La scelta di Sakura di topazio (/viewuser.php?uid=72915)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I 5 stadi del Dolore ***
Capitolo 3: *** Casa ***
Capitolo 4: *** Freddo ***
Capitolo 5: *** Perdita ***
Capitolo 6: *** Furia ***
Capitolo 7: *** L'Addio ***
Capitolo 8: *** Rabbia ***
Capitolo 9: *** Ferite ***
Capitolo 10: *** L'incontro ***
Capitolo 11: *** La Scelta ***
Capitolo 12: *** Conseguenze ***
Capitolo 13: *** Le Cicatrici ***
Capitolo 14: *** Verso Casa ***
Capitolo 15: *** Ritorno alle Origini ***
Capitolo 16: *** Il momento della Verità ***
Capitolo 17: *** Lacrime di Verità ***
Capitolo 18: *** Noi ***
Capitolo 19: *** Confusione ***
Capitolo 20: *** Libera ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
La
scelta di Sakura
Prologo
_Sola_
"Siamo
nati soli, viviamo soli, moriamo da soli.
Solo
attraverso l'amore e l'amicizia possiamo creare per un momento
l'illusione di
non
essere soli"
(Orson
Welles).
er
quanto tempo ancora sono
destinata a soffrire?
Mi faccio questa domanda da tanto,
troppo tempo. E ancora non ho trovato una risposta. Ho sempre pensato
che il
mio destino fosse di stare al fianco di Sasuke, aiutarlo, amarlo e
curarlo.
Curare le sue ferite. Profonde e ancora aperte. Col tempo forse avrebbe
imparato ad amarmi.
Che
illusa.
Sakura
l’illusa. Ecco come dovrei
chiamarmi. Non Sakura Haruno.
All’epoca
vivevo in quello strano
mondo fatto di speranze, di sogni. Tutte cose adatte alle bambine
stupide e
ingenue. Come me.
Speranza...
È
quella buffa sfera di emozioni che
ti avvolge,
che
fa battere il tuo cuore …
e poi lo
pugnala senza pietà!
Nietzsche
ha scritto:
"La speranza è il peggiore dei mali perché
prolunga il tormento
dell'uomo."
"La
speranza è la fede che ci porge la mano
nell'oscurità" (George
Iles)
Ma
dopotutto avevo solo 12 anni,
quella è l’età in cui si sogna, si
fanno progetti. Ma forse mi sto solo
arrampicando sugli specchi. Ho davvero
sperato di essere ricambiata. Mi sono davvero
illusa di poterlo curare.
E
alla fine sono finita davvero a
pianger sul mio letto. Come
sempre. Gli confessai i miei sentimenti e lui mi rispose un
‘grazie’. Solo un
grazie. Niente di più. E questo mi fa ancora male.
Perché ho sprecato anni a
pensare soltanto a Sasuke, dimenticandomi di tutto il resto.
Dimenticandomi di
me stessa. Delle mie ambizioni. Dimenticandomi di vivere.
E
poi arrivò Lui. Con la
sua sfacciataggine, il suo sorriso, il suo.. amore.
Prima ancora che me ne accorgessi il mio cuore apparteneva
già a Lui.
Naruto..
mi costa un certo sforzo
pensare a lui ora come ora. L’ho fatto soffrire,
l’ho ferito, ignorato,
schernito.. ho sempre pensato a lui come a un impiccio,
l’anello debole della
squadra. In realtà non avevo capito proprio nulla. Non ho mai
capito
nulla.
Nel
momento in cui ho capito di
amare Naruto, era già troppo tardi. C’ero finita
dentro fino al collo. È strano
come ti accorgi di quanto vuoi bene a una persona, nel momento in cui
la stai
perdendo. Il che è una crudeltà. Ma dimostra che
al mondo esiste una qualche
forma di giustizia.
E
alla fine presi una decisione. Una
decisione definitiva. Una decisione da vigliacca, lo ammetto. Ma in
fondo è
quello che sono sempre stata. Una vigliacca. Decisi di tagliare i ponti
con il
passato. Perché il mio passato era solo fonte di dolore per
me.
E
fu così che me ne andai.
Se
siete
arrivati fin qui allora è un buon segno! Questa storia
è solo un esperimento.
Coloro che recensiranno –se
recensiranno- mi sapranno dire se vale la pena scrivere il continuo di
questa
storia.
Se
ci
sarà il continuo, e siccome questo è solo il
prologo, la storia partirà
raccontando i motivi che hanno spinto Sakura a lasciare il villaggio.
La
coppia principale sarà Sakura-Naruto, MA
potrebbe esserci anche un po’ di
Sakura_Gaara… vedrò poi come muovermi.
Se
qualcuno volesse suggerire altre coppie, sono aperta ad ogni
suggerimento =)
Fatemi
sapere, Topazio =)
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Capitolo 2 *** I 5 stadi del Dolore ***
Attenzione:
ho messo ‘Spoiler!’ negli
avvertimenti perché non sono del tutto convinta che coloro
che leggono siano a
conoscenza di dei nuovi avvenimenti di Naruto (es. la battaglia contro
Pain e
le conseguenze) perciò lettore avvisato, mezzo salvato.
La
scelta di Sakura
Capitolo
1
_I
5
stadi del dolore_
1.Negazione
della realtà e isolamento
2.Rabbia
3.Auto recriminazioni
4.Depressione
5.Accettazione
on
so bene quando ho iniziato a provare qualcosa per Naruto,
so solo che quando me ne sono accorta era già troppo tardi.
Lo
scontro contro Pain si era appena conclusa, lasciandosi
dietro un mare di lutto e di dolore. E io avevo perso tutto. La mia
casa, i
miei genitori. Kakashi. Tsunade.
E..
Il
mio maestro era
diventato Hokage su diretto suggerimento di Gaara, il che mi sorprese
non poco.
E la signorina Tsunade era in coma dal giorno dell’attacco.
Tutti
i vizi di tutte le età e di tutti i paesi
del globo riuniti assieme, non eguaglieranno mai i peccati che provoca
una sola
campagna di guerra.
Voltaire
Cosa
mi rimaneva? Niente. Solo il lavoro. Così mi isolai dal
resto del mondo.
1.Negazione
della realtà e isolamento
Così
iniziai a ‘vivere’ in ospedale, la mia casa era
stata
dichiarata ‘inagibile’ e mi era proibito metterci
piede. Ero l’allieva
prediletta di Tsunade e, con la scomparsa i Shizune, l’unica
in gradi di
eguagliarla. In un batter d’occhio mi ritrovai primario.
Passavo 18 ore su 24 a
medicare i feriti. Volti nuovi e conosciuti.
-Sakura
devi prenderti una pausa- disse la mia amica Ino
–Non puoi continuare così devi riposarti! Quante
ora dormi la notte? 4? 5? Se
non sei lucida, rischi di compromettere il paziente!-
Odiavo
quando aveva ragione. Odiavo quando avevo torto. Ma
non potevo farci niente. Andavo avanti bevendo solo caffè.
Se lavoravo riuscivo
a non pensare a nient’altro. Mi teneva la mente occupata per
evitare di
scoppiare a piangere davanti ai miei pazienti.
La
morte dei miei genitori era stata la cosa più dura da
sopportare. Non avevo neanche avuto il tempo di andare a visitare la
loro
tomba. E forse questo era un bene. Non potevo permettermi di crollare.
Dovevo
essere forte e fare il mio lavoro.
Menomale
che c’era Lui.
Lui mi teneva galla, mi impediva di affogare nel dolore che
aveva causato
quel vuoto immenso nel petto.
-Sakura?
Sakura, stanno iniziando!- Ino mi distolse dal
flusso sei miei pensieri.
I
funerali. Non c’erano né il tempo, né i
soldi perché
ognuno organizzasse funerali privati. Così il settimo
Hokage, il maestro
Kakashi, aveva stabilito un giorno in cui si sarebbero celebrati tutti
i
funerali. Mi diressi al cimitero. Ricordo poco o niente della
commemorazione.
Il mio vestito nero, troppo grande per me. Le parole di Kakashi. Il
pianto di
una vedova qualche fila più avanti.
Poi
Ten Ten venne a chiamarmi. Shikamaru era rimasto ferito
mentre aiutava al cantiere. Lì venivano mandati tutti coloro
che erano in grado
di lavorare. Venivano costruite le case per gli sfollati, per coloro
che non
avevano una tenda in cui dormire.
Corsi
all’ospedale e mi infilai i vestiti da sala
operatoria. Ino mi corse incontro. Piangeva. Se ne sarebbe potuta
occupare Ino.
Mi chiesi perché non lo operava lei. Ma poi capii, le era
stato impedito.
Shikamaru era il suo ragazzo quindi era troppo coinvolta, emotivamente.
Shikamaru
non era ferito in modo grave e se la cavò con
poco. Aveva solo qualche livido e contusione. Era stato soccorso in un
primo
momento da Temari, il che non piacque molto alla mia amica. Era noto
infatti
che tra le due ragazze non scorresse buon sangue.
Così
non riuscii nemmeno a dire addio ai miei genitori.
Il
giorno dopo, verso sera, chiesi 2 ore di permesso e mi
diressi al cimitero. Strappai qualche fiore rosa da un cespuglio. Non
avevo i
soldi per comprare un vero mazzo di fiori (e poi tra l’altro
non esisteva
neanche più un negozio dove comprarli..).
Il
cimitero era un vero labirinto. Non avevo idea di dove
fosse la tomba che cercavo. Vidi qualcuno poco lontano da me e mi
avvicinai per
chiedere informazioni. Quel qualcuno era Naruto. In mano aveva gli
stessi fiori
che avevo io.
Mi
sorrise. Io lo raggiunsi. Era davanti la tomba di Jiraya.
Vi posò sopra i fiori. Ci scambiammo uno sguardo. Tra di noi
non servivano
parole. Ci capivamo al volo. Lui mi
capiva al volo. Senza che glielo chiedessi mi guidò
attraverso il cimitero,
proprio dove volevo andare. Dai miei genitori. Mi accovacciai e posai i
fiori.
Una
lacrima traditrice sfuggì al mio controllo. E poi
un’altra. E un’altra ancora. Era come se tutto il
dolore che avevo trattenuto
fino a quel momento iniziasse a uscire. Stavo scoppiando.
Harriet
Beecher Stowe
ha detto:
"Le lacrime più amare versate sulle tombe, sono per le
parole inespresse e
per le azioni mai compiute."
Odiavo
piangere. Ma odiavo accora di più che qualcuno
mi vedesse piangere. Era una
forma di debolezza e io non volevo più sembrare debole.
Washington
Irving
ha detto:
"C'è qualcosa di sacro nelle lacrime, non sono un segno di
debolezza, ma
di potere. Sono messaggere di dolore travolgente e di amore
indescrivibile."
Un
moto di rabbia mi pervase. Loro erano innocenti! Non
avevano fatto niente d male, eppure erano morti! Morti senza un motivo!
Morti
per niente! Ero furiosa.
2.Rabbia
-Mi
dispiace- sussurrò Naruto a pochi passi da me –So
come
ti senti-
So
come
ti senti?!
Fu
in quel momento che feci la cosa più sbagliata. Mi
lasciai dominare dalla rabbia.
-No,
tu non lo puoi capire. Non hai mai avuto dei genitori,
tu. Non puoi sentire la mancanza di qualcosa che non hai mai avuto!-
dissi scaricando
in quelle parole tutta la cattiveria che potevo.
Un
secondo dopo me ne pentii. Me la stavo prendendo con la
persona sbagliata!
-Hai
ragione- sussurrò. Quello fu il colpo di grazia. Lo
avevo ferito, avevo detto una cosa orrenda, e lui mi dava ragione.
Fu
come una pugnalata. Forse fu anche peggio del dolore che
provavo per la scomparsa dei miei.
Con
passi leggeri e silenziosi, iniziò ad allontanarsi.
Potevo
davvero lasciato andare via così?
No.
Alloraaa?
Sono stata all’altezza delle aspettative? Vi
prego, recensite numerosi!! Non abbandonatemi proprio al primo
capitolo!
Ho
voluto introdurre un po’ la vicenda e i fatti. Nel
prossimo capitolo mi concentrerò di
più su i due protagonisti. Fatemi sapere cosa ne
pensate!!
Topazio=)
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Capitolo 3 *** Casa ***
La
scelta di Sakura
Capitolo
2
_Casa_
"Il
posto
in cui amiamo è la casa,
la
casa che i nostri piedi possono lasciare,
ma
non i nostri cuori."
Oliver Holmes.
on
passi leggeri e silenziosi, iniziò ad allontanarsi.
Potevo
davvero lasciato andare via così?
No.
Velocemente
mi mossi per raggiungerlo. Ma era come quando ti
trovi nei sogni. Vuoi correre ma non riesci a muoverti. Feci leva sulle
gambe
per arrivare da lui e incredibilmente ci riuscii. Mi avvicinai quel
tanto che
bastava e lo abbracciai da dietro.
-Mi
dispiace- singhiozzai tra le lacrime. Mi era sempre
risultato difficile chiedere scusa. Preferivo far finta di niente
sperando che
le cose un giorno sarebbero tornate a posto, ma quella volta mi
risultò
semplice e immediato scusarmi. Non sentivo quella sensazione che
provavo quando
il mio orgoglio veniva ferito.
Con
un veloce movimento Naruto si girò e ricambiò il
mio
abbraccio. Sentivo freddo. Tremavo. E poi il carole mi avvolse. Naruto
mi
abbracciò. E grazie a quel semplice contatto riuscivo a
sentirmi a casa.
Proverbio
messicano: "La casa non poggia le fondamenta sul terreno, ma su una
donna."
La
sua mano destra era appoggiata alla mia schiena, in modo
da far aderire bene i nostri corpi e la mano sinistra mi accarezzava i
capelli
spingendomi verso l’incavo del suo collo.
Inutile
dire che arrossii. Strano. Molto strano. Cioè io e
Naruto non eravamo mai stati così intimi.
E stranamente non sentii l’impulso di allontanarlo. No. Al
contrario.
Desideravo.. avere di più. E questo mi spaventò.
In
quel momento pensai che chiunque fosse passato di lì
avrebbe visto una coppia di fidanzatini che si abbracciavano. Nel
cimitero. Di notte. Che teneri.
Un
momento.
Coppia
di fidanzatini?!
Coppia
di fidanzatini?!
Avrei
dovuto provare ribrezzo al solo pensiero di sembrare
la fidanzata di Naruto. Più volte in passato mi avevano
definito tale, inulte
dire che avevo picchiato chiunque avesse osato dire tanto. In quel
momento
invece.. mi sentivo completa.
Naruto
aveva saputo sanare tutte le ferita lasciate da
Sasuke. Mi aveva curato. Era diventato indispensabile, vitale. Come il
sole. Il
mio piccolo sole personale. (*)
Mi
sfogai, sfogai tutta la rabbia, le sofferenza che
provavo. Macchiai la sua maglia con le mie lacrime. Non so quanto
rimanemmo
abbracciati, ma una volta finite le lacrime, mi calmai, e lui mi
allontanò
leggermente e mi guardò in volto.
-Da
quando non dormi?- mi chiese premuroso.
Merda.
Le occhiaie. Ma si notavano così tanto?!
-Ehm..
e-ero o-occupata- balbettai. Con tutte le cose che
poteva dire proprio la mia salute doveva tirare fuori?!
-Vieni
ti accompagno alla tua tenda- disse
con un tono che non ammetteva repliche
–Rimango con te finché non ti addormenti, se
sarà necessario, rimarrò tutta la
notte-
Da
quando era diventato così autoritario? La mia tenda? E
ora che mi invento?
Mi
prese per mano, quasi per non lasciarmi scappare. Era
stato un gesto naturale ed era.. piacevole. Ok, forse
la mancanza di sonno mi aveva dato alla testa. Anzi sicuramente.
Arrivammo
al campo in un batter d’occhio e lì mi
lasciò la mano,
sussurrando uno ‘Scusa’ arrossendo imbarazzato. Avrei
voluto stare mano
nella mano con lui ancora per un po’.
-Dov’è
la tua tenda?- chiese. Aveva davvero intenzione di
accompagnami! Non sapevo cosa inventarmi, così optai per la
verità.
-Naruto..
Io non ho più una tenda- prima che mi chiedesse
spiegazioni continuai –L’ho lasciata a una donna
incinta che aveva perso il
marito nell’attacco. Non aveva un posto dove andare..-
-Ok!-
disse tranquillo, con il suo solito sorriso. –Ho io la
soluzione!- senza neanche il tempo di chiedere spiegazioni, lui
già mi
trascinava verso la zona nella quale le case erano state risparmiate
dalla
furia di Pain.
Pochi
minuti dopo ero davanti all’ingresso di casa sua.
Naruto aprì la porta e andò ad inciampare nel minuscolo gradino dall’ingresso
finendo per sbattere il volto a
terra.-.- … è
sempre il solito.. un
sorriso mi spuntò sul volto.
Si
rialzò e mi guardò imbarazzato, rosso in faccia
per il
colpo, fu allora che scoppiai a ridere. Non mi sembrava vero, solo 5
minuti
prima, piangevo disperata e ora ridevo a crepapelle.
-Ah-ah.
divertente -.-
- disse sarcastico –Comunque volevo annunciarti che
d’ora in poi starai qui
a casa mia!- annunciò con un sorriso.
Granai
gli occhi. Io e lui. A vivere nella stessa
casa. Avrei dovuto essere
spaventata, inorridita. Invece mi si scaldò il cuore. Tra
tutti quelli che
avevano perso la casa, proprio a me aveva offerto ospitalità.
-Naruto,
io..- non sapevo che dire. Ero sorpresa,
imbarazzata all’idea di vivere sotto lo stesso tetto. Lui mi
sorrise e basta. A
quel punto mi sentii a casa. Nessuno aveva mai fatto tanto per me.
Albert
Paine
ha detto:
"Quello
che facciamo per noi stessi muore con noi,
quello che facciamo per gli altri e
per il mondo rimane ed è immortale."
-Fai
come se fossi a casa tua!- disse mostrandomi la casa,
anche se la conoscevo benissimo –Se vuoi farti una doccia il
bagno è da quella
parte, intanto io cucino qualcosa- Avevo
davvero bisogno di una doccia! Non ricordavo l’ultima volta
che mi era lavata
con l’acqua calda e per una freddolosa (**) come me era un
supplizio. Però
c’era un problemino.
-Ehm..
Naruto- richiamai la sua attenzione –Io non.. non ho
nulla da mettermi- Lui arrossì di botto.
Che
tenero.
Si
mosse svelto verso l’armadio della sua camera e
tirò
fuori alcuni suoi indumenti e me li porse. Fu svelto ma non abbastanza
da
impedirmi di notare - con orrore- che dentro l’armadio aveva ancora la tutina imbarazzante che gli
aveva regalato il maestro Gai. Ma non l’aveva ancora buttata
via?! Quel.. coso era un insulto
alla pubblica
decenza! Presi i panni e mi diressi in bagno, facendo finta di niente.
Ma poi
mi sorse un dubbio.
-Naruto
dov’è finito il tuo divano?- chiesi, notandone
l’assenza.
-Ehm..
l’ho dato al campo, accettano qualunque cosa
assomiglia a un letto- disse.
-Ah
ok, allora se mi presti una coperta e un cuscino, mi
arrangerò a dormire per terra- disse sperando di sembrare il
più disinvolta
possibile. Non volevo farlo sentire in obbligo.
-Non
se ne parla proprio! Sei mia ospite, dormirò io per
terra- Ecco. Proprio quello che volevo evitare. Mi ospitava in casa sua
e
dovevo puro farlo dormire per terra. Non glielo avrei permesso.
Bisticciammo
per un po’ per via dell’unico letto della casa.
E alla fine ci guardammo negli occhi, nessuno dei due voleva cedere, ma
sapevamo che la soluzione era una sola.
Dormire
insieme.
Se
devo
essere sincera questo capitolo non mi piace per niente. Per questo non
vi
chiederò di essere clementi, ma di dire quello che non vi
piace, senza paura di
offendermi, accetto volentieri le critiche costruttive. Spero che
continuiate a
seguirmi e a lasciarmi comunque un commento =)È molto
importante per me sapere
la vostra opinione.
(*)La
metafora del ‘piccolo sole personale’
l’ho presa della saga di Twilight.
(**)
Questo l’ho inventato io, sarà importante per il
prossimo capitolo!
Alla
prossima, Topazio ^-^
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Capitolo 4 *** Freddo ***
La
scelta di Sakura
_Freddo_
Mi
misi sotto il getto d’acqua calda. Da quanto non mi
rilassavo così? Troppo. E in quel momento ne avevo davvero
bisogno. Per quello
che mi aspettava fuori, ero del tutto impreparata. Dormire con un
ragazzo. E
non un ragazzo qualsiasi. Con Naruto! Mi sentivo in estasi e
imbarazzata allo
stesso tempo. Da una parte tentavo in tutti i modi per ritardare il
momento,
dall’altro non vedevo l’ora che arrivasse.
Mi
avvolsi in un asciugamano, e iniziai ad asciugarmi. Con
solo quello addosso misi i miei vestiti e la biancheria nella lavatrice
di
Naruto. In ogni mio movimento evitavo di guardarmi allo specchio. Mi
sentivo
diversa e avevo paura che a specchiarmi avrei trovato qualche
cambiamento. Mi
vestii con i panni che mi aveva da Naruto. E venni invasa dal suo
profumo.
Indossavo solo una maglietta e dei pantaloncini troppo grandi.
Solo
qualche anno fa, Naruto era addirittura più basso di
me. Ora invece era così alto.. era strano come solo
l’indossare i suoi vestiti
mi facesse sentire protetta. Era una sensazione che percepivo solo in
presenza
di pochissime persone. Il maestro Kakashi, Tsunade, Naruto e.. Sasuke.
Almeno,
così era un tempo. Ricordo bene insieme a lui sentivo di
poter fare qualsiasi
cosa. Era la stessa sensazione che ora provo stando insieme a Naruto.
Scacciai
via il pensiero. Non potevo provare le stesse
sensazioni sia con Naruto che con Sasuke, perché di lui ero innamorata.
Ero?
Più passava il tempo e più mi convincevo che
ormai non
desideravo neppure il suo ritorno. Rabbrividii a quel pensiero. Stavo
impazzendo. Ho bramato per anni il ritorno di Sasuke e ora mi dico che
non me
ne importa? Devo aver sbattuto la testa. Eppure.. era quello che
provavo. Avevo
trovato il mi equilibrio. E temevo quasi che un ritorno di Sasuke
avrebbe
allontanato Naruto da me. Mi diedi uno schiaffo. Si, avevo davvero sbattuto forte la testa.
I
capelli mi ricadevano bagnati sul viso. Non li avevo fatti
ricrescere. Forse per dimostrare che non ero più quella di
un tempo. La
ragazzina che correva sempre dietro a Sasuke. Presi un bel respiro e
uscii dal
bagno.
Un
profumo invitante mi colpì all’improvviso. Naruto
aveva
cucinato, e anche se non l’avrei mai detto,
era un bravo cuoco. Infondo era naturale, viveva da solo
da.. sempre. Appena mi vide mi
sorrise. Mi
invitò a sedermi al tavolo e cominciammo a mangiare.
-È
buonissimo!- dissi finito di mangiare. Non avevamo
parlato per tutto il tempo, troppo imbarazzati per quello che sarebbe
successo
di li a poco. Vedevo il suo sguardo indugiare su di me, e per un attimo
ebbi il
terrore che la mia maglietta fosse trasparente, infondo non indossavo
il
reggiseno. Naruto era imbarazzato. Sentirmi uno sguardo così
insistente addosso
mi avrebbe infastidito, ma lui era Naruto. Non avrebbe mai potuto fare
certi
pensieri su di me, anche se l’idea mi stuzzicava.
Non
era molto tardi eppure mi sentivo stanchissima. Aiutai
Naruto a sparecchiare e lavammo i piatti. Ma dopo l’ennesimo
sbadiglio, mi
costrinse quasi ad andare a letto. Arrivati in camera, indugiammo sulla
porta,
senza guardarci, imbarazzati. Non potevamo continuare così.
Guardai il letto a
una piazza, era davvero piccolo per due persone. Mi sentii in colpa.
-Scusami-
dissi. Lui mi rispose con uno sguardo
interrogativo. Così continuai: -È che.. la mia
presenza ti costringe a dividere
il letto con me. Non voglio portarti via una comodità-
Lui
mi sorrise dolce. –Tu faresti lo stesso per me- disse
semplicemente. All’improvviso mi
resi
conto che era vero, lo avrei accolto in casa mia, gli avrei offerto
anche il
mio letto, se la sua casa fosse stata inagibile. Gli sorrisi, lo presi
per
mano, spinta da non so quale coraggio. Lo condussi verso il letto. Dopo
qualche
secondo vi eravamo sdraiati sopra.
Stavamo
stretti. Ma cercava di stare il più lontano
possibile da me. Spense la luce e ci avvolgemmo nella coperta leggera.
Involontariamente finimmo per sfiorarci. La mia pelle bruciava ogni
volta che
incontrava il suo tocco. Mi voltai verso il muro, ma mi resi conto che
ormai mi
ci spiaccicavo contro, era troppo vicino, cercai di voltarmi
dall’altra parte.
E
mi trovai il volto di Naruto a pochi centimetri dal mio.
Sgranai gli occhi. I nostri respiri si solleticavano a vicenda data la
vicinanza. Non avevo mai baciato nessuno. La mia ‘vita
sentimentale’ a dire il
vero, era alquanto triste. Il mio primo bacio lo avevo sempre
immaginato e desiderato con Sasuke,
e confesso di
averci spesso fantasticato sopra.
Ma
in quel momento
non desideravo altro che eliminare la breve distanza che separava le
mie labbra
dalle sue.
Lui
si avvicinò impercettibilmente e mi sfiorò per
sbaglio.
Il calore del suo corpo mi invase. Ma non sentii solo quello. Mi
imbarazza il
solo pensiero... Sentii.. in quel momento sentii che era eccitato.
Eccitato!
Arrossii
di botto. E lui si spostò da me così tanto che
per
poco non cadde dal letto. Risi. E lui rise con me. Forse
perché tentavamo
entrambi di nascondere l’imbarazzo.
-No.
Così non può andare- dissi convinta, ad ogni
minimo
movimento finivamo per sfiorarci, il che era inevitabile, ma non potevo
permettere che Naruto cadesse dal suo letto per
colpa mia.
Lo
feci stendere sul materasso a pancia in su e mi
accoccolai vicino a lui, cercando di non schiacciarlo, più
vicina possibile al
muro. La stanza era in penombra il che era un bene, visto che
probabilmente
eravamo entrambi rossi come peperoni.
Cercammo
di dormire, ma inevitabilmente, dopo poco, venni
scossa da un brivido di freddo. Tremavo, avevo la pelle d’oca
nonostante mi
trovassi così vicina a Naruto. Infondo eravamo coperti solo
da una coperta
leggera, e fuori era autunno.
Il
giorno in cui voi non brucerete
più d'amore, molti altri moriranno di freddo.
François Mauriac
-Non
ho altre coperte, mi dispiace, le ho date tutte al
campo- disse scusandosi. Lo avevo svegliato. O forse non si era mai
addormentato.
-N-non
ti p-preoccup-pare- disse cercando, senza successo,
di non battere i denti. Probabilmente anche lui aveva freddo,
così mi avvicinai
di più. Mi accoccolai sul suo petto e lui mi
circondò con le sue braccia. Sentivo
il suo cuore battere forte come il mio.
Il
calore mi avvolse. Non mi sarei staccata da lui per
niente al mondo. Nemmeno se fosse stato Sasuke a chiedermelo. Pace,
tranquillità, equilibrio. La mia medicina. Il mio Sole. Il
mio migliore amico. Naruto
era tutto questo per me. O forse anche di più..
Amore
e amicizia si escludono a
vicenda.
Jean de La Bruyère
Mi
aspettavo di avere gli incubi, come tutte le volte che
avevo provato a dormire. Invece chiusi gli occhi, e quando li riaprii,
era
mattino.
Devo
confessarvi che questo capitolo mi convince ancora meno del precedente.
Probabilmente
–anzi sicuramente-
sarete delusi. Vi aspettavate qualcosa di molto
più movimentato. Ma ai fini della storia è
importante che non succeda ancora
niente tra di loro. Nel prossimo capitolo probabilmente si scopriranno
i motivi
che spingeranno Sakura ad andarsene.
Mi
scuso in anticipo per gli eventuali errori di grammatica. Vi prego fatemi
sapere cosa ne pensate, soprattutto se non
vi piace.
A
presto, Topazio :)
P.S.
ringrazio di cuore
tutti coloro che seguono e soprattutto chi recensisce! =)
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Capitolo 5 *** Perdita ***
La
scelta di Sakura
_Perdita_
Mi
aspettavo di avere gli incubi, come tutte le volte che avevo
provato a dormire. Invece chiusi gli occhi, e quando li riaprii, era
mattino.
Riaprii
piano gli occhi. Mi trovavo in quella fase di
‘trauma-post-risveglio’ dove, dopo ore di buio,
l’impatto con la luce ti
rincoglionisce, tutti i colori si confondono e non vedi niente. Non
doveva
essere molto tardi a giudicare dall’inclinazione del sole. Mi
guardai attorno,
Naruto era profondamente addormentato vicinissimo a me. Le sue braccia
mi
cingevano la vita, teneva la testa nell’incavo del mio collo,
io dovevo aver
dormito con la testa sul suo petto. Era così indifeso, non
pareva vero che
avesse potuto sconfiggere uno come Pain.
Rimasi
a guardo per quello che mi parve un’eternità,
eppure
non mi sarei mai stancata di farlo. Ma che mi stava succedendo?! Io che guardo rapita Naruto?! Stavo
diventando come Hinata! Eppure.. era più forte di me. Mi
avvicinai al suo
volto. Il mio corpo si muoveva senza il mio comando, mi sentivo come
posseduta.
La mia parte razionale mi urlava di fermarmi, ma la parte istintiva mi
diceva
di avvicinarmi di più. Ero a pochissimi centimetri dalle sue
labbra semi
socchiuse. Vicinissima. Sentivo..
l’immenso impulso di…
NO!
Mi
frenai appena in tempo. Che cosa stavo per fare? Baciare
Naruto? Anzi no, rubare un bacio a Naruto?! Che cosa mi stava succedendo?
Mi
ristesi al suo fianco, confusa. Ma nel muovermi lo
svegliai. Lui mi sorrise poco dopo, appena uscito dalla fase
‘truma-post-risveglio’. Poco dopo recuperai i miei
vestiti puliti, e andai a
fare colazione. Stabilii che l’accaduto di poco prima era
stato solo.. ehm un
quasi-incidente di percorso, dettato dalla disperazione per la perdita
dei miei
U.U, sì era proprio così.
-Devi
subito andare all’ospedale?- mi chiese mentre stavamo
mangiando.
-Si,
sono sparita per tutta la notte, non voglio farli
preoccupare- dissi.
-Allora
ti accompagno, anche io devo fare un salto là- disse
sorridendo. Mi chiesi cosa dovesse andare a fare. Ma poi mi resi conto
che
forse voleva fare visita a Shikamaru. Normale, infondo erano amici.
Ci
dirigemmo fianco a fianco verso l’ospedale. Passammo
nelle tendopoli e notai qualcosa che mi sorprese. Una delle orfane
stata
piangendo e qualcuno la stava
consolando.
Quel
qualcuno era Gaara.
Non
credevo ai miei occhi. Gaara stava consolando una
bambina. Era così cambiato, non era più il
ragazzo problematico e assetato di
sangue. Era il Kazekage del villaggio della sabbia. Ed era anche mio
amico.
Eppure da quando era arrivato –più o meno cue
settimane- non
avevo avuto neanche il tempo di
salutarlo. Mi sentii una schifo. Lui veniva ad aiutarci, e io non gli
dico
neanche ‘ciao’ o ‘grazie’.
Naruto si avvicinò a lui e io lo seguii. Gaara prese
in braccio la bambina senza il minimo sforzo e iniziò a
consolarla.
-Ehi
Gaara- lo salutò Naruto. Lui nel vedere Naruto gli
sorrise, poi notando me arrossì leggermente e
spostò lo sguardo altrove.
Strano. Ma feci finta di niente e salutai lui e la bambina, Karen.
-Ciao
Karen. Perché piangi?- chiesi avvicinandomi a lei.
-Gaara.
Gaara va via- singhiozzò. Aggrottai la fronte. Gaara
tornava al suo villaggio. Era lì da due settimane e io lo
salutavo solo il
giorno della partenza. Avrei voluto picchiarmi da sola. Dopo tutto
quello che
aveva fatto per me e per il villaggio.
-Ma
guarda che tornerà presto. Vuole solo tornare a casa,
capisci?- Karen non piangeva facilmente. Mi sorpresi nel vedere che
Gaara era
stato il solo a far breccia nel suo cuore. Forse perché
erano simili. Karen
aveva da poco perso i genitori, era rimasta solo al mondo.
Lei
annuì. –Su Karen devi ancora fare colazione, tu
va, poi
ti raggiungo- disse Gaara. Lei si allontanò, obbedendogli.
–Quando
parti?- chiese Naruto.
-Prima
del tramonto- rispose.
Mi
congedai da loro dicendo che ero in ritardo al lavoro,
così mi avviai all’ospedale. Mi sentivo confusa,
prima tentavo di baciare
Naruto addormentato, poi vedevo Gaara che faceva il baby-sitter. Ma
stavamo
diventando tutti pazzi?!
Albert
Einstein
ha detto:
"La domanda che a volte mi lascia confuso è: sono pazzo io o
sono pazzi
gli altri?"
Arrivata
a lavoro venni fermata da Ino, in preda a una crisi di nervi.
Cominciò
a elencarmi tutte le sue preoccupazioni, quando ha visto che non ero
tornata;
tutte le ipotesi da quella del rapimento alieno, al fatto che fossi
stata
colpita da un fulmine. Arrancai una scusa e mi misi al lavoro.
A
mezzogiorno stavo per finire la lista dei controlli. Mi diressi verso
la
camera di Hinata, dopo essere passata da Shikamaru. Era sommerso dai
fiori che
Ino e Temari gli avevano mandato. Inutile dire che le due non si
facevano
scrupolo a litigare in un ospedale, non volarono parole gentili tra le
due -.-
.
Ero
in corridoio. Mi dirigevo alla camera 105. Avevo lo sguardo fisso sulla
lista dei miei pazienti, quando vidi Kiba che correva a sguardo basso
verso di
me. Non c’era Akamaru con lui. Strano. Erano inseparabili.
Stavo per salutarlo.
Ma qualcosa mi bloccò.
Avrei
giurato di veder scendere una lacrima
sul suo viso, nel momento in cui mi passò affianco.
Il
mio corpo si mosse
senza il mio comando. Sapevo che proseguire era la cosa sbagliata,
eppure
continuai a dirigermi verso la camera 105. Avevo un pessimo
presentimento. Ma
non riuscivo a fermarmi.
E
quello che mi si
presentò davanti agli occhi, mi rimarrà per
sempre impresso nella memoria.
Lo
scontro contro Pain si era appena concluso, lasciandosi dietro un mare
di lutto
e di dolore. E io avevo perso tutto. La mia casa, i miei genitori.
Kakashi.
Tsunade.
E..
Naruto.
"Qualcuno
ha detto che l'amore è
dare ad una persona la possibilità di distruggerti
ma
confidare nel fatto che non lo faccia"
Io
venni distrutta.
Presumo
che ora vogliate linciarmi. E non vi do torto. Vi avevo promesso il
motivo
dell’allontanamento di Sakura, e non l’ho fatto.
Aggiungerò il prossimo
capitolo alla velocità della luce, per farmi perdonare!
Fatemi
sapere che ne pensate perché la parte con Gaara non mi
convince per niente.
Perdonatemi.
Topazio.
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Capitolo 6 *** Furia ***
La
scelta di Sakura
_Furia_
"Ognuno
di noi è in viaggio.
Ognuno di noi vive la propria avventura, affrontando ogni tipo di
sfida
e
le scelte che facciamo durante questa avventura ci formano a poco a
poco.
Queste
scelte ci rafforzano, ci mettono alla prova e ci spingono ai nostri
limiti.
E la nostra avventura ci rende più forti di quanto pensavamo
di
essere".
_Criminal
Minds_
Io
venni distrutta.
Fu
allora che compresi.
Quello che mi stava accadendo era una delle cosa più oscure,
misteriose
e terrificanti che ti possano accadere.
Mi stavo innamorando. Anzi no. Ero già
nel punto di non ritorno. Non potevo più tornare indietro.
Hinata,
la mia amica Hinata. E Naruto il
mio migliore amico. Lei nel letto
d’ospedale. Lui lì affianco. Lei con una mano sul
volto di lui. Le loro labbra
attaccate.
Mi
attaccai al
muro. Sentivo le gambe deboli, non volevo stramazzare a terra, fare
rumore e
farmi trovare in quello stato. Il mio sguardo vorticava frenetico in
cerca di
un elemento che mi dicesse che stavo sognando. Che era tutto un incubo.
Il mio
respiro era accelerato per quanto mi sforzassi non riuscivo a
incanalare nei
polmoni aria sufficiente.
La
mia mano destra
era stretta a pugno sopra il mio seno sinistro. Sopra il cuore. Era un
gesto
infantile e involontario. Cercavo di tenerne insieme i pezzi.
Perché era quello
che stava succedendo. Stavo andando a pezzi. Tutto quello che avevo
costruito
con così tanta fatica, stava cadendo come un castello di
carta.
Stavo
annegando,
chiedevo aiuto ma nessuno mi sentiva o nessuno mi voleva sentire.
Iniziai a correre.
Non so bene in quale direzione, non volevo fermarmi. Il vento mi
scompigliò i
capelli e allora capii di essere all’aperto, non sapevo
neanche come ci fossi
arrivata. Poi mi accorsi che le mie guancie erano bagnate. Quando avevo
cominciato a piangere? Forse ancora prima di vedere quello che stava
succedendo.
Poi
collegai.
Kiba.
L’ospedale.
La lacrima. Anche lui aveva visto tutto e, forse, anche lui come me
stava
piangendo. Un moto di rabbia mi assalì. Furia cieca.
Implacabile. Un ringhio
partì dalle mie labbra. E colpii la prima cosa che mi
capitò davanti. Un
albero. Lo scaraventai a metri di distanza. Non bastava. Era ancora
furiosa. Ne
colpii una altro e un altro ancora.
Era
arrabbiata con
Naruto. Mi aveva illusa. Mi aveva sempre detto che gli piacevo, che
provava
qualcosa per me e ultimamente il
nostro rapporto era molto migliorato. Questa volta buttai
giù un muro. Lui
aveva detto che mi avrebbe protetta, non avrei più sofferto.
E ora era lui la
causa della mia sofferenza. Gridai.
Ero
furiosa con Hinata.
Era grazie a me
se era ancora
viva. Io,
l’avevo salvata. Mi
doveva la vita. Come aveva potuto farmi una cosa simile?! A me e anche
a Kiba!
Se.. se solo io non l’avessi salvata… Per un
attimo rimpiansi di averle salvato
la vita. Rabbrividii. E colpii ancora più forte un altro
albero.
Avevo
desiderato
la morte di Hinata. E mi vergognai di me stessa.
Che
cosa ero diventata?
Che cosa mi stava facendo l’amore? Mi stava
divorando, logorando, mi stava uccidendo.
Hinata
era l’unica
che meritasse l’amore di Naruto. L’unica che lo
aveva amato
incondizionatamente. L’unica che lo meritava. Era giusto
così. Ero io quella
che meritava la morte. Quella che doveva farsi da parte. Quella che
doveva
soffrire in silenzio…
E
a quel punto mi
infuriai con l’unica responsabile di tutto. Me stessa.
Io
avevo permesso a Naruto di superare le mie difese, i muri invisibili
che avevo
eretto dopo il tradimento di Sasuke. Io
mi ero illusa. Io avevo giocato con
i
sentimenti di Naruto per troppo tempo.
Mi
odiai.
Il
dolore mentale
era forte, eppure sentivo di non aver sofferto abbastanza. Dovevo
pagare per
tutti il male che avevo fatto. Sbattei la testa contro un albero. Un
rivolo di
sangue iniziò a scendere dalla fronte. Non era abbastanza.
Dovevo espiare le
mie colpe.
Ero
io quella che meritava la morte. Quella che
doveva farsi da parte. Quella che doveva soffrire in
silenzio…
Quella che doveva andarsene.
Io
dovevo andarmene.
Con
la rabbia
ancora in corpo cercai di buttare giù un altro albero. Ma le
mie braccia non si
mossero. Disorientata e confusa mi accorsi che qualcuno
mi teneva ferma. Ma non era una mossa offensiva. Quella
presa era troppo protettiva e calda. Qualcuno che mi stava abbracciando da dietro. Mi voltai.
-Sakura.
Che cosa
hai fatto?- mi chiese, ma forse era una domanda retorica.
Mi
divincolai e
lui mi lasciò andare. Mi allontanai di qualche passo. Lo
sguardo fisso per
terra. Non volevo che neanche lui
mi
vedesse piangere. Che mi vedesse così debole. Vulnerabile.
-Kakashi-
sussurrai.
Avrei
aggiornato anche lunedì
sera, ma ho avuto un imprevisto e non ho potuto. In questo capitolo ho
dato
tutta me stessa. Mi sono trovata in una situazione simile, e
così ho descritto
come mi sono sentita io in quel momento. Non è stata una
bella esperienza e non
la auguro a nessuno.
Spero
vi sia piaciuto.
Topazio
=)
|
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Capitolo 7 *** L'Addio ***
La
scelta di Sakura
_L’addio_
-Lasciami
in pace-
dissi con rabbia. Avevo smesso da tempo di dargli del lei. Da quando
lui aveva
cominciato a considerarmi suo pari. Non portava il copri fronte, lo
guardai
negli occhi, dopo tutti quegli anni rimasi ancora una volta
impressionata della
bellezza dello Sharingan.
-Guardati
attorno
Sakura, guarda le tue mani. Che cosa ti è preso?- mi disse.
Mi voltai, intorno
a me decine di alberi giacevano per terra. Mi guardai le mani e solo in
quel
momento mi resi conto che erano ricoperte di sangue.
Il
mio sangue.
Mi
partì una
lacrima. E poi un’altra. E un’altra ancora. Alla
fine mi ritrovai a piangere
tra le braccia di Kakashi. La situazione mi pareva terribilmente
familiare. E
sembrava passato un secolo da quando piangevo addosso a Naruto nel
cimitero.
Kakashi mi consolò. Senza che gli chiedessi niente, lui
divenne all’improvviso
l’unico elemento che mi manteneva ancorata a terra.
-Voglio
andarmene,
voglio lasciare Konoha- dissi tra una lacrima e l’altra.
Cercai di divincolarmi
da lui, ma la sua presa era ferrea, e io ero troppo
stanca per lottare.
-Non
credo sia la
soluzione giusta. Scappando non risolverai niente- mi disse. Era vero.
Aveva
ragione. Ma ero sempre stata una vigliacca. Ero io quella che stava in
disparte
mentre gli altri rischiavano la vita.
-Devi
lasciarmi
andare- dissi. Lui lo fece. Sciolse il nostro abbraccio. E sentii un
improvviso
vuoto.
-Sei
sicura di
quello che fai?- mi chiese. No. Ma dovevo andarmene.
-Devo
scegliere
tra ciò che è giusto e ciò che
è facile. È giusto che io vada da Hinata e mi
congratuli. Ma così soffrirei le pene
dell’inferno. È più facile se me ne
vado.
Ed è quello che farò- dissi cercando di fermare
le lacrime. Fu in quel momento
che lui capì. Non sapeva perché piangevo, ma mi
aveva consolato comunque.
-Sapevo
che prima
o poi sarebbe successo- sussurrò. Ma forse parlava solo con
se stesso. Poi alzò
lo sguardo e ci guadammo. Un’altra lacrima scappò
al mio controllo. E lui
annuì. Mi diede il suo consenso muto.
Mi
voltai e mi
incamminai verso le porte di Konoha. Sicura e incerta allo stesso
momento. Non
mi voltai indietro, per non ricominciare a piangere. Ma avrei giurato
di sentir
uscire dalle labbra di Kakashi questo parole: ‘Se solo avessi
dieci anni di
meno..’ Non capii, e non volli soffermarmi a interpretare
frasi che forse non
erano neanche mai state pronunciate.
Lasciai
un
biglietto a Ino, presi quel poco di mio che mi rimaneva. Lasciai
indietro solo
un oggetto, forse il più importante di tutti, ma volevo dare
un taglio
definitivo al passato. La foto del Team 7. L’unico ricordo
felice che mi
rimaneva. L’unica fotografia in cui sorridevo per davvero.
E
me ne andai con
la morte nel cuore.
Tom
Stoppard
ha detto:
"Oltrepassiamo i nostri ponti dopo esserci arrivati
e ce li bruciamo alle
spalle,
e niente mostra il cammino percorso,
tranne il ricordo dell'odore del
fumo
e la sensazione che una volta i nostri occhi
hanno lacrimato."
In
un luogo non
molto lontano, qualche giorno dopo..
Presi
la mira e
lanciai il kunai verso il bersaglio. Lo mancai. Stavo peggiorando. Ne
presi un
altro, ma questa volta impiegai più tempo, cercai di
concentrarmi. E lanciai.
Mancai il bersaglio di poco, ma lo mancai comunque. In battaglia un
errore del
genere si sarebbe potuto rivelare fatale per me.
-Sasuke-
mi chiamò
Karin –Devi trovare una soluzione- Che stupida. Lo sapevo
bene che così non
poteva andare. Stavo perdendo la vista in maniera sempre più
preoccupante. Ero
furioso e me la presi con lei.
-Credi
che non lo
sappia!- sibilai maligno –Pensa a una soluzione invece di
girarmi attorno che
se fossi la mia ombra, mi irriti soltanto. Sparisci!-
La
mia reazione la
sorprese, di solito sapevo controllarmi. Ma mi stava proprio rompendo
le palle.
Karin uscì dalla porta, offesa probabilmente, ferita forse.
Ma non mi importava
proprio niente di lei, mi servivano solo i suoi poteri. Presi un altro
kunai, e
stavo per lanciarlo quando quell’idiota di Suigetsu,
iniziò a parlare. Sapevano
bene che ero irritato, ma non facevano altro che alimentare la mia
rabbia.
-Non
dovresti
trattarla così- mi disse. Fermi un momento. Da quando
Suigetsu difendeva Karin?
Lasciai perdere. Non avevo intenzione di immischiarmi in faccende che
non mi
riguardavano. E forse anche lui mi fu grato di questo.
-Notizie
da Konoha?-
chiesi per cambiare argomento.
-No, Tsunade è ancora in coma- disse.
Già. Tsunade era l’unica donna che
poteva curarmi. Ed era in coma. Se solo.. se solo ci fosse stato qualcuno altrettanto bravo..
-Dovrà
pure avere
un allievo!- disse Suigetsu. Un momento. Come avevo fatto ad essere
così
stupido?! La risposta ai miei problemi era davanti a me.
Sakura.
Era
il miglior
ninja medico in circolazione. E visto il mio ascendente su di lei, non
sarebbe
stato difficile convincerla a seguirmi.
Eppure..
non avevo
voluto coinvolgerla, forse era per questo che avevo evitato di pensare
a una
soluzione tanto ovvia. Forse era perché Sakura era stata
l’unica persona in
grado di amarmi incondizionatamente. L’unica certezza, al
punto di considerarla
quasi scontata..
Bloccai
i ricordi
sul nascere.
Stavo
per
ricominciare a lanciare i kunai, felice di aver trovato la soluzione al
mio
problema. Ma un esplosione maledettamente vicina fece saltare in aria
la parete
di fronte a me.
Tra
il fumo intravidi
una figura.
-Ciao
Sasuke-
Spero
di avervi incuriosito! Chi
sarà secondo
voi che ha attaccato il rifugio di Sasuke? Mi raccomando fatemi sapere!
=) È giunto
il momento che Sasuke entri in scena, e per farlo ho deciso di cambiare
narratore, per poter interpretare quello che gli frulla in testa. Come
sempre
mi scuso per gli eventuali errori di ortografia.
Ci
vediamo al prossimo capitolo,
Topazio
=)
|
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Capitolo 8 *** Rabbia ***
La
scelta di Sakura
_Rabbia_
La
rabbia comincia con la follia, e
finisce con il pentimento.
H. G. Bohn
Ricordo
appena tutto quello che successe durante la mia
fuga. Rammento solo che mi ripetevo di mettere un piede davanti
all’altro, come
se ci fosse davvero bisogno di farlo. Eppure le mie gambe sembravano
anestetizzate,
incapaci di muoversi.
La
sete. Questa la ricordo bene. Non so in quale direzione fossi
andata, né per quanto ho camminato tentato
di camminate. Ma la sete la
ricordo molto bene. Arrivata a un torrente mi catapultai in acqua. e
commisi lo
sbaglio di vedere il mio riflesso. Quel riflesso che doveva essere per
forza
una visione distorta della realtà.
Non
potevo essere io.
Capelli
scompigliati. Lievi graffi sul mio volto. Occhi
gonfi. Avevo pianto, o forse non avevo mai smesso di farlo. Sembravo
invecchiata di dieci anni. Ma la cosa che mi lasciò
perplessa furono proprio
gli occhi.
Non
mi ero mai sentita bella, al massimo carina o passabile.
Del resto la mia autostima aveva dovuto fronteggiare Ino. E,
intendiamoci, Ino
è bellissima. Io non ero niente
in
confronto a lei. Non lo sono mai stata. Il mio orgoglio mi impediva di
ammettere la sconfitta. Non mi sorprendeva affatto che fosse riuscita a
‘incastrare’ uno come Shikamaru. La mia fronte
spaziosa e il mio fisico poco
sviluppato erano sempre stati motivo di inferiorità.
L’unica cosa di cui potevo
andare fiera erano i miei occhi, verdissimi e vivaci. Che ora erano
spenti. Vitrei
e opachi. Senza vita. Ma Ino era imbattibile anche su questo fronte,
con i suoi
occhi cerulei. E senza neanche rendermene conto mi paragonai a Hinata.
Anche
lei imbattibile, anche lei bellissima.
Come mi ero ridotta?
Perché l’amore doveva fare così male?
Che cosa avevo fatto di male per
meritarmi un supplizio simile?
Un
ricordo lontano mi colpì all’improvviso come una
frusta.
Anni prima, Tsunade era appena arrivata al villaggio. Stava curando
Sasuke.
Ricordo la felicità che mi aveva invaso quando lo vidi
aprire gli occhi dopo
tanto tempo. In seguito la stessa Tsunade mi raccontò della
delusione che vide
negli occhi di Naruto, nel momento in cui abbracciai Sasuke. Piangendo.
Dimenticando
tutto il resto. Anche lo stesso Naruto, senza il quale Tsunade non
sarebbe mai
diventata Hokage.
Stavo
solo scontato una giusta pena, per tutto il male che
avevo fatto a Naruto. Era quello che mi meritavo. L’unica
cosa che potevo fare
era starmene in un angolo a soffrire in silenzio.
Ero
accecata da Sasuke.
Per me
esisteva solo e soltanto lui.
Avevo rovinato l’amicizia con Ino per lui.
Avevo
compromesso il mio rapporto con Naruto per lui.
Avevo dato tutta me stessa per lui.
Avevo perso tutto a causa sua.
No
Avevo
perso tutto a causa mia. Io avevo permesso a
Sasuke di condizionarmi fino a quel punto.
Rabbia.
Colpii l’acqua e il riflesso si dissolse, per poi
riprendere la forma del mio volto. Avevo ancora le mani incrostate di
sangue.
Bevvi. E ricominciai a camminare.
Non
so come mi ritrovai alle porte si Suna. Ecco spiegata la
sete. Ero nel deserto forse da giorni, e non me ne ero accorta. Le
guardie
cominciarono a farmi domande di circostanza - chi sei, da dove vieni,
che cosa
ci facevo lì - a cui io non sapevo come rispondere. Io non
sapevo davvero cosa ci facevo li.
Il
caso volle che proprio Temari passasse di lì in quel
momento, e mi permise di entrare a Suna. Fu allora che la sete divenne
insopportabile.
Il caldo troppo forte. E il cielo tutto buio.
-Ciao
Sasuke- dissi.
Rabbia.
Ero
accecato. Conoscevo bene quella sensazione, era quando
quella.. cosa prendeva il
sopravvento. Avanzai in mezzo al fumo e alle macerie, ciò
che era rimasto di
quel muro, che sapevo di aver colpito con troppa forza. Poi lo vidi.
Era
sorpreso. E forse anche rabbioso.
-Ciao
Naruto- mi disse –Che cosa ti porta qui? Se stai
cercando ancora di riportarmi a Konoha perdi solo il tuo tempo, non
tornerò mai
con voi- sibilò
perfido. Non avevo
intenzione di perdere tempo, perché non ne avevo. Ero
lì per un motivo e non
potevo permettermi di perdere tempo.
-Ti
sbagli non ho intenzione di portarti al villaggio, ho
cosa più importanti da
fare- dissi.
La sua reazione mi sorprese. Sembrava quasi deluso e.. offeso? Forse
dava per
scontato che stessimo tutto il tempo a pensare a lui, piangendo per il
suo
abbandono.
Rabbia.
Mi
avventai su di lui e gli diedi un pugno in faccia. Non si
era mosso, non aveva nemmeno provato a schivarlo. Strano. Si
allontanò da me di
alcuno passi. Mentre un suo compare con una spada tremendamente
famigliare gli si parava davanti, pronto ad attaccare
al suo segnale.
-Lei
dov’è?- dissi, con una voce che non sembrava mia.
La
voce della volpe, ringhio animale che nasceva dalla gola. Sasuke mi
guardò
sorpreso.
-Non
so di cosa parli. Lei chi?- disse.
Voleva prendermi in giro? Come si permetteva di fare
il finto tonto? Eppure sembrava sincero. Forse stava dicendo la
verità. Forse..
forse avrebbe anche potuto aiutarmi.
-Sakura-
dissi. Mi costò un certo sforza pronunciare il suo
nome. Un lampo di consapevolezza passò negli occhi di
Sasuke. Sembrava..
compiaciuto? Per cosa poi? Non capii. Lui intanto cercò di
nascondere un
sorriso che non prometteva niente di buono. Era il sorriso che aveva
quando
stava pensando a un piano.
-Che
intendi dire?- chiese. Solo un babbeo come me poteva
rispondere sinceramente a quella domanda. Così gli spifferai
ogni cosa.
-Sakura
ha lasciato il villaggio. Voglio solo sapere se è
venuta da te- Sperai con tutto il cuore che Lei non fosse andata da
lui. Sapevo
che in quel modo non avrei saputo dove cercarla. Ma non mi sarei
arreso. In
caso contrario.. non avrei sopportato la notizia. Non avrei potuto
accettare
che Lei se ne fosse andata dal nostro villaggio. Per andare da Sasuke.
Per
andarsene via da me. Non avrei sopportato l’essere
abbandonato dalla persona a
cui tenevo di più al mondo.
-Bene,
bene, bene. Così Sakura ti ha abbandonato- disse. Mi
ferì. Lei non mi aveva abbandonato! Mi.. mi.. non mi aveva
detto dove andava,
ecco! …Ma chi volevo prendere in giro? Lei se ne era andata
e non mi aveva
detto niente. Dopo tutto quello che era successa tra di noi a casa mia.
Rabbia.
Ancora
rabbia.
Non
volevo arrendermi all’idea che proprio Lei mi avesse
abbandonato! Doveva esserci un motivo. Per questo dovevo trovarla.
-La
cercherò anch’io- disse. Una speranza si accese in
me.
-Vuol
dire che mi aiuterai a trovarla?- chiesi.
-Non
ho detto questo- sorride della mia ingenuità. Per un
attimo avevo sperato.. -La cercherò per conto mio, e se la
trovo, lei diventerà
mia-
La
guerra più terribile è quella che deriva
dall'egoismo,
e
dall'odio naturale verso altrui, rivolto non più verso lo
straniero,
ma
verso il concittadino, il compagno.
Giacomo Leopardi
Che
ne pensate? Alla fine era giusta la
supposizione di Fujiko
Hana no ame, era stato proprio
Naruto a sfondare il muro. Spero di non
aver deluso le vostre aspettative, perché ho notato un calo
di recensioni. Ho
sbagliato qualcosa? Vale la pena continuare questa storia? Lo so sono
una rompi
pa**e.. ma fatemelo sapere. Ho bisogno di conferme.
Se
continuerà
credo che ci sarà solo un’amicizia
tra Sakura e Gaara. Mi scuso con chi avrebbe preferito un altro tipo di
rapporto tra loro. Preferisco infatti concentrarmi sul triangolo
Naruto_Sakura_Sasuke. Perché credo che per Naruto sia molto
più semplice affrontare
Sasuke che vede come un rivale (ora anche in amore), che Gaara che
è suo amico.
Fatemi sapere, mi
raccomando. Anche solo per dirmi che farei meglio a darmi
all’ippica.
Topazio =P
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Capitolo 9 *** Ferite ***
La
scelta di Sakura
_Ferite_
"Alcuni
dicono che il tempo sana tutte le ferite.
Io
non sono d'accordo. Le ferite rimangono.
Col
tempo, la mente, per proteggere se stessa, le cicatrizza,
e
il dolore diminuisce. ma non se ne vanno mai." Rose
Kennedy.
La
luce colpì i miei occhi appena aperti con violenza.
Cercai di alzare una mano per proteggermi il viso, ma mi resi conto che
qualcuno mi stava trattenendo. Cercai di mettere a fuoco ciò
che mi circondava,
o meglio, chi mi circondava. Ero in
una stanza bianca. Potevo essere dovunque, ma c’era
l’odore inconfondibile
dell’ospedale. Nel momento in cui mi resi conto che era Gaara
a stringermi la
mano, lui aveva già ritirato la sua.
-Buon
giorno- mi disse.
Scoprii
che mi ci erano voluti 5 giorni per attraversare il
deserto. La cosa strana –e inquietante- era che non ricordavo
assolutamente
nulla di tutto il viaggio. O forse non avevo nulla da ricordare. Il mio
cervello cominciava a giocarmi brutti scherzi. Ricordavo solo di
essermi
abbeverata a una fonte, ma forse quello non era mai successo.
Ero
arrivata completamente disidratata a Suna, tanto che
dovettero ricoverarmi in ospedale, dove dormii per 2 giorni interi. Non
ricordavo nemmeno di aver dormito durante il tragitto. Delle due
settimane
successive ho solo dei piccoli flash, nei quali Gaara è
onnipresente. Non mi
lasciava un solo minuto da sola. Lo consideravo il mio appiglio alla
realtà.
Non mi chiese mai il motivo della mia venuta, ne le cause che avevano
scatenato
la mia fuga. Forse perché sapeva già tutto. Ma
non mi chiese niente comunque, e
di questo gliene fui sempre immensamente grata.
Il
fatto che non mi lasciasse mai, nonostante i suoi impegni
di Kasekage, mi lasciò un po’ sorpresa, forse
temeva che, una volta sola, avrei
commesso qualche sciocchezza. E forse non aveva tutti i torti. Forse
pensava
che avrei provato a buttarmi giù dalla torre più
alta del villaggio. Ma non lo
avrei mai fatto. Ero troppo attaccata alla vita per fare una simile
sciocchezza. O forse mi sentivo già morta, dentro. Per
questo non avrebbe avuto
senso suicidarsi.
Una
cosa che ricordo bene erano gli incubi, non nel senso
che ricordo ciò che sognavo, ricordo solo gli urli che
facevano svegliare
Temari, con la quale dividevo la stanza. Nel momento in cui riaprivo
gli occhi,
avevo già dimenticato quello che mi aveva fatta svegliare in
preda ai sudori
freddi e alle urla.
Nei
pochi giorni trascorsi insieme ricordo le mie
chiacchierate con Gaara, grazie alle quali avevo capito che era in
ragazzo
molto acuto e intelligente. Una volta ci trovammo a guardare le stelle
sotto un
cielo stellato.
-Pensi
che ci sia qualcuno lassù?- chiesi, osservando le
stelle. Non so da dove partisse la mia domanda. L’avevo
pensata e subito mi era
uscita dalle labbra.
-Perche
pensi che dovrebbe esserci qualcuno?-
-Non
lo so. Gli uomini si fanno la stessa domando da
migliaia di anni. Perché credi che ci abbiano passato
così a pensare a questa
eventualità?- Non sapevo nemmeno perché gli
stessi facendo certe domande. Forse
per distrarmi dall’immenso vuoto, dalla voragine che mi si
era aperta nel petto.
Per smettere di pensare anche solo per un istante a Lui.
-Forse
perché noi uomini non ci siamo mai arresi
all’eventualità di essere completamente
soli-
Un velo di
tristezza oscurò i suoi occhi. Gaara aveva conosciuto la
solitudine, quella
vera. Quello che provavo io a confronto, forse, non era niente. In quel
momento
mi ricordò così tanto Na.. (faticavo
così tanto anche solo a pesare il Suo
nome..) dovetti mordermi il labbro
fino a farlo sanguinare per non mettermi a piangere.
-Guarda
un falco!- mi disse Gaara, non ricordo in quale
occasione. Osservai incantata quell’animale librarsi nel
cielo. E pronunciai le
parole che passavano per la testa.
-Darei
qualunque cosa per essere al suo posto-
-Perché?-
mi chiese confuso. ‘Per poter fuggire lontana dai
miei problemi. Ed essere libera di schiantarmi contro una parete, senza
pensare
alle conseguenze’ pensai.
-Perché penso che
volare sia la cosa più vicina alla libertà-
dissi. Ed era vero. Ero sempre
rimasta incantata dal volo degli uccelli. Avrei dato qualunque cosa per
potermi
alzare in volo come.. un angelo.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Correvo
a perdifiato nella foresta. Perché questa era
l’unica cosa che potevo fare. Cercarla. Anche se non avevo
idea di quello che
avrei fatto una volta che l’avrei trovata. Dopo il mio
incontro con Sasuke ero
così sconvolto che ero tornato a Konoha.
Il
maestro Kakashi mi aveva accolto nello studio che prima
era di Nonna Tsunade. Gli avevo raccontato sconvolto ciò che
era successo.
Sasuke avrebbe cercato Sakura.
Sasuke trovato
Sakura.
Sasuke avrebbe soggiogato Sakura.
E
io sarei rimasto da solo.
Kakashi,
aveva capito la delicatezza della situazione, e mi
aveva prestato il suo bizzarro cane
parlante. Insieme avremmo l’avremmo raggiunta. E
l’avrei convinta a tornare
da me. Non ero riuscito a riportare Sasuke, ma con Lei non potevo
permettermi
di fallire. In realtà un eventuale ritorno anche di Sasuke
mi aveva spaventato.
A quel punto non avrei avuto più alcuna
possibilità con Sakura.
Egoista!
Sasuke era mio amico,
come potevo desiderare che non tornasse più?!
Ma
avrei combattuto con lui, se fosse stato necessario. Per
riportarla indietro. Ero pronto a qualsiasi cosa, anche rinunciare a
diventare
Hokage, pur di riaverla con me. Le avrei anche detto che
l’amavo più di ogni
altra cosa al mondo.
Avrei
pagato qualunque prezzo.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
-Ahia
Sakura!- si
lamentò Gaara.
-Stai
fermo!- ordinai. Ero a Suna da circa due settimane.
Eravamo
in mezzo alla foresta al confine del Paese del Vento. Gaara e io
eravamo andati
in missione. Lui si era distratto per colpa mia ed era stato colpito di
striscio. Stavo cercando di curarlo, ma lui sembrava non collaborare.
Ad
attaccarci erano stati una ragazza irritante con i capelli rossi e un
ragazzo
con i denti da squalo, che maneggiava una spada tremendamente
famigliare. (*) Lei aveva giocato sporco con me e
Gaara era stato colpito perché mi aveva aiutato. Non
combinavo altro che guai.
Dopo
aver ferito Gaara si erano dileguati. Il graffio poteva
sembrare una sciocchezza agli occhi di Gaara, ma la spada con cui era
stato
ferito era avvelenata. Fabbricai l’antidoto, cosa che mi
risultò semplice
grazie agli insegnamenti della signorina Tsunade. Lasciai Gaara a
dormire in
una grotta, e montai la guardia notturna.
Guardavo
il cielo ricoperto di stelle. Quando sentii un
rumore che mi mise in allerta. Solo un ninja incapace o poco esperto
avrebbe
fatto un errore simile, oppure il nemico mi stava sottovalutando.
Sperai che
fosse la seconda opzione, mi sarei divertita di più. Mi
sorpresi di me stessa
nel constatare una tale sete di sangue. La cosa mi spaventò,
non poco.
Ripresi
il controllo di me e con nonchalance, lanciai un
kunai verso colui che mi stava spiando. Lo mancai. Questo voleva dire
che la
seconda opzione era quella giusta. Mi stava sottovalutando. Bene. Il
mio gesto
portò lo il ninja a uscire allo scoperto. Quando si
mostrò alla luce della
luna, non riuscii a credere ai miei occhi.
-Che
cosa ci fa tu qui?- chiesi.
(*)Credo
sia superfluo aggiungere che mi sto riferendo a
Karin e Suigetsu.
Allora?
Che ne
pensate? Scusate il ritardo ma ho avuto un problema di connessione
-.-Ringrazio
tutti coloro che leggono, ma soprattutto recensiscono la mia storia.
Tra
una cosa e l’altra
ho avuto tempo di scrivere una one-shot
‘La forza
dei
tuoi occhi’ sempre sulla coppia Naruto
Sakura. È la mia prima one-shot,
e mi piacerebbe sapere il parere di chi è più
esperto di me. Ne sto ultimando
anche un’altra ‘La Bella e la Bestia’ che
aggiungerò a breve(sempre NaruSaku XD).
Se qualcuno di voi ha voglia di andare a leggerla e magari lasciarmi un
commento, gliene sarei immensamente grata.
Grazie
ancora,
Topazio=)
P.S.
Mi raccomando recensite! Siete
voi che mandate aventi questa storia! =)
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Capitolo 10 *** L'incontro ***
La
scelta di Sakura
_L’incontro_
-Che
cosa ci fa tu qui?- chiesi.
-Ciao
Sakura– rispose. I miei scrutavano i suoi, freddi e
glaciali come sempre. Eppure.. c’era qualcosa che non andava.
Forse era perché
non stava usando lo Sharingan.Qualcosa dentro di me mi fece mettere in
posizione di guardia, come se Sasuke costituisse un pericolo. La parte
sognatrice di me mi suggeriva che non correvo alcun pericolo, anzi,
quella
parte era persino sollevata dalla sua vista. L’altra parte..
lui era un
traditore di Konoha, era cambiato, non era più mio amico.
E
non potevo fidarmi di lui.
-Che
cosa ci fa tu qui?- ripetei. Cercavo di rimanere
concentrata sull’idea che lui fosse un nemico, eppure.. era
così dannatamente
bello.. mi diedi mentalmente della stupida per aver anche solo sperato,
anni
prima, di poter far breccia nel suo cuore. Come avevo potuto essere
così
sciocca? Che avevo io di speciale per poter attirare la sua attenzione?
Niente.
Solo la mia ossessione per lui. Che, tra l’altro,
è una cosa piuttosto
patetica.
-Ti
stavo cercando- la sua risposta mi sorprese, mi inquietò
e.. mi lusingò. Lui era venuto fin qui solo per cercare me. Cacciai quell’idea dalla
testa. Ero così tanto confusa. Il
dolore per la perdita di Naruto mi uccideva, ma il desiderio nei
confronti di
Sasuke era opprimente. Non sapevo più cosa provavo. Se fino
a cinque minuti
prima ero certa dei miei sentimenti.. ora mi sentivo confusa. Bastava
la
semplice vista di Sasuke a farmi vacillare? Ero certa di sapere cosa
significasse essere innamorata, eppure.. No. Il dolore per il
tradimento di
Sasuke, non era niente in confronto
a
quello che avevo provato alla vista di Naruto che baciava Hinata.
Allora perché
Sasuke mi faceva quell’effetto? Era possibile amare due
persona
contemporaneamente?
In
quel momento li odiai entrambi. La mia vita sarebbe stata
così semplice senza di loro.. mi condizionavano a tal punto
che avevo ‘tradito’
il mio villaggio per loro. Amo Naruto, e amavo Sasuke, o forse non ho
mai
smesso di faro. A questo punto non sapevo neanche se la parola
‘amore’ fosse
quella giusta. Desideravo solo essere lasciata in pace.
Rabbia,dolore,
sofferenza e
solitudine
sono le cosa che non ti deluderanno mai nella vita.
Amore, amicizia, affetto possono darti tanto,
ma
possono toglierti tutto.
Era
come se fossi in bilico su una fune, stavo riuscendo a
trovare un equilibrio, seppur precario, e poi arriva Sasuke che tenta
di
buttarmi giù. Avevo sempre tentato di stare al loro passo,
ma loro erano sempre
stati irraggiungibili e inarrivabili.
-Me?-
chiesi, ero incredula e scettica, ma la mia voce suonò
falsamente speranzosa. Meglio, così gliela avrei fatta
pagare per tutto quello
che mi aveva fatto passare.
-Si,
ho saputo che te ne sei andata da Konoha. Ti sei resa
conto che il villaggio era troppo piccolo per te?- disse, ironico. Ogni
volta
che riapriva bocca si avvicinava, ora ci dividevano solo una decina di
passi.
Questo non mi tranquillizzò.
-Più
o meno- non avevo voglia, né l’intenzione di
dirgli
perché me ne ero andata –perché mi
cercavi?- Volevo arrivare al punto e tornare
da Gaara, l’unico che mi aiutava a tenermi in equilibrio
sulla fune.
Lui
non mi rispose, si avvicinò ora ci dividevano solo
cinque passi. E poi cambiò argomento.
-Ti
sei mai chiesta che cosa significasse quel
‘grazie’?- I
suoi occhi erano puntati su di me, sembravano che volessero
scandagliarmi fino
nel profondo, alla ricerca di tutto quello che gli stavo tacendo, mi
sentivo
nuda davanti a lui. Ma in realtà era come se mi non mi
vedesse.
-Non
ho mai smesso di farlo- mi chiesi cosa mi spingesse a
essere così pateticamente sincera con lui. È
vero, avevo passato anni a
chiedermi cosa significasse quel ‘grazie’, ma poi
mi ero arresa all’evidenza
che ero io che volevo trovarci un
significato nascosto nelle sue parole. Speravo.. speravo che.. non so
neanch’
io cosa sperassi sul serio.
-Sei
l’unica che merita di starmi accanto- sussurrò,
tremendamente vicino. Non capii. –Vieni via con me- Non era
una domanda, una
proposta. Era un ordine. Lo guardai negli occhi.
-Vieni
via con me, e ti darò tutto ciò che hai sempre
desiderato- Era così
vicino.
-Cosa
ne sai tu di ciò che desidero?- chiesi.
-Ti
conosco, Sakura- Il mio nome suonava così bello
pronunciato dalla sua voce.. e poi.. e poi le sue mani si posizionarono
sul mio
viso, il suo volto si fece più vicino..
..e
poi le nostre labbra si incontrarono.
Avevo
sempre desiderato quel contatto, avevo sempre cercato
di immaginare come sarebbe potuto essere baciare Sasuke. Il mio
pensiero non
fu, un attimo prima del bacio, ‘Oddio, sta per succedere
davvero’. No. L’unica
cosa che pensai in quel momento fu:
No.
Non
così.
Non
mi mossi quando lui mi toccò il viso.
Non
mi mossi quando la sua bocca si avvicinò alla mia.
Non mi mossi quando mi fece dischiudere la
labbra.
Ma
ricambiai il bacio. E fu meraviglio. Oltre ogni mia aspettativa.
Poi
i nostri sguardi si incontrarono. Il suo sguardo vigile
era intento a scrutarmi. Ma i suoi occhi.. erano vitrei, opachi. Fu
allora che
capii. I suoi occhi. Lui.. lui stava diventando cieco.
Mi
aveva ingannata.
Fu
allora che scoppiai.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Qualcosa
nei suoi occhi cambiò. Ma non diedi peso a questo
dettaglio. Probabilmente era solo sconvolta. Ma poi lei sorrise, un
sorriso che
non avevo mai visto sul suo volto. Qualcosa non andava. E la conferma
la ebbi
quando si allontanò da me.
-No-
disse, con decisione. Una decisione che non avevo mai
sentito nella sua voce.
-No
cosa?- chiesi confuso.
-Non
verrò con te- le sue parole mi spiazzarono. Questo non
era calcolato. Il piano era mandare Karin e Suigetsu a distrarre Gaara,
trovarmi
da solo con Sakura e andare via insieme. Semplicemente perfetto. Ma lei
aveva
detto di no. Questo non era previsto. Sarebbe dovuta cadere ai miei
piedi,
anche senza quel bacio.
Non
verrò con te.
Le
sue parole rimbombavano nella mia testa. Come si permetteva
di rifiutarmi? Io le offrivo di
starmi a fianco. Questo a lei sarebbe
dovuto bastare! Dov’era finita la piccola e stupida
Sakura, così facile da
manovrare? Volevo andarmene a testa alta, dire ‘Non importa,
peggio per te’,
volevo che lei mi inseguisse e mi pregasse in ginocchio di portarla con
me.
Così appiccicosa, così simile a Karin. Invece
dissi:
-Perché?-
le mia voce suona strana, forse rabbiosa.
Capricciosa e infantile.
-Perché
mi sono resa conto che sei un perdete- la sua voce,
così fredda, i suoi occhi così indifferenti
fecero più male di qualsiasi ferita
che avessi mai ricevuto. Dov’era Sakura? La vera
Sakura. Perché mi stava facendo questo? Ma soprattutto,
perché le sue parole mi
facevano così male?
Un
perdete.
Un
perdete.
Un
perdete.
Non
ebbi il tempo di ribattere, volevo azzittirla, ma lei
continuò.
-Dimmi,
Sasuke, che senso ha avuto la tua vita fino a questo
momento? Il tuo unico scopo era vendicarti, uccidere tuo fratello. E
quando ci
sei quasi riuscito scopri che la tua vendetta non ha avuto alcun senso.
Hai
abbandonato i tuoi amici, hai tradito il tuo villaggio, hai ucciso tuo
fratello. E tutto per che cosa? Perché tu
pensavi che vendicarti fosse l’unico scopo della
tua vita!-
Hai
abbandonato i tuoi amici.
Hai
tradito il tuo villaggio.
Hai ucciso tuo
fratello.
-Le
belle favole raccontate da Orocimaru ti hanno accecato.
Tu volevi potere e guarda caso spunta fuori uno che è in
grado di dartelo. Ma
tu guarda che caso!- Il suo sarcasmo era doloroso, stavo lì
fermo, a farmi infamare,
incapace di muovere un muscolo –Lui ha sempre solo cercato di
usuari, eri solo
uno dei potenziali corpi da usare-
-Se
non sei tornato a Konoha quando Itachi è morto, è
perché
in realtà non ti sei accorto per niente degli errori che hai
commesso. Questo
significa che sei marcio come Orocimaru. Hai pestato tutti coloro che
ti
volevano bene perché in realtà ti importa solo di
te stesso. E ora sei rimasto
da solo-
continuò lei.
E
ora
sei rimasto da solo.
Solo.
La
cosa
che mi spaventa di più.
-Sai
qual è la cosa peggiore? Che N.. Naruto - la sua voce
si incrinò –Lui ti vuole ancora bene. Spera ancora
che tornerai, ma non si è
accorto del male che aleggia in te. Ti ho sempre ammirato, Sasuke,
sempre. E ho
sempre disprezzato Naruto. Mi sono ormai accorta che è
sempre stato lui il
migliore dei tre. Quello sincero, quello leale, quello.. amato.
L’unico che merita di esserlo. Io sono solo una bugiarda e
tu sei solo feccia-
Perché?
Perché le sue parole facevano così male? Perché ha ragione. Ecco cosa
sussurrava
la mia coscienza. Ma il fatto che fosse proprio lei
a pronunciarle, era sorprendentemente devastante. Una parte di
me desiderava avere indietro la piccola, appiccicosa e noiosa Sakura.
Quella
che arrossiva al mio solo sguardo, quella che disprezzava Naruto. Non
quella
che ne parlava con ammirazione. Questo mi infastidiva. Che preferisse
Naruto a
me. Un’altra parte di me era invece violentemente attratto
dalla nuova,
combattente, Sakura. Che le era successo?
Quello
sincero, quello leale, quello.. amato.
L’unico che merita di esserlo.
Lei
lo amava. Qualcosa dentro di me andò in tilt. Non
riuscivo nemmeno a sopportare l’ idea che Lei
preferisse Naruto a me! Quella non
era Sakura, no, Lei non avrebbe mai
detto quelle cose. Mi mossi verso di lei, con passi automatici. Lei non
si
mosse. Nemmeno quando i miei occhi iniettati di sangue fissarono i
suoi, più
determinati che mai.
Non
si mosse nemmeno quando le mie mani si strinsero attorno
al suo esile collo.
Nemmeno
quando cominciai a stringere.
Se
vuoi
avere qualcosa che non hai mai avuto,
devo
fare qualcosa che non hai mai fatto.
Mi
scuso per l’immenso ritardo, ma questo capitolo mi
è costato un certo sforzo.
Non sono sicura di averlo organizzato bene. Ma quello che penso di
Sasuke sono
riuscita a scriverlo tranquillamente. C’è qualcuno
d’accordo con me? O volete
linciarmi perché amate Sasuke alla follia? Fatemi sapere, mi
raccomando =)
Il
titolo del capitolo è scontatissimo -.-, ma non sapevo che
inventarmi, se avete
un qualche suggerimento, lo cambierò.
Topazio:)
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Capitolo 11 *** La Scelta ***
La
scelta di Sakura
_La
scelta_
L'uomo
deve
scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni.
Paulo
Coelho
i
avvicinai di soppiatto. E quello che vidi mi fece gelare
il sangue nelle vene. Lui le si avvicinò, posò le
sue mani sul collo di Lei. E
iniziò a stringere. Lei non si mosse, non provò a
scappare, non reagì. Se ne
stava semplicemente ferma, mentre
Sasuke la stava uccidendo. Feci un passo avanti pronto a scagliarmi
contro di
lui. Lui, il migliore amico, che stava uccidendo Lei, la ragazza che
amavo.
Stavo per scattare non potevo perdere tempo, perché non
potevo permettere che
tutto quello accadesse davanti ai miei occhi.
La
volpe dentro di me fremeva, pronta a scatenarsi. E poi..
..lui
la lasciò andare. Le sue mani allentarono la presa sul
collo di Lei.
E
la baciò.
Così
scoppiai.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
e
mie mani fecero presa sul suo esile collo, se solo lo
avessi voluto avrei potuto ucciderla all’istante. Le sua vita
era nelle mie
mani. Esercitai più pressione. Ma poi.. incontrai i suoi
occhi. Non c’era una
lacrima sul suo volto. Non ne aveva versata nemmeno una. Quando i miei
occhi
incontrarono i suoi, non trovai paura, come mi aspettavo. I suoi occhi
erano
limpidi, puri. Innocenti. Non mi incolpava di quello che le stavo
facendo. I
suoi occhi trasmettevano un messaggio molto chiaro.
Io
ti
perdono.
Non
le pronunciò, non serviva. Io avevo capito benissimo il
messaggio. Quelle tre semplici, stupidissime parole mi sconvolsero. La
stavo
uccidendo e lei mi perdonava. Questo mi fece vacillare. Che diavolo
stavo
facendo? Stavo per uccidere l’unica persona che aveva sempre
dimostrati di
amarmi. Che nonostante tutto mi aveva aspettato. L’unica che forse mi amava ancora nonostante stessi
tentando di ucciderla.
Allentai
la presa sul suo collo. Un rumore alle mie spalle
mi distrasse. Chi mi ritrovai davanti? Naruto. Quello che Lei ora credeva di preferire.
Lui voleva
intervenire, voleva fermarmi. Io glielo avrei impedito. Annullai la
distanza
tra la mia bocca e quella di Sakura e la bacio davanti ai suoi occhi.Mi
sentivo
uno sciocco a dire la verità. L’avevo baciata solo
per dimostrare a Naruto che
Lei era mia. Lo era sempre stata. E che comunque avrebbe scelto me.
Sempre.
L’attrazione
che però mi legava a Lei in quel momento era
sconvolgente. Forse con quel bacio volevo dimostrare anche a me stesso
che le
cose stavano così. Le parole dette prima l’avevano
fatta sfogare. Mi aveva
rinfacciato tutte le mie colpe e mi aveva aperto gli occhi.
Ora
toccava a me farle capire che Lei mi aveva sempre
amato, che Naruto non era niente in
confronto.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
on
avevo idea di come fossi riuscita a rimanere così
impassibile. Insomma, Sasuke mi stava strangolando! E io che facevo? Lo
guardavo. In realtà volevo andarmene dignitosamente. Niente
suppliche, niente
lacrime. Solo uno sguardo fiero e coraggioso. Uno sguardo pieno di
disprezzo e
odio. Nessun pensiero specifico attraversava la mia mente in quegli
istanti.
Pensai solo a Naruto, si, perché volevo che fosse Lui il mio
ultimo pensiero.
Anche se, in tutta sincerità pensai a entrambi.
La
follia che vedevo negli occhi di Sasuke mi colpì. Come
aveva fatto a ridursi in quel modo? Era come se fosse precipitato in un
profondo baratro. E nessuno riusciva ad aiutarlo, ma forse era proprio
lui che,
inizialmente, non ne voleva uscire. E forse io e Naruto non ci eravamo
impegnati abbastanza per tirarlo fuori.
No.
Solo io non avevo fatto niente per portarlo indietro.
Era sempre stata comoda al villaggio ad aspettare che Naruto lo
portasse
indietro. Anche la sera in cui se ne andò, io non niente per impedire la sua fuga. Forse
lui voleva essere fermato,
ma io non ero abbastanza forte -o volenterosa- da riuscire a fermarlo.
In quel
momento realizzai.
Era
anche colpa mia se Sasuke mi stava
uccidendo.
Lo
avevo ferito nell’orgoglio. E non ero stata capace di
tirarlo fuori dal baratro. Dopo un po’ me ne ero
semplicemente dimenticata che
forse lui voleva essere aiutato. Ma avevo sempre preferito che fosse
Naruto a
occuparsene.
Stavo per morire,
l’aria cominciava a mancarmi. Non volevo andarmene con
‘uno sguardo pieno di
disprezzo e odio’. Non volevo che il mio ultimo pensiero
fosse così
deplorevole. Così..
Io ti perdono.
E
lui mi lasciò andare.
Non
ebbi tempo di allontanarmi. Né di tossire o scappare. Le
nostre labbra si unirono senza che potessi fare nulla per impedirlo. O
forse
non volevo davvero fare nulla. Non capii subito il motivo di quel
gesto. Ma poi
lo vidi. Naruto. Davanti a me, in carne e ossa. Furioso.
Gli occhi scarlatti della volpe donavano un che di
animalesco al suo volto da angelo.
Una
lacrima sfuggì al mio controllo. Dopo tutti gli sforzi
che avevo fatto per non piangere ancora davanti a Sasuke…
era la vista di
Naruto a farmi crollare.
Prima
che potessi fare qualsiasi cosa, Naruto si avventò su
Sasuke e, prima che me ne rendessi conto lo scontro fra i due era
cominciato.
La potenza e la violenza dei colpi era inaudita. Cercai di muovermi
verso di
loro, ma mi resi conto che mi mancava il respiro. Arrancai,
appoggiandomi a un
albero nel disperato tentati di mettere aria nei polmoni, ma ogni
sforzo mi
provocava dolore alla gola.
Un
ricordo lontano mi colpì all’improvviso. Sul tetto
dell’ospedale di svolgeva la stessa scena, ma
all’epoca era tutto diverso.
Combattevano perché erano rivali, per dimostrare
all’altro di essere il
migliore. Ma erano amici. Anche
allora avevo provato a fermarli, avrei potuto rimetterci la pelle,
così mi
disse Kakashi. Lui intervenne, fermando il Rasengan e I Mille Falchi.
Non
osare mai più intrometterti.
La
voce dura di Naruto che mi ordinava qualcosa che sapevo
non avrei potuto fare. Come potevo starmene lì a guardarli
mentre combattevo.
Erano
amici.
Ora
invece combattevano per uccidere. Uno contro all’ultimo
sangue. All’improvviso mi resi conto che potevo perderli
entrambi. Come avrei
potuto sopportare un simile dolore? Non potevo, semplicemente. Li
amavo
entrambi, in modo diverso ma li amavo. E non potevo vivere
senza uno dei
due.
L’impatto
del Rasengan e del Mille Falchi fu disarmante. Non
ero riuscita a muovermi e loro si erano feriti perché non
ero arrivata in tempo
per fermarli. Ora stavano distesi a terra, feriti, sanguinanti, divisi.
Se
vuoi avere
qualcosa che non hai mai avuto,
devo
fare qualcosa che non hai mai fatto.
Io
dovevo scegliere. Gli sguardi di entrambi si
posizionarono su di me, in mezzo a loro. Anche loro sapevano che era
arrivato
il momento. Il mio primo amore e il mio migliore amico. Non potevo
indugiare
oltre.
Guardai
Sasuke.
E
cominciai a correre.
Non
esiste scelta che non comporti una perdita.
Jeanette
Winterson
Vi
chiedo scusa per l’ennesimo ritardo, ma ho avuto una
settimana d’inferno. Che ne
pensate di questo capitolo? Lo ammetto, non l’ho riletto. E
potrebbero esserci
degli errori di distrazioni, perciò perdonatemi, ma volevo
aggiornare il prima
possibile. Fatemi sapere mi raccomando, nel bene e nel male!
Topazio=)
|
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Capitolo 12 *** Conseguenze ***
La
scelta di Sakura
_Conseguenze_
La
cosa più difficile non è scegliere,
ma
convivere con le proprie decisioni.
apevo
bene che scegliere tra i due sarebbe stata la
decisione più difficile che avessi mai preso. Li amavo
entrambi, ma in modo
diverso. E nel giro di qualche secondo ne avrei perso per sempre uno.
Anche
se.. Naruto non era più ‘mio’ ormai. Ma
il fatto che fosse corso a cercarmi,
nonostante Hinata, mi riempiva il cuore di gioia.
Naruto
era come il sole, che illuminava le mie giornate. Il
suo sorriso mi scaldava il cuore, il suo ottimismo, la sua
vivacità, i suoi
gesti, i suoi sguardi.. tutto di Lui mi riempiva di vita. Ma tutto era
surclassato dal ricordo del suo bacio con Hinata. Scegliendo lui sarei
rimasta
da sola comunque.
Sasuke
invece era come un’ossessione. Un’ossessione che mi
aveva allontanata dalla mia migliore amica. Il suo sguardo mi sondava
ogni
volta che ricadeva su di me. La sua voce, così profonda e il
corpo erano un
invito che nessuna ragazza con un minimo di cervello avrebbe rifiutato.
Ma il
ricordo della notte in cui lui se ne andò dal villaggio, mi
tormentava ancora.
E aveva provato a ingannarmi. Scegliendo lui averi vissuto ancora una
realtà
fatta di illusione e false speranze.
Volevo
così tanto girare i tacchi e andarmene. Sarebbe stato
facilissimo. Li avrei lasciati lì, e tanti saluti. Ma non
potevo.
Dovevo
scegliere.
**********************************************************************
a
guardai. E Lei ci guardò
entrambi. Vedevo nei suoi occhi il peso di quella scelta. Non poetavo
biasimarla, la stavamo costringendo a scegliere, e Lei sapeva che
avrebbe perso
uno dei due. Non cercai di recuperare il mio copri fronte, volato
qualche metro
più in là. Il corpo mi doleva, le ferite
riportate dallo scontro erano più
gravi di quello che pensavo, ma sarei guarito in fretta, grazie alla
Volpe.
Lei
volse lo sguardo verso
Sasuke. Così mi sdraiai a pancia in su, con le braccia
aperte, cercando di non
ascoltare i passi di Lei che correva. E chiusi gli occhi. Li chiusi
perché
sapevo di non poter sopportare la vista di Lei che correva nella
direzione
opposta alla mia. Di Lei che lo curava, di lui che la baciava.
La
Volpe ribellava di rabbia
dentro di me. Non dovevo permettere che prendesse il sopravvento. Mi
ripromisi
di non perdere il controllo davanti alla vista di loro, di Lei che se
ne andava
via con lui. Il mio cuore tamburellava frenetico, in attesa del colpo
di
grazie. Del Suo addio.
Una
lacrima traditrice
sfuggì al mio controllo. E rigò la mia guancia.
Quella piccola insignificante
lacrima era l’unico segno della mia sofferenza interiore.
Come avrei fatto
sopportare il suo abbandono?
Poi
una mano sfiorò il mio
volto.
E
catturò quella piccola lacrima.
**********************************************************************
na
rabbia cieca scaturì dalla parte più profonda di
me. Lei.
Lei aveva scelto lui. La vedevo chinarsi e accarezzarli il volto.
Quello che
provavo non era solo rabbia. No. C’era dell’altro.
Qualcosa di gran lunga più
sconosciuto e più doloroso.
Invidia.
Invidiavo
Naruto.
Lui,
che mi era sempre stato inferiore. O, forse, così
l’avevo sempre voluto considerare. Una volta lo avevo
ritenuto persino un degno rivale.
Ma era passato così tanto
tempo.. Lui, il mio migliore amico. Che nonostante tutto aveva provato
a
riportarmi indietro, solo per rendere felice Sakura. Era pronto a
sacrificare
la propria felicità per Lei.
Non
era molto diverso da Itachi, suppongo. Anche lui, come
Naruto, aveva rinunciato alla propria felicità; era stato
creduto da tutti, me
compreso, un traditore, un assassino che aveva sterminato la sua
famiglia,
lasciando in vita solo il fratellino troppo debole per difendersi.
Tutto questo
per il suo villaggio, Konoha. Che cosa li spingeva a essere
così dannatamente
masochisti da rinunciare alla propria felicità, per quella
di qualcun altro? C’è
chi li definirebbe altruisti, io invece li considero solo dei cretini.
Sarò
egoista, forse. Ma niente mi farebbe mai compiere un gesto
così masochistico.
Io
e Naruto eravamo sempre stati simili. Forse era stata la
solitudine che ci accomunava fin da piccoli a farci diventare uniti.
Si, ci
somigliavamo proprio tanto. E forse ancora oggi ci sono elementi che
accomunano.
Allora che cosa lo ha spinto a fare le sue scelte? Perché
non aveva scelto
anche lui, come me, la via più semplice, la via del potere?
Se siamo sempre
stati così simili, perché ora sembravamo
così diversi?
Se
eravamo uguali perché Sakura era con lui e non con me?!
Doveva
essere successo qualcosa che ci aveva fatti
cambiare.. Era come se stessimo entrambi affogando, privi di sensi,
andavamo
entrambi a fondo. Ma poi.. lui aveva cominciato a risalire, spinto da
Sakura,
il maestro Kakashi, Shikamaru, Kiba, Hinata, Gaara.. tutti. Tutti erano
lì e
spingerlo verso la luce. E io continuavo ad affondare. Lui volava in
altro in
cielo. E mi vedeva sempre più immerso
nell’oscurità. (*)
In
quel momento desideravo essere al posto di Naruto. Non
potevo sopportare l’idea di essere secondo a qualcuno. Avevo
sempre dato per
scontato che Lei sarebbe venuta da me. Nel momento in cui mi aveva
fissato la
mia certezza era diventata assoluta: avrebbe scelto me. E avevo
sbagliato. Il
suo volto non traspariva alcuna emozione. Non aveva capito cosa stesse
per fare
finché non aveva iniziato a correre dalla parte opposta.
L’avevo
data per scontata e ora l’umiliazione e il senso di
sconfitta che provavo mi fecero pizzicare gli occhi. Non avevo
più pianto da..
boh, tantissimo tempo. E non potevo permettermi di farlo davanti a
loro, così
la sconfitta sarebbe bruciata ancora di più. Per un
piccolissimo momento
desiderai tornare indietro. All’epoca del Team 7. Allora era
tutto più
semplice. La mia vendetta sembrava irrealizzabile, ma se avessi potuto
tornare
indietro sarebbe stato diverso. Avrei potuto dimostrare a entrambi
all’affetto
che meritavano. Se solo avessi potuto cambiare le cosa.. ora Sakura
sarebbe
vicina a me.
Mentre
ero immerso nei miei viaggi mentali, Sakura si alzò e
mi venne incontro.
********************************************************************************
uardai
Sasuke. Il mio primo amore, il ragazzo che amavo più
della mia stessa vita. E cominciai a correre verso Naruto. Non potevo
andare da
Sasuke. Non avrei potuto fare questo a Lui. Sarei rimasta sola, ma non
potevo
far finta di non sentire ciò che il mio cuore diceva. Sarei
stata felice solo
se Naruto fosse stato felice. E se la sua felicità
riguardava Hinata, buon per
lei.
Ero
pronta a rinunciare alla mia felicita per la persona che
amavo.
Ero pronta alla conseguenze del mia scelta.
Ero pronta.
(*)
La metafora che ho usato si
riferisce alla nuova sigla usata da Mediaset per gli episodi in onda il
sabato
e la domenica. Io adoro la canzone e le immagini usate! ^-^
Allora?
Lo ammetto, in questo capitolo
non succede niente, ma volevo aggiornare prima della fine del mondo!
Non potevo
lasciarvi con il dubbio sulla scelta di Sakura, vi pare? =) Spero vi
sia piaciuto,
e mi scuso per gli eventuali errori. E, se il mondo non finisce,
aggiornerò il
prima possibile, ma temo che finirò dopo Natale,
perciò..
Auguri!
Topazio
=)
|
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Capitolo 13 *** Le Cicatrici ***
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La
scelta di Sakura
_Le
Cicatrici_
Il
filosofo Khalil
Gibran
ha scritto:
"Le anime più forti sono quelle temprate dalla
sofferenza.
I
caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.
rrivai
al suo fianco in un attimo. Mi inginocchiai accanto a
Lui. Mi sentii quasi mancare quando vidi i suoi occhi chiusi. Ma quello
che mi
preoccupò maggiormente fu una piccola lacrima, che rigava la
sua guancia.
Naruto non era mai stato il tipo di persona che piange facilmente.
Così, senza
pensarci, catturai quella lacrima, e gli appoggiai la mano sul suo viso.
Lui
aprì gli occhi di scatto, come sorpreso della mia
presenza. Ci guardammo per un istante che parve lunghissimo. Averlo
accanto e
poterlo toccare, stava facendo scoppiare di gioia il mio cuore. Lui
posò la sua
mano sulla mia –contatto che stava per far uscire dal petto
il mio cuore- e
cercò a fatica di alzarsi a sedere. Cercai di aiutarlo, ma
nel farlo dovetti
‘lasciare la presa’ sulla sua guancia.
-Sei
qui. Hai scelto me- sussurrò, forse più rivolto a
se
stesso che a me. Il tono della sua voce sembrava sorpreso e sollevato.
Un
gemito di dolore, però, sfuggì al suo controllo.
Non persi tempo, controllai
subito le sue condizioni. Lo rifeci sdraiare, contro la sua
volontà. Aprii la
sua felpa, e con un kunai strappai la maglietta nera. La vista dei suoi
addominali scolpiti mi feci avvampare, cercai di coprire il rossore del
mio
viso con i capelli. Concentrai il chakra nelle mani, e cominciai a
curarlo. Naruto,
però, non ne aveva proprio voglia di starsene zitto e buono.
-Perché
te ne sei andata? Perché mi hai abbandon..?- Lo
fermai prima che potesse dire quella parola. Perché il peso
di quelle poche
lettere era troppo da sopportare in quel momento. Lui taceva. Aspettava
la mia
risposta. E io non sapevo che dirgli. La verità sarebbe
stata troppo umiliante
e patetica. E non me la sentivo di mentirgli così
apertamente. Così cercai una
scorciatoia davvero patetica: cambiai discorso.
-Le
ferite sono solo superficiali. Quello che mi preoccupa è
che hai riportato qualche danno agli organi interni, perciò
mi ci vorrà più
tempo per curarti, inoltre dovrai stare a riposo per qualche giorno-
dissi. Lui
non mi interruppe. Ma continuò a fissarmi con una tela
intensità da farmi quasi
male. Io invece tenevo lo sguardo sulle ferite che stavo curando.
-Guardami-
Non lo feci. Lui si alzò un po’.
Strattonò il mio
braccio finché non posai lo sguardo su di Lui.
–Perché te ne sei andata?- Il
tono della sua voce ora era più duro e autoritario. Il mio
viso era vicinissimo
al suo, solo qualche centimetro e.. No. Il suo cuore era di
un’altra. Gli occhi
iniziarono a pizzicarmi e le lacrime minacciavano di rompere gli
argini.
Distolsi lo sguardo. Stavo per crollare. Se avessi incontrato di nuovo
quello
sguardo autoritario, averi confessato tutto.
-D’accordo. Non
importa. Me lo dirai quando sarai pronta- disse, lasciandomi il
braccio. Non
avevo parole, non aveva insistito. La mia gratitudine nei suoi
confronti
arrivava alle stelle. Finii in silenzio di curarlo, sentivo il suo
sguardo
addosso che mi sondava. Non lo trovavo fastidioso, mi sentivo in
imbarazzo,
certo, ma anche lusingata.
-Ora
devo andare da Sasuke. Anche lui ha bisogno di me-
dissi e feci per alzarmi, ma Lui mi trattenne prendendomi per mano.
-Tornerai
al villaggio, vero? Ci torneremo insieme?- Mi
chiese. Il tono speranzoso della sua voce, la luminosità e
l’innocenza dei suoi
occhi, l’insaziabile desiderio di averlo accanto, mi fecero
uscire la risposta
dalle labbra, ancora prima che il mio cervello avesse elaborato la
domanda.
-Sì-
Lui
non ebbe bisogno di altro. Sorrise. Lascò andare la mia
mano. E corsi verso Sasuke.
*********************************************************************************
a
vidi corrermi in contro. Lei si fermò
e si inginocchiò davanti a me. Mi guardò negli
occhi e disse:
-Vuoi
che ti guarisca?- Dritta al punto. La sua voce era
ferma, professionale. Averi voluto dire di no, dirle che non me ne
sarei fatto
niente delle sue cure. A fermarmi fu però il dolore
lancinante che sentivo al
petto. All’altezza dei polmoni. Sulla sinistra. (*) Tutta colpa di Naruto. Anche
se.. Anche se l’idea delle mani di
Sakura sul mio corpo mi allettava, i suoi occhi luminosi, le sue
labbra, il
calore che emanava, quel calore che era riuscito a scaldarmi il cuore.
L’unica
che, dopo tanti anni, ci fosse riuscita..
MA
CHE DIAVOLO STAVO FANETICANDO?! Dovevo aver sbattuto la
testa. Molto forte. Tutta colpa di
Naruto.
-Si,
fallo- dissi semplicemente. Come se fosse la cosa più
normale del mondo. Lei venne più vicina, mi fece sdraiare e
mi scoprì il petto,
pieno di cicatrici. Notai con piacere un leggero rossore sulle sue
guancie. Un
misto di orgoglio e compiacimento si diffuse in me. Allora non le ero
così
indifferente come voleva far sembrare. Ma allora perché
aveva scelto Naruto?
Questo non riuscivo a spiegarmelo. Una fitta al petto mi
colpì nuovamente.
-Ecco
fatto- disse. Mi fece sedere nuovamente.
-Ecco
fatto? Ma io sento ancora dolore- Non volevo fare la
figura del bambino capriccioso, ma aveva davvero male al petto. Che
razza di
medico lascia il paziente agonizzante? Ok, sto facendo un
po’ il
melodrammatico.
-Dove?-
Mi chiese sorpresa. E io Le indicai il punto esatto
in cui sentivo le fitte, a sinistra, a livello dei polmoni. Lei si
avvicinò e
posizionò la sua mano esattamente lì. E il calore
mi invase. Sperai
vivamente non essere arrossito. Poco dopo incontrai il suo
sguardo confuso.
-Il
battito è leggermente
accelerato - Non mi piacque il modo in cui disse
‘leggermente’ - ma la
pressione sanguigna è regolare. Non hai niente. Sasuke, non
hai mai avuto
problemi di cuore, infatti il tuo è sanissimo- Cuore? Ora
ero io ad essere
confuso. Come facevo a provare un dolore così forte proprio
al cuore, io, che
ero sempre stato sanissimo? E poi.. Il mio battito era accelerato.
Molto accelerato, non leggermente, come
aveva detto Lei. Non capivo. E
forse non ci sarei mi riuscito.
Era
come se le ferite provocate da Naruto fossero guarite
grazie a Lei, che però aveva aperto una ferita molto
più seria che, se mai
fosse guarita, avrebbe lasciato una cicatrici molto più
evidente e
significativa i tutte le altre che coprivano il mio corpo.
"I
difetti e le tare dell'anima sono come le ferite
del corpo:
nonostante
gli sforzi inimmaginabili fatti per guarirle,
rimane
sempre una cicatrice."
François de la Rochefoucauld.
Poi
fece una cosa inaspettata. Mise le sue mani sulle
mie tempie e chiuse gli occhi. Poco dopo li riaprì e disse:
-Non
conosco in modo approfondito la malattia che ti
ha colpito, né da cosa è generata.
Dovrò consultare gli appunti di Tsunade che
si trovano al villaggio. Nutro buone speranze relative alla tua
guarigione. Ma
se vuoi che io ti curi devi farmi una promessa- Ci misi qualche istante
a
capire che stava parlando dei miei occhi. Aveva intenzione di curarmi.
Dopo
tutto quello che avevo combinato. Ma voleva qualcosa in cambio.
-Parla-
dissi, sospettoso.
-Dovrai
lasciar perdere ogni tuo tentativo di
distruggere Konoha e i paesi alleati. Non tentare più di
cancellare ciò che tuo
fratello voleva proteggere con la vita- Più che una
richiesta sembrava una
supplica. Prima ancora che potessi pensare a un compromesso, o a
qualsiasi
altra cattiveria, le mie labbra pronunciarono le parole che non mi
sarei mai
sognato di pronunciare:
-Hai
la mia parola- E Lei sorrise. E questo mi bastò.
Si alzò in piedi, intanto Naruto, forse stanco di aspettare,
si alzò in piedi.
E a passi lenti si diresse nella nostra direzione.
-Come
ti ho detto prima- riprese Sakura –Gli appunti
che mi servono sono a Konoha. Ora sei tu a trovarti davanti a una
scelta- Quale
scelta? Non capii, ma le lasciai il tempo di trovare le parole giuste.
Intanto
una flebile speranza mi avvolgeva. Lei si guardò intorno e
poi il suo sguardo
incontrò il mio.
-Sasuke.
Vuoi tornare a Konoha con noi?- Mi guardò e
nei suoi occhi vidi la stessa speranza che avvolgeva me.
Tese
la sua mano aperta verso di me. E poco dopo fu
raggiunta anche da quella di Naruto che desiderava la stessa cosa: il
mio
ritorno. Il fatto che mi volessero ancora al loro fianco, dopo tutto
quello che
avevo fatto, fu per me devastante.
-Vieni
con noi Sasuke e tornerà tutto come prima.
Saremo di nuovo una squadra. Torneremo ad essere il Team 7. Vieni con
noi e
curerò tutte le tue ferite-
Le
due mani erano tese verso di me.
E
rappresentavano la luce, nell’oscurità che mi
stava
avvolgendo.
Sakura
aveva ragione. Toccava a me scegliere.
Scegliere
se essere divorato dall’oscurità. O
intraprendere l’umiliante via della redenzione.
(*)
Casualmente
Sasuke inizia a sentire male al cuore
proprio adesso, nel momento in cui Sakura sceglie Naruto e non lui..
Innanzitutto
Buon Anno! Eccomi
con un nuovo capitolo e una nuova scelta, quale sarà la
decisione di Sasuke?
Spero come sempre che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e,
in caso
contrario, accetto le critiche costruttive. In ogni caso recensite ^-^
Alla
prossima,
Topazio=)
|
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Capitolo 14 *** Verso Casa ***
La
scelta di Sakura
_Verso
Casa_
E'
meglio tornare indietro che perdersi nel
cammino.
Proverbio Russo
ra
toccava a me scegliere. Vedevo finalmente davanti a me una via
d’uscita
dall’oscurità che mi aveva avvolto, e non avevo
fatto nulla per fermarla. Avevo
il privilegio di ottenere una seconda possibilità. Mai averi
sperato
un’opportunità simile. Ma ne ero degno? No. Ma loro tendevano ancora le loro mani verso
di me. Non ero degno di
accettare, ma lo feci comunque. Perché
un’opportunità simile non si può certo
buttarla via.
Allungai
la mano a mia volta, indeciso se prendere quella di Sakura o
Naruto. E loro non mi costrinsero a questo scelta ancora più
difficile, perché
Sakura prese la mia mano e Naruto il mio polso. E mi aiutarono ad
alzarmi. Una
volta in piedi, ci guardammo negli occhi.
Naruto
sorrideva come un ebete.
-Il
Team 7 è tornato- disse lui. Eravamo cambiati, ma in fondo
eravamo
sempre quel trio di scapestrati combina guai. La prospettiva di essere
in
squadra con loro, anni prima, non mi attirava per niente, anzi li
ritenevo un
peso. Ma stranamente, ora tutto questo mi dava.. pace,
una condizione a me sconosciuta.
-Da
che parte è il villaggio?- Chiese Naruto. Che domanda
cretina. Mi
aspettai che Sakura lo picchiasse. E così stava per fare, ma
si limitò ad
alzare gli occhi al cielo.
-Nord-est,
Naruto. Ci vorranno ore per tornare a casa,
perché siamo molto vicini a.. Suna- Compresi che Lei doveva
essersi ricordata all’improvviso di qualcosa
d’importante dall’espressione del
suo viso. –Aspettatemi qui, ho una cosa da sbrigare- disse.
Questo mi ricordò
che anche io dovevo fare qualcosa prima di tornare a.. casa.
Lasciammo Naruto ad aspettare sotto un albero e ci dirimemmo
in direzioni opposte. Non avevo idea di quello che Lei avrebbe dovuto
fare, ma
io dovevo chiudere i ponti con il passato.
**********************************************************************
orsi
nella foresta. Come avevo fatto a dimenticarmi una cosa così
importante?! Come avevo
fatto a
dimenticarmi di Gaara? Che razza di medico è quello che si
dimentica i pazienti
nella foresta? Lo trovai in
pochissimo tempo, sveglio e – fortunatamente - vivo. Compresi
in fretta che
doveva aver assistito a gran parte della ‘battaglia -
conciliazione’.
-Sakura,
è ora che tu torni a Konoha- disse semplicemente.
-Grazie
di tutto, Gaara-
E
tornai da Naruto. Non mi andava di trovarmi sola con Lui, sarebbe stato
troppo.. troppo, quindi aspettai il
ritorno di Sasuke, prima di uscire allo scoperto. Mi chiesi dove fosse
andato,
anche Lui aveva un ‘conto in sospeso’.
**********************************************************************
iberarmi della mia vecchia
squadra
fu più difficile di quanto pensassi. Mi aveva servito
fedelmente. Ma feci
promettere loro che non si sarebbero più intromessi negli
affari di Konoha,
quello era il mio ultimo ordine. Karin, come al solito,
cominciò una gran
lagna, ma venne trattenuta da Suigetsu. Mi allontanai da loro, il mio
passato,
e andai verso la strada che avevo scelto. Arrivai insieme a Sakura,
dove Naruto
ci stava aspettando.
**********************************************************************
ominciammo
a correre verso Konoha. Ma ci fermammo poco dopo il tramonto
perché eravamo esausti. Ricontrollai le ferite di Naruto e
Sasuke, ma i due
stavano ormai gurìarendo. Trovammo una grotta, e decidemmo
di improvvisare un
accampamento. Scelsi di fare il primo turno di guardia. E i accomodai
vicino al
fuoco. Naruto dormiva beato già da più di
un’ora, quando Sasuke venne di fianco
a me.
-Non
riuscivo a dormire- mi disse. Poi tacque. E io non dissi niente. Ma
Lui voleva parlare, chiedermi qualcosa, lo conoscevo abbastanza da
capirlo.
-Perché
hai scelto Lui?- disse infine. Sembrava che
pronunciare quelle poche parole fosse stato
faticosissimo per Lui. Come avrei potuto rispondere? Avrei potuto
mentire
facilmente, inventandomi qualsiasi menzogna. Averi potuto dire che
volevo fare
un dispetto a Lui, che Naruto era più simpatico, che fosse
più veloce da
raggiungere, che tirando una monetina era uscita testa invece che
croce,…
Invece
mi voltai, guardai Naruto che dormiva profondamente vicino al fuoco.
Guardai Sasuke e non mentii. Dissi la pura e semplice verità.
La
verità vi renderà liberi.
Sacre
Scritture
**********************************************************************
erché io lo amo-
La limpidità della
sua voce e la semplicità con cui pronunciò quella
parole, mi fece infuriare.
Non ragionai più. E mi comportai come un bambino viziato.
-Ma
prima amavi me- la rabbia traspariva da ogni lettera che pronunciai.
-Le
cose cambiano- disse semplicemente, come se tutto ciò non la
riguardasse. Deglutii a fatica e strinsi i pugni. –Ora torna
a letto, ti
sveglio per il tuo turno di guardia tra un paio d’ore- E,
come un cagnolino
ubbidiente, non protestai, ma feci come Lei diceva. Mi coricai, ma non
aveva
ancora finito di parlare.
-Vi
fidate così tanto da dormire tranquilli, mentre io faccio la
guardia?-
nella mia voce risuonava ancora la rabbia che provavo. E poi, volevo
metterla
alla prova.
-Tu
non ci faresti del male- disse, dalla sua voce non traspariva alcun
dubbio –Perché siamo tutto ciò che hai.
E noi ti vogliamo bene- Il sorriso che
mi rivolse dopo cancellò ogni traccia di rabbia dal mio
animo.
Perché
siamo
tutto ciò che hai. E noi ti vogliamo bene.
Mai
avrei pensato di poter pensare che le parole di Sakura potessero essere
tanto importanti.
E
così vere.
Ho
deciso di essere sbrigativa nella parte di Gaara e del Team Falco,
perché penso vi interessi di meno, ma non volevo che
qualcuno pensasse che io
mi fossi dimenticata di Gaara o dei compari di Sasuke. Comunque questo
capitolo
è un po’ corto, e senza avvenimenti particolari o
colpi di scena finali. Ho
dovuto troncare il finale perché, per inserire quello che
volevo, avrei
rischiato di renderlo troppo lungo. Quindi ho deciso di cominciare in
anticipo
il prossimo capitolo dove ci sarà il ritorno al villaggio
del Team 7 e……. anche
un incontro tra Sakura e Hinata! Ma
non
vi anticipo niente! Fatemi sapere che ne pensate e soprattutto se vi ha
deluso
il capitolo e la decisione presa da Sasuke. Spero che siate riusciti a
capire
quale personaggio parla ogni volta, comunque si alternano sempre Sakura
e
Sasuke =)
Recensite!!
Alla
prossima, Topazio =)
P.S.
Ho appena raggiunto il traguardo delle 100 recensioni!! ^-^ Grazie a
tutti coloro che hanno contribuito, grazie davvero ;)
P.P.S.
Piccola anticipazione!
“All’inizio
non
avevo pensato alle possibili conseguenze del mio gesto, avrei dovuto
chiedere
scusa a un sacco di persone, umiliarmi per chiedere il loro perdono. Ma
niente
mi fece sentire così in colpa per la mia fuga come
l’avvenimento che sarebbe
accaduto di lì a qualche istante”.
Cosa
sarà mia successo? Provate a indovinare! ;)
|
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Capitolo 15 *** Ritorno alle Origini ***
La
scelta di Sakura
_Ritorno
alle
origini_
Ci
sono molti modi di arrivare,
il
migliore è di non partire.
Ennio Flaiano
e
mura del villaggio si ergevano alte davanti a me, ma
all’interno le
costruzioni che mi accoglievano ogni volta che tornavo da una missione,
non
esistevano più. Lo scontro con Pain aveva raso al suo quasi
tutto il villaggio.
Solo all’entrata venne in mente a me e a Naruto che la
ricomparsa di Sasuke
avrebbe potuto provocare qualche problemino.
Il caso volle che fosse Shikamaru di guardia all’entrata. Si
complimentò con
Naruto per essere riuscito a riportarci indentro entrambi.
All’inizio
non avevo pensato alle possibili conseguenze del mio gesto,
avrei dovuto chiedere scusa a un sacco di persone, umiliarmi per
chiedere il loro
perdono. Ma niente mi fece sentire così in colpa come
l’avvenimento che sarebbe
accaduto di lì a qualche istante.
La
vidi da lontano e quando mi notò, cambiò
completamente direzione. Arrivò
come uno tsunami. E mi travolse. Averla davanti era doloroso, ma
doverla
guardarla negli occhi fu anche peggio. Feci per aprire bocca, per dire
qualcosa
anche se non sapevo da dove iniziare, stavo per dirle
‘scusa’, ma lei intuendo
le mie intenzioni, agì prima di me.
Lo
schiaffo arrivò implacabile sulla mia guancia. Il rumore
provocato
dall’impatto della mano sul mio volto, parve zittire ogni
rumore. Il tempo
sembrò fermarsi. La guancia pulsava, ma non era quella a
fare più male. Sentii
gli occhi pizzicare. Ma non avrei pianto davanti a lei, non le avrei
dato
questa soddisfazione. E non avrei nemmeno toccato il mio volto con la
mano nella
speranza di attutire il dolore. No, non le avrei dato nemmeno questa di
soddisfazione.
Il mio orgoglio me lo impediva. Dietro di me Naruto e Sasuke erano
immobili.
Sconcertati, forse, e colpiti. Lei alzò un’altra
volta la mano per colpirmi.
Infine anche loro si mossero prima che lei potesse farmi più
male. Ma Shikamaru
intervenne. In qualunque caso non mi sarei mossa, l’avrei
lasciata sfogare,
come era giusto che facesse.
-Smettila
Ino. Ma sei impazzita?- Le disse Shikamaru, mentre lei si
dimenava tra le sue braccia, per liberarsi.
-Lasciamo
andare. Lasciami, ho detto! Non la colpirò più
promesso, mi sono
già sfogata- Nella sua voce traspariva ancora un ringhio
rabbioso. Ma lui la
lasciò andare. E lei venne davanti a me e disse a parole
quello che il suo
schiaffo aveva già espresso benissimo.
-Come
hai potuto Sakura? Sei sparita senza preavviso, senza spiegazione, mi
hai lasciato solo un biglietto. Hai idea di quanto fossi preoccupata?-
Gridò.
Ora era lei sull’orlo delle lacrime. Pensavo
–speravo- che
avesse finito. Ma la parte peggiore stava
per arrivare.
-Hai
fatto quasi impazzire Naruto! Lo capisci questo?- Continuò.
Ero rimasta
impassibile per tutta la durata dello sfogo. Ma quando
nominò Naruto, vacillai.
Sapeva, forse anche meglio di me, quanto io tenessi a Lui. E il fatto
di
tirarlo in ballo fu davvero un mossa sleale. Ma lei non contenta
rincarò la
dose. Non avevo idea di come stesse reagendo Naruto alle mie spalle. Ma
voltarmi e affrontare il suo sguardo sarebbe stato davvero troppo.
-Tu non lo hai visto! Non hai
idea dello stato in cui si trovava quando ha visto che non tornavi. Ti
ha
cercata dappertutto! E tu che facevi? Te ne andavi tranquilla e
girovagare per
il mondo!- Basta. Non ce la facevo più. Deglutii. Strinsi i
pugni fino a conficcare
le unghie nella carne. La mia mascella era tesa.
E
abbassai lo sguardo.
Questo
indicava la mia sconfitta. Lei aveva vinto. E io riconoscevo la sua
vittoria. Ma era lei ad avere le lacrime agli occhi. Shikamaru, Naruto
e Sasuke
assistevano imperterriti al suo sfogo. Ma nessuno, me compresa, si
sarebbe
aspettato il gesto che fece Ino un istante dopo. Lei si
avvicinò a me.
E
mi abbracciò.
-Non
fare mai più una cosa del genere- disse, appoggiando il viso
sulla mia
spalla. Granai gli occhi. Smisi di stringere i pugni. Le braccia
però rimasero
lungo i miei fianchi. Non ricambiai l’abbraccio, non ero
ancora pronta per
farlo, per raccontarle cosa mi aveva spinto ad andarmene. Lei, infine,
si
allontanò da me e mi sorrise. E poi si rivolse a Sasuke.
-Tu!
Non credere di essere risparmiato dalla mia ira. Solo perché
sei
tornato non vuol dire che sarei accolto come un vecchio amico-
Probabilmente
avrebbe continuato a inveire contro di lui, ma decise che per quel
giorno si
era infuriata a sufficienza. Ci congedammo da Ino e Shikamaru il
più in fretta
possibile, dicendo che dovevamo parlare con Kakashi. Io camminavo
davanti e i
due al mio seguito, non volevo incontrare i loro sguardi. Camminavo
tranquilla
pensando alle parole di Ino. Davvero Naruto era così
disperato quando meno ero
andata? La cosa mi faceva sentire immensamente in colpa. Gli avevo
fatto del
male. Di nuovo. Ma era anche stupidamente contenta del suo interesse
nei miei
confronti, voleva dire che mi voleva bene. Anche se l’essere
sua amica ormai
non mi bastava più. Una
volta che fummo
abbastanza lontani, Sasuke aprì la sua boccaccia!
-Perché
non hai reagito quando ti ha dato lo schiaffo?- disse. Ma
perché non
si faceva mai gli affari suoi?!
E
ancora una
volta gli risposi sinceramente.
-Perché
ha fatto bene a darmelo- E ne meritavo un altro di schiaffo, avrei
voluto aggiungere. Ma qualcosa –o qualcuno- mi
bloccò. La vidi dirigersi verso
di noi insieme a Kiba.
Hinata.
No.
Non ero ancora pronta. Non sarei riuscita a sopportare lei
che correva in contro a Lui. Non
avrei sopportato il vederli.. insieme.
Sarei crollata, avevo ancora bisogno di tempo. Dovevo prepararmi
psicologicamente. Meditai di fare dietrofront, di darmela a gambe. Pur
di non
vederli insieme. Ma non avevo
più
tempo. Lei stava già correndo nella nostra direzione insieme
a Kiba. Mi
sorprese il vederli insieme, quei due. Non mi ero dimenticata la
lacrima
sfuggita a Kiba, quel giorno all’ospedale.
Prima
che potessi escogitare qualsiasi piano di fuga, prima che potessi
inventarmi
un qualsiasi espediente per non vederli insieme,
Hinata fece la cosa più inaspettata. Mi
abbracciò. Anche lei, come Ino, mi
aveva dimostrato il suo affetto con una gesto sincero e spontaneo.
Sincero
e spontaneo? -.- Ma per favore! Secondo me quella ci godeva come un
cane. Era riuscita a soffiarmi Naruto, e ora faceva
l’amicona! Doveva aver dato
una festa quando aveva saputo che me ne ero andata! Ma poi Naruto mi
era venuto
a cercare. E lì probabilmente le è caduto il
mondo addosso. Ora forse voleva
pugnalarmi alla schiena per averlo allontanato da lei.
Ancora
una
volta, quel giorno, strinsi i pugni, conficcai le unghie nella carne.
E
trattenni un ringhio che mi sorgeva spontanei dal profondo della gola.
Ma
poi lei si staccò da me. E mi sorrise. E in quel momento mi
pentii di tutte le
cattiverie che avevo pensato. Hinata a era la creatura più
pura che esistesse,
e non sarebbe mai stata capace di augurarmi il male. No,
perché lei mi voleva
bene. E io non meritavo così tanto affetto da parte sua.
E
ancora una
volta quel giorno mi sentii immensamente in colpa.
-Bentornata
Sakura! Eravamo così in pena- disse.
-Come
hai fatto a trovarla? Se non sbaglio, non sapevi che pesci pigliare.-
intervenne Kiba rivolto a Naruto.
-L’ho
cercata in tutti i covi in cui poteva essere Sasuke. Ma lì
non c’era,
così Kakashi mi ha prestato quell’inquietante cane
parlante!-. Disse Naruto con
un sorriso.
-Se
me lo avessi detto ti avrei prestato.. Akamaru- Rispose Kiba. Ma una
espressione di dolore si dipinse sul suo volto. Non capii. Prima che
potessi
chiedere spiegazioni, Hinata si avvicinò a lui e gli
posò una mano sulla
spalla. O.O Da quando Hinata mostrava così tanto affetto nei
confronti di
Kiba?! Davanti a Naruto, poi! Forse voleva farlo ingelosire.. ma Naruto
non
fece una piega.
E
ancora una
volta quel giorno non capii.
Più
confusa che mai, infine, ci congedammo da loro e riuscimmo ad arrivare
da Kakashi, senza incontrare nessun’altro. Le guardie
allarmarono vedendo
Sasuke, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo. Ma Kakashi
uscì dalla
tenda e ci fece entrare. Guardò Naruto.
-Sei
riuscito a portarli indietro entrambi- disse. Una semplice
costatazione, che però sembrava un complimento. Poi si
rivolse a Sasuke.
-Spero
che tu sia tornato per restare- Sasuke annuì, per grande
gioia mia e
di Naruto –Allora
è necessario
che mi consulti con gli anziani, non è in mio potere
riammetterti al villaggio,
serve anche il loro consenso.- E poi guardò me. Poi
alzò una mano –per una
attimo temetti che mi volesse schiaffeggiare come aveva fatto Ino- ma
la posò
sulla mia spalla. E prima che potessi fare qualsiasi cosa fui avvolta
dalle sue
braccia.
Ma
per la prima
volta quel giorno ricambiai l’abbraccio.
Fu
veloce ma non irruento. E mi fece sentire per la prima volta a casa.
Sorridendo ci disse di andarci a prendere una ciotola di Ramen, e poi
di
andarci a riposare. Solo allora mi accorsi era quasi tramontato il
sole. A
Sasuke sarebbe stata assegnata una tenda, visto che casa sua era ancora
in
piedi, ma inaccessibile.
Fu
allora che mi venne in mente un leggerissimo
particolare che mi era sfuggito.
Non
avevo un posto dove dormire.
Che
ne pensate?
Questo capitolo è molto più lungo degli altri, ho
dovuto troncare quello
precedente perché non potevo inserire tutto questo. Nel
prossimo spero di
inserire i punti di vista un po’ di Naruto e le sensazioni di
Sasuke, al suo
ritorno al villaggio. Vi chiedo un po’ di pazienza per il
prossimo capitolo,
perché non ho ancora idea di come strutturarlo, ma
soprattutto di cosa
scrivere.. qualche suggerimento? Ditemi recensite, e se avete delle
idee :)
Alla
prossima,
Topazio
=)
|
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Capitolo 16 *** Il momento della Verità ***
La
scelta di Sakura
_Il
momento
della verità_
utto
intorno a me era cambiato. I paesaggi famigliari che mi ricordavano la
mia infanzia ora non c’erano più. Mi sentii
smarrito. Ma sapevo che era un
passaggio obbligato verso la redenzione. E poi ci sarebbe stato un
nuovo
inizio. Kakashi mandò Naruto e Sakura a riposarsi, dopo il
lungo viaggio. E,
con la scusa di mostrarmi la tenda che mi era stata assegnata,
iniziò a
spiegarmi la mia situazione. Ero stato dichiarato un ninja traditore, e
non
potevo cavarmela con poco. Ma avrebbe fatto di tutto pur di evitarmi il
carcere. Avrebbe cercato di convincere i Vecchi Babbioni
gli Anziani
della mia buona fede, ma avrei dovuto prestare giuramento di
fedeltà al
villaggio.
-Se
hai bisogno anche solo di parlare, sai dove trovarmi- Mi disse davanti
alla tenda. –Sasuke, se sei qui devi dire grazie a Naruto e
Sakura. Ti è stata
data una grande opportunità, non sprecarla- Detto questo, se
ne andò. No. Non
avrei sprecato la mia seconda possibilità. Ora avevo un
altro obiettivo. Senza
il quale la mia vita non avrebbe senso. Volevo cambiare, ma allo stesso
tempo
rimanere me stesso. Volevo fare qualcosa che mi rendesse fiero. Volevo
qualcosa
che non potesse essere cancellato facilmente, come tutto ciò
che avevo fatto
per Konoha prima di andarmene. Qualcosa per cui sarei stato ricordato.
Volevo
riportare il Clan Uchiha agli antichi splendori.
"Tutti
moriamo.
L'obiettivo
non è vivere per sempre.
L'obiettivo
è creare qualcosa che vivrà per sempre."
C.
Palahniuk.
*********************************************************************
aruto
camminava al mio fianco. Non sapevo dove stessimo andando, ma lo
seguivo comunque. Ero troppo occupata a pensare a una soluzione al mio problemino, per
pensare alla destinazione. Non avevo la minima intenzione di
andare a casa di Naruto. E nemmeno di chiedere ospitalità a
Ino. In entrambi i
casi sarebbe stato un suicidio. Strinsi forte il libro che tenevo in
mano. Ero
passata a prenderlo tra gli altri di Tsunade che tenevo
all’ospedale. In quel
libro, forse, c’era il modo per curare Sasuke.
-Eccoci
arrivati!- disse infine Naruto. Eravamo alla mensa degli sfollati. Mi
disse di aspettarlo vicino all’entrata. Mi chiesi il
perché di quella scelta.
Ma poi lo vidi dirigersi in una precisa direzione. Il bancone del
Ramen. Prese
5 ciotole d’asporto. 5! Poi tutto contento uscì
con me al seguito, sempre
troppo occupata a pensare a come trovare un posto dove dormire. Fu
quello il
mio errore. Pensai troppo. Così tanto che non mi accorsi
che, seguendolo, ero
arrivata nel posto dove non desideravo andare: casa sua!
Stavo
valutando l’opzione di darmela a gambe, ma il profumino
invitante del
Ramen e i crampi allo stomaco mi fecero desistere. Che stupida! Mi ero
infilata
nella tana del Leone, solo perché stavo morendo di fame.
Lo
aiutai ad apparecchiare e ci mettemmo a mangiare. L’allegria
di Naruto
durante tutta la cena fu devastante. Io non dissi una parola. Mi
sentivo a
disagio, inquieta e braccata. Come
se
stessi andando sul patibolo e quello fosse il mio ultimo pasto. Si,
perché si
stava avvicinando il momento della verità.
-
Sakura? Sei sicura di star bene?- Mi chiese interrompendo il flusso dei
miei pensieri. No, che non sto bene! Sono una stupida pecorella che si
era
infilata nella tana del Leone. Ma Lui avrebbe avuto pietà di
me?
"Il
leone attacca solo quando è affamato,
quando
è sazio il predatore e la preda vivono pacificamente
insieme."
C.
Jones.
Dovevo
agire. Ora.
-Si
sta facendo tardi. È ora che io vada. Grazie per la cena.
Domani ti
porto i soldi che ti devo- Questa fu ufficialmente la scusa
più idiota che io
abbia mai inventato. Presi il mio libro e mi diressi verso la porta,
sperando
con tutto il cuore che il ‘Leone’ fosse sazio. Ma
non fu così.
-Dove
credi di andare?- Pessima scelta di parole. Perché qualunque
risposta
si sarebbe rivelata una bugia. Casa? La tua è distrutta.
Tenda? Non ce l’hai
più. Mi fermai. Osservai speranzosa la porta davanti a me.
Quelle porta troppo
lontana per essere raggiunta. Brava Sakura! Gran bella idea quella di
entrare
nella tana del Leone! E ora che mi inventavo?! Mi girai. Ma non vidi
una
sguardo alcun segno di dubbio, sospetto o qualsiasi altra cosa mi
aspettassi di
trovare. Lui sorrideva.
E
più veloce che mai una lacrima a lungo trattenuta
sfuggì al mio
controllo, rigò la mia guancia. E si infranse per terra.
Cancellai alla
velocità della luce ogni traccia di quella debolezza del mio
volto. Mai non fui
così veloce da ingannare Lui. E il suo sorriso
svanì.
-Sakura,
io..- sussurrò. Non gli diedi il tempo di terminare la
frase.
-Ora
devo andare- dissi con voce ferma. Mi voltai e arrivai vicinissima
alla mia via di fuga.
-No.
Ehi, aspetta. Dove vuoi andare?- disse, venendomi a fianco. Non
risposi. Perché non sapevo che dire. –Non hai
più la tua tenda, dove hai
intenzione di andare a dormire?- Cosa potevo inventarmi? Niente.
-Puoi..
puoi restare da me. Come.. come l’ultima volta-
Balbettò
imbarazzato, grattandosi la testa.
-Naruto,
io.. io credo che non sia il caso..- Dissi.
-Perché?-
chiese. Il suo tono era quasi.. quasi ferito. E mi sentii morire.
-Io
non posso- Dissi. Come potevo sperare di uscirne indenne? Avrei
sofferto.
Starli così vicino, e sapere di non poterlo.. toccare..
C’è chi dice di
cogliere l’attimo, senza pensare alle conseguenze. Ma quanto
dolore avrei
dovuto sopportare io, dopo una simile decisione?
-Non
puoi. O non vuoi?- Dal suo
tono sembrava come se da quella risposta dipendesse la sua vita. Questo
mi
spinse a guardarlo. Ad alzare gli occhi e a immergermi nel suo sguardo.
Fu
allora che mi venne in mente una cosa così ovvia che mi fece
quasi male.
Lottare
per
amore.
Perché
non lo facevo? Perché gettavo la spugna dando per scontato
che ogni
speranza di un futuro insieme fosse solo una stupida illusione?
Perché non
mettermi in gioco e dare tutta me stessa per ottenere quello che
volevo? Forse
era per questo che mi sentivo braccata, in trappola, perché
nel profondo sapevo
che questo momento sarebbe arrivato. Misi il libro sul tavolo. E mi ci
appoggiai a mia volta. Lui venne davanti a me.
-Naruto.
Io..- Non sapevo da dove cominciare. Non sapevo cosa dire,
né come
dirlo.
-Sakura
io sono stanco. Si può sapere che ti succede? Sei
diventata..
totalmente indifferente. Non hai fatto una piega davanti a Ino e
Hinata. È
come.. è come se ti fossi costruita delle mura attorno a te
per impedire che
qualsiasi cosa entri o esca.- Già aveva proprio ragione. Per
non mostrarmi
debole avevo innalzato barriere invisibili per evitare di essere ferita
ancora
una volta. Niente entrava nemmeno l’affetto e
l’amicizia. Ma era il giusto
prezzo da pagare per non soffrire più. Ma il mio scudo mi
stavano allontanando
da Lui.
-Credo
che sia giunto il momento che tu mi dica la verità- Disse.
Il tono
severo e autoritario della sua voce mi allarmò.
Appoggiò le mani sul tavolo
vicino ai miei fianchi. Mi ritrovai così intrappolata tra
Lui e il tavolo.
Eravamo così vicini.. una vicinanza dolorosa e pericolosa,
ma ora avrei lottato
per Lui, a costo di rovinare la mia amicizia con Hinata. Era giusto che
Lui
conoscesse la verità.
E
con un filo di voce sussurrai a pochi centramenti dalla sua bocca:
-Mi
sono innamorata di te-
Non
abbassai lo sguardo.
Non
balbettai.
Non
piansi.
Pronunciai
quelle parole con tono fiero e dignitoso. Perché non dovevo
vergognarmi di quello che provavo, perché l’amore
può ucciderti dentro, ma ti
fa sentire viva.
La
sua reazione non tardò ad arrivare. Sgranò gli
occhi, sorpreso. Ma c’era
qualcos’altro che vidi nei
suoi
occhi. Qualcosa che non seppi definire subito, ma che mi confuse.
Gli
avevo aperto il mio cuore.
E
in modo sincero avevo detto ciò che provavo.
Ma
a lui questo non bastò.
-Io
non ti credo-
Ci
sono abissi che
l'amore non può superare,
nonostante
la forza delle sue ali.
Honoré de Balzac
Ringrazio
di cuore:
luli97,
Orihime
Hyuuga
e
vale98sonohra
per i loro consigli. Grazie al
cielo ho trovato
l’ispirazione, che ne pensate? Non vi aspettavate questa
reazione di Naruto,
vero? Se vi ho sorpreso ne sono ben felice. Ma non disperate nel lieto
fine,
perché, almeno nelle fan fiction, il cosiddetto
‘happy ending’ deve esserci. Ma
non è ancora il momento.
Comunque
la mia
storia si sta avviando verso il finale, non so ancora quanti capitoli
durerà
perché sono un tantino
disorganizzata! Spero di non avervi deluso, fatemi sapere in ogni caso.
Alla
prossima,
Topazio
=)
|
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Capitolo 17 *** Lacrime di Verità ***
La
scelta di Sakura
_Lacrime
di
Verità_
Dall'amicizia
all'amore
c'è la distanza di un bacio.
Anonimo
non
ti credo-
Mi
crollò il mondo addosso. Ogni parola, ogni pensiero, ogni
gesto era
completamente bloccato. Nella mia testa c’era solo e
unicamente quella frase.
Io
non ti credo
Il
mio corpo non si muoveva, era come paralizzato, i miei occhi
però
osservavano Naruto. Ma poi Lui si allontanò. Sentii il
freddo calare su di me.
Ma questo suo gesto mi risvegliò dalla paralisi. Mentre Lui
si faceva sempre
più distante e irraggiungibile. Avevo pensato a un possibile
rifiuto, certo, le
probabilità c’erano. Ed erano alte. Soprattutto
dopo che avevo visto quel
bacio. Ma mai e poi mai avrei potuto immaginare quel tipo di risposta
da parte
sua. Sentii male al petto, ma solo quando Lui si voltò, mi
mossi. Ancora una
volta portai la mano all’altezza del cuore (*) nel disperato
tentativo i non
far andare in pezzi il mio cuore. Un’altra volta. Sentii gli
occhi pizzicarmi. Possibile
che nel omento in cui aprivo il mio cuore, Lui potesse pugnalarlo
così, senza
pietà?
-P-perché?-
dissi fissando il pavimento, tentando di non scoppiare a
piangere. Lui si voltò, e trovai la forza per alzare lo
sguardo. Non avrei
abbassato gli occhi, no. Volevo guardarlo mentre mi spezzava il cuore.
Doveva
dirmelo in faccia perché non mi credeva. Il suo viso sempre
illuminato da un
sorriso contagioso, ora era teso, tirato. Ma ciò che mi
sorprese fu che non ero
la sola a provare dolore. Sul suo volto traspariva la stessa
disperazione e
sofferenza che provavo io.
-Perché?-
Chiese. Dalla sua voce traspariva un misto di amara sorpresa e collera. Ecco cos’era quel
qualcosa di
anormale che avevo notato nei suoi occhi. Ora avevo capito di cosa si
trattava. Rabbia. La cosa mi
spaventò. Mai, mai,
mai Lui si era mostrato così in collera con me. Lui mi aveva
perdonata, sempre.
-Mi
chiedi perché?- Disse. Ora anche Lui sembrava
sull’orlo delle lacrime
come me. E vederlo in quello stato faceva male. Ma la cosa peggiore
è che era
colpa mia. –Mi hai
già detto quelle
parole. Mi hai già mentito prendendoti gioco di me-
Ora
capivo. Avrei dovuto pensarci prima. Già un volta avevo
detto di
amarlo. Lo avevo ferito. Lo avevo ingannato.
Avevo mentito. O forse, non mi ero ancora resa conto i
quanto in realtà
tenessi a Lui. Il suo risentimento era più che giustificato.
E, colpevole,
abbassai gli occhi. Una crepa apparve sul muro invisibile che avevo
eretto
attorno a me per non provare più sofferenza.
E
una lacrima a lungo repressa, sfuggì al mio controllo,
rompendo gli
argini.
Si
allontanò ancora di più da me. E più
era distante, più diventava
irraggiungibile. Si voltò, mi diede le spalle. Si stava
avvicinando verso la
porta, ma potevo lasciarlo andare. Mi mossi, e cercai di abbattere
quella
barriera che ci stava separando. E afferrai la sua mano. Il freddo che
era
calato su di me dopo che si era allontanato, parve sciogliersi, ma
persisteva
ancora nell’aria.
Lui
mi guardò, io lo guardai.
Nulla
è più
complicato della sincerità.
Luigi
Pirandello
-L’avevo
fatto per proteggerti. So di aver sbagliato e di averti ferito. Ma
avevo paura di perderti- Dissi. La mia voce si incrinò. Le
lacrime continuavano
a scendere piano sul mio viso. Ma volevo, dovevo continuare a
guardarlo. Perché
i suoi occhi mi davano la forza necessario per andare avanti.
-Ma
ora non ti sto mentendo. So quello che dico. E so che è
verità.- Dissi.
Semplice, concisa. Sincera.
La
verità si
ritrova sempre nella semplicità,
mai
nella confusione.
Isaac
Newton
Ma
a Lui sarebbe
bastato?
Qualcosa
mutò nei
suoi occhi. Si avvicinò al mio viso, mentre cercavo i
frenare le lacrime.
-Dimostramelo.
Dimostrami di amarmi- Disse. Ok. Ma come? Era giusto in fondo che mi
chiedesse
una prova. Lui non aveva mai nascosto quello che provava per me. Mentre
io non
avevo mai capito fino in fondo il suo valore. Ero stata cieca. Ma ora
ci vedevo
bene. Come potevo dimostrargli ciò che provavo? Ma
pensandoci…
-L’ho
già fatto.
Io ho scelto te.- Sperai
con tutto il
cuore che capisse. Ero corsa da Lui rinunciando a Sasuke. Sasuke! Lo
avevo
amato per anni, ma ero andata dalla parte opposta. E non mi sarei mai
pentita
della mia scelta, perché era la cosa giusta da fare.
La
reazione di
Naruto fu immediata. Mi intrappolò veloce contro il muro,
poco lontano,
posizionando le mani all’ altezza del volto, bloccando ogni
mia via di fuga.
Come se temesse che potessi –o volessi- davvero scappare.
-E
allora perché
te ne sei andata?- Chiese. Il mio sguardo vacillò. Nella mia
mente il ricordo
di Lui e Hinata insieme, tornò a tormentarmi. E
un’altra lacrima scivolò sul
mio volto. Per quanto doloroso fosse, sarei andata fino in fondo.
-Ti
ho visto. Quel
giorno. All’ospedale- Deglutii. Ma andai avanti. –Tu e Hinata. Nel momento stesso in cui vi
ho visti insieme, ho
capito di amarti. E, credimi, mi sento una grandissima stupida per
essermene
accorta così tardi- Il
suo sguardo da
confuso divenne.. colpevole. Ebbi
un
tutto al cuore. Allora ero proprio vero. Ero arrivata troppo tardi.
Fino
all’ultimo avevo sperato di essermi sbagliata, avevo cercato
tante volte di
dare una spiegazione a quel bacio. Ma poi appoggiò la sua
fronte contro la mia
e chiuse gli occhi. Io lo imitai. Quel piccolo contatto mi diede un
po’ di
sollievo, mentre il mio cuore continuava a profondare.
-Speravo
che non tu
lo venissi mai a sapere- Mi disse. –Non avevo idea che avessi
assistito. Ma non
è come credi- Aprii gli occhi di scatto, animata da una
disperata e flebile
speranza. –Ero andata a trovarla. E mi ha baciato-
Arrossì. –Se.. se solo tu
fossi rimasta qualche altro secondo avresti visto.. avrei visto che
l’ho
rifiutata.- Sgranai gli occhi. E Lui arrossì e mi sorrise,
distanziandosi poco
da me.
Un
ultima piccola
lacrima infranse tutte le barriere che avevo eretto e fermò
il suo corso accanto
alle mie labbra. Ma non vi rimase a lungo, fu asciugata dal piccolo,
innocente e
meraviglioso bacio che Naruto seppe regalarmi.
Thomas
Kempis
ha scritto:
"L'amore
non sente pesi,
ignora
i suoi problemi,
affronta
quello che è al di sopra delle sue forze,
non
invoca scuse per l'impossibilità,
perché
pensa che tutto sia legittimo per lui.
E
che tutto sia possibile."
Questa
è una delle mie citazione preferite. Mi scuso
per l’immenso ritardo, ma ho avuto qualche
difficoltà a scrivere questo
capitolo e spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto (soprattutto a Simuz,
perché le tue recensioni mi hanno mandato in paranoia, ma mi
ha anche insegnato
che come ha detto Cyril
Connolly:
"Meglio
scrivere per se stessi e non avere pubblico, che scrivere per il
pubblico e non
avere se stessi.").
Ma
devo dire che, nonostante le revisioni, questo capitolo non mi convince
molto.
Fatemi
sapere,
Topazio=)
(*)
Gesto già
fatto a Sakura nel capitolo ‘Furia’.
|
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Capitolo 18 *** Noi ***
La
scelta di Sakura
_Noi_
Tutto
quanto può
contenere l'amore
si può dire con un bacio.
Anonimo
vevo
lottato.
Avevo pianto.
Avevo
sofferto.
Avevo
mentito.
Ma
ogni lacrima, ogni goccia di sangue, ogni
sofferenza furono ripagate dal gesto più innocente che
Naruto avesse mai fatto.
Ogni frammento del mio cuore a pezzi tornò al proprio posto,
ogni muro che
avevo eretto crollò grazie a quel semplice contatto. Ogni
paranoia, ogni paura,
ogni complesso, sembrarono perdere ogni significato davanti a quello
sfiorarsi
di labbra. Improvvisamente tutto si annullava, tutto perdeva
importanza, e consistenza.
Tutto smetteva di esistere.
C’eravamo
solo io e Lui. Noi.
Sentivo
la sua mano sul mio viso. Sentivo il
calore che mi trasmetteva. Sentivo il mio corpo tramare a ogni suo
gesto. Tutte
le incomprensioni, i silenzi, i sussurri, gli sguardi trovarono
all’improvviso
una spiegazione e, contemporaneamente, un nuovo significato. Dopo pochi
istanti
che sembrarono vite intere, Lui si staccò da me. E ci
ritrovammo a sorridere
come due stupidi. Senza mettere di guardarci, arrivammo nella sua
camera da
letto. Ci sdraiammo sotto le coperte, e rimanemmo stretti stretti a
riscaldarci. Mi avvolse con le sue braccia, facendomi venire ancora
più vicina
a Lui.
Perché
bastava questo tra di Noi.
All’improvviso era tutto chiaro. Niente baci travolgenti,
niente passione
disarmante, niente sesso sfrenato appena dopo il primo bacio.
Perché bastava
poco tra Noi. Perché era grazie alle sue piccole attenzione
quotidiane che mi
ero sentita speciale per la prima volta. Perché il nostro
rapporto si era
sempre basato sui piccoli gesti. Una carezza, uno sguardo, un silenzio.
Nell'amore,
un
silenzio vale più di un discorso.
Blaise Pascal
Sentivo
la sua mano che mi accarezzava i
capelli, e non mi ero mai accorta quanto fosse rilassante quel semplice
gesto,
fino a quando non lo avevo provato sulla mia pelle. Non ci fu
nessun’altro
bacio tra di Noi quella sera.
Forse
eravamo troppo confusi, emozionati o semplicemente spaventati dal
quell’improvvisa.. intimità.
Forse
volevamo solo andarci piano, troppo stupiti di essere riusciti ad
aprire
finalmente i nostri cuori. Forse eravamo semplicemente increduli.
Piano
piano ci addormentammo, tra sussurri e
mezze parole. In poco tempo mi raccontò tutto ciò
che era successo durante la
mia assenza. Con mia grande sorpresa scoprii che c’era stata
una specie di
rottura tra Kiba e Akamaru. Solo allora mi spiegai la mancanza del cane
nelle ultime
due occasioni in cui avevo incontrato Kiba. Ma ciò che mi
sorprese veramente fu
il motivo di tale ‘rottura’. Naruto mi
spiegò che Hinata dopo il rifiuto aveva
saputo trovare in Kiba, la sola medicina che sapesse curale il suo
cuore. Ma
probabilmente Akamaru non aveva gradito questa improvvisa intimità tra i due. Trovavo
esagerata l’improvvisa gelosia di
Akamaru nei confronti di Hinata. Anche perché i due avevano
sempre avuto un
ottimo rapporto. La posizione di Kiba era, invece, quella
più complicata. Era
stato ‘costretto’ scegliere tra il suo migliore
amico e la ragazza che ama.
Sperai con tutto il cuore che le cose si potessero sistemare.
Perché volevo
bene a Hinata, e volevo che anche lei potesse essere felice con Kiba, e
magari
imparare ad amarlo come aveva amato Naruto.
Il
risveglio fu
migliore di quanto potessi sperare. Venni svegliata dalle
carezze di
Naruto e dalla luce del sole che filtrava dalle finestre. In
quell’attimo di ‘trauma-post-risveglio’,
mi domandai se
non avessi sognato tutti gli avvenimenti del giorno precedente. Ma ad
allontanare tutti i dubbi fu un gesto di Naruto. Mi diede un bacio a
fior di
labbra. E mi ritrovai ancora una volta a sorridere come una scema.
Mi
feci una
doccia mentre Naruto preparava la colazione. Non smettemmo un attimo di
sorridere.
Sparecchiai e lavai i piatti mentre Lui faceva la doccia. Poco dopo
uscimmo di
casa e decidemmo di comune accordo di andare a prendere Sasuke al
campo. Insieme
saremmo andati dall’Hokage per essere informati sulla sua
situazione. Quel giorno
il Consiglio si sarebbe riunito per decidere la
‘punizione’. Prima di uscire,
però, presi il libro di Tsunade, e sperai che, con quello,
avrei potuto trovare
una cura per Sasuke.
*********************************************************************************
i
vidi
arrivare insieme. Si fermarono davanti a me mentre continuavano a
sorridere
senza alcun motivo apparente. Non avevo dormito molto bene quella
notte. Il
‘letto’ era piuttosto scomodo, ma non avevo
intenzione di cominciare a
lamentarmi prima ancora di essere riammesso al villaggio.
L’idea della pena che
mi aspettava mi faceva sentire inquieto, a lungo mi ero chiesto, quella
notte,
quale sarebbe stato il prezzo da pagare. E a lungo mi ero risposto che
ne
sarebbe valsa la pena. Avrei dovuto sopportare gli sguardi pieni
d’odio di
coloro che avevo ferito. Ma non m’importava.
Ci
stavamo dirigendo verso la nostra
destinazione, passando attraverso il campo profughi. Non mi sapevo
orientare là
dentro, quindi mi limitai a seguire Sakura e Naruto. Lei,
però, parve
all’improvviso ricordarsi di un impegno.
-Accidenti!-
Disse –Devo andare all’ospedale.
Tra poco comincia il mio turno. Se non mi presento finisce che Ino mi
ammazza
sul serio questa volta!- Poi si rivolse a me. –Mi dispiace
Sasuke, non posso venire
con voi da Kakashi- Poi..
poi guardò
Naruto.
E
io mi
sentii di troppo. Il tipico terzo
incomodo. Terzo incomodo! Loro si guardarono con una tale
intensità, che
quasi mi costrinse a distogliere lo sguardo. Non sopportavo
l’idea che si
guardassero in quel modo. Che Lei guardasse
in quel modo lui. In quello stesso modo in cui un tempo guardava me.
"La
nostra qualità più autentica è la
capacità di creare,
di superare, di
sopportare, di trasformare, di amare
e di essere più grandi
della nostra sofferenza."
Ben Okri
Nel
giro di pochi istanti Lei si avvicinò a
lui. E, esitante, sfiorò la sua guancia con le labbra.
Sentii la rabbia
nascermi dal profondo. Strinsi i pugni. Ma mascherai ogni altro segno
di
disagio. Quando Lei se ne fu andata, Naruto mi raggiunse tutto
sorridente.
Camminai il più veloce possibile per arrivare da Kakashi e
allontanarmi da lui.
Una volta arrivati, gli intimai di lasciarmi svolgere il colloquio da
solo.
Avevo bisogno di starmene un attimo da solo, ma non potevo. E prima di
entrare nella
stanza del consiglio feci un profondo respiro.
*********************************************************************************
ulla
mia guancia
sentivo ancora il calore delle labbra di Sakura. Il mio cuore non aveva
smesso
un attimo di battere all’impazzata. Non mi aspettavo questo
tipo di gesto da
parte sua, ma mi aveva sorpreso e reso ancora più felice di
quanto non fossi.
Sasuke
non ci mise
molto, e, poco dopo il colloquio con gli Anziani e l’Hokage,
uscì. Il suo volto
era rilassato, ma traspariva una sorta di inquietudine. Stavo per
domandargli
come era andata, ma prima ancora che aprissi bocca mi disse qualcosa
che non
riuscivo a capire:
-Naruto,
io e te
dobbiamo parlare. In privato-
Eccomi
qua! Che ne pensate? Spero tanto che vi
sia piaciuto (soprattutto a tOkiOsa
e
Simuz
^-^) Che cosa vorrà
mai Sasuke da Naruto? E cosa hanno deciso gli anziani a proposito della
sua
situazione? Mi scuso per gli eventuali errori di distrazione.
Fatemi
sapere,
Topazio
=)
|
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Capitolo 19 *** Confusione ***
La
scelta di Sakura
_Confusione_
Non
fuggire in cerca di libertà,
quando la tua più grande prigione è dentro di te.
Jim Morrison
o
sentivo mentre
mi seguiva a pochi metri da me. Aveva le braccia dietro le spalle e
quello
stupido sorriso stampato sul suo volto. Cercai di allontanarmi il
più possibile
dalla confusione che regnava nel campo. Non volevo che nessuno ci
ascoltasse.
Che nessuno sentisse ciò che di più profondo e
umiliante avevo da dire. Non
avevo mai provato quel genere di confusione e di turbamento. Mai avrei
pensato
che tutto questo potesse scaturire da un semplice gesto di Sakura.
Ma
per tutto
questo c’era un spiegazione più che logica U.U. Il
mio orgoglio maschile mi
impediva di assistere passivamente alla felicità dei miei.. amici. Lei prima amava me, ma di punto
in bianco aveva cambiato idea, e questo non mi sembrava.. equo. Eppure..
«
Allora Naruto..
» dissi, non sapendo bene né come introdurre
l’argomento, né se volevo davvero
farlo. Per fortuna fu lui a dire qualcosa prima che un imbarazzante
silenzio
calasse tra di noi.
«
Com’è andata?»
chiese. Forse non capiva il mio disagio. E questo era un bene. Per un
attimo
non capii a cosa si riferisse, ma poi compresi. Risposi alla sua
domanda mentre
cercavo di prendere tempo e riordinare le idee.
«
Mi hanno dato un
periodo di prova di un anno. Se allo scadere del tempo mi
sarò comportato in modo
consono, allora sarò reintegrato a tutti gli effetti come
Ninja di Konoha. Per
controllarmi mi hanno applicato un Marchio». Dissi
mostrandogli il mio braccio
destro, sul quale ora era presente il disegno di una catena che
percorreva
l’intera lunghezza del braccio, attorcigliandosi attorno.
Naruto rimase un
attimo interdetto; conoscendolo, sicuramente non approvava il Marchio.
Come me.
Ma non potevo rifiutare, perché avrei detto addio alla
possibilità di tornare a
essere un Ninja della Foglia.
«
Non sono d’accordo».
Disse. Come avevo previsto. Ma lo interruppi prima che iniziasse a
parlare.
«
Non è per questo
che ti ho portato qui». Dissi. «È..
è per Sakura» Deglutii a disagio. Ma che mi
succedeva? «Si è comportata in modo.. strano
». Lui arrossì e sorrise. Si
grattò i capelli e disse:
«Ci
siamo baciati!»
C-cosa?!
«…Si,
insomma
stiamo insieme. Più o meno. In realtà non lo so
neanche io.. è successo tutto
all’improvviso..»
C-come?!
«…Sai
sta notte si
è fermata da me.. Ed è stato così.. magico
».
Magico
?!
Un istinto omicida che pensavo di aver sepolto, tornò alla
luce. Per un attimo
cercai di immaginarmeli insieme. La
cosa non mi disgustò, non mi toccò, né
mi lasciò indifferente.. mi devastò.
Come avevo potuto essere così
cieco davanti ai segnali? Ma soprattutto: perché non
riuscivo a gioire per
loro? Possibile che il mio ‘orgoglio maschile’
potesse rendermi così.. rabbioso
davanti alla loro unione?
Perché?
Non
potevo però
starmene zitto davanti a Naruto che, evidentemente, si aspettava un
qualche
tipo di reazione da parte mia.
«Buon
per voi»
Dissi.
E
scappai via.
*********************************************************************************
l
vento di
primavera mi scompigliò i capelli e mi portò a
distogliere l’attenzione dal
libro che stavo leggendo. Era stata una giornata piuttosto tranquilla,
pochi
pazienti e niente Ino. Naturalmente non sarei riuscita a evitarla
all’infinito,
ma più ci riuscivo, meglio era. Non era nemmeno mezzogiorno
e non vedevo l’ora
di arrivare a sera per vedere Naruto. Mi sfiorai le labbra con un gesto
involontario, e sorrisi impercettibilmente. Immersa nei miei pensieri
quasi non
mi accordi della presenza di Sasuke. Per poco non caddi dalla sedia per
lo
spavento.
«Ehi,
mi hai
spaventata » Disse, riprendendomi dallo spavento, alzandomi e
appoggiando il
libro sul tavolo. «Com’è
andata?». Non mi rispose, sembrava che neanche mi
sentisse.
«Sei
andata a
letto con Naruto?»
C-cosa?
Ciò
che mi
sconvolse non fu la domanda –tra l’altro piuttosto
fiori luogo- ma tutto il
resto. Mi sconvolse il tono della sua voce, l’espressione del
suo viso, la
rabbia nei suoi occhi. Non capii. E, impaurita e spiazzata, non
risposi. Ma lui
si innervosì.
«Ti
ho fatto una
domanda. Rispondimi!» Urlò.
«Se
anche fosse,
non deve fregartene niente!» Dissi. Era una domanda troppo
intima e privata.
«Si,
invece. Me ne
frega eccome.»
«Perché?»
*********************************************************************************
ià
perché? Perché
ero così arrabbiato? Perché le ero piombato
addosso senza alcun motivo? Perché
sono corso qui dopo aver parlato con Naruto? Perché mi
disturbava tanto vederli
insieme? Perché non potevo essere semplicemente felice per
loro? Perché? Perché?
Perché?
Nessuna
domanda è più difficile di quella la cui risposta
è ovvia.
George Bernard Shaw
Dovevo
pensare in
fretta. Dovevo trovare un scusa, una qualunque. E da perfetto ipocrita
trovai
la scusa del perfetto amico.
«Perché
siete i
miei amici, e non voglio che vi facciate male a vicenda». Che
cosa centrasse
questa cosa con la domanda che le avevo fatto, non lo so. Ma non sapevo
che
inventarmi. Ma Lei parve credermi più di quanto avessi
sperato.
«Vuoi
che ci
andiamo piano. Ti capisco. È quello che stiamo facendo,
infatti». Sakura era
sempre stata il cervello della squadra e questa volta era riuscita a
trovare
l’anello mancante al mio ragionamento fatto da bugie e da
domande senza
risposta. Annuii. E prima che la conversazione potesse dilungarsi in
ambiti che
preferivo non esplorare, mi allontanai, salutandola frettolosamente.
Corsi
veloce e mi
allontanai da Lei che probabilmente era più confusa di me.
Mi ritrovai davanti
alla porta del villaggio, senza che mi ricordassi come ci fossi
arrivato.
Ancora pochi passi e mi sarei potuto trovare fuori. Avrei potuto
correre in
mezzo alla foresta, sugli alberi. E dimenticarmi di tutto. Sakura.
Naruto.
Sakura e Naruto.
Sarebbe
stato
semplice. Là fuori non avrei avuto problemi. Niente regole,
niente marchi,
niente perché. Solo io e basta. Quella era la situazione
ideale. Avrei potuto
trovare un equilibrio. E tutto sarebbe stato perfetto.
Ma
allora perché
non riuscivo ad allontanarmi?
Ci
sono molti modi di arrivare,
il
migliore è di non partire.
Ennio Flaiano
Che
cosa mi
tratteneva ancora lì, in quel luogo pieno di ricordi e
sofferenza? Una parte di
me –molto piccola- gridava la risposta a tutti quei
perché. Ma mi
rifiutavo di ascoltare. Tutto quello che
sapevo e che mi bastava sapere era che vedere Sakura e Naruto insieme
mi
infastidiva. Ma non vederli affatto sarebbe stato peggio. Ecco
perché non
riuscivo a varcare quello soglia.
Dovevo
resistere.
E ci sarei riuscito.
Mi
voltai e
cominciai a correre nella direzione opposta.
«
Naruto » Dissi,
richiamando la sua attenzione. Lo avevo raggiunto in fretta, era nello
stesso
posto in cui l’aveva lasciato. Appena mi vide sorrise, come
se non fosse
successo niente. A volte invidiavo la sua ingenuità.
«
Sei tornato
finalmente! Ti ho aspettato per un secolo.»
«
Avevo una cosa
da fare » Dissi. «Però sono tornato per
un motivo». Il tono della mia voce si
fece più duro, cambiamento che Naruto notò.
«Ti
avverto. Se
Sakura verserà anche solo una lacrima a causa tua, non mi
sarò scrupoli, non me
ne importerà più niente della nostra amicizia, io agirò di
conseguenza. Se la fai soffrire,
me la pagherai, farò tutto ciò che è
in mio potere per allontanarti da Lei.»
Credo
di avervi rincoglionito con tutti questi perché,
quindi perdonatemi. In questo capitolo, comunque, come forse emerge
dall’intera
storia, volevo rendere evidente il mio intento: Sakura e Naruto sono
cresciuti
e maturati. Ma Sasuke è rimasto
‘indietro’ e, confuso, ha bisogno di
spiegazioni e risposte ai suoi interrogativi. Non capisce quello che
gli
succede e perché non riesce a fare la scelta più
semplice: scappare.
A
meno che non mi vengano idee geniali, credo che
questo sia il penultimo capitolo della storia. Mi scuso per gli
eventuali
errori di grammatica e/o di distrazione.
Spero
con tutto il cuore che vi sia piaciuto, soprattutto
a
tOkiOsa
e Simuz.
Fatemi
sapere
:)
Topazio
=)
|
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Capitolo 20 *** Libera ***
La
scelta di Sakura
_Libera_
l
sole che filtrava dalle finestre mi
fece svegliare da un lungo sonno. Tastai per tutta la lunghezza del
letto
Naruto. Dopo qualche settimana di sacrifici eravamo riusciti a
risparmiare
abbastanza da poterci comprare un letto matrimoniale, perché
nel singolo
iniziavamo a stare un po’ stretti. E poi, ormai vivevo
ufficialmente a casa
sua. Mi alzai lentamente, dovevo essermi svegliata tardi
perché
dirigendomi in
cucina vidi Naruto che
stava già preparando il pranzo. Mi affiancai a Lui e gli
sfiorai la guancia con
un bacio. Mi sedetti a tavola e poco dopo mi servì un piatto
di minestra
fumante.
«Sai,
ho visto Sasuke ieri. La sua
vista sta migliorando da quando ha cominciato la cura».
Dissi, esaminando bene
la sua reazione. La forchetta che impugnava si fermò per
meno di un secondo a
mezz’aria. Di nuovo.
L’avevo fatto
ancora. Da qualche settimana, ogni volta che nominavo Sasuke si
bloccava.
Sembrava quasi che lo disturbasse il solo fatto che pronunciassi il suo
nome.
«Naruto.
Guardami». Il tono della mia
voce attirò finalmente la sua attenzione. «Sei
sicuro che vada tutto bene?» Mi
guardò per qualche secondo, poi abbassò lo
sguardo.
«Si,
non c’è niente che non vada.»
Lasciai perdere, entrambi eravamo però consapevoli che era
una bugia.
«D’accordo, lasciamo perdere. Però lo
sai che puoi dirmi tutto.» Dissi
stringendogli la mano che aveva posato sul tavolo. Lui mi sorrise,
grato che
non avessi insistito.
Passammo
il resto del pomeriggio
insieme, sul divano. Ma più stavo con Lui, più lo
sentivo distante. Intuivo che
centrava in qualche modo Sasuke, ma non capivo che cosa potesse aver
turbato
tanto Naruto. Dovevo trovare un modo per farli incontare. Con una scusa
uscii
di casa. Mi diressi in fretta al campo, ma non trovai Sasuke. Lo cercai
vicino
al bosco e finalmente vidi. Si stava allenando, lanciava i kunai verso
un
bersaglio. Lo raggiunsi in fretta, Lui mi guardò sorpreso.
«Finalmente
ti ho trovato!» Dissi. «Io
e Naruto volevamo invitarti a cena. So che il cibo del campo non
è un granché,
per questo vorremmo che tu venissi da noi. »
Sembrò pensarci su, ma sapevo che
non vedeva l’ora di mettere sotto i denti un pasto caldo. Ero
convinta che
avrebbe accettato subito, invece..
«Non
credo sia il caso» Disse,
lanciando un kunai che sfondò il bersaglio. Non capivo.
Perché rinunciava a un
ottimo pasto caldo? Si sa che gli uomini bisogna prenderli per la
gola.. Ma non
mi diedi per vinta. Iniziai a pregarlo e a strattonarlo, fino a che,
stufo, non
acconsentì ai miei capricci.
«Naruto!
Guarda chi è venuto a
trovarci.» Dissi entrando in casa. Sasuke mi
lanciò un’occhiataccia, dopo aver
capito che Naruto non c’entrava niente con
l’invito. Naruto vedendo Sasuke si
bloccò un istante poi cercò di accoglierlo in
modo normale. Durante la cena la
tensione si tagliava con il coltello. Io spostavo lo sguardo da un
all’altro,
cercando di decifrare gli sguardi che mi inviavano.
Non
riuscivo a capire che cosa avrebbe
potuto dividerli. Entrambi sembravano avercela con me per la
‘trappola’ in cui
l’avevo incastrato. Ma non sapevano che avevo intenzione di
svignarmela presto.
Quella sera avrei dovuto fare il turno di notte all’ospedale,
come la notte
precedente.
Mi
fulminarono entrambi come previsto,
quando dissi loro che me sarei dovuta andare. Ordinai loro di risolvere
qualsiasi scaramuccia fosse sorta tra di loro. E, sentendomi un
po’ in colpa,
mi chiusi la porta alle spalle.
**********************************************************************
uando
la porta si chiuse io e Sasuke
rimanemmo soli. Mi sentivo a disagio in sua compagnia, ma detestavo
ancora di
più ogni volta che Lei pronunciava il suo nome con tanta
allegria. Soprattutto
dopo quello che aveva detto Sasuke. Le sue parole mi ronzavano ancora
in testa.
Ti
avverto. Se Sakura verserà anche solo una
lacrima a causa tua, non mi sarò scrupoli, non me ne
importerà più niente della
nostra amicizia, io
agirò di
conseguenza. Se la fai soffrire, me la pagherai, farò tutto
ciò che è in mio
potere per allontanarti da Lei.
Tranne
parole di circostanza, non ci
eravamo più parlati dopo quel giorno. Questa situazione mi
infastidiva, ma
detestavo ancora di più il sentirmi minacciato dal mio
migliore amico. Avevo
bisogno di risposte, dovevo sapere cosa si nascondeva dietro quelle
parole di
minaccia. Non volevo girarci intorno, così andai dritto al
punto.
«Provi
qualcosa per Sakura?»
**********************************************************************
resi
tempo. Non mi aspettavo una domanda
così diretta. Così esitai.
«E
se anche fosse?» Chiesi. Lui mi
guardò sorpreso dalla mia risposta. Vidi un lampo di timore
passare nei suoi
occhi. «Se le chiedessimo di scegliere un’altra
volta. E se Lei scegliesse me,
tu cosa faresti?» Stavo giocando sporco, era una cattiveria
metterlo davanti a
una simile ipotesi. Ma volevo vedere fino a che punto poteva spingersi
il suo
autocontrollo. Se avesse perso la pazienza mi sarei battuto volentieri
con lui.
Ma
non potevo prevedere gli effetti che
avrebbero avuto su di me la sua risposta.
«La
lascerei andare.»
‘Se
ami
qualcuno lascialo libero.
Se
torna da te, sarà per sempre tuo,
altrimenti non lo è mai stato.’
Richard Bach
«Saresti
davvero disposto a lasciarla
andare?» Ero basito. Come poteva un uomo accettare una simile
situazione? Come
poteva accettare di vedere la donna che ama tra le braccia di un altro?
Avevo
quasi la voglia di mettere alla prova la sua capacità di
sopportazione. Avevo
quasi voglia di correre da Sakura per chiederle di scegliere. Ero
persino tentato di mentirle, di
dirle che
l’amavo, solo per il gusto di vedere la sorpresa nel suo
sguardo, solo per
vedere le lacrime scorrere sul suo viso. Solo per poterla stringere.
Solo
per vedere la faccia di Naruto
mentre Lei sceglieva me e non lui.
Ma
Lei non avrebbe scelto me. La questa
consapevolezza mi lasciò l’amaro in bocca.
Non
lo avrebbe più fatto. Avevo
sprecato tutte le mie possibilità. E Lei si era stufata di
aspettarmi. Naruto
invece non si era mai stancato di aspettare Lei. Questo mi portava a
pensare
che in realtà Lei non mi amasse poi così tanto.
Naruto invece si. Perché era
sempre stato un punto fermo, un certezza per Lei. L’unico che
era pronto a
vederla tra le mie braccia, pur di vederla felice. Solo chi ama
veramente può
sopportare una simile sofferenza.
Naruto
era l’unico che meritasse il suo
amore.
Il
solo fondamento della verità
è la possibilità di negarla.
Luigi
Einuadi
«Non
provo niente per Sakura» Dissi.
Ormai non ero più convinto che fosse la verità,
ma non importava. Era la cosa
giusta da fare.
«Davvero?»
Chiese, sorridendo.
«Quello
che ti ho detto.. era solo perché
non voglio che vi facciate male a vicenda.» La reazione di
Naruto fu immediata,
sul suo volto spuntò il sorriso da ebete che non si toglieva
da settimane.
Poco
dopo uscii di casa, con una certa
malinconia.
Mi
sarei limitato ad assistere da
lontano.
**********************************************************************
uando
trovai a casa era le due di
notte. Ero stanca morta. Il mio turno era stato tranquillo, ma
è dura
concentrarsi su un lavoro che non c’è quando a
casa forse sta scoppiando un
rissa. Trovai Naruto che dormiva, ancora vestito, nel letto. Dal suo
sorriso
capii che doveva aver chiarito con Sasuke. Meglio così.
Naruto aveva tentato di
aspettarmi alzato un’altra volta. Cercando di non fare rumore
andai in bagno
e mi spogliai. Mi
fermai per qualche
secondo a guardarmi allo specchio. Mi passai la spazzola tra i capelli.
Si
erano allungati parecchio in quelle settimane. Ormai arrivavano alle
scapole.
Ripensai a tutto ciò che
era successo in quel lasso di
tempo. Io e Naruto vivevamo ufficialmente insieme. Con il tempo eravamo
riusciti a superare la timidezza, avevamo imparato a scoprirci a
vicenda, poco
a poco. Con i piccoli gesti quotidiani avevamo imparato a rendere
diversi ogni
giorno. Con il tempo i nostri baci erano diventati più
spinti, entrambi avevamo
iniziato a chiedere di più. Insieme avevamo scoperto
l’intimità.
Quanto
a Sasuke, con il tempo, forse,
avrebbe imparato a convivere con le ombre che aveva dentro di se.
Avrebbe
imparato a cercare l’appoggio di coloro a cui voleva bene.
Sarebbe cambiato.
Forse, sarebbe tornato quello di prima.
Passai
un’altra volta la spazzola tra i
capelli. Forse avrei dovuto farli crescere, mi rendevano più
femminile. Avrei
scelto io, sarei stata libera di scegliere.
La
Scelta
di Sakura.
"Mentre
cresciamo ci insegnano tante cose: se un ragazzo ti dà un
pugno gli piaci; non
tagliarti i capelli da sola; un bel giorno incontrerai un
uomo meraviglioso
e per te ci sarà il lieto fine.
Ogni
film che
vediamo, ogni storia che ci viene raccontata, ci scongiura di aspettare
questo:
la svolta del terzo atto, la dichiarazione d'amore inaspettata,
l'eccezione che
conferma la regola.
Ma
a volte siamo
così concentrate sulla ricerca del lieto fine che non
riusciamo a
interpretare i segnali, a riconoscere chi ci vuole
da chi non ci
vuole, chi resterà da chi
andrà via.
E
forse nel lieto
fine non è compreso un uomo meraviglioso... Forse sei tu, da
sola, a rimettere
insieme i pezzi, a ricominciare, per
liberarti nella speranza che
arrivi qualcosa di meglio nel futuro.
Forse
il lieto fine
è solo andare avanti. O forse il lieto
fine è questo: sapere che
nonostante le telefonate non ricevute e il cuore infranto,
nonostante
tutte le figuracce e i segnali male interpretati,
nonostante i pianti
e gli imbarazzi, non hai mai e poi mai
perso la speranza!"
_La
verità è che non gli piaci
abbastanza_
(film che non ho mai visto)
*Dedico
questo capitolo a tOkiOsa
sperando
con tutto
il cuore che le sia paiciuto ;)*
Beh
che dire? Siamo arrivati alla fine. In questa storia ho
un messo un po’ di me stessa, e quindi è con un
po’ di malinconia che ho
scritto l’ultimo capitolo, ma si sa, tutto prima o poi
finisce. Non ho scelto a
caso la data della pubblicazione. Il 16 di febbraio. Non ho pubblicato
il 14,
San Valentino perché, con tutto il rispetto lo trovo solo
una trovata commerciale.
Ci si deve amare giorno per giorno. Quindi ho preferito evitare di
pubblicare
il ‘giorno degli innamorati’.
Mentre
il 16 febbraio ha per me un significato importante. Il
16 febbraio di un anno fa ho subito la più grande delusione
mai avuta. Non per
colpa di un ragazzo, sia chiaro. Ma per colpa di una
“amica”, che consideravo
come un sorella e che mi ha fatto il peggior torto possibile.
Questo
mi ha cambiata mi ha fatto diventare indifferente e
fredda. Ma va bene così perché ho imparato, a mie
spese, a non fidarmi più. Per
questo ho iniziato a scrivere ff. Perché creandomi un mondo
tutto mio riesco a
dimenticare, o meglio a ignorare
tutto il resto. Comunque non sono una depressa cronica, anzi.
Non
credevo che sarei riuscita a scrivere 20 capitoli, ma
soprattutto non mi aspettavo così tanto affetto da parte
vostra. E c’è una sola
parola per riassumere tutto quello che provo per voi.
Grazie.
Ma
ancora non basta. Preferisco nominarvi uno alla volta.
Ringraziando chi c’è sempre stato, chi
è comparso all’improvviso, chi è
sparito, chi ho letto in silenzio. Tutti.
Un
ringraziamento speciale a :
luli97
Orihime
Hyuuga e Soly
Dea
che hanno recensito
ogni capitolo.
RedHair,
habanerossosangue, RufyXNami,
Akatsuki,
SakuNaru,
Vans_Powah,
Irmy_91,
Kushina
Namikaze,
Fallen
Star,
Neko,
Stella94,
4Swarovski4,
Fujiko
Hana no ame,
ciaccius_007,
Sakura
e Ino,
metaldolphin,
nico2283,
vale98sonohra,
_Jiyu_,
keiichi.
E
poi:
Simuz e tOkiOsa
che
mi hanno mandata
in paranoia!
Chi
ha messo la fan fiction come preferita:
1
- alwayschooseyou
2 - naru94
3 - Orihime
Hyuuga
4 - RufyXNami
5 - SaSke
Uchiha 95
6 - Simuz
7 - tOkiOsa
8 - vale98sonohra
9 - _Jiyu_
Chi
tra le
ricordate:
1
- 11
novembre
2 - gio
88
3 - hp_hg
4 - SaSke
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Chi
tra le
seguite:
1
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25 - SaSke
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27 - Soly
Dea
28 - sousuke
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29 - Stella94
Chi
tra gli autori preferiti:
1
- Orihime
Hyuuga
2 - vale98sonohra
Se
ho dimenticato qualcuno mi scuso. Colgo
l’occasione per ringraziare anche chi ha recensito le altre
mie 2 storie sulla
coppia NaruSaku: La
Bella e
La Bestia
e La
forza
dei tuoi occhi.
Ultima
cosa: tornerò. Ok, sembra una minaccia. E forse
lo è. Ma un sacco di idee malate
in testa sulla coppia NaruSaku, appena riuscirò a scrivere
qualcosa, tornerò.
Topazio
:)
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