Ghost Seeker- Capitolo 4
Capitolo 4: La
Nascita Dell’S1 Cassandra (Cassie)
Mi sentivo strana. Era come se fossi sospesa
all’interno di una bolla d’aria. Sentivo di essere
cosciente ma allo stesso
tempo non lo ero come se ci fosse stato qualcosa che non mi permetteva
di
aprire gli occhi anche se in realtà lo volevo.
Cercai di sforzarmi
e di riuscire a capire
dove mi trovassi, o cosa fosse accaduto.
Ricordai di aver
avuto il mio primo contatto
anima-Seeker con Jane, e ricordavo una bambina e una pistola.
Cos’altro era
accaduto?
“Non
permetterò che ti succeda qualcosa.”
Spalancai gli occhi
nel ricordare quelle
parole e la persona che le aveva pronunciate. Blake!
Lui… Lui
era venuto da me, era venuto ad
aiutarmi e mi aveva salvata proprio poco prima che la mia anima
abbandonasse
completamente il mio corpo. Era stato tutto esattamente come aveva
previsto mio
padre, Blake non era riuscito a ribellarsi alla sua natura ed era
venuto da me.
No, era corso da me! Infischiandosene di tutto, persino di se stesso e
della
sua vita.
Ci misi qualche
secondo a ricordare tutto e a
capire dove fossi.
Mi guardai attorno
un po’ spaesata prima di
intuire che ero nuda e completamente immersa in una vasca piena di un
liquido
azzurro.
Era la Healthy Room,
così l’aveva
soprannominata mio padre quando l’aveva fatta costruire. La
stanza dove i
Seeker e i Guard potevano riprendersi dopo le missioni che in genere
prosciugavano tutte le energie, soprattutto in una Seeker alle prime
armi come
me. Mio padre la usava di rado ormai, era abbastanza esperto da non
averne più
bisogno troppo spesso.
Il liquido in cui
ero immersa era S.G.E, S
Gene Extract, un composto preparato dai biochimici della Tripla S. A
quanto mi
aveva detto mio padre era un concentrato di cellule contenenti il Gene
S,
modificate in modo da far accelerare il processo di guarigione.
Quel composto aveva
rappresentato una vera
svolta nel mondo dei Seeker, prima di quella scoperta potevano
sopportare solo
poche missioni nell’arco di una settimana, ma con quel siero
un Seeker riusciva
a portarne a termine anche due o tre in un giorno solo.
Mi misi a sedere
all’interno della vasca di
vetro e cominciai a guardarmi intorno. La stanza era esattamente come
l’ultima
volta che l’avevo vista: completamente bianca. Pavimento,
soffitto e pareti
erano di un bianco quasi accecante.
Notai un accappatoio
piegato con cura e posato
su una sedia. Mi alzai e subito un getto d’acqua calda
proveniente dal soffitto
lavò via i residui dell’ S.G.M che avevo addosso.
Strizzai con cura i miei
lunghi capelli neri e uscii con calma dalla vasca indossando il morbido
accappatoio blu e le infradito che stavano vicino alla sedia.
Mi passai la mano
sul viso per togliere le
ultime goccioline d’acqua e notai con piacere che non mi
sentivo per niente
stanca, anzi. Era come se tutte le energie fossero tornate in me
completamente
rinnovate e amplificate.
Mi voltai verso la
porta per uscire ma in quel
momento notai qualcosa.
Nella seconda vasca,
a pochi passi da me c’era
qualcuno e non mi serviva di certo chissà quale intuito per
capire chi fosse.
Raggiunsi la vasca e
fissai il viso di Jason
Blake ancora profondamente addormentato. Anche lui era immerso fino al
collo in
quel liquido blu che gli consentiva di riprendere le forze
più velocemente.
Per un Seeker non
era semplice gestire
un’anima intrusa ma anche il lavoro di un Guard non era
facile: permettere
l’uscita dell’anima intrusa dal corpo del Seeker
era un processo che comportava
una grande fatica sia fisica che mentale. Non mi stupiva che il corpo
di Blake
si fosse affaticato almeno quanto il mio.
Guardai il suo volto
tranquillo e sereno, le
sue palpebre chiuse e i suoi lineamenti dolci. Sembrava quasi un
bambino che
dormiva beato.
Non seppi il
perché ma la mia mano si mosse da
sola prima che potessi soffermarmi a pensare su quello che stavo
facendo. La
posai con delicatezza sulla sua guancia e lo accarezzai fino al mento.
“Non
permetterò che ti succeda qualcosa.”
Le sue parole mi
ritornarono in mente
all’improvviso.
Aveva rischiato
così tanto per me, senza che
io neanche glielo chiedessi. Anzi, lo volevo convincere ad andare via,
non
volevo che corresse dei rischi per salvare me.
Da una parte sapevo
che quella volontà di
salvarmi era dovuta alla sua ritrovata natura di Guard ma
dall’altra cominciavo
a preoccuparmi perché ero io a non essere normale. Un Seeker
non ha slanci di
protezione verso il suo Guard, a meno che non subentri un forte
rapporto di
fiducia o di amicizia. E di certo io non avevo avuto il tempo di
instaurare
qualcosa del genere con Blake.
Però in
quei momenti di pericolo avevo pregato
perché lui si mettesse in salvo, avevo il terrore che gli
potesse accadere
qualcosa.
Probabilmente era
solo il senso di colpa verso
qualcuno che avevo messo in pericolo, o almeno lo speravo. Non potevo
provare
qualcosa per lui, era un Guard e ai Seeker era proibito innamorarsi di
un
Guard, almeno quanto lo era innamorarsi di un essere umano normale.
No, non era un
sentimento romantico. Era solo
il senso di colpa. Punto.
Tolsi la mano dal
suo volto e avvicinandomi un
po’ sussurrai:
-Grazie, di tutto
Blake. Ti devo la vita.-
Glielo dissi in quel
momento perché una volta
sveglio non avrei mai avuto il coraggio di ammettere che gli ero
davvero grata,
il mio carattere non me lo avrebbe permesso.
Lo guardai ancora
qualche istante e mi voltai
per raggiungere la porta.
-Cassie!-
Il mio nome urlato
mi costrinse a guardarlo di
nuovo.
Si era messo a
sedere e si guardava intorno
spaesato con il respiro affannato e tremante.
-Blake- dissi
avvicinandomi preoccupata.
–Blake, va tutto bene. Sei a casa mia.-
Lui mi
guardò dritto negli occhi e l’azzurro
intenso con cui mi travolse mi destabilizzò. Mano a mano che
il suo sguardo si
tranquillizzava e il suo respiro diventava più regolare
anche la mia ansia nel
vederlo così impaurito cominciò a scemare.
-Stai bene?- mi
chiese subito posando una mano
sulla mia che era appoggiata sul bordo della vasca. –Cosa
è successo? Dov’è
Jane? E Rick?-
Quella mano,
abbassai lentamente lo sguardo su
quella mano posata sulla mia. La fissai mentre una strana fiammata
partiva da
quella mano e cominciava a diffondersi in tutto il mio corpo. Raggiunse
il
cuore e lo fece accelerare, e se non avessi avuto un autocontrollo
così
sviluppato probabilmente non sarei riuscita ad impedire anche alle mie
guancie
di diventare scandalosamente arrossate.
Tornai a guardare
Blake: il suo viso era
ancora teso e i suoi occhi azzurri e caldi cercavano delle risposte
all’interno
dei miei, ancora spaesati per tutte le emozioni che mi avevano
travolta.
-E’ andato
tutto bene, Blake-, cercai di
sorridere, ma non era nella mia natura riuscire a rassicurare le
persone con
dolci espressioni facciali, perciò il mio viso rimase
totalmente impassibile.
–Siamo riusciti a completare il trapasso di Jane e a salvare
Rick e la piccola.
Non ricordi nulla di quello che è successo?-
Stavo cercando di
non badare al fatto che la
mano di Blake era ancora sulla mia ma proprio non ce la facevo, ancora
un
minuto e sarei davvero arrossita.
-Ricordo che tu eri
in pericolo e che stavi
per sparire, e che quando ti ho visto in quello stato ho attaccato Jane
e poi
sono riuscito a far uscire la sua anima dal tuo corpo con…
con una strana luce
che mi usciva dalla mano.-
A quel punto
posò gli occhi sulla stessa mano
di cui aveva parlato e che era ancora posata sulla mia. La
fissò per un attimo
e poi la tirò subito via come se si fosse scottato.
-Ehm…
Scusa. Io… Devo...-, si guardava intorno
spaesato e imbarazzato mentre cercava un modo per tirarsi fuori da
quella
situazione. Se non fossi stata in imbarazzo anch’io
probabilmente mi avrebbe
fatto sorridere vedere Blake così in crisi.
-Io… O
cavolo!-
-Cosa?- chiesi
aggrottando la fronte.
-Che ore sono?!-
Mi voltai verso la
porta e guardai l’enorme
orologio bianco con i numeri rossi che segnavano le…
-Ti prego, dimmi che
sono le due del
pomeriggio e non della notte?- chiese lui con tono supplicante.
-Sono le due di
notte.- Delicata come un
macete ovviamente.
-Accidenti! Mia
madre mi ammazzerà! Sono
morto! Non mi ha ucciso Jane ma ci penserà mia madre a
finire il lavoro…-
Non feci in tempo a
provare a calmarlo che lui
si alzò in piedi. Spalancai gli occhi incredula mentre
usciva dalla vasca senza
neanche aspettare che l’acqua della doccia lo ripulisse
completamente dal
siero. Eppure non era stato questo a sconvolgermi ma il suo corpo
completamente
nudo che si trovava proprio davanti ai miei occhi.
-Blake!- esclamai
afferrando l’accappatoio blu
posato sulla sedia accanto alla sua vasca.
-Cosa? Devo tornare
subito a casa-, disse con
urgenza.
-Hai intenzione di
andare in giro per la città
completamente nudo?!- risposi cercando di tenere gli occhi bassi ma
ormai avevo
visto tutto quello che c’era da vedere.
-Cazzo!-
Gli lanciai
l’accappatoio e lo indossò subito
completamente rosso in viso.
-Tranquillo, non ho
visto niente-, cercai di
imbastire quella bugia ma dubitavo che lui ci credesse, visto che il
mio tono era
tutt’altro che incoraggiante: la mia voce tremava, era troppo
evidente.
-Pensi che ci siano
i miei vestiti qui da
qualche parte?- mi chiese senza guardarmi mentre io mi stringevo ancora
di più
la cinta dell’accappatoio, ricordando solo in quel momento
che anch’io sotto
ero completamente nuda.
-Andiamo a cercare
mio padre, lui e Dafne
dovrebbero saperne qualcosa.-
Blake
annuì sempre senza accennare a
guardarmi.
Gli feci strada
fuori dalla Healty Room.
Eravamo sotto la libreria di famiglia, al di sotto di tutto
l’edificio. Mio
padre aveva fatto costruire un ambiente enorme dove poteva allenarsi
insieme a
Dafne e ovviamente la Healty Room rappresentava solo una piccola
percentuale di
quel posto.
Mi diressi lungo il
corridoio ben illuminato
che ci avrebbe portati all’ascensore.
-Dove siamo?- mi
chiese Blake con voce
confusa.
-E’ il
posto in cui Dafne e mio padre si
allenano, una specie di quartier generale della famiglia Hyde. Si trova
sotto
l’edificio dove vivo. Quella da cui siamo usciti prima
è la Healty Room, la
stanza dove Seeker e Guard riacquistano le forze dopo le missioni.-
-E il liquido blu
dove eravamo immersi…
Cos’era?-
-Un siero. Un
estratto del Gene S che aiuta i
nostri corpi a guarire più in fretta.-
-E’ per
questo che mi sento così… bene. Mi
sembra di essere rinato e di aver dormito per giorni.-
-Sì,
è merito del siero. E probabilmente anche
del fatto che la tua natura di Guard si sta risvegliando, quindi ti
senti molto
più forte di prima.-
Non lo guardai. Non
avevo ancora capito se
avesse accettato o meno la sua natura di Guard, se avesse finalmente
deciso di
diventare il mio Guard.
Arrivammo davanti
all’ascensore. Spinsi il
bottone e quello subito si aprì.
-Per fortuna non
è come quello che abbiamo
usato per salire prima a casa tua…-
-Quello è
l’ascensore per gli ospiti. Non
sarebbe normale avere un ascensore ultramodermo in un edificio come
quello-,
risposi con ovvietà.
Entrammo e rimanemmo
in silenzio, mentre io
spinsi il terzo bottone, su uno schermo Touch Screen, per raggiungere
il secondo
piano.
Mi appoggiai alla
parete dell’ascensore e
fissai le spalle di
Blake che se ne
stava in piedi un passo davanti a me. Le sue spalle erano larghe e mi
trasmettevano una strana sensazione di sicurezza, sentivo di poter
affidare la
mia vita nelle sue mani, avrei potuto farlo fino alla fine dei miei
giorni
senza pentirmene neanche per un istante.
Ma lui poteva
accettarlo? Avrebbe davvero
voluto che la sua vita venisse sconvolta in quel modo?
-Ho deciso-, disse
all’improvviso girando solo
il viso all’indietro per puntare i suoi occhi nei miei.
-Cosa?- chiesi
confusa.
-Da adesso in
poi… Io sarò il tuo
Guard.-
Spalancai gli occhi
mentre la porta
dell’ascensore si apriva.
-Sono
l’unico che può proteggerti e non
lascerò che tu corra di nuovo il rischio di perdere la vita.-
I suoi occhi
rimasero fissi nei miei, erano
seri e decisi, finché non voltò la testa e
cominciò ad uscire dall’ascensore
mentre io me ne stavo immobile, assolutamente allibita e senza parole.
Il
giorno che avevo aspettato per così tanto tempo era
finalmente giunto: avrei
avuto un mio team, e un mio Guard. Finalmente sarei diventata una vera
Seeker,
e il fatto che Blake fosse al mio fianco contribuiva a rendermi felice,
sapevo
di potermi fidare ciecamente di lui, lo potevo sentire chiaramente
analizzando
le sue emozioni. Era determinato e deciso, voleva davvero proteggermi,
e questo
lo rendeva l’unico al mondo capace di essere il mio Guard.
Lui era davvero
l’unico.
Uscii
dall’ascensore, dopo quel mio momento di
stallo, e insieme a Blake mi ritrovai all’interno della mia
cucina, la stessa
cucina che solo poche ore prima aveva accolto me e Blake di ritorno da
scuola.
Erano successe così tante cose da quel momento che sembrava
lontano secoli.
-Papà! Ci
sei?- dissi a voce alta.
-Cassie, siamo in
biblioteca…-, la voce di mio
padre arrivò un po’ ovattata a causa della porta
della biblioteca, che notai,
era chiusa.
Guardai un attimo
Blake e con calma ci
dirigemmo verso la stanza. Posai la mano sulla maniglia e abbassandola
aprii la
porta con un leggera spinta.
-Vi siete svegliati
prima del previsto-,
sorrise mio padre alzandosi dalla sedia e venendomi incontro.
C’era
qualcosa di strano. Sul tavolo della biblioteca
c’erano quattro tazze di caffè e una montagna di
pasticcini. Dafne era in piedi
vicino al caminetto, ma sul divano di fronte vidi seduti un uomo e una
donna.
Lui in giacca e cravatta, aveva dei perfetti capelli castani, un
po’ brizzolati
ai lati, un viso quasi squadrato e senza imperfezioni nei lineamenti, e
degli
occhi neri e profondi. La donna attirò di più la
mia attenzione: i suoi
lineamenti dolci, i lunghi capelli castano scuro, la forma dei suoi
eleganti
occhi verdi, mi ricordavano tremendamente qualcuno.
-Mamma!
Papà!- esclamò una voce al mio fianco.
-Ciao Jason-,
sorrise la donna mantenendo
un’espressione distesa.
Quella situazione
cominciava ad apparire
davvero molto strana. Una madre che rivedeva il figlio dopo che lui
aveva quasi
rischiato di morire non si comportava in quel modo. Lei era calma e se
anche
avesse avuto una qualche forma di preoccupazione non la dimostrava per
niente.
-Cassie-,
cominciò mio padre con un sorriso.
–Lascia che ti presenti Sandra e Michael Blake, i genitori di
Jason.
-Salve-, risposi io
in tono educato cercando
di non badare al fatto che indossavo solo un accappatoio.
-Ma che ci fate
qui?- chiese Blake stupito, e
passandomi accanto si diresse verso i propri genitori.
-Li ho contattati
io-, riprese mio padre. –Non
potevo certo permettere che ti dessero per disperso, Blake. Pensavo di
dover
dar loro qualche spiegazione, e invece, a quanto pare, i tuoi genitori
sapevano
già tutto, e anche di più.-
-Che significa?- il
tono di Blake era più
confuso che mai, lo sentivo chiaramente.
-Tuo padre ed io
sapevamo che prima o poi
questo giorno sarebbe arrivato-, Sandra continuava ad avere un viso
disteso e
rilassato. –Tuo nonno mi ha preparato bene
all’eventualità di avere un figlio
Guard, e io ho preparato tuo padre. La Tripla S ci ha fatto trasferire
qui
perché sapevano che c’era un Seeker che aveva
bisogno di un Guard e le
possibilità che fossi tu erano molto alte, almeno secondo la
loro opinione. E’
stata la Tripla S a fare in modo che tuo padre avesse la promozione e a
dirci
che scuola avresti dovuto frequentare. Mio padre me lo diceva sempre:
“i capi
della Tripla S sono sempre un passo avanti a te, quando tu cominci a
pensare
qualcosa loro l’hanno già attuato”.
Aveva ragione.-
Spalancai gli occhi
e mi voltai verso Blake.
All’improvviso avevo sentito una strana sensazione di
tristezza provenire dal
suo corpo, e quella tristezza mi entrò dentro, potevo quasi
toccarla.
-Perché
il nonno non mi ha mai parlato di tutta
questa storia?-
Era per suo nonno,
sicuramente era molto
affezionato a quell’uomo, e l’idea che non
l’avesse istruito per affrontare il
mio mondo lo aveva tremendamente deluso.
-Tuo nonno aveva
abbandonato il mondo dei
Seeker perché si era innamorato di una donna normale. Quando
sono nata io era
felicissimo perché non sarei stata coinvolta in questo mondo
neanche come
Guard. Ormai mio padre non voleva avere più nulla a che fare
con la Tripla S, e
mi parlava dei suoi giorni da Seeker come qualcosa di lontano e ormai
finito.-
Non potevo crederci,
stavo davvero ascoltando
la storia del famoso Icarus Warren. Avrei provato molta più
felicità se lo
stato d’animo di Blake non avesse continuato ad opprimermi in
quel modo.
-Se un Seeker decide
di lasciare la Tripla S perché
s’innamora di un umano, viene considerato un traditore e
disconosciuto
dall’intera comunità dei Seeker. Purtroppo la
popolazione dei Seeker va sempre
diminuendo a causa del gran numero di Seeker che decide di sposare
umani, e
nonostante questo anche il numero di Guard non è alto. Il
Gene S è molto
fragile, non è semplice che da un Seeker e un umano posso
nascere un Guard.
Infatti quando sei nato tu, mio padre non poteva crederci. Lui era
anche un
biologo molecolare quindi sapeva che era praticamente impossibile che
dentro di
me ci fossero dei geni che potessero dar vita al Gene S, e invece era
successo.
Tu eri una specie di piccolo miracolo, Jason. Tuo nonno decise il tuo
nome e mi
fece promettere che se la Tripla S avesse scoperto di te io avrei
lasciato che
tu seguissi il tuo destino, ovviamente solo se fosse stato un tuo
desiderio.
Tuo nonno ti voleva molto bene Jason, e non voleva coinvolgerti prima
del tempo
in qualcosa di così enorme, e non voleva influenzarti
sapendo quanto affetto
provassi per lui. Io ho sempre sentito parlare
dell’affascinante mondo dei
Seeker, e non sai quante volte da bambina ho desiderato di poter avere
i poteri
dei Guard, sapendo ciò tuo nonno non voleva che io deponessi
dei miei desideri
in te, come per viverli di luce riflessa, perciò abbiamo
deciso di non dirti
niente. Eppure sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato,
perché per ogni
Guard che nasce c’è un Seeker che lo aspetta, era
solo questione di tempo.-
Sandra
spostò i suoi profondi occhi verdi su
di me, scrutandomi gentilmente. Sbattei le palpebre sentendomi
parecchio in
soggezione mentre lei continuava ad osservarmi.
-Adesso che mio
figlio è diventato il tuo
Guard, Cassie, anche tu potrai portare avanti il lavoro di mio padre.
Se lui vi
potesse vedere sarebbe davvero fiero di questa squadra.-
Annuii con un
sorriso e mi voltai a guardare
Blake. Aveva ancora il volto contratto dalla delusione ma il suo animo
era più
sereno come se avesse davvero capito che Icarus aveva taciuto solo per
il suo
bene.
-A proposito di
squadra-, intervenne mio
padre. –E’ ora di ufficializzare la nascita del
vostro team. Ora che Jason ha accettato
di diventare un Guard la Tripla S deve essere informata di tutto
questo.-
-Ehm,
papà…-, cominciai leggermente
imbarazzata.
-Dimmi, tesoro-, mi
disse lui un po’ confuso.
-Prima di
ufficializzare tutto quanto,
potremmo andare ad indossare qualcosa?-
Blake mi
lanciò uno sguardo imbarazzato e per
poco non arrossii. Nessuno di noi due aveva dimenticato quello che era
accaduto
poco prima nella Healthy Room, anche se di certo avrei preferito
rimuovere. Era
decisamente troppo imbarazzante.
Una volta nella mia
stanza indossai un top
nero e dei jeans scuri. Asciugai i capelli velocemente e li lasciai
ricadere
lungo le spalle.
Mi sedetti un attimo
sul letto e chiusi gli
occhi, respirando profondamente. Avrei voluto chiedere scusa a Blake
per averlo
costretto a far parte di questo mondo, anche se era predisposto
geneticamente,
la Tripla S lo aveva portato da me di proposito, costringendolo ad
abbandonare
la sua vita precedente senza neanche avere la certezza che sarebbe
stato lui la
persona idonea per essere il mio Guard.
Avevo cominciato a
rovinargli la vita ancora
prima di conoscerlo. Era assurdo.
“Cassie, i
tuoi sensi di colpa mi stanno
facendo venire il mal di testa. Datti una regolata!”
Blake?! Ma non era
possibile, come poteva
usare il pensiero per comunicare anche quando la mia anima era dentro
al mio
corpo? Solo i Guard e i Seeker più allenati ci riuscivano,
dopo anni di
collaborazione. Dafne e mio padre avevano bisogno di una grande
concentrazione
per riuscirci.
“Blake,
come hai fatto?”
Ci riuscivo
anch’io, e senza sforzarmi neanche
troppo. Era una cosa così strana.
“Di che
parli?”
“Ad
attivare la comunicazione tramite il
pensiero. In teoria dovremmo riuscirci solo quando la mia anima
è fuori dal mio
corpo.”
“Non ne ho
idea. Avevo voglia di dare un
taglio al tuo senso di colpa, visto che mi sta opprimendo, e ho provato
con
questo metodo. Ero certo di riuscirci visto che lo avevo già
fatto.”
“E’
così strano…”
“Cassie,
smettila di sentirti in colpa.”
Spalancai gli occhi
incredula. Blake stava
cercando di tranquillizzarmi, aveva capito che mi sentivo in colpa per
quello
che gli avevo fatto.
“Ero
destinato a questa vita e se non fossi
diventato il tuo Guard lo sarei diventato per qualcun altro.
E’ una cosa che
parte da me, che è dentro di me. Non posso sradicarla e non
è colpa tua se
adesso la mia vita non sarà più come prima. Da un
lato devo ammettere che
comunque sono contento di quello che sta accadendo perché
almeno ho trovato un
vero obiettivo da portare avanti. Te lo dico in questo modo
perché guardandoti
in faccia non penso che ce la farei ma non so se è la mia
natura di Guard a
farmelo dire però farò qualsiasi cosa
perché tu sia al sicuro durante le
missioni, non ho intenzione di permettere che qualcuno o qualcosa ti
faccia del
male, non lo potrei sopportare. Adesso proteggere te è
l’unica cosa che conta
davvero nella mia vita.”
Okay, quelle parole
erano dettate dal Gene S
di Blake, eppure mi rendeva felice il fatto che lui la pensasse
così. Mi
rendeva molto più felice del dovuto e mi trovai costretta a reprimere tutta la mia gioia
altrimenti Blake
l’avrebbe avvertita.
“Blake…
Grazie, davvero. Grazie per avermi
salvato la vita e per aver deciso di non abbandonarmi. Ti devo molto e
penso
che ti dovrò anche di più in futuro. Ricordati
queste parole perché non credo
che le sentirai mai più pronunciate da me.”
L’atmosfera
cominciava a diventare un po’
troppo strana per i miei gusti, e per fortuna qualcuno decise di
togliermi da
quell’impiccio bussando alla porta. Forse era mio padre che
veniva a chiamarmi
per andare.
Mi diressi verso la
porta e quando l’aprii il
mio corpo si immobilizzò davanti alla persona che aveva
bussato alla mia porta.
-Posso entrare?- mi
chiese Sandra Blake con
voce gentile e con un sorriso che probabilmente era l’arma
più usata dalla
donna per non ottenere un rifiuto.
-Certo-, risposi
cercando di mantenere una
voce ferma.
Mi feci da parte e
lasciai che la madre di
Blake entrasse nella mia stanza. Si muoveva in modo stranamente
sciolto. Sapevo
perfettamente che non aveva alcun tipo di Gene S eppure tutta la sua
persona e
il suo essere delineavano quanto fosse stata vicina alla
possibilità di essere
una Guard. Era leggera nei movimenti, lo notai mentre prendeva una foto
di mia
madre posata su uno scaffale e la osservava. Aveva occhio critico ed
intelligente, si vedeva dal suo sguardo arguto e curioso.
Sì,
quella donna sarebbe stata una grande
Guard se sono la genetica gliene avesse data la possibilità.
Era impossibile
che un essere totalmente umano potesse sprigionare quell’aura
così sovrannaturale
eppure lei aveva questo dono.
-Sai, Cassie-,
cominciò guardandomi dolcemente
negli occhi. –Come ho detto prima io non ho il Gene S
però ho sempre avuto un
sesto senso molto sviluppato e a volte mi è capitato di
avvertire la presenza
di un fantasma.-
Spalancai gli occhi
quasi incredula.
-Mio padre una volta
mi spiegò come sia
possibile che figli di un Guard e di un umana possano diventare dei
“sensitivi”, passami il termine. Ovviamente non mi
riferisco a Santoni
imbellettati che gestiscono programmi Tv a pagamento ma di persone come
me. Noi
non siamo Seeker, non siamo Guard eppure abbiamo una specie di
capacità che ci
permette di avvertire a volte la presenza di anime o di…
Be’ di altro. Sai a
cosa mi riferisco.-
Annuii rapita da
quel discorso. Non avevo mai
creduto a coloro che si definivano sensitivi, ma dovevo ammettere che
forse
c’era del vero in quello che stava cercando di dirmi Sandra
Blake.
-A volte ho sentito
la presenza delle anime e
non mi riferisco solo ad anime innocue ma anche quelle malvagie. Ho
avvertito
di cosa possono essere capaci e devo ammettere che nonostante io abbia
sempre
conosciuto il destino di mio figlio da un lato sono anche tremendamente
spaventata per ciò che potrebbe accadergli.-
Fece un sospiro e si
sedette sul mio letto
facendomi segno di sedermi accanto a lei.
-Quando sono
diventata madre ho promesso di
proteggere mio figlio da tutto quello che avrebbe potuto ferirlo o
danneggiarlo
ma il mondo delle anime e dei Seeker è al di sopra delle mie
forze e so di non
poter nulla contro i pericoli che Jason incontrerà sul suo
cammino d’ora in
avanti. Lui ha deciso di accettare la sua natura e spero che abbia
capito a
cosa andrà incontro, anche se ora è il Gene S a
scegliere per lui. Jason in
questo momento non vede altri che te e l’importanza della tua
vita ma io vedo
la sua di vita e soprattutto vedo l’importanza che ha per te.-
Spalancai gli occhi
incredula a quelle parole.
-Tranquilla, Cassie.
So che per un Seeker
provare preoccupazione per il suo Guard, soprattutto dopo una
conoscenza così
breve, è alquanto insolito ma non ho intenzione di
comunicarlo alla Tripla S o
cose del genere.-
Non era stata
l’idea che la Tripla S venisse a
conoscenza della mia preoccupazione che mi aveva sconvolta ma il fatto
che
quella donna avesse capito così tanto in un lasso di tempo
decisamente breve.
Possedeva un intuito davvero invidiabile.
-In
realtà sono venuta qui a parlarti perché
vorrei che tu mi promettessi una cosa.-
Sfoderò
di nuovo quel sorriso che avrebbe
fatto sciogliere un ice-berg.
-Cosa?- chiesi
ancora sorpresa.
-Tu provi un certo
affetto per mio figlio,
vero? Ti senti legata a lui da qualcosa che non riesci a spiegarti.-
Ma come diamine
faceva a saperlo? Come lo
aveva capito? Come poteva aver interpretato i miei comportamenti
così
velocemente e in modo altrettanto corretto?
-Io…
Credo di sì-, risposi abbastanza
titubante.
-Non ti chiedo di
spiegarmi questo legame,
dubito che riuscirei a capire di cosa si tratta, è un
qualcosa di
sovrannaturale che io non ho le capacità per analizzare.-
A dire la
verità sembrava il contrario visto
che aveva capito praticamente tutto fino a quel momento.
-Conosco mio figlio,
Cassie. Se lui dice che
darà la vita per te stai pur certa che lo farà.
Pur di salvarti metterà se
stesso in pericolo e io ho paura che lui non sia del tutto cosciente
del
significato della morte. Non pretendo che lui non faccia quello per cui
è nato
e a cui è destinato però… Ti prego,
Cassie, promettimi che veglierai su di lui.
Promettimi che cercherai di impedirgli di fare sciocchezze. Vorrei solo
questo,
che tu ti prendessi cura del mio bambino perché io ormai non
posso più farlo.-
Abbassai lo sguardo
rattristata. Non era solo
per la mancanza del Gene S che Sandra non avrebbe più potuto
prendersi cura di
Blake ma anche perché per le regole stabilite dalla Tripla S
i Guard erano
costretti a non avere più contatti con la loro famiglia di
origine se composta
da soli umani. Probabilmente la Tripla S avrebbe fatto trasferire di
nuovo i
genitori di Blake trovando il modo di far restare lui a S. Francisco.
Lo
avrebbero fatto in modo subdolo e graduale in modo che lui se ne
accorgesse
quando era ormai troppo tardi e io, per legge, non potevo fare alcuna
parola su
questo avvenimento. Blake avrebbe dovuto sopportarlo e affrontarlo a
tempo
debito.
Non avevo mai
condiviso più di tanto le
stupide regole della Tripla S e dovevo ammetterlo quella regola era tra
le più
idiote e crudeli.
Finché
Blake fosse stato il mio Guard non
avrebbe mai più potuto rivedere i suoi genitori e questo mi
uccideva. Il mio
senso di colpa rischiava di raggiungere livelli storici inauditi.
Dovevo fare qualcosa
per alleviare almeno in
parte quella sensazione sgradevole che mi stava attanagliando lo
stomaco e
dovevo farlo prima che Blake si accorgesse del mio stato
d’animo. Non era
assolutamente pronto per conoscere la verità.
-Le prometto che
veglierò su Blake- risposi
fissando Sandra dritto negli occhi. –So quanto possa essere
istintivo, ne ho
avuto oggi la prova, e cercherò in ogni modo di fargli
comprendere che la sua
vita è fondamentale quanto la mia. Lei sa meglio di me che
al mondo esiste un
solo Guard per ogni Seeker, se Blake dovesse fare delle sciocchezze e
perdere
la vita anche la mia essenza di Seeker non avrà
più senso di esistere.-
Sandra ricambiava il
mio sguardo con un misto
di gratitudine e curiosità.
-Se posso
chiedertelo, chi è che parla in
questo momento? Cassandre Hyde, la nuova neo Seeker, o Cassie una
diciassettenne
in pena per la vita di un amico?-
Quella era
un’ottima domanda, e probabilmente
da quella donna avrei dovuto aspettarmi un’osservazione di
quel genere.
-E’
Cassandra a parlare. Semplicemente
Cassandra, una ragazza legata ad un mondo che molti non accetterebbero
e che sa
quanto sia importante la vita, soprattutto se è la vita di
una persona buona e
piena di coraggio come lo è Blake. Non potrei mai permettere
che gli accadesse
qualcosa, la sola idea mi fa stare male.-
La madre di Blake
continuò a guardarmi ma
questa volta scorgevo solo gratitudine nei suoi occhi.
-Sarai davvero una
grande Seeker, Cassie.-
Prese una delle mie
mani e la strinse tra le
sue senza lasciare i miei occhi neanche per un istante.
-Lo sarò
solo perché al mio fianco ci sarà un
grande Guard. Però, la prego di non riferire a Blake le mie
parole, non vorrei
che si montasse già la testa.-
Stranamente mi aprii
in un sorriso complice,
di certo non solito alla mia indole, che Sandra ricambiò
divertita.
-Non mi sembra il
caso che mio figlio conosca
così presto la vera idea che tu hai di lui. Gli aspettano
giorni difficili e
sono sicura che il tuo carattere autoritario e severo lo aiuteranno a
maturare
ancora e a diventare l’uomo e il Guard che ho sempre sognato
che fosse.-
Quella donna. Era
una rivelazione, non avevo
mai conosciuto un’umana così sensibile e
perspicace. Era come se anche lei, a
suo modo, avesse dei poteri che nemmeno io riuscivo a comprendere
totalmente.
Probabilmente dalla
madre di uno come Blake
non avrei potuto aspettarmi niente di meno.
-Dopo la cerimonia
di ufficializzazione, io e
mio marito non rivedremo più Jason. Lui si
trasferirà qui da voi e noi tra
pochi giorni lasceremo San Francisco, e ovviamente non posso dire
né a lui né a
te dove andremo.-
-Conosco le leggi
della Tripla S, anche se
molte non le condivido.-
-Non parteciperemo
alla cerimonia, sai che non
ci è dato vedere il quartier generale della Tripla S, quindi
saluterò mio
figlio adesso. Ti prego di non fargli capire in alcun modo quello che
sta per
accadere, e di spiegargli quando sarà il momento che questo
è un passaggio
fondamentale perché la sua vita di Guard abbia inizio.-
La guardai negli
occhi per un lungo istante,
avevo come la sensazione che avrebbe voluto scoppiare a piangere ma era
quanto
il suo carattere deciso e la sua discendenza così
prestigiosa glielo
impedissero.
-Le prometto che
Blake conoscerà tutte le
motivazioni e che troverò un modo per fargli accettare
questa parte del
percorso.-
-Grazie, Cassie-
rispose sorridendo. –Non avrei
davvero potuto sperare in una compagna d’avventura migliore
per Jason.-
-Siamo pronti-
urlò mio padre dalla cucina.
Sandra si
voltò a guardarmi ancora una volta.
-E’ il
momento- rispose con un sospiro.
-Vada a salutare
Blake- le suggerì con voce calma.
–Si prenda tutto il tempo che le occorre. Ci
penserò io a tenere buono mio
padre e anche tutto il mondo dei Seeker se sarà necessario.-
Sandra mi
guardò con commozione.
-Sei davvero una
ragazza straordinaria,
Cassie.-
Mi aprii in un
sorriso amaro.
-Sono solo una
ragazza che vorrebbe tanto
vivere in un mondo normale, ma faccio buon viso a cattivo gioco e vado
avanti. Blake
merita di salutare i suoi genitori, se l’è
meritato per quello che ha fatto
oggi e per tutto quello che farà in futuro.-
Sandra
annuì.
-Grazie ancora,
Cassie.-
Con queste parole e
un ultimo, dolce, sguardo
lasciò la mia stanza e si diresse verso il suo destino e il
suo futuro. Un futuro
in cui il figlio che aveva amato e cresciuto non ci sarebbe
più stato.
***L'Autrice***
Salve
a tutti ^^
Lo
so, tra un po' vi dimenticherete anche di chi sono, scusatemi. Ormai
aggiorno così di rado che mi vergogno di me stessa. Comunque
piano piano e con pazienza qualcosina dal mio cervello bacato riesco a
tirarla fuori.
Ecco
qui un nuovo capitolo di questa storia, e spero vivamente che vi sia
piaciuto. Ci ho messo davvero tanto a partorirlo e spero che per il
prossimo non dobbiate aspettare così tanto, anche se
purtroppo riesco a scrivere sempre più di rado.
Però
posso garantirvi che comunque questa storia è sempre meglio
delineata nella mia mente e che davvero intenzione di far accadere di
tutto. ^^
Nel
prossimo capitolo vedremo l'ufficializzazione della S1 Cassandra, e
quindi mi toccherà descrivere il quartie generale della
Tripla S, il che mi rende un po' indecisa, non so esattamente come
sarà, spero non una schifezza comunque xD
Come
sempre ringrazio tutti coloro che leggono queste e tutte le mie storie,
e vi prometto che risponderò alle recensioni di questo
capitolo e anche a tutte le recensioni a cui non ho ancora risposto.
Vi
ringrazio infinitamente per tutto l'affetto che ogni volta mi
dimostrate... ^^
Un
bacio
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