¨Soul
Palsy~
Cap.4
– Life Palsy
«Ehi, come sei carina. Vieni
con me».
L'uomo incuteva in Wyn un senso di
terrore ma anche un sentimento di compassione, nonostante il
buonsenso le urlasse che la cosa migliore da fare era darsela a
gambe!
Eppure gli uomini anziani che
flirtavano con lei le facevano sempre una gran tenerezza.
Rimase impassibile, evitando il suo
sguardo – pensando che così potesse ignorare il suo ordine –
e cercando quello del ragazzo rimasto in macchina.
“Oi, bastardo, fa qualcosa!”,
gli urlava con gli occhi.
Ma lui non la stava guardando.
Perché si fidava tanto di
lui? Lo aveva appena incontrato, cazzo! Era stupida?
Mentre si chiedeva questa e altre
domande, non si accorse che il quarantenne la stava tirando
prepotentemente per un braccio, sorridendole nervoso.
La ragazza mora poté notare,
ma forse era solo frutto della sua mente che ormai la stava
abbandonando, che il ragazzo, ancora con le mani sul volante, la
osservava con occhi spalancati, vitrei, mentre veniva portata via
dall'uomo che poteva essere benissimo suo padre.
In men che non si dica, Wyn si trovò
accolta in un bel salottino. Non avrebbe mai messo la mano sul fuoco
vedendolo da fuori. Era un arredamento davvero molto accogliente, che
la colpì positivamente.
Meno accogliente era la gente che ci
abitava in quel momento.
Belle ragazze, più nude che
vestite, la squadravano male, come se avesse ammazzato loro il marito
(sempre se ne avevavo uno), ma non diede loro troppa importanza. Il
polso iniziava a farle male, la stretta di quell'essere schifoso le
aveva fermato il sangue. Ma l'uomo di mezz'età non smise un
secondo di camminare, in piede dopo l'altro.
Wyn catturò di sfuggita uno
sguardo di dolore mescolato immerso a quelli d'odio delle altre.
Occhi familiari, che la fecero sentire a casa per un momento, ma non
fece in tempo a dargli il giusto peso.
Si trovò catapultata in un
altro luogo, più buio, più stretto, più intimo.
Più pauroso. Da sola – o così avrebbe voluto
disperatamente.
Un letto a baldacchino, con coperte
lussuriose che sembravano uscite da un film a luci rosse, emergeva al
centro della stanza circondato da candele profumate, ormai spente e
consumate. Ma qualcosa la paralizzò completamente. Qualcosa
che non si sarebbe mai aspettata.
Fin troppi oggettini “mostruosi”
invadevano la stanza, alcuni per terra, alcuni sui tavolini, alcuni
addirittura sul letto...
Wyn avrebbe desiderato entrare mille
volte in una sala delle torture stile Saw, davvero. L'unico
pensiero che le ronzava in testa in quel momento era fuggire,
fuggire subito.
«Ok, dolcezza, ora vediamo se
la tua amica ti ha raccomandata bene».
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