Il salvataggio di Roxanne

di Kiarachu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01 ***
Capitolo 2: *** 02 ***
Capitolo 3: *** 03 ***
Capitolo 4: *** 04 ***
Capitolo 5: *** 05 ***
Capitolo 6: *** 06 ***
Capitolo 7: *** 07 ***
Capitolo 8: *** 08 ***



Capitolo 1
*** 01 ***


Megamind era seduto nella sua gran sedia di pelle, pensando e aggrottandosi.
Nel suo Covo, vi chiederete? No, nell’ufficio del sindaco, dopo che aveva vinto la città, dopo aver distrutto Metro Man.
 
Era circondato da mazzette di banconote, lingotti d’oro, famose opere d’arte e d altre cose.
Per esempio, la Monna Lisa, L’Arca dell’Alleanza, un cabinato chiamato “Face Melter”, uno scooter giallo, una Ferrari rossa e altre cose.
 
L’alieno stava guardando in maniera meditabonda un giochino di plastica: un uccellino che intingeva il becco in un bicchiere pieno d’acqua.
 
“Lo so. Lo so. Sempre assetato, e mai soddisfatto. Ti capisco, uccellino in smoking. Provi dentro un senso di vuoto. È un senso di vuoto, vero? Com’è il tuo senso di vuoto?” 
 
In quel momento Minion entrò all’improvviso nella stanza, con una statua della Venere di Milo tenuta a mò di chitarra, cantando, “I'm going off the rails on a crazy train, Signore!”
 
“Hey, hey, hey, hey! Non adesso, Minion! Stavo facendo una conversazione esistenziale con questo giocattolo di plastica dall’occhio spento”, Megamind rispose, togliendo delle banconote dagli spuntoni sui suoi guanti.
 
Minion aveva un’espressione preoccupata. “C’è…qualcosa che non va, Signore?” chiese.
 
Il pesce alieno sapeva che c’era qualcosa di poco chiaro da un po’ di giorni. Sembrava che il suo protetto fosse stanco di qualcosa.
 
“Stavo…pensando. Abbiamo tutto, ma non abbiamo niente, è troppo facile così”, Megamind disse con tono triste.
 
Minion lo guardò con un’espressione perplessa. “Chiedo scusa, non credo di capire.”
 
“Voglio dire, ce l’abbiamo fatta, giusto?” Megamind dichiarò, sempre con quel tono sconsolato, girando la sedia.
 
Minion rispose, “Ah, beh, lei ce l’ha fatta, Signore. Direi che ce l’ha decisamente fatta.”
 
“E allora perché mi sento così…malinquorico?” l’alieno blu rispose, sospirando.
 
“Malinquorico?” Minion disse, confuso.
 
“Infelice”, il Signore del Male spiegò, imbronciandosi.
 
“Oh! Ah, beh…e se domani andassimo a rapire Roxanne Ritchi? Questo le ha sempre rinfrancato lo spirito!” Minion suggerì felicemente.
 
Megamind sorrise all’idea, ma poi divenne triste nuovamente.
 
“Buona idea, Minion ma senza lui, che senso ha?” l’alieno disse, riferendosi a Metro Man, guardando la sua statua vicino al Museo.
 
L’ittioide inarcò un sopracciglio, e disse, “Lui, Signore?”
 
Megamind s’imbronciò nuovamente e disse, “Nulla”, non volendo spiegare al suo amico che una vita senza un eroe da combattere era noiosa.
 
“Ok, ah bene. Magari riprenderemo l’argomento un’altra volta. Beh, credo proprio che mi spegnerò per un pochino, adesso”, il pesce disse, premendo un bottone sulla sua tenuta.
 
Emerse un castello, e si strizzò dentro, ed il castello andò nel “petto” della tenuta.
 
Più tardi, Megamind si cambiò nel suo pigiama con i simboli di pericolo, mantello e un paio di ciabatte a pipistrello, guardando un servizio fatto da Roxanne su un televisore a schermo gigante, accigliandosi tristemente.
Era vicina al Museo di Metro Man.
 
“Lui ci ha sempre difesi, incondizionatamente. Forse l’abbiamo dato per scontato, perché non ci si rende conto di quello che sia ha finché non è perduto. Manchi a tutti, Metro Man. Manchi…a me. Ed ho una domanda da fare a Megamind: sei felice adesso? Sono Roxanne Ritchi, da una città senza eroe. Tra poco in onda: siete pronti a diventare un esercito di schiavi? Tutti i consigli utili”, lei disse con una triste espressione.   
 
Megamind era triste, ed aveva la risposta: No, non era felice, quello di sicuro.
Pensò a qualcosa, fissando la statua di Metro Man, e prese una decisione: distruggerla per non essere così triste guardandola.
 
Chiamò i robocervelli, chiedendo loro di portare diversi barili di nitroglicerina dal Covo Malvagio, dicendogli di piazzarli sotto la statua.
Quindi andò nel Museo, a “parlare” alla statua, per esprimere le sue preoccupazioni.
 
“Ho commesso un grave errore. Non volevo distruggerti. O meglio, sì, volevo distruggerti, ma non credevo che poi ci sarei riuscito”, l’alieno disse alla statua, come se stesse parlando a Metro Man.
 
Era sicuro d’essere solo, e non sapeva che anche Roxanne stava “parlando” alla statua, dall’altro lato della balaustra.
 
“Che faremo senza di te? Adesso il male la fa da padrone, senza alcun freno”, lei dichiarò.
 
Dall’altro lato, Megamind disse, “Son stanco di farla da padrone, senza alcun freno. A che vale essere cattivo se non ti ferma nessun buono?”
 
Roxanne parlò di rimando, “Qualcuno deve fermare Megamind.”
 
Sobbalzò all’improvviso, quando sentì una voce monotona dietro lei dire, “Stiamo chiudendo.”
 
Lei si girò, e vide il curatore del Museo, che stava spingendo sulla balaustra un carrello di libri relativi a Megamind.
 
“Oh, mi hai spaventata, Berry, vero?” lei disse.
“Bernard”, l’uomo disse con un’inflessione priva di vita.
 
“Bernard. Stavo solo, beh, parlavo a me stessa. Penserai che sono un po’ pazza”, Roxanne dichiarò.
 
“Non poso insultare i visitatori”, lui rispose, sempre con quel tono privo d’emozione.
 
“Grazie. Starò qui solo un altro minuto”, lei disse.
 
Il curatore sospirò, dicendo, “Ok”, e continuando a spingere il carrello, e Roxanne disse, “Grazie”, guardando poi la statua.
 
Megamind, dall’altro lato, continuò il suo discorso, “Avevo ancora tanti piani malvagi da attuare: il raggio analfabetizzante, il tifone al formaggio, le robopecore. Guerre che non combatteremo mai.”
 
Roxanne udì l’eco, e la sua curiosità la fece lasciare il posto, per vedere chi era.
 
Megamind era ignaro della sua avanzata, e continuò a parlare: “L’occasione di dirti addio non l’ho avuta. Per cui voglio usare quest’attimo. Sai, prima che distrugga tutto.”
 
Quindi prese un telecomando che stava all’interno di un mazzo di fiori che teneva in mano, settandolo su tre minuti, gettandolo dal balcone insieme ai fiori, giù, dove poi f afferrato da un robocervello.
 
“Niente di personale, ma i ricordi mi fanno soffrire troppo”, lui disse, e stava per andarsene, quando udì, “Heilà.” 
 
“Roxanne!” lui dichiarò con una nota di panico, guardando cosa stava indossando. Era andato al Museo con indosso il pigiama, e non voleva che lei lo vedesse così.
 
Corse nella direzione opposta, via da lei, e sbatté contro il carrello di Bernard.
Ci sbatté contro violentemente, e fu spinto via, ed atterrò sul pavimento vetroso, sbattendo la testa, ed avendo un capogiro.
 
Quando riguadagnò conoscenza sentì Roxanne ridacchiare, e Bernard dire qualcosa tipo “È di pessimo gusto quel costume.”
Si tirò su, e guardò arrabbiato il curatore, e Roxanne, che stava cercando di trattenere la risatina.
 
Massaggiandosi il cranio gigante, disse, “Ouch…il mio testone blu!”
 
Quindi guardò con espressione preoccupata l’holowatch, vedendo che le bombe stavano per esplodere da un momento all’altro.
Prese una decisione velocemente.
 
“Roxanne, e tu…mh…non so come ti chiami…abbiamo meno di trenta secondi per scappare, prima che salti tutto in aria. Lasciatemi aiutare, per favore!” l’alieno disse, fischiando.
 
Arrivarono dei robocervelli, e ordinò loro di prenderli, e fare presto.
Dieci secondi. I piccoli cyborg scesero dalla balconata, ma non così velocemente.
Le bombe esplosero, e furono spinti violentemente dall’esplosione verso la piazza.
 
La statua cadde, e i robocervelli trascinarono i tre via da essa.
Ebbero successo, e Megamind fu il primo a riprendersi.
Sembrava essere magro e debole, ma, di fatto, era più forte di quello che sembrava. 
 
Si guardò attorno, e ansimò quando vide Roxanne sulla strada, con una ferita sanguinante sulla testa.
 
“O mio dio! Roxanne! Roxanne! Che ho fatto! Robocervelli! Controllate i segni vitali dell’altro uomo, per favore!” ordinò freneticamente.
 
I robocervelli controllarono le condizioni di Bernard, e videro che era privo di sensi, ma vivo.
Comunicarono all’alieno che aveva un brutto trauma cranico.
 
Anche Roxanne era in pessime condizioni, e Megamind era terribilmente preoccupato.
Aveva sempre avuto una cotta per la reporter, e non poteva perdonarsi se fosse successo qualcosa di brutto alla sua rapita preferita.
 
Prese una decisione, anche se l’avrebbe pagata.
 
“Minion, vieni qua al Museo di Metro Man con la macchina, e fa presto! È una questione di vita o di morte!” lui disse attraverso l’holowatch.
Quindi sorresse Roxanne delicatamente, cercando di vedere se era stato un colpo mortale.
 
Con tutto quel sangue che ricopriva la ferita non n’era sicuro, ma era certo che non c’era tempo da perdere.
Minion arrivò con la macchina, e rimase senza fiato alla scena.
 
“O mamma mia! Che è successo? Non importa, me lo spiegherà più tardi. Dobbiamo andare al Metro Hospital, velocemente!” l’ittioide disse, prendendo Bernard e piazzandolo con cautela sul lato passeggero.
 
Megamind prese Roxanne, e si mise sul sedile posteriore, tenendole la testa.
Minion corse come un matto, ma attentamente, verso l’ospedale.

Quando arrivarono là, c’erano pochi dottori ed infermiere, e tutti rimasero senza fiato alla vista del Signore del Male e il suo acquatico seguace precipitarsi nell’ospedale.

”Per favore, niente panico! Non son qui per distruggere il posto, ma per cercare aiuto! Aiutate questi due, per piacere! Hanno preso una brutta botta, ed è tutta colpa mia!” disse con voce autoritaria, ma anche supplichevole, sull’orlo delle lacrime.
 
Un dottore e qualche infermiera videro il suo comportamento, e gli credevano, così presero due barelle e i due alieni misero Roxanne e Bernard sopra esse, seguendo il gruppo.
 
Il dottore fece qualche analisi, mentre Megamind non guardava.
Quel posto lo metteva a disagio, e non voleva farlo vedere al gruppo.
Passò un po’ di tempo, ed il dottore mise i due pazienti in due stanze separate.
 
Una delle infermiere, una giovane, vide l’angoscia dell’alieno, e voleva cercare di confortarlo.
Prese un po’ di coraggio e camminò cautamente verso di lui.
Lui era seduto su una sedia, e stava respirando pesantemente, cercando di non piangere.
Signori del Male o supercattivi non piangono.
 
Quasi saltò su dalla sedia, quando sentì che qualcuno stava appoggiando una mano sulla sua spalla ammantata, e chiedergli, “È tutto a posto…mh…Mister Signore del Male?”
 
Prese un respiro tremante, e guardò chi aveva il coraggio di parlargli, addirittura di toccarlo.
Non riuscì a combattere le lacrime, e cominciò a piangere, afferrandosi alla giovane donna.
Minion, che era vicino, vide questo fatto, e andò vicino ai due.
 
“Che è successo? Che gli ha detto? Mi risponda!” l’ittioide disse con panico nella voce.
Il suo ruolo era quello di proteggere Megamind, in ogni senso, soprattutto sul lato spirituale, che era già pesantemente ferito.
 
L’infermiera saltò all’aggressività del pesce. Sapeva che era di solito gentile, e così era spaventata dal suo comportamento
 
“S-scusi, gli ho solo chiesto se era tutto a posto. Scusi se ho fatto qualcosa di sbagliato. A proposito, io…io sono Angela”, lei disse in maniera confusa.
 
Megamind stava ancora piangendo sull’infermiera, e lei ebbe il coraggio di dargli delle pacche gentili sulla schiena.
Minion si rilassò un pochino, e si sentì colpevole.
 
“Uhm…scusi per il mio scoppio di rabbia, ma il mio ruolo è quello di proteggerlo, e quando l’ho visto piangere a quella maniera, ho pensato che lei gli avesse dato delle notizie terribili. A proposito, come va con Miss Ritchi e…mh…quell’uomo? A proposito, è il curatore del Museo di Metro Man”, il pesce spaziale disse in modo goffo.
 
Angela continuò a massaggiare la schiena di Megamind.
 
“Sssh…è tutto a posto. Miss Ritchi ha solo un brutto trauma cranico e una ferita grave al cuoio capelluto, e con qualche giorno di ricovero sarà a posto. Stessa cosa per Mister Smith. Li abbiamo messi in stanze separate, così possono riposarsi bene. Se voi de volete parlare col dottore, è lì”, l’infermiera disse con quel tono confortante ai due alieni.
 
Megamind era più calmo adesso, grazie ad Angela, e disse, “Scusa per il mio comportamento. E puoi chiamarmi Megamind. Io…non voglio più essere il Signore del Male. Non dopo quello che è successo. Mamma mia, li ho quasi uccisi. Io…io andrò a parlare col dottore!” lui finì balbettando, ed andando verso l’uomo.   
 

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Capitolo 2
*** 02 ***


“V…voglio sapere se ce la faranno ad uscirne, dottore, e per favore, mi dica la verità!” l’alieno blu disse, con tono risoluto.
 
Il dottore vide i suoi occhi rossi e gonfi, e capì velocemente la situazione.
Era una delle persone che sapeva che forse c’era qualcosa tra il criminale e la reporter, e sapeva anche che non era così cattivo come voleva far credere.
 
“Mister Smith riprenderà conoscenza in una giornata o due, penso. Non è in pericolo di vita. La situazione è differente per Miss Ritchi. Ha un brutto taglio sul cuoio capelluto, ed ha quasi ricevuto una frattura cranica, Per favore, mi dica che è successo”, domandò, per capire la situazione.
 
Megamind respirò profondamente, e gli spiegò che era successo al Museo.
Il dottore annuì, e divenne serio.
 
“Lei non sa che cosa l’ha colpita, vero? Penso che potrebbe essere stato un pezzo della statua, ma sarebbe utile saperlo con certezza”, chiese all’alieno.
 
Megamind scosse la testa.
 
“Veramente non lo so…son stato scaraventato anch’io dall’esplosione, e non ho visto che cosa l’ha colpita. Aspetti un attimo, magari i robocervelli…posso chiamarli, se vuole. Registrano tutto quanto, e magari potremmo scoprire che cos’era.”
 
Il dottore annuì, e l’alieno blu chiamò I robocervelli che l’aiutarono in quella situazione.
Arrivarono velocemente, causando un po’ di panico nella sala principale dell’ospedale, ma il dottore rassicurò tutti che era tutto a posto. 
 
Megamind li collegò ad un PC, e cercò il video, guardandoli tutti.
Quindi trovò il video giusto.
 
“Ah-ha! Eccotiqui! Vediamo”, disse, guardandolo a velocità rallentata.
 
“Sì, è stata colpita da un pezzo della statua di Metro Man. Che ho fatto…non riuscirò mai a perdonarmi, anche se lei sarà a posto dopo tutto questo. Io…ho sempre fatto le mie “trappole mortali” in modo che non fosse mai in pericolo, e adesso…” disse, accasciandosi su una sedia con ruote, vicino al PC, e disconnettendo il robocervello.
 
Il dottore lo guardò sorridendo, e disse, “Se vuole, la sua stanza è la numero 42. È in coma farmacologico, per aiutarla a guarire.”
 
L’alieno annuì distrattamente, e ringraziò il dottore.
Quindi andò verso Minion, e poi andarono alla stanza.
 
Megamind rabbrividì vedendo Roxanne con delle bende sulla testa, ed una serie di flebo attaccate a lei.
Si sedette su una sedia, e prese la sua mano quasi fredda.
Minion stette in fondo al letto d’ospedale, guardando la reporter e il suo protetto.
 
Megamind accarezzo la sua mano, mordendosi le labbra, che stavano tremando, quindi cominciò a tirar su col naso, e poi piangere.
Minion andò verso lui, con un’espressione triste sul suo viso di pesce.
Quindi mise una mano robotica sulla spalla di Megamind, per confortarlo.
 
L’alieno blu continuò a piangere e tenere la mano di Roxanne, sperando che si svegliasse presto.
Quando fu più calmo, disse, “Minion, ho fatto qualcosa di veramente, veramente cattivo, e lo sai? Non son felice. Non son felice! Son confuso; non so proprio cosa mi stia succedendo! So solo che tutta questa situazione è colpa mia, e devo pagare! Starò qui fino a che Roxanne non starà bene, e poi andrò a casa.”
 
Minion spalancò gli occhi, sapendo cosa voleva dire.
 
“No, Signore! Non glielo permetterò! E se lei lo farà, io verrò a liberarla!”
 
Megamind si accigliò.
 
“Tu non farai nulla di simile! La decisione è chiara per me, voglio pagare per quello che ho fatto: ho ucciso Metro Man, ed ho quasi ucciso la donna che amo! Sì, io l’amo, ed ho fatto qualcosa di terribile! Così è giusto che io paghi.”  
 
“Tu hai un altro ruolo, dovrai proteggerla, d’ora in avanti, e le dirai cosa è successo, ma non azzardarti a dirle che l’amo! Di sicuro mi prenderebbe in giro. E in ogni caso, il cattivo non conquista la fanciulla. Per adesso aspetterò che si riprenda, e quando sarà fuori pericolo, andrò in prigione. Questa è la mia decisione finale, e nulla mi farà cambiare idea, Minion!” l’alieno blu finì, con un tono di voce perentorio.
 
Minion sapeva che aveva una cotta per la reporter, lo sapeva da sempre, ma era anche confuso dal comportamento del suo protetto.
Il pesce sapeva che Megamind seguiva sempre il suo “destino”, ma sapeva anche che il suo potenziale era in un'altra strada.
 
L’ittioide era sicuro che questo brutti avvenimenti potessero mostrare quella via al suo protetto, ma invece lui voleva rinchiudersi nella sua cella, in prigione.
Stava già pensando ad un piano, ma per il momento avrebbe seguito l’idea del suo amico.
 
“Va bene, Signore, faro come dice. Anche se non capisco perché si comporta così. Può sempre dire al dottore di dire a Miss Ritchi quelle cose, e potremmo tornare al Covo Malvagio, per continuare il nostro lavoro come cattivo e tirapiedi”, disse tentativamente, per capire che stava passando per il cervello enorme di Megamind.
 
Lui sospirò, e scosse la testa.
 
“No, Minion, non questa volta. Ho…capito che non voglio più essere un criminale, non dopo quel che è successo. Voglio pagare il mio debito con la società, anche se so che non uscirò mai più. Ottantotto ergastoli…magari posso vederti ancora; metterò una buona parola per te. Possiamo vederci nella Stanza per Parlare”, lui disse aggrottando le sopracciglia.
 
Minion finalmente capì che cos’era. Era confuso, voleva seguire il suo destino, ma non era capace di farlo senza un eroe, e adesso che aveva fatto quell’errore, si stava arrendendo completamente.
L’ittioide sapeva che c’era del buono nel suo protetto, e lo aveva dimostrato in molte occasioni.
 
Ma per il momento decise di seguire il suo piano originale.
 
+++++
 
Megamind stava tenendo la mano di Roxanne, mentre dormiva mezzo sdraiato sul letto, seduto su una sedia.
Minion coprì il suo corpo magro con una coperta, e l’alieno blu si mosse un poco, ma non si svegliò.
 
L’acquatico seguace sentì il dottore chiamarlo da fuori la stanza, e andò da lui.
 
“Mister Minion, volevo chiederle qualcosa a proposito di Megamind”, il Dottor Travis disse.
 
Il pesce spaziale sorrise e rispose, “Mi chiami Minion, è…strano altrimenti. Che vuole sapere?”
 
L’ittioide era sicuro di aver visto quel dottore prima d’ora, ma non si ricordava quando.
 
“Magari sarò un pochino impertinente, ma vedo chiaramente che il nostro Signore del Male…non è così malvagio, o mi sbaglio? Vorrei solo sapere perché si comporta così. È chiaramente una brava persona dentro, oppure non avrebbe portato qui quei due. Ho sempre avuto questo dubbio”, lui disse, guardando il gentile acquatico seguace.
 
Minion sospirò, e cominciò a raccontargli l’intera storia.
 
“Lei ha ragione…ha del buono in sé, ma ha sempre voluto seguire il suo destino. È tutto cominciato a scuola, e tutto “grazie” a Metro Kid. Magari non mi crederà, ma all’epoca era semplicemente un bulletto, ed è stato la ragione per cui Signore ha cominciato a pensare che il suo destino fosse di diventare “il più cattivo di tutti”.” 
 
“Ed il resto è storia. Ma stando con lui tutti questi anni, mi fece realizzare che non era veramente un malvagio senza cuore. Lo sa…era sempre attento a non far male a Miss Ritchi o la gente che osservava i suoi “spettacoli”. Penso che volesse solo essere notato, amato. Era veramente shockato quando ha distrutto Metro Man…ma per favore, non gli dica che le ho detto queste cose. È molto orgoglioso della sua…cattiveria; anche se adesso penso che cambierà. O almeno spero”, la creatura acquatica disse con tono triste. 
 
Il dottore annuì. “Lo sapevo, e le credo. Magari non si ricorda di me, ma ero il dottore della scuola, e so quanto era viziato Wayne Scott. Mi dispiace per Megamind…penso che abbia avuto una vita di rifiuto e solitudine. Fortunatamente ha lei, e questa è una buona cosa”, lui disse con sincerità.  
 
Minion sorrise, e disse, “Ero sicuro d’averla vista da qualche parte, ma non ricordavo dove. Adesso lo so, ed ha ragione, non ha avuto una vita facile, fin dall’inizio. Ma spero che possa cambiare, ed io farò di tutto per raggiungere quell’obiettivo. Se lo merita.”
 
+++++
 
Passarono diversi giorni, e Roxanne stava guarendo velocemente.
Anche Bernard era stato messo in coma farmacologico, perché avevano scoperto un trauma nascosto sulla testa, e Minion aveva scoperto che non aveva genitori, amici o conoscenti che lo venissero a trovare.
 
Quando il Dottor Travis disse che lei sarebbe sopravvissuta, e le sue ferite erano quasi tutte sparite, Megamind prese la sua decisione finale, e disse, “Adesso me n’andrò. Non cercate di fermarmi!”
 
Minion scosse il suo corpo in un’espressione di diniego, ed il dottore guardò perplesso l’alieno, che se n’andava via dal Metro Hospital.
Prese un autobus, e disse all’autista di andare alla prigione. 
 
Arrivato là, vide le due guardie che stavano all’entrata guardarlo sgomentati, e vide anche che cercavano di non ridere, perché era ancora in pigiama.
Non gl’importava, e stava guardando in basso, quando il direttore gli ammanettò i suoi polsi sottili, e venne scortato a cambiarsi nella tuta della prigione, e poi nella sua cella speciale.
 
Là si sedette sulla sedia, accasciandosi e avendo un aspetto triste.
Il direttore lo guardò con un’espressione mista: perplesso e accigliato.
Voleva sapere che stava succedendo, ma per il momento decise di lasciare l’alieno da solo.
 

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Capitolo 3
*** 03 ***


Minion stava guardando Roxanne, e stava preparando il discorso che le avrebbe fatto.
Aveva l’idea di dire la verità alla reporter, non gl’importava cosa sarebbe successo, anche il particolare dei sentimenti di Megamind verso di lei.
 
Alla prigione, il direttore lesse su Internet delle notizie, e vide che era successo al Museo.
Continuò a leggere, e scoprì che Miss Ritchi e Mister Smith erano coinvolti, e apparentemente erano all’ospedale.
 
Cominciò ad avere un’idea del quadro della situazione, e decise di andare all’ospedale, per avere delle risposte.
 
Quella particolare notizia era stata letta anche da un certo alieno che doveva essere morto, e quando vide il nome di Bernard nell’articolo, ansimò preoccupato, e decise di andare là, anche se era rischioso.
 
Nel frattempo, Roxanne aprì gli occhi, svegliandosi dal sonno indotto dai medicinali.
Sbatté un paio di volte gli occhi, e gemette, toccando cautamente la sua testa bendata.
 
“Miss Ritchi, è a posto? Eravamo così preoccupati!” Minion disse, quando la vide stiracchiarsi e aprire gli occhi.
 
Lei sbatté gli occhi un altro po’, per mettere a fuoco, e quando vide l’ittioide, chiese, “Minion? Che…che è successo? Dove sono?”
 
L’acquatico seguace le sorrise, lieto che non avesse amnesia, e poi cominciò a raccontarle quello che era successo, parlando lentamente e facendo delle pause per non sopraffare la psiche della donna con tutte quelle informazioni.
 
La reporter era in un turbinio d’emozioni: all’inizio era molto arrabbiata per il comportamento pericoloso di Megamind, poi sgomentata per quello che aveva fatto, ricordando lui che diceva a loro di aver fiducia in lui, e così salvandogli la vita.
 
Dopo quello, era sull’orlo delle lacrime, quando Minion le disse il comportamento del suo protetto dopo che aveva scoperto che lei era in pericolo, e poi pianse a dirotto, quando il pesce spaziale le disse che era stato là a vegliare su di lei per tutto il tempo del coma farmacologico, e poi aveva deciso di tornare in prigione, per quello che aveva fatto.
 
Il pesce nella tenuta robotica non aveva ancora avuto il coraggio di dirle i sentimenti di Megamind verso lei, perché aveva visto che era chiaramente shockata.
Appoggiò solamente una mano sulla sua spalla, come aveva fatto con Megamind, per cercare di confortarla.
 
Dopo un bel po’, la crisi di nervi di Roxanne calò, tirò su col naso, e prese dei fazzoletti di carta che erano sul tavolino vicino al letto, per soffiarsi il naso.
Quindi prese un respiro tremante, per calmarsi.
 
“Scusa, Minion. Penso che fosse solo shock. Io…non so cosa dire. Sono estremamente arrabbiata per il comportamento del passato di Megamind, ma sono anche confusa…perché ha salvato me e Bernard? È un Signore del Male, o lo era…è un cattivo, per l’amor del cielo! Non un…eroe…”, disse con poca convinzione, corrugando le sue sopracciglia, pensando a tutte le volte che l’aveva rapita, stando attento che nessuna trappola mortale potesse essere davvero tale per lei.
 
Pensò a tutte le volte che non l’aveva rapita, perché stava male o aveva qualche preoccupazione, come quando suo padre morì.
Scosse la testa, e raccolse il coraggio di dire a Minion quello che stava pensando.
 
“Non so cosa tu pensi di lui, ma io ho sempre pensato che non era un supercattivo. E penso che…anche tu lo sapevi. Tu eri sempre molto gentile, mi chiedevo sempre se ci fosse della cattiveria in te, Minion.”
 
“E adesso capisco perché voleva andare in prigione. Per proteggermi, vero Minion? Poveretto…è così confuso, ma io lo aiuterò, e lo tirerò fuori di là. E tu mi aiuterai, vero, Minion?” lei dichiarò, sorridendogli con la sua solita espressione fiduciosa. 
 
Minion s’illuminò, e annuì, e adesso voleva dirle l’informazione sui sentimenti del suo protetto verso di lei.
 
“Stavo sperando che lei mi dicesse così, Miss Ritchi. E mh…anche se mi ha detto di non dirglielo, e probabilmente lei sarà shockata di nuovo, lui mi ha detto che l’ama, e quello è un altro motivo per cui ha deciso di andare in prigione”, lui disse, chiudendo gli occhi, aspettando l’urlo o qualsiasi altra cosa che lei avesse fatto.
 
Dopo un po’ Minion aprì gli occhi, per vedere che succedeva.
Roxanne era esterrefatta, a bocca aperta, e gli occhi che sembravano schizzargli fuori dalle orbite.
 
“Lui…lui mi ama?! O mamma mia..io…io davvero non so che dire. Dammi un po’ di tempo per rifletterci. È così improvviso. Solo una cosa: avevi ragione, son shockata di nuovo”, la reporter disse, ridendo brevemente.
 
Minion si rilassò un poco, e sorrise alla brunetta.
 
“Grazie, Miss Ritchi. Pensavo che lei avrebbe urlato o sarebbe stata schifata dall’idea. Signore pensava che lei avrebbe riso di lui, così son sollevato nel sentire questo da lei. Lo sa, lui pensava sempre che il cattivo non conquisterà mai la fanciulla, e così mi aveva detto di non dirglielo”, l’ittioide le disse sinceramente.
 
Roxanne sorrise, e rassicurò il pesce dicendo, “Non son mai stata schifata da lui. Di fatto lo trovo…interessante. E mio padre mi ha sempre detto di non giudicare mai un libro dalla copertina, o una persona dall’aspetto. So che ha compiuto molte cose cattive, ma questo…ha salvato Bernard, e me, anche se era colpa sua. A chi te l’ha detto che alle ragazze non piacciono i ragazzacci?” lei finì con un’espressione birichina.
 
Minion stava pere dirle quanto gli piacesse il suo discorso, quando sentirono una voce familiare avvicinarsi, e il direttore entrò nella stanza.
 
“Minion, Miss Ritchi! Son felice di vedervi. Vedo che lei si è ripresa bene, e Minion, devi darmi qualche spiegazione, se non ti dispiace”, lui disse in tono serio e d’affari.
 
L’ittioide annuì, ed andarono fuori dalla stanza, anche per dare spazio al dottore e alle infermiere per controllare i dati di Roxanne.
Il pescioide spiegò tutto al direttore, anche la parte nell’ufficio del sindaco.
 
L’uomo baffuto annuì in riconoscimento, capendo lo strano comportamento del suo quasi figlio.
Il dottore uscì dalla stanza di Roxanne, e parlò sia all’uomo che al pesce spaziale.
 
“È a posto, ancora una giornata qua dentro, e sarà come nuova. Ho comunicato alcune delle cose successe al suo ufficio, e ad altri media. Sapevo che Megamind non era così malvagio, vedendo il suo comportamento nella sua “era da criminale”, e avevo notato che era sempre attento a non far male a nessuno. Era solo un gioco per lui, vero? Un gioco tra lui e Metro Man.”  
 
Annuirono tutti e due, guardiano e patrigno – cioè il direttore –, e il curatore della prigione chiese, “E per quanto riguarda Bernard Smith? Ho letto che è stato messo in coma come Miss Ritchi, giusto? È sveglio adesso? Vorrei parlare anche con lui, se non le dispiace. So che non ha nessuno qui. I suoi genitori son morti qualche anno fa, e tutta la sua famiglia è via dall’America, e so anche che non ha amici o conoscenti, vero?”
 
Anche Minion sapeva quelle cose, in quei giorni aveva fatto delle ricerche, ed era dispiaciuto per quel pover’uomo.
 
Quindi il dottore disse, “È ancora in coma. Abbiamo scoperto un trauma cranico grave un giorno dopo l’incidente, e quindi penso che si riprenderà domani. Non è in pericolo. Ma ha ricevuto una visita in questo momento; penso che quell’uomo sia ancora nella stanza. Magari saprà rispondere a qualche domanda.”
 
Ringraziarono il dottore, e andarono nella camera di Bernard.
Quando videro chi era l’ospite misterioso, entrambi fecero una faccia sorpresa.

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Capitolo 4
*** 04 ***


“WAYNE! Tu dovresti essere morto!” il direttore disse in modo arrabbiato all’uomo trasandato seduto vicino al dormiente Bernard.
 
L’ex eroe fu stupito di vedere il direttore E Minion insieme, e riuscì a dire nervosamente, “Heheheh…sono vivo!” grattandosi la nuca.
 
Minion era sorpreso, ma non troppo, per una cosa che aveva notato dopo la morte di Metro Man, ma non aveva avuto tempo di parlarne col suo protetto.
L’uomo brizzolato aveva un’espressione aggrottata verso di lui.
 
“Siamo venuti qua per delle risposte a proposito di Bernard Smith, ma adesso vogliamo risposte per…QUESTO!” il direttore disse, sempre accigliato.
 
Wayne sospirò, e disse, “Ok. Ok, ok, ok, farò la mia confessione. Mh…Roxie è sveglia? Così posso raccontare quella storia anche a lei…si merita di conoscere la verità.”
 
Annuirono entrambi, e andarono nella stanza di Roxanne.
Anche lei rimase shockata a vederlo vivo. Apparentemente solo loro riconobbero l’ex eroe, poiché le infermiere e il dottore non lo riconobbero.
 
“Tu, tu, TU! Argh! Devo avere una spiegazione per questo! Oh, adesso son VERAMENTE arrabbiata con te, caro il mio “ragazzo d’oro”! Confessa, o potrei anche diventare più arrabbiata di così!” lei dichiarò, corrucciandosi e digrignando i denti. 
 
Wayne era atterrito, ma conosceva bene Roxanne, così cominciò a raccontare la sua storia.
 
“È cominciato tutto all’osservatorio. Roxanne era stata rapita, io dovevo fermare Megamind. Ma la mia testa era altrove quel giorno. Agivo senza pensare. Così ho usato la mia supervelocità per schiarirmi le idee.”
 
“E così, ho realizzato che noi facevamo questa sceneggiata da una vita, ormai. Ho cercato di ignorare quello che stavo provando, ma mi sono sentito bloccato. Ho preso conoscenza, che nonostante i miei poteri, tutti a Metro City avevano quello che io non avevo: una scelta.”  
 
“Ho sempre dovuto essere quello che questa città voleva che io fossi. Ma io cosa volevo, veramente? Poi ho capito: ANCH’IO potevo scegliere! Potevo essere quello che volevo! Nessuno ha detto che un eroe è un eroe per sempre!”
 
“Certo non può andarsene. Così ho avuto una brillante idea…fingere la mia morte! Quando il suo raggio mi ha colpito, non mi sono mai sentito così vivo! Ho preso in prestito un finto scheletro, Metro Man era finalmente morto! E Music Man è nato!” lui finì, facendo un sorriso luminoso.
 
I tre lo guardarono esterrefatti e poi Roxanne parlò, alzando un sopracciglio, “Music Man?”
 
Fece un altro sorriso radioso, e dichiarò, “Così posso mantenere il mio logo!”
 
E a quella dichiarazione tutti e tre dissero, “COOOSA?!”
 
Roxanne prese un profondo respiro, e pizzicò la parte del naso vicino agli occhi.
 
“Fammi capire bene, hai finto la tua morte per essere libero dai tuoi doveri d’eroe e cominciare una carriera musicale? Sei pazzo o cosa? Non so nemmeno se sei bravo a cantare, ma QUESTA non è una buona ragione per smettere così! C’è anche dell’altro, vero Mister ex eroe? Dimmi che c’è dell’altro, a parte questa scusa idiota!”
 
Quando Roxanne era arrabbiata, Wayne non aveva il coraggio di replicare, così rispose alla sua domanda.
 
“C’è dell’altro. L’uomo nell’altra stanza è una ragione, e…beh…questa è una motivazione molto egoista, ma ero veramente stufo di tutti i cittadini di Metro City che mi chiamavano per i più stupidi motivi, come aiutare gatti a scendere dagli alberi, o aprire barattoli di sottaceti alle vecchiette.”
 
Roxanne lo guardò perplessa, e fece un'altra domanda, “L’uomo nell’altra stanza? Dici Bernard? Sei venuto qui per lui, vero? Perché? Cosa rappresenta per te?” la reporter chiese, curiosa di avere risposte.
 
Wayne sospirò, e confessò tutto.
 
“È il mio ragazzo. O...lo era, prima che fingessi la mia morte. Ho visto la notizia su Internet, ed ero preoccupato per lui. Soprattutto quando ho letto che era stato messo in coma artificiale. È tutta colpa mia, se non avessi finto la mia morte, Megamind non sarebbe diventato il Signore del Male, e non avrebbe fatto saltare in aria la mia statua. A proposito…dov’è lui?” chiese, non sapendo che il criminale locale era in prigione.    
 
Tutti e tre lo guardarono sorpresi, e questa volta fu il direttore a parlare, “Così sei gay? E Megamind è in prigione, è per quello che son venuto qua.”
 
L’alieno muscoloso annuì, e rispose, “Sì, sono gay, ed ho finto la mia morte per proteggere Bernard. Ho pensato che fosse finalmente l’uomo giusto per me, e ho voluto proteggerlo dai criminali. Non Megamind, so che non è così cattivo da trattare mortalmente quelli che amo, e in ogni caso sapevo che non ha mai trattato in maniera pericolosa nessuno. O almeno non ha mai trattato male Roxie. Hanno arrestato Megamind? Sono sconvolto”, disse sinceramente.
 
Il direttore scosse la testa, e disse, “Non è stato arrestato: è venuto da solo in prigione. E quando ho letto quegli articoli su Internet, son venuto qua per avere risposte. E abbiamo scoperto anche te.!
 
A quella notizia, gli occhi di Wayne quasi schizzarono fuori dalle sue orbite.
 
“Aspetta, cosa? È andato in prigione da solo? Perché diamine lo avrebbe fatto? Era all’apice del suo regno di terrore, e ha smesso in quella maniera? Non che sia una brutta cosa, ma questo è così non da lui…”, l’ex eroe disse, scuotendo la testa e accigliandosi.
 
Questa volta fu Minion a rispondere, e gli disse tutti gli avvenimenti che lo avevano portato ad arrestarsi da solo.
 
E poi si accigliò verso l’alieno coi superpoteri, dicendo, “E ricordi che è diventato un criminale “grazie” a lei, caro il mio Mister Scott! Lo sa, se non lo avesse trattato così a scuola, magari sarebbe diventato una persona migliore! Aveva un grande potenziale, e lei gli ha tarpato le ali col suo comportamento “eroico”!”
 
Il direttore sapeva quelle cose, ma all’epoca non sapeva come comportarsi in situazioni di quel genere.
Era consapevole del potenziale del ragazzo, e aveva fatto di tutto per spingere quel giovane intelligente in un'altra direzione, fallendo miseramente. 
 
Wayne era consapevole di questo, e si vergognava veramente del suo comportamento passato, ma il danno era stato fatto, e non si poteva tornare indietro.
 
“Minion, son veramente dispiaciuto per quello che è successo a scuola, ma non sapevo come fermare quella catena d’eventi. Stavo pensando che, se fossimo diventati amici, nulla di questo sarebbe successo, ma adesso è inutile piangere sul latte versato. Se c’è qualcosa che posso fare, lo farò, per fare ammenda delle mie azioni sbagliate”, disse sinceramente, con espressione seria.
 
Minion continuò ad essere accigliato, e poi disse, “Molto bene, adesso andremo alla prigione, e lei gli dirà tutte queste cose. Tutte le cose! Ha vissuto una vita pessima “grazie” a lei, così credo che si MERITI questo!”
 
Quindi il pesce spaziale parlò al direttore, “E direttore, so che deve scontare ottantotto ergastoli, ma non penso che sia salutare per lui rimanere in prigione. Per favore, fatelo uscire, mettete su di lui un controllo, ma fatelo ritornare a casa, al Covo Malvagio. Lo sa che può pagare il suo debito alla società in altre maniere, come inventare cose utili per la città.”
 
“Ho visto disperazione nei suoi occhi in questi giorni, quando vegliava su Miss Ritchi! Mi ha ordinato di rimettere a posto tutte le cose rubate, di ripulire la città, per fare ammenda del suo comportamento di “Signore del Male”. So che c’è del buono in lui, e le dico che non ho mai creduto a quel “destino criminale”, fin dall’inizio, ma il mio ruolo è quello di proteggerlo, nel corpo e anima, così ho seguito i suoi ordini, perché era il mio compito”, lui finì tirando su col naso e piangendo.
 
Il curatore della prigione sorrise, e disse, “Non preoccuparti per quello, a dirti la verità gli ergastoli erano falsi. E son disposto a dargli un’altra opportunità, se fa piacere alle autorità locali. Chiamerò il sindaco, e gli spiegherò l’intera situazione. E quando dico intera, voglio dire che anche TU verrai coinvolto, Wayne Scott! Tu spiegherai loro il tuo comportamento, e loro valuteranno anche te.”
 
Minion e Roxanne erano sconvolti nel sentire che quegli ergastoli erano finti, e lei chiese, “Perché gli avete detto che doveva passare così tanti ergastoli? Non capisco!”
 
Wayne lo sapeva, così disse, “Direttore, sarò felice di aiutarlo, e Minion, Roxie, era tutta una…bugia innocente…per proteggerlo. Certamente sai che non è mai andato a giudizio. L’ho sempre portato in prigione. C’era una ragione per quello: lo stavamo proteggendo dal Governo. A differenza di me, non ha superpoteri per proteggersi, o una famiglia potente come i miei genitori adottivi.”
 
“Così io, il direttore e il Governo abbiamo fatto un accordo: il mio ruolo era quello di portarlo in prigione tutte le volte che faceva qualcosa di criminale, e per i cittadini di Metro City ci siamo inventati gli ergastoli. In quella maniera il Governo non poteva prenderlo per fare esperimenti”, lui finì.

Il pesce alieno e la reporter rimasero shockati a sentire quella notizia.
Sapevano che c’era quel rischio, ma non avevano mai pensato ad un accordo del genere.
 
“Beh…ha senso…e per quel che mi riguarda? Potevano prendere me, siccome non son quasi mai finito in galera con Signore”, Minion chiese al direttore e a Wayne.
 
“Era perché l’accordo era esteso anche a te, anche se non eri imprigionato. Sapevano che la sanità mentale di Megamind era collegata a te, così non pensarono mai a catturati e separarti da lui”, rispose semplicemente il direttore.
 
Minion annuì, e sorrise un po’.
 
“Beh, che stiamo aspettando? Andiamo alla prigione, per parlare con Signore, ok?” l’ittioide disse al direttore e a Wayne.
 
Annuirono, e Roxanne disse loro, “Ditegli che sono a posto, e che non so arrabbiata con lui. Beh…non troppo. Buona fortuna con la vostra “missione”, so che è un testone. Ditegli che andrò a trovarlo, per parlare di…molte cose. E ricordategli che anch’io sono una testona”, lei disse, facendo un sorrisetto compiaciuto.
 
Il trio annuì, ed uscirono dal Metro Hospital, verso l’auto invisibile.
Minion l’aveva parcheggiata per bene in un parcheggio a pagamento, pagando e rendendola visibile.
C’era una piccola folle in quel momento, e Wayne ebbe un attimo di panico, preoccupato che potessero riconoscerlo.
 
Minion gridò, e la folla si disperse, lasciando entrare nella macchina il direttore e l’ex eroe.
Wayne si sedette nel posto passeggero, mentre il direttore nel sedile posteriore.
Quindi l’acquatico seguace guidò verso la prigione, pensando che tipo di reazione avrebbe avuto il suo protetto, vedendo che Metro Man era vivo, e anche sentendo tutte le notizie che gli avrebbero detto.
 

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Capitolo 5
*** 05 ***


Mentre Minion stava guidando verso la prigione il direttore guardava curiosamente l’interno dell’auto.
 
“Questa è un’Hudson Hornet, vero, Minion? Con tutte quelle pesanti modifiche, non avevo mai capito che modello fosse. Bella scelta! Lo sai che il mio cognome è Hudson?” il direttore disse con sincerità ed interesse.
 
Gli piaceva quel modello, ed era in qualche maniera felice che il suo figlioccio avesse scelto quella macchina particolare.
 
Minion sorrise orgoglioso, e disse, “Sì, è un’Hudson Hornet. Una di quelle che hanno corso le gare Nascar, anno 1952. Abbiamo trovato questa bellezza buttata via in uno sfasciacarrozze. Era parecchio rovinata, ma Signore era così felice d’averla trovata. L’ha restaurata, con una cura quasi materna, e l’ha modificata attraverso gli anni. Ha preso diverse parti originali, per riparare quelle rotte, frugando tra parecchi sfasciacarrozze. È molto orgoglioso del risultato, ed io son felice di guidare questa macchina storica”, finì sorridendo orgogliosamente.
 
Il direttore conosceva bene quella sensazione, perché aveva anche lui una vecchia DeSoto Adventurer.
Aveva ereditato quella rara macchina da uno zio, qualche anno precedente, che conosceva la sua passione per le vecchie automobili.
 
“È davvero una bella macchina, e ha fatto uno splendido lavoro, restaurandola. Io stesso ho una vecchia DeSoto Adventurer, e mi piacciono moltissimo questo tipo d’auto. Devo dirglielo, penso che potrebbe rinfrancargli lo spirito, vero, Minion?” Gordon Hudson chiese all’acquatico seguace.
 
Minion annuì, sorridendo a tutti denti, poi parcheggiò l’automobile vicino alla prigione, e tutti smontarono da essa, andando verso l’entrata.
Il direttore rassicurò le guardie, e disse loro che avrebbe spiegato la situazione dopo che si fosse preso cura della faccenda.
 
Le guardie annuirono d’accordo, e guardarono perplessi l’uomo spettinato che stava accompagnando il ben conosciuto pesce spaziale e il direttore.
Parlarono di lui, mentre i tre entrarono in prigione.
 
“Quel tizio assomiglia a Metro Man! Ma lui è morto…magari è un sosia?” disse una delle guardie. 
 
“Nah…no ho notato quella somiglianza..magari è un avvocato o qualcosa del genere? Secondo te che affare avranno con Megamind?” rispose l’altra guardia, e domandò.
 
La prima guardia fece spallucce. “Non ne ho idea…lo scopriremo quando il direttore ce lo spiegherà.”
 
Nella prigione, Wayne stava ridacchiando, perché aveva sentito la loro conversazione con il suo superudito.
Gli altri due lo guardarono perplessi.
 
“Ve lo spiego più tardi”, l’alieno muscoloso disse loro.
 
Arrivarono alla cella speciale di Megamind, e Gordon disse alla guardia, “Lascia la postazione, spiegherò quello che sta succedendo più tardi. Lasciaci soli, per favore.”
 
La sentinella annuì, sapendo troppo bene di non rifiutare un ordine del direttore, e lasciò la stazione, chiudendo la porta metallica dietro di sé.
Minion sbirciò dall’oblò, e il suo cuoricino sprofondò, vedendo il suo protetto accasciato sulla sedia, scorrendo attraverso canali televisivi.
 
Era…sconfitto…e sapeva di dover fare qualcosa, per non farlo scivolare verso la depressione.
Per la sua razza era facile cadere in uno stato del genere, perché erano molto emotivi.
 
Si accigliò, e batté sul vetro, per fargli notare la sua presenza.
Gli occhi di Megamind si aprirono in sorpresa, e ruotò la sedia, per vedere chi lo stava disturbando.
Minion agitò la mano, sorridendo, e l’alieno blu quasi fece un sorrisetto felice, ma poi si accigliò.
 
“Ti avevo detto di stare con Roxanne! Sei proprio un testone!” lui disse con tono arrabbiato, cercando di non mostrare il suo sollievo, a vederlo di nuovo.
 
L’acquatico seguace roteò gli occhi, e rispose, “Signore, non cerchi di sgridarmi. Son qui per una buona ragione. Prima di tutto, Miss Ritchi è a posto. È viva e non è più in coma farmacologico. Le ho detto TUTTO, e quando dico tutto, intendo proprio tutto, voglio dire le cose che lei mi ha detto, anche quelle che non dovevo dire”, e fece una pausa per vedere la reazione di Megamind, e come pensato, l’alieno divenne viola.
 
“MINION! Perché le hai detto quella cosa? Ha riso di me, vero? In ogni caso, son felice di sentire che è a posto. Qualcos’altro?” l’ex Signore del Male chiese al suo amico fedele.
 
Minion annuì, e ridacchiò, vedendo la reazione di Megamind, ma poi continuò, “Vuole anche parlare con lei. E non ha riso. Signore…son qui per qualcos’altro. Ho portato qualcuno che vuole parlare con lei. È molto importante.”
 
Megamind era felice di sentire che Roxanne volesse parlare con lui, ma in quel momento non voleva parlare con nessuno.
 
“Parlerò con lei, quando uscirà dal Metro Hospital, ma adesso non voglio parlare con nessuno”, disse, accasciandosi di nuovo sulla sedia, girandosi.
 
Minion roteò nuovamente gli occhi, e fece un gesto a Wayne di venire avanti, poi ridacchiò, immaginando la scena che stava per spiegarsi.
 
“Non vuoi neppure parlare con me, piccoletto?” l’ex eroe disse con la sua solita voce dal tono eroico.
 
Megamind roteò la sedia, guardando la finestrella rotonda.
Quando vide chi aveva parlato, i suoi occhi si spalancarono, e guardò il suo nemico a bocca aperta.
Fece qualche suono incomprensibile, prima di riconquistare la sua ragione.
Corse verso la porta, schiaffando la sua faccia sul vetro.
 
“Tu…tu…sei un fantasma? Oh, no, ci sono! Minion! Stai usando l’holowatch di riserva, vero?” l’alieno blu disse, non credendo a quello che vedeva.
 
Wayne scosse la testa, e Minion parlò, “No, Signore, io sono qui. E non è un fantasma.”
 
Megamind sbatté gli occhi un paio di volte, e disse, con un tono di voce incredulo, “Sei vivo!”
 
E Wayne annuì, dicendo, “Eheheh…sono vivo. E devo assolutamente parlarti”, finì con un tono di voce serio.
 
L’alieno confuso annuì distrattamente, facendogli il gesto di continuare.
L’alieno muscoloso profferì tutto il discorso che aveva già detto a Minion, Gordon e Roxanne.
 
Quindi aggiunse, “Non ti biasimerò se non vuoi perdonarmi. Ho fatto una cosa orribile a te e alla città, e ti assicuro che son ben disposto a pagare per tutto questo. Mi sottometterò al giudizio delle autorità locali, insieme a te.”
 
Megamind andò lentamente verso la sedia nella cella, e si sedette, pensando a tutte le cose che Wayne gli aveva detto.
 
Una cosa gli risollevò il suo spirito malconcio, e così chiese all’eroe a riposo, “Hai detto d’essere gay…così…tu non sei mai stato con Roxanne. Perché non me l’hai mai detto? L’ho sempre rapita perché, oltre altre cose, pensavo che voi due eravate insieme!”
 
Wayne si grattò la nuca, e rispose, “Non l’ho mai detto per molteplici ragioni, prima di tutte la sua carriera. Grazie a quella diceria è divenuta famosa, e le interviste gliele concedevo solo perché eravamo amici. E secondo la stavo usando…come barba”, lui disse al suo ex nemico.
 
L’alieno blu alzò un sopracciglio, sentendo quel termine: non sapeva il suo significato.
 
“Mh…scusa? Certamente ADESSO hai una barba incolta, ma non so che vuoi dire…dammi dello stupido, se vuoi.”
 
Wayne stava per ridere, ma poi si fermò, e spiegò, “Voglio dire che la stavo usando per nascondere il mio orientamento sessuale. È un gergo di strada. Devo scusarmi anche con lei…”
 
Megamind annuì, immagazzinando quella parola nel suo incredibile cervello, poi sospirò.
 
“Sono disposto a perdonarti, anche se il tuo comportamento non solo mi ha portato verso la criminalità, ma mi ha fatto rischiare la vita di Roxanne e Bernard. Se non avessi finto la tua morte, non sarei mai diventato un Signore del Male, e non avrei mai distrutto la tua statua. È una catena di eventi, dove noi siamo in ogni caso colpevoli, ma tu, oh, tu, “ragazzo d’oro”, tu hai fatto qualcosa di terribile! In tutti i casi!”
 
“In ogni modo, è inutile piangere sul latte virsato, e continuare ad andare avanti. Adesso, vorrei sapere che avete intenzione di fare. E, direttore? Lei vuole parlare con le autorità locali? A proposito di cosa? I miei ottantotto ergastoli? Sono legato qui, e non voglio lasciare questo posto, visto che MI MERITO di stare qui per l’eternità!” l’alieno blu finì, accasciandosi sulla sedia.  
 
Gordon Hudson andò vicino all’oblò, e parlò con calore, “Megamind, figliolo, voglio solo darti un’altra opportunità. So che c’è del buono in te, e questa catena d’eventi lo dimostra. Voglio parlare alle autorità di te, e Wayne verrà con me, spiegandogli che non è morto e raccontando l’intera situazione, esattamente come ha fatto con te. Per gli ergastoli, beh…a dirti la verità, erano una bugia.”
 
Megamind si accigliò, e guardò l’uomo di una certa età con uno sguardo perplesso.
 
“Una bugia? Vuole spiegare tutto ciò? Sono molto impaziente di conoscere la verità, in questo momento”, lui disse con il suo solito tono inquisitivo.
 
E così il direttore e Wayne gli spiegarono la situazione, e Megamind annuì, capendo, e sentendo un’ondata di gratitudine verso Gordon Hudson.
 
“Capisco…e penso che farete un altro accordo con il Governo, adesso che “Mister Perfettino” non è più l’eroe della città. Giusto per curiosità, che ha intenzione di dire alle autorità, direttore? Non voglio più essere un criminale, non dopo quello che è successo, e son veramente confuso. Il mio destino se n’è andato, e non so che fare”, l’ex cattivo chiese all’uomo baffuto.
 
Gordon sorrise, e rispose, “Siccome questa città ha bisogno di un eroe, e quello vecchio, beh, non vuole ricoprire questo ruolo, stavo pensando di proporre al Governo e alle autorità che TU potresti diventare il difensore di Metro City, ovviamente se vuoi. Così puoi pagare il tuo debito con la società, e continuare a fare quello che hai fatto tutti questi anni: inventare armi, non per distruggere la città, ma per proteggerla!”
 
Megamind sbatté gli occhi, ed elaborò l’idea, e poi un sorriso maniacale si formò lentamente sulla sua faccia.
 
“Mi piace quest’idea! Mi piace proprio! E sarò contento di aiutare la città, di difenderla. Lo sa…quello che volevo era solo un pochino di riconoscimento…sono un genio dopotutto, e volevo solo che i cittadini di Metrocity mi guardassero con meraviglia, non disgusto. So che alcuni di loro continueranno a guardarmi così, anche quando sarò il protettore di questa città, ma spero che altra gente mi guardi con orgoglio, dicendo “vivo in una città protetta dal grande Megamind”. E in ogni caso avrei anche il mio grande amico Minion al mio fianco…e questo mi rende felice comunque!” lui disse sorridendo, e guardando in un'altra luce il suo padrino.   
 
Gordon sorrise con orgoglio, e disse, “Son felice di sentirtelo dire. Son davvero orgoglioso di te in questo momento. Non hai idea di quanti anni io abbia aspettato di sentirtelo dire. Davvero. Magari un giorno parleremo anche di quello. Adesso radunerò le guardie in gruppi, per dirgli di questa situazione. E…stavo pensando, Wayne, vuoi dire qualche tipo di scusa per quello che hai fatto, o vuoi dir loro la verità?” lui chiese seriamente all’ex eroe.
 
Wayne strinse le sue sopracciglia in un’espressione pensierosa, e poi fece spallucce.
 
“Vorrei poter uscire alla luce del sole, ma non voglio che la gente in città mi odia per quel che ho fatto, così stavo pensando di dire una piccola bugia. Ma non ho idea di quello che potrei dire…”
 
Megamind bussò all’oblò, e fece un gesto al direttore e all’alieno muscoloso di venire vicino.
 
“Che ne pensi di dire che i tuoi poteri stavano abbandonandoti? Di ai cittadini di Metrocity che hai finto la tua morte perché non volevi rischiare la loro vita. Penso che sia un buon compromesso, giusto? Alcuni di loro saranno arrabbiati con te, per quest’inganno, ma molti di essi lo accetteranno. O almeno lo spero”, l’alieno blu disse, facendo un sorriso storto. 
 
Entrambi annuirono, e Wayne disse, “È una buon’idea, piccoletto! Lo sai…in questo periodo ho avuto tempo di pensare a noi due, e penso che potremmo fare una chiacchierata. Per…non so…spiegare tutti quegli anni di battaglie, magari per diventare amici, se vuoi. Lo sai…ho molti fan, ma non molti amici.”
 
“A proposito…devo andare al Metro Hospital per vegliare su Bernard, dopo aver parlato con le guardie. Anche se non vorrà più essere il mio ragazzo, devo parlargli, per dargli delle spiegazioni. Ok, adesso sono pronto, direttore, andiamo dalle guardie. Eheheh…penso che saranno un po’ shockati”, disse Wayne, sorridendo furbescamente.
 
Megamind sorrise a sua volta, e gli rispose, “Farei volentieri quelle chiacchierate, e magari…potremmo diventare amici, chi lo sa? Buona fortuna con quel discorso…e, per favore, dopo puoi dirmi che reazione hanno avuto, così mi farò una bella risata”, lui finì con il suo solito furbesco – ed un pochino malvagio – tono di voce.
 
Wayne rise di tutto cuore, ed annuì.
 
“Va bene, Megamind! Vedo che sei ancora un po’ cattivello nell’animo, ma va bene, ed anch’io mi farò una bella risata, penso. Ci si vede!” e con quello se n’andarono tutti e tre nell’ufficio del direttore, per fare l’annuncio per le guardie.           
 
 
 
 
 
  
 

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Capitolo 6
*** 06 ***


Fortunatamente c’erano tutte le guardie nella prigione, e Gordon fece due gruppi di dieci guardie ciascuno, dicendo loro di andare nell’Aula Didattica.
Era una stanza dove le guardie imparavano come fare certe procedure al Carcere per Criminali Dotati.
 
Il primo gruppo si radunò nella stanza, e si sedettero sulle sedie.
C’erano pure le due guardie che stavano all’entrata della prigione.
 
Una di loro sussurrò all’altra, “Hei, guarda, c’è quel sosia di Metro Man!”
 
L’altro roteò gli occhi, e sussurrò di rimando, “Vuoi dire l’avvocato. Ascolta, facciamo una scommessa: se hai ragione, ti pago venti dollari, ma se hai torto, dovrai pagare quella somma a me. D’accordo?”
 
Il primo annuì, e si scambiarono una stretta di mano.
Wayne ridacchiò mentalmente, avendo sentito la loro conversazione con il superudito.
Il direttore si schiarì la voce, per avere la loro attenzione.
 
“Ok, cominciamo. Tutti voi sapete che Megamind è venuto di sua spontanea volontà qui in carcere, e son sicuro che tutti voi abbiate letto quel che è successo al Museo di Metro Man.”
 
Si fermò per vedere se qualcuno non aveva letto la notizia, ma tutti loro stavano annuendo.
 
“Molto bene, è una buona cosa. In ogni modo è venuto qua perché è confuso a proposito del suo…destino. Ha salvato Miss Ritchi e Mister Smith, facendo qualcosa di, beh, molto eroico, secondo me. Anche se era in ogni caso colpa sua. Gli ho parlato, e mi ha detto che non vuole più essere un criminale, così parlerò col Governo e le autorità locali per fare di lui il difensore di questa città.”
 
“So che alcuni di voi non crederanno nel suo cambiamento, ma conosco quel ragazzo, ed era sincero, e voglio dargli un'altra possibilità. Alcuni di voi conoscono molto bene il suo passato, e il perché abbia deciso di diventare un criminale, e quindi sapete anche che c’è del buono in lui. In più c’è qualcuno che vuole parlarvi”, lui finì, facendo un gesto a Wayne di dire la sua versione della storia.
 
Lui annuì, e cominciò a parlare, “Sapete chi sono?” chiese al gruppo d’uomini.
 
Lo guardarono perplessi, e tutti scossero la testa
 
Wayne sogghignò, e continuò, “Cercate di immaginarmi senza barba, e…capelli più pettinati”, lui continuò, indicandocon la testa verso un poster dei suoi giorni da eroe, che era nella stanza.
 
Tutti strizzarono gli occhi, e per un attimo sembrò che non avessero idea, poi la guardia che era convinta che lui era un sosia di Metro Man parlò con tono shockato, “O mio Dio! Tu sei Metro Man! Non sei un sosia, tu sei quello vero! Ma…ma…tu dovresti essere MORTO!”
 
Tutte le guardie stavano parlando insieme, facendo congetture e altro.
Minion sbatté una delle sue mani robotiche sul tavolo, facendoli smettere.
 
“Scusate, ma penso che Mister Scott voglia dirvi perché è ancora vivo. Potete fare le vostre speculazioni dopo che ha parlato”, disse educatamente, facendo il gesto di proseguire a Wayne.
 
L’alieno muscoloso chinò il capo al pesce spaziale.
 
“Grazie, Minion. Ed ha ragione, voglio dirvi perché son ancora vivo. Il giorno che son morto, ho usato il Raggio della Morte di Megamind per fingere la mia morte, perché avevo notato che i miei poteri stavano andando e venendo, e volevo proteggere i cittadini di Metro City da me stesso.”
 
“So che ho fatto una cosa orribile e molto egoista, ma era l’unica cosa che potevo fare. Son veramente dispiaciuto, e voglio anche dirvi che Megamind è diventato un cattivo per colpa mia, per quelli che non conoscono l’intera storia”, lui disse, e cominciò a raccontare loro che era successo a scuola.

Dopo la sua chiacchierata, tutti parlarono di lui e dell’alieno blu.
Qualcuno di loro aveva fiducia in Megamind, ed erano felici di questi avvenimenti.
Ed alcuni invece pensarono che era uno dei suoi elaborati piani per conquistare la città.
 
I due giocatori d’azzardo discutevano della scommessa, e alla fine il primo ricevette i suoi soldi.
Dopo che ebbero finito di discutere la faccenda, guardarono il direttore, aspettando che terminasse il discorso.
 
“Adesso, mi raccomando di non parlare di questo all’altro gruppo, e finché tutto ciò non sarà di dominio pubblico. Così dovrete aspettare che io parli con le autorità locali e Governo. Domani farò quella chiacchierata, e penso che lo annunceranno pubblicamente il giorno dopo o qualcosa del genere. Potete andare, e ricordatevi: non una parola!”
 
Lui proferì questo discorso con tono autoritario, che non ammetteva repliche.
Le guardie annuirono, ed uscirono dalla stanza per fare spazio all’altro gruppo.
Poi il direttore e il muscoloso alieno tennero lo stesso discorso alle altre guardie, che ebbero la stessa reazione del primo gruppo.
 
Quando ebbero finito, Wayne sospirò e disse, “È stato strano! Non pensavo che una barba e capelli spettinati potessero nascondere la mia identità. In ogni caso è una buona cosa, penso. Adesso andrò al Metro Hospital, per vegliare su Bernard. Penso che domani sarà fuori da quel coma indotto…o almeno lo spero.”
 
Il direttore disse loro che sarebbe andato a parlare con Megamind, e Minion disse che sarebbe andato anche lui all’ospedale, per badare a Roxanne e dirle le cose accadute, e quello che il suo protetto gli aveva detto.
 
Gordon chiese a Wayne a proposito della risatina fatta entrando nella prigione, e lui spiegò delle due guardie, anche la scommessa che avevano fatto nell’Aula Didattica.
Il direttore si accigliò un pochino, ma poi risero allegramente.
 
Quindi l’acquatico seguace e Wayne andarono verso il Metro Hospital nella macchina invisibile, e parlarono un pochino.
 
“Ho visto che hai pulito la città e rimesso tutte le cose rubate dove andavano. Era una tua idea, Minion, o un’istruzione di Megamind?” l’alieno muscoloso chiese curiosamente. 
 
Minion sorrise orgogliosamente, e disse, “È stata un’idea di Signore. Quando era all’ospedale, vegliando su Miss Ritchi, ha pensato a molte cose, ed ha deciso di ripulire la città, perché stava già pensando di rinunciare ad essere un criminale. Ero così orgoglioso di lui in quel momento!” disse con un tono molto materno.
 
L’ex eroe lo guardò perplesso, e chiese, “So che magari sono un po’ indiscreto, ma in questi anni ho avuto l’impressione che tu non fossi così malvagio. Che diamine, nemmeno Megamind era così malvagio, con tutte quelle trappole mortali, e nessuno è mai stato ferito. In ogni modo, volevo chiederti che tipo di rapporto hai con lui, e perché adesso sei così felice.”
 
Minion rispose così, “Oh, non è indiscreto, Mister Scott. Io ho avuto un difficile rapporto con il Signore. Avrei dovuto proteggerlo, interamente, soprattutto nei sentimenti. La sua razza è molto emozionale, ed era molto facile per lui passare da un momento eccitante ad uno deprimente. Specialmente nel periodo scolastico.”
 
“Per mantenerlo felice dovevo seguire le sue idee e…destino, anche se non ero così convinto che era destinato ad essere un supercattivo. So che ha fatto molte cose sbagliate, ma voleva solo essere notato, amato, ed io lo seguivo interamente.” 
 
“Così è per questo che son così felice dal suo cambio d’idea. So che le cose potevano finire terribilmente sbagliate, e tremo a questo pensiero, ma siccome son andate abbastanza bene, son felice che abbia finalmente realizzato dove sta il suo cuore”, lui finì sorridendo orgogliosamente.

Wayne annuì, e disse, “Pensavo che era una cosa del genere. E son anche molto dispiaciuto per il mio comportamento a scuola. Son felice per il suo cambiamento d’idea, e farò qualsiasi cosa sia in mio potere per aiutarlo a seguire quella strada, e magari un giorno potremmo essere amici. Voglio veramente fare ammenda di tutti quegli anni di stupide ed inutili battaglie tra noi”, lui finì sinceramente.
 
Minion sorrise ed annuì. “Il Signore è un po’ un testone, ed è molto orgoglioso, così penso che sarà un po’ difficile per lei diventare suo amico, ma con un po’ di perseveranza penso che potrebbe raggiungere il suo obiettivo!” finì sorridendo a tutti denti.
 
Il muscoloso alieno rise, e rispose, “Ci avevo pensato, e penso di poter affermare che pure io son un testone. Non preoccuparti, Minion, cercherò d’essere paziente e continuerò la mia missione”, disse con il suo vecchio tono da eroe.
 
Quindi arrivarono al Metro Hospital, e Wayne andò a parlare col dottore, mentre Minion andò verso Roxanne.
 
L’uomo facoltoso disse al Dottor Travis, “Per favore, possiamo parlare in privato, tipo nel suo ufficio o qualcosa del genere. Penso che lei meriti di sapere chi sono”, gli disse in maniera cospiratoria.
 
Il dottore aveva una vaga idea di chi fosse, ma voleva dissipare tutti i dubbi, così gli fece il gesto di andare nel suo ufficio.
 
Wayne si sedette su una sedia, di fronte alla scrivania del dottore, quindi si schiarì la voce e cominciò a parlare, “Adesso, le chiederò di non divulgare quest’informazione che andrò a dirle, fino a che non sarà di pubblico dominio. Le spiegherò anche quello…” 
 
Il dottore annuì, ed ebbe l’impressione che aveva ragionesul suosospetto.
Quindi l’alieno superdotato gli spiegò le stesse cose che aveva detto alle guardie al Carcere per Criminali Dotati, aggiungendo il pezzo a proposito del suo orientamento sessuale, e la cosa con le autorità locali.
Non voleva dirgli la verità, anche se aveva l’impressione di conoscere quell’uomo.
 
Il Dottor Travis annuì, e gli disse, “Ero consapevole d’averla vista da qualche parte, ma con quella barba e capelli selvaggi non l’avevo riconosciuta. A proposito, io ero il dottore della scuola, non so se si ricorda di me. Così lei era insieme a Mister Smith, prima di fingere la sua morte?”
 
“Penso che abbia bisogno di lei, siccome i suoi genitori son morti, e non ha nessuno qui a Metro City. Lei è stato il suo primo ed unico visitatore, in questi giorni. Terrò queste informazioni per me, fino a che non saranno di dominio pubblico. E le suggerisco di dire ai cittadini di questa città il suo orientamento sessuale. Così potrà uscire con Mister Smith senza preoccuparsi troppo”, lui finì, sorridendo all’ex eroe.
 
Wayne ci pensò. Era rischioso, ma pensò che fosse una buon’idea.
 
“Ci penserò, e spero che Bernard voglia essere nuovamente il mio ragazzo. Non son sicuro che vorrà di nuovo stare con me, dopo che scoprirà la mia bugia. In ogni modo, adesso vorrei stare con lui, fino a che non si sveglierà, se le va bene”, l’alieno chiese al dottore.
 
Il Dottor Travis annuì, e l’ex eroe andò verso la stanza di Bernard, per vegliarlo.
 
Mentre Wayne stava parlando col medico, Minion era nella stanza di Roxanne, spiegandole gli ultimi eventi.
 
Lei era raggiante. “È fantastico! E la piccola bugia di Wayne è un colpo di genio. Domani, quando sarò rilasciata dall’ospedale, voglio andare a parlargli. Ho così tante cose da dire a Megamind, e anche molte domande.”
 
Il pesce spaziale era molto felice di sentire questo, e parlarono un po’, prima che un gruppo di medici venne a darle un’occhiata, e dichiarare che l’indomani sarebbe stata dimessa da là.
 
Quindi andarono a dormire, con Minion andando giù nel suo “petto”, e Wayne sedendo in una sedia vicino al suo amore, tenendogli la mano, proprio come Megamind aveva fatto nei giorni precedenti con Roxanne.

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Capitolo 7
*** 07 ***


Minion si svegliò ben riposato, e il dottore e le infermiere controllarono Roxanne per l’ultima volta, prima di mettere una garza con cerotti sopra il taglio della testa, e poi lei firmò tutte le carte di congedo ospedaliero. 
 
“È libera di andare. Lei è proprio una persona vitale, Miss Ritchi! È stato proprio un piacere conoscerla, e questo vale anche per te, Minion. Spero veramente che lei riesca a risollevare il morale di Megamind, ne ha davvero bisogno”, il Dottor Travis disse con sincerità, sorridendo alla reporter e al pesce spaziale.
 
Entrambi annuirono, e lo ringraziarono, e poi Roxanne parlò, “Puoi darmi un passaggio, Minion? Vorrei andare alla prigione a parlare con Megamind. Ma prima devo andare da Wayne, devo dirgli qualcosa.”
 
L’acquatico seguace annuì, e sorrise, “Con vero piacere, Miss Ritchi! Questa sarà la prima volta che lei andrà nell’auto invisibile non legata ed insaccata”, disse ridendo allegramente.
 
Roxanne rise a sua volta, e disse una cosa che sorprese e rallegrò Minion, “E spero che sia la prima di molte, mio caro Minion!” quindi andò verso la stanza di Bernard, sbirciando all’interno.
 
Wayne lo stava vegliando con uno sguardo preoccupato, e Roxanne bussò alla porta, per farsi notare da lui.
L’alieno muscoloso alzò la testa e sorrise stancamente.
 
“Adesso vado a parlare con Megamind. Volevo solo dirti buona fortuna con lui”, lei disse a Wayne, che fece un sorriso storto.
 
“Grazie, Roxie, e buona fortuna con Megamind, magari ne potremmo parlare in un altro momento, ok?” lui disse, facendo un saluto con la mano.
 
Lei annuì, e andò fuori dal Metro Hospital con Minion.
La reporter sedette sul posto passeggero, e sia accigliò un pochino, vedendo che non c’erano le cinture.
 
“Se Megamind diventerà il difensore di Metro City, sarebbe meglio cominciare a seguire la legge, e mettere delle cinture di sicurezza nella macchina. Che ne pensi, Minion?” lei chiese al pesce nella tuta robotica a forma di gorilla.
 
Lui annuì, e rispose, “Ci stavo già pensando, ed è meglio che lei ne parli con Signore. Abbiamo già le cinture per questa macchina al Covo Malvagio – o è meglio chiamarlo Covo, adesso che siamo buoni? – ma Signore pensava che non erano abbastanza cattive, così non le ha messe nell’auto.”
 
Roxanne roteò gli occhi, e disse, “Stavo pensando che era per una cosa del genere. Adesso chiamerò il direttore Hudson, per dirgli che sto venendo a visitare Megamind, così lo porterà nel Parlatorio.”
 
Detto questo, compose il numero della prigione sul cellulare, per informare l’uomo, e lui fu d’accordo.
Quando arrivarono alla Prigione, Minion stette nella macchina, e Roxanne andò da sola verso l’entrata.
 
Prima di andare a parlare con Megamind, lei andò verso il direttore, per chiedergli qualcosa.
 
“Minion mi ha detto che lei andrà a parlare con il Governo e le autorità locali a proposito di Wayne e Megamind, oggi. Quando?” chiese lei, il suo lato “reporter ficcanaso” tutto allerta.
 
L’uomo baffuto ridacchiò, e rispose, “Sì, Miss Ritchi, questa sera. E Mister Scott parteciperà con me a quest’evento. Mi ha detto che spera che Mister Smith si svegli prima, così potrà parlargli. Quello che ha fatto è davvero sbagliato, ma son felice che farà ammenda. Sono pure felice che Megamind camminerà verso il suo vero destino. E spero che lei lo aiuti, ho la sensazione che lei sia la persona giusta per quel ragazzo”, lui finì facendo l’occhiolino.
 
La reporter arrossì e sogghignò. “È così evidente? Minion mi ha detto dei suoi sentimenti verso di me, ed ho pensato molto a questo in questi due giorni. Ho realizzato che provo…qualcosa per lui, e sarò felice di stargli vicino per scoprire se son solo sentimenti d’amicizia…o qualcosa di più. È già nel Parlatorio?” lei chiese per andare a discutere con lui.
 
Gordon annuì, e la scortò fino alla stanza.
Megamind era seduto su una sedia vicino ad un tavolo, non incatenato, ed era felice per quello.
Quando Roxanne entrò nella stanza, lui sorrise allegramente, ma poi divenne triste, vedendo la garza che lei aveva in testa.
 
La reporter notò il suo comportamento, e capì velocemente perché aveva cambiato il suo atteggiamento.
Lei si sedette sull’altra sedia, di fronte a lui, e sorrise.
L’alieno blu cercò di sorridere di rimando, ma vedendo la garza divenne triste, perché era un ricordo di quello che aveva fatto.
Lui stette così per un po’, tutto silenzioso, a contemplarla, e Roxanne sospirò, sorpresa dal suo comportamento. 
 
“Hei, il gatto ti ha mangiato la lingua? Dov’è il frenetico Megamind che conosco? Voglio dire, sei sempre lì che parli e ti vanti come un pazzo, e adesso sei…silenzioso”, lei disse allegramente, per dissipare la tensione.
 
Megamind sospirò, e disse, “Scusa, mi sento così…stupido. Mh…ho visto la garza, e mi ha ricordato del mio comportamento folle al Museo. Roxanne, sono veramente, veramente dispiaciuto per quello che è successo là. Se avessi saputo che tu eri là, non avrei fatto saltare in aria la statua. Ho quasi ucciso te e Bernard! Se ti avessi persa, non so che avrei fatto”, lui disse con una voce rotta, strizzando gli occhi, per non piangere di fronte a lei.
 
Roxanne era veramente toccata dal suo comportamento, e cominciò a capire che il Megamind che conosceva era solo una facciata, per nascondere il suo vero io: un uomo affettuoso e dolce, il tipo d’uomo che lei stava sempre cercando.
Mentre lui aveva gli occhi chiusi, la reporter allungò le braccia, per mettere le sue mani sopra quelle blu.
 
Quando lei toccò le mani nude di Megamind, lui aprì all’improvviso gli occhi, guardandola esterrefatto.
Non era abituato ad essere toccato a quella maniera, soprattutto dalla ragazza che amava.
Il suo cervello incredibile stava registrando quel gesto, ed era veramente shockato.
 
Roxanne era anch’essa sorpresa a vedere la sua reazione, ma seppe all’istante che era perché lei lo aveva toccato.
Invece che togliere le mani, cominciò a strofinare i suoi pollici sui lati delle mani di Megamind, per vedere che reazione avrebbe avuto.
 
L’alieno quasi svenne per il sovraccarico di stimoli, ma riacquistò coscienza, quando sentì Roxanne ridacchiare.
Megamind la guardò con un’espressione malata d’amore, sorridendo in maniera rilassata.
Roxanne si sciolse un pochino, vedendo la sua reazione, e le piacque avere un simile effetto sull’alieno che aveva reso la sua vita un piccolo Inferno.
 
La reporter ghignò, e dichiarò, “Non preoccuparti per quello, sono viva, e tu, beh, tu stai percorrendo il tuo vero cammino, grazie a questi avvenimenti. Minion mi ha parlato della tua infanzia, e ti dico che non t’incolpo per aver fatto quelle scelte. Se fossi stata in te, avrei fatto la stessa cosa. Penso che l’unico che si possa biasimare in tutta la faccenda sia Wayne, ma adesso sta facendo ammenda, e questa è una buona cosa”, lei finì, guardando Megamind, per vedere la sua reazione.
 
L’alieno sospirò come in sogno, e guardò le sue mani, sopra le sue blu, disegnare piccoli cerchi sui lati.
 
“Grazie, Roxanne. Significa…significa molto per me, e adesso son felice di percorrere quella strada. Ero anche molto preoccupato perché, in tutti quegli anni di rapimenti, son stato sempre attento a non fare male a te o ai cittadini di Metrocity. Ero così patetico come criminale…e in quei giorni in cui tu eri in un coma indotto, ho finalmente realizzato che cosa sono veramente.”
 
“Non so se farò un bel lavoro come difensore di questa città, e salvare le persone, ma farò del mio meglio per seguire quella strada! E…e spero che tu voglia aiutarmi lungo la strada. Anche se non merito il tuo aiuto, dopo quello che ho fatto”, lui disse guardandola brevemente negli occhi, e arrossendo, guardando ancora le sue mani.
 
Roxanne si sciolse ancora un pochino, alla sua insicurezza, e decise d provare a stare con lui, a prescindere.
 
“Hai certamente avuto una vita dura, lo vedo nel tuo comportamento. Quello che ti serve è autostima, e qualcuno che possa insegnartela, e penso d’essere quel qualcuno. Tu eri…beh…come hai detto, eri un po’ patetico come cattivo – senza offesa – MA come inventore, sei fantastico!”
 
“Non te l’ho mai detto, per evitare di far esplodere il tuo ego già enorme, ma ho sempre pensato che le tue invenzioni fossero ingegnose ed incredibili. Davvero! E questa è una buona cosa! Adesso potrai usare quelle invenzioni per aiutare la città, invece che distruggerla, e son sicura che puoi inventare cose utili per migliorare certi servizi a Metro City, come, non so, un sistema di filtraggio per il lago…così Minion potrà nuotare senza rischio di essere avvelenato dalle sostanze chimiche”, lei finì, pensando di andare alla spiaggia del lago con lui, quell’estate. 
 
Megamind s’illuminò, e annuì freneticamente. “Hai ragione sulla mia vita, che è stata dura, e son contento di sentirti dire che consideravi le mie invenzioni ingegnose e fantastiche! E a dirti la verità, stavo già pensando di inventare qualcosa per pulire il lago, per la ragione che dici. Solo che adesso lo farò per tutti i cittadini di Metrocity, anche se ci sarà qualcuno che non accetterà il mio nuovo ruolo”, finì tristemente.
 
Roxanne gli strizzò dolcemente le mani, e sorrise. “Non preoccuparti, io sarò sempre al tuo fianco, e sai più che bene che posso essere molto combattiva, quando voglio”, lei dichiarò, facendo un sorriso malizioso.
 
L’alieno blu rise, ma non la sua solita risata malvagia, o quella forzata che faceva sempre nel suo periodo da furfante.
Rise veramente, ed apertamente, e Roxanne fu infettata da quella risata, e rise a sua volta.
 
Quando entrambi finirono, avevano gli occhi scintillanti, e Megamind disse, “Non ti avevo mai sentita ridere!” con un sorriso folle sul suo viso.
 
Roxanne sorrise apertamente, e dichiarò, “Sì, è da un po’…che non ridevo. Mi sento bene.”
 
A quella frase, l’ex criminale prese il coraggio a piene mani, e disse, “Mi sento bene anch’io, con te, Roxanne. Minion mi ha detto che ti ha detto…mh…che cosa provo per te. Mi…mi ha detto che non hai riso…mh…e…mh…” lui balbettò, e poi Roxanne si sporse verso di lui, mettendo due dita sulla sua bocca, per farlo tacere.
 
Lui era nuovamente shockato, sia per il gesto sia per il fatto che lei gli stava toccando le labbra.
Lei gli sorrise, e disse, “Adesso lasciami parlare di questo, e per favore, non interrompermi, ok?”
 
L’alieno annuì lentamente, e lei rimosse le dita, poi rimise la sua mano su quella blu.
Passò un po’ di tempo, mentre lei stava raccogliendo i suoi pensieri, poi parlò.
 
“Mi ha detto che sei stato tutto il tempo al Metro Hospital, quando ero in un coma indotto, e il tuo comportamento. Ero – e sono – molto toccata da questo. Nessuno è mai stato così premuroso con me. Nemmeno Wayne, quando mi salvava da te. E questo mi piace in un uomo”, lei disse, facendo una piccola pausa, per vedere se le sue parole stavano penetrando in quel suo grande cervello.
 
“In più, ho pianto, per tutto quello che hai fatto quel giorno, e per la tua vita difficile. Adesso, son sicura che il tuo ego esploderà per quello che sto per dire adesso, ma voglio dirlo lo stesso: mi piaci, e voglio stare con te, per vedere se possiamo essere qualcosa di più che amici, va bene, Megamind?” lei finì, e aspettò la sua reazione.
 
All’inizio lui era troppo shockato per rispondere, poi un sorriso si formò sul suo viso, all’inizio piccolo, poi un sorriso enorme.
 
L’alieno afferrò le sue mani, stringendole con cura, e disse, “Se va BENE? Mi chiedi se va BENE? È anche meglio di BENE! È fantastico! E…mh…spero di non fare qualcosa di stupido che rovini il nostro rapporto, Roxanne. È troppo importante per me. Oh, son così felice…no…più che felice, ma non c’è una parola terrestre per esprimere i miei sentimenti.” 
 
“E per tutti quegli anni di rapimenti, spero che un giorno tu mi possa perdonare…a dirti la verità, ho continuato a rapirti per stare con te, Roxanne. All’inizio non era per quello, ma dopo un po’, ho cominciato ad avere una cotta per te. Ugh…sembro uno molestatore…” lui finì accigliandosi. 
 
La reporter ridacchiò alle sue ciance, e disse, “Beh…penso che l’unico molestatore nella mia vita sia il mio “caro” cameraman, Hal, e possiamo parlare dei rapimenti un'altra volta, quando uscirai dalla prigione. Sono un po’ arrabbiata con te per aver reso la mia vita un piccolo Inferno, ma penso d’essere ancora più arrabbiata con Wayne per quello che ha fatto a questa città, fingendo la sua morte. Ma parleremo di questo più avanti”, lei dichiarò, perché sapeva che erano controllati da telecamere e altro.
 
L’alieno blu annuì, sapendo quello che intendeva, e chiese, “Ho notato che il tuo cameraman era sempre strano con te…ma un molestatore? Che ha fatto?” lui chiese, perplesso, alla reporter.
 
Roxanne roteò gli occhi, e gli disse, “Beh, un esempio sopra di tutti. Prima che venissi al Museo, dopo il mio servizio, mi ha invitato ad una festa a casa sua. Non ero dell’umore adatto per incontrare altre persone, così gliel’ho detto, e mi ha detto che era una “festa di due persone”, con solo lui e me, e un FOTOGRAFO DA MATRIMONI! Ma gli ho detto che andavo a fare qualcosa nel Museo, e prima di entrare, l’ho sentito dare un pugno al furgone e farsi male, e guidare il furgone, colpendo un bidone…un giorno scriverò una lettera per molestie…mi da i brividi!” lei finì, tremando.
 
Megamind ridacchiò, e disse, battendo le ciglia, “Oooh…un fotografo da matrimoni…che carino! Beh, se farà qualcosa contro la legge quando sarò il difensore di Metrocity, lo porterò alla giustizia, per te e i cittadini di questa città!”
 
“E a proposito del tuo servizio, mi hai fatto una domanda, e son felice di rispondere, no, in quel momento non ero felice. Ma lo sono adesso! Non son mai stato così felice! A parte quando costruivo le mie invenzioni malvagie. Ma adesso son felice per una buona ragione: finalmente conosco qual è il mio vero destino, e…beh…hai detto che mi starai vicino, e questo è MOLTO importante per me”, lui finì sorridendo dolcemente, e tenendo le mani di Roxanne con cura.
 
La brunetta ridacchiò all’idea di Hal che veniva arrestato da Megamind, e sorrise alla sua dichiarazione.
 
“Va benissimo, mio eroe! Magari potrei raccontarti altre cose che Hal ha fatto, giusto per divertimento. E anch’io son felice per te, e lo sai? Magari potrei fare un’intervista con te e Wayne, per far capire ai cittadini di Metro City le ragioni dietro alle tue azioni. Che ne pensi?” lei chiese, quasi aspettandosi la sua risposta.
 
L’alieno blu s’illuminò, e rispose, “È una buonissima idea, Roxanne! Lo sai…un'altra ragione per cui ho continuato a rapirti era perché tu facevi tutte quelle interviste esclusive con Wayne, e volevo avere la stessa opportunità, per dire il MIO lato della storia”, spiegò alla reporter.
 
Lei annuì, e disse, “Ci scommettevo che mi avresti risposto così. L’avevo capito anni fa, sai”, Roxanne finì, ghignando.
 
Megamind fece un sorrisino compiaciuto, e disse, “Miss Reporter Ficcanaso al lavoro in quel periodo, vero? Ma come hai detto, sono prevedibile, e la risposta era chiara, vero?”
 
Roxanne fece un gesto come per pensarci su, e disse una cosa che shockò l’ex criminale, “Beh…penso che non sei così prevedibile. Non mi sarei mai aspettata che tu ci salvassi. ED io sarei MOLTO felice di scoprire quel tuo lato nascosto, mio caro Megamind”, lei finì, con un dolce sorriso.
 
L’ex cattivo era a bocca aperta, e poi fece uno dei suoi sorrisi larghissimi a quella dichiarazione.
 
“Oh, son così felice di sentirlo! E sarò contento di farti vedere quel mio lato. E farti vedere altre cose! Magari al Covo Malvagio…o magari solo Covo? Adesso che non son più cattivo…e…oooh…ti farò vedere una parte del Covo che non ho mai fatto vedere a nessuno. Sarai molto sorpresa! Conterò i minuti, e spero che il direttore riesca a convincere il Governo e le autorità a proposito della mia buona fede…voglio davvero cambiare, miglio-orarmi, ed aiutare te e questa città”, lui disse onestamente e seriamente.
 
Roxanne stava per dire qualcosa, ma sentirono bussare alla porta, e il direttore sbirciò nella stanza.
 
“Scusate, ragazzi, il tempo è terminato. Voi due potrete parlare quando il mio ragazzo blu sarà fuori di qui, ok?” disse ai due che stavano ancora tenendosi per mano, facendo l’occhiolino.
 
Loro arrossirono, Megamind divenne viola, e Roxanne balbettò, “Oh…mh…ok, direttore Hudson. Megamind, potremmo parlare liberamente quando sarai fuori di qui, ok? E non vedo l’ora di vedere quella parte del Covo. Ci si vede, mio caro”, lei disse, baciandolo brevemente sulla guancia, lasciandolo senza parole per un momento.
 
Roxanne stava camminando verso l’uscita della prigione, quando sentì un “Who-ho!” gridato dal suo frequente rapitore, che la fece ridacchiare.
 
Nella stanza, Megamind era ancora viola come una melanzana, e il direttore stava ridendo, vedendolo così.
 
“Andiamo, ti accompagno nella tua cella. Mi dispiace, ma finché non parlerò col Governo e le autorità, devi rimanere là”, l’uomo dai capelli brizzolati disse al suo figlioccio.
 
Il genio alieno capì, e dopo essersi ripreso dallo shock, si alzò dalla sedia, e disse, “Non si preoccupi, direttore, capisco perfettamente. Li vedrà questa sera, vero? Spero che riescano a capire. Voglio veramente cambiare la mia vita, e miglio-orare me stesso”, lui finì seriamente.
 
Il direttore annuì, e aveva una buona sensazione a proposito, così glielo disse, “Non preoccuparti, son sicuro che mi crederanno, e anche Wayne, e tu sarai libero di andartene, per difendere questa città…ed uscire con Miss Ritchi”, il curatore della prigione gli disse maliziosamente, e facendo l’occhiolino.
 
Megamind arrossì nuovamente, diventando color lavanda, e fece un’espressione imbronciata.
 
“Per favore, direttore, la smetta di prendermi in giro!” disse con un finto tono arrabbiato.
 
Gordon rise di tutto cuore, e dichiarò, “Mai! Diciamo che questa è una specie di vandeta per tutti quegli anni infernali, figliolo!”
 
L’alieno blu rise con lui, e rispose, “Ho capito, direttore. Magari un giorno dovremmo veramente fare una…chiacchierata padre-figlio, ok? Almeno per spiegare alcune cose, e perdonarci l’un con l’altro, se le va bene”, lui disse in modo sincero, e sorridendo apertamente
 
Il direttore sorrise alla stessa maniera, sentendo quelle parole, ed annuì.
 
“Per me va benissimo, adesso andiamo”, finì, accompagnandolo alla sua cella.

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Capitolo 8
*** 08 ***


Mentre Roxanne stava parlando con Megamind al Carcere per Criminali Dotati, Wayne era seduto, con un’espressione preoccupata, su una sedia, vicino al letto di Bernard, al Metro Hospital.
L’infermiera Angela aveva cambiato la flebo con le droghe, con un’altra flebo per svegliare Bernard dal sonno chimico.
 
L’alieno con i superpoteri stava aspettando il suo risveglio, e si stava anche preoccupando della sua reazione, vedendolo vivo.
Sperava anche che si svegliasse prima del suo incontro con le autorità locali e delegato del Governo.
 
Dopo un po’ Bernard cominciò a stiracchiarsi, e Wayne lo stava guardando speranzosamente.
L’alieno muscoloso era calmo fuori, ma dentro sé aveva una tumulto di emozioni.
Il curatore del Museo gemette, e stiracchiò le braccia, stringendo gli occhi, e aprendoli, sbattendo le palpebre.
Sbatté gli occhi un’altra volta, per mettere a fuoco, ma senza occhiali non vedeva quasi nulla.
 
“Mmmh…dove sono?” chiese con voce roca, quasi a se stesso, poiché non aveva notato che Wayne era al suo fianco.
 
“Ecco, penso che con questi vedrai meglio, Bernard”, Wayne rispose, porgendogli gli occhiali.
 
Incredibilmente, gli occhiali non si erano rotti nell’esplosione.
Quando Bernard sentì quella voce, esitò un pochino, perché era quasi sicuro che fosse un sogno, ma prese gli occhiali.
 
Quindi il curatore del Museo li indosò, guardando in avanti, e poi mosse la testa, lentamente, verso Wayne.
Era senza parole, e l’ex eroe lo guardò grattandosi la nuca, e facendo un mezzo sorriso.
 
Bernard sbatté nuovamente le palpebre, e chiese, “Ok…allora sono morto e nel Paradiso delle persone Gay?”
 
Wayne rise, a scosse la testa, sorridendo un pochino di più.
Questo era un lato di Bernard che gli piaceva molto, e non molte persone conoscevano questo suo aspetto.
 
Il curatore si accigliò, come per pensare, e disse, “Allora sono morto e sono nel Paradiso degli Eroi?”
 
L’alieno muscoloso ridacchiò e scosse nuovamente la testa. “No, Bernie…provadi nuovo”, disse in modo giocoso.
 
L’uomo occhialuto si grattò i capelli arruffati, che erano ancora più spettinati per tutti quei giorni di sonno.
 
“Quindi…mmmh…ah! Lo so! Siamo nel Paradiso degli Uomini con Capelli Trasandati! Sì! Son sicuro di questo: guarda i tuoi capelli: erano sempre così ben pettinati!” lui disse battendo le mani e sorridendo all’alieno.
 
Questa volta Wayne rise di tutto cuore, scuotendo la testa, e nel contempo dando pugni alle ginocchia.
“Oh, no, Bernie, so che mi è cresciuta una bella criniera selvaggia in questo periodo, ma non siamo in Paradiso…prova di nuovo, magari questa volta la dirai giusta”, lui disse, asciugandosi una lacrima che gli era scappata, per il ridere.
 
A quella dichiarazione, gli occhi di Bernard si allargarono in un’espressione shockata, e dichiarò, “Oh no! Allora siamo in Purgatorio! Tu sei obbligato a non raderti la barba e pettinarti i capelli…ed io…ed io sono forzato a…nonso…oh, sì! Sono forzato a guardarti e…mmmh…non toccarti? Qualcosa del genere? Oh, è terribile! Terribile!”   
 
Wayne rise come un matto, tenendosi la pancia per lo sforzo.
Quando riguadagnò la compostezza, prese le mai di Bernard, e sorrise dolcemente all’omo divertente che amava.
 
“No, non è quello. Sei vivo, e così anch’io. So che stavi dicendo che è terribile non potermi più toccare, ma penso che cambierai idea, dopo quello che andrò a dirti”, la’lieno disse, deglutendo, e guardando in basso, con un’espressione colpevole.
 
Bernard era in un turbinio di emozioni: all’inizio era felice di sapere che era ancora vivo, ma ricordando quello che era successo al Museo, e anche quello che era successo alla città, dopo la sua “morte” lo rese arrabbiato.
 
L’uomo occhialuto si accigliò, e disse, “Spiegati, Wayne, devo sapere perché hai fatto questo, e FORSE potrei anche pensare di darti un’altra opportunità!”
 
Wayne annu’, sospirò, e cominciò a raccontargli tutte le cose che aveva detto agli altri, enfatizzando la parte che aveva fatto questo per lui.
Disse rutta la verità, perché non voleva mentire all’uomo che amava.
 
“Volevo chiamarti, quando le cose si fossero sistemate un pochino, ma poi ho letto la notizia, e…oh, Bernie, ero così preoccupato! Mi son detto: Wayne, sei un alieno orribile, ed è tutta colpa tua! Mi son detto che non era importante se avessi fatto saltare in aria la mia copertura, dovevo vederti, e dovevo parlarti. Adesso che conosci la verità, TUTTA la verità, me n’andrò, perché so che non ti merito, non dopo quello che ho fatto. Addio”, lui finì, alzandosi, e camminando via dal letto, verso la porta.
 
Bernard era sbalordito, ma non così tanto. Sapeva di questo suo lato insicuro, e così disse, “Aspetta! Ritorna qui, mio caro Wayne! Hai fatto il tuo discorso, ma adesso voglio parlarti io! Non puoi dirmi quelle cose. E poi andare via in quella maniera! Ritorna qui, e piazza il tuo magnifico culetto su questa sedia, immediatamente!” lui finì in modo autoritario.
 
Wayne si fermò sul suo percorso, e il suo spirito si risollevò un pochino, sentendo Bernard dire quella cosa sul suo didietro.
Sapeva che all’uomo occhialuto piacevano molto le sue natiche scolpite.
Così si girò, e si sedette nuovamente sulla sedia.
 
Un po’ di tempo passò, e poi il curatore del Museo cominciò a parlare: “Voglio dirti la verità: sono arrabbiato, MOLTO arrabbiato con te in questo momento. Ma sono anche felice di vedere che sei ancora vivo. Ma non vuol dire che son disposto a perdonarti, non ancora.”
 
E si fermò per vedere l’effetto. Wayne sollevò la testa, e gli sorrise, annuendo.
 
Quindi continuò, “Hai fatto qualcosa di terribile, e molto poco eroico! Capisco le tue motivazioni, ma c’erano altri metodi per ritirarti. E potevi sempre chiedere consiglio. Lo sai che ti avrei aiutato in quello”; lui disse accigliandosi all’ex eroe.
 
L’alieno muscoloso sospirò, ed annuì, sentendosi molto stupido per non aver pensato a quello.
 
“Per quel che riguarda il tuo precedente comportamento, intendo a scuola, ti rimprovero, perché hai fatto qualcosa di veramente orribile! Lo sai che se non ti fossi comportato in quella maniera, questa situazione non si sarebbe presentata? Stavo pensando che magari tu e Megamind sareste potuti divenire alleati, invece che rivali. Non ci hai pensato?” finì, facendogli quella domanda.
 
Wayne annuì lentamente, e rispose con una voce un poco roca, “So che ero un bulletto, a scuola, e son veramente dispiaciuto per quello. Inoltre so che hai ragione, ci stavo pensando molto in questo periodo, quando ero “morto”. Sono stupido, e son stato dannatamente orgoglioso a non chiedere un consiglio a te o a mia madre. A proposito…devo contattarla per dirle che sono vivo, o potrebbe avere un infarto quando daranno la notizia che son vivo”, disse stringendo la parte alta del naso, chiudendo gli occhi per non piangere.
 
Bernard vide la sua reazione, e seppe all’istante che era davvero dispiaciuto.
Quando faceva il suo lavoro eroico, mostrava un lato confidente, ma quando si rilassava con lui, era insicuro e pieno di dubbi.
 
Il suo carattere era molto simile a quello di Megamind, ma aveva avuto una vita più facile rispetto all’alieno blu, per il fatto che assomigliava di più agli umani.
Ma era anche la ragione per cui era così socialmente goffo, essendo stato adottao da una ricca famiglia.
 
L’uomo occhialuto gli prese l’altra mano, carezzandola per confortare l’ex eroe.
Quel gesto fu la goccia che fece traboccare il vaso, e Wayne cominciò a singhiozzare e piangere, tremando senza controllo.
Pianse, pensando a tutte le brutture che aveva fatto, e pianse perché sapeva che non si meritava le attenzioni di Bernard.
 
“Sssh, sssh…hei…non piangere così. Sei un uomo grande forte, ed io lo so”, Bernard disse con tono malizioso all’uomo – o meglio dire alieno – che aveva rubato il suo cuore.
 
Wayne si calmò un pochino, e abbaiò una risata a quella dichiarazione.
Prese un fazzoletto, e si soffiò il naso e asciugò le lacrime.
Poi prese un respiro tremante, per calmarsi un altro po’.
 
Passò qualche minuto, e poi l’alieno parlò, “Non ti merito, veramente. Sono un fallimento sia come ragazzo che come eroe. Il vero eroe è Megamind; i ha salvato, anche se era colpa sua. Devo parlare anche con lui, e questo pomeriggio dirò alle autorità locali, e al delegato del governo tutta la verità, per fargli percorrere la sua vera strada! E chi lo sa…magari potremmo essere amici, un giorno”, lui disse sorridendo un pochino, poi alzandosi ed andando verso la porta, pensando che Bernard avesse finito la sua chiacchierata.
 
Il curatore del Museo sospirò frustrato. “Hei, dove stai andando? Non ho finito!” lui disse con tono autoritario.
Wayne sbatté le palpebre e si girò, tornando al letto.
Si mise in fondo al letto e aspettò.
 
Bernard scosse la testa, e gli fece il gesto di sedersi nuovamente sulla sedia, e Wayne ubbidì.
L’uomo occhialuto prese di nuovo le sue mani, e Wayne era senza fiato, guardandolo con stupore.
 
Bernard sorrise un  po’ dolcemente ed un po’ in modo birichino, prendendo un bel respiro, e dicendo, “Ok, probabilmente mi pentirò di quello che dirò adesso, ma penso che tu mi meriti. Ti serve qualcuno che ti guidi, e ti supporti nella tua nuova vita, e sono io. Mi hai detto che hai fatto questo per proteggermi, perché hai pensato che ero finalmente l’uomo giusto per te.”
 
“Beh…è la stessa cosa per me. Quando ti ho incontrato son stato attirato dalla tua personalità, non dal fatto che eri famoso. Ed anche dal tuo bel corpo, ma quella è una buona aggiunta. E così, adesso, son disposto a stare con te, e potremmo ricominciare il nostro rapporto, ma ricorda: niente più segreti tra noi, ok?” lui finì, puntando il dito verso l’ex eroe.
 
Wayne si era illuminato, e a quella dichiarazione, annuì come un matto, e abbracciò Bernard.
 
“Grazie, Bernie! Significa molto per me! E penso che lo sai. Oooh…e son anche felice di sentire che era lo stesso per te! E ti prometto di non mentirti, o tenere i miei segreti. A proposito…devi vedere il mio appartamento! Quando verrai dimesso dall’ospedale, potremmo andare là, ok?” lui disse sorridendo dolcemente al suo fantastico ragazzo. 
 
Bernard fu infettato dalla sua gioia, e sorrise pure lui: era un sorriso luminoso, e poche persone avevano avuto l’occasione di vedere quel sorriso.
Normalmente si nascondeva sotto un guscio di sarcasmo e asprezza, ma coi suoi veri amici e ragazzi era allegro, e un pochino malizioso.
 
Stavano per baciarsi, quando qualcuno bussò alla porta, ed entrambi trasalirono, e poi risero.
 
“Avanti!” disse Bernard, e il Dottor Travis entrò nella stanza, notando che forse aveva interrotto qualcosa.
 
Sorrise e disse, “Spero di non aver interrotto qualcosa d’importante. Dobbiamo controllare Mister Smith, per vedere se è a posto. Può lasciare la stanza, Mister Scott?” lui chiese, e l’infermiera Angela arrivò nella stanza.
 
Wayne annuì, e disse a Bernard, facendo l’occhiolino, “Possiamo continuare dopo.”
 
L’uomo occhialuto annuì, e il dottore e infermiere cominciarono a controllarlo.
Dopo un po, uscirono dalla stanza, e parlarono all’alieno muscoloso.
 
“È a posto, e penso che domani lo potremmo dimettere. Può andare a vegliarlo nuovamente, e ricordi quello che le ho detto”, il Dottor Travis disse, a proposito di dire ai cittadini di Metro City la sua preferenza sessuale.
 
Wayne annuì, e ringraziò il medico, e rientrò nella stanza.
Avevano rimosso la flebo, e il curatore del Museo stava sorridendo all’ex eroe.
Si sedette nuovamente sulla sedia, e prese le mani di Bernard.
 
Quindi si sporsero in avanti, e si baciarono dolcemente, Wayne abbracciandolo, con una lacrima che gli era sfuggita nuovamente dai suoi occhi blu.
Bernard si staccò dalla dimostrazione di affetto, e asciugò la lacrima con il pollice.
 
“Hei…che c’è stavolta di sbagliato, ragazzone?” lui disse, carezzando la guancia barbuta del suo ragazzo.
 
Wayne ridacchiò, e spiegò, “Son felice…di rivederti finalmente. Ero così perso in questi giorni di “morte”. Volevo contattarti, ma Megamind stava ancora facendo il suo gioco da “Signore del Male”…e sapevo che non era il momento giusto per uscire dalla mia reclusione, per contattarti. Son così dispiaciuto, Bernie! Volevo tanto vederti, baciarti nuovamente. Oh, son stato così incredibilmente STUPIDO!” lui finì, piangendo di nuovo, premendo le mani sulla sua faccia, per nascondere la tristezza.
 
Bernard sospirò di nuovo, e scosse la testa, poi prese le mani di Wayne via dalla sua faccia, e lo guardò con espressione dolce.
Prese un paio di fazzoletti di carta da una scatola sul comodino, e asciugò quelle lacrime dalla faccia dell’alieno.
Quindi si sporse in avanti, prendendo il viso di Wayne tra le sue mani, e lo baciò completamente e in maniera dolce l’alieno che aveva rubato il suo cuore.
 
L’uomo occhialuto mordicchiò il labbro inferiore di Wayne, e l’alieno fece lo stesso, in totale abbandono.
Bernard fece scivolare la lingua nella bocca dell’alieno, e lui fece lo stesso, e si baciarono alla francese.
“Giocarono” così per un po’, e si abbracciarono istintivamente, e in modo avido, per il tempo perso.
 
Dopo un po’ si staccarono per prendere un po’ d’aria, e gli occhiali di Bernard erano appannati.
Li tolse per pulirli, e poi li rimise addosso, guardando con amore l’alieno muscoloso.
 
“Meglio adesso? A dirti la verità, anch’io ero molto triste per la tua partenza, non solo perché eri “morto”, ma anche perché il mio cuore era dolente per te. Son così felice che tu sia vivo, Wayne! Hai detto che vedrai le autorità locali e il delegato del Governo, vero? Gli spiegherai il tuo…orientamento sessuale anche a loro? Son solo curioso…lo sai, se poi avremmo qualche appuntamento, magari è meglio che sappiano”, Bernard chiese a Wayne.
 
Lui annuì, e disse, “Sì, è mia intenzione dire loro anche quell’informazione. E se a te va bene, lo dirò anche ai cittadini di Metro City. Visto che penso che Megamind e Roxie staranno assieme, ho finalmente il permesso di far vedere la mia sessualità, per dissipare ogni dubbio”, lui finì sorridendo furbescamente. 
 
A quella dichiarazione, Bernard spalancò gli occhi, e chiese, confuso, “Aspetta, cosa? Cos’è sta storia? A proposito di Megamind e Miss Ritchi che stanno assieme…”
 
Wayne rise alla sua espressione, e spiegò quello che aveva notato quando aveva visto il comportamento di Roxanne e Megamind.
 
“Non son sicuro se il sentimento è reciproco, ma ho questa sensazione, e spero di non sbagliarmi. Penso che siano fatti l’un per l’altra, esattamente come noi”, l’alieno finì, con un’espressione malata d’amore verso l’uomo sarcastico. 
 
Bernard sorrise dolcemente, e poi rise di tutto cuore.
“Oh, lo sapevo! Quando cominceranno ad uscire assieme, voglio sbattere in faccia questa informazione ad un mio collega del Museo! Ha riso di me, quando gli ho detto che avevo l’opinion che Megamind stava flirtando con Miss Ritchi! Ah! Riderò di lui!” lui disse con gioia maliziosa, non molto dissimile da quella di Megamind.
 
Wayne conosceva questo lato giocoso dell’uomo spettinato, e rise a sua volta, e poi parlarono di altre cose, fino a che l’alieno doveva andare alla riunione.
Bernard gli augurò buona fortuna, e l’ex eroe lo ringraziò, e camminò verso il suo destino.

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