima, stranamente calmo. La pioggia cadeva
copiosa
sferzando la sua pelle. La percepì solo in quel momento:
bruciava come fosse
fuoco.
-Leek,
chi è quello?- chiese ancora. E lei, Leek non seppe cosa
rispondere. In fondo
era un problema suo. Aveva sentito tante belle cose
sull’amicizia, ma
sinceramente di fatti ne aveva visti ben pochi. Il grande potere tanto
decantato dai più non aveva aiutato White Hierophant.
O
forse lui, lei e Cam non erano stati considerati come effettivi membri
di Fairy
Tail? Allora il discorso era un altro.
Però…
l’amicizia non aveva salvato Advieh e in quel momento
Strenght stava con
Vinegar.
Perché?
Cos’era
successo?
L’evocatrice
doveva sapere.
Perciò
rispose a Natsu –Non preoccuparti.- e superò Yue,
fermandosi a guardarlo appena.
–Andiamo, per favore.- disse.
E
quello continuava a ridersela fra un orecchio e l’altro. A
Natsu tutto ciò non
piacque e si lanciò furente verso il quartetto.
-Aspetta,
Leek!- esclamò correndo come un ossesso, pestando ogni
pozzanghera, ignorando
ogni schizzo d’acqua. –Che diavolo significa questa
storia?!-
“Storia?
Quale storia?” pensò la ragazza. Non aveva nulla
da spiegare. Fairy Tail era lì
per la sparizione di alcuni maghi, lei per incontrare suo zio e
vendicare i
suoi cari uccisi.
Per
capire.
In
quel momento Natsu era solo d’intralcio e con lui tutta Fairy
Tail, compreso
Elfman.
Yue
schioccò la lingua.
-Aspetti
un ordine scritto, Strenght?- disse.
L’altro
s’irrigidì e strinse i pugni fino a far sbiancare
le nocche. Un attimo e Natsu
si ritrovò a volteggiare in aria, con la guancia dolente e
un dolore atroce
alle ossa del viso. Cadde rovinosamente sul terreno bagnato spruzzando
fanghiglia
ovunque.
-Ugh!-
gemette.
-Natsu!-
gridò Happy precipitandosi verso di lui.
-Fermo!-
esclamò il Dragon Slayer del Fuoco, ancora carponi al suolo
per lo stordimento,
alzando un braccio verso il piccolo felino. –Segui Leek e il
prete, sbrigati!-
Il gattino
ceruleo tentennò di primo acchito, ma obbedì.
Spiegò le sue aluccie candide e
si precipitò al seguito della piccola delegazione scomparsa
oltre il vicolo.
Leek
li aveva appena degnati di uno sguardo di scuse, perché si
comportava così? Non
riusciva ancora a capirla bene, ma doveva trovarla. Tuttavia, non
andò molto
avanti. Infatti, un’onda dorata lo investì in
pieno, trascinandolo diversi
metri oltre le spalle di Natsu.
-Happy!-
esclamò Dragoneel mentre il felino roteava per aria confuso
e nauseato. Tentò
di rialzarsi, ma si scoprì invischiato in qualcosa.
–Ma cosa diavolo…?!-
Era
sabbia.
Sabbia
dorata.
Tentò
di liberarsi con uno strattone, ma ottenne solo di sollevare la rena
ancora
invischiata al suo arto, come fosse una massa informe di colla. E il
selciato
si sollevò anch’esso, grondante di tanti piccoli
granelli.
-Certo
con la pioggia non è un granché… -
commentò Strenght avanzando mesto verso il
Dragon Slayer –Ma è nelle avversità che
la vera Forza di ognuno è portata allo
scoperto, o sbaglio?-
L’acqua
scrosciava feroce come una belva furiosa. Il corpo di Lluvia,
interamente
mutato nel suo elemento, si era innalzato nel cielo notturno e come un
potente
maremoto era pronto a inghiottire Fortune, troppo basita per potersi
mettere al
riparo. Gli occhi della maga dell’acqua ardevano
d’ira e non vedevano altro che
il corpo nudo di Gray ancora imprigionato nel suo stesso ghiaccio.
Inerme.
Lui
aveva perso la vita per salvare lei, una maga di Phantom.
Un’ex maga di
Phantom, un'ex nemica. Una persona per cui nessuno avrebbe mai fatto
nulla. E,
invece, lui fin dal principio aveva sempre fatto tanto per Lluvia.
Grazie a lui
lei era cambiata, aveva uno scopo nella vita: entrare in Fairy Tail.
Prima era
solo affiliata a Phantom, ma quanti la amavano davvero? Quando lei era
in gilda,
li vedeva i loro volti scontenti per la pioggia.
La
pioggia che anche lei era arrivata ad odiare nel profondo del cuore.
La
pioggia che era giunta a conoscere grazie alla sconfitta infertale da
Gray.
Perché,
dopo la disfatta, si era resa conto che la sua disgraziata
abilità di portarsi
dietro la pioggia era semplicemente empatia con le acque.
Del
cielo e della terra.
Il
cuore di Lluvia era stato ferito e piangeva in continuazione e
più gli altri la
respingevano, più esso si colmava di lacrime, mutando in un
abisso di
disperazione.
E il
cielo piangeva con lei.
Ogni
giorno.
Ogni
ora.
Ogni
minuto.
Fin
quando Gray Fullbuster non aveva congelato le sue lacrime salvandole la
vita.
Molti
erano stati così egoisti da abbandonarla solo
perché dava loro fastidio tutta
quell’acqua.
Ma
lui no. E lei aveva rapito Lucy, la sua rivale in amore, le aveva fatto
del
male… non si meritava che di morire infranta in mille gocce
d’acqua. Ma Gray
l’aveva afferrata saldamente, le aveva sorriso con dolcezza.
L’aveva
definita “compagna” e, infine, era morto per lei.
Chi
aveva commesso tale orribile delitto nei confronti di una persona
così buona
non meritava di vivere.
Lluvia
ruggì sotto la pioggia e s’abbatté
rovente contro la nemica.
-Aaaaaaah!-
Fortune tentò di
schivarla disperatamente, ma invano. La sua agilità fu del
tutto inutile in
quel frangente. La belva d’acqua divorò ogni cosa.
-Natsu,
avrei voluto proseguire la nostra sfida di dichiarazioni di sfida, ma
non mi è
più possibile.- disse il Tarot della Forza mestamente.
Caricò un calcio e la
sua gamba sinistra colpì lo stomaco di Natsu con potenza.
-Uuugh…-
il Dragon Slayer trattenne a stento l’impulso di vomitare per
il dolore.
Respirò affannosamente, tentò di liberarsi.
Inutile,
più tentativi faceva, più quella strana sabbia lo
risucchiava. Tutta la piazza
somigliava ad un’enorme vasca di sottile polvere
d’oro. E la sentiva scorrere
fra le dita, inesorabile. Si sentì trascinare verso il
basso, senza scampo.
-Dannazione!-
esclamò, inghiottito ormai quasi per metà corpo
–Dannazione!-
-Mi
spiace Natsu.- disse ancora Strenght –Avrei
voluto…- Una potente fiammata lo
colpì in pieno volto, facendogli ingoiare le parole che
stava per pronunciare.
Il Tarot gridò per la sorpresa e il dolore e con le mani
spense freneticamente
le fiamme.
-Così
impari a fare troppo lo spaccone, deficiente!- esclamò Natsu
sogghignando
–DAI!- esclamò con gli occhi spalancati e le
pupille strette e dispettose
–POSSO SCONFIGERTI ANCHE IN QUESTO STATO, CRETINO!-
Strenght
s’incupì ancora di più.
-Lascia
stare.- disse mesto–Rimandiamo la sfida a quando tutto
sarà finito.-
Il
suo volto giovane non presentava tracce di bruciature o lividi o graffi
o quant’altro.
-Io
voglio sfidarti ora!- affermò Natsu.
-Ma
io no.- ribatté l’altro –Avrei voluto
farlo, ma in questo momento non mi
soddisferesti, quindi stai buono un altro po’.- disse “Almeno finché il rito non
sarà terminato. Allora potrò rivedere
Advieh.” Strenght sorrise, immerso nei suoi
pensieri –Ti verrò a cercare
io, Natsu, anche se tu forse non mi riconoscerai.- concluse e gli
voltò le
spalle.
Il
Dragon Slayer capì meno della metà di quella
sorta di monologo e ciò lo fece
infuriare ancora di più.
-Prima
sembra che muori dalla voglia di combattere, poi te la fai sotto!-
ruggì,
ancora lottando contro la sabbia per liberarsi. Era sommerso fino alle
spalle e
si contorceva come un serpente. –Cos’è
questa storia!?- sbraitò. Era furioso,
ma il culmine dell’ira giunse quando urlò –E
dove diavolo
state portando Leek!?-
-Non
è affar tuo.- troncò il discorso, piatto, il
Tarot.
-Oh,
si che lo è!- insistette Natsu, ormai con la sabbia al collo
–Lei è… una…
compagna… HAPPY!-
Il
gatto si riscosse.
-Natsu!-
esclamò e sbatté le sue ali con forza, ma non
riusciva a liberarsi neppure lui.
Le sue piume erano appesantite dalla rena che si era infiltrata fra
esse.
–Natsu!- esclamò ancora. –Natsuuuu!-
I
suoi sforzi furono pressoché vani.
Strenght
si risedette sul bordo della sua fontana, in attesa, muovendo un poco
le gambe,
come un bambino sperduto.
-Attenti!-
Fu l’ultima parola che sentì pronunciare da
Advieh. Che sconsiderato: non l’aveva evocato e lui non aveva
potuto
proteggerlo. Strenght si ritrovò fuori della sua carta senza
poter fare nulla.
Il soffitto aveva ceduto. Una trave aveva colpito Advieh che tentava di
far da scudo
ai gemellini ma in seguito era crollata parte della volta e il
cedimento aveva
travolto tutti, nessuno escluso.
Intorno a lui vi erano solo cadaveri.
Ruby e Yue, alle sue spalle, erano gli
unici scampati a quell’eccidio.
-Perché state facendo questo?- domandò con
gli occhi gonfi di lacrime –Cosa c’entravano loro?-
Yue fu schietto con lui. -E’ stato solo un
incidente.- ammise.
-Un
incidente?!-
il Tarot della
Forza ribolliva di rabbia. Il suo volto era contorto in una smorfia
furiosa –Questo lo chiami solo un
incidente?!-
Ruby si sistemò i capelli, mentre Yue
sorrise. E il suo sorriso era terrificante.
Lui, la Forza, non combatté neppure.
La Luna lo colpì allo stomaco con potenza,
costringendolo a piegarsi in due. Il suo potere vanificato da un sol
colpo.
Tutta la sua decantata forza dov’era finita?
Che ironia.
-Torneranno.- disse Lilith, suadente
–Torneranno tutti.- fece una pausa studiata –Se ci
aiuterai, Strenght,
torneranno oggi stesso.-
E spalancò gli occhi, consapevole di star
per sottomettersi a due demoni.
-Non
avevo scelta…- disse piano ostentando un sorriso.
Natsu
era ormai un triste ricordo, l’ultimo di una lunga serie.
Come tutto ciò che
amava, era stato semplicemente insabbiato.
Per
Vinegar.
D’un
tratto però, la piazza tremò e la sabbia
s’agitò come un mare in tempesta. La
pioggia continuava a cadere, ma il fango veniva sommerso da altra
sabbia, in
continuazione, in un continuo ciclo di rinnovamento. Tuttavia, quel
flusso
infinito di sabbia s’arrestò. Alte fiamme
circolari s’innalzarono nel cielo,
incuranti dell’acqua che avrebbe potuto soffocarle ed Happy
assistette sconvolto
a quello spettacolo grandioso.
-Na-Natsu!-
esclamò con un filo di voce.
E là,
in piedi, furente, lui, il Dragon Slayer del Fuoco.
-Alzati
da lì.- disse fermo, con gli occhi ardenti di rabbia
-Combattiamo seriamente,
senza distrazioni.-
Il
suo tono non ammetteva repliche e la sua determinazione fece sussultare
Strenght che fu tentato, come la falena alla fiamma, di lottare.
Lui
amava lottare…
Quali
erano gli ordini, dopotutto? Fai quello che ti pare del Dragon Slayer
ma non farlo avvicinare
alla torre. Una cosa del genere.
-E va
bene.- disse sorridendo.
Alla
fine voleva davvero sgranchirsi i pugni, sfogarsi, non pensare a quanto
stava
per accadere a Leek e Chive. Voleva soltanto non riflettere, sentire
l’ardere
dei pugni sulla pelle, il rumore secco delle ossa infrante, il dolore
dei
muscoli lacerati. Voleva sentirsi vivo senza dover morire dentro per le
proprie
colpe.
Chiedeva
poi molto?
Natsu
liberò il piccolo felino azzurro con un’altra
potente fiammata e bastò un
semplice gioco di sguardi fra loro per decidere sul da farsi.
-Mi
raccomando!- esclamò Happy volando lontano dalla piazza alla
velocità massima
che riusciva a raggiungere. Strenght tentò di fermarlo con
altra sabbia, ma lo
fece con poca convinzione, perché la sua attenzione era
tutta rivolta verso Natsu,
il quale fu su di lui in un istante e affondò il braccio nel
suo addome, in
tutta la sua lunghezza, trapassandolo.
-Eh?-
esclamò sbalordito il mago –Che storia
è questa?!-
Non
riusciva ad estrarre l’arto dal corpo dell’altro,
perché Strenght sembrava essere
fatto di sabbia lui stesso.
-Fammi
divertire, Natsu.- gli chiese, quasi supplichevole, prima di elargirgli
una
potente ginocchiata in pieno petto.
Natsu
sputò sangue e cadde in ginocchio. Strenght lo
liberò dal proprio corpo e fece
per colpirlo con un pugno alla tempia, ma il Dragon Slayer lo
afferrò con la
mano ricoperta di fiamme. Il Tarot strinse i denti per il dolore, ma
riuscì a
non bruciarsi grazie alla sabbia che lenì
l’effetto delle fiamme. Il seguente pugno
alla mascella, però, lo avvertì, tanto che
barcollò.
Sogghignò.
Di
nuovo, non aveva ferite visibili.
Natsu
però sorrideva a sua volta, esaltato.
“La
sabbia ammortizza i colpi, la puoi tagliare, ma si ricompone.”
pensava “Semplice
ma efficace. In pratica, è apparentemente
invincibile.”
Eh, sì…
era davvero esaltato, tanto che le sue fiamme arsero alte nel piovoso
cielo
notturno.
Elfman
si chinò sul bastone che White Hierophant aveva lasciato
cadere.
Lisana
era morta per colpa sua. Era una cosa che non poteva e non doveva
dimenticare.
Strinse
il pugno attorno all’asta ametista e digrignò i
denti. Non avrebbe lasciato
morire anche Leek senza muovere un muscolo.
“Questa
volta sarà diverso!”
pensò correndo
senza una meta precisa, affidandosi al suo istinto. “Questa
volta la proteggerò!”
La
furente ondata d’acqua bollente si chetò con un
ultimo rabbioso e spumeggiante ruggito.
Lluvia cadde esausta in ginocchio. I suoi occhi blu scuro piangevano,
così come
anche il cielo si disperava rassegnato.
-Gray-sama…-
sussurrò alzando lo sguardo verso l’uomo che amava
e fu allora che vide Fortune
ergersi malferma sulle proprie gambe, accanto al blocco di ghiaccio che
custodiva il corpo di Gray.
-Sei
ancora viva?!- sussurrò terrorizzata la maga
dell’acqua.
Fortune
era visibilmente debole, segno che la sfuriata di Lluvia aveva sortito
un certo
effetto, tuttavia era ancora in grado di combattere,
tantoché si riarmò dei
suoi chakram e li fece roteare minacciosamente.
-Mi
semblava di aveltelo già detto.- disse-Io sono la Foltuna e
il tuo ellole è
stato quello di volel comunque ploteggele il maniaco mutandone!-
Lluvia
chinò il capo… alla fine non ne faceva una giusta.
Voleva
solo non dissacrare il corpo del suo amato con la propria furia e,
invece, si
era condannata a morire stupidamente. Strinse i pugni, dandosi
mentalmente
della scema chissà quante volte.
Fortune
iniziò ad avvicinarsi a lei, minacciosamente e con scherno,
quando qualcosa le
bloccò il piede, impedendole di proseguire.
-Eh?-
Lluvia tremò, la Tarot osservò prima il proprio
arto, poi il ghiaccio alle sue
spalle e lo vide.
Nudo.
Libero.
Vivo.
Gray
Fullbuster era ancora in piedi sotto il piovigginare triste del cielo,
il corpo
attraversato da sottili rivoli d’acqua, gli occhi di ghiaccio
che sembrava
volessero ferire l’avversaria. Avanzò verso la
meravigliata Fortuna che
indietreggiò.
-Ma
come?!- esclamò –Tu… io ti avevo
spalato!-
Effettivamente,
nella fronte di Gray vi era un proiettile, incastonato come una gemma
in una
crepa di ghiaccio e sangue scarlatto. I cristalli d’acqua
congelata gli
ricoprivano il colto come una maschera sfregiata e lui, avanzando
impettito e
sicuro, verso le due donne, sembrava tanto un cavaliere maledetto dal
gelo. Un
barbaro nudo che nulla teme se non la morte e, infatti, non si
curò affatto di
come potesse presentarsi, né del dolore e neppure del
chakram che gli sferzò il
viso veloce come il vento.
-L’acqua
ha sciolto il ghiaccio.- disse semplicemente componendo le mani per
realizzare l’ultima
sua creazione alchemica.
-Ice…-
disse fra sé, senza distogliere lo sguardo dalla Tarot.
-Fe-felmo!-
esclamò quella, vacillante per il proprio fallimento
–Felmo ho detto!-
In un
ultimo impeto disperato afferrò Lluvia, sollevandola di peso
e circondandola con
i suoi cerchi, annientando così la sua magia. Inoltre la
giovane freelance era esausta,
magia o no, non avrebbe potuto far molto.
-Non vollai
colpile anche lei, velo?-
-…make…-
-Hai
sentito o no, maniaco senza pudole?!-
Gray
esitò e desistette. Il suo sguardo scorse dalla creatura
magica alla maga.
-Lluvia.-
disse lui, calmo, e l’interpellata sussultò, rossa
in volto.
-S-sì?-
chiese.
-Tu,
ti fidi di me?-
E lei
pianse, pianse di nuovo, di gioia. Con le guance arrossate e un sorriso
solare
e colmo d’amore profondo, non esitò a dire
–Sì, Gray-sama…-
-Ehi…
ehi! Che stai facendo?- sbottò Fortune strattonando la maga
dell’acqua –Lei molilà,
sai? Non sfidale oltle la Foltuna!-
-Se c’è
una cosa che ho imparato oggi…- disse il mago del ghiaccio
sorridendo –E’ che
noi uomini siamo capaci di far volgere la fortuna dalla nostra parte.-
L’ulteriore
stupore della creatura magica mutò in incredulità
totale. Nemmeno in quel
momento, quando una lancia gelida la trafisse, riuscì a
crederci, eppure…
-…Bishamonten!-
concluse Gray all’altro capo dell’arma bianca. E,
fra loro due, vi era Lluvia,
anch’essa incredula, eppure illesa, protetta da una pagoda di
ghiaccio, come
uno scrigno situato a mo’ di nodo lungo l’asta
della lancia.
Fortune
cadde a terra, sanguinante, forse ancora viva, ma a Gray e Lluvia non
importava
più. Neppure si resero conto del fatto che si dissolse
tornando ad essere una
carta. La
maga dell’acqua era divisa fra la sua commozione sentimentale
e l’imbarazzo per
la vista audace del suo Gray-sama nudo e crudo e lui, a sua volta,
tentava
invano e comicamente di coprirsi le intimità.
-Aaaaaah!
Gray-sama, ti prego copritiiiii!- si nascose il viso fra le mani, lei.
-Non
mi guardareeeee!- urlò di rimando, lui, con gli occhi
spalancati. -Ma dove sono
i miei vestiti?!-
-Puoi
anche rimanere nudo, in effetti…-
-Cosa?-
-Non
ti girareeeeee!!-
Ormai
il cielo era limpido e sgombro di nubi, così come il cuore
di Lluvia ma quel
momento di pace, d’allegria, di leggerezza, fu solo un
istante di calma prima
della tempesta.
Il
Tarot della Luna condusse Leek sino al centro della città
dei divertimenti, ove
sorgeva la torre, tanto suggestiva quanto inquietante, che
n’era simbolo.
Entrarono
da una porticina secondaria seminascosta sul retro, poiché
l’ingresso
principale era chiuso a chiave a quell’ora della notte.
-Ti
ordino di lasciarmi!- comandò per l’ennesima volta
White Hierophant e Yue, per
la prima volta in vita sua, obbedì, scaricandolo al suolo
all’interno dell’edificio
con la delicatezza di uno scaricatore di porto, dopodiché lo
afferrò per il
braccio, costringendolo ad alzarsi in piedi. Il Gerofante era troppo
debole per
reagire, nonostante ostentasse la solita arroganza, perciò
Leek, infastidita
dal comportamento manesco di Yue, s’intromise fra i due.
-Smettila!-
gli ordinò, come se fosse stata nella posizione di poterlo
davvero comandare.
Il suo sguardo ferino la intimidì al punto da costringerla a
chinare il capo e
raddolcire i toni –Portami da Chive, ti prego.- chiese allora.
Yue,
compiaciuto, lasciò andare l’altro Tarot. Se
c’era una cosa che desiderava in
quel momento, era chiudere i conti con quell’effeminato
perfettino, trascinarlo
nella polvere e godere del suo volto disperato, delle sue urla di
dolore. E
avrebbe potuto davvero esaudire quel desiderio, mancava così
poco. L’avrebbe
tenuto stretto fra le braccia forti e si sarebbe nutrito della sua
rabbia
frustrata mentre…
Mentre
Leek moriva.
La piccola
Leek, con i suoi grandi occhi verdi e i suoi modi di fare un
po’ da bambina.
Davanti a sé aveva, in quel momento, una giovane donna che
sbocciava
rapidamente, come le rose, le quali, poco tempo aver aperto i loro
setosi
petali, appassivano.
Era
sicuro che, sebbene non ne fosse consapevole, la ragazza intuisse cosa
le
sarebbe accaduto e che l’avesse accettato, ma forse era solo
una sua
impressione, causata più che altro dalle continue insistenze
di W. Hierophant e
Cam che tentavano di ostacolare l’avanzata della loro
protetta.
-Ferma,
Leek!- le ordinò, infatti, il felino –Non devi
seguirlo!-
-Hime…-
tentò a sua volta il Gerofante –Hime, ti prego!-
Ma
lei proseguiva imperterrita, con le lacrime agli occhi.
-Scusate,
ma devo proprio andare.-
-No,
non devi!- protestò White Hierophant –Ascolta,
Hime, se andrai, sarò costretto a
ucciderti!-
A
quell’affermazione, la ragazza rimase spiazzata e il Tarot
colse il suo
turbamento, perciò si affrettò ad aggiungere.
-Hime…
dovrò ucciderti per risvegliare il Mondo, perché
occorre un tributo. Influenzando
lo scorrere del tempo, s’interferisce anche con la vita delle
persone, alcune delle quali potrebbero non venire più al
mondo. In confronto alle migliaia di
esistenze che muteranno, alcune in maniera spiacevole, una vita
è un sacrificio
più che legittimo.-
Leek
rimase in silenzio, a riflettere su quanto il compagno le aveva appena
detto,
spaventata da quell’evenienza. Yue, allora,
s’intromise nel discorso, posandole
una mano sulla spalla, come a rassicurarla.
-Torneranno
in vita tutti, Hime, tu compresa. E poi, White Hierophant non ti
riserverà una
morte dolorosa, vero?-
Guardò
l’interpellato con aria di sfida, enfatizzando quel
“vero” con malizia. Il
Gerofante dovette annuire a capo chino.
-Non
ti farei mai soffrire.- ammise. Non aveva con sé il bastone,
tantomeno le forze
necessarie per utilizzare alcun’arma contro il Tarot della
Luna, tuttavia non
poteva permettere che Leek compisse tale leggerezza. –E non
voglio farti del
male, figuriamoci ucciderti.-
Lei
strinse i pugni.
-White,
ti prego…- disse piano –Io… ora voglio
solo parlare con mio zio e capire.-
gesticolò per esprimersi al meglio –Io lo odiavo,
perché ha ucciso tutti, ma
ora scopro che li vuole resuscitare e non sto davvero capendo
più nulla. Voglio
solo sapere. Nessuno mi ha mai detto nulla. Non conosco neppure i
segreti della
mia famiglia!-
Lui
fece per interromperla, ma lei lo zittì chiudendogli la
bocca col palmo della
mano.
-Voglio
scoprire la verità e prendere le mie decisioni da sola.-
socchiuse gli occhi e
chinò appena il capo –E se decidessi di morire, tu
non avrai colpa White.-
E il
Gerofante crollò.
Pianse
e non gli importava di farlo.
In
quel momento desiderava soltanto che tutti accorressero: Elfman, Natsu,
Elsa,
Lucy, anche quel maniaco perso di Gray Fullbuster. Perché
Leek aveva ragione,
ma era anche tale ad un tenero virgulto che cresce rivolto verso una
direzione
imposta da altri perché troppo ingenuo per capirlo e
scegliere da solo da che
parte maturare.
Fine
Capitolo 10
Note: Duuuunque.... da cosa inizio?
Da Bishamonten!!
Pare che fosse un dio della fortuna e la piccola pagoda che regge in
mano è un divino forziere col tesoro che egli custodisce...
immagino si capisca dove volevo andare a parare e che si capisca anche
com'è la tecnica.
Effettivamente all'inizio volevo far gridare a Gray: Ice Make
Shakespear! (o scuoti lancia). perché volevo che
trafigesse Lluvia conscio del suo potere, poi mi sono ricordata dei
cerchi.
Allora ho optato per l'Ice Make Clover, ma Gray crea solo armi od
oggetti.
Dopo aver cestinato anche l'Ice Make Horseshoe ho optato per le
divinità et voilà XD
La tecnica di Natsu è una
versione imperfetta di una delle nuove tecniche, anche se ora non
ricordo il nome.
Diciamo che la sta sperimentando.
A parte ciò, spero abbiate
gradito il capitolo e vi saluto, mi raccomando, fatemi sapere che ne
pensate, anche con due parole ^_____________^
Kiss kiss!
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