La vita continua

di katnisspeeta_krlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due anni dopo ***
Capitolo 2: *** Capitoli si chiudono... ***
Capitolo 3: *** ...Capitoli si aprono. ***
Capitolo 4: *** Incubi. ***
Capitolo 5: *** "Domani" è diventata la mia parola preferita ***
Capitolo 6: *** Risveglio ***
Capitolo 7: *** La Cena ***
Capitolo 8: *** La chiave del mio cuore ***
Capitolo 9: *** Litigi, lacrime e ritorni. ***
Capitolo 10: *** Riflessioni. ***
Capitolo 11: *** Il matrimonio ***
Capitolo 12: *** Imprevisti ***
Capitolo 13: *** Cuore infranto. ***
Capitolo 14: *** Egoista. ***
Capitolo 15: *** La verità può fare male. ***



Capitolo 1
*** Due anni dopo ***


Sono passati due anni. Due anni dalla fine degli Hunger Games,due anni da quando Prim non c'è più, due anni da quando Gale è uscito dalla mia vita, due anni da quando ho capito di amare solo Peeta. Dopo la fine della guerra, Capitol City ha concesso agli abitanti dei distretti di scegliere dove vivere con la propria famiglia, o con quello che ne resta, garantendo a ognuno una casa, sicurezza, cibo e lavoro. Io, Peeta e Haymitch siamo tornati nelle nostre case al Villaggio dei Vincitori, unica parte del Distretto 12 sopravvissuta alla guerra. Mia madre ha cercato di sfogare il dolore della perdita di mia sorella concentrandosi tutto il giornoa ricostruire e rimodernizzare la nostra vecchia casa perchè, anche se in realtà non le sono mai piaciuti i lavori manuali, dice che deve "vivere in un posto che mi metta allegria e l'unica cosa che mi rende felice è la famiglia, e voglio renderle onore"; è da un anno e mezzo che ci lavora (prima è stata per un po' a casa mia) e insiste a farmela vedere solamente da finita. In quanto a me.. beh mi mancano tremendamente papà, Prim e... Gale. Si è trasferito a Capitol City e non l'ho più visto da quel 4 aprile.

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Capitolo 2
*** Capitoli si chiudono... ***


#Inizio Flashback#

Erano passati quattro mesi da quando la guerra era finita. Me ne stavo sdraiata sul divano della mia casa nel Villaggio dei Vincitori, aspettando l'arrivo di mia madre e Peeta, li avevo invitati entrambi a cena, così, per stare un po' in compagnia.
Stavo per andare a controllare la zuppa quando il campanello suonò; andai ad aprire la porta e mi trovai davanti l'ultima persona che mi sarei mai immaginata di vedere : Gale.
Era esattamente come lo ricordavo, alto e dalla pelle olivastra, con quei grandi occhi grigi identici ai miei che mi guardavano intensamente, la bocca socchiusa e quei suoi lisci capelli neri, che notai erano cresciuti molto dall'ultima volta che l'avevo visto, erano mossi dal leggero vento primaverile che aleggiava nel nostro distretto.
Restammo a guardarci finchè non fu lui a interrompere quel silenzio : "Ehi Katniss, è un po' che non ci si vede" disse accennando un sorriso, "Mi fai entrare o vuoi che resti qui fuori?" disse in tono ironico.

Rimasi immobile a riflettere : i miei ospiti sarebbero arrivati alle otto, mancava un quarto d'ora. Bene, quindici minuti erano più che sufficienti per liberarmi del mio ex-migliore amico, anche perchè Peeta non sarebbe stato contento di trovare quello che lui riteneva "quello che voleva rubare la mia ragione di vita" a casa della sua quasiragazza e non penso che mia madre sarebbe felice di vedere uno dei responsabili della morte della sua figla minore.
E neanche io.

Ero ancora persa nei miei pensieri quando mi sentii spostare di lato e vidi Gale entrare tranquillo in casa mia.
"Non mi sembra di averti detto di entrare" risposi dura
"Ah, allora Ranuncolo non ti ha mangiato la lingua" disse ridendo.
Il nome del gatto della mia sorellina mi fece venire in mente proprio Lei, la mia dolce Primrose, e, presa da un moto di rabbia e dolore al ricordo della Sua scomparsa, ribattei immediatamente, attaccandolo " Come osi presentarti qui di punto in bianco, dopo MESI che non ci sentiamo, dopo avermi fatto quasi impazzire del tutto contribuendo alla morte di una delle persone più importanti della mia vita?! Se non ci fosse stato Peeta con me, sarei morta! TU NON HAI IDEA DI QUELLO CHE HO DOVUTO PASSARE! NON NE HAI IDEA!" urlai con tutto il fiato che avevo, delle lacrime avevano cominciato a scendere sulle mie guance.

Era rimasto immobile tutto il tempo, con lo sguardo addolorato puntato su qualcosa alle mie spalle. Seguii il suo sguardo e vidi che lo stava alternando sulle due foto dalle cornici dorate appoggiate sulla mensola del camino del mio soggiorno.

Una raffigurava una Prim di otto anni abbracciata a una me di dodici, entrambe sorridenti e spensierate, mentre nell'altra c'eravamo io e Peeta. Ce l'aveva scattata un alquanto seccato Haymitch qualche giorno prima, nella foresta. Nella foto ci tenevamo per mano e ci stavamo guardando intensamente, con le rispettive bocche a pochi centimetri l'una dall'altra.

"Beh, ti stai gustando il panorama?" dissi cercando di sembrare scocciata, ma con la voce ancora scossa dallo sfogo di poco prima e con il viso ancora coperto di lacrime. Forse lo stavo trattando male, ma non riuscivo a perdonargli quello che aveva fatto.
"Così..adesso stai insieme a Lui, non è vero?" chiese abbassando lo sguardo.
Non sapevo cosa rispondergli. Insomma, sono piena di contraddizioni, cioè.. avevo appena deciso che non sarei riuscita a perdonarlo, però d'altronde è stato il mio migliore amico per tanti anni, mi ha supportato dopo la mietitura e si è anche preso cura della mia famiglia quando io ero nell'arena. In più si può dire che ci piacevamo e comunque gli voglio ancora bene, in fondo.
Qualcosa glielo dovevo, quindi optai per la sincerità.

"Io sono innamorata di Peeta, Gale" risposi infine.
Stavo guardando le foglie cullate dal vento fuori dalla finestra, quando lo sentii sospirare
"Katniss, tu sei sempre stata più di un'amica per me. Tu mi piaci molto, però.. è giusto che tu faccia quello che ti rende felice e che tu stia con la persona che ami. Grazie per la sincerità, comunque io devo andare adesso. domani me ne vado. Mi trasferisco a Capitol, ma prima dovevo sapere cosa ne pensavi di me.".

Si avvicinò alla porta, afferrò la maniglia e, quando fece per girarla e andarsene, mi buttai di slancio tra le sue braccia e lo stringei con tutta la forza che avevo.

"Mi dispiace di tutto. Ti voglio bene, addio Catnip" e detto questo se ne andò, facendo in tempo a sentire solo l'unica parola che era uscita dalle mie labbra, quell' "Addio" che segnava la fine del capitolo della mia vita intitolato "sofferenza".

Ero ancora imbambolata sulla soglia quando vidi un preoccupato Peeta venirmi incontro correndo e abbracciarmi, per poi chiedermi ansioso "Cos'è successo, Katniss? Stai bene?"
"Niente, tutto a posto" dissi tra le lacrime "Ti amo"
"Anche io" rispose prontamente lui, appena prima che un appassionato bacio ci travolgesse entrambi.


#Fine Flashback#

Ritorno alla realtà giusto in tempo per accogliere in casa mia madre, seguita da un uomo alto e biondo dall'aria simpatica
"Katniss, tesoro, lui è Chris" disse mia madre, che poi si girò verso questo Chris e disse "Chris, lei è mia figlia Katniss".

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Capitolo 3
*** ...Capitoli si aprono. ***


L'uomo alla sinistra di mia madre mi tese amichevolmente la mano e mi disse con un sorriso "Ciao Katniss, sono Christopher, piacere."
Allungai la mano per afferare la sua mentre lo scrutavo attentamente, mi sembrava un volto famigliare, con quegli occhi così verdi che mi sembrava di conoscere.
"Katniss, piacere mio. Scusa la sfacciataggine ma... noi ci conosciamo per caso?"  chiesi curiosa "Mi sembra di averti già visto da qualche parte"
"Beh, diciamo che potrei ricordarti mio.. mio fratello minore, Finnick" disse con un sorriso forzato
"Oh mio Dio, sei il fratello di Finnick? Non sapevo avesse fratelli.." dissi sconvolta "io...mi dispiace per la sua morte, lui.. era un amico fantastico"
Chris mi guardo e disse serio "Già, noi.. non andavamo molto d'accordo, anche se in fondo ci volevamo bene. Grazie per le condoglianze, comunque, so che lo conoscevi molto bene" continuò guardandomi con quegli occhi identici a quelli del fratello scomparso.
"Ehm ehm.. Katniss, noi dovremmo parlarti" disse mia madre guardando ansiosa verso l'uomo al suo fianco
"Certo, scusate, accomodatevi pure" risposi facendomi da parte per permettergli di entrare in casa.
"Tua madre non ha esagerato quando mi ha detto che hai una gran bella casa. Complimenti, davvero, è splendida!" disse Chris cortesemente, guardandosi intorno ammirato
"Grazie, sai a volte penso che sia anche troppo grande per viverci da sola. Comunque prego, sedetevi" dissi indicando il divano che raggiunsero poco dopo "volete qualcosa da bere?" chiesi gentilmente.
"No, grazie tesoro, noi siamo passati per parlarti di una cosa molto importante.." disse mia madre guardando Chris e aggrappandosi al suo braccio.. aspetta, COSA? Aggrappandosi al suo braccio? Ok, mi ero decisamente persa qualcosa. Perchè mia madre era aggrappata al braccio del fratello di Finnick Odair? Oh-oh. Forse avevo capito.Stavo per chiedere che diavolo stesse succedendo, quando il suono del campanello interruppe il filo dei miei pensieri.
"Scusate un secondo" dissi ancora scossa mentre mi alzavo dalla poltrona e andavo ad aprire. Mi ritrovai davanti un sorridente e spensierato Peeta che si rabbuiò immediatamente non appena vide la mia faccia "Ehi Katniss, tutto bene?" chiese preoccupato
"Sono quasi del tutto certa che mia madre mi abbia appena fatto una sorpresa assolutamente inaspettata"
dissi guardandolo "Ehm, comunque, entra pure, sei arrivato al momento giusto" continuai strattonandolo dentro e chiudendo la porta.
"Katniss, sicura di stare ben.." cominciò Peeta, ma s'interruppe non appena vide mia madre e Chris abbracciati sul mio divano "Oh, ehm.. Buongiorno signora Everdeen, signor..?" non finì la frase e mi guardò interrogativo
"Peeta, lui è Chris, il fratello maggiore di Finnick. Chris, lui è.."
"Peeta Mellark, è un piacere conoscerti! Ti ho seguito molto in televisione" m'interruppe l'uomo.
Peeta gli tese la mano, sorridendo "E' un piacere conoscerti! Mi dispiace molto per Finnick, era davvero un brav'uomo" rispose.
"BENE!" m'intromisi io "Perchè voi due non provate a conoscervi un po'? Io e la mamma facciamo quattro chiacchere intanto!" dissi lasciando quei due a conversare e trascinando mia madre in camera mia.
"Allora, c'è qualcosa di cui ti piacerebbe avvisarmi?" dissi con le mani strette a pugno appoggiate sui fianchi e sbattendo il piede per terra.
"Ecco Katniss, io volevo dirtelo, davvero, ma prima volevo assicurarmi che fosse quello giusto" si giustificò lei.
"Beh.. ti sei già dimenticata di papà?". Ok, non volevo dirlo, ma le parole erano uscite dalla mia bocca prima che potessi fermarle.
Guardai mia madre, era rimasta immobile e delle lacrime avevano cominciato a rigare le sue guance.
"Oddio. Mi dispiace mamma, io.. non volevo dirlo, mi è uscito così, davvero, scusami,scusami" dissi correndo ad abbracciarla.
Lei si aggrappò a me con tutte le sue forze e mi disse "Mi dispiace, figlia mia, lo so che avrei dovuto dirtelo prima.. Ma io sono innamorata, Katniss. E Chris è innamorato di me. Per quanto mi manchi tuo padre, per quanto io sarò per sempre innamorata di lui, io devo andare avanti, tesoro. Non eri tu quella che mi diceva sempre di superare il dolore per il bene di Prim? Ci sono riuscita solo adesso che anche lei non c'è più, sono una pessima madre." disse tra i singhiozzi "Mi dispiace tanto!"
"No mamma, sei bravissima e io ti voglio bene, lo sai. Sono felice che tu sia riuscita a superare almeno in parte le gravi perdite che la nostra famiglia ha subito. Ero semplicemente scocciata perchè pensavo che se mai fosse successa una cosa del genere, tu me l'avresti detto subito. Però comprendo e condivido le tue ragioni. Ma dimmi... è una cosa seria?" domandai.
Dopo due minuti che le ci vollero per calmarsi, si staccò da me e, indietreggiando di qualche passo, mi portò la sua mano sinistra di fronte agli occhi. E fu allora che lo notai : un bellissimo anello faceva mostra di sè sull'anulare di mia madre. Era davvero uno dei più belli che avessi mai visto, era d'oro blu, con una pietra verde acqua al centro, "i colori del distretto 4" pensai.
"Cazzo. Cioè volevo dire, WOW. E' davvero bellissimo mamma. Ma quindi voi.. vi sposate? Di già?" chiesi stupita.
"Si, ci sposiamo. Ci conosciamo da un po' ormai e siamo entrambi sicuri dei nostri sentimenti. Io sono davvero felice Katniss, lui è riuscito a farmi tornare quella di un tempo" disse sorridendo. Notai che s'illuminava quando parlava di lui. Doveva essere davvero innamorata.
"Beh, mamma, se tu sei felice.. lo sono anche io. E poi sembra un tipo a posto." dissi, ancora un po' sotto shock "Prim sarebbe fiera di te. E lo sono anch'io. Ti voglio bene mamma" . Dopo un abbraccio che segnava l'inizio di un nuovo capitolo della vita di entrambe, tornammo in soggiorno, dove avevamo lasciato i nostri rispettivi uomini, che ancora stavano parlando.
Quando facemmo il nostro ingresso, si girarono tutti e due e chiesero all'unisono "Tutto bene?"
Io e mia madre ci guardammo e annuimmo sorridendo
"Mi ha spiegato tutto e, beh, benvenuto in famiglia, Christopher!" dissi sorridendo mentre Peeta mi guardava stranito e sussurrava qualcosa tipo "Benvenuto..mi sono decisamente perso qualcosa, si, decisamente"
"Be', tesoro, direi che possiamo andare adesso!" disse mia madre prendendo per mano il suo futuro marito e dirigendosi verso la porta "Oh, a proposito Katniss, la nostra vecchia casa è completata finalmente!! Voglio entrambi a cena da noi sabato" disse mia madre rivolgendosi a me e Peeta con un sorriso "Ci sentiamo meglio venerdì comunque, d'accordo? Adesso noi andiamo, ciao ragazzi, grazie di tutto" concluse mia madre uscendo da casa mia "Si, grazie ragazzi, è stato un piacere, arrivederci e grazie della chiacchierata Peeta!!" aggiunse Chris prima di chiudersi la porta alle spalle, lasciando me ed il mio ragazzo finalmente da soli.
Peeta mi si avvicino dicendo "Mmm, penso di essermi perso un po' di passaggi"
"Già.. be' non c'è molto da capire. Mia madre e il fratello di Finnick hanno una storia. Oh e si sposeranno! Lui le ha anche già dato l'anello" gli spiegai mettendogli le braccia al collo
"Che giorno è oggi?" chiese lui mentre sentivo le sue mani stringermi i fianchi "Mercoledì" risposi senza pensarci, "Perchè?" chiesi "Per sapere quanto tempo abbiamo per.. come si può dire.. penso che "darci alla pazza gioia" sia un'espressione adatta" stavo per annullare la distanza che c'era tra le nostre bocche, quando una curiosità affiorò nella mia mente.
"Scusa ma se non ti ha detto del matrimonio prima, di cosa parlavate?" chiesi
"Non lo saprà mai, signorina Everdeen" mi rispose suadente mentre mi baciava il collo. Lo sapeva che amavo quando lo faceva. E se contemporaneamente mi parlava dandomi del Lei.. mi faceva impazzire.
"Ah no, signor Mellark? Sicuro che non ci sia modo di convincerla? Cos'è che stava dicendo prima riguardo a "darsi alla pazza gioia"? " risposi strusciandomi sensualmente contro il suo corpo.
"Diciamo che quel modo è un opzione interessante.. però mi sa che dovrà aspettare domani sera per scoprirlo" disse baciandomi con foga, per poi staccarsi e dileguarsi con un " A domani, amore!" seguito da una risata sguaiata, mentre io restavo là impalata da sola a capire quello che era appena successo.
Furbo il ragazzo, mi aveva fatto assaggiare l'antipasto e poi se n'era andato ridendo e accennando a un "domani" molto interessante.
Bene, 1 a 0 per Peeta. Ma non è finita qui.






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Salve a tutti!! Volevo ringraziare sara_joe, Lolita03 e RdP per aver recensito. Sono felice che questa storia sia piaciuta, posterò il quarto capitolo al più presto! Mi raccomando continuate a recensire!!
Un saluto, alla prossima!!

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Capitolo 4
*** Incubi. ***


Sono in piazza, a Capitol City. Alzo lo sguardo da terra e lancio un grido di orrore quando noto che intorno a me ci sono solo corpi senza vita, con gli occhi ancora spalancati ma incapaci di vedere, con la bocca semi aperta da cui non esce alcun respiro. Corpi morti, solo corpi senz'anima, ormai volata nel cielo nuvoloso di Capitol. Cercai di riconoscere qualcuno tra i mille cadaveri, ma per ora nessuno, fortunatamente. Poi d'un tratto udii dei passi. Mi girai e, quando vidi dinnanzi a me Prim, Rue,Finnick, Cinna e Peeta, cominciai a correre a perdifiato verso di loro. Correvo, correvo, correvo, ma non li raggiungevo mai. Cominciavo a stancarmi, uno strato di piccole goccioline di sudore si era formato sulla mia fronte, io continuavo, ma loro erano sempre alla stessa distanza. Stavo per cedere, quindi mi fermai e appoggiai le mani sulle ginocchia, chiusi un attimo gli occhi e cercai di riprendere un po' di fiato, quando delle urla troppo famigliari squarciarono l'aria. Alzai immediatamente lo sguardo e rimasi paralizzata da quello che vidi : uno di quegli ibridi-lucertola che ci avevano attaccato durante la nostra ultima missione di guerra, stava sventrando quello che rimaneva del corpo del povero Finnick. Paralizzata, guardai gli altri miei amici : Prim stava cercando di lottare, ma la presidente Coin era riuscita a metterle le mani al collo e qualche secondo dopo, anche la mia amata sorellina aveva raggiunto Finnick. Ricominciai a correre, anche se ero ancora sconvolta, ma non riuscii ad arrivare in tempo neanche per Rue. Il ragazzo del distretto 1, quel Marvel, l'ha già uccisa. Provo a scorgere Cinna, il mio adorato stilista, ma è già a terra, picchiato a morte da quei fottutissimi Pacificatori. Guardo Peeta. Nei suoi occhi vedo paura, sa cosa lo attende, ma non cerca di scappare, sa che non può, a maggior ragione con la gamba finta che di certo non lo facilita, quindi si limita a sorridermi è dirmi "Prenditi cura di te, amore mio. Addio, ti amo." Fa in tempo solamente a dire questo, prima che gli ibridi simili a lupi che avevano ucciso Cato nei 74esimi Hunger Games li saltino addosso, uccidendo l'amore della mia vita senza alcuna pietà. 
Mi svegliai urlando da uno dei miei ormai onnipresenti incubi.
Questo sembrava più reale, però. Ho impresse chiaramente nella mia mente i gridi di terrore delle persone che amo, ricordo ogni singola parola urlata dalle loro labbbra. "Katniss, Katniss!! Aiutaci, non lasciarci morire!! Katniss!!".
Guardai l'ora : le nove e mezza. Wow, era un record, la notizia di ieri deve avermi parecchio sconvolto. D'altronde non succede tutti i giorni che tua madre ti dica che presto si sposerà con il fratello di quello che è stato uno dei tuoi più cari e sinceri amici.
Già, ma c'è qualcosaltro, che adesso mi sfugge...mmm... ieri sera sono andata a letto pensando alla parola "domani". Oh già!! La promessa che Peeta mi aveva fatto ieri era alquando eccitante. E anche un pochino sconcia, in effetti. Bè, oggi era quel "Domani" pensai, dirigendomi saltellando felice verso il bagno per tentare di dare un senso alla mia faccia e ai miei capelli, cercando contemporaneamente di scacciare dalla mia mente le immagini che erano rimaste impresse da quel sogno brutale.




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Ben ritrovati!! Lo so, è molto corto, ma diciamo che questo qui si può definire un "capitolo di passaggio", ma non preoccupatevi, il capitolo su quel famoso "Domani" arriverà in brevissimo tempo!! Vorrei ricordarvi che questa storia è "bollino arancione", quindi penso che abbiate capito cosa succederà in quel "Domani" molto speciale :)

Ringrazio ancora una volta sara_joe, Lolita03 e RdP per aver recensito, sono davvero lusingata per i vostri complimentii, e felicissia che vi stia piacendo questa storia!!
Un saluto, alla prossima!!!

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Capitolo 5
*** "Domani" è diventata la mia parola preferita ***



    Sono in piedi e sto guardando la mia immagine riflessa sullo specchio del bagno comunicante con la mia camera da letto da ormai dieci minuti, cercando di calmarmi.

    Ok, continua così Katniss, brava, vedi ti sei calmata, respira a fondo, si.

    Se fossi una persona normale sarei ancora agitata per l'incubo di sta notte.

    Ma no, ovviamente io sono l'unica imbecille di tutti i distretti che ha paura di fare sesso con il suo ragazzo. Manco fosse la mia prima volta. Quella è successa... diciamo un annetto fa.  Ma perchè, perchè devo essere agitata ogni santissima volta?  Perchè non posso essere felice? Cioè, lo sono, ma perchè non SOLO felice.

    Ho paura di rovinare tutto, ecco perchè. Ho paura di non essere.. ehm.. brava. Si, diciamo così. Temo che Peeta un giorno decida di mollarmi per questo, e non voglio assolutamente. No, Katniss, mi ripeto per l'ennesima volta, Lui ti ama. Tu ami Lui. Andrà bene.

    Devo decisamemte smetterla, non posso farmi tutte ste seghe mentali, insomma, ho diciannove anni, sono responsabile ed intelligente, non posso cominciare a tremare ogni volta che devo fare l'amore con il mio ragazzo.

    Proprio così, sto tremando per l'agitazione. Cioè ma vi sembra normale? No, decisamente no.  Distolgo lo sguardo dalla patetica immagine di me stessa che vedo allo specchio e torno in camera a cambiarmi.

    Altro tasto dolente.

    Insomma, non so mai come vestirmi.

    Qualcosa di sexy? Qualcosa di casual? Elegante? Facile da togliere?

    Dopo venti minuti buoni passati a stare immobile a fissare il mio armadio (che in questo momento sembra fottutamente vuoto, nonostante tutti i vestiti che contiene), opto per una felpa arancione chiaro, il colore preferito di Peeta, con sotto nient'altro che il reggiseno (assolutamente di pizzo nero, come le mutande) e dei pantaloncini di un nuovo materiale proveniente dal distretto 8, che chiamano "jeans" e che personalmente trovo molto comodo.  Mi guardo allo specchio e come ogni mattina mi lego i capelli in una treccia ordinata prima di scendere in cucina a fare colazione. Mentre stavo lavando i piatti, sento il campanello suonare. Mi guardo per l'ultima volta allo specchio prima di andare ad aprire per accogliere il mio ragazzo.

    Ma quando apro la porta scopro di star facendo un sorrisetto malizioso a mia madre, che comincia a ridere sguaiatamente  "Stavi aspettando qualcun altro, non è vero?" disse continuando a ridere

    "Ha ha ha. non fa ridere." risposi diventando seria tutto d'un tratto.

    "Katniss, ero venuta qui per.." ma non riuscì a completare la frase, perchè fu travolta da un altra ondata di risate

    "Mamma, hai finito di prendermi in giro?" risposi, offesa e imbarazzata

    "Ehm sisi, scusami, è solo che.. dovevi vedere la tua faccia, convinta che ci fosse Peeta alla porta!! ehm, scusa, comunque sono venuta qui per accordarci per la cena di sabato" disse cercando di ricomporsi

    "Mamma, ma oggi è giovedì e la cena è sabato! ti aspettavo venerdì!" dissi scocciata

    "Oh, si l'ho notato" disse, e stava per scoppiare di nuovo a ridere, ma il mio sguardo doveva essere piuttosto furibondo, perchè si trattenne

    "Ehm, comunque, volevo solo avvertirti che sabato Chris ha invitato anche Annie e suo figlio, sai com'è, è tutto quello che gli rimane di suo fratello e vuole avere buoni rapporti con il nipote e la cognata.." disse mia madre guardandomi negli occhi

    "Oh" risposi "Certo, capisco, e poi mi farebbe piacere rivedere Annie e il piccolo.. Bè avvertirò Peeta, grazie per avermelo detto, mamma" conclusi infine.

    "Figurati, volevo solo dirti questo, ora devo andare." Aprì la porta e prima di uscire si girò e disse "Ah, salutami Peeta e mi raccomando, stai attenta. Cioè lo so che hai diciannove anni e probabilmente non è la tua prima volta, però ricordatevi di.. prendere precauzioni, ecco. Sai com'è, devo ancora sposarmi e preferirei passare la mia luna di miele a divertirmi, non a pensare a diventare nonna" e detto questo uscì, facendomi l'occhiolino e, prima che potesse chiudere la porta dissi "Lo sai cosa ne penso dell'avere figli, mamma. Ci vediamo sabato".

    Non ho cambiato idea riguardo a questo. Non voglio avere figli. E' vero, gli Hunger Games sono finiti, ma questo mondo non è comunque quello in cui voglio far crescere i miei figli. Non voglio che crescano e apprendino le atrocità che ci sono state. A maggior ragione perchè io e Peeta ne siamo stati coinvolti in prima persona e non voglio che i nostri figli sappiano quello che hanno dovuto passare  i genitori, quindi no, io e Peeta non avremo figli.

    Stavo ancora pensando all'imbarazzante conversazione avuta con mia madre poco prima quando il campanello suonò per la seconda volta.

    Andai ad aprire e questa volta il mio sorriso malizioso arrivò a destinazione.

    Infatti, mi trovai davanti un Peeta tremendamente sexy con i capelli biondi che gli ricadevano scompigliati sulla fronte, dei pantaloni di felpa e una camicia bianca con due bottoni in alto già slacciati. "Bene" pensai "meno lavoro per me".

    "Ben svegliata, bellissima" mi disse Peeta con un sorriso che superava decisamente il mio in quanto maliziosità

    "Buon giorno" risposi arrossendo. Era incredibile l'effetto che mi faceva il mio ragazzo ancora adesso quando ero con lui

    "Bè, entri o resti là fuori?" gli chiesi ridendo e trascinandolo in casa per la camicia.

    Non gli diedi neanche il tempo di guardarsi intorno che m'incollai immediatamente alle sue labbra per un bacio a cui Lui rispose dopo qualche secondo in cui era stato preso alla sprovvista.

    "Mmm ci siamo svegliati bene, questa mattina?" chiese, ancora sulle mie labbra

    "Mi avevi promesso qualcosa ieri, o sbaglio?" chiesi guardandolo negli occhi

    "Mi sa che non sbaglia, signorina Everdeen" risponde Peeta, mettendo fine a quella conversazione con un bacio.

    Lentamente quello diventa sempre più passionale e sempre meno casto, e noi, presi dall'euforia cominciamo a salire le scale per raggiungere la mia camera, senza separare le nostre labbra l'une dall'altre.

    Arrrivati in camera, c'inginocchiamo sul mio letto matrimoniale e, a quel punto, sento le mani di Peeta che comiciano a vagare per il mio corpo, esplorandolo da sopra i vestiti, fino a che le sue mani non raggiungono la cerniera della mia felpa e l'abbassano lentamente

    "Tu vuoi farmi proprio impazzire" sussurra sulle mie labbra quando si accorge che ho solamente il reggiseno sotto

    "Ci sto riuscendo?" dico con un gemito quando anche l'ultimo indumento che copriva la parte superiore del mio corpo vola a terra assieme alla felpa

    "Assolutamente" rispose prima di chinarsi a baciare i miei seni scoperti.

    A quel punto le mie mani arrivarono alla sua camicia e slacciarono i bottoni uno ad uno velocemente, perchè il mio desiderio di lui era diventato ormai irrefrenabile.

    Sto baciando il suo petto nudo, quando cadiamo entrambi sul materasso, lui sopra di me.

    Adesso, in questo letto mi fa sua un'altra volta, quando lo sento entrare in me, le nostre anime si fondono ed esplodono in un amore senza precedenti quando, alla fine, crolliamo entrambi stremati, ma soddisfatti.

    Tutte le paranoie e le paure che avevo fino a qualche ora fa sono magicamente scomparse, Peeta è riuscito di nuovo a darmi sicurezza, a farmi dimenticare tutto il resto.

    Un fiume di emozioni scorre dentro me, felicità, eccitazione, spensieratezza, gioia, quando appoggio la testa sul suo petto forte e chiudo gli occhi, ma lui mi prende il mento e lo porta alla sua altezza e, quando l'azzurro e il grigio dei nostri occhi si scontrano lui mi sussura

    "Ti amo, Katniss, più della mia stessa vita" emozionata, quasi commossa, rispondo "Anche io Peeta, anche io" prima che un altro bacio ci unisca ed entrambi ci addormentiamo con un altro ricordo indelebile da aggiungere alla nostra collezione.

    "Grazie Peeta" penso poco prima che Morfeo mi accolga tra le sue braccia "Grazie di tutto, ti amo davvero".


 



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Buona sera!! Eccolo qui, il famoso "Domani"!!!
Devo dire che non è stato per niente facere scrivere un momento del genere, essendo "nuova" avevo paura dei limiti imposti dal "bollino arancione", quindi forse mi sono tenuta anche un pochino troppo "indietro", però spero comunque di non aver deluso le vostre aspettative!!
Ringrazio  di nuovo sara_joe, Lolita03 e RdP per le recensioni, un bacio a tutti, alla prossima!!

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Capitolo 6
*** Risveglio ***


La luce che entrava dalla finestra della mia camera mi accecò quando riaprii gli occhi.
Il sole è particolarmente splendente oggi, o forse sono io che sono ancora sotto shock dalla nottata.. intensa. MOLTO intensa.
Quando cercai di girarmi mi accorsi che ero ancora stretta tra le sue forti braccia ma, dopo qualche tentativo fallito, riuscii a compiere la mia missione e mi trovai davanti due occhi azzurrissimi e fin troppo svegli che mi guardavano felici.
"Salve" mi disse Peeta sorridendo prima di darmi un bacio a fior di labbra che ricambiai subito
"Ciao" gli risposi con la voce ancora assonnata "è da tanto che sei sveglio?"chiesi
"Insomma, il sole mi ha colpito dritto negli occhi e mi ha svegliato e poi.. bè diciamo che sei ancora più bella quando dormi. Specialmente se nuda e tra le mie braccia" mi rispose dandomi piccoli baci sul collo e vacillare il mio autocontrollo, già messo a rempentaglio dalla sua figura senza vestiti che stava sotto di me.
"Mmm.. anche io sono stata svegliata dal sole. Ieri ci siamo dimenticati di chiudere gli scuri" dissi, cercando di formulare una frase completa e sensata, cosa che Peeta evidentemente non voleva farmi fare, visto che stava continuando con i suoi baci caldi e sensuali
"Già.. ma abbiamo una buona scusa.. però mi sa che non me la ricordo bene.. hai voglia di rinfrescarmi la memoria?" chiese con voce roca e sexy mentre dal mio collo risaliva fino alle mie labbra e, senza bisogno di una risposta da parte mia, riprendemmo da dove il sonno ci aveva interrotto la notte prima.

Nell'esatto momento in cui ci alzammo finalmente dal letto il campanello suonò.
Io e Peeta ci guardammo e io gli urlai "Vai tu, che hai già i pantaloni, io arrivo subito!" e mi precipitai in bagno, ancora completamente nuda, per cercare di mettere apposto il nido di rondini che mi ritrovavo al posto dei capelli.
Una volta districata la lana che avevo in testa, mi vesto e mi precipito giù per le scale dove trovo Peeta che parla animatamente con... oddio e adesso cosa vuole? Ma perchè mia mamma non può starsene un po' con il suo futuro maritino?
"Mamma" le dico in tono minaccioso "cosa ci fai di nuovo qui?"
"Oh cara, volevo semplicemente assicurarmi che tu fossi ancora viva, visto che non rispondevi al telefono" disse lei
"Il telefono? Noi non l'abbiamo sentito suonare" dissi spostando lo sguardo su Peeta per una conferma, che arrivò poco dopo.
"Volevo solo assicurarmi che avessi detto a Peeta di Annie e, dalla sua faccia, direi che te ne sei dimenticata" disse guardando il mio ragazzo
"Avevamo altre cose per la testa" ripose lui, intervento che gli costò una gomitata sulle costole
"AHIO! Ma perchè?" chiese massaggiandosi il punto colpito.
Lo guardai torvo prima di dirgli "Quello che mia madre voleva che ti dicessi è che a quanto pare alla cena di sabato Chris ha invitato anche Annie e suo figlio"
"Davvero? Ma è fantastico! E' da un po' che non ci vediamo!"
rispose lui entusiasta
"Bè, ero solo passata per sapere questo, adesso me ne vado, ciao ragazzi.. a proposito... Peeta?" disse mia madre girandosi un'ultima volta verso di noi "Uh?" solita risposta sveglia del Mio Ragazzo del Pane
"Hai la camicia rovescia, caro" disse mia madre indicando l'ettichetta all'esterno della camicia di Peeta, per dopo andarsene con il sorriso di chi la sapeva lunga.
Quando la porta si richiuse dietro le spalle di mia madre, scoppiammo entrambi a ridere
"Siamo un disastro, io e te" disse Peeta afferrandomi per i fianchi e tirandomi verso di lui per un bacio che di casto non aveva niente
"Mmm, può essere, ma a me piace così." risposi ricambiando il bacio
"E poi sono felice di vedere mia madre che torna a sorridere. Insomma.. già la storia di papà l'aveva fatta cadere in depressione, pensavo che la morte di Prim la uccidesse, e invece grazie a Chris ha tirato fuori una forza che neanche lei sapeva di avere ed è riuscita a superare al meglio tutto quanto. Sono molto orgogliosa di lei" dissi abbracciando stretto il mio ragazzo
"E io lo sono di te, Ragazza in Fiamme"
E da quel momento ricominciarono le sue mani tra i miei capelli, il suo odore sulla mia pelle, lui dentro di me, noi due insieme, uniti, felici. Per sempre.




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Bentornati!! Ecco il continuo del nostro "Domani"!
Scusate, lo so che è un po' corto, ma in questo periodo a scuola ci bombardano con verifiche ed interrogazioni, quindi il tempo non è tanto!! Spero che il capitolo vi piaccia comunque, recensite in tanti!!
Ringrazio le immancabili sara_joe, Lolita03 e RdP per le recensioni, un saluto, alla prossima!!

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Capitolo 7
*** La Cena ***


Ero nella foresta appena al di fuori del Distretto 12, seduta ai piedi di un grande albero, mentre mi stavo rigirando tra le mani il corpicino dello scoiattolo che avevo appena ucciso, quando qualcuno alla mia destra parlò:
"Quello vale almeno due fette di pane, Catnip"
"Vediamo se riesco a convincere il padre di Peeta a darmene tre" risposi
"Già, Peeta. Come va tra voi?" chiese
"Tutto bene, siamo felici, Gale" risposi al mio migliore amico
"Beh, io no. Io non sono felice, Katniss. Tu sei con lui, e io? Mi manchi, e mi hai abbandonato. Te ne sei andata con lui fregandotene di me!" mi urlò contro lui
"Gale, lo sai che non è così. Io ti voglio bene, ma amo Peeta. Anche tu mi manchi e magari..potresti tornare.. anche se è successo tutto quel casino, sei comunque il mio migliore amico" ribattei cercando di calmarlo
"Si, Katniss, avvisa il tuo Peeta, io tornerò".

Mi risvegliai di colpo.
Ero a letto, in camera di Peeta.
Spostai lo sguardo alla mia sinistra per vedere se l'avevo svegliato, ma trovai solo il vuoto, lui non c'era.
In quel momento mi accorsi del rumore proveniente dal bagno "Probabilmente sta facendo la doccia" pensai.
Spalancai gli occhi quando guardai l'orologio: le tre e un quarto del pomeriggio.
Ops.
Ok, forse ci siamo fatti prendere la mano, cioè ero venuta qui a cena e poi, beh una cosa tira l'altra e..si insomma abbiamo capito.
Ripensando a tutto quello che era successo, dai momenti con Peeta al sogno su Gale, mi diressi verso il bagno.
Aprii la porta nello stesso istante in cui Peeta si mise l'asciugamano attorno alla vita (peccato).
Sono sicura di sembrare una pervertita in questo momento, però dai, se lui ha quegli addominali scolpiti, quel viso così meraviglioso e quegli occhi così assolutamente azzurri non è di certo colpa mia.
Però mi accorsi che non c'era il solito sorriso che spuntava sulle sue labbra.
"Ehi amore" gli dissi avvicinandomi "tutto bene?"
"Io si. Tu? Fatto bei sogni?" mi disse in tono ironico ma tagliente
Cazzo. Adesso ho capito. Ossignore, cosa ho fatto? Sono un'idiota.
"Ehm.. ho, per caso, detto qualcosa mentre dormivo?" domanda retorica.
"Se per qualcosa intendi "Gale, mi manchi tanto, torna"  allora si" rispose impassibile
"Oddio. Amore.. senti mi dispiace ok? Io.. ascolta, lui è importante per me, anche se ha fatto quello che ha fatto. Gli voglio bene, è sempre stato il mio migliore amico, nonostante tutto"  dissi guardandolo negli occhi
"ma lo sai che amo te Peeta. Io ti amo e ti amerò sempre, perchè tu sei l'unico e lo sai".
Mi guardò e dopo un paio di minuti che sembrarono un'eternità, allargò le braccia e disse "Vieni qui, dolcezza".
Non me lo feci ripetere due volte e mi buttai tra le sue braccia.
"Ti amo piccola" mi sussurrò stringendomi
"Ah, prima che mi dimentichi, ha chiamato tua madre prima"
"Cosa voleva?" chiesi ancora tra le sue braccia
"Ha detto che dobbiamo essere da loro alle sette" rispose dandomi un bacio a fior di labbra prima di tornare in camera a vestirsi, CONTRO la mia volontà, mentre io mi precipitai direttamente in doccia.
Dopo quattro ore e tanti baci, eravamo davanti a casa di mia madre, io indossavo un vestitino azzurro mentre Peeta era in giacca e pantaloni.
Suonammo e ci venne ad aprire un emozionato Chris, in giacca anche lui, che ci accolse entusiasta in casa.
Mi guardai attorno: avevano fatto proprio un bel lavoro; la nostra veccha casa era stata ampliata di qualche decina di metri ed era stato scelto un arredamento moderno, adatto a una coppia di sposini.
Mia madre ci venne incontro raggiante "Ragazzi! Come state?"
"Bene mamma! Anche voi vedo! Oh, aspetta, vi abbiamo portato una cosa!" dissi indicando il vassoio che Peeta teneva in mano.
"Spero vi piaccia, lo fatta apposta per l'occasione!" disse alzando il coperchio e facendo ammirare l'opera che aveva creato lui stesso al pomeriggio:
una fantastica torta tutta in stile "matrimonio" con roselline rosse ai lati e con al centro la scritta "Congratulazioni!".
"Oh mio Dio, Peeta, ma è favolosa!! Oh grazie caro, vieni dammi pure, la metto in cucina" disse mia madre mentre Chris ci abbracciava dicendo "Grazie davvero ragazzi, è stato un pensiero gentilissimo".
Continuammo a parlare fino a quando il suono del campanello non c'interruppe.
Il mio futuro patrigno andò ad aprire e, dopo averla salutata, fece entrare una Annie felice che teneva per mano un bambino di due anni.
"Ciao Annie! Come stai? E' da tanto che non ci vediamo!" le dissi correndo ad abbracciarla
"Katniss! Ciao! Ne è passato di tempo, ma sei sempre bellissima! E tu.. sei Peeta vero? Quello che ha fatto la torta per il mio matrimonio!" disse lei stringendo la mano a Peeta che imbarazzato rispose  "Si, ehm, sono io, piacere signora"
"Oh andiamo, chiamami Annie, va bene che ho un figlio però "signora" mi fa sentire vecchia. Julia, tesoro! Che casa meravigliosa che hai!" disse rivolgendosi a mia madre che riusci solo a dire "grazie" prima che una Annie particolarmente logorroica ricominciasse "Io cerco di tenerla in ordine, ma con questa peste è impossibile" disse indicando sorridendo il bambino che le stringeva la mano
" A proposito, ragazzi lui è mio figlio Finnick, tesoro, loro sono i tuoi zii e cuginetti" disse presentandoci.
Dire che Finnick assomiglia a suo padre è un eufemismo. Sono praticamente identici, stessi occhi, stessi lineamenti e il piccolo fa anche alcuni movimenti che mi ricordano il padre.
Ci presentammo tutti alla "peste" che rispondeva sempre con un sorriso da diavoletto.
Chris fu l'ultimo:
"Ciao Finnick" disse, quasi con le lacrime agli occhi "sono tuo zio Christopher. Benvenuto in famiglia".

Il resto della serata passò molto tranquillamente, Annie era una ragazza simpatica e vivace nonstante la sua enorme perdita, e anche il piccolo Finnick era adorabile.
Ridendo e scherzando arrivammo al dolce, la stupefacente creazione di Peeta.
Applaudemmo tutti quando mia madre posizionò la torta al centro del tavolo mentre io distribuivo i piatti e le forchette.
"E' fantastica, hai proprio un grande talento!" disse Annie dandogli una pacca sulla spalla (fin troppo forte, giudicando l'espressione del mio ragazzo) "dovresti farti pagare!"
"Beh, sai Annie, per adesso lo faccio solo per passione, niente di più" rispose lui cercando si riprendersi dalla botta e sorridere
"Peeta caro, io e Chris stavamo pensando che potresti fare tu la nostra torta nuziale!" disse mia madre
"Ne sarei onorato, Julia!" rispose lui  "Per quando la volete?"
"Ecco, in realtà.. abbiamo deciso che non ce la facciamo più ad aspettare! Ci sposiamo tra venti giorni, il dieci giugno!"
rispose mia madre
"Così presto?" chiesi io. Non so perchè, ma la notizia mi aveva turbato.
"Ma è fantastico!! Non vedo l'ora!" s'intromise Annie
"Si, beh, neanche noi!" rispose Chris
"Amore, stai bene?" chiese Peeta notando il mio stato d'animo
"Tutto bene." risposi per poi guardare la futura sposina "Mamma, posso pararti un attimo?" le chiesi alzandomi e precedendola in cucina
"Scusate" disse lei rivolta ai suoi ospiti
"Allora? Perchè così presto? Non dirmi "così" perchè so che c'è un motivo" le dissi quando mi raggiunse
"Katniss, tesoro, vedi.. per quanto tu sia contraria, io.. insomma ho quarant'anni Katniss e amo Chris, non pensi che vorrei avere dei figli da lui?" confessò mia madre tutto d'un fiato.
Rimasi alquant sconvolta. Cosa aveva detto? Avere altri figli? Con un uomo che non è papà?
Lei lo ama, Katniss, mi dissi cercando di ragionare.
"Oh" fu tutto quello che riuscii a dire
"Oh? E' tutto quello che riesci a dire? Non hai un'opinione?" ribattè mia madre, cominciando a scaldarsi
"Cosa ti devo dire?! "Evvai non vedevo l'ora"? Mamma io ti voglio bene ma.. insomma non ti sembra di essere troppo vecchia? E poi vi conoscete da poco, io..
lui o lei non sostituirà Prim, lo sai questo vero? Lei non tornerà e tu.. non puoi pretendere che io possa amarlo come ho amato lei
" dissi sfogandomi
"Io lo so amore, e non te o sto chiedendo. Io voglio un figlio da Chris perchè lo amo.Il fatto di aver perso la mia Primrose.. mi distrugge.  Mi manca avere un bambino piccolo da accudire e visto che tu sei decisa a non avere figli non potrò neanche provare la gioia di diventare nonna da parte tua" continuò lei "aspetta ma.. Peeta lo sa? Lui sa che non vuoi figli?"
In quel momento trovai improvvisamente interessante la fantasia della carta da parati.
"Katniss?" riprovò mia madre
"No, va bene? Non lo sa.. o meglio, non gliel'ho detto direttamente. Comuque sono giovane, ho ancora tempo per pensare.. " risposi
"Tempo per pensare?" chiese mia madre illuminandosi tutt'un tratto
"Vuoi dire che penserai a questa eventualità? E comunque io ti ho avuta quando avevo più o meno la tua età, e tua nonna ha avuto me a vent'anni. E' una cosa di famiglia"
"Mamma non rompere, non voglio che i miei figli sappiano quello che c'è stato. Ho detto che ci penserò quando sarà il momento. E adesso torniamo di là, che si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto" dissi interrompendo il discorso e tornando in sala da pranzo.

Tornammo a casa un'ora dopo, non prima di aver salutato e dato la buonanotte a tutti e io mi addormentai tra le braccia di Peeta, ripensando ancora una volta alla conversazione avvenuta con mia madre.





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Salve! Come vedete sono tornata!! Scusate il ritardo, ma come già detto ho avuto un sacco di verifiche che mi hanno tolto il tempo di scrivere!!
Ecco qui il nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto! Diciamo che è quello che segna l'inizio dell'evoluzione della mia storia!
Ringrazio ancora sara_joe, Lolita03 e RdP per le recensioni!
Un bacio, alla prossima!

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Capitolo 8
*** La chiave del mio cuore ***


Non ero riuscita a dormire molto, stavo ancora pensando a quell'assillante e ricorrente tema con cui mia madre mi perseguita da dieci giorni, dal fottuto giorno dopo quella famosa cena : figli,figli, solo benedettisimi figli.
Ma perchè, mi chiedo, perchè deve svangarmi le palle in questa maniera?
Lo so cos'è meglio per me e lei deve stare decisamente fuori dalla mia vita privata.
"Devi dirlo a Peeta, Katniss. Dovete parlarne e solo dopo potrai prendere una decisione." mi aveva detto il pomeriggio precedente, quando era venuta a "vedere come sta la mia dolce e adorata figliola" traduzione : "mi scriveresti a mano tutti gli inviti per il mio fottutissimo matrimonio?".
Ancora frastornata dalla notte quasi del tutto insonne, mi alzai e cercai di prendere la vestaglia appesa dietro la porta il più silenziosamente possibile, ma sfortunatamente Ranuncolo si era addormentato in mezzo alla mia stanza e io naturalmente ci sono inciampata sopra, urtando la lampada di cristallo che si schiantò sul muro, andando in mille pezzi con un rumore che probabilmente ha svegliato tutto il Distretto 12.
Tutto il Distretto 12 a parte il mio ragazzo, s'intende.
Infatti mi voltai verso Peeta, convinta di trovarlo a fissarmi divertito, invece era ancora lì, beatamente addormentato.
Meglio, potevo portargli la colazione a letto, insieme al regalo.
Oggi è il suo ventesimo compleanno. Non mi è mai piaciuto festeggiare, ma per lui questo ed altro.
Prendo amorevolmente Ranuncolo tra le braccia e mia avvio verso la cucina.
Una volta odiavo questo stupido gatto, adesso invece cerco di tenerlo il più stretto possibile.
Perchè? Lui è l'unica cosa che mi rimane della mia Prim. Lui è tutto ciò che mi ricorda lei.
Cercando di non pensare alla morte almeno il giorno del compleanno di Peeta, cominciai a tirare fuori ingredienti dal frigo.
Dopo qualche decina di minuti e una cucina completamente ricoperta di farina (vorrei ricordare che il cuoco di casa non sono io) ritornai in camera con un vassoio completo di caffè, brioches e frittelle.
Come immaginavo, Peeta stava ancora dormendo, così dovetti svegliarlo.
Appoggiai il vassoio sul comodino, consapevole di quello che mi aspettava.
Anche se il dottore aveva fatto un ottimo lavoro, i segni che la guerra e le torture subite avevano lasciato su Peeta, non sarebbero mai spariti del tutto, ancora adesso ogni tanto faticava a capire cos'era successo davvero o cosa no, quindi, quando aveva un dubbio, riprendeva la sua abitudine di chiedermi : "Vero o falso?". Il problema era che se non lo si svegliava delicatamente, le conseguenze potevano essere.. pericolose per entrambi.
Mi sedetti sul letto, di fianco a lui, e cominciai ad accarezzare dolcemente la sua schiena coperta solo na una leggera canottiera bianca.
Un po' alla volta vidi che cominciava ad aprire gli occhi e, avvicinandomi cautamente al suo orecchio gli dissi, sottovoce  "Buon compleanno, dormiglione".
Senza che me ne resi conto mi ritrovai distesa sul materasso, sovrastata dal suo corpo "Ti sei ricordata" non era una domanda "Avevi qualche dubbio?" gli chiesi sorridendo e avvicinandomi di più alle sue labbra
"Mmm.. forse. Comunque grazie amore" rispose azzerando la distanza tra le nostre bocche con un bacio a dir poco appassionato.
"Ehi ehi, cos'è tutto questo entusiasmo?" chiesi ridacchiando quando mi staccai da lui per riprendere fiato
"Sono un neoventenne che sta baciando la donna con cui si costruirà un futuro e una famiglia dopo che entrambi siamo sopravvissuti alla guerra, direi che ho il diritto di entusiasmarmi" disse scendendo a baciare il mio collo.
Ci misi qualche secondo ad elaborare le sue parole. "Con cui si costruirà un futuro e una famiglia".
Evidentemente si era accorto che mi ero immobilizzata di colpo, perchè puntò lo sguardo sul mio e chiese "Amore, tutto ok?".
Dovevo assolutamente cambiare discorso.
Delicatamente lo spinsi un po' indietro, così da riuscire a sfuggire dalla sua morsa e alzarmi, per poi prendere il vassoio che avevo appoggiato poco prima.
"Ti ho portato la colazione! Fatta con le mie manine!"gli dissi porgendogli il mio capolavoro
"Wow, Kat, è buonissima!" disse dopo aver dato un primo morso ad una frittella "Grazie, è stato davvero un pensiero carino, ti amo." continuò avvicinandosi per un altro bacio.
"Era il minimo che potessi fare. Voglio dire.. tu fai così tanto per me e io.." iniziai
"E tu mi dai tutto, anche solo guardandomi o preparandomi la colazione. Quindi non provare neanche ad iniziare qualche discorso stupido che porterebbe soltanto ad una litigata" disse interrompendomi
"Va bene, va bene. Oh, adesso apri il tuo regalo!" gli dissi quando finì di mangiare. Mise il vassoio vuoto sul pavimento e mi guardò emozionato
"Dai, Kat, non dovevi, davvero!"
"Da quando mi chiami Kat?" gli chiesi divertita
"Beh, è un mio diritto mi sembra" rispose "perchè, non ti piace?"
"Al contrario.. mi piace terribilmente" risposi cercando di essere sexy, cosa che mi riuscì, visto che lo vidi passarsi la lingua sulle labbra
"Ecco, prendi" gli dissi poi, porgendogli una scatolina incartata.
La aprì lentamente, godendosi il momento.
Rimase minuti ad osservare quella piccola collana che gli avevo regalato. Toccava il ciondolo a forma di chiave talmente dolcemente che sembrava che avesse paura di romperlo.
"Wow" riuscì a dire dopo un po' "Katniss, questa è.. wow. E' fantastica davvero, io.. non so cosa dire. Grazie infinite, amore" concluse abbracciandomi e dandomi un bacio a fior di labbra
"Sù, girati, che te la metto" lo incitai
Gli legai la collana dietro al collo e poi mi avvicinai al suo orecchio
"E' la chiave del mio cuore. Non perderla, Peeta, ce n'è solo una ed è tutta per te" dissi baciandogli la spalla sinistra.
"Non la perderò, Kat. Tu sei mia, e adesso anche il tuo cuore lo è" rispose lui
"Non solo adesso. Lo è sempre stato".
Dopo queste ultime parole, non parlammo più, impegnati ad utilizzare la bocca in tutt'altro modo, occupando così la mattinata di un giorno che si prospettava davvero indimenticabile.

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Salve!! Come va? Finalmente un altro capitolo!!
Scusate per l'attesa, ma i professori non hanno proprio intenzione di darci pace! Comunque, che ve ne pare del nuovo capitolo? E' un po' corto, ma diciamo che era un altro "capitolo di passaggio" !
Il prossimo arriverà a breve e tratterà anche della famigerata conversazione sui figli!!
Ringrazio sara_joe, Lolita03 e RdP per le recensioni e anche AlexiaLil,coco76, eliana1991, Frabeki, JadeW, kira988, mozilla ,MuffinRipieno e PARIGI per aver messo la mia storia tra le seguite e bulmettina, Collins,Dajana7, giovy_97, i am like blair e IzzyQN per averla messatra le preferite!!

Un bacio, alla prossima!

katnisspeeta_krlove

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Capitolo 9
*** Litigi, lacrime e ritorni. ***


Il compleanno di Peeta era passato ormai da una settimana.
Erano le quattro del pomeriggio ed io e lui eravamo seduti sul divano, il suo braccio dietro le mie spalle e il mio orecchio destro (non quello ricostruito dai chirurgi di Capitol) era sul suo petto, ad ascoltare ogmi singolo battito cardiaco.
Ad un certo punto, Peeta mi scostò leggermente dal suo petto, quel tanto che bastava per riuscire a guardarmi negli occhi.
"Stavo pensando.. t'immagini noi due qui, in questa posizione, con dei piccoli Mellark che sgambettano per casa chiamandoci mamma e papà? Sarebbe bellissimo, non credi?".
M'irrigidii immediatamente, sbarrando gli occhi.
Per quale oscuro motivo se n'era uscito con questo cazzo di discorso proprio adesso, così dal nulla?
No, non è possibile, questa è sfiga.
"Qualcosa non va, Kat?" domandò lui, una volta accortosi della mia reazione.
"Ehm.. tutto ok" questa fu l'unica frase, (se si può chiamare così, visto che sembravano di più tre parole messe insieme a casaccio) che riuscii a spiccicare.
Avevo un nodo in gola enorme.
Dovevo dirglielo, ma come facevo?
Forse ci sarei riuscita, ma ero consapevole che sarebbe rimasto solo ferito dalle mie parole.
"Cioè, io penso che questo sia un momento adatto, no? E' vero che siamo giovani, ma ci conosciamo ormai da anni e siamo innamorati. Io voglio davvero costruirmi una famiglia insieme a te, amore." riprese lui.
"No" risposi.
Presi un respiro profondo, come per prepararmi psicologicamente, per quanto fosse possibile, a quello che ero certa sarebbe successo tra poco.
"No. E' da un po' che volevo dirtelo. Io.. io non voglio avere figli, Peeta." risposi infine.
La sua faccia confermò le mie supposizioni : nel suo sguardo vedevo solo sofferenza e forse un accenno di rabbia.
Come biasimarlo, effettivamente sono stata io quella stupida e stronza. Sono io che dovevo dirglielo subito.
Adesso penserà che l'ho solo illuso.
"Cos.. perchè? Io pensavo che.." iniziò lui
"Non voglio che i nostri figli nascano in questo mondo. Non voglio che sappiano quello che abbiamo dovuto passare, tutte le mostruosutà che abbiamo visto.
Come spiegheremo i miei incubi? Come spiegheremo il fatto che tu ogni tanto impazzisci e che l'unico modo per calmarti è stare da solo?
" mi resi conto di star urlando, così presi un altro respiro e cercai di abbassare il tono di voce
"Sono passati due anni, ma pensi che la gente si sia dimenticata, che non farebbe notizia? "Gli innamorati sventurati del Distretto 12 avranno un figlio!" mi vedo già le prime pagine dei giornali!
Nascerebbero un sacco di pettegolezzi, tutti vorranno sapere tutto sui figli di Peeta Mellark e Katniss Everdeen, i simboli della rinascita! Ma fammi il piacere!
Io voglio una vita il più possibile normale e la vorrei anche per i miei figli, ma sarebbe inimmaginabile
".
Mi sentii molto meglio nel momento in cui mi sfogai, dando finalmente voce a tutti i pensieri che avevo in testa, ma Peeta, evidentemente, non la pensava come me.
"E questo cosa vuol dire?! Cazzo, Katniss, ma davvero t'interessa così tanto di cosa pensa la gente? beh, a me no! Capisco che tu possa pensare che sarebbe pericoloso per i media e tutto il resto, ma noi potremmo proteggerli! Io voglio essere padre e non m'interessa se farà notizia, desidero solo potermi svegliare con te al mio fianco e i nostri bambini che saltano sul nostro letto. E' vero che sarà difficile, ma abbiamo affrontato di tutto insieme, possiamo farcela." disse sospirando "O forse a questo punto devo iniziare a pensare al fatto che tu voglia figli, ma.. non da ME." continuò.
"Cos'è, la fiera delle cazzate? Quello che volevo dire non era che non volevo figli DA TE, non ci pensare neanche. Il punto è che non voglio avere figli in generale punto e basta, io.. non mi vedo come madre. E anche se fosse, siamo troppo giovani, è stupido fare questi discorsi adesso. Non mi farai cambiare idea, Peeta. Ormai ho preso la mia decisione." risposi dura.
"Allora, chiaramente non mi ami come ti amo io." disse prima di alzarsi e andarsene sbattendo la porta, lasciandomi da sola con le lacrime che scendevano copiose sulle mie guance.


I seguenti due giorni rimasi chiusa in casa a piangere, pensando a quanto stupida ero stata a non dirgli tutto subito.
Dopo la chiamata ricevuta di mia madre, che mi chiedeva GENTILMENTE di cominciare a scrivere i suoi cazzo di inviti per il suo cazzo di matrimonio e di non pensare al mio ragazzo.. il mio ragazzo?
Era da un po' che me lo chiedevo..  Peeta, con le sue parole e il suo silenzio di due giorni, aveva forse messo fine alla nostra storia?
No, mi rifiutavo di crederci, non era possibile, lui non l'avrebbe mai fatto.
O almeno, questo è quello che continuavo a ripetermi.
Insomma non era la prima volta che avevamo una discussione, ma questa era stata.. la peggiore in assoluto.
Per cercare di evitare che altre lacrime solcassero il mio volto (non so come facevo ad averne ancora, dopo tutte quelle che avevo versato), mi cimentai nello scrivere quegli inviti.
Dopo mezz'ora e una mano già dolorante, sentii il campanello.
Che fosse Peeta? Era venuto aa.. cosa? in fondo ero io che dovevo scusarmi.
Però.. se era lui?
Nell'eventualità di un possibile faccia a faccia con il mio (forse)ragazzo, mi guardai allo specchio, cercando di coprire il più possibile gli occhi arrosati dal pianto con i capelli e tentando di darmi un aspetto presentabile.
Dlin-dlon.
Un'altra volta.
"Arrivo!" gridai precipitandomi ad aprire la porta.
"Cosa ci fai tu qui? Pensavo ti fossi trasferito! E lei chi è?" dissi senza neanche salutare, sconvolta dalla vista dell' ormai uomo di fronte a me e dalla bellissima donna di fianco a lui.
"Beh, qualcuno mi ha detto che ci sarà un matrimonio tra poco. Lei è Alessia, la mia.. accompagnatrice. Alessia, lei è Katniss. " rispose presentandoci. Ci stringemmo la mano, scrutandoci a vicenda. 
"E comunque, guarda che dico a Julia come accogli gli ospiti" disse scherzando, rivolgendomi un sorrisetto complice  "Ciao, Catnip."




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Ehilà, sono tornata!! Ecco qui il capitolo 9, che ve ne pare?
Proprio così, Peeta e Katniss hanno litigato, ma, si sa, anche tra le migliori coppie succede!
E' vero, è un po' cortino, ma in questo periodo non me ne vengono di più lunghi :(
Comunque adesso che la scuola è praticamente finita ( finalmente! ) aggiornerò sicuramente più spesso!
Nei prossimi capitoli ci saranno vari colpi di scena, quindi continuate a farmi sapere che cosa ne pensate, accetto ogni tipo di consiglio, mi raccomando!!
Un grazie speciale a tutti quelli che mi hanno seguito e seguono tutt'ora, vi adoro!!
Al prossimo capitolo, non vedo l'ora!!
Un bacio,
katnisspeeta_krlove

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Capitolo 10
*** Riflessioni. ***


Ero rimasta ferma sulla porta, a scrutare Gale e la sua "accompagnatrice", Alessia.
Era una donna bellissima, sui ventiquattro,venticinque anni, i capelli lunghi e biondi le ricadevano dolcemente sulle spalle, il viso a forma di cuore, l'espressione dolce e due enormi e fantastici occhi di un azzurro quasi splendente, la pelle chiara, il seno abbondante, il ventre piatto e le chilometriche gambe da modella.
Come me, insomma.
"Ehm, scusate. Ciao Gale e, Alessia, è un piacere conoscerti" dissi allungando la mano verso di lei, che la strinse prontamente.
"Piacere mio, Gale mi ha parlato così tanto di te!" rispose lei con un sorriso che le ricambiai
"Prego, entrate pure" continuai io, facendoli accomodare
"Wow, Catnip, è un po' che non metto piede qui dentro, ma questa casa è più bella di come la ricordavo! L'hai riarredata o sbaglio?" chiese Gale
"Si, io.. Peeta mi ha aiutato" la mia voce s'incrinò al solo pronunciare il suo nome
"Tutto bene? State ancora insieme, vero?" chiese curioso, ignaro dell'effetto che quelle parole avevano su di me.
Infatti, scattai immediatamente sulla difensiva
"Non sono affari tuoi" dissi sgarbatamente.
Lui mi guardò con un sopracciglio alzato.
"Scusate, io.. abbiamo litigato, ma no, non ci siamo lasciati". "Almeno credo", aggiunsi mentalmente.
"Oh, mi dispiace" rispose lui, rivolgendomi uno sguardo triste che sembrava sincero.
"Grazie", mi schiarii la voce e continuai " Prego, sedetevi, volete qualcosa?" chiesi
"Io sono a posto, grazie" rispose Alessia
"Anche io" disse Gale.
Avete presente quegli imbarazzantissimi momenti di silenzio in cui tutti fingono di guardarsi intorno cercando un argomento decente?
Ecco, questo era uno di quei momenti.
"Quindi" cominciò Alessia
"tua madre si sposa! Io e Gale siamo passati prima da lei per le presentazioni e per congratularci e sembrava davvero entusiasta. Beh.. Gale mi ha detto che eri molto affezionata a tuo padre, quindi.. tu come l'hai presa?"
Quella domanda mi colse di sorpresa.
In effetti non avevo mai pensato a come mi ero sentita quando mia madre mi aveva dato la notizia.
Era solo un intruglio di emozioni contrastanti.
Felicità, orgoglio, la nostalgia che provavo per mio padre, sentivo come se mamma l'avesse..quasi tradito, però poi ero giunta alla conclusione che lui era morto e che lei aveva il diritto di rifarsi una famiglia, e poi Prim sarebbe stata felicissima.
Però c'era anche qualcos'altro, un'emozione più.. amara.
Invidia.
Forse era quello il problema, ero semplicemente invidiosa.
Gelosa del suo matrimonio, ma perchè?
Lo sapevo bene il motivo.
Nonostante i miei neanche vent'anni d'età e la mia diffidenza nel "procreare", il mio desiderio era quello di sposarmi.
Desiderio che mi sembrava alquanto irrearizzabile in questo momento, dopo la litigata con Peeta e il seguente distaccamento.
Però ero sicura, volevo sposarmi e lo volevo fare con lui, quindi l'avrei riconquistato, e quale momento più adatto di un matrimonio?
Dovevo organizzarmi e avevo.. sei giorni.
Cazzo, cazzo, cazzo, come facevo in sei giorni a progettare un piano per riconquistare Peeta, finire di scrivere gli inviti, supervisionare i lavori che stavano facendo nel posto dove si sarebbe tenuto il rinfresco, andare a prendere i vestiti da cerimonia e fare in modo che mamma non impazzisca.
E lì mi venne un'idea.
Nonostante tutto, forse Gale è davvero indispensabile per la mia vita, anche dopo tutto quello che è successo, perchè lui c'è sempre quando io ho bisogno di lui, e questo è uno di quei momenti. E stavolta ha anche i rinforzi, anche se non conoscendo per niente Alessia, non so se è la solita barbie stupida che si preoccupa solo delle sue unghie.
Adesso che ci penso non so neanche da dove viene.
Beh, avrò tempo per conoscerla meglio più avanti, adesso devo concentrarmi.

Guardo sorridendo i due sciaugurati che sono capitati da me nel momento sbagliato per loro, perfetto per me e, senza rispondere alla domanda che mi è stata rivolta, chiedo soddisfatta
"Ragazzi.. vi da di darmi una mano?"




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Salve salve salve!!
Chiedo scusa per il ritardo, ma sono stata occupata in qiuesti giorni e non ho avuto tempo :(
Comuqnue adesso sono tornata e... che ve ne pare del capitolo?
Spero che vi sia piaciuto, anche se è un altro capitolo alquanto corto e di passaggio!
Quest'estate mi diletterò nella scrittura e cercherò di terminare questa fic (con capitoli un po' più lunghi ;) ) e magari cominciarne un'altra!
Ringrazio di nuovo tutti voi per il sostegno :)
Sentito il terremoto? Io vivo nel Veneto e vi posso assicurare che qua si è sentito benissimo!!
Vorrei che rivolgeste con me un pensiero a tutte quelle povere persone di Modena e dintorni, sperando che si risolva tutto, per quanto possibile.
Un saluto, al prossimo capitolo!!

katnisspeeta_krlove    <3

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Capitolo 11
*** Il matrimonio ***


Era arrivato il grande giorno. Oggi, sabato 10 giugno, alle ore 11.30, mia madre sarebbe diventata la signora Julia Odair.
Stentavo ancora a crederci. Mia madre, una donna sposata, con un uomo che non era mio padre ma che sapevo l'avrebbe resa felice.
O meglio, gli conveniva.
Mi guardai ancora un a volta allo specchio della mia camera.
I miei lunghi capelli castani erano legati nella mia solita treccia, con solo un ciuffo che mi ricadeva leggero sulla fronte.
Ammirai soddisfatta il vestito che mi era arrivato ieri mattina, direttamente dal distretto 4.
Era davvero fantastico : senza spalline, aderente, gonna sopra il ginocchio, di un azzurro chiaro, mentre la parte superiore, cioè la fascia di pizzo che mi copriva il seno, era di colore bianco pallido.
Andai in bagno a truccarmi, niente di speciale, solo un po' di ombretto, eyeliner nero e un po' di lucidalabbra.
Non feci neanche in tempo a pensare a quanti minuti avevo prima dell'arrivo del mio accompagnatore, che il campanello suonò.
Mi precipitai giù dalle scale, cercando di non uccidermi con quei bellissimi ma altrettanto scomodi trampoli bianchi che avevo ai piedi, e aprii la porta, trovandomi davanti, dopo ben cinque giorni, il mio ragazzo.
Indossava un vestito da sera nero con papillon dello stesso colore, una camicia bianca e scarpe di pelle.
Spostai lo sguardo sul suo viso.
Merda, quanto mi era mancato.
Gli occhi più azzurri che mai erano fissi su di me, i capelli biondi pettinati all'indietro, la mascella squadrata e la bocca che avevo assaporato un'infinità di volte, spalancata mentre il suo sguardo continuava a vagare sul mio corpo.
Era meraviglioso.
In quel momento mi chiesi come avevo fatto a sopravvivere così tanti giorni senza di lui, senza i suoi baci, senza le sue carezze, senza le sue mani su di me.
"Sei bellissima" disse guardandomi negli occhi.
Dio, la sua voce! Vellutata, agitata, ma così tremendamente sexy.
"Ehm, grazie. Anche tu." risposi imbarazzata " Mi sei mancato".
Lo sentii sospirare, mentre spostava il suo sguardo verso le sue scarpe, che sembravano essere diventate d'un tratto interessanti, prima di sussurrare un "anche tu" a voce talmente bassa che lo sentii per pura fortuna.
Nessuno parlò durante tutto il viaggio verso la chiesa, il silenzio era rotto solamente dal battito accelerato del mio cuore, causato dalla sua vicinanza.
Scendemo dalla macchina e vedemmo gli invitati che si stavano dirigendo verso l'entrata della chiesa.
Tra la folla, notai Gale, in smoking blu, che parlava tranquillamente con Alessia, bellissima in un abito verde scuro lungo fino a metà coscia, leggermente scollato sul davanti e dei sandali neri con cui io non sarei riuscita neanche a stare seduta.
Li raggiungemmo e, subito dopo esserci salutati, arrivò la macchina che trasportava mia madre, così Gale ed Alessia entrarono in chiesa, ed io e Peeta attendemmo che mia madre scendesse dall'auto.
Quando lo fece, rimanemmo entrambi folgorati.
Era bellissima.
Aveva optato per un abbigliamento tradizionale.
Il lungo abito color avorio la fasciava perfettamente, il corpetto di pizzo ricamato presentava una scollatura a cuore, l'ampia e vaporosa gonna, che aveva un piccolo spacco chiuso da una rosa che faceva intravedere lo strato di tulle sotto, sfiorava il terreno, mostrando solo la punta arrotondata delle eleganti scarpe bianco con il tacco.
I capelli, coperti da un velo che le arrivava a metà schiena, erano raccolti in una treccia attorcigliata al centro della nuca, il tutto completato da orecchini e collana di perle.
"Sei favolosa, mamma" dissi quasi con le lacrime agli occhi, abbracciandola.
"Anche tu, tesoro. Guardati, la mia bambina! Sei una donna ormai" rispose lei, stringendomi.
Dopo aver abbracciato anche Peeta, fece un bel respiro.
La guardai un'ultima volta, prima di entrare in chiesa (e notare un emozionatissimo Chris in smoking), seguita a ruota da mia madre, scortata all'altare proprio dal mio ragazzo.
La cerimonia durò più o meno un'oretta e mezza e, dopo il rito della tostatura tradizionale del nostro distretto, ci dirigemmo tutti, tra lacrime e auguri, verso il tendone ospitante il rinfresco che io stessa avevo organizzato.
Tutti i tavolierano appoggiati al muro, tranne per uno rotondo al centro della stanta, sopra il quale la torta a due piani di Peeta faceva bella mostra di sé.
Mangiammo, bevemmo, parlammo e ballammo per tutto il giorno.
Io, dopo essermi commossa durante la cerimonia e congratulata con mamma e Chris dopo, passai la giornata con Peeta al mio fianco (che però sembrava non volermi affatto toccare), a parlare con gli invitati, che variavano da persone del mio distretto a gente che non avevo mai visto in vita mia.
Il Ragazzo del Pane appariva spesierato e normale come sempre, ma io sapevo che stava soffrendo, anzi sembrava anche voler annegare la sua tristezza nell'alcol.
"Peeta, smettila di bere! Ti ubriacherai così!" gli dissi, dopo che Annie aveva trovato un'altra persona da bombardare con le sue domande.
"Io faccio quello che voglio, chiaro bambola?" rispose lui.
A giudicare dalla sua espressione e dal suo alito,  era già andato.
Fantastico.
"Peeta sul serio, basta, così starai male. Sù, vai a prenderti un bicchiere di acqua laggiù e prendine uno anche per me, per favore" gli dissi togliendogli il bicchiere di mano, facendoci sfiorare e provocandomi un brivido su tutta la schiena.
Sbuffando si avviò al tavolo che gli avevo indicato, poco prima che Gale e Alessia mi raggiungessero.
"Allora, pronta per dare inizio al piano di riconquista, Catnip?" disse Gale.
"Pronta, e ricordati che deve sembrare che io non me l'aspetti."
Gale annuì.
"Beh, io vado, a dopo, e.. Katniss? Mi fido di te, ma ricordati che lui è impegnato" disse Alessia facendoci l'occhiolino.
Mi avvicinai a Gale, feci un respiro profondo e chiusi gli occhi, dopo essermi assicurata che Peeta stesse guardando nella nostra direzione.
Due secondi dopo sentii le labbra di Gale appoggiarsi sulle mie, calde e dolci come le ricordavo.
Poi accadde tutto molto velocemente.
Non feci in tempo a pensare a niente che le nostre bocche si staccarono prepotentemente e, appena aprii gli occhi, vidi Gale disteso a terra con un labbro sanguinante e Peeta che si allontanava velocemente, aprendo e chiudendo nervosamente la mano con cui aveva tirato il pugno al mio amico.
"Gale, oh mio Dio, ti sei fatto male?!" sentii chiedere da Alessia, con voce preoccupata
"Tranquilla, è tutto a posto" la rassicurò sorridendo per quanto gli permetteva il labbro rotto, mentre tutti gli invitati, sposi compresi, si voltarono a vedere cos'era successo.
"Va da lui, Catnip, io sto bene" mi disse lui, indicando l'uscita.
Lo ringraziai con un cenno del capo, e poi mi dirigei avviai verso l'uscita, da Peeta, sapendo già a cosa stavo andando incontro.



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Scusatescusatescusate per il ritardo!!!
E' solo che questo capitolo è stato un parto!!
Spero comunque che vi sia piaciuto!!
Cercherò di postare il capitolo 12 il più presto possibile!
Grazie ancora a tutti per tutto,
alla prossima, un bacio!!

katnisspeeta_krlove

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Capitolo 12
*** Imprevisti ***


Ero seduta sul freddo pavimento della mia cucina da quella che mi sembrava un'eternità. Forse erano passati solo pochi minuti, forse ore, forse giorni.
Mi portai le mani tra i capelli, mentre un lacrima rigava il mio volto.
Mi sentivo tremendamente sensibile.
Sentii le braccia di Peeta avvolgermi, mentre mi continuava a chiedere "Kat, che è successo? Amore, parlami ti prego!"
Ma la mia voce non usciva e la mia mente era impegnata a contare i giorni che erano passati da matrimonio, da quella sera..ventotto, ventinove, trenta. E di nuovo daccapo.

*Flashback*

"Peeta aspetta!" gridai mentre correvo nel parcheggio verso il mio ragazzo.
"Che c'è Katniss? Perchè sei qui, eh? Non dovresti andare dal tuo morosetto, guarda che così si preoccupa!" mi gridò lui di rimando
"SMETTILA!" lo interruppi.
"Zitto Peeta, adesso, se mi fai la cortesia di starmi ad ascoltare, ti spiego tutto ok?" dissi, cercando di abbassare il tono di voce.
"Ok, forza, su, ti ascolto! Anche se quello che ho visto, anzi che tutti hanno visto lì dentro mi sembra sufficiente!" rispose furibondo indicando il capannone da cui eravamo appena usciti
"Per prima cosa abbassa la voce, che adesso ti racconto quello che era il mio piano" dissi
"Piano? Di che cazzo di piano stai parlando?" m'interruppe di nuovo
"Eccheccazzo, se mi lasci parlare ti spiego!" urlai, e sembrò funzionare visto che mi guardò alquanto intimorito prima di spostare lo sguardo a terra
"Beh, non c'è tanto da spiegare in realtà, io.. stavo male per il nostro litigio e volevo.. si insomma, volevo riconquistarti.
E il piano più geniale che mi è venuto in mente è stato quello di far in modo che tu mi vedessi baciare Gale, ovviamente c'eravamo organizzati anche insieme ad Alessia prima, ma non era nei nostri piani che tu ti ubriacassi e gli dessi un pugno in pieno viso.
"
dissi tutto d'un fiato, guardandolo negli occhi
"Ma io non gli ho dato un pugno perchè sono ubriaco" rispose infine dopo qualche secondo di silenzio
"E allora perchè l'hai fatto scusa?" chiesi stranita
"Lo volevo fare dalla prima volta che ti ha guardato e, beh mi sembrava l'occasione giusta. E poi, cioè dai, doveva esserci un po' di azione no? Il matrimonio stava diventando un troppo palloso." disse sorridendo
"Oh, tra l'altro, NESSUNO può baciare la MIA ragazza" concluse facendomi l'occhiolino.
Appena assimilai le sue parole mi gettai tra le sue braccia, ridendo e piangendo allo stesso tempo
"Mi sei mancato" gli dissi a pochi millimetri dalle sue labbra
"Anche tu, da morire" rispose annulando la distanza fra noi e facendo aderire perfettamente i nostri corpi.
Dopo qualche minuto in cui riassaporai finalmente la sua bocca, che mi era mancata da morire, ci staccammo per riprendere fiato.
"Forse dovremmo tornare dentro, o potrei non resistere all'impulso di trascinarti a casa mia, o meglio nel mio letto" cominciò Peeta, cercando di regolarizzare il respiro
"Mmm.. non tentarmi.." fui interrotta dalla voce di mia madre che giunse fino alle nostre orecchie "Donne, siete pronte? E' il momento del lancio del bouquet!"
Mi voltai nuovamente verso Peeta, sussurrandogli all'orecchio con voce suadente  "Il dovere di damigella d'onore mi chiama, ma.." gli stampai un bacio sul collo
"possiamo continuare questa conversazione dopo, in un luogo più.. comodo" conclusi facendo un sorrisetto soddisfatto nel sentire chiaramente la sua eccitazione premere sulla mia coscia
"Meglio che ti calmi, signor Mellark, non vorrai scandalizzare mia madre" ripresi trascinandolo di nuovo in sala con me.
"Ehi mamma, aspetta, siamo qui!" gridai mentre tutte le donne si stavano già posizionando dietro a mia madre, pronta a lanciare il bouquet.
"Oh tesoro, finalmente! Tutto bene?" annuii e lascia la mano di Peeta per raggiungere le altre ragazze.
Non mi resi neanche conto di quello che era successo finchè non sentii il mazzo di fiori tra le mie mani, mentre vidi mia madre venirmi ad abbracciare commossa e gli uomini dare colpetti sulle spalle di Peeta, come per congratularsi.
Sorrisi e abbracciai mia madre, felice per la piega che aveva prreso la serata.
Dopo aver salutato mia madre, Chris, Gale e Alessia (con cui c'eravo già chiariti riguardo alla "faccenda pugno"), io e Peeta ci dirigemmo felici verso casa sua, e una volta arrivati, appena il tempo di togliere le scarpe che eravao impegnati a sfilarci i vestiti a vicenda, con più foga del solito, ma sempre con il solito amore.
Quanto mi era mancato il suo corpo perfetto, le emozioni che solo lui riusciva a farmi provare.
Tutto di quel momento era perfetto.
Quella notte, facemmo l'amore come non l'avevamo mai fatto prima.

*Fine Flashback*

Peeta si portò davanti a me e mi sollevò il mento con un dito, per riuscire a vedere i miei occhi.
"Amore mi dici che sta succedendo?"
Non feci in tempo a rispondere che un altro conato di vomito mi travolse, costringendomi a piegarmi sul lavandino della cucina, sempre con Peeta al mio fianco, che mi reggeva la fronte e mi scostava i capelli dalla faccia.
Mi sentii più debole che mai, mi sembrava di stare anche peggio che nell'arena.
"Kat, mi sto preoccupando, adesso. Hai l'influenza? Ti senti ancora male, ti porto qualcosa?" mi disse dopo avermi preso e trasportato sul divano, dove mi coprì con una coperta, nonstante fosse luglio.
"Ho caldo, Peeta, non voglio la coperta" dissi cercando di sbarazzarmi di quell'oggetto che in quel momento mi parve tutto tranne che utile.
"Ma, tesoro, stai tremando" rispose lui e solo in quel momento mi accorsi che aveva ragione.
Il mio corpo era cosparso da milioni di piccoli brividi insopportabili.
"Vado a farti un tè, ok? Tu cerca di calmarti." concluse lui, tornando in cucina.
Non potevo calmarmi. Come facevo, adesso che avevo capito cosa mi stava succedendo? Scostai la coperta e feci forza sulle gambe, che sembravano essersi trasformate in pietra.
Con non pochi sforzi riuscii a raggiungere il mio ragazzo in cucina.
"Peeta" lo chiamai con voce flebile.
Era di spalle, e stava allungando il braccio destro per prendere la tazzina da tè nella mensola sopra i fornelli.
Si girò di scatto quando sentì la mia voce, rischiando di far andare in frantumi la tazza che era appena riuscito a prendere.
"Katniss, oh mio Dio che spavento! Non dovevi restare di là?"
chiese guardandomi
"Si, ma.. prima dovrei dirti il miotivo del mio.. si insomma il motivo per cui sto male" dissi
"Motivo? Ti ascolto" rispose, corrugando la fronte
"Io.. io sono.." provai
"Tu sei cosa? Kat, così mi viene l'ansia, dimmelo e basta!" ribattè lui.
Niente, la mia voce era andata in vacanza, esattamente con il mio cervello.
Così guardai Peeta, per assicurarmi che lui stesse facendo altrettanto, prima di indicargli con lo sguardo il calendario appeso nella mia cucina, poi il bagno e poi.. me stessa.
Dapprima fece una faccia confusa, poi un dubbio s'insinuò in lui.
"Il tuo ciclo è sempre puntuale, Katniss?" chiese fissandomi.
Annuii.
"Di quanto sei in ritardo?" chiese nuovamente
"Un mese" risposi sussurrando "Dal matrimonio di mamma." aggiunsi.
"Questo vuol dire che molto probabilmente.." cominciò lui, con faccia sconvolta
"Sono incinta".

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Ecco qui il capitolo 12!
Che ve ne pare?
Colpo di scena oppure ve lo immaginavate?
Scusate il ritardo, ma in questo periodo sono un po' incasinata!!
Ci vediamo alla fine del capitolo 13 (che sarà postato il più presto possibile), recensite e fatemi sapere che cosa ne pensate di questa rivelazione!
Ancora GRAZIE, alla prossima
un bacio
katnisspeeta_krlove

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Capitolo 13
*** Cuore infranto. ***


POV Peeta


"Sono incinta" sussurrò.
Incinta. Nove mesi. Parto. Figlio. Culla. Pannolini. Biberon. Pianti. Pappe. Ruttini. Mamma. Papà.
Tutte queste parole mi vorticavano nella mente, ma una in particolare catturò la mia attenzione.
Papà.
Sarei diventato padre?
Sembrava di si.
"Papà! Sarò papà!" pensai colto da un'indicibile gioia
Ma all'improvviso percepii un forte dolore alla testa, me la strinsi tra le mani, cercando di calmarmi.
Sentii le gambe cedere, così fui costretto ad appoggiarmi al bancone della cucina.
Tutto divenne buio.
La voce di Katniss sembrava solo un sussurro lontano che, pur sforzandomi, non riuscivo ad udire.
Poi ad un certo punto vidi una luce.
Le mie gambe si misero in moto da sole, attratte da quel fioco bagliore.
Le mie mani tastavano l'aria, in cerca di qualcosa a cui aggrapparsi, qualcosa che le guidasse.
Tutt'un tratto mi ritrovai sull'uscio della porta della casa di Katniss.
Era giorno, il cielo che s'intravedeva dalla finestra della cucina era completamente privo di nuvole, il sole splendeva in alto in tutta la sua maestosità.
"Sarà mezzogiorno", mi ritrovo a pensare, prima che un rumore proveniente dal salotto mi faccia andare appunto verso la "stanza dal grande camino", come l'aveva chiamata il piccolo Finnick quell'unica volte che era venuto qui con sua madre.
Quando mi sporgo lentamente per controllare che sia tutto a posto, vorrei semplicemente non averlo mai fatto.
Anzi, vorrei morire.
Non è affatto tutto a posto.
Perchè lì, addosso allo schienale del divano, la mia Katniss sta baciando un uomo.
Un uomo che non sono IO.
Il respiro mi si mozza in gola quando sento il suono della sua risata sulla Sua bocca.
Gale.
Ancora lui, di nuovo lui, SEMPRE lui.
Le mani di quel bastardo scorrono vogliose su quelle di Katniss, mentre le sue fanno lo stesso.
Mi sento morire.
Fiumi di lacrime cominciano a solcare il mio volto stravolto.
I due si dirigono verso il davanti del divano, ma facendolo, Gale urta sbadatamente una foto, in cui figuriamo io e Katniss insieme e sorridenti, che cade rovinosamente sul pavimento, mandando in mille pezzi il vetro della cornice.
Un rumore assordante di vetri rotti mi costringe a tapparmi le orecchie.
Riesco a leggere il labiale di Katniss "Gale, stai attento!".
Ma quel frastuono continua, così come i loro baci.
"Ma come fanno a non accorgersi?!" penso in un misto di rabbia e dolore prima di rendermi conto che il frastuono non proviene da fuori.
Quel suono insopportabile viene da dentro di me.
E' l'orribile rumore di un cuore che si spezza.
Il mio.
Le mie mani stringono il petto sotto la maglia, mentre mi accascio a terra incapace di fare altro.
Cerco di chiudere gli occhi, ma questi non obbediscono.
"Basta, basta,basta!"
Vorrei gridare.
Vorrei farlo ma dalla mia bocca non esce alcun suono.
Vorrei far sapere loro che sono qui, che so, che vedo.
Continuano a strappare passo dopo passo ogni singolo pezzo di quello che rimane del mio cuore troppo innamorato, che è stato ingannato.
Improvvisamente cominciai a capire che cosa aveva provato Cato quella notte, l'ultima notte mia e di Katniss nei settantaquattresimi Hunger Games.
Capii il dolore che si era impossessato di lui quando quelle
bestie gli strappavano la carne dalle ossa.
Katniss era tutto.
Lei era il mio ossigeno, la mia vita, la mia carne.
E quell'immagine, quel tradimento me l'aveva strappata.
Tutto ciò che mi faceva essere quello che ero aveva cessato di esistere.
Il coraggio,la volontà, la forza, la fame di lotta e di giustizia.
Il nulla si era insinuato in me.
Ero vuoto.
"No" dissi a me stesso "reagisci Peeta. Spiegazioni. Dev'esserci una spiegazione quantomeno logica per tutto questo. E' sicuramente uno sbaglio, un malinteso."
No, nessun malinteso.
Le due figure di fronte a me continuavano imperterrite a baciarsi, toccarsi.
Di nuovo quel dolore lancinante al petto.
Il mio sguardo incrociò sbadatamente quel calendario da tavolo appoggiato sulla scrivania, prima che quel senso di vertigine si rimpossessasse di me.
Era il 9 giugno.
Con gli occhi ancora ben serrati, percepii il freddo bacone della cucina che toccava la mia schiena.
Riaprii lentamente gli occhi e mi ritrovai a casa di Katniss.
I miei occhi saettarono per tutta la cucina e si fermarono sul calendario appeso all'anta della credenza.
10 luglio.
Sobbalzai quando sentii il suono della voce di Katniss.
"Da questa parte. Ha avuto una crisi, ma è stato peggio del solito, è svenuto da almeno dieci minuti!"
A quel punto entrò in cucina tutta trafelata, seguita da un preoccupato Haymitch.
"Oh, amore ti sei svegliato! Mi hai fatto prendere un colpo!" disse Katniss, poggiandosi una mano sul petto
"Ehi ragazzo, tutto ok?" chiese Haymitch aiutandomi ad alzarmi.
Non gli risposi, mi concentraii su Kat.
Potevo ancora chiamarla così?
Non lo sapevo.
D'un tratto non sapevo più niente, vedevo solo quelle immagini ripetute continuamente nella mia mente.
"Di chi è?" le chiesi, senza pensare a niente, dovevo solo sapere.
Lei mi guardò stranita, cercando di capire a cosa mi riferissi, così spostai lo sguardo verso il suo ventre ancora piatto.
Di riflesso lo guardò anche lei, assumendo un'espressione scioccata.
"Stai scherzando? Dimmi che ho capito male. Dimmi che non ti stai riferendo a quello che sto pensando io"
"Hai capito benissimo. Però aspetta, andiamo con calma, un'altra domanda prima : hai provato qualcosa quando tu e Gale vi siete baciati, al matrimonio di tua madre?" ormai avevo sganciato la bomba.
Non potevo tornare indietro, anche se non ero sicuro di voler sentire la risposta.
Katniss non rispose.
Mi guardò negli occhi a lungo, dopodiché spostò lo sguardo al pavimento.
Mi ero preparato per una risposta poco piacevole, ma quel silenzio fece ancora più male.
Quindi era vero.
Lei provava qualcosa.
Per Lui.
Quelle immagini ricomparvero ancora una volta davanti ai miei occhi.
Era vero. Lei mi aveva tradito. E come facevo a sapere che quel figlio che teneva in grembo era mio?
"E tu pretendi che io ti creda? Che non mi vengano dubbi? Gale è arrivato quando noi avevamo appena litigato, come faccio a sapere che non ti sei divertita con lui? Pensavo che fosse finita tra voi. Pensavo che l'avessi finalmente dimenticato. Evidentemente mi sbagliavo"
dissi guardandola furiosamente
"Stai insinuando che sia andata a letto con lui? Che ti abbia tradito? Che questo figlio non sia tuo? Sei impazzito?!" rispose lei, quasi urlando
"No, dico solo quello che penso! E tu mi hai appena confermato che provi ancora qualcosa per lui!"
gridai di rimando.
Mi guardò, aveva gli occhi lucidi, come me.
L'aria era diventata pesante, non riuscivo più a stare in quella casa.
Così mi girai e me ne andai dritto a casa mia, guardando un ultima volta Katniss negli occhi, con ancora con le stesse dolorose e persistenti immagini di lei e Gale insieme.




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Salve a tutti!!!!!!
Scusate per l'immenso ritardo!!
Purtroppo la mia connessione ad internet era andata a quel paese!
Come avete notato, questo capitolo si concentra sul punto di vista di Peeta.. era da un po' che avevo in mente di farne uno così :)
Fan della coppia Katniss-Peeta, non preoccupatevi! Anche io sono loro fan ma ho intenzione di farvi soffrire un po' :D
Beh, tornando al capitolo, per me è stato molto difficile spiegare le emozioni provate da Peeta, ma ho tentato di farvele capire meglio tramite la parte con Cato :)
Spero che il capitolo sia valso l'attesa, fatemelo sapere con una recnsione!
Ancora grazie a tutti della pazienza, delle recensioni e del supporto in generale!
Un bacione, alla prossima!

katnisspeeta_krlove

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Capitolo 14
*** Egoista. ***


POV Katniss

Sono passate due settimane da quel giorno.
Quando Peeta aveva avuto quella crisi dopo la notizia della mia gravidanza, mi ero preoccupata, era rimasto a terra svenuto per dieci minuti buoni.
Dieci minuti che mi erano sembreti secoli.
Anche se dopo le cure con il dottor Aurelius era tornato più o meno alla normalità, non si era mai ripreso del tutto.
D'altronde se le nostre due volte nell'arena l'avevano segnato moralmente in modo irreversibile, il lavaggio del cervello che aveva subito a Capitol durante la Ribellione, era stata la ciliegina sulla torta.
Quell'esperienza così brutale l'aveva sconvolto psicologicamente e c'era voluto un anno di sedute per ridurre quelle crisi che puntualmente venivano a fargli visita.
All'inizio erano molto più serie e frequenti.
Le prime volte in cui le aveva quando era vicino a me, cercava ogni volta di allontanarsi il più possibile per non farmi del male, e io non facevo niente per impedirglielo.
Man mano che imparavo a riconoscere la sua espressione così debole e sofferente quando stava per avere una crisi, cresceva in me il desiderio di non lasciarlo solo, ma di tenerlo stretto a me fino a che non fosse passata e lui non si fosse tranquillizzato.
Così un giorno lo feci.
Eravamo distesi e abbracciati in riva al lago, lo stesso in cui, quand'ero bambina, mio padre mi aveva portato.
D'improvviso, sentii chiaramenteil corpo di Peeta irrigidirsi di fianco al mio,  prima che lui si alzasse di scatto tenendosi la testa tra le mani e indietreggiando velocemente.
"Allontanati, Katniss. Vai via, ti prego." sussurrò con voce strozzata.
Mi feci coraggio e lo guardai, alzandomi, cercando di ignorare il ricordo delle sue grandi mani attorno al mio collo.
Mi strofinai via l'erba dai pantaloni e cominciai ad avvicinarmi a lui, con le mani alte davanti a me, pronte a fare da scudo a eventuali colpi.
"Vattene Katniss!" stavolta gridò, ma la voce gli tremava ancora.
Non gli diedi ascolto e continuai ad avvicinarmi fino a che non mi trovai abbastanza vicino da poterlo toccare.
Spostai la mia mano destra sulla sua e gliela strinsi, prima di scostargliela dal volto.
Feci lo stesso anche con l'altra, e poi, con due dita, gli alzai il mento per poterlo guardare in quei suoi fantastici occhi azzurri.
Quegli occhi che amavo e che adesso mi guardavano, in un misto di rabbia e preoccupazione.
Di slancio lo abbracciai e lui, preso alla sprovvista, s'irrigidì ancora di più.
"Non ti lascio, Peeta. Sono qui e non ti lascerò affrontare tutto questo da solo".
Dopo queste parole, percepii i suoi muscoli rilassarsi e, due secondi dopo ero di nuovo lì, tra le sue braccia, che lo stringevocon tutta la forza che avevo in corpo.
Eravamo ancora abbracciati, la sua testa sulla mia spalla, quando sentii le sue labbra sfiorarmi l'orecchio, per poi sussurrare :
 "Tu mi ami. Vero o falso?"
"Vero" sussurrai io, prima di allontanarlo quel tanto che bastava per potermi impossessare della sua bocca.
Scuotei la testa, cercando di concentrarmi.
Peeta era molto migliorato da quella volta, ma la crisi di due settimane faera stata davvero brutta.
Non gli era mai capitato di stare svenuto così a lungo, ne ero certa, perchè eravamo sempre insieme quando succedeva.
E quello che aveva visto, poi.
Sicuramente io e Gale, visto come mi ha attaccato.
Certo che non capisco, cioè va bene allucinazioni, ma ha davvero creduto, anche solo per un momento, che io l'avessi tradito? Io? Con Gale tra l'altro.
Non sono assolutamente il tipo che va con il primo che passa, e Peeta lo sa bene.
"Ma Gale non è il primo che passa"
Sta zitta stupida vocina nella mia testa.
E' vero, c'è stato un tempo in cui Gale è stato più di un semplice amico, ma non è più così da due anni ormai.
Ma come ha potuto pensare di non essere il padre del bambino?
All'improvviso mi rendo conto della fragilità di Peeta.
Quando eravamo nell'arena tutti erano convinti che io fossi quella forte e lui il debole.
Ma la verità è che io ho sempre creduto il contrario, perchè Peeta è sempre stato essenziale per me. Questo pensiero mi fa tornare in mente le parole che avevo sentiro dire da Gale, a Peeta stesso, quella notte, quando c'eravamo accampati sotto il negozio di Tigris, dopo la morte di Finnick "Tra noi due, Katniss sceglierà quello che ritiene indispensabile per la sua sopravvivenza".
E io avevo scelto lui, il Ragazzo del Pane.
Perchè lui è stato l'unica spalla su cui potevo piangere, l'unica roccia a cui potevo aggrapparmi.
E solo ora mi rendo conto di non essere l'unica piena di contraddizioni.
Perchè si, Peeta è stato tutto questo per me, ma contemporaneamente è così.. insicuro.
E non è colpa sua, sono state quelle.. persone, se così si possono chiamare, a renderlo vulnerabile.
Di colpo mi rendo conto di quanto egoista sono stata.
Ho sempre dato per scontato di essere quella più "messa male" della coppia, quella che aveva perso di più, che aveva sofferto di più, che aveva gli incubi peggiori.
Ma non mi ero mai resa veramente conto di quello che aveva passato Peeta.
In questi ultimi due anni, io non ho avuto molti incubi perchè dormivo praticamente sempre con lui, ma non ho mai pensato che per lui fosse lo stesso.
I suoi genitori e i suoi fratelli, tutta la sua famiglia era morta.
Aveva sofferto per questo, e anche perchè aveva paura di perdere me, e io non l'avevo mai aiutato a sfogarsi, non mi ero mai accorta del fatto che il suo dolore fosse così incontenibile, e adesso mi sembrava ovvio che dopo quell'ultima crisi fosse esploso così.
Non gli avevo mai assicurato che sarei restata, perchè mi sembrava scontato. Non avevo capito che per lui era importante sentirselo dire.
Mi dò della stupida, per non aver capito ciò di cui Peeta aveva bisogno.
Certezze, solo quelle.
La certezza di essere amato, di essere l'unico, di aver avuto un passato orribile, di averlo superato e di avere uno splendido futuro con me e nostro figlio.
Nostro figlio.
Suona così strano.
Io, Katniss Everdeen,sempre stata sfavorevole a far vivere i miei figli in questo mondo, neanche vent'anni, del Distretto 12, vincitrice dei Settantaquattresimi Hunger Games e simbolo della Rivolta che ha portato i distretti di Panem verso la libertà, sono incinta.
Alla fine ho ceduto, sono andata contro i miei ideali.
E, sembra strano, ma ne sono felice, anche se parecchio spaventata.
Sarò madre, avrò un figlio con Peeta.
D'un tratto la mia mente ritorna alla nostra litigata e al fatto che probabilmente il padre di mio figlio non vuole più avere niente a che fare con me, anche se in realtà non ho fatto niente.
Devo rimediare a questo casino, e servirà un altro dei miei piani geniali.


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Vengo in pace, non uccidetemi!
Ok, lo so che sono imperdonabile per il mio ritardo, ma a mia discolpa dico che ero in vacanza e non avevo la connessione a internet!!
Cooooooomunque, sono tornata yeee.
Ehm, ok scusate.
Allora, come vi è sembrato il capitolo?
Devo dire che è stato un po' un parto, ma sono più o meno soddisfatta del risultato.
Chiedo scusa per eventuali errori grammaticali, ma sono un po' di fretta e devo scappare!!
Lasciate un recensioninainaina?? Grazie mille di tutto il supporto che mi state dando, non ce la farei senza anche solo uno di voi <33
Graziegraziegrazie, alla prossima (il più presto possibile!),
un bacione,
katnisspeeta_krlove <333

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Capitolo 15
*** La verità può fare male. ***


Quella mattina fui sbegliata dall'insistente ticchettio della pioggia contro la finestra del soggiorno.
Mi tirai su a fatica dal divano, stiracchiando i muscoli delle gambe e delle braccia intorpiditi dal sonno.
"Strano" pensai stropicciandomi gli occhi, "di solito non mi addormento mai sul divano. Questa gravidanza mi sta decisamente scombussolando".
Dopo svariati tentativi falliti, riuscii finalmente ad alzarmi dal divano e, facendo leva con le braccia, mi ritrovai magicamente in piedi.
Tutta colpa del mio pancione di otto mesi.
Ancora in vestaglia dalla sera prima e con i capelli tutti arruffati, mi avviai verso la cucina, da cui proveniva un fantastico profumo di frittelle.
"Amore, che stai facendo?"
chiesi ammirando il profilo di quello che tra pochi mesi sarebbe diventato mio marito, mentre cercava di prendere una tazza dal ripiano più alto della nostra credenza.
Si girò di scatto, evidentemente sorpreso dalla mia presenza
"Ehi, non ti ho sentito arrivare." si avvicinò sorridendo "comunque ti stavo preparando la colazione, amore"
mi diede un caldo bacio sulle labbra "ti ho svegliato, mi dispiace" continuò passando una mano tra i miei capelli.
"Non ti preoccupare, è tardi" lo rassicurai, dando una sbirciatina all'orologio da muro esposto sopra l'arco della porta, che segnava le undici e mezzo
"ho dormito anche troppo. Tuo figlio mi sta modificando tutti gli orari" sorrisi a mia volta, cingendogli il collo con le mani, nello stesso momento in cui lui avvolse i miei fianchi con le sue, facendo aderire i nostri corpi per quanto la mia enorme pancia gli permettesse.
Avvicinò la bocca al mio orecchio, sussurrando sensualmente "Come mai quando fa qualcosa che non ti va bene diventa solo mio figlio?".
Risi con lui, per poi restituirgli il casto bacio che mi aveva dato poco prima.
"Sei mia." disse, tornando serio, incatenandomi con quello sguardo così magnificamente azzurro.
Gli diedi un altro bacio a fior di labbra, prima di prendere la sua mano e poggiarla sul mio ventre tondo, accanto alla mia.
"Ci apparteniamo, e sarà così per sempre" risposi convinta.
Stavo osservando le nostre mani unite sopra il mio pancione, quando notai qualcosa di strano in quella di Peeta.
All'improvviso non era più quuella grande, forte, ma delicata di una artista-fornaio, ma si era trasformata in quella callosa e coperta di cicatrici di un soldato.
Alzai immediatamente gli occhi, sapendo già quali avrebbero incontrato: non più quelli azzurri e profondi di Peeta, ma un paio di grigi, gemelli dei miei.
I capelli da biondi erano diventati del colore del carbone, mentre i lineamenti erano stati stravolti completamente.
D'istinto ritrassi la mano ed indietreggiai, fino a che la mia schiena non urtò il freddo muro della cucina.
Gale, davanti a me, scuoteva la testa, indignato.
"Non cercare di scappare, Catnip. Tanto ti prendo" esordì, con un sorriso tanto maligno sul volto, da farmi gelare il sangue nelle vene.
"Sai, potrei dire che mi dispiace che il figlio del fornaio ti abbia scaricato, ma non voglio mentire.
E' brutto sentirsi dire bugie.
Specialmente dopo che il padre di tuo figlio di ha dato della sgualdrina, giusto Kat?
"
continuò, guardandomi fisso negli occhi.
"Chiudi la bocca, tu non sai niente" sibilai, fulminandolo con gli occhi, mentre sentivo la mano prudere, tanta era la mia voglia di tirare un cazzotto alla persona davanti a me.
"Ehi, non guardarmi così.
E poi io so, Catnip.
So di cosa ti ha accusato.
Insomma, è convinto che il figlio sia mio, quindi che tu lo abbia tradito , quindi che tu sia una.. facile.
E' andata così, no?
" mi guardò come se volesse davvero una risposta, per poi continuare con il suo discorso.
"Non prendertela, io te l'ho detto perchè voglio farti affrontare la realtà, e non voglio mentirti, anche se tu l'hai sempre fatto con me.
E non dire di no. Per anni e anni mi hai illuso, facendomi credere di provare qualcosa per me.
Questo almeno fino a che non hai conosciuto quel patetico uomo e ti sei innamorata di lui, dimenticandoti della mia esistenza!
".
Mi guardò in cagnesco, non l'avevo mai visto così arrabbiato.
"Gale, questo non è vero, io non.." tentai, ma fui subito interrotta
"TACI! Non ti è mai interessato niente di me e del mio cuore spezzato, a te è sempre e solo importato di te stessa!" sputò queste ultime parole, che mi colpirono come un pugno in pieno viso.
Il peso delle parole di Gale, mi schiacciò come un macigno, tanto che le gambe mi cedettero, costringendomi in ginocchio.
"I-io" balbettai, incapace di trovare le parole.
"Mi dispiace, Gale" fu tutto quello che riuscii a dire.
Lui si avvicinò a me, piegandosi sulle gambe per arrivare alla mia altezza.
"Anche a me dispiace, perchè ti ho amata. Ma tu e questo essere che vive dentro di te, dovete essere tolti di mezzo" digrignò i denti, per poi allungare la mano sinistra verso il bancone della cucina, per poi afferrare il coltello che vi era appoggiato sopra.
"Dì addio a tuo figlio, Catnip" sussurrò sadico prima di affondare il coltello nelle mie carni, conficcandolo nel mio ventre.
Lanciai un grido di dolore e caddi in avanti,le mani che tentavano invano di bloccare il sangue che sgorgava dalla profonda ferita, ma fui subito rimessa dritta da Gale, che aveva appena estratto il coltello.
"Meno uno" sorrise perfidamente, era fuori di sè
"in nome di quel che resta del mio amore per te, non ti ucciderò come ho fatto con quella cosa che chiamavi figlio, ma sarò.. originale.
Hai sempre avuto un debole per i senza voce, vero?
"
chiese retorico mentre si avventava di nuovo su di me.
Mi svegliai tutta sudata nel mio letto, con le lenzuola aggrovigliate intorno alle mie gambe.
Udii dei passi veloci salire le scale e, qualche secondo dopo, la porta della mia camera si spalancò, rivelando la figura minuta di mia madre, tutta trafelata e con i capelli scompigliati dalla corsa.
"Tesoro! Stai bene?! Mi hai fatto prendere un colpo, hai cacciato un urlo lancinante!" parlò tutto d'un fiato, con la faccia ancora sconvolta.
"Mi dispiace mamma, non volevo spaventarti. Era solo uno dei miei soliti incubi" la tranquillizzai, abbassando lo sguardo
"Ma, piccola.. pensavo ti fossero passati! Non mi hai più detto niente, pensavo non li avessi più" disse, scostandomi una ciocca di capelli dalla fronte sudata.
"Non li avevo più. Tornano solo quando.. quando Lui non è con me" risposi, evitando accuratamente di pronunciare il Suo nome.
Mamma si guardò attorno, come se si fosse accorta solo adesso della Sua assenza.
"Oh, è vero" riprese infatti lei "dov'è Peeta, cara?"
BAM. Il suo nome ebbe lo stesso effetto di uno schiaffo.
In quel momento ripensai al mio sogno e istintivamente mi tastai il ventre con entrambe le mani, per essere certa che non ci fosse nessuno squarcio e che mio figlio fosse ancora lì, al sicuro dentro di me.
Sospirai di sollievo quando constatai che era tutto perfettamente normale.
E in quell'istante realizzai che non avevo ancora dato la notizia a mia madre.
"Ehi, piccola, tutto ok? Avete litigato?" chiese guardandomi negli occhi.
"Si, no, cioè si, abbiamo litigato e lui se n'è andato.
E' stata tutta colpa di una delle sue crisi, che è stata inspiegabilmente più violenta del solito...
Aspetta una attimo, ma adesso che ci penso, che ci fai tu qui, mamma?
" chiesi stranita
"Oh, ero venuta per avvertirti che io e Chris partiamo domani per la luna di miele, perchè a quanto pare Finn sta meglio!" rispose lei, un sorriso ad illuminarle il volto.
Mamma e Chris avevano posticipato abbondantemente la luna di miele, perchè il piccolo Finnick si era preso una polmonite e così il mio patrigno,
estremamente preoccupato per la salute del suo unico e adorato nipotino,
l'aveva fatto stare sotto le cure di mamma per più di un mese,
fiducioso nel suo talento di guaritrice che, a quanto pare, non aveva fallito nemmeno questa volta.
"Oh, è fantastico mamma, davvero" cercai di mettere un po' di entusiasmo nella voce, ma non ci riuscii granchè, anche se mia madre non parve accorgersene
"Lo so, vero?" iniziò lei, sinceramente eccitata per l'imminente viaggio.
"Oddio, t'immagini? Non vedo l'ora di uscire un po' da questo distretto, di stare con Chris, insomma andrò in luna di miele a Capitol, potremo visitarla, ci divertiremo un sacco, oh, devo ricordarmi di chiedere gli indirizzi per poter spedire le cartoline e.."
"Sono incinta" mi uscì così, di getto, lo dissi senza neanche pensarci.
Mia madre finalmente interruppe il suo discorso e riprese fiato, guardandomi sconvolta.
"Cos.. cosa hai detto, scusa?" chiese fissandomi con l'aria di chi ha appena ricevuto una mazzata in testa.
"Aspetto un bambino da Peeta, mamma. Sono incinta." ripetei.




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Salve a tutti! Come vi stanno andando le vacanze??
A me tutto bene, mare montagna, ho fatto un po' di tutto ;)
Aaaaaaaaallora, piaciuto il capitolo?
Non chiedetemi da dove l'ho tirato fuori, sono impazzita, così, di punto in bianco, ed è uscita questa cosa :)
Comunque spero vi sia piaciuto!!
Beh, davvero non so cosa dirvi se non GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!!
Davvero, è un piacere immenso leggere le vostre recensioni e ringrazio ognuno di voi, davvero, grazie infinite!
Ora vado, se mi lasciate qualche altra recensioncina mi fate un ENORME piacere ;) <3 <3 
A presto, grazie di cuore a TUTTI,
un bacio,
katnisspeeta_krlove <3

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