From London With Love

di Wall_Hellsong
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La mia nuova vita ***
Capitolo 2: *** Risveglio Amaro ***
Capitolo 3: *** Poi ho visto gli occhi suoi, come grano in mano al vento... ***
Capitolo 4: *** A volte vorrei poter aprire gli occhi e vederti ancora lì ***
Capitolo 5: *** Baby don't cry, make it funky! ***
Capitolo 6: *** So let yourself go and breathe this cold and fiery air ***
Capitolo 7: *** Ululeremo alla luna e conteremo tutte le stelle se necessario ***
Capitolo 8: *** Why don’t you like me without making me try? ***
Capitolo 9: *** I must be fine because my heart’s still beating ***



Capitolo 1
*** La mia nuova vita ***


Mi trovo a Londra per lavoro, o meglio, ho scelto questo lavoro per stare a Londra, la città dei miei sogni. Quando Amie mi propose di lavorare nella sua caffetteria, non rimasi a ragionarci più di tanto, pensai invece alle opportunità che avrei potuto trovare in quella città così lontana da casa mia, e pensai al mio futuro laggiù, in quell'isola di opportunità.

Sono italiana, e più precisamente sono nata a Genova, bellissima e città di mare situata nella riviera ligure. Finito il liceo e un percorso universitario assai deludente decisi di andarmene, con un piccolo bagaglio e con le tasche vuote. Per fortuna che c'è Amie e la sua caffetteria…

E dunque mi trovo qua, in una piccola casetta di 60mq con la mia coinquilina Rebby, anche lei italiana. In realtà il suo nome di battesimo è Rebecca, ma odia farsi chiamare in quel modo e quindi per me e per tutti gli altri, è semplicemente Rebby:  una giovane <anche se più grande di un paio d'anni rispetto a me>  "fanciulla" milanese di certo molto più aperta della sottoscritta <e quando dico più aperta, intendo proprio APERTA in tutti campi>.

Nonostante l'enorme differenza caratteriale che ci divide, io e Rebby siamo diventate molto amiche e questo anche grazie ad Amie che ci ha fatto conoscere sul lavoro. Lei cercava un appartamento, io una coinquilina con cui dividerlo.

Nella caffetteria, Reb sta dietro al banco dei dolci e dei gelati, ad Amie spetta la contabilità, Liam (il compagno di Amie non che amico di mio padre) sta in cucina, Josh serve ai tavolini ed io dietro al bancone preparo caffè e bevande alcoliche, servo ai tavoli, preparo panini e piatti freddi.

Fu proprio dietro al banco che conobbi Tom. E vi sembrerà strano, ma conobbi proprio lui: Thomas William Hiddleston.

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Capitolo 2
*** Risveglio Amaro ***


Risveglio Amaro

 


- Chiara alzati! Siamo in ritardo! Anzi SEI in ritardo - una voce mi rimbalza da ogni parte del cervello mentre cerco di aprire quantomeno un occhio.
-Muoviti dai, faremo tardi! Hai dormito fin troppo - è la voce di Rebby, è squillante come la vecchia campanella del liceo. Perché mai strilla? Saranno a malapena le sei del mattino! Oggi inizio il turno a lavoro alle 11:00 precise, aspetto giusto la conferma di Amie, che mi dovrebbe chiamare intorno alle dieci.
-Ti muovi?- Con uno strattone mi sfila il lenzuolo e la coperta di dosso e per girarmi finisco dritta per terra dando una gomitata sullo spigolo del comodino.
-AHI! Ma c…che è?!- urlo. Mi "formicola" tutto il braccio. Vorrei tirarci giù non so quali insulti, ma mi trattengo.
-uhhh! Che botta! Tutto ok Chià?- mi domanda trattenendo a malapena con  un vago ghigno le risate che stavano per uscirle di bocca, <perchè sa che sarebbero le sue ultime>.
Ma che succede saranno appena le sei, diamine! -cerco di tirarmi su aggrappandomi al bordo del letto, borbottando nervosamente per via del mio amaro risveglio. Do un'occhiata al led luminoso del mio cellulare poggiato sul comodino e in primo piano, sopra alla foto dell'attore britannico Tom Hiddleston, che ho come sfondo, leggo l'ora. -Cazzo, sono già le 10:15!- Panico.
-Dio santo, Rebby! Potevi svegliarmi prima! - sbotto tirandomi su di scatto <manco fossi Usain Bolt>
-Ci ho provato!!-
-E belin!!!- <qua si può notare il mio elegantissimo accento genovese, che emerge solo in casi estremi>
-Ha chiamato pure Amie- continua Rebby -mi ha detto se riuscivamo ad essere li per le 10 e mezza invece che per le 11 - sbianco mentre lei continua a spiegarsi.
-Da quanto ho capito, ieri sera si è licenziato Damon. Si sposa e quindi…
-NON ME NE PUO' FREGAR DI MENO SE DAMON SI SPOSA, REB!!!- Sbotto. Cerco di tirarmi via la camicia da notte con una mano mentre con l'altra agguanto il telefono per assicurarmi di aver letto bene l'ora.
-Dai calmati "sister" mettiti la divisa e…
-Muta!- La interrompo. -Non una parola-
-Ieri ci sei andata giù pesante con la tequila, tesoro! hehehe- mi prende in giro ridacchiando. Ieri siamo andate all’inaugurazione di un pub qui sotto casa assieme ad altre amiche di Rebby, e un po per noia e un po' per "far qualcosa" sono andata avanti di tequila; dal momento in cui ci siamo sedute fino al momento in cui ce ne siamo andate.
Sono astemia. immaginate il perfetto risultato sotto i miei occhi stamattina. Un'opera d'arte! Un misto fra un Picasso ed un Van Gogh. Potrei auto-espormi alla galleria d'arte francese, sarebbe la volta buona che combinerei qualcosa.
-Non una parola riguardo ieri sera a lavoro….- abbasso lo sguardo, grattandomi goffamente la testa.
-Dai su! HOP-HOP!  Dobbiamo ancora attraversare mezzo Westminster tesoro mio! E sta volta a piedi, senza passare dal via- cerca di nascondere la frase "a piedi" in una risatina isterica forzata.
-In che senso a piedi??- ribatto.
-io in metropolitana non ci metto piede!- inizia a gesticolare, non lo fa mai se non quando è nervosa <l'esatto contrario di me. Sono italiana diamine. Gesticolo! E sempre.>
-Mi prendi in giro Reb? Non arriviamo più, te ne rendi conto?- afferro un paio di calzini da un cassetto e me li infilo saltellando cercando di mantenere l'equilibrio.
-Ti prego niente metro, quel gran  b a s t a r d o  del controllore non aspetta altro che me!- Rebby mi fa il broncio.
-E secondo te QUELLO LA' non ha altro di meglio da fare che star lì ad aspett…
-Esattamente!!!- mi interrompe. -ehm ieri sono scappata via…- mugugna come suo solito; non vuole che io la rimproveri.
-Ma come? Non l'hai pagata la multa?- non posso far altro che scoppiare a ridere coprendomi il viso con le mani, stropicciandomi gli occhi.
- Beh, la stavo per pagare ma poi mi è preso il panico e me la sono data a gambe-  immaginavo.
Continuo a ridacchiare ma poi mi rendo conto che è ora di andare.
-Dai scendi giù che in due minuti sono pronta-  sospiro mentre con aria indulgente le faccio cenno di uscire dalla stanza. Come Rebby chiude la porta, afferrò la divisa da lavoro e in un “nano secondo” me la infilo.
Mentre corro di sotto, inciampo in un una mini mini mini, ma proprio mini, gonna di Rebby che ha lasciato lì in mezzo alle scale, ma per fortuna me la cavo con una sederata per terra.
Casa nostra non è molto ordinata, anzi tutt’altro, pare più una discarica abbandonata della NASA. Non è la casa dei miei sogni ma è accogliente e adatta alle mie e alle esigenze della mia coinquilina. Ha un piccolo ingresso che collega l’entrata ad un lungo corridoio dal quale si può accedere alle altre stanze. La più vicina alla porta d’ingesso è la “sala da pranzo” che include un piccolo angolo cottura dove spesso Rebby si diletta a creare nuovi dolci e specialità italiane <io puntualmente le faccio da cavia>. Di fronte l’angolo cottura vi è un divano ad isola di pelle nera con un piccolo comodino dove abbiamo posizionato il nintendo wii, il karaoke e un televisore al plasma preso con i punti del supermercato.
Poi, continuando sempre sul lato sinistro del corridoio, vi è la camera di Rebby <la furba si è beccata la camera più grande con la scusa di essere più vicina alla cucina>.
Dalla parte opposta del corridoio c’è solo uno stanzino dove mettiamo l’aspirapolvere e la lavatrice, invece infondo al corridoio sulla destra delle scale, c’è il bagno con una MAGNIFICA doccia idromassaggio cromo therapy <”piccolo” regalo di benvenuto da parte di Amie e del suo compagno>. Ed infine in fondo alle scale, c’è la mansarda, che ho trasformato in camera mia.
 
Mi infilo il cardigan ed usciamo; pur essendo settembre l’aria inizia a farsi freschina.
-Scusa eh, per la roba della metro…- mi dice Rebby mentre chiude a chiave la porta di casa.
-Nulla R, nulla.. al ritorno però mi porti in braccio sappilo!- scoppiamo a ridere e con passo svelto ci incamminiamo verso la caffetteria “Bell’Italia” ancora molto assonnate ma con grinta ed energia.

 

ANGOLO SCRITTRICE:
Ecco a voi FINALMENTE il primo capitolo della storia! Chiara e Rebby ne combineranno di belle e fra poco ci sarà la prima grande apparizione del nostro Tom!! Non perdetevi il prossimo capitolo!!

BACIO
-WALL

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Capitolo 3
*** Poi ho visto gli occhi suoi, come grano in mano al vento... ***


Poi ho visto gli occhi suoi come grano in mano al vento



-Oddio non ci credo! Rebby in orario con “albachiara” al seguito! – ci accoglie Amie non appena entrate nel locale letteralmente in un “bagno di sudore”.
Mi rendo conto ora del nuovo soprannome che mi ha appena affibbiato la mia cara Amie.
Amie è italiana come me e Rebby, anche lei nata a Genova e trasferitasi in Inghilterra dopo aver divorziato con il suo ex marito. Qui conobbe Liam, il suo attuale compagno con il quale tutti speriamo si sposerà presto; è un brav’uomo, amico di mio padre, grande appassionato di sport e di motociclette… insieme ad Amie formano una coppia perfetta! Sembrano < e sono > fatti l’uno per l’altra.
Oh come li invidio a volte, < intanto che li osservo, Liam ci fa un cenno con la mano per darci il buon giorno e tutto ad un tratto coglie di sorpresa la sua dolce metà e prendendola in braccio inizia a baciarla ripetutamente sulle guance>
Sono davvero perfetti assieme… < l’avevo già detto? >
Ora che sono cresciuta e che mi sono trasferita a Londra potrei anche prendere in considerazione l’idea di trovarmi un ragazzo…
Sono sempre diffidente con i ragazzi. Almeno, lo sono dopo l'ultima mia relazione andata male. Credevo fosse il ragazzo giusto per ma ma alla fine non ero felice. E a causa della mia infelicità rendevo tutto ciò che mi circondava più buio e senza via d'uscita.
Insomma, sarebbe anche l'ora di ricominciare.
Per un attimo mi immagino fra le braccia del mio ipotetico principe azzurro proprio come lo sono ora Amie e Liam.
Immagino me RADIOSA insieme a lui: così… così UOMO! Con quella sua voce sexy.. che dolcemente mi sussurra…. – AOH! ALBACHIARA?? Il grembiule! – La mia bellissima visione viene interrota così “romanticamente” dalla voce di Liam. – Yhuuuuhuuu?? Sei ancora dei nostri? – esclama ridendo nel momento in cui ricomincio a sbattere le palpebre.
-Eh? Si scusa! – mi infilo subito il grembiule e un po’ rossa in viso, con passo svelto e a testa bassa, mi dirigo verso la mia postazione: dietro il banco.
-C’è calca là fuori oggi! – urla Josh dall’altra parte del banco mentre mi posa davanti alcuni piattini da mettere in lavastoviglie.
-Cosa te lo fa pensare? – chiedo mentre mi lego i lunghi capelli lisci, castano chiaro in una coda che fa sfuggire qualche ciuffo dalla presa dell’elastico.
-Bho, la bolgia davanti agli uffici… - continua.
-Forse è la volta buona che entra qualche bel figo! Così stasera PARTY HARD, neh? – interviene Rebby .
-Ma che dici, su! Hahaha!! – Rido. Reb mi fa morire con le sue “uscite”.
-Senti oh! Magari incontri l’uomo dei tuoi sogni e la smetti di far fischiare le orecchie a quel povero Tom Hiddleston– Ad un tratto il mio pallore, derivato un mix di tequila latente e sonno, si trasforma in un colorito rosso paonazzo non appena Rebby mi nomina Lui: Tom. Hiddleston per me non è semplicemente un attore, ma molto e molto di più. Mi ha fatto riavvicinare al cinema e mi ha fatto sognare, allontanandomi, anche solo per un istante, da quella che era la mia “vecchia vita” in Italia, ovverosia un vero e proprio casino .
Sono una ragazza piuttosto difficile da inquadrare, non sono ne la classica ragazza esuberante, ne la classica ragazza introversa solita a chiudersi in se abbracciando tutte le sue crisi depressive.
Sono semplicemente IO. Apparentemente un po’ fredda e selettiva, ma poi con le persone di cui mi fido divento gioviale e gradevole .
Ecco, Hiddleston ha la capacità di far emergere la miglior parte di me senza nemmeno essere presente nella mia vita.
-Dai non fare la cretina, Rebby! Hahaha – cerco di mascherare il mio imbarazzo con una risatina forzata.
-Guardala com’è rossa! – ridacchia Josh mentre si scambia un occhiolino con la mia “dolce” coinquilina.
-Ma su, piantatela! Non sono affatto rossa, o se lo sono è per il caldo che c’è qui dietro! – continuo a ridere nervosamente diventando ancora più rossa.
-OHHH TOOOOM! COME SEI BELLO! TI AMO TROPPISSIMISSIMO!!- R, mi sta prendendo per il… naso 
-Smettila! – le lancio uno sguardo di avvertimento mentre però non riesco a fare a meno di ridere.
-OH TOOOOM!! FAMMI VEDERE LE STELLE, PICCOLO! - continua, è inutile.
-Ok basta ragazze che mi fate scappare i clienti hahaha – per fortuna la interrompe Amie. Dio benedica quella donna! In effetti due ragazzi seduti ad un tavolino sembrano essere un tantino turbati dal nostro “cabaret”.
 
Ma bando alle ciance,
Ci rimettiamo a lavoro.
 
Sono già le 13:30 ed il locale, come previsto è strapieno di persone: ragazzi appena usciti da scuola, avvocati, manager, famiglie, coppiette allegre e c’è persino qualche artista di strada che io reputo sopra ad ogni aspettativa.
-Come procede con i tuoi dolcetti, zucchero? – domando ironica a Rebby mentre è intenta a preparare una mega cialda gelato ad un bambino.
-Lo sai, i dolci sono la mia specialità, albachiara – mi risponde strizzando un occhio.
-Invece tu, là dietro? – mi domanda lei.
-Non c’è male, solo qualche birra rovesciata e una fame allucinante… - mi brontola lo stomaco.
-Hai bisogno di qualcosa di dolce
-Uh!! Tipo?
-Tipo.. uhm… direi un dolcetto molto cremoso e affascinante di chiamato Tom! – ecco, ci risiamo. Ed io che mi ero illusa che mi porgesse uno dei suoi bignè o qualcos’altro di gustoso.
-Se crei un nuovo dolce e lo chiami così, giuro che se mai incontrerò Hiddleston glielo farò assaggiare – le dico mentre con la coda dell’occhio guardo con invidia una ragazza che addenta una fetta di torta ai lamponi.
-Sai di che cosa avresti principalmente bisogno, tesoro?- mi dice Rebby accertandosi che i clienti non sentissero nulla.
-Sentiamo, che sarebbe? - mi avvicino alla sua postazione e le prendo le coppe di vetro da mettere a lavare.
-È un altro dolce ma non credo tu lo conosca – fa l’indifferente… la ascolto consapevole dell’arrivo di una delle sue battute.
-Ecco si chiama SESSO. –
-Improvvisamente inizio ad arrossire nuovamente, mentre sgrano gli occhi spostandone lo sguardo immediatamente verso una direzione a caso.
-e sai… - continua, -ti farebbe davvero MOOOOLTO bene!-
-Rebby!!- sussulto rovesciandomi una tazzina di caffè sul grembiule pulito.
-Merda! – urlo. Questa è la volta buona che Amie mi fustiga.
-Visto? Che ti avevo detto? – continua la mia coinquilina con un apparente “nonchalance”
-Sei troppo tesa, albachiara! Un po’ di sano sesso ti farebbe più che bene! – Continua Rebby a denti stretti mentre saluta il bambino che ha appena afferrato la cialda gelato.
-Belin, e ora chi la sente Amie… - ecco di nuovo il mio cenno di pura finezza genovese.
-Dai su, intanto pulisciti con quello straccetto bagnato!!- mi suggerisce Rebby lanciandomi uno straccio spugnoso dal lavandino, mentre si assicura che Amie non stia osservando.
-Niente non viene via!! –
-Prova con lo smacchiatore per i vetri! Funziona!! –
-E se lo rovino??
-Ma vaaa!! Muoviti, testa!! Afferro il “super vetrix” e me lo spruzzo sul grembiule, e mentre cerco goffamente di levare la macchia alzo gli occhi e, mi prendesse un colpo, entrano due uomini che pare stiano avendo una discussione.
Il mio cuore penso si sia fermato.
Un brivido mi percorre tutta la colonna vertebrale fino ad arrivare, in qualche maniera, al mio viso che inizia ad assumere la classica espressione da pesce lesso.
Cristo, davanti a me ci sono proprio Luke Windsor e lui! Tom Hiddleston in carne ed ossa.
 
Si avvicinano verso il banco .
-Due caffè doppi in tazza grande da portar via, per favore!-
Luke Windsor che mi chiede due caffè, ovviamente in inglese, mentre lui e TOM si siedono sugli sgabelli dietro il banco.
-uno macchiato, grazie - .
Ambe due sono piuttosto tesi, credo appunto che stiano avendo proprio una “bella” discussione.
-Tom, non è così che funziona, che diavolo! Il signor Avington è stato chiaro, o gli dai retta o ti puoi scordare quella parte! E quella parte è importantissima per te anche per poterti mettere in contatto con l’estero! Non puoi sprecare quest’opportunità!-
La voce di Luke rimbombava mentre io mi ero completamente immersa nell’ammirare l’attore britannico che sembrava essere piuttosto nervoso.
Di persona è ancora più dannatamente… LUI! Ha i capelli del suo color naturale: biondi come il grano, tirati indietro con un po’ di gel. Ma vogliamo parlare dei suoi occhi? Sono di un azzurro/ bluastro così profondo che mi fanno ricordare il mio bellissimo Mar Ligure. La sua pelle, i suoi jeans scuri, la sua camicia bianca… È bello come il sole.
 
Sento una voce risuonare nella mia testa come se fosse in lontananza, ma ora sempre più vicina, mi fracassa un timpano: -CHIARAAAAA!!! CAZZO!! MUOVITI!!!!- Rebby “mi sussurra” in un orecchio mente mi mette in mano due bicchieroni bollenti con i caffè dei nostri CLIENTI .
-Vaaaai!!!- mi sussurra istericamente Rebby.
-No, no… nononononoOO!! Non ce la faccio. Non ce la posso fare. E’ finita sono morta-
-Come sarebbe a dire non ce la faccio?? Muovi quelle chiappe!!-
-Non credo sia una buona id…
BOOM.
Rebby mi spinge con una manata verso il bancone, tanto da farmi sbilanciare in avanti.
Per tenermi, con rapida mossa poso i caffè davanti a me e sbatto violentemente le mani sul banco facendole scivolare dalla presa che avevo sui bicchieroni di caffè.
Per il rumore che i miei palmi  avevano causato, Luke si gira per un istante verso di me lanciandomi un’occhiata “strana” afferrando il suo caffè, poi si volta subito continuando a parlare con Tom che a testa bassa con abile mossa anche lui aveva agguantato il suo caffè.
-Thank you!- mi dice l’attore senza però alzare lo sguardo su di me.
Per un secondo rimango in quella scomoda posizione ma poi mi ricompongo.

Di colpo abbasso lo sguardo e mi sfilo il grembiule sporco cercando di non farmi vedere da loro o tanto meno da Amie o da Liam, mentre più rapida possibile mi prendo una ciocchetta di capelli sistemandola dietro all’orecchio.
-Chiara è lui! Diamine è proprio lui!- esclama Rebby aggrappandosi letteralmente al mio braccio, affondando le sue lunghe unghie acriliche nella manica della divisa.
-Cazzo…- anche questa elegantissima parola mi scappa un po’ più ad alta voce dalla bocca, tanto che Tom si gira verso di me.
Non credo capisca molto bene l’italiano però questa parola l’aveva capita benissimo.
Nell’istante in cui Tom fa per rivolgermi uno sguardo, con uno scatto mi giro di spalle arrossendo l’ennesima volta.
Mi copro la bocca e parte delle guance con entrambe le mani per l’imbarazzo .
Il mio momento di soggezione si interrompe per un istante quando alle mie spalle sento una voce.
-Scusa? Potrei per cortesia avere dello zucchero di canna?-
Era la sua voce. L’avrei riconosciuta fra miliardi. La voce di Tom.
Lentamente allungo il braccio per afferrare la zuccheriera situata nella postazione di Rebby; prendo coraggio e finalmente mi giro porgendogli lo zucchero.
-Ecco a…
Come mi giro, i suoi occhi blu mi travolgono in un tornado di emozioni. Mentre la voce di Luke continua a rimbombare nelle mie orecchie, inizia a battermi forte il cuore ed i miei polmoni mi fanno inspirare rumorosamente.
…. Te – riesco a concludere la frase, a sbattere nuovamente le ciglia e a distogliere per un paio di secondi lo sguardo da lui, ma come riprendo ad osservarlo, Tom sta ancora guardandomi dritto negli occhi.

 

 
 

N.B. Angolo Scrittrice:

Finalmente ecco il terzo capitolo!! Avete visto? Finalmente i due protagonisti si sono incontrati e se aspettate il prossimo capitolo ne vedrete delle belle!
Grazie a tutti coloro che stanno seguendo la storia! Non perdetevi il prossimo aggiornamento!!
p.s. ho cambiato tipo di calligrafia, così si dovrebbe leggere meglio!

-Wall


 

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Capitolo 4
*** A volte vorrei poter aprire gli occhi e vederti ancora lì ***


A volte vorrei aprire gli occhi e poterti vedere ancora lì


Il mio respiro si fa pian piano sempre più affannoso e i miei occhi, bisognosi di incontrare quello sguardo, iniziano a cercare quelli di Tom…
Mi sta fissando. Ormai da più di 10 secondi ed io, che non reggo il suo sguardo magnetico, inizio a torturarmi le mani sfregandomele lentamente ma allo stesso modo in maniera violenta.

Non riesco a credere al fatto che Tom mi stia osservando, con la testa piegata da un lato e con le labbra leggermente socchiuse, tanto da formare un piccolo spazietto fra di esse.
Improvvisamente le mie gambe iniziano a farsi pesanti cominciando a tremare.
Uno spiffero di corrente mi sfiora il viso facendomi socchiudere gli occhi mentre sento ancora rimbombare la voce di Luke che sembrava essere a me sempre più distante. Tom, ancora intento a catturare il mio sguardo, prende un respiro profondo e pare non accorgersi del suo fedele manager che lo sta chiamando.
Ed ecco che torna il panico.
Nervosamente con una mano mi sfioro la guancia dando a vedere tutto il mio disagio, mentre Tom continua a perdersi in qualcosa di me.
Forse dovrei chiedergli se desidera qualcos’altro da bere o da mangiare.
Come faccio per aprir bocca, sempre tenendo la mano rigorosamente appoggiata al viso, la voce di Luke si fa più forte fino a far distogliere l’attenzione di Tom da me.
-Tom! Oddio, ma mi stai ascoltando?!- lo rimprovera l’amico sbattendo il palmo della mano sul banco.
-Ehh… Si.
Luke contorce la testa per raggiungere il suo sguardo.
-Si, si!- risponde l’attore afferrando il suo bicchierone di caffè portandoselo alla bocca.
-Ok, bene. Che cosa ho detto?- controbatte Luke.
Per un attimo Tom esita, si gira verso la porta di entrata e successivamente verso di me con aria un po’ persa, ma ad un tratto, tenendo la testa bassa e grattandosi il capo, risponde tutto di un fiato: - ….che non dovrei perdermi un’occasione simile-.
Sento le lo stomaco contorcersi, non riesco a trovare le parole giuste o meglio, una buona motivazione per farle uscir fuori.
E cosa mai potrei dirgli? “Oddio Tom sei il mio attore preferito, ti adoro?” No, è una cattiva idea. Non voglio fare la parte della ragazzina. 
Come penso alla differenza di età e all’abisso sociale che ci divide, inizio ad abbattermi e a pensare che forse è meglio se sto zitta e torno a fare caffè dietro a quel banco, ma soprattutto dietro a Tom.
La mano che tenevo ferma sulla guancia inizia a scivolare sul mento e poi sul collo che finisco per graffiarmi involontariamente. Mi giro lentamente di spalle mentre sento ancora la voce di Luke in sottofondo che rimprovera Tom per qualcosa.
Rebby si avvicina a me e con forza mi prende per le spalle e mi gira verso i due ragazzi.
-Ottimismo albachiara, ottimismo! – mi sussurra mentre mi lascia in mano un piattino con due pasticcini appena fatti da lei.
Capisco che dovrò porgerglieli, quindi prendo un bel respiro e mordendomi l’interno guancia lascio delicatamente scivolare il piattino davanti a loro.
-Questi ve li offre la casa- non so con che coraggio sono riuscita a sputare questa frase.
Non appena chiudo bocca e faccio per abbassare lo sguardo sento una voce.
-Sembrano deliziosi! Li hai fatti tu?-
Eh già. È proprio lui a parlare. Tom.
Mi faccio coraggio, e anche se con voce tremolante, trovo il modo di rispondergli.
-In verità li ha fatti la mia collega dietro al banco dei dolci, io non credo ne sarei in grado- mi scappa anche una lieve smorfia.
Luke sbuffa strofinandosi il viso con ambe due le mani ma poi alza lo sguardo e mi sorride.
Tom ne afferra uno e dopo averlo studiato per bene gli da un mega morso. -Squisito!-
Da un certo punto di vista la sua affermazione mi tranquillizza e mi fa uscire una risatina liberatoria che scioglie la tensione. Mentre l’attore finisce di divorare il suo dolcetto, Luke torna ad essere serio ma addenta anche lui quella prelibatezza.
-Molto buoni- mi conferma Luke.
Passa qualche secondo e Luke si alza dallo sgabello, si infila la mano in tasca e lascia delle monete sul banco senza passare per la cassa.
-Tieni pure il resto…- mi dice il manager mentre anche Tom si alza, solo un po’ più a fatica.
-Andiamo Tom, devi correre a casa e farti una doccia prima dell’incontro… Ti voglio deciso!- continua aggiustandosi la giacca.
-Non CI deluderò…. – risponde l’attore britannico con un tono che metteva in luce la sua svogliatezza nel pronunciare quella frase.
-Tornate preso!!- Urla Rebby dalla sua postazione lontana da loro.
Luke si limita ad un sorriso e Tom ad una risatina, seguita da un ultimo sguardo nei miei riguardi.
Appena i due escono, corro in bagno più veloce di un fulmine; sbatto la porta del WC accendo la luce e con respiro piuttosto pesante, che sembra privarmi di ossigeno, mi guardo allo specchio alla ricerca di qualche brufolo o di qualche cosa con cui mi ero sporcata in viso.
Niente. Non un brufolo, non una macchietta. Si notavano solo le occhiaie, ma con la luce che riflette sul bancone di marmo nero lucido non si dovrebbero notare molto.
Perché allora mi stava fissando?
 
------------°°°°°°-------------
 
Non è possibile. Forse sto sognando. Non è possibile che l’uomo dei miei sogni si sia presentato nel luogo in cui lavoro!
-Sicuramente non lo rivedrò mai più….- accenno con aria triste a Rebby mentre rientriamo a casa dopo il lavoro.
Sono le 20:00 e ormai l’unica cosa che voglio fare è lanciarmi sul letto e sprofondare nel mio cuscino. Non  si può dire lo stesso di Rebby che mi prende per un braccio mentre sto per salire in camera mia.
-Macchittel’hadetto!?? – 
-Magari domani tornano!! Se non domani, dopodomani, se non dopodomani sarà dopodopod…
-Non prendiamoci in giro… Ho fatto anche una bella figura di merda- la interrompo.
-Hahahaha!! Ma dai su! Hai recuperato immediatamente!- mi dice cercando di tirarmi verso di lei.
-Ma cosa! Chissà che avevo in faccia… oppure non lo so. Lui era li e mi fissava…
-E allora?? Magari ti guardava perché gli ricordavi qualcuna, oppure ti trovava semplicemente carina! – scoppia a ridere mentre cerca di darmi una spiegazione plausibile.
-Non è… - prendo fiato -….divertente!- concludo cercando di sottrarmi alla presa di Rebby, che mi tiene ancora per il braccio.
-Dai su, albachiara! Ora sai che si fa?- mi sorride cercando di trattenere le risate.
Sto zitta, mi sento leggermente in imbarazzo.
-Vestiti! Mettiti quel sottoveste nero lucido di intimissimi e il cappotto nero!- Urla come estasiata.
- e non dimenticare le scappe nere con il tacco alto!!-
-C…cosa?- le domando incredula mentre Rebby mi molla il braccio ed entra in camera sua aprendo il suo armadio.
-Mi hai capito benissimo!! Si esce! Andiamo a mangiarci una pizza e poi andiamo al bar qua sotto! Altro che tequila, stasera c’è di meglio!- Urla Rebby ormai scomparsa dalla mia vista, sostituita da un cumulo di vestiti che escono “magicamente” dall’armadio lanciandosi sul suo letto.
-Rebby sono stanca non mi va di… - mi interrompo per un attimo. -…e poi scusa come sarebbe a dire la sottoveste di intimissimi?? Mi sentirei praticamente nuda!!-
-Meglio così, dolcezza! – Mi urla saltando improvvisamente fuori dall’armadio.
-Ho appena scritto a Ethan, porta anche un suo amico! Hehehehe- mi fa l’occhiolino mentre morde una bolla formata dal suo chewing-gum fino a farla scoppiare.
-Rebby! Di nuovo Ethan? Non ci avevi dato un taglio?- le chiedo leggermente sorpresa.
-Si però stasera Stewart non poteva… Si rivede con la sua ex, mannaggia a lui!- continua a fare bolle con il suo chewing-gum.
Rebby riesce sempre a stupirmi. Negli ultimi tempi è uscita con più uomini lei, che Paris Hilton.
Ok, ok, è grande e vaccinata. Ha 25 anni, io 22, (fra poco 23), però resta comunque una gran furbetta. Non so come faccia ad avere tutto questo sex appeal, e soprattutto come faccia a conquistare tutti gli uomini che a lei piacciono.
-Rebby non credo sia una buona idea! Ethan è… fuori di testa! Non oso immaginare i suoi amici!- mi strofino la mano sulla fronte in segno di evidente sconcertamento.
-Mi ringrazierai un giorno!!!-
 
 
E così ci ritroviamo, dopo aver mangiato una pizza in una famosa pizzeria di origine italiana, nel pub sotto casa.
Entriamo. Il suono della musica house rimbalza da una parete all’altra confondendosi ai led colorati sul soffitto e sotto al banco.
Non appena entriamo, Rebby inizia a saltellare mentre agita ambe due le braccia intenta a salutare Ethan ed il suo amico, che erano seduti ad un tavolino dalla parte opposta a noi.
Come vedo i due ragazzi, che mi prenda un colpo, vorrei fare marcia indietro e voltare in tutta fretta il primo vicolo per poi tornare a casa, ma ormai è tardi non posso tirarmi indietro.
-Miseriaccia – in questo istante mi sento un po’ un piccolo “Ron Weasley” impaurito non appena si trova una colonia di ragni giganti davanti.
Al fianco di Ethan si trova appunto questo ragazzo. Anzi che dico, non può essere un ragazzo! Sembra essere appena uscito da Tamarreide o dal Grande Fratello!
Ci avviciniamo, io sempre più rigida mentre Rebby mi da dei colpetti sotto il braccio per incoraggiarmi.
Raggiungiamo il tavolino dove ci sono i due, faccio per presentarmi quando il compagno dell’amico di Rebby scatta sull’attenti e si… presenta.
-Dom!-
-che?- mi esce spontaneo.
Mi guarda impassibile masticando un chewing-gum a bocca aperta, dando libera espressione al suo ORRIPILANTE piercing che ha sulla lingua.
Mi squadra dalla testa ai piedi, ma sembra non trovare nulla di interessante in me se non il mio, per lo più scarso, decolté.
-Si chiama Dominic, ma per gli amici è Dom.- interviene Ethan.
-ma lui non è mio am…
Mi freno la lingua da sola mentre mi ritrovo spiaccicata sulla parete ad osservare il suo piercing.
-Piacere, Chiara!- allungo la mano per stringere la sua fingendo un sorrisino, troppo evidentemente forzato.
Avvicina la sua mano e la intreccia nella mia senza quasi nemmeno chiuderla.
Tiro indietro la mano e con nonchalance me la strofino sul mio cardigan sbottonato. Abbasso lo sguardo e non posso fare a meno di notare una cosa che farebbe sanguinare il naso ad un vampiro. La cintura fucsia con i brillantini di Playboy. No, questo no, porca miseria!

 
Dopo pochi minuti ci ritroviamo tutti e quattro seduti con un boccale di birra ciascuno. Io ne ho presa una piccola, non voglio esagerare come ieri sera.
-…e quindi l’ho gonfiato! È scappato via come un coniglio AHAHAHAHA!- conclude Dominic un argomento di dubbia intelligenza, ovviamente seguito dalle risate del suo degno compare Ethan.

Io totalmente estranea alla conversazione, non posso far altro che perdere l'attenzione mentre osservo Rebby al centro della scena con questi due TRUZZONI che le sbavano davanti fissandole il davanzale.
Ad un tratto un cameriere mi passa affianco ed istintivamente mi viene da afferrarlo per la manica: -Tequila con ghiaccio! Anzi, visto che ci sei portami tutta la bottiglia e mandami il conto!- gli “ordino” tutto di un fiato decidendo in quel momento di prendermi una solenne sbornia.
 
 
 
I primi due shoots li reggo bene, e proprio per questo decido di scolarmi mezza bottiglia da sola.
-Questa ragazza è uno sballo, Rebecca! Come hai detto che si chiama??- sento la voce di Dominic che mi rimbomba nel cervello, mischiandosi al frastuono causato da alcuni giovani ubriachi e dalla musica a tutto volume.
Le immagini attorno a me iniziano a muoversi e la mia vista si fa sempre più offuscata.
-Chiara…. Te l’ho detto già otto volte, insomma!- continua la mia coinquilina ridacchiando.
Non riesco a distinguere le risate dagli schiamazzi e dagli insulti, che sembrano volare come niente. Si, devo proprio essere ubriaca.
Le mie palpebre tendono a socchiudersi lentamente mentre cerco disperatamente di trovare un punto fisso in tutto quel roteare di oggetti e di persone.
Riesco a fermare il mio sguardo su Dom che sembra stare per alzarsi dalla sedia.
Sento le sue risate farsi sempre più chiare e il suo viso avvicinarsi sempre più a me. Per un attimo volta il capo verso Ethan e Rebby ma subito dopo torna a guardarmi e a sorridere ridacchiando. Dominic si sporge verso di me scaricando tutto il suo peso su i gomiti e sulle braccia poggiandole sul tavolino di rettangolare di legno. Le sue gambe si sollevano da terra rimanendo a “penzoloni” insieme a tutto il resto del suo corpo al disotto della cinta.
Più si avvicina più il suo volto si fa più chiaro e più il suo viso si fa chiaro più sembra cambiare aspetto e forma. Più lo guardo più mi sembra di vedere un altro viso al posto di quello di Dominic, un viso familiare, un viso allungato dalle mascelle pronunciate, dalla pelle chiara e liscia come la seta, dalle labbra sottili rosate e dagli occhi grandi color oceano.
Prendetemi per pazza ma il viso che io ora vedo è quello di Tom. L’alcol ha appena trasfigurato il volto di quel ragazzo e dato ai miei occhi l’immagine dell’uomo perfetto, ed io, consapevole, della cruda verità e dell’inganno inflitto ai miei occhi, non curante, mi lascio trasportare dall’attimo immaginando Tom al posto di Dominic.
Il ragazzo con il piercing alla lingua si avvicina ulteriormente ed infine mi bacia. Rimango immobile e non rispondo al suo bacio, anzi faccio una smorfia leggermente disgustata e dopo circa un paio di secondi mi stacco spingendo il ragazzo lontano da me con ambe due le mani. 
-Hahahaha! Sfuggente la ragazza!- ridacchia Dominic facendomi l’occhiolino. All’istante i miei occhi riescono ad identificare al 100% il suo viso.
-Cosa ti ha fatto pensare di potermi baciare in questo modo, eh?- gli dico sospirando mentre spossata appoggio la spina dorsale allo schienale della sedia lasciandomi scivolare goffamente su me stessa.
-Uh preferivi un po’ più di lingua vero, dolcezza?-
Rebby sbianca ed Ethan si irrigidisce mentre Dominic ride da solo convinto della “validità” della sua battuta.
La mia pacatezza da alcol sembra improvvisamente interrompersi e, in preda ad una violenta rabbia, scatto in piedi verso il ragazzo prendendolo per il colletto della maglia e urlandogli conto: -Credi di essere divertente eh?! Ho visto uomini che valevano il triplo di te essere altrettanto il triplo di te in valore!!!- gli ringhio furibonda.
-Calmati dolcezza, l’alcol ha una brutta influenza su di te vero?-
-Brutto str….
-Oddio come è tardi! Io e Chiara domani lavoriamo è ora di andare!- interviene Rebby nascondendo la tensione in un risolino mentre si accarezzava i lisci capelli neri.
Mollo la presa dalla maglia di Dominic ma mi sbilancio e finisco per terra, rialzandomi però subito.
-Ullallà! Qualcuno ha bevuto un po’ troppo!- cerca di dire amichevolmente Ethan.
-Rebby, portala a casa che è meglio, tesoro. Ci rivediamo domani intanto…- sussura Ethan nell’orecchio di Rebby; peccato che io lo senta benissimo.
-Credi che non sia in grado di reggere un po’ di “succo di frutta”?- .
-Okey, Chiara. Andiamo cosa dici?- R, non mi da il tempo di rispondere che mi trascina per un braccio fuori dal locale fino a portarmi nel portone di casa nostra, non molto distante.
Credo che i miei occhi si stiano chiudendo. Stanotte ho bisogno di una bella dormita.
 
Rebby apre la porta di casa e io mi ci fiondo dentro dirigendomi verso le scale ma finisco per inciampare e finire dritta con la faccia stampata su un gradino. 
Chiudo gli occhi mentre sento i passi di Rebby che si avvicinano a me, ma soprattutto la sento ridere in lontananza per il volo che ho appena fatto.
Chiudo gli occhi. 
Sono vermente ubriaca, e me ne rendo conto da ciò che sento: l'immaginaria voce di Tom che si rivolge a me.
-Chiaretta? Ma cosa mi combini?- amo la sua voce, è qualcosa di fantastico e di...
-... orgasmico..-
-eh?? HAHAHAHAHAHHA!!!!!!- La voce di Tom sparisce dalle mie orecchie e si sostituisce con la voce di Rebby, che dopo questa mia uscita, non può fare a meno di sprofondare in una crisi di ridarella. Questa volta l'alcol se la prende con le mie orecchie e non più con i miei occhi.
-E così una facciata può procurare un orgasmo? HAHAHAHA! Fammi provare allora!- continua lei, tirandomi su.
Apro gli occhi.

Tutto ad un tratto inizio a fare discorsi "profondi"
-Pensa se Tom fosse stato in quel bar e mi avesse vista in queste condizioni di merda! Pensa se gli fossi caduta addosso! Allora si che l'orgasmo me lo procurava lui... altro che le scale- sto delirando. Ma no, continuo.
-Vorrei aprire gli occhi e poterti vedere ancora lì, Tom...-


 N.B. ANGOLO SCRITTRICE:
Ecco il 4° capitolo tanto atteso :) chiedo scusa per il ritardo nel pubblicarlo, ma ho avuto un sacco di faccende da sbrigare!
Spero vi piaccia e spero di aver corretto tutti gli errori! Eh lo so, lo so, vi sto tenendo sulle spine riguardo ad un approccio fra Tom e Chiara. Abbiate pazienza che nel prossimo capitolo succederà una cosa importantissima!! Non ve lo perdete, un bacio!!
Wall

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Capitolo 5
*** Baby don't cry, make it funky! ***


Baby don't cry make it funky


Ci vuole qualche d'uno 
Che mi ami di più 
Ci vuole un po' di pushing pushing 
Quando il sole va', il sole va' giù

Ci vuole un'altra cosa 
Forse un'Ave Maria 
Ci vuole un po' di mercy mercy 
Quando il sole va', il sole va' via 

Baby don't cry 
Make it funky 
Pane e vino io ti porterò 
Miele e venere su dai campi 
Che c'ho l'anima nel fondo del Po



 
Sono le 9 di mattina, riesco ad intuirlo dalla voce di Rebby che rimbomba dal piano di sotto: è l’ora in cui chiama sua madre e suo padre che vivono in Italia.
In questo preciso istante mi trovo “strabaccata“ a pancia in giù sul mio letto, avvolta dal mio bel piumone blu, <è settembre ma caspita se fa freddo la mattina> mi giro su un fianco verso la finestra che si trova alla mia destra e mi stropiccio gli occhi per poi cercare di aprirli.
Mi rendo conto di essere realmente sveglia quando una profonda fitta alle tempie mi costringe a richiudere gli occhi.
Ho mal di testa, mi sento come se un trattore mi fosse passato sopra più e più volte. Mi tengo con ambedue le mani la nuca che mi sembra andare a fuoco, mente con un rapido movimento delle anche, mi lascio scivolare a pancia in su.
Ieri sera ho decisamente esagerato. A me non piace nemmeno bere, non so cosa mi sia preso. Aver visto Tom mi ha fatto quest’effetto? Averlo incontrato per la prima volta mi ha portato a scolarmi una bottiglia di tequila da sola? No, non credo proprio, devo essere io che oramai sono esaurita. Non posso essere arrivata a tali livelli, diamine! Non riesco nemmeno a ricordare chiaramente quello che è successo ieri. Si, la tequila, il bacio di Dominic, io che inciampo… Ricordo tutto ciò come si ricorda un sogno: vagamente e difficilmente; ma ormai poco importa.
Tiro su la schiena e mi giro con il corpo lasciando le gambe a penzoloni giù dal letto. Mentre mi massaggio le tempie e mentre cerco di aprire nuovamente gli occhi, con i piedi cerco “disperatamente” le pantofole che dovrebbero essere sotto al letto o giù di lì…
-Trovate!-
Allungo una mano verso il comodino e afferro il cellulare, controllando l’ora e finalmente trovo la forza di alzarmi anche se le mie gambe tremano facendomi perdere leggermente l’equilibrio.
Mi dirigo verso lo specchio di fronte al letto e, appena la mia vista appannata si fa più nitida, alzo le sopracciglia e che mi venga un colpo! Sono andata a letto vestita? Cioè, ma mi drogo? 
No, non voglio approfondire la cosa. Tutto ciò è alquanto imbarazzante.
Mi allontano con tutta fretta dallo specchio, afferro una specie di vestaglia/cappotto e mi dirigo verso la porta in tutta fretta.
 
Come un fulmine mi dirigo in cucina cercando di non disturbare la telefonata di Rebby che è seduta sul divano praticamente di fronte a me. 
Apro il frigo, e prendo due uova e del formaggio. Butto il tutto in padella e intanto mi scolo il latte rimasto nel cartone.
In pochi minuti la mia colazione è pronta; faccio segno a Rebby se vuole qualcosa ma pare che al suo stomaco abbia pensato già prima di me.
Non appena addento il mix di uova e formaggio Rebby saluta i genitori ed il fratello dal telefono e riattacca venendomi incontro.
-Ma buongiorno dormigliona ubriacona!-
Cerco di ricambiare il buongiorno, ma essendo con la bocca piena, mi esce un suono che pare essere un mix fra cinese mandarino e  bielorusso.
-Livello del cerchio alla testa? Scala da uno a diecimila?- mi domanda lei ironica, sedendosi di fronte a me, rubandomi una fetta di pane che stavo giusto per afferrare.
-tendente ad infinito? Si può dire?- borbotto guardando R addentare la mia preziosa fetta di pane.
-Fatti un thè e vedrai che passa tutto- afferma mentre si alza, dirigendosi verso il tavolino posto di fronte al divano dove aveva lasciato il telefono che stava squillando.
-La fai facile te...- borbotto mentre allungo il braccio verso il barattolo di marmellata. -a furia di assaggiare i tuoi dolcetti al liquore ci hai fatto il callo. – continuo…
-L’unico callo che ho si trova a due isolati da qui e sbrilluccica dietro ad una vetrina!- sta parlando della sua mania per i gioielli di Tiffany.
-E potrei anche regalartelo questo callo, per il tuo compleanno!- afferma sorridendo.
Eh si, il mio compleanno è il 3 di Ottobre e arriverà a momenti insieme ai miei 23 anni.
Ricambio il sorriso con un occhiolino mentre lei risponde al telefono.
-Pronto Amie!......si…..si….si…..ok calma non sento nulla…. P…pronto?- cammina avanti e indietro per la stanza.
-Diamine è andata giù la linea…. Vabbè richiamerà… - continua.
Le sorrido porgendole un piattino pieno di biscottini.-
-Anyway… Chissà se Tom tornerà in caffetteria! Insomma avevi proprio ragione è proprio un gran pezzo di…-
Non le faccio finire la frase in quanto, grazie alla mia finezza nel mangiare, mi va per traverso il biscotto non appena Rebby pronuncia il nome di TOM.
-Coff… Coff!!- mi tiro due pugni sul petto cercando di non morire stozzata .
-Qualcosa non va?- ridacchia la mia fedele coinquilina facendomi strane smorfie accompagnate da alquanto strani movimenti delle sopracciglia.
-Tom ti ha mangiato la lingua? Hahahaha!!- come al suo solito infierisce e così mi intingo un dito nel barattolo di Nutella e glielo stampo sul naso.
-Quanto sei scema??- esclamo ridacchiando, infilandomi il dito sporco di Nutella in bocca.
-Hahahaha! Dai suuu! Infondo sarebbe bello rivederlo, magari anche scambiarci due chiacchere! Non credi?- mi fa l’occhiolino.
-Certo che sarebbe bello… fin troppo… ma non credo che dopo la mia ultima ed ennesima figura di merda lui voglia ancora mettere piede nella caffetteria…- sospiro arrossendo leggermente.
-E perché non dovrebbe? E poi non hai fatto nessuna figura di merda, suvvia… Secondo me hai fatto anche colpo!- mi da un pizzicotto sulla guancia allungandosi sul tavolo.
-eh si…. Tom Hiddleston che nota una cameriera imbranata che si è appena rovesciata del caffè addosso…-
-cosa vuol dire? Uno perché è un attore, allora non può essere interessato ad una comune mortale?-
-l’hai detto.- affermo tutto d’un fiato a testa bassa.
-cosa?
-quello.
-quello cosa?
-la cosa della comune mortale.
-e quindi?
-lui interpreta Loki.
-non capisco…
-noi siamo patetici mortali!!-
C’è un momento di silenzio.
Ci fissiamo.
Dopo 5 secondi scoppio in una tremenda risata seguita da Rebby che, anche lei ridendo, si sbatte il palmo della mano in fronte.
-sei una mortale che fa battute tristissime se è per questo!- esclama lei fissando spostando lo sguardo sul telefono che stava nuovamente squillando.
-Amie? Ci sei?- dice lei cercando di smorzare la risata.
-….sisisisi… ok parla piano…. Come dici?.... oddio….- si gira di scatto verso di me.
–ODDIO. CHIÀ. –
-cosa?- rispondo leggermente preoccupata.
-…oddio oddio oddio…..- continua a parlare a telefono.
Sto’ seriamente iniziando a preoccuparmi.
-okey okey okey, arriviamo subito! Trattienili, insomma, fai qualcosa oppure… bho… CORRIAMO!!- riattacca il telefono.
-Rebby che succede???- mi alzo dalla sedia preoccupata.
-Tom…. Hiddleston….. Luke…. Windsor…. Caffetteria. ORA!-

“Baby don't cry, Make it funky”
 
Siamo in camera mia davanti al mio armadio aperto. Rebby ha appena preso il mio cd preferito di zucchero “Fly” e l’ha infilato nel mio stereo. “Baccoperbacco” è la canzone che è appena partita che incredibilmente riesce a sciogliermi i nervi.
-Dobbiamo trovare un abbigliamento adatto a te!- esclama R frugando nel mio armadio.
-Reb, vado in caffetteria non ad un ballo di gala…-
-Shht!- mi zittisce. – non una parola mia cara, lascia fare alla magica Rebecca!- continua girandosi verso di me tutta agitata.
Ad un tratto mi trovo a provare abbinamenti improponibili di ogni genere senza trovare quello adatto all’occasione: il vestitino arancione con il cappotto blu a pallini, quegli scomodissimi pantaloni argento che mi fanno tanto sentire come una dei cugini di campagna, quella strana gonna a quadri con quell’altrettanto strana camicia bianca che mi fa sembrare la brutta copia di Britney Spears in versione scolaretta nel vido di “One more time” e tanti altri capi improponibili.
Ma alla fine Rebby riesce a rendermi un po’ più decente e meno “TomBoy” con un vestitino da giorno blu a pois bianchi, con un cappottino blu liscio e con delle scarpe all’inglesina con il tacco, anche queste rigorosamente blu.
-Chiara sembri quasi una femmina!- ridacchia Rebby mentre con un correttore cerca di coprirmi le occhiaie.
-Molto divertente, Rebby. Davvero…- le faccio una smorfia mentre mi sposto verso lo specchio. Mi guardo abbastanza terrorizzata. –O….mio….-
-Sei un incanto non è vero? Dopotutto hai al tuo fianco la miglior stilista di moda che si sia mai vista in circolazione!- sostiene tutta entusiasta.
-e modesta aggiungerei!- continuo fissandola.
-mmmm, naaa! Modesta no.- scopiamo a ridere.
-Okey, okey, io però così con le gambe scoperte ho freddo!- esclamo incrociando le gambe per il freddo.
-No problem, Molly!- mi fa un occhiolino, mentre da una cesta dentro il mio armadio, tira fuori un paio di collant coprenti nere e me le lancia addosso.
-Muoviti, ora non hai più scuse! Ci vediamo di sotto fra 60 secondi.- esclama, mentre con passo svelto, esce da camera mia sbattendo la porta.
E dunque rimaniamo io e il nemico. Le collant.
Io odio le collant! Prudono, mi scendono sempre sotto il sedere e mi fanno sembrare le gambe più secche di quanto lo siano già.
Le metto sul letto e le fisso con aria sconcertata, come potrebbe fare un bambino guardando il minestrone di verdure tanto odiato.
-Ah no, io mi rifiuto…- sussurro tra me e me, un attimo prima di guardare fuori dalla finestra ed intuire che se non le metterò “morirò per assideramento”.
E così decido di metterle.
Mi levo le scarpe, mi siedo sul letto e cerco di arrotolare le calze fino alla punta per poi infilarci le gambe.
Riesco a calzarle dritte fino al ginocchio ma poi non riesco a farle salire oltre. 
Mi alzo. Cerco di tirarmele su mentre saltello “disperatamente” e altrettanto disperatamente, mentre mi sembra di avercela quasi fatta, inciampo all’indietro e le collant con rapida mossa, si riattorcigliano verso le caviglie.
-Stupide calze. Vi odio.- ruggisco mentre cerco di tirarmi su.
-Facciamoci forza, Chiara- mi auto incoraggio.
-Delle stupide calze collant non potranno avere la meglio su di me!-


 


Camminiamo a passo svelto tentando di attraversare la strada, ma fortuna vuole troviamo un bel semaforo rosso e proprio in quel momento la pioggia inizia a scendere più violentemente.
Mentre cerco disperatamente di coprirmi la tesa, ormai già fradicia, < fancuffia i bigodini e i chili di lacca usati per fissarli> in lontananza intravvedo una macchina rossa fiammante, ma talmente rossa che la si potrebbe vedere da kilometri di distanza e talmente fiammante che posso solo che immaginarmi al volante di questa magnifica berlina a due posti, ora un po’ troppo vicina e un po’ troppo fiammante.
Con una sgommata ci passa davanti pensando bene di affiancarsi notevolmente al marciapiedi e immergere le gomme in una bellissima pozzanghera che, come dei fuochi d’artificio si sparge e si espande… su di noi.
D’un tratto mi trovo acqua anche nei posti più remoti e nascosti di me, persino nel naso e nelle orecchie.
-Ma vai a fare in c…!!
-Ma brutta belina!!!!!!!- mi copre con la voce Rebby imprecando ancor più forte di me verso l’autista che ormai era già schizzato via.
-Ma che razza di idiota!- continua mentre io mi strizzo una ciocca di capelli.
-Io me ne torno a casa!- esclamo mentre cerco di staccare dalla pelle le collant appiccicate -Insomma guardami. Ti sembro forse presentabile per un incontro con Tom Hiddleston?- borbotto rammaricata nonostante stia attraversando la strada con Rebby.
-Non puoi proprio permetterti questi discorsi!- mi rimprovera.
-Vorrà dire che correrai in bagno a sistemarti e dopo andrai da lui!- continua.
-Aspetta un secondo… Tu forse non hai pensato gisto ad un piccolo dettaglio…. Cioè, fammi capire…una volta che lo vedo che faccio? Ci ballo?? – mi sto agitando.
-Improvvisa no? Non hai sempre detto che nella vita avresti voluto recitare??- mi sprona lei.
-…si e diventare un supereroe! Altro piccolo dettaglio….- continuo ironica.
-b’è noi abbiamo qualcosa di meglio di un supereroe! Abbiamo un villain di primo ordine! Prendila così.- mi strizza l’occhio trascinandomi per un braccio verso la caffetteria che è ora a pochi metri da noi.
-Non credo di essere in grado di…-
-Avresti potuto dirlo prima di metterti quelle scarpe ridicole-
-allora ammetti che 'ste scarpe sono una macchina per uccidere!- ribatto.
-Sono ridicole perché non le sai portare! Non le fai rendere bene!- continua lei.
-Ahh b’è allora scusatemi scarpe!- mimo un piccolo risolino.
-Meno chiacchiere e rispetta le due regole fondamentali!- mi dice Rebby stringendo ancora di più la sua presa sul mio braccio e allungando il passo.
-E sarebbero?- le chiedo con aria dubbiosa.
-Tette in fuori e culo sempre in fuori!- mi dice seria.
-Ma non erano pancia in dentro e petto in fuori?- le chiedo con aria abbastanza stranita.
-Si ma così rende meglio l’idea.- continua lei.
Dai, dopotutto si è contenuta. L’ho sentita dire cose decisamente più… imbarazzanti.
Finalmente siamo davanti alla porta vetrata della caffetteria che stranamente è aperta anche se fuori piove. Entriamo nel locale tralasciando il fatto di essere bagnate fradice.
-Chiara cosa ti ho detto?!? Culo in fuori, tutto in fuori…-
Cerco di obbedire ai suoi comandi ma mi esce fuori una postura decisamente storpia.
-No, così non va…- continua lei.
-ma cos’è sta cosa!!!- mi tira uno schiaffetto su una natica tanto da farmi voltare verso di lei. Giuro, reazione involontaria.
Entriamo in caffetteria.
-Ma Rebby, io non son’ capace!!!- mi volto di scatto verso il bancone, estremamente agitata e vedo appoggiate con un solo gomito al banco, l’una di fronte all’altra, due figure. Due uomini. 
Davanti a me ci sono proprio Luke Windsor e…. Tom Hiddleston.


Mi avvicino al banco cercando di catturare l’attenzione dell’ultimo, e in effetti ci riesco, e anche molto bene.
Mentre Tom fa per voltare lo sguardo verso di me sento scivolare un piede in avanti che mi fa perdere totalmente il controllo del mio corpo e in un lampo mi fa “cascare” verso l’attore facendomi definitivamente lanciare verso di lui.
Per un attimo vedo i suoi occhi sbarrarsi e le sue braccia allungarsi verso di me, tentando di afferrarmi al volo ma invano.
In due secondi mi ritrovo ad investire Hiddleston con tutto il mio peso cosa che fa perdere ad entrambi la stabilità delle nostre gambe e che ci fa finire distesi per terra l’uno sopra l’altra.
Sono confusa.
Sono forse in preda ad un attacco di panico?
Oddio non vedo nulla. Dove sono, chi sono?
-Ahu!!- mi lamento.
Ho dato l’ennesima dolorosissima testata e schienata per terra solo che sta volta sento una strana sensazione piacevole su di me; un corpo caldo letteralmente intrecciato al mio e una altrettanto mano calda sulla mia…
-O-o-oh mio Dio!! Sono spiacente!!! Oddio, si è fatta male!?-
Sollevo leggermente le palpebre e mi trovo Tom su di me con una mano sulla mia… tetta.
Tom pare accorgersene e tutto d’un fiato esclama: -oh mi scusi!!!-
Fa per togliere la mano e involontariamente appoggiarla su un altro punto spiacevole.
-Uh!!! Mi scusi!!!!!!!- ripete goffamente togliendo immediatamente la mano da lì.
In tutto questo, non mi importa della mia pessima figura; per un istante no. Apro gli occhi e il mio sguardo va a incrociarsi con il suo e quell’istante mi fa pensare che il mondo si sia fermato.
Ma ahimè non è così. Riprendo “i sensi” e mi rendo conto solo ora della TERRIFICANTE E IMBARAZZANTE SITUAZIONE CHE HO CREATO.
-Oh santo cielo!!!- mi tiro su, e con me anche Tom che cerca di aiutarmi, ma come ci troviamo in piedi l’uno di fronte all’altra, con uno scatto alla Usain Bolt, corro verso il bagno lasciandomi Tom basito e sicuramente mezzo traumatizzato alle spalle.
Entro in bagno sbattendo la porta, e in 3 secondi mi scappano due lacrime dal nervoso e dall’imbarazzo. Mi guardo allo specchio. Sono fradicia, ho il trucco sbavato e mi rendo conto di avere quasi ucciso Tom Hiddleston.
Apro il rubinetto e quasi nevroticamente cerco di pulirmi la faccia strofinandomela fra le mani bagnate. Mi guardo allo specchio, la colata di trucco più o meno sembra essere sparita.
Ad un tratto in lontananza sento dei passi svelti avvicinarsi verso il bagno. Fisso lo specchio che mi riflette l’immagine delle due porte dietro di me con l’immaginina stampata con su scritto “Uomo” e “Donna” e che mi venga un colpo, i passi sembrano essere sempre più vicini.

Improvvisamente la maniglia della porta si piega.
Mi giro di scatto e, che mi possa prendere un colpo, quello a essere davanti a me è proprio lui: Tom.
 
-Oh santo cielo, sono desolato! Ti sei fatta male?- la voce di Tom rimbomba nella stanzetta e anche nella mia testa e non mi sembra assolutamente possibile.
L’uomo alto e slanciato fa due passi verso di me con aria piuttosto preoccupata e con una mano mi tiene stretta la parte alta del braccio destro.
-Sono d-davvero desolato! Sei molto pallida in viso!- continua sfiorandomi con il palmo della mano una guancia.
Rimango ferma, muta, basita. Non riesco a spiaccicare una parola.
Mi ha sfiorato la guancia. Lui. A me.
Nei miei sogni più frenetici avevo immaginato questo momento 
-Hai mica un calo di pressione?! N-non ti preoccupare!- balbetta.
-MI PORTATE UN BICCHIERE D’ACQUA FRESCA PER FAVORE!?- alza la voce per farsi sentire da qualcuno di la.
Dopo di che, chinandosi, avvolge le sue braccia attorno al mio bacino e all’improvviso mi solleva facendomi sedere sullo sgabello piuttosto alto che era vicino al lavandino.
Sento altri passi e ad un tratto vedo comparire Amie con un bicchierone d’acqua in mano.
-Grazie mille!!- dice lui prendendo il bicchiere e porgendomelo con estrema gentilezza. Lo afferro ma mi fermo a guardarlo così come Amie, Sean e Rebby che sembrano essere leggermente confusi.
I suoi occhi color oceano si incrociano nuovamente con i miei e un’altra volta mi sento come se il resto del mondo non ci fosse.

Sbatto le palpebre e tento di dirgli qualcosa.
-Grazie- .
-Come va? M-mi sembra un po’ meglio- dice Tom, ovviamente in inglese.
-Oddio- sussurro –oddio si, si! Scusami te!! Cavolo ti sono finita addosso!! Per terra era bagnato e in più con queste scar…
-Oh, non devi preoccuparti di questo! Davvero! Sono io se mai che…. Insomma sono atterrato su di te! Non sono proprio una piuma, hehehe- mi interrompe parlando frettolosamente ma sempre sorridendo. E quel suo sorriso mi scioglie i nervi.
-No davvero scusa tu. Io sto benissimo.- gli dico bevendo un sorso d’acqua.
Amie, Sean e Rebby, facendo finta di niente, si allontanano di soppiatto dalla scena del crimine facendomi tutti e tre l’occhilino.

-Uhh, per fortuna allora!- mi sorride mettendomi una mano sulla spalla accarezzandomela di sfuggita.
-Lavori qui giusto?- mi domanda.
-Si dietro al banco, insomma è….
-Un bel lavoro immagino!- continua lui.
Espiro profondamente.
-B’è mai come il tuo- 
-B’è dai, dipende dai punti di vista- mi fa un sorriso a 32 denti e non mi pare per niente sconcertato o scandalizzato. Anzi.
Mi prendo forza e continuo.
-Appena mi sono trasferita qua avevo bisogno di un lavoro per…
Mi guarda aspettando una risposta.
-… ehm… pagarmici... da vivere- concludo. 
- eh si, lo immaginavo sai?- continua trattenendo una risata al contrario di me, che abbassando la testa ridacchio quasi silenziosamente.
-E di dove sei? Inglese no di certo dall’accento!- mi chiede, curioso.
-Italia! Sono Italiana- gli rispondo.
-WOW!! Io adoro l’italia!! E’ da un po’ che non ci metto piede purtroppo!- continua.
-Ah bhè allora dovresti proprio tornarci! Da dove vengo io non ci sono molte attrazioni però è la città in cui sono nata ed è… bellissima.
-Che città?- mi domanda, appoggiandosi con il fianco al lavandino.
-Genova! In liguria… è su al Nord ma è una città di mare meravigliosa… in cui c’è… il divieto di balneazione.

Ride.
- N-no cioè, è bellissima, s-solo che…
Mi fa un mega sorriso.
-Il giorno in cui ci andrò allora mi farai da guida! Il porto deve essere magnifico!- non posso credere a quello che mi ha appena detto.
Sto per dirgli qualcosa ma ad un tratto, tutto di fretta arriva Luke.
-Tom, ma dove cavolo…? – si ferma.
-Che succede qua??- chiede all’attore basito.
-Uh, Luke. Lei è…- si interrompe nel momento in cui si accorge di non sapere il mio nome.
Si gira nuovamente verso di me. -In effetti non so nemmeno il tuo nome!- mi sorride aspettando una presentazione.
-Chia…. Ehm, mi chiamo Chiara- gli sorrido un po’ imbarazzata.
Mi sorride.
-Luke, Chiara. Chiara, Luke!- ci presenta.
-Molto piacere- gli allungo una mano sorridendo. Lui ovviamente fa lo stesso.
-E ora che ci siamo presentati, qualcuno potrebbe spiegarmi che è successo?- chiede sbuffando ma sorridendo allo stesso tempo.
-Siamo caduti e ora stiamo bene. Hai visto, no?- continua Tom.
-Per fortuna però tutto ok!- continuo io, scambiandomi un sorriso, come direbbe mio padre, “furbetto”.
-Oh, bene… Ora però dovremmo andare, Tom. Siamo pieni di cose da fare oggi!- esclama Luke, cercando di farsi spazio fra il nostro sguardo.
-Oh si, giusto!- continua Tom.
Mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi dallo sgabello e nel momento in cui gliela stringo, la pelle d’oca mi pervade completamente. Il mio stomaco inizia ad agitarsi e a contrarsi, la mia testa inizia a girare ma penso di non essere mai stata meglio in vita mia.
Scendo dallo sgabello e gli lascio la mano, cercando con l’altra, di aggiustarmi il vestito e poi i capelli, mettendomeli dietro alle orecchie.
Usciamo tutti e tre dal bagno e Luke con voce simpatica esclama: -sono sopravvissuti!!-
Mezzo bar è avvolto ora dalle risate, inclusa la mia e quella di Tom.
Luke corre a pagare e velocemente con una mano, fa segno a Tom di seguirlo.
-E’ stato un piacere, Chiara! Arrivederci!- e con passo svelto esce dalla caffetteria. Tom rimane per un attimo di fronte a me e sfortunatamente mi porge una mano come saluto. 
-Ci vediamo presto, Chiara!- Mi sorride.
Gli allungo la mano, e lui, con ambe due le sue me la stringe mimando un bacio a mano.
Si allontana e si dirige verso la porta ma prima di uscire si gira di scatto come se avesse dimenticato qualcosa.
-Ah, io per la cronaca, sono Tom- mi guarda ridendo, perfettamente consapevole che io lo sapevo già.
-Ciao Tom- lo guardo teneramente. Dopo di che, si allontana sempre con un sorriso in volto.
Cara Chiara hai appena visto il paradiso.
 




"ANGOLO SCRITTRICE"
Salve a tutti cari lettori!! Finalmente sono riuscita a pubblicare il qunto capitolo della mia storia!! :) Scusate l'attesa ma è stato un periodo molto incasinato per me! Comunque avete visto che pasticciona la nostra protagonista?? Nel prossimo capitolo succederà una cosa un bel po'.... curiosa ;) non vi dico altro! Entro domani leggerete anche il prossimo che è in elaborazione!!
Baci e grazie a chi mi sta pazientemente seguendo!!!


Wall<3

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Capitolo 6
*** So let yourself go and breathe this cold and fiery air ***


So let yourself go and breathe this cold and fiery air

 

Mi sento così rilassato, oggi. Così in pace con me stesso. Soddisfatto e senza pensieri. Che cosa ho che non va?
-Woody Allen
 
 
Non sono molte le volte in cui nella mia vita succede qualcosa di grandioso, eppure oggi, quel qualcosa è successo.
Nella stessa giornata ho indossato vestiti da donna, ho tramortito l’uomo di cui sono “segretamente” innamorata e sono pure riuscita a scambiarci quattro parole, anche se sono più che altro servite a lui per assicurarsi di non avermi fatto fare la fine di una schiacciatina nel momento dell’impatto. In ogni caso sono riuscita nel mio piccolo almeno a presentarmi; lo trovo un passo più che soddisfacente, considerando il fatto che lui sia uno degli attori più amati negli ultimi anni e che io non sia altro che una semplice cameriera.
Eppure lui mi è sembrato così gentile e premuroso… Non sembrava comportarsi come una vera stella del cinema. Si è pure assicurato che io stessi bene dopo il danno che IO avevo combinato. Ora rammento perché l’ho sempre stimato, oltre che come attore, come persona. Umile, garbato e dai modi estremamente affabili.
- B’è dopotutto non stiamo parlando di un tizio così a caso!- Rebby interrompe i miei pensieri e il mio sguardo ancora diretto la porta d’uscita del bar appena varcata dai due gentiluomini.
- Stiamo parlando di quel bonazzo di Tom Hiddleston!! Bel colpaccio ha fatto la ragazza, eh?- continua dandomi una pacca sulla schiena.
Sobbalzo.
-Rebby, sono un’inguaribile imbranata! – sospiro mentre cerco di raccogliermi i capelli con un elastico che ho attorno al polso.
-B’è si… credo tu sia la persona più imbranata al mondo ma anche la più fortunata!- esclama Amie da dietro il banco sorridendomi maliziosamente.
In effetti non ha tutti i torti. Sono felice di aver visto Tom, anche se non nel modo in cui immaginavo.
-E poi ci hai dato un valido argomento di conversazione per la serata!- continua Rebby.
-Per cosa?- domando stranita. –Stasera non avevamo detto che andavamo a dormire presto visto che domattina abbiamo il turno alle 5 del mattino?- continuo fissando la mia coinquilina abbastanza preoccupata dall’idea che sta sicuramente per partorire.
-Esattamente! Dovevamo andare a dormire presto. E guarda un po’, invece andremo da Monique che ha organizzato un pigiama party da lei!- esclama R tutta sulle sue fino a che non la interrompe Amie: - e pensa che prima del pigiama party ci vedremo tutte quante dal  White Moon  a prendere un aperitivo per festeggiare!- esce da dietro il banco e sciogliendosi i ricci capelli biondi dalla presa della sua enorme pinza blu.
-E cosa festeggiamo?- esclamo sorridendo, avendo ormai anche io abbandonato l’idea di passare una serata tranquilla.
-Ah no! Non mi caverete una parola di bocca fino a stasera!- si impone Amie.
-E noi maschietti? Non siamo invitati?- domanda ironico Josh, avendo perfettamente intuito che questa sarebbe stata una serata per sole donne.
-Se ti senti molto “guuuurly”- esclama Amie -..b’è allora si! Puoi venire!- conclude sghignazzando.
- Uhmmm… Simpatica eh?- ribatte Josh facendole una pernacchia.
-Ah! Quasi dimenticavo!- riprende Amie. - Visto che siete tutte e due in condizioni pietose, tu e Rebby staccherete prima da lavoro per andarvi a cambiare e poi….- si interrompe Amie per un attimo. –Ecco, poi… domani resteremo chiusi!- La notizia mi stupisce e mi lascia piacevolmente confusa.
-B’è allora deve proprio essere una bella notizia quella che ci devi dare stasera eh, Am!!- le faccio l’occhiolino.
-Amie visto che oggi siamo tutte amanti del mondo e della vita vero che ci fai andare a casuccia già ora? Voglio portare albachiara al nuovo centro commerciale a Piccadilly!- ne approfitta Reb.
Amie all’inizio esita ma poi si convince. – Ma si dai! Via da qua!-
-Allora andiamo a casa a cambiarci Chià! Non si sa mai che tu possa incontrare il tuo principe azzurro!!- ridacchia Rebby dandomi un colpetto con il gomito.
Tutta la clientela del bar sembra essere MOLTO interessata alla nostra conversazione. Ovviamente lo show di pochi minuti fa non era bastato. Mi sento Leggermente in imbarazzo in quanto osservata da una decina di persone… Soprattutto da una vecchietta che si schiarisce la voce con un colpetto di tosse e poi con una mano mi fa cenno di prestarle la mia attenzione.
-Ma scusa…- rantola l’anziana signora osservandomi incuriosita.
-Non fai prima a chiamarlo e ad invitarlo a cena? Ora dopotutto voi giovani avete i cellulari per questo genere di cos…- si interrompe mentre le mie guance diventano eccessivamente rosse per trattenere una risata, che invece Rebby, Josh e gli altri non trattengono. –Un momento….- continua la donna dai capelli grigi. –Non gli hai chiesto il numero di telefono??- borbotta.
-Eh.. no- rido io cercando però di non sembrare scortese.
-Ma che diamine! Ai miei tempi, se avessimo avuto i cellulari, ne avremmo approfittato!! Eravamo svegli!! Non dei “caga-sotto” come voi pischelli della nuova g-e-n-e-r-a-z-i-o-n-e!!- conclude scandendo bene le parole.
Ad un tratto tutto il bar scoppia in una risata clamorosa e io non posso fare altro che annuire divertita controllando le mie risate.
-Ha proprio ragione signora- sorrido dopo aver controllato leggermente i miei schiamazzi.
Mi si prospetta un pomeriggio davvero curioso.
 
 
***
 
 
Siamo all’ingresso di un enorme centro commerciale nel cuore di Piccadilly e Rebby sembra totalmente impazzita e ipnotizzata dall’enorme cartello all’ingresso con su scritto “SUPER SCONTI DI APERTURA”. Sapevo che oggi l’avrei persa definitivamente, ma dopotutto un po’ di shopping fa piacere pure a me farlo. Non ho mai curato troppo il mio lato femminile, per me una tuta o un paio di jeans erano più che sufficienti; ora potrebbe essere l’occasione per rinnovare un po’ il mio guardaroba.
Rebby mi afferra il polso e mi trascina letteralmente all’interno.
-Vero che andiamo prima al piano di sotto??? Volevo giusto curiosare fra gli scaffali di Victoria Secret…-
Si certo, curiosare fra gli scaffali… Rebby faresti prima a dire “volevo giusto sputtanarmi lo stipendio dell’ultimo mese di lavoro”
-Ma certo Rebby, diamocela un’occhiatina!- la guardo trattenendo a stento un risolino.
Prendiamo le scale mobili e scendiamo al piano  -1  che si divide in reparto maschile di Giorgio Armani e in intimo vario da donna. Non appena la mia coinquilina intravvede l’insegna lucidissima di Victoria Secret si catapulta tra i mille reggiseni e la preziosissima, e costosissima oserei dire, lingerie in sconto.
Uno strattone alla manica della giacca mi fa sbilanciare e correre dietro a colei che me l’aveva tirato. (Chi sarà mai..)
Chiara ommioddio!!!! Guarda quello bianco!!! E quello nero!!!- prende una pausa.
-E quello blu!!! Oddio Chiara, guarda quello…
-…Rosso?- la interrompo ridendo.
-Oddio Chiara li devo provare!!!- mi dice lei afferrando ben 8 diversi completini intimi per poi scaraventandomeli addosso.
-MelitieniunmomentoveroGRAZIE!!!- esclama tutto di un fiato senza prendere in considerazione l’idea di posarli in un camerino.
-Reb ma vuoi davvero provarli tutti?- esclamo iniziando ad accusare il peso degli 8 completini che misteriosamente in una manciata di secondi sono diventati 12.
-Ma sono pochissimi!!! Questo è solo un assaggio!- mi guarda come se provare un minimo di 12 completini sia una cosa ovvia.
-Tu inizia a provarti questi quarantordici… cosi!- le dico ridendo mentre cerco di capire se questi reggiseni siano realmente reggiseni oppure retine trasparenti, e se questi slip siano realmente slip o filo interdentale.
In ogni caso, la accompagno ai camerini e con mano pronta afferro tutto ciò che lancia per aria non avendola soddisfatta.
-Sai, pensavo che il bianco mi fa troppo sposina, e non mi esalta le curve, quindi forse il nero potrebbe essere più al caso mio… -Rebby mi parla in continuazione dal camerino ma io non percepisco nulla di quel che esce dalla sua bocca, sono più interessata a concentrarmi sul via vai di persone in subbuglio che c’è nel reparto maschile di Armani. Ci sono più di 3 sarti e 4 commessi, forse stanno preparando l’abito a qualche modello da immortalare per la pubblicità… Il presunto modello è di schiena e quindi non riesco a vederlo molto bene… Sembra quasi… No, non è possibile… Chiara hai preso l’ennesimo abbaglio… 
Faccio per avvicinarmi quando R mi chiama strillando!
-Albachiara!!!!!! Questo è bellissimo!!! Però mi serve il tanga con le piume rosa!!!! Ci sta meglio sul nero!!!-.
Faccio dietro front, apro leggermente la porta del camerino e controllo qual è il reggiseno. È orripilante. Sembra un reggiseno da burlesque. Non mi stupisco però… Questo è molto da Rebecca.
Richiudo immediatamente il camerino cercando di non ridere, ma nonostante io prema il palmo della mia mano contro le labbra, mi esce un suono molto simile ad una pernacchia.
-Stronza ti sento!- Esclama Rebby.
-Non sto ridendo…… HAHAHAHAHA!!- non reggo.
-Si che stai ridendo, maledetta!!- ride anche lei.
-Dai dove trovo le tue sexy piume da sexy burlesque?- rido incamminandomi verso gli scaffali della biancheria HOT.
-Vicino ai super push-up!!!!!- Mi urla lei, quando però avevo già individuato il tanga.
Rovisto fra gli scaffali per trovarle la taglia giusta quando sento una voce maschile molto familiare che sembra dire: “aspettate un secondo!” Ma no, non può di certo essere la voce di Tom! La mia mente oggi è decisamente deviata.
Continuo la mia ricerca quando finalmente trovo “l’indumento” e, con un filo di ironia e, convinta di non essere vista, mi volto ed esclamo, tenendo il tanga in bella vista: -uhh! Muy Sexy!!-
Dio che queste possano essere le mie ultime parole. Come mi giro sbianco e in una frazione di secondo riesco a sudare freddo. Che mi prenda un colpo, a due centimetri da me c’è proprio chi temevo ci potesse essere: Tom.
 
-Hey, Chiara! B’è, non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, dopotutto!- esclama l’attore britannico nel suo perfetto smoking facendomi l’occhiolino, seguito da quella sua inconfondibile risata -Hehehe…-
-WAAA!!- urlo colta di sprovvista. Ad un tratto, il tanga che avevo stretto fra i due indici viene catapultato a mo’ di fionda dritto in aria ed io non faccio a meno di sobbalzare.
-Mi sta davvero così male questo smoking?- esclama Tom ironico. - o è letteralmente… da urlo?- continua ri strizzando l’occhio.
Il mio sangue gela per l’ennesima volta e inizio a stropicciarmi nevroticamente il collo.
-Oh no! C-certo c-che no!!! E…. Noneramiodavvero!!- balbetto auto-interrompendomi.
Dio santo Chiara quanto sei inappropriata!!!!! Penso mentre cerco di uscirmene con una battuta brillante.
-Era forse di qualche drag queen, ah…ah…ah….- continuo. Forse facevo meglio a non continuare. No. Chiara, dopo questa puoi anche prendere il primo aereo ed espatriare in Burchinafaso.
-Ehehe…- ridacchia lui abbassando lo sguardo imbarazzato.
Ottimo lavoro Chiara, davvero!
-Non ho fatto a meno di notare che oggi continuiamo ad incontrarci!- recupera lui abbagliandomi con uno dei suoi magici sorrisi. –Mi sembrava di aver visto un volto conosciuto nel reparto di biancheria e ho pensato! Dev’essere la mia nuova amica italiana Chiara!- continua sorridendo mentre da dietro di lui spunta un sarto molto agitato per non aver potuto finire di prendere il suo orlo.
-Forse devi andare, ti sto facendo perdere tempo e…-
-Affatto!!!- mi interrompe. I miei occhi incontrano i suoi e per un istante riesco ad immaginare il paradiso.
-Anzi, quest’orlo può mica prendermelo fra 5 minuti?- si rivolge al sarto dietro di lui mentre con una mano si spettina i capelli riccioli.
-Tu che ne dici, Chiara? Questo completo mi fa sembrare un vero gentiluomo il quale ha da poco tramortito una giovane ragazza italiana atterrando su di lei con il suo dolce peso?-
Ad un tratto l’imbarazzo si fa da parte lasciando spazio ad una mia lunga risata che fa rilassare anche Tom.
-Hahaha… Sai, non mi intendo particolarmente di moda ma penso ti stia molto bene…- gli sorrido.
- Oh, grazie mille! – esclama lui iniziando a gesticolare.
-E’ per la festa di Armani che si terrà fra due settimane… e ovviamente alcuni invitati devono portare indumenti adeguati per.....-
Le sue parole vanno sempre più a sfumare nelle mie orecchie nel momento in cui il mio sguardo va a posarsi sulle sue mani. È assurdo, non saprei nemmeno come descriverle! So soltanto che non ho mai visto delle mani tanto belle e… perfette! Le sue dita si muovono in perfetta sincronia e mi ricordano quelle di un pianista, che schiacciando dei semplici tasti riesce a far emergere una serie di emozioni inspiegabilmente meravigliose!
-…e quindi sarà meglio che io lo indossi per quella sera.- conclude lui facendomi “ritornare sul pianeta terra”.
-Uh b’è mi sembra giusto!- annuisco sbattendo più volte le ciglia per “svegliarmi”.
-E tu invece? Che stavi comprando?- non appena mi fa questa domanda mi irrigidisco imbarazzata. Cazzo Tom che cosa mai stavo comprando in un reparto di biancheria intima!? Non mi fare le domande trabocchetto quando sai benissimo la risposta! Mi vergogno di dirgli che io e la mia amica siamo in giro per completini intimi!! Insomma che penserebbe di me? Mi scambierebbe per una maniaca sessuale ninfomane! No, pessima idea, non glielo dico. Mi invento la prima cosa che mi passa per la testa: -Ma nulla di che… ero qua con la mia collega che cercavamo il reparto di borse ma ci siamo perse!- Sorrido nervosamente, nascondendo l’evidente bugia; che sarebbe stata anche credibile se non fosse per Rebby che ha iniziato a chiamarmi dal camerino. –Chiara, allora!?!? Questo tanga dove te lo sei messo??- gelo. Di nuovo. Mi sembra di essere in una cella frigorifera di RIS quando ci congelano i cadaveri, non in un centro commerciale.
-E scommetto che la tua collega si è persa nel reparto intimo hahaha!!- ride Tom voltandosi verso il camerino.
-Sai Tom devi sapere che io sono una pessima bugiarda.- gli dico ridendo imbarazzata. –In verità quel tanga era per la mia collega e ora si starà chiedendo che fine ha fatto- concludo abbassando la testa in soggezione.
-B’è non credo sia difficile ritrovarlo!- mi dice lui indicandomi il tanga che è finito sulla testa di un manichino.
-Hahaha oddio lo vado a recuperare!- ridacchio mettendomi in punta di piedi per raggiungere la testa della sagoma di plastica.
-Aspetta è un po’ alto faccio io!- mi dice lui afferrando il tanga.
Che imbarazzo!
Ad un tratto tutti e due diventiamo rossi paonazzi in viso e l’unica cosa che mi viene in mente di fare è prendergli di mano il “filo interdentale” e mettermelo dietro la schiena in un'unica rapida mossa.
-Carine le piume!- mi dice Tom mordendosi il labbro, sopraffatto dall’imbarazzo. -Già soprattutto il colore!- esclamo io scoppiando a ridere. Mi guarda e mi fa l’occhiolino. Di nuovo. Tom tu così potresti avere la vita di una persona sulla coscienza.
-Chiaraaaaaaaaa!!!- dall’altra parte Rebby mi chiama e non posso far altro che strillarle: -e ‘nattimo, belin!!!!-
-Cosa? Hahahaha!- mi domanda lui.
Si in effetti Tom non conosce il dialetto italiano… E men che meno quello Genovese.
-Nulla, le ho detto che…- esito.  -Che questo tanga è veramente orribile HAHAHA!- ridiamo e ci lasciamo trasportare dal momento ma questo trasporto dura poco perché Reb esce dal camerino con una serie di completini in mano e ci interrompe.
-Ma dove diavolo sei fi….finita!- Rebby per un attimo rimane sorpresa nel vedere me e Tom che ridiamo e scherziamo tranquillamente senza alcun imbarazzo, ignara del fatto che ha appena recuperato il suo tanga piumato sulla testa di un manichino, dove io l’avevo involontariamente lanciato.
-Heylà….!!- saluta lei facendo un rapido gesto con la mano.
-Oh! Piacere di rivederti, cara!- dice Tom andandole in contro e stringendole la mano.
-Posso intuire che siete molto indaffarate, è meglio se io vi lasci alle vostre compere!- si rivolge a noi un po’ dispiaciuto di aver concluso la nostra conversazione così di botto.
-Okey, Tom. Anche tu avrai da fare con i tuoi sarti immagino…- gli sorrido non potendo fare a meno di notare il suo staff in subbuglio.
-Allora ci si vede in giro se il destino vuole!- esclama sorridendo anche se quel che ha appena detto ha un  non so che  di malinconico.
-Oppure…- continua.
-Si ci vede in caffetteria!- mi dice sorridendo prendendomi una mano e sfiorandola con le sue labbra. Di nuovo il suo bacio a mano. Potrei svenire.
-Arrivederci!- ci guarda sorridendo.
-A presto!!!!- urla Rebby mentre io rimango in coma per un istante.
L’unica cosa che mi esce dalle labbra è un piccolo e debole suono che fa vibrare l’aria nella mia bocca; è un semplice: “arrivederci”.
 

  
 
N.B. ANGOLO SCRITTRICE:
Salve a tutti amici!!! Eh si! Non sono morta!!! Finalmente ho ri aggiornato!!! Perdonatami per l’attesa interminabile, ma per me questo è stato davvero un periodo duro… Ma per fortuna ora sono di nuovo con voi!! ;)
Anyway… piaciuto il capitolo?? Preparatevi a vedere che succederà nel prossimo ehehehe!! Un bacio. <3
Wall.

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Capitolo 7
*** Ululeremo alla luna e conteremo tutte le stelle se necessario ***


From London With Love – Capitolo 7
Di Wall Hellsong
 
 

 

“Ululeremo alla luna e conteremo tutte le stelle se necessario.”

 
 
 
 
And she's watching him with those eyes!
And she's lovin' him with that body, I just know it.
Yeah 'n' he's holding her in his arms late, late at night.
-Rick Springfield
 
 
Sono già quasi le 18:00 e fra nemmeno un’ora e mezza io e Rebby dovremmo trovarci allo White Moon con Amie e le sue amiche per festeggiare questa misteriosa novità.
Non penso proprio che la notizia riguardi il lavoro, sennò alla serata serebbero stati presenti pure Liam e Josh suppongo.
In ogni caso siamo terribilmente in ritardo; devo ancora fare una doccia e decidere cosa mettermi, infatti con passi più simili a falcate scaravento il cappotto e la borsa e i saccheti di Rebby che logicamente ho tenuto io sul divano e corro verso il bagno.
Qualcosa ostacola il mio percorso. Lei, la mia fedele coinquilina che mi osserva con aria di sfida per poter utilizzare la doccia per prima. –Non provarci!- esclamo sembrando Obi-Wan Kenobi quando nell’episodio “La Vendetta dei Sith” avverte il suo allievo Anakin poco prima di mozzargli gambe e braccio per poi farlo finire nella lava bollente di Mustafaar.
Lei mi gela con uno sguardo e l’aria sembra proprio quella di una sparatoria nel Far West. -Reb!- continuo.
-Tu ci stai sempre delle ore più di me!!- insisto.
Le sue labbra non emettono alcun suono, i suoi occhi invece si limitano a fissarmi.
-Reb…??- le chiedo molto interrogativa.
Ad un tratto uno dei suoi piedi fa un passo più vicino alla porta del bagno. Eh no eh!
-Calma.- inclino la schiena mettendo le mani in avanti.
-Parliamone.- continuo.
-Possiamo trovare un accordo.- mentre cerco di negoziare, Reb avanza ancora di un passo senza smuovere lo sguardo dalle mie pupille ma sta volta io faccio lo stesso.
-Come la mettiamo, albachiara?- mi domanda lei a voce bassa strizzandomi l’occhio.
-Senti la mia proposta- continuo io mentre tutte e due rimaniamo ferme nella stessa posizione. Immobili. Sembra stiamo giocando a “un due tre, stella”.
-Le cose sono due.- prendo fiato. –O entro io per prima, facendo veloce ovviamente e tu intanto…
-Non se ne parla!- m’interrompe facendo un nuovo passo in avanti.
-Piuttosto ho un’ idea migliore!- continua lei. Ma si sa… Le sue idee mi spaventano alquanto e in effetti faccio bene ad essere allarmata perché dopo pochi minuti ci ritroviamo a condividere la doccia per risparmiare tempo.
-Ahu! Reb!! Mi hai dato una gomitata!!- strillo mentre mi massaggio la fronte.
-AAAAAHHH!!! SAPONE NELL’OCCHIO!!! SAPONE NELL’OCCHIO!!!!
-Reb!! Metti giù quella bottiglia!!!
-REEEEB!!! AHHHHHHHHHHHHHH!!! L’ACQUA BRUCIAAAAAAAAAA!!!
-ODDIO QUANT’E’ FREDDAAAA, CAZZO!!!!!!
-REBECCAAAAAAAAAA!!!!!!
 
 
 
Esco dalla doccia, con un bernoccolo in fronte e una serie di lividi ovunque. Rebby ha la capacità di essere dolce ma allo stesso tempo sa essere un tornado distruttore. Non ricordo di aver avuto mai tanti lividi dai tempi dell’asilo quando facevo a botte con le bambine che mi prendevano in giro per la mia poca femminilità.
Già allora mi facevo riconoscere.
In ogni caso è ora di mettere da parte quel lato di me che mi fa sembrare un maschiaccio come direbbero qua a Londra una “TomBoy” e di tirare fuori la Chiara “femmina”.
Apro l’armadio mentre con una mano mi sistemo l’asciugamano che mi raccoglie i capelli bagnati.
Scarto un po’ di vestiti e alla fine trovo quello che fa al caso mio: un abitino un po’ svasato e un po’ svolazzante di colore nero che mi arriva appena sopra le ginocchia. È smanicato ed è a doppie spalline sottili; me lo auto-regalai dopo il diploma per andare a festeggiare con le mie amiche italiane. È da un sacco che non lo metto e penso sia perfetto per stasera! Sopra ci metterò il mio solito chiodo di pelle nero, lo adoro e “sdrammatizza” l’eleganza dell’abitino che indosso.
Stendo sul letto sia il vestito sia il giubbotto e mi accuccio sulle ginocchia tenendo fermo il turbante che ho in testa cercando intanto di dare un’ occhiata sotto il letto per trovare le scarpe nere con il tacco alto che l’altra sera, dopo la sobria serata del bacio di Dominic, non so dove siano finite. Non ho ancora fatto ordine in camera mia, ma poco importa. Oltre a Josh, ad Amie e Liam e ai numerosi “fidanzati” di Rebby, che però non dovrebbero essere mai saliti in camera mia (spero) non ricevo mai visite.
-Trovate!!!- esulto non appena riesco ad afferrare un tacco.
Posiziono le scarpe ai piedi del letto vicino al vestito e osservo un attimo l’abbinamento. “Ok può andare” penso mentre mi dirigo verso la cassettiera per accendere lo stereo. Questa volta la canzone che uso per sciogliere i nervi è “Jessie’s Girl” di Rick Springfield. Faccio una piccola giravolta a ritmo di musica e dopodiché libero i capelli umidi dalla presa dell’asciugamano e li pettino accuratamente davanti allo specchio. Come il mio sguardo va a posarsi sulla mia immagine riflessa subito la mia mente si disconnette. Dopotutto osservarmi da sola non è così interessante; insomma mi conosco da quasi ventitré anni, direi che posso anche averne abbastanza per un po’…
Sistemati e asciugati i capelli guardo l’ora; diamine, sono già quasi le sette di sera e l’appuntamento è alla mezza!
Con poche rapide mosse indosso il vestito e il resto degli accessori e scendo rapidamente in salotto senza dimenticarmi di spegnere lo stereo.
-Rebby io sono pronta!!- busso alla porta di camera sua.
Nessuna risposta.
-Rebby?- continuo a bussare mentre uso un leggero gloss trasparente (di Reb ovviamente).
-Rebby!- basta, io apro.
-Ma che cavolo sta facen…
Come apro la porta trovo Rebby truccarsi in modo un po’ eccessivo e non solo. Indossa una mini, ma veramente mini gonna di pelle nera, un top rosso molto aderente e dei tacchi a spillo anch’essi rossi.
-WOW Rebby! Come sei….- non trovo un aggettivo diverso da “nuda” quindi mi astengo e continuo la mia frase con un sorriso a trentadue denti.
-Vero, neh?- sorride alzando ambedue i pollici.
-hehehe…- continuo con il mega sorriso ma... quello che ho appena detto… Questo “hehehe” non mi è nuovo. Inizio a ripensare ad oggi, alla mia ennesima figura di merda, ai sorrisi di Tom e ad ogni singolo piccolo dettaglio che lo possa in qualche modo riguardare.
Chissà quando lo rivedrò… e soprattutto se lo rivedrò…
L’idea di non poter più ascoltare la sua voce dal vivo mi uccide.
È una sensazione strana, non so come spiegarla… Lo so, è un attore. Un’infatuazione verso una stella del cinema può essere più che lecita, ma le sensazioni che provo quando penso a lui sono totalmente indescrivibili.
-Dai su muoviti andiamo!- a interrompere i miei pensieri è R che dopo avermi raccolto i capelli in un’acconciatura molto particolare mi posiziona una ciocca di capelli lungo il viso.
-È ora di andare!- continua lei.
 
Usciamo di casa e ci incamminiamo verso il White Moon.
L’aria è calda stranamente. Nonostante il pomeriggio sia stato piovoso e umido, ora il cielo e terso e si riesce a vedere una scia di stelle e una magnifica luna piena.
-Belle vero?- domando a Rebby mentre allunghiamo il passo per paura di fare tardi.
-Ho sempre sognato di studiare il cielo in modo più approfondito.- continuo. –Mi sarebbe davvero piaciuto affrontare la facoltà di ingegneria aereospaziale… Peccato io non sia mai stata un asso con la fisica e con la matematica… e con lo studio...- concludo abbassando lo sguardo.
Rebby si ferma e mi prende il viso con ambe due le mani.
-Non pensare al passato, albachiara. Sei una persona fantastica e vedrai che presto troverai la tua strada, ne sono sicura!- mi sorride lei poi abbracciandomi.
-Ti voglio bene Reb…- la stringo più forte.
Il nostro momento di tenerezza però viene interrotto dal rumore dei motori di una serie di macchine nere super lussuose dirette verso Southwark, quartiere non lontano dal Westminister.
-Fate un po’ più casino eh!!- urla la mia coinquilina staccandosi dall’abbraccio.
-‘nzomma dai…- la interrompo io.
-un giretto su una di quelle, io, personalmente me lo farei!-  continuo compiaciuta.
-Anche io me lo farei… Non con te alla guida però!- ribatte lei però interrotta da un “pugno” sul braccio da parte mia.
-Stronza! Hahahaha!!- ridacchio.
 
 
Siamo davanti allo White Moon quando intravvediamo dalla vetrata proprio Amie e le sue amiche che da dentro ci fanno cenno di entrare. Non appena varchiamo l’enorme porta vetrata Amie ci corre in contro e ci invita a sederci al tavolo da lei prenotato.
-Ma finalmete!!! Era ora ritardatarie!!- ci sorride lei mentre ci avviciniamo al tavolo. Ad un tratto Amie si gira di scatto verso di me scrutando il piccolo livido sulla fronte dovuto alla gomitata di Rebby. –Oh cielo! Che ti sei fatta??- dice lei sfiorando il punto ancora dolorante che mi fa fare un leggero scatto indietro.
-Auh!- lamento. –Ma no niente… piccoli incidenti di percorso!- borbotta R facendo l’indifferente.
-Si… solo piccoli incidenti di percorso!- continuo io lanciandole un’occhiata minacciosa.
-Credo di non voler sapere nulla…- ribatte Amie.
In ogni caso ci sediamo al tavolo, dove ci sono anche le sue amiche che ci salutano calorosamente.
Le compari di Am sono tutte Londinesi di nascita al contrario di noi… Lo si può benissimo intuire dall’accento britannico. Roxanne è rossa naturale, avrà una quarantina di anni o poco più, ama la musica lounge ed ha una fissa con tutto ciò che è francese; Michelle è la classica bella donna dallo stile country, è alta come una giraffa ha dei capelli biondissimi lunghi e ricci, ama l’azzurro e ha un tatuaggio sulla schiena che rappresenta la costellazione del cigno; Anne è mora, capelli corti, pelle olivastra e occhi grigi, ama la musica rock e adora le feste, penso anche conosca molte persone del mondo dello spettacolo, per di più, poco tempo fa mi ha regalato il vinile dei Clash “London Calling”, la adoro particolarmente; ed infine c’è Maggie. Lei è castana chiara come me, solo che lei è la copia sputata di Jennifer Lopez, anzi molto probabilmente è un suo clone. Ama il tango e la cucina Italiana, infatti spesso pranza alla caffetteria da noi. Ma bando alle ciance. È ora di bere qualcosa e ascoltare quello che Amie ha da dirci.
-Allora ragazze!- esclama proprio il mio capo strofinandosi le mani. –Innanzitutto ho pensato di ordinare qualcosina per voi!- fa un gesto ad un cameriere che immediatamente porta un vassoio con 7 shots di… -TEQUILA!!!- esclama Roxanne battendo le mani. Tequila… Quanti ricordi… e che “bei ricordi!!”
-Ma la tequila è da barbari!!- ridacchia Rebby seguita da tutte le altre che mi osservano indiscretamente. Ma come faranno a sapere che…….. REBBY. Chi altro poteva essere?
-La tequila è quello che ci vuole stasera!- esclamo fingendo un atteggiamento di nonchalance.
-Aspettate a bere!!!!- continua Am. –Prima vi devo dare una notizia. Improvvisamente allunga una mano al centro del tavolo cercando di mettere in risalto un… ANELLO!
Questo può vuol dire solo una cosa.
-Finalmente mi sposo!!!!- urla estasiata. Questa è una notizia meravigliosa! Sono veramente contenta per Amie e Liam. Li adoro! Finalmente dopo il divorzio la mia cara superiora è riuscita a trovare l’uomo giusto per lei che l’aspetterà all’altare.
Tutte le ragazze iniziano a stillacchiare allegramente e io mi limito a ridere contenta applaudendo le mani.
-Così si fa, Liam! Dritta all’altare!!!- urlo estasiata.
-Davvero Amie!! È fantastico!!- continua Maggie insieme alle altre. Ma ad un tratto le urla e gli schiamazzi sono interrotti da R che alzandosi in piedi urla: - AAALT!!! –
Silenzio.
-Che nessuno si muova!!!- continua. Non faccio a meno di notare che anche il cameriere si blocca e rimane immobile.
-Dobbiamo organizzare l’addio al nubilato. IMMEDIATAMENTE!!!- esclama Rebby.
-E te pareva!!! HAHAHA!!! – esclamo io non sorpresa dall’uscita della mia cara compagna di (dis)avventure.
Tutte noi scoppiamo in una risata travolgente e alzando i bicchieri brindiamo ad Amie e al suo matrimonio. Possa essere per lei una benedizione.
 
 
 
* * *
 
 
 
Sono quasi le 23:00 ed io e Rebby siamo appena passate da casa per prendere il pigiama per poi recarci dalla nostra amica Monique per la famosa nottata fra donne.
La proprietaria di casa ha invitato pure Janet e Lindsay, due nostre amiche; direi proprio ci sarà da divertirsi.
Sono di ottimo umore stasera, un po’ per la notizia di Amie e un po’ per quello che mi è successo oggi al centro commericale di Piccadilly. Cioè, ho fatto una grandissima e colossale figura di merda, tanto per cambiare; sono un’imbranata, certo, ma sono un imbranata felice. La mia mente è un po’ disconnessa ma forse, per le altre ragazze non sarà un problema.
Arriviamo davanti all’enorme cancello nel cortile del condominio della nostra amica che abita al penultimo piano di uno delle tre palazzine di lusso del contesto. Monique ha una casa davvero stupenda! Non è la prima volta che la andiamo a trovare, anche se è da due settimane che non la vediamo; non vedo l’ora di fare due discorsi fra donne, vedere un bel film coinvolgente e mangiare tante schifezze in pigiama, con i bigodini e con la maschera per il viso!
Facciamo per citofonare, non ancora entrate nel cortile, quando tre macchine, una di fila all’altra, ci superano ed entrano nel condominio aprendoci “le porte”.
Evidentemente c’è una festa all’attico di fronte al palazzo di Moni… Si vede una marea di persone sulla terrazza e dai vetri si possono notare i flash delle macchine fotografiche.
-Ci si potrebbe anche imbucare…- ridacchia Rebby scrutando il via vai di persone sulla terrazza.
-Si, ovvio! In pigiama.- ribatto afferrandola per un braccio e conducendola verso il portone.
Citofoniamo, prendiamo l’ascensore e ad accoglierci sulla soglia di casa ci sono tutte le ragazze riunite.
-Chiara!! Rebby!!- esclama Monique abbracciandoci tutte e due contemporaneamente in un unico e grande abbraccio a cui prendono parte anche Janet e Lindsay.
Entriamo in casa e non appena giunte in salotto mi lancio sul morbidissimo divano di pelle nera che sembra proprio chiamarmi.
Le ragazze si siedono per terra sul tappeto di fronte a me e completamente esaltate mi chiedono quali novità ho da raccontarle.
-Mi ha detto Rebby che oggi avete fatto spese al nuovo centro commerciale!!- mi chiede Janet in assenza di Rebby che molto probabilmente è già andata a mettersi il pigiama.
-Avete comprato tante cose??- continua Lindsay.
-Suvvia ragazze questo non ci interessa! Hehehe…- ridacchia Monique facendomi una smorfia maliziosa. Non è possibile. Rebby ha spifferato tutto. Ci scommetterei il naso.
-Dai raccontaci di LUI!- mi incitano tutte e tre in coro.
-Di cosa dovrei parlarvi hehehe…- mi sento terribilmente imbarazzata ma in ogni caso cerco di mascherare il rossore che sta comparendo sul mio viso, ma dopo pochi secondi mi rendo conto che il colorito sul mio volto non può essere mascherato se non da una maschera per il viso. - Perché non ci facciamo una bella maschera??- propongo per la prima volta in vita mia. Le ragazze saranno stupite. Non ho mai preso iniziativa su questo genere di cose prima d’ora, le ragazze molto probabilmente s’insospettiranno.
-Ma certo Chiaretta! Facciamo queste maschere ma…
-ma?- domando a Monique trattenendo a malapena una risatina per l’imbarazzo.
-…ma dopo niente scuse ci parlerai di…
Ad un tratto Monique viene interrotta dall’entrata in scena di Rebby che sta comodamente mordicchiando un gambo di sedano, già con i bigodini in testa, con la maschera per il viso ed in pigiama.
-HAAAAAAAAAAAAAAAAAHAHAHAHAHAHA!!!- La riata di Janet avvolge tutta la stanza e contagia tutte noi.
-Rebby ma che cazz…?- mi interrompo per lasciar spazio alle ghigna.
Embè? Che c’è?- ci osserva con aria molto pacata. -Mai vista una donna in tenuta da pigiama party?-
 
 
Ci sediamo tutte in cerchio mentre ci mettiamo le maschere in viso. Lindsay le ha preparate per tutte e a me è toccata quella gustosissima al cioccolato a cui ogni tanto do una leccata.
-E quindi sul serio hai scaraventato sulla testa di un manichino quel perizoma???- mi chiede Janet in preda ad uno dei suoi attacchi di ridarella.
-ehhhh…. Si.- mi mordo il labbro inferiore.
-e lui l’ha recuperato???? WAHAHAHAHAHAHA!!! Continua lei. –Che imbarazzo immagino!!- continua Monique.
-Imbarazzo perché Chiara se n’è innamorata, no..non del tanga eh, ma di lui! E lui di certo non prova indifferenza verso di lei!- continua Rebby limandosi le unghie.
-Ma che dici su Rebby!!!!!!!!!!!!!- rabbrividisco. –Li è semplicemente un gentiluomo e io solamente….- prendo fiato. -…un’imbranata…- sbuffo grattandomi il capo.
-MA COSA DICI!!!- esclama Lindsay.
-Se un uomo arrossisce in quel modo e ha tutte queste attenzione per una donna, vuol dire che è attratto da lei!!- continua lei.
-Ragazze è impossibile! E comunque, anche se fosse? Vi scordate l’enorme differenza di età fra me e lui… io 18 quasi 19 e lui 33!- inizio a gesticolare nervosamente.
-Te lo immagini che bel casino?- continuo. –E poi figuriamoci se lui ed una come me…
-Non dirlo nemmeno per scherzo!- Rebby mi interrompe con aria seria e di rimprovero. –Smettila di sottovalutarti!! Ok, la differenza d’età c’è ed è notevole ma non è di certo una scusa! E poi a te non manca proprio niente, ok?- mi guarda dolcemente ma senza sorridere. –Sei una ragazza intelligente, sensibile e che ha dovuto fare delle scelte molto difficili nella vita. Hai tutto il diritto di…di…- sbuffa ma poi inizia a sorridermi.
Non so cosa dire. Quello che mi ha appena detto è bellissimo. Rebby è egocentrica, sbarazzina e tutto quello che si vuole, ma è mia amica ed è la migliore al mondo. Non le cambierei nemmeno un capello, per me è unica. Queste parole R le legge nel mio sguardo che si intreccia all’istante con il suo. Noi non abbiamo bisogno di parole per capirci. Ci basta un gesto, un occhiata, un sorriso…
-Rebby ha ragione, Chiara! Non ti sminuire MAI!- mi dice Monique.
-E poi potrebbe essere per te l’occasione giusta per fare un po’ di buono e sano sesso HAHAHA!!- sobbalzo non appena Monique se ne esce con questa sua “massima”.
-Eh?!- esclamo un po’ intontita.
-Sentiamo, albachiara…. Da quant’è che tu non… ecco… zin-zin?- mi domanda Lindsay mimando il noto e famigerato gesto del sesso.
-Ma l’hai mai fatto???- continua Janet.
-Sai come si fa??- attacca Monique.
-Sai cos’è un orgasmo vero??- riprende Lindsay.
-Oh ma lo vogliamo pucciare si o no sto biscotto????- urla Rebby discostandosi dal nostro precedente momento di tenerezza.
 
-REBBY!!!!!- sta volta a richiamarla siamo tutte e quattro.
-Che c’è!??!?- ribatte la mia cara coinquilina.
-Sentite ho un idea!- sdrammatizza Monique.
-Facciamo un gioco!!! Obbligo o verità!! Ci state?- esclama.
Tutte esultano divertite e io rimango impassibile. L’unico suono che esce dalla mia bocca è: “Oh merda.”
-Suvvia Chiara!!! Inizio io con te!!! Obbligo o verità?- mi domanda Janet. Mi si sta gelando il sangue. Mi preparo a sentire la domanda, anche se so che non mi piacerà e sarò costretta a scegliere “obbligo”, un obbligo sicuramente allucinante.
-Hai mai sognato di fare l’amore con LUI? Obbligo o verità?- mi domanda lei.
Ecco lo sapevo. Mi toccherà scegliere obbligo. È evidente che mi è capitato di fare sogni del genere ma mi sentirei in imbarazzo a rivelarlo alle mie amiche proprio stasera; quindi mi tengo preparata psicologicamente e scelgo obbligo.
-Obbligo…- ansimo.
-Bene, dai. Dai due sorsi abbondanti a questo liquore!- Lindsay tira fuori una bottiglia di liquore invecchiato 12 anni. Sicuramente la percentuale alcolica sarà elevatissima ma mi faccio forza e ne bevo un sorso attaccandomi molto finemente alla bottiglia. –Uoooooooohhh!!! HAHAHAHAHAHAHA!!!- ridacchiano le ragazze notando la smorfia disgustata che ho non appena calo in gola la bevanda. –Mamma mia, ragazze! Questa roba fa veramente cagare!- esclamo arricciando il naso dal disgusto. –Dai susu!!!! Ancora un bel sorso!!!- mi incitano.
-Oddio no, non ce la posso fare!!!! Vi prego hahaha!!- esclamo.
-Allora coraggio dicci la verità!!- mi dice Rebby.
Osservo nuovamente la bottiglia, faccio per portarmela alla bocca ma non resisto. L’idea di bere ancora quella roba mi fa venire nausea. Basta. Esplodo.
-Ok, ok! Va bene! L’ho sognato più volte!! Contente?- sbotto arrossendo divertita.
-WAAAAAAHAAHAHAHHAHA!!! Lo sapevoooo!!!- ride Janet seguita da tutte le altre.
Corro in cucina a bere un bicchiere d’acqua per “lavare via” quel sapore amaro che mi pervade la bocca e la gola.
Mi verso un po’ d’acqua fredda ma non posso fare a meno di soffermarmi dalla finestra del balcone della cucina.
Avevo proprio visto bene prima. Stasera il cielo è meraviglioso!!!
SI vedono talmente tante stelle! Peccato che la luce della luna si confonda con le luci esagerate che provengono dall’attico di fronte dove si sta svolgendo la festa. Sgrano un po’ gli occhi che distrattamente si posano sul terrazzo dell’appartamento “festaiolo” dove c’è un uomo appoggiato sui gomiti ad un balconcino, forse anch’esso della cucina.
Sgrano un po’ di più gli occhi quando mannaggia a me mi prende un colpo e mi rendo conto che quell’uomo… “cazzo è TOM!”
 
Non ci posso credere!!! Di nuovo!! Allora si che è destino!!
Penso anche mi abbia notato visto che si sta sbracciando per farsi notare. Ma è una cosa possibile o me lo sto sognando?
-Tooom???- gli urlo interrogativa facendogli un cenno muovendo il braccio. –Chiara!!!!!!- mi urla contento e per lo più sorpreso.
Ad un tratto scoppia a ridere dolcemente ma non riesco a capire perché. Ommioddio. Solo ora mi rendo conto di avere ancora la maschera per il viso!!! “MA NO, ECCHECCAZZO!!”
Sobbalzo e con un’aria impietrita e “traumatizzata” chiudo immediatamente le tendine della porta-finestra per nascondermi.
“No, non ci siamo… pessima idea…”
Riapro le tendine togliendomi la pasta marrone dal viso con uno strofinaccio.
-CHE CI FAI QUI???- gli urlo.
Il suo sorriso per un attimo, mentre ero nascosta dietro alle tende si era spento, interrogativo. Ora ha ripreso a sorridere non appena mi ha vista sbucare.
-COSA??? NON TI SENTO!!!!- urla.
-HO DETTO, CHE COSA CI FAI QUA!!!- urlo di rimando.
-ASPETTA, NON SENTO NIENTE!!! TI VA DI FARE DUE PASSI IN CORTILE????- mi propone.
Cazzo.
Tom Hiddleston vuole fare “due passi” con me.
-SI ARRIVO!!!!!!- sbotto allegramente.
All’improvviso arriva Rebby: - Ma che cazzo ti url..?? AAAAAAAAAAAAAAAH!!!!!!!!!!- chide le tende di scatto.
Dietro sbucano le altre che iniziano a saltellare istericamente ridendo.
-Tom Hiddleston vuole fare “due passi” con me giù in cortile.- esclamo incredula mentre a passo lento mi dirigo in salotto a prendere scarpe e cappotto da mettere sulla camicia da notte in seta che all’uso può sembrare anche un vestito.
-Sto andando a far “due passi” giù nel cortile con Tom Hiddleston.- ripeto tra me e me. Cazzo sembro scema.
- Sto andando a far “due passi” giù nel cortile con Tom Hiddleston hehe…. He…he…he…- continuo a ripetere le stesse cose come un nastro che si è bloccato durante la riproduzione di un brano.
-Io allora… vado!....?- apro la porta d’ingresso voltandomi verso le mie amiche.
Penso approvino anche se a R è appena caduto da un occhio un cetriolo inzuppato nella maschera alla crema sul tappeto persiano di Monique.
B’è, che dire. L’abbiamo presa bene.
 
 
Corro come una demente per la tromba delle scale per arrivare in fretta quando mi rendo conto che una giovane coppia che stava rincasando mi sta guardando male. Penseranno io sia un po’ esaurita, ok forse lo sono, ma va bene così. Ora non sto pensando a nulla se non a quello che mi succederà nei prossimi 10 minuti.
Cioè ma rendiamoci conto… Come è possibile che mi stia succedendo una cosa simile?
Arrivo al portone. Sbircio fuori dal vetro ma non vedo ancora Tom. Forse ho capito male, non voleva vedermi… Magari aveva detto che andava lui a fare due passi! Io che c’entro? 
Panico.
Inizio a sfregarmi le mani nervosamente mentre “molleggio” sulle ginocchia facendo avanti e indietro per l’atrio del palazzo.
“forse è meglio lasciar stare…” ripeto fra me e me…
No, Chiara! Devo farmi coraggio e uscire da questo portone! Almeno non avrò rimpianti! Belin dai!!! 
Mi faccio coraggio ed esco. Mi guardo in giro ma non c’è anima viva. Faccio due passi in avanti a testa alta sempre intenta ad osservare il cielo sperando magari di tranquillizzarmi un po’ anche perché sto tremando ed è abbastanza evidente.
Passano alcuni minuti ma non c’è anima viva, non ce la posso proprio fare… Non farò la parte della scema ad aspettare qui davanti ad un portone l’uomo che mi ha rubato la testa ed il cuore, anche perché quest’ultimo è un attore. Nonostante le parole di Rebby… insomma una come me non sarà mai alla sua altezza, e non perché è alto quasi un metro e novanta e io solo un metro e settantadue appena. 
Perdo le speranze. Ci rinuncio. In preda all’ansia faccio retro front pensando a quanto io possa essere un’illusa ma come faccio per avvicinarmi al portone sento una voce che richiama la mia attenzione e mi fa girare di scatto.
-Ehi no, aspetta!!-
Non ci posso credere. Tom è venuto sul serio a salutarmi.
 
-Non scappare hehehe…- mi investe con uno dei suo splendidi sorrisi. I miei occhi si sbarrano quasi illuminandosi e per un secondo il tempo si blocca. Cerco di riprendermi sbattendo le ciglia velocemente.
-Oh! Hei! Nono stavo solamente… ha…ha…ha…- mi incarto con le parole per l’agitazione. –Cioè, volevo dire… ecco io…- farfuglio incespicandomi con le parole.
-Ti vedo bene, Chiara!!- mi sorride lui cercando di rompere quel momento di imbarazzo. –Visto che era destino che ci rivedessimo presto? Hehehe!!- continua lui mentre lo osservo a bocca aperta come un pesce lesso. Inizio di nuovo a tremare e ora anche più forte. –Hai freddo?- mi chiede lui.
-No, perché?- rispondo.
-Perché stai tremando!- cerca di trattenere una risata.
-Uh no, non sto tremando!- ribatto
-Ma ti traballano le mani!-
-No giuro! È solo un’impressione!-
-Sarà…. A me però sembra tu stia tremando hahahaha!!- continua a ridere e sta volta lo seguo di rimando.
In effetti è evidente che io stia tremando.
-Ok forse un po’ si… cioè tremo perché ho freddo mica per altro, eh!- mi giustifico in preda all’agitazione.
Tom scoppia a ridere.
-HAHAHAHAHA!!! Ok aspetta ho io la soluzione!- si toglie la giacca elegante blu che ha sopra ad una camicia bianchissima, e oserei dire, aderentissima e me l’appoggia sulle spalle.
-Il tuo cappotto è molto bello, Chiara!! Solo che mi pare un po’ troppo leggero!- mi fa di nuovo un mega sorriso.
-Ma no! Così poi avrai freddo tu!- gli dico sentendomi in colpa sapendo di non avere realmente freddo ma di averglielo detto solo come scusa per giustificare il mio “tremolio”.
-Oh, non preoccuparti per me! Iniziavo giusto ad avere un po’ caldo!- ribatte lui facendomi un occhiolino.
Tom tu così mi fai morire. Ti avverto. Prima la giacca e poi l’occhiolino.
Sento il suo profumo attraverso la sua giacca e questo mi fa impazzire. Inspiro profondamente chiudendo gli occhi e quell’odore inebriante mi travolge completamente.
-Dai facciamo due passi!- mi dice lui toccandomi la spalla con la mano per condurmi in mezzo al cortile.
-Allora, Chiara…. Che stai facendo di bello da queste parti? Abiti qua?- mi chiede Tom guardando verso il basso.
-In verità questa è casa di una mia amica! Stasera ha organizzato una nottata fra donne e allora…
-Forte! Hahahaha! Io sono alla festa... questa di fronte…- indica l’attico -…però me l’aspettavo più… ecco, coinvolgente.- mi dice con aria di chi si stava annoiando a morte.
-Se le mie amiche non fossero tutte in pigiama e con i bigodini in testa ti inviterei a salire, giuro ahahaha!!- riesco a sciogliere un po’ la tensione.
-Hahahaha!! Non preoccuparti, intanto più tardi mi toccherà tornare su...- mi sorride.
-dimmi un po’… io e te ci siamo già incontrati parecchie volte ma a parte sapere che sei italiana e che lavori alla caffetteria Bell’Italia non so nulla di te…- ci fermiamo e lui si volta verso di me. –Hè…- sospiro sorridendo. –di me non c’è molto da dire…- continuo abbassando lo sguardo.
-Sono sicuro di si invece! Coraggio parlami di te! Cosa ti ha portato a trasferirti qui?- mi chiede lui con aria dolce e premurosa.
-B’è…- arrossisco. Questo è un argomento che mi ha sempre toccato molto.
-Ecco… dopo il liceo avevo le idee molto confuse su ciò che volevo fare nella vita. Ho fatto delle scelte sbagliate riguardo l'università e il mio futuroe in più in casa l’aria non era delle migliori… Sai l’italia non sta attraversando un momento facile con la crisi e tutto il resto… sembrava tutto si riscuotesse sul mio nucleo familiare… Problemi economici e di conseguenza difficoltà tra i membri del “nucleo”…- gli racconto.
-Oh… capisco! Ti prego, continua!- mi incita lui.
-…c’era tensione fra tutti noi, specialmente fra me e mia madre… lei sognava che io continuassi intraprendessi la carriera da giornalista, ma non era quello che volevo io… io ho sempre sognato di scrivere o di recit…ehm- mi blocco. Cavolo se gli dicessi che il mio sogno sarebbe stato quello di recitare lui potrebbe pensare che io sia una sua fan accanita cosa assolutamente vera e quindi potrebbe allontanarsi da me! No meglio sviare.
-…ehm si volevo dire scrivere! Ma non è una cosa facile quindi decisi di trovarmi un lavoro qui, la città che ho sempre amato!- concludo.
-Davvero ami Londra? E WOW! Scrivi?? È una cosa fantastica!!- esclama lui esaltato. Però il suo sorriso si affievolisce in fretta.
-comunque… si, l’Italia non sta passando dei bei momenti purtroppo…- continua abbassando nuovamente lo sguardo.
-Già…- bisbiglio.
All’improvviso Tom riprende a guardarmi e il mio cuore incomincia di nuovo a battere velocemente.
-Sei una persona da cui prendere esempio, Chiara! È coraggioso quello che hai fatto! La tua famiglia come l’ha presa quando te ne sei andata?- mi chiede lui. Sono lusingata, anche se l’ultima domanda mi mette un po’ in soggezione. Quando dissi ai miei genitori, per altro sono separati, che avevo trovato lavoro a Londra, le due reazioni furono diverse. Mio padre credo se lo aspettasse dato che conosceva sia Liam che Amie; in passato avevano cercato di convincerlo più volte a farmi venire a studiare o a lavorare qui e mio padre aveva già un po’ attutito il colpo. Quando gliene parlai seriamente, lui fu felice della mia decisione. Sapeva che il mio futuro sarebbe stato migliore qua a Londra, lo aveva accettato.
Invece quando ne parlai a mia mamma, non fu facile. Lei escluse a priori questa opportunità e si rifiutò di farmi andare via. Per lei la mia vita doveva essere a Genova o al massimo a Milano a fare la giornalista. Per lei il mio era un capriccio, non poteva capire, non lo voleva realizzare. Andò su tutte le furie ed io arrabbiata e delusa me ne andai a stare da mio padre poco prima di trasferirmi in Inghilterra. Io dopo un po’ cercai di chiamarla e di contattarla ma lei non mi rispose mai… Questo fu molto doloroso per me e di certo non voglio ammorbare Tom con la mia “storia”.
Decido di sminuire la cosa e gli dico: -b’è, mio padre la prese bene… mia mamma un po’ meno ma si sa come sono fatte le mamme!- gli sorrido anche se quel sorriso era pieno di dolore che cercavo disperatamente di reprimere in me.
Tom sembra capire e si avvicina a me lentamente.
-Scusami, ho toccato un argomento delicato, vero?-
-Non ti preoccupare.- gli sorrido.
-Le mamme tengono a volerci tenere il più possibile nel loro “nido” ma lo fanno perché hanno paura di perderci e perché ci vogliono bene- mi dice Tom molto dolcemente mentre con delicatezza mi afferra la mano accarezzandomela con il pollice.
Inizio a sudare. Panico.
Tom Hiddleston mi ha preso la mano. Lo guardo gli sorrido lievemente fino a quando lui non molla la presa.
-Ma bando alle ciance…- sdrammatizza lui.
-Da quanto tempo hai finito i tuoi studi?- mi chiede riscaldandosi le mani sfregandosele fra loro. Poverino lo sto facendo congelare.
-Quest’anno… ma non ho mai concluso...- ad un tratto sbianco! Questo non dovevo dirlo! Questo potrebbe far trasparire i miei anni! La differenza enorme di età potrebbe spaventarlo!! In più potrebbe pensare che io sia una sfigata che non è nemmeno riuscita a prendere uno straccio di laurea. E poi, insomma, si che stiamo solo parlando ma se qualche paparazzo lo immortalasse con una ragazzina? Che succederebbe?
I giornali scandalistici gli darebbero “la morte”.
Troppo tardi Chiara… Ormai il danno è fatto… Di certo non vorrà più rivederti! Penso fra me e me mentre cerco di trovare qualcosa di positivo nella sua espressione.
-Ah quindi hai venti…
-Quasi ventitré!!- lo interrompo bruscamente.
-Ah si?? Quando compi gli anni??- Mi sorride estasiato. Non sembra essere dispiaciuto per la scoperta della mia vera età.
Tiro un respiro di sollievo.
-Il 3 di Ottobre! Fra poco!!- rispondo.
-Fra sole due settimane!!! Wow!!!! Organizzi qualche festicciola?- mi chiede lui di ottimo umore.
-Eh mi piacerebbe ma penso mi limiterò ad organizzare un aperitivo allo White Moon… Ti farebbe piacere venire? Puoi portare anche Luke eh! O chi vuo..
-OH GRAZIE!! CERTAMENTE!! HEHEHE!!!- sbotta in piena estasi. Non ci posso credere, ho appena invitato Thomas William Hiddleston ad un probabile aperitivo… e lui ha appena accettato! –Fantastico!! Poi ti faccio sapere quando lo organizzo!- continuo io gasatissima.
-Certo! Poi magari passo in caffetteria per metterci d’accordo!- continua.
-Perfetto direi… solo che…-
-solo che…?- mi domanda.
-abbiamo parlato tanto di me ma per niente di te…- gli strizzo l’occhio.
-Oh.. b’è io faccio l’attore!-
-Si lo sapevo- gli faccio una lieve smorfia.
-hehehe! Allora un po’ mi conosci!- si avvicina ancora.
-ma sì, giusto un po’- dico con aria ironica e da questo lui capisce benissimo che sicuramente lo apprezzo come attore.
-Mi piace il teatro, la musica, la cucina…
Caro Tom, tu non lo sai ma io di te so più cose che tua madre. Mi manca poco a sapere quante volte ti fai la doccia in una settimana e potrei essere il tuo alter ego.
No. Direi che questo non glielo posso dire.
-anche tu sei una buona forchetta vero?- ridacchio.
-Direi di si ragazza italiana. Hehehehe….- ridacchia anche lui.
Ad un tratto gli suona il cellulare.
* Pronto? Luke! Sisi, arrivo… si….. stai calmo hehehe… sto salendo *
Lo staranno cercando di sicuro… E’ già passata mezz’ora e non l’anno più visto…
-Ti ho trattenuto un po’ troppo! Corri su!- lo incito togliendomi la sua giacca dalle mie spalle restituendogliela-
-Ma non ti preoccupare! Era solo Luke che…
-Davvero non preoccuparti! Anche io devo tornare su, altrimenti le mie amiche mi daranno per dispersa! Hahaha…- ribatto.
-Ti accompagno al portone allora!-
 
Tom mi accompagna fino l’atrio del palazzo di casa di Monique.
Peccato che non possa trascorrere ancora del tempo con lui stasera… Però mi ritengo molto fortunata. Ho passato trentadue minuti e quarantacinque secondi memorabili!
-Non ti trattengo un minuto di più, Chiara! Divertiti con le tue amiche e salutami la tua collega nel caso ci fosse anche l…-
Ad un tratto Tom si blocca e con l’indice mi sfiora la guancia.
-Cioccolato?- mi sorride.
Oddio che imbarazzo!! La maschera per il viso!!
-Uh scusa!!! È un remasuglio di una maschera idratante al ciocc…-
Ad un tratto le mie parole svaniscono nell’aria e vengono interrotte da un momento eclatante. Tom riesce a farmi smettere di parlare dandomi un dolce bacio sulla guancia, proprio dov’ero sporca di cioccolato. –Ora almeno so pure io un po’ di cioccolato! Hehehe! Buonanotte, Chiara!-
Mi sorride e tutto di fretta si avvia verso l’altro portone.
Non riesco a dire “A”. Sono come congelata. Non ci posso credere.
Alzo lo sguardo al cielo come per osservare la luna e le stelle e sospirando le uniche parole che mi escono dalla bocca sono: ”Care stelle non potevate farmi regalo più bello”.
 

 
N.B. ANGOLO SCRITTRICE:
Salve a tutti amici!!! Vi è piaciuto questo capitolo? Che dire… la nostra protagonista nella sfortuna è a dir poco FORTUNATA! E pensate che questo è solo l’inizio delle vicende che cambieranno la vita alla nostra protagonista!! Nel prossimo capitolo ce ne saranno delle belle!! Non perdetevelo assolutamente!!! ;)
Grazie mille a chi sta seguendo la mia storia!! <3
Un bacio. <3

Wall.

 

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Capitolo 8
*** Why don’t you like me without making me try? ***


From London With Love – Capitolo 8
Di Wall Hellsong
 
 

“Why don’t you like me

 without making me try?”


 

Do I attract you?

Do I repulse you with my queasy smile?

Am I too dirty?

Am I too flirty?

Do I like what you like?

 

I could be wholesome

I could be loathsome

I guess I'm a little bit shy

Why don't you like me?

Why don't you like me without making me try?


(MIKA - GRACE KELLY)

 


Sono passati due giorni da quando ho visto Tom per l’ultima volta.
Dopo quella sera, tutto è tornato alla normalità.
Io impegnata con il lavoro, Amie nel pieno dei preparativi del suo matrimonio e Tom, di sicuro, alle prese nel valutare qualche nuovo ruolo da interpretare.
Non ho più visto Tom. Spero sempre che uno di questi giorni entri da quella porta e mi faccia uno dei suoi sorrisi magari mentre io ricambio facendogli un caffè…
Non sono mai stata brava con le dimostrazioni d’affetto. L’unica cosa cui potrei arrivare – forse – sarebbe sorridergli in modo impacciato come ho sempre fatto, oppure al massimo potrei fargli una piccola smorfia amichevole.
No. Di più non sarei in grado.
 
Oggi è giovedì e di solito, tutti i giovedì, verso mezzogiorno faccio un salto al negozio di dischi dietro alla chiesa gotica qua vicino, ma oggi Amie mi ha prolungato l’orario e questo implica che non potrò gironzolare fra gli scaffali di quella piccola boutique degli anni ’80.
Devo dire che mi secca molto ma come direbbe mio padre ho bisogno di soldi e i soldi non crescono sugli alberi.
La caffetteria come tutti i giovedì mattina è strapiena e quindi devo mettere il turbo.
In pochi minuti preparo una decina di frappè e una miriade di caffè e lo si può benissimo notare dal mio grembiule – che una volta usava essere bianco. –
 Oggi, in men che non si dica riesco ad accontentare anche i clienti più pignoli cimentandomi anche in nuovi cocktails. Che poi dico io, perchè mai la gente dovrebbe bere alle undici del mattino?
Ogni tanto io e Rebby ci scambiamo un’occhiatina consolatoria come se tutte e due fossimo consapevoli del mega mazzo che ci stiamo facendo.
« Perchè gli adulti si sbrodolano con il gelato, peggio dei bambini? » borbotta lei con aria afrranta.
Le faccio un risolino mentre osservo un grasso uomo sui cinquant’anni che osserva il frigo dei gelati con aria affamata.
Il bagliore azzurro del frigo che gli si riflette in viso, da’ un aspetto alieno alla sua pelle: sembra un grosso pesce in un acquario illuminato.
« Sono avidi dei tuoi gelati, Reb! Non sei felice? » le dico io mentre sposto il mio sguardo verso l’entrata del locale sperando in un fatidico arrivo.
« Oh si che lo sono! » mi fa lei. « Sei tu che non lo sei, albachiara! » continua.
Arrosisco un po’ e la guardo interdetta, ma non importa. Non voglio che, nel caso remoto entrasse Tom, mi veda con questa faccia cadente.
« Vedrai che il tuo principe azzuro varchera’ quella porta. » mi da una pacca sulla spalla.
« Non credo così tu possa migliorare la situazione » borbotto tutto d’un fiato.
« Che vuoi dire? »
« La cosa del principe azzurro. »
« E quindi? »
« Prendi i “ragazzi” della Disney! Alladin: un bugiardo compulsivo, La Bestia di Belle e La Bestia: un isterico violento, Peter Pan: gira sempre con la sua migliore amica…»
« Questa mi è nuova! » mi interrompe lei ridendo. Che poi non trovo che ci sia da ridere. È scientificamente provato che gli uomini non siano affidabili.
Glielo dico.
« Però alla fine tutte queste storie hanno una sorta di lieto fine! » cerca di convincermi mentre ancora ride.
Non ci sta riuscendo molto bene, anche perché non è ancora riuscita a spiegarmi il lieto fine tra Wendy e Peter quando la sua amica Trilly è sempre attaccata a Peter. Che poi io preferisco e ho sempre preferito Trilly a Wendy, ma questo non centra un tubo.
Dopo questa preziosissima conversazione nosenseci rimettiamo a lavoro tutte e due sperando che Tom entri da quella porta. Si, esatto, ora lo spera pure Rebby – e forse anche di più di me – perché sto iniziando a diventare rompiscatole; in dieci minuti ho pronunciato il nome TOM  una ventina di volta senza nemmeno inquadrare l’argomento in questione.
Ora pure Josh inizia a non sopportarmi più.
Oltre che la mia, ho ingurgitato anche la sua quota di biscotti che, tutti i giorni, Rebby prepara a ciascuno di noi.
L’unica cosa che un po’ ci fa sorridere – oltre all’enorme pesce che continua ad osservare il frigo da più di mezz’ora senza ordinare nulla – è l’arrivo di due pallanuotisti, a detta di Rebby, assai trombabili.
Rebby si sbottona un bottone della camicia della divisa e lancia loro sorrisi maliziosi, io mi limito a sorridere e Josh invece non si limita per niente a trovare quarantamila difetti ai due tizi mantenendo un’aria distaccata – e a parer mio, anche un po’ seccata – .
Non appena i due escono, Rebby si riabbottona la divisa e tutte e due riprendiamo a lavorare seriamente.
« Siete due ninfomani schifose!! » esclama Josh serio, ma la sua battuta ci fa ridere e non badiamo a nessuna forma.
« Tu mettiti a fare pallanuoto e a far più palestra e vedrai che i pallanuotisti non li guardo più…» le parole di Rebby fanno calare un momento di imbarazzo fra tutto lo staff.
Josh arrossisce e di colpo; anche Rebby, che si è accorta di ciò che ha appena detto al suo collega e caro amico Josh.
« Oh mammina. » mi scappa.
Tutti mi osservano come per dire “chiudi il becco”.
Sgrano gli occhi, guardando altrove in modo quasi indifferente.
Con la speranza di non essere più osservata, mi metto a preparare un panino alla Nutella ad un bambino piuttosto grasso – dev’essere parente del pesce – ma casco male, perché gli occhi sono ancora puntati su di me.
“Ora sono un cazzo di capro espiatorio al loro cazzo di imbarazzo” penso.
Per il nervoso esagero con la Nutella, ma il bambino non sembra essere dispiaciuto e quindi continuo.
Ora il mio capro espiatorio è la nutella.
Con la coda nell’occhio noto che un uomo alto e slanciato è appena entrato nel locale. Ha una maglia bianca – credo a V - e dei jeans blu scuri a sigaretta.
Ha dei ReyBan neri classici ma non riesco a vederlo in viso.
Si siede ad un tavolo.
Abbasso nuovamente lo sguardo sul panino alla Nutella, ma poi lo rialzo; ad intasarmi la visuale però è Josh che mi fissa ad occhi sbarrati.
Faccio una strana smorfia e riprendo a lavorare sul panino.
Alzo di nuovo lo sguardo.
Ora davanti a me c’è il bimbo grasso che aspetta il panino ansioso.
Potrebbe essere il figlio del pesce. Sono uguali. Anzi, forse il  bambino è più grasso.
Gli consegno il panino e cerco l’uomo alto e slanciato con lo sguardo ma vengo interrotta da Rebby.
« Hey! » mi fa lei.
Sussulto.
« Rebby, porca miseria! » mi schiaccio la fronte con il palmo della mano.
« Albachiara, io te l’avevo detto che sarebbe venuto »
Ansia.
Panico.
Di nuovo ansia.
Di nuovo panico.
Non ci posso credere.
L’uomo alto e slanciato, con la maglia bianca a V, – si è decisamente a V -  i jeans blu scuri a sigaretta e i ReyBan neri è proprio lui.
Tom.
« Caaaaazzo!! » sbotto con voce tremante.
« Reb, è lui! » prendo fiato.
« E’ lui, Reb! » prendo un altro respiro.
« Reb, è l…
« ..lui?? » mi interrompe Rebby.
« cazzo si, Reb!!! » la voce mi trema ancora.
La nostra enfasi – più mia che sua – s'interrompe.
Tom si volta e mi fa “ciao ciao” con la mano, sorridendomi.
Un brivido mi ripercorre tutta la colonna vertebrale.
Mi sento gelare la spina dorsale e tutti i muscoli del corpo.
Mi limito a sorridergli e a mimargli con le labbra un semplice “Hey”.
Mi sento molto stupida, anzi peggio. Mi sento come un pesce rosso in una boccia di vetro traboccante d’acqua. Un pesce rosso che osserva nuotare davanti a lui un bellissimo pesce tropicale dai mille colori; anzi un delfino. Una magnifica creatura degli oceani che salta fuori dall’acqua come se volasse.
Rebby mi da una spintarella con il gomito e alza ripetutamente le sopracciglia, mantenendo comunque un’aria un po’ tesa.
E allora ripenso al pesce rosso e al delfino. Un pesce rosso non nuota nemmeno nelle stesse acque di un delfino. Un pesce rosso lo trovi nei laghetti di acqua dolce. Un delfino ha bisogno dell’acqua salata.
Ma che ci penso a fare? È una cosa scontata, no? Le nostre strade non si incroceranno mai.
Proprio mentre inizio a farmi i miei più che logici complessi, Josh riappare davanti ai miei occhi.
« Vado? » mi fa.
« Eh no.. » ribatto ironica, come se ci fossero altre alternative in una caffetteria.
« Allora io…. Vado….? » fa spallucce e gesticola bloccandosi ripetutamente.
« VAI! » lo esortiamo io e Rebby.
Si avvicina.
Sto sudando per lui.
Josh deva appena avergli chiesto se desidera qualcosa, al che Tom gli fa un cenno con la mano come per dire “aspetta” oppure “dopo”.
Intanto afferra un giornale, lo apre al contrario e inizia a leggerlo.
Ma che cazz…?         
Mi sorride.
Gli sorrido.
Si accorge del giornale messo al contrario.
Mi sorride ancora.
Gli sorrido ancora.
Mi guarda riducendo gli occhi a due fessure.
Si inumidisce le labbra con la lingua.
Posa il giornale.
Cazzo sta venendo qua!
Cazzo sta venendo qua!
Cazzo sta venendo qua!
Cazzo sta venendo qua!
« Hey, Chiara! »
 
BANG! MORTA.
 
« Hey, Tom! » prendo un respiro – oggi me ne servono tanti –
« Come stai? » gli chiedo io sorridendogli.
« Oh bene direi! Tu piuttosto? Ti vedo affaticata!! »
« Sì, sarà il lavoro, sai.. »
« Ti ci vuole un po’ di relax? »
Mi blocco.
Non rispondo.
Lui continua a sorridermi ma poi per sciogliere la tensione abbassa lo sguardo e esordisce con uno dei suoi “hehe”.
Sorrido, un po’ gelida però.
« Ti posso offrire qualcosa? » faccio io.
« Oh magari! Ehm…  » si guarda attorno.
« Guarda un bimbo in piedi a fianco a lui; si blocca per un secondo fissandolo e poi, indicandomelo solo con il pollice mi fa: « quello che ha preso lui».
Mi scappa un risolino.
« Esta-thè ad un englishman come te? » rido un po’ di più.
« Ehh… si! Hehehehe!! » ride anche lui, ora.
La sua risata languida e delicata mi ammorbidisce il cuore e tutto il corpo.
« Pesca o limone? »
« Non so... A te come piace? »
« Pesca! » gli sorrido perplessa.
Lui in imbarazzo alza il pollice in segno di approvazione e io gli prendo il thè.
Come fa per mettere la mano in tasca per afferrare qualche sterlina io lo blocco.
« Nono!!! Offre la cas…
« Non ci pensare nemmeno! Mi fa piacere pagarlo!! »
« Ma davvero non c’è n’è bisogn…
« Shhh… » mi fa lui avvicinando l’indice alla bocca.
Si rovista le tasche e caccia sul bancone 4 sterline.
« Guarda che il thè costa solo una sterlina e mezz…
« Va bene così!! » mi fa l’occhiolino mentre mette le mani avanti, gesticolando.
« Ma davvero, non… 
« Chiara, la codaaa!! » ansima Josh, interrompendomi.
« Uh scusa! Ti lascio lavorare! » dice Tom correndo a sedersi al tavolino, aprendo di nuovo il giornale prima che io possa dire qualcosa.
 
Passa un’ora.
Tom è ancora lì con i suoi esta-thè che ora si sono triplicati.
« Non ne ha bevuto nemmeno uno!! » mi fa Rebby perplessa.
« Quanti te ne ha chiesti, Chià? » continua lei, notando la mia faccia da pesce lesso – oltre che a rosso – .
« Bho, circa nove… » ridacchio.
« E quanto ha speso in tutto? » continua lei sempre più perplessa.
« Non so » rido nuovamente. « Credo 30 » continuo io.
C’è un momento di silenzio ma poi Rebby inizia a darmi strizzatine al braccio.
« Lo sai vero che c’è solo una spiegazione? »
« E sarebbe? » le chiedo anche se ho capito benissimo quello che intende e so che è una baggianata.
« Non fare la finta tonta! Prenditi due minuti e vai a parlargli »
« No!!! Nononono!! Non ne sono in grado!!! »
« Ma sei cretina?? Muovi il culo! »
« No. »
« Oh si. »
« Nooo. »
« Cazzo, se ci devi andare, albachiara! »
« Non ce la faccio, cazzo. »
« Invece si che ce la fai!!! »
Prima che io possa controbattere sento le mani di Rebby che fanno pressione sulla mia schiena fino a spingermi letteralmente fuori dal banco.
« Ma… Rebby… che…. fai???!!! »
« Ti… salvo… la… vita! » ad ogni spinta caccia fuori una parola fino a che non arrivo in piedi di fronte a Tom e lei si dilegua.
Si alza di scatto dalla sedia.
« Eccoti! »
I piedi mi si incollano al pavimento, ma il resto del mio corpo è poco stabile.
« Ti va di sederti un attimo? »
 
 
 
Tanti thè alla pesca, dopo…
 
 
Sono le quattro del pomeriggio e sono passati circa due giorni…
Tom ha continuato a venire in caffetteria tutti i giorni; ha ordinato tanti thè alla pesca e mi ha regalato tanti sorrisi.
Abbiamo pure scambiato qualche parola di tanto in tanto.
Ho scoperto che ama alla follia le sue sorelle e io gli ho confessato di sentire la mancanza di mio fratello e dei miei nipoti di 9 e 12 anni.
Mi ha parlato di quanto ama il mare e di quanto vorrebbe andarci, anche se siamo a Settembre inoltrato.
Gli ho confessato di avere una paura folle dell’acqua e di quanto io odi stare a galla in mezzo al mare, dove l’acqua è più profonda. Sono proprio un pesce rosso!
Oggi Tom è seduto su uno sgabello di fronte al banco assieme a Luke e io mi sento leggermente più in soggezione delle altre volte.
« E quindi compi gli anni fra pochi giorni, Chiara! » mi dice Luke molto cordiale.
Mi fa ridere il modo in cui Luke pronuncia il mio nome. Si mangia la R e questo mi fa sorridere.
« Già, Chiara! » continua Tom. « Hai già organizzato quel famoso aperitivo allo White M…
Tom non riesce nemmeno a finire la frase, che Rebby interviene e risponde al mio posto.
« Certo! Siete invitati!! Il 3 sera!!! Alle 20:00, allo White Moon ovviamente»
Afferma tutta soddisfatta.
« Ottimo! » le va dietro Tom, senza nemmeno interpellare me o il povero Luke.
« Mancano pochi giorni ormai, Chiara!!! » mi guarda finalmente Tom, esaltato.
Io mi limito a sorridere e ad annuire.
Non ho mai parlato così apertamente con Tom, forse solo il giorno in cui abbiamo fatto due passi nel cortile del condominio di Monique.
La sua voce e i suoi sorrisi mi rendono davvero elettrizzata.
« Però, pensavo… » borbotta Tom dubbioso.
Silenzio.
« Ti piace il teatro Chiara, vero? » mi fa lui sorprendendomi un tantino.
Annuisco.
Ovvio che mi piace il teatro Tom! Lo adoro! Credo di essermi vista in streaming tutte le commedie in cui hai avuto una parte, ma questo non te lo dico…
Mi limito ad esordire con un clamoroso “Certamente, Tom!! Perché me lo chiedi?”
Lui agita le mani dicendomi che ha le labbra cucite e questo mi fa un po’ ridere, perché Loki nella mitologia aveva le labbra cucite e quindi…
« Tom siamo sicuri di non avere qualche impegno quel gior…
« No nessuno » lo interrompe Tom.
« Non potete avere impegni! » replica Rebby.
« Insomma dopo tutte le disavventure che hanno avuto sti due ragazzi..»
indica me e Tom, al che arrossiamo.
« ..non possiamo non dargli una sera di pace!! » 
Le mie guance hanno assunto un colore violaceo e questo penso sia chiaramente evidente ai presenti e soprattutto a Tom che si copre gli occhi con la mano e ridacchia abbassando leggermente il capo.
« e-ehhm.. » balbetto, in più che ovvia difficoltà ed imbarazzo.
Tom intanto continua a ridere imbarazzato e pure Luke a questa uscita di Rebby si mette a ridere.
« Hahaha… questo ve lo concedo… » si arrende il giovane publicist di Tom.
« Allora è deciso » dice Tom rivolgendosi principalmente a me, mentre si scopre il viso nascosto dalla sua mano.
Anche io gli sorrido con occhi languidi.
I nostri sguardi rimangono per qualche istante intrecciati ed io, appena me ne rendo conto, cerco di sbloccarmi con un lieve sobbalzo che mi fa rovesciare la zuccheriera sul bancone.
« Merda!! » urlo.
Cazzo. Non posso uscirmene con sto’ linguaggio davanti a Tom! Si che l’ho detto in Italiano, ma Tom credo lo abbia tradotto in un batter d’occhio.
« Uh!! » Tom e Luke sobbalzano.
L’imbarazzo.
« Lascia che ti aiuti!! » mi dice Tom afferrandomi la mano con la quale stavo afferrando una spugnetta per rimediare al mio disastro.
La nostra pelle si sfiora e rimaniamo così per alcuni secondi.
La mano mi trema e penso che lui se ne stia accorgendo.
Lui mantiene una presa solida sulla mia mano e solo da questa riesco a percepire il calore della sua pelle che mi fa tremare ancor di più.
Entrambe alziamo lo sguardo dalle nostre mani e così i nostri sguardi tornano a incrociarsi.
Tutto intorno a me sembra rallentare e il rumore pare andarsene.
L’unica cosa che va veloce è il battito del mio cuore, che riesco ancora a sentire.
In un attimo cerchiamo di ricomporci ma lui non toglie la mano da sopra la mia, anzi con prontezza mi sfila la spugnetta e la passa sopra al bancone aiutandosi con l’altra mano a raccogliere lo zucchero.
Poi, in un attimo si allunga verso di me fissandomi nuovamente negli occhi e con rapida mossa butta nel lavandino lo zucchero.
Il mio cuore continua a battere all’impazzata, per non parlare del mio stomaco che sta ballando la lambada.
Dio, Tom… Così mi fai morire, però… 
« Ma che fai, Tom!! Facevo io!! » urla Rebby però sorridendo.
« Ci mancherebbe… » sospira lui non spostando gli occhi da me.
Non appena si è avvicinato di un poco, il suo profumo mi ha totalmente inebriato. Lo adoro. Mi fa pensare a quanto lui sia dolce e di quanto io me ne stia fottutamente innamorando.
Poi penso: Chiara che cazzo stai facendo. Non ti puoi innamorare di un attore e soprattutto cosa cavolo pensi di fare!?!? L’amore è una cosa seria…  
Il punto è che so bene quanto l’amore sia una cosa seria… Ed è proprio per questo che penso solo a Tom, che me lo sogno di notte, che me lo immagino ovunque e in ogni momento, cazzo. È per questo.
Basta, devo ricompormi.
Mi schiarisco la voce e inizio a smanettare sotto il banco e ad agitarmi.
« Chiara che fai? » mi chiede Rebby con aria dubbiosa.
« Ehh… nulla… » cammino avanti e indietro sotto gli occhi perplessi di tutti e tre.
« Vi stavo facendo un caffè… questo lo offre la casa! » esordisco.
« Uh, volentieri! Grazie. » mi fa Luke accompagnato da un risolino di Tom.
In un batter d’occhio preparo due cialde e dalla spillatrice esce dell’ottimo caffè bollente.
« Ecco a voi » mi strofino le mani dopo aver messo i caffè sul banco.
« Grazie, Chiara! » mi sorride Tom.
« Uh! Di null..
SQUISSSS!!!
« Ahhh!!!! » urlo.
Ho aperto il rubinetto al massimo e mi sono spruzzata tutta l’acqua addosso infradiciandomi la parte alta della camicetta da lavoro.
« Sono una demente!! » borbotto non appena mi rendo conto di aver messo la divisa bianca con sotto un reggiseno nero.
In fretta e furia prendo uno straccetto e inizio a tamponarmi all’altezza del decoltè cercando di non essere vista.
Peccato che Tom lo nota subito e non appena si porta il caffè alla bocca, forse per l’imbarazzo si rovescia mezza tazzina sulla camicia azzurra aderente.
« Holy shit!!! » urla non appena avverte il caffè bollente sulla pelle.
« Oh cielo!! » urla di rimando Rebby.
« Miseria!!!! » si ci mette Luke.
Io lancio un gridolino e in men che non si dica esco da dietro il banco con uno straccetto bagnato.
« Come brucia!!! » si mette a urlare Tom mentre disperatamente cerca di sbottonarsi la camicia – forse inconsciamente – nel tentativo di non bruciarsi ulteriormente.
Come arrivo ad un passo da lui per soccorrerlo mi rendo conto della camicia sbottonata.
Un’ondata di caldo mi trapassa il cervello e la spina dorsale.
Caro Tom, penso che a causa di questo tuo “scherzetto” ci siamo giocati i miei ormoni.
Involontariamente e senza pensarci – o forse no – prendo lo straccetto e glielo premo sul petto scoperto.
« Cavolo!!! » gli faccio togliendo lo straccetto e iniziando a soffiare stupidamente su i suoi pettorali.
Non appena me ne rendo conto mi blocco e lo straccetto mi finisce per terra.
Lui abbassa il capo e mi osserva ancora un po’ dolorante.
Arrossisce ma non sembra dispiaciuto o seccato dal mio “gesto”.
« Sei piuttosto rosso… » gli dico io appoggiando due dita sulla parte scottata.
« Ahia! » sobbalza lui afferrandomi istintivamente la mano sentendo il dolore.
La mia mano ora è interamente premuta dalla sua mano sul suo petto.
I nostri occhi si incontrano nuovamente ma io cerco di contenermi.
« Rebby, passami la crema per le scottature! » le chiedo con voce ferma.
Lei me la passa e io in un attimo me ne passo un po’ sulle due dita, liberandomi dalla sua presa e gliela spalmo mentre lui si siede sullo sgabello.
Non dice una parola.
« Tom, copritiii!!! » gli fa Luke, ma lui non lo ascolta.
« Vedrai che con questa passa tutto… » gli dico io premurosa, dopodiché chiudo il tubetto di crema e con lo strofinaccio mi pulisco le mani dal gel.
Tom fa per aprire bocca ma in men che non si dica i nostri occhi vengono abbagliati da una serie di luci che ci costringono a girarci.
Che mi venga un colpo. Dietro di noi, all’entrata della caffetteria ci sono una serie di paparazzi che iniziano a scattarci delle foto. 
Io sobbalzo e cerco di coprirmi il volto con un braccio ma i flash arrivano dappertutto.
« Merda!! » urla Luke togliendosi la giacca nel tentativo di coprire Tom.
« Dobbiamo andarcene di qui, Tom!! » continua lui.
Ad un tratto Liam ed Amie escono dalla cucina e si mettono ad allontanare i paparazzi. « Via di qua!! Immediatamente!! »
Josh si mette davanti a me, Tom cerca di coprirsi e Rebby fa “ciao ciao” con la manina.
« Cazzo! » faccio io.
Una voce in lontananza mi si rivolge direttamente.
« Hey tu!! Sei la sua ragazza!? »
Un’altra voce: « Come ti chiami? »
« Cosa stavi facendo a Tom?? »
« Da quanto tempo va avanti questo flirt?? »
« Hey ragazza, misteriosa!! Com’è a letto il cattivo degli Avengers?? »
In questo momento vorrei morire. Mi viene perfino da piangere al che Amie mi urla: « tesoro, correte via! ORA! »
Non ci capisco più niente fino al momento in cui sento la mano di Tom stringere la mia e tirarmi con se’.
« Vieni con me! » mi dice tenendomi stretta per la mano.
« Tom dove vai!?!? » urla Luke, al che Tom fa un passo indietro e gli fa: « le chiavi della macchina, Luke! »
 
Pochi attimi dopo ci ritroviamo a sgattaiolare via dai paparazzi, mano per mano.
Corriamo. Più veloce possibile con ancora alle spalle quegli avvoltoi.
Mi sento terrorizzata, ma la stretta di mano di Tom un po’ mi tranquillizza.
Davanti a noi c’è una macchina nera lucidissima che pare una Jaguar e senza pensarci due secondi ci saltiamo dentro.
« Mi dispiace, Chiara! Non sai quanto!! » mi dice Tom con aria mortificata.
« Ti dispiace di cosa!? Se mai è colpa mia che… insomma, volevo solo aiutarti e…»  
« Non dirlo nemmeno per scherzo! » si gira prendendomi il viso fra le mani.
Il cuore ora mi si ferma.
« Dobbiamo andarcene ora, okey? » continua mollando la presa e inserendo le chiavi nel cruscotto.
« Okey, andiam… » mi freno. Non posso fare a meno di notare che, nei sedili posteriori vi saranno una 20enina di brick di esta-thè alla pesca.
« E questi come me li spieghi? » sdrammatizzo ridendo un po’.  
« Non chiedere! » mi dice lui accelerando e scattando via.
 
Siamo in macchina ma come ci fermiamo troviamo un paparazzo. Oggi è la fine.
« Ho un idea! » gli dico.
« E sarebbe? » mi chiede lui speranzoso.
« Insomma è da mezz’ora che giriamo… a quest’ora Rebby e Josh saranno già a casa.. » prendo fiato « Insomma, Rebby aveva organizzato una serata Pizza e Nintendo Wii con il nostro collega Josh a casa nostra…  » 
Mi ascolta interessato.
« Nel quartiere dove abito io fidati che nemmeno un paparazzo si avvicinerebbe! Potremmo andare lì! Ti do una maglietta asciutta e poi nonappena si calmano le acque puoi andare… Avviso Rebby di preparare per 4, così puoi anche fermarti a mangiar…»
« La trovo un’ottima idea! » mi interrompe compiaciuto.
Si prospetta una serata interessante.
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
Non appena ci troviamo nella piazzetta di casa mia, dove ci sono alcuni parcheggi, Tom è sorpreso dal fatto che anch’io sia di Westminster e che io e lui non ci siamo mai visti prima.
Scendiamo dalla macchina. Io all’inizio m’ingarbuglio un po’ con la cintura di sicurezza ma poi riesco a uscirne sana e salva.
« Ed eccoci a casa mia e di Rebby » fingo un mezzo sorriso.
« E’ carino qui! » mi sorride, anche se temo mi stia mentendo, perché di qua si può dire tutto tranne che è un condominio carino.
Io mi limito a ringraziare e a fargli strada verso il nostro appartamento.
Le porte d’ingresso sono tutte indipendenti in questo caseggiato, e la nostra è l’ultima infondo a tutti i palazzotti.
« Eccoci » inizio a ravanare in tasca ma le chiavi non le trovo quindi dopo qualche tentativo mi arrendo e citofono.
« Ora ci aprono, tranquillo. »
Tom annuisce sorridendo, ma è chiaro che ha i brividi di freddo.
La sua camicia, che un tempo usava essere azzurra è sta leggera e ovviamente starà congelando.
Anch’io ho molto freddo ma faccio finta di nulla.     
Citofono una seconda volta.
Nessuno apre.
« Ora ci aprono! » ripeto rassicurandolo ma lui non sembra farsi problemi e, con le mani in tasca continua a sorridere.
« Hai freddo? » mi chiede lui con voce davvero dolce, ma io faccio no con la testa.
« Invece si che hai freddo! » ad un tratto si mette dietro di me e inizia a strofinarmi spalle e braccia.
Se prima avevo i brividi di freddo ora ce li ho a causa sua.
« Mi dispiace per prima, Chiara, davvero… » ansima lui.
« Ti ho messo in una brutta situazione... » continua dispiaciuto.
« Sai, molto probabilmente domani quelle foto appariranno su molti giornaletti… » cerca di dirmi in modo delicato.
« Lo immaginavo… ma tu non devi preoccuparti! » mi volto verso di lui.
« Non è colpa tua se quelli sono degli avvoltoi! » ora siamo faccia a faccia.
« Tu sei un attore affermato e hai davanti una carriera brillante e te la sei meritata!! È normale avere dei paparazzi alle spall…
« Si ma quelli sono stati maleducati con te!! » mi interrompe cambiando tono.
« Chiara, sei una ragazza fantastica e mi dispiace! Mi scuso a nome loro! E ti prometto che non si permetteranno più di metterti in…
« Shhh… » lo interrompo io questa volta appoggiandogli alcune dita sulle labbra. – non so da dove mi esca tutto questo coraggio –.
Lui rimane immobile.
« Non ti preoccupare… Me ne frego di quello che hanno da dire su di me… Ero solo preoccupata per te, perché forse io non dovev… »
Questa volta è di nuovo lui ad interrompermi.
Mi afferra la mano e fa due passi in avanti verso di me.
« Basta parlare… » mi sussurra molto gentilmente e con molta lentezza il suo viso si avvicina al mio e…
« ECCOVI! FINALMENTE!! »  
Fanculo Rebby.
Di cuore.. Fanculo!
Penso mentre con gran fracasso Rebby spalanca la porta.
« Ehm.. ho interrotto qualcosa? » continua lei, al che sobbalziamo e ci ricomponiamo.
« Che fine avevi fatto!? È da dieci minuti che stiamo citofonando!!! » le dico io mascherando un po’ la tensione del momento.
« Si scusa! Stavamo montando la wii!!! »
« Permesso! » dice Tom entrando in casa.
« Ta Da!! Ecco casa nostra. » gli faccio mentre non posso far a meno di notare le pattine rosa di Rebby che fanno sorridere anche Tom.
« La vostra casa è deliziosa!! » continua lui con un mega sorriso stampato il faccia.
« Grazie, Tom!! » risponde Rebby compiaciuta.
« Vieni » continua lei « vediamo di trovarti una T-Shirt che ti vada » dice Rebby trascinandoselo nella sua stanza dove di tanto in tanto Josh lascia delle sue magliette.
Lui non fa altro che sorridere, rivolgendomi un dolce sguardo.
Saluto Josh che sta ravanando in cucina e corro in bagno a farmi una doccia rapida.  
« Io corro a farmi una doccia veloce!! » urlo mentre mi fiondo in bagno in tutta fretta. Come direbbe Rebby, ho proprio bisogno di raffreddare i miei bollenti spiriti. Una doccia rinfrescante può far al caso mio.
 
Di foga entro nella doccia. Accendo il cellulare e metto la musica a tutto volume dopodiché mi infilo sotto la doccia e iniziano a salirmi – come si dice a Genova – le paturnie.
Mi viene freddo così metto l’acqua bollente, tanto da formare una quantità infinita di vapore nella stanza.
Dal mio cellulare parte la canzone Grace Kelly di Mika e a tempo di musica inizio a sbattere la fronte contro il vetro della doccia.
“Cazzo…. Chiara…. Cazzo…. Stai…. Facendo??? Ti sei innamorata di Tom Hiddleston!!! Cosa diavolo fai!!!!!!” sussurro tra me e me sempre a ritmo di musica.
Intanto Mika sta cantando a squarciagola. I could be brown, I could be blue, I could be violet sky, I could be hurtful, I could be purple, I could be anything you like!”
Canto anche io con lui continuando a sbattere la testa sul vetro.
E poi ancora “Why don’t you like me, why don’t you like me, without making me try?”
 
Mentre continuo a prendere a craniate il vetro ad un tratto la luce si spegne di colpo e di colpo si sentono degli urletti dall’altra stanza.
« E’ andata via la luce!!!! »
Ma no? Penso io mentre ancora insaponata cerco disperatamente un asciugamano che, ovviamente non c’è.
Dal salotto sento Liam urlare: « Tom nello stanzino ci dovrebbe essere una torcia!!... Sisi davanti a te!! »
Io faccio per saltare fuori dalla doccia quando di colpo si apre la porta e sento solo la voce di Tom che urla: « è questo lo stanzino???? » 
Mi verrebbe voglia di urlargli NO TOM, NON E’ DI CERTO LO STANZINO…
Ma non faccio in tempo a dirglielo purtroppo, che, cercando di balzare fuori dal box doccia scontro Tom. Completamente nuda.
« AAAAAAAAHHH!!!!!! » strillo.
« UHHH!!!!! » urla.
Cazzo sto per scivolare.
Anzi, senza il “sto per”…
Scivolo addosso a Tom.
Lui cerca di tenermi per i fianchi ma cadiamo l’una sopra l’altro e finiamo per terra.
Tom da una clamorosa schienata per terra e il tonfo si sente per tutta la casa.
Le labbra di Tom emettono un suono che sembra tanto l’urlo di dolore che fa Loki in Avengers quando Iron Man lo fa schiantare contro la gradinata di Stoccarda.
« Ahhh! »
E visto che il tempismo mi vuole bene, la luce di colpo si accende.   
Per un secondo rimaniamo immobili ed impassibili, ma solo per un secondo.
Strillo di nuovo e mi rotolo giù dal corpo di Tom avvolgendomi nel tappeto.
Tom rimane a bocca aperta rossissimo il volto ed io peggio di lui.
Intanto Grace Kelly continua a suonare: “How can I help it. How can I help it. How can I help what you think?”
Voglio morire dall’imbarazzo.
Tom rimane disteso per terra e si copre gli occhi con le mani.
Io mi alzo tentando di non inciampare nel bagnato e scappo in camera mia.
 
Brava Chiara,
Brava.
 


 
N.B. ANGOLO SCRITTRICE:
Salve a tutti amici!!! Vi è piaciuto questo capitolo? Scusate se ci ho messo tanto ad aggiornare ma ho il pc rotto e ora sto usando quello di mio zio! Che ve ne pare di questi due?? Aspetto un vostro parere <3 Spero di poter aggiornare presto!!
Un bacio. <3
Wall.

P.s. Ringrazio Cristina, la mia musa ispiratrice per avermi dato l'imput della doccia <3

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Capitolo 9
*** I must be fine because my heart’s still beating ***


From London With Love – Capitolo 9
Di Wall Hellsong
 

 
“I must be fine because
my heart’s still beating”
 
 
 
Can't think of anything to do,
my left brain knows that
all love is fleeting. 
 
(Feel in Love with a Girl – White Stripes)




Come arrivo in camera mia mi tuffo letteralmente nel letto a pancia in giù e sento di voler sprofondare lentamente nel mio piccolo – si vabbè piccolo – lago della vergogna.
Non ho nemmeno la forza di prendere qualcosa dall’armadio con la quale coprirmi.
Schiaccio la faccia contro il materasso morbido e con un braccio, senza muovere nessun altro muscolo del corpo afferro il cuscino e me lo ficco sotto il viso.
« Voglio morire… » borbotto con le labbra schiacciate sul cuscino.
« Voglio avere una morte rapida e indolore » continuo.
« E la voglio adesso. »
Ad un tratto la porta si spalanca e io sobbalzo nuovamente coprendomi con il cuscino.
« Cazzo calmati, sono io! » mi fa Rebby cercando di non scoppiare a ridere.
Non appena mi rendo conto che è solamente Rebby, mi volto nuovamente e ri schiaccio la faccia sul cuscino.
« Vai via » borbotto con parole molto confuse.
« Eh? Chiara non si capisce un cazzo se ti schiacci la faccia con quel cuscino! » mi fa lei.
Alzo appena un po’ la faccia per poi ri farla sprofondare: « Vai viaaa… » sbotto.
« Suvvia! » mi sprona lei.
Non rispondo.
« Invece di schiacciarti il cuscino, alza quelle cazzo di chiappe al vento e schiacciati Tom!! »
Mi alzo.
« Vaffanculo!!!! » sbotto.
« Cazzo, Reb! Mi ha vista nuda!! Anzi peggio!! Ero su di lui…. NUDA!!! »
« E sapessi che scandalo… » mi fa lei.  
« Sarebbe anche l’ora che pure lui si togliesse un po’ di roba da dosso! » conclude.
« Ma cosa dici Reb!! » una lacrima mi scende giù per la guancia e sento che sto per scoppiare.  
« Tu non capisci! » singhiozzo. Ora le lacrime scendono copiose e mi bagnano le labbra. Il loro gusto salato mi pervade la bocca e mi sento ancora peggio di prima.
« Tesoro! » mi intima Rebby sedendosi affianco a me, appoggiandomi una coperta sulle spalle.
« Perché piangi? » continua lei accarezzandomi la schiena.
« Sono una cazzo di cogliona, ecco perché! » ansimo singhiozzando ancora.
« E la cosa peggiore è che sono una cogliona imbranata che si ridicolizza davanti alla persona che… » mi blocco per cacciare via le lacrime con il polso.
« che? » mi domanda Reb premurosa.
« che amo cazzo!!! Ecco l’ho detto!! » sbotto.
« Mi sono innamorata di un attore che ha 15 anni più di me, cazzo!! » mi avvolgo nella coperta dandoci uno strattone secco.
« Io pensavo che fosse una cotta più che ovvia… una cotta per uno come… » prendo fiato.
«… uno come lui » mi riprendo.
« e invece, no! Dovevo innamorarmi, cazzo… » torno a piangere.
« Rebby! È tutto sbagliato!! Non doveva accadere questo… » vorrei fermare le lacrime ma sono come lava che trabocca da un vulcano. Più scendono più mi sento bruciare dentro. Odio piangere, cazzo! Mi fa sentire debole.
Io non sono debole.
Non lo sono più.
« Chia’… Le cose belle della vita non vanno a comando…» mi fa lei con un tono comprensivo, non molto da Rebby a dire il vero .
« …e tantomeno non hanno regole! » afferma dandomi una pacca sulla spalla.
« Prendi la vita per com’essa è! » mi incoraggia lei, ma io mi sento sempre più debole.
« Lui ha un interesse per te ed è palesemente ovv…
« NO! Non è palese e non è ovvio! Lui mi crede una pazza maniaca che gli si butta nuda addosso, che lancia tanga, che rovescia di tutto, che cade, e ri cade, e.. e…» mi manca la voce.
« … una ragazza bella, intelligente e sensibile!! » mi interrompe lei.
Io con voce strozzata cerco di contraddirla ma non riesco bene a parlare a causa delle lacrime che mi colano giù per la gola.
« Cazzo, Chiara!!! Se io non avessi aperto la porta, lui prima ti avrebbe baciata!! Non fare la finta ingenua!! » urla.
« Gli piaci!!! E sai che ti dico? » raccoglie fiato per poter alzare il tono di voce: «È più grande di te? Amen. Affanculo! » sbotta.
« C-cosa? » ansimo io.
« Sì, hai capito bene! Affanculo le convenzioni! » mi urla contro.
« E Affanculo pure te che vuoi sprecare questa occasione!! » da un pugno sul comodino.
Rebby mi ha mandata a fare in culo.
Ora.
In questa stanza.
In queste circostanze.
« Tom è un ragazzo come si deve, cazzo!!! Provaci almeno!! Se poi andrà male allora potrai menarmi!! Ma almeno non avrai rimpianti, chia’...» il suo tono sembra affievolirsi.
Silenzio.
Tiro su con il naso.
Odio il fatto che Rebby, la più irresponsabile fra le due, sia diventata più saggia di me. Ok, odio pure il fatto che mi abbia mandata a fare in culo, ma vabbè.
La fisso.
Silenzio.
« Cazzo, Rebby.. Gli sono finita addosso nuda. » le faccio.
«  nuda. » ribadisce lei.
« nuda. » ripeto io.
« con le chiappe al vento. » mi fa lei.
La guardo interdetta.
« Ha ancora il segno delle tue tette bagnate sulla maglietta.. » dice lei guardando il vuoto.
« come prego? » sobbalzo.
« si, vabbè… “tette” »
« non insultare il mio decoltè! »
« ah, no! Mai! »
« sarà meglio! »
« … »
« … »
« Si però potevi prenderla meglio la mira e fartele un po’ strizzare!!! »
« REBBY!!!! »
Ridiamo tutte e due.
« Cazzo, però è vero! »
Le tiro una cuscinata in faccia e tutte e due iniziamo a ridere istericamente.
« Ti voglio bene, Reb! » la abbraccio.
« Anche io, albachiara! » mi da una strizzatina.
« Però, tesoro! Vai giù adesso… e magari vestiti… magari…» mi fa lei ironica.
Iniziamo un po’ a darci fastidio a vicenda ma poi ci ricomponiamo e inizio a prepararmi.
 


TOM  P.O.V.
 
Oh santo cielo! Mi sento scombussolato come non mai… Non riesco nemmeno ad alzarmi da terra e a scoprirmi gli occhi.
Lasciatemi qua nel mio lago di sudore e di vergogna.
Josh sta cercando di farmi alzare, dicendo che per terra è bagnato, ma io non lo ascolto.
Insomma era completamente nuda!
Senza niente addosso!
Niente, cielo benedetto!
Profumava di vaniglia.
Dio, quell’odore.
Era nuda su di me!!
I capelli ancora zuppi e il corpo caldo e umido.
Era su di me.
Ed io sono rimasto a bocca aperta come un merluzzo.
Dio, la vergogna!
Cerco di rimanere dritto immobile sperando che Josh non si accorga del mio evidente… ecco di lui.
Spero che nemmeno Chiara se ne sia accorta.
Insomma non si può pretendere che un uomo, di fronte a certe situazioni rimanga “composto”.
Sono rigido. E non sono il solo ad esserlo.
Santo cielo, Tom! Pensa a qualcos’altro, pensa a qualcos’altro!
Cielo benedetto!! La stavo per baciare. Cosa mi è saltato in mente??
Lei ha solo ventidue anni!! Però è così… Così bella!! Bella, intelligente, un po’ imbranata ma è una parte di lei che adoro.
Quando la vedo mi sento completamente scombussolato! Mi agito e divento imbranato pure io. Cazzo, sono entrato nel bagno invece che nel ripostiglio!!
Eppure non so… Mi piaci, Chiara! Mi piaci!
Sei MOLTO più giovane, sei Italiana, sei… sei lontana anni luce ma io credo di non poter più fare a meno di te.



 
***
 


Ho infilato il primo paio di jeans e la prima maglietta che ho trovato nell’armadio e sono corsa giù per le scale mentre mi allacciavo gli stivaletti di cuoio marroni.
Ho ancora i capelli bagnati, spero non si noteranno molto.
Rebby mi corre dietro chiamandomi ripetutamente ma io non le do retta.
Arrivo in corridoio e con un balzo arrivo in salotto.
La TV è sintonizzata sul Nintendo Wii, sul divano c’è una serie di telecomandi sparpagliati e sul tappeto c’è addirittura un asciugacapelli.  
« Eccola qua la donna nuda! »
Mi volto di scatto verso l’angolo cottura e vi trovo Josh e Tom che preparano le pizze.
« Finalmente ci degni della tua presenza! » continua Josh cercando di sdrammatizzare, ma questo peggiora la situazione.
Tom mi guarda per un istante ma poi abbassa timidamente lo sguardo ed io un attimo dopo di lui.
« Chiara come la vuoi la pizza? » continua Josh cercando di sciogliere il ghiaccio.
« IO… la voglio vegetariana! » urla Rebby che si unisce a noi.
« Rebby, non fare l’egocentrica! Già lo sapevo! Tu, Chiara? » continua lui con aria seccata.
« Acciughe. Grazie! » rispondo io secca.
« Dai allora mettetevi a tavola che io finisco di preparare! » ci intima Josh.
« Anzi no, aspetta! » lo interrompe Rebby.
« Chiara Tom mi cercate NELLO STANZINO » e sottolinea stanzino « hem! Le…. No! I tovaglioli nuovi?? Grazie!!! » sbianco.
Sbianca.
« Ehh… No, vado io! » mi propongo timidamente dirigendomi verso il ripostiglio.
« Ti aiuto! » mi fa Tom seguendomi.
Ansia.
Turna!
Mi traballano le ginocchia.
Entriamo nello stanzino.
Con lo sguardo cerco dove possano essere i tovaglioli di carta ma non li trovo.
« Li vedi? » mi chiede lui molto timidamente.
« No… » rispondo io piuttosto tesa.
« Ah! Eccoli! Sono su quello scaffale!! » li indico soddisfatta.  
Tom socchiude gli occhi per aguzzare la vista ma non li vede.
« La in cima guarda! » gli faccio io mettendomi in punta di piedi per arrivare allo scaffale più in alto.
« No, aspetta! Faccio io!! » mi dice lui precedendomi nell’afferrarli.
Me li porge.
« Oh.. Grazie! » faccio io.
Cala il silenzio.
Nessuno dei due osa aprir bocca, ma quando faccio per uscire dallo stanzino, Tom mi frena afferrandomi delicatamente il polso con la mano.
« Ehhh.. Chiara? » mi fa lui, in soggezione.
« Senti… ecco… riguardo a quello che è successo prima... »
Lo interrompo.
« Non ti preoccupare, Tom! È acqua passata! » gli dico mentre con una mano mi strofino il braccio.
« Insomma… » continuo. « Sono un po’ un disastro e mi dispiace di esserti scivolata a dosso in quelle condizio… »
Ora mi interrompe lui.
« Chiara, davvero! Scusami tu! Sono io che sono entrato nella stanza sbagliata, al momento sbagliato! » mi dice con tono compassionevole mentre mi afferra ambe due le mani.
« Diciamo che è stata la situazione che è stata ecco… scomoda. »  dico io cacciando fuori una parvenza di risatina.
« Ehehe… già… » conclude lui, grattandosi il capo.
« Insomma ti ho fatto bagnare pure l’unica maglietta asciutta! » gli dico ridendo.
Anche lui ride dicendomi di non preoccuparmi; lui e Josh avrebbero rimediato al bagnato sui Jeans e sulla maglietta con un semplice asciugacapelli.
Pochi istanti dopo ci rechiamo in cucina e apriamo il pacco di tovaglioli da mettere a tavola.
Rebby e Josh mi guardano interrogativi, ma io mi limito a fargli un sorrisetto vago.
Ci mettiamo a tavola, mangiamo le pizze e brindiamo, con un ottimo vino rosso al successo lavorativo di Tom e di noi – come dice Rebby – “persone del popolo”.
Durante tutta la cena Tom ride, scherza e sembra proprio essere a proprio agio. Io lo guardo sempre sorridendo e lui fa lo stesso: la tensione sembra essere svanita nel nulla, anche se Tom, a causa mia, ora non mi guarda più dal collo in giù.
Ci mettiamo pure a giocare al Nintendo Wii ed io, Rebby e Josh ci sbizzarriamo nel creare l’avatar di gioco a Tom.
Rebby, che ha in mano il telecomando l’ha creato molto simile a Loki, così, il giovane attore britannico si mette a replicare qualche battuta del suo Dio degli Inganni e tutti ci mettiamo a ridere chiassosamente.
Ad un tratto il suo viso si avvicina molto al mio e le sue labbra mi ringhiano: “I am Loki, of Asgard and I’m burdened with glorious purpose” fra le due frasi lascia trapassare una lieve risata, ma poi si ricompone subito e le risate ricominciano… tranne le mie.
Quel suo tono di voce mi fa venire un brivido lungo la spina dorsale e sora le labbra e non posso fare a meno di mordermele nervosamente.
 
Sono le 23:00 ed io, Tom, Rebby e Josh siamo ancora sul divano a ridere dei nostri punteggi proiettati sullo schermo del televisore.
Tom, in Just Dance ci ha completamente stracciato… okey, anche nei giochi di sport è stato il migliore, ma c’è da dire che anche Josh se l’è cavata bene, nonostante non riesca a sopportare di essere arrivato secondo quasi in tutto.
« Dai Josh, non te la prendere! Dopotutto non sei sempre arrivato secondo!! In Just dance eri ultimo, ad esempio!!  » ride Tom, infastidendo giocosamente Josh.
Ridiamo tutti.
« Ah…ah…ah! Ridi, ridi Dio delle malefatte! Che la prossima volta ti farò mangiare la mia polvere! » ribatte scherzosamente Josh – forse anche meno scherzosamente –.
« Uhhhhhhhhh!!! Pesante questa!!! » urliamo io e Rebby in coro.
« Hehehe… » ridacchia Tom. « vedremo, vedremo you mewling quim! » gli fa Tom imitando Loki.
« HAHAHAHA!! SPENTO!!! » urla Rebby rivolta a Josh.
La serata non poteva concludersi meglio, penso io con un’aria totalmente appagata.
 
Poco dopo Tom afferra il cellulare e nota le 48 chiamate perse da parte di Luke, quindi decide che è meglio avviarsi verso casa; si propone di dare uno strappo a Josh in macchina e lui accetta.
Io e Rebby li accompagniamo alla porta.
« Uh! Per la maglietta come facc..? » Tom fa per parlare ma Josh lo interrompe.
« Non ti proccupare! Tienila! Me la riporterai la prossima volta o in caffetteria! » gli sorride.
« Tom, alla tua camicia ti ci do una lavata veloce e te la porto in caffetteria! » continuo io.
« Oh siete gentilissimi! » ci fa lui. « Ma davvero, Chiara non preoccuparti, la lav… »
« Non ci pensare nemmeno! » lo interrompo. « Se ti fidi te la lavo io a mano! » continuo cercando di essere premurosa.
« Se sicura? Davvero io… »  
« Sicura, sicura! »
 
Dopo qualche istante ci salutiamo e ci abbracciamo con tutti e quando arriva il momento di salutare Tom, lui mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia all’altezza dell’orecchio e mi sussura: « grazie davvero di tutto, Chiara! Sono davvero contento di averti incontrata! » mi stampa un altro bacio sulla guancia, risaluta tutti e si incammina con Josh lungo il vialetto per raggiungere l’auto.
Una volta entrati in macchina, ci salutano premendo più volte il clacson e schizzano via.
« Che serata Rebby! » mormoro languidamente.
« Chia’… pensi ancora di non piacergli? » mi dice lei spavalda.
« Suvvia Rebby… »
Chiudiamo la porta d’ingresso a chiave e ci dirigiamo in salotto per riordinare, anche se Tom ha insistito per aiutarmi a mettere su la lavastoviglie, quindi il da farsi è poco.  
Dopo alcuni minuti saliamo nelle nostre camere, ci mettiamo in pigiama e poi torniamo in salotto per chiacchierare allegramente sul divano.
« Allora? » mi fa lei con aria ambigua
« Come ti senti? » continua con lo stesso tono di voce.
Non so che risponderle, perché in realtà mi sento come se mi fosse esplosa una bomba di fuoco dentro, ma allo stesso tempo il calore del fuoco mi rende più sciolta e rilassata e di conseguenza più felice.
Non rispondo; mi limito a sorridere.
« Okey, sei inebetita. » afferma lei facendomi “toc toc” sulla fronte.
« Rebby!!! » le urlo (ridendo) dandole una manata in faccia.
« Dai, su! Sii sincera! Cos’hai provato quando eravate… ci siam capite…» mi fa lei strizzando l’occhio.
« Ti dirò! » mi rannicchio in un angolo del divano abbracciandomi le ginocchia.
« Quando mi ha sfiorato la pelle completamente scoperta, ecco… ho sentito un tremolio dentro di me! » continuo io.   
Mi imbarazza un po’ parlare di questo genere di cose, ma di Rebby mi fido ciecamente.
« Insomma, non avevo mai sentito quel brivido! » affermo cercando con lo sguardo la risposta nel vuoto.
« Te lo dico io che era quel “brividino”, come lo chiami tu… » mi fa lei.
Aspetto una risposta.
« Eri eccitata come una lupa in calore!!! HAHAHAHA!!! » ride.
L’imbarazzo sale dentro di me e inizio a torturarmi istericamente le mani.
« Ma…c-che dici, Reb-b-b…» balbetto io goffamente.
« Non sei un caso clinico, albachiara! Devi solo fare sesso! Sesso con l’uomo di cui ti sei innamorato, il quale ricambia i tuoi sentimenti in modo palese!!! » mi dice Rebby tutto d’un fiato.
« Smettila! » le faccio io ridendo.
« Non essere ipocrita, Chia’! Non lo faresti sesso con lui? » mi chiede retoricamente.
« Bhè, è ovvio! Solo che ci metterei molto ecco… »
« Amore? Come t’ho detto… » ribadisce lei con un sorriso malizioso stampato in faccia.
« Secondo me a letto… » continua lei. «… Tom dev’essere un po’ un Loki assetato di…. CALORE UMANO!! Hahahaha!!! » se la ride tutta convinta.
« Pervertita!! Ecco cosa sei!! Una pervertita affamata di p…
« HEM HEM!!!!!! » grazie a Dio mi interrompe.
Ridiamo chiassosamente tanto che i vicini urlano di chiudere il becco, ma noi ce ne freghiamo e continuiamo ad immergerci nel nostro piccolo laghetto abitato da piccoli e deliziosi pesci rossi.
Mi stendo sul divano e la prima cosa a cui mi viene da pensare è “Credo di essere ancora viva: il mio cuore batte ancora”.



 
N.B. ANGOLO SCRITTRICE:
Salve a tutti carissimi lettori <3
Che ve ne pare di questo capitoletto? Lo so, lo so, è breve ma penso sia molto importante poiché preannuncia ciò che sta per accadere!
Nel prossimo capitolo ci sarà finalmente una SVOLTA!!!!!! Ma niente sopiler!!! ;)
Fra due giorni massimo sarà caricato anche il capitolo 10!!!! Tenetevi pronti e sintonizzati qua o sulla mia pagina facebook!!!!!! ;) fra poco succederà l’incredibile!!! <3
P.S. vi consiglio di leggere il brano con le canzoni da me indicate per una lettura più coinvolgente <3
Baci,
Wall.

 
 
 
 
 
 
 

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