Ebbene
sì. Ho una storia in sospeso, purtroppo l’altro computer non vuole collaborare
e avendola già scritta tutta, non voglio riscriverla tutta di nuova!
Però,
tra una lezione e l’altra, un lavoretto e l’altro, un’attività e l’altra… mi è
venuta in mente questa “What if…?”.
Pensavate
di esservi liberati di me, vero??? E invece no =D
Avevo,
nel vecchio e quasi defunto pc, tante idee per tante
altre storie ma ho pensato… perché non tutte in una ff
così mi caccio il pensiero?
No,
non ce la faccio a stare lontana da EFP e dalla tastiera..è
più forte di me O.o
Passando
al capitolo: ci capirete poco. È normale. Anche io
c’ho capito poco xD sarà un passaggio di avanti e
indietro nel tempo, un arco di circa quattordici giorni =)
Detto
questo… buona lettura ^^
Capitolo 1
Pianeta Alieno, ora.
Mew
Berry guardò le sue compagne a terra, prive di sensi. La loro pelle bianca era
piena di escoriazioni, tagli e sembravano nuotare nelle loro pozze di sangue
rosso che macchiava i loro bei vestiti colorati della trasformazione.
Un
alieno dall’aria crudele le prese i corti e arruffati capelli rosa. Erano
stopposi, pieni di sangue, sudore e lacrime.
Mew
Berry non aveva più forze per ribellarsi. La trasformazione era inutile contro
quegli alieni. Neanche Gish, Pai o Tart erano mai stati così crudeli. Loro,
almeno, avevano un’etica in battaglia. Certo, le avevano ferite, avevano usato
un sacco di mezzi per sconfiggerle, ma mai, mai con tanta crudeltà. E poi, loro
lo facevano per il loro pianeta. Quei bruti maledetti che le avevano rapite?
Per cosa lo facevano? Vendetta? Potere? Fanatismo?
“Maledetti.
Se esiste un Dio vi deve maledire ora”. Mew Berry provò a divincolarsi dalla presa ma
questo le causò solo altro dolore.
Avevano
viaggiato per un paio di giorni nello spazio, forse una settimana.
Era
stata divisa dalle sue compagne ed erano atterrati in un posto misterioso… il
pensiero della Terra lontana la mandava nel panico.
Era
in trappola.
Il
suo corpo urlava di dolore. Era stata
malmenata e torturata ma non era quello il peggio. La testa pulsava a causa
della mano prepotente che le tirava i capelli, ma una voce nella sua testa
urlava più forte.
“Sono
morte! Le ragazze sono morte!”
Il
peggio era stato vedere le sue amiche cadere, una per una.
Avevano
combattuto con valore ed erano cadute come foglie. Solo per salvarla. Solo per
lei.
Erano
vive?
Respiravano
ancora?
“Ti
prego Dio… ti prego!” si ripeteva.
-Dacci
l’Acqua Mew.- mormorò
l’alieno, feroce.
-O..ormai...- la sua voce tremò –Ormai è finita. L’avete usata
per il vostro pianeta.
Un
pugno in pieno viso la fece tremare. Un'altra ferita sul suo corpo.
-Allora
svelaci il segreto dei vostri poteri. Parla!
-Non
c’è niente da sapere- fece la dura ma in cuor suo piangeva e i suoi occhi
cercavano segni di vita sulle sue amiche.
L’alieno
la strattonò, attirando l’attenzione su di sé -Sono morte.- la freddò -Come
hanno fatto gli Ikisatashi a rivivere? Erano morti contro Profondo Blu, no?
Mew
Berry non rispose.
Gli
Ikisatashi. Già.
Che
fine avevano fatto? Erano veramente nelle mani di quei maledetti alieni? Loro,
che li avevano in qualche modo salvati dalla vita del topo chiuso sotto terra
ad aspettare un raggio di sole che non sarebbe mai arrivato? Era per queste
persone che avevano combattuto per un anno?
-Bene.
Il gatto ti ha mangiato la lingua?- l’alieno sorrise della sua battuta.
Guardò
i suoi collaboratori –Sapete cosa fata con le Mew Mew.
Della rossa me ne occupo io. Poi, andate e uccidete gli Ikisatashi.
Gish…Pai…
Tart… anche loro?
Mew
Berry cominciò a piangere –Vi prego, no…- cominciò a
supplicare.
Le
stavano per uccidere…
Moriranno tutti. Le disse una voce nella sua testa.
Non sono stata in grado di difendere
nessuno.
Mina,
che con la sua grinta aveva sempre ottenuto il meglio del meglio.
Lory,
che con la sua dolcezza aveva portato un Pai
Ikisatashi ad aiutarle contro Profondo Blu.
Puddy,
sempre sorridente e gioiosa che nei suoi nemici aveva visto un mondo da
scoprire.
Pam,
dolce e terribile. La reincarnazione della bellezza e della forza.
Le
aveva perse.
Strinse
gli occhi pieni di lacrime–Dove sono Gish e i suoi
amici?
-Sono
pronti per essere giustiziati. Complimenti, gattina. È tutta colpa tua. Forse
li stanno già scuoiando vivi.
Mew
Berry provò a lottare ancora. Si divincolò dalla presa e atterrò di lato. Come
un gatto balzò sul suo nemico e lo graffiò in pieno volto. Con la sua arma poi
lo colpì in pieno petto e quello cadde a terra, colpito dal fascio di luce.
Lo
aveva ucciso.
Altri
due alieni riuscirono a bloccarla.
Mew
Berry voltò la testa verso le sue compagne.
Vide
Mew Puddy trascinata da un piede. Aveva gli occhi socchiusi e mormorava qualche
cosa.
I
suoi istinti felini la aiutarono a capire.
“Addio,
Strawberry. Ti voglio bene”.
Mew
Berry fu colpita allo stomaco e svenne, tossendo sangue.
Pianeta Terra, qualche giorno prima.
Lo
scontro contro Profondo Blu era terminato con la vittoria delle paladine della
giustizia. Gish, Pai e Tart erano partiti promettendo
la pace dei due mondi.
Tutto
sembrava aver preso una piega giusta. Avevano continuato a lavorare al Caffè con
le ragazze e la vita trascorreva tranquilla, tra la scuola, le amiche e i
piccoli amori del gruppo.
Ma
qualche cosa non era andata nel verso giusto.
Le
ragazze, due settimane dopo lo scontro, erano sparite.
E
nel peggiore dei modi.
Mash
aveva ripreso la sparizione di Strawberry e Ryan e Kyle guardavano quel video
come se fosse un’ossessione.
La ragazza era stata presa alle spalle, un alieno dai
capelli neri l’aveva presa e fatta svenire. Era successa la stessa cosa alle
altre?
Dov’erano?
Sulla Terra non più, questo era certo.
Le famiglie erano disperate. Si pensava a un serial
killer che le aveva prese di mira. Tokyo era terrorizzata. Prima gli alieni,
ora ragazzine che scompaiono.
Poi…
Poi era arrivato un messaggio da parte loro.
-C’è nesssuuno?
La faccia di Gish era apparsa sul loro schermo.
Sembrava sereno.
-Micetta?
-C’è Puddy?-
fuori campo la voce di Tart.
-Finitela di fare confusione. Terrestri, ci ricevete?- per ultimo, Pai.
Ryan si alzò di colpo –Cosa..?-
era rimasto una notte intera davanti al computer nella speranza di ricevere
qualche segnale che gli indicasse la posizione delle ragazze perché in cuor suo
sperava fossero ancora sulla Terra.
-Sorpreso? È una
trovata di Pai!- disse Gish –Volevamo
dirvi che qui va tutto bene, l’Acqua Mew ha fatto il
suo corso! Dove sono le ragazze? Mi mancano i loro mini-vestitini colorati, non
vedo l’ora di rifarmi gli occhi!
Ryan e Kyle si guardarono. Era chiaro che loro non
sapessero niente.
-Rapite. Da alieni.
Silenzio. Gish assunse un’aria seria –Quando?
-Qualche giorno fa. Abbiamo delle riprese.
Pai cacciò Gish dallo schermo –Posso collegarmi al vostro computer, adesso e accedere a tutti i vostri
file. Avete avuto più notizie? Siete sicuri che non si trovino più sulla Terra?
Ryan indurì la mascella –Sì.
-Vi aiuteremo.
Lo farà tutto il nostro pianeta. Dobbiamo
le nostre vite alle ragazze. Non temete.
Queste parole, dette da Pai, un po’ li rincuorarono.
Pai che dava speranza? Una cosa molto divertente…
Ed erano passati giorni, poi una settimana intera.
E
non ebbero più notizie se non qualche veloce messaggio da parte di Tart o Pai.
Ancora
niente. Niente. Non si trovavano. I tre fratelli avevano assicurato che si
stavano muovendo tutte le forze armate per trovarle, per scovarle. Stavano
setacciando tutto il sottosuolo e la superficie e qualcuno era pure partito per
lo spazio, alla ricerca di navicelle o piccoli insediamenti in altri pianeti
più piccoli.
Poi
lo chiesero –Trovate il modo di portarci sul vostro pianeta.- aveva chiesto
Kyle.
Pai
aveva annuito –Una navicella sarà da voi tra qualche giorno. Verranno a prendervi.
Pensiamo potreste essere un prossimo bersaglio. E sono
sicuro che siete più utili qua con le vostre
apparecchiature che sulla Terra. Noi non sappiamo bene come localizzarle,
voi si.
-Avete
scoperto chi le ha rapite?
-Ribelli, forse.- Pai aveva l’aria stanca
–Ci dispiace per quello che è successo,
ma sarò franco…- lo sguardo s’intristì –Ci
sono buone probabilità che siano morte.
-No!-
Ryan batté una mano sul tavolo –Sono vive! Me lo sento!
Pai,
dall’altra parte dello schermo, strinse i pugni.
E
se Lory fosse morta…
-Lo spero. Vivamente.
Pianeta Alieno.
Pai
chiuse ancora una volta la comunicazione.
Gish
era accanto a lui –Sono vive.- disse il minore –Non sono così deboli.
Gish
si morse un labbro, quasi a farlo sanguinare.
“Strawberry,… resisti. Ti prego, piccola.”.
Tart
stava cercando di essere utile tenendo il morale alto.
-Sono
vive! Ho un ottimo presentimento!- diceva, cercando di convincere tutti.
In
casa Ikisatashi la tensione era alta.
Il
padre dei tre, un Generale delle alte sfere, aveva mobilitato tutto il suo
reparto ma con scarsi successi.
-Papà,
quelle ragazze ce la faranno!- disse Tart –Tu non sai come sono! Sono forti!
La
madre di Tart lo strinse forte –Lo spero, piccolo.
Tart
strinse la tunica della madre –Mamma, voglio che tu conosca Puddy. È una
promessa.
La
donna strinse a sé il figlio minore e guardò i due più grandi. Due ragazzi,
cresciuti troppo velocemente e ormai divorati dalle fiamme.
“Chiunque
ascolti le mie preghiere. Salvi quelle ragazze”.
Prigione, qualche giorno dopo.
La
cella puzzava. Puzzava di chiuso, di muffa.
Faceva
freddo, un freddo che entrava nelle ossa e ti faceva rabbrividire l’anima. Ma a Strawberry non
importava più niente.
Incatenata
al muro, piena di ferite e il cuore spezzato, aspettava la morte. Forse avrebbe
potuto rivedere le sue amiche…
Un
carceriere entrò nella cella, sorridente.
-Sono
tutti morti. Quando ti deciderai a parlare?
Ma
Strawberry non parlava più. Aveva perso la parola quando le sue amiche erano
morte. Aveva smesso di mangiare e di bere. Non ne poteva più di vivere.
-Parla!-
l’alieno le prese il mento e lo alzò in alto. Lo sguardo cioccolato della Mew Mew era spento, senza vita.
-Stupida
umana. Morirai per nulla.
Uscì
dalla piccola prigione e si diresse in delle gallerie.
Arrivò
in una piccola sala ben curata –Ancora non parla. È in stato di shock- domandò
a un uomo seduto su una sedia.
Quello
si alzò. Era giovane, bello e temibile. I capelli erano neri come la pece e
dello stesso colore erano gli occhi erano ancora più scuri. Il viso era magro,
affilato e il corpo tonico e muscoloso.
-E
delle altre che mi dici?- chiese, con voce profonda.
-Silenziose.
Tranne la piccola, che continua a urlare che ce la farà pagare. Frigna troppo.-
sul suo volto si dipinse una maschera di disgusto –Non la sopporto.
-Dobbiamo
pazientare. Parleranno..
-Ma
ci stanno addosso!- fece l’alieno, sbattendo un pugno sul muro di pietra –Gli
Ikisatashi sono vicini a noi…
-Che
vengano pure- sentenziò l’uomo –Avremo ciò che ci serve.
-Da
quelle ragazze non avremo niente…
-Lo
avremo.
I
due si guardarono e poi l’alieno abbassò lo sguardo, sconfitto. Il capo non era
lui.
-Va
a riposare. Sarai stanco- lo congedò freddamente il suo superiore e l’uomo
annuì, uscendo.
Il
moro si sedette sulla sedia, stanco.
O
quelle Mew Mew si decidevano a parlare, o le avrebbe
uccise sul serio.