Desperate souls di Ray08 (/viewuser.php?uid=89638)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wish you were here ***
Capitolo 2: *** Layla ***
Capitolo 3: *** Tears in Heaven ***
Capitolo 4: *** Yesterday ***
Capitolo 5: *** Fly away from here ***
Capitolo 6: *** Se tu non ci fossi ***
Capitolo 7: *** Maybe I need you ***
Capitolo 8: *** Stand by me ***
Capitolo 1 *** Wish you were here ***
I wish you were here
I. WISH YOU WERE HERE
How
I wish, how I wish you were here.
We're just two lost
souls swimming in a fish
bowl,
Quando
ventotto anni fa – in un altro mondo, con un altro aspetto, un
cuore rotto e una tazzina sbeccata – aveva creato la maledizione
per Regina, aveva provato un fiotto leggero, ma caldo,
qualcosa di simile alla speranza.
Bae
aveva sussurrato a se stesso, Bae aveva ripetuto più forte,
Bae aveva urlato durante la notte, stringendo con forza le
sbarre grigie della prigione.
Sì,
avrebbe ritrovato suo figlio e sarebbero rimasti insieme, per
sempre.
Per
prima cosa lo avrebbe abbracciato, chiedendogli scusa, perché Bae
aveva capito subito, era stato l'unico, mentre lui, accecato
dall'odio e il potere, brancolava nelle tenebre.
L'amore
è sempre più importante di ogni cosa, ma lui, codardo, lo aveva
rifiutato in tutte le sue forme – una ragazza dal sorriso radioso e
un vestito azzurro chiaro glielo ricorda ogni notte, fissandolo da
lontano con quegli occhi capaci di guardargli dentro.
year
after year,
running
over the same old ground.
Storybrooke
era davvero noiosa: gente impaurita solamente di incontrare il suo
sguardo, negozianti sottomessi ai suoi patti e affittuari sempre
puntuali – c'era qualcosa di familiare in tutto questo.
Ma
con l'epifania della Salvatrice le cose sono cambiate, e non è solo
l'orologio che ricomincia a girare, ma proprio una diversa
sensazione, un sottile fuoco che si insinua fra le membra e la mente,
e gli parla di un passato che credeva di aver perduto.
“E
le prerogative del sindaco? Beh forse non è così potente come
sembra.” le ha detto, seduto al tavolo di legno della Signorina
Blanchard.
E
Miss Swan – come è intimo chiamarla Emma, sebbene quel nome
gli appartenga da sempre – si è lasciata andare ad un sorriso così
pieno che lui ha dovuto, per una volta, abbassare lo sguardo per
primo, fingendo di leggere una pagina dello statuto cittadino.
Poi
lei ha detto “Mister Gold” con un sorriso quasi malizioso sul
viso, calcando un po' di più la o con tono tentatore, e ha
fatto una pausa studiata “Vuole fermarsi per cena?”
What
have we found?
The
same old fears,
Con
un'elegante scusa – qualcosa che coinvolgeva il suo lavoro, una
restaurazione forse – è riuscito a declinare l'invito, ed è
uscito zoppicante dal suo appartamento.
Ora,
seduto su un vecchio sgabello nel retro del suo banco dei pegni,
lucida un'antica lampada chiedendosi se per caso, in quel passato di
cui ora ricorda tutto, era riuscito ad imbottigliare anche un po' di
coraggio.
Adesso
gliene servirebbe una fiala piena fino all'orlo, per tornare da lei e
cenare insieme, perché è questo quello che vuole, guardarla
sorridere e sentirla parlare.
Ma
in fondo è rimasto lo stesso Rumpelstiltskin di sempre e la paura lo
comanda più d'ogni altra cosa; così rimane solo, con tanti
rimpianti e una lampada d'ottone tra le mani – con quell'amore nel
cuore che vuole essere, ma
che prima di avere ha già
timore di perdere.
I
wish you were here
Note
autrice:
Questa
è la prima storia di una raccolta, nata grazie alla Challenge Raccolte...che passione, indetto dalla carissima Kiki.
Ho
scelto il pacchetto malinconico, e come coppia la Gold/Emma: credo
che le canzoni si sposino bene con loro.
Il
titolo dell'intera raccolta è tratto dalla 1x08.
Il
contesto della storia e la frase di Gold vengono direttamente dalla
1x08, che rimane una delle mie puntate preferite.
La
canzone usata è la famosissima e bellissima Wish you were here dei
Pink Floyd; ho “grassettato” due parole per verso, quelle più
importanti forse per il Golden Swan della storia; qui sotto c'è la
traduzione delle parti citate:
Come
vorrei, come vorrei che fossi qui
Siamo solo due anime
sperdute
Che nuotano in una boccia di pesci
Anno dopo
anno
Corriamo sullo stesso vecchio terreno
E cosa abbiamo
trovato?
Le solite vecchie paure
Vorrei che fossi qui
Mi
sembra di aver detto tutto; alla prossima ;)
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Capitolo 2 *** Layla ***
Layla
Perché
questo è l'ostacolo, la crosta da rompere:
la
solitudine dell'uomo – di noi e degli altri
What
will you do when you get lonely
And nobody's waiting by your
side?
You've been running and hiding much too long
You know
it's just your foolish pride
Emma
si chiede, conoscendo in cuor suo la risposta, per quale motivo
avverta l'assenza di Mister Gold in quella stanza più di qualsiasi
altra presenza – c'è quasi tutta Storybrooke, ma è come se non ci
fossero, non per lei almeno. E' così familiare trovarsi in mezzo a
tante persone e sentire quella obnubilante sensazione di essere
terribilmente e indescrivibilmente sola.
Nella
sua vita prima, a Boston, la provava tutti i giorni.
Le
parole che gli ha pronunciato contro senza neanche pensarci – molto
di più di quanto mi fidi di lei – le riecheggiano ancora nella
testa. Gold ha salutato cortesemente Mary Margaret, felice per la sua
scarcerazione, e poi ha lasciato l'appartamento. Non l'ha guardata
nemmeno una volta.
Mi
fido di lui molto di più di quanto mi fidi di lei.
E'
stata ingiusta, crudele, impulsiva. Il suo orgoglio ha parlato
prima che il suo cuore potesse tradirla, e ha cercato di costruire
una sottile barriera tra di loro. Vuole mantenere una distanza, per
quanto minima, perché ha paura di cadere in quella che sembra
essere una delle tante trappole che quell'uomo enigmatico, come un
crudele cacciatore, ha teso intorno a lei – sorrisi, un tono più
basso, uno sguardo lungo e intenso, un casuale sfiorarsi di mani per
prendere un bicchiere per il brindisi.
A
festa terminata si infila il giacchetto ed esce senza una meta
precisa in testa, con la voglia di schiarirsi le idee – e i
sentimenti.
Si
ritrova per caso, e lei sa che caso non è, davanti l'insegna gialla
che recita Mr. Gold Pawnbroker.
La
luce è ancora accesa e attraverso le tapparelle leggermente
abbassate della prima finestra lo vede mentre sfoglia una serie di
carte dall'aria antica, assorto nel suo lavoro.
E'
così solo.
Like
a fool, I fell in love with you
Turned my whole world upside down
I
due passi che la separano dalla porta sembrano lunghissimi, ma lei si
avvicina decisa, chiude la mano intorno alla maniglia e fa una leggera pressione –
il pollice accarezza l'indice delicatamente, le ciglia sbattono l'una
contro l'altra per un secondo, e le parole da dire si affollano nella
sua testa.
Dentro
il negozio, Gold trattiene il respiro e aspetta con gioia
dolorosa che la porta si apra.
Ma
l'uscio rimane chiuso, e lui riesce ad intravedere le spalle di Miss
Swan che si allontanano.
Please
don't say we'll never find a way
And tell me all my love's in
vain
Note
autrice:
Eccomi
qui con la seconda storia. Nonostante non tratti di matrimonio –
con sti due è un po' difficile – questa è la mia proposta a Feel
Good Inc, nella speranza che accetti di diventare mia
mogliarito/maritoglie. Insomma, non potevo mica comprarle un
anello e sono incapace con cose grafiche stile partecipazione di
nozze! Delirio finito.
L'ambientazione
stavolta è la 1x19, e la storia contiene anche una citazione
dell'episodio stesso. La citazione d'apertura è invece di Cesare
Pavese.
La
canzone usata è Layla di Eric Clapton; qui sotto trovate la
traduzione delle parti citate
Cosa
fai quando ti senti sola
e non hai nessuno al tuo fianco?
Sei
scappata e ti sei nascosta per troppo tempo
Sai è solo a causa
del tuo stupido orgoglio
Come un pazzo, mi sono innamorato di
te
Hai girato il mio mondo sottosopra
Ti prego non dire che non
troveremo mai una via d'uscita
e che il mio amore è vano
|
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Capitolo 3 *** Tears in Heaven ***
Tears
III. TEARS IN HEAVEN
I'll
find my way
through
night and day.
Quando
Emma si risveglia non è sorpresa di non trovarlo al suo fianco.
Si
aspettava davvero che Mr Gold rimanesse a dormire con lei, e magari
le portasse la colazione a letto, insieme ad un mazzo di fiori presi
da Moe French?
Sbatte
gli occhi, ancora intontita dal sonno e dagli ultimi avvenimenti –
il suo respiro sul collo, la sua voce che sussurra il suo nome,
le mani desiderose di toccare, scoprire, capire, i suoi occhi fissi
nei suoi.
Da
quando era arrivata in città aveva iniziato a ballare con lui un vecchio tango
sull'aria di una musica preclusa agli altri abitanti di Storybrooke,
volteggiando in punta di piedi su un filo sottilissimo; era solo
questione di tempo, poi sarebbero caduti entrambi, perdendo le loro
maschere - ed entrambi avrebbero vinto.
Time
can bring you down
Time can bend your knees.
Time can break
your heart
Have you begging please.
Begging please...
Non
ha avuto bisogno neanche dell'alcol per finirci a letto, pensa Emma,
cercando un po' di conforto e rigirandosi su un fianco tra le
lenzuola lasciate vuote da lui, ma così piene della sua presenza.
Solo
in quel momento lo vede, immobile, vicino alla finestra.
Le
dà le spalle, preso nell'osservare qualcosa fuori dal vetro, oltre.
Emma sa che lui la sta comunque guardando – lo fa sempre,
continuamente, anche quando pensa che sia impossibile. Istintivamente
si stringe le lenzuola al petto, in un infantile gesto di protezione;
inutile lui ha già visto tutto di lei.
Continua
a non scorgere il suo viso, ma può sentirlo sorridere per quella sua
sciocca difesa, ingenua e fragile. Emma sa che ora Mr Gold potrebbe
annientarla, o farla rivivere, solamente con le parole.
Insieme ai baci infuocati della notte appena trascorsa, lui potrebbe
scrivere su quella pelle chiara delle semplici lettere, tatuandole
nel cuore un sentimento che per troppo tempo hanno nascosto entrambi.
“Cosa
sta facendo Mr Gold?” chiede Emma, e la sua voce trema appena. Lui,
appoggiandosi al bastone, ha la fuggevole impressione che lei non
voglia parlare solamente di questo momento. Lo spera – ci sono così
tante cose in sospeso tra di loro.
I
must be strong
and carry on.
'Cause I know I don't belong
here
in heaven
Un
secondo di silenzio totale nella stanza, interrotto solo dalle prime
gocce di pioggia che hanno iniziato a cadere fuori. Continuano a non
guardarsi – lui la osserva indirettamente nel riflesso del vetro,
timoroso di essere abbagliato dalla sua bellezza, lei gli fissa la
schiena – vittime e carnefici allo stesso tempo.
“La
aspettavo” dice lui.
E
nel momento in cui Emma capisce davvero – la aspettavo da sempre
- sente il rumore di una porta che sbatte, e si chiude.
Il
posto vicino la finestra è vuoto, l'aria nella sua stanza è
diventata inaspettatamente fredda e lei ha solamente voglia di
piangere.
'Cause
I know I don't belong
here
in heaven
Note
autrice:
Ecco
questa storia è strana. Non posso dirmi pienamente soddisfatta
ma
tanto non lo sono mai. Non volevo pubblicarla, ma due persone a caso
mi hanno convinto. *Abbraccia* E' la prima volta che esploro il
rapporto Gold/Emma oltre i sorrisi, le cose dette e non dette. Per
questo spero di non essere andata OOC, soprattutto con Gold.
Allora
l'ambientazione cronologica non c'è. Cioè nella mia mente forse si,
ma non saprei dirlo precisamente. Dato che io questi due non li
faccio stare insieme neanche dopo una notte d'amore – sadismo mode
on – spiego alcune cose perché magari non si capiscono. Emma ha
decisamente abbassato tutte le difese e le mutande, quindi ora Gold
ha la situazione in mano. Potrebbe dirle le semplici lettere ti
amo e tutto sarebbe bello, con fiori d'arancio e magari qualche
fratellino per Henry ù.ù
Emma
gli chiede “Cosa sta facendo”, alludendo non solo all'atto che
Gold compie guardando fuori dalla finestra, ma soprattutto qualcosa
del tipo “Cosa stai facendo con me/ cosa stiamo facendo
noi?” Al ché Gold le risponde “La aspettavo”, intendendo sia
che stava aspettando il suo risveglio, sia che stava aspettando il
suo arrivo a Storybrooke da ventotto anni. E poi se ne va, perché è
un bel codardo scemo e super sexy.
La
canzone usata è Tears in Heaven di Eric Clapton;
apparentemente potrebbe sembrare che non ci siano punti di contatto
con la storia, e invece ne è praticamente il fulcro. Emma sta
cercando di capire la sua strada, e spera in un aiuto da Gold, che è
stato "attaccato" dal tempo, ma Gold non può far parte del Paradiso,
quindi crede di non poter stare con Emma. Qui sotto potete trovare la
traduzione delle parti citate
Troverò
la mia strada attraverso la notte e il giorno;
Il
tempo può abbatterti; il tempo può piegarti le ginocchia;
Il
tempo può spezzarti il cuore, e farti implorare pietà
implorare
pietà
Devo
essere forte e andare avanti
Perché lo so che non è il mio posto
il Paradiso
Perché
lo so che non è il mio posto, il Paradiso.
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Capitolo 4 *** Yesterday ***
Yeste
IV. YESTERDAY
Tu
lo hai baciato, e lui ha riaperto gli occhi - sorridente, fiero,
coraggioso, vivo, dolce Henry.
C'è
un'aria diversa in quella stanza d'ospedale ora, più distesa, e Emma
pensa che quello potrebbe essere un bel lieto fine – Regina è
scappata, e c'è Henry, solo lui, solo loro, hic et nunc.
“Ce
l'hai fatta.” dice solamente.
E
sì, pensa lei, ce l'ha fatta, contro il Sindaco despotico e contro
Sidney, e ha vinto quella sottile omertà che regnava sovrana in
quella cittadina dimenticata dal resto del mondo.
Ce
la fatta anche grazie a lui, che le ha donato insieme alla
spada del padre, parole che tintinnano ancora nelle sue orecchie,
parole lontane che bruciano ogni suo centro nervoso, parole udibili
solo dagli amanti, sottili più dei fili di paglia che lui
intrecciava nell'altra vita. Lui che l'ha silenziosamente protetta,
che in fondo era lì, come un'ombra scura, ma presente. Lui, l'uomo
dalla mente stanca e il cuore malato, che aveva puntato su di lei fin
dall'inizio – più di Henry, più di Jefferson, più di August.
Ce
l'ha fatta a fidarsi di lui, l'uomo con i fili da burattinaio tra le
mani, ed ha vinto.
Yesterday,
all
my troubles seemed so far away,
Now it looks as though they're
here to stay,
Oh I believe in yesterday.
E
solo allora capisce che può avere tutto, una famiglia, ricordi, un
amore vero.
“Tutti
avranno il loro lieto fine. Anche Mister Gold” dice Henry, quasi
intuendo i suoi pensieri, e la sua voce è allegra, il solito tono
che la assillava tramite il walkie-talkie per l'Operazione Cobra.
Emma
si apre in un sorriso radioso; Henry sa, approva? Come ha fatto a
capire, è così palese? Forse solo lei era cieca, l'orgoglio, le
barriere, l'effimero odio le avevano chiuso gli occhi di fronte ad un
sentimento così grande?
Henry
coglie il suo dubbio ed esclama, gioiosamente “Ho finalmente
scoperto chi è. E' la bestia.”
Ed
Emma sorride ancora di più, incapace di fermare le labbra che si
alzano verso l'alto, ricordando che ha sempre adorato quella favola
da bambina.
“E
la Bella è...” dice, e aspetta, sicura, la risposta.
“La
figlia di Moe French, il fioraio. Era la figlia del Re, e si è
sacrificata per...”
Ma
Emma non sta più ascoltando le parole inconsapevoli del suo bambino.
Il sorriso le si spezza sulle labbra, e le schegge la feriscono
dappertutto - le gengive, gli occhi, il cervello, le gambe, il cuore
sanguinano.
Ha
camminato felice su un campo di mine, credendo di uscirne indenne.
Illusa.
There's
a shadow hanging over me.
Oh yesterday came suddenly.
Si
è fidata di lui, l'uomo con i fili da burattinaio tra le mani, e lui
ha vinto.
Ed
ora anche la stanza è tutta sua, è piena dei suoi modi di
fare antichi e la voce melliflua, del suo bastone che sembra incapace
di sorreggere così tanto rimorso.
Emma
si sente soffocare.
Ogni
passo che l'ha portata verso il banco dei pegni dovrà essere
dimenticato – il piede destro che segue il sinistro, l'andatura che
si fa più veloce, desiderosa – ogni respiro soffocato, le sue
mani, il cuscino sprimacciato, la leggera conca sul letto dove lui ha
riposato, ogni più piccolo sorriso, la crepa che c'era nella sua
maschera, e che lei credeva di aver visto, tutto questo amore fatto
di niente, di fumo, parole e polvere, dovrà essere dimenticato.
Lui
non c'è, non c'è mai stato – almeno per lei.
Altri
occhi hanno popolato i suoi sogni, altre parole, altri sorrisi, altri
momenti in cui lei, Emma, non c'entrava nulla.
Emma
Swan era l'unica speranza di quegli abitanti, quella di cui tutti
avevano bisogno, la Salvatrice.
Ma
ora chi la salverà da lui?
Yesterday,
love
was such an easy game to play,
Now I need a place to hide away,
Oh
I believe in yesterday.
Note
autrice:
Ecco
come rovinare una canzone che si venera. Allora lo storia si ambienta
nel finale di stagione, tuttavia non ci sono spoiler veri e propri.
Emma pensa che se Gold è la Bestia, lei è Belle, ma rimane
alquanto uh, quando Henry le rivela che le cose non stanno così, e
pensa che lui l'abbia solamente usata. E beh, l'ultima frase è un
cliché pazzesco, ma dovevo assolutamente usare Emma/Salvatrice, con
la frase ora chi la salverà?
Non
so se e quando tornerò ad aggiornare questa raccolta. Le canzoni
sono splendide, le idee ci sono, ma non riesco a scrivere qualcosa
che mi soddisfi – questa qui mi sembra una cacchetta. Quindi bon, auguro buone vacanze a chi ce l'ha, spero di risentirvi presto e spero che almeno a voi piaccia!
La
canzone usata è Yesterday dei Beatles; ecco la traduzione delle
parti citate
Ieri
tutti i miei problemi sembravano così lontani,
ora
sembra che siano qui per rimanerci
Oh,
io credo nel passato
C'è
un'ombra che incombe su di me
Oh,
il passato è tornato improvvisamente
Ieri,
l'amore era un gioco così facile da giocare
Ho bisogno di un
posto dove nascondermi
Oh, io credo nel passato
|
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Capitolo 5 *** Fly away from here ***
Fly away
V.
FLY AWAY FROM HERE
Gotta
find a way
Yeah, I can't wait another day
Ain't nothin' gonna
change
If we stay 'round her
Gotta do what it takes
Cuz it's
all in our hands
«Miss
Swan che piacere vederla»
Emma
si stringe involontariamente nel giacchetto: ha freddo, ed è una
cosa normale perché sono le undici passate, la presenza di
quell'uomo non c'entra nulla, è solo la temperatura.
«Mister
Gold» soffia, e il suo nome si condensa in una nuvoletta.
«Ronda
notturna?» chiede lui.
«No;
semplice passeggiata»
«È
un orario insolito per camminare da soli...»
«E
lei cosa sta facendo?»
«Touche»
risponde alzando la mani in segno di resa e lasciandosi andare ad un
piccolo sorriso. Emma pensa che ha davvero un modo strano di
sorridere – tende gli angoli della bocca in alto e sembra una
grottesca maschera pronta a sbriciolarsi - ma che le piace,
soprattutto perché con lei sorride spesso. Arrossisce non appena si
rende conto dell'assurdità
del suo pensiero.
Gold
sembra intuire il suo imbarazzo, ma continua a sorridere e dice «Mi
permetta di mostrarle una cosa»
Avvicina
una mano al suo volto e sfiora con il
pollice e l'indice il suo mento - Emma rabbrividisce a quel
contatto - poi esercita una leggera pressione, alzandole il viso
verso l'alto.
«La
vede la costellazione del Cigno? Così grande e brillante»
Emma
si limita ad annuire perché è troppo presa da quelle dita, così
calde e morbide, che hanno indugiato per qualche secondo di troppo il suo mento, lasciandole ustioni
invisibili che domani cercherà allo specchio.
«Deneb,
Sadr, Gienah, Rukh e infine Albireo, il becco»
«È
appassionato di astronomia?»
«Non
tanto, ma alcune stelle sono semplicemente troppo belle da poterle
ignorare; purtroppo sono così lontane che posso solo osservarle»
Emma
distoglie lo sguardo dalla volta celeste e lo fissa su di lui; la
luce del lampione illumina a malapena il suo profilo e lei riesce a
vedere nitidamente solo la sua ombra.
«Sa
da dove prende il nome questa stella?» ricomincia.
«No»
risponde lei, e socchiude per un attimo gli occhi per sentire meglio
la sua voce.
«Zeus
si invaghì di una ninfa bellissima, Nemesi, una giovane
dispensatrice di giustizia armata di spada, pronta a far del bene
tanto quanto il male per raggiungere il suo scopo. Zeus non sapeva
come conquistare la fanciulla, così decise di tramutarsi in un
cigno. Si finse ferito e Nemesi gli offrì rifugio, addormentandosi
insieme a lui... Solo dopo si rese conto dell'errore commesso, ma
ormai era troppo tardi: dalla loro unione nacque Elena di Troia»
Rimangono
in silenzio per un po', Mr. Gold che guarda il cielo, lei che guarda
lui, e poi dice «Non ho ancora deciso se fidarmi di lei»
«Io
posso davvero aiutarla a fare giustizia»
never
mind,
You
got me by your side
And any time you want
Rimangono
a guardarsi in silenzio fino a che l'orologio del municipio non batte
dodici rintocchi.
«La
mezzanotte. Forse l'ho trattenuta per troppo tempo; mi permetta di
riaccompagnarla a casa»
È
una serpe
Miss
Swan. Stia
attenta a chi si porta a letto.[1]
«Lei
non mi sembra un cigno ferito»
«Lei
invece è davvero bellissima»
Non
si è resa conto di quanto fossero vicini fino a quando non ha
eliminato la minuscola distanza che li separa. Ed è sulle sue
labbra, mentre sente già il calore di quella bocca, che sussurra
«Forse le stelle sono più vicine di quanto lei pensa»
Do
you see a bluer sky now?
You can have a better life now
Open
your eyes...
Cuz no one here can ever stop us
They can try but
we won't let them
Note
autrice:
Ritorno
finalmente (?) ad aggiornare questa raccolta. L'ambientazione a mio
parere è la 1x08, ed Emma non sa se accettare l'aiuto di Gold per
diventare sceriffo, ma in realtà può essere anche ambientata in una
puntata random.
[1]
Citazione tratta dalla 1x08, la migliore frase di Regina in tutto il
telefilm!
Spero
che si capiscano gli ultimi dialoghi, ma li spiego comunque: Emma si
rivede in Nemesi – che potrebbe essere considerata a tutti gli
effetti una salvatrice – ed ha paura che Gold la voglia ingannare
come ha fatto Zeus; lui però non sembra un cigno ferito, (quindi non è
come Zeus). Invece lui le dice che assomiglia a Nemesi perché è
bellissima. <3 L'ultima frase sussurrata richiama alla frase
precedente di Gold in cui dice che lui le stelle può solo
osservarle, riferendosi ovviamente a Emma.
La
canzone usata è Fly away from here degli Aerosmith; qui sotto
la traduzione delle parti citate
Devo
trovare un modo
Sì, non posso aspettare un altro giorno
Non
cambierà niente, se ce ne stiamo qui intorno
Bisogna fare quel
che serve
Perché è tutto nelle nostre mani
non
importa
Hai
me al tuo fianco
E in ogni momento in cui tu lo desideri
Vedi
un cielo più blu ora?
Puoi avere una vita migliore, ora
Apri
gli occhi
Perché nessuno qui potrà mai fermarci
Possono
provarci, ma non glielo permetteremo
|
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Capitolo 6 *** Se tu non ci fossi ***
Se tu non ci fossi
VI.
SE TU NON CI FOSSI
Su
un vecchio armadio verniciato di bianco, sul fondo del retrobottega,
c'è una rosa pallida sotto una campana di vetro.
Mr.
Gold guarda i petali secchi cadere uno dopo l'altro, chiude gli occhi
e si maledice ancora una volta.
Ritorna
spesso al passato, e i fantasmi si allungano come ombre nella sua
mente.
Ha
provato con tutto se stesso a dimenticare, ma nei suoi sogni, nei
pomeriggi sempre uguali, nei lunghissimi minuti di quelle giornate
immobili, lei
continua a tornare, tra la polvere del negozio dei pegni e i rimorsi,
tra i tarli che si sono annidati nell'antica mobilia esposta e nella
sua coscienza: delle volte crede di morirne.
I
ricordi possono essere davvero crudeli.
E
se al mondo va così
regnan le bugie
guardo nei tuoi occhi e
c'è
verità, sincerità
Mr.
Gold pensa sempre al passato, ma ora, mentre Emma
lo scruta cercando di capire le sue intenzioni, chinando appena il
collo da un lato, non ci sono che i suoi occhi nei suoi, la sua voce
nelle sue orecchie.
Il
viso giovane, fresco, reale di Miss Swan lo assale nel momento
prima di prendere sonno, si affaccia nella sua immaginazione la
mattina come un raggio di sole attraverso la finestra.
Il
suo pensiero è morbido, confortante, nuovo – lei salverà
tutti loro, salverà soprattutto lui, il mostro dal cuore vuoto.
Una
mattina Mr. Gold zoppica fino al negozio di Moe French. Il
fioraio è spaventato, biascica qualcosa sui suoi fiori migliori e su
un forte sconto, ma a Gold non gli importano le parole di quell'uomo
sbiadito.
Compra
una sola rosa, con il gambo lungo, il bocciolo piccolo e i petali di
un rosso brillante, e per qualche assurdo motivo il ricordo di Belle
non è più una stilettata al cuore.
Ed
io ti devo molto
mi hai insegnato a vivere
Lo
sguardo sorpreso, colpito e vagamente sospettoso - con una punta di
intima soddisfazione – che Miss Swan gli rivolge mentre le porge il
fiore gli riempie il petto di una sensazione dimenticata da secoli. È
un deja-vù, ma allo stesso tempo c'è qualcosa di straordinariamente nuovo che è...
strano.
Si
ritrova a vivere – ed è assurdo il fatto che per ventotto anni si fosse dimenticato di farlo.
Quando
lei se ne va - ed è ancora confusa, felicemente confusa - Mr. Gold
la guarda fino a che non scompare, perché lei ne ha bisogno. Guarda
la sua schiena fasciata da un giacchetto rosso con un affetto
silenzioso e venefico, guarda i capelli che si gonfiano passo dopo
passo che brillano quasi di luce propria, la guarda perché gli
ricorda lei, la guarda perché in realtà non assomiglia a
nessuno, la guarda come si guarda una cosa dalla quale ci sia aspetta
solo il meglio, con orgoglio e calore.
Su
un vecchio armadio verniciato di bianco, sul fondo del retrobottega,
c'è una rosa pallida, sotto una campana di vetro. È
caduto l'ultimo petalo, ma Mr. Gold non se ne è neanche accorto.
Se
tu non ci fossi
(e sara' quel che sara')
se non fossi accanto a
me
(ma comunque vada io)
non avrei saputo mai
(saro' sempre
accanto a te)
la vita che cos'è
(finchè vivrò)
Note
autrice:
Ogni
tanto torno ad aggiornare questa raccolta...
Considero
questa storia una sorta di esperimento. Ci sono delle cose che non mi
convincono pienamente, ma volevo scrivere da molto tempo qualcosa che
implicasse un parallelo tra Belle - il passato - ed Emma - il presente,
(sottolineato anche dalle due diverse rose). Gold ha amato Belle, in un
modo in cui non potrebbe mai amare Emma, ma credo che allo stesso
tempo non potrebbe amare Belle come ama – passatemi il termine
improprio per loro – Emma. E forse questa canzone è troppo
dolce
per loro (Se tu non ci fossi tratta da Pocahontas), e forse non si
capisce neanche il senso della storia in sé,
come al solito, ma prendetela per quello che è, una piccola
storia
scritta in un momento tranquillo di una sera tranquilla.
Hope
you like it!
|
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Capitolo 7 *** Maybe I need you ***
mAYBE
Alert:
spoiler 2x01 + riferimenti a Diagnosis ♥ di FGI; piccolo tributo alla migliore scrittrice su questo fandom
VI.
MAYBE I NEED YOU
Maybe
I need you
Here in this town so sweet
Everything quiet
Everyone
gone to sleep
Mr.
Gold fissa il soffitto insonne, un raggio di luna filtra piano dalla
tenda lasciata scostata – nella notte si perde un ululato lontano.
Belle
riposa al suo fianco, il respiro che esce flebile dalle labbra
carnose, delicata e dolce anche nel sonno, principesca.
Il
ritrovamento di quel pomeriggio è lì, stampato nella sua mente.
~
Belle
quasi danzava tra gli scaffali del negozio dei pegni, e lui era
tornato ad essere davvero Rumpelstiltskin - la guardava splendere tra
oggetti dimenticati da anni, pezzi di vite perse e poi ritrovate.
Prendeva un oggetto dal mucchio, lo rigirava curiosa tra le mani e
cercava di indovinarne il proprietario.
«E
questo a chi appartiene?» aveva chiesto ad un tratto, ingenuamente,
facendo una piroetta su sé, gli occhi sognanti. Gold si era girato
con l'ombra del sorriso sulle labbra, ma aveva sentito un forte e
inaspettato crampo al cuore, una sorta di risucchio che aveva
svuotato di colpo i polmoni, e nella gola aveva sentito qualcosa di
viscoso che gli aveva impedito di parlare.
Belle
si rigirava tra le mani un semplice ombrello rosso.[1]
~
Le
abat jour sono tutte spente, eppure nel buio della stanza
quell'ombrello, poggiato stancamente sulla parete di fondo, sembra
bruciare di luce propria. Per un brevissimo e egoistico secondo pensa
che sarebbe stato meglio se la maledizione non fosse mai stata
spezzata – lei almeno sarebbe ancora lì.
Maybe
I need you
Here in this world on fire
Everything
moving
Everyone always tired
Thinking of futures
Everything
falls away
Everything changes
Gli
abitanti di Storybrooke continuano ad essere monotoni anche ora che
hanno riacquistato le loro identità, e vagano per la città divisi
nella mente e nel cuore, preoccupati dell'avvenire – se solo lei
fosse qui tutto sembrerebbe meno asfissiante.
Ed
è un pensiero che fa male perché i campanelli del negozio dei pegni
non suoneranno più per le sue entrate decise, i suoi occhi non si
soffermeranno più nei suoi – occhi di un'anima disperata, di una
donna che non ha avuto nulla, ma che ha avuto la forza di salvarli
tutti, occhi che hanno chiesto silenziosamente aiuto – e la sua
voce non giocherà più a scandire piano il suo nome, gustandolo.
Si
umetta piano le labbra quasi per riassaporarlo, in un gesto
inconsapevole che aveva il vizio di fare sempre davanti a lei, e si
illude di sentire ancora il suo soffio sulle labbra, la pioggia che
bagna le loro vesti e i capelli, la pelle che sfrega contro la sua e
crea un piacevole e obnubilante calore.
Si
illude di averla ancora lì, di non averla persa.
Ma
la sua vita, le sue vite, alla fine sono una triste storia di
continue perdite.
Solamente
ad una ha potuto dire addio, ed è l'unica che è riuscita a tornare
da lui – ma non è abbastanza; non può essere abbastanza, lui ha
ancora bisogno di essere salvato, magari con un altro bacio.
Nothing
has changed today
Maybe I need you.
L'ombrello
rosso è il suo nuovo, patetico, cimelio.[2]
Note
autrice:
Giuro
che non so come mi sia venuta questa storia. So solo che ho
un'amarezza assurda, e avevo bisogno di scrivere qualcosa. Prendete
questa fic per quello che è: uno stupido sfogo ooc dai casini della mia
RL.
Per
quanto questa S2 mi stia piacendo non potete capire quanto mi mancano
le interazioni Gold/Emma della prima stagione: anche per i
non-shipper della coppia (vedi mio fratello) è impossibile non
notare l'affinità e la chimica che c'è fra i due, quindi mi
dispiace che i produttori non abbiano insistito su questa linea – e
giuro, non è il mio cuore Golden Swan a parlare!
Bah, la speranza è
l'ultima a morire ^^
[1]
L'ombrello rosso proviene dalla storia citata all'inizio (non l'avete
letta? Disonore sulle vostre mucche!!!)
[2]
Regina definisce “patetico cimelio” la chipped cup nella 1x12.
Btw
le continue perdite sono quelle della moglie, di Bae (ovviamente) di
Belle e infine questa di Emma.
La
canzone è Baby I need you di Kim Taylor, traduzione delle parti
citate qui sotto, as usual.
E
boh, credo di aver detto tutto. Spero vi piaccia ;)
Forse
ho bisogno di te,
Qui,
in questa città così dolce
Tutto
tranquillo
ognuno
va a dormire
Forse
ho bisogno di te
Qui,
in questo mondo in fiamme
Tutto
si muove
ogni
persona è stanca
Pensando
al futuro
Ogni
cosa cade
Nulla
è cambiato oggi
forse
ho bisogno di te
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Capitolo 8 *** Stand by me ***
Stand by
VIII.
STAND BY ME
Nowhere
to go
Nella
cella che quasi lo soffoca, scrive il suo nome piano, ride, il
piccolo fiocco sulla e, le due emme uguali, la a che finisce un po'
più in basso.
Emma.
Scrive
il suo nome piano, lo assapora, il piccolo fiocco sulla e, le
due emme uguali, la a che finisce un po' più in basso.
Emma.
Scrive
il suo nome piano - avrà i capelli d'oro, può vederlo, può
sentirlo – il piccolo fiocco sulla e, la a che finisce un po'
più in basso - ed il cuore puro come il diamante.
Emma.
Il
suo collo sarà bianco come quello di un cigno, gli occhi forti come
quelli della madre: un giorno la Salvatrice prenderà questa
pergamena tra le mani, un cipiglio confuso disegnato sul viso, un
cuore pieno di rabbia e sconforto, di delusione e incertezza e
accarezzerà le parole con il suo tono morbido – e allora
accarezzerà anche lui.
Masticherà
piano il suo nome e guarderà nell'inchiostro, e allora guarderà
anche dentro di lui, senza più stupidi veli tra di loro.
Si
fiderà della sua calligrafia, del piccolo fiocco sulla e, delle due
emme uguali, della a che finisce un po' più in basso, e forse solo
in quel momento si fiderà davvero di lui.
Al
viso della Salvatrice se ne sovrappone un altro, un bambino che aveva
il cuore puro come il diamante, gli occhi forti e coraggiosi, un
bambino che è stato il primo ha guardare dentro di lui, che poi si è
fidato e che infine se ne è andato in una buca. Il figlio che ha
perso.
amari
ni nagai yamiyo ga
me wo samasu
kanashisugite
kurushikute
subete nagedashita
Rumpelstiltskin
trema appena, scrive per l'ultima volta Emma e per un attimo si sente
debole perché sta mettendo il suo destino nelle mani di qualcun
altro.
Ma
poi chiude gli occhi, ride, e inizia ad aspettare l'unica donna che
potrà perdonare quei ventotto anni di dolore - lei capirà.
hito
wa yowaku zankoku de
oroka na ikimono
demo anata wa yurushite
kureta
Note
autrice:
Questa
storia ammuffiva nel mio pc dalla fatidica 2x09, una delle mie
puntate preferite di sempre, ma non avevo il coraggio di pubblicarla
considerando che non mi piace per niente. Però ci tenevo a finire
questa raccolta per la challenge di Kì, quindi alla fine eccola qui.
Il testo citato è una delle soundtrack di Nana, Stand by me,
e le parti usate tradotte significano: Nessun posto dove andare//Con
te mi sveglio finalmente da una notte oscura durata troppo a lungo//
Soffrivo ero molto triste, ho buttato via tutto per codardia//Le
persone sono folli, deboli e crudeli, solo tu mi hai perdonato.
Grazie
alle sei persone che hanno messo la storia tra le seguite, alle tre
che l'hanno messa tra le ricordate e alle quattro che l'hanno
inserita addirittura (!!!) tra le preferite.
E ovviamente un ringraziamento
speciale per Ilovewrite e Feel Good Inc che hanno sempre trovato il tempo per commentare con parole bellissime.
~
Adelante!
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