La scelta di Sakura

di topazio
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I 5 stadi del Dolore ***
Capitolo 3: *** Casa ***
Capitolo 4: *** Freddo ***
Capitolo 5: *** Perdita ***
Capitolo 6: *** Furia ***
Capitolo 7: *** L'Addio ***
Capitolo 8: *** Rabbia ***
Capitolo 9: *** Ferite ***
Capitolo 10: *** L'incontro ***
Capitolo 11: *** La Scelta ***
Capitolo 12: *** Conseguenze ***
Capitolo 13: *** Le Cicatrici ***
Capitolo 14: *** Verso Casa ***
Capitolo 15: *** Ritorno alle Origini ***
Capitolo 16: *** Il momento della Verità ***
Capitolo 17: *** Lacrime di Verità ***
Capitolo 18: *** Noi ***
Capitolo 19: *** Confusione ***
Capitolo 20: *** Libera ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La scelta di Sakura

Prologo

_Sola_

 

"Siamo nati soli, viviamo soli, moriamo da soli.                                                                                                                              
Solo attraverso l'amore e l'amicizia possiamo creare per un momento l'illusione di non
essere soli"                                                                                                                                                                                                                                        
(Orson Welles).

                                                         

P

er quanto tempo ancora sono destinata a soffrire?                                                                                                     
Mi faccio questa domanda da tanto, troppo tempo. E ancora non ho trovato una risposta. Ho sempre pensato che il mio destino fosse di stare al fianco di Sasuke, aiutarlo, amarlo e curarlo. Curare le sue ferite. Profonde e ancora aperte. Col tempo forse avrebbe imparato ad amarmi.

Che illusa.

Sakura l’illusa. Ecco come dovrei chiamarmi. Non Sakura Haruno.

All’epoca vivevo in quello strano mondo fatto di speranze, di sogni. Tutte cose adatte alle bambine stupide e ingenue. Come me.

Speranza...                                                                                        

 

È quella buffa sfera di emozioni che ti avvolge,                                                                                                    
che fa battere il tuo cuore …                                                                                                                      
e poi lo pugnala senza pietà!

 

Nietzsche ha scritto: "La speranza è il peggiore dei mali perché prolunga il tormento dell'uomo."

"La speranza è la fede che ci porge la mano nell'oscurità" (George Iles)

 

Ma dopotutto avevo solo 12 anni, quella è l’età in cui si sogna, si fanno progetti. Ma forse mi sto solo arrampicando sugli specchi. Ho davvero sperato di essere ricambiata. Mi sono davvero illusa di poterlo curare.

E alla fine sono finita davvero a pianger sul mio letto. Come sempre. Gli confessai i miei sentimenti e lui mi rispose un ‘grazie’. Solo un grazie. Niente di più. E questo mi fa ancora male. Perché ho sprecato anni a pensare soltanto a Sasuke, dimenticandomi di tutto il resto. Dimenticandomi di me stessa. Delle mie ambizioni. Dimenticandomi di vivere.

E poi arrivò Lui. Con la sua sfacciataggine, il suo sorriso, il suo.. amore. Prima ancora che me ne accorgessi il mio cuore apparteneva già a Lui.

Naruto.. mi costa un certo sforzo pensare a lui ora come ora. L’ho fatto soffrire, l’ho ferito, ignorato, schernito.. ho sempre pensato a lui come a un impiccio, l’anello debole della squadra. In realtà non avevo capito proprio nulla. Non ho mai capito nulla.

Nel momento in cui ho capito di amare Naruto, era già troppo tardi. C’ero finita dentro fino al collo. È strano come ti accorgi di quanto vuoi bene a una persona, nel momento in cui la stai perdendo. Il che è una crudeltà. Ma dimostra che al mondo esiste una qualche forma di giustizia.

E alla fine presi una decisione. Una decisione definitiva. Una decisione da vigliacca, lo ammetto. Ma in fondo è quello che sono sempre stata. Una vigliacca. Decisi di tagliare i ponti con il passato. Perché il mio passato era solo fonte di dolore per me.

E fu così che me ne andai.

 

 

 

 

 

 

Se siete arrivati fin qui allora è un buon segno! Questa storia è solo un esperimento. Coloro che recensiranno –se recensiranno- mi sapranno dire se vale la pena scrivere il continuo di questa storia.

Se ci sarà il continuo, e siccome questo è solo il prologo, la storia partirà raccontando i motivi che hanno spinto Sakura a lasciare il villaggio.

La coppia principale sarà Sakura-Naruto, MA potrebbe esserci anche un po’ di Sakura_Gaara… vedrò poi come muovermi.

Se qualcuno volesse suggerire altre coppie, sono aperta ad ogni suggerimento =)

Fatemi sapere, Topazio =)

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Capitolo 2
*** I 5 stadi del Dolore ***


Attenzione: ho messo ‘Spoiler!’ negli avvertimenti perché non sono del tutto convinta che coloro che leggono siano a conoscenza di dei nuovi avvenimenti di Naruto (es. la battaglia contro Pain e le conseguenze) perciò lettore avvisato, mezzo salvato.

La scelta di Sakura

Capitolo 1

_I 5 stadi del dolore_

 

1.Negazione della realtà e isolamento                                                                                                                                                   
2.Rabbia
                                                                                                                                                                                                  
3.Auto recriminazioni
                                                                                                                                                                   
4.Depressione
                                                                                                                                                                  
5.Accettazione

 

N

on so bene quando ho iniziato a provare qualcosa per Naruto, so solo che quando me ne sono accorta era già troppo tardi.

Lo scontro contro Pain si era appena conclusa, lasciandosi dietro un mare di lutto e di dolore. E io avevo perso tutto. La mia casa, i miei genitori. Kakashi. Tsunade. E..

Il mio maestro era diventato Hokage su diretto suggerimento di Gaara, il che mi sorprese non poco. E la signorina Tsunade era in coma dal giorno dell’attacco.

 

Tutti i vizi di tutte le età e di tutti i paesi del globo riuniti assieme, non eguaglieranno mai i peccati che provoca una sola campagna di guerra.
Voltaire

 

Cosa mi rimaneva? Niente. Solo il lavoro. Così mi isolai dal resto del mondo.

1.Negazione della realtà e isolamento                                                                                                                                                   

Così iniziai a ‘vivere’ in ospedale, la mia casa era stata dichiarata ‘inagibile’ e mi era proibito metterci piede. Ero l’allieva prediletta di Tsunade e, con la scomparsa i Shizune, l’unica in gradi di eguagliarla. In un batter d’occhio mi ritrovai primario. Passavo 18 ore su 24 a medicare i feriti. Volti nuovi e conosciuti.

-Sakura devi prenderti una pausa- disse la mia amica Ino –Non puoi continuare così devi riposarti! Quante ora dormi la notte? 4? 5? Se non sei lucida, rischi di compromettere il paziente!-

Odiavo quando aveva ragione. Odiavo quando avevo torto. Ma non potevo farci niente. Andavo avanti bevendo solo caffè. Se lavoravo riuscivo a non pensare a nient’altro. Mi teneva la mente occupata per evitare di scoppiare a piangere davanti ai miei pazienti.

La morte dei miei genitori era stata la cosa più dura da sopportare. Non avevo neanche avuto il tempo di andare a visitare la loro tomba. E forse questo era un bene. Non potevo permettermi di crollare. Dovevo essere forte e fare il mio lavoro.

Menomale che c’era Lui. Lui mi teneva galla, mi impediva di affogare nel dolore che aveva causato quel vuoto immenso nel petto.

 

-Sakura? Sakura, stanno iniziando!- Ino mi distolse dal flusso sei miei pensieri.

I funerali. Non c’erano né il tempo, né i soldi perché ognuno organizzasse funerali privati. Così il settimo Hokage, il maestro Kakashi, aveva stabilito un giorno in cui si sarebbero celebrati tutti i funerali. Mi diressi al cimitero. Ricordo poco o niente della commemorazione. Il mio vestito nero, troppo grande per me. Le parole di Kakashi. Il pianto di una vedova qualche fila più avanti.

Poi Ten Ten venne a chiamarmi. Shikamaru era rimasto ferito mentre aiutava al cantiere. Lì venivano mandati tutti coloro che erano in grado di lavorare. Venivano costruite le case per gli sfollati, per coloro che non avevano una tenda in cui dormire.

Corsi all’ospedale e mi infilai i vestiti da sala operatoria. Ino mi corse incontro. Piangeva. Se ne sarebbe potuta occupare Ino. Mi chiesi perché non lo operava lei. Ma poi capii, le era stato impedito. Shikamaru era il suo ragazzo quindi era troppo coinvolta, emotivamente.

Shikamaru non era ferito in modo grave e se la cavò con poco. Aveva solo qualche livido e contusione. Era stato soccorso in un primo momento da Temari, il che non piacque molto alla mia amica. Era noto infatti che tra le due ragazze non scorresse buon sangue.

Così non riuscii nemmeno a dire addio ai miei genitori. 

 

Il giorno dopo, verso sera, chiesi 2 ore di permesso e mi diressi al cimitero. Strappai qualche fiore rosa da un cespuglio. Non avevo i soldi per comprare un vero mazzo di fiori (e poi tra l’altro non esisteva neanche più un negozio dove comprarli..).

Il cimitero era un vero labirinto. Non avevo idea di dove fosse la tomba che cercavo. Vidi qualcuno poco lontano da me e mi avvicinai per chiedere informazioni. Quel qualcuno era Naruto. In mano aveva gli stessi fiori che avevo io.

Mi sorrise. Io lo raggiunsi. Era davanti la tomba di Jiraya. Vi posò sopra i fiori. Ci scambiammo uno sguardo. Tra di noi non servivano parole. Ci capivamo al volo. Lui mi capiva al volo. Senza che glielo chiedessi mi guidò attraverso il cimitero, proprio dove volevo andare. Dai miei genitori. Mi accovacciai e posai i fiori.

Una lacrima traditrice sfuggì al mio controllo. E poi un’altra. E un’altra ancora. Era come se tutto il dolore che avevo trattenuto fino a quel momento iniziasse a uscire. Stavo scoppiando.

 

Harriet Beecher Stowe ha detto: "Le lacrime più amare versate sulle tombe, sono per le parole inespresse e per le azioni mai compiute."

 

Odiavo piangere. Ma odiavo accora di più che qualcuno mi vedesse piangere. Era una forma di debolezza e io non volevo più sembrare debole. 

 

Washington Irving ha detto: "C'è qualcosa di sacro nelle lacrime, non sono un segno di debolezza, ma di potere. Sono messaggere di dolore travolgente e di amore indescrivibile."

 

Un moto di rabbia mi pervase. Loro erano innocenti! Non avevano fatto niente d male, eppure erano morti! Morti senza un motivo! Morti per niente! Ero furiosa.

2.Rabbia                                                                                                                                                                                                 

-Mi dispiace- sussurrò Naruto a pochi passi da me –So come ti senti-

So come ti senti?!

Fu in quel momento che feci la cosa più sbagliata. Mi lasciai dominare dalla rabbia.

-No, tu non lo puoi capire. Non hai mai avuto dei genitori, tu. Non puoi sentire la mancanza di qualcosa che non hai mai avuto!- dissi scaricando in quelle parole tutta la cattiveria che potevo.

Un secondo dopo me ne pentii. Me la stavo prendendo con la persona sbagliata!

-Hai ragione- sussurrò. Quello fu il colpo di grazia. Lo avevo ferito, avevo detto una cosa orrenda, e lui mi dava ragione.

Fu come una pugnalata. Forse fu anche peggio del dolore che provavo per la scomparsa dei miei.

Con passi leggeri e silenziosi, iniziò ad allontanarsi.

 

Potevo davvero lasciato andare via così?

 

No.

 

 

 

Alloraaa? Sono stata all’altezza delle aspettative? Vi prego, recensite numerosi!! Non abbandonatemi proprio al primo capitolo!

Ho voluto introdurre un po’ la vicenda e i fatti. Nel prossimo capitolo mi concentrerò di più su i due protagonisti. Fatemi sapere cosa ne pensate!!

 

Topazio=)

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Capitolo 3
*** Casa ***


La scelta di Sakura

Capitolo 2

_Casa_

 

"Il posto in cui amiamo è la casa,                                                                                                           
la casa che i nostri piedi possono lasciare,                                                                                            
ma non i nostri cuori."                                                                                                                              

Oliver Holmes
.

 

C

on passi leggeri e silenziosi, iniziò ad allontanarsi.

Potevo davvero lasciato andare via così?

No.

 

Velocemente mi mossi per raggiungerlo. Ma era come quando ti trovi nei sogni. Vuoi correre ma non riesci a muoverti. Feci leva sulle gambe per arrivare da lui e incredibilmente ci riuscii. Mi avvicinai quel tanto che bastava e lo abbracciai da dietro.

-Mi dispiace- singhiozzai tra le lacrime. Mi era sempre risultato difficile chiedere scusa. Preferivo far finta di niente sperando che le cose un giorno sarebbero tornate a posto, ma quella volta mi risultò semplice e immediato scusarmi. Non sentivo quella sensazione che provavo quando il mio orgoglio veniva ferito.

Con un veloce movimento Naruto si girò e ricambiò il mio abbraccio. Sentivo freddo. Tremavo. E poi il carole mi avvolse. Naruto mi abbracciò. E grazie a quel semplice contatto riuscivo a sentirmi a casa.

 

Proverbio messicano: "La casa non poggia le fondamenta sul terreno, ma su una donna."

 

La sua mano destra era appoggiata alla mia schiena, in modo da far aderire bene i nostri corpi e la mano sinistra mi accarezzava i capelli spingendomi verso l’incavo del suo collo.

Inutile dire che arrossii. Strano. Molto strano. Cioè io e Naruto non eravamo mai stati così intimi. E stranamente non sentii l’impulso di allontanarlo. No. Al contrario. Desideravo.. avere di più. E questo mi spaventò.

In quel momento pensai che chiunque fosse passato di lì avrebbe visto una coppia di fidanzatini che si abbracciavano. Nel cimitero. Di notte. Che teneri.

Un momento.   

Coppia di fidanzatini?!

Coppia di fidanzatini?!

Avrei dovuto provare ribrezzo al solo pensiero di sembrare la fidanzata di Naruto. Più volte in passato mi avevano definito tale, inulte dire che avevo picchiato chiunque avesse osato dire tanto. In quel momento invece.. mi sentivo completa.

Naruto aveva saputo sanare tutte le ferita lasciate da Sasuke. Mi aveva curato. Era diventato indispensabile, vitale. Come il sole. Il mio piccolo sole personale. (*)

Mi sfogai, sfogai tutta la rabbia, le sofferenza che provavo. Macchiai la sua maglia con le mie lacrime. Non so quanto rimanemmo abbracciati, ma una volta finite le lacrime, mi calmai, e lui mi allontanò leggermente e mi guardò in volto.

-Da quando non dormi?- mi chiese premuroso.

Merda. Le occhiaie. Ma si notavano così tanto?!

-Ehm.. e-ero o-occupata- balbettai. Con tutte le cose che poteva dire proprio la mia salute doveva tirare fuori?!

-Vieni ti accompagno alla tua tenda-  disse con un tono che non ammetteva repliche –Rimango con te finché non ti addormenti, se sarà necessario, rimarrò tutta la notte-

Da quando era diventato così autoritario? La mia tenda? E ora che mi invento?

Mi prese per mano, quasi per non lasciarmi scappare. Era stato un gesto naturale ed era.. piacevole. Ok, forse la mancanza di sonno mi aveva dato alla testa. Anzi sicuramente.

Arrivammo al campo in un batter d’occhio e lì mi lasciò la mano, sussurrando uno ‘Scusa’ arrossendo imbarazzato. Avrei voluto stare mano nella mano con lui ancora per un po’.

-Dov’è la tua tenda?- chiese. Aveva davvero intenzione di accompagnami! Non sapevo cosa inventarmi, così optai per la verità.

-Naruto.. Io non ho più una tenda- prima che mi chiedesse spiegazioni continuai –L’ho lasciata a una donna incinta che aveva perso il marito nell’attacco. Non aveva un posto dove andare..-

-Ok!- disse tranquillo, con il suo solito sorriso. –Ho io la soluzione!- senza neanche il tempo di chiedere spiegazioni, lui già mi trascinava verso la zona nella quale le case erano state risparmiate dalla furia di Pain.

Pochi minuti dopo ero davanti all’ingresso di casa sua. Naruto aprì la porta e andò ad inciampare nel minuscolo gradino dall’ingresso finendo per sbattere il volto a terra.-.- … è sempre il solito.. un sorriso mi spuntò sul volto.

Si rialzò e mi guardò imbarazzato, rosso in faccia per il colpo, fu allora che scoppiai a ridere. Non mi sembrava vero, solo 5 minuti prima, piangevo disperata e ora ridevo a crepapelle.

-Ah-ah. divertente -.- - disse sarcastico –Comunque volevo annunciarti che d’ora in poi starai qui a casa mia!- annunciò con un sorriso.

Granai gli occhi. Io e lui. A vivere nella stessa casa. Avrei dovuto essere spaventata, inorridita. Invece mi si scaldò il cuore. Tra tutti quelli che avevano perso la casa, proprio a me aveva offerto ospitalità.

-Naruto, io..- non sapevo che dire. Ero sorpresa, imbarazzata all’idea di vivere sotto lo stesso tetto. Lui mi sorrise e basta. A quel punto mi sentii a casa. Nessuno aveva mai fatto tanto per me.

 

Albert Paine ha detto:                                                                                                                   
"Quello che facciamo per noi stessi muore con noi,                                                                            
quello che facciamo per gli altri e per il mondo rimane ed è immortale."

 

-Fai come se fossi a casa tua!- disse mostrandomi la casa, anche se la conoscevo benissimo –Se vuoi farti una doccia il bagno è da quella parte, intanto io cucino qualcosa-  Avevo davvero bisogno di una doccia! Non ricordavo l’ultima volta che mi era lavata con l’acqua calda e per una freddolosa (**) come me era un supplizio. Però c’era un problemino.

-Ehm.. Naruto- richiamai la sua attenzione –Io non.. non ho nulla da mettermi- Lui arrossì di botto.

Che tenero.

Si mosse svelto verso l’armadio della sua camera e tirò fuori alcuni suoi indumenti e me li porse. Fu svelto ma non abbastanza da impedirmi di notare - con orrore- che dentro l’armadio aveva ancora la tutina imbarazzante che gli aveva regalato il maestro Gai. Ma non l’aveva ancora buttata via?! Quel.. coso era un insulto alla pubblica decenza! Presi i panni e mi diressi in bagno, facendo finta di niente. Ma poi mi sorse un dubbio.

-Naruto dov’è finito il tuo divano?- chiesi, notandone l’assenza.

-Ehm.. l’ho dato al campo, accettano qualunque cosa assomiglia a un letto- disse.

-Ah ok, allora se mi presti una coperta e un cuscino, mi arrangerò a dormire per terra- disse sperando di sembrare il più disinvolta possibile. Non volevo farlo sentire in obbligo.

-Non se ne parla proprio! Sei mia ospite, dormirò io per terra- Ecco. Proprio quello che volevo evitare. Mi ospitava in casa sua e dovevo puro farlo dormire per terra. Non glielo avrei permesso.

Bisticciammo per un po’ per via dell’unico letto della casa. E alla fine ci guardammo negli occhi, nessuno dei due voleva cedere, ma sapevamo che la soluzione era una sola.

 

Dormire insieme.

 

Se devo essere sincera questo capitolo non mi piace per niente. Per questo non vi chiederò di essere clementi, ma di dire quello che non vi piace, senza paura di offendermi, accetto volentieri le critiche costruttive. Spero che continuiate a seguirmi e a lasciarmi comunque un commento =)È molto importante per me sapere la vostra opinione.

(*)La metafora del ‘piccolo sole personale’ l’ho presa della saga di Twilight.

(**) Questo l’ho inventato io, sarà importante per il prossimo capitolo!

Alla prossima, Topazio ^-^

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Capitolo 4
*** Freddo ***


La scelta di Sakura

_Freddo_

Mi misi sotto il getto d’acqua calda. Da quanto non mi rilassavo così? Troppo. E in quel momento ne avevo davvero bisogno. Per quello che mi aspettava fuori, ero del tutto impreparata. Dormire con un ragazzo. E non un ragazzo qualsiasi. Con Naruto! Mi sentivo in estasi e imbarazzata allo stesso tempo. Da una parte tentavo in tutti i modi per ritardare il momento, dall’altro non vedevo l’ora che arrivasse.

Mi avvolsi in un asciugamano, e iniziai ad asciugarmi. Con solo quello addosso misi i miei vestiti e la biancheria nella lavatrice di Naruto. In ogni mio movimento evitavo di guardarmi allo specchio. Mi sentivo diversa e avevo paura che a specchiarmi avrei trovato qualche cambiamento. Mi vestii con i panni che mi aveva da Naruto. E venni invasa dal suo profumo. Indossavo solo una maglietta e dei pantaloncini troppo grandi.

Solo qualche anno fa, Naruto era addirittura più basso di me. Ora invece era così alto.. era strano come solo l’indossare i suoi vestiti mi facesse sentire protetta. Era una sensazione che percepivo solo in presenza di pochissime persone. Il maestro Kakashi, Tsunade, Naruto e.. Sasuke. Almeno, così era un tempo. Ricordo bene insieme a lui sentivo di poter fare qualsiasi cosa. Era la stessa sensazione che ora provo stando insieme a Naruto.

Scacciai via il pensiero. Non potevo provare le stesse sensazioni sia con Naruto che con Sasuke, perché di lui ero innamorata.

Ero? Più passava il tempo e più mi convincevo che ormai non desideravo neppure il suo ritorno. Rabbrividii a quel pensiero. Stavo impazzendo. Ho bramato per anni il ritorno di Sasuke e ora mi dico che non me ne importa? Devo aver sbattuto la testa. Eppure.. era quello che provavo. Avevo trovato il mi equilibrio. E temevo quasi che un ritorno di Sasuke avrebbe allontanato Naruto da me. Mi diedi uno schiaffo. Si, avevo davvero sbattuto forte la testa.

I capelli mi ricadevano bagnati sul viso. Non li avevo fatti ricrescere. Forse per dimostrare che non ero più quella di un tempo. La ragazzina che correva sempre dietro a Sasuke. Presi un bel respiro e uscii dal bagno.

Un profumo invitante mi colpì all’improvviso. Naruto aveva cucinato, e anche se non l’avrei mai detto,  era un bravo cuoco. Infondo era naturale, viveva da solo da.. sempre. Appena mi vide mi sorrise. Mi invitò a sedermi al tavolo e cominciammo a mangiare.

-È buonissimo!- dissi finito di mangiare. Non avevamo parlato per tutto il tempo, troppo imbarazzati per quello che sarebbe successo di li a poco. Vedevo il suo sguardo indugiare su di me, e per un attimo ebbi il terrore che la mia maglietta fosse trasparente, infondo non indossavo il reggiseno. Naruto era imbarazzato. Sentirmi uno sguardo così insistente addosso mi avrebbe infastidito, ma lui era Naruto. Non avrebbe mai potuto fare certi pensieri su di me, anche se l’idea mi stuzzicava.

Non era molto tardi eppure mi sentivo stanchissima. Aiutai Naruto a sparecchiare e lavammo i piatti. Ma dopo l’ennesimo sbadiglio, mi costrinse quasi ad andare a letto. Arrivati in camera, indugiammo sulla porta, senza guardarci, imbarazzati. Non potevamo continuare così. Guardai il letto a una piazza, era davvero piccolo per due persone. Mi sentii in colpa.

-Scusami- dissi. Lui mi rispose con uno sguardo interrogativo. Così continuai: -È che.. la mia presenza ti costringe a dividere il letto con me. Non voglio portarti via una comodità-

Lui mi sorrise dolce. –Tu faresti lo stesso per me- disse semplicemente. All’improvviso mi  resi conto che era vero, lo avrei accolto in casa mia, gli avrei offerto anche il mio letto, se la sua casa fosse stata inagibile. Gli sorrisi, lo presi per mano, spinta da non so quale coraggio. Lo condussi verso il letto. Dopo qualche secondo vi eravamo sdraiati sopra.

Stavamo stretti. Ma cercava di stare il più lontano possibile da me. Spense la luce e ci avvolgemmo nella coperta leggera. Involontariamente finimmo per sfiorarci. La mia pelle bruciava ogni volta che incontrava il suo tocco. Mi voltai verso il muro, ma mi resi conto che ormai mi ci spiaccicavo contro, era troppo vicino, cercai di voltarmi dall’altra parte.

E mi trovai il volto di Naruto a pochi centimetri dal mio. Sgranai gli occhi. I nostri respiri si solleticavano a vicenda data la vicinanza. Non avevo mai baciato nessuno. La mia ‘vita sentimentale’ a dire il vero, era alquanto triste. Il mio primo bacio lo avevo sempre immaginato e desiderato con Sasuke, e confesso di averci spesso fantasticato sopra.

Ma in quel momento non desideravo altro che eliminare la breve distanza che separava le mie labbra dalle sue.

Lui si avvicinò impercettibilmente e mi sfiorò per sbaglio. Il calore del suo corpo mi invase. Ma non sentii solo quello. Mi imbarazza il solo pensiero... Sentii.. in quel momento sentii che era eccitato.

Eccitato! 

Arrossii di botto. E lui si spostò da me così tanto che per poco non cadde dal letto. Risi. E lui rise con me. Forse perché tentavamo entrambi di nascondere l’imbarazzo.

-No. Così non può andare- dissi convinta, ad ogni minimo movimento finivamo per sfiorarci, il che era inevitabile, ma non potevo permettere che Naruto cadesse dal suo letto per colpa mia.

Lo feci stendere sul materasso a pancia in su e mi accoccolai vicino a lui, cercando di non schiacciarlo, più vicina possibile al muro. La stanza era in penombra il che era un bene, visto che probabilmente eravamo entrambi rossi come peperoni.

Cercammo di dormire, ma inevitabilmente, dopo poco, venni scossa da un brivido di freddo. Tremavo, avevo la pelle d’oca nonostante mi trovassi così vicina a Naruto. Infondo eravamo coperti solo da una coperta leggera, e fuori era autunno.

 

Il giorno in cui voi non brucerete più d'amore, molti altri moriranno di freddo.
François Mauriac

 

-Non ho altre coperte, mi dispiace, le ho date tutte al campo- disse scusandosi. Lo avevo svegliato. O forse non si era mai addormentato.

-N-non ti p-preoccup-pare- disse cercando, senza successo, di non battere i denti. Probabilmente anche lui aveva freddo, così mi avvicinai di più. Mi accoccolai sul suo petto e lui mi circondò con le sue braccia. Sentivo il suo cuore battere forte come il mio.

Il calore mi avvolse. Non mi sarei staccata da lui per niente al mondo. Nemmeno se fosse stato Sasuke a chiedermelo. Pace, tranquillità, equilibrio. La mia medicina. Il mio Sole. Il mio migliore amico. Naruto era tutto questo per me. O forse anche di più..

 

Amore e amicizia si escludono a vicenda.
Jean de La Bruyère

 

Mi aspettavo di avere gli incubi, come tutte le volte che avevo provato a dormire. Invece chiusi gli occhi, e quando li riaprii, era mattino.

 

 

 

 

 

 

Devo confessarvi che questo capitolo mi convince ancora meno del precedente. Probabilmente –anzi sicuramente- sarete delusi. Vi aspettavate qualcosa di molto più movimentato. Ma ai fini della storia è importante che non succeda ancora niente tra di loro. Nel prossimo capitolo probabilmente si scopriranno i motivi che spingeranno Sakura ad andarsene.

Mi scuso in anticipo per gli eventuali errori di grammatica. Vi prego fatemi sapere cosa ne pensate, soprattutto se non vi piace.

A presto, Topazio :)

P.S. ringrazio di cuore tutti coloro che seguono e soprattutto chi recensisce! =)

 

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Capitolo 5
*** Perdita ***


La scelta di Sakura

_Perdita_

 

Mi aspettavo di avere gli incubi, come tutte le volte che avevo provato a dormire. Invece chiusi gli occhi, e quando li riaprii, era mattino.

Riaprii piano gli occhi. Mi trovavo in quella fase di ‘trauma-post-risveglio’ dove, dopo ore di buio, l’impatto con la luce ti rincoglionisce, tutti i colori si confondono e non vedi niente. Non doveva essere molto tardi a giudicare dall’inclinazione del sole. Mi guardai attorno, Naruto era profondamente addormentato vicinissimo a me. Le sue braccia mi cingevano la vita, teneva la testa nell’incavo del mio collo, io dovevo aver dormito con la testa sul suo petto. Era così indifeso, non pareva vero che avesse potuto sconfiggere uno come Pain.

Rimasi a guardo per quello che mi parve un’eternità, eppure non mi sarei mai stancata di farlo. Ma che mi stava succedendo?! Io che guardo rapita Naruto?! Stavo diventando come Hinata! Eppure.. era più forte di me. Mi avvicinai al suo volto. Il mio corpo si muoveva senza il mio comando, mi sentivo come posseduta. La mia parte razionale mi urlava di fermarmi, ma la parte istintiva mi diceva di avvicinarmi di più. Ero a pochissimi centimetri dalle sue labbra semi socchiuse. Vicinissima. Sentivo.. l’immenso impulso di…

NO!

Mi frenai appena in tempo. Che cosa stavo per fare? Baciare Naruto? Anzi no, rubare un bacio a Naruto?! Che cosa mi stava succedendo?

Mi ristesi al suo fianco, confusa. Ma nel muovermi lo svegliai. Lui mi sorrise poco dopo, appena uscito dalla fase ‘truma-post-risveglio’. Poco dopo recuperai i miei vestiti puliti, e andai a fare colazione. Stabilii che l’accaduto di poco prima era stato solo.. ehm un quasi-incidente di percorso, dettato dalla disperazione per la perdita dei miei U.U, sì era proprio così.

-Devi subito andare all’ospedale?- mi chiese mentre stavamo mangiando.

-Si, sono sparita per tutta la notte, non voglio farli preoccupare- dissi.

-Allora ti accompagno, anche io devo fare un salto là- disse sorridendo. Mi chiesi cosa dovesse andare a fare. Ma poi mi resi conto che forse voleva fare visita a Shikamaru. Normale, infondo erano amici.

Ci dirigemmo fianco a fianco verso l’ospedale. Passammo nelle tendopoli e notai qualcosa che mi sorprese. Una delle orfane stata piangendo e qualcuno la stava consolando.

Quel qualcuno era Gaara.

Non credevo ai miei occhi. Gaara stava consolando una bambina. Era così cambiato, non era più il ragazzo problematico e assetato di sangue. Era il Kazekage del villaggio della sabbia. Ed era anche mio amico. Eppure da quando era arrivato –più o meno cue settimane-  non avevo avuto neanche il tempo di salutarlo. Mi sentii una schifo. Lui veniva ad aiutarci, e io non gli dico neanche ‘ciao’ o ‘grazie’. Naruto si avvicinò a lui e io lo seguii. Gaara prese in braccio la bambina senza il minimo sforzo e iniziò a consolarla.

-Ehi Gaara- lo salutò Naruto. Lui nel vedere Naruto gli sorrise, poi notando me arrossì leggermente e spostò lo sguardo altrove. Strano. Ma feci finta di niente e salutai lui e la bambina, Karen.

-Ciao Karen. Perché piangi?- chiesi avvicinandomi a lei.

-Gaara. Gaara va via- singhiozzò. Aggrottai la fronte. Gaara tornava al suo villaggio. Era lì da due settimane e io lo salutavo solo il giorno della partenza. Avrei voluto picchiarmi da sola. Dopo tutto quello che aveva fatto per me e per il villaggio.

-Ma guarda che tornerà presto. Vuole solo tornare a casa, capisci?- Karen non piangeva facilmente. Mi sorpresi nel vedere che Gaara era stato il solo a far breccia nel suo cuore. Forse perché erano simili. Karen aveva da poco perso i genitori, era rimasta solo al mondo.

Lei annuì. –Su Karen devi ancora fare colazione, tu va, poi ti raggiungo- disse Gaara. Lei si allontanò, obbedendogli.

–Quando parti?- chiese Naruto.

-Prima del tramonto- rispose.

Mi congedai da loro dicendo che ero in ritardo al lavoro, così mi avviai all’ospedale. Mi sentivo confusa, prima tentavo di baciare Naruto addormentato, poi vedevo Gaara che faceva il baby-sitter. Ma stavamo diventando tutti pazzi?!

Albert Einstein ha detto: "La domanda che a volte mi lascia confuso è: sono pazzo io o sono pazzi gli altri?"

Arrivata a lavoro venni fermata da Ino, in preda a una crisi di nervi. Cominciò a elencarmi tutte le sue preoccupazioni, quando ha visto che non ero tornata; tutte le ipotesi da quella del rapimento alieno, al fatto che fossi stata colpita da un fulmine. Arrancai una scusa e mi misi al lavoro.

A mezzogiorno stavo per finire la lista dei controlli. Mi diressi verso la camera di Hinata, dopo essere passata da Shikamaru. Era sommerso dai fiori che Ino e Temari gli avevano mandato. Inutile dire che le due non si facevano scrupolo a litigare in un ospedale, non volarono parole gentili tra le due -.- .

Ero in corridoio. Mi dirigevo alla camera 105. Avevo lo sguardo fisso sulla lista dei miei pazienti, quando vidi Kiba che correva a sguardo basso verso di me. Non c’era Akamaru con lui. Strano. Erano inseparabili. Stavo per salutarlo. Ma qualcosa mi bloccò.

Avrei giurato di veder scendere una lacrima sul suo viso, nel momento in cui mi passò affianco.

Il mio corpo si mosse senza il mio comando. Sapevo che proseguire era la cosa sbagliata, eppure continuai a dirigermi verso la camera 105. Avevo un pessimo presentimento. Ma non riuscivo a fermarmi.

E quello che mi si presentò davanti agli occhi, mi rimarrà per sempre impresso nella memoria.

 

Lo scontro contro Pain si era appena concluso, lasciandosi dietro un mare di lutto e di dolore. E io avevo perso tutto. La mia casa, i miei genitori. Kakashi. Tsunade. E..

 

Naruto.

 

 

"Qualcuno ha detto che l'amore è dare ad una persona la possibilità di distruggerti                                                                      
ma confidare nel fatto che non lo faccia"

 

Io venni distrutta.

 

 

 

 

 

 

 

 

Presumo che ora vogliate linciarmi. E non vi do torto. Vi avevo promesso il motivo dell’allontanamento di Sakura, e non l’ho fatto. Aggiungerò il prossimo capitolo alla velocità della luce, per farmi perdonare!

Fatemi sapere che ne pensate perché la parte con Gaara non mi convince per niente.

Perdonatemi.

Topazio.

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Capitolo 6
*** Furia ***


La scelta di Sakura

_Furia_

"Ognuno di noi è in viaggio.                                                                                                                                                
Ognuno di noi vive la propria avventura, affrontando ogni tipo di sfida 

e le scelte che facciamo durante questa avventura ci formano a poco a poco.                                                                                         
Queste scelte ci rafforzano, ci mettono alla prova e ci spingono ai nostri limiti.                                                                                        
E la nostra avventura ci rende più forti di quanto pensavamo di essere".       

                                                         

_Criminal Minds_

 

Io venni distrutta.

 

Fu allora che compresi.                                                                                                                                       
Quello che mi stava accadendo era una delle cosa più oscure, misteriose e terrificanti che ti possano accadere.
Mi stavo innamorando. Anzi no. Ero già nel punto di non ritorno. Non potevo più tornare indietro.

 

Hinata, la mia amica Hinata. E Naruto il mio migliore amico. Lei nel letto d’ospedale. Lui lì affianco. Lei con una mano sul volto di lui. Le loro labbra attaccate.

 

 

Mi attaccai al muro. Sentivo le gambe deboli, non volevo stramazzare a terra, fare rumore e farmi trovare in quello stato. Il mio sguardo vorticava frenetico in cerca di un elemento che mi dicesse che stavo sognando. Che era tutto un incubo. Il mio respiro era accelerato per quanto mi sforzassi non riuscivo a incanalare nei polmoni aria sufficiente.

La mia mano destra era stretta a pugno sopra il mio seno sinistro. Sopra il cuore. Era un gesto infantile e involontario. Cercavo di tenerne insieme i pezzi. Perché era quello che stava succedendo. Stavo andando a pezzi. Tutto quello che avevo costruito con così tanta fatica, stava cadendo come un castello di carta.

Stavo annegando, chiedevo aiuto ma nessuno mi sentiva o nessuno mi voleva sentire. Iniziai a correre. Non so bene in quale direzione, non volevo fermarmi. Il vento mi scompigliò i capelli e allora capii di essere all’aperto, non sapevo neanche come ci fossi arrivata. Poi mi accorsi che le mie guancie erano bagnate. Quando avevo cominciato a piangere? Forse ancora prima di vedere quello che stava succedendo.

Poi collegai.

Kiba. L’ospedale. La lacrima. Anche lui aveva visto tutto e, forse, anche lui come me stava piangendo. Un moto di rabbia mi assalì. Furia cieca. Implacabile. Un ringhio partì dalle mie labbra. E colpii la prima cosa che mi capitò davanti. Un albero. Lo scaraventai a metri di distanza. Non bastava. Era ancora furiosa. Ne colpii una altro e un altro ancora.

Era arrabbiata con Naruto. Mi aveva illusa. Mi aveva sempre detto che gli piacevo, che provava qualcosa per me e ultimamente il nostro rapporto era molto migliorato. Questa volta buttai giù un muro. Lui aveva detto che mi avrebbe protetta, non avrei più sofferto. E ora era lui la causa della mia sofferenza. Gridai.

Ero furiosa con Hinata. Era grazie a me se era ancora viva. Io, l’avevo salvata. Mi doveva la vita. Come aveva potuto farmi una cosa simile?! A me e anche a Kiba! Se.. se solo io non l’avessi salvata… Per un attimo rimpiansi di averle salvato la vita. Rabbrividii. E colpii ancora più forte un altro albero.

 

Avevo desiderato la morte di Hinata. E mi vergognai di me stessa.

 

Che cosa ero diventata? Che cosa mi stava facendo l’amore? Mi stava divorando, logorando, mi stava  uccidendo.

Hinata era l’unica che meritasse l’amore di Naruto. L’unica che lo aveva amato incondizionatamente. L’unica che lo meritava. Era giusto così. Ero io quella che meritava la morte. Quella che doveva farsi da parte. Quella che doveva soffrire in silenzio…

E a quel punto mi infuriai con l’unica responsabile di tutto. Me stessa.

Io avevo permesso a Naruto di superare le mie difese, i muri invisibili che avevo eretto dopo il tradimento di Sasuke. Io mi ero illusa. Io avevo giocato con i sentimenti di Naruto per troppo tempo.

Mi odiai.

Il dolore mentale era forte, eppure sentivo di non aver sofferto abbastanza. Dovevo pagare per tutti il male che avevo fatto. Sbattei la testa contro un albero. Un rivolo di sangue iniziò a scendere dalla fronte. Non era abbastanza. Dovevo espiare le mie colpe.

Ero io quella che meritava la morte. Quella che doveva farsi da parte. Quella che doveva soffrire in silenzio… Quella che doveva andarsene.

Io dovevo andarmene.

Con la rabbia ancora in corpo cercai di buttare giù un altro albero. Ma le mie braccia non si mossero. Disorientata e confusa mi accorsi che qualcuno mi teneva ferma. Ma non era una mossa offensiva. Quella presa era troppo protettiva e calda. Qualcuno che mi stava abbracciando da dietro. Mi voltai.

-Sakura. Che cosa hai fatto?- mi chiese, ma forse era una domanda retorica.

Mi divincolai e lui mi lasciò andare. Mi allontanai di qualche passo. Lo sguardo fisso per terra. Non volevo che neanche lui mi vedesse piangere. Che mi vedesse così debole. Vulnerabile.

-Kakashi- sussurrai.                                                                                                                                           

 

 

 

 

 

 

Avrei aggiornato anche lunedì sera, ma ho avuto un imprevisto e non ho potuto. In questo capitolo ho dato tutta me stessa. Mi sono trovata in una situazione simile, e così ho descritto come mi sono sentita io in quel momento. Non è stata una bella esperienza e non la auguro a nessuno.

Spero vi sia piaciuto.

Topazio =)

 

 

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Capitolo 7
*** L'Addio ***


La scelta di Sakura

_L’addio_

-Lasciami in pace- dissi con rabbia. Avevo smesso da tempo di dargli del lei. Da quando lui aveva cominciato a considerarmi suo pari. Non portava il copri fronte, lo guardai negli occhi, dopo tutti quegli anni rimasi ancora una volta impressionata della bellezza dello Sharingan.

-Guardati attorno Sakura, guarda le tue mani. Che cosa ti è preso?- mi disse. Mi voltai, intorno a me decine di alberi giacevano per terra. Mi guardai le mani e solo in quel momento mi resi conto che erano ricoperte di sangue.

Il mio sangue.

Mi partì una lacrima. E poi un’altra. E un’altra ancora. Alla fine mi ritrovai a piangere tra le braccia di Kakashi. La situazione mi pareva terribilmente familiare. E sembrava passato un secolo da quando piangevo addosso a Naruto nel cimitero. Kakashi mi consolò. Senza che gli chiedessi niente, lui divenne all’improvviso l’unico elemento che mi manteneva ancorata a terra.

-Voglio andarmene, voglio lasciare Konoha- dissi tra una lacrima e l’altra. Cercai di divincolarmi da lui, ma la sua presa era ferrea, e io ero troppo stanca per lottare.

-Non credo sia la soluzione giusta. Scappando non risolverai niente- mi disse. Era vero. Aveva ragione. Ma ero sempre stata una vigliacca. Ero io quella che stava in disparte mentre gli altri rischiavano la vita.

-Devi lasciarmi andare- dissi. Lui lo fece. Sciolse il nostro abbraccio. E sentii un improvviso vuoto.

-Sei sicura di quello che fai?- mi chiese. No. Ma dovevo andarmene.

-Devo scegliere tra ciò che è giusto e ciò che è facile. È giusto che io vada da Hinata e mi congratuli. Ma così soffrirei le pene dell’inferno. È più facile se me ne vado. Ed è quello che farò- dissi cercando di fermare le lacrime. Fu in quel momento che lui capì. Non sapeva perché piangevo, ma mi aveva consolato comunque.

-Sapevo che prima o poi sarebbe successo- sussurrò. Ma forse parlava solo con se stesso. Poi alzò lo sguardo e ci guadammo. Un’altra lacrima scappò al mio controllo. E lui annuì. Mi diede il suo consenso muto.

Mi voltai e mi incamminai verso le porte di Konoha. Sicura e incerta allo stesso momento. Non mi voltai indietro, per non ricominciare a piangere. Ma avrei giurato di sentir uscire dalle labbra di Kakashi questo parole: ‘Se solo avessi dieci anni di meno..’ Non capii, e non volli soffermarmi a interpretare frasi che forse non erano neanche mai state pronunciate.

Lasciai un biglietto a Ino, presi quel poco di mio che mi rimaneva. Lasciai indietro solo un oggetto, forse il più importante di tutti, ma volevo dare un taglio definitivo al passato. La foto del Team 7. L’unico ricordo felice che mi rimaneva. L’unica fotografia in cui sorridevo per davvero.

E me ne andai con la morte nel cuore.

 

 

Tom Stoppard ha detto: 
"Oltrepassiamo i nostri ponti dopo esserci arrivati 
e ce li bruciamo alle spalle, 
e niente mostra il cammino percorso, 
tranne il ricordo dell'odore del fumo 
e la sensazione che una volta i nostri occhi 
hanno lacrimato."

 

 

In un luogo non molto lontano, qualche giorno dopo..

 

Presi la mira e lanciai il kunai verso il bersaglio. Lo mancai. Stavo peggiorando. Ne presi un altro, ma questa volta impiegai più tempo, cercai di concentrarmi. E lanciai. Mancai il bersaglio di poco, ma lo mancai comunque. In battaglia un errore del genere si sarebbe potuto rivelare fatale per me.

-Sasuke- mi chiamò Karin –Devi trovare una soluzione- Che stupida. Lo sapevo bene che così non poteva andare. Stavo perdendo la vista in maniera sempre più preoccupante. Ero furioso e me la presi con lei.

-Credi che non lo sappia!- sibilai maligno –Pensa a una soluzione invece di girarmi attorno che se fossi la mia ombra, mi irriti soltanto. Sparisci!-

La mia reazione la sorprese, di solito sapevo controllarmi. Ma mi stava proprio rompendo le palle. Karin uscì dalla porta, offesa probabilmente, ferita forse. Ma non mi importava proprio niente di lei, mi servivano solo i suoi poteri. Presi un altro kunai, e stavo per lanciarlo quando quell’idiota di Suigetsu, iniziò a parlare. Sapevano bene che ero irritato, ma non facevano altro che alimentare la mia rabbia.

-Non dovresti trattarla così- mi disse. Fermi un momento. Da quando Suigetsu difendeva Karin? Lasciai perdere. Non avevo intenzione di immischiarmi in faccende che non mi riguardavano. E forse anche lui mi fu grato di questo.

-Notizie da Konoha?- chiesi per cambiare argomento.                                                                                            
-No, Tsunade è ancora in coma- disse. Già. Tsunade era l’unica donna che poteva curarmi. Ed era in coma. Se solo.. se solo ci fosse stato qualcuno altrettanto bravo..

-Dovrà pure avere un allievo!- disse Suigetsu. Un momento. Come avevo fatto ad essere così stupido?! La risposta ai miei problemi era davanti a me.

Sakura.

Era il miglior ninja medico in circolazione. E visto il mio ascendente su di lei, non sarebbe stato difficile convincerla a seguirmi.

Eppure.. non avevo voluto coinvolgerla, forse era per questo che avevo evitato di pensare a una soluzione tanto ovvia. Forse era perché Sakura era stata l’unica persona in grado di amarmi incondizionatamente. L’unica certezza, al punto di considerarla quasi scontata..

Bloccai i ricordi sul nascere.

Stavo per ricominciare a lanciare i kunai, felice di aver trovato la soluzione al mio problema. Ma un esplosione maledettamente vicina fece saltare in aria la parete di fronte a me.

Tra il fumo intravidi una figura.

-Ciao Sasuke-

 

 

 

 

 

Spero di avervi incuriosito!  Chi sarà secondo voi che ha attaccato il rifugio di Sasuke? Mi raccomando fatemi sapere! =) È giunto il momento che Sasuke entri in scena, e per farlo ho deciso di cambiare narratore, per poter interpretare quello che gli frulla in testa. Come sempre mi scuso per gli eventuali errori di ortografia.

Ci vediamo al prossimo capitolo,

Topazio =)

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Capitolo 8
*** Rabbia ***


La scelta di Sakura

_Rabbia_

 

La rabbia comincia con la follia, e finisce con il pentimento.                                                                                                    
H. G. Bohn

 

Ricordo appena tutto quello che successe durante la mia fuga. Rammento solo che mi ripetevo di mettere un piede davanti all’altro, come se ci fosse davvero bisogno di farlo. Eppure le mie gambe sembravano anestetizzate, incapaci di muoversi.

La sete. Questa la ricordo bene. Non so in quale direzione fossi andata, né per quanto ho camminato tentato di camminate. Ma la sete la ricordo molto bene. Arrivata a un torrente mi catapultai in acqua. e commisi lo sbaglio di vedere il mio riflesso. Quel riflesso che doveva essere per forza una visione distorta della realtà.

Non potevo essere io.

Capelli scompigliati. Lievi graffi sul mio volto. Occhi gonfi. Avevo pianto, o forse non avevo mai smesso di farlo. Sembravo invecchiata di dieci anni. Ma la cosa che mi lasciò perplessa furono proprio gli occhi.

Non mi ero mai sentita bella, al massimo carina o passabile. Del resto la mia autostima aveva dovuto fronteggiare Ino. E, intendiamoci, Ino è bellissima. Io non ero niente in confronto a lei. Non lo sono mai stata. Il mio orgoglio mi impediva di ammettere la sconfitta. Non mi sorprendeva affatto che fosse riuscita a ‘incastrare’ uno come Shikamaru. La mia fronte spaziosa e il mio fisico poco sviluppato erano sempre stati motivo di inferiorità. L’unica cosa di cui potevo andare fiera erano i miei occhi, verdissimi e vivaci. Che ora erano spenti. Vitrei e opachi. Senza vita. Ma Ino era imbattibile anche su questo fronte, con i suoi occhi cerulei. E senza neanche rendermene conto mi paragonai a Hinata. Anche lei imbattibile, anche lei bellissima.

 Come mi ero ridotta? Perché l’amore doveva fare così male? Che cosa avevo fatto di male per meritarmi un supplizio simile?

Un ricordo lontano mi colpì all’improvviso come una frusta. Anni prima, Tsunade era appena arrivata al villaggio. Stava curando Sasuke. Ricordo la felicità che mi aveva invaso quando lo vidi aprire gli occhi dopo tanto tempo. In seguito la stessa Tsunade mi raccontò della delusione che vide negli occhi di Naruto, nel momento in cui abbracciai Sasuke. Piangendo. Dimenticando tutto il resto. Anche lo stesso Naruto, senza il quale Tsunade non sarebbe mai diventata Hokage.

Stavo solo scontato una giusta pena, per tutto il male che avevo fatto a Naruto. Era quello che mi meritavo. L’unica cosa che potevo fare era starmene in un angolo a soffrire in silenzio.

Ero accecata da Sasuke.                                                                                                                                                  
Per me esisteva solo e soltanto lui.                                                                                                                           
Avevo rovinato l’amicizia con Ino per lui.                                                                                                        
Avevo compromesso il mio rapporto con Naruto per lui.                                                                                            
Avevo dato tutta me stessa per lui.                                                                                                                    
Avevo perso tutto a causa sua.

No

Avevo perso tutto a causa mia. Io avevo permesso a Sasuke di condizionarmi fino a quel punto.

Rabbia. Colpii l’acqua e il riflesso si dissolse, per poi riprendere la forma del mio volto. Avevo ancora le mani incrostate di sangue. Bevvi. E ricominciai a camminare.

Non so come mi ritrovai alle porte si Suna. Ecco spiegata la sete. Ero nel deserto forse da giorni, e non me ne ero accorta. Le guardie cominciarono a farmi domande di circostanza - chi sei, da dove vieni, che cosa ci facevo lì - a cui io non sapevo come rispondere. Io non sapevo davvero cosa ci facevo li.

Il caso volle che proprio Temari passasse di lì in quel momento, e mi permise di entrare a Suna. Fu allora che la sete divenne insopportabile. Il caldo troppo forte. E il cielo tutto buio.

 

 

-Ciao Sasuke- dissi.

Rabbia.

Ero accecato. Conoscevo bene quella sensazione, era quando quella.. cosa prendeva il sopravvento. Avanzai in mezzo al fumo e alle macerie, ciò che era rimasto di quel muro, che sapevo di aver colpito con troppa forza. Poi lo vidi. Era sorpreso. E forse anche rabbioso. 

-Ciao Naruto- mi disse –Che cosa ti porta qui? Se stai cercando ancora di riportarmi a Konoha perdi solo il tuo tempo, non tornerò mai con voi-  sibilò perfido. Non avevo intenzione di perdere tempo, perché non ne avevo. Ero lì per un motivo e non potevo permettermi di perdere tempo.

-Ti sbagli non ho intenzione di portarti al villaggio, ho cosa più importanti da fare- dissi. La sua reazione mi sorprese. Sembrava quasi deluso e.. offeso? Forse dava per scontato che stessimo tutto il tempo a pensare a lui, piangendo per il suo abbandono.

Rabbia.

Mi avventai su di lui e gli diedi un pugno in faccia. Non si era mosso, non aveva nemmeno provato a schivarlo. Strano. Si allontanò da me di alcuno passi. Mentre un suo compare con una spada tremendamente famigliare gli si parava davanti, pronto ad attaccare al suo segnale.

-Lei dov’è?- dissi, con una voce che non sembrava mia. La voce della volpe, ringhio animale che nasceva dalla gola. Sasuke mi guardò sorpreso.

-Non so di cosa parli. Lei chi?- disse. Voleva prendermi in giro? Come si permetteva di fare il finto tonto? Eppure sembrava sincero. Forse stava dicendo la verità. Forse.. forse avrebbe anche potuto aiutarmi.

-Sakura- dissi. Mi costò un certo sforza pronunciare il suo nome. Un lampo di consapevolezza passò negli occhi di Sasuke. Sembrava.. compiaciuto? Per cosa poi? Non capii. Lui intanto cercò di nascondere un sorriso che non prometteva niente di buono. Era il sorriso che aveva quando stava pensando a un piano.

-Che intendi dire?- chiese. Solo un babbeo come me poteva rispondere sinceramente a quella domanda. Così gli spifferai ogni cosa.

-Sakura ha lasciato il villaggio. Voglio solo sapere se è venuta da te- Sperai con tutto il cuore che Lei non fosse andata da lui. Sapevo che in quel modo non avrei saputo dove cercarla. Ma non mi sarei arreso. In caso contrario.. non avrei sopportato la notizia. Non avrei potuto accettare che Lei se ne fosse andata dal nostro villaggio. Per andare da Sasuke. Per andarsene via da me. Non avrei sopportato l’essere abbandonato dalla persona a cui tenevo di più al mondo.

-Bene, bene, bene. Così Sakura ti ha abbandonato- disse. Mi ferì. Lei non mi aveva abbandonato! Mi.. mi.. non mi aveva detto dove andava, ecco! …Ma chi volevo prendere in giro? Lei se ne era andata e non mi aveva detto niente. Dopo tutto quello che era successa tra di noi a casa mia.

Rabbia.

Ancora rabbia.

Non volevo arrendermi all’idea che proprio Lei mi avesse abbandonato! Doveva esserci un motivo. Per questo dovevo trovarla.

-La cercherò anch’io- disse. Una speranza si accese in me.

-Vuol dire che mi aiuterai a trovarla?- chiesi.

-Non ho detto questo- sorride della mia ingenuità. Per un attimo avevo sperato.. -La cercherò per conto mio, e se la trovo, lei diventerà mia-

 

La guerra più terribile è quella che deriva dall'egoismo,                                                                                                                  
e dall'odio naturale verso altrui, rivolto non più verso lo straniero,                                                                                              
ma verso il concittadino, il compagno.
Giacomo Leopardi

 

Che ne pensate? Alla fine era giusta la supposizione di Fujiko Hana no ame, era stato proprio Naruto a sfondare il muro. Spero di non aver deluso le vostre aspettative, perché ho notato un calo di recensioni. Ho sbagliato qualcosa? Vale la pena continuare questa storia? Lo so sono una rompi pa**e.. ma fatemelo sapere. Ho bisogno di conferme.

Se continuerà credo che ci sarà solo un’amicizia tra Sakura e Gaara. Mi scuso con chi avrebbe preferito un altro tipo di rapporto tra loro. Preferisco infatti concentrarmi sul triangolo Naruto_Sakura_Sasuke. Perché credo che per Naruto sia molto più semplice affrontare Sasuke che vede come un rivale (ora anche in amore), che Gaara che è suo amico.

Fatemi sapere, mi raccomando. Anche solo per dirmi che farei meglio a darmi all’ippica.

Topazio =P

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Capitolo 9
*** Ferite ***


La scelta di Sakura

_Ferite_

 

"Alcuni dicono che il tempo sana tutte le ferite.                                                                                                                        
Io non sono d'accordo. Le ferite rimangono.                                                                                                                                                                  
Col tempo, la mente, per proteggere se stessa, le cicatrizza,                                                                                                             
e il dolore diminuisce. ma non se ne vanno mai."
Rose Kennedy.                                                                                                                                             

 

 

La luce colpì i miei occhi appena aperti con violenza. Cercai di alzare una mano per proteggermi il viso, ma mi resi conto che qualcuno mi stava trattenendo. Cercai di mettere a fuoco ciò che mi circondava, o meglio, chi mi circondava. Ero in una stanza bianca. Potevo essere dovunque, ma c’era l’odore inconfondibile dell’ospedale. Nel momento in cui mi resi conto che era Gaara a stringermi la mano, lui aveva già ritirato la sua. 

-Buon giorno- mi disse.

 

 

Scoprii che mi ci erano voluti 5 giorni per attraversare il deserto. La cosa strana –e inquietante- era che non ricordavo assolutamente nulla di tutto il viaggio. O forse non avevo nulla da ricordare. Il mio cervello cominciava a giocarmi brutti scherzi. Ricordavo solo di essermi abbeverata a una fonte, ma forse quello non era mai successo.

Ero arrivata completamente disidratata a Suna, tanto che dovettero ricoverarmi in ospedale, dove dormii per 2 giorni interi. Non ricordavo nemmeno di aver dormito durante il tragitto. Delle due settimane successive ho solo dei piccoli flash, nei quali Gaara è onnipresente. Non mi lasciava un solo minuto da sola. Lo consideravo il mio appiglio alla realtà. Non mi chiese mai il motivo della mia venuta, ne le cause che avevano scatenato la mia fuga. Forse perché sapeva già tutto. Ma non mi chiese niente comunque, e di questo gliene fui sempre immensamente grata.

Il fatto che non mi lasciasse mai, nonostante i suoi impegni di Kasekage, mi lasciò un po’ sorpresa, forse temeva che, una volta sola, avrei commesso qualche sciocchezza. E forse non aveva tutti i torti. Forse pensava che avrei provato a buttarmi giù dalla torre più alta del villaggio. Ma non lo avrei mai fatto. Ero troppo attaccata alla vita per fare una simile sciocchezza. O forse mi sentivo già morta, dentro. Per questo non avrebbe avuto senso suicidarsi.

Una cosa che ricordo bene erano gli incubi, non nel senso che ricordo ciò che sognavo, ricordo solo gli urli che facevano svegliare Temari, con la quale dividevo la stanza. Nel momento in cui riaprivo gli occhi, avevo già dimenticato quello che mi aveva fatta svegliare in preda ai sudori freddi e alle urla.

Nei pochi giorni trascorsi insieme ricordo le mie chiacchierate con Gaara, grazie alle quali avevo capito che era in ragazzo molto acuto e intelligente. Una volta ci trovammo a guardare le stelle sotto un cielo stellato.

-Pensi che ci sia qualcuno lassù?- chiesi, osservando le stelle. Non so da dove partisse la mia domanda. L’avevo pensata e subito mi era uscita dalle labbra.

-Perche pensi che dovrebbe esserci qualcuno?-

-Non lo so. Gli uomini si fanno la stessa domando da migliaia di anni. Perché credi che ci abbiano passato così a pensare a questa eventualità?- Non sapevo nemmeno perché gli stessi facendo certe domande. Forse per distrarmi dall’immenso vuoto, dalla voragine che mi si era aperta nel petto. Per smettere di pensare anche solo per un istante a Lui.

-Forse perché noi uomini non ci siamo mai arresi all’eventualità di essere completamente soli-               
Un velo di tristezza oscurò i suoi occhi. Gaara aveva conosciuto la solitudine, quella vera. Quello che provavo io a confronto, forse, non era niente. In quel momento mi ricordò così tanto Na.. (faticavo così tanto anche solo a pesare il Suo nome..) dovetti mordermi il labbro fino a farlo sanguinare per non mettermi a piangere.

 

 

-Guarda un falco!- mi disse Gaara, non ricordo in quale occasione. Osservai incantata quell’animale librarsi nel cielo. E pronunciai le parole che passavano per la testa.

-Darei qualunque cosa per essere al suo posto-

-Perché?- mi chiese confuso. ‘Per poter fuggire lontana dai miei problemi. Ed essere libera di schiantarmi contro una parete, senza pensare alle conseguenze’ pensai.

-Perché penso che volare sia la cosa più vicina alla libertà- dissi. Ed era vero. Ero sempre rimasta incantata dal volo degli uccelli. Avrei dato qualunque cosa per potermi alzare in volo come.. un angelo.

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

 

Correvo a perdifiato nella foresta. Perché questa era l’unica cosa che potevo fare. Cercarla. Anche se non avevo idea di quello che avrei fatto una volta che l’avrei trovata. Dopo il mio incontro con Sasuke ero così sconvolto che ero tornato a Konoha.

Il maestro Kakashi mi aveva accolto nello studio che prima era di Nonna Tsunade. Gli avevo raccontato sconvolto ciò che era successo.                                                                                                          
Sasuke avrebbe cercato Sakura.                                                                                                                                 
Sasuke trovato Sakura.                                                                                                                           
Sasuke avrebbe soggiogato Sakura.                                                                                                                                
 
E io sarei rimasto da solo.

Kakashi, aveva capito la delicatezza della situazione, e mi aveva prestato il suo bizzarro cane parlante. Insieme avremmo l’avremmo raggiunta. E l’avrei convinta a tornare da me. Non ero riuscito a riportare Sasuke, ma con Lei non potevo permettermi di fallire. In realtà un eventuale ritorno anche di Sasuke mi aveva spaventato. A quel punto non avrei avuto più alcuna possibilità con Sakura. 

Egoista! Sasuke era mio amico, come potevo desiderare che non tornasse più?!

Ma avrei combattuto con lui, se fosse stato necessario. Per riportarla indietro. Ero pronto a qualsiasi cosa, anche rinunciare a diventare Hokage, pur di riaverla con me. Le avrei anche detto che l’amavo più di ogni altra cosa al mondo.

Avrei pagato qualunque prezzo.

 

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

 

-Ahia  Sakura!- si lamentò Gaara.

-Stai fermo!- ordinai. Ero a Suna da circa due settimane. Eravamo in mezzo alla foresta al confine del Paese del Vento. Gaara e io eravamo andati in missione. Lui si era distratto per colpa mia ed era stato colpito di striscio. Stavo cercando di curarlo, ma lui sembrava non collaborare. Ad attaccarci erano stati una ragazza irritante con i capelli rossi e un ragazzo con i denti da squalo, che maneggiava una spada tremendamente famigliare. (*) Lei aveva giocato sporco con me e Gaara era stato colpito perché mi aveva aiutato. Non combinavo altro che guai.

Dopo aver ferito Gaara si erano dileguati. Il graffio poteva sembrare una sciocchezza agli occhi di Gaara, ma la spada con cui era stato ferito era avvelenata. Fabbricai l’antidoto, cosa che mi risultò semplice grazie agli insegnamenti della signorina Tsunade. Lasciai Gaara a dormire in una grotta, e montai la guardia notturna.

Guardavo il cielo ricoperto di stelle. Quando sentii un rumore che mi mise in allerta. Solo un ninja incapace o poco esperto avrebbe fatto un errore simile, oppure il nemico mi stava sottovalutando. Sperai che fosse la seconda opzione, mi sarei divertita di più. Mi sorpresi di me stessa nel constatare una tale sete di sangue. La cosa mi spaventò, non poco.

Ripresi il controllo di me e con nonchalance, lanciai un kunai verso colui che mi stava spiando. Lo mancai. Questo voleva dire che la seconda opzione era quella giusta. Mi stava sottovalutando. Bene. Il mio gesto portò lo il ninja a uscire allo scoperto. Quando si mostrò alla luce della luna, non riuscii a credere ai miei occhi.

-Che cosa ci fa tu qui?- chiesi.

 

 

(*)Credo sia superfluo aggiungere che mi sto riferendo a Karin e Suigetsu.

Allora? Che ne pensate? Scusate il ritardo ma ho avuto un problema di connessione -.-Ringrazio tutti coloro che leggono, ma soprattutto recensiscono la mia storia.                                

Tra una cosa e l’altra ho avuto tempo di scrivere una one-shot  La forza dei tuoi occhi’ sempre sulla coppia Naruto Sakura. È la mia prima one-shot, e mi piacerebbe sapere il parere di chi è più esperto di me. Ne sto ultimando anche un’altra ‘La Bella e la Bestia’ che aggiungerò a breve(sempre NaruSaku XD). Se qualcuno di voi ha voglia di andare a leggerla e magari lasciarmi un commento, gliene sarei immensamente grata.

Grazie ancora,

Topazio=)

P.S. Mi raccomando recensite! Siete voi che mandate aventi questa storia! =)

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Capitolo 10
*** L'incontro ***


La scelta di Sakura

 

 

 

_L’incontro_

 

-Che cosa ci fa tu qui?- chiesi.

-Ciao Sakura– rispose. I miei scrutavano i suoi, freddi e glaciali come sempre. Eppure.. c’era qualcosa che non andava. Forse era perché non stava usando lo Sharingan.Qualcosa dentro di me mi fece mettere in posizione di guardia, come se Sasuke costituisse un pericolo. La parte sognatrice di me mi suggeriva che non correvo alcun pericolo, anzi, quella parte era persino sollevata dalla sua vista. L’altra parte.. lui era un traditore di Konoha, era cambiato, non era più mio amico.

E non potevo fidarmi di lui.

-Che cosa ci fa tu qui?- ripetei. Cercavo di rimanere concentrata sull’idea che lui fosse un nemico, eppure.. era così dannatamente bello.. mi diedi mentalmente della stupida per aver anche solo sperato, anni prima, di poter far breccia nel suo cuore. Come avevo potuto essere così sciocca? Che avevo io di speciale per poter attirare la sua attenzione? Niente. Solo la mia ossessione per lui. Che, tra l’altro, è una cosa piuttosto patetica.

-Ti stavo cercando- la sua risposta mi sorprese, mi inquietò e.. mi lusingò. Lui era venuto fin qui solo per cercare me. Cacciai quell’idea dalla testa. Ero così tanto confusa. Il dolore per la perdita di Naruto mi uccideva, ma il desiderio nei confronti di Sasuke era opprimente. Non sapevo più cosa provavo. Se fino a cinque minuti prima ero certa dei miei sentimenti.. ora mi sentivo confusa. Bastava la semplice vista di Sasuke a farmi vacillare? Ero certa di sapere cosa significasse essere innamorata, eppure.. No. Il dolore per il tradimento di Sasuke, non era niente in confronto a quello che avevo provato alla vista di Naruto che baciava Hinata. Allora perché Sasuke mi faceva quell’effetto? Era possibile amare due persona contemporaneamente?

In quel momento li odiai entrambi. La mia vita sarebbe stata così semplice senza di loro.. mi condizionavano a tal punto che avevo ‘tradito’ il mio villaggio per loro. Amo Naruto, e amavo Sasuke, o forse non ho mai smesso di faro. A questo punto non sapevo neanche se la parola ‘amore’ fosse quella giusta. Desideravo solo essere lasciata in pace.

 

Rabbia,dolore, sofferenza e solitudine                                                                                                                                        
sono le cosa che non ti deluderanno mai nella vita.                                                                                                               
Amore, amicizia, affetto possono darti tanto,                                                                                                                                           
ma possono toglierti tutto.

 

Era come se fossi in bilico su una fune, stavo riuscendo a trovare un equilibrio, seppur precario, e poi arriva Sasuke che tenta di buttarmi giù. Avevo sempre tentato di stare al loro passo, ma loro erano sempre stati irraggiungibili e inarrivabili.

-Me?- chiesi, ero incredula e scettica, ma la mia voce suonò falsamente speranzosa. Meglio, così gliela avrei fatta pagare per tutto quello che mi aveva fatto passare.

-Si, ho saputo che te ne sei andata da Konoha. Ti sei resa conto che il villaggio era troppo piccolo per te?- disse, ironico. Ogni volta che riapriva bocca si avvicinava, ora ci dividevano solo una decina di passi. Questo non mi tranquillizzò.

-Più o meno- non avevo voglia, né l’intenzione di dirgli perché me ne ero andata –perché mi cercavi?- Volevo arrivare al punto e tornare da Gaara, l’unico che mi aiutava a tenermi in equilibrio sulla fune.

Lui non mi rispose, si avvicinò ora ci dividevano solo cinque passi. E poi cambiò argomento.

-Ti sei mai chiesta che cosa significasse quel ‘grazie’?- I suoi occhi erano puntati su di me, sembravano che volessero scandagliarmi fino nel profondo, alla ricerca di tutto quello che gli stavo tacendo, mi sentivo nuda davanti a lui. Ma in realtà era come se mi non mi vedesse.

-Non ho mai smesso di farlo- mi chiesi cosa mi spingesse a essere così pateticamente sincera con lui. È vero, avevo passato anni a chiedermi cosa significasse quel ‘grazie’, ma poi mi ero arresa all’evidenza che ero io che volevo trovarci un significato nascosto nelle sue parole. Speravo.. speravo che.. non so neanch’ io cosa sperassi sul serio.

-Sei l’unica che merita di starmi accanto- sussurrò, tremendamente vicino. Non capii. –Vieni via con me- Non era una domanda, una proposta. Era un ordine. Lo guardai negli occhi.

-Vieni via con me, e ti darò tutto ciò che hai sempre desiderato- Era così vicino.

-Cosa ne sai tu di ciò che desidero?- chiesi.

-Ti conosco, Sakura- Il mio nome suonava così bello pronunciato dalla sua voce.. e poi.. e poi le sue mani si posizionarono sul mio viso, il suo volto si fece più vicino..

 

..e poi le nostre labbra si incontrarono.

 

Avevo sempre desiderato quel contatto, avevo sempre cercato di immaginare come sarebbe potuto essere baciare Sasuke. Il mio pensiero non fu, un attimo prima del bacio, ‘Oddio, sta per succedere davvero’. No. L’unica cosa che pensai in quel momento fu:

 

No. Non così.

 

Non mi mossi quando lui mi toccò il viso.                                                                                                                                     
Non mi mossi quando la sua bocca si avvicinò alla mia.                                                                                               
Non mi mossi quando mi fece dischiudere la labbra.                                                                                                                   
Ma ricambiai il bacio. E fu meraviglio. Oltre ogni mia aspettativa.

Poi i nostri sguardi si incontrarono. Il suo sguardo vigile era intento a scrutarmi. Ma i suoi occhi.. erano vitrei, opachi. Fu allora che capii. I suoi occhi. Lui.. lui stava diventando cieco.

Mi aveva ingannata.

 

Fu allora che scoppiai.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Qualcosa nei suoi occhi cambiò. Ma non diedi peso a questo dettaglio. Probabilmente era solo sconvolta. Ma poi lei sorrise, un sorriso che non avevo mai visto sul suo volto. Qualcosa non andava. E la conferma la ebbi quando si allontanò da me.

-No- disse, con decisione. Una decisione che non avevo mai sentito nella sua voce.

-No cosa?- chiesi confuso.

-Non verrò con te- le sue parole mi spiazzarono. Questo non era calcolato. Il piano era mandare Karin e Suigetsu a distrarre Gaara, trovarmi da solo con Sakura e andare via insieme. Semplicemente perfetto. Ma lei aveva detto di no. Questo non era previsto. Sarebbe dovuta cadere ai miei piedi, anche senza quel bacio.

Non verrò con te.

Le sue parole rimbombavano nella mia testa. Come si permetteva di rifiutarmi? Io le offrivo di starmi a fianco. Questo a lei sarebbe dovuto bastare! Dov’era finita la piccola e stupida Sakura, così facile da manovrare? Volevo andarmene a testa alta, dire ‘Non importa, peggio per te’, volevo che lei mi inseguisse e mi pregasse in ginocchio di portarla con me. Così appiccicosa, così simile a Karin. Invece dissi:

-Perché?- le mia voce suona strana, forse rabbiosa. Capricciosa e infantile.

-Perché mi sono resa conto che sei un perdete- la sua voce, così fredda, i suoi occhi così indifferenti fecero più male di qualsiasi ferita che avessi mai ricevuto. Dov’era Sakura? La vera Sakura. Perché mi stava facendo questo? Ma soprattutto, perché le sue parole mi facevano così male?

Un perdete.

Un perdete.

Un perdete.

Non ebbi il tempo di ribattere, volevo azzittirla, ma lei continuò.

-Dimmi, Sasuke, che senso ha avuto la tua vita fino a questo momento? Il tuo unico scopo era vendicarti, uccidere tuo fratello. E quando ci sei quasi riuscito scopri che la tua vendetta non ha avuto alcun senso. Hai abbandonato i tuoi amici, hai tradito il tuo villaggio, hai ucciso tuo fratello. E tutto per che cosa? Perché tu pensavi che vendicarti fosse l’unico scopo della tua vita!-

 

Hai abbandonato i tuoi amici.                                                                                                                                    
Hai tradito il tuo villaggio.                                                                                                                                              
Hai ucciso tuo fratello.

 

-Le belle favole raccontate da Orocimaru ti hanno accecato. Tu volevi potere e guarda caso spunta fuori uno che è in grado di dartelo. Ma tu guarda che caso!- Il suo sarcasmo era doloroso, stavo lì fermo, a farmi infamare, incapace di muovere un muscolo –Lui ha sempre solo cercato di usuari, eri solo uno dei potenziali corpi da usare-

-Se non sei tornato a Konoha quando Itachi è morto, è perché in realtà non ti sei accorto per niente degli errori che hai commesso. Questo significa che sei marcio come Orocimaru. Hai pestato tutti coloro che ti volevano bene perché in realtà ti importa solo di te stesso. E ora sei rimasto da solo-  continuò lei.

 

E ora sei rimasto da solo.

Solo. La cosa che mi spaventa di più.

 

-Sai qual è la cosa peggiore? Che N.. Naruto - la sua voce si incrinò –Lui ti vuole ancora bene. Spera ancora che tornerai, ma non si è accorto del male che aleggia in te. Ti ho sempre ammirato, Sasuke, sempre. E ho sempre disprezzato Naruto. Mi sono ormai accorta che è sempre stato lui il migliore dei tre. Quello sincero, quello leale, quello.. amato. L’unico che merita di esserlo. Io sono solo una bugiarda e tu sei solo feccia-

Perché? Perché le sue parole facevano così male? Perché ha ragione. Ecco cosa sussurrava la mia coscienza. Ma il fatto che fosse proprio lei a pronunciarle, era sorprendentemente devastante. Una parte di me desiderava avere indietro la piccola, appiccicosa e noiosa Sakura. Quella che arrossiva al mio solo sguardo, quella che disprezzava Naruto. Non quella che ne parlava con ammirazione. Questo mi infastidiva. Che preferisse Naruto a me. Un’altra parte di me era invece violentemente attratto dalla nuova, combattente, Sakura. Che le era successo?

 

Quello sincero, quello leale, quello.. amato. L’unico che merita di esserlo.

 

Lei lo amava. Qualcosa dentro di me andò in tilt. Non riuscivo nemmeno a sopportare l’ idea che Lei preferisse Naruto a me! Quella non era Sakura, no, Lei non avrebbe mai detto quelle cose. Mi mossi verso di lei, con passi automatici. Lei non si mosse. Nemmeno quando i miei occhi iniettati di sangue fissarono i suoi, più determinati che mai.

Non si mosse nemmeno quando le mie mani si strinsero attorno al suo esile collo.

 

 

Nemmeno quando cominciai a stringere.

 

 

Se vuoi avere qualcosa che non hai mai avuto,                                                                                                       
devo fare qualcosa che non hai mai fatto.

 



 

Mi scuso per l’immenso ritardo, ma questo capitolo mi è costato un certo sforzo. Non sono sicura di averlo organizzato bene. Ma quello che penso di Sasuke sono riuscita a scriverlo tranquillamente. C’è qualcuno d’accordo con me? O volete linciarmi perché amate Sasuke alla follia? Fatemi sapere, mi raccomando =)

Il titolo del capitolo è scontatissimo -.-, ma non sapevo che inventarmi, se avete un qualche suggerimento, lo cambierò.

Topazio:)

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Capitolo 11
*** La Scelta ***


La scelta di Sakura

_La scelta_

 

L'uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni.
Paulo Coelho

 

 

M

i avvicinai di soppiatto. E quello che vidi mi fece gelare il sangue nelle vene. Lui le si avvicinò, posò le sue mani sul collo di Lei. E iniziò a stringere. Lei non si mosse, non provò a scappare, non reagì. Se ne stava semplicemente ferma, mentre Sasuke la stava uccidendo. Feci un passo avanti pronto a scagliarmi contro di lui. Lui, il migliore amico, che stava uccidendo Lei, la ragazza che amavo. Stavo per scattare non potevo perdere tempo, perché non potevo permettere che tutto quello accadesse davanti ai miei occhi.

La volpe dentro di me fremeva, pronta a scatenarsi. E poi..

..lui la lasciò andare. Le sue mani allentarono la presa sul collo di Lei.

E la baciò.

 

Così scoppiai.

 

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

 

L

e mie mani fecero presa sul suo esile collo, se solo lo avessi voluto avrei potuto ucciderla all’istante. Le sua vita era nelle mie mani. Esercitai più pressione. Ma poi.. incontrai i suoi occhi. Non c’era una lacrima sul suo volto. Non ne aveva versata nemmeno una. Quando i miei occhi incontrarono i suoi, non trovai paura, come mi aspettavo. I suoi occhi erano limpidi, puri. Innocenti. Non mi incolpava di quello che le stavo facendo. I suoi occhi trasmettevano un messaggio molto chiaro.

Io ti perdono.

Non le pronunciò, non serviva. Io avevo capito benissimo il messaggio. Quelle tre semplici, stupidissime parole mi sconvolsero. La stavo uccidendo e lei mi perdonava. Questo mi fece vacillare. Che diavolo stavo facendo? Stavo per uccidere l’unica persona che aveva sempre dimostrati di amarmi. Che nonostante tutto mi aveva aspettato. L’unica che forse mi amava ancora nonostante stessi tentando di ucciderla.

Allentai la presa sul suo collo. Un rumore alle mie spalle mi distrasse. Chi mi ritrovai davanti? Naruto. Quello che Lei ora credeva di preferire. Lui voleva intervenire, voleva fermarmi. Io glielo avrei impedito. Annullai la distanza tra la mia bocca e quella di Sakura e la bacio davanti ai suoi occhi.Mi sentivo uno sciocco a dire la verità. L’avevo baciata solo per dimostrare a Naruto che Lei era mia. Lo era sempre stata. E che comunque avrebbe scelto me.

Sempre.

L’attrazione che però mi legava a Lei in quel momento era sconvolgente. Forse con quel bacio volevo dimostrare anche a me stesso che le cose stavano così. Le parole dette prima l’avevano fatta sfogare. Mi aveva rinfacciato tutte le mie colpe e mi aveva aperto gli occhi.

Ora toccava a me farle capire che Lei mi aveva sempre amato, che Naruto non era niente in confronto.

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

 

N

on avevo idea di come fossi riuscita a rimanere così impassibile. Insomma, Sasuke mi stava strangolando! E io che facevo? Lo guardavo. In realtà volevo andarmene dignitosamente. Niente suppliche, niente lacrime. Solo uno sguardo fiero e coraggioso. Uno sguardo pieno di disprezzo e odio. Nessun pensiero specifico attraversava la mia mente in quegli istanti. Pensai solo a Naruto, si, perché volevo che fosse Lui il mio ultimo pensiero. Anche se, in tutta sincerità pensai a entrambi.

La follia che vedevo negli occhi di Sasuke mi colpì. Come aveva fatto a ridursi in quel modo? Era come se fosse precipitato in un profondo baratro. E nessuno riusciva ad aiutarlo, ma forse era proprio lui che, inizialmente, non ne voleva uscire. E forse io e Naruto non ci eravamo impegnati abbastanza per tirarlo fuori.

No. Solo io non avevo fatto niente per portarlo indietro. Era sempre stata comoda al villaggio ad aspettare che Naruto lo portasse indietro. Anche la sera in cui se ne andò, io non niente per impedire la sua fuga. Forse lui voleva essere fermato, ma io non ero abbastanza forte -o volenterosa- da riuscire a fermarlo. In quel momento realizzai.

Era anche colpa mia se Sasuke mi stava uccidendo.

Lo avevo ferito nell’orgoglio. E non ero stata capace di tirarlo fuori dal baratro. Dopo un po’ me ne ero semplicemente dimenticata che forse lui voleva essere aiutato. Ma avevo sempre preferito che fosse Naruto a occuparsene.

 Stavo per morire, l’aria cominciava a mancarmi. Non volevo andarmene con ‘uno sguardo pieno di disprezzo e odio’. Non volevo che il mio ultimo pensiero fosse così deplorevole. Così..

 Io ti perdono.

 

 

E lui mi lasciò andare.

Non ebbi tempo di allontanarmi. Né di tossire o scappare. Le nostre labbra si unirono senza che potessi fare nulla per impedirlo. O forse non volevo davvero fare nulla. Non capii subito il motivo di quel gesto. Ma poi lo vidi. Naruto. Davanti a me, in carne e ossa. Furioso. Gli occhi scarlatti della volpe donavano un che di animalesco al suo volto da angelo.

Una lacrima sfuggì al mio controllo. Dopo tutti gli sforzi che avevo fatto per non piangere ancora davanti a Sasuke… era la vista di Naruto a farmi crollare.

Prima che potessi fare qualsiasi cosa, Naruto si avventò su Sasuke e, prima che me ne rendessi conto lo scontro fra i due era cominciato. La potenza e la violenza dei colpi era inaudita. Cercai di muovermi verso di loro, ma mi resi conto che mi mancava il respiro. Arrancai, appoggiandomi a un albero nel disperato tentati di mettere aria nei polmoni, ma ogni sforzo mi provocava dolore alla gola.

 

Un ricordo lontano mi colpì all’improvviso. Sul tetto dell’ospedale di svolgeva la stessa scena, ma all’epoca era tutto diverso. Combattevano perché erano rivali, per dimostrare all’altro di essere il migliore. Ma erano amici. Anche allora avevo provato a fermarli, avrei potuto rimetterci la pelle, così mi disse Kakashi. Lui intervenne, fermando il Rasengan e I Mille Falchi.

Non osare mai più intrometterti.

La voce dura di Naruto che mi ordinava qualcosa che sapevo non avrei potuto fare. Come potevo starmene lì a guardarli mentre combattevo.

Erano amici.

Ora invece combattevano per uccidere. Uno contro all’ultimo sangue. All’improvviso mi resi conto che potevo perderli entrambi. Come avrei potuto sopportare un simile dolore? Non potevo, semplicemente. Li amavo entrambi, in modo diverso ma li amavo. E non potevo vivere senza uno dei due.

L’impatto del Rasengan e del Mille Falchi fu disarmante. Non ero riuscita a muovermi e loro si erano feriti perché non ero arrivata in tempo per fermarli. Ora stavano distesi a terra, feriti, sanguinanti, divisi.

 

Se vuoi avere qualcosa che non hai mai avuto,                                                                                                       
devo fare qualcosa che non hai mai fatto.

Io dovevo scegliere. Gli sguardi di entrambi si posizionarono su di me, in mezzo a loro. Anche loro sapevano che era arrivato il momento. Il mio primo amore e il mio migliore amico. Non potevo indugiare oltre.

 

Guardai Sasuke.

 

 

E cominciai a correre.

 

 

Non esiste scelta che non comporti una perdita.
Jeanette Winterson

 

 

 

 

 

Vi chiedo scusa per l’ennesimo ritardo, ma ho avuto una settimana d’inferno. Che ne pensate di questo capitolo? Lo ammetto, non l’ho riletto. E potrebbero esserci degli errori di distrazioni, perciò perdonatemi, ma volevo aggiornare il prima possibile. Fatemi sapere mi raccomando, nel bene e nel male!

Topazio=)

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Capitolo 12
*** Conseguenze ***


La scelta di Sakura

_Conseguenze_

 

La cosa più difficile non è scegliere,                                                                                                                                              
ma convivere con le proprie decisioni.

 

 

S

apevo bene che scegliere tra i due sarebbe stata la decisione più difficile che avessi mai preso. Li amavo entrambi, ma in modo diverso. E nel giro di qualche secondo ne avrei perso per sempre uno. Anche se.. Naruto non era più ‘mio’ ormai. Ma il fatto che fosse corso a cercarmi, nonostante Hinata, mi riempiva il cuore di gioia.

Naruto era come il sole, che illuminava le mie giornate. Il suo sorriso mi scaldava il cuore, il suo ottimismo, la sua vivacità, i suoi gesti, i suoi sguardi.. tutto di Lui mi riempiva di vita. Ma tutto era surclassato dal ricordo del suo bacio con Hinata. Scegliendo lui sarei rimasta da sola comunque.

Sasuke invece era come un’ossessione. Un’ossessione che mi aveva allontanata dalla mia migliore amica. Il suo sguardo mi sondava ogni volta che ricadeva su di me. La sua voce, così profonda e il corpo erano un invito che nessuna ragazza con un minimo di cervello avrebbe rifiutato. Ma il ricordo della notte in cui lui se ne andò dal villaggio, mi tormentava ancora. E aveva provato a ingannarmi. Scegliendo lui averi vissuto ancora una realtà fatta di illusione e false speranze.

Volevo così tanto girare i tacchi e andarmene. Sarebbe stato facilissimo. Li avrei lasciati lì, e tanti saluti. Ma non potevo.

Dovevo scegliere.

 

**********************************************************************

 

L

a guardai. E Lei ci guardò entrambi. Vedevo nei suoi occhi il peso di quella scelta. Non poetavo biasimarla, la stavamo costringendo a scegliere, e Lei sapeva che avrebbe perso uno dei due. Non cercai di recuperare il mio copri fronte, volato qualche metro più in là. Il corpo mi doleva, le ferite riportate dallo scontro erano più gravi di quello che pensavo, ma sarei guarito in fretta, grazie alla Volpe.

Lei volse lo sguardo verso Sasuke. Così mi sdraiai a pancia in su, con le braccia aperte, cercando di non ascoltare i passi di Lei che correva. E chiusi gli occhi. Li chiusi perché sapevo di non poter sopportare la vista di Lei che correva nella direzione opposta alla mia. Di Lei che lo curava, di lui che la baciava.

La Volpe ribellava di rabbia dentro di me. Non dovevo permettere che prendesse il sopravvento. Mi ripromisi di non perdere il controllo davanti alla vista di loro, di Lei che se ne andava via con lui. Il mio cuore tamburellava frenetico, in attesa del colpo di grazie. Del Suo addio.

Una lacrima traditrice sfuggì al mio controllo. E rigò la mia guancia. Quella piccola insignificante lacrima era l’unico segno della mia sofferenza interiore. Come avrei fatto sopportare il suo abbandono?

 

Poi una mano sfiorò il mio volto.

E catturò quella piccola lacrima.

 

**********************************************************************

U

 

na rabbia cieca scaturì dalla parte più profonda di me. Lei. Lei aveva scelto lui. La vedevo chinarsi e accarezzarli il volto. Quello che provavo non era solo rabbia. No. C’era dell’altro. Qualcosa di gran lunga più sconosciuto e più doloroso.

Invidia.

Invidiavo Naruto.

Lui, che mi era sempre stato inferiore. O, forse, così l’avevo sempre voluto considerare. Una volta lo avevo ritenuto persino un degno rivale. Ma era passato così tanto tempo.. Lui, il mio migliore amico. Che nonostante tutto aveva provato a riportarmi indietro, solo per rendere felice Sakura. Era pronto a sacrificare la propria felicità per Lei.

Non era molto diverso da Itachi, suppongo. Anche lui, come Naruto, aveva rinunciato alla propria felicità; era stato creduto da tutti, me compreso, un traditore, un assassino che aveva sterminato la sua famiglia, lasciando in vita solo il fratellino troppo debole per difendersi. Tutto questo per il suo villaggio, Konoha. Che cosa li spingeva a essere così dannatamente masochisti da rinunciare alla propria felicità, per quella di qualcun altro? C’è chi li definirebbe altruisti, io invece li considero solo dei cretini. Sarò egoista, forse. Ma niente mi farebbe mai compiere un gesto così masochistico.

Io e Naruto eravamo sempre stati simili. Forse era stata la solitudine che ci accomunava fin da piccoli a farci diventare uniti. Si, ci somigliavamo proprio tanto. E forse ancora oggi ci sono elementi che accomunano. Allora che cosa lo ha spinto a fare le sue scelte? Perché non aveva scelto anche lui, come me, la via più semplice, la via del potere? Se siamo sempre stati così simili, perché ora sembravamo così diversi?

Se eravamo uguali perché Sakura era con lui e non con me?!

Doveva essere successo qualcosa che ci aveva fatti cambiare.. Era come se stessimo entrambi affogando, privi di sensi, andavamo entrambi a fondo. Ma poi.. lui aveva cominciato a risalire, spinto da Sakura, il maestro Kakashi, Shikamaru, Kiba, Hinata, Gaara.. tutti. Tutti erano lì e spingerlo verso la luce. E io continuavo ad affondare. Lui volava in altro in cielo. E mi vedeva sempre più immerso nell’oscurità. (*)

In quel momento desideravo essere al posto di Naruto. Non potevo sopportare l’idea di essere secondo a qualcuno. Avevo sempre dato per scontato che Lei sarebbe venuta da me. Nel momento in cui mi aveva fissato la mia certezza era diventata assoluta: avrebbe scelto me. E avevo sbagliato. Il suo volto non traspariva alcuna emozione. Non aveva capito cosa stesse per fare finché non aveva iniziato a correre dalla parte opposta.

L’avevo data per scontata e ora l’umiliazione e il senso di sconfitta che provavo mi fecero pizzicare gli occhi. Non avevo più pianto da.. boh, tantissimo tempo. E non potevo permettermi di farlo davanti a loro, così la sconfitta sarebbe bruciata ancora di più. Per un piccolissimo momento desiderai tornare indietro. All’epoca del Team 7. Allora era tutto più semplice. La mia vendetta sembrava irrealizzabile, ma se avessi potuto tornare indietro sarebbe stato diverso. Avrei potuto dimostrare a entrambi all’affetto che meritavano. Se solo avessi potuto cambiare le cosa.. ora Sakura sarebbe vicina a me.

Mentre ero immerso nei miei viaggi mentali, Sakura si alzò e mi venne incontro.

 

********************************************************************************

 

G

uardai Sasuke. Il mio primo amore, il ragazzo che amavo più della mia stessa vita. E cominciai a correre verso Naruto. Non potevo andare da Sasuke. Non avrei potuto fare questo a Lui. Sarei rimasta sola, ma non potevo far finta di non sentire ciò che il mio cuore diceva. Sarei stata felice solo se Naruto fosse stato felice. E se la sua felicità riguardava Hinata, buon per lei.

Ero pronta a rinunciare alla mia felicita per la persona che amavo.                                                                                           
Ero pronta alla conseguenze del mia scelta.                                                                                                             
Ero pronta.

 

 

(*) La metafora che ho usato si riferisce alla nuova sigla usata da Mediaset per gli episodi in onda il sabato e la domenica. Io adoro la canzone e le immagini usate! ^-^

Allora? Lo ammetto, in questo capitolo non succede niente, ma volevo aggiornare prima della fine del mondo! Non potevo lasciarvi con il dubbio sulla scelta di Sakura, vi pare? =) Spero vi sia piaciuto, e mi scuso per gli eventuali errori. E, se il mondo non finisce, aggiornerò il prima possibile, ma temo che finirò dopo Natale, perciò..

Auguri!

Topazio =)

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Capitolo 13
*** Le Cicatrici ***


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La scelta di Sakura

 

_Le Cicatrici_

 

Il filosofo Khalil Gibran ha scritto:                                                                                                                                         
"Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza.                                                                                                                  
 
I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.

 

 

A

rrivai al suo fianco in un attimo. Mi inginocchiai accanto a Lui. Mi sentii quasi mancare quando vidi i suoi occhi chiusi. Ma quello che mi preoccupò maggiormente fu una piccola lacrima, che rigava la sua guancia. Naruto non era mai stato il tipo di persona che piange facilmente. Così, senza pensarci, catturai quella lacrima, e gli appoggiai la mano sul suo viso.

Lui aprì gli occhi di scatto, come sorpreso della mia presenza. Ci guardammo per un istante che parve lunghissimo. Averlo accanto e poterlo toccare, stava facendo scoppiare di gioia il mio cuore. Lui posò la sua mano sulla mia –contatto che stava per far uscire dal petto il mio cuore- e cercò a fatica di alzarsi a sedere. Cercai di aiutarlo, ma nel farlo dovetti ‘lasciare la presa’ sulla sua guancia.

-Sei qui. Hai scelto me- sussurrò, forse più rivolto a se stesso che a me. Il tono della sua voce sembrava sorpreso e sollevato. Un gemito di dolore, però, sfuggì al suo controllo. Non persi tempo, controllai subito le sue condizioni. Lo rifeci sdraiare, contro la sua volontà. Aprii la sua felpa, e con un kunai strappai la maglietta nera. La vista dei suoi addominali scolpiti mi feci avvampare, cercai di coprire il rossore del mio viso con i capelli. Concentrai il chakra nelle mani, e cominciai a curarlo. Naruto, però, non ne aveva proprio voglia di starsene zitto e buono.

-Perché te ne sei andata? Perché mi hai abbandon..?- Lo fermai prima che potesse dire quella parola. Perché il peso di quelle poche lettere era troppo da sopportare in quel momento. Lui taceva. Aspettava la mia risposta. E io non sapevo che dirgli. La verità sarebbe stata troppo umiliante e patetica. E non me la sentivo di mentirgli così apertamente. Così cercai una scorciatoia davvero patetica: cambiai discorso.

-Le ferite sono solo superficiali. Quello che mi preoccupa è che hai riportato qualche danno agli organi interni, perciò mi ci vorrà più tempo per curarti, inoltre dovrai stare a riposo per qualche giorno- dissi. Lui non mi interruppe. Ma continuò a fissarmi con una tela intensità da farmi quasi male. Io invece tenevo lo sguardo sulle ferite che stavo curando.

-Guardami- Non lo feci. Lui si alzò un po’. Strattonò il mio braccio finché non posai lo sguardo su di Lui. –Perché te ne sei andata?- Il tono della sua voce ora era più duro e autoritario. Il mio viso era vicinissimo al suo, solo qualche centimetro e.. No. Il suo cuore era di un’altra. Gli occhi iniziarono a pizzicarmi e le lacrime minacciavano di rompere gli argini. Distolsi lo sguardo. Stavo per crollare. Se avessi incontrato di nuovo quello sguardo autoritario, averi confessato tutto.

 -D’accordo. Non importa. Me lo dirai quando sarai pronta- disse, lasciandomi il braccio. Non avevo parole, non aveva insistito. La mia gratitudine nei suoi confronti arrivava alle stelle. Finii in silenzio di curarlo, sentivo il suo sguardo addosso che mi sondava. Non lo trovavo fastidioso, mi sentivo in imbarazzo, certo, ma anche lusingata.

-Ora devo andare da Sasuke. Anche lui ha bisogno di me- dissi e feci per alzarmi, ma Lui mi trattenne prendendomi per mano.

-Tornerai al villaggio, vero? Ci torneremo insieme?- Mi chiese. Il tono speranzoso della sua voce, la luminosità e l’innocenza dei suoi occhi, l’insaziabile desiderio di averlo accanto, mi fecero uscire la risposta dalle labbra, ancora prima che il mio cervello avesse elaborato la domanda.

-Sì-

Lui non ebbe bisogno di altro. Sorrise. Lascò andare la mia mano. E corsi verso Sasuke.

 

*********************************************************************************

 

L

 a vidi corrermi in contro. Lei si fermò e si inginocchiò davanti a me. Mi guardò negli occhi e disse:

-Vuoi che ti guarisca?- Dritta al punto. La sua voce era ferma, professionale. Averi voluto dire di no, dirle che non me ne sarei fatto niente delle sue cure. A fermarmi fu però il dolore lancinante che sentivo al petto. All’altezza dei polmoni. Sulla sinistra. (*) Tutta colpa di Naruto. Anche se.. Anche se l’idea delle mani di Sakura sul mio corpo mi allettava, i suoi occhi luminosi, le sue labbra, il calore che emanava, quel calore che era riuscito a scaldarmi il cuore. L’unica che, dopo tanti anni, ci fosse riuscita..

MA CHE DIAVOLO STAVO FANETICANDO?! Dovevo aver sbattuto la testa. Molto forte. Tutta colpa di Naruto.

-Si, fallo- dissi semplicemente. Come se fosse la cosa più normale del mondo. Lei venne più vicina, mi fece sdraiare e mi scoprì il petto, pieno di cicatrici. Notai con piacere un leggero rossore sulle sue guancie. Un misto di orgoglio e compiacimento si diffuse in me. Allora non le ero così indifferente come voleva far sembrare. Ma allora perché aveva scelto Naruto? Questo non riuscivo a spiegarmelo. Una fitta al petto mi colpì nuovamente.

-Ecco fatto- disse. Mi fece sedere nuovamente.

-Ecco fatto? Ma io sento ancora dolore- Non volevo fare la figura del bambino capriccioso, ma aveva davvero male al petto. Che razza di medico lascia il paziente agonizzante? Ok, sto facendo un po’ il melodrammatico.

-Dove?- Mi chiese sorpresa. E io Le indicai il punto esatto in cui sentivo le fitte, a sinistra, a livello dei polmoni. Lei si avvicinò e posizionò la sua mano esattamente lì. E il calore mi invase. Sperai vivamente non essere arrossito. Poco dopo incontrai il suo sguardo confuso.

-Il battito è leggermente accelerato - Non mi piacque il modo in cui disse ‘leggermente’ - ma la pressione sanguigna è regolare. Non hai niente. Sasuke, non hai mai avuto problemi di cuore, infatti il tuo è sanissimo- Cuore? Ora ero io ad essere confuso. Come facevo a provare un dolore così forte proprio al cuore, io, che ero sempre stato sanissimo? E poi.. Il mio battito era accelerato. Molto accelerato, non leggermente, come aveva detto Lei. Non capivo. E forse non ci sarei mi riuscito. 

Era come se le ferite provocate da Naruto fossero guarite grazie a Lei, che però aveva aperto una ferita molto più seria che, se mai fosse guarita, avrebbe lasciato una cicatrici molto più evidente e significativa i tutte le altre che coprivano il mio corpo.

 

"I difetti e le tare dell'anima sono come le ferite del corpo:                                                                                             
 
nonostante gli sforzi inimmaginabili fatti per guarirle,                                                                                                                                 
rimane sempre una cicatrice."                                                                                                                                                                                             

François de la Rochefoucauld
.

 

Poi fece una cosa inaspettata. Mise le sue mani sulle mie tempie e chiuse gli occhi. Poco dopo li riaprì e disse:

-Non conosco in modo approfondito la malattia che ti ha colpito, né da cosa è generata. Dovrò consultare gli appunti di Tsunade che si trovano al villaggio. Nutro buone speranze relative alla tua guarigione. Ma se vuoi che io ti curi devi farmi una promessa- Ci misi qualche istante a capire che stava parlando dei miei occhi. Aveva intenzione di curarmi. Dopo tutto quello che avevo combinato. Ma voleva qualcosa in cambio.

-Parla- dissi, sospettoso.

-Dovrai lasciar perdere ogni tuo tentativo di distruggere Konoha e i paesi alleati. Non tentare più di cancellare ciò che tuo fratello voleva proteggere con la vita- Più che una richiesta sembrava una supplica. Prima ancora che potessi pensare a un compromesso, o a qualsiasi altra cattiveria, le mie labbra pronunciarono le parole che non mi sarei mai sognato di pronunciare:

-Hai la mia parola- E Lei sorrise. E questo mi bastò. Si alzò in piedi, intanto Naruto, forse stanco di aspettare, si alzò in piedi. E a passi lenti si diresse nella nostra direzione.

-Come ti ho detto prima- riprese Sakura –Gli appunti che mi servono sono a Konoha. Ora sei tu a trovarti davanti a una scelta- Quale scelta? Non capii, ma le lasciai il tempo di trovare le parole giuste. Intanto una flebile speranza mi avvolgeva. Lei si guardò intorno e poi il suo sguardo incontrò il mio.

-Sasuke. Vuoi tornare a Konoha con noi?- Mi guardò e nei suoi occhi vidi la stessa speranza che avvolgeva me.

Tese la sua mano aperta verso di me. E poco dopo fu raggiunta anche da quella di Naruto che desiderava la stessa cosa: il mio ritorno. Il fatto che mi volessero ancora al loro fianco, dopo tutto quello che avevo fatto, fu per me devastante.

-Vieni con noi Sasuke e tornerà tutto come prima. Saremo di nuovo una squadra. Torneremo ad essere il Team 7. Vieni con noi e curerò tutte le tue ferite-

Le due mani erano tese verso di me.

E rappresentavano la luce, nell’oscurità che mi stava avvolgendo.

Sakura aveva ragione. Toccava a me scegliere.

Scegliere se essere divorato dall’oscurità. O intraprendere l’umiliante via della redenzione.

 

 

 

 

 

(*) Casualmente Sasuke inizia a sentire male al cuore proprio adesso, nel momento in cui Sakura sceglie Naruto e non lui.. 

 

Innanzitutto Buon Anno! Eccomi con un nuovo capitolo e una nuova scelta, quale sarà la decisione di Sasuke? Spero come sempre che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e, in caso contrario, accetto le critiche costruttive. In ogni caso recensite ^-^

Alla prossima,

Topazio=)

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Capitolo 14
*** Verso Casa ***


La scelta di Sakura

_Verso Casa_

 

E' meglio tornare indietro che perdersi nel cammino.
Proverbio Russo

 

 

O

ra toccava a me scegliere. Vedevo finalmente davanti a me una via d’uscita dall’oscurità che mi aveva avvolto, e non avevo fatto nulla per fermarla. Avevo il privilegio di ottenere una seconda possibilità. Mai averi sperato un’opportunità simile. Ma ne ero degno? No. Ma loro tendevano ancora le loro mani verso di me. Non ero degno di accettare, ma lo feci comunque. Perché un’opportunità simile non si può certo buttarla via.

Allungai la mano a mia volta, indeciso se prendere quella di Sakura o Naruto. E loro non mi costrinsero a questo scelta ancora più difficile, perché Sakura prese la mia mano e Naruto il mio polso. E mi aiutarono ad alzarmi. Una volta in piedi, ci guardammo negli occhi.

Naruto sorrideva come un ebete.

-Il Team 7 è tornato- disse lui. Eravamo cambiati, ma in fondo eravamo sempre quel trio di scapestrati combina guai. La prospettiva di essere in squadra con loro, anni prima, non mi attirava per niente, anzi li ritenevo un peso. Ma stranamente, ora tutto questo mi dava.. pace, una condizione a me sconosciuta.

 

-Da che parte è il villaggio?- Chiese Naruto. Che domanda cretina. Mi aspettai che Sakura lo picchiasse. E così stava per fare, ma si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

-Nord-est, Naruto. Ci vorranno ore per tornare a casa, perché siamo molto vicini a.. Suna- Compresi che Lei doveva essersi ricordata all’improvviso di qualcosa d’importante dall’espressione del suo viso. –Aspettatemi qui, ho una cosa da sbrigare- disse. Questo mi ricordò che anche io dovevo fare qualcosa prima di tornare a.. casa. Lasciammo Naruto ad aspettare sotto un albero e ci dirimemmo in direzioni opposte. Non avevo idea di quello che Lei avrebbe dovuto fare, ma io dovevo chiudere i ponti con il passato.

 

**********************************************************************

 

C

orsi nella foresta. Come avevo fatto a dimenticarmi una cosa così importante?! Come  avevo fatto a dimenticarmi di Gaara? Che razza di medico è quello che si dimentica i  pazienti nella foresta? Lo trovai in pochissimo tempo, sveglio e – fortunatamente - vivo. Compresi in fretta che doveva aver assistito a gran parte della ‘battaglia - conciliazione’.

-Sakura, è ora che tu torni a Konoha- disse semplicemente.

-Grazie di tutto, Gaara-

E tornai da Naruto. Non mi andava di trovarmi sola con Lui, sarebbe stato troppo.. troppo, quindi aspettai il ritorno di Sasuke, prima di uscire allo scoperto. Mi chiesi dove fosse andato, anche Lui aveva un ‘conto in sospeso’.

 

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L

 iberarmi della mia vecchia squadra fu più difficile di quanto pensassi. Mi aveva servito fedelmente. Ma feci promettere loro che non si sarebbero più intromessi negli affari di Konoha, quello era il mio ultimo ordine. Karin, come al solito, cominciò una gran lagna, ma venne trattenuta da Suigetsu. Mi allontanai da loro, il mio passato, e andai verso la strada che avevo scelto. Arrivai insieme a Sakura, dove Naruto ci stava aspettando.

 

C

**********************************************************************

ominciammo a correre verso Konoha. Ma ci fermammo poco dopo il tramonto perché eravamo esausti. Ricontrollai le ferite di Naruto e Sasuke, ma i due stavano ormai gurìarendo. Trovammo una grotta, e decidemmo di improvvisare un accampamento. Scelsi di fare il primo turno di guardia. E i accomodai vicino al fuoco. Naruto dormiva beato già da più di un’ora, quando Sasuke venne di fianco a me.

-Non riuscivo a dormire- mi disse. Poi tacque. E io non dissi niente. Ma Lui voleva parlare, chiedermi qualcosa, lo conoscevo abbastanza da capirlo.

-Perché hai scelto Lui?- disse infine. Sembrava che  pronunciare quelle poche parole fosse stato faticosissimo per Lui. Come avrei potuto rispondere? Avrei potuto mentire facilmente, inventandomi qualsiasi menzogna. Averi potuto dire che volevo fare un dispetto a Lui, che Naruto era più simpatico, che fosse più veloce da raggiungere, che tirando una monetina era uscita testa invece che croce,…

Invece mi voltai, guardai Naruto che dormiva profondamente vicino al fuoco. Guardai Sasuke e non mentii. Dissi la pura e semplice verità.

 

La verità vi renderà liberi.                                                                                                                                     
Sacre Scritture

 

**********************************************************************

-P

 

 

 erché io lo amo- La limpidità della sua voce e la semplicità con cui pronunciò quella parole, mi fece infuriare. Non ragionai più. E mi comportai come un bambino viziato.

-Ma prima amavi me- la rabbia traspariva da ogni lettera che pronunciai.

-Le cose cambiano- disse semplicemente, come se tutto ciò non la riguardasse. Deglutii a fatica e strinsi i pugni. –Ora torna a letto, ti sveglio per il tuo turno di guardia tra un paio d’ore- E, come un cagnolino ubbidiente, non protestai, ma feci come Lei diceva. Mi coricai, ma non aveva ancora finito di parlare.

-Vi fidate così tanto da dormire tranquilli, mentre io faccio la guardia?- nella mia voce risuonava ancora la rabbia che provavo. E poi, volevo metterla alla prova.

-Tu non ci faresti del male- disse, dalla sua voce non traspariva alcun dubbio –Perché siamo tutto ciò che hai. E noi ti vogliamo bene- Il sorriso che mi rivolse dopo cancellò ogni traccia di rabbia dal mio animo.

 

Perché siamo tutto ciò che hai. E noi ti vogliamo bene.

 

Mai avrei pensato di poter pensare che le parole di Sakura potessero essere tanto importanti.

E così vere.

 

 

 

Ho deciso di essere sbrigativa nella parte di Gaara e del Team Falco, perché penso vi interessi di meno, ma non volevo che qualcuno pensasse che io mi fossi dimenticata di Gaara o dei compari di Sasuke. Comunque questo capitolo è un po’ corto, e senza avvenimenti particolari o colpi di scena finali. Ho dovuto troncare il finale perché, per inserire quello che volevo, avrei rischiato di renderlo troppo lungo. Quindi ho deciso di cominciare in anticipo il prossimo capitolo dove ci sarà il ritorno al villaggio del Team 7 e……. anche un incontro tra Sakura e Hinata!  Ma non vi anticipo niente! Fatemi sapere che ne pensate e soprattutto se vi ha deluso il capitolo e la decisione presa da Sasuke. Spero che siate riusciti a capire quale personaggio parla ogni volta, comunque si alternano sempre Sakura e Sasuke =)

Recensite!!

Alla prossima, Topazio =)

P.S. Ho appena raggiunto il traguardo delle 100 recensioni!! ^-^ Grazie a tutti coloro che hanno contribuito, grazie davvero ;)

P.P.S. Piccola anticipazione!

“All’inizio non avevo pensato alle possibili conseguenze del mio gesto, avrei dovuto chiedere scusa a un sacco di persone, umiliarmi per chiedere il loro perdono. Ma niente mi fece sentire così in colpa per la mia fuga come l’avvenimento che sarebbe accaduto di lì a qualche istante”.

Cosa sarà mia successo? Provate a indovinare! ;)

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Capitolo 15
*** Ritorno alle Origini ***


La scelta di Sakura

_Ritorno alle origini_

 

Ci sono molti modi di arrivare,                                                                                                                      
il migliore è di non partire.
Ennio Flaiano

 

 

L

e mura del villaggio si ergevano alte davanti a me, ma all’interno le costruzioni che mi accoglievano ogni volta che tornavo da una missione, non esistevano più. Lo scontro con Pain aveva raso al suo quasi tutto il villaggio. Solo all’entrata venne in mente a me e a Naruto che la ricomparsa di Sasuke avrebbe potuto provocare qualche problemino. Il caso volle che fosse Shikamaru di guardia all’entrata. Si complimentò con Naruto per essere riuscito a riportarci indentro entrambi.

All’inizio non avevo pensato alle possibili conseguenze del mio gesto, avrei dovuto chiedere scusa a un sacco di persone, umiliarmi per chiedere il loro perdono. Ma niente mi fece sentire così in colpa come l’avvenimento che sarebbe accaduto di lì a qualche istante.

La vidi da lontano e quando mi notò, cambiò completamente direzione. Arrivò come uno tsunami. E mi travolse. Averla davanti era doloroso, ma doverla guardarla negli occhi fu anche peggio. Feci per aprire bocca, per dire qualcosa anche se non sapevo da dove iniziare, stavo per dirle ‘scusa’, ma lei intuendo le mie intenzioni, agì prima di me.

Lo schiaffo arrivò implacabile sulla mia guancia. Il rumore provocato dall’impatto della mano sul mio volto, parve zittire ogni rumore. Il tempo sembrò fermarsi. La guancia pulsava, ma non era quella a fare più male. Sentii gli occhi pizzicare. Ma non avrei pianto davanti a lei, non le avrei dato questa soddisfazione. E non avrei nemmeno toccato il mio volto con la mano nella speranza di attutire il dolore. No, non le avrei dato nemmeno questa di soddisfazione. Il mio orgoglio me lo impediva. Dietro di me Naruto e Sasuke erano immobili. Sconcertati, forse, e colpiti. Lei alzò un’altra volta la mano per colpirmi. Infine anche loro si mossero prima che lei potesse farmi più male. Ma Shikamaru intervenne. In qualunque caso non mi sarei mossa, l’avrei lasciata sfogare, come era giusto che facesse.

-Smettila Ino. Ma sei impazzita?- Le disse Shikamaru, mentre lei si dimenava tra le sue braccia, per liberarsi.

-Lasciamo andare. Lasciami, ho detto! Non la colpirò più promesso, mi sono già sfogata- Nella sua voce traspariva ancora un ringhio rabbioso. Ma lui la lasciò andare. E lei venne davanti a me e disse a parole quello che il suo schiaffo aveva già espresso benissimo.

-Come hai potuto Sakura? Sei sparita senza preavviso, senza spiegazione, mi hai lasciato solo un biglietto. Hai idea di quanto fossi preoccupata?- Gridò. Ora era lei sull’orlo delle lacrime. Pensavo –speravo-  che avesse finito. Ma la parte peggiore stava per arrivare.

-Hai fatto quasi impazzire Naruto! Lo capisci questo?- Continuò. Ero rimasta impassibile per tutta la durata dello sfogo. Ma quando nominò Naruto, vacillai. Sapeva, forse anche meglio di me, quanto io tenessi a Lui. E il fatto di tirarlo in ballo fu davvero un mossa sleale. Ma lei non contenta rincarò la dose. Non avevo idea di come stesse reagendo Naruto alle mie spalle. Ma voltarmi e affrontare il suo sguardo sarebbe stato davvero troppo.

-Tu non lo hai visto! Non hai idea dello stato in cui si trovava quando ha visto che non tornavi. Ti ha cercata dappertutto! E tu che facevi? Te ne andavi tranquilla e girovagare per il mondo!- Basta. Non ce la facevo più. Deglutii. Strinsi i pugni fino a conficcare le unghie nella carne. La mia mascella era tesa.

E abbassai lo sguardo.

Questo indicava la mia sconfitta. Lei aveva vinto. E io riconoscevo la sua vittoria. Ma era lei ad avere le lacrime agli occhi. Shikamaru, Naruto e Sasuke assistevano imperterriti al suo sfogo. Ma nessuno, me compresa, si sarebbe aspettato il gesto che fece Ino un istante dopo. Lei si avvicinò a me.

E mi abbracciò.

-Non fare mai più una cosa del genere- disse, appoggiando il viso sulla mia spalla. Granai gli occhi. Smisi di stringere i pugni. Le braccia però rimasero lungo i miei fianchi. Non ricambiai l’abbraccio, non ero ancora pronta per farlo, per raccontarle cosa mi aveva spinto ad andarmene. Lei, infine, si allontanò da me e mi sorrise. E poi si rivolse a Sasuke.

-Tu! Non credere di essere risparmiato dalla mia ira. Solo perché sei tornato non vuol dire che sarei accolto come un vecchio amico- Probabilmente avrebbe continuato a inveire contro di lui, ma decise che per quel giorno si era infuriata a sufficienza. Ci congedammo da Ino e Shikamaru il più in fretta possibile, dicendo che dovevamo parlare con Kakashi. Io camminavo davanti e i due al mio seguito, non volevo incontrare i loro sguardi. Camminavo tranquilla pensando alle parole di Ino. Davvero Naruto era così disperato quando meno ero andata? La cosa mi faceva sentire immensamente in colpa. Gli avevo fatto del male. Di nuovo. Ma era anche stupidamente contenta del suo interesse nei miei confronti, voleva dire che mi voleva bene. Anche se l’essere sua amica ormai non mi bastava più.  Una volta che fummo abbastanza lontani, Sasuke aprì la sua boccaccia!

-Perché non hai reagito quando ti ha dato lo schiaffo?- disse. Ma perché non si faceva mai gli affari suoi?!

E ancora una volta gli risposi sinceramente.

-Perché ha fatto bene a darmelo- E ne meritavo un altro di schiaffo, avrei voluto aggiungere. Ma qualcosa –o qualcuno- mi bloccò. La vidi dirigersi verso di noi insieme a Kiba.

Hinata.

No. Non ero ancora pronta. Non sarei riuscita a sopportare lei che correva in contro a Lui. Non avrei sopportato il vederli.. insieme. Sarei crollata, avevo ancora bisogno di tempo. Dovevo prepararmi psicologicamente. Meditai di fare dietrofront, di darmela a gambe. Pur di non vederli insieme. Ma non avevo più tempo. Lei stava già correndo nella nostra direzione insieme a Kiba. Mi sorprese il vederli insieme, quei due. Non mi ero dimenticata la lacrima sfuggita a Kiba, quel giorno all’ospedale.

Prima che potessi escogitare qualsiasi piano di fuga, prima che potessi inventarmi un qualsiasi espediente per non vederli insieme, Hinata fece la cosa più inaspettata. Mi abbracciò. Anche lei, come Ino, mi aveva dimostrato il suo affetto con una gesto sincero e spontaneo.

Sincero e spontaneo? -.- Ma per favore! Secondo me quella ci godeva come un cane. Era riuscita a soffiarmi Naruto, e ora faceva l’amicona! Doveva aver dato una festa quando aveva saputo che me ne ero andata! Ma poi Naruto mi era venuto a cercare. E lì probabilmente le è caduto il mondo addosso. Ora forse voleva pugnalarmi alla schiena per averlo allontanato da lei.

Ancora una volta, quel giorno, strinsi i pugni, conficcai le unghie nella carne.

E trattenni un ringhio che mi sorgeva spontanei dal profondo della gola. Ma poi lei si staccò da me. E mi sorrise. E in quel momento mi pentii di tutte le cattiverie che avevo pensato. Hinata a era la creatura più pura che esistesse, e non sarebbe mai stata capace di augurarmi il male. No, perché lei mi voleva bene. E io non meritavo così tanto affetto da parte sua.

E ancora una volta quel giorno mi sentii immensamente in colpa.

-Bentornata Sakura! Eravamo così in pena- disse.

-Come hai fatto a trovarla? Se non sbaglio, non sapevi che pesci pigliare.- intervenne Kiba rivolto a Naruto.

-L’ho cercata in tutti i covi in cui poteva essere Sasuke. Ma lì non c’era, così Kakashi mi ha prestato quell’inquietante cane parlante!-. Disse Naruto con un sorriso.

-Se me lo avessi detto ti avrei prestato.. Akamaru- Rispose Kiba. Ma una espressione di dolore si dipinse sul suo volto. Non capii. Prima che potessi chiedere spiegazioni, Hinata si avvicinò a lui e gli posò una mano sulla spalla. O.O Da quando Hinata mostrava così tanto affetto nei confronti di Kiba?! Davanti a Naruto, poi! Forse voleva farlo ingelosire.. ma Naruto non fece una piega.

E ancora una volta quel giorno non capii.

Più confusa che mai, infine, ci congedammo da loro e riuscimmo ad arrivare da Kakashi, senza incontrare nessun’altro. Le guardie allarmarono vedendo Sasuke, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Ma Kakashi uscì dalla tenda e ci fece entrare. Guardò Naruto.

-Sei riuscito a portarli indietro entrambi- disse. Una semplice costatazione, che però sembrava un complimento. Poi si rivolse a Sasuke.

-Spero che tu sia tornato per restare- Sasuke annuì, per grande gioia mia e di Naruto –Allora è necessario che mi consulti con gli anziani, non è in mio potere riammetterti al villaggio, serve anche il loro consenso.- E poi guardò me. Poi alzò una mano –per una attimo temetti che mi volesse schiaffeggiare come aveva fatto Ino- ma la posò sulla mia spalla. E prima che potessi fare qualsiasi cosa fui avvolta dalle sue braccia.

Ma per la prima volta quel giorno ricambiai l’abbraccio.

Fu veloce ma non irruento. E mi fece sentire per la prima volta a casa. Sorridendo ci disse di andarci a prendere una ciotola di Ramen, e poi di andarci a riposare. Solo allora mi accorsi era quasi tramontato il sole. A Sasuke sarebbe stata assegnata una tenda, visto che casa sua era ancora in piedi, ma inaccessibile.

Fu allora che mi venne in mente un leggerissimo particolare che mi era sfuggito.

 

Non avevo un posto dove dormire.

 

 

 

 

 

 

 

 

Che ne pensate? Questo capitolo è molto più lungo degli altri, ho dovuto troncare quello precedente perché non potevo inserire tutto questo. Nel prossimo spero di inserire i punti di vista un po’ di Naruto e le sensazioni di Sasuke, al suo ritorno al villaggio. Vi chiedo un po’ di pazienza per il prossimo capitolo, perché non ho ancora idea di come strutturarlo, ma soprattutto di cosa scrivere.. qualche suggerimento? Ditemi recensite, e se avete delle idee :)

Alla prossima,

Topazio =)

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Capitolo 16
*** Il momento della Verità ***


La scelta di Sakura

_Il momento della verità_

 

T

utto intorno a me era cambiato. I paesaggi famigliari che mi ricordavano la mia infanzia ora non c’erano più. Mi sentii smarrito. Ma sapevo che era un passaggio obbligato verso la redenzione. E poi ci sarebbe stato un nuovo inizio. Kakashi mandò Naruto e Sakura a riposarsi, dopo il lungo viaggio. E, con la scusa di mostrarmi la tenda che mi era stata assegnata, iniziò a spiegarmi la mia situazione. Ero stato dichiarato un ninja traditore, e non potevo cavarmela con poco. Ma avrebbe fatto di tutto pur di evitarmi il carcere. Avrebbe cercato di convincere i Vecchi Babbioni gli Anziani della mia buona fede, ma avrei dovuto prestare giuramento di fedeltà al villaggio.

-Se hai bisogno anche solo di parlare, sai dove trovarmi- Mi disse davanti alla tenda. –Sasuke, se sei qui devi dire grazie a Naruto e Sakura. Ti è stata data una grande opportunità, non sprecarla- Detto questo, se ne andò. No. Non avrei sprecato la mia seconda possibilità. Ora avevo un altro obiettivo. Senza il quale la mia vita non avrebbe senso. Volevo cambiare, ma allo stesso tempo rimanere me stesso. Volevo fare qualcosa che mi rendesse fiero. Volevo qualcosa che non potesse essere cancellato facilmente, come tutto ciò che avevo fatto per Konoha prima di andarmene. Qualcosa per cui sarei stato ricordato.

Volevo riportare il Clan Uchiha agli antichi splendori.

 

"Tutti moriamo.                                                                                                                                                                
L'obiettivo non è vivere per sempre.                                                                                                                                       
L'obiettivo è creare qualcosa che vivrà per sempre."                                                                                                                      
C. Palahniuk.

 

*********************************************************************

N

 

aruto camminava al mio fianco. Non sapevo dove stessimo andando, ma lo seguivo comunque. Ero troppo occupata a pensare a una soluzione al mio problemino, per pensare alla destinazione. Non avevo la minima intenzione di andare a casa di Naruto. E nemmeno di chiedere ospitalità a Ino. In entrambi i casi sarebbe stato un suicidio. Strinsi forte il libro che tenevo in mano. Ero passata a prenderlo tra gli altri di Tsunade che tenevo all’ospedale. In quel libro, forse, c’era il modo per curare Sasuke.

-Eccoci arrivati!- disse infine Naruto. Eravamo alla mensa degli sfollati. Mi disse di aspettarlo vicino all’entrata. Mi chiesi il perché di quella scelta. Ma poi lo vidi dirigersi in una precisa direzione. Il bancone del Ramen. Prese 5 ciotole d’asporto. 5! Poi tutto contento uscì con me al seguito, sempre troppo occupata a pensare a come trovare un posto dove dormire. Fu quello il mio errore. Pensai troppo. Così tanto che non mi accorsi che, seguendolo, ero arrivata nel posto dove non desideravo andare: casa sua!

Stavo valutando l’opzione di darmela a gambe, ma il profumino invitante del Ramen e i crampi allo stomaco mi fecero desistere. Che stupida! Mi ero infilata nella tana del Leone, solo perché stavo morendo di fame.

Lo aiutai ad apparecchiare e ci mettemmo a mangiare. L’allegria di Naruto durante tutta la cena fu devastante. Io non dissi una parola. Mi sentivo a disagio, inquieta e braccata. Come se stessi andando sul patibolo e quello fosse il mio ultimo pasto. Si, perché si stava avvicinando il momento della verità.

- Sakura? Sei sicura di star bene?- Mi chiese interrompendo il flusso dei miei pensieri. No, che non sto bene! Sono una stupida pecorella che si era infilata nella tana del Leone. Ma Lui avrebbe avuto pietà di me?

 

"Il leone attacca solo quando è affamato,                                                                                                                                        
quando è sazio il predatore e la preda vivono pacificamente insieme."                                                                                                                           
C. Jones.

 

Dovevo agire. Ora.

-Si sta facendo tardi. È ora che io vada. Grazie per la cena. Domani ti porto i soldi che ti devo- Questa fu ufficialmente la scusa più idiota che io abbia mai inventato. Presi il mio libro e mi diressi verso la porta, sperando con tutto il cuore che il ‘Leone’ fosse sazio. Ma non fu così.

-Dove credi di andare?- Pessima scelta di parole. Perché qualunque risposta si sarebbe rivelata una bugia. Casa? La tua è distrutta. Tenda? Non ce l’hai più. Mi fermai. Osservai speranzosa la porta davanti a me. Quelle porta troppo lontana per essere raggiunta. Brava Sakura! Gran bella idea quella di entrare nella tana del Leone! E ora che mi inventavo?! Mi girai. Ma non vidi una sguardo alcun segno di dubbio, sospetto o qualsiasi altra cosa mi aspettassi di trovare. Lui sorrideva.

E più veloce che mai una lacrima a lungo trattenuta sfuggì al mio controllo, rigò la mia guancia. E si infranse per terra. Cancellai alla velocità della luce ogni traccia di quella debolezza del mio volto. Mai non fui così veloce da ingannare Lui. E il suo sorriso svanì.

-Sakura, io..- sussurrò. Non gli diedi il tempo di terminare la frase.

-Ora devo andare- dissi con voce ferma. Mi voltai e arrivai vicinissima alla mia via di fuga.

-No. Ehi, aspetta. Dove vuoi andare?- disse, venendomi a fianco. Non risposi. Perché non sapevo che dire. –Non hai più la tua tenda, dove hai intenzione di andare a dormire?- Cosa potevo inventarmi? Niente.

-Puoi.. puoi restare da me. Come.. come l’ultima volta- Balbettò imbarazzato, grattandosi la testa.

-Naruto, io.. io credo che non sia il caso..- Dissi.

-Perché?- chiese. Il suo tono era quasi.. quasi ferito. E mi sentii morire.

-Io non posso- Dissi. Come potevo sperare di uscirne indenne? Avrei sofferto. Starli così vicino, e sapere di non poterlo.. toccare.. C’è chi dice di cogliere l’attimo, senza pensare alle conseguenze. Ma quanto dolore avrei dovuto sopportare io, dopo una simile decisione?

-Non puoi. O non vuoi?- Dal suo tono sembrava come se da quella risposta dipendesse la sua vita. Questo mi spinse a guardarlo. Ad alzare gli occhi e a immergermi nel suo sguardo. Fu allora che mi venne in mente una cosa così ovvia che mi fece quasi male.

Lottare per amore.

Perché non lo facevo? Perché gettavo la spugna dando per scontato che ogni speranza di un futuro insieme fosse solo una stupida illusione? Perché non mettermi in gioco e dare tutta me stessa per ottenere quello che volevo? Forse era per questo che mi sentivo braccata, in trappola, perché nel profondo sapevo che questo momento sarebbe arrivato. Misi il libro sul tavolo. E mi ci appoggiai a mia volta. Lui venne davanti a me.

-Naruto. Io..- Non sapevo da dove cominciare. Non sapevo cosa dire, né come dirlo.

-Sakura io sono stanco. Si può sapere che ti succede? Sei diventata.. totalmente indifferente. Non hai fatto una piega davanti a Ino e Hinata. È come.. è come se ti fossi costruita delle mura attorno a te per impedire che qualsiasi cosa entri o esca.- Già aveva proprio ragione. Per non mostrarmi debole avevo innalzato barriere invisibili per evitare di essere ferita ancora una volta. Niente entrava nemmeno l’affetto e l’amicizia. Ma era il giusto prezzo da pagare per non soffrire più. Ma il mio scudo mi stavano allontanando da Lui.

-Credo che sia giunto il momento che tu mi dica la verità- Disse. Il tono severo e autoritario della sua voce mi allarmò. Appoggiò le mani sul tavolo vicino ai miei fianchi. Mi ritrovai così intrappolata tra Lui e il tavolo. Eravamo così vicini.. una vicinanza dolorosa e pericolosa, ma ora avrei lottato per Lui, a costo di rovinare la mia amicizia con Hinata. Era giusto che Lui conoscesse la verità.

E con un filo di voce sussurrai a pochi centramenti dalla sua bocca:

-Mi sono innamorata di te-  

Non abbassai lo sguardo.                                                                                                                                                         
Non balbettai.                                                                                                                                                             
Non piansi.

Pronunciai quelle parole con tono fiero e dignitoso. Perché non dovevo vergognarmi di quello che provavo, perché l’amore può ucciderti dentro, ma ti fa sentire viva.

La sua reazione non tardò ad arrivare. Sgranò gli occhi, sorpreso. Ma c’era qualcos’altro che vidi nei suoi occhi. Qualcosa che non seppi definire subito, ma che mi confuse.

Gli avevo aperto il mio cuore.                                                                                                                                   
E in modo sincero avevo detto ciò che provavo.

Ma a lui questo non bastò.

 

 

 

 

 

 

-Io non ti credo-

 

 

Ci sono abissi che l'amore non può superare,                                                                                                                      
nonostante la forza delle sue ali.
Honoré de Balzac

 

 

 

 

Ringrazio di cuore:  luli97,  Orihime Hyuuga e vale98sonohra per  i loro consigli. Grazie al cielo ho trovato l’ispirazione, che ne pensate? Non vi aspettavate questa reazione di Naruto, vero? Se vi ho sorpreso ne sono ben felice. Ma non disperate nel lieto fine, perché, almeno nelle fan fiction, il cosiddetto ‘happy ending’ deve esserci. Ma non è ancora il momento.

Comunque la mia storia si sta avviando verso il finale, non so ancora quanti capitoli durerà perché sono un tantino disorganizzata! Spero di non avervi deluso, fatemi sapere in ogni caso.

Alla prossima,

Topazio =)

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Capitolo 17
*** Lacrime di Verità ***


La scelta di Sakura

_Lacrime di Verità_

 

Dall'amicizia all'amore                                                                                                                                                               
c'è la distanza di un bacio.
Anonimo

 

 

-Io

non ti credo-

Mi crollò il mondo addosso. Ogni parola, ogni pensiero, ogni gesto era completamente bloccato. Nella mia testa c’era solo e unicamente quella frase.

Io non ti credo

Il mio corpo non si muoveva, era come paralizzato, i miei occhi però osservavano Naruto. Ma poi Lui si allontanò. Sentii il freddo calare su di me. Ma questo suo gesto mi risvegliò dalla paralisi. Mentre Lui si faceva sempre più distante e irraggiungibile. Avevo pensato a un possibile rifiuto, certo, le probabilità c’erano. Ed erano alte. Soprattutto dopo che avevo visto quel bacio. Ma mai e poi mai avrei potuto immaginare quel tipo di risposta da parte sua. Sentii male al petto, ma solo quando Lui si voltò, mi mossi. Ancora una volta portai la mano all’altezza del cuore (*) nel disperato tentativo i non far andare in pezzi il mio cuore. Un’altra volta. Sentii gli occhi pizzicarmi. Possibile che nel omento in cui aprivo il mio cuore, Lui potesse pugnalarlo così, senza pietà?

-P-perché?- dissi fissando il pavimento, tentando di non scoppiare a piangere. Lui si voltò, e trovai la forza per alzare lo sguardo. Non avrei abbassato gli occhi, no. Volevo guardarlo mentre mi spezzava il cuore. Doveva dirmelo in faccia perché non mi credeva. Il suo viso sempre illuminato da un sorriso contagioso, ora era teso, tirato. Ma ciò che mi sorprese fu che non ero la sola a provare dolore. Sul suo volto traspariva la stessa disperazione e sofferenza che provavo io.

-Perché?- Chiese. Dalla sua voce traspariva un misto di amara sorpresa e collera. Ecco cos’era quel qualcosa di anormale che avevo notato nei suoi occhi. Ora avevo capito di cosa si trattava. Rabbia. La cosa mi spaventò. Mai, mai, mai Lui si era mostrato così in collera con me. Lui mi aveva perdonata, sempre.

-Mi chiedi perché?- Disse. Ora anche Lui sembrava sull’orlo delle lacrime come me. E vederlo in quello stato faceva male. Ma la cosa peggiore è che era colpa mia. –Mi hai già detto quelle parole. Mi hai già mentito prendendoti gioco di me-

Ora capivo. Avrei dovuto pensarci prima. Già un volta avevo detto di amarlo. Lo avevo ferito. Lo avevo ingannato.  Avevo mentito. O forse, non mi ero ancora resa conto i quanto in realtà tenessi a Lui. Il suo risentimento era più che giustificato. E, colpevole, abbassai gli occhi. Una crepa apparve sul muro invisibile che avevo eretto attorno a me per non provare più sofferenza.

E una lacrima a lungo repressa, sfuggì al mio controllo, rompendo gli argini.

Si allontanò ancora di più da me. E più era distante, più diventava irraggiungibile. Si voltò, mi diede le spalle. Si stava avvicinando verso la porta, ma potevo lasciarlo andare. Mi mossi, e cercai di abbattere quella barriera che ci stava separando. E afferrai la sua mano. Il freddo che era calato su di me dopo che si era allontanato, parve sciogliersi, ma persisteva ancora nell’aria.

Lui mi guardò, io lo guardai.

 

Nulla è più complicato della sincerità.                                                                                                                                   
Luigi Pirandello

 

-L’avevo fatto per proteggerti. So di aver sbagliato e di averti ferito. Ma avevo paura di perderti- Dissi. La mia voce si incrinò. Le lacrime continuavano a scendere piano sul mio viso. Ma volevo, dovevo continuare a guardarlo. Perché i suoi occhi mi davano la forza necessario per andare avanti.

-Ma ora non ti sto mentendo. So quello che dico. E so che è verità.- Dissi. Semplice, concisa. Sincera.

 

La verità si ritrova sempre nella semplicità,                                                                                                                                  
mai nella confusione.                                                                                                                                                                              
Isaac Newton

 

Ma a Lui sarebbe bastato?

Qualcosa mutò nei suoi occhi. Si avvicinò al mio viso, mentre cercavo i frenare le lacrime.

-Dimostramelo. Dimostrami di amarmi- Disse. Ok. Ma come? Era giusto in fondo che mi chiedesse una prova. Lui non aveva mai nascosto quello che provava per me. Mentre io non avevo mai capito fino in fondo il suo valore. Ero stata cieca. Ma ora ci vedevo bene. Come potevo dimostrargli ciò che provavo? Ma pensandoci…

-L’ho già fatto. Io ho scelto te.-  Sperai con tutto il cuore che capisse. Ero corsa da Lui rinunciando a Sasuke. Sasuke! Lo avevo amato per anni, ma ero andata dalla parte opposta. E non mi sarei mai pentita della mia scelta, perché era la cosa giusta da fare.

La reazione di Naruto fu immediata. Mi intrappolò veloce contro il muro, poco lontano, posizionando le mani all’ altezza del volto, bloccando ogni mia via di fuga. Come se temesse che potessi –o volessi- davvero scappare.

-E allora perché te ne sei andata?- Chiese. Il mio sguardo vacillò. Nella mia mente il ricordo di Lui e Hinata insieme, tornò a tormentarmi. E un’altra lacrima scivolò sul mio volto. Per quanto doloroso fosse, sarei andata fino in fondo.

-Ti ho visto. Quel giorno. All’ospedale- Deglutii. Ma andai avanti. –Tu e Hinata. Nel momento stesso in cui vi ho visti insieme, ho capito di amarti. E, credimi, mi sento una grandissima stupida per essermene accorta così tardi-  Il suo sguardo da confuso divenne.. colpevole. Ebbi un tutto al cuore. Allora ero proprio vero. Ero arrivata troppo tardi. Fino all’ultimo avevo sperato di essermi sbagliata, avevo cercato tante volte di dare una spiegazione a quel bacio. Ma poi appoggiò la sua fronte contro la mia e chiuse gli occhi. Io lo imitai. Quel piccolo contatto mi diede un po’ di sollievo, mentre il mio cuore continuava a profondare.

-Speravo che non tu lo venissi mai a sapere- Mi disse. –Non avevo idea che avessi assistito. Ma non è come credi- Aprii gli occhi di scatto, animata da una disperata e flebile speranza. –Ero andata a trovarla. E mi ha baciato- Arrossì. –Se.. se solo tu fossi rimasta qualche altro secondo avresti visto.. avrei visto che l’ho rifiutata.- Sgranai gli occhi. E Lui arrossì e mi sorrise, distanziandosi poco da me.

 

 

Un ultima piccola lacrima infranse tutte le barriere che avevo eretto e fermò il suo corso accanto alle mie labbra. Ma non vi rimase a lungo, fu asciugata dal piccolo, innocente e meraviglioso bacio che Naruto seppe regalarmi.

 

 

Thomas Kempis ha scritto:                                                                                                                                            
 
"L'amore non sente pesi,                                                                                                                                                           
ignora i suoi problemi,                                                                                                                                                      
affronta quello che è al di sopra delle sue forze,                                                                                                                            
non invoca scuse per l'impossibilità,                                                                                                                                                 
perché pensa che tutto sia legittimo per lui.                                                                                                                               
E che tutto sia possibile."

 

 

Questa è una delle mie citazione preferite. Mi scuso per l’immenso ritardo, ma ho avuto qualche difficoltà a scrivere questo capitolo e spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto (soprattutto a Simuz, perché le tue recensioni mi hanno mandato in paranoia, ma mi ha anche insegnato che come ha detto  Cyril Connolly: "Meglio scrivere per se stessi e non avere pubblico, che scrivere per il pubblico e non avere se stessi."). Ma devo dire che, nonostante le revisioni, questo capitolo non mi convince molto.  

Fatemi sapere,

Topazio=)

 

(*) Gesto già fatto a Sakura nel capitolo ‘Furia’.

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Capitolo 18
*** Noi ***


La scelta di Sakura

_Noi_

 

 

Tutto quanto può contenere l'amore                                                                                                                                              
si può dire con un bacio.
Anonimo

 

 

 

A

vevo lottato.                                                                                                                                                             
Avevo pianto.                                                                                                                                                     
Avevo sofferto.                                                                                                                                                   
Avevo mentito.

Ma ogni lacrima, ogni goccia di sangue, ogni sofferenza furono ripagate dal gesto più innocente che Naruto avesse mai fatto. Ogni frammento del mio cuore a pezzi tornò al proprio posto, ogni muro che avevo eretto crollò grazie a quel semplice contatto. Ogni paranoia, ogni paura, ogni complesso, sembrarono perdere ogni significato davanti a quello sfiorarsi di labbra. Improvvisamente tutto si annullava, tutto perdeva importanza, e consistenza. Tutto smetteva di esistere.

 

C’eravamo solo io e Lui. Noi.

 

Sentivo la sua mano sul mio viso. Sentivo il calore che mi trasmetteva. Sentivo il mio corpo tramare a ogni suo gesto. Tutte le incomprensioni, i silenzi, i sussurri, gli sguardi trovarono all’improvviso una spiegazione e, contemporaneamente, un nuovo significato. Dopo pochi istanti che sembrarono vite intere, Lui si staccò da me. E ci ritrovammo a sorridere come due stupidi. Senza mettere di guardarci, arrivammo nella sua camera da letto. Ci sdraiammo sotto le coperte, e rimanemmo stretti stretti a riscaldarci. Mi avvolse con le sue braccia, facendomi venire ancora più vicina a Lui.

Perché bastava questo tra di Noi. All’improvviso era tutto chiaro. Niente baci travolgenti, niente passione disarmante, niente sesso sfrenato appena dopo il primo bacio. Perché bastava poco tra Noi. Perché era grazie alle sue piccole attenzione quotidiane che mi ero sentita speciale per la prima volta. Perché il nostro rapporto si era sempre basato sui piccoli gesti. Una carezza, uno sguardo, un silenzio.

 

Nell'amore, un silenzio vale più di un discorso.
Blaise Pascal

 

Sentivo la sua mano che mi accarezzava i capelli, e non mi ero mai accorta quanto fosse rilassante quel semplice gesto, fino a quando non lo avevo provato sulla mia pelle. Non ci fu nessun’altro bacio tra di Noi quella sera. Forse eravamo troppo confusi, emozionati o semplicemente spaventati dal quell’improvvisa.. intimità. Forse volevamo solo andarci piano, troppo stupiti di essere riusciti ad aprire finalmente i nostri cuori. Forse eravamo semplicemente increduli.

Piano piano ci addormentammo, tra sussurri e mezze parole. In poco tempo mi raccontò tutto ciò che era successo durante la mia assenza. Con mia grande sorpresa scoprii che c’era stata una specie di rottura tra Kiba e Akamaru. Solo allora mi spiegai la mancanza del cane nelle ultime due occasioni in cui avevo incontrato Kiba. Ma ciò che mi sorprese veramente fu il motivo di tale ‘rottura’. Naruto mi spiegò che Hinata dopo il rifiuto aveva saputo trovare in Kiba, la sola medicina che sapesse curale il suo cuore. Ma probabilmente Akamaru non aveva gradito questa improvvisa intimità tra i due. Trovavo esagerata l’improvvisa gelosia di Akamaru nei confronti di Hinata. Anche perché i due avevano sempre avuto un ottimo rapporto. La posizione di Kiba era, invece, quella più complicata. Era stato ‘costretto’ scegliere tra il suo migliore amico e la ragazza che ama. Sperai con tutto il cuore che le cose si potessero sistemare. Perché volevo bene a Hinata, e volevo che anche lei potesse essere felice con Kiba, e magari imparare ad amarlo come aveva amato Naruto.

 

 

Il risveglio fu  migliore di quanto potessi sperare. Venni svegliata dalle carezze di Naruto e dalla luce del sole che filtrava dalle finestre. In quell’attimo di ‘trauma-post-risveglio’, mi domandai se non avessi sognato tutti gli avvenimenti del giorno precedente. Ma ad allontanare tutti i dubbi fu un gesto di Naruto. Mi diede un bacio a fior di labbra. E mi ritrovai ancora una volta a sorridere come una scema.

Mi feci una doccia mentre Naruto preparava la colazione. Non smettemmo un attimo di sorridere. Sparecchiai e lavai i piatti mentre Lui faceva la doccia. Poco dopo uscimmo di casa e decidemmo di comune accordo di andare a prendere Sasuke al campo. Insieme saremmo andati dall’Hokage per essere informati sulla sua situazione. Quel giorno il Consiglio si sarebbe riunito per decidere la ‘punizione’. Prima di uscire, però, presi il libro di Tsunade, e sperai che, con quello, avrei potuto trovare una cura per Sasuke.

 

*********************************************************************************

L

 

i vidi arrivare insieme. Si fermarono davanti a me mentre continuavano a sorridere senza alcun motivo apparente. Non avevo dormito molto bene quella notte. Il ‘letto’ era piuttosto scomodo, ma non avevo intenzione di cominciare a lamentarmi prima ancora di essere riammesso al villaggio. L’idea della pena che mi aspettava mi faceva sentire inquieto, a lungo mi ero chiesto, quella notte, quale sarebbe stato il prezzo da pagare. E a lungo mi ero risposto che ne sarebbe valsa la pena. Avrei dovuto sopportare gli sguardi pieni d’odio di coloro che avevo ferito. Ma non m’importava.

Ci stavamo dirigendo verso la nostra destinazione, passando attraverso il campo profughi. Non mi sapevo orientare là dentro, quindi mi limitai a seguire Sakura e Naruto. Lei, però, parve all’improvviso ricordarsi di un impegno.

-Accidenti!- Disse –Devo andare all’ospedale. Tra poco comincia il mio turno. Se non mi presento finisce che Ino mi ammazza sul serio questa volta!- Poi si rivolse a me. –Mi dispiace Sasuke, non posso venire con voi da Kakashi-  Poi.. poi guardò Naruto.

E  io mi sentii di troppo. Il tipico terzo incomodo. Terzo incomodo! Loro si guardarono con una tale intensità, che quasi mi costrinse a distogliere lo sguardo. Non sopportavo l’idea che si guardassero in quel modo. Che Lei guardasse in quel modo lui. In quello stesso modo in cui un tempo guardava me.

 

"La nostra qualità più autentica è la capacità di creare,                                                                                                                                  
di superare, di sopportare, di trasformare, di amare                                                                                                                                          
e di essere più grandi della nostra sofferenza."
                                                                                                                                                        
Ben Okri

 

 

Nel giro di pochi istanti Lei si avvicinò a lui. E, esitante, sfiorò la sua guancia con le labbra. Sentii la rabbia nascermi dal profondo. Strinsi i pugni. Ma mascherai ogni altro segno di disagio. Quando Lei se ne fu andata, Naruto mi raggiunse tutto sorridente. Camminai il più veloce possibile per arrivare da Kakashi e allontanarmi da lui. Una volta arrivati, gli intimai di lasciarmi svolgere il colloquio da solo. Avevo bisogno di starmene un attimo da solo, ma non potevo. E prima di entrare nella stanza del consiglio feci un profondo respiro.

 

*********************************************************************************

 

 

S

ulla mia guancia sentivo ancora il calore delle labbra di Sakura. Il mio cuore non aveva smesso un attimo di battere all’impazzata. Non mi aspettavo questo tipo di gesto da parte sua, ma mi aveva sorpreso e reso ancora più felice di quanto non fossi.

 

Sasuke non ci mise molto, e, poco dopo il colloquio con gli Anziani e l’Hokage, uscì. Il suo volto era rilassato, ma traspariva una sorta di inquietudine. Stavo per domandargli come era andata, ma prima ancora che aprissi bocca mi disse qualcosa che non riuscivo a capire:

 

 

-Naruto, io e te dobbiamo parlare. In privato-

 

 

 

 

Eccomi qua! Che ne pensate? Spero tanto che vi sia piaciuto (soprattutto a tOkiOsa e Simuz ^-^) Che cosa vorrà mai Sasuke da Naruto? E cosa hanno deciso gli anziani a proposito della sua situazione? Mi scuso per gli eventuali errori di distrazione.

Fatemi sapere,

Topazio =)

 

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Capitolo 19
*** Confusione ***


La scelta di Sakura

_Confusione_

 

Non fuggire in cerca di libertà,                                                                                                                                            
quando la tua più grande prigione è dentro di te.
Jim Morrison

 

 

 

L

o sentivo mentre mi seguiva a pochi metri da me. Aveva le braccia dietro le spalle e quello stupido sorriso stampato sul suo volto. Cercai di allontanarmi il più possibile dalla confusione che regnava nel campo. Non volevo che nessuno ci ascoltasse. Che nessuno sentisse ciò che di più profondo e umiliante avevo da dire. Non avevo mai provato quel genere di confusione e di turbamento. Mai avrei pensato che tutto questo potesse scaturire da un semplice gesto di Sakura.

Ma per tutto questo c’era un spiegazione più che logica U.U. Il mio orgoglio maschile mi impediva di assistere passivamente alla felicità dei miei.. amici. Lei prima amava me, ma di punto in bianco aveva cambiato idea, e questo non mi sembrava.. equo. Eppure..

« Allora Naruto.. » dissi, non sapendo bene né come introdurre l’argomento, né se volevo davvero farlo. Per fortuna fu lui a dire qualcosa prima che un imbarazzante silenzio calasse tra di noi.

« Com’è andata?» chiese. Forse non capiva il mio disagio. E questo era un bene. Per un attimo non capii a cosa si riferisse, ma poi compresi. Risposi alla sua domanda mentre cercavo di prendere tempo e riordinare le idee.

« Mi hanno dato un periodo di prova di un anno. Se allo scadere del tempo mi sarò comportato in modo consono, allora sarò reintegrato a tutti gli effetti come Ninja di Konoha. Per controllarmi mi hanno applicato un Marchio». Dissi mostrandogli il mio braccio destro, sul quale ora era presente il disegno di una catena che percorreva l’intera lunghezza del braccio, attorcigliandosi attorno. Naruto rimase un attimo interdetto; conoscendolo, sicuramente non approvava il Marchio. Come me. Ma non potevo rifiutare, perché avrei detto addio alla possibilità di tornare a essere un Ninja della Foglia.

« Non sono d’accordo». Disse. Come avevo previsto. Ma lo interruppi prima che iniziasse a parlare.

« Non è per questo che ti ho portato qui». Dissi. «È.. è per Sakura» Deglutii a disagio. Ma che mi succedeva? «Si è comportata in modo.. strano ». Lui arrossì e sorrise. Si grattò i capelli e disse:

«Ci siamo baciati!»

 

 

C-cosa?!

«…Si, insomma stiamo insieme. Più o meno. In realtà non lo so neanche io.. è successo tutto all’improvviso..»

C-come?!

«…Sai sta notte si è fermata da me.. Ed è stato così.. magico ».

Magico ?! Un istinto omicida che pensavo di aver sepolto, tornò alla luce. Per un attimo cercai di immaginarmeli insieme. La cosa non mi disgustò, non mi toccò, né mi lasciò indifferente.. mi devastò. Come avevo potuto essere così cieco davanti ai segnali? Ma soprattutto: perché non riuscivo a gioire per loro? Possibile che il mio ‘orgoglio maschile’ potesse rendermi così.. rabbioso davanti alla loro unione? Perché?

Non potevo però starmene zitto davanti a Naruto che, evidentemente, si aspettava un qualche tipo di reazione da parte mia.

«Buon per voi» Dissi.

 

E scappai via.

 

*********************************************************************************

I

 

l vento di primavera mi scompigliò i capelli e mi portò a distogliere l’attenzione dal libro che stavo leggendo. Era stata una giornata piuttosto tranquilla, pochi pazienti e niente Ino. Naturalmente non sarei riuscita a evitarla all’infinito, ma più ci riuscivo, meglio era. Non era nemmeno mezzogiorno e non vedevo l’ora di arrivare a sera per vedere Naruto. Mi sfiorai le labbra con un gesto involontario, e sorrisi impercettibilmente. Immersa nei miei pensieri quasi non mi accordi della presenza di Sasuke. Per poco non caddi dalla sedia per lo spavento.

«Ehi, mi hai spaventata » Disse, riprendendomi dallo spavento, alzandomi e appoggiando il libro sul tavolo. «Com’è andata?». Non mi rispose, sembrava che neanche mi sentisse.

«Sei andata a letto con Naruto?»

 

 

C-cosa?

Ciò che mi sconvolse non fu la domanda –tra l’altro piuttosto fiori luogo- ma tutto il resto. Mi sconvolse il tono della sua voce, l’espressione del suo viso, la rabbia nei suoi occhi. Non capii. E, impaurita e spiazzata, non risposi. Ma lui si innervosì.

«Ti ho fatto una domanda. Rispondimi!» Urlò.

«Se anche fosse, non deve fregartene niente!» Dissi. Era una domanda troppo intima e privata.

«Si, invece. Me ne frega eccome.»

«Perché?»

 

*********************************************************************************

G

 

ià perché? Perché ero così arrabbiato? Perché le ero piombato addosso senza alcun motivo? Perché sono corso qui dopo aver parlato con Naruto? Perché mi disturbava tanto vederli insieme? Perché non potevo essere semplicemente felice per loro? Perché? Perché? Perché?

 

 

Nessuna domanda è più difficile di quella la cui risposta è ovvia.
George Bernard Shaw

 

Dovevo pensare in fretta. Dovevo trovare un scusa, una qualunque. E da perfetto ipocrita trovai la scusa del perfetto amico.

«Perché siete i miei amici, e non voglio che vi facciate male a vicenda». Che cosa centrasse questa cosa con la domanda che le avevo fatto, non lo so. Ma non sapevo che inventarmi. Ma Lei parve credermi più di quanto avessi sperato.

«Vuoi che ci andiamo piano. Ti capisco. È quello che stiamo facendo, infatti». Sakura era sempre stata il cervello della squadra e questa volta era riuscita a trovare l’anello mancante al mio ragionamento fatto da bugie e da domande senza risposta. Annuii. E prima che la conversazione potesse dilungarsi in ambiti che preferivo non esplorare, mi allontanai, salutandola frettolosamente.

 

Corsi veloce e mi allontanai da Lei che probabilmente era più confusa di me. Mi ritrovai davanti alla porta del villaggio, senza che mi ricordassi come ci fossi arrivato. Ancora pochi passi e mi sarei potuto trovare fuori. Avrei potuto correre in mezzo alla foresta, sugli alberi. E dimenticarmi di tutto. Sakura. Naruto. Sakura e Naruto.

Sarebbe stato semplice. Là fuori non avrei avuto problemi. Niente regole, niente marchi, niente perché. Solo io e basta. Quella era la situazione ideale. Avrei potuto trovare un equilibrio. E tutto sarebbe stato perfetto.

Ma allora perché non riuscivo ad allontanarmi?

 

Ci sono molti modi di arrivare,                                                                                                                                                               
il migliore è di non partire.
Ennio Flaiano

 

Che cosa mi tratteneva ancora lì, in quel luogo pieno di ricordi e sofferenza? Una parte di me –molto piccola- gridava la risposta a tutti quei perché. Ma  mi rifiutavo di ascoltare. Tutto quello che sapevo e che mi bastava sapere era che vedere Sakura e Naruto insieme mi infastidiva. Ma non vederli affatto sarebbe stato peggio. Ecco perché non riuscivo a varcare quello soglia.

Dovevo resistere. E ci sarei riuscito.

Mi voltai e cominciai a correre nella direzione opposta.

 

 

« Naruto » Dissi, richiamando la sua attenzione. Lo avevo raggiunto in fretta, era nello stesso posto in cui l’aveva lasciato. Appena mi vide sorrise, come se non fosse successo niente. A volte invidiavo la sua ingenuità.

« Sei tornato finalmente! Ti ho aspettato per un secolo.»

« Avevo una cosa da fare » Dissi. «Però sono tornato per un motivo». Il tono della mia voce si fece più duro, cambiamento che Naruto notò.

 

«Ti avverto. Se Sakura verserà anche solo una lacrima a causa tua, non mi sarò scrupoli, non me ne importerà più niente della nostra amicizia,  io agirò di conseguenza. Se la fai soffrire, me la pagherai, farò tutto ciò che è in mio potere per allontanarti da Lei.»

 

 

 

Credo di avervi rincoglionito con tutti questi perché, quindi perdonatemi. In questo capitolo, comunque, come forse emerge dall’intera storia, volevo rendere evidente il mio intento: Sakura e Naruto sono cresciuti e maturati. Ma Sasuke è rimasto ‘indietro’ e, confuso, ha bisogno di spiegazioni e risposte ai suoi interrogativi. Non capisce quello che gli succede e perché non riesce a fare la scelta più semplice: scappare.

A meno che non mi vengano idee geniali, credo che questo sia il penultimo capitolo della storia. Mi scuso per gli eventuali errori di grammatica e/o di distrazione.

Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto, soprattutto a tOkiOsa e Simuz. Fatemi sapere :)

Topazio =)

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Capitolo 20
*** Libera ***


La scelta di Sakura

_Libera_

 

 

I

l sole che filtrava dalle finestre mi fece svegliare da un lungo sonno. Tastai per tutta la lunghezza del letto Naruto. Dopo qualche settimana di sacrifici eravamo riusciti a risparmiare abbastanza da poterci comprare un letto matrimoniale, perché nel singolo iniziavamo a stare un po’ stretti. E poi, ormai vivevo ufficialmente a casa sua. Mi alzai lentamente, dovevo essermi svegliata tardi perché dirigendomi  in cucina vidi Naruto che stava già preparando il pranzo. Mi affiancai a Lui e gli sfiorai la guancia con un bacio. Mi sedetti a tavola e poco dopo mi servì un piatto di minestra fumante.

«Sai, ho visto Sasuke ieri. La sua vista sta migliorando da quando ha cominciato la cura». Dissi, esaminando bene la sua reazione. La forchetta che impugnava si fermò per meno di un secondo a mezz’aria. Di nuovo. L’avevo fatto ancora. Da qualche settimana, ogni volta che nominavo Sasuke si bloccava. Sembrava quasi che lo disturbasse il solo fatto che pronunciassi il suo nome.

«Naruto. Guardami». Il tono della mia voce attirò finalmente la sua attenzione. «Sei sicuro che vada tutto bene?» Mi guardò per qualche secondo, poi abbassò lo sguardo.

«Si, non c’è niente che non vada.» Lasciai perdere, entrambi eravamo però consapevoli che era una bugia. «D’accordo, lasciamo perdere. Però lo sai che puoi dirmi tutto.» Dissi stringendogli la mano che aveva posato sul tavolo. Lui mi sorrise, grato che non avessi insistito.

 

 

Passammo il resto del pomeriggio insieme, sul divano. Ma più stavo con Lui, più lo sentivo distante. Intuivo che centrava in qualche modo Sasuke, ma non capivo che cosa potesse aver turbato tanto Naruto. Dovevo trovare un modo per farli incontare. Con una scusa uscii di casa. Mi diressi in fretta al campo, ma non trovai Sasuke. Lo cercai vicino al bosco e finalmente vidi. Si stava allenando, lanciava i kunai verso un bersaglio. Lo raggiunsi in fretta, Lui mi guardò sorpreso.

«Finalmente ti ho trovato!» Dissi. «Io e Naruto volevamo invitarti a cena. So che il cibo del campo non è un granché, per questo vorremmo che tu venissi da noi. » Sembrò pensarci su, ma sapevo che non vedeva l’ora di mettere sotto i denti un pasto caldo. Ero convinta che avrebbe accettato subito, invece..

«Non credo sia il caso» Disse, lanciando un kunai che sfondò il bersaglio. Non capivo. Perché rinunciava a un ottimo pasto caldo? Si sa che gli uomini bisogna prenderli per la gola.. Ma non mi diedi per vinta. Iniziai a pregarlo e a strattonarlo, fino a che, stufo, non acconsentì ai miei capricci.

 

«Naruto! Guarda chi è venuto a trovarci.» Dissi entrando in casa. Sasuke mi lanciò un’occhiataccia, dopo aver capito che Naruto non c’entrava niente con l’invito. Naruto vedendo Sasuke si bloccò un istante poi cercò di accoglierlo in modo normale. Durante la cena la tensione si tagliava con il coltello. Io spostavo lo sguardo da un all’altro, cercando di decifrare gli sguardi che mi inviavano.

Non riuscivo a capire che cosa avrebbe potuto dividerli. Entrambi sembravano avercela con me per la ‘trappola’ in cui l’avevo incastrato. Ma non sapevano che avevo intenzione di svignarmela presto. Quella sera avrei dovuto fare il turno di notte all’ospedale, come la notte precedente.

Mi fulminarono entrambi come previsto, quando dissi loro che me sarei dovuta andare. Ordinai loro di risolvere qualsiasi scaramuccia fosse sorta tra di loro. E, sentendomi un po’ in colpa, mi chiusi la porta alle spalle.

 

**********************************************************************

 

Q

uando la porta si chiuse io e Sasuke rimanemmo soli. Mi sentivo a disagio in sua compagnia, ma detestavo ancora di più ogni volta che Lei pronunciava il suo nome con tanta allegria. Soprattutto dopo quello che aveva detto Sasuke. Le sue parole mi ronzavano ancora in testa.

 

Ti avverto. Se Sakura verserà anche solo una lacrima a causa tua, non mi sarò scrupoli, non me ne importerà più niente della nostra amicizia,  io agirò di conseguenza. Se la fai soffrire, me la pagherai, farò tutto ciò che è in mio potere per allontanarti da Lei.

 

Tranne parole di circostanza, non ci eravamo più parlati dopo quel giorno. Questa situazione mi infastidiva, ma detestavo ancora di più il sentirmi minacciato dal mio migliore amico. Avevo bisogno di risposte, dovevo sapere cosa si nascondeva dietro quelle parole di minaccia. Non volevo girarci intorno, così andai dritto al punto.

«Provi qualcosa per Sakura?»

 

**********************************************************************

P

 

resi tempo. Non mi aspettavo una domanda così diretta. Così esitai.                            

«E se anche fosse?» Chiesi. Lui mi guardò sorpreso dalla mia risposta. Vidi un lampo di timore passare nei suoi occhi. «Se le chiedessimo di scegliere un’altra volta. E se Lei scegliesse me, tu cosa faresti?» Stavo giocando sporco, era una cattiveria metterlo davanti a una simile ipotesi. Ma volevo vedere fino a che punto poteva spingersi il suo autocontrollo. Se avesse perso la pazienza mi sarei battuto volentieri con lui.

Ma non potevo prevedere gli effetti che avrebbero avuto su di me la sua risposta.

«La lascerei andare.»

 

Se ami qualcuno lascialo libero.                                                                                                                                  
Se torna da te, sarà per sempre tuo,                                                                                                                    
altrimenti non lo è mai stato.’
Richard Bach

 

«Saresti davvero disposto a lasciarla andare?» Ero basito. Come poteva un uomo accettare una simile situazione? Come poteva accettare di vedere la donna che ama tra le braccia di un altro? Avevo quasi la voglia di mettere alla prova la sua capacità di sopportazione. Avevo quasi voglia di correre da Sakura per chiederle di scegliere. Ero persino tentato di mentirle, di dirle che l’amavo, solo per il gusto di vedere la sorpresa nel suo sguardo, solo per vedere le lacrime scorrere sul suo viso. Solo per poterla stringere.

Solo per vedere la faccia di Naruto mentre Lei sceglieva me e non lui.

Ma Lei non avrebbe scelto me. La questa consapevolezza mi lasciò l’amaro in bocca.

Non lo avrebbe più fatto. Avevo sprecato tutte le mie possibilità. E Lei si era stufata di aspettarmi. Naruto invece non si era mai stancato di aspettare Lei. Questo mi portava a pensare che in realtà Lei non mi amasse poi così tanto. Naruto invece si. Perché era sempre stato un punto fermo, un certezza per Lei. L’unico che era pronto a vederla tra le mie braccia, pur di vederla felice. Solo chi ama veramente può sopportare una simile sofferenza.

Naruto era l’unico che meritasse il suo amore.

 

 

Il solo fondamento della verità                                                                                                                                           
è la possibilità di negarla.                                                                        
Luigi Einuadi

 

 

«Non provo niente per Sakura» Dissi. Ormai non ero più convinto che fosse la verità, ma non importava. Era la cosa giusta da fare.

«Davvero?» Chiese, sorridendo.

«Quello che ti ho detto.. era solo perché non voglio che vi facciate male a vicenda.» La reazione di Naruto fu immediata, sul suo volto spuntò il sorriso da ebete che non si toglieva da settimane.

 

Poco dopo uscii di casa, con una certa malinconia.

Mi sarei limitato ad assistere da lontano.

 

**********************************************************************

Q

 

uando trovai a casa era le due di notte. Ero stanca morta. Il mio turno era stato tranquillo, ma è dura concentrarsi su un lavoro che non c’è quando a casa forse sta scoppiando un rissa. Trovai Naruto che dormiva, ancora vestito, nel letto. Dal suo sorriso capii che doveva aver chiarito con Sasuke. Meglio così. Naruto aveva tentato di aspettarmi alzato un’altra volta. Cercando di non fare rumore andai in bagno e  mi spogliai. Mi fermai per qualche secondo a guardarmi allo specchio. Mi passai la spazzola tra i capelli. Si erano allungati parecchio in quelle settimane. Ormai arrivavano alle scapole.

 

Ripensai  a tutto ciò che era successo in quel lasso di tempo. Io e Naruto vivevamo ufficialmente insieme. Con il tempo eravamo riusciti a superare la timidezza, avevamo imparato a scoprirci a vicenda, poco a poco. Con i piccoli gesti quotidiani avevamo imparato a rendere diversi ogni giorno. Con il tempo i nostri baci erano diventati più spinti, entrambi avevamo iniziato a chiedere di più. Insieme avevamo scoperto l’intimità.

Quanto a Sasuke, con il tempo, forse, avrebbe imparato a convivere con le ombre che aveva dentro di se. Avrebbe imparato a cercare l’appoggio di coloro a cui voleva bene. Sarebbe cambiato. Forse, sarebbe tornato quello di prima.

 

 

Passai un’altra volta la spazzola tra i capelli. Forse avrei dovuto farli crescere, mi rendevano più femminile. Avrei scelto io, sarei stata libera di scegliere.

 

La Scelta di Sakura.

 

 

 

 

"Mentre cresciamo ci insegnano tante cose: se un ragazzo ti dà un pugno gli piaci; non tagliarti i capelli da sola; un bel giorno incontrerai un uomo meraviglioso e per te ci sarà il lieto fine.

Ogni film che vediamo, ogni storia che ci viene raccontata, ci scongiura di aspettare questo: la svolta del terzo atto, la dichiarazione d'amore inaspettata, l'eccezione che conferma la regola.                                                                                  

Ma a volte siamo così concentrate sulla ricerca del lieto fine che non riusciamo a interpretare i segnali, a riconoscere chi ci vuole da chi non ci vuole, chi resterà da chi andrà via.                                                                

E forse nel lieto fine non è compreso un uomo meraviglioso... Forse sei tu, da sola, a rimettere insieme i pezzi, a ricominciare, per liberarti nella speranza che arrivi qualcosa di meglio nel futuro.

Forse il lieto fine è solo andare avanti. O forse il lieto fine è questo: sapere che nonostante le telefonate non ricevute e il cuore infranto, nonostante tutte le figuracce e i segnali male interpretati, nonostante i pianti e gli imbarazzi, non hai mai e poi mai perso la speranza!"

 

_La verità è che non gli piaci abbastanza_                                                                                                             
(film che non ho mai visto)

 

 

 

 

 

 

*Dedico questo capitolo a tOkiOsa sperando con tutto il cuore che le sia paiciuto ;)*

 

Beh che dire? Siamo arrivati alla fine. In questa storia ho un messo un po’ di me stessa, e quindi è con un po’ di malinconia che ho scritto l’ultimo capitolo, ma si sa, tutto prima o poi finisce. Non ho scelto a caso la data della pubblicazione. Il 16 di febbraio. Non ho pubblicato il 14, San Valentino perché, con tutto il rispetto lo trovo solo una trovata commerciale. Ci si deve amare giorno per giorno. Quindi ho preferito evitare di pubblicare il ‘giorno degli innamorati’.

Mentre il 16 febbraio ha per me un significato importante. Il 16 febbraio di un anno fa ho subito la più grande delusione mai avuta. Non per colpa di un ragazzo, sia chiaro. Ma per colpa di una “amica”, che consideravo come un sorella e che mi ha fatto il peggior torto possibile.

Questo mi ha cambiata mi ha fatto diventare indifferente e fredda. Ma va bene così perché ho imparato, a mie spese, a non fidarmi più. Per questo ho iniziato a scrivere ff. Perché creandomi un mondo tutto mio riesco a dimenticare, o meglio a ignorare tutto il resto. Comunque non sono una depressa cronica, anzi.

Non credevo che sarei riuscita a scrivere 20 capitoli, ma soprattutto non mi aspettavo così tanto affetto da parte vostra. E c’è una sola parola per riassumere tutto quello che provo per voi.

 

Grazie.

 

Ma ancora non basta. Preferisco nominarvi uno alla volta. Ringraziando chi c’è sempre stato, chi è comparso all’improvviso, chi è sparito, chi ho letto in silenzio. Tutti.

Un ringraziamento speciale a : luli97 Orihime Hyuuga  e Soly Dea che hanno recensito ogni capitolo.

RedHair, habanerossosangue,  RufyXNami, Akatsuki, SakuNaru, Vans_Powah, Irmy_91, Kushina Namikaze, Fallen Star, Neko, Stella94, 4Swarovski4, Fujiko Hana no ame, ciaccius_007, Sakura e Ino, metaldolphin, nico2283, vale98sonohra, _Jiyu_, keiichi.

E poi:

Simuz  e tOkiOsa che mi hanno mandata in paranoia!

Chi ha messo la fan fiction come preferita:

1 - alwayschooseyou
2 -
naru94
3 -
Orihime Hyuuga
4 -
RufyXNami
5 -
SaSke Uchiha 95
6 -
Simuz
7 -
tOkiOsa
8 -
vale98sonohra
9 -
_Jiyu_

Chi tra le ricordate:

1 - 11 novembre
2 -
gio 88
3 -
hp_hg
4 -
SaSke Uchiha 95

Chi tra le seguite:

1 - 4Swarovski4
2 -
Alex_kun92
3 -
antonella81
4 -
Ayame_Dragon
5 -
brokarot
6 -
ciaccius_007
7 -
Darkblu
8 -
Darkdan Kuso Dragneel
9 -
dinosaurabox
10 -
Diyana
11 -
ejhs_91
12 -
EmanueleBixx
13 -
habanerossosangue
14 -
karter
15 -
Katniss97
16 -
Kira4ever
17 -
Kushina Namikaze
18 -
licet
19 -
luli97
20 -
metaldolphin
21 -
naru94
22 -
Night_chan
23 -
RedHair
24 -
ropeck85
25 -
SaSke Uchiha 95
26 -
silvia the best
27 -
Soly Dea
28 -
sousuke sagara
29 -
Stella94

Chi tra gli autori preferiti:

1 - Orihime Hyuuga
2 -
vale98sonohra

Se ho dimenticato qualcuno mi scuso. Colgo l’occasione per ringraziare anche chi ha recensito le altre mie 2 storie sulla coppia NaruSaku: La Bella e La Bestia e La forza dei tuoi occhi.

 

Ultima cosa: tornerò. Ok, sembra una minaccia. E forse lo è. Ma un sacco di idee malate in testa sulla coppia NaruSaku, appena riuscirò a scrivere qualcosa, tornerò.

Topazio :)

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