ReenlistingFic 7
Cinque
modi per impedire al tuo amico di arruolarsi
Epilogo:
Controfferta
Non
riuscii a guardarlo in quel momento. Per Holmes, essere così onesto
e schietto con me – con chiunque – era un fatto raro e
scioccante. Avrei tanto voluto dirgli che non mi sarei arruolato,
così da cancellare le sue paure e risolvere la faccenda una volta
per tutte. Ma sapevo che non potevo. Se davvero avessi scelto la via
più facile abbandonando tutti quei ragazzi al loro destino, agli
ingranaggi di quella macchina bellica di cui aveva parlato Holmes,
non credo che avrei più potuto vivere con me stesso. Chinai la
testa.
“Holmes,
non posso restarmene qui fermo mentre questa guerra infuria. È
necessario fare qualcosa. Io devo fare qualcosa. Io... devo avere
qualcosa da dire, in tutto questo.”
Holmes
sorrise. Un sorriso arcigno, ma comunque un sorriso.
“Mio
caro Watson. Sempre un uomo d'azione, eh?”
“Sì,
Holmes” risposi quieto, “sempre.” Holmes drizzò la testa e si
alzò in piedi.
“Proprio
quello che pensavo. Se è davvero così, Watson, potrebbe almeno
farmi l'onore di considerare la mia controfferta?”
Alzai
le sopracciglia.
“Che
cosa intende dire?”
Holmes
fece un ghigno e andò verso la scrivania, per poi tirar fuori
qualcosa da uno dei cassetti.
“Pare”
disse, “che i superiori di Mycroft siano rimasti così
impressionati dalla mia performance come Altamont da volere che
continui.” Lasciò cadere sul tavolino una pila di fogli
dall'aspetto ufficiale e minaccioso. “Hanno richiesto – in quel
modo particolare che rende un uomo molto esitante a rifiutare – che
io continui il mio lavoro nell'ambito dello spionaggio.”
Per
un attimo fui troppo sbalordito per dire qualsiasi cosa. Poi il
miscuglio di emozioni dentro di me trovò esattamente la cosa giusta
da dire.
“Come
osa.”
“Prego?”
“Come
osa, Holmes!” La mia voce si alzò di tono man mano che la
rabbia
mi riempiva i polmoni. “Lei si spinge fino a livelli straordinari
–
livelli insani, e credo che molte persone sarebbero d'accordo con me
– per impedirmi di rientrare nell'esercito di Sua Maestà,
poi
quasi mi implora di rimanere in Inghilterra, e in tutto questo tempo
aveva quei fogli e sapeva che presto se ne sarebbe andato al
diavolo per altri due anni! Pensa che io non abbia passato tutto il
tempo in cui lei era via preoccupandomi che fosse morto, che
l'avessero catturata o Dio solo sa cosa...”
“Watson,
per favore! Lei ha frainteso.”
“Davvero?
Quindi lei non ha intenzione di continuare le sue operazioni di
spionaggio all'estero?”
Lui
esitò. “Beh, sì...”
“Buonanotte,
Holmes.”
Con
la rapidità di un uomo con la metà dei suoi anni Holmes si
precipitò verso la porta, sbarrandomi il passo.
“Aspetti,
Watson, non ho finito. Lavorerò di nuovo sotto copertura, ma solo ad
una condizione: che lei venga con me.”
Dire
che quel giorno era stato pieno di sorprese avrebbe significato,
probabilmente, minimizzare la cosa in modo alquanto grossolano.
Ciononostante, devo ammettere che quella fu la dichiarazione più
sconvolgente di tutte, quel giorno e in qualunque altro momento.
“Io?”
Holmes annuì.
“Chi
altri?”
Mi
sorpresi a grattarmi la testa. I capelli mi si erano ingrigiti
parecchio, negli ultimi due anni.
“Qualcuno
con esperienza, ad esempio. Qualcuno che comprenda lo spionaggio, che
sia abile a recitare e abbia tutta una serie di capacità...”
“Che
ne dice di un ex-medico militare che ha dimostrato lealtà al suo
paese più e più volte? Un uomo intelligente, meticoloso, che ha
passato una buona parte della sua vita aiutando le autorità a
catturare alcuni dei criminali più pericolosi di Londra? Un uomo
affidabile, onesto, che sa come mantenere la calma nei momenti di
crisi? Pensa che qualcuna di queste capacità potrebbero essere
utili?”
“Lei
mi lusinga, amico mio, ma sappiamo entrambi che le mie qualifiche per
un compito importante come quello che mi sta proponendo sono
disgraziatamente inesistenti. Questo non è uno dei nostri casi di
Baker Street, dove la vita di un cliente è in pericolo. La posta in
gioco era già abbastanza alta allora. Ma qui parliamo dell'intera
nazione, di tutto l'impero. Non credo che il Governo mi permetterà
di aggregarmi a lei.”
“Tanto
per cominciare, Watson, lei non è e non è mai stato semplicemente
uno che si 'aggrega'. Lei verrebbe come agente autonomo, e sarebbe
una risorsa importante per la causa britannica. Secondo, io so per
certo che i Servizi Segreti sarebbero entusiasti di averla dalla loro
parte.”
“Davvero?”
incrociai le braccia. “E come lo sa?”
“Perché
hanno già accettato.”
“Che
cosa?”
Holmes
si mise le mani in tasca.
“Quando
ho realizzato che lei aveva intenzione di riunirsi alla sua vecchia
unità, ho avuto una conversazione con Mycroft a proposito di quello
che avrei dovuto fare. Oh, non si preoccupi. I fatti di oggi sono
stati interamente una mia macchinazione. Ma è stato Mycroft a
suggerire che lei mi accompagnasse durante le mie piccole escursioni.
Ha detto che il mio lavoro nel caso Von Bork era fatto un po' a
casaccio per i suoi gusti, cosa che lui attribuisce alla sua assenza,
Watson, al fatto che lei è la mia stella cometa e così via. Sono
completamente d'accordo sul fatto che lei è un assistente
ineguagliabile, ma definire i miei sforzi 'fatti a casaccio' è stato
un vero affronto...”
Cercai
di riportare Holmes all'argomento originario.
“Quindi
lui ha semplicemente deciso che dovrei venire con lei? E ha convinto
il resto dell'Intelligence britannica?”
“Oggi,
a quanto sembra. Pare che Mycroft abbia un'influenza considerevole,
Watson. Sarei prudente, se fossi in lei, prima di rifiutare la sua
offerta. Mio fratello ha probabilmente un quantità di agenti sparsi
per tutto il paese che aspettano solo di saltarle addosso, nel caso
dovesse rinunciare. Che cosa ne dice?”
Mi
trascinai di nuovo verso il divano e mi sedetti su uno dei braccioli.
“Questo...
questo è ridicolo, Holmes. Non posso lavorare come spia.”
“Ma
si incastra tutto alla perfezione, Watson, non capisce? Lei può
continuare a servire il suo paese, io posso impedirle di farsi
ammazzare, lei può fare lo stesso con me, e insieme potremo
combattere la battaglia dei giusti e allo stesso tempo evitare che
mio fratello continui a tormentarmi. Vincono tutti.”
“Che
cosa dirà la gente? Non si accorgeranno che siamo scomparsi?”
“Sono
certo che saprà inventarsi una scusa adeguata, vecchio mio. Scriva
che è venuto a vivere con me nel Sussex per aiutarmi ad allevare le
api, o qualcosa del genere.”
“Holmes,
dovrebbe essere qualcosa di credibile.”
“Beh,
è lei il romanziere. Lascio a lei i dettagli. Domattina abbiamo
appuntamento alle otto per conoscere la nostra prossima missione,
perciò se fossi in lei adesso me ne andrei a dormire. Queste spie
sono incredibilmente pignole per quanto riguarda la puntualità.”
Holmes
uscì dal salotto e si avviò verso la stanza degli ospiti. Io mi
alzai e lo seguii.
“Aspetti
un momento, Holmes, aspetti un momento! Io non ho detto che sono
d'accordo con tutto questo.”
“So
che farà la scelta giusta, Watson. Dopotutto, il suo paese ha
bisogno di lei.” rispose lui senza voltarsi. Dopodiché chiuse la
porta della sua camera, mettendo fine alla conversazione una volta
per tutte.
Io
rimasi nell'ingresso, sconvolto. Come poteva essere così sicuro che
avrei accettato di seguirlo nella sua prossima missione? Era un
tantino presuntuoso, da parte sua, credere che avrei abbandonato ogni
cosa senza pensarci per seguirlo verso l'ignoto, specialmente dopo
tutto quello che mi aveva fatto passare quel giorno. E tuttavia
quella mattina stavo per decidere di fare la stessa cosa, ma senza la
sua compagnia come supporto. In passato l'avevo accompagnato in così
tanti casi senza avere la minima idea di quello che stava succedendo,
perché ora avrebbe dovuto essere diverso? Forse non era necessario
andare al fronte per rendere un servizio al mio paese. Forse non
avrei dovuto affrontare il nemico da solo, questa volta...
“Watson,
per amor del cielo, smetta di recitare quel suo monologo mentale
fuori dalla mia stanza e vada a letto.” suonò da dentro la voce di
Holmes. “Domani ci aspetta una giornata impegnativa. Le guerre non
si vincono da sole, sa.”
Io
sorrisi e scossi la testa.
“Ha
ragione, Holmes. Ci vediamo domattina.”
FINE
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