Se non ci mette troppo, l'aspetterò tutta la vita

di SvaneH
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontri ***
Capitolo 3: *** Ironia ***
Capitolo 4: *** Silenzio ***
Capitolo 5: *** Turbamento ***
Capitolo 6: *** Ex ore tuo te judico ***
Capitolo 7: *** Chi vuole ingannare il prossimo, inganna sè stesso ***
Capitolo 8: *** Homo homini lupus ***
Capitolo 9: *** Quid dulcius quam habere, quicum omnia audeas sic loqui ut tecum? ***
Capitolo 10: *** A volte da una sola scintilla scoppia un incendio ***
Capitolo 11: *** L'amore? Un'illusione ***
Capitolo 12: *** Faccio quello che voglio! ***
Capitolo 13: *** Festeggiamenti ***
Capitolo 14: *** Soffrire non è un vantaggio ***
Capitolo 15: *** Dolci menzogne, incontri esasperanti e ... ***
Capitolo 16: *** Ti odierò, se posso, se no ti amerò controvoglia ***
Capitolo 17: *** Tra feste di fidanzamento, risate e pensieri assassini ***
Capitolo 18: *** Matrimonio con sorpresa ***
Capitolo 19: *** Epilogo: Sempre! E' una parola tremenda. Per di più, senza un senso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nelle leggende terrestri, io sono descritto come il Dio dell’Inganno, il Mentitore, o il Dio del Caos.

Colui che si diverte a progettare e mettere in atto malefatte, di qualsiasi tipo.

Colui che ama crogiolarsi nel dispetto.

Colui che, con le parole, riesce ad ottenere qualsiasi cosa.

Colui che porta il male.

Colui che ha la colpa di tutto ciò che di male accade.

 

Nelle leggende terrestri, è anche narrato di come tutto ciò serva a mantenere l’equilibrio dell’universo.

Io sono il male necessario; il male che permette l’esistenza del bene.

Io commetto azioni malvagie perché devo.

Io commetto azioni malvagie per il bene del bene.

 

Nelle leggende terrestri, sono anche sposato, con una donna.

Sigyn.

Mia moglie mi aiuta e sostiene in ogni cosa.

Non mi rimprovera nulla.

 

Le leggende terrestri dicono molte cose su di me.

Non tutte sono false.

 

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Buon Salve, cari lettori. Questa fan fiction sarà incentrata sul rapporto Loki/Sigyn; ma ovviamente compariranno anche gli altri personaggi come Thor, Odino eccetera.

Ora, questo è solo un piccolo prologo, una specie di introduzione ai pensieri di Loki; spero vi abbia incuriosito :)

Spero di aggiornare presto, poichè la storia la scrivo giorno per giorno.

Lasciate un commento, se vi va, mi farebbe piacere sapere cosa pensate di queste poche righe :)

Alla prossima!

 

P. S. L'ispirazione per questa storia è nata leggendo “Hymeneal” di _Eleuthera_ (link: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=1102785 ); ve la consiglio caldamente; è davvero splendida :)

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Capitolo 2
*** Incontri ***


Ci eravamo sfiorati nel più importante dei modi: per caso.

(Bach)

 

 

 

La prima volta che si incontrarono, avevano appena sei anni.

Un incontro casuale e fugace; in un soleggiato pomeriggio estivo.

-Loki, questa è Lady Sigyn, figlia di Lord Halvorsen. Perchè non le fai un po' di compagnia?- la dama di corte l'aveva presentata con un sorriso, e si allontanò velocemente, dopo aver obbedito agli ordini della Regina.

I due bambini si osservarono attentamente: la piccola aveva i capelli neri che sfioravano le spalle, e caldi occhi marroni che colpirono Loki per la sua dolcezza.

Lei, d'altra parte, studiava con curiosità il piccolo principe, già ammaliata da quello sguardo penetrante e dal colore indefinito, di un gelido verdazzurro.

-Perchè vuole che giochiamo insieme?- domandò Loki. Già a quell'età, non si preoccupava di porre domande a volte un po' scomode.

-Non lo so. Io però ho voglia di giocare; vuoi?

Il bambino scrollò le spalle -Va bene.

Passarono il pomeriggio insieme; trascorso il primo momento di imbarazzo era già nata una certa complicità.

-Ci vediamo domani?- domandò sorridendo Loki.

-Certo!- rispose entusiasta la piccola Sigyn, e lo salutò con un bacio su una guancia, espansiva.

Lui arrossì, e la guardò allontanarsi verso la sua dama personale con un misto di piacere e imbarazzo.

 

In realtà, quel domani non arrivò mai.

Loki apprese la notizia della partenza di Sigyn all'ora di pranzo, dopo averla aspettato invano in giardino per tutta la mattina.

-Mi dispiace, tesoro. Ma era qui solo per accompagnare suo padre; non pensavo foste già così amici. Potrai sempre rivederla in futuro.- lo consolò la madre.

Il piccolo annuì, triste.

Dovette passare qualche giorno prima che si dimenticasse dell'accaduto.

 

 

Il secondo incontro avvenne anni dopo; e ormai nessuno dei due aveva più memoria dell'altro.

Odino aveva indetto una festa in onore del sedicesimo compleanno di Thor, a cui era invitata tutta la nobiltà del regno.

-Fratello, andiamo. Sai che dobbiamo presentarci insieme, e siamo già in ritardo.- Loki provò a spronare il fratello, intento ad aggiustarsi l'abito di fronte allo specchio.

-Ecco, sono pronto.- rispose in fretta Thor, e uscirono velocemente.

Sulla soglia della sala, si scambiarono un'occhiata complice e fecero la loro entrata trionfale, mentre gli invitati scoppiavano in un applauso in loro onore.

-Tutto questo è per te, lo sai vero?- sussurrò Loki sorridendo alla folla, mentre si dirigevano ai loro posti riservati a tavola per cominciare il banchetto.

-Anche per te.- ribattè Thor salutando gli amici in lontananza.

Il fratello più piccolo rise -Oh, no. Io vengo dopo, specie oggi. Il grande Thor compie sedici anni, è lui il fulcro della festa.- mormorò, e il futuro re ammiccò mentre si sedevano.

Avevano appena cominciato a mangiare, che Loki notò una ragazza mai vista prima: seduta all'altro capo del lungo tavolo, indossava un abito beige che le risaltava lo sguardo, i capelli neri raccolti in un elegante chignon. Si voltò, come sentendosi osservata, e i loro sguardi si incrociarono: Loki arrossì leggermente, ma mentenne un certo contegno e la salutò con un inchino del capo, che lei ricambiò.

-Chi è quella ragazza?- domandò poi a Thor, incuriosito.

Il fratello maggiore la osservò, e aggrottò le sopracciglia, perplesso -Sinceramente non lo so, fratello. Ti piace?- e ammiccò.

Loki scosse la testa, sorridendo -Sei sempre il solito.

-Andiamo, Loki. É bella e sembra anche simpatica … perchè non ci provi?

-Perchè io non sono te, Thor.

La risposta lo stupì -Che vuol dire? Sei un principe, elegante, bello e intelligente. Le ragazze farebbero la fila per uscire con te, solo che tu non le calcoli!

-Non hai la corretta percezione della realtà. Le ragazze fanno la fila per uscire con te, non con me. Ma non parliamone più, per favore; è un discorso sciocco.- Loki interruppe la discussione bruscamente, e Thor lo osservò, perplesso, ma la riflessione non era il suo forte: nel giro di un paio di minuti, stava già ridendo sguaiatamente con Volstagg.

Loki, d'altra parte, lanciava continue occhiate alla ragazza, rimuginando sulle parole di poco prima.

Thor non si rende conto. Lui sarà re un giorno, mentre io sono solo il fratellino minore, che non possiede nemmeno la metà della sua atleticità e del suo spirito. Sono la brutta copia, dedita alla magia e senza muscoli. Nessuna ragazza si interesserebbe a me.”

Immerso in questi amari pensieri, non si accorse che la ragazza si era avvicinata e ora sedeva accanto a lui.

-Principe Loki?- si sentì chiamare da una voce femminile un po' timida, e si voltò, rimanendo subito sbalordito nel vedere l'oggetto delle sue occhiate che gli sorrideva.

-Oh. Salve, Lady …?

-Sigyn. Ti ricordi di me? Abbiamo giocato insieme da bambini; una volta.

E in quell'istante Loki si ricordò di lei, la bambina che aveva aspettato sotto l'albero più grande del giardino per un'intera mattina, impaziente di mostrarle un trucco di magia che aveva imparato la sera prima. E fu felice di riconoscerla.

-Lady Sigyn, è un piacere rivederti.- sorrise, e le baciò la mano, facendola arrossire.

-Ti andrebbe un ballo?

Ballarono insieme, scambiandosi qualche parola, e passarono la serata a scherzare, sotto lo sguardo compiaciuto di Odino e Lord Halvorsen, che premeditavano già il risvolto che avrebbe potuto avere quell'incontro.

Vennero interrotti da Frigga in persona -Figliolo, devi fare il discorso.- lo richiamò dolcemente, e scusandosi, Loki andò al fianco del padre, mentre calava il silenzio.

-Stasera, siamo qui riuniti per festeggiare il compleanno di un individuo molto importante, per noi e per l'intera Asgard. Vorrei quindi fare un augurio speciale a mio fratello Thor, la persona più importante per me: auguri fratello; gratulerer med dagen!- esclamò sorridendo, e la sala scoppiò in un applauso mentre Thor saltava addosso al fratellino, stritolandolo in un abbraccio.

Odino li osservava, sorridente.

Loki sarebbe un ottimo re” pensò poi, nel vederlo prendere in mano la situazione e inchinarsi cerimoniosamente ai presenti che si congratulavano per le sue belle parole.

Purtoppo, Loki non sarebbe mai venuto a conoscenza di questo pensiero.

 

La festa finì ore dopo, e Loki salutava cordialmente gli ospiti, cercandone una in particolare.

-É stata una splendida serata.- la voce che aspettava parlò dietro di lui, e si girò di scatto, sorridendo.

-Mi compiace che ti sia divertita, Lady Sigyn.

-Quante cerimonie, Principe Loki. Chiamami semplicemente Sigyn.

-E sia, ma tu dovrai rivolgerti a me solo col mio nome.

-D'accordo. Allora … buona notte, Loki, e grazie dell'invito. Io e mio padre ci siamo molto divertiti, e speriamo di ripetere la visita.

-Grazie a voi per essere venuti.

Si sorrisero, e la ragazza si allontanò al fianco del padre, che sorrideva compiaciuto.

Come dieci anni prima, sperò di rivederla dopo poco tempo: ma, come dieci anni prima, ciò non sarebbe accaduto.

Non immaginava neanche il motivo che avrebbe deciso il loro ultimo incontro.

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autore:

Ancora salve, lettori! Spero che questo primo capitolo non vi abbia deluso: voglio andare con calma e ho preferito raccontare i primi, decisivi incontri tra Loki e Sigyn.

Scusate se il capitolo è troppo corto, ma il motivo è lo stesso scritto sopra :)

Ho voluto far notare il carattere introspettivo di Loki, e sottolineare come si sentisse già inadeguato nei confronti del fratello; spero di non aver fatto un pasticcio.

Infine, grazie a chi ha recensito e inserito la storia fra le seguite/ricordate :)

 

P S Il titolo, come qualcuno di voi ha già notato, è una citazione di Oscar Wilde, uno dei miei scrittori preferiti; da “L'importanza di chiamarsi Ernesto”.

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Capitolo 3
*** Ironia ***


Aveva questo modo di proteggere i suoi sentimenti sotto strati di cinismo e ironia: a volte ci riusciva così bene da farli languire nell'ombra finchè erano perduti.

(A. De Carlo)

 

Asgard.

Stranamente, deserta.

Loki si guardò attorno, perplesso, e Thor rispose alla sua domanda inespressa -Padre ha espressamente chiesto che nessuno assistesse al nostro ritorno. Non voleva creare turbamento.

Da sotto la museruola, le labbra del Dio si stirarono in un sorriso sarcastico.

“Ovviamente, meglio non inquietare la popolazione con la vista del figlio degenere legato e imbavagliato pronto per la forca.” pensò, amaro.

 

Nella sala del trono, Odino era seduto al suo posto; a fianco a lui, sua moglie Frigga, impaziente di rivedere il figlio minore.

Appena entrarono trattenne il respiro, sbigottita nel vederlo imbracato in quel modo. Lanciò un'occhiata supplichevole al marito, che annuì, e con uno sguardo ordinò a Thor di liberarlo.

Loki si massaggiò la mascella indolenzita con una mano, i polsi arrossati dal segno delle manette appena tolte.

Incontrò lo sguardo della madre, triste e pieno di speranza al tempo stesso, e con un groppo alla gola lo distolse in fretta, posandolo su Odino.

-Loki Odinson. Ti trovi qui per essere giudicato secondo la giustizia asgardiana in base ai tuoi crimini. Domani avverrà il processo. Ora, come misura cautelare, sarai condotto in prigione.

Il soggetto della frase non disse niente, si limitò a sorridere, un sorriso amaro e di scherno.

-Non hai nulla da dire?- domandò il Padre degli Dèi dopo un attimo di silenzio.

-Nulla che vi piacerebbe sentire.- rispose, arrogante, e tacque.

-Neanche a tua madre?- mormorò la voce di Frigga, e Loki sussultò, voltandosi verso di lei, uno sguardo tormentato negli occhi gelidi.

Abbassò il capo e non rispose.

Odino lo fissò, poi con un cenno della testa ordinò alle guardie di condurlo in cella.

 

Le guardie circondavano Loki, di nuovo imbavagliato e ammanettato, per evitare che fuggisse nel percorso che conduceva alle prigioni.

Non c'era nessuno in giro, nemmeno dentro la reggia: a quanto pare, gli ordini di Odino erano stati eseguiti alla perfezione.

O forse no.

Svoltarono l'angolo e Loki, che guardava verso il basso, sentì un'esclamazione di sorpresa.

Una voce femminile.

Alzò lo sguardo di scatto, e incrociò quello di due caldi occhi marroni che lo fissavano, con un misto di terrore e profonda tristezza.

Avrebbe riconosciuto quello sguardo ovunque.

Sigyn.

Stava quasi per pronunciare il suo nome, ma la museruola glielo impedì.

Frustrato, continuò a fissarla, incatenandola ai suoi occhi, ma una guardia interruppe il contatto.

-Lady Sigyn, deve andarsene. Stiamo scortando un prigioniero pericoloso; non dovrebbe nemmeno trovarsi qui.

La ragazza esitò a rispondere, e quando parlò fu con un tono timoroso -Sì, mi scusi. Vado subito.

Si allontanò immediatamente, con un'ultima occhiata a Loki, e sparì.

Ripresero a camminare, ma il Dio dell'Inganno non pensava più alla destinazione dei suoi passi.

Vecchi ricordi gli tornarono in mente …

 

-Principe Loki?

Una voce femminile un po' timida.

Si voltò, irritato per l'interruzione dei suoi pensieri, e si trovò davanti la ragazza oggetto di essi.

Sgranò gli occhi per la sorpresa -Oh. Salve, Lady …?

-Sigyn. Ti ricordi di me? Abbiamo giocato insieme da bambini, una volta.

Si ricordava. Improvvisamente, gli balzò alla mente l'immagine di un sé stesso più piccolo, che rideva spensierato in compagnia di una bambina mora e allegra.

-Lady Sigyn, è un piacere rivederti.

Le baciò la mano, e lei arrossì.

Era bella quando arrossiva.

La invitò a ballare, e lei accettò.

Scesero in pista con eleganza, ballando lentamente, sotto gli sguardi compiaciuti dei rispettivi padri e del resto della folla.

Parlavano.

Era incredibilmente facile discorrere con lei, e di qualsiasi cosa.

Non si sentiva giudicato, o sottovalutato.

Nei suoi occhi, nessuno sguardo di compatimento o sufficienza.

Solo calore.

-Come mai un principe ereditario così raffinato se ne stava tutto solo in disparte?- domandò lei ad un certo punto, ammiccando leggermente.

Lui fece un sorriso sghembo -Non sono mai stato l'anima delle feste. Mio fratello Thor sì, e oggi più che mai.

-Non ti piacciono le feste?

-No.

-Come mai?

Lui scrollò le spalle -Preferisco la solitudine, o la compagnia di poche persone.

-Non ti do torto.

-Condividi la mia idea?- domandò lui, sorpreso, alzando un sopracciglio.

Lei rise -Certo. Non conosco più della metà della gente solitamente presente, e si deve sempre mantenere un certo comportamento, o contegno. Non le sopporto. Mi fa piacere sapere che c'è qualcuno che la pensa come me.

Loki sorrise, e lei ricambiò.

-Figliolo, devi fare il discorso.- lui si voltò, sentendo la voce di sua madre a poca distanza, e scusandosi con Sigyn si accomodò in piedi al fianco del padre, pronunciando poche ma sincere parole di affetto e di auguri verso il fratello maggiore.

 

Una spinta, un rumore sordo e Loki era dentro la cella, le mani libere dalle manette, la museruola sempre al suo posto.

Ringhiò di frustrazione, rabbia repressa e dolore, rivedendo quelle immagini vivide nella sua testa e contrapponendole allo sguardo terrorizzato e triste di poco prima.

Chiuse gli occhi, sedendosi sul pavimento freddo, ritornando ancora a quei momenti …

 

-Grazie della sua partecipazione, Lord Nilsen.

-É stata una splendida serata.

Quella voce.

Si voltò di scatto, sorridendo.

Quegli occhi.

-Mi compiace che ti sia divertita, Lady Sigyn.

-Quante cerimonie, Principe Loki. Chiamami semplicemente Sigyn.- ribattè lei arrossendo leggermente, e lui ammiccò.

-E sia, ma tu dovrai rivolgerti a me solo col mio nome.- rispose prontamente.

-D'accordo. Allora … buonanotte, Loki, e grazie dell'invito. Io e mio padre ci siamo molto divertiti, e speriamo di ripetere la visita.

-Grazie a voi per essere venuti.- rispose lui, e si salutarono con un sorriso.

La osservò allontanarsi al fianco del padre, stranamente felice.

Ci rivedremo, Sigyn. Molto presto.”

 

“Non doveva accadere in questo modo. Non così.” pensò furioso, i ricordi che non accennavano a svanire dalla sua testa.

“L'unica che mi considerava degno di stima … ora penserà che sono un mostro. Ma dopotutto, non è questa la mia vera natura?” aggiunse, e avrebbe voluto ridere, per la raccapricciante ironia della situazione.

 

Stava quasi per scivolare in un sonno tormentato e senza sogni, quando una voce lo richiamò.

-Principe Loki?

Una voce femminile un po' timida.

Aprì gli occhi di scatto, alzandosi con un unico, fluido movimento.

“Sigyn.”

La ragazza lo fissava, un sorriso malinconico sul viso.

 

 

 

 

Angolo Autore:

Salve :)

Ecco il nuovo capitolo: spero che vi piaccia e che non risulti frettoloso! É un capitolo di transizione, diciamo, concentrato sui sentimenti e le sensazioni di Loki; dal prossimo le cose si faranno più interessanti, prometto ;)

Vi invito cortesemente a lasciare una recensione, anche piccina picciò, giusto per regolarmi leggendo i vostri pareri sul procedimento della storia; anche critiche costruttive sono ben accette :)

Intanto, grazie a chi ha recensito e a chi mi segue :)

Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Silenzio ***


A volte è meglio essere capiti che avere ragione.

(cit.)

 

“Sigyn”

Lei lo guardò, un'espressione di incibile tristezza sul viso.

-Mi hai riconosciuta, vero?

Lui la fissò, incerto se rispondere o no, poi annuì lentamente.

-Ovviamente.- mormorò lei, e rimase in silenzio ad osservarlo.

Loki ricambiava lo sguardo, accorgendosi con orrore di una cosa: non era più quello che conosceva.

Non era più uno sguardo caloroso e affascinato, di stima e affetto.

Era uno sguardo compassionevole. Di compassionevole tristezza e malinconia.

Assomigliava a quello di Thor e Frigga.

Non lo sopportava.

Sentì un'ondata di rabbia crescergli dentro, continuando a fissare quegli occhi ora così diversi dai suoi ricordi, eppure sempre così maledettamente caldi, cercando di trasmettere tutta la rabbia che sentiva in corpo.

Ringhiò, furioso, e lei fece involontariamente un passo indietro, un guizzo di spavento in quello sguardo al tempo stesso così familiare e così nuovo.

-Loki … -mormorò- Cos'hai fatto per ridurti così?

Anche la sua voce era diversa.

Compassionevole, uguale ai suoi occhi.

Senza smettere di fissarla, strinse le palpebre, pensando la risposta che avrebbe voluto sibilare con tutto l'astio che provava.

“Ho mostrato la mia vera natura, Lady Sigyn.”

Lei sembrò leggergli le parole negli occhi, perchè scosse la testa.

-Tu non sei un mostro, Loki. E nemmeno un pazzo, come continuano a- si interruppe, improvvisamente timorosa di aver rivelato troppo, ma dall'occhiata di lui capì che sapeva benissimo le voci che giravano sul suo conto.

Sospirò -Sono qui per un motivo, comunque.

Lui non reagì, facendo solo un cenno della testa come per invitarla a continuare.

-La Regina desidera che tu abbia questi.- gli mostrò un cuscino e delle morbide coperte.

-É preoccupata per la tua salute. Prendi.

Gli porse gli oggetti attraverso le sbarre, e le loro mani si sfiorarono.

Lei indugiò un attimo, esitante, ma sussultò quando sentì la presa di lui farsi più forte e afferrarle il polso.

La fissava, gli occhi gelidi furibondi.

Lei non si mosse, rispondendo allo sguardo; notando così un luccichio di disperazione in mezzo a tutta quella rabbia.

Sgranò gli occhi, e fece per accarezzarlo, indulgente, ma lui si ritrasse al suo tocco come se scottasse.

Non ho bisogno della tua pietà.” pensò, disgustato e furioso, sia con lei che con sé stesso.

Si girò, dandole le spalle, i doni della madre gettati in un angolo.

Non ho bisogno della pietà di nessuno.”

Sentiva gli occhi di lei trapanargli la schiena, ma non si voltò.

-Allora … io vado, Principe Loki. Se vostra madre la Regina vorrà farvi avere dell'altro, tornerò.

La sentì esitare, sulla soglia dell'uscita delle prigioni.

-Ah, vostro fratello vuole che sappiate che farà qualsiasi cosa per aiutarvi domani, al processo.

Aspettò invano un cenno in risposta che non arrivò e, delusa, uscì.

Loki si voltò lentamente, lo sguardo fisso sulla porta.

Non è mio fratello. Non lo è mai stato.”

 

Era arrivato il momento del processo.

Nella sala del trono, oltre ovviamente alla famiglia reale, erano presenti i nobili di Asgard per consigliare il Padre degli Dèi in caso di dubbio; anche se tutti sapevano che erano lì solo come facciata: nella realtà, l'ultima parola era sempre di Odino.

Loki, ammanettato ma senza museruola, era in piedi davanti al trono paterno, un sorrisetto strafottente sul viso pallido, gli occhi luccicanti di malizia.

Sembrava fosse al processo di qualcun altro, non il suo.

-Siamo qui riuniti per giudicare i crimini di Loki Odinson; compiuti in un arco di tempo che ricopre vari anni. Esordisco ora con la lista di tutto ciò che ha commesso; il Consiglio ascolti attentamente.

Mentre Odino elencava in tono neutro tutte le azioni malvagie commesse da lui, Loki si guardava attorno, accorgendosi con gioia perversa che nessuno aveva il coraggio di reggere il suo sguardo.

Con un sussulto di sorpresa, si accorse che in un angolo, accanto al padre, sedeva Sigyn, gli occhi fissi su di lui.

Era l'unica che lo guardava.

La fissò, costringendola ad abbassare lo sguardo, ma lei non lo fece.

Lui ammiccò, suo malgrado ammirato dalla sua forza d'animo, e si voltò verso il Padre degli Dèi nel sentirlo rivolgersi a lui.

-Loki Odinson, questi i tuoi crimini. Sei pentito di ciò che hai fatto?

Un silenzio di attesa calò sull'intera sala.

L'interessato sorrise, divertito, e rispose tenendo alto il viso, con fare fiero.

-Solo gli sciocchi e i deboli si pentono delle loro azioni, e io non sono nessuno di essi.

Un brusio indignato e di rabbia percorse l'intera sala, ma Loki non ci fece caso, gli occhi puntati su Odino.

Il Padre degli Dèi arricciò le labbra, fissandolo, ma non disse nulla.

-Molto bene -commentò poi- In seguito alle tue parole, mi ritiro per deliberare.

Una voce si levò dalla folla -Padre degli Dèi, la pena per questi crimini sarebbe la morte. Non crede che …?

Odino lo fulminò con lo sguardo, senza nemmeno girarsi -Non condannerò alla pena capitale uno dei miei figli senza prima riflettere. Mi ritiro. Il processo continuerà tra un'ora.

Uscì dalla sala tra un silenzio ostile, accompagnato dalla moglie e dal figlio maggiore, che scoccò a Loki un'occhiata che voleva essere rassicurante.

Lui lo ignorò.

Mentre aspettava il verdetto, Loki lanciava di tanto in tanto delle occhiate alle persone presenti, specie a Sigyn, che lo osservava con lo stesso sguardo triste del giorno prima.

Non lo sopportava.

Dopo aver incrociato i suoi occhi malinconici per l'ennesima volta puntò lo sguardo sul trono davanti a sé, incollerito.

 

Un'ora dopo in punto, Odino rientrò nella sala seguito da Frigga e Thor.

Loki lo fissò, mantenendo la maschera di sacastica tranquillità, ma nascondendo un certo timore.

Il Padre degli Dèi aspettò il silenzio assoluto, poi parlò -Loki Odinson, sei stato giudicato colpevole dei crimini commessi nella tua piena capacità di intendere e di volere e non hai ammesso nessun pentimento. Pertanto, come Re di Asgard e dei Nove Mondi, Padre degli Dèi e -esitò un attimo poi continuò- Tuo padre, ti condanno al silenzio perpetuo e alla perdita dei tuoi poteri; almeno fino a quando non ammetterai pentimento e contrizione. Intanto, sarai tenuto costantemente sotto sorveglianza, ma potrai risiedere nei tuoi alloggi. Così ho deciso.

Detto ciò, si sedette faticosamente sul trono, come se pronunciare quelle parole fosse stato oggetto di grande sofferenza.

Immediatamente, esclamazioni di dissenso e indignazione si levarono dai presenti, che pretendevano la pena di morte per un traditore e assassino del suo calibro.

Loki non reagì. Si limitò a fissare Odino, il cuore che batteva all'impazzata, incredulo di essere scampato alla morte.

-Così ho deciso. E come vostro Re, dovrete obbedire ai miei ordini.- lo sentì esclamare, aspro, verso i nobili che lo criticavano.

Dopo queste parole, calò nuovamente il silenzio, e tutti fissarono il Padre degli Dèi.

-Perciò, io, Odino re di Asgard, Padre degli Dèi, privo te, Loki, dei tuoi poteri e della tua voce ingannevole, fino al momento in cui proverai rimorso per le tua azioni riprorevoli.

Puntò lo scettro verso di lui, e subito Loki sentì una sensazione di freddo e la magia abbandonarlo.

Provò a parlare, ma la voce non gli uscì.

Era muto.

Furibondo, alzò il viso per fissare Odino, mentre con un cenno ordinava alla folla di uscire.

Dopo poco, la sala era vuota, a parte la famiglia reale.

 

Thor si avvicinò al fratello come per abbracciarlo, ma lui si allontanò bruscamente, le guance in fiamme, il volto livido.

Odino si rivolse a lui -Era la pena più lieve che potessi darti, Loki.

Tanto valeva farmi morire!” urlò nella sua mente, furioso.

-Non avrei mai potuto condannarti a morte. Sei mio figlio.- mormorò il Padre degli Dèi, e Loki scosse il capo, scoppiando in una risata silenziosa, che lo faceva sembrare un pazzo.

Non sono mai stato tuo figlio.” pensò amaramente scoccando un'occhiata malevola a Thor, che abbassò il capo.

Frigga gli si avvicinò, gli occhi lucidi -Loki, figliolo … ti prego, calmati. Abbiamo fatto il possibile per te … ti abbiamo sempre trattato come un figlio. Perchè ci fai questo?

Lui la fissò, sbalordito di fronte a quelle parole ma specialmente davanti al suo tono di voce supplichevole.

Forse vi siete dimenticati che non posso rispondere, sennò lo farei.” pensò sarcastico, e Frigga annuì, intuendo i suoi pensieri.

-Vieni, ti condurrò nelle tue stanze.- mormorò poi sua madre, e Loki la seguì, senza guardare in faccia nessuno, solo davanti a sé.

 

Finalmente solo nella sua vecchia stanza, Loki rifletteva, seduto sul bordo del letto.

Niente voce. Niente magia.

Detestava ammetterlo, ma stavolta l'avevano davvero fregato: gli avevano tolto le sue armi più preziose; le migliori.

Aveva talmente tanta rabbia in corpo che si alzò e cominciò a camminare per la camera cercando di sbollire, ma non ci riusciva.

Mutismo e assenza di poteri fino all'ammissione di pentimento … ossia, mai.” pensò, furente.

Non aveva alcuna intenzione di pentirsi delle sue azioni.

Se aveva fatto quello che aveva fatto, c'era un motivo.

Anzi, molti motivi.

Ma ovviamente loro non capiscono. Non mi hanno mai compreso appieno, solo giudicato perchè diverso da loro. Non vogliono nemmeno capire! Prova ne è questa punizione ridicola.”

Sentendosi come in gabbia, uscì sul suo terrazzo e si appoggiò alla ringhiera, osservando Asgard sotto di sé.

Notò le guardie nel giardino, che lo fissavano con discrezione, e ripensò a quelle fuori dalla sua porta.

Era circondato.

Sbuffò, e in quel momento sentì bussare alla porta.

Non si voltò nemmeno, mentre avvertiva i passi del nuovo venuto entrare e raggiungerlo.

-Principe Loki.

Si voltò di scatto, trovandosi davanti Sigyn.

Questa donna è un tormento.” pensò irritato, e la fissò, come a chiederle perchè era lì.

-Vostra madre mi ha nominata vostra dama personale; con il mio consenso, ovviamente. Qualsiasi cosa desideriate, dovrete rivolgervi a me. Sarò io a occuparmi di voi, delle vostre stanze e dei vostri bisogni, in qualsiasi momento.

Loki la guardava, stupefatto.

Per la prima volta, era davvero sorpreso.

Annuì, ricomponendosi in fretta.

Lei fece un breve sorriso -Se ha bisogno di qualcosa, me lo faccia presente.

Lui sorrise, un mezzo sorriso ammiccante “Penso proprio che andremo d'accordo, Sigyn. Molto, molto d'accordo.”

 

 

 

 

 

Angolo autore:

Ok, sfogatevi pure a insultarmi xD So che la pena decisa da Odino è alquanto strana, ma ho pensato che, dopotutto, essendo Loki famosissimo per la sua abilità oratoria (motivo per cui gli appioppano la museruola) potesse cascare a pennelo, insieme ovviamente alla perdita dei poteri.

Non lasciatevi però ingannare dall'ultima frase, Loki non si è improvvisamente entusiasmato all'idea di avere Sigyn come cameriera personale, ha un piccolo piano in mente ;)

Per il resto, spero vi sia piaciuto! Lasciate una recensione per dirmi cosa ne pensate, specie sul carattere di Loki che cerco di rendere IC in ogni modo; le recensioni aiutano molto ;)

Grazie ancora a chi mi segue e recensisce :)

Alla prossima!

 

P S Riguardo le citazioni che metto sempre all'inizio di ogni capitolo: amo le citazioni, specie dei miei autori/film/libri preferiti, e cerco di scegliere quella adatta all'argomento trattato nel capitolo, o che riflette meglio i pensieri di Loki, la situazione ecc. Spero che siano chiare a cosa si riferiscono :)

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Capitolo 5
*** Turbamento ***


E dei sentimenti non è così facile liberarsi come delle idee: queste vanno e vengono, ma i sentimenti rimangono.

(A. Moravia)

-Principe Loki, la colazione.

Sigyn entrò nella camera dopo aver bussato un paio di volte, ma senza ricevere alcuna risposta.

Credendo che fosse un tentativo di ignorarla, entrò.

Sussultò quando si accorse che Loki stava ancora dormendo, coricato in posizione fetale sotto al lenzuolo.

Doveva essersi rigirato parecchio, riflettè la ragazza, notando come le coperte fossero quasi del tutto a terra e i cuscini stropicciati.

Si avvicinò, piano, dopo aver posato il vassoio su un tavolino, e lo osservò: aveva i lineamenti distesi, ma le palpebre serrate e i pugni chiusi indicavano che non era rilassato; le labbra ogni tanto si contraevano in spasmi involontari.

Non riuscì a trattenere un moto di pietà, nel vederlo così tormentato anche nel sonno, e gli sistemò le coperte, accarezzandolo sul viso, esitante.

Stranamente, lo vide rilassarsi sotto la sua mano, e sorrise.

Si alzò silenziosamente e sistemò il vassoio sul comodino prima di uscire e richiudere la porta.

 

Loki si svegliò un'ora dopo, non del tutto riposato: gli incubi, anziché i sogni, avevano popolato il suo sonno; come consuetudine.

Si sedette, sfregandosi gli occhi con una mano, e solo allora notò quello che c'era sul comodino.

Osservò il cibo perfettamente preparato con sguardo vacuo, chiedendosi se per caso fosse avvelenato; poi decise che non gli importava. Addentò un pezzo di pane e si alzò, dirigendosi verso la stanza da bagno.

Non udì entrare Sigyn, ed uscì dopo poco con solo un telo lungo i fianchi, ritrovandosela davanti.

La vide sbarrare gli occhi e il suo sguardo scivolare giù, ad osservare il suo corpo; le gote avvampare. Deglutì e subito si voltò, imbarazzata.

-Principe Loki, non … non sapevo che vi foste svegliato. Vostra madre desidera che, appena potiate, scendiate in giardino a passeggiare con lei.

Non lo sentì avvicinarsi e sussultò trovandoselo davanti.

La fissò, gli occhi chiari che la trafiggevano, come a studiarla; poi annuì, e si allontanò, rientrando in bagno.

Sospirò, appena sentì la porta chiudersi, e per la prima volta si chiese se Thor non avesse fatto un errore nel riportarlo ad Asgard.

 

Poco dopo, Loki era nel giardino del palazzo, affiancando la madre nella sua passeggiata.

Non capiva perchè lo voleva lì con lei; non era di molta compagnia, non potendo parlare.

Ma lei sembrava felice così. Si beava della sua presenza, osservandolo attentamente, un leggero sorriso sulle labbra.

Loki invece evitava di guardarla. La sua espressione lo turbava più di quanto volesse ammettere: da una parte lo irritava; dall'altra avrebbe voluto solo abbracciarla e sentirsi al sicuro; come faceva da bambino quando, nel cuore della notte, correva nel suo letto, spaventato dagli incubi.

-Loki, i servigi di Sigyn ti soddisfano?- domandò lei ad un certo punto.

Lui sussultò, non aspettandosi un quesito del genere.

Avrebbe voluto dire di no; prendersi una piccola vendetta personale su quella ragazza dallo sguardo triste, ma non voleva mentire.

Non a sua madre.

Perciò, ricambiò il suo sguardo e annuì, distogliendo velocemente gli occhi dai suoi.

-Spero che tu abbia capito perchè ho scelto lei per questo compito.

Lui la fissò, perplesso, le sopracciglia aggrottate: c'era un motivo? Cominciò ad impensierirsi, ma la madre, notando la sua espressione, lo precedette -Non preoccuparti. Pensavo … che ti avrebbe fatto piacere avere una vecchia amica al tuo fianco, in un momento simile. Ho sbagliato?

L'espressione e il tono di voce con cui formulò l'ultima domanda lo sbigottirono: era davvero preoccupata di aver commesso un errore; un altro errore, con lui.

Avvertì un vuoto allo stomaco e dovette abbassare lo sguardo, sentendo un groppo alla gola.

La preoccupazione di sua madre era sincera.

Non era più abituato ad avere qualcuno che si preoccupasse per lui.

Scosse la testa, stirando le labbra in un mezzo sorriso, e lei si illuminò, felice.

Lo guardò, poi lo abbracciò di colpo, forte; come se temesse di vederlo scomparire da un momento all'altro.

-Oh, Loki … tu non immagini cosa ho provato, quando … Ma è tutto finito; sei qui, ora. E questo è l'importante.- mormorò, gli occhi pieni di lacrime.

Lui rimase impietrito davanti a quell'abbraccio inaspettato, poi si rilassò e, titubante, la strinse a sé.

La sentì singhiozzare distintamente davanti a quel gesto.

E lui si sforzò di non dare retta all'istinto infantile di protezione, di non cedere alle lacrime anch'esso, di pensare alla sua situazione: non voleva, non doveva, mostrarsi debole; specie di fronte a lei.

Rimasero così per un minuto o forse di più; nessuno dei due lo sapeva con certezza, finchè una voce femminile li interruppe.

-Ehm … mia Regina, il Re chiede di voi.- proclamò esitante la sua dama di compagnia.

Con fatica, Frigga si separò dal figlio minore, gli sorrise, sfiorandogli il volto con una carezza, e si allontanò.

Loki la guardò sparire, uno sguardo di tormentata disperazione e rabbia negli occhi, mentre si domandava se non fosse stato meglio che Odino non l'avesse mai raccolto, evitando a tutti dolore e sofferenze.

 

-Principe Loki, il pranzo.- Sigyn gli servì sul tavolo i vari piatti con un gesto cerimonioso, dopo di che si sedette di fronte a lui.

Loki alzò un sopracciglio, osservandola, davanti quel gesto; era chiaro che si stava domandando perchè mai una semplice dama di corte mangiasse con lui.

Lei sorrise, come se avesse capito, e parlò -Vostra madre desidera che io vi faccia compagnia durante le ore dei pasti.

Lui scosse la testa, un sorrisetto di disprezzo, mentre tagliava la carne.

“Ha paura che soffra di solitudine?” pensò, sentendosi quasi in colpa. Sapeva che lo faceva per lui.

-No, solo vuole che ci sia qualcuno che si assicuri che voi vi cibiate. Sa benissimo che non avete problemi a stare da solo … e lo so anch'io.

Loki la fissò, cercando di reprimere la sorpresa: come aveva fatto a …?

Inclinò la testa di lato, senza smettere di osservarla, sospettoso, e la vide sorridere.

-Non vi sto nascondenso nulla. Ho solo intuito i vostri pensieri.

Lui fece una smorfia, a quelle parole, e riprese a mangiare.

Poi gli tornò in mente l'ultima parte della sua frase: lo so anch'io.

La fissò, capendo cosa voleva dire; il cuore che batteva forte.

Lei ricambiò lo sguardo, stavolta stupita.

-C'è qualcosa che non va? La carne non è di vostro gradimento?- domandò, preoccupata.

Loki scosse la testa, continuando a guardarla, e fece un mezzo sorriso.

“Si ricorda.”

Sigyn sorrise, un sorriso aperto e sincero -Molto bene. Allora … buon appetito!- e riprese a mangiare.

Ma lui la osservava ancora, lieto di aver rivisto, per un istante, lo sguardo affettuoso che ricordava.

“Si ricorda.”

Le lanciò un'occhiata veloce, senza che lei se ne accorgesse, e rivide comparire quell'espressione triste che tanto odiava.

Serrò un pugno sotto al tavolo, la fronte aggrottata; ripetendosi che, ormai, lui era un mostro; nulla più.

Ed essendo tale, non meritava il sorriso che tanto amava.

 

 

 

Angolo autore:

Ehilà!

Allora allora, innanzi tutto so che è un capitolo corto, ma capitemi: è incredibilmente difficile parlare di un Loki muto, e poi volevo dare rilievo all'incontro con Frigga e ai primi “dialoghi” con Sigyn. Come potete notare, Loki è sempre diviso in due: da una parte è il Loki ancora affezionato alla sua famiglia, dall'altra vorrebbe solo allontanarsi da loro e da tutti quelli che gli mostrano affetto o compassione (tipo Sigyn). Voglio andare con calma e trattare per bene la cosa, quindi è probabile che anche gli altri capitoli non siano molto lunghi … spero non sia un problema.

Più di tutto spero di riuscire a mantenere Loki IC!

Fatemi sapere i vostri pareri nelle recensioni, che sono un po' scarse … forza, non mangio mica! :)

Grazie a chi mi segue/recensisce!

Alla prossima :)

 

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Capitolo 6
*** Ex ore tuo te judico ***


Verba volant, scripta manent

(cit. medievale)

 

Sto cominciando seriamente ad odiare questo posto.

Se prima Asgard era la mia casa, ora non lo è più.

É praticamente una prigione.

Devo sempre essere accompagnato da qualcuno, se desidero lasciare le mie stanze, anche solo per una passeggiata. E questo qualcuno, di solito, è Sigyn.

Ormai quella ragazza è diventata la mia ombra; non mi abbandona mai.

Per gli Dèi, è incredibilmente irritante.

Desidero solo essere lasciato solo, in silenzio, a meditare; o leggere un buon libro.

E invece no, lei è perennemente al mio fianco; e parla.

Parla sempre!

Sembra quasi che voglia sopperire la mancanza di dialogo da parte mia, con il fiume di parole che straripa ogni giorno, a tutte le ore.

So che è mia madre che vuole questo. Probabilmente pensa che mi aiuti a reinserirmi nella società, a farmi capire i miei errori, a raggiungere l'obiettivo che mi permetterà di riacquistare la voce e i miei poteri e tornare il figlio che ha perso.

Non comprende che il Loki che conosceva non esiste più; soppiantato da un altro, un uomo con desiderio di vendetta e rivalsa.

Forse l'ha intuito, però: le occhiate che mi lancia quando pensa di non essere notata sono più eloquenti di mille parole.

Esprimono tutta la preoccupazione, il dolore e la sofferenza di una madre che si rende conto che suo figlio è perduto. Ma anche la speranza di ritrovarlo.

Speranza vana.

Loki Odinson è morto nell'esatto momento della rivelazione delle sue vere origini, soppiantato da Loki Laufeyson.

Buffo, però.

Rinnegato dai Giganti di Ghiaccio per la mia statura troppo minuta, e trattato con sufficienza dagli Asgardiani per lo stesso motivo; sciocchi tremebondi davanti alla mia profonda conoscenza della magia.

Non capivano allora e non capiscono adesso quello che sono realmente.

Non ho mai desiderato altro che l'approvazione altrui, cercando solo di somigliare a mio … a Thor, nascondendo il mio vero io in funzione di una persona troppo irraggiungibile per me; guardato con sospetto ogni volta che aprivo bocca, solo perchè mi baloccavo con la mia eloquenza fuori dal comune.

Ma poi ho capito la ragione del loro comportamento.

Era, è, paura.

Paura per il diverso, paura nei confronti della sapienza e dell'intelligenza, paura per chi non è come loro.

Sospetto verso chi cerca di somigliargli per cancellare, una volta per tutte, quegli sguardi di sufficienza dai loro occhi vacui.

Compatimento quando il risultato era misero.

Ma ora ho capito che non devo più rinnegare chi sono, non devo più nascondermi.

Sono Loki, conosciuto come Dio dell'Inganno, maestro di magia e abile oratore.

Sono fiero di essere ciò che sono, e non saranno di certo un branco di pagliacci ignoranti e supponenti a decidere come dovrei essere e a biasimarmi per le mie azioni considerate immorali e sbagliate.

Volevo solo il regno che mi aspettava e che mi è stato negato, in favore di uno stolto, solo perchè figlio di Odino.

E io, l'adottato, il rifiuto raccolto per puri scopi politici, non ero degno nemmeno di essere preso in considerazione: il mio compito era un altro, rivelatosi poi vano.

Non sono mai stato al pari di Thor, ergo non avrei mai potuto avere il trono, anche se possedevo le qualità adatte.

E ho voluto prendermelo.

Ho sbagliato, però.

Avrei dovuto fare meglio i miei calcoli, così ho cercato un altro obiettivo.

Ma degli sciocchi buffoni mi hanno fermato, e sono stato riportato qui, a subire la rabbia del popolo, fermentata dalla ridicola punizione di Padre Tutto.

Preferivo la morte; una morte onorevole è migliore di una vita vergognosa. (*)

Molto meglio dei continui sguardi di rancore che mi bucano la schiena quando, le rare volte che mi capita, passeggio per la reggia.

Solo mia madre mi è accanto, ma lei non ha una visione oggettiva della situazione, come Thor.

E Sigyn … in tutta sincerità, non comprendo i suoi pensieri.

Inizialmente, mi guardava come se fossi un cucciolo che ha per sbaglio azzannato e ucciso il suo padrone dopo aver scoperto la sua forza, senza saperla governare: tristezza e compassione, era quello che trapelava dai suoi occhi.

Ora … sorride, sembra speranzosa, accesa da una nuova luce.

Ma sempre diversa dalla Sigyn con cui avevo ballato.

So che non la rivedrò mai più, e mi dispiace.

Era l'unica persona che mi capiva davvero, che quasi mi assomigliava.

Thor mi stava accanto, ma non comprendeva la mia passione per la magia e il mio carattere.

Sigyn sì, ed erano bastate poche parole.

No, non riesco ad intuire cosa le passa per la testa, e ciò mi causa una grande frustrazione.

Certo è il male minore.

Ora come ora, il mio più grande problema è cercare di riacquistare ciò che mi è stato tolto senza raggiungere l'obiettivo di contrizione prefissatomi da Odino.

So con certezza che c'è un modo per riuscirci, devo solo trovarlo.

E poi, potrò avere la mia vendetta.”

Loki chiuse con uno scatto secco il volume su cui aveva appena terminato di scrivere e si alzò, pulendosi gli abiti dall'erba del giardino.

Si guardò attorno con sufficienza, ignorando le guardie, cercando Sigyn con gli occhi: strano che non fosse lì.

Forse si era decisa a lasciarlo in pace.

Si diresse a passi rapidi verso le sue stanze, e se la ritrovò davanti alla porta.

-Principe Loki- mormorò, facendo un piccolo inchino al quale lui rispose con una smorfia.

Si buttò sul letto, riponendo il volume in un cassetto del comodino.

Non avendo nulla fare, leggeva molto o scriveva tutto quello che gli passava per la testa su quel libro dalle pagine bianche che si andavano man mano riempendo di inchiostro.

Chiuse il cassetto a chiave, mettendosela in tasca: nessuno doveva leggerlo.

Sigyn lo osservò attentamente ma non disse nulla, solo lo informò che di lì a poco sarebbe stata servita la cena.

Lui annuì, e si recò nella stanza da bagno per lavarsi, chiudendosi la porta alle spalle.

Sigyn osservò per un attimo l'uscio, poi quando sentì lo scroscio dell'acqua scattò in piedi, dirigendosi quasi di corsa al comodino.

Provò a scassinare la serratura: niente.

Sbuffò, frustrata, e le venne un'idea: avrebbe preso la chiave mentre era immerso nel sonno.

 

La cena trascorse silenziosa, con gran soddisfazione di Loki.

Il Dio rimase per un po' in terrazza ad osservare le stelle, dopo di che si infilò a letto, cadendo addormentato quasi subito.

Sigyn lo guardò, avvicinandosi in punta di piedi per non far rumore, e, dopo essersi accertata che fosse davvero nel mondo dei sogni (premettendo che riuscisse a farli), andò all'armadio e ruminò nelle tasche dei suoi abiti.

“Eccola!” esultò mentalmente, e, con silenziosa laboriosità, aprì velocemente il cassetto, afferrò il volume, lo richiuse e corse in terrazza.

Si accomodò per terra, a gambe incrociate, e cominciò a sfogliare le pagine.

Era una specie di diario, notò, e a occhio e croce aveva cominciato a scriverlo da due settimane circa.

Lesse qualche riga.

Muto, che divertente.

Il Dio dell'Inganno non è nulla, senza la sua eloquenza!

Bè, si sbaglia.”

 

Incredibile come la gente abbia ancora paura di me, nonostante la mia mancanza di poteri e voce. É soddisfacente accorgersi che basta un proprio sguardo per far tacere un'intera folla.”

 

Mi sento menomato … probabilmente era l'obiettivo di Padre Tutto.”

Pentimento e contrizione! Ah! Non rinnegherò mai le mie azioni. Avevo i miei motivi.”

Si sentiva turbata nel leggere quelle parole.

“Non dovrei -pensò- Forza Sigyn, mettilo via. É privato, non sono faccende che ti riguardano.”

Stava quasi per chiuderlo, ma notò il suo nome e lo aprì di nuovo, troppo curiosa per resistere.

Quella ragazza, Sigyn. La conoscevo.

Ovvio che mia madre abbia voluto metterla al mio fianco, ma dubito che lei fosse consenziente come sostiene.”

É cambiata.

Il suo sorriso, il suo sguardo … non è più quella che conoscevo e -seguiva una parola cancellata- apprezzavo. Ora è come tutti gli altri.

Non la sopporto!”

Parla troppo. Vorrei tapparle la bocca in qualche modo, ma sento che Padre Tutto non approverebbe e non voglio vedermi aggravare la pena.”

Sigyn non sapeva se sentirsi preoccupata, offesa o in un certo senso lusingata nel ritrovarsi nominata così tante volte.

“Non la sopporto” ripetè nella sua mente “Ma cos'ho fatto?”

Continuò a leggere.

La situazione comincia a diventare insostenibile. Almeno l'ingresso alla biblioteca reale non mi è stato negato.”

La prossima volta che quella ragazza mi riempie la vasca da bagno con petali di fiori ce la annego dentro.”

Non riuscì a trattenere un risolino nervoso a quelle parole, e ricordò la sua espressione a metà tra il furioso e lo sbigottimento nel vedere quei petali rosati.

“Cercherò di ricordarmelo” pensò, e voltando la pagina, si ritrovò una riga cancellata.

Curiosa, cercò di leggere quello che aveva scritto, e quando ci riuscì sgranò gli occhi, trattenendo il respiro.

Era bella, quando ballammo. Non riuscivo a credere che una ragazza come lei si fosse avvicinata a me.

Detesto ammetterlo, ma è bella anche ora.

Quegli occhi ...”

“Oh, per gli Dèi” mormorò, sconvolta, e sobbalzò sentendo una specie di ringhio dietro di lei.

Si voltò di scatto, trovandosi davanti Loki, lo sguardo che mandava bagliori pericolosi, un'espressione di furia glaciale sul volto livido.

 

 

 

Angolo autore:

Ebbene, eccomi ancora qui, con vostro sommo dispiacere!

Vi prego, non pensate a Loki che tiene un diario come fanno le ragazze adolescenti, perchè non è un diario, ma un modo per esprimere i suoi pensieri e quello che prova, non potendo fare in altro modo.

Ammetto che sto cercando un modo per fargli tornare la voce, perchè così sarà più facil … ehm, perchè rende meglio il personaggio xD

Comunque, spero vi sia piaciuto e di non aver fatto pasticci, se è così, avvisatemi ;)

Aspetto i vostri commenti con ansia :)

Grazie a tutti!

 

P S poiché voglio fare una trama ben delineata, credo che aggiornerò più lentamente del solito; lo dico per avvisarvi :) Spero di non fare casini e che Loki rimanga IC!

(*) citazione di Tacito.

Sono consapevole che la citazione iniziale è tremendamente banale, ma o mettevo quella, o avrei dovute scriverne tre o quattro in una volta xD

Il titolo, invece, signifa: ti giudico dalle tue parole.

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Capitolo 7
*** Chi vuole ingannare il prossimo, inganna sè stesso ***


L'apparenza inganna

(proverbio)

Sigyn non aveva mai provato la vera paura.

Ora, era terrorizzata.

Era scattata in piedi, fissando Loki con gli occhi sgranati e le pupille dilatate, in pieno panico.

Non sapeva cosa fare; cominciò a balbettare scuse insignificanti.

-Io … io … Principe Loki, scusatemi, vi prego … non volevo!

Aveva appena pronunciato l'ultima sillaba, che capì quanto quella frase fosse sbagliata.

Poteva dire tutto, tranne quello.

Lo vide serrare la mascella e avvicinarsi, gli occhi ridotti a due fessure.

-Principe Loki ...- supplicò, ma lui non la ascoltò.

Le si parò di fronte, talmente vicino che poteva avvertire il suo respiro sulla pelle, finchè sentì una sua mano torcerle violentemente il braccio ancora reggente il diario, che cadde a terra con un tonfo sordo.

Agghiacciata dalla paura, alzò gli occhi su di lui, in una muta preghiera.

Sapeva che era senza poteri, ma sapeva anche che non ci avrebbe messo nulla ad ucciderla a mani nude.

Per la prima volta, Sigyn temeva per la sua vita.

Sentì gli occhi riempirsi di lacrime mentre non distoglieva lo sguardo da quello di Loki, freddo e inpassibile, solo una scintilla di rabbia cieca ad animarlo.

-Per favore … - mormorò.

 

“Sta piangendo” si ritrovò a pensare lui.

E, senza riflettere, la lasciò andare.

Non gentilmente, però: la spinse via violentemente, tanto che quasi sbattè contro il muro e barcollò.

 

Lo guardò, incredula: lui la fissava, un'espressione di disprezzo sul viso.

Inerme, restò ad osservarlo mentre raccoglieva il diario, rientrando poi in camera e sbattendo la porta dietro di sé.

“Ottimo lavoro, Sigyn” pensò con amarezza, mentre una lacrima le solcava la guancia.

 

“Sciocca ragazza! Deve solo ringraziare la vicina presenza di Odino, se non le ho fatto del male. Come ha osato, violare i miei segreti!

E se comunicasse ciò che ha letto a Padre Tutto? I miei riferimenti a una futura vendetta non lo allieterebbero certo. Devo trovare un modo per accertarmi che non faccia nulla.

Ma certo.

Sarà uno scherzo.”

Loki sogghignò, coricato sul letto nel buio della camera, mentre cercava di ignorare la strana sensazione che provava ripensando agli occhi pieni di lacrime di Sigyn.

Il giorno dopo avrebbe cominciato a mettere in atto il suo piano.

 

Sigyn temeva il momento della colazione.

O meglio, temeva quello che rappresentava: trovarsi a quattr'occhi con Loki dopo il pasticcio della sera precedente.

Si sedette al tavolo già apparecchiato, cercando di ignorare il cuore che le batteva come un tamburo.

Appena lo vide entrare, abbassò subito lo sguardo e avvampò.

-Principe Loki, buongiorno.- mormorò, sempre evitando il suo sguardo.

Non sentì nulla, e sussultò quando percepì la mano di lui sulla spalla.

Si voltò: Loki la guardava, un leggero sorriso sulle labbra, come se volesse scusarsi per il suo comportamento eccessivo.

Sigyn era impietrita. Non riusciva a crederci, eppure …

-Scusatemi, Principe Loki. Ho sbagliato. Mi dispiace molto.- sussurrò, ritenendo più probabile l'opzione che le stesse dando la possibilità di scusarsi, ma lui scosse la testa e indicò sé stesso; dopo di che sorrise ancora, le sopracciglia buffamente inarcate, come di un cucciolo che vuole farsi perdonare una marachella.

La ragazza sgranò gli occhi, poi, perplessa, sorrise e annuì come a voler indicare di aver capito cosa intendesse.

Soddisfatto, Loki andò a sedersi.

Cominciarono a mangiare in silenzio, finchè Sigyn non ce la fece più.

-Principe, io … volevo dirvi che non riferirò a nessuno quello che ho letto. Non era mia intenzione, non l'ho fatto per spiarvi o cose simili, solo … sono estremamente curiosa.- ammise.

A quelle parole, vide distintamente Loki ridacchiare, e arrossì, sentendosi presa in giro.

-Tanto sapevo che non mi avreste fatto del male. Avreste rischiato troppo.- ribattè, e il Dio alzò un sopracciglio, sorridendo divertito, come a dire “ma davvero?”.

-Sì -continuò lei- Proprio così. Stavo solo fingendo di essere terrorizzata, e ha funzionato.- mentì.

Era una bugia gigantesca, e dall'espressione ammiccante di Loki capì che non le credeva.

Sbuffò, poi le tornò in mente una cosa.

Una cosa che avrebbe avuto il potere di farlo tacere.

Cioè … di stupirlo.

-A proposito … grazie. Siete stato molto gentile.- sorrise, e vide un'espressione di perplessità sul suo viso.

-Quello che avete scritto, alla fine, riguardo la mia bellezza. Mi avete piacevolmente stupita, malgrado quel “detesto ammetterlo”, ma da voi non si può chiedere troppo, immagino.

Lo fissò, con un mezzo sorriso sfrontato, e si sentì perfidamente soddisfatta nel vederlo arrossire leggermente e lanciarle uno sguardo gelido, preso alla sprovvista.

Ma si riprese in fretta: sorrise, e alzò in alto il bicchiere in segno di brindisi, chinando leggermente il capo.

Sigyn ricambiò, pensando che forse qualcosa stava migliorando.

E Loki sorrise, pensando a quanto fosse facile ingannare un'ingenua ragazza con solo uno sguardo dispiaciuto e contrito.

“Sorridi pure, Sigyn. Sorridi finchè puoi.”

Non pensava che sarebbe caduto nel suo stesso inganno.

 

Erano passate due settimane.

Un assolato pomeriggio, Loki era seduto nel suo solito angolo del giardino, un po' nascosto; e scriveva.

Sigyn gli si avvicinò, sedendosi al suo fianco.

Loki la fissò, smettendo di scrivere all'istante, impassibile, e lei sbuffò.

-Non ho intenzione di leggere quello che state scrivendo, Principe. Sono qui solo perchè è l'unico posto con un po' d'ombra in cui posso ripararmi dal caldo.

Il Dio alzò un sopracciglio, poi scosse la testa, sorridendo divertito.

Osservò l'espressione sincera della ragazza, e fu preso da uno strano impulso: senza pensare, le porse il diario.

Lei lo fissò, stupefatta, gli occhi sgranati -Volete che lo legga?

Dopo una piccola esitazione, Loki annuì.

“Creare complicità; lasciare che si fidi di me. É il metodo più veloce e funzionante” pensò, ma la guardava con una certa apprensione. Cercò di ignorare il vuoto allo stomaco e mantenne un'espressione impassibile.

Dopotutto, quello che aveva scritto non erano cose di cui vergognarsi.

Almeno secondo lui.

 

Terrore. Era quello che leggevo sul suo viso.

Puro terrore.

Quanta soddisfazione mi dava quello sguardo.

Sapere di potere ancora spaventare, nonostante l'assenza dei miei poteri.

Molto soddisfacente.

Però -riga cancellata-”

Riuscirò a riscattarmi. Prima di quanto si creda.”

Sigyn si voltò verso di lui,una strana espressione sul viso.

-Però … cosa?

Lui si limitò a fissarla, vacuo.

E fu a quel punto che la vide: una scintilla di malizia in quegli occhi altrimenti troppo ingenui.

-Non ve lo ridarò finchè non mi avrete spiegato cosa significa quel “però”.

Loki strinse le labbra, stizzito, e si sporse per afferrare il diario.

Lei si scostò velocemente, sorridendo.

“Che infantilismo.” pensò lui, esasperato, e scattò verso la ragazza, che però si alzò in piedi e corse via, scoppiando a ridere.

-Principe Loki, vi conosco. So che non mi farete del male, non potete e non volete!- lo provocò.

Loki la fissò, sinceramente stupito: non si aspettava questa reazione così spontanea e … fiduciosa.

“É davvero convinta che non le voglia fare del male -riflettè- Non solo per motivi egoistici … pensa veramente che non ne sia in grado. Quanta sciocca fiducia ...”

Si alzò e si diresse verso di lei con passo felpato, gli occhi scintillanti, un sorriso perverso sul viso.

Sigyn sgranò gli occhi, e fece la prima cosa che le passò per la testa: correre.

Si voltò e scattò come una lepre, ridacchiando, sotto lo sguardo esterrefatto del Dio.

“Impossibile. Questa ragazza non si rende conto con chi ha a che fare!” pensò, e, ringhiando più per spaventarla ulteriormente che per rabbia, cominciò a rincorrerla.

Non sapeva che qualcuno osservava la scena.

 

-Mio re … vieni a vedere.- Frigga chiamò il marito alla finestra, una strana nota sorridente nella voce.

-Cosa c'è, mia regina?

-Guarda- e gli indicò due persone che, in giardino, si rincorrevano come bambini.

-Chi sono?

-La ragazza è Lady Sigyn. E il ragazzo è ...-

-Loki- mormorò stupefatto il Padre degli Dèi, senza staccare gli occhi di dosso dalla coppia.

-Ma cosa stanno facendo?

-Non lo so- ammise la regina -Però sembra che Lady Sigyn abbia qualcosa appartenente a nostro figlio e non voglia restituirglielo.

-Già … strano …

I due reali coniugi rimasero a osservare la strana coppia che correva in giardino, ascoltando le risate della ragazza.

 

-Principe Loki, non vi facevo così lento! Com'è che non riuscite a raggiungermi?- lo prendeva in giro Sigyn, sventolando il diario.

Non sapeva nemmeno lei perchè si stesse comportando così: proprio lei, la stessa ragazza che solo due settimane prima aveva tremato di paura davanti al suo sguardo furioso.

Forse era stato proprio quello che aveva cambiato tutto.

Accorgersi che Loki, in realtà, non le avrebbe mai fatto alcun male, non solo per la presenza di Padre Tutto, ma perchè non voleva.

Ne era certa.

Persa nei suoi pensieri, non si accorse che Loki l'aveva raggiunta alle spalle, e sobbalzò sentendo la sua presa su di lei.

Lasciò subito andare il diario, che venne agguantato a mezz'aria dal Dio, con un sorriso divertito.

-D'accordo, avete vinto. Ora però lasciatemi andare.- sospirò, delusa, e si voltò a guardarlo.

Sogghignava.

-Non così in fretta, Lady Sigyn.- mormorò Loki, e si bloccò di colpo, vedendola spalancare la bocca, sbalordita.

-Principe Loki -balbettò- Avete … avete parlato!

Lui era l'emblema dello stupore, ma si riprese in fretta.

Ammiccò -Avete un grande spirito di osservazione, non c'è che dire.

“Perfetto. Davvero perfetto.” pensò, mentre le labbra si stiravano in un sorriso soddisfatto.

 

 

Angolo autore:

Premetto subito che il motivo che ha spinto Odino a ridare la voce a Loki verrà spiegato nel prossimo capitolo; portate pazienza ;)

Poi: la scena finale in cui Loki e Sigyn si rincorrono (o meglio, Loki rincorre Sigyn xD): ho voluto inserire una scena un po' leggera e divertente, cercando di non sforare nell'OOC, infatti Loki non è che proprio si diverta xD Sigyn, invece, comincia un po' a sciogliersi, ad avere fiducia, perciò è più spontanea con lui.

Sto facendo evolvere pian piano il loro rapporto, e spero che non venga visto come troppo frettoloso.

Per il resto, penso che sia tutto chiaro :)

Aspetto, come solito, i vostri commenti ;)

Alla prossima!

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Capitolo 8
*** Homo homini lupus ***


Ci sono cose che vanno dette, non importa quanto possano suonare stupide. Per certe cose non si può aspettare il momento giusto. Potrebbe non essercene un altro.

(M. E. Pearson)

 

-Loki, ti ho convocato qui per parlarti.

L'interessato non disse nulla, si limitò a fissare Padre Tutto con sguardo impassibile.

Odino sospirò -Ti sarai chiesto il motivo per cui ti ho ridato il dono della parola.

Ancora nessuna risposta, ma il Padre degli Dei stavolta non se l'aspettava, e continuò -L'altro pomeriggio, la Regina mi ha fatto notare qualcosa di strano che stava accadendo in giardino. Ho seguito le sue indicazioni, e ho visto Lady Sigyn e te, impegnati in uno tipico passatempo per bambini.

A quelle parole, una strana espressione guizzò sul viso di Loki, ma rimase in silenzio.

-Non so il motivo per cui vi stavate dedicando a tale attività, ma ho notato una cosa particolare. Lady Sigyn sembrava estremamente divertita dal vostro gioco, mentre tu, nonostante non potessi vederti al meglio, esibivi un certo contegno, pur non mostrando segni di fastidio. E ho pensato che la compagnia di quella ragazza ti stesse in un certo senso aiutando. Questo aiuto, però, sarebbe stato ostacolato dalla tua impossibilità di parlare, ed ecco perchè ho deciso di ridarti la facoltà di esprimerti.

Loki lo osservò, e inclinò la testa, con un mezzo sorriso -La vostra magnanimità mi sorprende, Padre Tutto.

Odino percepì benissimo il velo di sarcasmo steso su quelle parole, ma decise di ignorarlo.

-Non è l'unico motivo, però.- ribattè, fissando il figlio con severità.

Loki sembrava sorpreso, ma non reagì.

-Ho pensato che questa parte della pena potesse … peggiorare il tuo rapporto con noi, e con il resto delle persone che ti circondano, impedendoti di arrivare allo scopo che ti ho prefissato. Perciò, d'ora innanzi, potrai parlare, ma i tuoi poteri li riacquisterai solo con le condizioni espresse al processo.

Il Dio dell'Inganno sollevò un sopracciglio, dopo di che sorrise -Molto bene. Avete altro da dirmi?

-No, Loki. Puoi andare.- rispose Odino dopo una piccola esitazione, e il figlio si voltò, diretto alla porta.

Era sulla soglia, quando si sentì richiamare.

-Cerca di fare buon uso delle tue parole, Loki. Non sprecare questa opportunità.

Loki rimase un istante sulla porta, voltando appena il capo, poi uscì velocemente senza rispondere.

 

-Principe Loki, il pranzo.

Sigyn servì i piatti a tavola sotto lo sguardo attento di Loki, e si sedette al suo solito posto, di fronte a lui.

-Sigyn, perchè mi chiamate “Principe Loki”?- domandò ad un tratto.

La ragazza lo guardò, sorpresa da quella domanda inaspettata, e dopo una piccola esitazione rispose -Perchè è il vostro titolo. Ed essendo una vostra sottoposta, devo portarvi rispetto e rivolgermi a voi con un certo linguaggio.

Un luccichio malizioso passò nello sguardo gelido di Loki -Non dicevate così, quando ve ne siete andata dalla festa, anni fa. Anzi. Cos'è cambiato da allora?

-Voi, Principe.

La risposta sintetica e schietta colpì Loki come una mazzata, ma sorrise -Avete ragione. Ma gradirei se vi rivolgeste a me solo col mio nome, Sigyn. Ha molto più senso, non trovate? Tutto ciò rende solo ridicolo il nostro rapporto già abbastanza complesso.

-D'accordo, Loki. Voi però smettetela di darmi del “voi”, mi fate sentire … non saprei … diversa da quello che sono.

-Molto bene, Sigyn; e tu farai lo stesso con me.

Seguì una pausa di silenzio in cui cominciarono a mangiare, poi all'improvviso Loki parlò -In che senso ti senti diversa?

Sigyn sembrò in difficoltà -Bè … io sono una ragazza di famiglia nobile, ma ora ho un compito prettamente servile nei vostri confronti, e quando ti rivolgevi a me col “voi” era assurdo … per non parlare del fatto che per me noi siamo ancora amici, come a sedici anni.

Loki rise -Ci siamo visti a malapena due volte prima di questa pagliacciata, e tu la chiami amicizia?

Lei sorrise -Certo. Tu come l'avresti chiamata?

Il Dio scrollò le spalle -Non avrei usato nessun nome. Era quello che era.

Sigyn scosse la testa, senza smettere di sorridere -No, Loki; ti sbagli. Se penso che mio padre stava già pensando a ...- si bloccò improvvisamente e arrossì, chinando la testa.

-A un matrimonio combinato tra noi due?- completò Loki in tono neutro, ma con uno sguardo malizioso.

-É assurdo, ma è così.

-Oh, non è assurdo. Questo genere di cose è all'ordine del giorno, in qualsiasi luogo in cui è presente dell'aristocrazia; serve per mantenere il grado di nobiltà con la discendenza.

-E non temi che ora possano costringerti a sposarti?

-No. Dovrebbero avere il consenso dei genitori della futura moglie, e non lo avrebbero mai. Io sono un mostro assassino, ricordi?- aggiunse, con un sorriso obliquo. Il tono della voce era amaro, e gli occhi lampeggiavano, ma Sigyn non distolse lo sguardo da lui.

-Posso domandarti una cosa?

-L'hai appena fatto; comunque sì. Purchè non sia una domanda idiota.

-No, non lo è. Ecco, volevo sapere … cos'hai fatto di così orribile su Midgard?

Loki la fissò, un'espressione di dubbio e diffidenza sul viso altrimenti impassibile -Perchè vuoi saperlo?

-Curiosità.- Sigyn scrollò le spalle, minimizzando, e Loki ridacchiò.

-Giusto, tu sei una ragazza estremamente curiosa.

Lei sorrise, rassicurata -Allora me lo dirai?

Un bagliore inquietante passò negli occhi chiari del Dio, ma non era arrabbiato, e Sigyn non si preoccupò, continuando ad osservarlo, paziente -Un giorno, lo farò. Ma non oggi.

-Perchè? Guarda che non mi scandalizzo.

Lui sogghignò -Oh, non ne dubito. Ma penso sia meglio arrivarci con calma. E ora basta parlare, voglio mangiare in pace.- aggiunse, e Sigyn annuì, un po' sorpresa.

-Buon appetito.- gli augurò, sorridendo, e benchè lui non rispose, limitandosi ad alzare un sopracciglio, potè giurare di aver visto l'ombra di un sorriso guizzare sulle sue labbra sottili.

 

Terminato il pranzo, Loki si recò sulla terrazza, ad osservare Asgard sotto di sé.

Poco dopo, Sigyn lo raggiunse.

-Mi sei sempre appicciccata, ragazza; perchè?

-Sono la tua dama personale, è mio dovere.

-Da quando obbedisci così ciecamente agli ordini? Ti credevo più orgogliosa, ho errato giudizio, forse?

-No, ma certo ordini non si discutono. E poi non mi dispiace stare in tua compagnia.

Loki sorrise -Stai cercando di lusingarmi per farmi raccontare le mie gesta su quell'insulso pianeta che è Midgard?

-Hai davvero poca fiducia in me, Loki. Perchè credi che qualunque cosa io dica o faccia abbia un doppio fine?

-Perchè è la legge che governa l'universo, Sigyn: un individuo fa qualcosa solo per avere altro in cambio.

-Hai una visione alquanto pessimista.

-Non è pessimista, è realista. Sei tu ad essere troppo ingenua, mia cara ragazza. Devi imparare a pensare sempre il peggio delle persone, così non rimarrai delusa quando lo metteranno in atto.

Sigyn lo osservò, pensierosa -Quindi tu ti comporti così solo perchè ritieni che gli altri si comportino in questo modo con te.

Loki rimase spiazzato dalla domanda, e la guardò -Bè, sì. Perchè è così.

-Ti sbagli, sai.

Il Dio rise -Scusa se non ti credo, ma penso di sapere come vadano queste cose.

-E invece no. Tu credi che tutti siano degli ingannatori bugiardi, perciò ti comporti di conseguenza, trasformandoti nel migliore ingannatore bugiardo che sia mai esistito. Ma non è così.- esitò un attimo prima di continuare, poi mormorò -Solo perchè la tua esperienza è stata tale, non significa che sia la regola.

Loki si voltò di scatto verso di lei, gli occhi fiammeggianti -Che cosa hai detto, donna?

Stranamente, Sigyn non si lasciò intimidire: voleva dirlo, doveva dirlo.

-Ho detto, che solo perchè tu hai avuto un'esperienza simile, non significa che sia così per tutti. E comunque, Padre Tutto l'aveva fatto per il tuo bene, non ti aveva mentito per ferirti.

-Non parlare di cose che non sai.- sibilò il Dio, adirato, le narici dilatate e le palpebre socchiuse; ma Sigyn continuò, imperterrita.

-E invece parlo, perchè lo so. Conosco abbastanza bene tua madre la Regina da sapere che ti ama come ama Thor, e così Odino. Ti hanno nascosto la verità solo perchè sarebbe stato un fardello troppo grande da sopportare per te, e te l'avrebbero rivelato in un momento appropriato. Volevano evitarti ogni sofferenza, Loki, non …

-A quanto pare qualcosa è andato storto, però, non ti pare?! Il figlioletto rinnegato ha scoperto la verità prima del tempo, e guarda un po'! Mi hanno allevato amorevolmente, certo, ma solo perchè ero un mero strumento politico, poi risultato inutile. Come lo spieghi questo, Sigyn?! Dimmelo, dammi una spiegazione dolce e tenera come piace a te, perchè io quella vera l'ho già trovata.

La ragazza lo osservò, improvvisamente triste per lui -Loki, il Padre degli Dei aveva dei piani su di te, è vero; ma ti ha amato, e continua tutt'ora ad amarti, così come ama Thor.

Loki le voltò le spalle, allontanandosi, il mento sollevato -Sai spiegarmi anche perchè, nonostante mi amasse così tanto, abbia scelto come erede al trono quello sciocco guerrafondaio vanaglorioso di Thor e non me? Illuminami- si voltò di scatto, e Sigyn sussultò, trovandoselo a pochi centimetri dal viso -Forza, Lady Sigyn. Sto aspettando.

Lei deglutì, cercando di schiarirsi le idee -Io … non lo so.- ammise, e le labbra di Loki si aprirono in un sorriso acido -Ma avrà avuto i suoi motivi; c'è un disegno in ogni piano di Padre Tutto.

-Parli come la Regina; vuote frasi prive di significato concreto.

-Sei tu che non vuoi capire. Tu sai che saresti stato un buon re, io lo so, probabilmente anche Odino tuo padre e Frigga; perchè ti ostini a vedere il male dove non c'è?!

-Perchè c'è, Sigyn! Tu non lo vedi, persa nel tuo mondo fatato e illusorio, ma c'è. Il male è ovunque, io mi limito solo a portarlo alla luce, ed è per questo che sono così odiato: le persone preferiscono illudersi con falsi sorrisi e dolci bugie, piuttosto che rendersi conto dell'amara verità.

Queste parole fecero tacere Sigyn, che rimase ad osservare lo sguardo di Loki, perso in lontananza.

Rimasero in silenzio per un po', finchè Loki parlò -Ho sempre saputo che Odino preferiva Thor a me, e desideravo solo la sua approvazione. Volevo che fosse fiero di me, mostrargli che potevo essere un ottimo sovrano. Ma non ha funzionato.- serrò la mascella, i pugni chiusi, e Sigyn gli si avvicinò, appoggiandogli una mano su una spalla in un moto involontario di consolazione.

-Loki, è inutile vivere nei sensi di colpa e nei sentimenti del passato. Le tue azioni sono state sbagliate, tremendamente sbagliate, ma la tua famiglia ti ama ancora, e sei ancora in tempo per redimerti, ai loro occhi e a quelli del popolo di Asgard.

Loki si voltò, un mezzo sorriso gelido -É questo il problema. Io non ho nessuna intenzione di redimermi.

Detto questo, si districò dalla sua stretta e si allontanò, lasciandola sola a meditare sulle sue parole; mentre lui stesso si rendeva conto di non essersi mai aperto così tanto con nessuno.

 

 

 

Angolo autore:

Buonsalve :)

Sinceramente temo un po' per la pubblicazione di questo capitolo, perchè compare per la prima volta un vero e proprio dialogo tra Loki e Sigyn; spero di non essere andata OOC e di non aver reso le cose troppo frettolose; come spero che i motivi per cui Odino ha ridato la voce a Loki non siano banali e/o stupidi.

Comunque, per farmi sapere cosa ne pensate lasciate una recensione, specie tutti quelli che mi seguono in silenzio: aspetto i vostri pareri, sono importanti :)

Non credo ci siano altre cose da dire, quindi … alla prossima :)

 

P S il titolo del capitolo, letto superficialmente, non c'entra molto, ma è più o meno quello che insinua Loki nel suo discorso. (Non potevo non citare quel genio di Hobbes, dopotutto; o Plauto prima di lui).

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Capitolo 9
*** Quid dulcius quam habere, quicum omnia audeas sic loqui ut tecum? ***


Non esiste salvaguardia contro il senso naturale dell'attrazione.

(A. C. Swinburne)

 

Gli occhi del serpente brillavano come tizzoni ardenti, rossi nella penombra; la sua lingua venefica guizzava sopra di lui, facendo cadere le gocce di malefico veleno sul suo viso martoriato dal dolore e dalla sofferenza.

Urlava ogni volta che una goccia scivolava sul suo volto.

Una goccia, un urlo.

Un urlo che faceva tremare la terra e scuotere le catene che gli stringevano i polsi, impedendogli di fuggire, incatenandolo a un enorme masso che gli graffiava la pelle nuda della schiena, scavando solchi profondi nella carne, facendola sanguinare; sangue che si univa al veleno che colava sul terreno.

La pena più antica di Asgard, riservata agli assassini e ai traditori della patria; una punizione tremenda, peggiore della morte.

All'improvviso, appare una figura all'orizzonte.

Strizza gli occhi per guardarla meglio, cercando di ignorare il veleno che glieli fa bruciare e lacrimare.

La figura si avvicina, e la riconosce.

Stringe i denti, trattenendo un urlo, sussultando e provocando terremoti che scuotono il terreno di Midgard.

La figura si inginocchia accanto a lui, un'espressione di profonda pietà e orrore sul bel viso; stringe una ciotola e la tiene alta sul suo volto, raccogliendo il veleno e donandogli sollievo.

-Loki … - mormora, una lacrima che le riga una guancia.

-Sigyn … non dovresti essere qui.- ansima, beandosi del sollievo dal dolore e dei suoi caldi occhi.

-Come potrei abbandonarti? Come potrei lasciarti a soffrire in questo modo?- risponde lei, afferrando con una mano un panno imbevuto d'acqua fresca e tamponandogli il viso madido di sudore e sangue.

-É la mia punizione, Sigyn. E tu dovresti starne fuori, per non rischiare …

-Non rischio nulla. E ora, riposati. Io starò qui. Sarò sempre al tuo fianco, quando ne avrai bisogno.

Si china su di lui, e lo bacia teneramente sulle labbra.

-Sono tua moglie, e non ti abbandonerò mai.- gli mormora all'orecchio, e lui sorride.

Loki aprì di scatto gli occhi, scattando a sedere sul letto, un rivolo di sudore freddo che gli colava sul collo.

Respirava profondamente, cercando di calmarsi, ricordandosi che la pena datagli da Odino non è quella della Serpe.

Si passò una mano sul viso, sospirando, e l'immagine di Sigyn che lo bacia gli balenò nella mente.

Sussultò, rendendosi conto di quel particolare del sogno.

“Ho sognato Sigyn. Ho sognato Sigyn che mi bacia.”

Quasi senza rendersene conto, si alzò e andò in terrazza, turbato, per prendere un po' d'aria.

“Ma com'è possibile …” pensò; pensava che lui non provava niente del genere nei suoi confronti, anzi; lui non provava proprio niente e basta verso di lei.

Perchè dovrebbe?

Non è altro che una ragazza conosciuta da bambino, ora sua domestica, convinta di essere sua amica.

Amica …

Rimase lì a riflettere, e dopo mezz'ora, o forse un'ora tornò a dormire; dopo aver deciso di liquidare quel sogno per quello che è: niente di importante.

 

Il mattino seguente, Sigyn era allegra come solito, mentre Loki taciturno.

Non che fosse strano, ma ultimamente era diventato più loquace del solito: dall'ultimo incontro con Odino e dalla loro chiacchierata erano passati due mesi, e avevano parlato molto, di tutto.

Di tutto, tranne che degli avvenimenti su Midgard.

Non che Sigyn non ci avesse provato, ma Loki declinava sempre, o rispondeva con un'occhiata gelida che avrebbe intimorito persino un Pentapalmo infuriato; perciò la ragazza si era rassegnata ad aspettare.

La sua curiosità era destinata ad essere soddisfatta presto, però.

-Sigyn, sei ancora interessata a sapere cos'ho fatto su Midgard?- domandò Loki, seduto di fronte a lei, con tono neutrale.

Lei sussultò, e rispose velocemente -Certo!

-Allora preparati ad ascoltare, e non osare interrompermi.

Cominciò a parlare, e non nascose nulla.

Sigyn ascoltava, gli occhi sgranati, pendendo dalle sue labbra e dimenticandosi di mangiare.

Sembrava ipnotizzata.

Quando terminò il racconto, la fissò -Soddisfatta?

Lei sembrò rianimarsi, e sorrise -Sì, grazie.

Loki annuì e cominciò a far colazione, sempre sotto il suo sguardo.

-Posso sapere cosa stai guardando?- domandò ad un certo punto, infastidito.

-Te.- rispose lei con un breve sorriso, e lui alzò un sopracciglio.

-Sono così interessante?

-Più di quanto pensi.- si lasciò sfuggire lei, e lui sogghignò.

-Mi lusinghi, Sigyn. E mi sorprendi. Ti ho appena narrato dei miei tentativi di conquistare e assoggettare un mondo alieno, conclusi con la disfatta, e tu mi dici che sono interessante. Sei per caso masochista?

La ragazza scosse la testa -Niente affatto. Stavo pensando perchè hai fatto tutto ciò.

-Lo sai già, il perchè. Volevo un regno; il regno che mi aspettava di diritto mi era stato rubato, e ho cercato di prenderne un altro.

-Ma perchè proprio la Terra?

-Sembrava facile da conquistare. E poi è sotto il controllo di Thor: mi piaceva l'idea di causargli qualche impiccio, per così dire.

-Ah, ecco.

A quel punto calò il silenzio.

Silenzio che venne rotto da Sigyn poco dopo.

-Sai, stanotte ti ho sognato.

Poco mancò che Loki si strozzasse con la bevanda che stava sorseggiando, ma riuscì a dissimulare il soffocamento con un innocuo colpo di tosse.

-Davvero? Che cosa emozionante.- commentò, non lasciando trasparire nessuna emozione, mentre in realtà il cuore gli batteva all'impazzata.

-Non vuoi sapere cos'ho sognato in particolare?- domandò la ragazza, aspettandosi una reazione simile.

-É inutile che risponda, perchè me lo racconterai comunque; hai l'insana passione di rendermi partecipe di tutto quello che ti passa per la testa, purtroppo.

-Si chiama socializzare. E ora, come hai giustamente detto, ti racconterò tutto.

Loki sbuffò, osservando con ostentata attenzione il cibo nel piatto, cercando di ignorarla, ma suo malgrado era interessato a ciò che diceva Sigyn.

-Era un sogno parecchio strano, quasi inquietante .. anzi, era decisamente inquietante. C'eri tu, incatenato a una roccia, destinato a subire la pena del Serpente, e soffrivi. Urlavi e ti dimenavi, finchè sono arrivata io ad aiutarti, raccogliendo il veleno. A quel punto avevamo una specie di dialogo; tu eri preoccupato per me, ma ti consolavo. E poi … poi ti baciavo.

A quel punto si interruppe, fissandolo per guardare la sua reazione, ma Loki era impassibile.

Frustrata, continuò -Ti baciavo. E nel sogno eravamo sposati. Sposati, capisci?

Il Dio annuì, sempre impassibile, ma Sigyn si accorse di uno strano guizzò neglio occhi gelidi e, imperterrita, insistè -Eravamo innamorati, e sposati! Pensi che significhi qualcosa?

Puntò i suoi occhi scuri su di lui, e Loki la fissò.

-Perchè dovrebbe?

-Bè, ho sentito dire che i sogni a volte sono profetici. Specie quando due persone fanno lo stesso sogno, e si sognano a vicenda, potrebbero avverarsi. O almeno, una parte di essi.

Loki scrollò le spalle, ma la ragazza non era intenzionata a demordere -Tu stanotte cos'hai sognato?

-Niente che ti riguardi.

-Sicuro?

-Donna, pensi di essere così importante da comparire nei miei sogni? Ti vedo già abbastanza di giorno; anche la notte sarebbe davvero troppo.

-Guarda che non ci sarebbe nulla di male. E scusa, sai, se sono sempre al tuo servizio!

-É il tuo lavoro, devi farlo. Ma questo non significa che debba sognarti la notte!

-Non ho detto questo! Era solo una domanda, insomma …

-Bè, allora smettila con le domande. Sei decisamente inopportuna.

Loki si alzò velocemente, e Sigyn lo imitò.

-Dove vai?- chiese, vedendolo dirigersi verso la terrazza.

Lui non rispose.

Sbuffando, lo seguì.

-Mi spieghi cos'hai? Se il mio sogno ti ha turbato in qualche modo basta dirlo. Non capisco cosa ti preoccupa, non …

-Vuoi stare un po' zitta? Sei insopportabile. E smettila di seguirmi!

La ragazza lo fissò, offesa -Io sono insopportabile?! Non ti conviene insultarmi così, ricordati che sono la tua dama personale. Dovremo condividere un bel po' di tempo assieme, e potrei vendicarmi in qualche modo!

Loki fece un mezzo sorriso, divertito suo malgrado -Ah sì? E come? Scommetto che hai delle idee davvero spietate, in quella testolina curiosa.

-Continua pure a prendermi in giro, vedrai. Ricordati che ho accesso al tuo cibo.

-Oh, veleno? Che banalità.

-Sono quella che presiede il tuo bagno.

-Non avresti mai la forza di annegarmi, debole come sei.

-Siamo sulla terrazza, soli, potrei ...

-… buttarmi giù?! Certo, come no. Potrei allontanarti con un solo dito!

Sigyn cominciava davvero ad infuriarsi, e arrivò quasi ad urlare -Abbiamo le camere da letto vicine!

-E allora?

La domanda di Loki, posta con un tono volutamente ambiguo, la fece arrossire.

-Allora … allora potrei sempre aggredirti nel sonno. Con un cuscino.- ribattè, spavalda.

Loki rise -Non ne avresti la forza. Lascia perdere, Sigyn, la violenza non ti si addice. Specie contro un avversario del mio calibro.

-Ma chi ti credi di essere?!- esplose lei, incredula, davanti al suo tono altero e arrogante.

Lui le si avvicinò, socchiudendo le palpebre, fissandola -Chi credo di essere?- ripetè, in un sussurro -Chi credo di essere? Io non credo, io sono. Sono il Dio dell'Inganno, e non mi ci vuole nulla ad ipnotizzarti con qualche parola ben pronunciata al momento giusto. Anzi, posso anche fare a meno delle parole. Un sorriso- e qui sorrise, girandole intorno -Una carezza, un gesto educato … il tutto condito da una sincera espressione di affetto e riconoscenza, o di pentimento e disperazione.

Imitò ciò che aveva appena detto, avvcinandosi ancora, e Sigyn deglutì.

-Gli uomini sono così facili da ingannare … semplicemente raccontandogli ciò che desiderano sentirsi dire più di ogni altra cosa. E le donne, sono ancora più semplici. Guardati, in totale balìa di me: non riesci nemmeno a reagire, e solo perchè ti sto parlando!

Rise, e la afferrò per i polsi, fissandola dritto negli occhi -Gli uomini hanno molti punti deboli, cara Sigyn, basta trovarli e saranno tuoi. Ricchezza, potere, lussuria … questi sono i principali. E se non li trovi … basta la paura, il dolore, o la rabbia a farli tuoi. O il piacere.- mormorò al suo orecchio, e la sentì rabbrividire. Sorrise, soddisfatto, e tornò a guardarla.

Lo fissava, senza abbassare lo sguardo, rossa in viso, ma con un'espressione resistente e in un qualche modo fiera.

A sorpresa, gli si avvicinò e sussurrò -E il tuo punto debole, qual'è?

Non riuscì a rispondere.

Era perso nel suo sguardo, quello sguardo caldo e acceso che tanto aveva cercato.

E senza riflettere, la baciò.

 

 

 

Angolo autore:

Scusate se ci ho messo un po' più di tempo ad aggiornare, ma ho avuto da fare.

Comunque: riguardo al capitolo, ammetto che sono quasi terrorizzata all'idea di postarlo. Non avevo idea che sarebbe finito così (cioè, non in questo capitolo), ma ormai i personaggi fanno quello che vogliono … a parte questo, ho paura di averlo trasformato in una sorta di sceneggiato di terza categoria.

Aiuto. Spero davvero che i personaggi siano IC e credibili, e che gli avvenimenti non siano ridicoli o surreali o frettolosi o … qualsiasi altra cosa negativa.

Bè, aspetto le vostre recensioni, belle o brutte: gioia e tormento di noi autori, mi fate davvero un piacere se me ne lasciate una, anche critica costruttiva :)

Per il resto … al prossimo aggiornamento :)

 

P S Se avete voglia di farvi due risate (e come conseguenza preoccuparvi per la mia sanità mentale), passate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1194955&i=1 è una ff che ho postato poco tempo fa, spero faccia sorridere :)

 

P P S Il titolo significa “Cosa c'è di più dolce che avere qualcuno con cui parlare come con sé stessi?” (penserete che non c'entri una cippa, ma a ben vedere ...)

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Capitolo 10
*** A volte da una sola scintilla scoppia un incendio ***


La giraffa ha il cuore lontano dai pensieri, si è innamorata ieri e ancora non lo sa.

(A. Baricco)

La stava baciando.

Appena se ne rese conto si allontanò bruscamente da lei, con una smorfia, come se si fosse scottato, e rimase a fissarla; incredulo davanti all'azione appena compiuta, ma esteriormente impassibile come sempre.

Sigyn era senza fiato. Lo osservava, a occhi sgranati, incapace di dire e fare alcunchè.

Fu lui a rompere il silenzio.

-Non credere che questo cambi qualcosa. Non è stato un moto di affetto improvviso nei tuo confronti; non illuderti.

Sigyn aprì la bocca per parlare, ma lui si voltò e uscì dalla terrazza, lasciandola sola.

“Fantastico- pensò -Davvero fantastico.” desolata, si appoggiò al parapetto, riflettendo sul da farsi.

Poco dopo, la dama personale della Regina arrivò correndo, ansante, per informarla che Frigga desiderava parlarle urgentemente.

 

Arrivò nelle stanze della Regina poco dopo; temendo la conversazione in arrivo: e se Loki avesse detto cos'era accaduto, come si sarebbe dovuta comportare?

Titubante, entrò; e venne accolta con un sorriso di Frigga.

-Entra pure, Sigyn, ti stavo aspettando. Accomodati.- le indicò una sedia, e la ragazza si sedette, malgrado l'agitazione e il desiderio dirompente di fuggire.

-Posso chiedere il motivo per cui Vostra Maestà mi ha chiamata?- domandò, cercando di nascondere il nervosismo con un sorriso un po' tirato.

-Volevo soltanto scambiare due parole con te. Mi chiedevo … se sta andando tutto bene tra te e mio figlio.

-Oh. Certo, ha ragione. Sta andando tutto molto bene, non vi preoccupate. Da quando ha ripreso la facoltà di parlare, due mesi fa, abbiamo conversato a lungo e senza complicazioni di nessun genere; è … piacevole, a volte; sta cominciando a …

-Perchè, vedi- la interruppe -Poco fa ho visto Loki passeggiare da solo, e quando gli ho domandato se fosse tutto a posto, ha risposto che tu hai tentato di sedurlo.

L'ultima frase la colpì come un getto d'acqua fredda, e boccheggiò dallo stupore, fissando lo sguardo glaciale della Regina.

-Sigyn, non ti ho messo al fianco di mio figlio per questo; se avessi voluto, gli avrei procurato una concubina. No, il mio scopo era che tu riuscissi a far emergere quel lato di lui che sembra ormai scomparso. Ma certo non intendevo con la seduzione! Mi sono spiegata male?- domandò, con gli occhi fiammeggianti.

La ragazza era terrorizzata, ma trovò la forza di reagire -No, certo che no, mia Regina. Solo che …

-Cosa? Pretendo una spiegazione, e che sia convincente.

Sigyn esitò. Era combattuta: una parte di lei desiderava dire la verità, l'altra le consigliava di

sostenere la tesi di Loki e proteggerlo.

Ma perchè? E poi, proteggerlo da cosa?

La risposta su cosa fare le giunse alla mente come un'illuminazione, ossevando l'espressione di Frigga: era quasi disperata.

Oltre alla rabbia, c'era disperazione nei suoi occhi chiari.

E intuì che lei per prima pensava a una falsità di Loki, e le stava chiedendo conferma delle sue parole.

Non voleva sentire, per l'ennesima volta, che suo figlio aveva ingannato qualcuno vicino a lui.

Voleva sentire che stava cambiando, e che era qualcun altro, stavolta, ad aver commesso un'azione disdicevole.

Così, disse quello che Frigga desiderava con tutto il cuore, quasi senza rendersene conto -Mia Regina, vogliate accettare le mie più umili scuse. Non era certo mia intenzione quella di sedurre il Principe Loki, solo pensavo fosse un modo per dimostrargli affetto sincero, e ho agito irrazionalmente, senza pensare alle conseguenze. So che potrà sembrare una flebile e sciocca scusa, ma dovete credermi: non avevo assolutamente scopi deplorevoli. Se vorrete togliermi l'incarico, capirò; ma la prego, vi chiedo solo questo: che nessuno sappia cos'è accaduto.

La guardò, sperando di avere un'espressione abbastanza supplichevole per essere creduta.

Un guizzo di sollievo balenò negli occhi della Regina,subito mascherato, poi sospirò -D'accordo. Ti credo. Apprezzo i tuoi nobili scopi, ma desidero che tu non compia mai più azioni di questo genere nei suoi confronti. E, per ora, manterrai il tuo incarico; se però dovesse ricapitare … non sarò più così magnanima.

-Vi ringrazio infinitamente, mia Regina. Grazie, grazie davvero; e scusatemi ancora.

-D'accordo, ho capito. Ora puoi andare, e non preoccuparti: non rivelerò a nessuno ciò che hai fatto; solo il Padre degli Dei dovrà esserne informato.

Sigyn si alzò, capendo che il colloquio era terminato -Grazie ancora.- ripetè, inchinandosi prima di dirigersi alla porta.

Era sulla soglia, quando si voltò, esitante -Mia Regina, posso solo domandarvi una cosa?

Frigga la fissò, impassibile, poi annuì.

-Il Principe, cosa vi ha detto di preciso?

Sapeva di rischiare, chiedendo una cosa simile, ma non le importava. Voleva conoscere le esatte parole con cui Loki l'aveva diffamata e umiliata davanti a sua madre.

Miracolosamente, le rispose -Ha detto che stamane, dopo colazione, vi siete recati in terrazza. E lì, hai tentato di circuirlo con le parole e in seguito l'hai avvicinato fino a baciarlo, malgrado la sua resistenza.

Sigyn annuì lentamente, fissando quelle frasi nel cervello; lanciò un'ultima occhiata alla Regina e uscì, dopo aver fatto un ultimo inchino.

 

“Semplicemente ridicolo. Ridicolo! Come fa Frigga a credere a questa bugia?! Hai cercato di circuirlo con le parole … maledizione, come può credere anche solo lontanamente che io potrei fare una cosa simile? A suo figlio, poi, il Dio dell'Inganno! É palese che non vuole nemmeno pensare all'altra possibilità; a un'ennesima menzogna di Loki. E io, perchè l'ho protetto? Perchè mi sono presa la colpa di tutto ciò, perchè non ho detto la verità?! Per darle il contentino? Ottimo, così ho fatto il gioco di quel bugiardo. Ma perchè? Perchè?!”

Era questo, e anche più, che Sigyn pensava mentre camminava a passo di marcia per i corridoi della corte, in cerca di Loki.

Era a dir poco furente, e ancora non si capacitava di essersi sottomessa in quel modo.

Perchè non aveva detto la verità?

Quella domanda la tormentava, ma non trovava risposta.

O meglio, non voleva trovarla.

 

Non l'aveva trovato.

Sigyn cominciava a credere che fosse scomparso, o caduto da qualche parte (cosa che sperava con tutta sé stessa) e impossibilitato a tornare; perciò, per sbollire, si recò in giardino.

Involontariamente, si diresse nel solito posto in cui passeggiava con Loki.

Rendendosene conto, stava per tornare indietro; quando lo vide, seduto sotto il gigantesco albero.

Tentennò per un po', poi decise che tanto valeva farlo subito e, determinata, lo raggiunse.

-Hai qualcosa da dirmi?- esclamò, gelida, le braccia incrociate sul petto.

Lui alzò lo sguardo; sembrava divertito -Dovrei?

-A mio modesto avviso, direi proprio di sì. Una parola che si pronuncia “scusa”, anzi, tante scuse. Non credi?

Loki scrollò le spalle -Sinceramente, no. Non mi pare di aver fatto alcunchè che richiedesse delle scuse.

Sigyn sentiva quasi il fumo uscirle dalle orecchie, ma cercò di controllarsi -Tu. Tu, lurido bugiardo, hai vergognosamente mentito a tua madre la Regina, diffamandomi con una menzogna orrenda e comportando la perdita del mio onore ai suoi occhi! Perchè? Perchè l'hai fatto?!

Lo sguardo del Dio era impassibile -Mi sembra ovvio, il perchè.

-Senti, smettila subito con queste sciocchezze, e spiegami il motivo per cui hai fatto ciò. Non mi sembra di essermi comportata in modo tale da meritarmelo!

-É proprio questo il punto!- ribattè Loki scattando in piedi -Tu stavi cominciando a considerarmi una persona migliore; un uomo cambiato e sulla via della redenzione. Ma non è così, Sigyn; io non cambierò mai, ed è bene che tu lo sappia. Era l'unico modo per fartelo capire.

Sigyn era sbalordita.

E non credeva a una sola parola.

-Mi stai prendendo in giro, vero? Ti prego, dimmi che è così. Non puoi avere una tale concezione di me!

-Cosa stai insinuando?

-Sto dicendo che è assurdo! Io non ho mai pensato che tu fossi migliorato o “sulla via della redenzione”, come dici tu. É vero, pensavo che fossi leggermente diverso da quando sei giunto qui. Ma lo credo tutt'ora, come credo che tu non sei completamente malvagio. Se ora vuoi davvero sapere cosa penso, sappi che ti considero alla stregua di un Pentapalmo particolarmente stupido. E lo pensavo anche prima di tutta questa buffonata!

Loki si era ammutolito: non si aspettava certo una reazione del genere da lei.

Stava per rispondere col suo solito tono arguto, ma venne interrotto -Almeno, posso sapere perchè mi hai baciata? Faceva parte del piano, o eri in preda di un qualche strano istinto ormonale? O volevi semplicemente prendermi per i fondelli? Avanti, illuminami con la tua superba e famosa intelligenza ingannevole!

Era veramente fuori di sé, e non sapeva nemmeno lei quello che stava praticamente urlando nel mezzo dei giardini reali, ma non le importava: voleva solo sfogare la sua frustrazione su Loki.

Dal canto suo, Loki era veramente sorpreso: in quei due mesi e poco più passati con lei, non avrebbe mai immaginato di vederla perdere la testa in quel modo. L'aveva vista spaventata, comprensiva, consolatrice, allegra, infantile … ma mai arrabbiata.

E suo malgrado, quello che vedeva gli piaceva, in un qualche strano modo: non era la solita ragazza nobile tutta contegno e dolcezza, no; quando poteva, scoppiava di sentimenti, e al diavolo l'etichetta di corte.

Sorrise, osservandola: i capelli scuri le svolazzavano attorno al viso arrossato, i pugni chiusi stretti lungo i fianchi dovevano conferire un'immagine di lei minacciosa, ma accentuavano la sua vulnerabilità mascherata; gli occhi accessi lampeggiavano, pericolosi.

Ricordò il tocco caldo delle sue labbra ed ebbe la tentazione di avvicinarsi e provare a risentirlo, ma sapeva che se l'avesse fatto, un pugno lo avrebbe probabilmente centrato sul naso.

A quel pensiero scosse la testa, come riprendendosi da una trance, e si rese conto di ciò che aveva appena desiderato.

Com'era possibile?

Scacciò quei pensieri molesti e si concentrò sulla risposta da darle, sorridendo col suo solito fare ammiccante e sarcastico -Nessun piano, nessun tentativo di derisione. Solo, mi sembrava un ottimo modo per concludere la conversazione; e casualmente, ha avuto questo perfetto secondo fine di aprirti gli occhi sulla mia vera natura.

Sigyn serrò la mascella, come se volesse ringhiare, ma ad un certo punto si illuminò, sgranando gli occhi, come chi ha appena ricevuto una rivelazione divina.

Probabile, a ben vedere. (*)

-Un ottimo modo di concludere la conversazione, hai detto?- ripetè, uno strano bagliore malizioso negli occhi.

-Sì … ma cosa …?

-Ah. Quindi è questo.- commentò, con un tono quasi esultante.

-Questo cosa? Che stai dicendo, ragazza?- chiese Loki, infastidito.

Sigyn sorrise, trionfante -Ti avevo posto una domanda, prima che tu mi baciassi.- a quelle parole, vide Loki impallidire leggermente -ossia, qual'è il tuo punto debole. E ora mi dici che quel bacio ti sembrava un ottimo modo per concludere la conversazione. Devo quindi concludere che fosse la risposta alla mia domanda, non trovi? Semplice e lineare.- allargò il sorriso.

Loki era furibondo: come osava, quella ragazza, dire cose del genere?

Lei, il suo punto debole?!

No, assolutamente no.

Fece una smorfia, prima di sorridere -Non vorrei deluderti, mia cara, ma sei giunta alla conclusione errata.

Il sorriso esultante di Sigyn si incrinò un po', ma era testarda, e insistè -Ah, sì? E qual'è quella giusta?

-Mai sentito parlare di metodi alternativi per zittire le persone? Quel bacio ne faceva parte.- ribattè, sorridendo perfidamente.

Di certo non si poteva dire che l'inventiva gli mancasse.

-Allora facciamo una cosa. Un patto.- disse Sigyn, un sorrisetto all'angolo della bocca.

-Ossia?

-Tu ti scusi con me, in ginocchio, per la tua menzogna disgustosa detta alla Regina, e io lascerò correre.

-Mai.- ribattè subito lui.

Lei ammiccò -Oppure, ammetti che quel bacio era la risposta alla mia domanda.

Loki la fissò, gli occhi sgranati, mentre lei gongolava.

-Questo patto è una totale idiozia.- sputò, fissandola freddamente.

-Questo è il patto, prendere o lasciare.

-Altrimenti?- ribattè lui, divertito -Quale orrenda pena subirò?

-Andrò dal Padre degli Dei e gli rivelerò la verità. E non credo ne sarebbe molto felice.

Era un colpo basso, e Sigyn lo sapeva. Come sapeva che non l'avrebbe mai fatto; sarebbe stato un suicidio dopo aver giurato a Frigga il contrario.

Ma Loki non ne era a conoscenza.

Lo vide smarrito e arrabbiato al tempo stesso per la prima volta, e si trattenne a stento dall'esultare.

Conosceva già la risposta, e si preparò a sentirla.

 

 

 

 

Angolo autore:

Buenas Dias! (o come si scrive) xD

So che mi state odiando. Come so benissimo di stare perdendo il controllo di tutto questo per colpa di Loki (?) e di scrivere cose che rasentano l'idiozia e/o l'orrido.

Giuro che cercherò di sistemare le cose; per questo capitolo ormai è troppo tardi: per quanto ci ripensi, non mi viene altro.

Spero che siate magnanime e abbiate pietà di me; io intanto costruisco un fortino in camera mia, giusto per sicurezza.

Ci si legge al prossimo aggiornamento, sperando sia migliore di questo (sigh).

Alla prossima! :)

 

PS Innanzi tutto, un grazie a tutti quelli che seguono, commentano ecc, davvero gentili :)

Poi, la citazione iniziale: si adatta alla perfezione a … ehm. Non lo dico, ma tanto lo avrete capito.

 

(*) ok, qui ho dato sfogo al mio stupido senso dell'umorismo: poiché Loki è un Dio, e Asgard dimora degli Dei, non potevo non nominare una “rivelazione divina”. E dopo questo, scappo a nascondermi.

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Capitolo 11
*** L'amore? Un'illusione ***


La forza di gravità attira i corpi, l'amore i corpi. In tutti e due i casi si rischia di cadere.

(Dylan Dog)

-D'accordo.- ringhiò Loki -D'accordo.

Fece una pausa prima di continuare e alzò gli occhi al cielo, come se gli costasse un enorme fatica, poi parlò -Mi scuso con te, Sigyn, per il mio comportamento.- dopo di che tacque, e la fissò, rigido, uno sguardo gelido, poi sorrise -Soddisfatta?

-A dire la verità … no.

Gli occhi di Loki mandavano lampi pericolosi, quando rispose -In che senso, “no”?!

-No! Ho detto che devi inginocchiarti, davanti a me. E scusarti con tono sincero e pentito, senza guardarmi come se volessi uccidermi. Voglio delle scuse vere, e ben fatte.

La ragazza sogghignò nel vedere l'espressione furibonda di Loki, e si chiese se non stesse esagerando. Poi le tornò in mente lo sguardo di Frigga, e decise che no, era il minimo.

-Avanti, sto aspettando.- lo incitò, sorridendo.

Loki borbottò qualche parola astiosa, ma si chinò davanti a lei, alzando il capo.

Sospirò, chiudendo gli occhi, e quando li riaprì mostrava un perfetto rincrescimento, con tanto di tono dispiaciuto -Lady Sigyn, la prego di perdonarmi: ho commesso un'azione oltremodo errata e ingiusta nei suoi confronti; dimostrando di non essere riconoscente verso di lei e il suo comportamento impeccabile. Spero che riuscirà a scusare la mia azione riprorevole; non accadrà mai più.

Sigyn lo fissava, cercando di non cedere davanti a quell'atteggiamento; sapeva che stava recitando, ma era dannatamente bravo.

-Molto bene. Scuse accettate.- ribattè dopo un istante di silenzio, e si voltò, dirigendosi verso una fontana poco distante; lasciando lì Loki, ancora inginocchiato a terra.

La voce di lui la raggiunse poco dopo -Sappi che è l'ultima volta che mi piego a compiere un gesto simile, ragazza!

Lei rise, e rispose senza nemmeno girarsi -Ti stai riferendo al mentire, vero?- e continuò a camminare, soddisfatta delle sue parole.

 

I giorni immediatamente seguenti l'increscioso accaduto passarono tranquilli, senza inconvenienti di sorta; apparentemente senza cambiamenti.

Cambiamenti che invece erano presenti, anche se invisibili ad occhi distratti.

Cambiamenti che si traducevano in un rapporto più sciolto e spontaneo tra Loki e Sigyn; insieme a un nuovo livello di rispetto che entrambi provavano nei confronti dell'altro.

Assurdo, pensava la ragazza, ma da quando il Dio si era scusato con lei, seppure costretto e riluttante, era diventato più … umano, in un certo senso.

Le sue battute sarcastiche e pungenti erano sempre al loro posto, ma pronunciate con un nuovo sorriso e uno sguardo diverso.

E lei ricambiava, nello stesso modo.

Se prima parlavano di tutto, ma evitavano certi argomenti, o li trattavano con delicatezza, ora non era più un problema: Loki si esprimeva su qualsiasi cosa, raccontando le sue azioni, e accettava le critiche di Sigyn quasi senza batter ciglio; e, se la discussione sforava in un litigio, bastava uno sguardo per riconciliarsi.

La ragazza, dal canto suo, descriveva qualcosa di lei.

Sembrava avessero pattuito che, per ogni racconto di Loki, lei dovesse rivelare alcune cose di sé; non importava quali: dalla sua infanzia al suo piatto preferito, sembrava che ogni argomento fosse interessante per lui.

Ben presto, però, anche Loki cominciò a sbottonarsi su di sé: discorreva dei suoi giochi da bambino, della sua passione per la lettura e la magia, a volte narrava persino alcune avventure passate con Thor, sebbene il suo tono avesse una nota più tagliente su questi episodi; e Sigyn ascoltava, intrigata di scoprire qualcosa in più su di lui, di solito così silenzioso.

Ora, il silenzio tra loro non esisteva quasi più, soppiantato dal rumore delle chiacchiere e a volte delle risate.

Quasi non se ne rendevano conto, o non volevano, ma si avvicinavano sempre più l'uno all'altro.

“Perchè?”

Non lo sapevano, o forse non volevano, ma avevano capito di potersi fidare; erano più consci dei loro pensieri e comprendevano che certe azioni erano inutili.

Incredibile come tutto ciò fosse nato da quello che era, alla fine, un semplice dispetto.

 

Un pomeriggio, Sigyn era comodamente seduta sotto al solito albero a leggere un libro di racconti, quando Loki la raggiunse, accomodandosi al suo fianco con indifferenza.

Stava osservando il cielo, riflettendo, quando la voce di lei lo riportò alla realtà.

-Ma non è possibile!

Perplesso, alzò un sopracciglio ma non disse nulla, riprendendo il corso dei suoi pensieri.

Fino a quando …

-Che sciocchezza. Non posso credere che una scempiaggine simile abbia avuto così tanto successo.- e sbuffò, chiudendo il libro e gettandolo di malagrazia sull'erba.

-Ho la vaga impressione che qualcosa ti abbia turbata. O sbaglio?

-Non sbagli; è una storia che ho appena letto.

-E di cosa parlava, per averti così tanto scandalizzata?

-Non sono scandalizzata, solo … esasperata. Ti spiego: è una storia d'amore- e qui notò la smorfia di Loki, ma lo ignorò -che narra di due ragazzi, amanti, ma appartenenti a due famiglie nemiche. Il loro amore però è talmente forte che si sposano in gran segreto, solo il sacerdote ne è a conoscenza, finhchè il ragazzo, a causa di un increscioso incidente, viene esiliato. Lei è distrutta dal dolore, e cerca un metodo per rivederlo e fuggire; metodo che gli viene suggerito dal sacerdote: dovrà fingere la propria morte, bevendo una sostanza capace di donarle all'apparenza il sonno eterno, così che lui, sapendolo, tornerà di nascosto per prenderla e portarla via con sé, senza che nessuno lo sappia. Ovviamente, il messaggero che porterà la notizia della falsa morte di lei all'amato lo informerà del trucco. Bè, alla fine il messaggio non lo raggiunge in tempo, e lui, venendo a sapere della sua morte e credendoci, va nella sua cripta e si suicida proprio poco prima che lei si risvegli; così che, vedendo il corpo dello sposo ai suoi piedi, anche la ragazza decide che non può vivere senza di lui e si uccide. Ora: ti sembra logico?

-Chiedi consiglio alla persona sbagliata, Sigyn: per me, qualsiasi storia d'amore è priva di logica. I sentimenti sono irrazionali di per sé.

La ragazza ebbe un moto di impazienza alla sua risposta fredda, e insistè -Lo immaginavo, ma voglio dire: è logico, per te, escogitare un sistema simile per facilitare la fuga dei due? Potevano scappare e tanti saluti ai genitori. Così hanno solo complicato le cose, già di per sé difficili, e causato una fine tragica ed evitabile.

Loki sorrise, divertito -Da questo devo dedurre che per te tutte le storie d'amore devono avere un lieto fine?

-No, assolutamente no. La vita regala un lieto fine molto di rado, e io non lo pretendo sempre; non sono così ingenua. Però cose di questo genere mi irritano. Sono … sciocche, e assolutamente ...

-… illogiche.- completò lui, e lei annuì.

Un attimo di silenzio seguì le loro parole, finchè Loki parlò -Perchè ti piace leggere queste stupidaggini?

-Bè … sono affascinanti, a volte. Aiutano a dimenticarsi per un attimo la noiosa realtà in cui si vive, regalandomi emozioni nuove e … mai provate.- abbassò lo sguardo, un po' imbarazzata, mentre Loki la fissava.

-Vuoi dire che ti piace perchè ti immedesimi nella protagonista di turno?

-Esatto.

Loki sbuffò -Ti facevo migliore di quelle sciocche ingenue e deboli ragazze di questi racconti.

-In che senso?

-Lo sai benissimo. Le protagoniste di questi libri sono tutte povere fanciulle indifese, che aspettano trepidanti l'arrivo del principe onesto e leale pronto a salvarle, senza un briciolo di paura, da qualsiasi cosa le minacci; che sia un mostro o anche solo la prospettiva di una vita noiosa e misera. Sono assolutamente prive di nerbo, senza fantasia, succubi di un uomo che conoscono a malapena e di cui apprezzano solo la prestanza fisica. E tu vorresti assomigliarle?

-Non ho detto questo!- protestò lei -ho detto che mi diverto a immedesimarmi in loro, a volte … e comunque, cosa c'è di male ad aspettare un uomo di cui innamorarsi?

-Oh, per favore. Quel tipo di uomo di cui parli tu non esiste.

-Ma tu cosa ne sai?!

-Lo so e basta. Te l'ho detto, non esistono uomini sinceri e onesti, sono tutti …

-Sì, lo so, sono tutti dei lupi pronti ad assalirti e a sbranarti davanti alla prima difficoltà. Ma chi ti dice che non esista qualcuno di un po' migliore, là fuori, e che sia adatto a me?

-Non dire idiozie. Adesso parli anche dell'anima gemella?! Ti prego. Questi discorsi sono inutili, non hanno assolutamente senso; gli uomini che dici tu non esistono, dovresti smetterla e …

-E, cosa? Sognare non mi costa niente. E preferisco sognare qualcuno di dolce e sincero, piuttosto che uno come ...- si bloccò, preferendo non continuare, rendendosi conto che se avesse finito la frase tutto ciò che era maturato nel loro rapporto sarebbe miseramente crollato.

-Come … chi? Come me, forse?- completò Loki, un bagliore nello sguardo.

Il silenzio di Sigyn fu più che eloquente, e lui sorrise.

-Non preoccuparti, so benissimo di non essere il prototipo dell'uomo che ogni ragazza sogna al suo fianco, e me ne compiaccio, considerando com'è questo chimerico tipo.

La ragazza sospirò impercettibilmente, e sorrise; poi porse una domanda che le frullava in testa già da un po' -Loki, ma tu che concezione hai dell'amore?

Il quesito lo sorprese, e rispose dopo un attimo di esitazione, in cui riflettè sulle implicazioni che poneva la domanda -Penso che l'amore vero, quello di cui tutti parlano, non esiste.- notò l'espressione perplessa di lei, e spiegò -L'amore, in realtà, non è altro che un egoismo mascherato da altruismo. Puoi vederlo da un punto di vista positivo, ma è così. Pensaci: l'innamorato tipo non desidera altro che stare con l'amato. Se ciò non avviene, per vari motivi, soffre. Ma perchè soffre? Perchè gli manca. E gli manca perchè l'amato, essendo assente, non può soddisfare i suoi bisogni fisici o psicologici. E questo è egoismo, molto semplice e basilare. Mettiamo caso, poi, che l'amato non ricambi la passione dell'amante, ma anzi, lo disdegni: in questo caso, l'amante sarà disperato, e arriverà con tutta probabilità ad odiare quello che prima era l'amato. E anche questo è egoismo.- fece una pausa, osservando la sua reazione -ti ho convinta?

-Non proprio. Pensa a quando l'amato soffre, o muore: l'amante patisce quanto lui, o anche di più. Tu questo lo chiami egoismo?

-Certo. Perchè in quel caso, l'amato non riuscirà più a soddisfare i bisogni dell'amante, e quest'ultimo soffrirà per questo. Soffre per la mancata soddisfazione dei suoi desideri, non per altro. Non esiste l'amore, Sigyn; è tutta un'invenzione creata per illuderci di essere migliori ai nostri stessi occhi. In realtà, non siamo altro che esseri egoisti e avidi, perennemente in cerca di qualcosa che non possiamo avere, e troppo deboli persino per ammetterlo.

Sigyn restò a fissarlo, turbata dalle sue parole: non voleva confessarlo, ma pensava che ci fosse un fondo di verità in quello che aveva appena detto. E questo la scombussolava.

-Tutto bene?

La domanda di Loki la sbalordì: era la prima volta che glielo chiedeva, e guardandolo scrutare il suo viso, sembrava davvero leggermente preoccupato.

-Sì, certo. Stavo solo riflettendo sul tuo discorso.

-E?

-E … penso che non hai tutti i torti. Anche se è orribile.

Loki sorrise -Almeno l'hai riconosciuto, è già un passo avanti.

Lei rise -A questo punto, non oso chiederti cosa pensi del matrimonio.

-Niente di strano. É solo una forma di schiavitù completamente inutile e sciocca.

-Addirittura!

Lui scrollò le spalle -Non ho detto che devi darmi ragione; questo è il mio punto di vista. Immagino che per te, invece, sia l'aspoteosi della felicità e lo scopo di una vita.

-Non esagerare. Penso che sia un modo perfetto per far capire quanto ami l'altro e per ufficializzare la propria unione. É molto romantico.

Loki fece una smorfia, e Sigyn gli mollò un pugno scherzoso su un braccio -Non prendermi in giro, Loki Laufeyson! Si rispettano i punti di vista degli altri.

-Ma io non ho detto nulla. Solo, penso che il tuo punto di vista sia assolutamente ridicolo!

-Ah, il tuo invece è perfetto, giusto?

-Ovviamente.

-Come no.- lo rimbeccò lei.

-D'accordo, allora facciamo così: se riuscirai a coronare il tuo sogno matrimoniale, io sarò presente alla cerimonia e mi rimangerò tutto quello che ho appena detto e sostenuto.

Lei lo osservò attentamente -Dov'è il trucco?

Lui sgranò gli occhi, fingendosi offeso -Nessun trucco, sono sincero.

-Uhm. D'accordo, va bene.- gli porse la mano, e lui gliela strinse, sorridendo.

-E se rimarrò zitella, invece? Avrai vinto tu?- scherzò Sigyn, mentre si alzavano da terra.

-Naturale.

-Allora preparati a perdere.- lo canzonò lei, divertita dalla scommessa insolita.

-Tu non lo sai, ma ho un sacco di pretendenti!

Lui scoppiò a ridere -Ah, sì? Ma guarda, non sapevo dell'esistenza degli uomini invisibili!

-Questa me la paghi.- lo minacciò lei, cercando di colpirlo un'altra volta, ma inciampò e cadde su di lui in modo molto poco nobile ed estremamente umiliante.

Lui la resse, sogghignando, almeno fino a quando i suoi occhi non incontrarono quelli di lei, vicini come non mai.

Rimase a fissarla, come ipnotizzato, e deglutì percependo il corpo di Sigyn tra le sue braccia.

La lasciò andare, prima di cedere un'altra volta; e si voltò di scatto, dirigendosi velocemente nelle sue stanze; cercando di ignorare il tumulto interiore che lo agitava e non sapendo di non essere l'unico, in quel momento, ad essere confuso.

 

 

 

Angolo autore:

Avevo detto che avrei cercato di rimediare.

Già.

Peccato che i personaggi siano di tutt'altro avviso! Ormai, non mi resta che piegarmi al loro volere; sono assolutamente dispettosi.

L'OOC si sta avvicinando a grandi passi, anzi, probabilmente è già qui da un po'. Accidenti.

Vabè … spero non mi insultiate troppo, nelle recensioni xD

A parte questo, piccola precisazione: la storiella che racconta Sigyn è ovviamente “liberamente tratta” da Romeo e Giulietta; ve ne sarete accorti ma lo dico lo stesso.

Il discorsetto di Loki sull'amore, invece, è il mio personale punto di vista su questo sentimento.

Cinica? Sì, lo so.

Per il resto … non so cos'altro dire, solo che questa ff mi sta uscendo più lunga di quanto pensassi o.O Chissà dove andrò a finire …

Ok, dopo questo sclero vi saluto; alla prossima! :)

 

P.S. Se tra di voi c'è qualcuno appassionato di lettura, faccia un salto qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1197778&i=1 “Se leggi, lo fai a tuo rischio e pericolo”, una storia originale scritta poco tempo fa; sempre mia (pubblicità time).

 

Ah, dimenticavo! La citazione nell'ultimo capitolo non è di Baricco ma di Stefano Benni. Pardon!

Il titolo di questo, invece, è una citazione del mio amatissimo Wilde, da “Il ritratto di Dorian Gray”.

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Capitolo 12
*** Faccio quello che voglio! ***


Non c'è travestimento che possa alla lunga nascondere l'amore dov'è, né fingerlo dove non è.

(F. De la Rochefoucald)

 

-Hai un aspetto orribile.- fu il saluto di Loki a Sigyn quella mattina a colazione; una settimana dopo la loro bizzarra scommessa.

-Com'è che menti sempre, ma quando si tratta di dire verità scomode sei sincero?- fu la risposta tagliente della ragazza, mentre Loki si sedeva a tavola ridacchiando.

-É un mio particolare talento.- ribattè lui, ricevendo un borbottìo indistinto come risposta.

La osservò attentamente: aveva i capelli spettinati e ingarbugliati, gli occhi gonfi di sonno e il viso pallidissimo sorretto da una mano; il gomito appoggiato al tavolo. Aveva tutta l'aria di chi sta covando una brutta influenza.

-Stai bene?- le domandò a bruciapelo, stupendosi a sua volta della preoccupazione provata.

-Ti sembra la faccia di una che sta bene?- rispose lei sarcastica, sorseggiando una bevanda calda.

-É da stanotte che sto male … ora mangio qualcosa poi torno a letto.- disse, alzandosi in piedi per prendere un pezzo di pane, ma barcollò: Loki scattò in piedi e l'afferrò prima che cadesse a terra, e Sigyn lo ringraziò con un sorriso stanco.

-Grazie. Scusa, ma …

-Ti porto a letto. Subito.- la interruppe Loki con un tono che non ammetteva repliche, e sorreggendola la trascinò in camera, ignorando le sue flebili proteste.

 

-Ora stai qui e non ti muovere; vado a chiamare un guaritore.

-Ma non è niente, solo …

-Il “non ti muovere” vale anche per la bocca, nel caso non l'avessi capito.- la fulminò Loki, e la ragazza fece una smorfia.

-Ma che soccorritore gentile e amabile.

-Accontentati, e ringrazia che non ti ho lasciata sul pavimento.- ribattè Loki con un mezzo sorriso, e uscì.

 

Stava camminando velocemente nei corridoi del palazzo, quando si imbattè in Sif e nei Tre Guerrieri.

-Oh. Guarda chi si vede.- mormorò Fandral, un'espressione di disprezzo sul viso.

-Quale lieto incontro.- fu la pronta risposta di Loki, una maschera gelida sul volto pallido.

-Cosa fai in giro per il palazzo tutto solo?- domandò Sif, sospettosa.

-Non sono affari che ti riguardano, Lady Sif.- rispose con tono soave Loki, poi sorrise -E ora, se vogliate scusarmi, devo portare a termine un compito molto importante e urgente.

E si allontanò lasciandoli lì, preoccupati; sorridendo divertito.

 

Finalmente, poco dopo, era da Sigyn con un guaritore a fianco.

La visita terminò in fretta, e la diagnosi fu immediata: influenza; banale e semplice.

-La camera della guarigione è inutile ed eccessiva in questo caso; basterà che stia qualche giorno a riposo e prenda questo decotto di erbe per fare abbassare la temperatura. Guarirà in fretta, meno di una settimana e tornerà come nuova.

-Molto bene. E … grazie.- rispose Loki accompagnandolo alla porta; al che il guaritore lo fissò, stupito: certo non si aspettava una frase del genere da lui.

-Se avete problemi, comunque, non esitate a chiamarmi.- disse sorridendo, e Loki annuì, prima di chiudere la porta e tornare da Sigyn.

-Tieni, prendi questo. Ti sentirai meglio.- le porse una tazza con il decotto e la ragazza lo sorseggiò, prima di sputare tutto.

-Ma è disgustoso!- esclamò con espressione schifata, poi si voltò a guardare Loki.

Il Dio la fissava, impenetrabile, gli occhi fiammeggianti; il viso e l'abito bagnati.

Bagnati del decotto appena sputato da Sigyn.

La ragazza sgranò gli occhi quando si accorse della cosa, e arrossì, poi sorrise -Ehm … scusa?- abbozzò, imbarazzata, senza cedere allo sguardo implacabile di Loki.

Lui non rispose; si limitò ad uscire dalla camera.

Sigyn sospirò, osservando la porta chiusa, poi non ce la fece più e scoppiò a ridere.

 

-Posso entrare liberamente, o devo armarmi con uno scudo per proteggermi dai tuoi conati?

Sigyn si girò verso la porta, ridacchiando -Esagerato. Entra, non sputerò nulla, promesso.

Loki entrò, una strana aria circospetta, e si sedette sul bordo del letto.

-Come stai?

-Meglio. Quell'orrendo decotto ha funzionato, devo ammetterlo.

-Strano, visto che metà l'hai rigettato addosso a me.

Sigyn alzò gli occhi al cielo -La vuoi smettere con questa storia?!

-É successo solo mezz'ora fa, posso parlarne finchè voglio.

La ragazza non rispose, limitandosi a scuotere la testa, esasperata; decise perciò di cambiare argomento -Passami i sandali, per favore.

-Perchè?

-Voglio uscire a fare una passeggiata, e sai, potrebbero servirmi.- rispose lei, sorridendo, ma smise subito nel vedere la sua espressione -Che c'è?

-C'è che non puoi uscire. Il guaritore ha ordinato che devi stare a riposo, perciò tu ora rimani lì e dormi.

-Ma sto bene!

-Non mi importa di cosa pensi tu, fai quello che ti è stato detto.- ribattè lui, impassibile, e fece per andarsene, ma con la coda dell'occhio vide Sigyn buttare all'aria le coperte e alzarsi.

-Loki, ti ripeto che sto bene. Perciò, ora esco e faccio quello che voglio!

Lui rimase lì a fissarla, poi di colpo sorrise -D'accordo. Ti accompagno.

La ragazza rimase per un attimo immobilizzata dallo stupore -Come mai così arrendevole?

Loki scrollò le spalle, una strana espressione enigmatica sul viso -Hai ragione. Se ti senti bene, perchè non uscire?

Pur continuando a considerare strana la sua reazione, Sigyn sorrise -Ottimo. Allora andiamo.

 

-Perchè sono uscita? Perchè?!- si lamentò Sigyn, aggrappata a Loki; di nuovo con la febbre alta dopo solo due ore.

-Te l'avevo detto che dovevi rimanere a letto.- ribattè prontamente lui, cercando di nascondere un sorriso di soddisfazione che venne però prontamente notato.

-L'hai fatto apposta! Mi hai dato ragione solo perchè sapevi come sarebbe andata a finire e potermi dire “te l'avevo detto”!

Loki sorrise apertamente, e Sigyn scosse la testa, stupefatta -Sei ignobile.

-Guarda che è colpa tua, non mia. Io ne ho solo approfittato per divertirmi un po'.

-Sei ignobile!- ripetè lei, e lui non riuscì a reprimere una risata divertita a cui seguì il silenzio offeso di Sigyn.

 

Ormai era pomeriggio quando Loki posò Sigyn sul letto, semiaddormentata.

Le fece bere il decotto, tenendosi a distanza di sicurezza, e la sistemò delicatamente sulle coperte.

Incerto sul da farsi, rimase ad osservarla; contemplando i suoi capelli neri come l'ala di un corvo sparsi sul cuscino, il viso pallido e le labbra schiuse.

Senza riflettere, si chinò su di lei e le sfiorò il viso con una carezza, sentendo il calore della pelle febbricitante; e gli venne un'idea: esitante, appoggiò una mano sulla sua guancia.

Essendo un Gigante di Ghiaccio, la sua temperatura corporea era più bassa, perciò il suo corpo era più freddo di quello degli Asgardiani; e decise di sfruttare questa sua particolarità per darle sollievo.

La vide sospirare, sollevata, e accoccolarsi meglio contro la sua mano.

Come ipnotizzato, rimase immobile, a fissarla; e si sedette a fianco a lei, dall'altro lato del letto.

Si sentiva strano, seduto a letto vicino a una ragazza addormentata, a rinfrescarla dal calore della febbre; ma era ancora più strano perchè sapeva di starlo facendo per lei, non per sé.

Non stava agendo per egoismo, con un secondo fine, ma solo per lei.

O forse no?

Forse stava solo cercando una scusa per starle più vicino …

Allontanò quel pensiero e riprese a guardarla.

Rimirò la linea delicata degli zigomi, le ciglia scure, la piega dolce delle labbra e desiderò di nuovo sentire il suo tocco sulle sue.

Inconsciamente si avvicinò, chinandosi su di lei, ma si ritrasse all'ultimo secondo, temendo di svegliarla: si ricordava come era finita l'ultima volta, e non voleva si ripetesse.

Sapeva di essere stato stupido; stupido e infantile nel reagire così, ma era rimasto sconvolto dal turbine di emozioni provato nel baciarla; e aveva ingenuamente cercato di nasconderlo come un tentativo di ferirla.

Tentativo riuscito, da una parte.

Ripensò a come aveva dovuto scusarsi, e un sorrisetto divertito gli spuntò sulle labbra, suo malgrado: le reazioni di quella ragazza lo stupivano sempre, come le sue parole, e lo facevano ridere.

Si accorse, in un lampo, che era l'unica persona riuscita a farlo ridere così tanto; e in modo sincero e spontaneo, facendolo sentire leggero e spensierato.

Lo trattava normalmente, parlando di qualsiasi cosa, e ascoltava quello che diceva con attenzione, a volte trovandosi d'accordo con lui e, se no, sempre mostrandosi rispettosa delle sue opinioni.

E anche da quel punto di vista, era l'unica.

L'unica che lo avesse mai rispettato e trattato da essere umano, degno di considerazione e rispetto, senza bugie e sotterfugi.

Con orrore, si rese conto che provava dell'affetto per lei.

No, non affetto.

Era una moltitudine di emozioni e sentimenti: affetto, rispetto, calore, fascino … attrazione, e altro che non sapeva definire.

C'era un nome per chiamare tutto ciò?

La parola gli affiorò nella mente, e la cacciò subito.

No, assolutamente no.

Non era possibile.

Decise di non pensarci, che erano sciocchezze, e si sistemò meglio vicino a lei, circondandole delicatamente le spalle con un braccio per aumentare la sensazione di freschezza sulla sua pelle.

Socchiuse gli occhi, stanco, e quasi senza accorgersene si addormentò.

 

Sigyn si svegliò di botto, non capendo da dove veniva quella gradevole sensazione di frescura.

Si sentiva meglio, la febbre era sicuramente scesa e il peso alla testa sparito; le sembrava quasi di essere guarita.

Meglio andarci piano, però; pensò, e in quel momento si accorse di non essere sola.

Col cuore che batteva al doppio della velocità normale si girò, e si trovò a pochi centimetri dal viso di Loki, profondamente addormentato abbracciato a lei.

Un dubbio atroce le sorse, e controllò i vestiti: al loro posto.

Sospirò di sollievo, poi arrossì e si rimproverò per aver pensato una cosa simile: come aveva potuto?! Loki non avrebbe mai approfittato di lei in quel modo.

Non avrebbe mai approfittato di lei, punto; se era arrivato a curarla in modo così accurato e sicuramente insolito, ma efficace e … dolce.

Sì, c'era un qualcosa di tenero nel suo tocco, Sigyn lo percepiva.

Aveva capito che era lui la causa di tanta freschezza, e gli sfiorò il volto con una carezza, addolcita e al tempo stesso incredula, di fronte a tanta premura inaspettata.

Rimase ad osservarlo, non volendo muoversi per paura di svegliarlo, e si rese conto che le piaceva: apprezzava i suoi zigomi alti che gli conferivano un'aria di nobiltà, gli occhi glaciali ma capaci di esprimere più emozioni di quanto fosse umanamente possibile, le labbra sottili e i capelli corvini …

guardandolo così intensamente, si ricordò il giorno in cui l'aveva baciata, e si sentì avvampare: non lo aveva voluto ammettere, ma aveva provato qualcosa.

Qualcosa che non riusciva a spiegare nemmeno a sé stessa, da tanto era ingarbugliato e senza senso.

E ora, cosa provava?

Riflettendo, gli accarezzò i capelli, e lo vide piegare le labbra in un impercettibile sorriso.

Sorrise a sua volta, e decise di godersi il momento senza pensieri: si sarebbe interrogata sui suoi sentimenti un'altra volta; e si coricò di nuovo, accoccolandosi contro di lui, riprendendo a dormire.

 

Il mattino seguente, Sigyn avvertì, nel dormiveglia, una porta aprirsi e due voci, una maschile e una femminile, sussurrare concitate.

Le sembravano vicine, ma non ci badò e provò a riacchiappare il sonno; mentre Loki, percependo il suo movimento, si strinse inconsciamente di più a lei.

Aveva appena richiuso gli occhi, quando i battenti della camera si spalancarono, e sulla soglia comparverso Iselin, dama di Frigga, e il guaritore.

Entrambi si azzittirono nello stesso momento in cui notarono i due abbracciati sul letto, e rimasero a fissarli a bocca aperta; mentre Iselin si portò addirittura una mano alla bocca.

Sigyn scattò a sedere, improvvisamente sveglia, e, nel panico, provò a farfugliare qualcosa che risultò incomprensibile, scuotendo violentemente Loki.

Il Dio aprì gli occhi borbottando qualcosa e si mise a sedere -Ma che …?

Si voltò, e incrociò gli occhi sgranati di Sigyn che gli indicavano qualcosa.

Lentamente girò la testa, e notò le due figure poco distanti che li fissavano, scioccati.

Fece due più due, e l'unica cosa che riuscì a fare fu un sorriso e dire la prima cosa che gli passò per la testa -Credo che la vostra paziente, guaritore, sia in ottima forma ora.- guadagnando solo un esclamazione soffocata da parte di Iselin, che corse fuori, e un gemito di disperazione da parte di Sigyn al suo fianco.

 

 

 

 

Angolo autore:

Salve :)

Spero che questo capitolo non vi abbia delusi e sia riuscito a spiegare almeno in minima parte la confusione di sentimenti che provano Loki e Sigyn nei confronti l'uno dell'altra; come spero di essere riuscita a mantenere i caratteri abbastanza IC e di non aver scritto assurdità e/o castronerie, cosa di cui però dubito molto.

Sono oltremodo consapevole che è un capitolo un po' inutile ma, come detto sopra, mi serviva una scusa per esporre i pensieri dei due sulla loro situazione.

E bè, lasciatemi una recensione per farmi sapere i vostri pareri :)

Alla prossima!

 

P S Scusate se stavolta ho aggiornato un po' più tardi, ma ho avuto degli impegni.

P P S Il titolo: ok, l'ho scelto un po' a caso perchè non sapevo cosa mettere (sono una frana coi titoli) ma mi piaceva xD

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Capitolo 13
*** Festeggiamenti ***


Le persone fanno sempre cose pazze, quando sono innamorate.

(Hercules)

 

Sigyn stava pensando.

Comodamente seduta sulla ringhiera della terrazza, appoggiata alla balaustra, pensava a come Loki era riuscito a persuadere Iselin a tenere la bocca cucita con Frigga, con ottimi risultati (come aveva fatto preferiva non saperlo; si era solo assicurata che la ragazza non si fosse spaventata), così che non aveva dovuto sorbirsi un'altra ramanzina riguardo ai suoi tentativi di seduzione del principe cadetto; peraltro non veri.

Si chiedeva come mai Loki aveva compiuto quel gesto così premuroso nei suoi confronti, donandole conforto e sollievo durante il sonno, e perchè si era così avvicinato a lei.

L'unica risposta che riusciva a darsi era troppo assurda per essere vera, e la scacciò velocemente, pur non senza un po' di tristezza.

Continuò a lambiccarsi il cervello senza arrivare a nulla, finchè sbuffò, irritata.

Quell'uomo è un mistero, pensò saltando giù dalla balaustra per recarsi nelle camere.

Era appena entrata, che sentì un bussare discreto alla porta e andò ad aprire: sulla soglia c'era Iselin, un'espressione apprensiva sul viso delicato.

-Iselin! Cosa ci fai qui?- domandò Sigyn, sorpresa.

-Mi manda la Regina. Devo ricapitarvi l'invito per la festa di compleanno del Principe Thor, che si terrà domani sera.- la ragazza rispose tutto d'un fiato, guardandosi in giro nervosamente, e Sigyn rimase a bocca aperta.

-La Regina vuole che Loki vada alla festa di compleanno del fratello?! Ma … è assurdo! Sa cosa …

-Sì -la interruppe- ma ha espressamente richiesto la sua presenza, e … dovrà avere un'accompagnatrice. La Regina vuole che tutto torni alla normalità, e pensa che questo sia un ottimo inizio.

Sigyn era sconvolta -Un'accompagnatrice?! La normalità?! Iselin, la Regina è impazzita se pensa di rimettere tutto a posto con una festa per l'adorato figlio maggiore a cui far partecipare, accompagnato, il fratellino scapestrato! Non capisci che potrebbe solo peggiorare le cose? Anche perchè immagino che sarà presenta tutta la nobiltà di Asgard, o quasi.

-Bè, sì. Ma è un ordine della Regina, e …

-Ah, è un ordine, adesso? Credevo fosse un invito!

Iselin sembrava in difficoltà -Ehm sì, ma … insomma, la Regina gradirebbe molto la presenza di Loki, e …

-Va bene, ho capito.- tagliò corto Sigyn, spazientita -Gliene parlerò, e poi risponderà lui alla Regina. Grazie.- afferrò la busta e chiuse la porta in faccia alla ragazza, innervosita.

Questo non gli piacerà, proprio per nulla; pensò preoccupata Sigyn, sedendosi al tavolo aspettando il ritorno di Loki, uscito a fare una cavalcata un paio d'ore prima.

 

-Loki, devo parlarti.- lo accolse Sigyn fissando la busta che continuava a rigirarsi tra le mani, sentendolo entrare.

-Dimmi, mia cara.- ironizzò il Dio, e la ragazza alzò gli occhi, trovandoselo davanti a pochi centimetri, il sorrisetto sarcastico al suo posto.

Stranamente, si sentì arrossire e indietreggiò di un paio di passi, turbata dalla sua vicinanza.

Cosa che non aveva nessun senso, considerando che ci aveva dormito abbracciata poco tempo prima, ma ora le faceva uno strano effetto.

Ma perchè?

Scosse la testa e ritornò coi piedi per terra, rispondendo alla sua domanda -Poco fa è passata Iselin, e ha portato questo -gli porse la busta- è l'invito per la festa in onore di Thor, che si terrà domani sera. E la Regina desidera che tu partecipi, con un'accompagnatrice.

Rimase a osservare la sua reazione, preoccupata: stava studiando la lettera, un'espressione impassibile sul viso, mentre gli occhi saettavano velocemente da una riga all'altra.

-D'accordo.- disse, dopo quella che sembrò un'eternità, e riconsegnò la busta a Sigyn.

-D'accordo cosa?- domandò la ragazza, confusa. Non poteva davvero voler dire che …

-Ci andremo.

-Cosa?! Vuoi andarci? Ma … no, aspetta. Perchè “andremo”? Vorrai dire “andrai”!

Loki la guardò, stupito -No, intendo proprio “andremo”. Tu sarai la mia accompagnatrice, e noi ci recheremo alla festa come vuole la Regina.- fece una smorfia, e Sigyn continuava a non capire.

-Loki, ma … non pensi sarebbe meglio evitare? Ci sarà tutta la nobiltà asgardiana, e poi … insomma, mi sembra una stupidaggine!

-No Sigyn, stupidaggine sarebbe non andare. La Regina desidera che tutto torni come prima, o almeno che ci sia una parvenza di normalità, giusto? Perciò, faremo come vuole lei per calmare gli animi della famiglia reale; e poi, sarebbe un'enorme offesa non partecipare a una festa in onore dell'erede al trono, specie nella mia posizione. Devo agire in modo da rassicurare gli asgardiani, o almeno provarci.

La ragazza annuì, capendo cosa voleva dire; e aveva ragione.

-Molto bene -sospirò- ma perchè devo venire anch'io?

-Ho bisogno di un'accompagnatrice, e questa sarai tu. Cosa credevi?

-Andrai a una festa così importante accompagnato da una dama di corte?- ribattè Sigyn, perplessa.

-Certo. Dopotutto tu hai questo ruolo solo su ordine della Regina, ma hai sangue nobile. E poi, sei l'unica che accetterebbe di accompagnarmi, visto che tutte le altre donne sarebbero troppo terrorizzate anche solo dalla prospettiva.- spiegò, amaro, e Sigyn sorrise.

-Va bene, va bene. Ti accompagnerò. Però non ho l'abito adatto.- ammise, e Loki ammiccò.

-Questo non è un problema..

 

Il mattino seguente, dopo colazione, Loki aveva fatto visita alla madre per riferirle la risposta al suo invito, e aveva richiesto un appuntamento con il sarto di corte per confezionare un abito adeguato all'occasione per Sigyn e per lui.

Poco prima di pranzo il sarto era arrivato, e in poche ore l'abito per il principe cadetto era pronto: mancava quello per la sua accompagnatrice.

 

Le 19.30 di sera.

La festa cominciava alle 20, e Loki era ancora in piedi, nell'anticamera delle sue stanze, ad aspettare che Sigyn fosse pronta.

Mentre lui aveva impiegato sì e no mezz'ora per lavarsi, acconciarsi e abbigliarsi; la ragazza era barricata nella sua camera da due ore, in compagnia di un'acconciatrice e una truccatrice, l'abito già pronto.

Sbuffò, e stava per bussare alla sua porta, quando quella si aprì.

E rimase senza parole.

Sigyn lo guardava, sorridendo; i capelli raccolti e un abito bianco che la fasciava delicatamente, in contrasto con il colore degli occhi e dei capelli.

Era splendida.

-Allora, come sto? Sono un'accompagnatrice adeguata, per un principe?- scherzò, nascondendo la tensione con l'ironia.

Loki deglutì -Sì, molto … vai bene.

La ragazza sorrise, un po' delusa dal poco entusiasmo del Dio, ma non lo diede a vedere.

-Sei pronto? -gli domandò, ansiosa- guarda che se non vuoi siamo ancora in tempo a …

-No. Andiamo.- la interruppe lui, brusco, e le aprì la porta per uscire.

Percorsero i corridoi in silenzio, finchè arrivarono davanti alla sala dei banchetti, con due guardie ai lati della soglia.

Si guardarono: Loki aveva uno strano bagliore determinato negli occhi, ma sembrava nervoso.

Sigyn gli afferrò delicatamente una mano per fargli forza, e sorrise; ricevendo a sua volta un sorriso.

Dopo di che, Loki la prese a braccetto, com'era costume, ed entrarono con passo lento ma deciso nella sala.

Immediatamente, tutti gli occhi furono puntati su di loro, e calò il silenzio.

Sigyn notò una cosa in particolare: gli sguardi rivolti a Loki erano di puro odio, mentre quelli verso di lei di stupore e curiosità; anche compassione.

Capì che pensavano fosse costretta a compiere quel gesto, e decise di fare una mossa azzardata: si strinse di più a lui e gli sorrise apertamente quando le lanciò un'occhiata perplessa, come a chiederle cosa stesse combinando.

Come per magia, riprendendo a guardarsi intorno con la coda dell'occhio ma mantendendo sempre la testa alta, notò che ora gli sguardi rivolti a lei erano di biasimo.

Senza preoccuparsi, anzi, contenta che avessero capito, si sedette al fianco di Loki, di fronte a Thor e ai suoi amici; a capotavola Odino e Frigga.

Il Padre degli Dei si voltò verso il figlio minore e annuì impercettibilmente, come per rassicurarlo, e Loki rispose con un rigido cenno del capo.

Come se quello fosse stato un segnale, nella sala ritornò il brusio di prima, che pian piano si trasformò in clamore e risate.

 

-Tutto a posto?- sussurrò Sigyn a Loki, poco dopo essersi accomodati.

-Sì -rispose lui, seccato- vuoi smetterla di preoccuparti così? Non sono un infante.

-Cercavo solo di essere premurosa! So che per te è difficile, e …

-Perciò hai fatto quel gesto stupido, mentre venivamo qui?

-Sì. L'ho fatto perchè tutti mi guardavano come se fossi la povera vittima sacrificale, condannata a stare al fianco di un assassino pazzo, e mi sono irritata. Ho perciò fatto capire loro che è una mia scelta, e ne sono fiera.

Loki la guardò, una strana espressione negli occhi -Veramente ti ho costretta io a venire qui.

La ragazza sorrise -Oh, no. Sono venuta qui perchè ho accettato di venire, sennò fidati che in questo momento sarei da tutt'altra parte. A letto, tipo.

-Alle otto di sera?

-Perchè, è vietato?

Si fissarono negli occhi e scoppiarono a ridere, finalmente rilassati; senza nemmeno accorgersi delle occhiate sbalordite di Thor e dei commensali vicini.

 

Un paio d'ore dopo la festa cominciava ad entrare nel vivo, con il discorso di auguri di Odino e degli amici.

Nessuno domandò a Loki se volesse dire due parole, e dal canto suo lui non fece segno di volersi esprimere.

Cominciarono i balli: le coppie scendevano in pista con eleganza, muovendosi al ritmo di una musica allegra e veloce.

Sigyn le osservava, e in quel momento ebbe un flashback.

Si girò di scatto verso Loki, ed esclamò -Ti va di ballare?

Lui la guardò come se fosse stata uno strano essere appena spuntato sulla sedia -Cosa?

-Ti va di ballare?- ripetè lei pazientemente, una luce particolare nello sguardo.

-No.- rispose lui, impassibile, e Sigyn ebbe un moto di impazienza.

-Molto bene. Vorrà dire che mi toccherà fare così.- si alzò e, afferrandolo per un braccio, lo condusse in pista a forza; dalla sorpresa, Loki non riuscì nemmeno a reagire.

-Ma cosa diavolo …

-Non fare storie. E mettiamoci bene.- ordinò la ragazza, e a Loki non restò che obbedire.

Dopo poco, volteggiavano leggeri sulla pista, sulle note di una musica più lenta e classica.

-Non ti ricorda niente, questo momento?- domandò Sigyn dopo qualche minuto, osservando Loki, in attesa.

Lui ricambiò lo sguardo, e si ricordò, sorridendo -Il nostro secondo incontro.

-Esatto. Strano come certe cose si ripetono, vero?

-Già … non tutte, però.

Calò il silenzio, dopo quest'ultima frase; Sigyn non sapeva come alleggerire l'atmosfera, e si guardò attorno, non notando Fandral che si avvicinava a passo spedito.

-Lady Sigyn, potrei avere l'onore di questo ballo?- le chiese in tono cortese e con un sorriso affabile, senza nascondere un'occhiata di fuoco a Loki.

La ragazza stava per rispondere con un deciso “no”, ma il suo cavaliere la interruppe -Vai pure, Sigyn; ci vediamo dopo.- e si allontanò, andando a bordo pista.

Fandral non disse nulla, come se Loki non esistesse, e afferrò la ragazza, cominciando a ballare.

-Tutto bene, Lady Sigyn?

-Ma certo. Perchè me lo chiedete?

-Bè, penso sia ovvio.- ribattè Fandral con un'eloquente occhiata verso il principe cadetto, che li osservava da lontano.

Sigyn ebbe un moto di irritazione, e rispose -No, non lo è. Se avete qualcosa da dirmi, ditelo chiaramente, per favore.

Fandral sembrò sorpreso -Lady Sigyn, volevo solo assicurarmi che andasse tutto bene. Tutti immaginiamo che situazione difficile dev'essere la vostra, costretta a fare da balia a quel pazzo, e ho pensato …

-Ah, quindi pensa? Che strano, non l'avrei mai detto.- lo interruppe Sigyn, tagliente, e Fandral sgranò gli occhi.

-Ho detto qualcosa che non va?

-Qualcosa? Ascoltatemi bene: io sono la dama personale del principe Loki per ordine della Regina, è vero, ma è un compito che ho accettato volentieri. E stasera sono qui, a questa ridicola festa, in qualità di sua accompagnatrice perchè lo desidero. E mi piace passare il mio tempo con lui, perchè è una compagnia estremamente gradevole e molto più stimolante di quella di tutti gli asgardiani presenti qui ora, incluso l'erede al trono, che riescono a discorrere solo di battaglie e cibo, senza un minimo di intelligenza. E voi, Fandral, avete il coraggio di apostrofare il principe Loki con la nomea di pazzo? Proprio voi, che l'unica cosa di cui potete vantarvi è quella di sedurre ingenue fanciulle! Mi fate ridere. E ora, se vogliate scusarmi, preferirei raggiungere quel pazzo assassino del mio accompagnatore, piuttosto che stare qui ad ascoltare le vostre idiozie.- arrabbiata, Sigyn si districò dalla presa del guerriero e raggiunse Loki, sotto gli sguardi sbalorditi dei presenti che avevano sentito tutto.

Nel silenzio più profondo, sfiorò la mano di Loki ed esclamò -Andiamo via. Ne ho abbastanza di questa festa.

Senza ribattere, Loki fece un mezzo sorriso e uscirono, senza badare al brusio indignato che cominciava a serpeggiare nella sala.

Nessuno si accorse dello sguardo di Odino, che seguì i due fino alla loro scomparsa, e del suo strano sorriso a malapena trattenuto.

 

Giardino reale.

-Dici che ho esagerato?- chiese Sigyn, sorridendo, e Loki scoppiò a ridere.

-Niente affatto. Era meraviglioso vederti urlare contro quell'idiota nel bel mezzo della festa in onore di Thor.- la ragazza ammiccò, e Loki si fece serio tutto a un tratto.

-Però non capisco.

-Cosa?

-Perchè l'hai fatto?

Sigyn era perplessa -Non l'hai capito?

-No. Non trovo nessun motivo valido per cui tu possa aver deciso di dire addio al tuo onore e alla tua reputazione in quel modo.

-L'ho fatto perchè capissero quello che ho capito io, standoti accanto: che non sei un mostro, e che meriti affetto e amicizia come tutti. Ma dubito che l'abbiano capito, sono troppo stupidi.- scrollò le spalle, sorridendo, ma smise quando si accorse dello sguardo penetrante di Loki.

-Che c'è?

-Niente. Solo … - si bloccò, non riusciva a dirlo. Perchè gli risultava così complicato? Era solo una parola, accidenti.

-Solo, cosa?- lo spronò lei, curiosa, gli occhi spalancati. Dannazione, quegli occhi; pensò Loki.

Senza guardarla, orgoglioso, mormorò qualcosa che Sigyn non capì.

-Cosa? Puoi ripetere? Non ho sentito.

Loki sospirò, e si decise a guardarla dritto negli occhi -Grazie.

Sigyn lo fissò, stupita, poi sorrise -Prego.

Rimasero a fissarsi per qualche istante, finchè l'atmosfera non si fece surreale e Loki si schiarì la voce -Che facciamo, ora?

-Passeggiamo?- suggerì Sigyn, le guance stranamente arrossate, e lui annuì.

Cominciarono a camminare, e la mano di Loki sfiorò quella della ragazza.

Esitò un attimo, dopo di che la afferrò e la tenne stretta, in silenzio, guardando davanti a sé; non notando il sorriso di lei.

 

 

 

 

Angolo autore:

Salve! No, non sono morta, e scusate del ritardo ma l'ispirazione ha faticato a farmi visita.

Comunque, spero che questo capitolo sia di vostro gradimento, e che le cose non risultino troppo assurde e/o affrettate.

Spero, specialmente, che vi piaccia lo sfogo di Sigyn verso Fandral: mi sono divertita parecchio a scriverlo xD

Per il resto … fatemi sapere le vostre impressioni, positive o negative, con una recensione, anche piccina picciò :)

Al prossimo aggiornamento!

 

P S La citazione iniziale viene dal cartone Hercules, ed è Megara a dirlo. Ovviamente, si riferisce alla scenata di Sigyn xD

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Capitolo 14
*** Soffrire non è un vantaggio ***


Scegliete una persona che denigra l'amore, non chi continua a esaltarlo. Scegliete una persona che ha ancora negli occhi il fantasma di un ex e fa fatica a parlarne, non quelli che dopo un giorno vanno in giro a dire che era un coglione. Scegliete chi evita il vostro sguardo per dirvi che gli piacete, non chi ve lo scrive ogni giorno sulla bacheca di un social network. Scegliete loro. Ve lo assicuro. Vi ameranno. Vi ameranno anche dopo che li lasciate, vi ameranno anche quando non li penserete. Se poi scrivono, dipingono, suonano, state certi che sarete i loro amori maledetti. Vi ameranno non perchè sono patiti dell'amore, non perchè hanno bisogno di qualcuno o si sentono soli, loro anche senza di voi vanno avanti egregiamente. Non ameranno l'amore, ma voi.

(D. Simeone)

 

Loki era stranamente senza parole.

Ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che Sigyn l'avesse difeso in quel modo, davanti a tutti gli Asgardiani, e in un momento così importante per loro.

Le aveva persino chiesto il motivo per cui l'aveva fatto, e ricevuto una risposta candidamente sincera, e per lui inaspettata: perchè lo considerava degno di amicizia e affetto.

Non sei un mostro, aveva detto.

Non era la prima volta che glielo sentiva dire, ma questa era stata diversa: l'aveva affermato davanti a tutti quelli che lo odiavano, davanti allo stesso Odino, senza preoccuparsi delle conseguenze di quel gesto; conseguenze come la totale perdita del suo onore agli occhi di Asgard.

Aveva protetto un assassino, un traditore; affermando persino di preferirlo all'erede al trono, Thor, l'eroe dei Nove Mondi.

E ora era lì, accanto a lui, a passeggiare nel giardino reale come se non fosse successo nulla; come se l'aver urlato insulti a uno dei guerrieri più importanti di Asgard nel mezzo della festa per il figlio di Odino non fosse degno di nota.

L'aveva ringraziata, seppure con fatica.

Non riusciva a dire “grazie” a qualcuno così facilmente, e pronunciava quella parola solo lo stretto necessario.

Era la prima volta che lo diceva sentendo davvero, nel profondo, l'esigenza di far sapere a qualcun altro quanto avesse apprezzato il suo gesto.

Probabilmente Sigyn non se n'era accorta, ma per lui era stato un fatto molto significativo.

E dopo, l'aveva presa per mano.

Un altro atto di ringraziamento, sorto spontaneo eppure compiuto con così tanta paura da farlo quasi rimanere senza fiato: se si fosse allontanata, probabilmente non l'avrebbe più considerata come prima.

Ma lei era rimasta, anzi: aveva ricambiato la stretta.

Forse aveva addirittura sorriso.

Non lo sapeva, perchè non aveva avuto il coraggio di guardarla, fissando dritto davanti a sé, il cuore in tumulto.

Per la prima volta, si sentiva davvero legato a qualcuno.

Qualcuno che lo apprezzava, qualcuno che non fuggiva davanti a lui, qualcuno con cui parlare e ridere, qualcuno che lo rispettava.

Qualcuno che, incomprensibilmente, lo stimava per quello che era.

Aveva paura, però.

Paura di perderla.

Cosa avrebbe fatto, quando sarebbe riuscito a mettere in atto il suo piano di vendetta?

Come avrebbe reagito?

Gli sarebbe rimasta vicino, o si sarebbe unita alla schiera di persone che desideravano solo la sua morte?

Per la vendetta, però, gli servivano i poteri.

E lui non li aveva; non ancora.

Quella stupida condizione posta da Odino gli impediva qualsiasi attività magica, a meno che non si fosse pentito delle sue azioni riprorevoli.

Cosa che non avrebbe mai fatto, e grazie tante.

Avvertì un impeto di rabbia, ma lo smorzò sul nascere: non era il momento di pensare a certe cose.

Doveva riflettere su altro, come la sua relazione con Sigyn.

Si era interrogato molto sui sentimenti che provava verso quella ragazza, senza mai trovare una risposta adeguata.

Ora però, intuiva che forse non aveva mai voluto ammettere quello che, in realtà, era lampante.

Lui, Loki, Dio degli Inganni, stava ingannando se stesso dalla prima volta che l'aveva vista; non osando dare forma ai suoi sentimenti.

La situazione, però, cominciava a diventare insostenibile.

Avrebbe dovuto fare qualcosa, e presto.

Le lanciò un'occhiata, e vide che aveva una strana espressione pensierosa, mentre guardava le stelle.

Si chiese a cosa stesse pensando, per poi rimproverarsi: che domanda idiota.

E se si stesse pentendo della scenata compiuta poco prima?

Se stesse pensando di tornare dentro, lasciandolo lì, a chiedere ufficialmente scusa ai presenti per la sua azione sconsiderata e impulsiva?

Forse aveva agito solo per dispetto, irrazionalmente, e ora si stava maledicendo per quello che aveva fatto.

Scacciò quell'opzione, dandosi del paranoico.

Se così fosse, se ne sarebbe già andata da un pezzo; invece era ancora lì.

É ancora qui, si ripetè, concentrandosi sulla piacevole sensazione della calda mano di lei stretta nella sua.

Ma ora, cosa devo fare?, pensò.

Si stava lambiccando il cervello, sentendosi estremamente stupido per quegli sciocchi pensieri sentimentali e quasi umiliato, quando lei parlò.

-Andiamo al nostro solito posto?

-Perchè no.

Si accomodarono sotto al “loro” albero, poco distanti l'uno dall'altra.

Loki si appoggiò con la schiena contro il tronco dell'albero, e Sigyn si coricò sull'erba, il viso rivolto al cielo.

Rimasero in silenzio per qualche istante, finchè lei lo ruppe.

-Loki, devo dirti una cosa importante.

Lui attese, osservando le stelle.

-Domani verrà mio padre a farmi visita. E mi comunicherà il nome del mio futuro sposo.

Loki era certo di aver capito male.

Doveva aver capito male.

Non era possibile che …

-Sposo?- ripetè, il tono di voce rigido dalla sorpresa, gli occhi fissi su di lei.

-Sì. Sposo a cui sono promessa da quando ero bambina. Non so nemmeno chi sia; mi è arrivata una lettera ieri in cui è scritto che domani mio pa-

Non riuscì a terminare la frase perchè Loki la interruppe -Tu ti sposerai. Perchè non me l'hai detto prima?

La ragazza esitò un attimo prima di parlare -Perchè … non sapevo se ti interessasse, e … non ero pronta a parlarne. Non so, io-

Loki scattò a sedere, il volto livido -Tu tu sposerai -ripetè, scandendo ogni parola- tu diventerai la moglie di un qualche nobilotto asgardiano e me lo comunichi così?!

Sigyn si mise a sedere a sua volta, agitata -Come avrei dovuto dirtelo?! E quando? Mi è venuto in mente solo ieri leggendo la lettera, e-

-Bugie! -ringhiò Loki- sono solo bugie. L'hai sempre saputo, in realtà! Ora rispondimi: perchè me lo dici solo ora?

Lei lo fissò, esitante, osservando i suoi occhi verdi mandare bagliori pericolosi.

-Non lo so. -ammise- io … pensavo fosse un buon momento, eri di buon umore e … e non volevo dirtelo domani quando sarebbe già successo.

-Sei una bugiarda.

-Cosa?! Ti ho detto la verità! Cosa avrei dovuto fare?

-Avresti dovuto dirmelo! Prima che- si bloccò, appena in tempo, poco prima di dire qualcosa di cui si sarebbe pentito in eterno.

-Prima che, cosa?

-Prima di urlare al mondo che preferisci me piuttosto che quegli ipocriti là dentro. Non credo il tuo futuro marito ne sarà felice.

Sigyn lo osservò, convinta che non era quello che stava per dire, ma finse di credergli -Non mi importa. Se ne farà una ragione.

-Quindi hai intenzione di sposarti con lui?

-E cos'altro potrei fare? -domandò amaramente- ribellarmi? Protestare? Sono sotto la potestà paterna, ed è suo il compito di scegliere il mio sposo. Io devo solo obbedire, e procreare per mandare avanti il buon nome della famiglia.

-Ti facevo più battagliera.- commentò tagliente Loki, prima di alzarsi.

-Dove vai?- gli domandò Sigyn, perplessa, guardandolo avviarsi verso la reggia.

-A dormire.

-Ma … stiamo parlando!

-E allora?

Sigyn era interdetta, poi ebbe un lampo di comprensione -Se sei in qualche modo offeso perchè ti ho detto che mi dovrò sposare, io-

-Non sono offeso -la interruppe- sono solo stanco. Smettila di considerarti il centro dei miei pensieri, e lasciami in pace.

Si voltò e se ne andò, lasciandola sola sotto l'albero, stupita e arrabbiata.

 

Il mattino seguente, a colazione, l'atmosfera era a dir poco tesa.

Entrambi si salutarono con un cortese ma freddo “buongiorno” e mangiarono in completo silenzio, ignorandosi totalmente; dopo di che si separarono per fare ognuno cose diverse, rigorosamente da soli.

Sigyn non comprendeva il comportamento di Loki, considerandolo stupido e infantile; e Loki non comprendeva perchè mai Sigyn non gliel'avesse detto prima e perchè non si ribellava, facendo valere la sua posizione.

La mattinata, perciò, passò senza che i due si incontrassero, cosa che accadde solo all'ora di pranzo, a tavola.

Sigyn era andata a colloquio col padre, ed era pallida: il nome del suo futuro sposo era Bjǿrn; un ragazzo della sua età, alto e biondo, possente, amante della lotta.

Il classico asgardiano, insomma; il tipo che lei detestava.

Suo padre le aveva anche mostrato un ritratto.

É l'opposto di Loki, era stato il suo primo pensiero; e subito era arrossita.

Perchè mai pensava a lui in quel momento?

Perchè lo paragonava a colui che avrebbe dovuto sposare?

Lei non voleva sposare Loki.

O forse …

Scosse la testa, cercando di levarsi dalla mente l'immagine di Loki il giorno della cerimonia; l'espressione che avrebbe avuto.

La stessa della sera prima.

Tradita.

E fu in quel momento, mentre suo padre le esponeva in tono entusiasta i pregi di Lord Bjǿrn, che capì perchè Loki avesse reagito così.

Si era sentito tradito da lei; lei che aveva appena mostrato quanto tenesse a lui.

Aveva pensato che stesse mentendo.

Aveva pensato che avesse volutamente nascosto la cosa per chissà quale motivo.

Rendendosi conto di quanto avesse sofferto, si sentì tremendamente in colpa.

Devo scusarmi immediatamente, pensò, e appena lo vide gli si avvicinò.

-Loki, devo porti le mie scuse.

Lui non la guardò nemmeno, continuando a mangiare come se lei non esistesse, e Sigyn sospirò.

-Non ho capito quanto questa notizia potesse essere importante per te, e mi dispiace. Avrei dovuto dirtelo prima, e spiegarmi meglio … perciò, scusa.

L'unica risposta che ricevette fu il silenzio.

-Ho detto scusa. Potresti almeno rispondermi?- esclamò, seccata, e finalmente lui la guardò.

-D'accordo. Accetto le tue scuse. E ora?

-In che senso, “e ora”? Cosa …?

-E ora che ti sei scusata, come dovrei comportarmi? Noi due non avremo più lo stesso rapporto, Sigyn. Ti sposerai a breve, dovrai dirmi addio. E io dovrò fare lo stesso con te. Perciò, che ne dici di comportarci fin da ora come dovremmo?

-Ma cosa stai dicendo?- Sigyn era confusa, non capiva assolutamente cosa intendesse Loki. Ed era preoccupata.

-Sto dicendo, sciocca ragazza, che è meglio fare finta di non conoscerci fin da ora. Quando ti sposerai, avrai il divieto di incontrarmi, perciò perchè non cominciare l'allenamento adesso?

Il suo tono era rabbioso, e amaro. Sigyn era quasi spaventata, ma cercò di non lasciarsi intimidire.

-Io da sposata potrò vederti comunque! Non dovrò stare perennemente in compagnia di mio marito, Loki, potrò-

-No, non potrai! -Loki era scattato in piedi, furioso, e Sigyn sussultò- non potrai. E lo sai benissimo anche tu, nel profondo, che il tuo sposo ti vieterà di vedermi! Lo sai, ma non vuoi ammetterlo! Non vuoi ammettere di stare per dire addio alla tua vita, senza nemmeno provare a combattere per essa! Sei solo una codarda.- ringhiò, e uscì dalla stanza, lasciandola sconvolta.

 

Pochi minuti dopo, Sigyn era sulla terrazza, cercando di darsi un contegno.

La discussione con Loki l'aveva scossa: si era resa conto che aveva ragione.

Sapeva da tempo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato, il momento in cui avrebbe dovuto fare i conti con i piani paterni, ma aveva sempre liquidato quel pensiero.

E ora si ritrovava smarrita, persa in un mondo di regole di cui non comprendeva la portata e il motivo, arrabbiata perchè non poteva infrangerle e triste per la perdita che avrebbe dovuto affrontare.

No, non triste.

Disperata.

Il solo pensiero di dover dire addio per sempre al tipo di vita fatta finora in cambio di una in cui avrebbe dovuto servire e riverire un marito di cui conosceva a malapena il nome, e continuare la propria stirpe, la spaventava a morte, e la faceva infuriare come non mai.

Una lacrima di rabbia le scivolò sulla guancia, e si maledisse: odiava piangere, mostrarsi così vulnerabile agli altri.

Ringraziando di essere sola, si asciugò il viso con una manica dell'abito, e sospirò, cercando di trattenere le altre lacrime dispettose che cercavano di uscire.

Lei si mostrava sempre forte e combattiva, ma su certe cose nemmeno lei poteva fare qualcosa.

E questo la faceva sentire tremendamente impotente.

Si rese conto che non aveva nessuno con cui parlarne: le sue amiche erano tutte già sposate da tempo, le sue dame era meglio tenerle lontane dalle confidenze, e sua madre era morta di parto.

Non aveva nessuno.

Era sola.

Sola, perchè anche il suo ultimo e primo vero amico l'aveva abbandonata, furioso della verità taciuta.

E aveva ragione, pensò Sigyn.

E capì che Loki non si sentiva solo tradito, ma anche abbandonato: l'unica persona con cui ha (… aveva) un rapporto di amicizia, stava per lasciarlo.

Si maledisse per non averlo capito prima, forse …

No, era comunque troppo tardi.

Ormai l'amicizia con Loki era persa per sempre, lo sapeva.

Ma perchè stava così male, quando ripensava ai suoi occhi traditi?

Perchè non riusciva a levarsi di dosso il desiderio di vederlo sorridere, e di essere la causa di quel sorriso?

Perchè avrebbe voluto poter correre da suo padre, in quel momento, e urlargli che non si sarebbe mai sposata, per poi scappare con Loki in un luogo in cui potevano vivere la loro vita, senza ridicole regole a cui sottostare; senza sguardi di biasimo e compassione?

Perchè quando pensava al suo matrimonio, al posto di Lord Bjǿrn, c'era Loki?

Fu con quel pensiero che la verità la colpì come una mazzata.

Senza fiato, mormorò quelle parole che aveva sempre evitato, nascoste in un angolo della sua mente.

“Amo il principe Loki.”

Si portò una mano alla bocca, soffocando un singhiozzo: aveva appena detto addio al suo unico amico, e all'uomo che amava.

 

Nello stesso momento, Loki era in giardino, seduto sotto il solito albero.

Cercava di trattenere la rabbia che gli scorreva nelle vene come un veleno, crescendo sempre di più, ma non ce la faceva.

Ma quella non era solo rabbia, era dolore.

Dolore perchè la sua unica amica lo stava per abbandonare in favore di una vita misera e senza gioia; dolore perchè l'unica persona che lo apprezzava stava per dirgli addio.

Dolore perchè lei non combatteva, comportandosi in modo ridicolmente passivo.

Sperò solo che non fosse da qualche parte a piangere; odiava le lacrime.

Lui stesso ne aveva versate troppe.

Si chiese perchè era così tormentato.

Sigyn era solo una nobilotta qualsiasi, una ragazza che sì, aveva mostrato carattere e di stargli sempre accanto, ma era impossibile soffrire così solo per quello.

Era impossibile sentirsi così disperati solo perchè un'amica stava per sposarsi e non avrebbe mai più potuto vederla come prima.

Ma qual'era il vero problema: il matrimonio, o doverle dire addio?

Il matrimonio.

Il pensiero lo colpì facendolo quasi rimanere senza fiato: lo disturbava di più sapere che sarebbe dovuta stare al fianco di qualcun altro, qualcuno che non l'avrebbe mai apprezzata veramente, piuttosto che non poterla mai più vedere.

Alla solitudine ormai c'era abituato, poteva ritornarci senza troppi problemi.

Ma pensare a lei, così radiosa, così piena di vita, così allegra; costretta a una vita grigia vicino a qualcuno che non amava lo faceva imbestialire.

Vicino a qualcuno che non è me.

Le parole gli sorsero spontanee nella mente, e non riuscì a nasconderle come faceva sempre.

Si prese la testa fra le mani, rendendosi conto di una cosa tremenda, che aveva sempre cercato di evitare come la peste, una cosa che detestava perchè lo faceva sentire vulnerabile.

“Amo Lady Sigyn.” pensò, con orrore, e chiuse gli occhi.

 

Non si rendevano conto di avere gli stessi, medesimi pensieri.

Non si rendevano conto di cosa provavano l'uno per l'altra, e forse non volevano.

Sigyn era terrorizzata, perchè non aveva mai amato così tanto qualcuno.

Ed era una cosa che la spaventava, e avrebbe voluto evitare: non sapeva come gestirla, si sentiva sciocca.

Aveva sempre desiderato trovare qualcuno di cui innamorarsi, ma con calma e tranquillità; tramite quei giochetti che avevano fatto le loro amiche: sguardi, risatine, bigliettini … innamorarsi di un ragazzo normale, senza nessun problema.

Ma lei non aveva mai provato interesse vero verso i ragazzi normali, e Loki l'aveva colpita subito, così diverso e affascinante.

E ora, aveva paura delle sue stesse sensazioni, che tanto aveva aspettato.

Loki era arrabbiato e soffriva, perchè odiava provare quegli sciocchi sentimenti che lo facevano sentire così debole.

Entrambi non volevano amare, eppure era accaduto.

Ora, dovevano solo risolvere il problema davanti a loro.

E Loki ebbe un'idea,

Una splendida, geniale, meravigliosa idea, che accolse con un sorriso perfido sulle labbra sottili, alzandosi in piedi e recandosi verso la reggia con passo svelto.

 

 

 

Angolo autore:

Ok, ehm … abbassate i coltelli.

Siete calme? Bene.

Dunque, so benissimo che mi state odiando con tutte voi stesse, probabilmente, perchè i due piccioncini sembravano fossero lì lì per dichiararsi amore eterno (cosa che comunque non credo faranno mai, troppo smielato) e invece, ecco qui un bel matrimonio!

Ta – daaaaa! Hehe.

Va bene, smetto di ridere, ma vorrei aver visto le vostre facce alla lettura di quella parola.xD

Comunque, spero che il capitolo vi piaccia e che i personaggi siano IC, specie Loki (qui è stato un po' difficile renderlo bene).

In ogni caso, fatemi sapere le vostre osservazioni nelle recensioni, più ne lasciate meglio è, mi piace leggerle xD

Alla prossima! :)

 

P S Il titolo è una citazione dalla serie televisiva “Sherlock”, detta da Mycroft Holmes.

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Capitolo 15
*** Dolci menzogne, incontri esasperanti e ... ***


Un'idea che non sia pericolosa non merita affatto di essere chiamata idea.

(Oscar Wilde)

 

Loki rientrò nei propri appartamenti silenziosamente, trovando tutto buio.

Dalla porta finestra spalancata, capì che Sigyn era sulla terrazza, e la raggiunse.

-Sigyn -la chiamò- credo di doverti delle scuse.

La ragazza sussultò, spaventata, e si voltò di scatto.

Aveva gli occhi lucidi di pianto. Un particolare che non sfuggì al dio, ma cercò di ignorarlo, sebbene odiasse le lacrime.

-Mi scuso per il mio comportamento esagerato e sciocco. Tu devi obbedire a tuo padre, com'è giusto che sia, e avrai una vita felice -una smorfia contraddisse le ultime parole, ma si riprese- perciò, non badare a quello che ho detto. Fai quello che devi. Intanto, possiamo continuare come abbiamo sempre fatto, fino al momento del matrimonio.

Lei esitò, poi sorrise, un sorriso malinconico.

-Grazie, Loki. Ma non devi scusarti, perchè hai ragione. Non posso oppormi a mio padre e gli obbedirò, ma non vivrò una vita felice; no di certo. Comunque, apprezzo che tu ti sia scusato. E, per il resto … direi che va benissimo.

Loki sorrise, per quanto potesse, poi uscì salutandola con un cenno del capo e andò a chiudersi in camera.

Il resto della giornata la passarono da soli, ognuno nelle proprio stanze, a riflettere.

 

Il mattino seguente, entrambi cercarono di comportarsi come se non fosse successo nulla; come se il litigio del giorno prima non fosse mai avvenuto.

Si notava, però, che c'era qualcosa che non andava, una nuova consapevolezza nei loro gesti, nelle loro parole: erano più misurati, più formali; addirittura evitavano di stare troppo vicini.

Entrambi sapevano cosa provavano nei confronti dell'altro e cercavano di allontanarsi.

Sigyn, specialmente, era molto meno espansiva del solito, ma Loki non glielo rimproverava: capiva che stava cercando di adattarsi al comportamento che avrebbe dovuto avere da donna sposata e, benchè non sopportasse di non sentire più la sua risata squillante, incassò il colpo in silenzio.

Lui, d'altro canto, era quello di sempre, solo rispettava i suoi spazi.

Aveva in mente un modo per risolvere quel problema ridicolo del matrimonio, e l'avrebbe messo in atto appena avrebbe riacquistato i poteri.

Solo, doveva trovare il modo per quest'ultima cosa: come faceva a pentirsi a comando?

Non poteva.

Avrebbe dovuto mentire.

Avrebbe dovuto recitare in maniera impeccabile la parte del figliol prodigo, per riuscire a convincere Odino a ridargli i poteri.

Cosa non facile, ma il Dio dell'Inganno riteneva di riuscirsi senza troppi problemi; si chiese, addirittura, perchè non gli fosse venuto in mente prima.

Perciò, si preparò alla recita che avrebbe messo in atto di lì a poco.

Solo, non aveva fatto i conti col meraviglioso tempismo di Lord Halvorsen, il padre di Sigyn.

 

-Oggi pomeriggio incontrerò Lord Bjǿrn.- disse improvvisamente Sigyn durante il pranzo, rimestando il cucchiaio nel piatto, in tono impassibile.

Loki, che stava tagliando la carne, perse per un attimo il controllo del coltello a causa di un tremito di rabbia, ma passò inosservato.

-Ci sarà anche tuo padre?- domandò, imitando il suo tono di voce.

-Ovviamente. Sarebbe sconveniente per una ragazza incontrare il promesso sposo da sola.

Loki alzò un sopracciglio: avrebbe voluto controbattere con una frase tagliente, sul fatto se suo padre si fosse mai preoccupato della sua reputazione sapendola vivere fianco a fianco con un assassino, ma evitò: era già abbastanza scombussolata, meglio non peggiorare la situazione.

-Divertiti.- commentò alla fine, senza riuscire a eliminare la vena sarcastica nella voce, e Sigyn gli lanciò un'occhiataccia, a cui rispose con un eloquente alzata di sopacciglia.

-Grazie.- rispose lei nello stesso tono, poi gli chiese cosa avrebbe fatto lui.

-Niente di particolare. Penso che andrò a cavalcare, o in biblioteca.- mentì con disinvoltura, e Sigyn non se ne accorse: annuì, credendoci senza problemi e Loki si sentì quasi turbato.

Non gli piaceva mentirle, ma doveva farlo: non voleva che lei sapesse che avrebbe riaquistato i poteri. Faceva parte del piano.

Il resto del pranzo passò in silenzio, dopo di che si salutarono: Lord Halvorsen aspettava la figlia, e Loki fece finta di recarsi nelle scuderie reali.

In realtà, si incamminò verso la sala del trono.

 

Sigyn stava seriamente contemplando l'idea del suicidio.

Anzi, no: meglio l'omicidio, amava troppo se stessa per uccidersi. A che pro, poi?

Suo padre l'attendeva impaziente in una sala della reggia, insieme a Lord Bjǿrn.

Appena la vide, sorrise e le andò incontro, sussurrandole all'orecchio di comportarsi degnamente e di non metterlo in imbarazzo: si era dovuta mordere la lingua per non rispondergli con un insulto, e aveva ingoiato il rispo, sorridendo e inchinandosi al promesso sposo.

Lui le aveva baciato la mano, con un sorriso un po' strafottente, e aveva cominciato subito a parlare di sé e delle sue imprese.

Mezz'ora dopo, ecco che Sigyn stava pensando all'omicidio come possibilità di salvezza.

Suo padre si era defilato dopo un quarto d'ora, accampando scuse, e li aveva lasciati soli per “conoscersi meglio” in previsione della festa di fidanzamento che si sarebbe tenuta di lì a pochi giorni.

Come si poteva conoscere meglio una persona scambiandosi chiacchiere generiche sul tempo, Sigyn non lo sapeva.

Sapeva solo che desiderava essere da tutt'altra parte anziché lì ad ascoltare come l'intrepido Bjǿrn aveva ucciso in battaglia ben 300 e passa giganti di ghiaccio, senza neppure una ferita.

Che pallone gonfiato, pensò Sigyn sorridendo falsamente al futuro marito, che, infervorato dal racconto, mimava l'uccisione di un gigante con una lancia.

Potrei andarmene che non se ne accorgerebbe neppure, riflettè la ragazza osservandolo, e in quel momento si rese conto di una cosa.

-Scusate, Lord Bjǿrn -lo interruppe. Lui sembrò talmente scandalizzato dalla cosa che Sigyn intuì era la prima volta che accadeva- avete detto di aver ucciso 300 giganti di ghiaccio?

Lui gonfiò il petto, fiero, e accennò un sì con la testa.

-Esattamente, Lady Sigyn. Ben 300, senza riportare nessun graffio! Il mio comandante mi ha dato un premio per questa onorata impresa.

-Ah-ha. Già, davvero un'impresa meravigliosa …- mormorò, e lui riprese a raccontare, mentre Sigyn pensava.

Giganti di ghiaccio.

Quello che era, in realtà, Loki.

Non del tutto, è vero, ma faceva parte della sua natura.

Si sentì improvvisamente male: avrebbe dovuto sposare un uomo che godeva ad uccidere quella che era la popolazione di Loki.

Non dire idiozie, lui stesso ha ucciso suo padre; le ricordò la vocina razionale nella sua testa, e ammise che era vero. Ma la cosa non la rassicurava.

Le sembrava comunque di fargli un torto.

Oh, al diavolo, pensò e cercò di non pensare più a lui: la turbava troppo.

Chissà cosa starà facendo ora, si chiese esattamente due minuti dopo, rassegnandosi all'inevitabile.

 

In quell'esatto momento, Loki era nella sala del trono che conferiva con Odino.

Il Padre degli Dei era sinceramente stupito: non si aspettava che la redenzione di Loki accadesse così velocemente, ma poi ripensò a quella ragazza, Sigyn.

Sicuramente, molto del merito doveva essere suo.

Osservò il figlio, in piedi davanti a lui, in attesa: conosceva perfettamente la sua abilità oratoria e la sua arte nel mentire, ma sembrava davvero sincero.

Esitò un attimo, poi decise: avrebbe rischiato.

Aveva visto coi suoi occhi (… occhio) come Loki guardava quella ragazza, come parlavano e come si comportavano, e credeva che fosse davvero cambiato qualcosa in lui.

Perciò, si alzò in piedi e pronunciò le parole che gli avrebbero ridato i poteri.

Troppo tardi si accorse del lampo di trionfo che passò nello sguardo del figlio: ormai l'incantesimo era compiuto.

Lo lasciò andare, sperando di non avere commesso un errore.

L'ennesimo.

 

Sigyn, intanto, era uscita insieme a Lord Bjǿrn per fare una passeggiata.

Esausta, aveva ascoltato con finto interesse le sue gesta, complimentandosi e sorridendo ai momenti opportuni; aveva risposto alla sue domande e gli aveva mostrato la reggia.

Nel complesso, Lord Bjǿrn non era male, solo estremamente borioso e monotematico, oltre che poco furbo; ma anche gentile e servizievole.

Eppure, Sigyn non lo sopportava.

E lo conosceva da un'ora.

Se non riesco a passare un'ora in sua compagnia, come farò a passarci il resto della vita?, si domandò la ragazza, atterrita.

Finalmente, però, arrivò il momento dei saluti: erano in corridoio, insieme a Lord Halvorsen, e si stavano scambiando i soliti convenevoli, così che Lord Bjǿrn si avvicinò per baciarle la mano, con galanteria e sorridendo.

In quel preciso momento, Sigyn vide comparire Loki in fondo all'andito, ed ebbe il folle impulso di allontanarsi dal promesso sposo, temendo che …

L'aveva vista.

Li stava fissando, un'espressione indescrivibile sul viso.

Il suo sguardo si spostò da Lord Bjǿrn, chino a farle il baciamano, sul volto di Sigyn, osservandola in un modo tale che sembrava la stesse esaminando.

Poi, fece uno strano sorrisetto e si avvicinò.

-Lord Halvorsen, salve. Che piacere rivedervi.- salutò, chinando il capo in un cenno di saluto.

Il padre di Sigyn ricambiò rigidamente, sorpreso e un po' spaventato, mentre Lord Bjǿrn lo guardava con una smorfia sul viso.

-Piacere mio, Principe Loki.- ribattè, e dallo sguardo preoccupato che lanciò alla figlia, capì che sperava non nominasse il loro rapporto.

Speranza vana.

-Credo gli farà piacere sapere che i servigi di vostra figlia mi sono stati di grande utilità e supporto.- commentò infatti, con un mezzo sorriso.

Lord Halvorsen impallidì, scoccando un'occhiata al pretendente di Sigyn, ora corrucciato, ma mantenne il controllo -Ne sono felice. Sigyn è una donna che prende sul serio i propri compiti, e li porta a termine con serietà e costanza, oltre che impegno. Specie compiti affidati dalla Regina in persona.- specificò, e Loki notò il sorriso ammirato di Lord Bjǿrn.

Irritato, stava per ribattere, quando la ragazza si inserì nel discorso, cercando di controllare la rabbia -Molto bene. Ora però, se vogliate scusarci padre, devo scambiare due parole col Principe Loki. Torno subito. Lord Bjǿrn, scusatemi, ma è urgente. Sarò subito da voi per salutarvi degnamente.- e si allontanò, seguita da Loki.

 

Si infilarono in una sala poco distante, e Sigyn esplose -Ma cosa stavi cercando di fare?!

-Assolutamente nulla. Mi stavo complimentando con tuo padre, non ne sei felice?

Sigyn lo fissò, ma non disse nulla.

Poi, mormorò una parola che Loki non avrebbe mai pensato di sentirle dire -Aiutami.

-Come?

-Aiutami -ripetè- Ti prego.

-A fare cosa?

-Non fare lo stupido, Loki, hai capito benissimo! -si infervorò lei- aiutami a mandare a monte il matrimonio. Per favore.

-Sigyn, non posso.

-Non è vero. Sei il Dio dell'Inganno, puoi fare quello che vuoi solo aprendo bocca! Ti prego. Fallo per me.- supplicò.

Loki la guardò, turbato, e capì che era veramente disperata.

Si era resa conto, passando solo poco tempo con il suo promesso sposo, che non avrebbe sopportato la vita che l'aspettava.

E ora gli chiedeva aiuto.

Ma non poteva darglielo.

Almeno, non come voleva lei.

Perciò, ripetè quello che aveva appena detto -Sigyn, non posso. Mi è impossibile. Sono senza poteri, e non potrei far nulla. Oltretutto, la mia posizione è molto precaria qui, e non posso rischiare una ricaduta.

La ragazza sgranò gli occhi, tradita -Mi stai dicendo che non puoi aiutarmi per timore di una nuova punizione?

-Anche. Ma il fatto è che non posso. Credimi. Per favore.- esclamò, quasi implorante. Era fondamentale che gli credesse.

Lei tentennò un attimo, poi cedette, e sospirò -D'accordo. Scusa. É stato un momento di disperazione, non accadrà più.- fece un debole sorriso, e Loki ricambiò, sentendosi quasi male.

Le stava mentendo.

Sapeva che era per il suo bene, ma non gli piaceva.

-É meglio se torniamo, o si chiederanno cosa stiamo combinando, qui da soli.- esclamò la ragazza, cercando di imitare un tono scherzoso, ma non ci riuscì.

Loki ammiccò, stando al gioco, seppur debole -Ma qui non sta accadendo niente di strano, no? Per ora, almeno.- e le si avvicinò, sfiorandole il viso con una mano.

Lei rimase immobile, fissandolo con quegli occhi maledettamente fiduciosi.

E non resistette.

Si chinò su di lei, e la baciò.

 

Un quarto d'ora dopo, Loki e Sigyn erano di ritorno da Lord Halvorsen e Lord Bjǿrn.

Entrambi mostravano un'espressione impassibile, solo Sigyn era un po' rossa in viso, ma nessuno lo notò.

-Lord Bjǿrn, è stato un piacere incontrarvi di nuovo e parlare con voi. Aspetterò con ansia il momento di rivedervi.- esclamò sorridendo senza entusiasmo, ma lui non se ne accorse e ricambiò con calore il saluto.

Si allontanò per lasciare che il padre salutasse la figlia da solo, e dopo poco Sigyn era sola, con Loki che la aspettava poco lontano.

Lo raggiunse.

-Andiamo.- esclamò, brusca, camminando velocemente.

-Dove?- chiese lui, perplesso.

-Nelle nostre stanze. Dobbiamo parlare.- ribattè lei, uno sguardo eloquente, e si avviarono silenziosamente verso i loro appartamenti.

 

 

 

Angolo autore:

Salve a tutti!

Allora, so che questo capitolo fa un po' schifo e in pratica non dice nulla, ma è di transizione.

Il prossimo, giuro che sarà migliore. Spero xD

Intanto, vi avverto subito che l'ideuzza di Loki non verrà svelata, se non alla fine della storia. E capirete il perchè.

Poi … ah, la citazione a inizio capitolo è rivolta, ovviamente, al piano di Loki. Non ho trovato nient'altro di meglio da mettere, e poi mi piaceva. Lode a Wilde, sempre e comunque!

Infine, ringrazio le 22 persone che seguono la storia, le 7 che la ricordano e le 11 che la preferiscono, oltre a chi recensisce :)

Spero di non deludervi, e se avete qualche critica … scrivetela, le accetto, aiutano a migliorarmi!

Ci si legge al prossimo aggiornamento.

Aur revoir! :)

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Capitolo 16
*** Ti odierò, se posso, se no ti amerò controvoglia ***


Perchè quando c'è di mezzo l'amore le persone a volte si comportano in modo stupido. Magari sbagliano strada, ma comunque ci stanno provando. Ti devi preoccupare quando chi ti ama non ti ferisce più, perchè vuol dire che ha smesso di provarci, o tu hai smesso di tenerci.

(A. D'Avenia)

 

Sigyn chiuse la porta dietro di sé, e si voltò verso Loki, in piedi in mezzo alla stanza, che la fissava, il solito sguardo imperscrutabile.

-Di cosa vuoi parlare?- domandò lui.

-Di noi due.

Lui la squadrò come se avesse appena detto un'assurdità, ma non fece una piega -Non c'è niente da dire, credo. Ne abbiamo già parlato, no? Amici fino al matrimonio, e poi ognuno per la sua strada.

-No, non è di quello che voglio parlare. Cioè, sì … è solo … - Sigyn si bloccò, sospirando e cercando di prendere il controllo. Sembrava agitata.

-Cosa stai cercando di dire?- chiese Loki, guardingo.

Pensava di sapere cosa voleva dirgli, ma non ci voleva credere.

Non voleva nemmeno pensarci per paura di sbagliare.

-Loki, io … -la ragazza esitò, nervosa, poi prese un profondo respiro e continuò- io non posso sposare Lord Bjǿrn, ma non perchè non sopporto l'idea del matrimonio. Io non posso sposarlo perchè non lo amo, e non lo potrei mai amare.

-In tutti i matrimoni combinati non c'è amore, Sigyn. Dovrai abituarti.- ribattè Loki, freddo. Stava cercando di interromperla, non voleva sentire le parole che stava per dire, ora ne era certo. Avrebbe reso tutto più definitivo e complicato di quanto già non fosse.

-Lasciami finire -esclamò lei, fulminandolo con lo sguardo. Era decisa ad andare fino in fondo- Io non potrò mai amarlo perchè amo qualcun altro. Nella fattispecie, te. E non farmi domande idiote del tipo “perchè”; non ti risponderò. Non ha senso questa cosa, mi sto esponendo troppo e lo detesto, ma pretendo qualcosa in cambio, e me lo devi.

-Ossia?- ora Loki era preoccupato: intuiva cosa stava per chiedere Sigyn.

-Voglio che tu ammetta la verità. Voglio che tu mi guardi negli occhi e mi dica “Sigyn, anche io mi sono accorto di amarti.” - pronunciò queste ultime parole con gli occhi fiammeggianti, rossa in viso, spaventata dalla prospettiva di essere rifiutata ma determinata.

Loki chiuse gli occhi, a metà tra l'esasperato e la disperazione.

Non poteva farlo.

Non voleva.

Ma perchè non voleva? Era insensato e stupido non voler ammettere ad alta voce quello che già sapeva, quello che gli avrebbe permesso di salvarla da una vita sprecata al fianco di un uomo insignificante e rozzo, che non aveva nulla a che fare con lei.

Perchè non voleva dirlo a lei?

Aveva paura di dire che poteva provare sentimenti?

Il suo tormento interiore venne interrotto da Sigyn -Loki. Avanti. Dillo.

Lui alzò lo sguardo su di lei, poi disse la cosa più stupida e insulsa di tutte -Se anche lo dicessi, cambierebbe qualcosa? Ti aiuterebbe a sopportare il matrimonio? Non credo. Perciò, è meglio evitare queste sciocche e inutili dichiarazioni sentimentali.

Lei sembrò sul punto di picchiarlo, ma si controllò, limitandosi a urlare -Hai paura di ammettelo, vero? Avanti, dillo! Dillo che non vuoi far vedere che anche tu sei in grado di provare qualcosa per qualcuno! E poi sarei io la codarda? Qui l'unico che ha paura sei tu. Non hai nemmeo il coraggio di ammettere che ci si innamora, che c'è qualcuno a cui appartenere. Tu temi di essere ingabbiato dalla persona che ami, e non ti accorgi che ti sei costruito la gabbia con le tue mani! Sei un vigliacco, Loki; e lo sai. Cerchi sempre di fuggire da te stesso, ma non potrai farcela da solo. E io sono cosi stupida da cercare di aiutarti!- alzò le braccia al cielo per la frustrazione, e scosse la testa.

Loki non disse nulla, turbato da quelle parole, e si limitò a guardarla.

Rimasero in silenzio per qualche istante, Sigyn con gli occhi chiusi dall'esasperazione e Loki immobile.

Si decise a parlare dopo quella che sembrò un'eternità -Io vorrei odiarti.- mormorò, e Sigyn sgranò gli occhi, sbalordita e offesa.

-No, non è vero. Perchè io ti odio, Sigyn!- sibilò, e la ragazza coninuò a guardarlo, reggendo il suo sguardo.

-Io detesto il fatto che tu mi ami, e odio non riuscire ad odiarti per questo! Tu non dovresti amarmi, perchè io non sono la brava persona che tu credi. Io sono un mostro, un assassino, ed è vero! Cerco di fuggire da me stesso perchè odio quello che sono, e non comprendo perchè tu cerchi di aiutarmi. Mi chiami codardo perchè non ammetto i miei sentimenti, ma ecco che ora lo faccio: io, Loki Laufeyson, ti odio. Ti odio perchè ti amo!- ringhiò, e si avvicinò a lei, che non si mosse di un millimetro.

-L'amore è un sentimento sciocco ed egoista, assolutamente inutile. E lo detesto, come detesto te! Ma la cosa peggiore è che qualunque cosa io dica tu non cambierai idea.- aggiunse sottovoce, e Sigyn fece l'ultima cosa che si sarebbe mai aspettato.

Rise.

Loki la guardò, perplesso, e lei esclamò -Sei davvero un idiota, Loki Laufeyson. Io so benissimo chi sei, e non sei un mostro, come ti ho già detto. Ma so anche che non sei una brava persona, non nel senso letterale del termine. E allora? Thor lo è, forse, o lo era, quando è stato bandito da Asgard per aver scatenato volontariamente una guerra con gli Jotun? Odino lo è, con tutte le vite che ha sulla coscienza? Gli uomini che ti hanno fermato lo sono, con i loro passati oscuri? No, non credere che non ti conosca, Loki. Ti conosco meglio di te, e quello che so mi sta bene.- sorrise, e Loki era sbalordito.

-Tu non sai quello che dici.- sussurrò, e Sigyn ebbe un moto di impazienza.

-E tu devi smetterla di farti paranoie! Per Asgard, Loki, guardami! Guardami, e dimmi, fissandomi negli occhi, che tu vorresti uccidermi. Forza, prova!- lo sfidò, fissandolo con sguardo battagliero.

Loki ci provò. La guardò, perdendosi in quegli occhi caldi e scurissimi, e non disse nulla.

Non poteva dirlo.

Lei sorrise -Se fossi davvero senza sentimenti come dici di essere, non avresti avuto problemi.

Si guardarono, e a lui scappò un sorriso.

E, per la prima volta, fu lei a baciarlo.

Un bacio tenero, a fior di labbra, ma che esprimeva tutto quello che aveva appena detto, e anche di più.

E Loki capì.

Quando si separarono, Loki rimase zitto ad osservarla, poi parlò -La prima volta che ci siamo incontrari avevamo sei anni. -fece una pausa, e Sigyn non disse nulla, in attesa- già allora, capii che non eri come le altre. Ma certo non immaginavo che mi avresti rovinato la vita in questo modo, Lady Sigyn.- completò, e la ragazza scoppiò a ridere, divertita.

-Lo prenderò come un “ti amo tanto anch'io, amore”.- scherzò, e lui fece una smorfia.

-Stavo solo scherzando -alzò gli occhi al cielo lei, e subito ritornò a guardarlo- e ora, cosa facciamo?

-Riguardo cosa?- domandò lui, ben sapendo in realtà cosa intendesse.

-Il matrimonio.

-Posso sempre essere il tuo amante.- ribattè imperturbabile lui, e lei gli mollò un pugno, ridendo.

-Sii serio, per favore. Non hai un modo per aiutarmi?- supplicò, e lui riflettè.

Dirglielo, o non dirglielo?

Optò per una via di mezzo.

-Un modo c'è. -gli occhi di lei si accesero di speranza, e spiegò- ma tu dovrai andare fino in fondo. Dovrai presentarti alla cerimonia, e dire “sì” al momento dell'unione.

-Cosa?! Ma ...-

-Fidati -insistette- è l'unico modo. Poi scoprirai il motivo. Ma devi fidarti: risolverò tutto.- sorrise, e dopo una breve esitazione lei lo ricambiò.

Forse sbagliava, ma si fidava di lui.

Si fidava del Dio degli Inganni.

Lo abbracciò, e rimasero lì così, in silenzio, a guardare il panorama che offriva Asgard al tramonto.

 

Il mattino seguente, entrambi non sapevano come comportarsi.

Sigyn era un po' imbarazzata; Loki sembrava sempre lo stesso, ma il suo talento a nascondere i sentimenti lo aiutava.

Mangiarono in silenzio, finchè Loki parlò -Quand'è che hai la festa di fidanzamento?

-Fra una settimana.- rispose Sigyn a mezza voce, senza sorridere.

Dirlo ad alta voce lo rendeva reale.

E lei non voleva.

Loki annuì, e per il resto della colazione rimasero zitti.

 

Quel pomeriggio, Sigyn aveva l'incontro con le sarte per la preparazione dell'abito per il fidanzamento.

In piedi su uno sgabello, con le donne che le volteggiavano attorno tutte affaccendate, rifletteva.

Non sapeva come e con quale audacia, ma aveva detto a Loki che lo amava.

Proprio lei, così terrorizzata dalla prospettiva, aveva afferrato il coraggio a due mani e l'aveva fatto.

Forse era stato quel bacio a farglielo fare, forse la reazione di Loki davanti a Lord Bjǿrn o un insieme di cose, fatto sta che era felice di averlo fatto.

Dopotutto, non aveva niente da perdere: perchè avrebbe dovuto tacere? Almeno si era liberata di un peso.

Ma, cosa più importante di tutte, aveva avuto la risposta che cercava.

La ricambiava.

Si accorse di sorridere come una stupida ripensando alle parole di Loki, cariche di rabbia e risentimento, ma che esprimevano molto più di quanto avesse detto e volesse far capire.

Ripensò al bacio che gli aveva dato, e arrossì.

Scosse impercettibilmente la testa: non era il momento di fare certi pensieri.

Si rese conto con orrore che quei pensieri li avrebbe dovuti rivolgere al suo promesso sposo.

Ma non ce la faceva.

Sapeva che Loki aveva un piano e si fidava, ma se qualcosa al di fuori del suo controllo sarebbe andato male?

Lei si sarebbe ritrovata maritata a un uomo che detestava.

Al pensiero che avrebbe dovuto dargli dei figli rabbrividì, e subito l'immagine di Loki cancellò quella di Lord Bjǿrn.

La prima notte di nozze sarebbe stata molto diversa se fosse stato lui lo sposo.

Si sentì avvampare, e accantonò definitivamente quelle riflessioni, onde evitare l'autocombustione.

-Lady Sigyn, potrebbe alzare un braccio, per cortesia? Devo prendere le misure.

Sospirò, e si concentrò sull'abito: almeno, quello era innocuo.

 

Nello stesso istante, Loki stava cavalcando, cercando di liberare la mente dai pensieri ingombranti degli ultimi giorni.

Ancora non riusciva a capacitarsi di aver ammesso i suoi sentimenti a Sigyn.

Provava un miscuglio di emozioni indefinite, una specie di preoccupato sollievo: sollievo perchè era come essersi liberato di un peso, preoccupazione perchè non sapeva cosa avrebbe comportato tutto ciò e dove lo avrebbe portato.

Odiava legarsi sentimentalmente alle persone.

L'odio e la solitudine lo proteggevano dalle delusioni, dalle bugie e dai pericoli.

Intricarsi in una complicata storia … d'amore, era l'ultima cosa che voleva, anzi: non era nemmeno nella lista.

Ma lei gli era entrata dentro senza forzarlo, con spontaneità e allegria, fidandosi di lui e prendendolo in giro, apprezzandolo per come è.

Odiava i sentimenti perchè lo spaventavano.

Non aveva paura di legarsi, ma aveva paura di inciampare nei lacci e di soffrire, come gli era già accaduto.

Gli era entrata in testa, nella mente, non solo nel cuore, come se ci fosse la porta aperta.

O forse, era riuscita ad abbattere la fortezza che c'era.

Fatto sta che ora non riusciva nemmeno a concepire l'idea di farle del male, e quasi la odiava per quello.

Ma il vero problema è che la odiava perchè non riusciva ad odiarla davvero.

Sbuffò, sentendosi estremamente sciocco e stupidamente sentimentale, e decise di non pensare più a lei.

Poi gli venne in mente che in quel momento stava provando l'abito per il fidanzamento, e sentì lo stomaco contercersi per la rabbia.

Avrebbe voluto mettere in atto uno scherzetto adatto per l'occasione, ma meglio di no.

Non voleva dare a Odino un pretesto per ritogliergli i poteri.

Doveva stringere i denti e sopportare.

Ma dopotutto, non era quello che faceva da una vita?

 

Si ritrovarono solo all'ora di cena, entrambi esausti.

Parlarono poco, e finito di mangiare si recarono subito verso le camere da letto.

-Buonanotte, Loki.- gli augurò Sigyn, e lui ricambiò con un sorriso.

Entrò in camera, si spogliò e si infilò sotto le coperte.

Un'ora dopo, era ancora sveglio.

Sospirò, rigirandosi, e avvertì un rumore soffocato provenire dall'altra stanza.

A quanto pare, non era l'unico sveglio.

 

 

 

Angolo autore:

Ehilà!

Che roba, ho scritto questo capitolo in un giorno solo … mi sento Flash!

Comunque, tornando seri (se … certo): questo è un Signor Capitolo per me, come quello della rivelazione di Sigyn, e spero vi piaccia. I personaggi ho cercato di mantenerli più IC possibile, ma Loki è un osso duro e non saprei dire come è risultato. Ho quasi paura. (Abbiamo persino litigato, ma ormai è la prassi). Per il suo personaggio, qui, ho preso molto spunto da Heatchliff di Cime Tempestose; mi sembrava fosse abbastanza azzeccato.

Spero di non aver scritto cazzate e se ciò è avvenuto, ditemelo xD

Come qualcuno avrà notato, questo cap è pieno zeppo di citazioni, distorte e non, vi scriverò sotto quali. Il titolo è una citazione di Ovidio.

Poi … ah, ecco! Siete cresciuti ancora! Perciò: grazie ai 12 preferiti, ai 25 seguiti e ai 7 ricordati. Se qualcuno di nuovo o di “silenzioso” volesse commentare (anche solo per dirmi di non scrivere mai più) mi farebbe molto piacere :)

Bene, vi lascio. Grazie ancora a chi mi legge/sopporta!

Alla prossima :)

 

Citazioni presenti:

Non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perchè questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire. Perchè non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa. (Colazione da Tiffany)

 

Non ha paura di legarsi, nessuno ha paura di legarsi. Ha paura di non riuscire a slegarsi senza inciampare nei lacci. (L'amore non è il mio forte)

 

Il fatto è che tu mi hai travolta all'improvviso, senza che io potessi fermarti. Ti sei infilato nella mia testa come se ci fosse la porta aperta, come se qualcuno ti avesse detto di entrare. Il fatto è che però nessuno ti aveva invitato, ma tu sapevi che dovevi arrivare. E lo sapevo anch'io, in fondo. (PS I love you)

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Capitolo 17
*** Tra feste di fidanzamento, risate e pensieri assassini ***


Ma amore è cieco, e gli amanti non vedono le amabili follie cui si abbandonano.

(Shakespeare)

 

Una delle tre cose che Sigyn temeva e odiava di più era arrivata.

La festa di fidanzamento.

Le altre due cose erano, nell'ordine, il matrimonio e Sif (detestava quella guerriera supponente e petulante), ma decise di non pensarci: una cosa per volta.

A rendere la cosa peggiore, c'era il fatto che la cerimonia si sarebbe tenuta, per tradizione, nella casa della famiglia del futuro sposo, perciò non avrebbe avuto Loki vicino ad incoraggiarla. Essendo invitati solo i parenti e gli amici stretti delle famiglie, lui sarebbe rimasto ad Asgard.

Si alzò dal letto decisamente scocciata, con una voglia di vivere pari a meno di zero, e cominciò a prepararsi per il viaggio.

Finalmente presentabile, uscì e si recò in sala da pranzo per far colazione, dove un impeccabile Loki, elegante come sempre, era già seduto a mangiare.

Gli scoccò un'occhiata a metà tra l'invidioso e il supplichevole, e lui ammiccò.

-Pronta per il gran giorno?- le chiese, un sorrisetto divertito sul viso.

-Non vedo l'ora- borbottò la ragazza, e Loki alzò un sopracciglio.

-Sarcasmo di prima mattina?

-Senti chi parla.

Lui ridacchiò, e scosse la testa. Adorava punzecchiarla.

-Tu oggi cosa farai?- gli domandò lei ad un certo punto, mangiucchiando distrattamente un dolce. Aveva decisamente bisogno di zuccheri per tirare avanti.

-Non so. Leggerò, farò una passeggiata … intratterrò una piacevole conversazione con una nuova e graziosa ancella, Amora …

-Se stai cercando di ingelosirmi, non funziona. Anche perchè in questo caso vincerei io, considerando il fatto che sto per recarmi alla mia festa di fidanzamento.- ribattè acidamente lei, non senza una punta di soddisfazione nel notare l'occhiataccia di lui.

Rise, e si sentì più allegra.

Siamo decisamente una coppia strana, pensò, e si rassicurò. Adorava le cose strane.

Poco dopo, sentirono bussare alla porta.

All' “avanti” di Loki, una timida ancella entrò, dicendo che Lord Halvorsen stava aspettando la figlia in cortile, pronto per partire.

Sigyn sospirò, e rispose che sarebbe arrivata subito: doveva solo sistemare una cosa, e mandò fuori l'ancella ad avvertire il padre.

Appena la porta si chiuse, la ragazza si voltò verso Loki, che la fissava.

Le si avvicinò -Pensi di potercela fare?

-Ovvio. Stai parlando con la stessa ragazza che ha urlato addosso a Fandral durante la festa di Thor, ricordati. Ho un grande autocontrollo, quando voglio.- scherzò, e risero.

-D'accordo. Allora ci vediamo stasera. E divertiti.- ammiccò lui, ricevendo un pizzicotto scherzoso per tutta risposta.

-A stasera.- rispose lei, e lo baciò.

Lui sembrò un po' stupito, subito, ma poi rispose senza tentennamenti, attirandola di più a sé.

Le accarezzò la schiena, delicatamente, e la sentì sussultare.

-Tutto a posto?- domandò, perplesso, alzando lo sguardo su di lei.

-Certo. -rispose subito Sigyn, rossa in viso- è tutto perfetto, specie … Oh, devo andare. Mio padre mi sta aspettando.- si divincolò e andò verso la porta, agitata.

Loki la osservò, un sorriso malizioso sulle labbra, e la chiamò -Sigyn?

-Sì?

-Stai dimenticando il mantello.- la raggiunse, e glielo appoggiò sulle spalle, con un movimento deliberatamente lento, vicino a lei.

La vide avvampare ancora di più, e ridacchiò -Non credevo di farti quest'effetto.

Lei gli lanciò un'occhiataccia, imbarazzata, e gli rispose con una linguaccia, da vera donna matura e nobile quale era, dopo di che gli sorrise e uscì.

Sarebbe stata una lunga giornata per entrambi.

 

Tre ore dopo, Sigyn era in balìa di ancelle evidentemente possedute da forze demoniache, intente a vestirla, acconciarla e truccarla per la festa; tutte in un profondo stato di angoscia all'idea che qualcosa andasse storto o di farla arrivare in ritardo.

Dal canto suo, Sigyn stava cercando di estraniarsi dal mondo reale pensando a cose molto più interessanti, come i baci di Loki.

Avvertendo le guance bruciare, capì che non era l'argomento adatto, e passò ad altro.

Peccato che il suo cervello le presentasse sempre Loki, in modo diversi, ma sempre lui.

Sbuffò, irritata, e un'ancella particolarmente agitata esclamò -C'è qualcosa che non è di suo gradimento, Lady Sigyn? L'orlo dell'abito è troppo lungo?

-No, è perfetto.- la rassicurò immediatamente, non volendo avere la morte di una povera ragazza sulla coscienza, specie a causa di un equivoco.

Non era certo colpa sua se la sua mente era fissata solo su un'unica cosa, o meglio, persona.

Finalmente, venti minuti dopo, era pronta.

Uscì dalla camera e raggiunse il padre, che si prodigò in un largo sorriso e svariati complimenti prima di prenderla a braccetto per entrare nella sala da pranzo, dove tutti gli invitati li attendevano.

Sulla soglia, Sigyn prese un profondo respiro, cercando di controllare l'impulso di fuggire.

Ed entrarono.

 

Seduta a capotavola a fianco di Lord Bjǿrn, Sigyn si comportava in maniera impeccabile, proprio come desiderava suo padre, seduto alla sua destra.

Chiacchierava amabilmente, sorrideva, rideva insieme al suo futuro sposo e si complimentava con i suoceri.

Ma la sua testa era altrove; ad Asgard, per la precisione.

Continuava a pensare a Loki, a quanto avrebbe voluto averlo lì con lei, anche soltanto poter vedere il suo sorriso ammiccante e il suo sguardo gelido. Si sarebbe sentita subito meglio, meno sola.

Ma ovviamente, era impossibile.

Sospirò, e sorseggiò un po' di idromele tanto per fare qualcosa.

Il suo futuro marito stava ridendo sguaiatamente con un suo amico, e Sigyn non sapeva cosa fare.

Non sopportava chi rideva in quel modo, per motivi stupidi e infantili.

Amava il senso dell'umorismo di un certo livello, lei, e non era quello asgardiano, no.

Amava come Loki la faceva ridere, con le sue battute sarcastiche e perfide.

Alzò gli occhi al cielo, sentendosi a dir poco ossessionata.

E, osservando Lord Bjǿrn trangugiare per scommessa un'intera pinta di idromele, sperò che Loki sapesse quello che faceva.

 

Intanto, ad Asgard, nei suoi appartamenti, Loki era immerso nella lettura di un particolare volume, sulla magia.

Si doveva allenare.

Mancava poco più di un mese al matrimonio, e per quel giorno sarebbe dovuto essere in ottima forma per portare a termine il suo piano.

Finita la lettura di un determinato capitolo, si alzò di scatto e si posizionò davanti allo specchio.

Ripetè mentalmente la formula che gli serviva, ad occhi chiusi per concentrarsi meglio, e quando li riaprì sorrise.

Un sorrisetto soddisfatto, quasi sinistro.

Ci sarà da divertirsi, pensò ridacchiando e tornando sé stesso.

 

Sigyn stava desiderando ardentemente la morte.

Non per lei, ma per Lord Bjǿrn.

I genitori di lui avevano voluto che ballassero, e ora erano in pista, ma il suo futuro sposo non era molto stabile, complice il troppo idromele e la sua già naturale imbranataggine per il ballo; ottenendo soltanto il continuo pestaggio dei piedi della ragazza, supplicante che una qualsiasi calamità naturale si abbattesse su di lui.

Purtroppo il suo desiderio non venne esaudito, e il ballo finì dopo altri dieci minuti di violenze pedestri.

Quando si risedette, mimando un sorrisetto felice, nella sua mente avevano luogo le più crudeli torture, messe in atto su Lord Bjǿrn.

Non si sentiva nemmeno in colpa a pensare queste cose.

Non era una ragazza che si sentiva in colpa facilmente, anzi, solo Loki aveva questo potere, di solito quando la guardava con gli occhi supplichevoli da bambino colpevole di una marachella ma incapace di ammetterlo.

Scacciò di nuovo la sua immagine dalla testa, rendendosi conto troppo tardi che il fidanzato l'aveva alzata in piedi e stava per baciarla, per segnare la fine del pranzo.

Quando la baciò, Sigyn fece uno sforzo enorme per non fuggire via.

Le sue labbra erano estranee, per nulla piacevoli, anzi.

E la stringeva troppo, per nulla delicato.

Finalmente si separarono, e lei sospirò.

Incrociò lo sguardo soddisfatto del padre, accortosi di nulla, e sorrise, triste.

Devo sopportare solo per poco, si disse, un altro po' e poi …

 

Finalmente, quella giornata era giunta al termine.

Sigyn, appena tornata ad Asgard, si recò subito nei suoi appartamenti e si buttò sul letto, esausta.

Sussultò quando una voce familiare parlò dietro di lei -Hai l'aspetto di chi ha appena passato la giornata più bella della proprio vita.

Si voltò. Loki la guardava, sorridendo divertito, palesemente sarcastico.

La ragazza sorrise a sua volta e si alzò, raggiungendolo per baciarlo.

-Sì, mi sono divertita tantissimo.- rispose nello stesso tono, e ridacchiarono.

-Tu? Tutto bene?

-Certo. So cavarmela anche da solo, sai. Fai senza essere così ...

-… premurosa? Scusa, eh, se ci tengo.- ribattè, piccata, e lui ammiccò.

-Comunque, mi sei mancato.- mormorò poi lei, e lo abbracciò.

Lui non rispose, assimilando quelle parole, e ricambiando l'abbraccio.

-Lord Bjǿrn è uno zotico asgardiano. Una capra è più elegante di lui.- esclamò ad un certo punto Sigyn, ancora stretta a lui, e Loki scoppiò a ridere.

-Non offendere le capre.- rispose, e la ragazza rise.

-Hai ragione. Non si meritano questa offesa.

Si guardarono e risero come non mai, sciogliendo la tensione della giornata appena passata.

-Non credi sia ora di andare a dormire?- domandò Loki ad un certo punto, e Sigyn annuì.

-Sì, è meglio. Allora … buonanotte- lo baciò e si allontanò, ricevendo in cambio un'occhiolino ammiccante.

 

I giorni passavano, tutti uguali nella solita routine.

Le uniche cose diverse erano gli appuntamenti di Sigyn con le sarte per la preparazione dell'abito; momenti in cui Loki approfittava per allenarsi nella magia.

Voleva essere al meglio.

Nulla sarebbe dovuto andare storto.

 

Un mese passò velocemente.

E con esso le due settimane mancanti al matrimonio.

Il giorno prima della cerimonia, Sigyn fece l'ultima prova dell'abito.

Quando rincasò nelle sue stanze, era un po' pallida.

Loki capì immediatamente cosa la preoccupava.

-Sigyn, andrà tutto bene.- la rassicurò, e lei sorrise.

-Lo so.- rispose, e si sedette a fianco a lui.

Rimasero in silenzio per un po', finchè Loki parlò -Come hai intenzione di passare il resto del tuo ultimo giorno da nubile?

Lei scrollò le spalle -Non ne ho idea. Facendo quello che mi piace, direi.

-Quindi?

-Stare con te.- rispose semplicemente lei, sorridendo.

Loki la guardò, e si domandò cosa aveva fatto per meritarla.

Ma non gli importava. L'importante era che erano lì, e basta.

Perciò sorrise, e la strinse di più a sé.

 

La sera arrivò presto, troppo presto per Sigyn.

-Buonanotte, Sigyn.- le augurò Loki, baciandola sulla soglia della sua camera.

-Buonanotte.- rispose lei sorridendo, e lui sembrò stupito.

-Come mai questo sorriso?

-Non sono più preoccupata. Mi fido di te.- rispose, ed entrò in camera, chiudendosi la porta alle spalle.

Loki rimase nel corridoio, a riflettere, poi sorrise.

Sarebbe andato tutto alla perfezione.

 

 

 

 

Angolo autore:

Ehilà!! :)

Eccomi qui col nuovo capitolo, e … il prossimo sarà l'ultimo.

Già, manca solo un capitolo e l'epilogo, poi è finita!

Per la vostra incommensurabile gioia, immagino xD

Comunque, spero che questo vi sia piaciuto e che non risulti frettoloso.

Intanto, non preoccupatevi, fate come Sigyn: Loki ha tutto sotto controllo ;)

Ringrazio di nuovo le 28 persone che mi seguono, le 7 che ricordano la storia e le 13 che la preferiscono. Grazie, grazie davvero. Spero di non deludervi!

Alla prossima :)

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Capitolo 18
*** Matrimonio con sorpresa ***


Essere innamorati è romanticissimo, ma non c'è nulla di romantico in una proposta di matrimonio. C'è persino il rischio di essere accettati!

(Oscar Wilde)

 

La mattina del matrimonio, Sigyn si alzò piena di energia, pimpante e per nulla preoccupata.

Anzi, tranquilla.

E impaziente.

Non vedeva l'ora di scoprire il piano di Loki, e come l'avrebbe aiutata.

Aveva un po' di timore, questo sì, ma si fidava di lui. Completamente.

Vestendosi, provò a immaginarlo al suo fianco, all'altare, e sorrise.

Sarebbe stato meraviglioso se lo sposo fosse stato lui.

Smettila, Sigyn; pensò, tanto non accadrà mai.

Le ultime parole famose …

 

Poco dopo era sulla porta, pronta per uscire e raggiungere suo padre, che l'avrebbe accompagnata dalle sarte per la vestizione.

Loki era di fronte a lei, per salutarla.

-Andrà tutto bene. E fai quello che devi, ricordati.

Lei annuì -Certo. Ti aspetterò.- gli fece l'occhiolino, e sorrise.

-Ora però mi serve un bacio di incoraggiamento.- scherzò, alzandosi in punta di piedi per baciarlo, mentre lui ridacchiava.

-Vai. Ci vediamo … dopo.

Si scambiarono un'ultima occhiata, e Sigyn uscì, lasciandolo solo.

 

Il matrimonio avrebbe avuto luogo nella piazza di Asgard, e celebrato da un sacerdote.

Sigyn si sottoponeva docilmente alla tortura della vestizione: l'abito era rosso, di un rosso splendente, leggero e semplice; con un mantello bianco.

Rimase a occhi chiusi mentre la truccavano e acconciavano, distraendosi pensando a Loki.

Poi …

-Lady Sigyn, potete guardare ora.

Aprì gli occhi di scatto, e rimase senza parole: non si era mai vista così bella.

Si voltò, stupita, e come non mai desiderò avere Loki al suo fianco.

-Siete pronta?- le domandò una delle sarte, la più anziana, e la ragazza annuì.

La accompagnarono fuori, dove la aspettava suo padre, che sgranò gli occhi appena la vide.

-Sei splendida, figlia mia.- sorrise, e Sigyn ricambiò il sorriso.

Salirono in carrozza per dirigersi verso l'altare della piazza, dove il sacerdote e lo sposo attendevano, attorniati dagli invitati.

 

Loki, intanto, aveva portato a termine il suo piano, riuscito alla perfezione.

Lanciò un'occhiata di sufficienza all'individuo accasciato sul pavimento, svenuto, e ridacchiò.

Le botte in testa, da dietro, funzionavano sempre.

Si guardò allo specchio, gongolando soddisfatto: impossibile riconoscerlo, era identico a lui.

E quando si accorgeranno che non sono chi credono, sarà troppo tardi e saremo già lontani, pensò sorridendo, e si preparò per recarsi nel luogo prestabilito.

 

Quando Sigyn scese dalla carrozza, non fu stupita di notare tutti i curiosi e gli sfaccendati impegnati a guardare, insieme agli invitati, comodamente seduti sulle panche scelte per l'occasione.

Guardandosi intorno, notò come la gente la fissasse, commossa o sorridente, ammirata dalla sua bellezza.

Ma lei cercava solo un volto.

Volto che non vide.

Con una stretta al cuore, si decise a volgere lo sguardo su Lord Bjǿrn, in piedi alla destra del sacerdote.

La stava fissando, uno sguardo incredulo e ammirato, e le sorrise, facendole l'occhiolino.

Ricambiò il sorriso, sentendosi stranamente meglio.

Quel modo di fare le ricordava Loki.

A proposito, dov'era?

Cercò ancora con lo sguardo, ma non lo trovò.

Sperando che non avesse avuto contrattempi, si accomodò al fianco del futuro marito, mentre il padre gli stringeva la mano, prima di andare a sedersi.

Poi, il sacerdote cominciò a parlare.

-Quest'oggi, venerdì, assisteremo all'unione tra …

-Scusatemi.- sbigottiti, tutti si girarono verso Lord Bjǿrn, che aveva appena pronunciato quella parola.

Il cuore di Sigyn mancò un battito. Cos'era successo?

-Scusatemi se vi interrompo, ma prima vorrei dire alcune parole -si voltò verso Sigyn- rivolte alla mia futura sposa.

Lei si limitò a guardarlo, senza notare il muto assenso del sacerdote, e aspettò.

-Lady Sigyn, vorrei esprimere, prima di diventare il vostro sposo, la portata del mio errore. Avevo sostenuto, tempo fa, che l'amore fosse solo egoismo. Ma ora, sono costretto ad ammettere che non è così. Come ammetto che non considero più il matrimonio una forma di abietta schiavitù, ma un modo per dimostrare i propri sentimenti alla persona amata.- parlò senza staccare gli occhi dai suoi, e ammiccò, come per farle capire qualcosa.

E lei capì, ricordando, sentendo il cuore balzarle in petto.

Allora facciamo così: se riuscirai a coronare il tuo sogno matrimoniale, io sarò presente alla cerimonia e mi rimangerò tutto quello che ho appena detto e sostenuto.”

Sorrise, quasi senza rendersene conto, e annuì per fargli capire di aver capito.

Il sacerdote li guardò, perplesso, nel silenzio generale, e domandò se poteva continuare, ricevendo un cenno di assenso.

Pronunciò la formula rituale, e terminò prendendo le mani dei due e sovrapponendole, recitando le seguenti parole: “Ci sarà un'unica fine per noi due, un unico legame dopo le nostre promesse; ed il nostro amore non morirà senza scopo.” (*)

Uno alla volta, le ripeterono, e arrivò il momento del bacio.

Lord Bjǿrn si avvicinò a Sigyn e appoggiò le labbra sulle sue, e lei fu sicura che fosse lui.

Ora, ne aveva la certezza.

-Ma come hai fatto?- gli sussurrò all'orecchio, sbalordita, mentre si separavano, ma lui scosse impercettibilmente la testa.

Non era il momento, e Sigyn capì, sorridendo.

-Molto bene. Ora, che il padre della sposa e lo sposo si scambino i doni nuziali rituali.

Lord Halvorsen si alzò e porse la propria spada, vecchia di generazioni, a Lord Bjǿrn, che la strinse a sé con un inchino del capo e gli porse a sua volta la propria; dopo di che si voltò verso Sigyn e la prese per mano.

Erano sposati.

 

La cerimonia era appena terminata e gli sposi si stavano recando verso la carrozza che li avrebbe portati nella dimora del marito per i festeggiamenti, quando si udì un gran rumore di zoccoli e di voci.

-Fermi! Fermatelo!- urlano parecchie voci maschili, tra cui quella di …

-Lord Bjǿrn?! Ma come … cosa sta succedendo?!- esclamò sbalordito e confuso Lord Halvorsen, mentre anche il resto dei presenti mostrava il proprio sbigottimento con esclamazioni soffocate.

-Succede, Lord Halvorsen, che vostra figlia non ha sposato me, ma qualcun altro! Un uomo devoto agli inganni e al male, che non dovrebbe nemmeno essere qui!

Tutti si voltarono verso la coppia di neo sposi, e Sigyn tremò, preoccupata, voltandosi a guardare il marito. Lui ricambiò il suo sguardo, ammiccando, e si mostrò per quello che era.

-Loki!- urlò Lord Halvorsen, stupefatto e spaventato, mentre molti dei presenti si allontanavano.

-Ebbene sì, sono io.- fu la fredda e soddisfatta risposta del dio, ma non fece in tempo a dire altro che il vero Lord Bjǿrn si avvicinò e gli puntò la spada alla gola.

-Allontanati subito, e lascia Lady Sigyn, viscido essere. Il Padre degli Dei sta arrivando, e ti giudicherà come meriti, per questa nefandezza!

Loki non riuscì ad aprire bocca che Sigyn si parò davanti a lui.

-Smettetela immediatamente, Lord Bjǿrn, e allontanatevi voi da mio marito. Non apprezzo che lo si minacci con un'arma!

Il soggetto della frase la fissò, sbalordito, seguito a ruota dal suocero.

-Sigyn, ma cosa stai dicendo?! Stai proteggendo colui che ti ha appena ingannata; e un assassino, per di più! Ragiona!

-Sarà pure un assassino, padre, ma è lui che voglio sposare, e non l'uomo che tu mi hai scelto senza nemmeno consultarmi!

Il padre sembrò senza fiato, e ci mise qualche istante prima di rispondere, mentr Lord Bjǿrn li fissava, senza parole.

-L'ho fatto per te, per il tuo bene. Continuerai un'illustre stirpe di nobili, e lo sposo che ti ho prefissato è un uomo buono e valoroso. Come puoi preferire un traditore, un negletto omicida a uno come lui? Sei forse sotto l'effetto di un incantesimo? Ti ha costretta?

-Smettila! Sono io che parlo, convinta di quello che dico, e non mi farai cambiare idea. Io lo amo, padre, e sono felice di averlo sposato!

Loki sorrise a quelle parole, ma Lord Halvorsen perse il controllo.

-Sciocca! Non sai quello che dici! Allontanati subito da quell'uomo vergognoso, e …

-Non accetto che si parli così di mio figlio.- tuonò una voce imperiosa, e tutto si azzittirono, voltandosi verso di essa.

Odino era arrivato.

 

Esattamente dieci minuti dopo, Sigyn, Loki, Lord Halvorsen, Lord Bjǿrn e suo padre erano nella sala del trono, al cospetto di Odino e Frigga.

Il Padre degli Dei aveva appena ordinato a Sigyn di spiegare cos'era accaduto e perchè.

Con qualche esitazione iniziale, la ragazza raccontò del matrimonio combinato, del suo desiderio di non sposarsi mai confessato al padre e dell'amore mai provato per il promesso sposo, ma per qualcun altro. A quelle parole, sorrise apertamente a Loki, che ricambiò, e Odino li fissò, mimando un'espressione impassibile per nascondere il proprio sbalordimento. Frigga, invece, sembrava vicina dal correre all'abbracciare la ragazza e cantare vittoria.

Spiegò che aveva chiesto aiuto a Loki, e lui gliel'aveva promesso, senza dire come. E quando si era resa conto che in realtà, all'altare con lei, non c'era Lord Bjǿrn ma lui, nelle sue spoglie, era stata zitta. Perchè era quello che voleva.

Poi tacque, limitandosi a guardare Odino, senza preoccupazione.

Loki fece un passo verso di lei, sfiorandole una mano, e Lord Halvorsen non si trattenne.

-Figlia mia, ma come puoi desiderare una vita al suo fianco? Sai benissimo cos'ha fatto e perchè, ci sono così tanti uomini buoni che …

Insofferente, Sigyn lo interruppe -Padre, smettetela. So che ce ne sono milioni meglio di lui, ma ce ne sono milioni anche meglio di me. Loki ha commesso degli sbagli, è vero, e probabilmente non se ne pentirà mai. Ma non mi importa. Io non conosco gli uomini migliori di lui e non posso consumare la mia vita aspettando di conoscerli; e quelli che conosco, come Lord Bjǿrn, non li apprezzo. E poi, se dovessimo cercare la perfezione in un uomo dovrei rinunciare all'idea di amare qualcuno. Io non amo la gente perfetta, amo qualcuno di speciale. E non mi interessa cosa ne pensi tu, perchè farò quello che voglio. É la mia vita, e decido io come gestirla!- esclamò, e Lord Halvorsen non replicò, incapace di parlare, limitandosi a scoccarle un'occhiata furiosa.

Fu Lord Bjǿrn a pronunciare parola -Padre Tutto, ci consigli lei come agire.- fu tutto quello che disse.

Odino rimase in silenzio per un po', dopo di che si rivolse proprio a lui -Lord Bjǿrn, voi amate Lady Sigyn?

La domanda spiazzò tutti, in primis proprio il diretto interessato, che sgranò gli occhi.

-Io … ecco …

-Non dovete sentirvi in imbarazzo, rispondete con sincerità.

L'ipotetico sposo esitò un attimo, poi rispose -Sinceramente, Padre Tutto, io nutro molto rispetto e ammirazione verso Lady Sigyn, ma nulla al di fuori di essi. Non la amo.

I padri ebbero un moto di stupore e disperazione al tempo stesso, mentre Sigyn sorrise, trionfante.

Forse, alla fine non è così idiota; pensò, lanciando un'occhiata felice a Loki.

-Molto bene. Perciò non desiderate sposarla.

-In verità, no.

-Bene. Perciò, Lord Halvorsen e Lord Arild, non comprendo perchè dovrei ostacolare l'unione tra Lady Sigyn e il Principe Loki.

Il padre della ragazza emise un verso di disapprovazione, e Lord Arild scosse la testa, offeso.

-Figlio, andiamo. Qui non abbiamo più niente da fare.- esclamò, scoccando un'occhiata velenosa a Odino e uscendo platealmente con il figlio al seguito, un'espressione di scuse dipinta sul volto.

-Padre Tutto, io comprendo che parlate per affetto nei confronti di vostro figlio, ma mia figlia …

-Lo ama. -lo interruppe Odino- e non comprendo perchè non apprezziate la loro unione, che oltretutto vi solleva ad un rango più importante.

Lord Halvorsen esitò, poi si avvicinò a Sigyn, parlando a voce bassa -Sei sicura che così sarai felice?

Lei annuì, seria -Sì, padre.

Lui la guardò, osservandola attentamente con espressione preoccupata, poi annuì, e si rivolse a Loki.

-Tu credi di essere in grado di renderla felice?

Il Dio lo fissò, sondandolo con gli occhi gelidi, poi si strinse alla ragazza e annuì semplicemente.

Ci fu un attimo di silenzio, dopo di che Lord Halvorsen parlò -D'accordo, allora. Vi do la mia benedizione.- cedette, e Sigyn si lasciò andare a un urlo di giubilo, abbracciando Loki, che la strinse a sé, felice.

-Grazie, padre.- mormorò poi la ragazza, abbracciandolo, e Loki alzò lo sguardo su Odino.

Il Padre degli Dei lo stava fissando, un leggero sorriso soddisfatto sulle labbra.

Titubante, Loki gli si avvicinò, e Frigga sorrise, scendendo ad abbracciarlo.

-Oh, figlio mio. É meraviglioso vederti finalmente felice.- sussurrò, e Loki ricambiò la stretta.

Rimasero per qualche istante così, in silenzio, ad assaporare la presenza dell'altro.

Finchè Odino parlò -C'è appena stato un matrimonio, qui. É il caso di festeggiare!

Tutti risero, sollevati, e seguirono il Padre degli Dei in una sala adiacente, riservata ai banchetti reali.

I due sposi si sedettero a capotavola, a fianco i rispettivi genitori, e il banchetto ebbe inizio con un loro brindisi.

Stavano ridendo e chiacchierando, quando la porta si aprì ed entrò Thor.

Immediatamente, tutti si zittirono e guardarono Loki, mentre Sigyn gli strinse una mano.

I due fratelli si fissarono, senza staccarsi gli occhi di dosso, e Thor lo raggiunse.

-Congratulazioni, fratello.- disse, con un sorriso, e gli porse una mano.

Loki lo fissò, dopo di che annuì e gliela strinse, risedendosi dopo poco senza una parola, mentre Thor prese posto a fianco della madre.

Il silenzio regnò ancora per qualche istante, finchè Loki parlò -Manca una cosa importante.- uscì un attimo, tra la perplessità generale, e ritornò con dei musici al seguito, che si accomodarono in un angolo della sala e cominciarono a suonare.

Il Dio si avvicinò a Sigyn e, con un elegante inchino, le chiese di ballare.

Poco dopo, la coppia volteggiava nella sala, sorridendo, sotto gli sguardi delle famiglie.

Entrambe non avevano mai visto i proprio figli così felici.

 

I festeggiamente durarono tutto il giorno.

Era sera tarda quando Loki e Sigyn vennero scortati nelle loro stanze dalle ancelle, in un gesto simbolico che stava a indicare la prima notte di nozze.

La sposa venne spogliata dell'abito nuziale e rivestita con una leggera ed elegante camicia da notte e aiutata a coricarsi; stessa cosa venne compiuta con Loki (ovviamente, per lui nessuna camicia da notte, ma un semplice paio di pantaloni di seta).

Dopo di che, le ancelle uscirono, inchinandosi, e chiusero le porte, lasciandoli soli.

I due si guardarono attentamente, e dopo un attimo di silenzio Sigyn parlò.

-Mi sento estremamente stupida.- e scoppiò a ridere, seguita a ruota da Loki.

-Che sciocca messinscena.

-Già. E poi non capisco, cosa si aspettano che succeda?- esclamò lei, e Loki le lanciò una strana occhiata, facendola ridere ancora di più.

-Sto scherzando. So bene cosa succederà.- mormorò, e gli lanciò uno sguardo un po' imbarazzato, rossa in viso.

Lui sorrise e le si avvicinò, sfiorandole il mento con un dito -E sei pronta?

Lei annuì, senza parlare.

-Sicura?

Sigyn sorrise -Loki, mi aspettavo che fossi più seducente, sinceramente.

Lui ridacchiò e la baciò, stringendola a sé.

-Come vuoi.- mormorò, e Sigyn non ebbe più motivo di lamentarsi.

 

 

 

 

 

Note:

(*) Questa frase non è mia, l'ho trovata su internet cercando notizie sui matrimoni vichinghi. É l'inizio di una poesia d'amore che un uomo, realmente esistito all'epoca, dedica alla moglie prima di morire; non c'entra niente col matrimonio, ma mi piaceva metterla come formula rituale. Penso ci stia bene.

Nella discussione fra Sigyn e suo padre, la frase pronunciata dalla ragazza che dice “So che ce ne sono milioni meglio di lui ...” è una citazione un po' adattata al contesto. Eccola: “Ce ne sono milioni meglio di lui!” Ce ne sono milioni anche meglio di me. Comunque io non conosco quelli meglio di lui e non posso consumare la mia vita ad aspettare di conoscerli. E poi se dovessimo cercare la perfezione in un uomo, si amerebbero i santi. I santi sono morti e io non vado a letto col calendario.” (Oriana Fallaci)

 

 

Angolo autore:

Ebbene, eccoci qui: il matrimonio!

Spero davvero, davvero tanto che non mi sia uscita una schifezza e che vi sia piaciuto come gli altri capitoli. Se non è così, avete il diritto di protestare tirandomi verdure marce.

Il trucchetto di Loki è lo stesso che usa nel fumetto e nella mitologia per sposare Sigyn; prima di scoprirlo mi era già venuta l'idea, e dopo aver saputo che è proprio così che ha agito non ho potuto resistere xD L'unica differenza è che in queste due versioni lui uccide il promesso sposo di Sigyn; io ho preferito un semplice “anestetico” (ossia, gli dà una bella botta in testa) prima di prendere le sue sembianze.

Comunque, spero vi sia piaciuto. Se no, scrivetemi i vostri insulti nelle recensioni xD

Ci vediamo con l'epilogo!

Alla prossima :)

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Capitolo 19
*** Epilogo: Sempre! E' una parola tremenda. Per di più, senza un senso ***


Amare qualcuno non è solo un forte sentimento. É una scelta, una promessa, un impegno.

(E. Fromm)

 

-Loki, ho chiesto di incontrarti per spiegarti il motivo per cui non sei stato punito, in seguito alla tua azione discutibile.

Il Dio guardò Odino, in piedi davanti a lui, in attesa.

Credeva di sapere cosa gli avrebbe detto.

-So che ti sarai domandato perchè ho reagito così docilmente, scoperto il tuo inganno verso Lord Bjǿrn e Lady Sigyn, e non è solo perchè la ragazza era evidentemente d'accordo con te. Ho reagito così perchè per la prima volta hai mentito a fin di bene, e per un motivo nobile. Hai mentito per amore -fece una pausa, osservando attentamente il figlio che lo guardava, impassibile- e ritengo che questo dimostri un grande cambiamento in te, e una grande conquista. Inoltre, il legame con quella ragazza servirà a rinforzare tutto questo, e credo ti renderà felice. Cosa che io e tua madre desideriamo, come Thor. Perciò, non verrai punito per quello che hai fatto. Ma se metterai in atto un'altra azione simile, sarò costretto a prendere provvedimenti. Hai capito?

Loki annuì, e fece un sorrisetto furbo -É tutto, Padre degli Dei?

-Sì, è tutto.

Il figlio fece un impercettibile inchino col capo e si voltò, avviandosi verso l'uscita della sala del trono.

Sulla soglia, Odino lo chiamò -Ah, Loki … congratulazioni.- mormorò.

Loki rimase un attimo sulla porta, esitante, dopo di che annuì e uscì.

 

-Cosa voleva tuo padre? Non ti ha tolto i poteri, vero?- chiese Sigyn, in ansia, quando Loki rientrò dal colloquio con Odino.

-Non è mio ...- si bloccò, scosse la testa e continuò -no, tranquilla. Mi ha solo messo in guardia che se farò un'altra azione simile dovrà prendere provvedimenti, ma per il resto … sono a posto.- ammiccò, e Sigyn battè le mani dalla gioia, baciandolo.

-Ottimo. E quali sono i piani per oggi, principe Loki?- gli domandò con tono scherzoso, e Loki sorrise.

-Potremmo rasare i capelli a Sif, se ti va.- rispose facendole l'occhiolino, e Sigyn sgranò gli occhi.

-É un'idea perfidamente geniale! Però … meglio di no. Nella tua posizione non puoi permetterti di rischiare …

-Hai ragione. Sarà per un'altra volta.- concordò, e risero.

-Posso farti una domanda?- chiese Sigyn dopo un attimo di silenzio.

-Certo.

-Al matrimonio, quando hai detto che ti rimangiavi tutto quello sostenuto sull'amore … era vero o l'hai fatto solo per mantenere la promessa?

Loki la osservò, serio, poi sospirò e rispose -No, non ero sincero. L'ho fatto solo per mantenere la promessa. Ma non mi pento di averti sposata, e tutti sono a conoscenza del mio grande egoismo.

Sigyn scoppiò a ridere, e Loki sembrò sorpreso -Perchè ridi?

-Perchè sono sollevata. Non vorrei mai che tu cambiassi opinione per colpa mia, e preferisco che tu abbia le tue convinzioni. Dopotutto, non hai tutti i torti.- ammiccò, e Loki sorrise.

-Ovviamente.- mormorò, prima di baciarla.

-Andiamo a fare una cavalcata?- domandò Sigyn, quando si separarono.

Lui annuì -D'accordo.

Si sorrisero, e si incamminarono insieme, mano nella mano, verso le scuderie.

 

Cos'altro si può aggiungere, su di loro e questa storia?

Ah, già: e vissero per sempre felici e contenti.

… almeno, fino all'arrivo di Thanos.

Ma questa è un'altra storia, e quello che conta ora è solo la …

FINE

 

 

Angolo autore:

Ebbene sì, è finita.

E … mi state odiando, vero? Vi state chiedendo com'è possibile che l'epilogo sia così, con la nomina di Thanos buttata lì con indifferenza, senza nient'altro. Eppure, doveva finire così: l'idea di farlo entrare in scena in questo modo mi girava in testa da tempo, perchè l'avevo palesemente ignorato per tutta la ff, ed è un personaggio importante. Perciò, ho deciso questo.

Ma non preoccupatevi: Loki e Sigyn se la caveranno.

E … no, non credo scriverò mai un seguito. E se accadrà, sicuramente passerà un po' di tempo.

Perciò, aspetto le vostre ultime recensioni, per leggere i vostri pareri e … gli insulti? XD Accetterò qualsiasi commento ;)

Infine, vi ringrazio. Grazie alle 30 persone che mi hanno seguito, le 7 che ricordano la storia, le 14 che l'hanno inserita tra i preferiti e, tra di voi, a tutti quelli che hanno recensito (e che recensiranno questo). Siete stati davvero fantastici, e ho apprezzato tantissimo il vostro sostegno e come vi siete appassionati a questa storiella senza pretese :)

Quindi, in conclusione: arrivederci! E grazie ancora:)

Ci si legge in giro ;)

 

PS Il titolo del capitolo è una citazione di Oscar Wilde.

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