Ricordi
Stavo percorrendo il corridoio su cui si affacciava la mia
camera guardando a terra.
Mio padre era tornato dai Tok’ra e, a detta di Janet
Fraiser, il colonnello e Teal’c erano in perfetta forma, nonostante la terribile
esperienza. Sospirai. Per fortuna ero riuscita a trattenermi dall’abbracciarlo
quando erano apparsi sulla nave di mio padre.
« Finalmente, Carter! »
Alzai lo sguardo. Seduto a terra, affianco alla porta
della mia stanza, c’era il colonnello O’Neill.
« Mi si sono addormentate le gambe a star qui ad
aspettarti! » disse alzandosi.
« Colonnello » dissi avvicinandomi. « Cosa
ci fa qui? Pensavo fosse in infermeria. »
« Sono riuscito a farmi
dimettere. Incredibile, vero? »
Aprii la porta ed entrai.
« Dovrei parlarti. »
Mi voltai a guardarlo.
« Prego » dissi facendomi da
parte per farlo passare.
Dopo che fu entrato, chiusi la
porta. Mi diressi verso il frigorifero.
« Vuole qualcosa da bere? »
« No, grazie. »
Tornai indietro. Gli feci segno
di accomodarsi sul divano, mentre io mi sedevo davanti a lui sul basso tavolino
di legno.
« Senti, Carter… » cominciò.
Lo guardai interrogativa.
« Sì? » chiesi incoraggiante.
« Beh…grazie. Per non aver
perso la speranza di salvarci. Per aver fatto tutto il possibile e anche di più
per riportarci a casa. Per averci dato la speranza di sopravvivere… »
« Signore, ma non è solo merito
mio. Anche voi avete contribuito. E poi Daniel, mio padre, il generale
Hammond…anche i Tok’ra…»
« Fammi finire. »
Annuii.
« Dopo che Teal’c si è messo a
meditare, ho ripensato a tutto ciò che poteva darmi la forza di tirare avanti
fino all’arrivo dei soccorsi. A sopportare il freddo, la mancanza di ossigeno,
il silenzio radio…L’unica cosa che mi è venuta in mente sono le persone che ho
incontrato in questi ultimi anni. Il generale Hammond, Daniel, Teal’c. E
soprattutto tu. »
Lo guardai a bocca aperta. Lui
si alzò e mi si avvicinò. Si inginocchiò davanti a me, prese le mie mani tra le
sue e mi guardò negli occhi. Mi sentii avvampare.
« Sei tu che mi hai fatto
resistere fino all’ultimo. Quando ho sentito la tua voce credevo di sognare. E
poi ti ho vista. Non ci credevo, davvero. Eri arrivata fino a lì per salvarci!
Io…pensavo di non avere più alcuna occasione di vederti e invece eccoti lì,
a…quanti metri saranno stati? Dieci, venti? Ah, non importa! Quello che voglio
dire è che pensavo di non avere più la possibilità di dirti quanto ti sono
grato per tutto quello che hai fatto per me. »
Abbassò lo sguardo per fissarlo
sulle mie mani. Poi tornò a guardarmi.
« Quando mi sono reso conto di
non avere quasi alcuna possibilità di rivederti, mi sono ripromesso che se
invece ti avrei rincontrato te l’avrei detto, te l’avrei confessato. »
Si interruppe.
« Detto cosa? Colonnello? »
chiesi preoccupata.
« Samantha Carter, io ti amo.
Non puoi immaginare nemmeno quanto. E non m’importa se le regole non me lo
permettono! Ti amo e niente e nessuno potrà mai impedirmelo. »
Tacque. Non sapevo cosa dire,
cosa rispondergli. Lui attendeva. Mi alzai e lui fece altrettanto. Poi mi
allontanai un poco. Non mi voltai a guardarlo quando cominciai a parlare.
« Ricorda quando ci hanno
modificato la memoria su quel pianeta ghiacciato e ci facevano lavorare in
quella fabbrica? »
« Sì. »
« Ricorda che le avevo detto
che c’erano delle cose di quel posto che mi piacevano? »
« Sì. »
Inspirai a fondo e mi voltai.
Ma non lo guardai negli occhi.
« Lei mi disse che ricordava i
sentimenti. Beh, io ricordavo la sensazione di non poterle stare accanto come
avrei voluto. In quel posto potevo appoggiare la testa sulla sua spalla senza
che nessuno mi dicesse niente. »
Lui continuava a guardarmi,
paziente.
« Colonnello… »
Respirai a fondo e alzai lo
sguardo fino ad incontrare i suoi occhi.
« Jack…anch’io ti amo. »
« Non aspettavo altro » disse
lui facendo due passi verso di me e raggiungendomi.
Mi prese tra le braccia e mi
baciò. Quando ci separammo mi guardò, serio.
« Che c’è? » chiesi.
Lui mi prese per mano, mi guidò
fino al divano e mi fece sedere dove prima sedeva lui. Infine si accomodò sul
tavolino.
« C’è…c’è un’altra cosa che ti
devo dire. »
« Sentiamo » dissi.
« Sai…ecco…»
Alzò lo sguardo, ma quando
incrociò il mio lo distolse di nuovo.
« Ricordi quando siamo stati su
quel pianeta e dopo io e Teal’c abbiamo rivissuto sempre la stessa giornata? »
« Sì, il pianeta era P4X-639. »
« Sì, sì, come diavolo si
chiama. »
« Ma che centra, sign…ehm…Jack?
»
Lui sorrise al mio errore.
« Beh, ricordi che mi avete
chiesto se avevo mai fatto qualcosa di assolutamente pazzo? »
« Sì, ma tu non hai mai voluto
risponderci, mi pare. »
Non riuscivo a capire perché
volesse affrontare quel discorso, quando aveva sempre cercato di evitarlo.
« Beh, ho fatto delle cose
pazze. Ma quella che deve interessarti è una. Forse dopo che mi avrai ascoltato
vorrai prendermi a schiaffi. Libera di farlo, ma prima ascoltami. »
Annuii. Cosa aveva fatto di
così terribile?
« Beh…insomma…ho dato le
dimissioni. »
« Cosa?! » esclamai, sconvolta.
« Hai lasciato l’SGC?! Perché?! »
« Volevo fare una cosa. »
« Cioè? » chiesi.
« Beh, ho portato le dimissioni
al generale Hammond e tu eri lì vicino. Quando mi avete chiesto il motivo…ti ho
baciata. »
Rimasi pietrificata, senza
parole. Mi aveva baciata?!
« Sam, tutto bene? » mi chiese
preoccupato sedendosi accanto a me.
Mi voltai a guardarlo. Stavo
riprendendo il controllo di me stessa.
« Hai dato le dimissioni per
baciarmi? »
« Sì. »
Non sapevo che dire.
« Sei arrabbiata? »
« No » gli risposi. « Non lo
sono affatto. Anche se dovrei, visto che l’hai fatto solo perché nessuno se lo
sarebbe ricordato a parte te… »
Lui sorrise imbarazzato.
« Ti amo, Jack » dissi.
Mi guardò sorpreso. Mi sporsi
verso di lui e posai le labbra sulle sue.
« Ti amo » ripetei mentre
continuavo a baciarlo.
Le sue braccia si strinsero
attorno ai miei fianchi, le mie si intrecciarono dietro il suo collo.
Continuammo a baciarci per un
po’. Poi poggiò le labbra sulla mia fronte e tornò a guardarmi. Con una mano mi
sforò il collo.
« Anch’io ti amo, Sam »
sussurrò.
Sorrisi. Poi con calma mi alzai
dal divano e mi diressi verso il bagno. Arrivata alla porta mi voltai.
« Vado a farmi un bagno »
dissi. « Aspettami qui.»
Entrai e socchiusi la porta.
Riempii la vasca. Poi mi spogliai e mi immersi nell’acqua calda. Le bolle di
sapone formavano una sorta di coperta sulla superficie. Chiusi gli occhi e
abbandonai la testa contro il bordo della vasca. Dentro di me sentivo crescere
una felicità senza limiti. Sospirai.
« Che c’è, ti sei pentita di
avermi invitato ad entrare? »
Spalancai gli occhi sorpresa e
mi volsi verso la porta. Pensavo non arrivasse più.
Jack mi si avvicinò.
« Da quanto sei qui? » chiesi.
« Uhm…un po’. Ma non
preoccuparti, non ho visto niente. Purtroppo. »
Mi aveva raggiunto e si era
seduto sul bordo della vasca. Ne approfittai per sporcarlo di schiuma.
« Maggiore » mi ammonì.
Poi si chinò su di me e mi
baciò.
« Vuoi unirti a me? » gli
chiesi.
« Lo farei volentieri, ma il
generale Hammond mi aspetta per il rapporto. »
Sbuffai contrariata. Lui
sorrise e si chinò nuovamente per baciarmi.
« Devo andare » bisbigliò,
mentre si staccava da me.
Si alzò e si avviò alla porta
dove di voltò. Tornò indietro.
« Un ultimo bacio. »
Posò nuovamente le labbra sulle
mie.
« Ti amo » disse.
Sorrisi. Lo seguii con lo
sguardo mentre usciva dalla mia camera.