Desperate souls

di Ray08
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wish you were here ***
Capitolo 2: *** Layla ***
Capitolo 3: *** Tears in Heaven ***
Capitolo 4: *** Yesterday ***
Capitolo 5: *** Fly away from here ***
Capitolo 6: *** Se tu non ci fossi ***
Capitolo 7: *** Maybe I need you ***
Capitolo 8: *** Stand by me ***



Capitolo 1
*** Wish you were here ***


I wish you were here

I. WISH YOU WERE HERE


How I wish, how I wish you were here.
We're just two
lost souls swimming in a fish bowl,


Quando ventotto anni fa – in un altro mondo, con un altro aspetto, un cuore rotto e una tazzina sbeccata – aveva creato la maledizione per Regina, aveva provato un fiotto leggero, ma caldo, qualcosa di simile alla speranza.

Bae aveva sussurrato a se stesso, Bae aveva ripetuto più forte, Bae aveva urlato durante la notte, stringendo con forza le sbarre grigie della prigione.

Sì, avrebbe ritrovato suo figlio e sarebbero rimasti insieme, per sempre.

Per prima cosa lo avrebbe abbracciato, chiedendogli scusa, perché Bae aveva capito subito, era stato l'unico, mentre lui, accecato dall'odio e il potere, brancolava nelle tenebre.

L'amore è sempre più importante di ogni cosa, ma lui, codardo, lo aveva rifiutato in tutte le sue forme – una ragazza dal sorriso radioso e un vestito azzurro chiaro glielo ricorda ogni notte, fissandolo da lontano con quegli occhi capaci di guardargli dentro.

year after year,
running over the same old ground.


Storybrooke era davvero noiosa: gente impaurita solamente di incontrare il suo sguardo, negozianti sottomessi ai suoi patti e affittuari sempre puntuali – c'era qualcosa di familiare in tutto questo.

Ma con l'epifania della Salvatrice le cose sono cambiate, e non è solo l'orologio che ricomincia a girare, ma proprio una diversa sensazione, un sottile fuoco che si insinua fra le membra e la mente, e gli parla di un passato che credeva di aver perduto.

E le prerogative del sindaco? Beh forse non è così potente come sembra.” le ha detto, seduto al tavolo di legno della Signorina Blanchard.

E Miss Swan – come è intimo chiamarla Emma, sebbene quel nome gli appartenga da sempre – si è lasciata andare ad un sorriso così pieno che lui ha dovuto, per una volta, abbassare lo sguardo per primo, fingendo di leggere una pagina dello statuto cittadino.

Poi lei ha detto “Mister Gold” con un sorriso quasi malizioso sul viso, calcando un po' di più la o con tono tentatore, e ha fatto una pausa studiata “Vuole fermarsi per cena?”


What have we found?

The same old fears,


Con un'elegante scusa – qualcosa che coinvolgeva il suo lavoro, una restaurazione forse – è riuscito a declinare l'invito, ed è uscito zoppicante dal suo appartamento.

Ora, seduto su un vecchio sgabello nel retro del suo banco dei pegni, lucida un'antica lampada chiedendosi se per caso, in quel passato di cui ora ricorda tutto, era riuscito ad imbottigliare anche un po' di coraggio.

Adesso gliene servirebbe una fiala piena fino all'orlo, per tornare da lei e cenare insieme, perché è questo quello che vuole, guardarla sorridere e sentirla parlare.

Ma in fondo è rimasto lo stesso Rumpelstiltskin di sempre e la paura lo comanda più d'ogni altra cosa; così rimane solo, con tanti rimpianti e una lampada d'ottone tra le mani – con quell'amore nel cuore che vuole essere, ma che prima di avere ha già timore di perdere.


I wish you were here



Note autrice:

Questa è la prima storia di una raccolta, nata grazie alla Challenge Raccolte...che passione, indetto dalla carissima Kiki.

Ho scelto il pacchetto malinconico, e come coppia la Gold/Emma: credo che le canzoni si sposino bene con loro.

Il titolo dell'intera raccolta è tratto dalla 1x08.
Il contesto della storia e la frase di Gold vengono direttamente dalla 1x08, che rimane una delle mie puntate preferite.

La canzone usata è la famosissima e bellissima Wish you were here dei Pink Floyd; ho “grassettato” due parole per verso, quelle più importanti forse per il Golden Swan della storia; qui sotto c'è la traduzione delle parti citate:

Come vorrei, come vorrei che fossi qui
Siamo solo due anime sperdute
Che nuotano in una boccia di pesci
Anno dopo anno
Corriamo sullo stesso vecchio terreno
E cosa abbiamo trovato?
Le solite vecchie paure
Vorrei che fossi qui

Mi sembra di aver detto tutto; alla prossima ;)

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Capitolo 2
*** Layla ***


Layla

Perché questo è l'ostacolo, la crosta da rompere:

la solitudine dell'uomo – di noi e degli altri



What will you do when you get lonely
And nobody's waiting by your side?
You've been running and hiding much too long
You know it's just your foolish pride

Emma si chiede, conoscendo in cuor suo la risposta, per quale motivo avverta l'assenza di Mister Gold in quella stanza più di qualsiasi altra presenza – c'è quasi tutta Storybrooke, ma è come se non ci fossero, non per lei almeno. E' così familiare trovarsi in mezzo a tante persone e sentire quella obnubilante sensazione di essere terribilmente e indescrivibilmente sola.

Nella sua vita prima, a Boston, la provava tutti i giorni.

Le parole che gli ha pronunciato contro senza neanche pensarci – molto di più di quanto mi fidi di lei – le riecheggiano ancora nella testa. Gold ha salutato cortesemente Mary Margaret, felice per la sua scarcerazione, e poi ha lasciato l'appartamento. Non l'ha guardata nemmeno una volta.

Mi fido di lui molto di più di quanto mi fidi di lei.

E' stata ingiusta, crudele, impulsiva. Il suo orgoglio ha parlato prima che il suo cuore potesse tradirla, e ha cercato di costruire una sottile barriera tra di loro. Vuole mantenere una distanza, per quanto minima, perché ha paura di cadere in quella che sembra essere una delle tante trappole che quell'uomo enigmatico, come un crudele cacciatore, ha teso intorno a lei – sorrisi, un tono più basso, uno sguardo lungo e intenso, un casuale sfiorarsi di mani per prendere un bicchiere per il brindisi.

A festa terminata si infila il giacchetto ed esce senza una meta precisa in testa, con la voglia di schiarirsi le idee – e i sentimenti.

Si ritrova per caso, e lei sa che caso non è, davanti l'insegna gialla che recita Mr. Gold Pawnbroker.

La luce è ancora accesa e attraverso le tapparelle leggermente abbassate della prima finestra lo vede mentre sfoglia una serie di carte dall'aria antica, assorto nel suo lavoro.

E' così solo.

Like a fool, I fell in love with you
Turned my whole world upside down


I due passi che la separano dalla porta sembrano lunghissimi, ma lei si avvicina decisa, chiude la mano intorno alla maniglia e fa una leggera pressione – il pollice accarezza l'indice delicatamente, le ciglia sbattono l'una contro l'altra per un secondo, e le parole da dire si affollano nella sua testa.


Dentro il negozio, Gold trattiene il respiro e aspetta con gioia dolorosa che la porta si apra.

Ma l'uscio rimane chiuso, e lui riesce ad intravedere le spalle di Miss Swan che si allontanano.

Please don't say we'll never find a way
And tell me all my love's in vain


Note autrice:

Eccomi qui con la seconda storia. Nonostante non tratti di matrimonio – con sti due è un po' difficile – questa è la mia proposta a Feel Good Inc, nella speranza che accetti di diventare mia mogliarito/maritoglie. Insomma, non potevo mica comprarle un anello e sono incapace con cose grafiche stile partecipazione di nozze! Delirio finito.

L'ambientazione stavolta è la 1x19, e la storia contiene anche una citazione dell'episodio stesso. La citazione d'apertura è invece di Cesare Pavese.

La canzone usata è Layla di Eric Clapton; qui sotto trovate la traduzione delle parti citate

Cosa fai quando ti senti sola
e non hai nessuno al tuo fianco?
Sei scappata e ti sei nascosta per troppo tempo
Sai è solo a causa del tuo stupido orgoglio
Come un pazzo, mi sono innamorato di te
Hai girato il mio mondo sottosopra
Ti prego non dire che non troveremo mai una via d'uscita
e che il mio amore è vano

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Capitolo 3
*** Tears in Heaven ***


Tears

III. TEARS IN HEAVEN

I'll find my way
through night and day.

Quando Emma si risveglia non è sorpresa di non trovarlo al suo fianco.

Si aspettava davvero che Mr Gold rimanesse a dormire con lei, e magari le portasse la colazione a letto, insieme ad un mazzo di fiori presi da Moe French?

Sbatte gli occhi, ancora intontita dal sonno e dagli ultimi avvenimenti – il suo respiro sul collo, la sua voce che sussurra il suo nome, le mani desiderose di toccare, scoprire, capire, i suoi occhi fissi nei suoi.

Da quando era arrivata in città aveva iniziato a ballare con lui un vecchio tango sull'aria di una musica preclusa agli altri abitanti di Storybrooke, volteggiando in punta di piedi su un filo sottilissimo; era solo questione di tempo, poi sarebbero caduti entrambi, perdendo le loro maschere - ed entrambi avrebbero vinto.

Time can bring you down
Time can bend your knees.
Time can break your heart
Have you begging please.
Begging please...

Non ha avuto bisogno neanche dell'alcol per finirci a letto, pensa Emma, cercando un po' di conforto e rigirandosi su un fianco tra le lenzuola lasciate vuote da lui, ma così piene della sua presenza.

Solo in quel momento lo vede, immobile, vicino alla finestra.

Le dà le spalle, preso nell'osservare qualcosa fuori dal vetro, oltre. Emma sa che lui la sta comunque guardando – lo fa sempre, continuamente, anche quando pensa che sia impossibile. Istintivamente si stringe le lenzuola al petto, in un infantile gesto di protezione; inutile lui ha già visto tutto di lei.

Continua a non scorgere il suo viso, ma può sentirlo sorridere per quella sua sciocca difesa, ingenua e fragile. Emma sa che ora Mr Gold potrebbe annientarla, o farla rivivere, solamente con le parole. Insieme ai baci infuocati della notte appena trascorsa, lui potrebbe scrivere su quella pelle chiara delle semplici lettere, tatuandole nel cuore un sentimento che per troppo tempo hanno nascosto entrambi.

Cosa sta facendo Mr Gold?” chiede Emma, e la sua voce trema appena. Lui, appoggiandosi al bastone, ha la fuggevole impressione che lei non voglia parlare solamente di questo momento. Lo spera – ci sono così tante cose in sospeso tra di loro.

I must be strong
and carry on.
'Cause I know I don't belong
here in heaven

Un secondo di silenzio totale nella stanza, interrotto solo dalle prime gocce di pioggia che hanno iniziato a cadere fuori. Continuano a non guardarsi – lui la osserva indirettamente nel riflesso del vetro, timoroso di essere abbagliato dalla sua bellezza, lei gli fissa la schiena – vittime e carnefici allo stesso tempo.

La aspettavo” dice lui.

E nel momento in cui Emma capisce davvero – la aspettavo da sempre - sente il rumore di una porta che sbatte, e si chiude.

Il posto vicino la finestra è vuoto, l'aria nella sua stanza è diventata inaspettatamente fredda e lei ha solamente voglia di piangere.

'Cause I know I don't belong
here in heaven

Note autrice:

Ecco questa storia è strana. Non posso dirmi pienamente soddisfatta ma tanto non lo sono mai. Non volevo pubblicarla, ma due persone a caso mi hanno convinto. *Abbraccia* E' la prima volta che esploro il rapporto Gold/Emma oltre i sorrisi, le cose dette e non dette. Per questo spero di non essere andata OOC, soprattutto con Gold. 

Allora l'ambientazione cronologica non c'è. Cioè nella mia mente forse si, ma non saprei dirlo precisamente. Dato che io questi due non li faccio stare insieme neanche dopo una notte d'amore – sadismo mode on – spiego alcune cose perché magari non si capiscono. Emma ha decisamente abbassato tutte le difese e le mutande, quindi ora Gold ha la situazione in mano. Potrebbe dirle le semplici lettere ti amo e tutto sarebbe bello, con fiori d'arancio e magari qualche fratellino per Henry ù.ù

Emma gli chiede “Cosa sta facendo”, alludendo non solo all'atto che Gold compie guardando fuori dalla finestra, ma soprattutto qualcosa del tipo “Cosa stai facendo con me/ cosa stiamo facendo noi?” Al ché Gold le risponde “La aspettavo”, intendendo sia che stava aspettando il suo risveglio, sia che stava aspettando il suo arrivo a Storybrooke da ventotto anni. E poi se ne va, perché è un bel codardo scemo e super sexy.

La canzone usata è Tears in Heaven di Eric Clapton; apparentemente potrebbe sembrare che non ci siano punti di contatto con la storia, e invece ne è praticamente il fulcro. Emma sta cercando di capire la sua strada, e spera in un aiuto da Gold, che è stato "attaccato" dal tempo, ma Gold non può far parte del Paradiso, quindi crede di non poter stare con Emma. Qui sotto potete trovare la traduzione delle parti citate

Troverò la mia strada attraverso la notte e il giorno;

Il tempo può abbatterti; il tempo può piegarti le ginocchia;
Il tempo può spezzarti il cuore, e farti implorare pietà
implorare pietà

Devo essere forte e andare avanti
Perché lo so che non è il mio posto il Paradiso

Perché lo so che non è il mio posto, il Paradiso.

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Capitolo 4
*** Yesterday ***


Yeste


IV. YESTERDAY


Tu lo hai baciato, e lui ha riaperto gli occhi - sorridente, fiero, coraggioso, vivo, dolce Henry.
C'è un'aria diversa in quella stanza d'ospedale ora, più distesa, e Emma pensa che quello potrebbe essere un bel lieto fine – Regina è scappata, e c'è Henry, solo lui, solo loro, hic et nunc.

Ce l'hai fatta.” dice solamente.

E sì, pensa lei, ce l'ha fatta, contro il Sindaco despotico e contro Sidney, e ha vinto quella sottile omertà che regnava sovrana in quella cittadina dimenticata dal resto del mondo.
Ce la fatta anche grazie a lui, che le ha donato insieme alla spada del padre, parole che tintinnano ancora nelle sue orecchie, parole lontane che bruciano ogni suo centro nervoso, parole udibili solo dagli amanti, sottili più dei fili di paglia che lui intrecciava nell'altra vita. Lui che l'ha silenziosamente protetta, che in fondo era lì, come un'ombra scura, ma presente. Lui, l'uomo dalla mente stanca e il cuore malato, che aveva puntato su di lei fin dall'inizio – più di Henry, più di Jefferson, più di August.


Ce l'ha fatta a fidarsi di lui, l'uomo con i fili da burattinaio tra le mani, ed ha vinto.

Yesterday,
all my troubles seemed so far away,
Now it looks as though they're here to stay,
Oh I believe in yesterday.

E solo allora capisce che può avere tutto, una famiglia, ricordi, un amore vero.

Tutti avranno il loro lieto fine. Anche Mister Gold” dice Henry, quasi intuendo i suoi pensieri, e la sua voce è allegra, il solito tono che la assillava tramite il walkie-talkie per l'Operazione Cobra.

Emma si apre in un sorriso radioso; Henry sa, approva? Come ha fatto a capire, è così palese? Forse solo lei era cieca, l'orgoglio, le barriere, l'effimero odio le avevano chiuso gli occhi di fronte ad un sentimento così grande?

Henry coglie il suo dubbio ed esclama, gioiosamente “Ho finalmente scoperto chi è. E' la bestia.”

Ed Emma sorride ancora di più, incapace di fermare le labbra che si alzano verso l'alto, ricordando che ha sempre adorato quella favola da bambina.

E la Bella è...” dice, e aspetta, sicura, la risposta.

La figlia di Moe French, il fioraio. Era la figlia del Re, e si è sacrificata per...”

Ma Emma non sta più ascoltando le parole inconsapevoli del suo bambino. Il sorriso le si spezza sulle labbra, e le schegge la feriscono dappertutto - le gengive, gli occhi, il cervello, le gambe, il cuore sanguinano.

Ha camminato felice su un campo di mine, credendo di uscirne indenne.

Illusa.

There's a shadow hanging over me.
Oh yesterday came suddenly.

Si è fidata di lui, l'uomo con i fili da burattinaio tra le mani, e lui ha vinto.

Ed ora anche la stanza è tutta sua, è piena dei suoi modi di fare antichi e la voce melliflua, del suo bastone che sembra incapace di sorreggere così tanto rimorso.

Emma si sente soffocare.

Ogni passo che l'ha portata verso il banco dei pegni dovrà essere dimenticato – il piede destro che segue il sinistro, l'andatura che si fa più veloce, desiderosa – ogni respiro soffocato, le sue mani, il cuscino sprimacciato, la leggera conca sul letto dove lui ha riposato, ogni più piccolo sorriso, la crepa che c'era nella sua maschera, e che lei credeva di aver visto, tutto questo amore fatto di niente, di fumo, parole e polvere, dovrà essere dimenticato.


Lui non c'è, non c'è mai stato – almeno per lei.

Altri occhi hanno popolato i suoi sogni, altre parole, altri sorrisi, altri momenti in cui lei, Emma, non c'entrava nulla.


Emma Swan era l'unica speranza di quegli abitanti, quella di cui tutti avevano bisogno, la Salvatrice.

Ma ora chi la salverà da lui?


Yesterday,
love was such an easy game to play,
Now I need a place to hide away,
Oh I believe in yesterday.


Note autrice:

Ecco come rovinare una canzone che si venera. Allora lo storia si ambienta nel finale di stagione, tuttavia non ci sono spoiler veri e propri. Emma pensa che se Gold è la Bestia, lei è Belle, ma rimane alquanto uh, quando Henry le rivela che le cose non stanno così, e pensa che lui l'abbia solamente usata. E beh, l'ultima frase è un cliché pazzesco, ma dovevo assolutamente usare Emma/Salvatrice, con la frase ora chi la salverà?

Non so se e quando tornerò ad aggiornare questa raccolta. Le canzoni sono splendide, le idee ci sono, ma non riesco a scrivere qualcosa che mi soddisfi – questa qui mi sembra una cacchetta. Quindi bon, auguro buone vacanze a chi ce l'ha, spero di risentirvi presto e spero che almeno a voi piaccia!

La canzone usata è Yesterday dei Beatles; ecco la traduzione delle parti citate

Ieri tutti i miei problemi sembravano così lontani,
ora sembra che siano qui per rimanerci
Oh, io credo nel passato

C'è un'ombra che incombe su di me
Oh, il passato è tornato improvvisamente

Ieri, l'amore era un gioco così facile da giocare
Ho bisogno di un posto dove nascondermi
Oh, io credo nel passato

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Capitolo 5
*** Fly away from here ***


Fly away

V. FLY AWAY FROM HERE


Gotta find a way
Yeah, I can't wait another day
Ain't nothin' gonna change
If we stay 'round her
Gotta do what it takes
Cuz it's all in our hands

«Miss Swan che piacere vederla»

Emma si stringe involontariamente nel giacchetto: ha freddo, ed è una cosa normale perché sono le undici passate, la presenza di quell'uomo non c'entra nulla, è solo la temperatura.

«Mister Gold» soffia, e il suo nome si condensa in una nuvoletta.

«Ronda notturna?» chiede lui.

«No; semplice passeggiata»

«È un orario insolito per camminare da soli...»

«E lei cosa sta facendo?»

«Touche» risponde alzando la mani in segno di resa e lasciandosi andare ad un piccolo sorriso. Emma pensa che ha davvero un modo strano di sorridere – tende gli angoli della bocca in alto e sembra una grottesca maschera pronta a sbriciolarsi - ma che le piace, soprattutto perché con lei sorride spesso. Arrossisce non appena si rende conto dell'assurdità del suo pensiero.

Gold sembra intuire il suo imbarazzo, ma continua a sorridere e dice «Mi permetta di mostrarle una cosa»

Avvicina una mano al suo volto e sfiora con il pollice e l'indice il suo mento - Emma rabbrividisce a quel contatto - poi esercita una leggera pressione, alzandole il viso verso l'alto.

«La vede la costellazione del Cigno? Così grande e brillante»

Emma si limita ad annuire perché è troppo presa da quelle dita, così calde e morbide, che hanno indugiato per qualche secondo di troppo il suo mento, lasciandole ustioni invisibili che domani cercherà allo specchio.

«Deneb, Sadr, Gienah, Rukh e infine Albireo, il becco»

«È appassionato di astronomia?»

«Non tanto, ma alcune stelle sono semplicemente troppo belle da poterle ignorare; purtroppo sono così lontane che posso solo osservarle»

Emma distoglie lo sguardo dalla volta celeste e lo fissa su di lui; la luce del lampione illumina a malapena il suo profilo e lei riesce a vedere nitidamente solo la sua ombra.

«Sa da dove prende il nome questa stella?» ricomincia.

«No» risponde lei, e socchiude per un attimo gli occhi per sentire meglio la sua voce.

«Zeus si invaghì di una ninfa bellissima, Nemesi, una giovane dispensatrice di giustizia armata di spada, pronta a far del bene tanto quanto il male per raggiungere il suo scopo. Zeus non sapeva come conquistare la fanciulla, così decise di tramutarsi in un cigno. Si finse ferito e Nemesi gli offrì rifugio, addormentandosi insieme a lui... Solo dopo si rese conto dell'errore commesso, ma ormai era troppo tardi: dalla loro unione nacque Elena di Troia»

Rimangono in silenzio per un po', Mr. Gold che guarda il cielo, lei che guarda lui, e poi dice «Non ho ancora deciso se fidarmi di lei»

«Io posso davvero aiutarla a fare giustizia»

never mind,
You got me by your side
And any time you want

Rimangono a guardarsi in silenzio fino a che l'orologio del municipio non batte dodici rintocchi.

«La mezzanotte. Forse l'ho trattenuta per troppo tempo; mi permetta di riaccompagnarla a casa»

È una serpe Miss Swan. Stia attenta a chi si porta a letto.[1]

«Lei non mi sembra un cigno ferito»

«Lei invece è davvero bellissima»


Non si è resa conto di quanto fossero vicini fino a quando non ha eliminato la minuscola distanza che li separa. Ed è sulle sue labbra, mentre sente già il calore di quella bocca, che sussurra «Forse le stelle sono più vicine di quanto lei pensa»

Do you see a bluer sky now?
You can have a better life now
Open your eyes...
Cuz no one here can ever stop us
They can try but we won't let them

Note autrice:

Ritorno finalmente (?) ad aggiornare questa raccolta. L'ambientazione a mio parere è la 1x08, ed Emma non sa se accettare l'aiuto di Gold per diventare sceriffo, ma in realtà può essere anche ambientata in una puntata random.

[1] Citazione tratta dalla 1x08, la migliore frase di Regina in tutto il telefilm!

Spero che si capiscano gli ultimi dialoghi, ma li spiego comunque: Emma si rivede in Nemesi – che potrebbe essere considerata a tutti gli effetti una salvatrice – ed ha paura che Gold la voglia ingannare come ha fatto Zeus; lui però non sembra un cigno ferito, (quindi non è come Zeus). Invece lui le dice che assomiglia a Nemesi perché è bellissima. <3 L'ultima frase sussurrata richiama alla frase precedente di Gold in cui dice che lui le stelle può solo osservarle, riferendosi ovviamente a Emma.

La canzone usata è Fly away from here degli Aerosmith; qui sotto la traduzione delle parti citate

Devo trovare un modo
Sì, non posso aspettare un altro giorno
Non cambierà niente, se ce ne stiamo qui intorno
Bisogna fare quel che serve
Perché è tutto nelle nostre mani

non importa
Hai me al tuo fianco
E in ogni momento in cui tu lo desideri

Vedi un cielo più blu ora?
Puoi avere una vita migliore, ora
Apri gli occhi
Perché nessuno qui potrà mai fermarci
Possono provarci, ma non glielo permetteremo

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Capitolo 6
*** Se tu non ci fossi ***


Se tu non ci fossi


VI. SE TU NON CI FOSSI


Su un vecchio armadio verniciato di bianco, sul fondo del retrobottega, c'è una rosa pallida sotto una campana di vetro.
Mr. Gold guarda i petali secchi cadere uno dopo l'altro, chiude gli occhi e si maledice ancora una volta.

Ritorna spesso al passato, e i fantasmi si allungano come ombre nella sua mente.

Ha provato con tutto se stesso a dimenticare, ma nei suoi sogni, nei pomeriggi sempre uguali, nei lunghissimi minuti di quelle giornate immobili, lei continua a tornare, tra la polvere del negozio dei pegni e i rimorsi, tra i tarli che si sono annidati nell'antica mobilia esposta e nella sua coscienza: delle volte crede di morirne.

I ricordi possono essere davvero crudeli.

E se al mondo va così
regnan le bugie
guardo nei tuoi occhi e c'è
verità, sincerità


Mr. Gold pensa sempre al passato, ma ora, mentre
Emma lo scruta cercando di capire le sue intenzioni, chinando appena il collo da un lato, non ci sono che i suoi occhi nei suoi, la sua voce nelle sue orecchie.
Il viso giovane, fresco, reale di Miss Swan lo assale nel momento prima di prendere sonno, si affaccia nella sua immaginazione la mattina come un raggio di sole attraverso la finestra.

Il suo pensiero è morbido, confortante, nuovo – lei salverà tutti loro, salverà soprattutto lui, il mostro dal cuore vuoto.

Una mattina Mr. Gold zoppica fino al negozio di Moe French. Il fioraio è spaventato, biascica qualcosa sui suoi fiori migliori e su un forte sconto, ma a Gold non gli importano le parole di quell'uomo sbiadito.
Compra una sola rosa, con il gambo lungo, il bocciolo piccolo e i petali di un rosso brillante, e per qualche assurdo motivo il ricordo di Belle non è più una stilettata al cuore.

Ed io ti devo molto
mi hai insegnato a vivere

Lo sguardo sorpreso, colpito e vagamente sospettoso - con una punta di intima soddisfazione – che Miss Swan gli rivolge mentre le porge il fiore gli riempie il petto di una sensazione dimenticata da secoli. È un deja-vù, ma allo stesso tempo c'è qualcosa di straordinariamente nuovo che è... strano.

Si ritrova a vivere – ed è assurdo il fatto che per ventotto anni si fosse dimenticato di farlo.

Quando lei se ne va - ed è ancora confusa, felicemente confusa - Mr. Gold la guarda fino a che non scompare, perché lei ne ha bisogno. Guarda la sua schiena fasciata da un giacchetto rosso con un affetto silenzioso e venefico, guarda i capelli che si gonfiano passo dopo passo che brillano quasi di luce propria, la guarda perché gli ricorda lei, la guarda perché in realtà non assomiglia a nessuno, la guarda come si guarda una cosa dalla quale ci sia aspetta solo il meglio, con orgoglio e calore.

Su un vecchio armadio verniciato di bianco, sul fondo del retrobottega, c'è una rosa pallida, sotto una campana di vetro. È caduto l'ultimo petalo, ma Mr. Gold non se ne è neanche accorto.


Se tu non ci fossi
(e sara' quel che sara')
se non fossi accanto a me
(ma comunque vada io)
non avrei saputo mai
(saro' sempre accanto a te)
la vita che cos'è
(finchè vivrò)


Note autrice:

Ogni tanto torno ad aggiornare questa raccolta...

Considero questa storia una sorta di esperimento. Ci sono delle cose che non mi convincono pienamente, ma volevo scrivere da molto tempo qualcosa che implicasse un parallelo tra Belle - il passato - ed Emma - il presente, (sottolineato anche dalle due diverse rose). Gold ha amato Belle, in un modo in cui non potrebbe mai amare Emma, ma credo che allo stesso tempo non potrebbe amare Belle come ama – passatemi il termine improprio per loro – Emma. E forse questa canzone è troppo dolce per loro (Se tu non ci fossi tratta da Pocahontas), e forse non si capisce neanche il senso della storia in sé, come al solito, ma prendetela per quello che è, una piccola storia scritta in un momento tranquillo di una sera tranquilla.

Hope you like it!

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Capitolo 7
*** Maybe I need you ***


mAYBE


Alert: spoiler 2x01 + riferimenti a Diagnosis ♥ di FGI; piccolo tributo alla migliore scrittrice su questo fandom



VI. MAYBE I NEED YOU

Maybe I need you
Here in this town so sweet
Everything quiet
Everyone gone to sleep


Mr. Gold fissa il soffitto insonne, un raggio di luna filtra piano dalla tenda lasciata scostata – nella notte si perde un ululato lontano.

Belle riposa al suo fianco, il respiro che esce flebile dalle labbra carnose, delicata e dolce anche nel sonno, principesca.

Il ritrovamento di quel pomeriggio è lì, stampato nella sua mente.


~

Belle quasi danzava tra gli scaffali del negozio dei pegni, e lui era tornato ad essere davvero Rumpelstiltskin - la guardava splendere tra oggetti dimenticati da anni, pezzi di vite perse e poi ritrovate. Prendeva un oggetto dal mucchio, lo rigirava curiosa tra le mani e cercava di indovinarne il proprietario.

«E questo a chi appartiene?» aveva chiesto ad un tratto, ingenuamente, facendo una piroetta su sé, gli occhi sognanti. Gold si era girato con l'ombra del sorriso sulle labbra, ma aveva sentito un forte e inaspettato crampo al cuore, una sorta di risucchio che aveva svuotato di colpo i polmoni, e nella gola aveva sentito qualcosa di viscoso che gli aveva impedito di parlare.

Belle si rigirava tra le mani un semplice ombrello rosso.[1]

~

Le abat jour sono tutte spente, eppure nel buio della stanza quell'ombrello, poggiato stancamente sulla parete di fondo, sembra bruciare di luce propria. Per un brevissimo e egoistico secondo pensa che sarebbe stato meglio se la maledizione non fosse mai stata spezzata – lei almeno sarebbe ancora lì.

Maybe I need you
Here in this world on fire
Everything moving
Everyone always tired
Thinking of futures
Everything falls away
Everything changes


Gli abitanti di Storybrooke continuano ad essere monotoni anche ora che hanno riacquistato le loro identità, e vagano per la città divisi nella mente e nel cuore, preoccupati dell'avvenire – se solo lei fosse qui tutto sembrerebbe meno asfissiante.

Ed è un pensiero che fa male perché i campanelli del negozio dei pegni non suoneranno più per le sue entrate decise, i suoi occhi non si soffermeranno più nei suoi – occhi di un'anima disperata, di una donna che non ha avuto nulla, ma che ha avuto la forza di salvarli tutti, occhi che hanno chiesto silenziosamente aiuto – e la sua voce non giocherà più a scandire piano il suo nome, gustandolo.

Si umetta piano le labbra quasi per riassaporarlo, in un gesto inconsapevole che aveva il vizio di fare sempre davanti a lei, e si illude di sentire ancora il suo soffio sulle labbra, la pioggia che bagna le loro vesti e i capelli, la pelle che sfrega contro la sua e crea un piacevole e obnubilante calore.

Si illude di averla ancora lì, di non averla persa.

Ma la sua vita, le sue vite, alla fine sono una triste storia di continue perdite.

Solamente ad una ha potuto dire addio, ed è l'unica che è riuscita a tornare da lui – ma non è abbastanza; non può essere abbastanza, lui ha ancora bisogno di essere salvato, magari con un altro bacio.


Nothing has changed today
Maybe I need you.

L'ombrello rosso è il suo nuovo, patetico, cimelio.[2]



Note autrice:

Giuro che non so come mi sia venuta questa storia. So solo che ho un'amarezza assurda, e avevo bisogno di scrivere qualcosa. Prendete questa fic per quello che è: uno stupido sfogo ooc dai casini della mia RL.

Per quanto questa S2 mi stia piacendo non potete capire quanto mi mancano le interazioni Gold/Emma della prima stagione: anche per i non-shipper della coppia (vedi mio fratello) è impossibile non notare l'affinità e la chimica che c'è fra i due, quindi mi dispiace che i produttori non abbiano insistito su questa linea – e giuro, non è il mio cuore Golden Swan a parlare! 
Bah, la speranza è l'ultima a morire ^^

[1] L'ombrello rosso proviene dalla storia citata all'inizio (non l'avete letta? Disonore sulle vostre mucche!!!)
[2] Regina definisce “patetico cimelio” la chipped cup nella 1x12.
Btw le continue perdite sono quelle della moglie, di Bae (ovviamente) di Belle e infine questa di Emma.

La canzone è Baby I need you di Kim Taylor, traduzione delle parti citate qui sotto, as usual.

E boh, credo di aver detto tutto. Spero vi piaccia ;)

Forse ho bisogno di te,
Qui, in questa città così dolce
Tutto tranquillo
ognuno va a dormire

Forse ho bisogno di te
Qui, in questo mondo in fiamme
Tutto si muove
ogni persona è stanca
Pensando al futuro
Ogni cosa cade

Nulla è cambiato oggi
forse ho bisogno di te

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Capitolo 8
*** Stand by me ***


Stand by

VIII. STAND BY ME


Nowhere to go

Nella cella che quasi lo soffoca, scrive il suo nome piano, ride, il piccolo fiocco sulla e, le due emme uguali, la a che finisce un po' più in basso.

Emma.

Scrive il suo nome piano, lo assapora, il piccolo fiocco sulla e, le due emme uguali, la a che finisce un po' più in basso.

Emma.

Scrive il suo nome piano - avrà i capelli d'oro, può vederlo, può sentirlo – il piccolo fiocco sulla e, la a che finisce un po' più in basso - ed il cuore puro come il diamante.

Emma.

Il suo collo sarà bianco come quello di un cigno, gli occhi forti come quelli della madre: un giorno la Salvatrice prenderà questa pergamena tra le mani, un cipiglio confuso disegnato sul viso, un cuore pieno di rabbia e sconforto, di delusione e incertezza e accarezzerà le parole con il suo tono morbido – e allora accarezzerà anche lui.

Masticherà piano il suo nome e guarderà nell'inchiostro, e allora guarderà anche dentro di lui, senza più stupidi veli tra di loro.
Si fiderà della sua calligrafia, del piccolo fiocco sulla e, delle due emme uguali, della a che finisce un po' più in basso, e forse solo in quel momento si fiderà davvero di lui.

Al viso della Salvatrice se ne sovrappone un altro, un bambino che aveva il cuore puro come il diamante, gli occhi forti e coraggiosi, un bambino che è stato il primo ha guardare dentro di lui, che poi si è fidato e che infine se ne è andato in una buca. Il figlio che ha perso.

amari ni nagai yamiyo ga
me wo samasu

kanashisugite kurushikute
subete nagedashita

Rumpelstiltskin trema appena, scrive per l'ultima volta Emma e per un attimo si sente debole perché sta mettendo il suo destino nelle mani di qualcun altro.

Ma poi chiude gli occhi, ride, e inizia ad aspettare l'unica donna che potrà perdonare quei ventotto anni di dolore - lei capirà.


hito wa yowaku zankoku de
oroka na ikimono
demo anata wa yurushite kureta


Note autrice:

Questa storia ammuffiva nel mio pc dalla fatidica 2x09, una delle mie puntate preferite di sempre, ma non avevo il coraggio di pubblicarla considerando che non mi piace per niente. Però ci tenevo a finire questa raccolta per la challenge di Kì, quindi alla fine eccola qui. Il testo citato è una delle soundtrack di Nana, Stand by me, e le parti usate tradotte significano: Nessun posto dove andare//Con te mi sveglio finalmente da una notte oscura durata troppo a lungo// Soffrivo ero molto triste, ho buttato via tutto per codardia//Le persone sono folli, deboli e crudeli, solo tu mi hai perdonato.

Grazie alle sei persone che hanno messo la storia tra le seguite, alle tre che l'hanno messa tra le ricordate e alle quattro che l'hanno inserita addirittura (!!!) tra le preferite. 

E ovviamente un ringraziamento speciale per IlovewriteFeel Good Inc che hanno sempre trovato il tempo per commentare con parole bellissime.

~ Adelante!

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