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CAPITOLO 6
L’eco della
frase del conte Phantomhive aleggiava ancora all’interno della stanza quando
Sebastian si mosse velocemente in avanti, ma Leale riuscì a frapporsi fra lui e
Spinella, arrestando l’avanzata del demone, che lo fissò con un ghigno sorpreso.
“Capitano
Tappo, vada via!”
L’elfo
socchiuse le labbra e fece per muovere un passo verso l’uomo, ma sembrò cambiare
idea, e indossò in fretta il casco.
“La prego di
lasciarmi passare, signore!” Esclamò Sebastian senza scomporsi; a rispondergli
fu l’espressione altrettanto bronzea dell’euroasiatico “Sono spiacente, ma non
lascerò che dei nobili appena arrivati facciano del male al capitano!”
Artemis si
lasciò sfuggire un mezzo sorriso a quell’esclamazione e si sentì quasi sollevato
nel notare che Spinella era scomparsa oltre la finestra “Dovrò trovare un altro
modo per recuperare quello che mi serve…” la constatazione fu accompagnata da
una rapida smorfia contrariata “Ormai non c’è più il rischio che possa
prenderla!” Si trovò ad aggiungere, suo malgrado.
“Sebastian,
questo è un ordine…”
Artemis si
voltò di scatto e inarcò un sopracciglio nel vedere Ciel stringere la benda che
copriva l’occhio destro “Cos’è quel simbolo?” Si chiese, incuriosito, notando lo
strano disegno inciso sull’iride del conte e che, in quel momento, emanava un
debole luccichio.
“Sì, mio
signore!” Esclamò subito il maggiordomo, distogliendo l’attenzione di Fowl dal
giovane dietro di sé.
Con uno scatto
fulmineo Sebastian raggiunse la guardia del corpo e la scaraventò senza alcuna
fatica contro la parete.
“Leale!”
Artemis spostò rapidamente lo sguardo dall’uomo al maggiordomo proiettato fuori
dalla finestra, per poi tornare nuovamente a Leale che, un po’ a fatica, si
stava rialzando.
“Stai bene?”
Chiese avvicinandosi di qualche passo e lanciando un’occhiata a Ciel, che era
rimasto immobile, gli occhi puntati fuori dalla stanza.
“Certo, sono
ancora intero, ma quel tipo ha una forza fuori dal normale!”
Il giovane
annuì con aria grave e lo sguardo perso nel vuoto “Provengono dall’ottocento,
l’aereo è ancora una fantasia…” Un respiro profondo “Non è un essere umano!” Si
lasciò sfuggire Artemis “Come sospettavo!”
“Arguta
osservazione, signor Fowl. Giunta un po’ troppo tardi, però, non crede?”
Phantomhive incrociò le braccia al petto, guadando il giovane Fowl con
disprezzo.
“Probabilmente
ha ragione.” Lo scintillio di soddisfazione nel suo sguardo strideva con le
parole appena pronunciate “Se non è un comune essere umano a che specie
appartiene… o devo dire appartenete?”
“Non che la
cosa la interessi, signor Fowl.”
“Naturalmente.”
Il conte
sospirò e con aria annoiata tornò a guardare fuori dalla finestra “Sebastian è
un demone, sempre che sappiate cosa ciò implichi.”
“Me ne rendo
conto anche più di quanto lei non immagini.” Il sussurro di Artemis fu appena
percepibile.
“Sta dicendo
sul serio, Artemis? Quel tipo è davvero un demone?” Il tono di Leale era
scettico.
“Non vedo
perché dovrebbe essere il contrario. In questo modo verrebbe spiegato tutto,
incluso il fatto che sappia volare.”
L’euroasiatico
socchiuse le labbra “Volare… Spinella!” Sussurrò, leggermente allarmato.
Fowl mosse
appena la testa con aria inespressiva “Esatto!”
“Lasciami
andare!” il sibilo dell’elfo anticipò l’entrata di Sebastian: tratteneva
Spinella per le braccia, sollevandola dal terreno.
Ad Artemis non
sfuggì la smorfia soddisfatta del suo ospite e il movimento appena accennato di
Leale che però, ad una sua occhiata, si fermò, reprimendo l’irritazione per
l’impossibilità di agire.
“Bene signora!
Veniamo subito al dunque!” Phantomhive mosse qualche passo in direzione
dell’agente della LEP, che tentava inutilmente di liberarsi “Sembra che lei
abbia qualcosa di cui il signor Fowl necessita per rimediare al suo errore…”
“Se speri che
consegni quello che chiedi ad un fangosetto arrogante come te, ti sbagli di
grosso! Ordina al tuo colosso di lasciarmi se non vuoi rischiare di essere
polverizzato, in barba alla coesistenza pacifica!” Spinella scosse la testa con
ancora addosso il casco ma Fowl aggrottò un sopracciglio “Cosa spera di ottenere
in questo modo?”
Dalla bocca di
Ciel non uscì neppure una parola. Continuò a fissare l’altra con sguardo
indifferente prima di tornare a parlare “Come può vedere, non è nelle condizioni
di potersi permettere un simile linguaggio e non credo che nella sua posizione
possa rifiutarsi di fare quello che le ho chiesto, non crede?” Il tono duro del
conte provocò solo uno sbuffo irritato da parte del capitano Tappo, che non
rispose all’umano.
Phantomhive
irrigidì la mascella di fronte al prolungarsi del silenzio e con pochi passi
raggiunse Spinella sfilandole di colpo il casco, che cadde a terra con un tonfo,
fissandola dritto negli occhi “Forse non ci siamo ben capiti…”
Leale socchiuse
le labbra, guardando Artemis, che però continuò a fargli cenno di aspettare.
“La mia non è
una richiesta, non accetto un rifiuto come risposta!”
L’elfo rimase
in silenzio qualche attimo, prima di scandire “Scordatelo!” con lentezza
esasperante.
Ciel si
irrigidì ulteriormente “Sebastian…” sibilò con aria incattivita “Liberati di
quest’essere inutile…”
Leale estrasse
la Sig Sauer prima che chiunque altro potesse muoversi “Non mi interessa se sei
un demone o altro, ma non muoverai un dito sul capitano!”
Ciel si voltò
verso l’euroasiatico con aria annoiata “Se pensa di spaventarmi con quell’arma,
si sta sbagliando…”
L’uomo non
sembrò turbato e continuò a mantenere la pistola puntata contro Sebastian con
stretta ferrea.
Fowl mosse
rapidamente lo sguardo da Ciel a Leale ma, prima che potesse proferir parola, la
sua guarda del corpo mosse la bocca dell’arma verso il conte Phantomhive. “Sarà
abbastanza spaventato con qualche proiettile in testa, non crede, signor conte?”
Il cipiglio che
curvò la fronte di Phantomhive fece inspirare Artemis prima che il giovane
muovesse qualche passo in avanti, frapponendosi fra Leale e il suo obiettivo
“Signori, per favore, cerchiamo di calmarci!”
“Artemis che
stai facendo? Spostati subito!” Nella voce dell’uomo risuonò una nota allarmata.
Il rampollo di
casa Fowl scosse la testa con aria risoluta “Mi dispiace Leale, ma è meglio che le cose non precipitino più di quanto non stiano già facendo…” Un lieve cipiglio
indurì l’espressione del ragazzo per qualche secondo “Non vogliamo che succeda
qualcosa al capitano Tappo, giusto?”
L’uomo fissò
Artemis e la determinazione nel suo sguardo; si limitò ad annuire, abbassando
l’arma di poco, ma questo bastò all’altro che rivolse la sua attenzione al conte
e al suo maggiordomo; l’uomo teneva ancora ferma Spinella senza però dare
l’impressione di aver cattive intenzioni.
“Non c’è
bisogno di usare la forza per risolvere il nostro problema, non crede?” Artemis
mosse un passo, ma Phantomhive non fece una piega, continuando a puntare gli
occhi bicolore su di lui. “Sono sicuro che il capitano Tappo converrà con me che
sarebbe meglio cominciare a collaborare!”
L’occhiataccia
che arrivò di rimando da parte dell’elfo non prometteva nulla di buono, ma non
si sarebbe aspettato niente di diverso. Portò due dita alla tempia destra
rimanendo qualche istante in silenzio prima che qualcosa gli affiorasse alla
mente. Riportò la sua attenzione sull’agente della LEP “Conte Phantomhive…”
esordì dopo aver incrociato lo sguardo di Spinella “Sono sicuro che la signora
voglia parlare con lei per ridiscutere i termini dell’accordo!” Gli occhi
azzurri guizzarono da Ciel a Spinella prima che quest’ultima assumesse per un
attimo un’aria incredula, diventando, poi, mortalmente seria, e rivolgendo tutta
la sua attenzione al conte, che sussurrò un “Lo spero per lei!” prima di fissare
gli occhi nocciola che sembrarono scurirsi.
“Signor conte…”
esordì Spinella, con voce improvvisamente suadente “Credo proprio di aver
sbagliato a giudicarla…”
Ciel inarcò un
sopracciglio, ma prima che potesse proferir parola, pendeva già dalle labbra
dall’elfo. “Sa, credo che abbiamo cominciato col piede sbagliato, ma forse
possiamo rimediare!” La voce carica di fascino aveva ormai fatto breccia nel
conte che si limitò ad annuire con fare meccanico.
“Che ne direbbe
se provassimo ad andare d’accordo?”
Il giovane
inglese socchiuse le labbra; dopo un attimo che sembrò di esitazione esclamò
“Non chiedo di meglio, signora!”
Un ghigno di
soddisfazione comparve sul volto di Spinella, subito cancellato da un’aria di
stupore.
Artemis guardò
il volto del capitano Tappo cambiare repentinamente espressione ma non gli fu
dato il tempo di pensare alcunché e un grido soffocato anticipò un fulmineo
scoppio di luce.
“Che sta
succedendo?” domandò Leale, ormai alle spalle del giovane Fowl, che scosse
semplicemente la testa prima di avvicinarsi a Spinella, ancora a qualche dozzina
di centimetri dal pavimento. Vedere l’elfo con ancora un’aria incredula dipinta
in volto non gli fece presagire nulla di buono e quando fu a non più di un metro
di distanza capì la portata del problema.
“Cosa mi hai
fatto?” La voce incrinata di Phantomhive non distolse l’attenzione di Artemis
dagli occhi dell’amica che erano palesemente spaiati “Questo non l’avevo davvero
previsto!” Pensò non senza una punta di entusiasmo che venne messo da parte nel
notare il simbolo sull’iride di Spinella, identico a quello mostrato a tutti dal
conte.
“Vi ho chiesto
cosa mi avete fatto ed esiguo una risposta!” Ciel strattonò Artemis per farlo
allontanare e poter essere a quattrocchi con l’elfo “Ne ho davvero abbastanza di
tutti voi, troverò da solo il modo per far rientro a casa! Sebastian, questo è
un ordine, uccidili tutti, e spazza via questo posto!”
Seguì un lungo
attimo di silenzio prima che l’uomo parlasse “Sono spiacente signorino, ma non
mi è più permesso eseguire i vostri ordini.”
Phantomhive
fissò accigliato il maggiordomo che ricambiò lo sguardo con aria mesta.
“Cos’hai
detto?” Sibilò a denti stretti afferrandolo per la giacca scura “Abbiamo un
contratto, ricordalo!”
Fowl inspirò
brevemente “Signor Phantomhive, ho come l’impressione che sia venuto meno un
importante elemento che legava il suo demone a lei… e suppongo che ora sia il
capitano Tappo ad avere un maggiordomo!”
L’occhiata di
Spinella gli sembrava decisamente più sconvolta rispetto a quella del suo ospite
ma sicuramente altrettanto contrariata.
“Spiegati
meglio, fangosetto, non credo di seguire le tue farneticazioni!”
Artemis annuì e
notò che anche Phantomhive sembrava interessato alla spiegazione “Il fascino che
hai appena usato sul mio ospite, deve essere entrato in contrasto con il marchio
sul suo occhio provocando lo strano fenomeno che non avevo previsto: capitano
Tappo, ora puoi anche ordinare all’uomo alla tue spalle di lasciarti andare!”
L’elfo guardò
torvo il giovane Fowl per qualche secondo prima di piegare le labbra in una
smorfia dubbiosa “Ehi, tu, colosso! Lasciami subito andare.” Esclamò con poca
convinzione cambiando subito espressione quando Sebastian la rimise lentamente a
terra.
“Com’è
possibile?” Ciel sembrò parlare a se stesso “Sebastian, com’è possibile una cosa
del genere? Il contratto, il…” La voce di Phantomhive si affievolì davanti
all’evidenza dei fatti, ma questo non gli impedì di strattonare ancora il
maggiordomo “Fa’ tornare tutto come prima! Sei un demone, no? Puoi farlo!” Il
tono era meno deciso del solito, ma il conte aveva riacquistato l’autocontrollo.
L’uomo scosse
mestamente il capo.
“Conte
Phantomhive, il suo servitore è sotto il controllo del capitano Tappo e prima se
ne farà una ragione, pri…”
“Chiuda la
bocca, Fowl, lo so benissimo cos’è successo e che è solo colpa sua!” Ciel
fulminò l’altro guadagnandosi un’occhiata perplessa.
“Bene!” Mormorò
Artemis, rivolgendosi poi all’agente della LEP “Spinella, avresti dovuto
ascoltarmi, ci saremmo evitati questa situazione incresciosa… ora credi che sia
il caso di aiutarmi?”
L’elfo si
allontanò di qualche passo dal gruppo e raccolse da terra il casco, indossandolo
e alzando la visiera “Polledro, hai sentito?! Ci sono novità… e smettila di
nitrire, potresti rischiare molto!” Rimase in silenzio fissando gli umani, prima
di annuire “Va bene…” Bisbigliò alzando gli occhi bicolore su Artemis. “Dimmi
cosa ti serve, fangosetto; sono disposta a darti ascolto, ma non ti permetterò
di seguirmi, dovrete aspettare il mio ritorno!” Le sopracciglia di Spinella si
piegarono in modo quasi innaturale.
“Capisco, ma
nulla vieta al tuo maggiordomo di seguirti fino a Cantuccio per aiutarti,
no?”
L’altra sembrò
soppesare il suggerimento prima di sospirare “Cerca di non rallentarmi,
fangoso!” Sbottò rivolta a Sebastian, che accennò un inchino “Come desidera,
signora!”
Il capitano
fece una smorfia “Finiamo in fretta questa pantomima disgustosa.” Sussurrò
attraversando la finestra, con il demone alle calcagna.
Artemis guardò
i due sparire e incrociò le braccia “Vado a rivedere il progetto prima che
facciano ritorno!”
Leale annuì
seguendo Fowl che però si fermò dopo pochi passi “Lei viene con noi, signor
Phantomhive?” Un lieve sorriso si allungò sul volto pallido.
A rispondergli
vi fu solo il silenzio e un cenno del capo, prima che Ciel li seguisse.
“Bene, è tutto pronto!” Esclamò
Artemis con aria soddisfatta, lanciando un’occhiata alla macchina.
“Sei sicuro che questa cosa
funzionerà?” Il viso di Spinella esternava tutta la sua perplessità.
“Certo!” Si limitò ad esclamare il
giovane Fowl, afferrando il telecomando per digitare gli ultimi dati necessari.
Ciel osservava la scena in
completo mutismo, solo le sopracciglia continuavamo ad inclinarsi, con fare
nervoso.
“Va bene, se qualcosa va storto
sai come rintracciarmi… sempre se potrai ancora farlo!” L’elfo saltò sul bordo
della finestra.
“Dove va’ capitano Tappo?” Chiese
Leale guardandola con la coda dell’occhio mentre controllava per l’ennesima
volta che tutte le parti fossero montate perfettamente.
“Non penserete che me ne rimanga
qui. Se salterete in aria non voglio essere dei vostri!” Fece spallucce e,
silenziosa com’era arrivata, scomparve alla loro vista.
“Ci sentiamo nel presente giusto!”
Si limitò a sussurrare Artemis, premendo, senza preavviso, il pulsante di
avvio.
Epilogo
Il ticchettio
dei tasti del pc portatile riecheggiavano nella stanza silenziosa e le dita
pallide e affusolate di Artemis si muovevano velocemente sulla tastiera.
L’ambiente
aveva ritrovato il consueto arredamento; l’unica nota stonata era costituita
dalla manica multicolore che spuntava dal cestino della spazzatura.
L’esperimento non ha dato i risultati previsti inizialmente, ma non sarà mai il
primo intoppo a fermare la ricerca e, quando saranno stabiliti con certezza le
cause degli inconvenienti, si procederà con una nuova rielaborazione del
progetto.
Fissò le ultime
righe scritte: le parole nere risaltarono sulla pagina elettronica ed Artemis si
lasciò sfuggire un lieve sorriso “Andrà tutto da copione… la prossima volta!”
Fine
Note: questa fan fiction è nata per gioco, a causa
delle somiglianze assurde che a volte riesco a trovare… e meno male XD Grazie a
questa storia, infatti, mi sono resa conto di non essere l’unica a pensare che
certi personaggi siano gemelli separati alla nascita e ciò mi consola. Inoltre
ho potuto conoscere altri fan della mitica saga di Colfer che, stranamente,
sembrano essere degli esseri mitologici rari.
Ringrazio tutti coloro che hanno letto fin qui; spero
che la fan fiction sia stata di vostro gradimento e che vi abbia divertito
almeno un po’… io mi sono fatta un sacco di risate, da sola, come una mezza
esaltata ^^;
Con questo è davvero tutto!
Baci baci
Prue
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