Missione: conquistare Ron! ...o quasi...

di sophie_85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il piano di Ginny ***
Capitolo 2: *** Nero su bianco ***
Capitolo 3: *** Si apra il sipario ***
Capitolo 4: *** Interrogatori e pedinamenti ***
Capitolo 5: *** Foto nella neve ***
Capitolo 6: *** Tra sfide e boccini ***
Capitolo 7: *** Coraggio da grifoni ***
Capitolo 8: *** Tra lezioni e gelosie ***
Capitolo 9: *** Tra pensieri e parole grosse ***
Capitolo 10: *** Cosa pensi di me? ***
Capitolo 11: *** Una mattinata turbolenta ***
Capitolo 12: *** Confessioni ***
Capitolo 13: *** Complicità ***
Capitolo 14: *** Il bacio ***
Capitolo 15: *** Al lago ***
Capitolo 16: *** Una serata movimentata ***
Capitolo 17: *** Confessioni e confusioni ***
Capitolo 18: *** La fine del contratto? ***
Capitolo 19: *** Preoccupazioni e cambiamenti ***
Capitolo 20: *** La cosa più giusta ***
Capitolo 21: *** Il gruppo B ***
Capitolo 22: *** L'esercitazione ***
Capitolo 23: *** Ricordi ***
Capitolo 24: *** Quattro anni dopo ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Il piano di Ginny ***


Missione: conquistare Ron! ...o quasi...






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Una ragazza dall’aria triste sospirò rumorosamente, mentre guardava assente il giardino di Hogwarts, completamente imbiancato dalla neve.

Poggiò la guancia sull’altra mano e sospirò. Di nuovo.

“Se non la finisci giuro che ti porto a fare un giro a forza sulla mia scopa!”

Hermione finalmente riportò la sua attenzione sull’amica e sulla partita di Scacchi Magici lasciata a metà, con un’espressione di scusa. “Mi dispiace, Ginny. Prometto che ora cerco di concentrarmi sul serio sulla partita. Hai mosso il cavallo, giusto?”

“Ma che mi frega del cavallo! Quello che mi preoccupa sei tu! Studi sempre e più di prima, ma per il resto... sei sempre distratta, sulle nuvole. E non mi ricordo l’ultima volta che ti ho vista ridere. E poi per chi staresti in queste condizioni? Per quel cretino di mio fratello!”

Hermione, mentre la sua amica parlava, spostò automaticamente lo sguardo su Ron, che stava lucidando la sua scopa insieme a Harry. Quando riportò l’attenzione sulla compagna, il suo sguardo era ancora più triste. “Lo so, Ginny, lo so. Ma che posso farci? Non riesco a capacitarmene neanche io, ok? Poi siamo così diversi…”

“Appunto! Lascialo perdere, non ti merita.”

“Ma non ci riesco. In fondo anche tu ci sei passata con Harry. L’anno scorso ero quasi riuscita a dimenticarlo, ma poi quando l’ho visto con Lavanda… non riesco proprio a staccarmi da lui!” Hermione si torse le mani.

“Ma è proprio in questo che sbagli, non lo capisci? Lui è un eterno insicuro, ma non si preoccupa più di tanto di prendere una decisione perché sa che tu ci sarai sempre lì per lui. E appena tu dai cenni di cedimento, oppure ti guardi attorno, ti tiene alla corda mettendosi con la prima smorfiosa che gli capita a tiro.”

“Dai, Ginny, non esagerare! Ron non è così cattivo e poi non dovresti parlare così, è pur sempre tuo fratello.”

“Lo so che è mio fratello e che non lo fa con cattiveria, ma questo non toglie il fatto che sia un idiota. Ok, la smetto, ma io parlo anche per lui. Sono convinta che a mettervi insieme soffrireste entrambi.” vedendo che l’amica abbassava gli occhi, si morse il labbro e continuò titubante “Ma se per renderti felice devi proprio metterti con lui… io forse saprei quale sarebbe la strategia più adatta per fargli fare chiarezza e decidere che fare una buona volta.”

Le guance di Hermione si accesero di entusiasmo. “Davvero? Cosa dovrei fare?”

“Devi farlo ingelosire, mia cara.” Hermione sbuffò cercando di replicare, ma Ginny continuò prima che potesse farlo. “Non ci provare, non l’hai già fatto! Con quel viscido di McLaggen come speravi di riuscirci?! Devi puntare più in alto… molto più in alto… magari qualcuno che gli stia proprio, ma proprio antipatico… magari qualcuno che sia capace di umiliarlo e metterlo in imbarazzo come pochi… magari biondo…” Una luce strana le illuminò gli occhi mentre diceva queste parole e fu proprio quella luce che fece crescere una consapevolezza dentro Hermione che la schifò solo all’idea.

“Ginny, non starai mica parlando di chi penso io, vero?” La ragazza annuì e Hermione incominciò a scuotere sempre più decisamente i folti ricci castani.

“Tu sei pazza! Ma come puoi anche solo pensare che io ci possa provare con Draco Malfoy! No, dico, MALFOY! Pensa a come potrebbe reagire! Mi distruggerebbe! Verrei massacrata e derisa dall’intera scuola! Sempre se non mi ammazzi prima lui.”

“Non se lui avesse una buona offerta sull’altro piatto della bilancia...”

“No, Ginny, ti assicuro che si farebbe torturare a morte piuttosto che toccare una nata babbana come me, figurati diventare il mio… ragazzo!” La stessa Hermione sembrava disgustata all’idea, ed ebbe un brivido sull’ultima parola pronunciata.

“Ma mica dovete mettervi insieme per davvero, basta che lo creda Ron. E poi sarebbe facile convincerlo: se non sbaglio rischia la bocciatura con Vitious, gli aveva assegnato quel compito extra che dovevi supervisionare, giusto? E poi ho un’arma segreta! Guarda qui!”

Ginny si guardò intorno con aria cospiratoria e passò velocemente una foto a Hermione: nello scatto si vedevano una ragazza non troppo carina che baciava Malfoy. La voce di Ginny era gonfia d’orgoglio. “Allora? Che te ne pare? Una mia amica di origini babbane di Tassorosso me l’ha data qualche giorno fa! Ha una cotta colossale per Malfoy ed è riuscita a farsi fotografare con una macchinetta babbana mentre lo baciava! Non so come diavolo ci sia riuscita, ma devi ammettere che è una prova molto compromettente per un purosangue, no?”

Hermione osservò la foto con più attenzione e notò facilmente i segni di un banale fotomontaggio fatto a casa col computer.

 

Possibile che non se ne sia accorta? …Forse con le foto del mondo magico non si possono fare fotomontaggi. Oppure pensa che la qualità delle foto babbane sia normalmente così scarsa… però se ha imbrogliato lei, forse anche Malfoy…

 

“Dai, Hermione! Pensa che smacco sarebbe per mio fratello! Non solo ti starebbe perdendo, ma per di più per mano della persona che odia più al mondo! Se non vuoi farlo per te, fallo per me! Voglio proprio vedere che faccia farà quando ti vedrà con Malfoy!”

“Ti rendi conto di quanto rischio a chiedere una cosa del genere a Malfoy, anche con la tua strabiliante prova compromettente a supporto?”

“Hermione! Ma che razza di Grifondoro sei? Dovresti essere disposta a rischiare tutto per ciò che desideri…” Lanciò uno sguardo esplicito verso Ron. Anche Hermione rimase a guardare il ragazzo per un po’, e alla fine disse, alzandosi in piedi “Hai ragione tu! Chi non risica non rosica! Se mi dice di no, pazienza, ma se mi dice di sì… costringerò Ron ha mostrarmi quello che davvero prova per me. E forse sarà la volta buona che mi metterò l’anima in pace!”

“Brava, Hermione! Ma quando parlerai con lui?”

“Oggi abbiamo il giro di pattugliamento serale dei prefetti. Vado dalla McGranitt e le chiedo se può mettermi in coppia con Malfoy. E che il cielo mi aiuti!” così dicendo corse fuori dalla sala comune, seguita dallo sguardo orgoglioso di Ginny e quello curioso di Harry e Ron.

 

*      

 

Erano le dieci di sera quando la coppia Granger-Malfoy stava finendo di ispezionare l’ultimo corridoio.

Draco rivolse un’occhiataccia malevola in direzione della sua compagna. “La McGranitt dev’essersi bevuta il cervello… sa quanto non ci sopportiamo a vicenda, e ci mette a pattugliare insieme. Magari anche lei è stanca dell’insopportabile So-Tutto-Io di Hogwarts e spera che ti elimini entro la fine della serata.” Un ghigno minaccioso gli si disegno sul viso pallido.

“Fottiti, Malfoy.” Hermione cercò di tenere a bada la rabbia, mentre apriva di scatto le varie aule del piano, puntando dentro la bacchetta accesa dal Lumos. Quando finalmente arrivò all’ultima aula, davanti la quale di lì a poco dovevano incontrarsi con l’altra coppia di prefetti, entrò dentro.

“Che diavolo stai cercando, Granger? Non c’è nessuno qui.” disse il biondo mentre la seguiva all’interno.

“Volevo assicurarmi proprio che fosse completamente vuota.” Diresse la bacchetta verso la porta alle spalle del Serpeverde e la sigillò con un incantesimo. “Malfoy, dobbiamo parlare.”

Draco la guardò con sospetto. “E di cosa, di grazia? Ti ricordo che noi non abbiamo alcun tipo di rapporto, e per di più ci odiamo. L’unica cosa che potresti avere da dirmi potrebbero essere degli insulti, ma quelli  potevi semplicemente dirmeli per corridoio. Ora che ci penso è tutto la sera che sei insolitamente e finalmente silenziosa… non è che ti sei presa una cotta per me, Granger?” Stava parlando con un ghigno divertito, ma quando vide Hermione diventare rossa come un peperone, i suoi occhi si allargarono di stupore.

“Non è affatto come pensi tu, cretino… o almeno non proprio…”

“Senti, Zannuta, sputa il rospo. Non vorrei che a stare chiuso troppo tempo in una stanza da solo con una Mezzosangue mi prendessi qualche strana malattia.”

 

Dai, Hermione… respira a fondo e  ignora la sua cafonaggine, lo fai per te stessa! Adesso o mai più!

 

Prese fiato e disse tutto insieme “Michiedevosepotessifarefintadistareconme.”

Draco era piuttosto scocciato. “Che diavolo hai detto?”

Hermione sospirò e ripeté più lentamente “Mi chiedevo se potessi fare finta di stare con me.”

Malfoy la guardò per un tempo indeterminato prima di scoppiarle a ridere in faccia sguaiatamente. “Granger, ma che ti sei scolata un’intera bottiglia di Whisky Incendiario prima di venire qui?”

“No, Malfoy. Sono seria.” Aspettò che Draco finisse di sganasciarsi dalle risate e, quando finalmente incrociò i suoi occhi, capì che la ragazza stava dicendo la verità. Hermione aveva le guance arrossate, ma lo sguardo deciso.

“Ma stai dicendo sul serio? Vuoi che io faccia finta di stare insieme a te… e a che pro?” Gli lanciò un’occhiata penetrante e Hermione arrossì ancora di più. “Che stupido, ma è chiaro come il sole: è per quello straccione di Weasley! Vuoi farlo ingelosire con me. Non sarai troppo cattiva? Gli prenderebbe un infarto se ci vedesse insieme.” Il tono era di scherno, era chiaro che la stava prendendo in giro anche se si percepiva un minimo di curiosità.

“Pensaci bene. Potrebbe essere un vantaggio anche per te, non pensi? Quale migliore rivincita potresti avere su Harry e Ron? E poi… se non sbaglio hai un bel po’ di lavoro da fare per recuperare l’insufficienza in Incantesimi.”

Sentendo le parole di Hermione, finalmente Malfoy decise che stava parlando davvero sul serio e replicò immediatamente “Ma Vitious ha detto che devi sovrintendere il mio lavoro, quindi se andassi male io ci rimetteresti anche tu, mia cara.”

Hermione assunse un’espressione di trionfo. “Quello che tu non sai, mio caro, è che ho parlato con lui e mi ha detto di stare tranquilla. Sa bene dei nostri dissapori e del tuo caratteraccio e mi ha detto che comunque andrai sarà sicuro che io avrò fatto tutto il possibile.”

Malfoy sembrò rifletterci un attimo, ma poi la guardò con il solito astio. “E tu pensi che un’insufficienza a Incantesimi basti a convincermi a fare finta davanti tutta la scuola di stare con te? Ma ti rendi conto, se vuoi rendere la cosa credibile, dovremmo essere cordiali tra di noi. Dovrei toccarti! E non c'è nessun valido motivo per mettersi con una Nata Babbana, fosse anche solo per finta… e poi non una Mezzosangue qualsiasi, dovrei fare finta di stare con TE! Che schifo, non basterebbero mille insufficienze a convincermi.”

Hermione si sentiva toccata nell’orgoglio. Anche se non voleva ammetterlo, quelle parole l’avevano ferita. Tuttavia ingoiò il rospo e cercando di non far capire a Draco quanto avesse colpito nel segno coi suoi insulti, decise di usare il suo asso nella manica.

“Dici che disprezzi tanto le Nate Babbane, eppure…” Tirò fuori dalla tasca la foto e la osservò con palese interesse. “Qui non sembra che fossi poi tanto schifato, anzi…”

 

Speriamo che ci caschi…

 

“Di cosa stai parlando, Granger?” Si avvicinò fino a riuscire ad intravedere la foto. “Ma che diavolo…” Cercò di afferrarla, ma Hermione fu più veloce.

“No, no, Malfoy.” La girò, in modo tale che lui potesse vederla bene. “Si guarda ma non si tocca… ma che sorpresa, prima fai tanto lo schizzinoso e poi ti fai baciare proprio da una schifosa Mezzosangue!”

Gli occhi di Draco si ridussero a due fessure mentre guardava l’immagine e con passi rapidi si avvicinò a Hermione, afferrandola per il polso.

“Chi ti ha dato questa roba?” Strinse ancora di più la presa tanto che la ragazza lasciò andare la foto.

“Malfoy, lasciami, mi stai facendo male!”

“Come diavolo hai fatto a fare una cosa del genere? Evito qualsiasi tipo di rapporto con quella piattola di Tassorosso, quella foto è una menzogna!” Draco era davvero furioso.

Hermione stava tremando come una foglia, il sangue gli si era ghiacciato nelle vene, ma tentò comunque di mantenere in mano la situazione. Alzò il mento e puntò contro il petto del ragazzo la bacchetta, che ancora non aveva messo via da quando prima aveva sigillato la porta.

“Malfoy, lasciami andare o ti Schianto.”

Per un lungo istante Malfoy fissò la ragazza negli occhi e lei sostenne il suo sguardo in silenzio, orgogliosa, e alla fine la lasciò andare. Hermione trasse un silenzioso sospiro di sollievo, mentre si massaggiava il polso.

“Come diavolo hanno fatto…?” Lanciò un incantesimo e la foto prese fuoco.

Una volta che aveva ritrovato il suo battito cardiaco regolare, Hermione realizzò che anche Draco aveva creduto al trucchetto della ragazza Babbana, e allora decise di giocarsi il tutto per tutto e di tirare ancora un po’ la corda, nella speranza che non si spezzasse. Stava giocando col fuoco, e lo sapeva.

“Naturalmente sai che non sono così stupida da aver portato l’unica copia esistente con me, vero?”

Ebbe in cambio un’occhiataccia piena d’odio.

“Mai dire mai, la stupidità non ha limiti.”

Hermione gli fece un gestaccio in risposta, stando attenta però a tenersi a debita distanza, tenendo ancora la bacchetta puntata inconsciamente nella sua direzione.

Vedendo la sua buffa posa, chiaramente difensiva nonostante il gesto poco elegante volesse quasi provocare una sua reazione, Malfoy non potè fare a meno di sogghignare.

“Hai poco da ridere, mi sembra.” Hermione aveva capito che la stava canzonando e assunse un’aria stizzita. “Allora? Che intenzioni hai?”

Per tutta risposta Draco si mise le mani in tasca e, guardandola pigramente, disse “Dimmelo tu, a quanto sembra sei tu ad avere il coltello dalla parte del manico.”

Ed eccomi qua ragazzi… Nel tentativo di fare una one-shot su Hermione e Draco, che Vulcania mi aveva commissionato, mi sono ritrovata come al solito ingarbugliata in una storia a capitoli! Sono un disastro! Per ora non so quanto sarà lunga, e anche il titolo, come al solito lascia un po’ a desiderare. E’ molto “in costruzione” quindi se avete consigli su come sviluppare la storia (soprattutto tu, Vulcania), non lesinate in consigli. Mi farebbe anche piacere una vostra opinione su questo primo capitolo!

Un saluto a tutti, Sophie ^_^

Ps: non credo che riuscirò ad aggiornare più di una volta alla settimana… mi scuso in anticipo!


EDIT (25/11/2012): Ringrazio Lights per aver segnalato la mia storia nella 'Settimana del consiglio - the best of Draco/Hermione' nel gruppo facebook 'Hpeace&Love' :)

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Capitolo 2
*** Nero su bianco ***


Una volta che aveva ritrovato il suo battito cardiaco regolare, Hermione realizzò che anche Draco aveva creduto al trucchetto della ragazza babbana, e allora decise di giocarsi il tutto per tutto e di tirare ancora un po’ la corda, nella speranza che non si spezzasse. Stava giocando col fuoco. E lo sapeva.

“Naturalmente sai che non sono così stupida da aver portato l’unica copia esistente con me, vero?”

L’unica risposta che ebbe in cambio fu un’occhiataccia piena d’odio. “Mai dire mai… la stupidità non ha limiti.”

Hermione gli fece un gestaccio in risposta, stando attenta però a tenersi a debita distanza, e tenendo ancora la bacchetta puntata inconsciamente nella sua direzione.

Vedendo la sua buffa posa, chiaramente difensiva nonostante il gestaccio volesse quasi provocare una sua reazione, Malfoy non potè fare a meno di sogghignare.

“Hai poco da ridere, mi sembra…” Hermione aveva capito che la stava canzonando, e assunse un’aria stizzita. “Allora? Che intenzioni hai?”

Per tutta risposta Draco si mise le mani in tasca, e guardandola pigramente disse “Dimmelo tu, a quanto sembra sei tu ad avere il coltello dalla parte del manico…”

- Fine capitolo -

 

*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

 

Hermione non realizzò immediatamente il significato di quelle parole. “Vu-vuoi dire che ci stai?!”

“Lo vedi che la stupidità non ha limiti?” Draco la guardava infastidito. “Che c’è, sei delusa? Prima monti su tutta ‘sta sceneggiata e poi fai quella faccia? Se vuoi io posso sempre andarmene.”

“NO! Non sono delusa… è solo che mi è sembrato troppo facile, tutto qui.”

“Con quella maledetta foto in mano tua? Io ho una reputazione da difendere al contrario di te. E poi pensandoci bene credo che potrebbe risultare anche abbastanza divertente… però non credere che mi potrai comandare a bacchetta, voglio porre delle condizioni.”

“Immaginavo…” Iniziò a frugare nella sua borsa e tirò fuori una pergamena. “Ecco qui. Voglio porre per iscritto ogni singolo obbligo che è nascerà dal nostro patto.” Si avvicinò ad un banco e tirò fuori anche una piuma e dell’inchiostro.

“Che cosa?! Vuoi scrivere tutto su un pezzo di carta? Certo che sei proprio strana tu… a che servirebbe, scusa? Sei così stupida che non riesci a ricordarti cosa ci diciamo o la tua smania per gli appunti ti porta fino a questo punto?”

Hermione lo guardò infastidita e fece un respiro profondo per non rispondergli male. “Smettila di insultarmi, Malfoy! Se dobbiamo davvero fare questa… cosa, dovrai iniziare a comportarti in maniera civile. E comunque questo contratto è stregato, non avrai davvero pensato che mi sarei fidata semplicemente della tua parola; questa pergamena è un po’ come quello che ho fatto per l’ES. Naturalmente l’effetto sarebbe diverso se tu non rispetterai le regole. Sai, non credo che qualche brufolo danneggerebbe più di tanto il tuo aspetto. Fai già schifo così!”

Draco la guardò minaccioso. Hermione non pensava davvero quelle cose, l’aveva offeso solo per il gusto di offenderlo. Vedendo che il ragazzo si fece avanti di un passo, si affrettò a continuare con la speranza di distrarlo. “Naturalmente anche nel caso in cui io non rispetti i termini del contratto subirò una punizione: non potrò parlare con Harry, Ron e Ginny per almeno tre mesi.”

Draco sbuffò. “Ma che razza di punizione è? Pagherei per non vederli mai più. E se io non rispetto il contratto cosa succede?”

Gli occhi di Hermione si illuminarono e un ghigno degno del peggior Serpeverde le si delineò sul viso. “Sai, conosco una giornalista della Gazzetta del Profeta che troverebbe molto interessante la tua foto con la Tassorosso… le chiacchiere su ‘Malfoy, l’amante dei Babbani’ farebbero il girò dell’intera comunità in un batter d’occhio; pensa se arrivassero all’orecchio di tuo padre e hai tuoi amichetti Mangiamorte…”

Malfoy la guardò cattivo mentre diceva “Potrei semplicemente ucciderti e evitare che le foto arrivino a destinazione.”

Suo malgrado Hermione ebbe un brivido. “No, sarebbe comunque inutile, perché l’incantesimo si attiva da solo. E come primo punto, su cui non si discute sarà proprio questo: non potrai farmi del male in alcun modo, quindi, tanto meno uccidermi. Inoltre ti avverto, c’è un effetto secondario immediato se infrangi le regole. Lo scoprirai se non le rispetterai, ti dico solo che è un po’ doloroso… quindi vedi di comportarti bene.”

“Va bene, va bene. Rispetterò i patti. Che altro ci vuoi scrivere su quell’affare?”

“Dovrai chiamarmi se non per nome almeno per cognome, altrimenti si capirà subito che c’è qualcosa che non va.”

La guardò come se avesse detto la cosa più ovvia del mondo. “E invece pensi che vederci improvvisamente insieme, così, all’improvviso, non desterà alcun sospetto?”

“Io non voglio che tutta Hogwarts pensi che stiamo insieme, ma solo Ron. Quindi basterà che ti comporti in modo diverso solo quando c’è anche lui. Tanto non credo che ci incontreremo in altre occasioni, quindi il problema non si pone. E se si dovesse porre, non credo che morirai se sarai semplicemente gentile con me.” Draco fece una buffa smorfia per dire che non concordava proprio a pieno. Hermione gli fece una linguaccia, poi continuò “Non potrai far capire in alcun modo a Ron quello che stiamo facendo, e soprattutto non devi dire a nessuno che stiamo facendo per finta. Non prendere iniziative personali che non siano coerenti col nostro, anzi, forse è più giusto dire col mio obbiettivo. E tutte le decisioni che prenderò in proposito le dovrai rispettare, qualsiasi cosa ti dica. Ah, e decido io quando possiamo considerare sciolto questo contratto.” Terminò con aria soddisfatta.

“Non lo so, qualcos’altro?” Draco dava sempre più segni di impazienza, mentre Hermione metteva tutti i punti nella pergamena. Per farlo calmare, Hermione sospirò e disse “Sentiamo adesso le tue condizioni.”

“Mi dovrai dare tutte le copie di quella dannata foto quando tutta questa sceneggiata sarà finita.” Hermione annuì, mentre annotava. Draco continuò “E poi dovrai fare per me tutti i compiti, compreso il lavoro di Vitious.” Hermione spalancò gli occhi e incrociò lo sguardo soddisfatto di Malfoy.

“Che cosa?! Tu sei pazzo! E quando avrei tempo, scusa?”

“Problemi tuoi, mia cara. Potresti dire che vieni ad amoreggiare con me nella Stanza delle Necessità e invece vieni a farmi i compiti. E ti dirò di più, mi darai anche ripetizioni.”

Hermione lo guardò stupita.

 

Fino ai compiti posso pure capire, ma perché vuole che gli faccia ripetizioni? Non mi è mai sembrato troppo interessato alla media… comunque non mi interessano le sue motivazioni! Non ho tempo!

 

Diede voce hai suoi pensieri con una nota d’impazienza nella voce. “Non ti sembra eccessivo, Malfoy?! Come faccio! Anche io ho un sacco da fare.”

“Ne dubito, non fai altro che studiare, e comunque arrangiati! Bisogna soffrire per amore, no? E comunque o così, o niente.”

“E va bene…” Scrisse in fretta le ultime righe con palese fastidio, e poi porse la pergamena a Draco perché la firmasse. “Prima tu…”

Malfoy, praticamente le strappò la piuma dalle mani e scrisse il suo nome per intero con calligrafia vezzosa. “Che c’è, non ti fidi del tuo ragazzo, Hermione?”

Anche la ragazza firmò con aria schifata. “Anche un nome risulta disgustoso pronunciato da te.”

Draco la fulminò con lo sguardo. “Il problema non è che l’ho pronunciato io: è proprio il nome che fa schifo.”

Hermione gli lanciò un’occhiataccia di rimando “Sarà bello il tuo, Draco… che nome ridicolo. Per un furetto poi… non mi sembra adatto a riflettere a pieno la tua codardia.”

La riafferrò di nuovo per il polso tirandola con forza vicino a sé, e con i visi vicini, la guardò minaccioso sibilando “Attenta a come parli…”

“E tu attento a quel che fai, ti ricordo che hai appena firmato.” Lo sguardo di Hermione era deciso, fisso negli occhi grigi di lui. La ragazza non aveva alcuna intenzione di farsi mettere i piedi in testa e allora Draco provò con un’altra tattica.

“Oltre a picchiarti, ci sono molti modi, più sottili, per punire una persona...” Le passò l’altra mano intorno alla vita, attirandola ancora di più a sé e iniziò ad abbassare lentamente il viso verso il suo. Un lampo di trionfo gli attraversò gli occhi quando la ragazza finalmente abbassò lo sguardo arrossendo di colpo. L’improvvisa vicinanza la impaurì, eppure non riuscì a muoversi di un millimetro. Invece di baciarla, Draco si avvicinò al suo orecchio sussurrando “…Purtroppo però questo tipo di punizioni sarebbero più penose per me che per te…”

Hermione spalancò gli occhi un attimo, interdetta, ma poi un moto di rabbia e umiliazione la investì. Senza pensarci alzò il ginocchio, colpendo Malfoy proprio nelle parti basse.

Draco si inginocchiò a terra per il dolore, mentre Hermione cercava di sbollire la rabbia e quella strana sensazione cha avvertiva alla bocca dello stomaco.

“Non ci provare mai più, è chiaro?”

Draco si alzò dolorante, ma soddisfatto. Quella ragazza gli faceva perdere le staffe in una maniera incredibile. Fin dall’inizio non intendeva baciarla, ma solo umiliarla. E c’era riuscito.

Hermione stava per aprire la porta, più irritata che mai, quando la raggiunse una voce più che conosciuta. Si girò di scatto, la scena di poco prima improvvisamente dimenticata, e sussurrò “Cavolo, sono Ron e il prefetto di Corvonero! E ora che facciamo?!”   

Malfoy si avvicinò alla porta, e sentì anche lui la voce di Ron che si lamentava del loro ritardo. Poggiò una mano sulla spalla di Hermione, che si girò di scatto, fulminandolo con i suoi grandi occhi castani. “Che diavolo hai intenzione di fare?!”

Un sorriso sinistro si affacciò sul volto di Draco. “Quale migliore occasione per far scoprire la nostra ‘relazione clandestina’? Prima finiamo questa cosa, prima potrai toglierti dai piedi, Granger.” Levò il braccio dalla sua spalla e la prese per mano. Hermione si staccò subito, come se si fosse scottata.

“Allora forse non mi sono spiegato. Questa è un’occasione d’oro… eliminerebbe il problema di cercare di sembrare attratti l’uno dall’altra, eccetera. Penseranno che la cosa va avanti da un pezzo e solo ora ci siamo fatti scoprire. O per lo meno spero che non sia così stupido da non pensare che ci sia almeno qualcosa sotto.” La riprese per mano in modo che non potesse più scappare. Hermione si stupì di sentire quella stretta calda. Aveva sempre immaginato che le mani di Malfoy fossero fredde. La sua voce la distrasse da quella considerazione. “Ora fai quello che ti dico: usciamo ridendo, facendo finta di non notarli, e appena vedi che stanno guardando, cerca di sembrare il più imbarazzata possibile, sono stato chiaro, Granger?”

“Malfoy, devi chiamarmi per nome! E poi non iniziare a darmi ordini, perc-”

“Senti chi parla, come mi hai appena chiamato? E poi se hai un piano migliore, parla, altrimenti vedi di stare zitta. Sicuramente l’inquinamento acustico ne trarrà benefici.”

Hermione lì per lì lo guardò storto, ma poi, visto che tutto sommato era un ottimo piano, iniziò a provare a ridacchiare.

“Ma che razza di risata è!? Se vuoi davvero imbarcarti in questa storia, devi almeno saper recitare, Hermione.”

La ragazza si irrigidì e smise subito di ridere. “Sarò bravissima, non preoccuparti. Tu piuttosto, ne sarai in grado? E poi che aveva la mia risata che non andava?”

“Io sono in grado di mentire molto meglio di quanto pensi, ragazzina. E poi la tua, più che una risata, era un ghigno. Deve essere un qualcosa di più complice… altrimenti sembrerà solo che sei riuscita a farmi un dispetto.”

Hermione ridacchiò di nuovo, suo malgrado. Poi mise su il broncio, non le piaceva non riuscire in qualcosa. “Allora come dovrei ridere? Non mi viene, io non faccio la scema coi ragazzi.”

“Già. Studio, studio, studio. È meglio per la tua autostima, tanto non ti si piglierebbe nessuno. Comunque, per la risata, prova a imitare quell’oca della Brown o della Vane. Hai degli ottimi esempi nella tua tanto decantata casa.” Hermione fece una smorfia buffissima e Malfoy non mancò a prenderla in giro. “Che c’è, Granger? Non ti senti in grado? Scommetto che se ci scopriranno sarà solo per colpa tua.”

“Certo che sono in grado! Vedrai che sarò così convincente che anche tu penserai che sono stracotta di te!” Era stata toccata nell’orgoglio, e negli occhi si leggeva lo spirito di competizione che Draco aveva fatto riemergere.

“Accetto la sfida, Hermione, a te la prima mossa. E non guardarmi così, devi iniziare per forza tu, siete voi ragazze che fate sempre le sceme, quindi dimostrami che sai fare.”

 

Oddio, ma guarda cosa mi tocca fare! Ma ti farò vedere io se sono in grado di fingere! Sarai sorpreso, mio caro!

 

Hermione si avvicinò alla porta e ci si appoggiò sopra di spalle, tenendo una mano sulla maniglia. Con l’altra prese Malfoy per mano, e con uno sguardo estremamente malizioso, lo tirò verso di sé facendo una risatina roca. Sempre rimanendo di spalle, lentamente aprì la porta dicendo “Dai, Draco, smettila…” e gli poggiò una mano sul petto.

 

Forse ho esagerato…

 

Gli occhi di Malfoy si illuminarono per un attimo di stupore, prima di sorriderle di rimando. Nonostante fosse sorpreso dal repentino cambiamento di atteggiamento della ragazza, con la coda dell’occhio aveva visto i due prefetti che li stavano guardando a bocca aperta.

 

 

 

 

 

 

Ho ricevuto un sacco di recensioni, sono emozionata  *__* ! Non rispondo una ad una perché non ho tempo (sto preparando la borsa, parto per Pasqua), quindi rispondo per ora solo a quelli che mi hanno fatto una domanda o un’osservazione in particolare:

 

missmalfoy e luygina: Apprezzo molto la tua proposta di aiuto, e se ti viene in mente qualsiasi cosa, mandami una e-mail. Tutto è utile, spesso quando mi danno un consiglio, magari non lo seguo, ma mi vengono spunti per creare qualcos’altro ;)

 

Cobwy23: Sì, io ho un po’ il vizio di metterci un po’ a far partire la storia, ma spero che dopo migliorerà ^_^

 

June: Lo so, i titoli non sono proprio il mio forte -.- Di solito li scelgo alla fine, ma qualcosa dovevo pur scrivere. Se avete qualche altro titolo da suggerire, accetto consigli ;)

 

Vulcania: Sono veramente contenta che ti sia piaciuto l’inizio, anche se ho paura di essere caduta nella trappola infame della stanza delle necessità -.- Scusami… potrei usare un altro posto volendo, ma per ora non mi viene in mente altro! Maledetta stanza, è TROPPO comoda :D ! Per il linguaggio un po’ colorito di Hermione, c’ho pensato dopo :P però magari visto quanto la infastidisce Malfoy, le sarà scappato :).

Per i suggerimenti sulla trama, o consigli, vale lo stesso discorso che ho fatto a missmalfoy: quando vuoi, spara! Più ne ho, meglio è ;) Magari per e-mail, che la leggo subito, il forum mi dimentico di guardarlo :P In caso ho dei dubbi particolari, mi farò viva io ;) grazie!

 

VaniaLove: Hai letto Harry Potter e lo Specchio di Agis in due giorni?!?!?! Wow! Che dire… grazie… quando leggo queste cose, mi commuovo…

 

Un saluto grandissimo in particolare anche a:

DamaArwen88, gemellina, lunachan62, pai80, terryna, Mione09, sonaj, AllisonCam, BEE, camyxpink, Kagome 13. Che sono stati così gentili da lasciarmi una recensione!

Sono contenta che vi sia piaciuta ragazzi, e spero continuerete a seguirmi! A presto, Sophie

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Capitolo 3
*** Si apra il sipario ***


…Oddio, ma guarda cosa mi tocca fare! Ma ti farò vedere io se sono in grado di fingere! Sarai sorpreso mio caro!

Hermione si avvicinò alla porta, e ci si appoggiò sopra di spalle, tenendo una mano sulla maniglia. Con l’altra prese Malfoy per mano, e con uno sguardo estremamente malizioso, lo tirò verso di sé facendo una risatina roca. Sempre rimanendo di spalle, lentamente aprì la porta dicendo “Dai, Draco, smettila…” e gli poggiò una mano sul petto.

Forse ho esagerato…

Gli occhi di Malfoy si illuminarono per un attimo di stupore, prima di capire la situazione e sorridergli di rimando. Nonostante fosse sorpreso dal repentino cambiamento di atteggiamento della ragazza, con la coda dell’occhio aveva visto i due prefetti che li stavano guardando a bocca aperta.

- Fine capitolo -

*.*.*.*.*.*.*.*

Ron sbuffò per l’ennesima volta: era almeno un quarto d’ora che stavano aspettando Hermione e quella serpe di Malfoy, e stava iniziando a preoccuparsi. Che le avesse fatto del male? Stava per ricominciare a fare avanti e indietro con maggior foga di prima, quando una risatina lo distrasse.

Sembra la voce di Hermione… No. Lei non riderebbe mai a quel modo…

Quando però si voltò in direzione della risata, per un attimo Ron giurò di aver sentito il suono della propria mascella sbattere contro il pavimento. La scena che vide lo colpì come un pugno in pieno stomaco: non solo era proprio Hermione, ma stava ridendo con Malfoy, addirittura posandogli una mano sul petto!

In un primo momento la sua mente fu come svuotata, e l’unica reazione che ebbe fu un balbettante insieme di sillabe “M-ma… Her-Hermione?”

Quando incrociò gli occhi del ragazzo, a Hermione non servì fare finta di essere imbarazzata. Improvvisamente un enorme senso di colpa la pervase, abbassò gli occhi e le guance le si imporporarono di vergogna. Draco invece non battè ciglio, anzi, inaspettatamente scansò con malagrazia la mano della ragazza, e guardandola dall’alto in basso, anche se non con la stessa cattiveria di sempre, disse “Bella imitazione, Granger, peccato che non hai neanche la metà del suo fascino…” Hermione lo guardò senza parole.

Ma si è bevuto il cervello? Che sta dicendo…

Gli occhi di Draco la fissavano, cercando di dirgli qualcosa e, mentre riprese a parlare, le fece un cenno impercettibile verso il prefetto di Corvonero. Hermione capì: non voleva far capire alla ragazza che cosa stavano facendo. “Quella povera biondina di prima, come l’hai fulminata… l’hai fatta spaventare, e ora la stai scimmiottando perché ti ha dato fastidio che ha scampato la punizione facendo la smorfiosa con me, oppure sei solo gelosa?”

Hermione riprese il suo spirito battagliero di sempre guardandolo con aria di sfida, mantenendo però un tono di voce tutt’altro che scontroso, anzi stranamente basso, quasi suadente, fissandolo dritto negli occhi “Forse nei tuoi sogni, Malfoy.”

Aveva pronunciato quella frase dandogli un’ambiguità così sottile, che per un attimo Draco pensò che davvero Hermione stesse flirtando con lui.

Devo ammettere che ci sa fare…

“Ti piacerebbe…” E senza aggiungere altro, si incamminò verso i sotterranei facendo prima però un sorriso enigmatico, visibile solo da Ron e Hermione.

In tutto questo la ragazza di Corvonero, dopo il primo shock iniziale, si bevve subito la scusa inventata da Draco: dopo sei anni ormai, era risaputo in tutta Hogwarts che la probabilità che quei due si potessero mettere un giorno insieme era pari a quella di vedere Voldemort distribuire cioccolatini ai bimbi Babbani. Dopo aver salutato i due ragazzi di Grifondoro, anche lei si diresse verso i suoi dormitori.

Ron, al contrario, non sembrava aver accettato di buon grado quella scusa. Nonostante adesso non avesse più l’aria di uno che sta per avere un infarto da un momento all’altro, le sue orecchie erano ancora rosso acceso e guardava Hermione con sospetto.

“Dai, Ron, andiamocene anche noi, stasera sono davvero stanca.”

Mentre si incamminavano lungo i corridoi silenziosi, Hermione sentiva lo sguardo insistente di Ron pungerle la nuca. Nonostante ancora non avesse aperto bocca, la ragazza sapeva che era solo questioni di minuti prima che chiedesse spiegazioni. Aveva visto chiaramente che non gli era sfuggito il sorriso di Malfoy. Infatti mentre aspettavano che le scale si decidessero di fermarsi, sentì la voce di Ron irrompere tra i suoi pensieri.

“Che cosa è successo?”

Hermione chiuse gli occhi un secondo e fece un sospiro profondo sperando che il battito del suo cuore si placasse prima di girarsi ad affrontare una probabile sfuriata.

“A cosa ti riferisci, scusa?”

“Che cosa è successo in quella stanza?”

“Abbiamo trovato una ragazza che gironzolava, aspettando il suo ragazzo, e l’abbiamo mandata via, tutto qui.” Hermione sorrise nervosamente.

“Ma quando siete usciti non c’era nessuna ragazza con voi. Cosa stavate facendo lì dentro?” Ron aveva alzato lievemente la voce, e la guardava ancora con maggior sospetto.

“Stavamo… stavamo controllando che non ci fosse più nessuno. Non è successo proprio niente…” ma all’improvviso il ricordo di Draco che stava minacciando di baciarla, fece capolino nella sua testa e, suo malgrado, Hermione si ritrovò ad arrossire e distogliere lo sguardo.

Ron spalancò gli occhi. “Senti, non mi prenderai mica per scemo? Stavate lì dentro da soli, io ti chiedo cosa avete fatto, tu mi dici ‘niente’ arrossendo a quella maniera e pensi davvero che io ti creda? Non avreste fatto niente, eh? Draco! L’hai chiamato Draco, ti rendi conto?!” Ormai Ron stava praticamente gridando, ma più che arrabbiato sembrava che a stento riuscisse ancora ad assorbire appieno l’intera faccenda, che stentasse a credere a quello che stava dicendo. “E poi, quando avete ricominciato a bisticciare come sempre, gli hai risposto in maniera così… strana! E quel sorriso che ti ha rivolto quando se n’è andato. Non ho mai visto Malfoy sorridere, tanto meno a te!”

Hermione ormai aveva lo sguardo puntato a terra e si era fatta piccola piccola dalla vergogna.

Non me la sento di prenderlo in giro a questa maniera… ora gli dico tutto.

“Ron, in realtà, noi… ecco, noi…” Ma si interruppe quando alzò lo sguardo e vide gli occhi di Ron illuminarsi di una improvvisa consapevolezza. “Ora ho capito tutto… ti ha fatto bere qualcosa? Dimmi, gli hai sentito pronunciare delle strane parole alle tue spalle?”

Era Hermione ora ad essere confusa. “No, niente di tutto questo.”

“Ma ne sei proprio sicura? Secondo me ha cercato di farti fare qualcosa contro la tua volontà.”

La conversazione stava prendendo una piega assurda. “Scusami, e perché avrebbe dovuto?”

Ron sembrò pensarci su. “Già… perché? Magari vuole farti credere che gli piaci per poi poterti umiliare davanti a tutti… oppure per usarti e farti fare la ricerca di Incantesimi al suo posto…”

Hermione, sentendo le sue parole, s’indispettì alquanto. “E perché, non avrebbe potuto incantarmi perché magari ha una cotta per me?”

“Oh, lo escludo proprio, non sei decisamente il suo tipo.” Solo dopo aver pronunciato quelle parole, Ron si accorse che aveva detto qualcosa che non doveva, e lo intuì dagli occhi di Hermione, chiusi in due fessure.

“E perché mai? Perché non sarei proprio il suo tipo?”

“Ecco… l’ho sempre visto con delle ragazze più… appariscenti di te…” Ron stava diventando di tutti i colori e guardava ovunque tranne Hermione, furiosa, davanti a lui. “Tu sei più…”

“Bruttina?” Hermione sembrava una furia, lo superò e iniziò a camminare con passo svelto verso il dormitorio. Ron le corse subito appresso, afferrandola per il braccio. “Non volevo dire questo, volevo dire che tu, rispetto alle ragazze che ho visto con Malfoy, sei più… ordinaria, ecco.”

Lo fulminò con lo sguardo e in quel momento decise che sarebbe arrivata fino in fondo a quella storia. A qualsiasi costo.

“Ordinaria, eh? A me sembra solo un modo per addolcire la pillola, ma si dà il caso, mio caro Ron, che Draco non abbia usato nessunissimo tipo di incantesimo, pozione o altro su di me, è chiaro? E in quella stanza non è successo niente di umiliante per me, né tanto meno ha tentato di costringermi a fare qualcosa contro la mia volontà. Eravamo soli, e qualsiasi cosa avessimo fatto non avrebbe in alcun modo potuto usarla contro di me, quindi ha fatto solo ciò che voleva fare, e anche io. Evidentemente, al contrario di te, Draco non mi trova poi tanto ordinaria…” E senza dargli modo di fare alcuna domanda, girò sui tacchi e continuò a marciare verso i dormitori, lasciando Ron da solo, in mezzo al corridoio con la bocca aperta.

La mattina dopo, Hermione si alzò di buon’ora per schiarirsi le idee. Aveva intenzione di parlare con Malfoy per spiegargli la situazione, ma ancora non sapeva come, così si diresse in Sala Grande per fare colazione, sedendosi vicino a Ginny.

“Allora? Com’è andata ieri?”

Hermione afferrò la caraffa del the. “Lasciamo perdere… sono riuscita a convincere Draco a collaborare, ma è successo un casino. Ah, ha distrutto la foto della tua amica, spero non sia un problema.”

“Come ha distrutto la foto?! Quella era la sola copia che avevamo! Come hai fatto a convincerlo a collaborare lo stesso?”

Hermione sorrise maligna. “Semplice, gli ho fatto credere che ne avevo delle altre. Tanto ormai non si può più ribellare, ha firmato il contratto e non gli conviene proprio tirarsi indietro. E poi sicuramente la tua amica ne avrà delle altre. Draco non se la caverebbe comunque.”

Ginny le diede una gomitata e con sguardo complice esclamò “Però… lo chiami già per nome. Non è che invece di far innamorare mio fratello di te, ti innamori tu di Draco?”

Hermione la guardò disgustata. “Ginny, ti prego! Lo chiamo per nome solo perché mi ci devo abituare! Pensa se mi sentissero chiamarlo per cognome. Già siamo piuttosto improbabili come coppia, se ci chiamiamo anche per cognome, poi!”

Ginny guardò in direzione del biondo, che si era appena seduto alla tavola dei Serpeverde. “Dai, non ti scaldare. E poi devi ammettere che anche se è un po’ pallido, ha due occhi davvero belli.” Dopo che anche l’amica lanciò uno sguardo di voluta indifferenza nei confronti di Malfoy, Ginny si fece raccontare in dettaglio che cosa era successo la sera prima.

“Quindi, se ho capito bene, lì per lì Malfoy ha negato per evitare che quella di Corvonero sospettasse qualcosa, ma comunque avete lanciato dei segnali a Ron. E lui ha pensato che in realtà Malfoy ti stesse manipolando.” Ginny aveva l’espressione concentrata mentre cercava di ricostruire tutta la scena.

“Sì, perché pensa che io sia troppo ordinaria per Malfoy.”

“Certo che mio fratello è proprio un cafone…”

“Già. Quando mi ha detto così ho perso le staffe. Gli ho fatto capire che forse era effettivamente successo qualcosa in quella stanza, e quando si è ripreso dallo shock, mi ha tormentata per sapere cosa era successo e come stanno effettivamente le cose tra me e Draco. Non mi ha dato pace fino a quando sono salita in dormitorio. Eccolo di nuovo alla carica…” Hermione si girò dall’altra parte, mentre Harry e Ron, stavano entrando proprio in quel momento in Sala Grande.

Ron infatti stava per rivolgere la parola alla ragazza, quando Ginny venne in aiuto dell’amica tirando Harry per la manica e costringendolo a mettersi tra Ron e loro due. Nonostante tutto, una volta seduto, Ron si sporse dietro le spalle dell’amico e della sorella picchiando col dito sul braccio di Hermione. “Allora? Mi spieghi che è successo? Dai, non mi far credere cose non vere solo per stupide ripicche… perché siete entrati così in confidenza?”

Il nervosismo di Hermione stava aumentando a dismisura, lo fulminò con lo sguardo e gli rispose acida “Ron, fatti gli affari tuoi. Non devo certo rendere conto a te di ciò che faccio. E ora lasciami in pace, sta arrivando un gufo per me.”

Hermione si rimise seduta dritta e porse il braccio, affinché il bellissimo gufo bruno vi si posasse. Staccò la pergamena dalla sua zampina, e invece di andarsene, si posò sulla brocca del succo di zucca. Evidentemente aspettava la risposta.

Hermione aprì incuriosita il biglietto.

Ci vediamo stasera alle 19 nella Stanza delle Necessità.

D.L.M.

Hermione alzò lo sguardo in direzione dei Serpeverde e incrociò quello di Malfoy.

“Ginny, hai una piuma con te, per caso? Grazie.” Girò la pergamena e scrisse:

Per un attimo ieri ho pensato che volevi mandare tutto a monte… Comunque va bene, ma sii puntuale, anche solo cinque minuti di ritardo e me ne vado.

Legò il biglietto alla zampina del gufo, e lo seguì con lo sguardo, fino a quando si posò sul tavolo di fronte. Dopo un po’ il gufo tornò ancora una volta da lei.

Sarà fatto. E quando leggi questo biglietto, alza lo sguardo e sorridimi, sembra che tu stia leggendo un bollettino di guerra. E sii convincente, abbiamo spettatori.

Hermione alzò la testa, e con uno sforzo immane cercò di sorridere dolcemente in direzione di Malfoy.

Ma guarda che mi tocca fare…

Un paio di posti più in là, Ron aveva osservato attentamente la scena e stava torturando il povero Harry. “Hai visto?! Si stanno scambiando dei bigliettini, e miseriaccia, gli ha anche sorriso! Le devi assolutamente parlare!” Harry alzò gli occhi al cielo con aria sconsolata.

Ciao a tutti!! Scusatemi il ritardo, ma l’altra settimana era il mio compleanno, ho organizzato una cena, e non avevo tempo di scrivere! Volevo chiedervi una cosa: io ho il vizio di tirare le cose per le lunghe… avete l’impressione che sto facendo lo stesso anche qui? Dovrei accelerare i tempi? Fatemi sapere!

E ora i ringraziamenti: Mione09, camyxpink, kiki91, BEE, Cobwy23, giuliapotter, pai80, XcoccinellaX, @ngel, VaniaLove, Kagome 13, missmalfoy e luygina, lunachan62, yuna e naturalmente Vulcania che ha commissionato questa fanfiction!

Alla prossima!

Un bacio, Sophie

ps: Se trovate un titolo adatto a questo capitolo, ditemelo! Sono un disastro!!!

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Capitolo 4
*** Interrogatori e pedinamenti ***


Sarà fatto. E quando leggi questo biglietto, alza lo sguardo  sorridimi, sembra che stai leggendo un bollettino di guerra. E sii convincente, abbiamo spettatori.

 

Hermione alzò la testa, e con uno sforzo immane cercò di sorridere dolcemente in direzione di Malfoy.

 

Ma guarda che mi tocca fare…

 

Un paio di posti più in là. Ron aveva osservato attentamente la scena e stava torturando il povero Harry. “Hai visto?! Si stanno scambiando dei bigliettini, e miseriaccia, gli ha anche sorriso! Le devi assolutamente parlare!” Harry alzò gl’occhi al cielo con aria sconsolata.

 

- Fine capitolo -

 

 

š›

 

 

Ormai Harry aveva quasi imparato a ignorare la voce fastidiosa di Ron che continuava ad insistere su Hermione e Malfoy dalla mattina a colazione fino a quell’ultima estenuante ora di Pozioni. Ma alla fine capitolò e diede retta all’amico, più per paura che prima o poi si facesse scoprire da Piton che per altro.

“Ti dico che c’è qualcosa tra quei due! Ieri sera stavano chiusi, da soli, in una stanza! DA SOLI! E lei l’ha chiamato per nome… due volte! E stamattina si stavano scambiando dei bigliettini, te lo dico io…”

Harry sbuffò. “Dai, Ron, piantala con questa storia! Ma ti pare che Hermione e Malfoy possano avere anche solo un innocente rapporto d’amicizia? No, dico, Malfoy: quello che la chiama Mezzosangue più o meno un secondo sì e uno no… quello che si è beccato da lei un ceffone un paio d’anni fa… ti ricordi?”

Ron si passò le mani tra i capelli rossi con fare disperato. “Lo so che sembra pazzesco, ma tu non li hai visti, non hai visto come l’ha guardato! E poi come lo spieghi quello che mi ha detto?”

“Ma dai, ti avrà risposto così per farti dispetto.”

“Tu dici?” Una nota di scetticismo era chiaramente distinguibile.

“Ma certo! Dopo quello che le hai detto, non mi sembra poi così improbabile, no? …Ordinaria… certo che c’hai il tatto di un Ippogrifo, tu.” Harry osservò le orecchie dell’amico diventare di un bel rosso acceso a quelle parole.

“E’ stata un’uscita infelice, e tu lo sai.”

Harry sapeva bene che il suo amico aveva un debole per Hermione, ma non riusciva a capire perché non si facesse avanti con lei. E nonostante tutte le cose che aveva detto a Ron, anche lui aveva notato il cambiamento tra Malfoy e Hermione e si era fatto anche una mezza ipotesi su cosa stesse succedendo. Si voltò a guardare la ragazza. Ultimamente Hermione era sempre più distratta e taciturna quando stavano tutti insieme, e spesso aveva un’aria triste quando guardava Ron.

Con lo sguardo puntato ancora sui lunghi ricci raccolti della ragazza, che ormai superavano le spalle, Harry disse all’amico “E va bene. Ti prometto che appena posso le parlerò. A patto però che fino ad allora mi lasci in pace.”

Ron fece un gran cenno affermativo con la testa, e finalmente poterono continuare la loro pozione, che ormai aveva assunto un aspetto pessimo, con un po’ più di tranquillità.

 

Il resto della giornata passò velocemente, e dopo un’abbondante cena, salirono tutti in Sala Comune.

Hermione era stranamente nervosa, e guardava l’orologio ogni cinque minuti. Poco dopo aver preso posto sulle loro poltrone preferite davanti il camino, la ragazza si alzò dicendo “Ehm… ragazzi io, io avrei dimenticato un libro in biblioteca… devo scendere a prenderlo e poi devo passare a parlare con la McGranitt, quindi non aspettatemi.”

Stava cercando di svignarsela il più presto possibile, quando la voce di Ron la raggiunse. “Ma non puoi passarci domani? Rischi di fare tardi, e poi, posa almeno la borsa…”

Hermione si toccò con fare protettivo la sua borsa stracolma di libri: le servivano per fare anche i compiti di Malfoy, e se non si fosse sbrigata, avrebbe anche fatto tardi all’appuntamento.

“No, Ron. Devo andarci proprio adesso, cerca di capire…” E senza dargli tempo di replicare uscì dal ritratto.

Ron guardò preoccupatissimo Harry. “Devi fermarla! Valle a parlare adesso, sono convinto che sta andando da Malfoy!”

Harry lo guardò. Anche lui aveva avuto la stessa idea. “Forse hai ragione tu. Torno subito.”

Uscì anche lui correndo dalla Sala Comune e raggiunse Hermione prima che prendesse le scale per il settimo piano.

“Credevo che per la biblioteca bisognasse prendere le scale ad est…” Hermione si voltò di scatto, riconoscendo la voce di Harry. “Un po’ di tempo fa Ginny mi ha fatto uno strano discorso su come, secondo lei, dovresti fare ingelosire Ron. Che stai combinando, Hermione?”

Quando incrociò i penetranti occhi verdi dell’amico, la ragazza non poté fare a meno di arrossire. A quella reazione, Harry sgranò gli occhi. “Non ci credo. Hai accettato di fare una cosa del genere? Anzi, no, Malfoy ha accettato di fare una cosa del genere?!”

Hermione sospirò rassegnata. “E va bene, ti dirò tutto…”

 

Dopo avergli raccontato ogni cosa, Harry disse “E così adesso stai andando nella Stanza delle Necessità per fargli i compiti. Ma sei sicura che ti puoi fidare di lui, Hermione?”

“Non preoccuparti, ho preso le mie precauzioni.” Dopo un attimo di silenzio, si rivolse di nuovo al ragazzo, questa volta però con uno sguardo carico di apprensione. “Harry, io però ho un favore da chiederti. Promettimi che non dirai niente a Ron. So che non ti piace mentirgli, ma ti prego… Tu sai perché ho messo in scena tutta questa farsa. Io non ce la faccio più ad aspettare. Ho bisogno di risposte, e credo che questa sia davvero la strada giusta.”  

Se fosse stato qualcun altro a fare tutto questo, Harry avrebbe decisamente disapprovato, ma ormai era da parecchio che si intuivano i sentimenti della ragazza nei confronti dell’amico, e lui sapeva quanto aveva sofferto per lui. Una cosa in particolare l’aveva colpito del recente comportamento della ragazza: Hermione si era fatta crescere i capelli. Lei li aveva portati sempre all’altezze delle spalle, perché le davano fastidio e perché erano più pratici, ma quando Ron si era messo con Lavanda Brown e decantava quanto fossero belli i suoi lunghi capelli, Hermione non li aveva più tagliati. Ora erano meno crespi, anche se sempre molto folti, peccato che la ragazza li stringesse sempre in una coda perché, a suo dire, le si impigliano nella tracolla della borsa. L’idea che Hermione, così rigorosa, avesse ceduto ad una frivolezza a cui tanto era contraria solo per piacere un po’ di più a Ron, lo mandava ai matti.  

Hermione era una ragazza eccezionale, e si meritava di essere serena. Anche se questo costava imbrogliare il suo migliore amico. E poi, diamine, anche lei era la sua migliore amica!

Sospirò a fondo, prima di sorriderle. “E va bene. Ma fai attenzione però.”

Hermione si illuminò e l’abbracciò di slancio. “Grazie Harry, grazie davvero! Ora scappo, altrimenti faccio tardi, grazie ancora!” e il ragazzo la seguì con lo sguardo. Quando la ragazza scomparve dal suo campo visivo, il sorriso gli morì sulle labbra. “E adesso che gli racconto a Ron?”

 

.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

“Che cosa?! Cioè, loro… loro stanno davvero insieme? Ma proprio insieme…? Harry, se è uno scherzo, è di pessimo gusto…” Ron aveva lo sguardo perso davanti a sé, e si lasciò cadere pesantemente sul divano. Harry, che si aspettava una reazione teatrale da parte dell’amico, iniziò a dargli delle pacche sulle spalle, con fare consolatorio. “Ti assicuro che non è uno scherzo.”

“Non è possibile…” Ora guardava, senza vederle in realtà, le fiamme che danzavano davanti ai suoi occhi. “Però c’è qualcosa che non quadra… perché tu sei così tranquillo?”

“C-chi, io?” Harry distolse subito lo sguardo. “Guarda che ti sbagli…”

Ron lo guardò con ancora più sospetto. “Non sai dire le bugie, Harry, e lo sai… saresti molto più agitato di me a sapere Hermione nelle grinfie di Malfoy.”

Harry si allentò il nodo della cravatta e facendo una evidente allusione disse “Più di te non credo proprio…”

Ron prese un colorito più acceso. “Non cambiare discorso. Tu sapevi già qualcosa!”

Harry si sentiva messo all’angolo. “E va bene… in realtà… me l’aveva detto Ginny un po’ di tempo fa. Solo accennato… diciamo che le è scappata una frase compromettente, ecco.”

Ron lo fissò per un lungo istante, e poi distogliendo lo sguardo chiamò a gran voce la sorella. Harry fece un’enorme sospiro di sollievo di nascosto: Ron aveva trovato un’altra vittima sacrificale.

“Ginny! GINNY!”

“Eccomi… ma ti sembra il modo di urlare questo?” La sorella di Ron prese posto di fronte ai due. “Allora? Che vuoi?”

“Che cos’è questa storia? Perché non mi hai detto niente? Sono tuo fratello, certe cose dovresti dirmele!”

Ginny lo guardò furiosa. “Ti ho detto mille volte che essere mio fratello non ti da il diritto di ficcare il tuo nasaccio nei miei affari personali! Io e Marcus siamo grandi e abbiamo tutto il diritto di freq-”

Ron la interruppe con un gesto impaziente. “Ma no, stavo parlando di Hermione! Come hai potuto non dire niente a tuo fratello! Ad Harry l’hai detto. E glielo ha appena confermato Hermione.”

“Oh…” Ginny, improvvisamente spaesata sposto lo sguardo prima su Ron e poi su Harry che la guardò intensamente per farle capire che sapeva. La ragazza capì al volo, e sorrise bonariamente al fratello.

“Scusami, Ron… Hermione mi aveva chiesto di mantenere il segreto…”

“Quindi si era già confidata con te? Da quanto va avanti questa storia?”

“Beh, ecco…” Guardò disperata in direzione di Harry per un aiuto, ma il ragazzo fece un piccolo segno impotenza con le mani. “In realtà… l’ho… sì, l’ho scoperto da sola.”

“Li hai visti che… che si… baciavano…?” Ron aveva un’espressione di puro disgusto, e sembrava sull’orlo di un collasso.

“No, ehm… io ho visto una loro foto. Sì, una foto. Le era caduta dal libro…”

Ron si alzò di scatto e incominciò a camminare avanti e indietro. “Hanno già delle foto insieme?! Quindi è una VITA che si frequentano… no… no, non ci credo.”

Ginny prese un po’ più di sicurezza. “E invece io ci credo, e non solo dal sorriso che si scambiavano nella foto…. non hai notato che ultimamente passava sempre più tempo in “biblioteca”… era sempre distratta, soprappensiero… sicuramente pensava a lui!”

“No. Non mi interessa. Voglio vederli con i miei occhi! Ginny, se mi vuoi almeno un briciolo di bene, fatti perdonare il fatto che non mi hai detto niente, e portami quella foto!”

Ginny diventò di tutti i colori: non c’era nessuna foto, se l’era inventato di sana pianta. “M-ma come faccio… Hermione non me la darà mai…”

“Non mi interessa come. Me lo devi! E ora vado a cercarla. Voglio vedere con i miei occhi se davvero sta con… quello!” Senza dare tempo a nessuno di replicare, uscì come una furia dalla stanza.

“Harry, vai con lui! Ho paura che combini qualche guaio.” Ginny sembrava davvero preoccupata, e Harry seguì il suo consiglio, correndo appresso all’amico.

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

“Allora, Granger… hai finito?! Io domani ho degli allenamenti importanti, tra poco c’è la partita di Quidditch contro i Corvonero, se non lo sapessi…”

Hermione alzò gli occhi dalla pergamena, fulminandolo. “Se mi dessi almeno un minimo di aiuto avremmo già finito.”

Draco, che stava comodamente stravaccato con i piedi poggiati sul banco, la guardò con sufficienza. “Se ti aiutassi che benefici trarrei dal nostro contratto, scusami? Ah, ricordati di mettere qualche errore qua e là, un’Eccezionale improvviso potrebbe destare qualche sospetto.”

Hermione finì di scrivere l’ultima riga ed esclamò “Finito!” mentre arrotolava la pergamena con cura, decise di stuzzicare un po’ il Serpeverde. “Allora, Draco… l’altro giorno il tuo infallibile piano ti stava per mettere nei guai, non è vero?”

“E’ inutile che  usi quel tono strafottente con me, carina… mi pare che me la sono cavata alla grande.”

“Pensa se invece non avesse abboccato, ti saresti incastrato con le tue mani: hai accettato di fare finta di stare con me perché non volevi che la gente sapesse che hai baciato una Mezzosangue, e hai rischiato che tutta Hogwarts scoprisse che invece stai effettivamente con una Mezzosangue, anche se per finta, è chiaro. Sarebbe stato un peccato, perché non avresti neanche potuto negare, visto che sei legato da un vincolo contrattuale magico, ricordi? Ma questo piccolo particolare lo sappiamo solo io e te, non è vero, amore?” Mentre parlava, Hermione stava riponendo le cose nella sua borsa, e si accorse che Malfoy le si era avvicinato solo quando due dita sotto il mento la costrinsero ad alzare il viso, e si ritrovò guardarlo dritto negli occhi.

“Fossi in te io non tirerei troppo la corda, amore…

Un lampo passò nelle iridi dorate della ragazza. “Perché, altrimenti che fai? Non puoi picchiarmi, e non puoi usare altri metodi per punirmi. Ti ripugno, o sbaglio? L’altra sera mi sei sembrato abbastanza chiaro al riguardo.”

Draco si avvicinò ancora di più. “Vedo che, anche se non vuoi darlo a vedere, ti ho punta nell’orgoglio… stai attenta però, potrei sempre cambiare idea…”

Hermione sentì un brivido salirle lungo la schiena. Indietreggiò di un passo, e si diede della stupida per la reazione che aveva avuto. “Se stai tentando di spaventarmi, mi dispiace, ma non ci stai riuscendo. So perfettamente che non lo faresti mai, quindi smettila e andiamo.”

Draco si mise le mani in tasca e con un sorriso enigmatico le rispose “Sì, hai decisamente ragione.”

Mentre apriva la porta aggiunse “La prossima volta ricordati che mi devi assolutamente finire il lavoro di Incantesimi, è chiaro?”

Improvvisamente una civetta candida volò incontro ai due ragazzi nel bel mezzo del corridoio.

“Edvige… cosa ci fai dentro il castello! Se ti vede Gazza, sono grossi guai.” Per tutta risposta, la civetta le porse con impazienza la zampina, e una volta slegato il messaggio, volò di filata, scomparendo giù per le scale.

“E’ la civetta dello Sfregiato, non è vero? Che c’è scritto?”

Hermione lanciò un’occhiataccia a Draco. “Non chiamare Harry a quel modo. Comunque il messaggio è di Ginny.”

 

Hermione,

Ron ti sta cercando come un pazzo. C’è anche Harry con lui, ma visto che ancora non sono rientrati, forse è meglio che ti fai accompagnare da Malfoy fino al dormitorio, magari mano nella mano, metti che li incontri…

Fai presto,

 

Ginny

 

Ps: Ho combinato un piccolo guaio, domani ti racconto…

 

Quando alzarono gli occhi dalla pergamena, si guardarono come se ognuno aspettasse la reazione dell’altro. Poi alla fine Hermione gli afferrò la mano e cominciò a trascinarselo verso le scale che portavano al ritratto della Signora Grassa.

“Ehi, aspetta un attimo.” Draco si fermò di colpo, costringendo anche lei a fermarsi. “Chi ti dice che ho voglia di accompagnarti?”

“Lo dico io. Se ci vedono camminare a due metri, guardandoci in cagnesco, desteremmo sospetti. E poi, ricordi? Dovrai seguire qualsiasi mia decisione riguardante l’obiettivo finale.”

Draco sospirò, passandosi una mano tra i capelli, con l’aria scocciata. “E va bene. Ma camminiamo come esseri civili, per favore. Neanche se marciamo come militari passeremmo inosservati, o sbaglio?” Le prese con delicatezza la mano. “Andiamo.”

Mentre camminavano in silenzio, Hermione si stupì di come potesse essere gentile il tocco di Malfoy, in contrasto con la sua aria austera e snob.

Improvvisamente la voce del ragazzo ruppe il silenzio, quando ormai erano praticamente di fronte all’ingresso del dormitorio di Grifondoro. “Mi spieghi perché stiamo facendo tutto questo? Mi sto abbassando a passeggiare con te, mano nella mano, solo per quel pezzente di Weasley? Non credo che sia neanche la tua più grande ambizione… ne vale davvero la pena?”

Un’ombra triste oscurò lo sguardo della ragazza, e anche se durò solo una frazione, venne comunque colta dagli occhi attenti di lui. Subito dopo arrivò la risposta di Hermione. “Ti ho spiegato la situazione quando hai firmato il contratto, è tutto quello che devi sapere.”

Improvvisamente entrambi sentirono un leggero rumore dalla parte opposta alla loro: c’era qualcuno in fondo al corridoio.

Hermione allora si avvicinò titubante a Draco, e tutta rossa in viso, gli mise le braccia intorno al collo. Draco rimase un attimo spiazzato, ma poi ricambiò l’abbraccio, tenendola per la vita. Hermione era impacciatissima, e anche se Draco sembrava più tranquillo, la teneva così piano che sembrava avesse paura di romperla.

Poi, il ragazzo abbassò il viso, fino a poterle sussurrare nell’orecchio “Sarà meglio per te che quelli siano effettivamente Lenticchia e lo Sfregiato, perché se ti sto abbracciando solo per Gazza me la paghi. E poi cerca di essere un po’ più naturale… non pensavo che toccarmi ti emozionasse tanto.”

Hermione alzò la testa per arrivare anche lei all’altezza del suo orecchio replicando “Ah! Non potrebbe succedere neanche se ti ci mettessi d’impegno. Mi fai schifo.” E gli morse forte il lobo dell’orecchio. Draco represse un’imprecazione, mentre la ragazza si scostava lentamente, sorridendogli e dicendo a voce un po’ più alta e molto dolce. “Buonanotte, Draco…”

“Buonanotte, Hermione…” Le accarezzò la guancia, e con una luce di sfida negli occhi, fissandola, le prese la mano per portarsela alla bocca. La ragazza, per paura che la mordesse, provò a scostarsi, ma Draco strinse la presa, e invece di morderla, le bacio prima il dorso, e poi, girandola, passò la punta della lingua sul palmo, sempre tenendo gli occhi fissi nei suoi.

La ragazza avvampò, e Draco la lasciò andare con una luce di trionfo nei suoi occhi grigi. Poi se ne andò, mentre Hermione attraversava il ritratto della Signora Grassa in uno stato di profondo turbamento.

 

Nel corridoio intanto, i due ragazzi che erano nascosti da almeno un’ora e mezza dietro la colonna attendendo il rientro di Hermione, avevano appena assistito a tutta la scena.

“Ora ti sei convinto, Ron? Rooon?”

Ma il ragazzo stava ancora fissando il punto in cui i due si erano scambiati tenerezze fino a pochi secondi fa, con fare depresso.

 

Quella notte, ad Hogwarts, tre persone in particolare non riuscirono a passare una notte tranquilla: Hermione Granger, ancora turbata dalle reazioni che scaturivano dalla vicinanza del suo peggior nemico; Ron Weasley, consapevole che stava per perdere la ragazza più importante della sua vita; Draco Malfoy, che non riusciva scacciare dalla mente l’immagine degli occhi di Hermione, colmi di tristezza.

 

 

Ciao, finalmente il nuovo capitolo!

Avrei voluto davvero salutarvi uno ad uno per le splendide recensioni che mi avete lasciato, ma siete così tanti, e oggi non ho proprio tempo!

Ma prometto che la prossima volta saluto tutti come si deve :)

Un saluto a chiunque mi segue, e in particolare un abbraccio a tutti i recensori!

Sophie

 

Ps: un chiarimento per Fradcliffe -à dalla tua recensione mi è sembrato di capire che hai frainteso il paring… in realtà questa è una Draco/Hermione e non una Ron/Hermione! Mi dispiace per l’equivoco, ma sono contenta che, ameno per ora, la

storia ti sia piaciuta.

 

Per Vulcania (che ha commissionato questa fic): Hai ragione da vendere! Ho proprio fatto fatica per fare quel paragone, e i tuo mi piace molto di più! Provvederò a cambiare anche l’altro errorino, e penso che adotterò il titolo che mi hai suggerito, mi sembra che è quello che rende meglio l’idea.

Ringrazio comunque tutti gl’altri che mi hanno suggerito le altre alternative, erano tutte così azzeccate che alla fine ho trovato difficile anche scegliere tra le vostre! Sono un disastro ^_^’’

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Capitolo 5
*** Foto nella neve ***


Nel corridoio intanto, i due ragazzi che erano nascosti da almeno un’ora e mezza dietro la colonna attendendo il rientro di Hermione, avevano appena assistito a tutta la scena.
“Ora ti sei convinto, Ron? Rooon?”
Ma il ragazzo stava ancora fissando il punto in cui i due si erano scambiati tenerezze fino a pochi secondi fa, con fare depresso.
Quella notte, ad Hogwarts, tre persone in particolare non riuscirono a passare una notte tranquilla: Hermione Granger, ancora turbata dalle reazioni che le scaturivano dalla vicinanza del suo peggior nemico; Ron Weasley, consapevole che stava per perdere la ragazza più importante della sua vita; Draco Malfoy, che non riusciva scacciare dalla mente l’immagine degli occhi di Hermione, colmi di tristezza.
 - Fine capitolo -
 
 
*.*.*.*.*.*.*
 
 
 
“Oh! Finalmente sei scesa, credevo non ti alzassi più!” esclamò Ginny avvicinandosi ad Hermione con aria impaziente.
“Allora? Cosa è successo ieri sera? Volevo aspettarti, ma ho dovuto convincere Lavanda e Calì a salire in camera, non volevano proprio andarsene!”
Hermione aveva la faccia stanca e si sedette sulla poltrona massaggiandosi le tempie.
“Non ho dormito per niente questa notte… Comunque, grazie al tuo intervento, ieri sera siamo riusciti a passare per una coppietta innamorata.” Le rispose Hermione guardandola con un’espressione indecifrabile.
“Quello l’avevo intuito dalla faccia truce che aveva Ron questa mattina…” commentò ironica Ginny, attirando l’attenzione dell’amica su di sé.
Interpretando l’espressione confusa di Hermione, Ginny continuò a spiegare, tentando di rispondere alla tacita domanda che l’amica aveva dipinta in volto.
 “Sì, è già sceso con Harry. Anche lui sembrava non aver dormito… io volevo i dettagli, comunque!”
Hermione s’affrettò a distogliere lo sguardo.
“Niente di che, non preoccuparti. Piuttosto, a che problema ti riferivi nel biglietto che mi hai mandato con Edvige?”
Ginny sorrise a mezza bocca.
“Ecco, vedi…” cominciò la rossa e le raccontò all’amica della foto.
“Ginny! E ora come faccio?! Non potevi inventarti qualcos’altro?!”
“Dai Hermione, non c’è bisogno di farne una tragedia, no? Basta che vi facciate una foto insieme… puoi dire a Ron che vi siete messi insieme durante le vacanze di Natale! Se non sbaglio Malfoy era rimasto ad Hogwarts e tu sei tornata prima di noi, giusto? Magari vi eravate già notati un po’ prima e durante le vacanze… ”
“La fai facile tu. Se davvero avessimo fatto quella foto poco dopo Natale, dovrebbe esserci la neve ovunque, no? Con il sole che ha fatto ieri si è quasi tutta sciolta… come faccio?!”
“Non è vero che è tutta sciolta. Sul lato ovest ce n’è ancora molta, e poi, in caso te ne servisse di più, falla comparire, no? Sei o no la strega più brillante di tutta Hogwarts?” le ricordò Ginny, guadagnandosi una occhiata scettica di Hermione.
“Sarà… speriamo che vada tutto bene. Ora basta convincere Draco…” rispose mestamente lei, senza accorgersi del sorriso malizioso che caratterizzava la faccia di Ginny.
“Perché convincerlo, scusa? Ricordati che hai tu il coltello dalla parte del manico. Ha firmato un contratto e non può più tirarsi indietro.” Le ricordò, risollevandole il morale.
“Giusto! Gli mando subito un gufo per oggi pomeriggio.”
 
 
*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.
 
 
“Granger, sarà almeno mezz’ora che stiamo qui al freddo e al gelo per questa stupidissima foto. Mi sono stufato!”
Hermione stava facendo comparire nuovamente la neve finta che aveva creato.
“Draco, ti ho detto che devi iniziare a chiamarmi Hermione anche quando siamo soli. Devi abituarti. E poi non è colpa mia se ci stiamo mettendo così tanto, tu non fai altro che fare il broncio, per forza non vengono bene le foto!” lo rimproverò Hermione sistemando per l’ennesima volta la macchina fotografica che Colin Canon le aveva prestato. “Dici che qui verranno meglio? Mi sembra ci sia più luce…”
“Dai, andrà benissimo, basta che ci sbrighiamo.” Draco si passò una mano tra i capelli con aria annoiata. “Tra poco è l’ora di cena e questa è l’ultima foto che sono disposto a fare.”
“Ma sentilo, il signorino! Meno male che la macchinetta ha il multiscatto, altrimenti ci avremmo messo ore a fare tutte queste foto.” Disse la ragazza premendo il tasto che di lì a quindici secondi avrebbe fatto partire l’autoscatto.
Hermione si affrettò ad andare verso Draco camminando all’indietro, ma nella fretta inciampò, cadendo lunga a terra. Ebbe appena il tempo di rimettersi seduta che la risata di Malfoy la raggiunse. Quando si girò ad insultarlo però, rimase come paralizzata: era la prima volta che vedeva un sorriso arrivare fino agli occhi di Draco, e non poté fare a meno di ridere a sua volta. Il ragazzo allungò una mano per aiutarla a rialzarsi e Hermione l’afferrò senza titubanze tirandolo verso di sé e facendo finire anche lui in mezzo alla neve.
“Piccola peste…” la apostrofò senza cattiveria Draco, mentre Hermione sogghignava divertita. Malfoy provò ad afferrarla per tenerla a terra, ma Hermione riuscì a sfuggirgli iniziando a correre. Iniziarono una vera e propria battaglia di neve, mentre lui inseguiva lei, ma Draco era più veloce, e riuscì ad afferrarla. Mentre ancora la teneva in braccio per buttarla di nuovo in mezzo alla neve, sentirono una delle serre dietro di loro aprirsi e un gruppo di giovani Tassorosso li guadò sorpresi.
Hermione tentò di balbettare qualcosa mentre Draco si limitò a fulminare le studentesse con lo sguardo. Queste ultime, dopo il momentaneo imbarazzo, affrettarono il passo, bisbigliando tra loro rumorosamente.
 “Dici che avranno frainteso?” Draco incrociò il suo sguardo preoccupato, e notando che ancora teneva stretta tra le braccia, si affrettò a lasciarla andare dicendo “Sono di Tassorosso, il loro unico scopo nella vita è spettegolare. Entro domani tutta Hogwarts saprà che Hermione Granger e Draco Malfoy si stavano rotolando insieme nella neve.”
Hermione fece un’espressione buffissima mentre borbottava “Addirittura ‘rotolarci’… quanto sei esagerato…”
 Draco afferrò la macchinetta e gliela tirò. “Spero almeno che le foto di prima siano decenti, visto che nell’ultimo scatto hai avuto la splendida idea di nuotare nella neve.” Hermione gli stava per rispondere per le rime quando si accorse che le stava sorridendo. Era la prima volta che Malfoy la prendeva in giro senza cattiveria.
Quando entrarono nel castello, fecero insieme la strada fino alle scale che conducevano ai sotterranei.
“Vatti a cambiare prima di venire a cena…” Le si avvicinò e Hermione, non sapendo che intenzioni aveva indietreggiò di un passo. “Mica mordo, vieni qui.” Quando la ragazza si decise a fermarsi, Draco le sciolse la lunga cascata di ricci, passandoci una mano attraverso e scuotendoli un pochino. “Sei piena di neve, se non ti cambi subito ti prenderai un raffreddore.”
Hermione era sorpresa da tutta quella gentilezza e stava per ringraziarlo quando Draco si affrettò a toglierle qualsiasi dubbio.
“Non farti strane idee, voglio solo che non ti inventi scuse per non darmi ripetizioni, intesi? Ci vediamo subito dopo cena, è chiaro? A dopo.”
Hermione rimase a guardarlo come un pesce lesso.
 
Ci sono cascata come una cretina…
 
 *.*.*.*.*.*.*.*
 
“Te l’ho detto! La Granger e Malfoy si stavano rotolando abbracciati in mezzo alla neve!”
“Non ci credo... e a te chi l’ha detto?” chiese stupefatta Lavanda alla sua compagna Calì.
“Me l’ha detto Padma, a cui l’ha riferito Michael Corner, che è stato informato da Millicent Bullstrode, che l’ha sentito al bagno da Hannah Abbott, che è nella stessa casa delle alunne che li hanno beccati!” spiegò Calì con fervore.
Lavanda sembrava piuttosto scettica. “Ma figurati… si saranno inventate tutto! Quei due si odiano, e poi ti pare che Malfoy si va a mettere con quella secchiona di Hermione?”
“Ti dico che li hanno visti! E poi hai visto poco fa quando è passata? Era tutta bagnata…”
“Non lo so, Calì. Mi sembra assurdo… sshh, sta passando Ginny...”
Le due ragazze le diedero le spalle, continuando a confabulare, mentre Ginny, lanciandole un’occhiataccia, le superò, diretta in Sala Grande.
Quando entrò, quasi corse al tavolo per chiedere spiegazioni all’amica.
“Hermione! Ma che hai combinato oggi pomeriggio, me lo spieghi?! Quelle due perfide di Lavanda e Calì te ne stanno dicendo di tutti i colori.”
Effettivamente Hermione sembrava piuttosto imbarazzata, e solo allora si accorse che molte ragazze al tavolo dei Tassorosso stavano guardando insistentemente verso di lei.
“Non è successo niente, e se ti chiedono qualcosa, tu nega.”
“Come non è successo niente, a quanto ne so, vi stavate rotolando nella neve…” Ginny osservò l’amica quasi strozzarsi con il suo succo di zucca e guardare in direzione di un Draco piuttosto tranquillo.
“Ti dico che non è successo niente! Sono inciampata nella neve mentre facevo quelle maledette foto, Draco ha iniziato a ridere e quando mi ha dato la mano per aiutarmi, io l’ho tirato nella neve con me. Tutto qui! Solo che in quel momento sono passate delle ragazze di Tassorosso…”
“Capirai! Quelle pettegole… hanno la miglior rete di spie al mondo, migliore persino di quelle di qualsiasi ente di spionaggio esistente!  Non c’è foglia che non cada ad Hogwarts senza che loro lo sappiano…” Mentre parlava, vide l’amica alzare gli occhi sul tavolo dei Serpeverde, dove Draco si stava alzando, ingoiare l’ultimo boccone di cibo e alzarsi precipitosamente anche lei. “Dove scappi adesso?!”
“Devo finire il lavoro di Incantesimi a Draco, e poi non me la sento ancora di incontrare tuo fratello, ci vediamo domani!”
Ginny la vide correre via e, con un’alzata di spalle, iniziò a servirsi la cena.
 
 
*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.
 
 
“Quando fai l’incantesimo sbagli il movimento del polso. Per questo non ti viene.”
Draco la osservava attentamente. Hermione fece un’elegante movimento e fece in maniera corretta l’incantesimo. “Devi fare una lieve flessione verso il basso prima di concluderlo. Per il resto va tutto bene, vedrai che te la caverai se ti ricordi questo piccolo accorgimento.”
“Sì, maestra…” Nonostante il tono di scherno, Hermione aveva notato con quanta attenzione aveva osservato la sua mano.
“Se solo fossi un po’ più attento a lezione, invece di fare il cretino con i tuoi due gorilla, andresti molto meglio.”
Draco la guardò storto. “Purtroppo ognuno capisce la propria strada in momenti diversi, Granger… per esempio, se tu ci provassi direttamente con Lenticchia, invece di rompere l’anima a me, adesso forse staresti con lui, invece di avere tutta Hogwarts che mormora alle tue spalle.”
La ragazza ignorò la sua frecciatina deliberatamente. “Ti ho detto che devi chiamarmi Hermione. A proposito… sai che girano strane voci sul nostro conto? Tu che cosa dici alla gente?”
Draco la guardò come se avesse fatto la domanda più stupida del mondo. “Nego spudoratamente, è chiaro. E adesso andiamo che è tardi.”
Mentre chiudevano la porta della Stanza delle Necessità Hermione sospirò soddisfatta. “Aah! Finalmente abbiamo finito. Non saremo più costretti a sopportarci a vicenda…”
“Questo è quello che pensi tu, Hermione. Mi devi delle ripetizioni se non ricordo male…”
Hermione si girò di colpo. “Pensavo non dicessi sul serio!”
“E invece sì, ti è andata male. Ci vedremo tutti i giorni, finche non avrò riempito tutte le mie lacune in Incantesimi, sono stato chiaro?”
Hermione lo guardò male. “Cristallino…”
Continuarono a battibeccare per un po’ e, senza accorgersene, Draco aveva finito per accompagnarla fino al suo dormitorio. “Non ti ci abituare, è stato un caso.”
Hermione lo guardò con aria maliziosa. “Lo sai che il nostro inconscio ci fa fare ciò che in realtà vogliamo?”
Draco sembrò pensarci su, ma non replicò. “Lo sai che qualcuno ci sta guardando? Il tuo Straccione dev’essere proprio geloso per farti le poste tutte le sere.”
Anche Hermione parve rendersi conto dell’ombra dietro l’armatura, qualche metro più avanti. Draco intanto, mentre lei era distratta, le sciolse nuovamente i capelli.
“Perché non inizi a portarli sciolti?”
Hermione lo guardò interrogativamente. “E perché dovrei?”
Draco le lanciò un’occhiata furba. “Perché magari faresti ingelosire ancora di più il tuo Pel di Carota… quando ti chiederà come mai improvvisamente li porti così e gli risponderai: ‘Lo faccio per il mio Draco’, credo che non ci vedrà più dalla gelosia… vorrei quasi esserci…” Aveva il suo miglior ghigno ‘Made in Malfoy’ stampato in faccia.
“Se lo dici tu… però sono molto scomodi…”
“Però così stai molto meglio…” e lasciando la ragazza completamente spiazzata dalla sua ultima uscita, si incamminò verso il suo dormitorio, senza neanche voltarsi a salutarla. Solo a metà tragitto una voce lo raggiunse, ma non era decisamente quella di Hermione.
“Malfoy, dobbiamo parlare.”














Eccomi qui!!! Enormemente in ritardo, lo so, lo so… ma tra febbre, primi maggio, compleanni regali e studio è stato il meglio che sono riuscita a fare! Volevo ringraziare la mia beta reader, Isabella, che da questo capitolo in poi mi aiuterà per la grammatica e mi ha anche dato qualche suggerimento nei dialoghi.

Un bacione a tutti quelli che mi seguono, e un ringraziamento speciale a:

 

Alessandra: grazie per i tuoi complimenti, e per il tuo accorato appello per postare al più presto! Mi sento in colpa per averti fatto aspettare tanto! Il tuo sostegno è molto prezioso, e spero continuerai a seguirmi nonostante i miei ritardi!

 

silmarilichigo: già, ho una marea di impegni… ormai sto quasi sotto esami all’università, e questo è il massimo che riesco a fare, mi dispiace -.- !

 

picci 1989: grazie per i complimenti!

 

juju210: se continuate così, arrossisco di brutto :)

 

yuna: purtroppo il destino di Ron è quello di rodersi di invidia, poverino! Spero continuerai a seguirmi!

 

cleo88: Non ho aggiornato proprio prestissimo, ma spero che anche questo capitolo ti piaccia!

 

Erin: La velocità non è purtroppo il mio forte… ma speo almeno di non averti fatto attendere invano :)

 

Mione09: Cercherò di fare prima la prossima volta, ma non prometto nulla! Spero che continuerai a seguirmi lo stesso…

 

SweetChocolate: grazie per i complimenti, e complimenti per il nick… è dolcissimo in tutti i sensi XD

 

@ngel: già, Ron non è troppo sveglio… e poi devo dire che, anche se preferisco le Harry/Hermione, anche questa coppia è veramente bella! Mi sto divertendo a descriverla!

 

Cobwy23: Sì, inizialmente volevo far mordere prima Hermione da Draco, ma poi ho cambiato idea… sono contenta che la nuova soluzione vi sia piaciuta.

 

crici_82: A chi lo dici! E chi dormirebbe…. Povera Hermione! ^_^

 

tery91: Sono contenta che ti stia piacendo, e spero che andremo in crescendo!

 

Fradcliffe: Sono contenta che continuerai a seguirmi anche se non è il tuo parino preferito! Spero di riuscire a divertirti ugualmente, e grazie della fiducia!

 

XcoccinellaX: Le tue doppie recensioni sono veramente meravigliose… sei un tesoro!

 

Ciobar: Lo so, ma purtroppo non riesco a scrivere capitoli più lunghi di 4 pagine word, e non riesco a postare prima per via dei miei impegni universitari, mi dispiace :( Farò quel che posso per accorciare i tempi.

 

strawberrina: Ciao! Sono contenta che ti sia piaciuta la mia storia, e verrei volentieri a leggere la tua, solo che non conosco le mew mew, quindi mi risulterebbe difficile seguirla… mi dispiace

 

camyxpink: Povero Ron… un po’ tardo in fatto di ragazze, sempre all’ombra di Harry… mi fa un po’ pena…

basta, ho deciso, cambio parig e lo faccio mettere con Hermione! …scherzo! :D Non se la merita!

 

Ryuky: Grazie davvero dei tuoi complimenti! Spero continuerai a seguirmi!

 

 

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Capitolo 6
*** Tra sfide e boccini ***


“Perché non inizi a portarli sciolti?”
Hermione lo guardò interrogativamente.“E perché dovrei?”
Draco le lanciò un’occhiata furba. “Perché magari faresti ingelosire ancora di più il tuo Pel di Carota… quando ti chiederà come mai improvvisamente li porti così e gli risponderai: “Lo faccio per il mio Draco”, credo che non ci vedrà più dalla gelosia… vorrei quasi esserci…” Aveva il suo miglior ghigno “Made in Malfoy” stampato in faccia.
“Se lo dici tu… però sono molto scomodi…”
“Però ci stai molto meglio…” e lasciando la ragazza completamente spiazzata dalla sua ultima uscita, si incamminò verso il suo dormitorio, senza neanche voltarsi a salutarla. Solo a metà tragitto una voce lo raggiunse, ma non era decisamente quella di Hermione.
“Malfoy, dobbiamo parlare.”

- Fine capitolo -


*.*.*.*.*.*


Draco si fermò, e senza neanche voltarsi, si rivolse in modo scocciato al suo interlocutore “Che cosa vuoi, Lenticchia? Ti sei perso? Eppure non credevo fossi tanto idiota da non riconoscere neanche il ritratto del tuo dormitorio… evidentemente mi sbagliavo.” Stava per riprendere a camminare quando un fascio di luce rossa finì poco distante dai suoi piedi.
“Ti ho detto che dobbiamo parlare…”
Draco sorrise tra sé e sé.

Dev’essere proprio fuori di sé per sfidarmi così apertamente, da solo poi…

Si voltò mettendosi pigramente le mani in tasca. “Oh, nervosetti, Weasley?” disse Draco osservandolo meglio: sembrava furioso, le orecchie rosso acceso.
“Smettila di fare lo sbruffone, altrimenti te ne pentirai.” Draco fece una piccola smorfia sarcastica, ma Ron continuò, ignorandolo. “Voglio che mi spieghi questa storia di te e Hermione. E’ vero che… che… state insieme?”
Draco alzò mentalmente gli occhi al cielo.

Ci ha visto che ci abbracciavamo, ma più di così, che dobbiamo fargli? I disegnini?
 
“Non credo che siano affari tuoi, ma sì… stiamo insieme.” sostenne guardandolo fisso; poi ricordandosi delle foto che avevano fatto nel pomeriggio, decise di potersi sbilanciare aggiungendo “Dalle vacanze di Natale per l’esattezza. Perché, qualche problema forse?” Lo guardò con la sfida negli occhi.
Dopo un attimo di titubanza, Ron rispose con forza. “Sì, e molti anche! Perché stai con lei?”
“Ma che razza di domanda è?”
“Rispondimi, Malfoy! Non hai fatto altro che insultarla e umiliarla dalla prima volta che l’hai vista, ed ora, improvvisamente flirti con lei per i corridoi della scuola. Perché lo fai? Che cosa hai in mente?”
“Ma che fai, ci spii?” insinuò Draco alzando un sopracciglio.
Ron distolse lo sguardo, mentre le sue orecchie andavano tingendosi della stessa tonalità dei suoi capelli.
Compiaciuto dalla reazione del ragazzo, Draco continuò ad infierire “Ma bene… sono convinto che quando lo dirò a Hermione, andrà su tutte le furie.”
“Non hai risposto alla domanda!”
“Non sono affari che ti riguardando, Weasley.”
Ron si avvicinò di un passo, stringendo di più la bacchetta tra le mani. “Invece sì… lei è sempre stata al mio fianco, l’ho consolata quando era triste, abbiamo riso e pianto insieme, abbiamo superato insieme tutte le difficoltà che abbiamo incontrato in questi anni, e ti assicuro che non sono state poche. La conosco abbastanza bene da sapere che non starebbe mai con uno come te! Come l’hai costretta, eh? La stai ricattando?”
Qualcosa nel discorso di Ron infastidì Draco nel profondo. Anche lui si avvicinò, e regalandogli uno dei suoi ghigni più cattivi, disse lentamente “Evidentemente non la conosci abbastanza… non mi sembrava affatto della tua stessa opinione stasera, mentre mi stava baciando appassionatamente.” Si leccò le labbra.  “Ha proprio un buon sapore, lo sai?”
Ron era cieco dalla rabbia, alzò la bacchetta e gridò “Stupeficium!”
Draco però lo sorprese per la sua velocità. “Protego.”
“Che c’è, Weasley? Sei geloso perché lei mi permette di baciarla, di toccarla? Oppure ti da solo fastidio che l’hai persa senza neanche provare ad averla, eh? Vuoi sapere perché stiamo insieme? Mi sono stufato di girare con delle oche, e Hermione è una ragazza brillante. Senza contare che non è affatto male senza quei denti da castoro e i capelli sciolti… non sai quanto le piace quando le passo la mano tra i capelli.” Draco fece una piccola pausa, sorpreso anche lui da quello che stava dicendo: non sapeva cosa aveva provato la ragazza quando le aveva sciolto i capelli, ma a lui era stranamente piaciuto. Fu solo un attimo, poi riprese a parlare, fissando Ron dritto negl’occhi. “Non siamo pazzi l’uno per l’altra, ma resta di fatto una cosa: ha preferito stare con un tipo come me, piuttosto che uno straccione come te.”
Ron strinse convulsamente i pugni, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Draco disse “Expelliarmus”. La bacchetta volò via dalle sue mani, senza aver avuto neanche il tempo di reagire. “Cosa credevi di fare, eh?”
Ron lo guardò con puro odio. “La farai soffrire, ci scommetto. Anzi, sono sicuro che prima o poi lei ti chiederà di uscire allo scoperto, e tu la lascerai perché non vuoi far sapere in giro che ti vedi con lei. La stai solo usando.”
“Questo è quello che credi tu, Weasley. Ben presto ti dimostrerò che tengo davvero a lei… non te la lascerò così facilmente.” Si avvicinò ancora di più, poggiandogli la punta della bacchetta al collo. “E non azzardarti più a seguirla, sono stato chiaro?” Gli lanciò uno sguardo sprezzante, prima di riprendere la sua strada.

Forse ho un po’ esagerato…

Ron rimase un attimo stordito da quella conversazione, ma prima che Draco sparisse dalla sua visuale, gli gridò dietro “Me la riprenderò, Malfoy! Costi quel che costi!”


*.*.*.*.*.*.*.*.*.*


“Ciao Hermione! Allora, per le foto?” domandò Ginny avvicinandosi all’amica che aveva appena finito di scendere le scale del dormitorio.
“Buongiorno, Ginny. Colin mi ha detto che non ci vorrà molto.” Sbadigliò lanciando un’occhiata fuori dalla finestra: era una splendida giornata di sole, anche se un venticello insidioso sembrava promettere temperature pungenti.
Ginny osservò l’amica, e finalmente capì cosa c’era di diverso in lei. “Ehi, stai benissimo così, sai? Come mai ti sei decisa a sciogliere i capelli?”
Le gote di Hermione si colorirono leggermente. “Ehm… in realtà me lo ha consigliato Draco, per far ingelosire Ron, sai?”

E perché ti ha detto che così stai molto meglio…

Hermione cercò di scacciare quello strano pensiero dalla testa, quando la voce di Harry le raggiunse “Buongiorno, ragazze! Siete pronte per la partita? Oggi c’è Corvonero contro Serpeverde, è una delle partite più interessanti. Spero che Ron si spicci a scendere.” girandosi verso Hermione aggiunse “A proposito… che cosa gli hai combinato ieri sera? E’ salito con un’aria truce, e quando gl’ho chiesto cosa fosse successo, ha grugnito qualcosa e si è ficcato subito nel letto.”
Hermione lo guardò confusa. “Io veramente non parlo con Ron da ieri mattina…” Si portò le mani alla bocca. “Oddio, non avrà discusso con Draco, spero!”
Harry le posò una mano rassicurante sulla spalla. “Quando è salito sembrava tutto intero. Vedrai che avranno solo parlato.” Poi osservando anche lui meglio Hermione, una luce d’approvazione accese il suo sguardo. “Vedo che finalmente hai deciso di scioglierli! Stai decisamente meglio così, ma immagino che non sia merito nostro, vero?”
“Infatti, è merito di Draco, vero, Hermione?” Tutti e i ragazzi si voltarono, sorpresi, verso di Ron. Nonostante il disprezzo col quale aveva pronunciato il nome di battesimo di Malfoy, non sembrava particolarmente arrabbiato. Ginny, capendo al volo la situazione, si aggrappò alla manica della giacca di Harry trascinandolo verso il ritratto. “Mi sono ricordata improvvisamente di avere una gran fame! Harry, accompagnami. Voi ragazzi, intanto prendete i posti, vi raggiungiamo lì!” e detto questo, scomparvero entrambi dietro l’uscita.
Hermione guardò Ron imbarazzatissima, e l’altro, con una strana tranquillità, le disse “Andiamo a prender i posti, allora?”
“Sì…”
Fecero gran parte della strada in silenzio, guardando fisso a terra, ma poi Ron riprese la parola “Immagino tu voglia dei bei posti, per poter vedere al meglio il tuo ragazzo che gioca.”
Hermione chiuse l’occhi per un istante. “Mi dispiace davvero che sei venuto a saperlo così, Ron. Io avrei voluto dirtelo con più calma, ma mi è sempre mancato il coraggio.”
Per un attimo la fissò, poi riprese a camminare “Ieri sera ho incontrato Malfoy per caso, e ci siamo messi a parlare…” Hermione alzò un sopracciglio, ma non disse nulla: sapeva che il ragazzo li aveva spiati, e che era molto improbabile che i due avessero avuto una tranquilla e casuale conversazione. “Così state insieme da Natale… ma dimmi, tu cosa provi per lui?”
Hermione si fermò all’improvviso, non si aspettava una domanda così diretta. “Beh, ecco… diciamo che non sono innamorata, ma mi piace molto…”
“Sei sicura che è tutto qui, Hermione? Lui non è affatto adatto a te, tu lo sai… Ti sta usando, ti farà soffrire… non penso che tenga a te come dovrebbe…” e dicendo questo, le prese una mano tra le sue. A Hermione mancò un battito. Con voce titubante disse “No, stai tranquillo, Ron. Draco è molto meglio di quel che sembra, e poi non sono troppo coinvolta. Mi piace, sì, ma è tutto qui… nel caso in cui dovessi incontrare la persona che realmente mi piace…” alzò gl’occhi per incrociare quelli di lui. “Mi staccherei da lui senza problemi, te lo assicuro. Non abbiamo nessun vincolo, siamo stati chiari in questo senso…”
Anche Ron sembrava aver qualche problema a respirare mentre accarezzava con il pollice il dorso della mano di lei. “Quindi, se dovessi incontrare quello giusto…”
Ma non riuscì a finire la frase, perché venne interrotto dalla voce squillante della sorella. “Allora, siete ancora qui?! E i posti?”
Ron e Hermione si staccarono subito, diventando rossi come peperoni, e cercando, nonostante tutto, di fare i vaghi. “Vi stavamo aspettando. Dai, andiamo…”

Come anticipato da Harry, la partita fu molto emozionante. Le due squadre erano costantemente in parità, e solo il ritrovamento del boccino poteva sbloccare il risultato. Nonostante fosse molto concentrato sulla ricerca della veloce pallina dorata, Draco come d’abitudine lanciò uno sguardo di sfida verso Harry, per ricordargli che, come sempre sarebbe stato lui il suo avversario in finale. Questa volta però, anche qualcos’altro attirò la sua attenzione: Ron e Hermione erano insolitamente vicini, lui ogni tanto le lanciava uno sguardo, mentre lei guardava fisso in direzione del campo, evidentemente imbarazzata per qualcosa. Draco rimase ad osservarli a mezz’aria, come stordito.

Ma che diavolo sto facendo…

Stava per virare con forza, quando vide un luccichio familiare poco lontano da loro. Accelerò all’improvviso, prendendo alla sprovvista anche Cho Chang, e volandogli proprio accanto e afferrò al volo il boccino. Mentre un boato, insieme a vari fischi, inondò il campo, senza quasi neanche pensarci, Draco si mise a galleggiate nell’aria di fronte alla tribuna di Harry. Tutti furono stupiti da quello strano comportamento, ma ci fu uno sgomento generale quando Draco porse a Hermione la piccola pallina d’oro, che ancora si agitava nella sua mano, non prima di aver lanciato una chiara occhiata di sfida a Ron.
Avevano tutti gli occhi puntanti su di loro, ed Hermione era diventata di tutti i colori quando, timidamente, allungò la mano per accettare quell’inaspettato dono.
Tutte le tribune erano in fermento, nessuno si stava astenendo dal commentare un evento che mai si sarebbe potuto prevedere. Draco, non contento, porse anche una mano a Hermione, col chiaro intento di invitarla sulla sua scopa. “Vuoi fare un giro con me?”
Hermione spalancò gli occhi, e Ron parve quasi contento di quella proposta, infatti disse “Tu sei pazzo. Hermione odia volare, lei non verrà mai…” ma Draco non lo stava ascoltando, impegnato a fissare la ragazza negli occhi. Hermione sapeva che la stava guardando in quel modo solo per far ingelosire Ron, ma non poté ignorare quel senso di calore in fondo allo stomaco che sentiva in quel momento. Come se fosse stata guidata da quegli occhi grigi, così intensi, si ritrovò senza accorgersene a poggiare la propria mano in quella di lui. Draco l’aiuto a salire sulla propria scopa, facendola sedere all’amazzone, e tenendola stretta per la vita, si diresse verso i giardini, lasciando Ron a schiumare di rabbia e mezza Hogwarts a guardarli basiti.

 

 

 

Spazio dell’autrice

  

 juju210: Ti ringrazio per tutte le recensioni che mi hai mandato, e ti assicuro che mi ha fatto un sacco piacere vedere il tuo nick comparire più volte! Ti ringrazio di cuore, e spero che questo capitolo abbia raggiunto le tue aspettative!

 

MORFEa: CIAOOOOO!!!! Non sai quanto mi fa piacere sentirti ancora :) Sono contenta che ti stia piacendo anche questa storia!

 

BlackMiss91: Ti confesso che Hermione e Draco non sono la mia coppia preferita, come per te, ma devo confessare che iniziano a piacermi :)

 

Erin: Sì, anche a me mi era piaciuta quella frase, ci stava bene tra quei due! Spero di non averti fatto aspettare troppo!

 

Cobwy23: Già, non credo che Ron se la passerebbe bene in uno scontro diretto con Malfoy, ma per ora ne è uscito tutto intero… in futuro, chissà :D

 

Strawberrina: Grazie strawberrina, sei un tesoro!

 

Hanon: Ron non è mai stato un mostro di furbizia, ma ammetto che lo sto facendo un po’ tonto :P però in questo cap è stato anche troppo intraprendente per i miei gusti!

 

blackrystal: Ed ecco la mia meravigliosa beta-reader!!! Grazie per aver lasciato un commento nonostante tu avessi evidentemente già letto il capitolo! Un bacione ;)

 

Gy__MrSMaLfOy: Mi fa piacere che ti piaccia, ma soprattutto che alla fine mi hai lasciato un commento ^_^ Spero che ti piaccia anche questo nuovo capitolo, Sophie.

 

Alessandra: Grazie Ale, le tue recensioni mi fanno sempre piacere! Come hai potuto notare, hai azzeccato l’interlocutore di Draco, ma saprà tenergli testa? Comunque ho letto qualcuno dei tuoi lavori, e devo dire che sei proprio brava, un bacione!

 

crici_82: già, e ora inizia anche a formarsi un bel triangolino… ^_^

 

Mione09: Come vedi ho esaudito la tua richiesta, e non li ho fatti fare a botte… almeno per ora… No, scherzo! Non so come andrà a finire, quindi nulla è escluso!

 

puccalove90: Anche tu hai azzeccato il proprietario della voce! In effetti forse non era difficile immaginarselo, inizialmente volevo metterci Pansy, ma quella ragazza proprio non mi ispira… per le foto, si vedrà ;)

 

cleo88: Tu sei riuscita a beccare tutte e due le mie ipotesi su chi potesse fermarlo! Complimenti o.O

 

DreamGirl91: Grazie! Non sai quanto mi faccia piacere che anche a chi non va matto per questa coppia segua comunque la mia storia ^_^ ti ringrazio.

 

lily93: Quando ho letto quello che mi hai scritto ho iniziato a sorridere al monitor come una scema :D Grazie davvero!

 

Ryuky: Quando ho letto la tua recensione mi sono ammazzata dalle risate! ^_^ grazie! (OF: senti, mi togli una curiosità… cosa vuol dire il “nd” nelle parentesi? Me lo sono sempre chiesta… scusate la mia ignoranza.. ^_^’’’’)

 

Vulcania: Come sempre apprezzo tantissimo le tue correzioni che vado a modificare sempre! E sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo nonostante il clichè della “rotolata nella neve”, ma che altro ci si può fare nella neve se non rotolarci dentro? ^______^ in realtà io ci cado spessissimo nei clichè, anche se cerco di evitarli in ogni modo… se ci ricadrò ti chiedo umilmente scusa :)!

 

VivianaRossa: Sono contenta che tu ti sia sbagliata e sei arrivata a leggere fin qui! Spero che ti sbaglierai ancora ;)

 

Mearmind: Grazie infinite!!! In effetti anche a me dispiace un po’ per Ron, zia Jo l’ha reso un personaggio troppo divertente, solo che se non si sveglia un po’ in amore…

 

 

ametista92: Sono contenta che alla fine tu abbia commentato, e spero di averti lasciata ancora col fiato sospeso, così ricommenterai ;)

 

picci9: Già… tra un po’ alla povera Herm le servirà una fiamma ossidrica per scioglierlo tutto, ma conto che per la fine della storia ci riuscirà anche da sola. Anzi, mi sbilancio… forse ci riuscirà anche prima!

 

XcoccinellaX: Sono io che devo ringraziare te! Mi recensisci in due siti diversi!!! Sei un angelo, grazie!!

 

SweetChocolate: Hai visto? Era proprio il nostro Ron ad affrontare Draco, e per di più da solo! Quando l’ho sentito, ha sorpreso anche me O.o No, aspetta, io sono la scrittrice… ^_^

 

Amazzone91: Mi fa piacere, grazie ^_^

 

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Capitolo 7
*** Coraggio da grifoni ***


Tutte le tribune erano in fermento, nessuno si stava astenendo dal commentare un evento che nessuno avrebbe mai potuto prevedere. Draco, non contento, porse anche una mano ad Hermione, col chiaro intento di invitarla sulla sua scopa. “Vuoi fare un giro con me?”
Hermione spalancò gl’occhi, e Ron parve quasi contento di quella proposta, infatti disse “Tu sei pazzo. Hermione odia volare, lei non verrà mai…” ma Draco non lo stava ascoltando, impegnato a fissare la ragazza negl’occhi. Hermione sapeva che la stava guardando in quel modo solo per far ingelosire Ron, ma non poté ignorare quel senso di calore in fondo allo stomaco che sentiva in quel momento. Come se fosse stata guidata da quegl’occhi grigi, così intensi, si ritrovò senza accorgersene a poggiare la propria mano in quella di lui. Draco l’aiuto a salire sulla propria scopa, facendola sedere all’amazzone, e tenendola stretta per la vita, si diresse verso i giardini, lasciando Ron a schiumare di rabbia e mezza Hogwarts a guardarli basiti.

- Fine capitolo -


*.*.*.*.*



Draco era completamente distratto.
Avrebbe voluto fare un giro per tutto lo stadio con Hermione in sella alla sua scopa per vedere stampata un’espressione sbalordita sulla faccia di ogni singolo studente, per poter poi finire il giro proprio davanti a Weasley per potergli ridere in faccia e gongolare della sua espressione da sconfitto, ma non l’aveva fatto.
Avrebbe voluto stuzzicarlo fino a fargli perdere completamente le staffe e magari renderlo ridicolo, ma non l’aveva fatto.
Nel momento in cui aveva incrociato gli occhi della Mezzosangue per un attimo fu sicuro che non sarebbe mai salita sulla sua scopa, e rimase sbalordito quando si ritrovò a sperare con tutte le sue forze che invece facesse il contrario. Ma la sorpresa più grande la ebbe quando sentì il calore della sua mano nella sua, e gli occhi, seppure incerti, gli avevano trasmesso una fiducia che mai si sarebbe aspettato.  
 
…Quegli occhi…  
 
Poi, da quando l’aveva aiutata a salire sulla scopa, l’unico pensiero che aveva avuto era stato quello di allontanarsi il più presto possibile da lì, per potersi distanziare il più possibile da lei. Nessuno gli aveva espresso tanta fiducia e lui non sapeva come comportarsi. Non sapeva se era più infastidito o più impaurito dalla cosa. Era arrabbiato per il fatto che una stupida Mezzosangue potesse metterlo in difficoltà e, senza neanche rendersene conto, aumentò inconsciamente la velocità.
Improvvisamente sentì la mano di Hermione aggrapparsi con forza alla sua divisa, e finalmente Draco tornò in sé e la guardò incuriosito; solo allora si accorse di quanto Hermione fosse silenziosa e pallida. Si affrettò a scendere vicino ad un albero, mentre la ragazza si stringeva ancora di più contro di lui, iniziando a tremare.
Quando finalmente Draco posò i piedi a terra, un pensiero improvvisamente lo illuminò.
“Ma non mi dire, un’appartenente a Grifondoro, la nobile casata della bontà d’animo e, soprattutto, del coraggio, ha paura di volare!”
Si aspettava una risposta per le rime, ma la ragazza si limitò a staccarsi da lui e scendere dalla scopa tenendo gli occhi bassi. Draco non si aspettava tanta remissività.
 
Deve essere proprio spaventata…
 
Draco decise di non infierire, mentre Hermione tentava di riprendere a respirare in maniera normale, dando la schiena al biondo. Non era mai andata bene durante le lezioni di volo al primo anno, e sia quando era andata con Harry a salvare Sirius, sia quando erano andati tutti al Ministero, aveva capito quanto la cosa la spaventava. Non tanto l’altezza quanto la velocità. In entrambe le occasioni era riuscita a non cadere svenuta a terra solo perché aveva l’adrenalina a mille
Si stava un poco riprendendo quando il tono impaziente di Malfoy la costrinse a voltarsi.
“Hai finito di fare la fifona, Granger? Se non ci sbrighiamo rischiamo di prendere il diluvio.” Hermione lo guardò confusa, prima di alzare lo sguardo al cielo: complice il forte vento, il bel sole della mattina era stato coperto da una spessa coltre di nuvole grigie, che non promettevano niente di buono.
“Mi spieghi perché diavolo sei salita sulla mia scopa se hai così paura di volare? In teoria mi odi, e io non ti sopporto. Cosa ti ha fatto pensare che non ti avrei lasciata cadere apposta, o qualcosa del genere?”
Mentre parlavano qualche goccia leggera iniziò a cadere tutt’intorno.
Hermione rispose con un mezzo sorriso. “Lì per lì sarei scappata a gambe levate, ma il commento di Ron mi ha fatto cambiare idea: odio quando prende le decisioni per me o pensa di sapere ciò che voglio. E poi, suona strano anche a me, ma mi sono fidata e basta.”
Draco la guardò, ma Hermione non riuscì a decifrare il suo sguardo. L’unica cosa che riuscì a focalizzare fu che in quel momento gli occhi di Draco erano esattamente uguali al cielo in tempesta. Intanto la pioggia cominciava ad aumentare, e Malfoy si tolse la giacca della divisa da Quidditch e la getto malamente sulle spalle di Hermione.
“Mettiti questa, stai tremando dal freddo. E se non vogliamo prendere tutto il diluvio, credo che sarai costretta a salire di nuovo sulla mia scopa.”
Hermione, inizialmente sorpresa, ora era semplicemente terrorizzata, e iniziò a scuotere la testa eloquentemente, stringendosi nella divisa di lui.
Draco salì sulla scopa. “Ti rendi conto di quanto siamo distanti dal castello? Ci metterai almeno dieci minuti a piedi con questo tempo, e sta scendendo un acquazzone coi fiocchi” vedendo la titubanza della ragazza, Malfoy sogghignò dicendo: “Ma se insisti ti lascio qui senza problemi…”
Fece per partire.
“NO!” disse la ragazza per fermarlo.
Il ghigno di Draco si fece più largo. “E allora muoviti. In fondo ti sei già fidata di me una volta, no?”
L’aiutò a salire e si alzarono in volo. Sentendola irrigidirsi, strinse la presa attorno alla sua vita, e poggiò la bocca contro il suo orecchio per farsi sentire meglio, dato che la pioggia, ormai battente, non avrebbe concesso ai due ragazzi di poter affrontare una conversazione in modo normale.
“Reggiti forte a me e non ti succederà niente. Non ti farò cadere, stai tranquilla.”
Per una volta Draco non aveva usato con lei un tono scontroso o ironico. Il calore del suo braccio, e il tocco delle sue labbra, le regalavano emozioni contrastanti, e senza quasi accorgersene chiuse gl’occhi e si rannicchiò contro il suo petto. Non avrebbe mai pensato che potesse sentirsi al sicuro con Draco Malfoy.

“Ehi, guarda che siamo arrivati, puoi lasciarmi e scendere adesso. C’hai preso gusto, vedo…”
Hermione riaprì gli occhi spaesata, e si rese conto che stavano sotto uno dei porticati vicino all’ingresso del castello.
Rossa come un peperone, scese più velocemente possibile dalla scopa di Draco, seguita dal suo sguardo sarcastico. Tentò di tirarsi indietro i lunghi capelli che le si erano appiccicati al viso e, mentre scostava una ciocca, notò che entrambi erano fracidi.
“Stavo tenendo gli occhi chiusi, per questo non me ne sono accorta, ecco!”
Anche i capelli di Draco erano bagnati e goccioline impertinenti scendevano dalle ciocche davanti. Il ragazzo si passò impazientemente una mano tra i capelli portandoli indietro.
“Sicura? A me non sembrava che avessi paura questa volta… anzi, pensavo che avresti iniziato a fare le fusa da un momento all’altro…” Il ghigno malizioso di Draco la costrinse a distogliere lo sguardo. La stava prendendo in giro, ma lui non sapeva quanto ci fosse andato vicino.
 
…Ginny ha ragione, Draco non mi è affatto indifferente…
 
“Non ci crederai, ma non tutte le ragazze che hanno l’onore di abbracciarti, cadono estasiate ai tuoi piedi. E sai che ti dico? Mi rimangio la storia della fiducia, in realtà sapevo che non mi avresti fatta cadere perché è scritto sul contratto che non puoi farmi del male.” Gli fece una linguaccia e scappò dentro il castello. Draco sorrise.
 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 
“Uffa… spiegami di nuovo perché stiamo qui. Il lavoro di Incantesimi è andato bene, no?” Hermione girò sbuffando una pagina del grosso librone che aveva davanti, mentre portava per l’ennesima volta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “E poi non avevi detto che eri stanco per la partita?”
Draco alzò gli occhi dal blocco su cui stava scribacchiando da un po’ di tempo, e rispose con un ghigno divertito. “Appunto, sono stanco e non mi va di fare i compiti. E poi tu devi farmi migliorare in Incantesimi, è scritto nel tuo preziosissimo contratto, ricordi?”
“Maledetto contratto…” borbottò a mezza bocca Hermione mentre metteva la pergamena che aveva appena finito insieme a quelle di Trasfigurazione e Pozioni.
Hermione guardò per un po’ Draco, intento sul suo blocco, prima di dire: “Come mai hai deciso di diventare bravo a Incantesimi?”
“Come mai non ti fai mai gli affari tuoi?” replicò distrattamente Draco senza neanche alzare gli occhi dal foglio.
“Che cafone che sei!” Hermione mise il broncio, ma poi tirò fuori la bacchetta e disse: “Accio!”
Il blocco volò da un sorpreso Malfoy, a una più che soddisfatta Hermione.
Draco si alzò minaccioso, e anche la ragazza fece lo stesso, per paura che se lo riprendesse prima che riuscisse a scoprire cosa stava facendo. Iniziò a sfogliare l’album quasi correndo, e quando vide cosa c’era dentro si fermò quasi di botto.
“Wow…” anche Draco si fermò, e quando Hermione alzò gli occhi su di lui, per un attimo ebbe l’impressione che fosse imbarazzato a morte. “E’ così… reale… l’hai fatto tu?”
Hermione stava osservando un bellissimo schizzo a matita di un paesaggio. Draco si limitò ad un cenno con la testa. Hermione continuò a sfogliare l’album e vide altri bellissimi disegni, sempre a matita. Ad un certo punto trovo un ritratto, l’unico in tutto l’album.
“Ma è bellissima…” disse guardando Narcissa Malfoy ritratta con un’espressione dolcissima, mentre accarezzava una cornice, vicino al camino.
Draco replicò quasi scocciato: “Ma se sei stata proprio tu a dire che sembra che abbia sempre la puzza sotto il naso.”
Hermione arrossì leggermente. “E’ vero, ma qui l’hai resa più umana, ecco. Riesco quasi a vedere la sua emozione. Anche i paesaggi sono meravigliosi, ma il ritratto è davvero stupendo. Non pensavo avessi questa dote. Perché non c’è nessun altro ritratto?”
“Perché ritraggo solo persone a cui tengo particolarmente, o luoghi che mi colpiscono. E adesso basta con tutti questi complimenti. Ti avverto che non ti salveranno dalle mie ripetizioni.” Le tolse il blocco dalle mani. “E non azzardarti a dirlo in giro.”
Hermione lo guardo con un’espressione furba. “ Ma ti pare che farei mai una cosa del genere…? Se non mi credi sono anche disposta ad aggiungerlo al nostro contratto se vuoi, a patto che tu mi dica perché vuoi le mie ripetizioni.”
Draco la fissò. Sembrava che stesse valutando l’idea di dirglielo o meno, e quando parlò, un’espressione terribilmente seria gli si dipinse sul volto. “Non mi crederesti.”
Gli occhi di Hermione si accesero. “Mettimi alla prova.”
Si guardarono per un lungo istante, prima che lui distogliesse lo sguardo. “E’ inutile che ci giriamo intorno, Granger. Tu sai perfettamente a quale famiglia appartengo, e quindi qual è il mio destino… ma forse ho trovato il modo di evitare di farmi marchiare.”
Hermione ci mise un po’ per capire appieno l’informazione che aveva appena ottenuto: Malfoy voleva evitare di diventare un Mangiamorte. Cercò di non spalancare la bocca dalla sorpresa, e continuò ad ascoltarlo in silenzio. Capì che non doveva essere facile per lui parlare a lei proprio di questo argomento. Draco gliene fu grato e continuò. “Prima ero entusiasta all’idea di diventare Mangiamorte… tutto quel potere, tutto quel rispetto… poi però mio padre incominciò a portarmi con lui in qualche azione punitiva. Per farmi le ossa, diceva. Ho visto delle cose… io ho sempre disprezzato i Mezzosangue e i Babbani, tutti quelli meno nobili e quelli con meno ricchezza di quanto io non ne abbia, ma non avrei mai, mai immaginato di fare cose così. Poi a volte alcuni uomini dell’Oscuro Signore veniva a casa nostra pieni di ferite orribili e cicatrici ovunque, magari in seguito ad attacchi dell’Ordine, o per punizioni dell’Oscuro Signore stesso. Venivano a Malfoy Manor perché mia madre è una guaritrice, e allora mi è venuta l’idea. Io non voglio mischiarmi con quella gente, non voglio baciare la veste e tremare alla sola vista di un uomo che non solo mi manovra per la sua sete di potere, per la sua personale battaglia contro la Morte, ma che per di più è lui stesso un Mezzosangue. Appena compirò la maggiore età, dovrei ricevere il Marchio, ma ho già convinto mio padre che sarei più utile tra i Mangiamorte come guaritore.”
Hermione si illuminò. “Giusto! L’accademia per i guaritori è vietata a chiunque sia in possesso del Marchio Nero. Hai avuto un’ottima idea. Ma V-Voldemort te lo farà fare?”
Draco fece un mezzo sorriso. “Mio padre sta intercedendo per me, in fondo io sono giovane e senza esperienza. In battaglia durerei ben poco, e quando scoppierà la guerra contro l’Ordine, guaritori tra le loro file saranno necessari. E qui arriviamo al punto di partenza: per entrare all’accademia serve un’Eccezionale in Incantesimi. E tu sai quanto io sia lontano dall’esserlo… Quindi, ora che sai tutto, mi darai una mano? Sei una Grifondoro, non puoi tirarti indietro…”
La ragazza sembrava frastornata, quasi commossa da tutto il racconto di Draco.
“Hermione…?”
“Oh sì, Draco, sì. Certo che ti aiuterò. Iniziamo subito.”
Draco le regalò un sorriso mentre lei trafficava con un’enorme libro di Incantesimi per cercare quello adatto dal quale iniziare.

Spazio dell’autrice

  

[CAPITOLO CORRETTO]Ciao a tutti!! Mi dispiace per il vergognoso ritardo, per farmi perdonare, ho addirittura postato senza la revisione della mia beta (appena la sento e mi corregge il capitolo, naturalmente modifico questo). oH! Se avete qualche suggerimento per il titolo del capitolo sarebbe molto utile, grazie ^_^

Sono emozionantissima! Non ho mai ricevuto tante recensioni tutte insieme, nonostante a me personalmente l’altra storia piaceva più di questa…

Siete veramente tanti, così mi limiterò a citarvi e mandare ad ognuno il mio più sentito GRAZIE! Se mai doveste chiedermi qualcosa in particolare, naturalmente vi risponderò!

 

Un bacione a tutti, in particolare a: Erin, Mione09, picci1989, mars, terryna, Alessandra (Non sai quanto vorrei aver tempo per leggere un pochino! Ma è già tanto che riesco a scrivere. Ma non preoccuparti, tanto prima o poi ‘sti esami finiranno e finirò di leggere la tua storia ;) Grazie per il “tormento” che mi dai ^_^), Fujiko92 (grazie, trooooppo buona ^_^), Piccolamezzosangue, ametista92, juju210 (neanche a me è piaciuto scrivere la scena tra Ron e Hermione e non ci crederai, ma anche a me non piace Ginny :D Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, un bacio), MORFEa, sweet_puffola_pigmea, yuna_4ever, Cobwy23, Puccalove90, Vulcania (Dovrei essere io a ringraziarti! Mi hai recensita nonostante fosse il tuo 18° compleanno!!! Un milione di auguri!!!!), Camyxpink, mhcm, blackristal (Scusami se non ti ho aspettata, ma ero davvero in ritardassimo!!!), crici_82, 8x4, Gy_MrSMaLfOy, lady_slytherin, cle88 (Sì, in effetti Draco mi sta venendo un po’ ooc, ma non posso farne a meno, il Draco di zia Jo non si azzarderebbe neanche a toccare la povera Hermione!), Akira86, magnifica Malfoy, strawberrina, sillina, Carillon, Hanon, XcoccinellaX e Cristi 93!

 

Un bacione anche a tutti coloro che leggono, ma che non hanno tempo o voglia di commentare ;)

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Capitolo 8
*** Tra lezioni e gelosie ***


Hermione si illuminò. “Giusto! L’accademia per i Medimago è vietata a chiunque sia in possesso del Marchio Nero. Hai avuto un’ottima idea. Ma V-Voldemort te lo farà fare?”
Draco fece un messo sorriso. “Mio padre sta intercedendo per me, in fondo io sono giovane e senza esperienza. In battaglia durerei ben poco, e quando scoppierà la guerra contro l’Ordine, Medimaghi tra le loro file sarebbero necessari. E qui arriviamo al punto di partenza: per entrare all’accademia serve un’Eccezionale. E tu sai quanto io sia lontano dall’esserlo… Quindi, ora che sai tutto, mi darai una mano? Sei una Grifondoro, non puoi tirarti indietro…”
La ragazza sembrava frastornata, quasi commossa da tutto il racconto di Draco.
“Hermione…?”
“Oh, sì, Draco,sì. Certo che ti aiuterò. Iniziamo subito.”
Draco le regalò un sorriso mentre la vedeva trafficare con un’enorme libro di Incantesimi per cercare quello adatto dal quale iniziare.

- Fine capitolo -


*.*.*.*.*


“Finalmente abbiamo finito! E’ tardissimo…” disse Hermione sbadigliando.
“Sei la solita esagerata, è solo l’una. Scommetto che voi Grifondoro andate a letto con le galline.” La guardò infastidito. “Comunque se vuoi, almeno la teoria la possiamo studiare in biblioteca il pomeriggio, tanto ormai lo sanno tutti che sei la mia ragazza…”
Ad Hermione si accese lo sguardo. “Oh, sì! Ti prego… poi per le esercitazioni possiamo tornare qui, ma almeno non facciamo così tardi.” Poi si girò improvvisamente verso Draco, con l’aria di una che si è appena ricordata qualcosa di importante.  “A proposito… mi dici che diavolo ti è saltato in testa oggi? Prima ti dai tanto da fare per non far sapere in giro del tuo bacio con la ragazza babbana, e poi fai sapere a tutta la scuola che stai con me? L’hai fatto per qualcosa che ti ha detto Ron l’altra sera?” Si tirò indietro una ciocca di capelli per cercare di guardarlo in faccia, anche se era difficile, visto che stavano camminando.
Draco fece uno dei suoi soliti ghigni. “Ci hanno visto nella neve, ricordi? Sentivo delle voci sempre più strane sul nostro conto. Intendiamoci, non che mi fregasse tanto di quello che dicevano di te, ma io ho una reputazione da difendere. Sono un Malfoy…” Vide sottecchi Hermione che lo scimmiottava, e la fulminò con lo sguardo. “Attenta a quello che fai. Comunque, ho pensato di imporre la mia versione dei fatti,  così da stroncare almeno una parte dei pettegolezzi. E poi sì, è vero, in parte centra il tuo grande amore.”
“Perché? Cosa vi siete detti, tu e Ron? Harry mi ha raccontato che era di umore nero quando è salito in camera quella sera.”
Draco rispose rimanendo sul vago. “Ma niente, mi ha solo detto che tu non staresti mai con uno come me, e che ti farò soffrire.”
Hermione sembrò delusa. “Non ti ha detto nient’altro…?”
Per un momento a Draco vennero in mente le parole di Ron.

“Me la riprenderò, Malfoy! Costi quel che costi!”

Se lo riferiva ad Hermione, probabilmente la ragazza sarebbe corsa da quello sfigato confessandogli che è sempre stata sua, e l’accordo per le sue ripetizioni sarebbe saltato. E poi sfidare così apertamente Lenticchia e lo Sfregiato era una soddisfazione troppo grande. Osservò attentamente la ragazza che gli era di fronte, aspettava una sua risposta con occhi pieni di speranza. Sapeva benissimo che un altro motivo per cui non voleva dirle niente era che in realtà quella ragazza lo stava intrigando più di quanto avrebbe voluto, ma questa ultima motivazione fu deliberatamente ignorata.
“No, nient’altro.” Vide Hermione abbassare gli occhi, le si avvicinò aggiungendo “Però gli ho detto che hai un buon sapore…” Le mise un dito sotto il mento facendole sollevare il viso e si avvicinò ancora di più. “Ti dispiace se controllo?”
Come previsto da Draco, la ragazza divenne di tutti i colori e si allontanò di un passo. Era davvero troppo facile metterla in difficoltà.
“Ma sei impazzito? Ti avevo avvertito di non farlo più!”
Draco scoppiò a ridere. “Quanto sei scema! Stavo solo scherzando, avevo paura che stessi per scoppiare a piangere come una fontana, e io non sopporto le donne che frignano. Hai fatto una faccia impagabile!” E continuò a ridere di lei.
Hermione, ancora imbarazzata, si mise a fare il broncio. “Guarda che non piangerei mai per così poco, e smettila di ridere!”
“Quanto siamo permalose. Comunque stai tranquilla, quando voglio baciare una ragazza non ho certo bisogno di chiederle il permesso.”
Hermione fece una smorfia. “Non ho mai conosciuto una persona con un ego tanto smisurato. Comunque, signor io-non-ho-intenzione-di-riaccompagnarti-più, vedo che invece ha cambiato idea…”
Solamente ora Draco si accorse che stavano di nuovo di fronte al ritratto della Signora Grassa, ma per non dare una soddisfazione ad Hermione, replicò “Che ci vuoi fare. Ormai c’hanno scoperti e se qualcuno ti vedesse in giro di notte da sola sai le chiacchiere?”
Hermione lo guardò storto. “A chi vuoi darla a bere?” stava per entrare nel ritratto, quando si girò di nuovo, con uno sguardo seri negli occhi “Draco, posso chiederti una cosa?”
Il ragazzo fece un cenno con la testa per esortarla a continuare.
“Come mai hai deciso di confidarti con me?”
In realtà neanche lui lo sapeva. Era una cosa che voleva rivelare a qualcuno da tempo, ma non aveva persone di cui fidarsi. La maggior parte dei suoi ‘amici’ Serpeverde avevano il suo stesso destino, e parlare con uno di loro sarebbe stato come suicidarsi. Aveva pensato di parlarne con Silente, ma aveva paura che lo considerasse una spia di Voldemort.  Quella sera invece, la sincerità degl’occhi di Hermione, l’avevano convinto a potersi fidare di lei.
Improvvisamente si accorse che quegl’occhi lo stavano ancora fissando insistentemente per una risposta, e così si sbrigò a replicare “Che vuoi che ti dica, speravo che con una motivazione valida la smettessi di lamentarti ogni tre secondi e iniziassi a lavorare sul serio. Visto? Ha funzionato. Ora mi farebbe davvero piacere potermi fidare della proverbiale lealtà dei Grifondoro, ma da bravo Serpeverde, preferirei che scrivessi sul contratto che non parlerai di questa storia con nessuno.”
Hermione sorrise “Tranquillo, se mi conoscessi ti basterebbe la mia parola, ma non ho nessun problema a scriverlo nel contratto. Ci vediamo domani, Draco. Buonanotte.”
Draco fece un cenno con la mano, e si allontanò anche lui verso i dormitori.

Hermione aveva provato ad immaginare la reazione dei compagni il giorno dopo la piccola escursione sulla scopa di Draco, ma mai lontanamente sarebbe arrivata a concepire tanto: ci mise più di mezz’ora ad arrivare in Sala Grande perché, soprattutto le ragazze, non facevano altro che chiederle cosa c’era con il biondo Serpeverde. Quando finalmente arrivò, un’ondata di fischi e applausi la investì, insieme ad una infinità di ragazzine che voleva conoscere i ‘dettagli’. Il trambusto venne immediatamente sedato dalla McGranitt e Hermione, rossa come un peperone, si affrettò a sedersi al suo posto, lanciando un’occhiata a Draco, che come sempre era tranquillo e imperturbabile come una statua di ghiaccio.
Mentre ancora stava osservando Malfoy e il suo insopportabile menefreghismo, la voce di Ginny la fece quasi sobbalzare “Buongiorno, eh! Ho capito che adesso che siete usciti allo scoperto puoi fissarlo senza problemi, ma almeno potresti salutarmi…”
“Dai, Ginny, smettila. Non lo sto fissando… sto solo constatando quanto sia fastidioso. Come fa a rimanere così tranquillo con tutta questa gente che non fa altro che fissarci e mormorare?”
Ginny sorrise. “Secondo me stavi constatando qualcos’altro…” vide l’amica distogliere lo sguardo, cosa che la sorprese un po’. L’aveva presa in giro sul fatto che iniziasse a piacerle Malfoy, sapendo che non sarebbe mai potuto accadere, ma evidentemente si sbagliava. Lanciò una occhiata in direzione del Serpeverde proprio mentre anche lui stava guardando verso di loro, incrociando il suo sguardo per un attimo prima di guardare subito altrove.

Beh, devo ammettere che è davvero carino, è normale che standoci così vicina, Hermione ne sia un po’ coinvolta. Però è innamorata di Ron da troppo tempo, non c’è niente di cui debba preoccuparmi, ne sono sicura…

Frugò un po’ nella sua borsa prima di prendere un pacchettino e porgerlo ad Hermione. “Tieni. Colin me le ha date stamattina. Mi ha chiesto come mai nelle foto ero sempre imbronciata. Non ho detto niente lì per lì, ma non credo di aver fatto delle foto con te recentemente…”
Hermione assunse un’espressione furba. “Ho fatto un piccolo incantesimo alla pellicola. Non potevo mica far vedere a Colin le foto mie e di Draco, no? Così l’ho incantata in modo tale che Colin vedesse te al posto di Malfoy.”
Ginny le sorrise raggiante “Sei davvero un genio. Dai, sono curiosissima, guardiamole!”
Le due ragazze si fecero più vicine per evitare sguardi indiscreti, e iniziarono a sfogliare le foto. Almeno nella prima ventina si vedevano sempre, anche se in pose diverse, Hermione con un sorriso sempre più tirato e Draco con lo stesso broncio fisso. All’improvviso però Ginny scoppiò a ridere: nell’immagine si vedeva Hermione stesa in mezzo alla neve e Draco con una faccia sorpresa.
“Smettila di ridere! Sono solo inciampata. Prendi quella dopo, su!”
Nella foto successiva si vedeva Hermione seduta in mezzo alla neve che porgeva la mano a Draco che le sorrideva divertito. Un sorriso bellissimo. In quella seguente anche Draco, ancora una volta sorpreso, stava a carponi sulla neve, quasi sopra alla ragazza che rideva come una matta.
Ginny alzò lo sguardo sull’amica che stava osservando le foto con una strana espressione negli occhi. “Hermione, ci credo che hanno detto che vi stavate rotolando nella neve quel giorno, perché effettivamente lo stavate facendo… non vorrei che tu ti stia facendo coinvolgere un po’ troppo da questa storia. Forse è il caso che lasci stare.”
“Ma se sei stata proprio tu a spingermi a fare tutto questo? Non preoccuparti per me, davvero! Non mi interessa Draco in quel senso, e sono sicura che tra poco Ron farà la sua mossa… ieri mi ha anche tenuta per mano quando siamo andati a prendere i posti in tribuna. Stai tranquilla, ok?” Mentre parlava, fece un complicato movimento con il polso, e una delle foto si duplicò. “Dai questa a Ron se te la chiede, va bene?” Si alzò. “Devo tornare al dormitorio, ho dimenticato il libro di Pozioni… ci vediamo a pranzo.”
Quando stava per prendere le scale, sentì un braccio posarsi intorno alle sue spalle.
“Buongiorno, amore… Dove scappi senza di me?”
Hermione si girò verso Draco. “Bu-buongiorno… stavo salendo a prendere il libro di Pozioni…”
“Bene, ti accompagno. Tanto abbiamo lezione insieme. Voglio vedere le facce dei tuoi compagni di Casa a vederti passeggiare con Draco Malfoy.”

Fortunatamente la giornata passò quasi tranquillamente, per quanto potesse essere in quel determinato giorno, e visto che ormai erano usciti allo scoperto, Draco e Hermione si dettero appuntamento in biblioteca per poter studiare la teoria.
“Che noia… queste sono delle cavolate. Perché non mi insegni qualcosa di più complesso?”
Hermione lo guardò arrabbiata. “Visto che sono delle cavolate come mai hai un’insufficienza in Incantesimi grande come una casa?”
“Perché non ho mai voglia di leggermi tutta la teoria. Sai, alcuni di noi hanno altro da fare che passare la propria intera esistenza sui libri… una vita sociale da mandare avanti… ma tu che ne puoi sapere.”
Hermione sbuffò. Nella stanza faceva un gran caldo, così si tolse la cravatta e slacciò i primi due bottoni della camicetta accollata. Non era infastidita solo dal caldo e dalla maleducazione di Draco, ma anche per le continue occhiate che tutta la biblioteca, Madama Pince compresa, non faceva altro che lanciare loro. Improvvisamente, tra i tanti sguardi, ne riconobbe uno che iniziò a farle battere forte il cuore: Ron era a pochi tavoli di distanza, e li stava fissando. Aveva un’aria strana. Hermione abbassò subito lo sguardo, imbarazzata.
“Ora capisco perché sono tre volte che ti ripeto la stessa frase e non mi rispondi… Stai flirtando a distanza con il tuo Pel Di Carota. Abbi almeno un po’ di rispetto per il tuo ragazzo e non farti notare.”
“Scusami, Draco. Non l’ho fatto di proposito, comunque dicevi?”
“Ti stavo chiedendo se potevi insegnarmi ad evocare un Patronus. Mi hanno detto che quello sfigato di Potter ve l’ha spiegato quando facevate parte di quel fantomatico esercito.”
“Sì, infatti.  Tu lo chiami sfigato, ma intanto è in grado di evocare un Patronus abbastanza potente da ripulire l’intera Azkaban da tutti i Dissennatori in un colpo solo, mentre tu sai a malapena gli incantesimi più elementari, quindi piantala di chiamarlo a quel modo, sono stata chiara?”
“Ehi, tranquilla… pensavo che la cotta l’avessi per Weasley, non per Potter.” Vedendola distratta di nuovo, le posò una mano sul braccio. “Allora mi dici come si fa l’Incanto Patronus?”
Hermione riportò di nuovo l’attenzione su di lui. “Allora… innanzi tutto per evocare un Patronus, prima di pronunciare la formula, devi fissare nella tua mente un ricordo particolarmente felice.”
“Mmm… quanto felice? Va bene ad esempio quando ti ho fatto crescere quei meravigliosi denti da castoro?” Tentava di stuzzicarla, ma Hermione continuava ad essere piuttosto distratta.
“Come? Ah, no. Quello non è felice abbastanza. Deve essere qualcosa di molto più importante per te, qualcosa che ti abbia toccato nel profondo.”
La ragazza alzò gli occhi nuovamente su Ron, il quale teneva sempre lo sguardo fisso su di loro. Improvvisamente però sentì la mano di Draco scostarle i capelli e la sua bocca scendere a baciarle la base del collo, risalendo fino all’orecchio. Hermione avvampò, e si girò verso Draco, stupita. Si ritrovarono occhi negl’occhi e lui, a pochi centimetri dalla sua bocca, sussurrò con tono duro “Sono abituato che quando parlo la gente mi presti attenzione, Granger…” Erano così vicini che Hermione poté sentire il suo fiato caldo contro le labbra, provocandole i brividi.
“Ti prego, Draco, non fare così… Ron ci sta guardando…”
“Appunto.” Scese di nuovo sul collo, continuando a parlarle “Non volevi farlo ingelosire?”   
Il ragazzo l’avvicinò ancora di più a sé, e passò le dita sulla pelle nuda costeggiando la stoffa della camicetta fino ad arrivare alla piccola scollatura. Hermione, nonostante fosse preoccupata per Ron, era come soggiogata dalle sensazioni che stava provando, tanto da non poter fare a meno di chiudere gli occhi. Dopo un istante, lo stridio di una sedia a terra li fece fermare: Ron si era alzato di colpo e stava lasciando velocemente la sala. Hermione fece per seguirlo, ma Daco l’afferrò per un polso. “Ora che non hai più la tua fonte di distrazione, vediamo di combinare qualcosa di serio.”
Hermione aveva ancora le guance arrossate, lo sguardo angosciato. “Ma non posso lasciarlo andare così…”
“No, quello che non puoi fare è piantarmi in asso in una sala affollata. Siediti, vedrai che ciò che è successo sarà a buon rendere.”
Convinta da quelle parole, Hermione si rimise a sedere sotto lo sguardo stranamente duro di Malfoy. Continuarono a studiare fino all’ora di cena, e quando si stavano per separare, Draco disse “Dopo cena dobbiamo incontrarci nella Stanza Delle Necessità. Voglio provare il Patronus.”
“Abbiamo un problema però… per usare l’incantesimo ci servirebbe un Dissennatore. Dove lo prendiamo?”
“Non mi interessa, Granger. E’ un problema tuo, vedi di inventarti qualcosa. A dopo.” Detto questo si diresse verso la Sala Grande, lasciando Hermione, già piena di pensieri, con un problema in più da risolvere.

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

  

Ciao a tutti!! Mi dispiace infinitamente per la lunga attesa, ma, insieme all'estate, sono cominciati anche gli esami, di cui il primo già andato male, aimhè...

E' così tanto che non posto che non ho avuto tempo di salutarvi uno per uno. ma vi mando un abbraccio forte per le preziosissime recensioni che mi lasciate. Grazie davvero!

Un bacione, Sophie

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Capitolo 9
*** Tra pensieri e parole grosse ***


“Ora che non hai più la tua fonte di distrazione, vediamo di combinare qualcosa di serio.”
Hermione aveva ancora le guance arrossate, lo sguardo angosciato. “Ma non posso lasciarlo andare così…”
“No, quello che non puoi fare è piantarmi in asso in una sala affollata. Siediti, vedrai che ciò che è successo sarà a buon rendere.”
Convinta da quelle parole, Hermione si rimise a sedere sotto lo sguardo stranamente duro di Malfoy. Continuarono a studiare fino all’ora di cena, e quando si stavano per separare, Draco disse “Dopo cena dobbiamo incontrarci nella Stanza Delle Necessità. Voglio provare il Patronus.”
“Abbiamo un problema però… per usare l’incantesimo ci servirebbe un Dissennatore. Dove lo prendiamo?”
“Non mi interessa, Granger. E’ un problema tuo, vedi di inventarti qualcosa. A dopo.” Detto questo si diresse verso la Sala Grande, lasciando Hermione, già piena di pensieri, con un problema in più da risolvere.   - Fine capitolo -




*.*.*.*.*





Dopo aver vagato quasi due ore per tutta Hogwarts, Hermione aveva finalmente trovato la soluzione, e  adesso era in attesa di Harry davanti al ritratto della Signora Grassa. Era abbastanza stanca e non aveva cenato, ma era felice di essere riuscita a trovare una soluzione. Non sopportava lasciare a metà i compiti che le affidavano, per chiunque fossero.
Alzò lo sguardo e intravide una testa corvina scarmigliata in fondo al corridoio.
“Harry, finalmente!”
Il ragazzo la guardò con aria interrogativa. “Ciao, Hermione. Dove sei stata? E perché non sei venuta a cena?”
Hermione fece un gesto con la mano per minimizzare. “Lascia perdere. Ho bisogno che stasera tu venga con me e Draco nella Stanza Delle Necessità.”
Harry spalancò gl’occhi. “Cosa?! Scordatelo. E poi ho promesso a Ron che gl’avrei fatto compagnia. E’ di pessimo umore.”
Hermione si aggrappò alla sua manica, e con occhi supplicanti lo implorò. “Ti prego! Non te lo chiederei se non fosse strettamente necessario… ti prometto che se mi aiuterai ti farò copiare la ricerca che ci ha dato da fare Piton!”
L’espressione di Harry cambiò repentinamente: Hermione sapeva che il ragazzo non aveva ancora scritto neanche una riga per via degli allenamenti di Quidditch, e che la proposta di copiare il suo tema era più unica che rara. Alla fine sospirò sonoramente e con una faccia tutt’altro che allegra, si arrese. “E va bene. Ma solo cinque minuti, ok?”
Hermione gli regalò un sorriso enorme. “Saranno più che sufficienti, te lo prometto. A proposito… Ron come sta?”
Harry alzò lo sguardo oltre la sua spalla e disse: “Puoi chiederlo direttamente a lui, se vuoi.”
Hermione si girò in direzione del suo sguardo e incrociò gli occhi di Ron, prima sorpresi, poi accigliati. La ragazza fece un piccolo passo verso di lui.
“Ciao, Ron…”
Harry spostò lo sguardo dall’uno all’altro, e molto diplomaticamente disse: “Va beh, ragazzi. Io vado.”
“Harry, dove vai? Mi avevi promesso che giocavamo stasera.”
Harry si girò. “Tranquillo, Ron. Torno subito.” E ricominciò a salire le scale.
Ron intanto lanciò un’altra occhiata a Hermione, e fece per andarsene senza neanche salutarla, quando la ragazza l’afferrò per un braccio, e a occhi bassi gli chiese “E’ tutto a posto? Oggi non mi sembravi molto di buon umore…”
Il ragazzo si girò come una furia fulminandola con lo sguardo. “Di buon umore?! E come potrei?”
Hermione sembrò confusa dalla sua reazione, sapeva che era in collera con lei, ma non pensava così tanto. Tentò comunque di continuare la conversazione nella speranza che finalmente le rivelasse i suoi sentimenti. Quindi  deglutendo a vuoto, e cercando di mantenere l’espressione più innocente del mondo, gli pose la domanda che sapeva l’avrebbe fatto esplodere:
“E perché?”
Le orecchie gli divennero bordeaux e strinse così tanto le labbra prima di parlare che divennero completamente bianche “Ho trovato per caso questa nella Sala Comune. Credo proprio sia tua.” Le mostrò la foto che Hermione aveva consegnato a Ginny. Hermione non poté fare a meno di sorridere rivedendo quello scatto, cosa che non sfuggì al ragazzo, il quale si arrabbiò ancora di più. “E tu saresti quella che non si sarebbe fatta coinvolgere?”
Hermione tornò seria. “E tu sei un bugiardo! Non è vero che l’hai trovata per terra, te l’ha data Ginny!”
Ron sembrò un attimo spiazzato. “Ma tu come fai a saperlo?”
“L’ho trovata che frugava tra le mie cose, l’ho messa alle strette e ha confessato.” Hermione si congratulò con se stessa, non si era accorta della sua piccola defaiance, ma si era ripresa subito.
Ron però tornò alla carica. “Il punto non è questo! Il punto è che mi avevi detto che non ti saresti fatta coinvolgere…”
Hermione lo interruppe. “No, Ron, invece il punto è proprio questo! Mi fai le prediche, chiedi a tua sorella di frugare tra le mie cose, mi spii! Perché fai tutto questo?” Lo scrutò con la speranza nel cuore.

Ti prego dimmi “Lo faccio perché sono follemente innamorato di te!”

Ron sembrava indeciso se sbilanciarsi o meno, poi rialzò lo sguardo e con le orecchie ancora più rosse, disse “Lo faccio perché sono preoccupato per te!”
Hermione alzò mentalmente gli occhi al cielo. “Ti ringrazio Ron, ma non sono più una bambina. Sono in grado di badare a me stessa, e ti ho già spiegato che tipo di rapporto c’è tra me e Draco, se dovessi trovare la persona giu-“
“Sì, ho visto che tipo di rapporto c’è tra te e Draco…” La interruppe con un tono sprezzante.
Hermione lo guardò stupita. “Che intendi dire?”
“Vi ho visti oggi in biblioteca.”
“E allora? Mi sembra che anche tu e Lav-Lav non perdevate tempo a pomiciare dietro ogni angolo, anzi...”
“Era diverso! Lavanda non c’entra niente adesso. Lui sta con te solo… per quel motivo, e tu ci stai! Ti sta usando, non capisci?!”
“No, Ron. Sei tu che non capisci.”
Si fissarono duramente per un tempo indefinito fino a quando Ron non pose fine alla discussione. “Fa’ un po’ come ti pare. Se vuoi amoreggiare con lui in biblioteca, fallo. Ma poi non ti lamentare se la gente inizierà a pensare che sei una ragazza facile, perché mi sembra che non abbiano poi tutti i torti.”
Improvvisamente sembrò che avessero buttato una secchiata di acqua gelida addosso ad Hermione, spalancò gli occhi per la sorpresa, e aprì e chiuse la bocca senza riuscire ad articolare un suono concreto, mentre gli occhi le si inumidirono.
Ron la guardò per un attimo, come per voler dire qualcosa, ma alla fine riassunse un’aria decisa ed entrò in sala comune senza guardarla.
Una goccia salata le scese lungo la gota, poi un’altra e un’altra ancora, prima di decidere di distogliere lo sguardo dal punto in cui era scomparso.

Intanto al settimo piano, due ragazzi non facevano altro che squadrarsi a vicenda tutto il tempo: uno corvino, con la chioma ribelle, l’altro biondo con i capelli perfettamente in ordine; uno con gli occhi di un intenso verde smeraldo, l’altro con gli occhi grigi, più freddi del ghiaccio; uno di Grifondoro e l’altro di Serpeverde; Harry Potter e  Draco Malfoy.
A vederli da fuori sembravano due ragazzi normali, ma tutti a Hogwarts sapevano che uno era la nemesi dell’altro, e vederli insieme senza che si insultassero e venissero alle bacchette era un evento decisamente fuori dal comune.
Era quasi venti minuti che entrambi erano lì, aspettando la stessa ragazza, ed entrambi ne ignoravano il motivo. Improvvisamente Harry, visibilmente spazientito, ma anche un po’ preoccupato per i suoi due amici, incominciò a fare avanti e indietro per il corridoio.
Draco, che stava ancora pigramente poggiato al muro, gambe e braccia incrociate, decise che era ora di stuzzicarlo un po’.
“Allora, Potter… qual buon vento? Io sto aspettando la mia ragazza, ma non vedo tu cosa ci fai qui. Se hai qualcosa da chiedere alla mia Hermione, farai bene a farlo più tardi. Sai, le coppie hanno bisogno di un po’ di intimità ogni tanto…”
Harry si girò verso il Serpeverde. Evidentemente l’amica non gli aveva fatto presente che oltre a Ginny, anche lui era a conoscenza del motivo della loro storia. “Non farmi ridere. Da quel che ho sentito non ti servono posti particolari per stare in intimità. E poi è stata la tua Hermione a dirmi di venire qui, quindi taci e non rompere. E poi so benissimo il motivo di questa farsa, perciò puoi anche smettere di darti pena a farmi arrabbiare, non ci riusciresti. Anzi, voglio dirti una cosa.” Harry si avvicinò al biondo con aria minacciosa, ma lui non si mosse di una virgola. “Stai attento a come ti comporti, hai capito? Se scopro che ti sei approfittato di lei in qualche maniera, dovrai vedertela con me, sono stata chiaro?”
Draco gli lanciò un’occhiata di sufficienza. “Non ti agitare, Sfregiato. La tua amichetta sa difendersi benissimo da sola. Non le farei del male, e non potrei neanche volendo, visto che ho firmato quel maledetto contratto.” Sul viso gli si dipinse un ghigno cattivo. “E poi non la toccherei neanche con un dito, ho standard ben più alti, io…”
“Che cosa vorresti dire?!” Ma un rumore in fondo al corridoio sedò la discussione prima che iniziasse ad inasprirsi.
“Hermione, finalmente.” Harry le andò incontro, mentre Draco rimase in disparte a guardarli. “Ma che ti è successo?” La costrinse a guardarlo negl’occhi, mostrando i segni recenti di pianto. “Non è andata bene con Ron, vero?”
“Già. Ma non mi va di parlarne, ok? E’ tutto a posto.” Fece un sorriso tirato che non le raggiunse gli occhi, ma il ragazzo preferì non insistere.
Dopo aver camminato insieme per tre volte davanti al lungo muro bianco, finalmente apparve una porta dalla maniglia dorata. Aprirono la stanza, e vi trovarono dentro un ambiente accogliente, un divano e due poltrone in un angolo di fronte ad un camino accesso, un tavolo con delle sedie poco distante e un ampio spazio dove al centro troneggiava un grosso baule malridotto.
“Eccoci qui. Allora, Harry, ti ho fatto venire perché devo insegnare a Draco come evocare un Patronus, ma visto che non sapevo dove rimediare un Dissennatore, sono riuscita a scovare un Molliccio e a portarlo qui.”
“Wow, e dove sei andata a pescarlo?”
“Ho perlustrato tutte le aule abbandonate e gli sgabuzzini e alla fine ho trovato questo vecchio baule che si muoveva in modo strano, quindi l’ho sigillato e l’ho portato fin qui. Ora tutto quello che mi serve è che apri il baule e fai in modo che il Molliccio assuma la forma del Dissennatore. Io con un incantesimo lo blocco in quella forma, e il gioco è fatto.” Harry la guardò ammirato, cosa che riuscì a strapparle un piccolo sorriso di compiacimento.
Draco a questo punto intervenne. “Cioè, vuoi dirmi che la tua paura più grande è uno stupido Dissennatore invece che il Signore Oscuro? Sei proprio un pazzo…”
Harry reagì subito. “Senti, Hermione, dì al tuo ragazzo che se vuole che l’aiuti deve tenere a freno la lingua.”
Draco replicò “E dì allo Sfregiato che se fosse un po’ meno stupido farebbe decisamente un favore al mondo.”
“Rimangiati quello che hai detto.” Harry tirò velocemente fuori la bacchetta, mentre Draco faceva lo stesso.
“Basta! Tutti e due!” Hermione si mise tra loro, e li guardò accigliata. “Harry, ti prego, non ascoltarlo, fa ciò che ti ho detto così puoi andartene subito.” Poi girandosi verso il biondo. “E tu smettila di provocarlo. Non solo è grazie a lui che possiamo esercitarci, ma è anche il mio più caro amico, quindi se lo insulterai ancora, sta ben certo che saremo in due ad andarcene, sono stata chiara?”
Li guardò entrambi. Subito dopo Harry si avviò verso il baule sussurrando un “Alohomora”, mentre Draco si limitò ad incrociare le braccia, senza replicare.
Hermione si voltò verso il baule e lanciò l’incantesimo. Quando si avvicinò, il Molliccio tentò di cambiare forma, senza però riuscirci.
“Grazie, Harry.” Il ragazzo le sorrise, lanciò un’occhiataccia a Draco dirigendosi verso l’uscita.
Quando lasciò la stanza, Hermione si girò verso il biondo che finalmente le rivolse parola. “Sei arrivata  in ritardo.”
La fissò. Lei, consapevole di avere gli occhi arrossati e gonfi, abbassò subito lo sguardo dicendo “Lo so.”
“Dai, iniziamo. Altrimenti facciamo tardi e inizierai a lagnarti come al solito.”
Hermione gli sorrise, e si avviò verso il centro della sala. Quando fu di fronte al baule, assunse la sua solita aria da maestrina e iniziò a spiegare.
“Allora, come già ti ho spiegato oggi pomeriggio, prima di pronunciare l’incantesimo devi richiamare alla mente un ricordo molto, molto felice. Poi, quando sei concentrato devi fare questo movimento del polso, pronunciando la formula Expecto Patronum. Ora ti faccio vedere.”
La ragazza si portò una ciocca di capelli che la infastidiva dietro l’orecchio, chiuse un attimo gl’occhi per concentrarsi, poi li riaprì e con un elegante movimento del polso, pronunciò chiaramente “EXPECTO PATRONUM.”
Una forte luce argentea fuoriuscì dalla sua bacchetta, e piano piano si formò la figura di un animale. Nel giro di pochi secondi, una graziosa lontra bighellonava di fronte a lei.
Vista la faccia di Draco, Hermione l’anticipò per non dargli modo di fare qualche battutaccia sul suo Patronus. “Nonostante quello che sembra, non è affatto un incantesimo facile. E soprattutto evocarne uno in tutta sicurezza in un'aula illuminata a giorno è ben diverso dall'evocarlo di fronte a un Dissennatore vero. Ora prova tu.”
Dopo mezz’ora di imprecazioni e nebbioline argentee, Draco stava iniziando a perdere la pazienza.
“Maledizione! E’ molto peggio che praticare l’Occlumanzia. Non ci credo che lo Sfregiato sia in grado di farlo.”
Hermione ridacchiò. “E invece è bravissimo, nonostante non abbia avuto una vita proprio piena di ricordi felici. Evidentemente il ricordo che stai utilizzando tu, non lo è abbastanza. Facciamo una pausa.”
Draco annuì con la testa, e con un gesto della bacchetta rinchiuse non troppo gentilmente il povero Molliccio dentro la sua cassa. Quando entrambi si furono seduti sul divano, Hermione guardò incuriosita Draco, e gli domandò “Ma tu davvero sai praticare l’Occlumanzia?”
“Certo. Me lo ha insegnato mia zia Bellatrix prima di venire ad Hogwarts.”
Hermione sembrava pensierosa. “Anche Harry sta imparando, ma non gli riesce molto bene.”
Le labbra di Draco assunsero un ghigno divertito. “Non ne avevo dubbi. E’ un incapace.”
“Intanto lui sa evocare un Patronus alla perfezione, mentre tu per ora mi hai solo intossicato con tutto quel fumo argentato. Magari in realtà è un migliore Occlumante di te e tu non lo sai.”
Draco la guardò intensamente. “Che c’è, Granger. Mi stai sfidando? Peccato che non sappia l’incantesimo adatto altrimenti te l’avrei dimostrato con la pratica.”
“E chi ti dice che non sappia farlo?”
Adesso il ragazzo era apertamente stupito. “Tu sei un Legilimens?”
Sotto il suo sguardo un po’ scettico, Hermione arrossì un po’. “Non esattamente… diciamo che ho letto tutto su l’argomento, e aspettavo un’occasione per fare un po’ di pratica.”
“Piccola strega… hai fatto tutto questo discorso per spingermi a sfidarti? Potevi chiedermelo e basta, no? Mi stai frequentando troppo…” Hermione gli fece una linguaccia. “Comunque, perché non provi con il tuo straccione? Così finalmente ti togli il callo.”
Hermione si alzò i piedi e si mise al centro della stanza. “Perché saprebbe che ho frugato tra i suoi pensieri, e non voglio. Che fai, Draco, non vieni? Hai paura che scopra che dormi ancora con i peluches?”
Malfoy la raggiunse, divertito. “Dai, piccola intrigante, fammi vedere di cosa sei capace.”
Senza dargli quasi il tempo di estrarre la propria bacchetta, Hermione pronunciò “Legilimens.”
 Improvvisamente nella mente della ragazza iniziarono a vorticare un mare di immagini e sentimenti senza un ordine preciso. Hermione cercò di rallentare tutto quel fiume di suoni e colori concentrandosi meglio, e riuscì ad affacciarsi in uno dei ricordi. Vide Draco molto piccolo, rinchiuso in una specie di scantinato umido e buio che singhiozzava con la testolina bionda poggiata sulle ginocchia; nell’intero ricordo si sentiva la forte paura e la tristezza che pervadeva il bimbo.
Draco, che aveva sottovalutato Hermione, dopo la sorpresa iniziale riuscì nuovamente a concentrarsi e a cacciare la ragazza da quel ricordo riuscendo a capovolgere la situazione: ora erano i ricordi di Hermione che vagavano come impazziti, ne prese uno a caso e ci entrò.
Sentì l’emozione della ragazza la prima volta che mise piede a Diagon Alley, teneva stretta la mano dei genitori e i suoi occhi spalancati sembravano divorare tutto.  Improvvisamente però sentì la voce di due ragazzine che parlavano poco dietro di lei.

“Hai visto quella specie di cespuglio laggiù, Pansy? E’ una Mezzosangue… altra spazzatura a sporcare il nome di Hogwarts.”

L’altra bambina con il viso che assomigliava a quello di un carlino rispose

“Già… mio padre dice che questa gentaccia non fa altro che abbassare il livello degli insegnamenti, oltre al livello sociale, ovvio. Quasi quasi mi voleva mandare a Dumstrang, ma è troppo lontana…”

Le guance della piccola Hermione si imporporarono per l’umiliazione. Costrinse i suoi genitori a tornare indietro e comprare tutte le letture integrative che erano state consigliate, e appena tornata a casa, si chiuse in camera sua a leggerle tra le lacrime.
Draco sentì che una forza esterna lo trascinava fuori dal ricordo, e improvvisamente si ritrovò di nuovo nella Stanza Delle Necessità, a fissare l’Hermione diciassettenne di fronte a lui, la quale aveva il fiato corto per lo sforzo.
“Bene, bene, bene… allora è per questo che sei una insopportabile So-Tutto-Io… Dovrò sgridare Pansy quando la vedo.”
Le guance della ragazza si colorarono di nuovo. “Non è vero! A me è sempre piaciuto studiare… diciamo che mi ha fornito solo un incentivo in più.” Lo guardò seria. “E tu? Come mai eri rinchiuso in quel posto?”
“Era una delle punizioni di mio padre, neanche una delle peggiori.” Poi cambiando repentinamente discorso. “Un altro giro?”
La ragazza annuì, respirò a fondo e pronunciò di nuovo “Legilimens.”
Questa volta Draco era pronto, ma la disciplina mentale e l’abitudine della ragazza alla concentrazione, l’aiutò non poco a trovare un varco nei pensieri di Draco.
Lo vide poco più piccolo di adesso, mentre aiutava la madre a preparare una pozione guaritrice per un Mangiamorte decisamente malridotto, ma il ricordo le sfuggì quasi subito. Tentò di nuovo. In questo ricordo vide Harry che riusciva a montare su Fierobecco e tutti i compagni che applaudivano. Hermione si sentì pervadere dalla profonda invidia che stava provando il ragazzo. Non riuscì ad indugiare su quel momento, perché Draco trovò la forza per contrattaccare  e penetrò in un altro ricordo di Hermione: era il primo anno, sul treno per Hogwarts. Era appena entrata nella cabina di Weasley e Potter e si stava presentando. Tutto il ricordo era pervaso da una forte sensazione di insicurezza, e voglia di fare una buona impressione. Dopo aver fatto un monologo infinito, Hermione finalmente fece presentare i due ragazzi che la guardavano con aria sbalordita, visto che aveva appena dichiarato che si era imparata tutti i libri di testo a memoria.

“Io sono Ronald Weasley.”
“Harry Potter”

Quando la ragazzina incrociò gli intensi occhi verdi di Harry, l’imbarazzo divenne il sentimento dominante la situazione. Ricominciò a parlare a ruota libera fino a che con una scusa, uscì fuori dalla carrozza. Non aveva mai visto degl’occhi così espressivi. Il ricordo andò sfumando, ed entrambi si ritrovarono nuovamente al punto di partenza.
Draco era più divertito che mai, mentre Hermione era sempre più affaticata.
“Ma guarda un po’, che gioco interessante… mi sono perso qualcosa? Tu non andavi appresso a Weasley? No, perché dal tuo ricordo direi che la piccola Granger si era presa una cotta per lo Sfregiato…”
Hermione era tutta rossa per l’imbarazzo. “Forse solo un po’, ma solo perché non avevo mai visto degli occhi così!” Il ghigno di Draco aumentò a quella ammissione.
“E come mai poi la tua attenzione si è spostata allo straccione?”
“La smetti di insultarli? Comunque… mi è bastato meno di un anno per capire che l’ultima cosa di cui ha bisogno Harry è una ragazza. Ha problemi ben più gravi da affrontare.”
“Giusto!” la voce di Draco era fortemente sarcastica. “Lui è il Salvatore del mondo magico, me l’ero dimenticato. Colpa mia. E Ron?”
Hermione lo guardò storto, e ci pensò un po’ prima di rispondergli. “Bhè… all’inizio fu molto scortese con me, e per poco per colpa sua non ci finivo secca.” Ripensò al Troll di Montagna e rabbrividì. “Poi però abbiamo iniziato a conoscerci, e ho scoperto quanto possa essere dolce e generoso.” Fece un sorriso dolcissimo, ma subito dopo si rabbuiò. Draco se ne accorse e disse “Allora, Granger. Ti sei già arresa? Me la dai vinta così facilmente?”
L’orgoglio dei Grifondoro prevalse sulla stanchezza, e decise di provarci un ultima volta. Alzò la bacchetta e di nuovo disse “Legilimens!”
Ci fu un periodo indeterminato di stallo, ma l’esperienza di Draco prevalse e iniziò a vagare di nuovo tra i suoi ricordi. Sapeva che era nettamente scorretto, ma andò in cerca di uno in particolare, e lo trovò.
Il biondo vide Hermione e Ron fronteggiarsi di fronte al ritratto della Signora Grassa.

“Lo faccio perché sono preoccupato per te!”
 “Ti ringrazio Ron, ma non sono più una bambina. Sono in grado di badare a me stessa, e ti ho già spiegato che tipo di rapporto c’è tra me e Draco, se dovessi trovare la persona giu-“
“Sì, ho visto che tipo di rapporto c’è tra te e Draco…”

I sentimenti di Hermione mutarono: prima si sentiva chiaramente che era piuttosto spazientita, ma poi una strana sensazione pervase il ricordo.

“Che intendi dire?”
“Vi ho visti oggi in biblioteca.”
“E allora? Mi sembra che anche tu e Lav-Lav non perdevate tempo a pomiciare dietro ogni angolo, anzi...”
“Era diverso! E poi Lavanda non c’entra niente adesso. Lui sta con te solo… per quel motivo, e tu ci stai! Ti sta usando, non capisci?!”
“No, Ron. Sei tu che non capisci.”
Una pausa.
 “Fa’ un po’ come ti pare. Se vuoi amoreggiare con lui in biblioteca, fallo. Ma poi non ti lamentare se la gente inizierà a pensare che sei una ragazza facile, perché mi sembra che non abbiano poi tutti i torti.”

Draco sentì a mala pena il forte dolore e l’infinita umiliazione che colorirono l’anima di Hermione, prima di interrompere bruscamente il contatto.
Aprì gli occhi e se la ritrovò davanti. Pallida, col fiato corto ed esausta per l’incantesimo e la cena saltata, sarebbe svenuta e caduta a terra se Draco non l’avesse sorretta. La prese per le spalle e iniziò a scuoterla.
“Come! Come puoi stare appresso ad uno che ti tratta così. Come puoi sorridere in quel modo parlando di una persona così…”
“Tu non lo conosci. Era arrabbiato, so che non pensava realmente ciò che mi ha detto.”
Gli occhi di Draco mandavano lampi. “Ti ha appena dato della puttana!”
“Lo so benissimo anche da sola, non c’è bisogno che me lo ricordi.” Aveva gl’occhi lucidi. Il ragazzo era fuori di sé dalla rabbia, e la lasciò andare bruscamente. Hermione era così debole che non riusciva a stare in piedi, si aggrappò a Draco per non cadere e lui la sostenne di nuovo. Senza dire più una parola, la sorprese prendendola in braccio e la portò sul divano, posandocela di malagrazia. Hermione lo guardò interrogativamente.
“Riposati. Questo incantesimo non è una passeggiata, non hai neanche cenato, sei esausta. Io continuo ad esercitarmi.” Senza darle modo di replicare, si allontanò in direzione del baule.

Dopo quasi due ore, Draco aveva sfogato tutta la sua rabbia contro il povero Molliccio, anche se non era riuscito ad evocare un Patronus corporeo.
Si buttò di peso su una delle poltrone e prese il suo blocco da disegno. Era l’unica cosa che lo rilassava veramente. Prima di iniziare però, lanciò uno sguardo verso la ragazza, che ormai si era addormentata.

“Stupida.”

Lo mandava ai pazzi l’idea che qualcuno potesse essere così masochista. E ancora di più lo infastidiva vederla con gli occhi tristi. Non sapeva neanche il perché, ma non lo sopportava. Distolse lo sguardo, e riprese a disegnare. Verso l’una decise che era ora di andare. Rimise tutte le cose nella borsa e le si avvicinò.
Tutti i capelli erano sparsi intorno al viso, sul cuscino e sul bracciolo del divano. Teneva una mano sotto la guancia e aveva l’espressione di una bimba imbronciata. Proprio mentre stava per scuoterla, una lacrima si fece spazio tra le lunghe ciglia di lei, e scese lungo la guancia, rigandola. Quasi senza accorgersene, Draco passò il pollice sulla sua pelle lisca, eliminando quella scia di dolore. In quel momento Hermione aprì gli occhi incontrando i suoi.
“Stavi piangendo.”
La ragazza rimase sorpresa da quel gesto dolce da non riuscire a trovare niente da dire. Lui le diede la schiena, e avviandosi verso la porta disse in tono autoritario “Andiamo, è tardi.”
E senza più una parola,  l’accompagnò fino al dormitorio.







 

Spazio dell'autrice

Come sempre sono non di corsa, di piu'! E anche questa volta mi scuso con tutti quelli che mi lasciano sempre una recensione... Vorrei salutarvi uno per uno, ma come sempre, non ho tempo (sto diventando ripetitiva...)! Un saluto anche a tutti quelli che leggono senza recensire!

Questo capitolo e' enorme, e non prendeteci l'abitudine... E' raro che riesco a fare capitoli cosi' ^_^ Diciamo che per premio mi date qualche giorno in piu' per fare l'aggiornamento?!?! Un bacione, la vostra Sophie! ps: Mi scuso con Vulcania per la sdolcinatezza di Draco, ma non ho resistito :P

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Capitolo 10
*** Cosa pensi di me? ***


Tutti i capelli erano sparsi intorno al viso, sul cuscino e sul bracciolo del divano. Teneva una mano sotto la guancia e aveva l’espressione di una bimba imbronciata. Proprio mentre stava per scuoterla, una lacrima si fece spazio tra le lunghe ciglia di lei, e scese lungo la guancia, rigandola. Quasi senza accorgersene, Draco passò il pollice sulla sua pelle lisca, eliminando quella scia di dolore. In quel momento Hermione aprì gli occhi incontrando i suoi.
“Stavi piangendo.”
La ragazza rimase sorpresa da quel gesto dolce da non riuscire a trovare niente da dire. Lui le diede la schiena, e avviandosi verso la porta disse in tono autoritario “Andiamo, è tardi.”
E senza più una parola,  l’accompagnò fino al dormitorio. - Fine capitolo -


*.*.*.*.*


Ormai la neve aveva abbandonato del tutto i giardini di Hogwarts, e dopo un periodo di pioggia incessante, finalmente si fece largo una insolita e tersa giornata di sole. Era ancora presto per pensare che la primavera fosse finalmente arrivata, ma ogni studente della scuola pregava che quella bella giornata si prolungasse fino al giorno successivo, dove era prevista l’uscita per Hogsmeade.
Ma una giornata così bella in quel periodo dell’anno non era l’unica cosa insolita. L’intera Hogwarts assisteva infatti ad una vicenda ancora più incredibile: Draco Malfoy e Hermione Granger, nemici da prima ancora di conoscere i rispettivi nomi e le rispettive case, da più di un mese ormai avevano palesato la loro storia lasciando tutti di stucco, corpo insegnante compreso.
Non era una coppia ‘tradizionale’, infatti nessuno li aveva mai visti baciarsi o in atteggiamenti particolarmente intimi, nessuno aveva esplicitamente sentito l’uno o l’altro dichiarasi coinvolto sentimentalmente, eppure le carezze nascoste, le parole sussurrate all’orecchio, vederli spesso mano nella mano non lasciava dubbi che tra i due ci fosse sicuramente qualcosa. E forse la cosa più sconvolgente ancora adesso era sentirli chiamarsi per nome.
Prima lui si limitava a chiamarla “Granger”, ma via via con il passare dei giorni, aveva preso ad usare pienamente il suo nome di battesimo.
In tanti avevano scommesso che sarebbero durati poco più di una settimana e in molti di più che uno dei due sarebbe finito in infermeria entro un mese, ma non era successo. Anzi.
Ancora una volta i due dopo cena, si allontanarono insieme come accadeva spesso, sparendo per un bel po’ di tempo. Sia studenti di Serpeverde che di Grifondoro avevano dichiarato di vederli tornare nei rispettivi dormitori solo a sera inoltrata.
Quello che gli studenti di Hogwarts non sapevano era però che niente di quello che pensavano era reale, e che tutto questo era stato montato per una sola persona, che adesso non riusciva a fare nient’altro di meglio che mangiarsi le mani dalla gelosia: Ronald Weasley. E nessuno sapeva che il motivo per cui i due anche quella sera erano scomparsi, non era affatto per amoreggiare indisturbati, bensì per fare i compiti di Draco.

Ormai erano quasi le undici quando Hermione si buttò infastidita i capelli dietro le spalle, sbuffando, mentre anche Draco usciva dalla Stanza delle Necessità.
“Che pizza… posso ricominciare a legarmi i capelli? Mi vanno sempre davanti al viso, non li sopporto più!”
Il ragazzo rise della sua espressione truce. “Chiunque mi conosca un minimo sa che mi piacciono i capelli sciolti.” La guardò con un ghigno mentre si avviavano verso il dormitorio di lei, dove ormai l’accompagnava tutte le sere. “Smettila di fare la bambina capricciosa. Non mi piace il modo in cui ti leghi, anzi, ti stritoli i capelli. Mi ricordi la McGranitt. Sei troppo rigida… già non sei un granché, poi ti vesti pure come una suora… Sii un po’ più frivola, diamine, sei una ragazza! Anche se effettivamente forse ti è difficile ricordartelo.” Riuscì a malapena a finire la frase che gli arrivò un potente calcio sugli stinchi, mentre Hermione stizzita, lo superava con passo di marcia.
Si vedevano tutte le sere per fare i compiti, e anche se lui continuava a prendersi gioco di lei, la loro continua vicinanza forzata li aveva costretti a conoscersi un po’ di più e il loro rapporto era cambiato: lei non faceva più la sostenuta come all’inizio ed era molto più rilassata in sua compagnia. A volte riuscivano anche a ridere di gusto insieme, ma Draco non aveva perso la capacità di colpirla con le parole giuste anche se aveva perso gran parte della cattiveria iniziale.
Anche adesso, aveva colpito e affondato: infatti, quando finalmente riuscì a smettere di saltellare su una gamba sola, la vide guardarsi, con lieve rossore, la camicetta completamente abbottonata fino all’ultimo bottone, e portare automaticamente una mano alla gonna: soprattutto tra le ragazze più grandi, era praticamente impossibile trovarne qualcuna che non ne avesse accorciato più o meno l’orlo, che normalmente copriva le ginocchia.
“Allora, mi dai ragione?”
Lei gli lanciò un’occhiataccia scostando immediatamente la mano. “Anche io so essere femminile, che credi. E poi se pensi che una ragazza può essere bella solo con una gonna corta e tre chili di trucco in faccia, sei solo uno stupido.”
Ripresero a camminare, e Draco si arrischiò addirittura a tornare al suo fianco mentre diceva “Lo so, mia cara, per chi mi hai preso, non ho certo bisogno delle tue lezioni per riconoscere che la bellezza femminile non è data solo dal trucco e dal vestiario, ma concorderai con me che sono cose che aiutano non poco.”
Hermione replicò “E’ vero, ma è una terribile perdita di tempo. Esistono cose molto più produttive da fare piuttosto che stare ore davanti allo specchio.”
Ormai erano arrivati davanti la Signora Grassa. “Come ad esempio dimostrare a tutti che sei superiore a tutte queste cose da sciacquette? Scommetto che a malapena ti guardi allo specchio la mattina.”
Colpita e affondata, di nuovo: Hermione abbassò lo sguardo per evitare che leggesse nei suoi occhi quanto avesse ragione.
Draco le sollevò il viso per costringerla a guardarlo. “Ci si cura non solo per sembrare più belli, ma anche per stare bene con noi stessi. E poi nella vita non basta conoscere tutto su tutto, a volte l’apparenza conta più delle nostre capacità, ricordatelo, piccola testarda…”
Lei girò la testa per sfuggire alla sua presa, ma dall’espressione che aveva, Draco capì che la ragazza stava rimuginando sulle sue parole.
“Allora, lasciando perdere questi discorsi, ti sei decisa se dobbiamo andare a Hogsmeade insieme oppure no?”
“All’inizio pensavo di non andarci, ma poi ho deciso che ci andremo insieme. Non voglio dare adito ad ulteriori pettegolezzi, e soprattutto non voglio che Ron ricominci con la solita storia che mi stai solo usando.”
“Bhe, in realtà quello usato in tutta questa storia sono io… e comunque, ci hai fatto pace con Lenticchia?”
Hermione spostò il peso da un piede all’altro. “Ha tentato molte volte di parlarmi in questo periodo, ma io non gliel’ho mai permesso. Credo che sia davvero dispiaciuto per quello che mi ha detto, ma mi ha fatto soffrire e stare un po’ sulle spine non gli farà certo male. Al massimo, domani se ci sarà occasione, gli darò il modo di scusarsi.”
Draco le fece un cenno con la testa a mo’ di saluto e, prima di allontanarsi verso le scale, le disse “Fa un po’ come ti pare. Ti aspetto domani alle dieci nell’ingresso, così andiamo insieme. Buonanotte.”
“Notte, Draco.” Hermione lo guardò allontanarsi e entrò nella Sala Comune dei Grifondoro; inizialmente pensò fosse vuota, ma poi il fuoco del camino acceso attirò la sua attenzione. Si avvicinò al divano e ci trovò sopra Harry addormentato, con gli occhiali storti e un piccolo rivolo di bava al lato della bocca. La ragazza sorrise bonariamente prima di scuoterlo con dolcezza.
“Harry… vai a dormire nel tuo letto, qui prenderai freddo.”
Il ragazzo si sollevò, sistemandosi meglio gli occhiali sul naso. “Oh, Hermione, sei tu…”
Hermione tirò fuori un fazzoletto dalla tasca, e gli pulì la guancia dalla saliva. Harry, infinitamente imbarazzato, si spiegò “Ti stavo aspettando, ma sai, gli allenamenti di Quidditch mi hanno massacrato, e  poi questo divano è così comodo.”
“Come mai mi stavi aspettando?”
Harry sembrava stesse cercando le parole adatte. “Ecco… volevo parlarti di Ron…”
Come previsto, la ragazza si alzò in piedi sbuffando e stava per andarsene, quando Harry la fermò prendendola per la mano. “Dai, Hermione, non fare così! E’ tremendamente dispiaciuto per ciò che ha det-“
Gli occhi di Hermione sembravano mandare lampi quando incontrò quelli verdi dell’amico. “Non si doveva permettere!”
“Ti assicuro che non sto tentando di giustificarlo, ma sai anche tu che quando è arrabbiato non pensa mai prima di aprire bocca. Ti chiedo solo di dargli modo di scusarsi. So che ti deve parlare anche di un’altra cosa molto importante.”
Hermione lo guardò, ora curiosa. “Davvero? E cosa sarebbe?”
“Mi dispiace, Hermione, ma è una questione delicata che riguarda solo voi due, non mi va di mettermi in mezzo.”
“Capisco…” la ragazza lo guardò per un lungo periodo, come per soppesare o meno la cosa, poi disse “Ti prometto che parlerò con Ron, ma solo se rispondi sinceramente ad una mia domanda.”
Harry ebbe come l’impressione che un lieve porpore colorò le guance dell’amica, ma comunque rispose “Certo, puoi chiedermi tutto, lo sai.”
“Sì, lo so, ma devi promettermi che mi risponderai con tutta la sincerità possibile, senza avere paura di ferirmi. Lo farai?”
“Mi stai facendo preoccupare… Dai, che cosa c’è, Hermione?”
Sì, ora le guance di Hermione erano decisamente rosse, mentre, fissandosi con infinito interesse la punta delle scarpe, mormorò a mezza bocca “…Che cosa pensi di me, sinceramente? …Come ragazza, intendo…”
Per uno strano caso di osmosi cromatica, anche le guance di Harry presero la stessa identica sfumatura carminia di quelle di Hermione, e balbettando qualche sillaba disse “I-in che senso?”
La ragazza spostò lo sguardo, e sedendosi di nuovo sul divano disse con energia “Dai, Harry, hai capito benissimo!” abbassò lo sguardo sconsolata. “Faccio così schifo che non mi vuoi neanche rispondere?”
“No, Hermione! Ma che dici!” Harry si sedette accanto a lei e lo costrinse a guardarlo. “E’ solo che non mi aspettavo una domanda così, tutto qua. E poi mi sembra di avertelo detto già una volta che non penso affatto che tu sia brutta.”
Hermione sorrise al ricordo di come l’aveva fatta sentire meglio quando, in passato, le aveva detto la stessa identica frase.
“Perché mi hai fatto una domanda del genere? C’entra per caso Malfoy? No, perché se ti ha offesa in qualche modo, vado immediatamente a spaccargli la faccia.”
Hermione si affrettò a negare. “No, no. Draco non c’entra niente…” Non voleva che Harry  litigasse con lui, e in fondo era solo una mezza bugia: Draco non aveva fatto altro che infilare il dito in una vecchia piaga che lei credeva di aver chiuso ormai dai tempi della relazione di Ron con Lavanda.   
“E allora che c’è, Hermione? Che ti succede?” Il modo dolce con cui Harry aveva pronunciato il suo nome, e la leggera preoccupazione che leggeva nei suoi profondi occhi, quasi le fece venire le lacrime agli occhi, ma non volle cedere il punto.
“Non mi hai ancora risposto.”
Harry sospirò, impotente. “Vuoi sapere se vedendoti per la prima volta direi O mio Dio che bella ragazza? La risposta è no e non perché sei brutta, ma perché fai di tutto per non farti notare da nessuno.” Vide la faccia dell’amica oscurarsi, e non potè fare a meno di sorriderle con affetto prima di aggiungere “Ma basta parlarti anche solo una volta, o fermarsi ad osservarti per qualche minuto per capire quanto invece sai essere bella. Guarda Victor Krum.”
Hermione, nonostante si vedeva che ora era ancora più imbarazzata, non sembrava convinta. “Però a ragazze come Cho o Lavanda, basta che entrino in una stanza per essere notate. Hai detto ciò che hai detto solo per indorarmi la pillola.”
“Non ti prenderei mai in giro. Guarda che la bellezza in una persona, può mutare una volta che l’hai conosciuta. Per esempio, Cho… Mi piaceva da matti per i suoi lucentissimi capelli neri, il suo profumo, ecc, ma quando abbiamo iniziato ad uscire si è rivelata una ragazza un po’ superficiale e improvvisamente non mi è parsa più tanto bella, anzi, non riuscivo a capire come poteva mandarmi tanto in confusione anche solo l’idea di salutarla. E ora prendiamo te. E’ vero, non sei una ragazza appariscente, i tuoi capelli non sono perfettamente curati come quelli di Cho, e non fai altro che nasconderti dietro libri enormi e dietro le tue regole, ma quando fai avvicinare una persona è impossibile che non cambi opinione. Sei così dolce con tutti, e generosa. Quel povero Neville non sarebbe sopravvissuto un solo giorno con Piton se tu non gli avessi dato una mano.”
Hermione lo interruppe bruscamente. “Essere una brava persona, non ti rende bella.”
Harry la guardò male. “Non mi interrompere. Sei tanto intelligente, ma a volte sei così ottusa. Fidati di quello che ti dico. Non è facile da capire ne da spiegare, ma quando guardi una persona da vicino, solo allora vedi davvero la sua vera bellezza.”
Nella mente di Hermione passò improvvisamente un’immagine ben definita

Draco…

Quel ragazzo non le era mai piaciuto, eppure iniziando a conoscerlo non poteva dire che non le piacesse. La sua arroganza, la sua ironia, addirittura la freddezza del suo sguardo, erano tutte caratteristiche che ormai l’affascinavano più che disturbarla.
“Ecco, tu non ti vedi, ma non puoi capire quanto sei bella quando sorridi così.”
Hermione si girò sorpresa verso l’amico che era evidentemente imbarazzato, ma le sorrideva. Tuttavia la ragazza tornò a guardarsi le scarpe.
“Hermione, dai, non fare così. Che c’è, non mi credi?”
“Sì, Harry, ora ti credo, ma… Sono una sciocca lo so, ma non posso fare a meno di sentirmi a disagio vicino a ragazze come Lavanda o anche Ginny. Ha ragione Ron, l’aggettivo giusto per definirmi è proprio ordinaria.”
“Non dirlo neanche per scherzo! Tu sei una ragazza speciale, e non devi sentirti così. Sei solo un po’ insicura…”
“…Mi prometti che non mi prenderai in giro se ti confesso una cosa?”
“Dai, spara!”
“Anche io vorrei accorciarmi l’orlo alla gonna e mettermi un bel fermaglio tra i capelli… ma ho paura.”
Harry la guardò sorpreso. “Davvero? E di cosa avresti paura, scusa?”
La ragazza mise un buffo broncio. “Dai, Harry. Non ho fatto altro che rimproverarle perché passavano troppo tempo davanti allo specchio, e poi… nell’immaginario collettivo io sono Hermione Granger La Bacchettona, pensa come mi riderebbero dietro se da un giorno all’altro mi accorciassi la gonna e mi truccassi. Finchè ero una bambina era facile andare contro corrente, ma adesso che sono un po’ più grande, anche io vorrei sentirmi bella, anche io vorrei…”

Anche io vorrei che un ragazzo mi guardasse come guardano Lavanda o Cho

Aveva una faccia così afflitta che faceva tenerezza.
“Hermione, non dire sciocchezze. Tu puoi fare ciò che vuoi, hai capito. Nessuno ha il diritto di metterti i piedi in testa, per nessuna ragione. Tira fuori il tuo lato Grifondoro, e fai ciò che vuoi a testa alta, e se qualcuno avrà da ridire, sono sicuro che saprai farti valere.”
Harry la guardava fiducioso, con i suoi grandi occhi verdi che le avevano sempre dato coraggio nelle situazioni più disparate, e finalmente un sorriso le addolcì il volto.
“Finalmente! Così va molto meglio. E ora andiamo a letto, che è tardi. Hogsmeade ci aspetta! Buonanotte, Hermione.”
La ragazza gli diede un bacino sulla guancia “Buonanotte, Harry. E grazie. Si può sempre contare su di te.” Lui le fece l’occhiolino e entrambi raggiunsero il proprio dormitorio.












Spazio dell'autrice

In realta' questo capitolo e' meta' di quello che avevo in mente... volevo chiudere con il ritorno da Hogsmeade, pensate, e invece Hermione mi si e' fermata a chiacchierare con Harry e hanno fatto tardi :D Avevo promesso che avrei aggiunto i ringraziamenti, ma gia' leggendo le nuove recensioni mi viene da ringraziare anche quelle relative a questo capitolo, e non ho proprio tempo! Il mio ultimo esame è alle porte, e prometto che dopo di quello vi salutero' tutti, uno per uno, perche' ve lo meritate proprio! Concedetemi un'eccezione per Vulcania, che mi ha commissionato la fanfiction, e che mi ha fatto una recensione meravigliosa, altro che pomodori! Io ti erigo una statua ;) Alla prossima, Sophie

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Capitolo 11
*** Una mattinata turbolenta ***


Aveva una faccia così afflitta che faceva tenerezza.
“Hermione, non dire sciocchezze. Tu puoi fare ciò che vuoi, hai capito. Nessuno ha il diritto di metterti i piedi in testa, per nessuna ragione. Tira fuori il tuo lato Grifondoro, e fai ciò che vuoi a testa alta, e se qualcuno avrà da ridire, sono sicuro che ti saprai far valere.”
Harry la guardava fiducioso, con i suoi grandi occhi verdi che le avevano sempre dato coraggio nelle situazioni più disparate, e finalmente un sorriso le addolcì il volto.
“Finalmente! Così va molto meglio. E ora andiamo a letto, che è tardi. Hogsmeade ci aspetta! Buonanotte, Hermione.”
La ragazza gli diede un bacino sulla guancia “Buonanotte, Harry. E grazie. Si può sempre contare su di te.” Lui le fece l’occhiolino e entrambi raggiunsero il proprio dormitorio.
- Fine capitolo -


*.*.*.*.*

 
Quando quella mattina Hermione si svegliò, ebbe subito l'impressione che qualcosa non stava andando nel verso giusto. Sentiva il cicaleccio delle sue compagne di stanza tutto intorno, e quando, ancora assonnata, scostò la tenda del suo letto a baldacchino, il suo presentimento venne confermato: era in ritardo. Tremendamente in ritardo, visto che sia Lavanda che Calì erano già pronte per scendere in Sala Grande, e lei sapeva quanto ci mettevano a prepararsi la mattina, soprattutto quando era prevista un'uscita a Hogsmeade.
Hermione scostò con violenza la coperta, e iniziò a raccogliere le sue cose per prepararsi, rovesciando almeno due o tre borse non ben definite. Mentre correva verso il bagno, la voce di Lavanda la raggiunse "Volevamo svegliarti, ma dormivi così bene..." Hermione si girò a guardarla, le sembrava di aver sentito una nota ironica nella sua voce, ma forse era stata solo la sua immaginazione. La sua compagna di stanza continuò "Comunque ti conviene muoverti se non vuoi far aspettare il tuo bel ragazzo..." e entrambe lasciarono il dormitorio, mentre Hermione iniziò a strofinarsi freneticamente i denti.
 
Diamine, è davvero tardissimo! Però se mi sbrigo forse riesco addirittura a passare in Sala Grande prima di andare...
 
Nel giro di cinque minuti era già vestita, ma non riusciva a trovare la sua sciarpa. Mentre la cercava, iniziò ad alzare e spostare di tutto, ritrovandosi tra le mani una delle cose che aveva fatto cadere prima: era il cofanetto che le aveva regalato Ginny per Natale. Ancora si ricordava cosa le aveva scritto nel bigliettino:
 
"So che penserai che sia un regalo inutile, ma so anche che prima o poi ne avrai bisogno... tutte prima o poi ne hanno bisogno, te compresa! E anche se adesso pensi di no, vedrai che un giorno mi ringrazierai.
Con affetto, Ginny."
 
Nel cofanetto c'erano trucchi, delle creme, qualche smalto, un rossetto, e una boccetta di Tricopozione Lisciariccio. Lì per lì aveva sorriso del regalo dell'amica, ma l'aveva comunque sempre portato con sé per non offenderla, ma adesso, con quella boccetta tra le mani, invece di ridere le venne spontaneo portarsi una mano tra i ricci crespi; lanciò uno sguardo allo specchio, mentre la conversazione avuta con Harry la sera prima si fece prepotentemente spazio fra i suoi pensieri.
 
Tanto ormai la colazione è andata...


*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 
Ginny guardò per l'ennesima volta la scala del dormitorio femminile prima di sbuffare di nuovo. Hermione era sempre puntuale, ed ora capiva perché era sempre tanto scocciata quando lei faceva tardi. Si buttò di peso sul divano.
"Scusami, Ginny! Lo so, sono in ritardassimo, ma mi sono svegliata tardi e..."
Ma non riuscì a finire la frase perché lo sguardo dell'amica la mise in imbarazzo.
"Finalmente, Hermione! Lo sapevo che prima o poi l'avresti fatto! Però potevi truccarti un po', vuoi che ti aiuti io?" Le girava intorno come un moscone, mentre Hermione stava diventando bordeaux.
"Dai, Ginny. Non esagerare, in fondo non ho fatto niente di che..."
Era vero, Hermione non aveva fatto nessun cambiamento eccessivo: aveva usato la Tricopozione Lisciariccio in modo da togliere semplicemente i crespo dai suoi capelli che adesso sembravano più morbidi e un po' più definiti del solito e aveva usato un leggero lucidalabbra che risultava appena più scuro del suo colore naturale.
Infatti Ginny ribadì "Sarà, ma stai benissimo!"
"Senti, ma come mai il rossetto era trasparente, poi invece ha cambiato colore?"
Ginny era davvero entusiasta. "Ma come, non lo sai? E' l'ultimo prodotto consigliato da Il settimanale delle Streghe, praticamente quando lo passi sulle labbra, assume il colore più adatto a te, alla tua immagine e al tuo carattere. E devo dire che è davvero perfetta quella tonalità! Chissà che faccia farà Ron quando ti vedrà! Hai fatto benissimo, così lo metterai al tappeto di sicuro." Mentre l'investiva con questo fiume di parole, intanto erano uscite dalla Sala Comune, e si stavano avviando nell'ingresso.
"Ginny, io non l'ho fatto per Ron."
"In che senso, scusa?"
"Non l'ho fatto per conquistare Ron. E' solo che stamattina mi sono ritrovata con il tuo regalo tra le mani e ho pensato: Perché no?"
Il sorriso di Ginny svanì in un attimo, e fermò l'amica in mezzo alle scale.
"Hermione, non ti credo. Non sei tipo che si sveglia da un giorno all'altro con la voglia di farsi bella. E' per Malfoy, vero?"
"Ma che sta dicendo, Ginny?"
"Te lo ha chiesto lui, non è così? Ma guardati... avevi detto che non ti saresti fatta coinvolgere e invece ci sei dentro con tutte le scarpe! E' quasi un mese che non rivolgi parola a Ron e non fai altro che passare tutto il tuo tempo libero che hai con quella serpe! In realtà ormai di Ron non te ne frega più niente!"
"Non è vero!" era così arrabbiata da quello che le stava dicendo l'amica che la sua voce suonò forzata anche alle sue orecchie. "Ginny, credimi. Draco non c'entra nulla. Era una cosa che volevo fare da tempo. E l'ho fatta per me, per me e per nessun'altro, sono stata chiara? Ho una volontà ben definita e non mi faccio imporre niente da nessuno, tantomeno da un tipo arrogante come Draco, ormai dovresti conoscermi, ma evidentemente non è così."
Si allontanò dall'amica con passo quasi di marcia, mentre cercava di sbollire la rabbia. L'aveva fatto per se stessa e per nessun'altro.
"Ginny, ma che succede? Che faccia che hai... e quella che ci ha superato appena adesso era Hermione?!"
"Sì, Harry. Era Hermione... abbiamo bisticciato, ma non è niente di grave, le passerà quando capirà che ho ragione." La rossa lo guardò intensamente per fargli capire quale fosse il soggetto della discussione, ma Harry apparentemente sembrò non capire.
"Non essere dura con lei, molto spesso la verità sta nel mezzo. Comunque sta proprio bene questa mattina, non trovi anche tu, Ron?"
L'amico si limitò ad annuire senza staccare lo sguardo dalla ragazza oggetto del discorso.
Intanto Hermione aveva individuato Malfoy poggiato su una colonna poco distante dal gruppetto dei Grifondoro, e senza neanche fermarsi, gli prese la mano e lo trascinò più distante possibile.
Quando Draco riconobbe chi l'aveva rapito, si fermò, costringendola a fare altrettanto. "Ehi, buongiorno anche a te."
"Sì, sì... buongiorno." Mentre la ragazza era impegnata a guardare ancora in direzione di Ginny, Draco la osservò attentamente con sguardo stupito.
 
E brava la mia Mezzosangue...
 
"Problemi con i tuoi adorabili amichetti?" Hermione si girò, trovandosi faccia a faccia con l'ormai familiare ghigno di Malfoy, tutta la sua sorpresa ormai dissimulata. Continuava comunque ad osservarla con occhi freddi.
"Già..." Guardandolo, la ragazza si ricordò della loro conversazione la sera prima, e ripensando al suo cambiamento, una improvvisa consapevolezza la investì, accompagnata da un profondo imbarazzo: Ginny aveva proprio ragione, nonostante fosse anche un suo desiderio, quella mattina era cambiata proprio per vedere la reazione di Draco. Intanto lui continuava a guardarla. Si capiva che lei aspettava un suo commento, ma quando finalmente lui si decise a parlare, le sole parole che si sentì dire, con un tono vagamente divertito, furono "Gazza sta controllando i permessi, penso che tra poco potremmo andare."
Si stava prendendo gioco di lei. La teneva sulle spine e ci stava riuscendo. Infatti lei lo guardò prima sorpresa, e poi abbassò lo sguardo mordendosi il labbro inferiore, come faceva sempre quando la metteva in difficoltà. Era uno spettacolo impagabile per Malfoy. La vide alzare gli occhi e fissare un punto indefinito alle sue spalle, quando improvvisamente qualcosa nel suo sguardo cambiò.
"Allora?"
Malfoy alzò un sopracciglio, sorpreso dal tono della voce di Hermione.
Lei continuò "Non mi dici niente?" Fece un finto broncio, negli occhi una luce palesemente maliziosa. "Io mi faccio bella per te, e non mi dici niente?" si avvicinò di un passo, e mentre parlava gli posò una mano sul petto.
Era strana. Non riusciva a capire cosa aveva in mente. "Volevo vedere quanto resistevi senza chiedere esplicitamente un parere."
Lei si avvicinò ancora, la stessa luce negli occhi.
Teneva le sue iridi, quasi dorate, fisse nelle sue. Si portò una mano all'altezza del viso, inclinò la testa e scostò piano i capelli dal collo, sfiorandosi delicatamente con le dita. "Mi sono messa anche il profumo per te... lo vuoi sentire?"
Senza neanche rendersene conto, Draco aveva seguito con lo sguardo il gesto della mano di Hermione, e quando incrociò di nuovo i suoi occhi lesse qualcosa dietro la malizia, un che di sfida, e forse... divertimento?
 
Attenta, a giocare col fuoco, rischi di bruciarti...
 
Draco decise di vedere fino a che punto sarebbe arrivata, e passandole un braccio intorno alla vita, si abbassò sul suo collo, aspirandone lentamente la fragranza.
Si erano decisamente accorciate le distanze tra i due, e solo quello bastò a colorare le gote della ragazza, e nel momento in cui sentì il suo fiato caldo sfiorarle la pelle, un lungo brivido la percorse. Quando Draco rialzò la testa per guardarla, vederla con gli occhi chiusi e sentirla quasi trattenere il respiro gli scatenò una strana reazione dentro. Lei riaprì gli occhi: era scomparsa ogni traccia di gioco. Lui strinse leggermente la presa intorno alla vita, le passò il pollice sulle labbra, fissandole; lei le socchiuse inconsciamente.
"Ti sei messa anche il rossetto..."
"...Sì..."
Improvvisamente dietro le spalle di Draco si sentirono risolini sommessi: un gruppetto di Tassorosso che li aveva spiati tutto il tempo, si stava finalmente allontanando imbarazzato. Draco e Hermione si staccarono velocemente, lui imprecando a bassa voce, lei dandogli le spalle e diventando viola. Si era creata una tensione non prevista che aveva sconvolto entrambi. Dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante, Hermione finalmente si girò, sorridendo.
"Ammettilo! Te l'ho fatta."
"Di che diavolo stai parlando?"
"Non ti eri affatto accorto delle Tassorosso qui dietro. Ammettilo."
 
Adesso capisco perché hai iniziato a flirtare con me...
 
"Certo che me n'ero accorto, per chi mi hai preso."
Hermione lo guardò scettica. "E allora perché prima hai imprecato?"
Sul viso di Draco si delineo un sorriso storto. "Perché ancora qualche secondo e mi avresti supplicato di baciarti..."
"Forse nei tuoi sogni, Malfoy..." tuttavia mentre diceva queste parole avvampò, e iniziò ad avviarsi verso l'uscita, dove si stavano radunando tutti gli studenti: finalmente era ora di andare.
Camminando sempre leggermente avanti a lui, senza voltarsi chiese, con tono volutamente arrogante "Allora? Visto che so essere femminile anche io?"
Da dietro Draco non rispose, limitandosi a guardarla, con un'espressione terribilmente seria in volto.  
















 

 

Spazio dell'autrice

 So che alcuni di voi si aspettavano una Hermione super trendy, ma spero che vi sia piaciuta anche cosi' ;)  e' cortino come capitolo, ma Hogsmeade la devo mettere per forza in un'altro capitolo, altrimenti questo mi veniva enorme, e ci mettevo ancora di piu' a postarlo! Ho una buona notizia comunque: ho finito praticamente gli esami, quindi ci mettero' di meno a postare... Ringrazio tutti per i meravigliosi commenti che mi avete lasciato davvero! Un bacio in particolare a juju210 e a XcoccinellaX che partono, buone vacanze!!!! Per Vulcania: Se hai qualche idea per la parte introspettiva di Draco, contattami. Mi sembra carina come idea ;)

 

Un bacione a tutti, con affetto

Sophie

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Capitolo 12
*** Confessioni ***


“Certo che me n’ero accorto, per chi mi hai preso.”

Hermione lo guardò scettica. “E allora perché prima hai imprecato?”

Sul viso di Draco si delineo un sorriso storto. “Perché ancora qualche secondo e mi avresti supplicato di baciarti…”

“Forse nei tuoi sogni, Malfoy…” tuttavia mentre diceva queste parole avvampò, e iniziò ad avviarsi verso l’uscita, dove si stavano radunando tutti gli studenti: finalmente era ora di andare.

Camminando sempre leggermente avanti a lui, senza voltarsi chiese, con tono volutamente arrogante “Allora? Visto che so essere femminile anche io?”

Da dietro Draco non rispose, limitandosi a guardarla, con un’espressione terribilmente seria in volto. 

 

- Fine capitolo -

 

 

š›

 

“Finalmente siamo arrivati! Dove vogliamo andare di bello?” Era la loro prima uscita pubblica come coppia, quindi si stavano rigorosamente tenendo per mano da quando avevano messo piede sul viale centrale di Hogsmeade. Draco odiava fare queste cose anche nella vita ‘reale’ di coppia, gli sembrava un modo infantile di ostentare davanti agl’altri il proprio legame. In quel caso era proprio quello lo scopo di quel gesto, quindi fece spallucce e rispose “Ovunque tu voglia, Amore, basta che non mettiamo piede in quella buia e soffocante sala da the che sta in fondo alla strada. Ho voglio di bere qualcosa senza sentire il rumore di sturalavandini negli orecchi.”

Capendo che Draco si stava riferendo ai suoni delle varie coppie che solevano baciarsi spudoratamente in quel locale, Hermione sorrise divertita. “Ti riferisci al locale di Madama Piediburro, vero? No, non preoccuparti. Harry mi ha raccontato che genere di posto è, lasciamo proprio perdere. Anche perché se andassimo lì dovremmo ‘fare’ come tutti gl’altri, altrimenti sembrerebbe sospetto, giusto?”

Ad Hermione tornò in mente la scena di prima, quando le Tassorosso erano sbucate all’improvviso, e non potè fare a meno di pensare che forse, per amore della causa ovviamente, Madama Piediburro non era poi tanto male come scelta.

La voce leggermente ironica di Draco, la fece sobbalzare e arrossire nel contempo. “E noi non vogliamo dover fare certe cose, giusto?”

 

Ma che razza di pensieri mi vengono in mente?

 

“Ehm… direi che potremmo andare ai Tre Manici di Scopa, ma ti dispiace se prima facciamo un giretto per i negozi?” lanciò un’occhiata verso il locale in questione, e Draco capì al volo il perché: proprio in quel momento Harry ‘Io-Sono-Il-Solo-E-Unico-Salvatore-Del-Mondo-Magico’ Potter e il suo seguito stava entrando nel locale. Hermione non sembrava più tanto arrabbiata, ma evidentemente non se la sentiva ancora di incontrare l’amica, soprattutto con lui al suo fianco.

“Va bene. Da dove cominciamo?”

Hermione sorrise. “Direi da quello lì!” Iniziò a camminare a passo svelto fino ad arrivare di fronte ad un negozio con la vetrina rosa e fucsia. Draco alzò il sopracciglio e il sorriso di Hermione si allargò.

“Che c’è, mi sembrava che ti piacesse il mio cambiamento… o per lo meno il mio rossetto…” Draco si girò a guardarla, non si aspettava da lei una battuta del genere, ma non riuscì a vedere la sua espressione perché lei si era già girata verso l’entrata del negozio. “Ho deciso di far spendere al mio Amore qualche Galeone per comprarmi cose frivole, non sei contento?”

Come mise piede nel piccolo negozietto, diviso in due corsie, un forte odore di vaniglia e rosa l’investì, mentre un sacco di oggetti glitterate luccicavano a non finire.

“Contentissimo.” Replicò lapidario Draco.

Tutto il negozio era decorato con i toni del rosa e del lilla, e campioncini alati di profumo svolazzavano qua e là sulla testa delle clienti, spruzzando ogni tanto a tradimento nuvole dolciastre. Nella prima corsia erano disposte miriade di boccette di tutti i colori, forme e dimensioni. C’erano profumi che cambiavano a seconda del tempo, dell’umore, della persona che avevi accanto, ecc. Più avanti nella stessa corsia si trovavano i trucchi, i rossetti e gli smalti, la maggior parte dei quali cambiava colore ad ogni piè sospinto.

Hermione guardava tutte quelle cose quasi con sospetto, ogni tanto prendendo qualche ampolla qua e là, guardandola in trasparenza. Evidentemente non aveva molta dimestichezza con i cosmetici stregati. E anche con gli accessori incantati, vista la faccia che faceva ogni volta che trovava un oggetto strano nella seconda corsia. In questa zona del negozio infatti si trovavano tutti i tipi di accessori immaginabili: occhiali, orecchini, anelli, bracciali, tutti con qualche strana particolarità magica. Ma quello che più aveva incuriosito Hermione era una scatola che conteneva piccoli oggetti animati, di ogni genere e colore, dagl’animali, ai fiori, agli insetti.

“Draco, cosa sono questi?”

“Credo siano portachiavi.”

“Davvero?”

Il ragazzo allungò la mano nella scatola e prese un piccolo gattino rosso che stava facendo le fusa, come entrò in contatto con le sue dita, subito si fermò, aprendo la bocca.

“Vedi? Quando lo prendi tra le mani in questa maniera, l’incantesimo si blocca e puoi inserirgli in bocca l’anello delle chiavi. Poi gliela richiudi e l’incantesimo si riattiva e le chiavi si rimpiccioliscono diventando il ciondolo del collare e il gatto riprende a muoversi.”

Il ragazzo notò che ad Hermione brillavano gli occhi come una bambina quando si girò a guardarla e non poté fare a meno di sorriderle.

“E’ bellissimo! Sembra quasi Gattastinchi quando era ancora un cucciolo… è proprio carino…”

Alzò gli occhi speranzosi su Draco il quale incrociò le braccia sul petto. “Non guardare me, se lo vuoi compratelo da sola. E usciamo di qui, per favore. Mi sta venendo la nausea!”

Hermione fece una smorfia. “Ma come, non lo fai un regalino alla tua ragazza?”

Draco la guardò inamovibile e lei si diresse sconsolata verso la cassa. Dopo aver parlottato un po’ con la commessa, Hermione pagò e dopo aver raggiunto il biondo, uscirono dal negozio e andarono insieme ai Tre Manici di Scopa.

Dopo essersi seduti, lui si tolse la sciarpa  sospirando. “Oh! Finalmente un posto che ha un odore normale. Come fate a mettervi addosso quella roba disgustosamente dolce senza ch vi nausei?”

Hermione sembrava divertita. “Sei sempre il solito esagerato… Non sono disgustosi quei profumi, è solo che magari così, tutti insieme, posso dare un po’ fastidio.”

“Solo un po’?” Poi rivolto a Rosmerta che si era appena avvicinata, disse “Due the, grazie.”

Al sorriso di Hermione si sostituì una faccia indignata. “Perché hai ordinato al mio posto? Io non voglio il the!”

“Ho ordinato il the perché fa un freddo cane e perché tu non hai fatto colazione: insieme al the portano i biscotti, con la Burrorirra no. E non guardarmi così, ho fame anche io.” Si sentiva quasi obbligato a giustificarsi sotto lo sguardo di gratitudine e un po’ sorpreso di Hermione. “Piuttosto dimmi perché mi hai fatto entrare in un posto del genere. Augurati che non mi abbia visto nessuno dei miei compagni di casa, altrimenti sei nei guai.”

“In realtà non sapevo che tipo di negozio fosse, mi serviva un fermaglio per i capelli e ho chiesto a Calì dove potevo trovarne uno.” Il sorriso di Hermione si trasformò in un ghigno. “Devo dire che è ne valsa la pena, vista la tua espressione quando quel campioncino volante ti ha spruzzato!”

Al ricordò, Draco alzò il sopracciglio. “E dimmi, di grazia, ti sei divertita così tanto a prendermi in giro che ti sei dimenticata di comprare quello per cui sei entrata in quella specie di inferno patinato?”

“No, è che la commessa mi ha detto che avevano finito gli articoli Babbani, e quelli magici non mi vanno molto a genio, o almeno quelli che ho visto portare a Lavanda. Troppo appariscenti. Che bello, è arrivato il the!”

Quando la cameriera posò davanti ai due ragazzi le tazze fumanti e i piattini con i biscotti, Hermione si rese conto di quanto effettivamente avesse fame, e dopo aver alzato lo sguardo su Malfoy in un muto ringraziamento, prese tra le mani la tazza bollente, godendo del calore che si stava propagando dalle sue mani al resto del corpo.

Per qualche minuto parlarono dei progressi che Draco stava facendo in Incantesimi, fin quando Hermione decise di dedicare la sua intera attenzione ai suoi biscotti. Quando li ebbe finiti tutti, la voce del biondo la fece sobbalzare.

“Stai fissando i miei biscotti con una tale intensità che ho paura che si disintegrino. Se ne vuoi ancora basta chiedere…”

Le guance di lei si colorirono appena per l’imbarazzo: infatti, mentre il suo piattino era vuoto, quello di Draco era pressoché intatto, e solo allora si accorse che li stava fissando con avidità.

“E’ che… io quelli al cioccolato non li avevo… e mi chiedevo come fossero.”

Con una finta aria di sufficienza Draco allungò i biscotti verso di lei, nel chiaro gesto di offrigliene. “Non ho mai visto una ragazza mangiare con una tale voracità.”

“Non posso farci niente se ho fame!” Hermione assaggiò il biscotto al cioccolato. “E’ buonissimo!”

Draco la stava osservando con un lieve sorriso. “Scommetto che ne assaggerai un altro.” Hermione ricambiò il sorriso felice, afferrando un altro biscotto. Mentre stava per addentarlo, lo sguardo gli cadde fuori dalla finestra. Vedendola con il biscotto a mezz’aria, Draco seguì il suo sguardo all’esterno e vide Ron, che camminava solo a testa bassa verso la Stamberga Strillante.

“Vuoi andare da lui?” Il tono della voce di lui era casuale, ma suonava più brusco di quanto non fosse stato fino a quel momento. Hermione riportò l’attenzione sul ragazzo che aveva di fronte, e assunse un’espressione vagamente colpevole.

“Io…” prima lo guardò negl’occhi, poi distolse lo sguardo. Aveva un’aria quasi smarrita.

“Non avevi detto che volevi parlarci? Che stai aspettando allora?”

“Non voglio lasciarti qui da solo…”

“Fammi pensare… Sì, sono quasi sicuro che sopravvivrò anche in tua assenza.” Era tornato al tono pesantemente sarcastico dei vecchi tempi, e Hermione ne fu ferita.

La ragazza si alzò di scatto dicendo “Bene. Visto che preoccuparsi per te è fatica sprecata, la prossima volta non mi farò scrupoli. Mi aspetti qui?”

“Sì.” Le risposte senza neanche alzare lo sguardo, continuando a sorseggiare il suo the.

“Bene.” Lasciò il locale e andò a passo di marcia nella direzione di Ron.

Draco la seguì con lo sguardo dalla finestra del locale. “Bene.”

 

 

Hermione era così presa dallo strano comportamento di Draco che quando raggiunse Ron si era quasi dimenticata il motivo per cui l’aveva seguito. Ormai erano giunti davanti la Stamberga Strillante, e il ragazzo si era seduto su uno dei tronchi tagliati che erano lì vicino. Dopo averlo osservato per più di dieci minuti senza sapere come salutarlo, alla fine gli si avvicinò posandogli una mano sulla spalla.

“Hermione, sei tu.” Disse Ron girandosi. “Non speravo proprio di incontrarti qui a Hogsmeade. Malfoy dov’è?”

“Gli ho detto di aspettarmi ai Tre Manici di Scopa.”

“Oh… E sei venuta per fare pace?” la voce era speranzosa, e continuava ad osservare Hermione, mentre la ragazza evitava invece in tutti i modi di incrociare il suo sguardo.

“Voglio prima sapere di cosa dovevi parlarmi.” Una folata di vento fredda li investì, facendo rabbrividire Hermione.

“Forse avresti dovuto portarti una sciarpa… Hai freddo?”

 “Sì, un po’ ma non fa niente. Cosa dovevi dirmi?” Finalmente Hermione lo guardò, e Ron arrossì leggermente.

“Ecco, mi dispiace per quello che ti ho detto l’ultima volta. Non lo penso minimamente, giuro. Ero solo arrabbiato. Comunque non era questo che volevo dirti…” Spostò il peso da una gamba all’altra. “Ho parlato con Lavanda.” Hermione deglutì a vuoto, ma Ron inaspettatamente si avvicinò prendendole una mano. “Vedi, mi sono reso conto che in realtà è stata lei a cercarmi per prima, è stata lei a chiedermi di metterci insieme. Lavanda è una bella ragazza, per carità, mi piaceva, ma non ci siamo messi insieme perché ero innamorato di lei.”

“Ah no?” Hermione sentì una nuova speranza accendersi in lei, mentre la mano di Ron stringeva dolcemente la sua.

“No. Credo che io mi sia messo con lei per ripicca. Per ripicca nei tuoi confronti, Hermione. Perché mi avevi ferito… e perché volevo renderti gelosa.” Le lasciò la mano per accarezzarle il viso. Entrambi erano rossi come due peperoni, e Ron sembrava più impacciato che mai. “Mi piaci, Hermione. Mi sei sempre piaciuta. E ora sto rischiando di perderti per via di Malfoy… ma non credo che non sia tutto perduto. Tu, tu mi avevi detto che il vostro non era un rapporto stretto, che se avessi trovato quello giusto… Hermione io credo di essere quello giusto.”

La ragazza sembrava totalmente confusa. “Io…”

“Ti prego, non rispondermi subito.” La tirò verso di se abbracciandola. Hermione chiuse gl’occhi. Quante volte aveva sognato quella scena in quegl’anni. Ron le diede un lieve bacio sulla nuca “Sei bellissima oggi, lo sai?” Si staccò da lei e la guardò. Erano entrambi imbarazzati. “Prenditi tutto il tempo che ti occorre, saprò aspettare. Ora torno da Harry, ormai mi starà cercando. Ci vediamo.”

Hermione non fu in grado di dire niente, e si limitò a seguirlo con lo sguardo, con un sorriso perso stampato in faccia. Improvvisamente la voce di Draco la riscosse dai suoi pensieri.

“Bene, bene, bene… vedo che la coppietta sta per trovarsi…” Il tono non era più quello che aveva usato ai Tre Manici di Scopa, ma suonava comunque duro.

“D-Draco… mi hai fatta spaventare… da quanto tempo sei lì?”

Il ragazzo si staccò dal troco dell’albero su cui era poggiato a braccia conserte, e avanzò verso di lei.

“Da abbastanza per intuire cosa sia successo, mi perdonerai se non ho reso nota la mia presenza, ma eravate così carini abbracciati.” Sarcasmo. Di nuovo sarcasmo. Per un istante Hermione fu investita da un insensato senso di colpa.

 

Perché mi sento così, come se avessi fatto qualcosa di male? In fondo noi non stiamo insieme sul serio… Sta ghignando come al solito, eppure dal suo sguardo mi sembra arrabbiato… Ma perché? No… sono sicura che mi sta solo prendendo in giro come sempre…

 

 Ripensando all’abbraccio di Ron, ritrovò il suo sorriso felice. “Hai visto?! Finalmente si è fatto avanti, non ci speravo più! Dovresti essere felice, così tra poco sarai libero.”

“Già. Andiamo adesso?”

“Sì.”

Draco la vide rabbrividire. “Certo che ti sei trovata proprio un bel tipo. Prima ti chiede se hai freddo, e poi non ti da neanche la sua sciarpa…” Si tolse la sua dal collo e la tirò alla ragazza.

“Lo so, Ron non è un granché da questo punto di vista… Grazie, Draco.” Se la avvolse intorno al collo. Il calore e la morbidezza della lana, insieme al profumo muschiato di Draco la fecero sentire subito meglio, e senza dire più una parola, insieme si avviarono verso il castello.

 

Spazio dell'autrice

Chiedo umilmente perdono ragazzi, lo so, sono in ritardo... e ho anche finito gli esami, quindi in teoria dovevo postare prima, ma i miei mi hanno rapito questo fine settimana per andare a trovare mia nonna e il caldo di Roma ha fatto il resto. Pero' ora eccomi qui!!! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto :)

Ringrazio come sempre tutti quelli che mi hanno lasciato dei commenti, ogni volta che leggo le vostre parole vado al settimo cielo! E sono contenta che eravate d'accordo con me sulla versione super-trendy di Hermione!

In particolare:

8x4: Faccio l'universita'... Gli esami potevano andare meglio, ma non ci lamentiamo ;)

Hanon: Mi sembra che quando Hermione usa la pozione lisciariccio nel 4° libro, ne usa davvero parecchia, quindi ho immaginato che se ne usava iusto un po', magari poteva togliere solo il crespo, poi non so :)

ALessandra: scusami!!! Avevo detto che postavo prima, e invece... Comunque hai visto, hai chiesto Ron, ed eccolo qui!

Daria91: Ti volevo ringraziare davvero di cuore!!! Mille, mille grazie! Sia per la recensione che hai lasciato per questa storia, che per quella su 'Harry Potter e lo Specchio di Agis' Davvero l'hai letta tutta in 5 ore?!?! Sono davvero lusingata! Quando ho letto le tue parole per poco non mi mettevo a piangere! Grazie!

Vulcania: Per la parte introspettiva di Draco ci sto lavorando, anche se non so che cosa ne verrà fuori :P Magari la vedremo proprio nel prossimo capitolo, ma non prometto niente!

xcoccinellax: Ben tornata zia Coccy :D!

Carillon: Anche io ho la stessa impressione quando leggo i libri di zia Jo, qui maledetti finiscono sempre! (Naturalmente non mi sto paragonando a lei!)

 

FAFFRI: Grazie! Sono contenta che ti siano piaciute anche le altre mie storie! Per Harry Potter e lo Specchio di Agis non so se ci sarà un seguito, per ora rima così, ma mai dire mai ;)

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Capitolo 13
*** Complicità ***


Ripensando all’abbraccio di Ron, ritrovò il suo sorriso felice. “Hai visto?! Finalmente si è fatto avanti, non ci speravo più! Dovresti essere felice, così tra poco sarai libero.”

“Già. Andiamo adesso?”

“Sì.”

Draco la vide rabbrividire. “Certo che ti sei trovata proprio un bel tipo. Prima ti chiede se hai freddo, e poi non ti da neanche la sua sciarpa…” Si tolse la sua dal collo e la tirò alla ragazza.

“Lo so, Ron non è un granché da questo punto di vista… Grazie, Draco.” Se la avvolse intorno al collo. Il calore e la morbidezza della lana, insieme al profumo muschiato di Draco la fecero sentire subito meglio, e senza dire più una parola, insieme si avviarono verso il castello.  - Fine capitolo -

  

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Come sempre dopo Hogsmeade, nella Sala Grande si respirava un’aria allegra e rilassata. Due Grifondoro in particolare sembravano aver giovato più di chiunque l’uscita al villaggio: Ronald Weasley e Hermione Granger infatti non facevano altro che dispensare in giro sorrisi e tra di loro erano stranamente molto gentili e cordiali. Quando Ginny vide l’amica così euforica, si fece un po’ di coraggio e le si avvicinò cautamente.

“Ciao, Hermione.”

“Ginny.” Rispose lei, e si fece un po’ da parte per lasciarle spazio.

La rossa accettò il muto invito, sedendosi lì vicino, e dopo aver fatto un lungo respiro continuò “Volevo scusarmi per questa mattina, sono stata un po’ troppo aggressiva.”

“Anche io sono stata piuttosto brusca, ho esagerato.” Le due amiche si sorrisero, e Ginny le domandò “Sbaglio, ho sei particolarmente allegra stasera? E anche mio fratello è strano… è successo qualcosa che non so?”

Hermione assunse un’aria maliziosa. “Sì, abbiamo parlato a Hogsmeade… se stasera mi aspetti, dopo che ho finito i compiti con Draco, ti racconto tutto!”

Ginny sembrava aver intuito qualcosa, e accettò con entusiasmo. Mentre si serviva dell’arrosto, la sua attenzione fu catturata da un blocco che Hermione teneva sulle ginocchia.

“Che cos’è quello?”

Hermione finì di sorseggiare il suo succo di zucca e rispose “E’ di Draco. L’ha dimenticato l’ultima volta nella Stanza delle Necessita.”

Ginny sembrava molto incuriosita. “Ma se non sbaglio quello è un album da disegno… non mi dire che Malfoy sa disegnare! Non ce lo vedo proprio… Non è che potrei…?” fece per allungare la mano, ma Hermione le diede un piccolo schiaffetto sul dorso.

“Eh, no! Anche io non ce lo vedevo a fare questo genere di cose, ma devo dire che invece è piuttosto bravo. Ma non per questo ti permetterò di sbirciare.”

Ginny fece una smorfia. “E perché?”

“Primo, perché gliel’ho promesso; secondo, sono cose personali; terzo,” Un piccolo sorriso colpevole le incurvo le labbra.  “Ho provato anche io a sbirciare gli ultimi disegni, ma vedi questo?” Indicò il piccolo nastrino annodato che chiudeva l’album. “Credo che gli abbia fatto un qualche incantesimo, e se non lo apre lui personalmente, l’album risulta bianco.”

Ginny tornò a dedicarsi con aria delusa al suo arrosto, mentre Hermione alzò lo sguardo sul tavolo dei Serpeverde. Anche Draco aveva alzato lo sguardo verso di lei, e quando i loro occhi si incrociarono, Hermione gli sorrise e tornò alla sua cena. Già dalle prime volte che avevano deciso di ‘frequentarsi’, avevano concordato che, considerato il fatto che già non erano particolarmente affettuosi tra loro, almeno qualche volta a cena dovevano cercarsi con lo sguardo, soprattutto perché Ron, che sedeva sempre vicino alla ragazza, sicuramente se ne sarebbe accorto, e quello era il loro scopo principale. Così, almeno due o tre volte a pasto, i due si cercavano lanciandosi occhiate.

Draco la stava ancora osservando mentre parlottava di nuovo con la sua amica quando la voce di Theodor Nott gli fece finalmente distogliere lo sguardo dal tavolo dei Grifondoro.

“Ho sentito i miei che ne parlavano l’altra sera… Davvero sei riuscito a convincere Lucius a farti fare la specializzazione in Medimago?” Giocherellando con il cibo nel suo piatto, Draco rispose al suo interlocutore con aria di sufficienza senza neanche guardarlo.

“Certo.”

Il ragazzo moro si avvicinò, abbassando la voce. “Non credo che il Signore Oscuro ne sarà contento… Tutti noi siamo destinati ad entrare a far parte della sua cerchia, lo sai bene. Ormai la guerra è sempre più vicina, e non penso ti darà il permesso di disertare, come non lo darà a nessuno di noi.”

“Ci sono vari modi per essere utili al Signore Oscuro…” rispose Malfoy, afferrando una caraffa.

“Ultimamente sei strano, Draco. Non sei più quello di un tempo, e adesso non vuoi neanche più diventare un Mangiamorte… qualcuno potrebbe pensare che stai prendendo la strada sbagliata, non so se mi spiego… Visti i tuoi voti, poi, la scusa di voler diventare Medimago potrebbe sembrare piuttosto stiracchiata, non credi?”

Finalmente Draco alzò i suoi occhi, freddi e duri, su di lui. “Stai cercando di insinuare che sono un traditore? Oppure che sono un incapace?”

Lo sguardo e il tono tagliente di Draco ebbero il potere di far tornare immediatamente Nott sui suoi passi. “NO! Assolutamente Draco, mi hai frainteso… Io lo dicevo per te… Volevo solo farti presente quali pericoli potresti correre se chiedi all’Oscuro di non ricevere il Marchio Nero. E per quanto riguarda i tuoi voti, intendevo solo ricordarti che per entrare all’Accademia dei Medimaghi devi avere almeno un Eccezionale in Pozioni e in Incantesimi.”

“Dovresti stare più attento a come parli con Draco, Teo. Lo sai che si irrita facilmente, soprattutto quando la conversazione suona dettata dall’invidia di non essere capace a fare lo stesso tipo di richiesta all’Oscuro.” Blaise Zabini, seduto all’altro lato di Not, si intromise nella conversazione. A quel commento, si beccò un’occhiataccia dal suo compagno, ma Blaise sembrò non darci troppo peso. Dopo aver bevuto dal suo bicchiere, continuò “Non guardarmi così, lui è stato in grado di fare i suoi interessi restando comunque utile hai piani del Signor Oscuro, cosa che tu non ne sei stato in grado di fare. Non te la prendere, c’è chi può e chi non può. E non darti pena per i suoi voti, ultimamente è migliorato tantissimo in Incantesimi, non l’hai notato? Immagino tutto merito della Granger…”

Ignorando la prima scomoda parte del discorso di Blaise, Theodor si girò di nuovo verso Draco con un ghigno. “Allora è per questo che ti sei messo con la Mezzosangue, eh, Draco? La sfrutti per farti dare ripetizioni per poter entrare all’Accademia…”

Draco era completamente insespressivo. “Già.”

“Osservandola meglio, fossi in te la sfrutterei anche per qualcos’altro… non è affatto male così. Chissà, c’ha quell’aria da bacchettona, ma sotto sotto…” Nott iniziò a ridere sguaiatamente, e Draco non rispose. Sotto il tavolo stava serrando i pungi così forte da farsi male.

 

Devo stare attento a come mi comporto… molto attento. Non pensavo che qualcuno sospettasse che la mia richiesta di diventare Medimago nascondesse secondi fini. Devo dimostrarmi più devoto all’Oscuro Signore, altrimenti non durerò a lungo. 

Devo assolutamente prendere quell’Eccezionale, altrimenti sarò costretto a diventare un Mangiamorte. Non voglio diventare come mio padre. Rimane rispettato e temuto da tutti fin quando il Signore Oscuro non lo chiama a sé dove improvvisamente si trasforma in un comune servo, peggio di un Elfo Domestico, pronto a leccare la terra dove cammina. La mia vita non sarà così.

 

Quasi inconsciamente alzò di nuovo lo sguardo sul tavolo dei Grifondoro.

 

Ed è quasi ironico che tutto il mio destino sia in mano a una Mezzosangue. Non ho fatto altro che insultarla e torturarla per sei anni della mia vita, e adesso tutto il mio futuro dipende da lei.

Io, cresciuto con la fissazione della ‘purezza del sangue’ ho imparato, mio malgrado, quanto possa essere ‘pura’ una Mezzosangue…

La vita a volte è strana, vero, Hermione?

 

Sorrise. Pansy, che si era appena alzata per raggiungere la Sala Comune, se ne accorse e, intercettando lo sguardo di Draco, con una vena di gelosia nella voce attirò la sua attenzione dicendo “Stasera hai intenzione proprio di consumartela con gli occhi. Non ti bastano tutte le sere che vi vedete di nascosto?”

Per tutta risposta, Draco la ignorò, ricominciando a giocherellare con il cibo nel suo piatto. Pansy allora insisté “Non so proprio cosa tu possa aver visto in una sciacquetta del genere, puoi giusto sfruttarla per farle fare i tuoi compiti, perché, per il resto, oltre ad essere brutta, è anche infinitamente noiosa…”

Draco continuava ad ignorarla bellamente, ma Pansy non si diede per vinta. Fece un cenno al tavolo dei Grifondoro che indusse il ragazzo ad alzare lo sguardo su di loro. Adesso Ron si era fatto più vicino a Hermione e stavano ridendo insieme, mentre lei posava una mano sul suo braccio. Quell’immagine fece scattare in Draco un improvviso e potente moto di fastidio, mentre dietro la Serpeverde continuava a parlare. “Però…! Sapevo che erano amici, ma non così intimi… Ora che ci penso, oggi mi sembra averti visto lasciare da solo il locale a Hogsmeade, e la Granger dov’era? Fossi in te starei più attento… Pensa se quei due hanno una storia alle tue spalle, sarebbe davvero il colmo: Draco Malfoy si fa mettere le corna da una sporca Mezzosan-” Ma non riuscì a finire la frase perché la mano di Draco le aveva afferrato violentemente il polso, spezzandole il respiro.

Lui si alzò, sovrastandola di abbondanti dieci centimetri. La fissava, lo sguardo duro come non mai, gli occhi glaciali, le faceva quasi paura. Strinse ancora di più la presa intorno al polso tozzo della ragazza fino a farle male, e sollevandolo fino all’altezza del suo viso, sibilò tra i denti. “Se ti comporti come una sgualdrina, non è detto che tutte facciano come te. La prossima volta, se avrò bisogno della tua opinione te la chiederò, altrimenti vedi di stare zitta.” E uscì dalla Sala Grande, lasciando Pansy che si massaggiava incredula il polso arrossato.

 

*.*.*.*.*.*.*.*

 

“Sei in ritardo.” Draco se ne stava appoggiato alla parete del settimo piano, mentre osservava Hermione arrivare tutta trafelata, con la sua solita borsa stracarica di libri in spalla.

“Lo so, scusami, ma Ron ha insistito per finire la partita di scacchi, e non potevo rifiutare, non ti pare?” Sorrise dolcemente. Aveva lo stesso sorriso di poco prima, in Sala Grande. La scena di lei e Ron si parò di nuovo nella mente di Draco, irritandolo ulteriormente.

 

Ma che mi prende stasera?

 

Si portò una mano alla tempia, gesto subito colto da Hermione “Ti senti bene, Draco? Mi sembri un po’ pallido.” Lei si avvicinò preoccupata. Draco si concesse di osservare la sua espressione ansiosa, prima di dire “Sì, effettivamente sono un po’ stanco. Me ne vado a dormire.”

“Ma… volevo parlarti anche del nostro contratto…”

“Lo faremo un’altra volta. Buonanotte.”

Lì per lì Hermione rimase un po’ spiazzata: sarebbe stata la prima sera da tanto che non avrebbero fatto i compiti insieme e poi non l’avrebbe riaccompagnata al suo dormitorio battibeccando come sempre. Si sentì quasi delusa da questo. Non ebbe modo di pensarci più di tanto perché le venne in mente una cosa. Raggiunse Draco che nel frattempo, non avendo ricevuto risposta, si stava avviando verso le scale, e lo fermò, posandogli una mano sul braccio. Lui si voltò. “L’altra sera hai dimenticato l’album nella Stanza delle Necessità. Volevo ridartelo prima di rientrare nel dormitorio, ma mi hai aggredito con la storia della femminilità, e io mi sono completamente dimenticata… ora lo prendo.”

Posò la pesante borsa  a terra e iniziò frugare tra i libri, ogni tanto tirandosi indietro una ciocca di capelli che le cadeva sul viso. Quando finalmente lo trovò, lo restituì al proprietario con un sorriso.

“Allora ci vediamo domani.” Si alzò e si rimise la borsa a tracolla.

“Aspetta.” Draco le si avvicinò, tirando fuori una piccola scatolina dalla tasca. “Volevo dartelo a Hogsmeade, ma la presenza del tuo principe azzurro mi ha distratto.”

Il riferimento a Ron la fece sentire un po’ a disagio, infatti arrossì leggermente prima di prendere la scatoletta e aprirla.

“Oh…” dentro c’era una piccola farfalla, grande poco più di una noce, che ogni tanto batteva delicatamente le ali, cambiando la sfumatura di colore. Draco le si avvicinò ancora e le sollevò la ciocca di capelli che prima le era scivolata sul viso, fermandola sulla nuca con le dita, poco sopra l’orecchio; poi con l’altra mano afferrò gentilmente la farfalla per le ali e l’avvicinò alla ciocca di capelli. Il piccolo insetto allargò le sottili ma robuste zampe per poi richiudersi sui capelli di Hermione. Durante tutta l’operazione, Hermione quasi trattenne il fiato: il viso di Draco, nonostante fosse più alto di lei, era così vicino al suo che riusciva a sentire il suo fiato caldo accarezzarla. Stava quasi per chiudere gl’occhi quando lui si allontanò per vedere l’effetto finale. Inutile dire che lei diventò di tutti i colori per l’imbarazzo.

“E’ uno dei fermacapelli magici che disprezzavi tanto. Te l’ho comprato per puro dispetto, e anche se li trovi ‘appariscenti’ tu sarai costretta a metterlo, visto che ha una duplice funzione: quando Lenticchia lo vedrà, sarà così geloso che finalmente sarà spinto a comportarsi civilmente con la ragazza che gli piace e darà fondo al suo pidocchioso salvadanaio per farti uno pseudo-regalo e poi finalmente la pianterai di torturare in continuazione quei poveri capelli.”

Hermione lo guardò sorpresa, sfiorando appena la farfalla, che sentiva muoversi di tanto in tanto. Quell’oggetto così fine e raffinato, non aveva niente a che fare con le pacchianerie che soleva mettersi in testa Lavanda. Draco voleva farlo passare per dispetto, ma in realtà quello era un regalo in piena regola.

Lo guardò colma di gratitudine, sorridendo felice come non mai. Gli prese le mani tra le sue prima di dire semplicemente “Grazie.”

Per la prima volta in vita sua, giurò di aver visto un lieve imbarazzo in quegl’impenetrabili occhi grigi.

Improvvisamente Draco si avviò di nuovo verso le scale, lasciando Hermione nuovamente spaesata.

“Se non ti sbrighi e non la smetti di sorridere come una scema, non ti accompagno al tuo dormitorio, chiaro?” Il sorriso di Hermione si allargò ancora di più mentre fece una piccola corsa per raggiungere il fianco di Draco.

 

Note d'autrice

Ragazzi, scusatemi, avevo un sacco di ringraziamenti da fare, ma vado troppo di corsa: domani parto e devo ancora finire la valigia! Pero' non potevo partire senza lasciarvi almeno un nuovo capitolo, ed eccomi qui! Spero che vi sia piaciuto!

Ci vediamo a meta' Agosto, un bacione

Sophie!

ps: mi date una mano per il titolo di questo capitolo?

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Capitolo 14
*** Il bacio ***


Lo guardò colma di gratitudine, sorridendo felice come non mai. Gli prese le mani tra le sue prima di dire semplicemente “Grazie.”

Per la prima volta in vita sua, giurò di aver visto un lieve imbarazzo in quegl’impenetrabili occhi grigi.

Improvvisamente Draco si avviò di nuovo verso le scale, lasciando Hermione nuovamente spaesata.

“Se non ti sbrighi e non la smetti di sorridere come una scema, non ti accompagno al tuo dormitorio, chiaro?” Il sorriso di Hermione si allargò ancora di più mentre fece una piccola corsa per raggiungere il fianco di Draco.

 

- Fine capitolo -

 

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Dei passi frettolosi ruppero il silenzio del terzo piano. La luna era ormai alta in cielo, e i suoi raggi illuminavano flebilmente in corridoio disegnando lunghe ombre sul pavimento.

“Sei in ritardo. Gazza è passato già una volta, per fortuna non mi ha vista, altrimenti me la pagavi!”

“Stai calma, non è successo niente, no? E poi non è colpa mia, dovevo aspettare che la Sala Comune si svuotasse.”

“L’hai portato?”

“Sì, ma non è proprio quello che mi avevi chiesto. Lo sai che ci vuole molto più tempo.”

“Lo so, ma non posso più aspettare. Sei sicura che funzionerà lo stesso?”

“Da quello che mi hai raccontato, questo è più che sufficiente, e soprattutto meno ‘evidente’…”

“… D’accordo, mi hai convinta.” Le diede un sacchettino di velluto con all’interno delle monete. “Ora andiamo, prima che ci trovi qualcuno.”

“Sì, è meglio.” E senza aggiungere altro, si allontanarono in direzioni opposte.

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

Nei giorni successivi dalla uscita a Hogsmeade, il comportamento tra Ron e Hermione era così mutato che in pochi non se ne resero conto: si scambiavano sorrisi e cortesi in ogni momento, a volte Ron si offriva di portarle la borsa e non si lasciava mai scappare l’occasione di accarezzarla accidentalmente di tanto in tanto.

Hermione era così sulle nuvole ultimamente, che anche quella sera fece perdere le staffe a Draco.

“Basta, Hermione. Mi sono stufato di ripeterti le cose almeno tre volte prima di ricevere una risposta. Io me ne vado.”

Erano nella Stanza delle Necessità, e Hermione, più di una volta si era persa tra i suoi pensieri, ignorando il ragazzo.

“No, scusami, Draco! Perdonami, non volevo è solo che…”

“E’ solo cosa? Perché la stai tirando tanto per le lunghe? Vai da lui e digli quello che devi.” Chiuse il libro di scatto e lo mise nella borsa.

Hermione aveva perso l’espressione leggermente trasognata che aveva avuto per tutta la sera. “La fai tanto semplice tu.”

Draco tornò a guardarla. “Perché, cosa c’è di complicato? Che c’è, non sei più tanto entusiasta della tua scelta? Ti sei resa conto con che razza di deficiente vorresti stare?”

Di solito la punzecchiava su Ron con velato sarcasmo, quella sera era stato molto più diretto; la ragazza ignorò deliberatamente la provocazione. “Non ho cambiato idea.”

“E allora cosa aspetti? Che Lenticchia ci ripensi? Ormai l’hanno capito anche i muri che vi metterete insieme un giorno di questi.” Draco sembrava terribilmente irritato. “Cosa stai aspettando, che l’altra metà della scuola che già non lo fa mi dia del cornuto?”

Un inaspettato e incomprensibile moto di delusione assalì Hermione.

 

Allora è per questo che è così infastidito… Per un attimo avevo pensato che…

 

Mentre lo stava ancora fissando, Draco aveva raggiunto la porta, con la borsa a tracolla.

“Se non ti sbrighi, ti lascio qui.”

“Sì, arrivo.” Iniziò a mettere a posto le sue cose, e sempre tenendo lo sguardo sulla borsa, aggiunse “Forse hai ragione tu. Domani vedo se riesco a parlargli.”

Draco le lanciò uno sguardo indecifrabile “Bene.”

 

La mattina dopo Hermione si alzò di buon’ora. Non aveva dormito bene, perché aveva passato tutta la notte a rimuginare sulle parole di Draco, e quando alla fine aveva preso la decisione di parlare con Ron, uno strano nervosismo le aveva preso la bocca dello stomaco, impedendole di prendere sonno. In realtà non era arrivata ad una vera e propria decisione, la storia di Lavanda l’anno prima l’aveva davvero scottata, e voleva mettere in chiaro bene le cose con lui: voleva affrontare le cose con calma, perché aveva messo davvero a dura prova la sua pazienza e  doveva recuperare in Ron un po’ di fiducia. Con molta calma scese dal letto, e si preparò per la giornata.

Quando, poco dopo, scese in Sala Comune, notò che quel giorno non era l’unica mattiniera: infatti, seduto su una poltrona, c’era Ron che sembrava essersi appena alzato, visto il modo in cui si stava stropicciando gli occhi. L’ansia alla bocca dello stomaco aumentò, mentre la ragazza decideva di rendere nota la sua presenza.

“Buongiorno, Ron! Come mai già sveglio?”

Come da un po’ di tempo a questa parte, il ragazzo le regalò un sorriso prima di rispondere “Potrei farti la stessa domanda, comunque non so perché ma stanotte non sono riuscito a dormire.”

Hermione si poggiò sul bracciolo dell’altra poltrona. “Anche io, chissà perché…”

Erano soli nella Sala Comune, e dopo un piccolo silenzio imbarazzante, dove Hermione trovò incredibilmente interessanti la punta delle sue scarpe, alla fine la ragazza disse “Senti…  oggi pomeriggio, dopo le lezioni, ti va andare a fare una passeggiata al lago? …Dovrei parlarti…”

Una luce di speranza e un sorriso idiota si stamparono sulla faccia di Ron. “Oh, ma certo! Sicuro!”

Hermione parve un pochino sollevata, e sorrise a sua volta. “Bene… ora se non ti dispiace passerei un attimo in biblioteca.”

“Sì, vai, tranquilla. Io sto aspettando Harry.”

“Allora, ci vediamo a colazione.”

“Sì, a colazione…” e la guardò uscire dal buco del ritratto, continuando a guardarlo sorridendo anche quando si fu chiuso alle spalle della ragazza.

 

La giornata passò senza troppi intoppi, e stranamente senza troppi compiti. Quando la lezione di Aritmanzia giunse al termine, il nervosismo di Hermione si riacutizzò.

 

Oh, mio Dio… ormai è ora!

 

La situazione di stallo in cui aveva vissuto negli ultimi tre anni stava finalmente per finire, non vedeva l’ora di fare chiarezza finalmente nella sua vita sentimentale, ma stranamente non si sentiva soddisfatta come si sarebbe aspettata. Quando finalmente raggiunse il ritratto della Signora Grassa, disse la parola d’ordine con voce tremante.

Ron dava le spalle all’ingresso e stava facendo un solitario con un mazzo di carte magiche. Per un attimo rimase a guardarlo, poi decise di avvicinarsi.

“Ciao.”

Ron si girò con un’espressione felice in volto. “Oh, Ciao! …Vogliamo andare?”

Hermione fece un cenno affermativo con la testa, sorridendo.

Poi però, mentre stavano per attraversare il ritratto, una voce li fermò.

“Ron, aspettami.”

Entrambi si girarono. Era Lavanda. “Cosa c’è Lavanda?”

“Ron, ti devo parlare assolutamente, è davvero importante per me…” aveva una strana espressione, sembrava preoccupata.

“Veramente io…” Ron guardò nervosamente prima Lavanda e poi Hermione.

“…Ti prego…”

Hermione sospirò e disse “Dai, Ron. Vai con lei. Io passo a posare il libro che ho preso stamattina in biblioteca, e vedo se trovo qualcosa per il tema della McGranitt. Ci vediamo qui fuori tra un po’, va bene?”

Ron sembrava sollevato di non aver dovuto scegliere. “Sì, grazie, Hermione.” Lavanda le sorrise e si trascinò Ron in fondo alla Sala Comune. Hermione li guardò per un attimo, prima di sospirare di nuovo e scendere in biblioteca.

 

Dopo quasi un’ora, Hermione decise che qualsiasi fosse la cosa di cui Lavanda doveva assolutamente parlare a Ron, aveva avuto abbastanza tempo a disposizione. Non solo aveva riconsegnato il libro, ma aveva addirittura finito per fare il tema direttamente in biblioteca: non le andava di perdere altro tempo per portare i libri in dormitorio, voleva parlare con Ron il prima possibile. Quando uscì dalla biblioteca, si avviò con passi frettolosi verso la torre di Grifondoro.  Mano mano che saliva l’ultima rampa di scale, gradino dopo gradino, la sua agitazione aumentò, e, quando imboccò il corridoio, mille pensieri affiorarono nella sua mente:

 

Ma sto facendo davvero la cosa giusta? E se mi trovasse noiosa come ragazza in confronto a Lavanda? E se il rapporto con Harry venisse mutato dalla nostra relazione? E se mi portasse a trascurare i miei doveri scolastici? E se mi continuerà a trascurare e a trattar male come adesso, magari preferendo una partita di Quidditch alla mia compagnia? E se lui ci ha ripensato? E’ davvero questo quello che voglio?

 

Non ebbe tempo di soffermarsi sul perché anche l’ultima domanda era tra le altre, poiché la prima cosa che vide quando svoltò l’angolo le svuotò la mente da ogni pensiero coerente: scorse una inconfondibile chioma rossa e dei lunghi e lucenti capelli castani che stavano vicini, molto vicini. Troppo. Forse uno scherzo del nervoso. Si stropicciò gli occhi e avanzò di un passo, di un altro, di un altro ancora.

 

…Non può essere… non può essere…

 

Continuò ad avanzare, incredula, ormai stava a meno di un metro dalla coppia, ma quello che stava vedendo continuava a non cambiare: Ron e Lavanda si stavano baciando appassionatamente.

Hermione aprì la bocca per cercare di dire qualcosa, ma quello che ne uscì fu solo un suono strozzato che però bastò a far accorgere i due della sua presenza. Lavanda evitò il suo sguardo, mentre Ron, che sembrava essersi appena ripreso da una specie di trance, assunse un’espressione di puro terrore mentre iniziò a balbettare “Oddio, Hermione! Io… non è come pensi…”

La ragazza lo stava guardando, senza però vederlo realmente, sembrava stordita.

”Ti prego, non guardarmi così… ti… ti posso spiegare.” 

Nonostante fosse ancora piuttosto scossa, quella frase la fece tornare in sé, mentre una rabbia cieca si stava piano piano facendo largo nel suo sguardo. “Bene, allora. Spiega!”

“Bhe, ecco… io…”

“Hai detto che potevi spiegarmi tutto, no? Che non è come penso, giusto? Parla, ti ascolto!” Mano a mano la sua voce aumentò di una tonalità.

Lavanda, che si trovava praticamente in mezzo ai due fuochi, intervenne “Io andrei…”

Hermione si girò verso di lei, con le mani strette a pugno. “Sì, brava, scappa! Bell’amica che sei.”

La ragazza perse l’aria vagamente colpevole e replicò “E perché, scusa? Mi sembra di non aver fatto nulla di male, o sbaglio? Se Ron vuole baciarmi, non sono affari che ti riguardano. Tu sei già impegnata, quindi non comportarti come se lui fosse di tua proprietà perché non lo è. Piuttosto sei tu che dovresti chiedermi scusa, per come ti sei intromessa nella nostra storia! Perché noi una storia ce l’avevamo!”

Vedendo che Hermione, rossa di rabbia, stava cercando la sua bacchetta, Ron si mise in mezzo. “Lavanda, non ti immischiare. Torna in Sala Comune, parleremo dopo.”

Dopo aver lanciato un’occhiataccia alla riccia, Lavanda ubbidì e Ron si rivolse ad Hermione. “Comunque effettivamente Lavanda ha ragione. Tecnicamente tu sei ancora impegnata e noi due non stiamo insieme, quindi non ti devo alcuna spiegazione.” Dal rossore palese che si era diffuso sulle orecchie del ragazzo si capiva che si stava appigliando all’impossibile pur di non dover giustificare un fatto senza giustificazioni, e questo fece arrabbiare Hermione ancora di più.

“Però il fatto che io stessi con Draco non ti ha impedito di chiedermi di lasciarlo per te, giusto? Ed è così che vorresti iniziare una storia tra noi due? Mi chiedi di metterci insieme e senza neanche aspettare la mia risposta, ti metti a baciare la prima che capita, proprio dove mi avevi dato appuntamento!?”

Con un moto di ribellione, Ron non riuscì ad impedirsi di rispondere “Non ti permettere, Lavanda non è la prima che capita!”

Queste parole ferirono ulteriormente Hermione, che sembrò improvvisamente perdere tutta la sua rabbia, sostituita da una profonda amarezza che venò di dolore le sue parole “Perché mi fai tutto questo, Ron? Perché ogni volta mi illudi e poi mi fai cadere in questo abisso? Io ero pronta a tutto per sistemare questa faccenda con te, mi sono abbassata perfino a chiedere a Draco di…” ma si interruppe improvvisamente, un po’ perché stava rivelando troppo, un po’ perché la sua voce si era pericolosamente incrinata. Si girò di scatto, per impedire a Ron di vedere come stava lottando con se stessa per impedire alle lacrime di inondarle il viso. Il suo orgoglio le impediva di farsi vedere in quello stato. Ron allungò il braccio, come per toccarla, ma sembrava che si fosse alzato un muro tra loro due. Improvvisamente la voce di Hermione ruppe di nuovo il silenzio, questa volta più calma e controllata. “Hai fatto bene a baciarla, sai? Avete ragione tutti e due. Io sono già impegnata. Mi hai impedito di fare un grosso errore. E’ meglio che rimango con lui… tu torna pure da Lavanda se preferisci.” Di nuovo la voce le si era rotta, e prima che lui potesse fare qualsiasi cosa, iniziò a correre.

Ron la seguì, ma il leggero vantaggio che aveva, permise ad Hermione di nascondersi dentro un passaggio, dietro un arazzo e di bloccarlo alle sue spalle con un incantesimo.

Il ragazzo guardò un attimo spaesato la dama che stava leggendo all’ombra di una quercia raffigurata sopra l’arazzo, quando improvvisamente si ricordò: quel passaggio glielo aveva insegnato Harry per arrivare prima in biblioteca. Si diresse subito verso le scale nel tentativo di intercettarla.

 

*.*.*.*.*.*.*

 

Maledetta vecchia pipistrella impostora, andasse al diavolo lei e le sue maledette sfere di cristallo!

 

Draco Malfoy si aggirava per il corridoio con aria truce: da quando si era alzato quella mattina era terribilmente nervoso, e il motivo per cui era così nervoso lo irritava ancora di più. Quel giorno era così suscettibile che all’ennesima stupida predizione della Cooman le aveva risposto così male, che lei l’aveva cacciato dalla classe, con una nota per Piton e una minacciosa previsione della sua morte sussurrata a mezza bocca.

 

E tutto per quella maledetta Mezzosangue… se vuole mettersi con quel mentecatto di Weasley e rovinarsi l’esistenza, non sono affari miei. Questa storia deve finire al più presto, mi sta compromettendo più del necessario. Ne va della mia reputazione. L’unica cosa che mi interessa è migliorare a Incantesimi, per il resto, che si ammazzino tra di loro!

 

Ma la veridicità del suo autoconvincimento fu minata da quello che gli si parò d’avanti agli occhi: Hermione era sbucata apparentemente dal nulla e stava camminando sconvolta e a testa bassa nella sua direzione.

“Hermione, ma cosa…?”

La ragazza alzò lo sguardo confuso in direzione della voce che l’aveva chiamata e quando riconobbe il Serpeverde, le lacrime le riempirono gli occhi, e irrazionalmente, corse verso di lui, abbracciandolo e nascondendo il volto nel suo petto. Quella reazione lasciò Draco immobile e completamente spiazzato: avevano parlato tra loro, si erano anche fatti piccole confidenze, naturalmente condite sempre da una buona dose di insulti, ma non si erano mai esposti così, non si erano mai messi a nudo a quella maniera.

Improvvisamente un moto di protezione lo indusse a ricambiare l’abbraccio. Sentirla così fragile e così indifesa, lei, che era sempre così fiera, forte e combattiva, lo fece impazzire di rabbia: aveva voglia di ammazzare di botte chiunque l’avesse ridotta così, anche se non ci voleva molto a capire chi fosse.

Era la prima volta che Draco si sentiva a quella maniera, e non riusciva a spiegarsi il motivo.

Rimasero così per un tempo indefinito, quando una voce sottile lo distrasse dai suoi pensieri. “…Scusami…” Sembrava che tra le braccia forti di lui, Hermione si fosse un poco ripresa. Draco si accorse che stava stringendo così forte che ebbe paura di farle male e allentò la stretta.

“…So che mi odierai per questo, ma…” si mosse tra le sue braccia per impedirgli di sciogliere del tutto l’abbraccio. “Ti prego, Draco, baciami…”

A quella proposta così inaspettata, il ragazzo abbassò lo sguardo sorpreso a cercare quello di lei, che però era perso in un punto indefinito oltre la sua spalla. Draco intuì che il motivo di quella richiesta non era molto lontano da loro.

“Guardami.” Il tono era fermo, lo sguardo imperscrutabile. Quando finalmente Hermione ebbe il coraggio di incrociare i suoi occhi grigi, le lacrime vinsero la strenua lotta contro la sua volontà e iniziarono a scendere silenziose, una dopo l’altra, rendendo le sue iridi così lucide da sembrare quasi dorate.

 

E’ quasi doloroso vederla così…

 

Le prese il viso tra le mani e le labbra di lei tremarono leggermente quando incontrarono quelle di lui. Inizialmente fu un bacio leggero, casto, ma improvvisamente qualcosa cambiò per entrambi: quel sapore salato, si mischiò ad una passione sconosciuta, che li portò ad approfondire il bacio in qualcosa di molto più ardito. Era come se tutto attorno a loro fosse sparito improvvisamente; Draco trasse più a sé Hermione stringendola contro il suo corpo, mentre lei insinuò una mano tra i suoi capelli. Quando il baciò finì, si separarono lentamente, per prolungare il più possibile quell’attimo, come se avessero paura di cosa li aspettasse una volta tornati alla realtà.

Hermione sembrava ancora più sconvolta di prima, si portò istintivamente una mano alle labbra, lanciò uno sguardo spaurito verso Draco, prima di scappare di nuovo.

I suoi però non furono i soli passi a rimbombare nel corridoio: anche Ron, che aveva assistito a tutta la scena poco distante da loro e che ora sembrava piuttosto scosso, si allontanò velocemente.

Il biondo si ritrovò solo, a fissare il punto in cui lei era scomparsa, completamente perso nei suoi pensieri.

 

Spazio dell'autrice

Un bel casino, vero, ragazzi? Io volevo solo far parlare Hermione e Ron, ma guarda questi due che macello mi hanno creato! Come sempre sono terribilmente di corsa, e mi scuso per gli eventuali 'orrori' ortografici. Volevo anche scusarmi per non riuscire mai a ringraziare uno per uno tutti coloro che mi lasciano una recensione: siete cosi' carini con me che mi pare il minimo ricambiare, solo siete cosi' tanti e il mio tempo e' sempre cosi' poco (sigh, sigh). Pero' ci tengo a ringraziare tutti i nuovi 'acquisti', che magari gia' seguivano la mia storia, ma hanno commentato solo ora, e un abbraccio particolarmente dolce a chi mi segue anche grazie all'altra mia storia, 'HP e lo Specchio di Agis' (a cui, per chiunque fosse interessato, ho aggiunto un capitolo bonus)! Sono davvero felice che il mio modo di scrivere vi sia piaciuto tanto da impelagarvi in questa storia, anche se diversa dalla prima!

Un bacione, Sophie

ps: dimenticavo una cosa importantissima! Dopodomani riparto, ci vediamo a fin mese ;)

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Capitolo 15
*** Al lago ***


Quando il baciò finì, si separarono lentamente, per prolungare il più possibile quell’attimo, come se avessero paura di cosa li aspettasse una volta tornati alla realtà.

Hermione sembrava ancora più sconvolta di prima, si portò istintivamente una mano alle labbra, lanciò uno sguardo spaurito verso Draco, prima di scappare di nuovo, ma i suoi non furono i soli passi a rimbombare nel corridoio: anche Ron, che aveva assistito a tutta la scena poco distante da loro e che ora sembrava piuttosto scosso, si allontanò velocemente.

Il biondo si ritrovò solo, a fissare il punto in cui lei era scomparsa, completamente perso nei suoi pensieri.

 

- Fine capitolo -

 

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Dopo la prima ora passata a chiedersi perché Hermione avesse baciato Malfoy con tanta passione, Ron aveva deciso che non era il caso di rimanere in un angolo a piangersi addosso. In un primo momento aveva avuto l’istinto completamente irrazionale di ignorare tutta la faccenda e farsi consolare tra le braccia di Lavanda, ma poi subito dopo si diede del pazzo, e decise di andare a cercare Hermione. Doveva parlarle, si voleva spiegare con lei. Dopo tanto tempo non voleva buttare a monte tutto per uno stupido bacio.

Come prima cosa pensò di chiedere la Mappa del Malandrino ad Harry, ma il fatto che per cercare Hermione avrebbe dovuto saltare l’allenamento di Quidditch lo fece desistere. Sicuramente Harry glielo avrebbe permesso, ma avrebbe naturalmente voluto sapere il perché, e non era sicuro che gli avrebbe prestato la sua Mappa una volta saputo quello che aveva combinato con Hermione.  Alla fine decise che era meglio cercarla senza dire niente all’amico.

Passò l’intero pomeriggio a cercarla in ogni angolo del castello, senza risultati. Alla fine decise di ricominciare le ricerche dopo cena.

La Sala Grande era quasi deserta quando entrò, ma quando scorse il tavolo dei Grifondoro, un filo di lieve speranza gli illuminò gli occhi.

 

Ma certo! Sono proprio un idiota, come ho fatto a non pensarci prima… Bastava chiedere a lei!

 

Raggiunse di corsa il suo tavolo e si sedé di fianco la sorella.

“Ginny, ho fatto un casino, lo so, ma ti prego, dimmi dov’è?”

“Dov’è, chi?”

“Cfome Cfhi?! Sto paarlfldando di Hfrmione, natfurlmentfe!” Ron aveva afferrato una coscia di pollo e la stava trangugiando come se non mangiasse da una settimana. Girare per lungo in largo per il castello gli aveva messo una gran fame, ma voleva fare in fretta per poter ricominciare a cercarla il prima possibile.

Inizialmente sorpresa dalla urgenza del fratello, ora sembrava disgustata mentre lo guardava. “Non so di cosa tu stia parlando… Sempre se ho capito quello che è uscito dalla tua bocca, tra un pezzettino di pollo e l’altro.”

Vedendo che la sorella non gli stava rispondendo, smise di aggredire la coscia di pollo e iniziò a brandirla in modo ‘intimidatorio’.

“Non ci credo. Dopo tutto quello che è successo, deve essere venuta per forza da te!”

Ora Ginny lo stava guardando con un sopraciglio alzato, guardandolo con un brutto presentimento. “Ti dico che non l’ho vista. Perché, cosa sarebbe successo?”

Ron sembrò perdere un po’ di colore. Sarebbe andato incontro alla furia della sorella, ma era l’unica che poteva avere una idea di dove si fosse cacciata Hermione.

Inforchettò un paio di patate direttamente dal piatto di portata, trangugiò un calice di succo di zucca, e infine disse “Vieni, te lo racconto strada facendo…”

 

 

“Cioè, mi stai dicendo che dopo tutto questo tempo, tu mandi tutto al diavolo perché non hai saputo resistere a… a… quella!?”

“Ginny! Non chiamarla così!” Ginny lo guardò sorpresa, e lui assunse un’espressione confusa e cercò di spiegarsi. “Cioè… voglio dire… è stata la mia ragazza in fin dei conti, non vedo perché la devi trattare con così poco rispetto. E poi non è colpa mia se ha quegli splendidi occhi, e quei capelli così profumati… e la bocca…! Insomma è una splendida ragazza, voglio vedere te se saresti riuscita a rifiutarle un bacio!”

Ginny lo guardava allibita, Ron stava dicendo davvero cose strane. “Se mi piaceva un’altra da anni, e sapevo che questa persona aveva un appuntamento con me proprio in quel posto, sicuramente mi sarei tirata indietro, altro che occhioni magnetici! Tu sei un idiota, ecco il problema! Ti tirerei una Fattura Orcovolante se non fossi mio fratello. Sei fortunato che Hermione non ti abbia trasfigurato in uno scarafaggio! Ma se ti piace così tanto Lavanda, perché non torni con lei?”

Ron incominciò di nuovo a torturarsi le mani. “Ti prego, Ginny. Lo so che ho sbagliato, ma io volevo davvero stare con Hermione… ti supplico, dimmi dove potrei trovarla, voglio assolutamente spiegarmi con lei, ti prego.”

Vedendo il fratello così disperato, sospirò e decise di aiutarlo. “E va bene… hai provato sulla torre di Astronomia? A volte le piace andare lì su, oppure vicino le serre, nel parco. Visto che mi hai detto di averla cerata un po’ ovunque, immagino sia lì. Comunque, quando la vedi, dille che le ho portato su qualche sandwich… E’ da stamattina che non tocca cibo. Era così nervosa all’idea di parlarti, che non è riuscita a mandar giù un solo boccone. E adesso hai mandato tutto in fumo, e per cosa? Per quella lì!”

“Non chiamarla così!” Nonostante l’avesse sgridata di nuovo, Ginny vide che aveva l’espressione afflitta dal senso di colpa. “Senti, Ginny… Quando oggi abbiamo litigato, Hermione ha fatto accenno a un qualcosa. Avrebbe chiesto a Malfoy un grosso favore a causa mia, non ho capito bene. Tu ne sai qualcosa?”

Adesso era Ginny ad avere un’aria colpevole. “Non capisco a cosa ti riferisci…”

“Ti prego, Ginny! Dimmi quello che sai, ho paura che lui la sfrutti in qualche maniera… Quando li ho visti baciarsi a quel modo oggi, mi si è ghiacciato il sangue nelle vene.”

Ginny lo interruppe. “Li hai visti che si baciavano?! Quando?”

“Oggi pomeriggio, subito dopo che abbiamo discusso, Hermione è scappata. Sono riuscita a raggiungerla vicino la biblioteca, ma non ho potuto dirle niente: era tra le braccia di Malfoy e ad un certo punto si sono… ecco, insomma… baciati… non lo so, anche se stavano insieme non li ho mai visti particolarmente vicini, ma oggi… non ho mai visto un bacio così. E poi lei è scappata di nuovo e non l’ho più trovata.”

“E’ scappata di nuovo?!” Ginny sembrava particolarmente preoccupata, continuava a guardare il fratello, come per decidere se parlare oppure no. Alla fine incontrò i suoi occhi dicendo “E va bene Ron, c’è qualcosa di cui devo assolutamente parlarti.”                                                                                       

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.

 

 

Una enorme luna piena si ergeva al di là del lago, illuminandone in modo quasi irreale la superficie increspata da un vento leggero, ma molto freddo. Anche gli alberi e i cespugli, baciati dai raggi lunari, si muovevano lievemente creando giochi di ombre. Ma la perfezione della natura sembrava neanche minimamente sfiorare la ragazza che stava seduta ai piedi del salice piangente in riva al lago. Stava seduta lì a terra, poggiata contro il tronco dell’albero, da prima che tramontasse il sole. Era rimasta lì, mentre la luce si affievoliva lentamente, con gli occhi persi nell’orizzonte, troppo presa dai suoi pensieri per preoccuparsi del freddo che stava penetrando fin dentro le ossa.

 

Ma che cosa ci faccio io qui… perché sono così confusa… Io volevo solo essere felice, nient’altro. E invece guarda cosa ho combinato. Ho fatto imbarcare Draco in questa assurda storia per conquistare un ragazzo che neanche mi vuole. Eppure… eppure mi aveva detto che voleva stare con me, che era lui quello ‘giusto’…Ron… perché mi fai tutto questo.

 

Due calde lacrime le scivolarono lungo le gote, ma lei non fece nulla per fermarle.

 

Quando ti ho visto baciarla a quel modo, e le parole che mi hai detto dopo… Avevo un groppo così grosso in gola che credevo sarei soffocata; fortunatamente ho incontrato Draco.

Draco… quando ha ricambiato il mio abbraccio senza dire una parola, mi sono sentita così… protetta, al sicuro… come se non ci fosse stato altro posto al mondo in cui poter stare se non tra le sue braccia. Non mi ha fatto domande neanche quando gli ho chiesto di baciarmi, anche se l’ho letto nei suoi occhi che aveva intuito il motivo di quella richiesta. Credevo che mi avrebbe respinta ridendomi in faccia, ma a me non sarebbe importato perché l’avrei baciato anche contro la sua volontà pur di ferire Ron, e invece l’ha fatto. Mi ha baciata. Quel bacio… all’inizio così delicato, e poi così, così…

Per un attimo tutto ha perso di importanza, Ron, Lavanda, tutto. Non avrei mai pensato che un bacio potesse farmi sentire così; che Draco potesse farmi sentire così…

Dio, sono così confusa…

 

Senza quasi accorgersene, si sfiorò le labbra con la punta delle dita, mentre i suoi occhi si perdevano di nuovo nell’orizzonte.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Draco si stava incamminando con passo nervoso verso le serre. Fortunatamente Piton, vedendo da chi proveniva la nota di richiamo, aveva alzato il sopracciglio con aria infastidita, e aveva detto a Draco semplicemente di recuperare alcune piante e radici, come rifornimento della sua scorta personale. Probabilmente se la punizione fosse stata data a Potter o a Paciock, li avrebbe messi a travasare cervelli di rana, o qualcosa del genere. Ma visto per chi era la punizione, e da chi era stata data, aveva liquidato in fretta la questione.

Una folata improvvisa di vento fece rabbrividire il ragazzo, ma non aveva proprio voglia di scendere nei dormitori a prendere il suo mantello. Voleva portare a termine la sua ‘punizione’ alla svelta, per poter finalmente buttarsi sul letto e smettere di pensare.  

 

Dannazione, devo smettere di pensare a quello che è successo. Sapevo che era solo un espediente per umiliare quel cretino di Weasley! Avrei dovuto tirarmi indietro, ma quando l’ho guardata negli occhi… quei maledetti occhi. Mi sono lasciato usare da quella maledetta stupida, eppure quando ci siamo separati aveva uno sguardo così smarrito… sono sicuro che anche lei non si aspettava un bacio così.

 

Fece un ghigno tra sé e sé.

 

Devo proprio essermi bevuto il cervello per baciare a quel modo quella sciocca Mezzosangue…

 

Perso nei suoi pensieri, aveva superato le serre senza rendersene conto. Stava per tornare indietro imprecando, quando una strana ombra attirò la sua attenzione. Dietro il grande salice vicino al lago doveva esserci qualcuno, e Draco si avvicinò senza far rumore per vedere chi fosse, celandosi dietro gli alberi lì vicino.

 

Hermione.

 

Era immobile, con la schiena contro il tronco del salice. Anche se era buio, la luna piena le illuminava appena il viso, rivelando un volto stanco e tirato. Improvvisamente due lacrime le rigarono il viso. Una sensazione di opprimente impotenza schiacciò Draco, sensazione, spazzata improvvisamente via dal ricordo ancora fervido del bacio che si erano scambiati, quando la ragazza si portò le dita alle labbra. Anche se non sapeva cosa dire, stava per avvicinarsi, quando una voce lo convinse a fermarsi.

 

“Hermione, sei tu?”

Ron veniva dal sentiero che prima aveva percorso Draco, ma sembrò non accorgersi del biondo poco distante.

Malfoy vide Hermione scacciare via nervosamente le lacrime con il dorso della mano, prima di tornare a guardare il lago. Questa volta negli occhi però aveva una muta rabbia.

Ron girò intorno all’albero per trovarsi proprio di fronte alla ragazza. La guardò preoccupato. “Hermione, sono ore che ti sto cercando…”

“Bene, ora mi hai trovata.” Replicò Hermione senza alzare lo sguardo su di lui, vedendo che la osservava con insistenza nell’attesa di una risposta.

Ron non sembrò sorpreso del filo di rabbia che aveva colorito il tono di Hermione, e ad occhi bassi provò di nuovo a parlarle. “Dai, qui si muore di freddo. Torniamo al castello.”

“Tu fai ciò che vuoi, io da qui non mi muovo.”

“Non fare la bambina. Rientriamo.” La prese per un polso e la costrinse ad alzarsi. Hermione, intorpidita dal freddo, per un attimo barcollò, ma poi strattono con forza la mano, riuscendo a liberarsi, e guardandolo con malcelata ostilità. Ron la guardò spazientito. “Va bene, parliamo qui allora.”

“Scordatelo Ron, io non ho nessuna intenzione di parlarti!”

“E’ tutto il pomeriggio che ti cerco come un pazzo, ti prego, fammi spiegare. Non ti chiedo niente di più, solo di ascoltarmi!”

Ora Hermione mostrava apertamente tutta la sua frustrazione. “Solo di ascoltarti, dici?! Solo ascoltarti?! E cosa dovrei ascoltare, eh? Vuoi descrivermi quanto è stato bello il bacio con Lavanda? O vuoi dirmi cosa c’è di bello in lei che io non avrò mai?! COSA VUOI! MA COSA DIAVOLO VUOI DA ME, RON? Prima mi dici che mi ami, poi alla prima occasione mi butti via come l’ultimo degli stracci e adesso vieni qui, forte delle tue ragioni, e mi chiedi solo di ascoltarti?! Ma perché mi fai tutto questo, perché…”

Gli occhi le si illuminarono di nuovo di lacrime, ma questa volta erano di rabbia e rassegnazione. Aveva le gote arrossate e il fiatone, sembrava totalmente fuori di sé. Ron era completamente spiazzato, provò ad avvicinarsi per toccarla, ma una voce lo fermò.

“Non la toccare, Weasley.” Draco uscì dall’ombra dell’albero, mettendosi al fianco di Hermione.

La ragazza si girò, e appena lo vide, senza pensare, afferrò la manica della sua camicia, come a cercare un sostegno. Gli occhi di Draco, freddi come il ghiaccio, erano fissi su Ron, che invece era stato distratto dal gesto di Hermione al quale reagì alzando la voce. “Dimmi che cosa le hai fatto!”

“Piuttosto sei tu che mi devi delle spiegazioni. Non hai sentito? Non vuole ascoltarti.”

“E’ inutile che ti atteggi a bravo fidanzato premuroso, Malfoy! Ho parlato con Ginny e mi ha detto tutto. Era tutta una farsa… Allontanati da lei!”

“Cosa ti ha detto esattamente Ginny?” la voce di Hermione tremava leggermente.

“Tutto! Come hai potuto, Hermione! Potevi parlarmene, ci saremmo risparmiati tante sofferenze, ti potevi risparmiare tante umiliazioni. Cosa ti ha fatto, eh? Come ha fatto a convincerti a cadere così in basso?!”

Draco strinse i pugni con violenza, ma Hermione fu più veloce a replicare. “Risparmiarmi sofferenze, eh? Umiliazioni… ma come fai a dire cose del genere quando sei stato tu il primo a farmi soffrire, ad umiliarmi! Draco mi ha solo aiutata, ma non capisci? Come fai ad essere così cieco? Ho fatto tutto questo per te! PER TE! MA COME FAI A NON CAPIRLO, RON?!”

Vedendo Hermione così ferma nel difendere Draco, iniziò ad urlare anche lui. “E quel bacio che vi siete scambiati oggi pomeriggio, eh? Anche quello era per me? Tu pensi che ti stia aiutando, invece ti stai facendo usare come una sciocca dal più vile delle serpi, non capisci?! Ti deve aver fatto PER FORZA qualcosa, altrimenti perché l’avresti baciato così!?”

Hermione avvampò. “Non ti devi permettere di parlare a quel modo di Draco, hai capito?! Lui non mi ha fatto proprio niente! Lui… io…” ma non riuscì a finire la frase, perché improvvisamente ogni cosa prese a vorticare tutto intorno, le gambe molli. Due mani forti la sostennero.

“Oh, Draco… io…”

“Ma tu hai la febbre, scotti.” Aveva posato la fronte contro quella di lei. “Sei un’incosciente. Da quanto tempo è che stai qui fuori, senza neanche il mantello?”

“…io non…”

“Ssh…” Senza lasciarla finire, la prese in braccio.

“Cosa credi di fare, Malfoy? Lasciala stare. La porterò io da Madama Chips!”

“Hai già fatto abbastanza danni, non ti pare?”

Ma Ron lo seguì, posando una mano sul braccio inerme di Hermione, che ormai era svenuta.

“Toccala un’altra volta, Weasley, e maledirai il giorno in cui sei nato.” Il tono era controllato, ma lo sguardo era così duro che fece desistere Ron; si limitò a seguirli senza più una parola mentre Draco si avviava verso il castello con Hermione tra le braccia.

 

Sophie's  space

Scusate l’immenso ritardo ^___^’’

Ieri avevo promesso che avrei aggiunto qualche parolina in piu', ed eccomi qui! Ho pubblicato solo da un giorno, e gia' mi avete riempita di recensioni! Non potete capire quanto questo sia gratificante per qualcuno che scrive :) Grazie ragazzi! ...Volevo in particolare ringraziare tutti quelli che hanno recensito per la prima volta e dirvi 'vi capisco'. Anche io prima, la maggior parte delle storie che leggevo non le recensivo. Un po' per mancanza di tempo e un po' per pigrizia :P

Pero' da quando ho iniziato a scrivere, recensisco sempre. A volte, anche una sola parola, puo' essere molto importante ^__^

Un ultima cosa, meritereste di essere ringraziati uno ad uno, ma siete davvero tardi, e il mio tempo da dedicare al pc sempre meno (esami in vista, sigh), quindi spero che mi perdonerete questa incresciosa mancanza!

Chiunque debba chiedermi qualcosa, puo' farlo sul mio blog o tramite e-mail. Un bacione ;)

Sophie

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Capitolo 16
*** Una serata movimentata ***


 “Ma tu hai la febbre. Sei bollente.” Aveva posato la fronte contro quella di lei. “Sei un’incosciente. Da quanto tempo è che stai qui fuori, senza neanche il mantello?”

“…io non…”

“Ssh…” Senza lasciarla finire, la prese in braccio.

“Cosa credi di fare, Malfoy? Lasciala stare. La porterò io da Madama Chips!”

“Ha già fatto abbastanza danni, non ti pare?”

Ma Ron lo seguì, posando una mano sul braccio inerme di Hermione, che ormai era svenuta.

“Toccala un’altra volta, Weasley, e maledirai il giorno in cui sei nato.” Il tono era controllato, ma lo sguardo era così duro che fece desistere Ron; si limitò a seguirli senza più una parola mentre Draco si avviava verso il castello con Hermione tra le braccia.

 

- Fine capitolo -

 

ef

 

 

“Per Merlino! Signor Malfoy, signor Weasley, cosa avete fatto alla signorina Granger?”

Draco entrò nell’infermeria senza troppi complimenti, con Ron che lo seguiva poco distante. Raggiunto un letto, vi adagiò delicatamente Hermione sopra e si tolse anche la borsa che teneva a tracolla. Madama Chips, si affrettò a visitarla, mentre il biondo le spiegava la dinamica dei fatti.

“Non le ho fatto assolutamente nulla, io… Credo che abbia preso molto freddo, non so da quanto tempo stesse lì fuori. Quando ha incontrato lui, hanno iniziato a litigare, si è molto agitata e ad un tratto è svenuta.”

Ron lanciò un’occhiataccia a Draco. “E chissà per colpa di chi stavamo litigando!”

L’altro lo gelò con lo sguardo. “Certo non sono io il coglione che si è fatto trovare a baciare un’altra.”

Ron avvampò, ma Madama Chips stroncò ogni tipo di replica. “Fuori di qui, tutti e due! Non posso visitarla se continuate a strillarmi intorno. Fuori!”

Dopo qualche esitazione ma senza una parola, entrambi uscirono dall’infermeria.

Draco si poggiò alla parete, con le braccia incrociate, mentre Ron iniziò a fare avanti e indietro a grandi falcate. “Che cosa hai in mente, Malfoy?! Perché ti sei messo in mezzo, cosa ci guadagni tu da questa storia, eh?!”

Il Serpeverde non si prese neanche il disturbo di guardarlo mentre rispondeva stancamente. “Non sono affari che ti riguardano.”

Ron lo guardò con rabbia. “Non dovevi immischiarti! Te la sei spassata alle mie spalle, quando mi hai fatto credere che tu e Hermione vi davate da fare, eh? Era quello in realtà il tuo scopo, ammettilo! Ma lei non si lascerebbe mai toccare da uno come te, hai capito!?”

Nello sguardo di Draco si era accesa una luce di scherno. “Che c’è, sei cieco, Weasley? Non hai visto come ci siamo baciati?”

Ron si fermò di colpo, sbiancando. “L’ha fatto solo perché mi ha visto in fondo al corridoio.”

“Tu credi?” Lo guardò con un’aria maliziosa.

“Sta’ zitto…”

“Non hai visto come si è stretta a me, come mi ha passato a mano fra i capelli? Io credo pure quell’imbecille dello Sfregiato si sarebbe accorto della tensione che c’era nell’aria, ma forse tu sei tanto inesperto da non riuscire a capire la differenza tra un bacio dato per vendetta da uno vero…”

“STA’ ZITTO!” Ron puntò subito la bacchetta contro Draco, che continuò a guardarlo sprezzante, con un ghigno sulle labbra. Improvvisamente la porta dell’infermeria si aprì.

“Signor Weasley, metta via immediatamente quella bacchetta!”

Ron obbedì, mentre si avvicinava alla infermiera. “Madama Chips, come sta Hermione?”

La donna passò lo sguardo tra i due, prima di rispondere “E’ evidente che in questo periodo è stata molto stressata; il digiuno e il freddo l’hanno ulteriormente debilitata, provocandole un piccolo collasso. Ora si è un po’ ripresa, anche se preferisco farle passare la notte qui, per via della febbre.”

“Posso vederla?” Draco e Madama Chips si fissarono per un istante, e poi si fece di lato per far passare il ragazzo. Ron stava per seguirlo, ma l’infermiera glielo impedì “Mi dispiace signor Weasley, uno per volta. Non penso che vedere voi due litigare le sarebbe d’aiuto.”

Ron la guardò risentito. “E allora faccia entrare prima me al posto di Malfoy, scusi! Hermione è mia amica, mentre lui la disprezza e basta.”

“Veramente, da quel che ho sentito, quei due stanno insieme. E poi se è vero che stava litigando con te, non sarebbe proprio il caso che tu la veda.”

“Ma…”

“Niente ma, ragazzo. Aspetta il tuo turno, sempre che la signorina Granger voglia vederti. E ringrazia che non dica alla professoressa McGranitt di averti trovato davanti al mio corridoio con la bacchetta sguainata!” Ron la guardò con aria sbigottita, prima di ricominciare a fare avanti e indietro, imprecando sonoramente a ogni passo. Madama Chips, richiuse la porta dell’infermeria. “Solo cinque minuti, signor Malfoy.” E con una strana espressione si avviò verso il suo ufficio.

Draco sorrise tra sé e sé. La Medimago di Hogwarts non aveva mai avuto una particolare simpatia per lui, ma da quando le aveva chiesto cosa doveva fare per iscriversi alla Accademia, si era addolcita molto. Gli aveva raccontato che anche lei, a suo tempo, era stata smistata tra i Serpeverde e che nonostante tutti pensassero che nella casa fondata da Salazar ci fossero solo mele marce, lei era la dimostrazione vivente che c’erano anche brave persone. Forse aveva visto in Draco una di quelle. A quel pensiero Draco sogghignò mentre si avvicinava al letto di Hermione.

La ragazza era distesa su un lato, dandogli le spalle. Il ragazzo non disse nulla, ma evidentemente Hermione avvertì la sua presenza perché disse “Draco, io… ti devo delle scuse.”

“Per aver portato fino qui il tuo dolce peso? Sì, effettivamente dovresti scusarti. La prossima volta cerca di svenire un po’ più vicino. Che ne dici di una bella dieta, Granger?”

“Smettila, sto cercando di parlarti seriamente.”

“Allora vedi di girarti, perché non ho intenzione di avere una conversazione con una persona che mi da le spalle.” Il tono di Draco era tornato serio.

Dopo un istante di esitazione, Hermione si girò sull’altro lato, incontrando gli occhi di lui. “Immagino che tu abbia sentito tutta la conversazione tra me e Ron giù al lago.” Aveva le gote arrossate, un po’ troppo arrossate per essere solo colpa della febbre.

“Sì, abbastanza da realizzare da dove venisse tanta audacia oggi pomeriggio.”

Hermione capì che si stava riferendo al famoso bacio. Distolse lo sguardo e si tirò su, poggiando la schiena sui cuscini, per prendere tempo. Alla fine, sempre con gli occhi puntati sulle sue mani e la voce fioca, disse “Mi dispiace averti costretto a fare una cosa del genere, io…” ma non riuscì a terminare la frase perché Draco la costrinse ad alzare il viso, prendendola per il mento, fissandola con intensità “Non mi hai costretto a fare proprio un bel niente, sono stato chiaro?” Quando lesse la sorpresa negli occhi di lei, la lasciò andare borbottando “Nessuno può costringere i Malfoy a fare niente che non vogliano, tanto meno una sciocca Mezzosangue come te.” Hermione sorrise.

 

Quando Draco si chiuse la porta dell’infermeria alle spalle, i cinque minuti erano passati da un pezzo. Ron lo guardò con profondo astio, fece per entrare, ma il Serpeverde lo richiamò. “Mi dispiace, Lenticchia. Si è addormentata… che peccato, non è vero? Credo proprio che dovrai aspettare domani…” E con queste parole, lasciò il Grifondoro a schiumare di nuovo di rabbia.

Non era affatto vero che Hermione dormiva, e vedere la sua faccia assumere tutte le tonalità di bordeaux lo mise proprio di buon umore, anche se il pensiero di tutta la situazione in cui l’avevano coinvolto la combriccola di San Potter lo torturò per tutto il tragitto verso il suo dormitorio.

Stava quasi per imboccare l’ultimo corridoio prima dell’ingresso della sala comune di Serpeverde, quando due voci lo indussero a rimanere dietro l’angolo.  

“Allora, sai se la Brown ha avuto successo?”

“Certo, Daphne! Avevi dei dubbi? La pozione è incompleta, ma se c’è già un’attrazione di fondo, funziona lo stesso. Certo non come dovrebbe, ma ha comunque i suoi visibili effetti!” seguì una risatina sciocca.

“Non so, Pansy… e se su Zabini non facesse lo stesso effetto? Sai quel Weasley non mi pare particolarmente intelligente…”

“A parte che, secondo me, anche senza filtro d’amore, Zabini cadrà comunque ai tuoi piedi. E poi se non ti fidi, parla direttamente tu con la Brown.”

“Va bene, mi fido. Non mi va di rivolgere la parola a una Grifondoro più del dovuto. Domani ti porto i galeoni. Entriamo adesso?”

“No, Daphne. Se non ti dispiace io e Pansy abbiamo una piccola questione di cui discutere…” Mentre posava pesantemente una mano sulla spalla della ragazza, lanciò alla Greengrass un’occhiata così fredda da far evitare a quest’ultima qualsiasi tipo di protesta. Quando la bionda Serpeverde attraversò - senza farselo ripetere due volte - il ritratto, lo sguardo di Draco si spostò su Pansy e la presa sulla sua spalla si serrò più forte.

“Mi ero dimenticato del tuo piccolo mercato nero di filtri annacquati… ma da quel che ne so, non ne hai mai venduto neanche una goccia ai Grifondoro. Da quando sei diventata così amica di Lavanda Brown?”   

Pansy si fece piccola piccola. “Ma Dracky, l’ho fatto per te…”

La stretta si fece più decisa e la ragazza gemette. “Non chiamarmi in quel modo assurdo.”

“Ma una volta ti piaceva…”

“Le persone cambiano, grazie a Merlino, Pansy. Avrei dovuto schiantarti già dalla prima volta che hai usato questo soprannome idiota, ma averti attorno non era male, fino a quando non ho capito che i tuo cervello non è meno idiota del nomignolo con cui insisti a chiamarmi. Perché hai fatto il filtro per la Brown?”

Pansy esitò. Sembrava aver paura a dire la verità, ma alla fine disse tutto d’un fiato. “Volevo farti capire quello che tutta la scuola ha capito! Quella sporca Mezzosangue muore appresso a Lenticchia, e tu continui a stare con lei! E’ da un po’ di tempo che sei strano, ma da quando hai incominciato a frequentarla sei irriconoscibile! Se non sapessi quanto tieni alla purezza del sangue, penserei che ti stai allontanando dall’Oscuro Signore… e tutto per quella sciacquetta!”

Draco estrasse la bacchetta puntandogliela contro, lo sguardo minaccioso. “Stai-attenta-a-come-parli.” Pansy sembrava semplicemente terrorizzata. “Se mi comporto come mi comporto, ho le mie buone ragioni, Pansy. Usa il cervello… non hai visto quanto sono migliorati i miei voti da quanto la frequento, eh? Ti ricordi qual è il mio fine, il mio obbiettivo per aiutare al meglio l’Oscuro Signore? Diventare Medimago! E più tempo rimango con la Granger, più mi avvicino al mio obbiettivo finale! Non ti permettere… non osare mai più di dubitare la mia fede nel Signore Oscuro se non vuoi fare una brutta fine, hai capito?” Vedendo che la ragazza non rispondeva, intenta a fissare la bacchetta puntata contro di sé, Draco ribadì “Hai capito?!”. Pansy si affrettò a far un cenno affermativo con la testa, il ragazzo assunse il suo solito tono mellifluo “Brava, ragazza…” si avvicinò accarezzandogli il viso. Pansy fece un piccolo sorriso incerto e Draco continuò “Domani come prima cosa, andrai dalla Brown e la costringerai a dire tutto, ma proprio tutto alla Granger, compresa la storia del filtro incompleto.”

La ragazza lo guardò con fare interrogativo. “Scusami, ma così non rischi che la Granger faccia pace con Lenticchia e che ti lasci?”

“Anche se è una Mezzosangue, devo ammettere che è piuttosto intelligente, e non ci metterà molto a capire che dietro il comportamento strano del suo amichetto potrebbe esserci qualcosa di più. Meglio se lo scopre subito, così non rinuncerà all’idea di conquistarlo e le servirò ancora per farlo ingelosire.”

Pansy spalancò i suoi occhi, facendo assomigliare ancora di più il suo viso a quello di un carlino. “Quindi tu sapevi che ti stava usando per farti ingelosire?”

“Certo, non sono mica un idiota… Falle dire anche che il filtro era incompleto, altrimenti si sentirà troppo sicura dei sentimenti di quello straccione verso di lei, e mi lascerebbe.”

“Ma se il vostro rapporto è così… interessato, perché mi hai attaccato a quel modo l’altro giorno nella Sala Grande?”

Le lanciò un’occhiata di sufficienza. “Anche se interessato, è pur sempre la mia ragazza. La ragazza di un Malfoy. Quindi bada a come parli, quando ti rivolgi a lei.” Entrò nel ritratto senza più una parola. La sala comune era deserta. Sprofondò in una delle poltrone, e quando sentì la Parkinson salire le scale del suo dormitorio, si lasciò andare ai mille pensieri che gli stavano assalendo la mente.  

 

Forse l’ho strapazzata un po’ troppo, ma era necessario. Se gl’altri dovessero capire le mie vere intenzioni, sarei nei guai fino al collo, se non morto…  Dannazione, devo stare attento! Ho lavorato tanto per costruirmi una scusa plausibile e uscire da tutto questo e quei maledetti Grifondoro stanno per farmi rovinare tutto.

 

Chiuse gli occhi e li massaggiò con le dita. Appena il buio prese il posto del fuoco che stava fissando, l’espressione di Hermione e il bacio che si erano scambiati gli balenò improvvisamente davanti.

 

Come ho potuto lasciarmi coinvolgere fino a questo punto…? Devo assolutamente rompere quel dannato contratto il prima possibile…

 

Riaprì gli occhi; il fuoco stava per spegnersi. Per un attimo pensò di andare a letto, ma era decisamente troppo nervoso, così escluse subito l’idea. Ravvivò il fuoco e fece per salire al suo dormitorio per recuperare il suo album quando una improvvisa consapevolezza lo investì.

 

Maledizione! Ho lasciato la borsa in infermeria!

 

Sapeva che in quelle condizioni non avrebbe chiuso occhio, e visto che la borsa sarebbe comunque dovuto passarla a prendere l’indomani, preferì andarci adesso, in modo da evitare spiacevoli ‘inconvenienti’ rosso-oro. Mentre attraversava il ritratto, ringraziò il cielo che l’infermeria non fosse molto distante dalla sala comune dei Serpeverde: farsi trovare a quell’ora fuori dal letto da Gazza sarebbe stata una pessima idea. Controllando che anche nell’ultimo corridoio non ci fosse quella odiosa palla di pelo del custode, finalmente arrivò alla sua meta. Aprì molto lentamente la porta, e una volta visto l’ufficio di Madama Chips chiuso e con le luci spente, entrò senza far rumore nell’infermeria. Fortunatamente la luna piena, ancora alta, illuminava la stanza, e per Draco fu facile individuare la sua borsa, appoggiata a uno dei piedi del letto di Hermione. La raccolse con cautela e stava già facendo qualche passo verso la porta, quando un fruscio attirò la sua attenzione. Pensando di aver svegliato Hermione si riavvicinò al suo letto per controllare; la ragazza in realtà si era solamente girata da un lato, rannicchiando le ginocchia e portandosi una mano sotto il viso. Le guance colorate dalla febbre e la bocca semidischiusa le davano l’aria di una bambina innocente. I capelli stavano riacquistando lentamente il loro aspetto crespo: evidentemente la Tricopozione stava perdendo di efficacia. Una delle poche ciocche ancora perfettamente ondulate le scivolò sul viso facendole fare una piccola smorfia infastidita. Draco sorrise, e il più delicatamente possibile, gliela scostò dal viso. Rimase a guardarla per un tempo indefinito, alla fine sbuffò e si sedette sulla sedia accanto al letto.

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

Il cielo si stava ormai schiarendo all’orizzonte, illuminando l’infermeria di una luce tenue. Draco Malfoy, si mosse infastidito sulla scomoda sedia in cui si era addormentato, facendo scivolare a terra l’album da disegno, su cui aveva lasciato scorrere la matita per gran parte della notte. Dei rumori, provenienti dall’ufficio acanto, risuonarono nel silenzio dell’infermeria, e questa volta Draco li avvertì distintamente, svegliandosi di colpo.

 

Ma dove…?

 

Si guardò un attimo intorno e capì immediatamente che doveva uscire al più presto di lì. La sera prima si era addormentato senza accorgersene e se Madama Chips lo beccava erano guai seri. Raccolse in fretta la borsa e facendo meno rumore possibile, attraversò la stanza chiudendosi piano la porta alle spalle, e proprio mentre Draco si avviava, dolorante per la posizione scomoda, verso il suo dormitorio, Madama Chips usciva dal suo ufficio per monitorare le condizioni di Hermione.

 

 

Sophie's space

Tadaaan! E così si scoprì perché Ron si è comportato come un idiota!!! Mi dispiace infinitamente per il ritardo, contavo di poter postare tra un esame e l’altro, ma evidentemente non ci sono riuscita. Almeno ho una buona notizia: ho finito gli esami, quindi credo che potrò aggiornare almeno una volta a settimana, magari se sono in forma anche due ;) Passiamo ai ringraziamenti! Come sempre mando un bacio a tutti coloro che mi seguono con tanto affetto anche se ci metto tanto a postare ^_^’’ Volevo mandare un saluto particolare a:

Eva  che credo che sia l’unica mia amica ad aver letto le cose che scribacchio e nell’ultimo capitolo mi ha lasciato anche un commento, grazie!!!

Piccoli chiarimenti per:

Vulcania: La punizione di Draco era quella che gli ha dato la Cooman nel capitolo precedente, che gli ha permesso di incontrare la nostra Hermione in mezzo al corridoio :D

8 x 4: Scusami, non sono riuscita a postare prima… spero che anche dalla Germania riuscirai a seguirmi! Un bacione e buon viaggio!

miwind:  Non scusarti se non mi hai più recensito, con l’ultima che mi hai lasciato c’ho fatto Pasqua e Natale :D

Gemellina Dolly: Grazie per la tua prima recensione!!

lalla_90 e juju210 : Ciao! Entrambe avete in comune una voglia sfrenata di far fuori il nostro povero Ron, ma mi dispiace, non credo che Draco vi potrà esaudire... in fin dei conti è un bonaccione ;)

roby cristal: Ciao! Mi dispiace che la mia storia ti abbia delusa, ma se hai continuato comunque a leggerla, hai scoperto almeno il perché Ron del comportamento di Ron :) Per quanto riguarda il pezzo tra Harry e Hermione concordo con te, forse è uscito un po’ nell’OOC, ma per quanto riguarda Hermione non mi sembrava di aver esagerato così tanto… non mi sembra di essermi soffermata (tranne la prima volta) in descrizioni inutili sui suoi capelli o su suo abbigliamento o sul suo trucco (che tra parentesi è dato da un tocco di rossetto e basta). Comunque posso capire che cambiare lo stile di Hermione può dar fastidio, succede spessa anche a me quando leggo altre fic in cui succede. Sono contenta comunque che tu abbia voluto lasciarmi comunque il tuo punto di vista ^_^

 

mara_star: Sono d’accordo con te. 20 giorni sono tanti, ma come giustamente tu stessa hai sottolineato, ho una vita. Scrivo per diletto, e scusami se in periodo di esami do la precedenza allo studio. Purtroppo per scrivere non mi paga nessuno, e quindi nessuno può obbligarmi a fare niente. Ti assicurò che questa fiction durerà finchè non avrò scritto fine nell’ultima pagina, stai tranquilla, ma evita di lasciarmi commenti così. Ho letto quante volte mi ha chiesto di aggiornare, e sono anche stata abbastanza gentile da risponderti privatamente per spiegarti le ragioni del mio ritardo. Mi dispiacerebbe perdere una lettrice, ma se non hai la pazienza di aspettare, posso solo chiederti di leggere la mia storia quando sarà completa, così da non creare disagio ne a te, ne a me che mi ritrovo non volendo a scrivere queste parole.   

 

A chiunque voglia chiedermi qualcosa o spiegazioni, chiedo di contattarmi sul mio blog o via e-mail, così da potervi rispondere immediatamente! Altrimenti scrivete la domanda nella recensione e vi risponderò la prossima volta. Scusatemi ancora per il ritardo, un bacione,

 

Sophie

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Capitolo 17
*** Confessioni e confusioni ***


Il cielo si stava ormai schiarendo all’orizzonte, illuminando l’infermeria di una luce tenue. Draco Malfoy, si mosse infastidito sulla scomoda sedia in cui si era addormentato, facendo scivolare a terra l’album da disegno, su cui aveva lasciato scorrere la matita per gran parte della notte. Dei rumori, provenienti dall’ufficio acanto, risuonarono nel silenzio dell’infermeria, e questa volta Draco li avvertì distintamente, svegliandosi di colpo.

 

Ma dove…?

 

Si guardò un attimo intorno e capì immediatamente che doveva uscire al più presto di lì. La sera prima si era addormentato senza accorgersene e se Madama Chips lo beccava erano guai seri. Raccolse in fretta la borsa e facendo meno rumore possibile, attraversò la stanza chiudendosi piano la porta alle spalle, e proprio mentre Draco si avviava, dolorante per la posizione scomoda, verso il suo dormitorio, Madama Chips usciva dal suo ufficio per monitorare le condizioni di Hermione.

 

 

- Fine capitolo -

 

š›

 

 

“Allora, vediamo un po’…” Madama Chips stava facendo passare la bacchetta vicino ad Hermione per monitorare le sue funzioni vitali. “Beh, la febbre mi sembra praticamente scomparsa. Già quando l’ho controllata questa mattina presto aveva poco più di trentasette, e penso che per dopo pranzo potrà tornare al suo dormitorio.”

Hermione si riappoggiò pesantemente contro i cuscini. Anche se ancora un po’ intontita, era stanca di starsene a letto, per di più con il tema di Piton che la stava aspettando nella sua stanza. Fortunatamente era sabato, e aveva tutto il tempo di finirlo. Riportò l’attenzione su Madama Chips che le stava porgendo una pozione fumante, dall’aspetto poco gradevole.

“Beva questa, le farà riprendere un po’ di forze.”

Dopo aver controllato che Hermione la bevesse tutta, riprese la fiala e disse “Fuori c’è una sua amica che le vuole parlare, ma se non se la sente la mando via.”

 “No, la prego, Madama Chips, la faccia passare!”

L’infermiera guardò Hermione con occhio critico, come per controllare che non stesse per svenire da un momento all’altro, poi sbuffò. “Solo per cinque minuti. Deve riposare.” E scostò le tendine del séparé per far entrare la visitatrice.

“Finalmente, Ginny! Avevo proprio bisogno di una amica per…” ma quando Madama Chips, si scostò, Hermione lasciò la frase a metà.

“Mi dispiace, ma non sono Ginny. Appena ho saputo che ti eri sentita male sono venuta a trovarti.” Lavanda si fece avanti posando una scatola di Api Frizzole sul comodino. Sembravano già aperte e richiuse alla buona. Vedendo che Hermione aveva seguito la scatola con lo sguardo, precisò “Scusami, ma non ho trovato altro e mi sembrava poco carino venire a mani vuote. Come stai, Hermione cara?” Hermione lanciò un’occhiata scettica all’altra ragazza e quando Madama Chips si richiuse la porta dell’ufficio alle spalle, le disse diretta “Che cosa ci fai qui, Lavanda?”

“Te l’ho detto, ho saputo che stavi male e sono venuta.” Assunse un’aria che doveva essere indignata. “Però, che bella accoglienza!”

L’espressione di Hermione non mutò di una virgola. “Scusami se non ti ho accolto come una vecchia cara amica ma, se non sbaglio, l’ultima volta che ci siamo parlate non eravamo rimaste proprio in ottimi rapporti… O era solo una mia impressione?”

“Beh, sì, hai ragione. E’ anche per questo che sono qui. Mi sento un po’ in colpa, perché in fondo è stata anche un po’ colpa mia il fatto che tu ti sia ammalata. E poi… dovrei parlarti di una cosa.” Le ultime parole le aveva pronunciate con riluttanza, e ora stava prendendo tempo lisciando delle invisibili pieghe sulla sua divisa.

Dopo aver atteso per un po’, Hermione, spazientita, la esortò. “Allora?” 

“Sai, quello che ha detto Ron ieri, quello che ha fatto, il bacio insomma…” Hermione distolse subito lo sguardo, turbata. “Ecco, lui non era proprio nel pieno delle sue facoltà in quel momento…”

La ragazza sdraiata nel letto, si tirò su all’improvviso, guardando di nuovo Lavanda negli occhi. “Che intendi dire?”

Lavanda sembrava ancora in lotta con sé stessa. “Intendo dire che, quando gli ho chiesto di parlarmi e tu sei scesa in biblioteca, gli ho fatto bere un filtro…”

“Che filtro?”

Lavanda borbottò a mezza bocca “… l’Aquamoris…”

“Oh…” Hermione spalancò gli occhi, mentre il suo cervello lavorava a mille: quindi era per questo che Ron aveva difeso così a spada tratta Lavanda durante il loro litigio, e soprattutto era a causa della pozione che l’aveva baciata nonostante sapesse perfettamente che di lì a poco sarebbe arrivata anche lei. Per quanti difetti potesse avere Ron, per tutto quello che  c’era, anzi forse è meglio dire che non c’era stato tra loro, lui non le avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mai.

Un debole sorriso spuntò sulle labbra di Hermione, mentre si rilassava contro i cuscini.

“Comunque non credere che sia del tutto innocente, sai?” questa volta nella voce di Lavanda si poteva pienamente distinguere un filo di rabbia. “E’ vero che gli ho dato l’Aquamoris, ma è anche vero che chi me l’ha fornita, non ha avuto molto tempo e me l’ha consegnata venti giorni prima del previsto, non le è servito neanche un mio oggetto personale, pensa un po’… e tu che sai tutto, saprai sicuramente cosa comporta tutto questo, vero?” Adesso aveva un ghigno cattivo che le deformava il viso. Hermione assorbì la novità lentamente. Sapeva che quella pozione d’amore, per essere efficace, gli ultimi venti giorni doveva essere lasciata la sera all’aperto, e a mezzanotte aggiungere petali di rosa, tanti quanti erano i giorni che mancavano al completamento della pozione, mentre l’ultimo giorno andava aggiunto l’oggetto appartenente alla persona che doveva essere amata.

La voce di Lavanda interruppe il flusso dei suoi pensieri. “Certo, non completandola, l’Aquamoris rimane molto instabile… ma anche se meno efficace, dovrebbe funzionare lo stesso se si mantiene il contatto visivo e se, soprattutto, c’è già una certa attrazione di fondo…”  

“Non è vero!”

“Oh, sì che è vero, e tu, sono sicura, lo sai perfettamente… Che c’è, ti brucia sapere che nonostante tutto lui preferisca me a te?!” Ora Lavanda sembrava trionfante.

Hermione distolse lo sguardo, estremamente turbata. “Non è vero…” ripeté, quasi in un sussurro. “Lo stai dicendo solo per farmi litigare ancora con lui. Tu sei invidiosa e basta.”

“Ultimamente ci eravamo riavvicinati così tanto… Non sarei mai arrivata a dargli un filtro d’amore se tu non ti fossi intromessa! Pur di portarmelo via, hai deciso di farlo ingelosire con Draco Malfoy!”

Hermione tornò a guardarla fissa con astio, e replicò alzando la voce “Eravate vicini, dici? A me non sembrava proprio, e poi tu che ne sai di me e Draco, eh?!

“Si vede lontano un miglio che stavi sbavando dietro Ron anche i primi tempi che ti sei messa con lui. E poi è palese che avete fatto una qualche forma di accordo, altrimenti un tipo come Malfoy non si sarebbe mai messa con una So-tutto-io come te, e per di più Mezzosangue!” Hermione sembrò profondamente ferita e nello sguardo di Lavanda passò un lampo di rimorso. Continuò con voce incerta. “Scusami, mi sono lasciata andare.”

“Non preoccuparti, so che non volevi usare proprio queste parole, ma hai reso bene l’idea.” La voce di Hermione era fredda ma tremava appena. “Se non hai nient’altro da dirmi, gradirei che mi lasciassi sola. Sono stanca.” E senza più una parola le diede le spalle. Lavanda la guardò per un lungo istante prima di uscire e richiudere le tende del séparé alle sue spalle. Improvvisamente Ginny fece il suo ingresso in infermeria.

“Lavanda. Che ci fai qui?”

“Se sei venuta a trovare Hermione, mi dispiace, ma era stanca e mi ha appena chiesto di lasciarla sola.” Mentre parlava, si voltò ad indicare il punto in cui si trovava il letto. “Che cos’è quello?” Un qualcosa di bianco spuntava da sotto il séparé. Lavanda si avvicinò e fece giusto in tempo a raccoglierlo prima che Madama Chips cacciasse lei e Ginny dall’infermeria.

Una volta fuori, Lavanda osservò più da vicino il blocco che aveva raccolto.

“Sembra un album da disegno… Di chi sarà?”

L’ aprì a caso mentre anche Ginny si avvicinava per guardare. C’erano abbozzate alcune scorci di Hogwarts, e vari altri paesaggi. Nella più giovane dei Weasley una improvvisa consapevolezza si stava facendo largo nella sua mente.

“Mamma mia, che belli… Chi li avrà mai disegnati?” Girando la pagina, non aveva trovato un nuovo paesaggio, ma nel foglio bianco non c’era neanche un ritratto vero e proprio: erano stati disegnati solo degli occhi, con una minuzia incredibile, tanto da far sembrare quello sguardo così triste quasi reale. 

Ginny chiuse l’album con uno scatto e lo tolse dalle mani di Lavanda. Ormai non c’erano più dubbi.

“Ma che modi!”

“Scusami, Lavanda, ma mi imbarazza moltissimo far vedere i miei lavori in giro.”

“Oh, davvero l’hai fatti tu? Non pensavo sapessi disegnare così! Sono anche meglio di quelli di Dean! Ma come mai avevi lasciato l’album qui se ci tieni così tanto? ”

Ginny continuò a mentire senza un minimo di titubanza: avere Fred e George come maestri non è certo cosa da poco. “Già, li ho fatti io, solo che preferisco non farlo sapere molto in giro. Comunque ero venuta apposta per farmi ridare l’album da Hermione. Ora devo andare, scusami.” E con uno sguardo preoccupato si diresse verso la torre di Grifondoro, lasciando Lavanda, ancora un po’ dubbiosa in mezzo al corridoio.

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

   

Dopo aver fatto un abbondante pasto, sotto la sorveglianza rigorosa di Madama Chips, Hermione lasciò l’infermeria. Ora si ritrovava con la testa piena di pensieri, mentre passeggiava senza meta per i corridoi, tutti mezzi deserti per via della bella giornata che invitava ad uscire all’aria aperta.

 

Cosa darei per un pensatoio…

 

Hermione si sentiva profondamente confusa e la rivelazione di Lavanda aveva raso al suolo tutte le sue certezze: Ron non l’aveva tradita, e tutto quello che era successo in quel lunghissimo giorno era soltanto da dimenticare. Ma come cancellare sensazioni tanto intense? Ci sarebbe riuscita? E poi c’era qualcos’altro che la turbava: era davvero Ron quello giusto?

Era così presa che andò a sbattere contro una persona che veniva nel senso opposto al suo, senza minimamente vederla. Evitò di finire a terra solo perché fu trattenuta per le spalle.

“Oddio, scusami, ero sovrappensiero…”

“Non preoccuparti, Hermione. Stavo giusto venendo a trovarti.”

La ragazza, riconoscendo la voce, rimase senza fiato, e quando alzò lo sguardo si scansò involontariamente. Ron la lasciò andare, mortificato.

“Immagino che tu non voglia ancora parlarmi…”

Dopo un tempo indeterminato in cui lottò con la sua voglia di girare sui tacchi e scappare, Hermione rialzò di nuovo lo sguardo su di lui e sospirò. “Usciamo. Credo che parleremo meglio all’aria aperta.”

 

Ormai era da un po’ che passeggiavano nei giardini di Hogwarts senza parlare. Spesso Ron si voltava verso di lei per cercare di dire qualcosa, ma poi gli si bloccavano le parole in gola, mentre Hermione teneva gli occhi fissi davanti a lei, decisa a non rendergli la cosa più facile. Alla fine, esasperata, lo esortò con un sonoro sospiro. “Allora… eri tanto deciso a parlarmi ieri sera, e ora non dici niente?”

Ron si fermò, arrossendo appena, prendendo però coraggio dalle parole della ragazza che non sembravano concilianti, ma nemmeno astiose come il giorno precedente. “Hermione… io ieri sera volevo scusarmi con te. Lo so che è una cosa inaccettabile quello che ho fatto, e se non vorrai parlarmi mai più lo posso capire, ma ti prego, credimi, è stato più forte di me. Non volevo neanche attaccarti verbalmente prendendo le difese di Lavanda, è solo che… è come se la mia lingua si muovesse da sola.”

“Sì, ho notato…” capendo il cupo riferimento di Hermione, Ron abbassò subito lo sguardo. “Fammi indovinare, magari ti sembrava che i suoi capelli fossero improvvisamente più lucenti, il suo viso più bello e… le sue labbra più rosse?”

Il ragazzo era smarrito. “Ehm… sì…”

Hermione finalmente si decise a guardarlo. “Ron, non ti ricordi se per caso Lavanda ti ha offerto qualcosa da bere prima di parlare con te? O magari un cioccolatino ripieno?”

Ron assunse un’aria pensierosa. “Sì, mi ha offerto dell’Acquaviola, ma tu come fai a saperlo?”

“E magari subito dopo ti sei iniziato ad accorgere di come la luce si rifletteva sui suoi capelli.”

Ron ora sembrava completamente sbalordito “Già, è vero! Ma tu come diavolo fai a saperlo?” ripeté.

Hermione alzò mentalmente gli occhi al cielo. “Per Merlino, Ron! Eppure l’hai già provato tutto questo ai tempi di Romilda Vane. Lavanda ti ha somministrato l’Aquamoris prima di parlare con te.”

Un bagliore di comprensione illuminò finalmente lo sguardo di Ron. “Ora è tutto chiaro! Lo sapevo che c’era qualcosa di decisamente strano… Quella maledetta roba dovrebbe essere illegale! Lo vedi, Hermione? Non è stata colpa mia, io voglio stare con te, lo sai!”

Nonostante la contentezza di Ron, la ragazza sembrava lungi dall’esserlo. “Io non ne sono poi così sicura.”

“Ma come no?! L’hai appena detto tu stessa che ero sotto l’effetto del filtro d’amore!”

“Sì, questo è vero, ma Lavanda mi ha confessato che il filtro in realtà era incompleto.” Vedendo la faccia interrogativa del ragazzo, continuò. “Vuol dire che doveva esserci anche la complicità dei tuoi desideri per arrivare a dove siete arrivati…”

Ron sembrò afflosciarsi come un palloncino bucato, ma poi si riprese, nonostante fosse arrossato in zona orecchie. “Ma forse in realtà Lavanda ha mentito e il filtro era completo…”

“Forse. C’ho pensato anche io, ma non mi sembrava che mentisse.” Fece qualche passo in avanti, dandogli le spalle. “Ron, io ho bisogno di saperlo. Cosa provi davvero per lei?”

Ron arrossì ancora di più, ma dopo un po’ si avvicinò a Hermione. “Non posso negare che lei ha un certo ascendente su di me… potremmo dire che in un certo senso mi piace…” Hermione abbassò la testa, ma Ron la prese per le spalle facendola girare delicatamente. “Ma tu mi piaci da una vita, Hermione.” La costrinse a guardarlo negli occhi. “Ti amo. Sei tu quella con cui voglio stare.” Le prese il viso tra le mani e la baciò.

 

Intanto nel corridoio del primo piano, un Draco Malfoy particolarmente irritato, si allontanò da una delle grandi finestre che davano sui giardini.

 

 

Sophie's Space 

Lo so, avevo promesso aggiornamenti più brevi, ma è stato il meglio che sono riuscita a fare, anche perché questo capitolo non è che mi abbia coinvolto granché Comunque volevo ringraziare in particolar modo DulcineaPrisca, che mi ha suggerito il nome per il mio filtro d’amore. Un abbraccio forte a tutti i miei lettori, e per questa volta (perché avevo tempo e perché eravate in ‘pochi’) un saluto particolare a tutti i miei recensori:

 

Arkan: Figurati, non c’è bisogno di scusarsi :) benvenuto tra i recensori

Eva: grazie, sei un tesoro

Cleo88: anche se sono due parole, mi fa sempre piacere leggerle ^_^

allgood_cla: grazie per il rferimento agli esami, comunque anche io sarei per una bella Ronron-Lavlav… ehehe

Alara666: Sono orgogliosa che tu l’abbia letta tutta d’un fiato. Immagino che questo capitolo non ti sia piaciuto particolarmente, visto il finale, ma non ti preoccupare… :D

pinkstone: grazie anche a te per aver menzionato i miei esami, di cui glissiamo i risultati ^_^’’ Comunque non potevo farlo COSI’ idiota, una scusa dovevo dargliela ;)

gypsy_rose90: due ore? O.o wow! Mi fa piacere che il mio Draco piaccia e per Lavlav giù dalle scale… ci penserò… *ghigno malefico*

KIA: hai ragione! Non ho messo il titolo al 13 capitolo… mi riandrò a leggere tutti i vostri commenti a proposito, mi sembrava che molti fossero concordi! Provvederò a metterlo, memoria permettendo -.-

Mara_star: sono contenta che ci siamo chiarite ^__^

juju210: Grazie, sei sempre così comprensiva :) Chissà ora Ginny che farà con l’album di Draco… mistero… *musichina inquietante*

JosephineAntoniette: Grazie, mi fa piacere che nel complesso la mia storia ti piaccia! Mi farebbe anche piacere sapere quali sono le incongruenze che hai notato, così posso provare a colmarle ^_^

blackrystal: Povera la mia beta con la febbre! Guarisci presto, mi raccomando! Sei sempre la meglio ;)

micia: grazie per i complimenti, e devo dire che anche io stavo varando quella possibilità… vediamo che combino!

8x4: Sono davvero felice che tu sia riuscita a seguirmi anche dalla Germania, davvero davvero! Grazie!

_S_Barker_: o.O ho importato un lettore :D Grazie per avermi messo tra i preferiti!

Piperina: Sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto. Ora Lavlav ha cantato e l’album è nelle mani di Ginny, cosa succederà?! Lo scopriremo nella prossima puntata!!! *l’autrice sta impazzendo, ignoratela*

Vulcania: Purtroppo, nonostante tutto sono sempre un po’ in ritardo! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo vecchio e non preoccuparti per la recensione, anche solo leggere il tuo nome mi fa un immenso piacere! In fondo me l’hai commissionata tu ^__^

Alessandra: Sei stata la primissima a recensire e ti ringrazio ;) Vedi, infondo Ron no è poi così deficente…  però magari se gli diamo tempo riuscirà  a farci ricredere di nuovo, chissà!

 

Non fateci l’abitudine però ;)

Un bacio,

 

Sophie

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Capitolo 18
*** La fine del contratto? ***


“Ron, io ho bisogno di saperlo. Cosa provi davvero per lei?”

Ron arrossì ancora di più, ma dopo un po’ si avvicinò a Hermione. “Non posso negare che lei ha un certo ascendente su di me… potremmo dire che in un certo senso mi piace…” Hermione abbassò la testa, ma Ron la prese per le spalle facendola girare delicatamente. “Ma tu mi piaci da una vita, Hermione.” La costrinse a guardarlo negli occhi. “Ti amo. Sei tu quella con cui voglio stare.” Le prese il viso tra le mani e la baciò.

 

Intanto nel corridoio del primo piano, un Draco Malfoy particolarmente irritato, si allontanò da una delle grandi finestre che davano sui giardini.

 

- Fine capitolo -

 

š›

 

 

Era ora di cena e quasi tutti gli studenti di Hogwarts erano riuniti in Sala Grande per il banchetto. Draco Malfoy, però, non si era unito a loro, e ora vagava inquieto avanti e indietro per la Sala Comune. Era troppo nervoso per stare in mezzo a tutto quel baccano: aveva passato tutto il pomeriggio a cercare in lungo e in largo il suo blocco da disegno, senza successo. Aveva pensato addirittura di andarlo a cercare nelle serre, ma quando si era affacciato alla finestra, gli era passata la fantasia. Osservò per l’ennesima volta il pezzetto di pergamena che aveva in mano: era arrivato quasi mezz’ora prima, con la civetta dello Sfregiato.

 

 

Draco , ci sono novità … possiamo vederci stasera?

Hermione

 

 

Lui sapeva perfettamente a cosa si riferisse il messaggio, l’aveva visto con i propri occhi, e non aveva alcuna voglia di sentirselo raccontare di nuovo con espressione sognante. Poteva immaginarlo da solo come erano cambiate le cose, poteva quasi vedere quel pezzente riempirla di nuovo di gentilezze e  goffi complimenti, mentre lei si scioglieva in sorrisi e sguardi incantati.   

Strinse a pugno la mano con cui teneva il foglietto, gettandolo di scatto nel camino, colto da un istante d’ira. La carta si accartocciò e si annerì in mezzo alle fiamme fino a sparire. Draco continuò a fissare il la pergamena fino a quando non divenne cenere per poi rimanere pensieroso a contemplare il fuoco. C’era la possibilità che lei volesse parlare del loro accordo, per modificarlo. O magari voleva parlargli proprio per scioglierlo del tutto. Non l’avrebbe più rivista...

Distolse lo sguardo, prendendo finalmente una decisione.

 

Lei vorrà sicuramente sciogliere il contratto. Devo andare, devo convincerla a farlo a tutti i costi. Le loro beghe mi hanno coinvolto molto più del dovuto. Per colpa sua sto cambiando, e gli altri iniziano a sospettare di me. Devo assolutamente convincerla a rompere quel dannato contratto. Ad ogni costo.

 

Fece per attraversare il ritratto, ma fu fermato dallo schioccare di un becco. Edvige evidentemente aveva avuto l’ordine di tornare con una risposta.

“Hai ragione, mi ero dimenticato di te. Accio.”

Una piuma e pergamena volarono tra le sue mani.

 

Ti aspetto dopo cena nella Stanza delle Necessità.

Draco

 

Legò il messaggio alla zampa dell’animale e poi l’accarezzò.

“Certo che sei proprio bella… Sei proprio sprecata per Potter. Dagli un paio di beccate da parte mia.” La fece salire sul suo braccio per accompagnarla alla finestra. Una volta che fu scomparsa dal suo campo visivo, lasciò il dormitorio dei Serpeverde per dirigersi al settimo piano.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

“Vuoi dire che tutto questo casino è successo perché quella svampita ha dato dell’Aquamoris a mio fratello?! Ma io le lancio una fattura!”

“Shh! Abbassa la voce, Ginny! Non voglio che ci sentano!” Si guardò intorno, poi Hermione rispose con un sorriso allo sguardo interrogativo che gli aveva rivolto Ron. I due non avevano più toccato l’argomento ‘bacio’ a causa di un muto accordo preso in comune per il quale sarebbe stata Hermione a ritirare fuori la questione quando si fosse sentita pronta. Questo però non impedì a Ron di essere più gentile e affettuoso del solito, per non parlare del suo umore alle stelle.

Hermione riportò l’attenzione sull’amica, riprendendo il racconto. “Insomma, poi il pomeriggio ho incontrato tuo fratello, abbiamo parlato… Beh, gli ho spiegato tutto quello che mi ha detto Lavanda. Secondo lui, però il filtro era completo.”

Ginny si infervorò di nuovo. “Sicuramente è così!”

“Tu dici?” Hermione si morse il labbro, dubbiosa.

“Ma sicuro! Non vedi che è invidiosa marcia? Lo è sempre stata di te, anche quando fra te e Ron non c’era niente, figurati ora… Sicuramente ha mentito. Comunque, come siete rimasti tu e Ron?”

“Beh, ecco… gli ho chiesto cosa provava per me e per Lavanda… lui mi ha risposto e poi… poi mi ha baciata…”

“TI HA BACIATA?!”

“SHHH!” Hermione era diventata bordeaux, mentre ora più di metà tavolo le guardava curioso.

“Ti ha baciata?!” ripeté Ginny, questa volta in un sussurro. “Davvero ha preso lui l’iniziativa? Finalmente si è svegliato! Sei contenta, vero?”

Ma Hermione non rispose perché stava osservando una macchia bianca che si avvicinava sempre più. Era Edvige con la sua risposta.

“Chi ti scrive con Edvige? Harry è qui in sala.” domandò curiosa la rossa.

“Ho chiesto a Draco di vederci, devo parlargli. Ormai credo sia il caso di sciogliere il contratto.” Si alzò. “Scusami, Ginny. Finiamo di parlare dopo, ok?”

Si stava dirigendo verso l’uscita, e mentre passò accanto a Ron, questi la fermò prendendola per il braccio. “Ehi, dove scappi? Chi ti ha scritto?” nella voce c’era un filo di sospetto, così Hermione decise di dire la verità.

“Devo vedermi con Draco, dobbiamo parlare.”

Ron scambiò un’occhiata con Harry, che però fece finta di ignorare. Hermione era sicura che di tutta questa storia, visto il suo astio verso Draco, sarebbe stato lui il più contrariato, ma evidentemente non voleva prendere posizione per evitare che scoppiasse una lite, quindi quando veniva tirato in mezzo cercava sempre di evitare qualsiasi tipo di commento. Fin troppe volte era rimasto coinvolto nei litigi tra i due, ed evidentemente quella era la linea di condotta che credeva  più adeguata per arginare i danni.

Ron comunque non sembrava volesse lasciarla andare. “Che scusa ha usato per farti andare da lui?”

“Nessuna scusa, sono stata io a chiedergli di vederci.”

“Non ci credo. E comunque, perché dovreste vedervi? Ormai so tutto, no? Potete anche smettere di vedervi.”

Hermione rispose in tono alterato. “Se permetti, Ron, non sono affari che ti riguardano. Adesso lasciami andare se non vuoi litigare con me per la terza volta nel giro di ventiquattrore.”

Il ragazzo la guardò un attimo abbattuto, prima di lasciarla e aggiungere “Scusami, non volevo innervosirti, e solo che… non mi piace il modo in cui ti guarda.”

Hermione sembrò stupita da quella improvvisa gelosia. “Draco non mi guarda in nessun modo particolare! Ora vado, ci vediamo domani!”

Mentre la guardava allontanarsi, Ron borbottò “Sarà, eppure a me non piace per niente. E a dirla tutta non mi piace neanche il modo in cui lei pronuncia il suo nome.”

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

Quando Hermione entrò silenziosamente nella Stanza delle Necessità, al settimo piano, si ritrovò in una calda camera accogliente, non troppo grande, con le luci soffuse e due soffici poltrone poste di fronte a un camino scoppiettante. Draco era seduto su una di queste, intento ad osservare la luce riflessa dal liquido ambrato contenuto nel suo bicchiere, che stava ruotando pigramente. Nonostante fosse completamente rilassato, con le gambe allungate davanti a sé, dalla sua posa non si poteva non cogliere la sua eleganza. Hermione si rese conto che lo stava fissando solo quando incontrò i suoi occhi grigi. Lei arrossì lievemente, mentre lui le fece un cenno autoritario e le indicò con la testa verso la poltrona.

“Non ti ho visto a cena stasera, dov’eri?” disse Hermione, sedendosi nel posto indicato.

“Avevo altro da fare.” Rispose vago lui, guardando sempre verso il fuoco, poi, con indifferenza aggiunse “Allora… queste folgoranti novità?”

“Oh…” non si aspettava di arrivare così direttamente al discorso; senza capirne il motivo,  Hermione si sentiva stranamente a disagio quella sera e il ragazzo con cui stava parlando non sembrava affatto la stessa persona di sempre, quel ragazzo che pian piano aveva imparato a conoscere ed apprezzare. “Beh, ho scoperto il perché dello strano comportamento di Ron: era sotto l’effetto dell’Aquamoris.”

“Ah, davvero?” Draco si alzò, posando il bicchiere sulla mensola del camino.

“Sì, glielo ha dato Lavanda… non posso nasconderti di esserne sollevata. Ron a volte è un po’ imbranato, ma non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere.”

“Ah, davvero?”

“Sì, davvero.” Hermione non riusciva a vederlo in faccia, ma il tono annoiato con cui aveva pronunciato quelle poche parole l’aveva infastidita. “Scusami se ti sto seccando… Pensavo che dopo tutto questo tempo ti importasse qualcosa di me, ma evidentemente mi sbagliavo.”

Draco si girò, guardandola, infastidito anche lui. “Se non mi importasse nulla di te non mi sarei preso la briga di venire fin quassù per sentirti dire cose che già so, non ti pare?”

Ora la ragazza sembrava stupita. “Di che parli?” 

“Lascia perdere. L’hai portato? Dai, tiralo fuori e facciamola finita.”

“Cosa, scusami?”

“Il contratto, e cos’altro?! Sei venuta per dirmi che non ti serve più il mio aiuto, no?”

“Ma, io…” Era vero. Hermione era partita con l’idea di sciogliere il contratto quella sera, ma sentirlo così pronto a buttarsi tutto alle spalle, la prese alla sprovvista. Improvvisamente si rese conto che forse quella era l’ultima volta che vedeva Draco. Si sarebbero rincontrati per i corridoi e a lezione, certo, ma non sarebbe mai stata la stessa cosa. Improvvisamente si sentì molto triste.

Draco la guardò per un attimo, negl’occhi. Sembrava un cucciolo ferito, e lui detestava vederla così. Quando aveva quello sguardo sembrava tremendamente triste e maledettamente

 

Bella…

 

Quel pensiero lo folgorò per un istante, ma gli restituì tutta la sua determinazione.

“Ma cosa?” Disse riprendendo il discorso di prima e guardandola intensamente, mentre lei cercava le parole giuste.

“Beh, pensavo che forse potevamo continuare a vederci ancora per un po’. Tu hai ancora bisogno di ripetizioni, e a Ron non farebbe male stare un po’ sulla corda.” Per un attimo la ragazza non credette alle parole uscite dalla sua bocca: voleva sciogliere il contratto, e invece ora stava contrattando per poterlo prolungare.

Lui per un momento sembrò soppesare la cosa, ma alla fine disse “Non mi sembra poi che lui abbia tanto bisogno di rimanere sulle spine…”

“Cosa intendi dire?”

Lo sguardo di Draco si fece più cupo. “Dopo il bel bacio così focoso di oggi pomeriggio…” il tono era pesantemente sarcastico.

Hermione avvampò, mentre distoglieva lo sguardo. “E tu come fai a saperlo?”

“Vi ho visti. Lui che si avvicinava a te, rigido come uno stoccafisso, e…”

Hermione lo interruppe. “Non è possibile, credevo non ci fosse nessuno!”

“Ero affacciato alla finestra. Che c’è, hai paura che qualcun altro abbia assistito a quella scena pietosa?”

“Smettila! Ma perché sei così aggressivo stasera?”

“Perché?! Perché stai buttando all’aria la tua vita per un cretino, ecco perché!” Draco sembrò aver perso improvvisamente tutto il proprio autocontrollo. “Dopo tutto quello che hai subito a causa sua, gli stai ancora appresso!”

Hermione sembrava confusa “Ma… in realtà lui… lui aveva preso un filtro…”

“Incompleto, Hermione. Incompleto. E so perfettamente che tu sai cosa questo comporti.”

“Ma tu come lo sai? E poi non è detto che il filtro fosse incompleto…” Ma non riuscì a finire la frase perché Draco la interruppe, avvicinandosi di un passo. Sembrava essersi calmato, la voce era controllata, ma la mano stretta a pugno tradiva la sua tensione. “Lo so per certo che l’Aquamoris era incompleta. Pansy ha venduto il filtro alla Brown, lei stessa mi ha detto di non aver terminato il lavoro come si deve.”

Hermione si tormentò le mani, incerta. “Ma… potrebbe essere tutta una bugia… sai perfettamente che lei ti viene dietro da anni, e vederti con me l’avrà resa gelosa come se non più di Lavanda, potrebbero essersi messe d’accordo… Ron ha detto che secondo lui il filtro era completo…”

A quelle parole, Draco perse di nuovo il controllo. “Ma non senti quello che dici, eh?! Lo stai ancora giustificando, ti stai inventando di tutto pur di credere nel suo lato migliore che forse non esiste nemmeno! Non capisci che Weasley ti vuole solo perché ti considera di sua personale proprietà?! Non ti considera la sua ragazza, ma un suo oggetto!”

Anche Hermione adesso stava alzando la voce. “Non è vero! Io gli ho chiesto cosa prova per me, e ha detto che mi ama! Che vuole stare con me, e non con Lavanda! E… io… io gli voglio credere.”

“Ah, sì?” Il tono di Draco si fece tagliente. “Ti ho visto come ti ha baciata oggi, sembrava che stesse baciando sua madre. Scommetto che la Brown l'ha baciata in tutt’altro modo…”

La osservò mentre arrossiva fino alla punta dei capelli e si mordeva il labbro inferiore. A quel gesto, Draco si avvicinò ancora di più, rendendo la distanza tra loro quasi nulla. “E tu? Hai provato le stesse sensazioni che hai provato con me, quando ti ha baciata?” Le liberò i capelli dal fermaglio che le aveva regalato, passando una mano tra le ciocche ondulate, fino ad arrivare ad accarezzarle il viso. “Ti sei emozionata quando ti ha abbracciata?” discese piano, fino a sfiorarle le labbra con il pollice. “Avevi la stessa luce negli occhi che hai ora, quando lui ti ha toccata?” Improvvisamente ad Hermione parve di avere le gambe fatte di burro. Era turbata come non lo era mai stata in vita sua, e in quel momento le sensazioni che provava quando era accanto a Ron sembravano così sfocate da sembrare insignificanti rispetto a ciò che provava ora, tuttavia nello sguardo di Draco percepì una sorta di compiacimento che le fece risvegliare il suo orgoglio Grifondoro, e la spinse inconsciamente a sfidarlo, dicendo quasi in un sussurro: “…Sì…”

Gli occhi di Draco si trasformarono, diventando tremendamente simili ad un cielo in tempesta. Con furia le passò una mano dietro la nuca e annullò le distanze tra loro. Fu un bacio rabbioso, così diverso dal primo che si erano scambiati, ma altrettanto pieno di passione. Senza neanche accorgersene, Hermione si aggrappò a lui e rispose a quel bacio pienamente, con tutta se stessa. All’improvviso, come era iniziato, il baciò finì. Una forte sensazione di abbandono si impadronì di Hermione, mentre, con il fiato corto, lentamente riapriva gli occhi, per incontrare di nuovo quelli di Draco, ancora velati di desiderio.   

“Non mi sembra proprio che tu abbia risposto con tanto trasporto, oggi pomeriggio, ma se vuoi rovinarti la vita, Hermione, fa come credi.” Aveva pronunciato queste parole in un sussurro, a fior di labbra, tanto che riusciva a sentire il suo fiato caldo sfiorarla. Senza aggiungere altro, il ragazzo raggiunse la porta ed uscì.

Hermione chiuse gli occhi, e con i capelli arruffati e le guance arrossate, si afflosciò su una delle poltrone, con il cuore che ancora le batteva a mille.

 

 

Sophie's space

Scusatemi per il ritardo, ma ho avuto (e sto avendo) una settimana pazzesca: il regalo di laurea per il mio ragazzo, il vestito da comprare, la febbre che mi faceva venire la nausea se stavo più di un quarto d'ora al pc... un vero disastro! Spero almeno che il capitolo vi sia piaciuto!

Ringrazio tutti voi, e la vostra infinita pazienza con la quale continuate a seguirmi, nonostante gli aggiornamenti tardivi... un bacione a tutti, avete il mio più sincero affetto!

La vostra Sophie

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Capitolo 19
*** Preoccupazioni e cambiamenti ***


All’improvviso, come era iniziato, il baciò finì. Una forte sensazione di abbandono si impadronì di Hermione, mentre, con il fiato corto, lentamente riapriva gli occhi, per incontrare di nuovo quelli di Draco, ancora velati di desiderio.  

“Non mi sembra proprio che tu abbia risposto con tanto trasporto, oggi pomeriggio, ma se vuoi rovinarti la vita, Hermione, fa come credi.” Aveva pronunciato queste parole in un sussurro, a fior di labbra, tanto che riusciva a sentire il suo fiato caldo sfiorarla. Senza aggiungere altro, il ragazzo raggiunse la porta ed uscì.

Hermione chiuse gli occhi, e con i capelli arruffati e le guance arrossate, si afflosciò su una delle poltrone, con il cuore che ancora le batteva a mille.

 

- Fine capitolo -

 

š›

 

 

 

Quando Hermione scese in sala comune la mattina dopo era pallida, con la faccia esausta di chi non aveva chiuso occhio. Si guardò per un attimo attorno prima di notare Ginny che stava leggendo sul divano e, raggiungendola, le si sedette pesantemente accanto dicendo “Ma non c’erano le partite di allenamento oggi? Perché sei ancora qui?” poi sbadigliò.

“In teoria sì, oggi ci sono le ‘amichevoli’ tra Grifondoro e Tassorosso e tra Serpeverde e Corvonero, solo che ieri mentre aiutavo Neville in Incantesimi per sbaglio mi ha ibernato letteralmente il braccio.” Ruotò lentamente il polso. “Madama Chips me l’ha guarito in un lampo, ma è rimasto un po’ rigido e mi ha detto che per un paio di giorni non posso fare movimenti bruschi, altrimenti si spezza.” Fece un sorriso che assomigliava più che altro ad una smorfia e poi, guardandola meglio, aggiunse “Ma tu invece che hai fatto? Non ti ho mai vista scendere dai dormitori alle undici, e poi hai una faccia…”

“Lascia stare… ho passato una nottataccia. Non riuscivo a prendere sonno.”

“Come mai, è successo qualcosa ieri sera?” chiese curiosa l’amica, con tono malizioso.

Un nitido flashback si fece largo nella mente di Hermione che la fece arrossire.

“Allora qualcosa è successa! Dai, raccontami tutto!”

“Oh, Ginny, non puoi capire! Non mi sono mai sentita così viva!”

Una nota di chiaro di entusiasmo colorì la voce dell’amica. “Non dirmi che ti ha baciata di nuovo!?”

“…Sì! E’ stato così… così… non riesco a trovare le parole per descriverti quel bacio. E sono sicura  questa volta che anche lui ne è rimasto colpito in qualche modo.”

“Ma certamente!”

“Quando ieri mi si è avvicinato con tale impeto… mi sono sorpresa a desiderare con tutta me stessa che mi baciasse, e quando l’ha fatto…” Hermione chiuse gli occhi, ripensando a quella intensa sensazione. “Oh, Ginny… Non so più cosa pensare…”

L’amica intanto sembrava interdetta. “Scusami, e perché? Questo risolve tutto, no?”

L’altra la guardò con un’aria incredula e preoccupata “Ma come potrebbe, scusa?! …Ho paura che sto iniziando a provare qualcosa per lui.”

Improvvisamente a Ginny venne un dubbio atroce “Hermione, ieri sera mio fratello ti ha aspettata prima di andare a dormire. Dimmi che è di lui che stai parlando…”

“No, non l’ho visto…” Hermione spalancò gli occhi, capendo improvvisamente. “Oddio Ginny, pensavi che parlassi di Ron?”

“Già.” Adesso il tono dell’amica sembrava molto meno contento, quasi aspro. “Invece immagino stessi parlando di Malfoy.” Al suo lieve cenno affermativo, proseguì “Hermione! Avevi detto che non ti saresti fatta coinvolgere, e invece adesso vieni a dirmi non solo che ti sei fatta baciare un’altra volta, ma che forse provi anche qualcosa per lui?!”

Ora Hermione sembrava terribilmente a disagio, quasi si sentiva in dovere di giustificarsi. “Ma Ginny, tu non capisci… Draco non è come vuole far sembrare a tutti. Oddio, è fastidiosamente arrogante e ha delle convinzioni discutibili, ma ti assicuro che non solo non è cattivo, ma anche che è una persona molto migliore di quanto tu non pensi.”

Ginny scosse la testa con l’aria sconvolta. “Hermione, non ti facevo così ingenua. A lui non interessa di te! Lui è un Serpeverde, sarà tra i primi ad entrare nelle schiere dei Mangiamorte appena uscito da Hogwrats. Come puoi pensare che possa tenere anche solo ad una amicizia con te, Grifondoro, e per di più di origini Babbane!”

“Ma tu non sai cosa ha intenzione di fare! Lui non…” Hermione si morse la lingua. Stava per rivelarle le confidenze che gli aveva fatto Draco, ma alla fine decise di non farlo. “Tutto quello che posso fare è assicurarti che è molto diverso da quel che credi tu.”

Ci fu un attimo di soffocante silenzio tra le due. “Bene. Quindi dopo tutto quello che hai creato per conquistare Ron, dopo tutti gli anni che gli sei stata dietro, per due baci molli tutto per quello lì.”

Hermione distolse lo sguardo. “Ginny, non fraintendermi. Io per ora voglio solo chiarirmi le idee, ok? Penso che parlerò con Draco oggi pomeriggio, anche se non so bene cosa dirgli… non so neanche se avrò la forza di guardarlo a dirla tutta, ma sono sicura che parlare con lui mi aiuterà a capire meglio.”

“Fa come credi, ma stai attenta. Malfoy è riuscito a plagiarti molto più di quanto pensi, e quando scoprirai le sue vere intenzioni ci rimarrai molto male.” Senza aggiungere altro, uscì dalla sala comune dirigendosi a lunghi passi verso i campi da Quidditch.

 

Quando Ginny arrivò a destinazione, la partita di allenamento tra le due squadre doveva essere appena finita, perché tutti stavano rientrando verso gli spogliatoi. Tra la folla, la ragazza cercava una folta chioma corvino, che finalmente si fece vedere in coda al gruppo. Tutto sudato e scarmigliato finalmente Harry arrivò vicino all’amica, guardandola con aria interrogativa e ignorando completamente un gruppo di ragazzine chiacchierine che lo guardava adoranti dalle tribune poco più in alto.

“Ginny, che ci fai qui? Senti già la mancanza del Quidditch? Goditi la tua vacanza finché puoi, tuo fratello ha proposto anche di pagarmi pur di concedergliene una.”

“Harry, devi parlare assolutamente con Hermione prima che combini qualche sciocchezza. Sono sicura che a te darà ascolto.”

Vedendo la sua espressione tirata, Harry la condusse verso gli spalti dicendole “Perché, cosa è successo? Raccontami tutto.”

Ginny raccontò per filo e per segno cosa era successo in quegli ultimi giorni, sicura che Ron si fosse ben guardato da raccontargli ancora qualcosa, fifone com’era, e dalle espressioni di Harry ad alcuni avvenimenti, scoprì di aver ragione. Quando la ragazza finì di parlare, Harry sembrava piuttosto provato.

“E così mi stai dicendo che Hermione si sarebbe lasciata baciare da Malfoy due volte…”

“Sì, ma non è questo il punto! Il punto è che ora sta pensando che forse è lui quello giusto! Dobbiamo fermarla assolutamente.”

Harry si alzò da dov’era seduto e iniziò a fare avanti e indietro, pensieroso. Dopo un po’ si fermò di fronte a Ginny. “Hai detto che per ora vuole solo parlarci, giusto? Allora per ora non dobbiamo preoccuparci.”

“Sì, invece! Si rovinerà la vita!”

“No, invece. Che credi, che io non mi sia accorto di quanto sia cambiato l’atteggiamento di Hermione nei suoi confronti? Di come lo guardi in maniera affettuosa nonostante tutti gli insulti che ci ha riservato in questi anni? Sono preoccupato quanto te, e non c’è peggiore persona che avrei potuto pensare per stare accanto a lei, ma Hermione non è una stupida, Ginny. E sono sicuro che sa quel che fa.”

Ginny invece di calmarsi, sembrò agitarsi ancora di più. “Ma non capisci cosa succederebbe se lei si mettesse con lui?! Malfoy la userà, e non solo per fare ripetizioni. Potrebbe indurla a rivelare informazioni importanti per riferirle poi a Tu-Sai-Chi, potrebbe metterti in pericolo di vita!”

Harry le si avvicinò di un passo e le mise una mano sulla spalla. “E’ per questo che sei così preoccupata, Ginny? Hai paura che possa mettermi in pericolo?” strinse leggermente la presa, regalandole quel sorriso dolce, e un po’ triste, che aveva ormai da quando aveva saputo il contenuto della profezia. “Lo sai che io sono comunque in pericolo. Sempre. E poi, ti ripeto, Hermione non è una stupida. Non credo che si metterà mai con un tipo come Malfoy, ma anche se dovesse accadere, sono sicura che non farebbe mai e poi mai niente che potesse in alcun modo metterci in pericolo, e questo tu lo sai. Quindi stai tranquilla, andrà tutto bene.” Le diede un buffetto sulla guancia, prima di avviarsi verso gli spogliatoi per farsi una doccia. Ginny però non sembrava affatto convinta del suo discorso, e mentre lo guardava allontanarsi decise che ci avrebbe pensato lei ad un rimedio.

 

Tu non sai quanto l’amore possa rendere stupidi…

 

E si allontanò con passo deciso. 

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Hermione stava camminando lentamente verso le serre, dove avrebbe dovuto incontrarsi con Draco. Non aveva idea di cosa avrebbe potuto dirgli, aveva passato tutta la mattina e l’ora di pranzo cercando di creare una specie di discorso, ma senza alcun successo. Alla fine aveva deciso che avrebbe improvvisato. Finalmente riusciva a vedere il salice sotto il quale si sarebbero dovuto incontrare, ma quel che vide la sorprese: Draco era già arrivato, vestito di tutto punto nella sua divisa vere-argento, e stava ridendo con una ragazza dai lunghi capelli neri. Mentre si avvicinava tormentandosi le mani, riconobbe la ragazza. Era Cho Chang, la cercatrice dei Corvonero. Una sgradevole sensazione si fece largo in Hermione, mentre ormai a un metro da loro, le vide allontanarsi lanciando a Draco un’occhiata maliziosa.

“Scusami, non credevo di essere in ritardo.” Esordì Hermione con voce secca, ma Draco rimase a guardare compiaciuto Cho che si dirigeva verso i campi da Quidditch. Quando finalmente si voltò verso di lei, ad Hermione gli dette l’impressione di essere un leone che aveva appena avvistato la sua preda, e una fitta di gelosia la trafisse suo malgrado.

“Invece sei in ritardo. Devo andare a giocare a Quidditch, lo sai che non è educato fare attendere le signore.” Lanciò un’occhiata nella direzione dove si era allontanata Cho, che ormai non si vedeva più. “Allora, cosa c’è?”

“Ecco, io…” Abbassò improvvisamente lo sguardo. Non era mai stata brava nelle improvvisazioni. Hermione Granger sapeva sempre di cui stava parlando, ma in quel caso non riusciva proprio a trovare le parole.

Vedendola indecisa, Draco la sollecitò, impaziente. “Muoviti, se non hai niente da dirmi, non farmi perdere altro tempo.” Fece per andarsene, ma Hermione lo afferrò per un braccio.

“No!” lo fece girare, rimanendo aggrappata con le mani a lui. “Aspetta… io… io volevo chiederti…” Fece un gran respiro per prendere coraggio e poi continuò. “Volevo chiederti cosa è significato per te il bacio di ieri sera.”

Hermione era imbarazzata da morire, le guance in fiamme, ma non distoglieva lo sguardo da quello di lui. Era decisa ad avere una risposta. Per un lungo istante lui rimase a guardarla, senza dire niente. I suoi occhi grigi in quel momento erano imperscrutabili e per un attimo distolsero lo sguardo da quello di lei. Improvvisamente però Draco si allontanò di un passo iniziando a ridere sguaiatamente.     

La ragazza lo guardò senza parole, incapace di una reazione.

Tra una risata e l’altra Draco disse “Non mi dire che tu pesavi che noi… ahahah… Granger, non ti facevo così stupida… ahahahah… Secondo te un Malfoy si abbasserebbe a tanto?!”

Hermione lo guardò con occhi spalancati. “Ma allora perché? Perché hai cercato di non farmi mettere con Ron? Perché mi hai baciata a quel modo?”

Finalmente Draco la smise di ridere, rimanendo però con un ghigno che gli deformava i lineamenti, e con voce melliflua le rispose “Era tutto un gioco. Volevo vendicarmi un po’ di Weasley e vedere quanto ci mettevi a scordare il grande amore della tua vita. Devo dire che ti è bastato proprio poco, eh? Davvero hai pensato che io avrei in alcun modo desiderato stare con una come te?” il tono sarcastico che stava usando era davvero spiacevole. Si avvicinò a lei prendendole una ciocca di capelli e facendola scorrere tra le dita. “Quanto sei ingenua, mia piccola, sciocca, Mezzosangue.”

Uno violento schiaffo colpì il viso di Malfoy lasciando un lieve rossore. Quando si girò a guardarla, Hermione aveva gli occhi lucidi, colmi di rabbia e disprezzo “Ti odio, Malfoy!” urlò, prima di scappare verso il castello.

Il ghigno sparì dal volto di Draco, che mentre la guardava allontanarsi sempre più, tirò un pugno contro il troco lì vicino, così forte, da farsi sanguinare il dorso della mano.

 

 

Sophie's space

Cosa sarà successo?!?!?!

Come al solito sono in ritardo, lo so... ma questi giorni hanno fatto guerra e pace (lo so, lo so... non c'è bisogno di commentare) e poi non riuscivo a trovare la mia beta, che ancora non ho trovato, quindi mi scuso di eventuali errori ortografici :P Devo dire che ho trovato molto difficile scrivere questo capitolo, e alla fine non è venuto come volevo, ma spero che vi piaccia lo stesso ^_^

Saluto con tanto affetto tutti quelli che mi seguono con tanta pazienza... Grazie, ragazzi! E ringrazio anche quelli che mi hanno lasciato un commento nel blog :***

In particolare un saluto a :

arkan: Grazie, sto meglio ora :D

nezu: Grazie per essere entrata nelle file dei miei lettori ^__^ e ti ringrazio dei complimenti!

barbymiari: Un'altra new entry :) ti ringrazio!

Vulcania: Non preoccuparti se vai di fretta, da te mi basta anche solo un ciao! Infondo mi hai commissionato tu questa storia, e il fatto che continui a seguirla non può far altro che rendermi felice del mio lavoro :*

nicichan: Grazie! Quando ho letto la tua recensione ho iniziato a sorridere come una scema davanti allo schermo XD

 DarkGiliath: Eeeh chi lo sa se mai il contratto si scioglierà? ^__^

Alara666: A volte mi scrivete dei commenti così belli che mi viene da piangere! Troppo buona

8x4: Va tutto bene in Germania? Comunque ti ringrazio anche per gli auguri al mio ragazzo :) GRAZIE!

Cutie girl: Benvenuta! Sono contenta che la mia storia ti sia piaciuta! A presto spero!

Erin: Davvero hai riletto più volte lo stesso capitolo? Sono lusingata! *Sophie arrossisce*

mara_star: Prometto di stare attenta! Già sono ritardataria di mio, se sto pure male...

cleo88: Povero Ron, lo volete tutti morto! Nell'altro capitolo ero tentata di fargli fare un ruzzoletto per le scale...

juju210: Non puoi capire quanto mi mettono allegria le tue recensioni! Ogni volta che le leggo mi sganascio dalle risate ^______^ Sei una grande! Grazie, grazie davvero!!! ps: tu e Cleo88 potreste fondare il fanclub "Uccidiamo-Ron-nella-maniera-più-dolorosa-possibile" :D

taty89: Chissà cosa succederà ora che Draco si è comportato così...

Alessandra: Grazie, siete tutte carinissime che vi preoccupate della mia salute ^_^

MissArrow: Ma ciao!!! Tu sei MissBreaze... che bello quando vi ritrovo anche di qua :) Un abbraccio!

HermyKitty: Ciao! Lo so, in questa fanfiction Ron non è proprio creato per stare simpatico :P Comunque non mi è successo niente di grave :) è solo che sono un po' lenta negli aggiornamenti... purtroppo per scrivere ho bisogno dell'umore giusto! Mi dispiace dei miei ritardi, ma posso almeno assicurarti che la storia arriverà fino alla fine ;)

piperina: Grazie infinite per la tua lunga recensione... Scommetto che con questo capitolo ti ho un po' spiazzata :) Ma non perdere le speranze ;) Sono contenta che l'altro capitolo ti sia piaciuto, spero che succederà lo stesso con questo ^_^ Un abbraccio!

Vorrei avere il tempo di salutarvi uno ad uno, ma davvero, non ne ho! Comunque, se volete, potete comunicare con me via e-mail o lasciando un messaggio nel mio blog ^_^ Vi risponderò sicuramente!

 

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Capitolo 20
*** La cosa più giusta ***


“Era tutto un gioco. Volevo vendicarmi un po’ di Weasley e vedere quanto ci mettevi a scordare il grande amore della tua vita. Devo dire che ti è bastato proprio poco, eh? Davvero hai pensato che io avrei in alcun modo desiderato stare con una come te?” il tono sarcastico che stava usando era davvero spiacevole. Si avvicinò a lei prendendole una ciocca di capelli e facendola scorrere tra le dita. “Quanto sei ingenua, mia piccola, sciocca, Mezzosangue.”

Uno violento schiaffo colpì il viso di Malfoy lasciando un lieve rossore. Quando si girò a guardarla, Hermione aveva gli occhi lucidi, colmi di rabbia e disprezzo “Ti odio, Malfoy!” urlò, prima di scappare verso il castello.

Il ghigno sparì dal volto di Draco, che mentre la guardava allontanarsi sempre più, tirò un pugno contro il troco lì vicino, così forte, da farsi sanguinare il dorso della mano.

- Fine capitolo -

 

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Clap clap clap

 

 

Il suono di un lento applauso provenne da poco lontano.

“Ma che bravo… non potevo aspettarmi altro da un Malfoy.” Infilandosi le mani in tasca, Draco si voltò a guardare per un attimo la ragazza che stava avanzando verso di lui, per poi voltarsi a fissare un punto indefinito verso il lago. Sentendosi ignorata, continuò “Ti avevo chiesto di allontanarla da te e devo dire che ci sei riuscito egregiamente. Solo tu potevi ferirla così, pronunciando solo qualche parola.” Fece un falso sorriso molto sgradevole. “Se conosco Hermione, non vorrà mai più neanche sentirti nominare… Mi dispiace aver rovinato i tuoi piani, ma non credi anche tu che sia stato giusto farle conoscere la tua vera natura? Hermione a volte è così ingenua…”

Senza degnarla neanche di uno sguardo, Draco raccolse la sua scopa. “Se hai finito di seccarmi con le tue inutili chiacchiere, Weasley…” e iniziò a dirigersi verso i campi da Quidditch. Ginny l’afferrò per la divisa. “Guarda che non ho ancora finito.”

Draco si girò a fissarla negli occhi con un’espressione dura. La ragazza si staccò così velocemente da lui da sembrare essersi scottata, e inconsciamente cerco la bacchetta sotto il mantello.

“Non ti azzardare mai più a toccarmi, Weasley, se non vuoi pentirtene.”

“Ricordati che ho io il coltello dalla parte del manico. Non dimenticarlo, Malfoy.”

La fissò un attimo prima di deriderla apertamente. “Davvero pensi di essere in grado di ricattarmi?”

Ginny sembrava risentita. “Mi sembra di averlo appena fatto, o sbaglio? Anche Hermione l’ha fatto…” ma non riuscì a finire la frase perché Draco la interruppe. “Davvero pensi che io mi sia lasciato usare per una stupida foto? Non ti facevo tanto lenta a capire… Se non ne avessi ottenuto un vantaggio non l’avrei neanche fatta parlare. E lo stesso vale per te. Se non avessi voluto io personalmente allontanare Hermione da me, non saremmo qui adesso.”

Ginny lo soppesò con lo sguardo. “Stai bluffando. Perché dovresti voler allontanare Hermione da te? Tu stesso hai appena ammesso che sei stato al suo gioco solo perché ne ricevi un certo interesse. Non avrebbe senso allontanarla volontariamente. Perché lo staresti facendo allora?”

Draco rimase inflessibile. “Direi che non sono affari che ti riguardano. Non credo proprio di essere tenuto a spiegarti le mie ragioni.”

Fece di nuovo per andarsene, ma Ginny lo richiamò. “Però se non sbaglio, l’album è ancora in mano mia.”

Draco si girò. “E cosa vorresti farne, eh? Farlo vedere in giro? Mandare una copia alla Gazzetta del Profeta? Sanno tutti che ci odiamo, penseranno che è solo una stupida ripicca tra Grifondoro e Serpeverde, o meglio, che una stupida pezzente sta tentando di screditare una delle famiglie più nobili e pure del mondo magico. Non ti crederà nessuno.”

Ginny non era il tipo da farsi sopraffare tanto facilmente. “Esistono incantesimi per rivelare il proprietario.”

“Esistono incantesimi per falsificarlo.” Ribatté Draco, tranquillo. “Credi davvero che l’unica protezione posta su quell’album sia la chiusura? Potrai anche aver visto cosa c’è dentro, ma ti assicuro che puoi tentare tutti gli incantesimi che ti vengono in mente, non riuscirai mai a risalire a me.” Mentre parlava, Draco si stava minacciosamente avvicinando a lei. Ginny non si sentiva più in una posizione di potere, tirò fuori la bacchetta magica.

“Fossi in te non lo farei.” Soffiò Draco. Anche lui aveva estratto a sua volta la bacchetta dalla divisa da Quidditch. “Dov’è il mio album?”

“Non l’ho qui con me. Non sono mica così stupida.”

“Vedo… Se non vuoi passare dei guai, ti conviene rendermelo al più presto.”

“E perché, scusami?” La ragazza riprese un po’ della sua padronanza. “Nonostante tutto quello che hai detto, potrei ancora usarlo contro di te… Magari se lo spedissi a tuo padre in forma anonima, potrebbe non credermi, ma potrebbe comunque instillare un dubbio. Sicuramente ti avrà visto con quell’album a casa e magari farà due più due. Scommetto che non sarebbe proprio contento di sapere che suo figl-” Di nuovo non riuscì a finire la frase, perché Draco, approfittando della sua distrazione, le afferrò velocemente il polso, stringendolo così forte da farle cadere la bacchetta.

“Bel tentativo, ma mi dispiace per te, mio padre apre solo la posta di cui conosce perfettamente il mittente. Sai, nel caso in cui l’Ordine mandasse qualche regalo poco gradito… Te lo ripeto.” Strinse ancora di più a presa. “Voglio riavere il mio album al più presto.” La voce da dura e autoritario, divenne carezzevole, con una vaga flessione ironica. “Devi stare attenta a chi ricatti, mia cara. Non vorresti che ti capitasse qualcosa di spiacevole, vero? A te, o magari ad uno dei tuoi familiari fuori da Hogwarts, che so, un brutto incidente con un drago a Charlie in Romania… o a Bill… o magari al tuo caro Sfregiato…” La lasciò andare, di nuovo serio, mentre Ginny impallidiva a vista d’occhio. “Hai voluto dipingermi come il mostro cattivo con Hermione, ma tu non hai la più pallida idea di quanto in là possa spingermi, e ti assicuro che ho tutti i mezzi per farlo.”

Le diede le spalle e si incamminò verso gli spogliatoi.

 

Ci mancava solo questa piccola intrigante… Quella stupida ha avuto la sfrontatezza di cercare di ricattarmi!

 

Gli ritornarono in mente tutta la situazione in cui si trovava al momento e le parole di Nott e di Pansy.

 

Voleva mettermi in difficoltà, invece senza saperlo mi ha aiutato a fare la cosa più giusta…

 

Ripensò al disgusto con cui l’aveva guardato Hermione, al suo odio. Stinse forte  a pugno la mano che aveva in tasca, ancora sanguinante.

 

Sì, era la cosa più giusta…

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

La sala comune dei Grifondoro era praticamente deserta: il bel tempo e le partita di allenamento di Quidditch, avevano attirato fuori la gran parte degli studenti. I pochi rimasti alla torre erano quelli che ancora non avevano finito i compiti, anche se tra questi c’era qualcuno che non stava affatto studiando. Hermione Granger si era rannicchiata sul divano davanti il camino e fissava con occhi lucidi e rancorosi il bel fuocherello scoppiettante. In braccio teneva un ritroso Grattastinchi, che stava accarezzando forse con troppa energia.

 

Dio mio! Come ho fatto ad arrivare a tanto?! Come ho fatto ad essere così stupida! Credere che Malfoy… Andare addirittura a chiederglielo! Come ho potuto permettergli di umiliarmi così! Eppure Ginny mi aveva messo in guardia, anche se ultimamente era molto diverso con me…

 

Sospirò, mentre continuava a guardare, senza vederla realmente, la brace che ardeva tra le fiamme. Approfittando della momentanea distrazione della padrona, Grattastinchi scivolò silenziosamente giù dalle sue gambe per cercare un rifugio.

“Accio.” Era quasi riuscito a sgusciare sotto la poltrona quando l’incantesimo lo riportò tra le braccia della padrona, che ricominciò ad accarezzarlo con più vigore di prima.

 

No, non è cambiato! Era ed è sempre lo stesso bastardo di un tempo. Non è affatto cambiato, tutto ciò che ha fatto, l’ha fatto perché gli conveniva, e perché si voleva divertire un po’, come giustamente lui stesso non ha mancato di sottolineare, e io come un’idiota a credere che si fosse ammorbidito, che provasse simpatia per me, che forse… che forse era anche un po’ attratto da me…

 

Il solo pensarlo la mise in imbarazzo. Grattastinchi fece un altro tentativo di fuga, ma fu riacchiappato al volo dalla padrona, che questa volta prese ad accarezzarlo, sempre con vigore, ma più lentamente.

 

Eppure non riesco a crederci che fosse tutto un gioco… Come potrebbe recitare tanto bene? Possibile che quei pochi veri sorrisi che mi ha regalato fossero finti? Avevo come l’impressione che il tono con cui mi canzonava fosse più giocoso di quanto non fosse prima. Quando mi guardava ultimamente, avevo come l’impressione che il suo sguardo fosse, non so, più dolce. Mi piaceva quando mi guardava così, e mi piaceva da matti sentire la sua voce quando mi chiamava il mio nome di battesimo… E quando si arrabbiava, i suoi occhi facevano quasi paura, ma allo stesso tempo erano così magnetici…

 

Hermione avvampò. Questa volta Grattastinchi fece un balzo deciso e si diresse velocemente verso le scale del dormitorio femminile.

 

Non posso credere di essermi presa una cotta per Draco!

 

“Accio.”

 

Già… proprio Draco Malfoy, che ora starà ridendo di me e della mia stupidità.

 

La sua espressione tornò malinconica. Grattastinchi intanto stava cercando disperatamente di ribellarsi all’incantesimo, aggrappandosi con le unghie al parquet e creando dei piccoli trucioli, ma l’incantesimo, inesorabile, lo riportò dalla ragazza che ricominciò ad accarezzarlo automaticamente.

 

Oggi ho rivisto il Malfoy di un tempo, e devo dire che se voleva ferirmi c’è davvero riuscito. E’ tutto così confuso… Perché fare finta di essere mio amico per poi allontanarmi bruscamente così? Che senso avrebbe? Possibile che mi sia immaginata tutto e in realtà ero io a cercare di vedere Draco per forza con occhi diversi, anche se non era così? Forse ha ragione Ginny, mi sono lasciata manipolare…

“Guarda che se continui ad accarezzare Grattastinchi a quel modo, dovrai sferruzzare un maglione anche per lui, perché non gli rimmarrà più neanche un pelo!”

“Oh…” Hermione abbassò lo sguardo sul felino, che la guardò in malo modo prima di ottenere finalmente la sua libertà. “Sentire il pelo di Grattastinchi sotto le dita mi rilassa.” sussurrò a mo’ di scusa.

“Non credo che a lui faccia lo stesso effetto.” Ron le si sedé accanto. “E a giudicare da come fissavi il fuoco, non mi sembra sia di aiuto neanche a te. Eri così concentrata che per un attimo mi è venuto il dubbio che l’avessi appiccato tu con lo sguardo.”

Hermione gli regalo un debole sorriso, prima di abbracciarsi le ginocchia e tornare a fissare il fuoco, con i capelli che le ricoprivano il viso. Ron la guardò preoccupato, le mise delicatamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio per poterla guardare. “Che ti è successo, Hermione?”

Per un istante, la ragazza considerò la possibilità di rivelargli i suoi dubbi, ma subito dopo si diede della pazza: se avesse raccontato a Ron quello che era successo, di sicuro sarebbe corso da Draco per picchiarlo. L’unica persona su cui poteva contare, con cui poteva parlare era Ginny, ma non aveva la più pallida idea di dove si fosse cacciata.

Vedendola così silenziosa, Ron riprese la parola, un po’ incerto. “Mi chiedevo se… se avessi pensato alla nostra situazione… Da quando, ecco, noi ci siamo… insomma, da quando siamo rimasti soli l’ultima volta, non ne abbiamo più parlato, e mi chiedevo se almeno ci avessi pensato un po’ su.” Hermione si girò a guardarlo stupita: sapeva quanto gli era costato fare il primo passo. Ron, dal canto suo, si imbarazzò ancora di più, potendo osservare così da vicino i suoi grandi occhi castani, così intelligenti, che le regalavano una bellezza tutta sua. Presto però la ragazza abbassò lo sguardo “Sì, ho pensato tanto a noi.”

Il tono malinconico con cui aveva pronunciato quelle poche parole era così significativo che Ron non ebbe bisogno d’altro per afferrare il punto, infatti si alzò sussurrando “Capisco.”

“No, aspetta. Non andare… voglio spiegarti.” Hermione lo trattenne per un braccio, e dopo averla osservata a lungo, decise di restare a sentire, ma senza guardarla. Si sentiva troppo amareggiato. Lei continuò “Lo sai che io ho sempre avuto un debole per te, anche se non te l’ho mai confessato apertamente. Ho passato tanto di quel tempo a pensare ai miei sentimenti verso di te che tu neanche immagini. E da quando ti sei messo con Lavanda, mi sono convinta che i miei sentimenti fossero qualcosa di più di una semplice cotta. Lei ti ha allontanato da me e io mi sono sentita perduta. Mi sono sentita così triste, così sola per così tanto tempo, che quando mi sono imbarcata in questa assurda missione per conquistarti ero pronta a tutto pur di mettere a termine quella sofferenza. Mano a mano che questa storia è andata avanti, però, ho come perso di vista il motivo principale di tutto questo. Non riuscivo più a capire il perché stessi facendo tutto questo, perché mi sentivo così persa e sola. In questi giorni ho molto pensato a tutto questo e credo di essere arrivata alla giusta conclusione. Noi siamo cresciuti insieme, Ron. Abbiamo passato tutti i giorni insieme da sei anni a questa parte. Forse all’inizio qualcosa vicino all’amore c’era, ma non siamo stati capaci di trasformarlo i qualcosa di più. Ci siamo accontentati di quello che avevamo. L’abbiamo tirata troppo per le lunghe. Secondo me noi non siamo innamorati. Tu non mi ami, Ron. Secondo me ci siamo affezionati all’idea di essere destinati a stare insieme. Ormai stare insieme sembra semplicemente la cosa più giusta da fare.”

Ron, che si era trattenuto per tutto il discorso di Hermione, ora non poté fare a meno di interromperla. “Ma non è vero, Hermione! Io ti amo! Io voglio stare con te!”

“Pensaci bene, Ron. Quand’è la prima volta che ti sei veramente ingelosito di me? Quando hai saputo del bacio con Victor! Quando qualcuno ha minato lo strano equilibrio che c’è tra noi. Io ti voglio bene, sono davvero affezionata a te e sì, sono gelosa se penso che qualcuno potrebbe portarti via, ma pensandoci bene, l’unica cosa che conta davvero per me, è che tu sia felice! E ora ho capito che sarebbe lo stesso anche se questa felicità la trovassi con qualcun’altra… E sono abbastanza sicura che sa lo stesso per te, anche se in questo momento non vuoi o non riesci a capirlo. Basta vedere il tuo comportamento con Lavanda. Se davvero fossi innamorato di me, l’Aquamoris non avrebbe avuto effetto.”

Ron non sembrava affatto convinto dalle parole della ragazza. “No, Hermione. Non sono d’accordo. Forse è vero che Lavanda vanta un certo ‘potere’ su di me, ed è anche vero che la prima volta che sono stato geloso di te  stato quando ti ho vista tra le braccia di Krum, al ballo del Ceppo, ma questo non significa che non voglio stare con te.”

Hermione  non replicò, tornando a fissare, frustrata, il camino. Era totalmente confusa. Era convinta delle sue parole, ma la fermezza di Ron e tutti gli avvenimenti della giornata, le misero addosso una strana e insensata voglia di piangere.

Improvvisamente due braccia calde si strinsero attorno a lei, mentre le parole di Ron le scompigliavano appena i capelli. “Lo so che hai preso la tua decisione, e che non vuoi stare con me, ma ti prego… permettimi di starti vicino per un po’. Dammi la possibilità di starti accanto in questi momenti, perché non posso pensare vederti così e restare a guardare da lontano, senza fare niente.” Tutta l’ansia che le attanagliava lo stomaco improvvisamente si sciolse, mentre nascondeva il viso nel suo petto per nascondergli le calde lacrime di commozione che le stavano solcando il viso.

 

 

Sophie's space

Ok, signore e signori! Non sono stata rapita dagli alieni, o qualcosa di simile. La vostra Sophie è sana e salva, salvo che per un lieve attacco d'ulcera provocatomi dalla WIND! Ebbene sì, è colpa loro!! LORO!!! Per una volta 8unica dire... ^_^'') NON E' COLPA MIA IL RITARDO!!! Purtroppo ho avuto la splendida idea di passare dai 4 ai 20Mb, così chiamo la wind per fare l cambio contrattuale e l'operatore mi assicura solo QUALCHE ORA di disservizio... Ebbene, il cambio doveva essere effettuato giovedì 8,  ma il disservizio è durato un pelino di più visto che l'ho risolto solo ora. E il bello è che tutte le volte mi dicevano che non potevano fare nulla. Stasera invece ho beccato l'operatore competente che mi ha detto che dovevo passare dal protocollo PPoA a quello PPoE o qualcosa del genere, e PUF! tutto torna ^__^ Naturalmente il contratto è ancora in lavorazione -.- Ma almeno posso postarvi il  nuovo capitolo! Spero vi piaccia perchè la stesura si è rivelata un po' complicata!

Ringrazio come sempre tutti quanti: lettori,  lettori e recensori, lettori e nuovi recensori, recensori non lettori... no, aspè, mi sa che questa categoria non esiste ^_^'' Mi dispiace aver sacrificato i saluti, ma mi sembrava doverosa una spiegazione. Ed infine...

ATTENZIONE!!! Non voglio allarmarvi, ma mi servirebbe il vostro aiuto... so che quello che sto per chiedervi vi rovinerebbe la storia, ma... mi serve tutto l'aiuto possibile! Per questa storia non trovo il finale adatto! Cioè, un finale ce l'ho, e voglio sottolineare che anche senza il vostro aiuto, questa storia AVRA' UN FINALE, ma mi sembra un po' deboluccio... qualcuno di voi se la sentirebbe di darmi un'idea? Qualsiasi consiglio è ben accetto, anche perchè potreste darmi involontariamente spunti per qualcos'altro! Naturalmente non garantisco che userò i vostri consigli, sono già tanto schizzinosa con le mie di idee, figurarsi quelle degli altri, ma potreste essere comunque preziosi...
Al vostro buon cuore...

 

Sophie

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Capitolo 21
*** Il gruppo B ***


Improvvisamente due braccia calde si strinsero attorno a lei, mentre le parole di Ron le scompigliavano appena i capelli. “Lo so che hai preso la tua decisione, e che non vuoi stare con me, ma ti prego… permettimi di starti vicino per un po’. Dammi la possibilità di starti accanto in questi momenti, perché non posso pensare vederti così e restare a guardare da lontano, senza fare niente.” Tutta l’ansia che le attanagliava lo stomaco improvvisamente si sciolse, mentre nascondeva il viso nel suo petto per nascondergli le calde lacrime di commozione che le stavano solcando il viso.

- Fine capitolo -

 

š›

 

 

Passò almeno una settimana da quando Hermione e Draco avevano avuto quella spiacevole conversazione al parco, e tutta la scuola ebbe modo di notare il sostanziale cambiamento tra i due. Anche se nessuno aveva avuto conferma dei propri sospetti, si vedeva benissimo che la coppia più improbabile di Hogwarts stava navigando in cattive acque, ma nessuno era ancora sicuro che si fossero lasciati in via definitiva a causa del loro strano comportamento: se prima che si mettessero insieme non mancavano insulti e fatture a tradimento, dopo la rottura ci si aspettava una probabile  battaglia a viso aperto, e invece Hermione e Draco sembravano più intenti ad evitarsi che altro. Ormai era davvero raro vederli nello stesso corridoio, se non nella stessa ala del castello, e le poche volte che si incrociavano, non davano cenno di aver notato la presenza dell’altro. Naturalmente l’eterna battaglia tra Grifondoro e Serpeverde continuava come sempre, ma i due si limitavano a non farne parte quando l’altro era coinvolto.

Questo strano comportamento fu notato un po’ da tutti, ma soprattutto da Ron, che spesso chiedeva spiegazioni a Hermione sul suo rapporto con il Serpeverde, senza avere mai una risposta concreta.

Anche quella mattina a colazione, Ron non mancò di farle la solita domanda: “Dai, Herm… mi dici perché vi comportate così?”

Hermione alzò mentalmente gli occhi al cielo, mentre imburrava una fetta biscottata, e con voce stanca rispose “Così come, Ron? E non chiamarmi ‘Herm’, lo sai che mi dà fastidio.”

“Dai, lo sai a cosa mi riferisco… tu e Malfoy siete strani! Che cosa ti ha detto quel bastardo l’altra settimana? Perché, anche se non vuoi dirmelo, sono sicuro che era a causa sua se eri così arrabbiata. Dimmi la verità, sta cercando di prolungare il contratto, non è così?”

Hermione posò la fetta biscottata e bevve un lungo sorso di succo di zucca prima di rispondere.
“No, non è così. E non ci comportiamo in nessun modo particolare.”

Ron la guardò di traverso. “Sei una pessima bugiarda, lo sai. E poi si vede lontano un miglio che lo stai evitando. Una volta alle provocazioni dei Serpeverde ti saresti indignata enormemente, e avresti continuato a borbottare contro la loro cafonaggine fino alla Sala Comune;ora, invece, ti limiti ad infilare tutti i libri nella borsa e a correre in biblioteca. E poi, non sei solo tu, anche quello là è strano.” Lanciò un’occhiataccia dall’altra parte della sala, cosa che Hermione si guardò bene dall’imitare di fare. “Lo vedi?! Lo sta facendo ancora!”

“Cosa starebbe facendo?” morse senza voglia la fetta biscottata.

“Ti sta fissando! Lo fa in continuazione! E poi, spiegami, perché non ti insulta più? Prima era il suo sport preferito; anche se avete avuto un accordo in questo periodo, visto che ormai è come rotto, sarebbe dovuto tornare tutto come prima, giusto?”

Hermione rinunciò alla sua colazione sbuffando. “Ron, ti prego, smettila! Non è vero che mi sta fissando, e non c’è niente che non va, se tu che sei ossessionato da questa storia, ti prego, basta!” si accorse di aver usato un tono un po’ duro, così, con un piccolo sorriso, si ammorbidì un po’. “E poi, da quando in qua ti fa piacere sentire Malfoy che mi insulta? Ti mancano per caso quelle belle scenate?”

Ron le sorrise a sua volta. “Non mi mancano per niente i suoi insulti, specialmente nei tuoi riguardi, è solo che… Sono preoccupato per te, ecco.” Le prese la mano e la strinse appena.

 

“Ma quanto sono sdolcinati… sembra che la Granger non abbia perso molto tempo per trovare qualcuno a caso che la consolasse, eh? Io ti avevo avvertito, Drackie, che quei due si sarebbero messi insieme…” Pansy Parkinson si era appena seduta accanto al biondo, che non dava cenno di ascoltarla, mentre continuava a guardare il tavolo dei Grifondoro. La ragazza non si diede per vinta e mise su il broncio - assomigliando ancora di più ad un carlino- e cantilenò. “Finalmente ti sei liberato di lei, ma continui a guardarla! Perché!?”

“Già, Draco… l’hai lasciata tu, giusto? Come mai? In fondo i tuoi voti non sono ancora degni dell’esame di ammissione per l’Accademia dei Medimago... Potevi sfruttarla un altro po’.”

Draco bevve un lungo sorso di caffè nero, e rispose a Nott. “Hai proprio ragione, Theodore, i miei voti non sono ancora buoni quanto i tuoi… se va avanti così, potresti arrischiarti a sperare che l’Oscuro Signore conceda a te l’opportunità di diventare Medimago…” Gli lanciò una fredda occhiata in tralice sotto la quale Nott arrossì dalla rabbia per essere stato tanto trasparente. Poi continuò “E’ proprio per questo che stavo cercando il modo per convincerla a darmi nuovamente lezioni… ma non mi viene proprio in mente niente.” Lasciò vagare di nuovo lo sguardo sul tavolo rosso-oro. “Vedi, purtroppo non è stato proprio un gesto volontario lasciarla. Diciamo che è così insopportabile che non mi sono riuscito a trattenere e le ho risposto bruscamente.” Fece un sorriso di sbieco. “Troppo bruscamente. Ora devo solo trovare il modo per mostrarle tutto il mio profondo rimorso, solo che è così insopportabile che ancora non ho deciso…”

“Ma devi tornare proprio con lei? Io ho Oltre Ogni Previsione ad Incantesimi, potrei aiutarti io” Era stata Pansy a parlare, con voce speranzosa, ma Draco la guardò come se solo adesso si fosse accorto di lei e stesse valutando se fosse degna o meno di una risposta. “Io voglio solo il meglio, dovresti saperlo… quindi vai a seccare Paciock se proprio vuoi dare ripetizioni a qualcuno.” le rispose con voce melliflua.

Pansy si morse il labro e prima di scappare via quasi urlò. “Quindi una Mezzosangue sarebbe meglio di me, eh!? Allora mi sa proprio che Theodore prenderà il tuo posto, perché da quel che si vede non credo proprio che riuscirai a metterti tra la Granger e Weasley!”

“Sei stato un po’ troppo duro con lei, Draco. Ora non smetterà di lagnarsi per tutto il giorno. Ultimamente comunque sei strano… Ci vediamo a Incantesimi.” Disse Nott prima di alzarsi e andare via anche lui.

Quando entrambi furono lontani, Draco strinse così forte la mascella da far digrignare i denti.

 

Devo stare attento, molto attento…

 

Alzò lo sguardo e li vide vicini, mentre si sorridevano.

 

E devo smettere di guardarla, dannazione!

 

Tirò un pugno sul tavolo, facendo cadere la maggior parte dei bicchieri lì attorno.

 

 

 

“Ma dai, Ron! E’ solo una leggenda! I Demonetti Rubapoteri non esistono! Chi ti ha messo in testa questa storia, Luna Lovegood?”

Ron, era davvero imbarazzato, anche se stava sorridendo. “No, me l'ha detto zia Muriel quando ero bambino, ma Fred e George…”

“E tu credi ancora a quello che ti dicono Fred e George?!” rise di nuovo. Ron si alzò cercando di distrarla dal prenderlo in giro.

“Dai, è tardi. Andiamo, altrimenti Vitius arriva prima di noi.”

“Sì, andiamo.” Mentre si stava alzando, le scivolò la borsa facendo cadere tutti i libri a terra. Entrambi si abbassarono per raccoglierli, e entrambi alzarono il viso trovandosi occhi negli occhi. Hermione sapeva che Ron non aveva ancora rinunciato all’idea di stare con lei, e quella situazione la mise terribilmente a disagio. Abbassò di scatto lo sguardo, borbottando. “Tranquillo, vai avanti tu, faccio da sola.”

Il ragazzo capì la situazione, e con un piccolo sospiro si allontanò appena da lei. “Va bene…” le scostò i capelli dal viso. “Così almeno vedi cosa raccogli. Perché non te li tiri su di nuovo con quel bel fermaglio a forma di farfalla che hai comprato a Hogsmeade? Stavi molto bene.”

“L’ho perso.” Non era vero. Quel fermaglio era finito in fondo al baule: non voleva portare qualcosa che le aveva regalato Malfoy solo per compiacerla.

Visto che la ragazza non sembrava voler aggiungere altro, Ron fece spallucce, e si incamminò verso l’aula. Hermione intanto cercò di riporre tutti i suoi numerosi libri il più in fretta possibile, ma mentre stava per mettere dentro la borsa l’ultimo, un foglio bianco cadde dal libro, finendo a terra.

Lo raccolse e voltandolo si accorse che non era solo un foglio bianco. Era una delle foto che si erano fatti lei e Malfoy nella neve, e più precisamente quella in cui lui rideva. Aveva un sorriso così spontaneo e naturale che era impossibile pensare non fosse reale. Ripensando a quel momento, una malinconia infinita l’avvolse.

 

Possibile fosse tutto falso…?

 

Quasi istintivamente alzò lo sguardo verso Draco e incrociò i suoi occhi grigi, indecifrabili come sempre. Distolse lo sguardo solo quando Neville accidentalmente la urtò, cacciò dentro la borsa il libro e la foto, e si diresse a grandi passi verso l’aula, cercando di non far caso alla grande emozione appena provata.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Ormai era giunta quasi la fine di una lunga e stranamente pesante lezione di Incantesimi, quando Vitius chiese di nuovo la massima attenzione da tutti.

“Ragazzi, per favore, un attimo di silenzio!” Il mormorio si abbassò un poco, ma non si spense all’istante come quando le stesse parole venivano pronunciate dalla McGranitt o da Piton. Il professore diede un piccolo colpo di bacchetta e parecchie pergamene presero a distribuirsi da sole a tutti gli alunni. Hermione abbassò gli occhi sulla sua:

 

 

GRUPPO B

 

Brown – Weasley

Parkinson – Zabini

Patil – Canon

Granger - Malfoy

 

Capogruppo: Hermione Granger

 

 

“Come accennavo prima, in visione dei vostri M.A.G.O. e non solo, Silente mi ha chiesto di assegnarvi questa esercitazione extra.” Un borbottio di protesta si levò, ma Vitius non si scompose e proseguì. “Come potete vedere dalle pergamene che vi ho assegnato, la classe è stata divisa in due gruppi, a loro volta suddivisi in coppie. Questo compito extra prevede che vi esercitiate nell’attacco e nella difesa con il vostro partner fino alla fine del semestre, a cui non manca poi molto. Sì, signorina Parkinson?”

“Ma perché a capo dei due gruppi ci sono la Granger e Potter? Noi Serpeverde non siamo rappresentati!”

Vitius si schiarì la gola. “I gruppi sono stati creati dal professor Silente in persona, che immagino abbia pensato che la maggior esperienza del signor Potter, e l’indiscutibile preparazione della signorina Granger fossero elementi sufficienti per metterli come supervisori. Non avranno poteri speciali, la nomina di capogruppo serve solo come riferimento in caso di difficoltà nell’eseguire gli incantesimi, visto che le esercitazioni le svolgerete da soli. Le coppie invece sono state create da me, in alcuni casi secondo criteri più strettamente didattici, diciamo, e in altri secondo criteri di equilibrio. Di seguito ci sono anche i giorni, l’ora e l’aula in cui potete esercitarvi. Vi avverto che l’aula in questione è strettamente controllata con sistemi magici, e se solo provate a scagliarvi incantesimi contro qualcuno che non sia il vostro partner, o al scopo di fare del male, riceverete un biglietto di andata per l’ufficio del Preside. Io pensavo non ce ne fosse bisogno, ma la professoressa McGranitt e il professor Piton hanno insistito tanto. Ora potete andare, ragazzi.”

Hermione non riusciva ancora a capacitarsi di quello che stava succedendo. Sarebbe dovuta stare in coppia con Malfoy. Stare faccia a faccia per esercitarsi nel duello: o sarebbe morta dall’imbarazzo, o l’avrebbe messo k.o. con la fattura più crudele che le fosse venuta in mente.

Mentre tutti stavano uscendo dall’aula, la ragazza si avvicinò alla cattedra.

“Professore…? Volevo chiederle una cosa sulla composizione dei gruppi.”

“Mi dica, signorina Granger. Non le dispiace se l’ho messa in coppia con il Signor Malfoy, vero? Ha fatto un così bel lavoro con lei, e sta migliorando molto, così ho pensato che sarebbe stata la scelta migliore. E poi, non è carino dividere le coppie, giusto?” le fece l’occhiolino complice e un sorriso incoraggiante. Ad Hermione caddero le braccia.

“Già…”

“Mi diceva?”

“No, niente… Arrivederci.” Mentre tornava al suo banco per mettere via il libro, una voce la raggiunse alle spalle.

“Già, non è proprio carino dividere le coppie… Preferivi stare con il tuo Weasleyuccio, non è vero?”

Hermione posò pesantemente il libro sul tavolo, e continuando a dargli le spalle, rispose secca. “Anche un Ippogrifo imbizzarrito sarebbe stato meglio di te, ma non sono affari che ti riguardano.”

Draco fece il giro del tavolo e la costrinse ad alzare il viso, mettendole un dito sotto il mento . “E’ inutile che fai tanto la sostenuta, Granger… in fondo non ti ho rivelato niente di nuovo l’altra settimana, no? Sono un Malfoy. Cos'altro ti aspettavi da me? E poi cosa pretendevi, che dopo avermi ricattato sarei diventato il tuo più grande amico e confidente? Pensavi che sarei stato buono buono? Se non hai messo in conto che potesse succedere una cosa del genere è solo colpa tua.” Si avvicinò ancora di più al suo viso. “In ogni caso, il destino  ha voluto che dovessimo fare coppia, e visto che non ho nessuna intenzione di far scendere la mia media ad Incantesimi, ti conviene collaborare. Siamo intesi? Ti prometto che non ti metterò in imbarazzo davanti al tuo Pel di Carota.”

Come chiamato dal nulla, Ron entrò nell’aula, e vedendo la scena, si mise subito tra i due, costringendo Draco a lasciarla. “Non ti azzardare a toccarla un’altra volta…”

Draco gli scoccò un’occhiata dura mentre lo superava con una spallata per lasciare l’aula. “Altrimenti?”

 

 

 

Sophie's space

Ciao a tutti!!! Scusatemi per il ritardo… come al solito ho una lunga lista di buone ragioni, ma la sostanza è sempre quella: sono lenta negli aggiornamenti! La prossima storia giuro che la scrivo tutta prima di postarla!! Volevo ringraziare davvero tutti tutti per i consigli che mi avete dato per il finale, vedrò cosa riuscirò a combinare  ;) Un abbraccio a tutti e in particolare a:

 

Alessandra: Nonostante i miei ritardi ci sei sempre, anche con la febbre! Grazie!! E grazie anche per l’incoraggiamento!

Herm83: Benvenuta! Sono orgogliosa di averti fatto appassionare alla coppia H/D! Per il finale purtroppo non saprei dirti qualcosa di preciso, ma non manca molto ;)

Mici: Già! Proprio una cattiva… amica, diciamo così ;)

Dark_Angel: NOOOO!!! Non farmi staccare ancora la linea, potrei impazzire!!! Comunque benvenuta :)

Lady_slytherin: Mi sono morta dalle risate a leggere il tuo commento! E ti devo confessare che io Ginny non è che la sopporto più di tanto… potrei raccogliere il tuo suggerimento sulla sua luuunga e lenta morte… no scherzo ^_^

Robertina: Un’altra persona che vuole uccidere la piattol- …emh… volevo dire Ginny. ^_^ Potrei prendere in seria considerazione la proposta… no! Non tentatemi!!

DarkGiliath: Poverino davvero Grattastinchi, ma quella immagine si è formata proprio spontaneamente nella mia testa, ed era talmente buffa, che ho provato a scriverla! Per quanto riguarda Ron… penso che la affiderebbe ad un ragno gigante piuttosto che al nostro Draco, ma mai dire mai ;) ps: dai tuoi consigli mi è venuta in mente una cosa… quando la scriverò ti dirò ;)

Mione09: Grazie ^_^

Valery: Ciao, benvenuta! Grazie per tutti i complimenti e per la tua collaborazione! Non pensavo di fare l’epilogo, ma quando ho letto la tua recensione me n’è venuto in mente uno… se riesco a scriverlo e se la storia finisce come ‘dovrebbe’! Per la wind… ?£$%?%”$?%!!! Per il resto, purtroppo negli aggiornamenti sono sempre piuttosto incostante ^_^’’, e per il finale non so quanto manca ancora, ma non tanto!

8x4: Figuarti, non preoccuparti ^_^! Comunque pensavo ad un finale in stile Shakespeariano, dove muoiono tutti, ma proprio tutti… No scherzo!! ^_^Ma forse qualcuno morirà… Ginny? No, scherzo di nuovo :D

Cleo88: Zio Voldy è passato a farmi una visitina… voleva che modificassi il finale di “HP e lo Specchio di Agis”, ma sono stata irremovibile! ^__^

_S_Barker_: Grazie… ^__^ *me arrossisce*

MaryMatrix: OOOOH :) Se mi dite tutte  queste cose carine va a finire che mi monto la testa ^__^ Grazie infinite! Comunque vedo che volete proprio male alla ‘povera’ Ginny… ehehehe

Elena Olsen: *canticchiando* Se prima eravamo in sei a volere la morte di Ginny, adesso siamo in sette a volere la morte di Ginny! ^__^

nicichan: Proprio gravoso, non c’è che dire… speriamo solo che quello che scriverò vi piacerà! ^_^ Grazie!

barbymiari: Che ficooo!!! Ron posseduto che uccide tutti :D Sarebbe un’idea… XD Comunque grazie dei complimenti!

Anter: tranquillo, ci sarà!

susisango: Sono contenta che ti sia piaciuto il comportamento di Hermione, anche a me è piaciuto. No, apetta, io sono l’autrice, sono di parte :)… Comunque non vorrei spoiler are, ma credo proprio che… no, aspetta, sto spoilerando ^_^

Erin: Grazie per i tuoi consigli! Siete stati tutti molto carini nell’aiutarmi! Per quanto riguarda la morte di Ginny, mancano ancora solo poche firme… ;)

XcoccinellaX: Per una volta l’ho fatto più tenerone che tonto ^_^

jadina_coraggiosa: Non ti dico per cosa, ma mi hai dato un buono spunto, lo sai? ;)

blackcristal: Sì, sì… Meno male che c’è la mia adorata beta!

Sofy Weasley: Poverina tua sorella!!! Sono davvero lusingata che ti sei letta tutti i miei capitoli di fila! ^_^ Comunque anche la mia immaginazione a volte si ‘imbradipisce’, speriamo lo faccia solo a fine storia ;) Benvenuta e grazie ancora!!

Alara666: Innanzi tutto ti ringrazio per i complimenti, e poi… hai davvero centrato il problema! Ho paura proprio del ‘banale’… speriamo bene! Quasi quasi mi metto a scrivere due finali ^_^

juju210: Ciao!!! Prima di tutto volevo ringraziarti per la recensione ENORME dell’altro capitolo! Sei davvero un balsamo per l’umore di noi poveri autori ^__^ 

Comunque quando ho letto ‘Ginny è un genio’ per poco cadevo dalla sedia ;)

miwind: che dire ^_______________^ Grazie!! Sono davvero felice che ti siano piaciuti questi capitoli!!

Eva: Oohh!! Grazie Evuccia!! E congratulazioni ancora per il 110 e lode ;)

 

Per farmi perdonare il ritardo, ho salutato uno per uno i miei recensori ^_^ Grazie ancora ragazzi! Un’ultima cosa, è da un po’ che non sento Vulcania… spero solo che sia per impegni personali e non perché la mia storia non le piace più. In ogni caso, la ringrazio, perché è per lei che sono arrivata fino a qui! A me devono darmi qualche idea per scrivere, altrimenti combino poco ;)

Alla prossima,

 

Sophie

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Capitolo 22
*** L'esercitazione ***


Draco fece il giro del tavolo e la costrinse ad alzare il viso, mettendole un dito sotto il mento . “E’ inutile che fai tanto la sostenuta, Granger… infondo non ti ho rivelato niente di nuovo l’altra settimana, no? Sono un Malfoy, che altro ti aspettavi. E poi cosa pretendevi, che dopo avermi ricattato diventavo il tuo più grande amico e confidente? Pensavi che sarei stato buono buono? Se non hai messo in conto che potesse succedere una cosa del genere è solo colpa tua.” Si avvicinò ancora di più al suo viso. “In ogni caso, il destino  ha voluto che dovessimo fare coppia, e visto che non ho nessuna intenzione di far scendere la mia media ad Incantesimi, ti conviene collaborare. Siamo intesi? Ti prometto che non ti metterò in imbarazzo davanti al tuo Pel di Carota.”

Come chiamato dal nulla, Ron entrò nell’aula, e vedendo la scena, si mise subito tra i due, costringendo Draco a lasciarla. “Non ti azzardare a toccarla un’altra volta…”

Draco gli scoccò un’occhiata dura mentre lo superava con una spallata per lasciare l’aula. “Altrimenti?” - Fine capitolo -

 

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Era passata ormai una settimana da quando Vitius aveva assegnato loro il compito extra per il ripasso degli incantesimi di attacco e di difesa, ed  Hermione non aveva ancora neanche in mente un giorno preciso per iniziare ad allenarsi. Il fatto era che in quel periodo si sentiva particolarmente disponibile ad assecondare gli altri e così, per un motivo o per un altro, si era sempre rimandato il tutto. 

 

Tutta colpa del Quidditch…

 

Gli spostamenti erano quasi sempre dovuti ai giocatori, infatti il giorno prestabilito coincideva sempre con quello prima (devo concentrarmi per l’allenamento!), quello dopo (Sono troppo stanco per esercitarmi…) o il giorno stesso degli allenamenti. In realtà Hermione avrebbe potuto imporsi, ma non le andava di rendersi… antipatica, ecco; e poi… era giusto che avessero un po’ di riposo, no? In fondo il Quidditch è stancante ed è necessario che venga preso nella giusta considerazione…

 

Ma a chi voglio darla a bere. Non me n’è mai fregato niente del Quidditch! Non voglio restare più del dovuto faccia a faccia con Malfoy, ecco qual è il problema…

 

Hermione si arrese alla triste verità affondando entrambe le mani nei folti capelli, che, essendo sera tardi, stavano perdendo l’effetto della Tricopozione Lisciariccio. Poi però si scosse e prese pergamena e piuma.

 

Basta! Addirittura Harry ha fatto la sua prima lezione, non posso più rimandare!

 

E iniziò a scrivere per tutti l’avviso che da lì a due giorni ci sarebbe stata la prima riunione del gruppo B, intimando una conferma positiva.

 

Nelle mattine seguenti, la colazione fu un susseguirsi di fruscii d’ali. Tra una fetta biscottata e un sorso di succo di zucca ricevette da quasi tutti, non senza lamentele, la conferma della partecipazione. Solo la risposta di una persona in particolare mancava all’appello: quella di Draco Malfoy. Alzò gli occhi nella sua direzione, cercando di capire perché fosse così indisponente, e senza quasi accorgersene si perse ad osservarlo mentre sorseggiava il caffè, e ascoltava con aria annoiata le chiacchiere di Theodore Nott, lanciandogli di tanto in tanto qualche occhiata indifferente. Hermione si ritrovò ad osservare il suo profilo dall’espressione autoritaria, che faceva uno strano contrasto con i suoi chiarissimi capelli biondi. Quella mattina doveva aver fatto tardi, perché i suoi capelli, di solito perfettamente impomatati, oggi non avevano traccia di gel. Spesso nei loro incontri nella Stanza delle necessità veniva così, diceva che non aveva voglia di farsi bello per una stupida Grifondoro, ma ad Hermione la cosa non dispiaceva affatto.

Ora evidentemente Nott doveva aver detto qualche sciocchezza perché improvvisamente Draco lo liquidò con un deciso gesto della mano, perdendo totalmente la sua attenzione.

Senza neanche accorgersene, Hermione si trovò persa nel suo sguardo: evidentemente Malfoy si era sentito osservato, e aveva trovato da chi partiva quello sguardo così insistente. La ragazza arrossì di colpo sotto il sorrisetto irriverente di Draco per essersi lasciata andare così, prese la borsa e scappo verso le serre.

 

Che figuraccia! Se penso che lo rivedrò più tardi ad Incantesimi…

 

La giornata scolastica fu piuttosto pesante, soprattutto a causa del solito atteggiamento disfattista di Piton, senza contare le straordinariamente difficili esercitazioni di Trasfigurazione che non aiutarono a migliorarla. Le ultime due ore di Incantesimi iniziavano ad assomigliare sempre più ad un’oasi di pace.

Hermione si incamminò con passo lento verso l’aula di Vitius, mentre, poco più avanti, Ron e Lavanda parlavano sommessamente. Lui continuava sempre a girarle intorno premuroso, ma da quando gli aveva fatto notare con quale sguardo triste lo guardava Lavanda, aveva iniziato a dare segni di disagio. Forse stava finalmente iniziando a capire chi fosse la persona realmente importante per lui.

 

E io? Io ho capito chi è davvero importante per me?

 

Lanciò un’occhiata invidiosa ai due, e accelerò il passo, superandoli ed entrando nell’aula. Draco entrò subito dietro di lei, raggiungendo anche lui il suo posto.

 

Dopo due ore di calma piatta, uno strusciare di sedie annunciò la fine delle lezioni. Hermione prese a mettere a posto le sue cose con molta calma, lanciando ogni tanto un’occhiata al banco in fondo all’aula.

“Hermione… ti dispiace se intanto io vado avanti…?”

“Eh?” Si girò distrattamente verso Ron, che sembrava lievemente imbarazzato. Poi disse “Certo. Ci vediamo dopo.”

Ron prese di corsa la sua borsa, e a passi lunghi uscì dall’aula.

“Sei proprio una sciocca…”

Hermione sobbalzò dallo spavento e si girò. Poco prima infatti Draco stava ancora al suo banco, mentre ora stava proprio di fronte a lei.

“E… perché, scusami?”

“Se non ci arrivi da sola, non sarò certo io a spiegartelo, Granger… evidentemente ti piace proprio farti umiliare.” Un lampo di rabbia accese per un istante gli occhi chiari di Draco, prima che si riempissero di malcelato disgusto.

Per un attimo Hermione lo guardò senza capire mentre stava per andarsene, poi lo richiamò, ricordandosi il motivo per cui lo stava aspettando.

“Ehi! Aspetta!”

Il ragazzo si fermò.

“Non mi hai mandato la conferma per stasera! Avevo specificato di farlo. Ci sarai?” Hermione si accorse di aver pronunciato le ultime due parole con un filo tangibile di aspettativa, così si affrettò a precisare. “No, perché se non vieni non sposterò l’incontro solo per te. Hanno confermato tutti, e trovare un altro giorno sarebbe impensabile.”

Senza neanche girarsi, Draco replicò. “Se già hai preso questa decisione, perché mi hai aspettato per chiedermi se verrò? Comunque lo sai benissimo quanto ho bisogno di un ottimo voto ad Incantesimi, quindi mi sembrava inutile rispondere ad una domanda così ovvia. Ci vediamo stasera, e vedi di ritrarre le unghie, altrimenti mi costringerai a fare sul serio.” E senza aggiungere altro, uscì dall’aula.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Draco Malfoy stava percorrendo a rapidi passi il corridoio che l’avrebbe portato all’aula delle esercitazioni. Dopo la cena, si era buttato sul letto e doveva essersi addormentato, perché una volta riaperti gli occhi, si accorse di essere in ritardo per l’incontro.

 

Gli allenamenti di oggi a Quidditch mi hanno davvero distrutto, maledizione. Scommetto che Hermione ha scelto proprio oggi per farmi dispetto!

 

Finalmente raggiunse l’aula indicata nella lettera che aveva ricevuto e aprì la porta con decisione.

La stanza era abbastanza raccolta, con luci soffuse tutt’intorno. Troppo raccolta per contenere tutto il gruppo e decisamente poco adatta per delle esercitazioni. Quando si chiuse la porta alle spalle, si accorse anche di un altro strano particolare: era vuota, ad eccezione di Hermione seduta sull’unico banco presente, in fondo.

“Sei in ritardo…” Scese con un piccolo balzo e lo raggiunse.

“Veramente sono tutti in ritardo. Magari non so se te ne sei accorta, visto che probabilmente eri persa nelle tue fantasticherie su Pel Di Carota, ma qui non c’è nessuno.”

“Invece ti sbagli. Chi per un motivo, chi per un altro, mi hanno tutti detto che sarebbero arrivati con mezz’ora di ritardo. Tutti tranne te è ovvio. Avevo pensato di dire anche a te di venire tra mezz’ora, ma tanto non mi avresti mandato una risposta, così ho pensato di aspettarti direttamente qui.”

Draco la guardò sospettoso. Sembrava che ci fosse un motivo preciso per cui Hermione non l’aveva avvertito, ma non riusciva a capire quale potesse essere. “Sei sicura della tua scelta, Granger? Che c’è, non hai paura di rimanere sola con me?” Il suo tono di voce divenne mellifluo e basso “Potrei essere pericoloso, non c’hai pensato?” Le si avvicinò di un passo, ma contro le previsioni di Draco, invece di allontanarsi, lei gli si fece ancora più vicina. “Paura? E perché dovrei aver paura di rimanere sola con te, cosa potresti farmi…?” La sua voce era vagamente maliziosa e nei suoi occhi c’era una strana luce.

 

Possibile che mi stia provocando…?

 

Hermione gli fece un sorrisetto ironico, allontanandosi un po’. “Se non ricordo male, tu stesso la prima volta che ci siamo incontrati hai detto che anche solo l’idea di sfiorare una Mezzosangue ti ripugnava, quindi non ho niente da temere, giusto? E poi la stanza è controllata da incantesimi fatti dalla McGranitt e da Piton in persona. Se avessi anche solo l’intenzione di farmi del male, verresti catapultato seduta stante nell’ufficio del preside.”

“Allora ti senti così sicura di te perché sei protetta dagli insegnanti… Non hai paura che io abbia cambiato idea nel frattempo? Da quel che ho capito, la protezione vale per la magia…”

“Ricordati che sono una Grifondoro. E per di più amica di Harry. Ci vuole ben altro per spaventarmi davvero.”

“Ah, è così, eh…?” Draco la prese improvvisamente per la vita e l’attirò con forza a sé, costringendola ad alzare il viso verso di lui. Erano così vicini che mentre parlava, Draco sentiva il suo respiro lambirlo. “E adesso che mi dici? Pensa se proprio ora entrasse il tuo fidanzatino e ci vedesse così…” la strinse ancora tanto da sentire il calore del corpo di lei contro il suo. Il respiro di entrambi si fece più veloce, e lei inconsciamente socchiuse le labbra. “Non hai paura di farti trovare mentre baci qualcun altro?” La voce di lui era sempre più roca mentre parlando le sue labbra sfioravano quelle di lei. Stava per cancellare la così lieve distanza tra loro quando la voce di lei lo fermò. “E tu?”

“Cosa?”

“Potrebbe entrare chiunque da quella porta… non hai paura di farti trovare mentre baci me…?”

Draco, colto di sorpresa, si staccò appena da lei per poterla guardare negli occhi.

“Io non ho paura.”

“I tuoi occhi sembrano dire il contrario… Non hai paura che qualche tuo compagno Serpeverde possa venire a sapere qualcosa di scomodo e magari raccontare tutta la storia dettagliatamente a Tu Sai Chi?”

Per un attimo lo sguardo di Draco sembrò preoccupato, ma quando parlò, la sua voce non tradiva nessuna emozione. “A che gioco stai giocando, Granger? Se stai tentando la strategia dell’attacco come migliore difesa, non sta funzionando.”

Hermione si avvicinò di nuovo. “Ne sei sicuro?...” vedendo che lui non sembrava voler replicare, lei si fece ancora più vicina, gli passò una mano tra i capelli e iniziò a sussurrare “E allora cosa aspetti? Baciami… baciami come hai fatto la prima volta in mezzo al corridoio, baciami come quando volevi dimostrare quanto mi sbagliassi a scegliere Ron… So che lo vuoi…” Draco si fece violenza per non accettare l’invito e iniziare a baciarla fino a toglierle il respiro. Senza dire una parola e con uno sforzo enorme, la prese per le spalle e l’allontanò con decisione da sé.

Lei non sembrava affatto offesa, anzi. Sembrava che si aspettasse proprio quella reazione, e le sue parole non fecero altro che confermarlo. “Lo sapevo, Draco. Non sono io ad avere paura e lo sai benissimo. Quello ad avere paura sei tu. Hai paura dei tuoi compagni, hai paura che scoprano qualcosa di compromettente su di noi, e che questo qualcosa arrivi alle orecchie sbagliate. Questo vorrebbe dire mettere in pericolo non solo la tua, ma anche la mia di vita, non è così?”

“Ma in realtà la cosa che ti fa più paura non è perdere la vita. Il tuo terrore più grande sono io. Anzi, sono i sentimenti che provi quando ti sono vicino, le emozioni che ti provoco… la gelosia, il possesso, la gioia, la complicità, il desiderio… Hai paura a lasciarti andare a tutto questo, hai paura di affidarti completamente; la tua paura più grande è che tu possa amarmi.”

Draco non potè far altro che guardarla con occhi colmi di sorpresa, senza saper trovare niente con cui replicare. Sembrava che lei avesse preso le sue sensazioni più nascoste dal profondo della sua coscienza, e le avesse riordinate in un filo logico. Lei riprese a parlare, distogliendolo dalla sua improvvisa consapevolezza. “Ma non preoccuparti, Draco.” Gli fece una carezza per poi allontanarsi ancora di più. “Le tue paure non si avvereranno, perché ora, grazie a te, ho capito qual è la persona più importante della mia vita, l’unica di cui possa realmente fidarmi.”

Come apparso dal nulla, Ron comparve da un angolo buio in fondo alla stanza, si avvicinò ad Hermione passandole un braccio intorno alle spalle.

“E sarebbe lui l’unico di cui ti potresti fidare? Ma non lo vedi che è neanche una settimana che vi siete rimessi insieme e già fa il filo di nuovo alla Brown?!” Ora Draco si sentiva pieno di rabbia.

“E inutile che cerchi di dividerci! Ormai è tardi, Draco. Lui mi ama davvero, starà con me, e non mi tradirà mai, non è vero, Ron?”

“Ma certo, amore…” mentre pronunciava quelle parole, una spiacevole flessione ironica gli colorì il tono. “Ora baciami.”

Hermione, ubbidiente, gli mise le braccia al collo, posando le sue labbra sulle sue.

Draco stava fremendo mentre a pugni stretti sussurrò tra i denti. “…non toccarla…”

Ron rispose al bacio della ragazza come si volesse divorarla, la appoggiò contro il banco e iniziò ad accarezzarla, fino ad infilare lentamente una mano sotto la camicetta.

“NON TOCCARLA!”

 

Fu il suo stesso grido, pieno di frustrazione, a  svegliarlo di colpo. Draco si ritrovò disteso sul letto, con un braccio proteso verso il soffitto, a fissare il vuoto, prima occupato nella sua mente da Hermione e Ron che si baciavano. Si alzò a sedere di scatto, ancora in preda a tutte le emozioni che quel sogno aveva risvegliato in lui. Dopo aver cercato per un po’ di calmarsi, diede un’occhiata all’orologio: mancava ancora un’ora all’appuntamento per l’esercitazione. Visto che quelle sensazioni tardavano ad andarsene, decise di dirigersi lo stesso verso l’aula, camminare l’avrebbe aiutato a sbollire almeno un po’ della collera di cui era stato investito negl’ultimi istanti.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

“Allora, sei pronta a tenere la tua prima lezione?” Harry si avvicinò allegro ad Hermione che stava sistemando nella sua borsa alcuni manuali di Incantesimi.

“Esagerato… non sarà una vera e propria lezione.”

Il ragazzo le si sedette accanto. “Tu ci scherzi, ma parecchi non sanno quasi come tenere in mano una bacchetta. Ho dovuto far ripassare a tutti l’Expelliarmus, figurati.”

Hermione gli sorrise. “Ma il mio gruppo è un po’ più avanzato del tuo. Silente sa che tu hai già fatto da maestro in un certo Esercito di nostra conoscenza, così ha deciso di affidarti i meno esperti, lasciando a me il solo compito di supervisionare quelli che se la sanno già cavare.”

L’amico la guardò storto. “A me sa un po’ di fregatura. Comunque… come va con Ron?”

“Bene. Mi sta sempre vicino, pronto a farmi gentilezze. Sta diventando insopportabile, non vedo l’ora che torni come prima.” Si sorrisero complici, poi lei continuò un po’ più seria. “No, comunque abbiamo chiarito, e da quello che mi ha detto a cena, forse ha capito che nelle mie parole qualcosa di vero c’era. Infatti è sceso prima, voleva parlare con Lavanda, per vedere come stava e per cercare di schiarirsi le idee, anche se secondo e ce l’ha già abbastanza chiare… E tu, con Ginny?”

Harry spostò lo sguardo verso il camino spento. Si passò una mano tra i capelli imbarazzato, facendo un sorriso un po’ triste. “Lo sai come va con Ginny. Non posso permettere a nessuno di avvicinarsi più di tanto a me, tantomeno a lei. Voldemort sa perfettamente come farti del male, e lui ha già troppe armi a disposizione per farlo, non posso fornirgliene delle altre.”

Lei gli diede un leggero colpetto sul braccio in segno di comprensione. “Capisco, Harry. Sappi solo che lei sembra molto presa da te, quindi cerca di non essere troppo duro con lei.”

“Lo so, Hermione. Stai tranquilla. Dai, ti lascio finire di fare la borsa, altrimenti arriverai in ritardo, maestra, anzi, supervisionatrice!” le diede una giocosa spintarella.

“Spiritoso!”

 

Mentre Hermione e Harry continuavano a scherzare, Ron e Lavanda avevano raggiunto l’aula dell’esercitazione. Una volta entrati, continuarono il discorso iniziato, non senza titubanze, durante il tragitto.

“Ti chiedo scusa per aver usato l’Aquamoris su di te, ma ti ripeto, avevo davvero il terrore di perdere anche l’ultima speranza…” Lavanda sembrava sull’orlo delle lacrime, e Ron si affrettò ad avvicinarsi per consolarla. Le prese una mano dicendo “Forse hai un po’ esagerato, ma… credo che alla fine a qualcosa quel filtro sia servito… è grazie all’Aquamoris che ho capito che la mia storia con te forse non poteva dirsi del tutto chiusa…”

Lavanda alzò la testa di scatto per poter guardare Ron negli occhi. “Che… che cosa stai cercando di dirmi, Ron?”

Il ragazzo divenne un peperone. “Non-non lo so neanche io, in realtà. Tu mi piaci, e molto anche, ma adesso Hermione a bisogno che io le stia accanto, ma io… no, non fare così, Lavanda…”

La ragazza aveva riabbassato il viso, e tentava di nascondere gli occhi gonfi di lacrime con i capelli. Ron le prese il viso tra le mani. “Hai frainteso… quello che tentavo di dirti è…”

“Quello che tentava di dirti è che tenere il piede in due staffe non è una passeggiata, e ha bisogno di un po’ di tempo per organizzarsi, non è vero, Weasley?” la voce dura di Draco provenne da un angolo in fondo alla sala. Ron si girò di scatto. “Che diavolo ci fai tu qui?! Ci stavi spiando?”

“Io non stavo spiando proprio nessuno. La sala è grande e ben illuminata. Se vuoi fare certi discorsi, ti consiglio di guardarti bene intorno prima e di non scegliere un posto in cui hanno appuntamento altre sei persone.” La porta alle spalle dei due Grifondoro si aprì. “Ecco, appunto.”

Blaise, Pansy, Colin, Calì e Hermione fecero il loro ingresso nella sala. Dopo un rapido sguardo ai due ragazzi piuttosto nervosi, e a Lavanda quasi in lacrime, Hermione chiese con tono autoritario. “C’è qualche problema, qui?”

Draco rispose acido. “Per me nessuno, forse per te qualche problema invece potrebbe esserci…”

Senza dare troppo peso alla frase sibillina del ragazzo, Hermione si spostò al centro della sala. “Dai, ragazzi. So che non è piacevole avere compiti extra, ma ci toccano, quindi dividiamoci secondo le coppie scelte da Vitius, e se posso aiutarvi in qualche modo, chiedete pure. Da adesso in poi, abbiamo un paio d’ore. Iniziamo con incantesimi semplici, mi raccomando. Buon lavoro.”

Quando ogni coppia fu pronta al loro posto, furono sfoderate le bacchette.

A Draco fece uno strano effetto vedere di nuovo Hermione davanti a sé, soprattutto sapendo quanto fosse diversa dall’Hermione così intraprendente del suo sogno. Si distrasse abbastanza da non accorgersi che l’esercitazione era partita: infatti le sue gambe iniziarono a muoversi contorcersi contro la sua volontà, costringendolo ad un ridicolo balletto. Il ragazzo puntò la bacchetta contro le sue gambe, mormorando il contro incantesimo e si rivolse ad una soddisfatta Hermione. “Ma brava... attacchiamo senza preavviso, e meno male che voi Grifondoro dovreste essere famosi per la vostra lealtà.”

“In un combattimento serio non hai tempo per perderti nelle tue perverse fantasticherie, Malfoy. Quindi se non vuoi finire con il sedere per terra, ti conviene concentrarti. Pietrificus totalus!”

Ma Draco adesso era pronto. “Protego.” Mentre scansava la fattura che si era riflessa contro la difesa di Malfoy, Hermione diede un deciso colpo di bacchetta e la terra sotto Malfoy tremò fino a farlo finire a terra. Un sorriso di trionfo le illuminò il viso. “Ti avevo avvertito.”

“Attacchiamo anche con incantesimi non verbali, e meno male che dovevamo partire da incantesimi semplici… vedo che il periodo passato in mia compagnia ha sortito qualche effetto…”

“Stai dicendo una marea di sciocchezze! Io non sono come te, sei finito a terra non perché sono stata sleale ma perché sei distratto!” La provocazione di Draco l’agitò abbastanza da non riuscire a prevedere la sua mossa. Mentre si stava alzando infatti lui mormorò “Diffindo.” e la gonna di Hermione fu strappata a metà coscia, mostrando una bella porzione di gambe.

La ragazza arrossì di colpo. “Repar-”

“Evanesco.” Draco fu più veloce e il pezzo di stoffa svanì nel nulla. Gli occhi di Hermione lo fulminarono letteralmente e Draco in risposta gli fece un sorriso storto. “Hai iniziato tu, mia cara…”

Hermione raccolse la sfida e iniziarono a scagliarsi contro ogni tipo di fattura, senza che nessuno dei due riuscisse ad avere il sopravvento sull’altro. Draco però per un attimo fu distratto da Lavanda che finì a terra accanto a lui. Ron corse subito a soccorrerla, tutto preoccupato.

“Ti sei fatta male?” l’aiutò ad alzarsi facendola appoggiare su di sé.

Hermione intanto ne approfitto per fare un complicato gesto con la mano, Draco riportò l’attenzione su di lei proprio mentre pronunciava “Rictusempra.”

Draco fece appena in tempo a articolare “Protego.” che Hermione, trionfante, fece un altro giro di polso urlando “Oppungo!”

Il ragazzo, all’inizio non capì a cosa si riferisse, ma poi mentre schivava un piccolo proiettile giallo realizzò: quando si era distratto, lei doveva aver fatto comparire qualcosa, e il Rictusempra era solo un modo per distrarlo ulteriormente e riuscire a farlo attaccare.

 

E’ così, eh?! Ora ti aggiusto io!

 

Mentre faceva scomparire ad uno ad uno i canarini di Hermione, prima di far evanescere l’ultimo lanciò un incantesimo non verbale contro la ragazza. La Grifondoro lo guardò senza avere il tempo di reagire e prima di rendersene conto, si ritrovò bloccata. Intanto, prima di sparire, l’ultimo canarino ebbe il tempo di scendere in picchiata su Malfoy, facendogli un profondo graffio sulla guancia sinistra. Si toccò il volto togliendo la goccia di sangue che era scesa dalla piccola ferita e si avvicinò alla ragazza immobile.

“Guarda che mi hai combinato, piccola strega.” Le mostrò il sangue, prima di portarsi il dito alla bocca e leccarlo via. Quel gesto fece scendere un lungo brivido lungo la schiena di lei, mentre lui intanto si avvicinava sempre più, fissandola dritto negli occhi. “Scommetto che sei curiosa di sapere che tipo di incantesimo ti ho lanciato, vero? Bene, ti accontento… è un blando incantesimo di controllo della mente. Come mai sei così rigida? Oh, già. Aspetta.” Le fece un sorriso dispettoso e con un rapido gesto, Hermione non si sentì più bloccata come prima, ora i muscoli erano rilassati. “Ecco, così va meglio… naturalmente non puoi ancora camminare, o puntarmi una bacchetta contro, ma almeno non sembri un albero. Sappi che non ho soggiogato completamente la tua volontà… Se ti sentissi davvero in pericolo o stessi facendoti qualcosa che davvero non vorresti che ti facessi, potresti liberamente scappare via. Ad esempio…” ormai era ad un passò da lei, si abbassò e continuò a parlarle sussurrando vicino l’orecchio. “Se questo non ti piacesse, potresti fermarmi in ogni istante…” scese contro il suo collo. “Dovresti vederti, con le gambe scoperte e gli occhi che brillano dall’eccitazione per il nostro scontro, sei… sei così...” Respirò a fondo il suo lieve profumo. La pelle di Hermione era così tesa che non riusciva a capire se il calore che sentiva era solo il suo respiro caldo, oppure se la stava realmente carezzando con le labbra. Era così in balia delle sue emozioni che per nulla al mondo si sarebbe sottratta a quella sensuale sottomissione.

 

Quando gli ho permesso di coinvolgermi tanto da lasciami così indifesa alle sensazioni che mi suscita? Quando ho lasciato che mi innamorassi così di lui?

 

Draco tornò a guardarla dritto negli occhi, ora con uno sguardo cupo, dove per un attimo ad Hermione parve di scorgere un lampo d’ira. “Come puoi essere tanto intelligente e pure tanto sciocca?”

“A cosa ti riferisci?” la voce poco più di un sussurro.

“A chi, vorrai dire…”

Hermione capì al volo. “Perché ce l’hai tanto con Ron?”

Per un attimo Draco non rispose, come se volesse soppesare le parole, poi disse “Finalmente ti sei messa con il tuo stupido pezzente. Ora hai ottenuto ciò che volevi, no?”

“Ma io e Ron non-” provò ad interromperlo lei, ma lui non la fece finire. “E allora reclama il rispetto che ti deve, invece di farti trattare come una riserva.”

Hermione incominciava ad innervosirsi. “Ron non è affatto come lo dipingi tu, mi è stato davvero vicino in questo periodo. Tu non sai di cosa stai parlando-”

“Oh, io so perfettamente di cosa sto parlando.”

“E allora spiegamelo, perché non riesco proprio a capire.”

Per un istante pensò che stesse per dirle qualcosa, ma alla fine lo vide guardarla con sufficienza e lo sentì dire “Penso che pure le mattonelle del bagno di Mirtilla Malcontenta lo sappiano, se tu sei tanto cieca da non potere o non voler vedere cosa sta succedendo sono solo affari tuoi.”

La sua incoerenza fece irritare Hermione a tal punto che la ragazza, senza neanche rendersene conto, spezzò l’incantesimo di controllo e con un brusco movimento del polso fece finire Draco esattamente nel punto in cui avevano iniziato a duellare. “Se non vuoi dirmelo con le buone, lo scoprirò a modo mio. Legilimens!”

Draco, che non si aspettava una così fulminea reazione, fu investito in pieno dall’incantesimo. Un fiume di immagini riempirono la mente dei due; Hermione concentrandosi riuscì a rallentare quel flusso e frugare in uno dei ricordi che sembravano più recenti.

Sembrava di essere in uno dei corridoi che portano ai dormitori dei Serpeverde, dove Draco stava guardando con puro disprezzo una Pansy molto impaurita. La ragazza stava parlando velocemente e con voce tremante.

 

“Volevo farti capire quello che tutta la scuola ha capito! Quella sporca Mezzosangue muore appresso a Lenticchia, e tu continui a stare con lei! E’ da un po’ di tempo che sei strano, ma da quando hai incominciato a frequentarla sei irriconoscibile! Se non sapessi quanto tieni alla purezza del sangue, penserei che ti stai allontanando dall’Oscuro Signore… e tutto per quella sciacquetta!”

 

Mentre Draco ascoltava quelle parole, come un flashback altre parole si sovrapposero a quelle della ragazza creandogli un moto di ansia e preoccupazione.

 

“Ultimamente sei strano, Draco. Non sei più quello di un tempo, e adesso non vuoi neanche più diventare un Mangiamorte… qualcuno potrebbe pensare che stai prendendo la strada sbagliata, non so se mi spiego… Visti i tuoi voti, poi, la scusa di voler diventare Medimago potrebbe sembrare piuttosto stiracchiata, non credi?”

 

Ora il ragazzo stava elaborando febbrilmente una risposta per convincere definitivamente Pansy, ma Hermione non seppe mai cosa le disse, perché quel ricordo le sfuggi all’improvviso: evidentemente Draco stava cercando di contrastare il suo incantesimo, ma lei non si diede per vinta. Cercò di concentrarsi il più possibile, e il ricordo che le si parò davanti la spiazzò completamente: vide Draco tirare un pungo contro un albero, mentre lei stava scappando via, la sua mano sanguinante, un applauso lontano e una ragazza dai lunghi capelli lisci e rossi che si stava avvicinando verso di lui. Non riuscì a metterla bene a fuoco perché il ricordo stava lentamente svanendo, ma riuscì comunque a percepire le emozioni di lui, un misto di rassegnazione e rabbia.

Hermione tentò con tutti gi sforzi di rimanere in una posizione dominante, ma non era ancora molto pratica, e la stanchezza prese il sopravvento facendo ribaltare la situazione. Ora era Draco libero di frugare tra i suoi pensieri.

Vide Ron abbracciarla mentre le parlava sottovoce.

 

“… ti prego… permettimi di starti vicino per un po’. Dammi la possibilità di starti accanto in questi momenti, perché non posso pensare di vederti così e restare a guardare da lontano, senza fare niente.”

 

Vide gli occhi di Hermione riempirsi di lacrime, mentre l’ansia che pervadeva il ricordo parve sciogliersi, sostituita dal calore del conforto.

Senza aspettare di vedere il bacio che secondo lui sarebbe sicuramente seguito, provò a guardare in un altro ricordo.

Vide lui stesso, poco prima, quando l’aveva incastrata con l’incantesimo di controllo, mentre le parlava a fior di pelle; un improvviso pensiero di lei si espanse nel ricordo

 

Quando gli ho permesso di coinvolgermi tanto da lasciami così indifesa alle sensazioni che mi suscita? Quando ho lasciato che…

 

Ma non riuscì a sentire la fine perché Hermione, con le poche energie che le erano rimaste, riuscì a spezzare il Legilimes scagliando uno Schiantesimo. Il ricordo svanì dalla mente di entrambi. Draco ebbe giusto il tempo di vedere il raggio rosso partire dalla bacchetta di una affaticatissima Hermione, che senza pensare pronunciò “Protego.”

L’incantesimo si riflesse contro la sua protezione e colpì in pieno la ragazza, che perse i sensi cadendo a terra.

“Hermione!” Draco, che non aveva alcuna intenzione di colpirla, corse in suo soccorso.

Il rumore della caduta aveva attirato l’attenzione di Ron e Lavanda lì vicino, e anche loro accorsero per aiutare l’amica. Ormai non era rimasto quasi nessuno, ad eccezione di Pansy Parkinson che stava risistemando le sue cose; anche lei si avvicinò per vedere cosa fosse successo.

“Innerva.” Draco la vide riaprire piano gli occhi, ma sembrava confusa, forse per via dello sforzo che aveva subito per sostenere l’incantesimo. Lavanda si accostò a lei per aiutarla a sedersi e sorreggerla, mentre Ron si avvicinò affannato. “Hermione! Che è successo, come ti senti?” poi si rivolse a Draco, dandogli uno spintone. “Ma che ti è saltato in testa, eh?! Schiantarla a quel modo!”

“No, Ron… è stato… è stato un’incidente…” la voce debole della ragazza lo fece preoccupare ancora di più. Si alzò in piedi e guardò Draco dall’alto in basso. “Cosa credevi di fare, eh? Vuoi renderle la vita ancora più difficile di quanto non lo sia già?”

Anche Draco si alzò in piedi. Improvvisamente tutta la rabbia verso di lui si fece largo senza un motivo apparente. “Io le starei rendendo la vita difficile, eh?! E invece tu? Che prima le prometti di starle vicino e poi te la fai con la prima che ti capita.”

Sia Lavanda che Ron diventarono due pomodori. “La nostra vita privata non è affare che ti riguarda, hai capito?!”

“Mi riguarda eccome! Tu non fai altro che prenderla in giro!” Draco sembrava fuori di sé.

“No, non ti riguarda. Niente che riguardi Hermione ti riguarda in alcun modo! Non riuscirai ad usarla per i tuoi sporchi scopi, qualunque essi siano. Non ci provare neanche. Le devi stare lontano: lei non sarà mai tua, perché tu sei uno schifoso figlio di Mangiamorte e non ti meriti altro che finire ad Azkaban.”

Dei gridolini da parte delle ragazze precedettero un silenzio assoluto: Draco aveva tirato un pungo a Ron, prendendolo sotto l’occhio sinistro e facendolo cadere a terra.

“Forse lei non sarà mai mia, ma se ti azzardi a illuderla o farle ancora del male, giuro che ti ammazzo.” Senza aggiungere altro raggiunse la porta sbattendosela alle spalle.    

 

Sophie's space

Chi avrà letto la mia pagina autore nella sessione "Presentazione autori" del forum di EFP saprà il perché del mio ritardo... Spero che questo regalino di Natale vi sia piaciuto e sia riuscito un po' a farmi perdonare. Domani parto e torno verso il 10 Gennaio. In caso, lascerò comunicazioni nel forum, il topic si chiama "Autore: Sophie"

Ci rivediamo presto, e un saluto affettuoso in particolare a tutti quelli che mi seguono con tanto affetto!  Grazie...

Sophie

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Capitolo 23
*** Ricordi ***


“Mi riguarda eccome! Tu non fai altro che prenderla in giro!” Draco sembrava fuori di sé.

“No, non ti riguarda. Niente che riguardi Hermione ti riguarda in alcun modo! Non riuscirai ad usarla per i tuoi sporchi scopi, qualunque essi siano, non ci provare neanche. Le devi stare lontano, lei non sarà mai tua, perché tu sei uno schifoso figlio di Mangiamorte e non ti meriti altro che finire ad Azkaban.”

Dei gridolini da parte delle ragazze precedettero un silenzio assoluto: Draco aveva tirato un pungo a Ron, prendendolo sotto l’occhio sinistro e facendolo cadere a terra.

“Forse lei non sarà mai mia, ma se ti azzardi a illuderla o farle ancora del male giuro che ti ammazzo.” Senza aggiungere altro raggiunse la porta sbattendosela alle spalle.   

- Fine capitolo -

 

š›

 

 

 

Draco stava percorrendo a passi nervosi il corridoio per raggiungere il suo dormitorio, mentre si massaggiava il dorso della mano con il quale aveva appena colpito Ronald Weasley, dorso peraltro già provato dal pugno tirato contro il tronco dell’albero tempo prima. Non riusciva a credere a quello che aveva appena fatto, e non riusciva a dominare tutta la rabbia che gli era montata dentro.

Improvvisamente sentì una voce femminile ansante.

“Draco, ti prego, fermati!”

Il ragazzo la ignorò finché lei non lo raggiunse prendendolo per la manica e costringendolo a fermarsi. Il Serpeverde si voltò a guardare Pansy, che sembrava piuttosto turbata.

“Cosa vuoi?”

Lo sguardo era talmente rabbioso che per un attimo la ragazza si pentì di averlo seguito, ma poi si fece coraggio e l’affrontò:

“Draco, ma che ti è preso? Mi stai facendo paura.”

“Cosa vuoi?” ripeté lui, ora con tono più calmo, sempre fissandola.

“Non ti rendi conto di cosa hai fatto? Non ti ho mai visto perdere così il controllo… non ti ho mai visto prendere a pugni nessuno! Ti sei sempre servito della bacchetta per queste cose, hai sempre detto che le dispute babbane erano selvagge e… e poi… le parole che hai pronunciato…”

Il cervello di Draco iniziò a lavorare febbrilmente. Aveva fatto un errore, un grosso errore a comportarsi così davanti a Pansy, ma in quel momento non stava davvero ragionando. In quell’istante le uniche cose di cui era cosciente erano Ronald Weasley e la voglia irrefrenabile di farlo a pezzi. Doveva trovare una scusa adeguata al suo comportamento, e subito.

Pansy, vedendo che Draco non dava cenno di risposta, continuò “Non ti ho mai visto comportarti così. Sembra quasi che tu ti sia innamorato di lei.” 

Draco le diede le spalle, mentre un silenzio pesante cadeva su di loro. Improvvisamente però fu rotto dalla risata sommessa del ragazzo, che piano piano crebbe fino a rimbombare contro i muri.

“Davvero? Sembrava davvero che fossi in qualche modo affezionato a quella Mezzosangue?” pronunciò le parole con un sorriso cinico, poi continuò sottovoce, quasi come se stesse parlando a sé stesso. “Allora ci sono riuscito…”

Quando si girò nuovamente verso di lei notò che Pansy tuttavia lo guardava ancora con sospetto. Infatti la ragazza disse “Sì, ma era più che una semplice sensazione, Draco. Non sono così stupida come sembro. Non me la darai a bere.”

“Oh, lo so, lo so… E’ inutile raccontarti ancora bugie, ed è per questo che ho deciso di metterti a parte dei miei piani.” L’espressione della ragazza non era mutata di molto, ma si vedeva che un pizzico di curiosità l’aveva pervasa.

“Piani?”

“Sì, Pansy. Piani. Ma questo corridoi non mi sembra abbastanza sicuro. Dovremmo trovare un momento più opportuno. Ho avuto la netta impressione che ci fosse un’ombra dietro quell’angolo.”

“Ne sei sicuro? Io non ho notato nulla. Aspetta, vado a controllare.”

Appena la ragazza le diede le spalle, Draco fu rapido a puntarle contro la bacchetta.

“Confundus.” 

Lei si immobilizzò immediatamente, assumendo un’espressione un po’ persa.

“Prima o poi la tua curiosità ti ucciderà. Scusami, Pansy. So perfettamente che non sei stupida ed è proprio per questo che ho dovuto farlo. Non ce l’hai con me, vero?”

Pansy scosse la testa, mansueta.

“Brava ragazza. Comunque tutta quella scena di prima, il pugno e tutto il resto, era per impressionare la Mezzosangue e convincerla a tornare con me. Sono stato convincente, vero?”

Fece di sì con la testa.

“Purtroppo non credo funzionerà, per colpa di Weasley, è chiaro. Ma ne troverò un’altra per le ripetizioni, l’importante è che tu sappia che non facevo sul serio stasera. Lo sai quanto io odi i Mezzosangue, e quella in particolare. Non potrebbe mai e poi mai piacermi, giusto?”

La ragazza fece di nuovo un segno affermativo.

Draco la guardò un attimo pensieroso e poi aggiunse. “In ogni caso, sai che non potrebbe piacermi, visto che anche se non lo do a vedere, tu sai che in fondo sei l’unica ragazza con cui voglio stare, giusto?”

Pansy fece di nuovo di sì, ora con un vago sorriso.

 

Forse ho calcato un po’ la mano… pazienza, l’importante è che non parli.

 

Le lanciò un ultimo sguardo prima di dirigersi di nuovo verso i dormitori, lasciandola lì, impalata e felice a sorridere al muro come un’ebete.

 

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

 

Hermione si girò per l'ennesima volta nel suo letto. Ogni volta che provava a chiudere occhio voci, ricordi e immagini le riempivano la testa impedendole di dormire. Ormai erano passati un paio di giorni da quando c'era stata la prima esercitazione, ma gli avvenimenti accaduti in quel frangente non le davano pace. Per l'ennesima volta quella sera si trovò a fissare il soffitto del suo letto a baldacchino.

 

Chissà che ore sono... è inutile rimanere qui, tanto vale alzarsi

 

Hermione scostò piano le tende del suo letto e come si aspettava la stanza era ancora in penombra: non era ancora l'alba. Con l'aiuto della bacchetta raggiunse il suo baule, osservò per un attimo le sue compagne di stanza che dormivano e poi molto silenziosamente si vestì , raggiunse la porta e scese nella Sala Comune.

Naturalmente la stanza era vuota. Accese con un colpo di bacchetta il cammino, raggiunse la sua poltrona preferita sprofondandoci dentro e, lasciando vagare lo sguardo nel cielo che iniziava a striarsi di azzurro, si immerse nuovamente nei pensieri che quei giorni sembravano non volerle dare pace.

 

È inutile... non riesco a fare a meno di pensare a quelle immagini... perché Draco aveva tirato quel pugno contro l'albero quella volta? E chi era la ragazza con i capelli rossi? Sembrava soddisfatta di quello che era appena successo…

 

Iniziò a tormentarsi una ciocca di capelli, quella mattina più ricci che mai.

 

Magari… magari non voleva dirmi quelle cose… forse ha avuto qualche buona ragione, forse aveva paura che quella ragazza ci vedesse insieme e…

Ma cosa sto dicendo. I miei sentimenti per lui stanno di nuovo offuscando la mia capacità di giudizio. Quando mi ha detto quelle cose era convinto, mi ha guardata dritto negli occhi, senza fare una piega. Freddo come non lo era da tanto. Eppure…

 

Si rannicchiò meglio contro lo schienale, mentre il cielo si faceva sempre più chiaro. Per un attimo le tornò alla mente l’incantesimo che l’aveva bloccata durante l’esercitazione, le parole che le aveva sussurrato, il tono con cui le aveva pronunciate, e un brivido caldo improvvisamente la percorse.

 

Dio, quanto sono stupida! Come diavolo ho fatto ad innamorarmi di uno così!

 

Diede un pugno contro il cuscino, forse un po’ troppo energico per sistemarlo e basta.

 

E poi, chissà come gli è saltato in mente di prendere a pugni Ron. Io ero così debole che ho capito molto poco di quello che è successo intorno a me…

 

Continuando a fare congetture, piano piano, senza neanche accorgersi, prese finalmente sonno.

 

Dopo quelli che sembrarono cinque minuti, qualcuno la scosse delicatamente.

“Hermione, cosa fai qui? Se non scendi, non troverai niente per colazione.”

La ragazza aprì lentamente gli occhi, maledicendo mentalmente Lavanda per aver interrotto il suo tanto sospirato riposo. Poi, cercando di assumere un tono educato, disse “Magari avevo intenzione di farla più tardi, visto che stavo dormendo.”

Lavanda non sembrava scoraggiata dalla sua risposta un po’ acida, le fece un sorriso e le rispose “E’ quello che ho pensato quando sono scesa prima, e quando sono tornata dalla Sala Grande, ma visto che ormai sono le undici, pensavo che fosse il caso di dirti qualcosa.”

“Le undici?!” Effettivamente era un po’ tardi ormai per fare colazione, e l’ansia che quei giorni le attanagliava lo stomaco la fece desistere del tutto. “Non importa… mangerò qualcosa a pranzo. Comunque grazie, Lavanda.” Si rilassò di nuovo contro lo schienale imbottito.

“Figurati.” Era dal giorno dell’esercitazione che la ragazza non faceva altro che gironzolarle intorno, pronta a farle gentilezze, e ormai Hermione aveva maturato il sospetto che volesse chiederle qualcosa. Infatti, dopo un qualche secondo di titubanza, Lavanda si sedé sul bracciolo della poltrona e mormorò. “Hermione, potrei parlarti?”

Hermione alzò mentalmente gli occhi al cielo.

 

Era ora…

 

“Ma certo, Lavanda. Dimmi.”

“Io… io volevo chiederti scusa per tutto quello che è successo tra noi. Ron mi ha detto che sei stata tu a fargli notare come stavo male senza di lui. Anche se non ti interessava più, potevi tenertelo per te, invece dopo tutto quello che ti ho detto, l’hai avvicinato a me, grazie.”

Hermione, che non si aspettava affatto delle scuse, rispose un po’ imbarazzata. “Io ci tengo alla felicità di Ron, e sapevo che in fondo lui voleva stare con te, tutto qui. Non c’è bisogno di ringraziarmi.”

Si sorrisero per un attimo, poi Lavanda aggiunse “Volevo anche scusarmi per le cose orribili che ti ho detto in infermeria… anche perché, dopo quello che è successo l’altro giorno, come potrei dubitare che ci tiene davvero a te?”

Ora Hermione era confusa. “A cosa ti riferisci, scusami?”

Il sorriso di Lavanda si allargò, diventando più malizioso che mai. “Ma dai… non far finta di non capire! Mi riferisco a Malfoy, ovviamente!” Diventò improvvisamente seria e cercando di imitare la voce di Draco, disse “Se t’azzardi ancora a farle del male, giuro che ti ammazzo.” Riprese a ridacchiare, e tornando al suo tono di voce normale continuò “Oddio, io pagherei per avere un uomo che mi pronunci parole del genere… e dovevi vedere la faccia di Pansy quando l’ha sentito! E’ diventata verde dall’invidia!”

Il chiacchiericcio di Lavanda continuava imperterrito, ma Hermione ormai aveva smesso di ascoltare.

 

Se t’azzardi ancora a farle del male, giuro che ti ammazzo…

 

Senza poter far nulla per impedirlo, a sentire quelle parole, una flebile speranza le si accese nel profondo dell’anima.

“… che dici, Ginny me lo farà?”

Hermione, sbatté un attimo le ciglia per tornare in sé, cercando di prestare nuovamente attenzione a Lavanda. “Scusa, mi ero distratta, dicevi?”

“Dicevo se secondo te Ginny accettava di farmi un ritratto. Vorrei fare una sorpresa a Ron e nasconderglielo nel baule…”

Hermione rise. “E’ un’idea molto carina, Lavanda, ma non credo che Ginny sia la persona più adatta per farti un ritratto. E ‘ una frana in queste cose, ma puoi provare con Dean.”

Lavanda la guardò sorpresa. “Ma che dici… forse sei confusa, guarda che Ginny è bravissima!”

Hermione, che si ricordava perfettamente il disegnino che aveva fatto Ginny sul suo bigliettino di Natale, ora sembrava piuttosto spaesata. “Ma ne sei sicura?”

“Ma certo! Ho visto con i miei occhi il suo album da disegno… C’era un paesaggio meraviglioso, e poi aveva disegnato degl’occhi che sembravano veri!”

 

Un album da disegno?

 

“Guarda, se non mi credi, chiedilo direttamente a lei, sta scendendo adesso le scale del dormitorio. E ha anche il suo album con sé.”

Mentre Hermione voltava lo sguardo per vedere Ginny che si avvicinava verso di lei, un’altra immagine le si sovrappose, con gli stessi capelli e lo stesso modo di camminare: l’immagine della ragazza dei ricordi di Draco.

 

Ma allora era lei…

 

Senza neanche pensarci si alzò di scatto, si diresse a grandi passi verso Ginny, l’afferrò per un polso e la trascinò senza tanti complimenti fuori dalla Sala Comune.

“Ehi, Hermione, ma che ti è preso… guarda che mi stai facendo male…”

Ma Hermione non le rispose fino a quando non trovò un’aula vuota. Dopo esserci entrate, chiuse la porta e con lo sguardo ridotto a due fessure, si rivolse all’amica.

“Che cosa hai detto a Draco?”

Lì per lì la ragazza era talmente sorpresa che non trovò subito le parole per rispondere, così Hermione fu costretta a ripetere la domanda.

“Ginny, cosa hai detto a Draco, e perché hai il suo album?” aggiunse indicando il blocco che l’altra teneva fra le mani.

“Hermione, l’ho fatto solo perché ero preoccupata per te!”

“Non ci posso credere, allora eri davvero tu quella ragazza!” Ignorando il suo sguardo interrogativo, continuò “Voglio sapere cosa gli hai detto. Che hai fatto, gli hai rubato l’album per ricattarlo?”

Ginny si avvicinò di un passo. “ No, Hermione! Non l’ho rubato… l’ha trovato Lavanda per terra la mattina che ti è venuta a trovare in infermeria, così le ho detto che era mio per farmelo dare, per poi poterlo restituire a te, ma…”

“Ma?”

Proseguì con molta titubanza. “Ma poi… ti ho visto così coinvolta… troppo coinvolta. Avevo paura che Malfoy se ne accorgesse e si approfittasse di te, così ho pensato di tenere l’album per…” abbassò lo sguardo per la vergogna. “Sì, per ricattarlo.”

Hermione la guardò con occhi spalancati. Ginny proseguì con più animo. “Tu non capisci! E’ così palese che lui ti interessa che Malfoy non poteva non accorgersi della tua cotta. Ti avrebbe usata! Ti avrebbe fatto credere che ti ricambiava per riuscire ad ottenere la tua fiducia, e informazioni utili a Tu Sai Chi! Non potevo permettergli di arrivare a tanto, non potevo permetterti di  mettere in pericolo Harry!”

L’amica, che aveva preso a camminare furiosamente avanti e indietro per frenare la rabbia, improvvisamente si fermò di colpo. “Mettere in pericolo Harry? Allora è per questo che l’hai fatto, perché avevi paura che gli rivelassi informazioni preziose?” Si avvicinò anche lei, fissandola con incredulità. “Davvero mi credi tanto ingenua, Ginny? Tanto stupida? Sappi che mai e poi mai rivelerei alcunché che possa mettere in pericolo uno di voi, in special modo Harry. Non pensavo mi ritenessi così inaffidabile.”

Gli occhi di Ginny si riempirono di lacrime. “Lo so, Hermione. Davvero, credimi… è solo che ero preoccupata, sono preoccupata, preoccupata da morire. E quando ho avuto quest’album tra le mani ho perso la testa.” Continuò con un filo di voce, spezzata dal magone che aveva in gola. “E’ solo che sono così in ansia per lui… per Harry… ho paura. Ho paura che non avremo mai l’occasione per stare insieme…”

Ad Hermione si spezzò il cuore, non solo perché vedeva veramente di rado Ginny piangere, ma anche perché il tono di voce che aveva usato era davvero straziante. L’abbracciò con dolcezza, cercando di calmarla.

“Ti capisco, Ginny. Ma non devi avere così paura per lui. Ricordati che Harry è un osso duro e soprattutto, noi non gli permetteremo di morire tanto facilmente, giusto?”

Ginny rispose al sorriso incoraggiante dell’amica, asciugandosi le lacrime. “Giusto.” Poi tornando seria, aggiunse. “Senti, mi dispiace davvero per quello che è successo… non avevo alcun diritto di immischiarmi così nella tua vita privata, ma non ero preoccupata solo per quello  che avresti potuto rivelargli su Harry. Pensavo davvero che Malfoy avesse brutte intenzioni nei tuoi confronti, e vedendoti con lui, avevo paura che ci saresti rimasta male alla fine, come con mio fratello…”   

“Pensavi? Ora non lo pensi più?”

Ginny assunse un’aria pensierosa. “Ne ero davvero convinta. Quando l’ho minacciato con il blocco da disegno affinché ti lasciasse in pace mi aspettavo che mi ridesse in faccia, che si opponesse, o qualcosa del genere, e invece l’ha fatto senza protestare neanche un po’. Quando gli ho chiesto la motivazione, è stato evasivo… Mi ha detto chiaro e tondo che ti aveva allontanata per suo volere e non per una mia richiesta, ma anche se l’aveva fatto con decisione, aveva un’aria strana dopo, quasi… triste.” Hermione ripensò al pugno che Draco aveva tirato contro il tronco, dopo averle parlato, e il filo di speranza che le aveva acceso Lavanda poco prima, divenne sempre più forte suo malgrado. Intanto Ginny riprese il suo discorso. “Quando sono tornata su in camera, il suo comportamento mi ha spinta ad osservare meglio quei ritratti, e improvvisamente mi sono sembrati troppo intensi, i tratti erano tracciati con troppa cura per essere solo un trucco.”

“Scusami, ma quali ritratti?”  

“I tuoi… quelli che sono qui dentro.” Vedendo l’espressione incredula di Hermione, Ginny la guardò con tanto d’occhi. “Non li hai visti?! E io che pensavo che li avesse usati per lusingarti e convincerti della sua buona fede… ero proprio fuori strada…”

Hermione continuava a guardarla come se le avesse appena detto che Piton e la McGranitt si erano baciati, senza riuscire a proferire parola, così Ginny le sorrise dolcemente.

“Da tutto quello che è successo, e da quello che mi ha detto Lavanda su cosa ha detto l’altro giorno, penso di aver fatto un enorme errore di valutazione su Malfoy. Forse è davvero cambiato, forse ci tiene davvero a te. E visto quanto tu tieni a lui, dovresti proprio parlargli.”

Finalmente Hermione si scosse, e un lieve rossore le colorì le guance. “E chi ha detto che tengo a lui, scusa?” Ginny le lanciò un’occhiata eloquente che Hermione ignorò. “E poi è dall’esercitazione che non riesco neanche a incrociarlo per i corridoi, figurati se accetterebbe mai di rivolgermi la parola.”

Il sorriso di Ginny si allargò. “E tu dagli una buona ragione per volerti parlare, no?” E le mise in mano, senza tanti complimenti, il fatidico album da disegno. “Così mi eviti anche di doverglielo ridare io! E poi… è un peccato se non dai neanche un’occhiata a quei disegni. Sono magnifici. Mi raccomando, fatti valere!”

Le strizzò l’occhio, e senza darle modo di replicare, lasciò come un razzo la stanza, lasciando Hermione con una mano a mezz’aria nel vano tentativo di fermarla.

Quando la porta si richiuse, Hermione si appoggiò su uno dei banchi vuoti sospirando sonoramente, e mentre si rigirava tra le mani il blocco da disegno, tutti gli strani comportamenti di Draco le affollarono la mente.

 

Possibile che mi abbia davvero disegnata qui sopra…?

 

Deglutendo a fatica, decise che c’era solo un modo per scoprirlo: aprì l’album e iniziò a sfogliarlo con mani tremanti. Vide i disegni che aveva già visto, superò il ritratto di Narcissa Malfoy e altri paesaggi, fino a quando arrivò ad una pagina interamente vuota se non per lo schizzo di due occhi tristi, ombrati da lunghe ciglia. Quando girò pagina, arrossì vistosamente, con il cuore a mille. C’era lei, distesa su un divano mentre dormiva, con i capelli sparsi sul bracciolo del divano, e una mano sotto al viso un po’ imbronciato. I tratti erano indefiniti, il che faceva intuire che non si trattasse di un vero e proprio ritratto, quanto più uno schizzo nato sul momento, in ogni caso comunicava un certo non so che. Nella pagina successiva c’erano altri disegni di occhi, i suoi occhi, ridenti, tristi, provocanti, rabbiosi. Quando girò nuovamente pagina ebbe un altro tuffo al cuore: era un altro suo ritratto solo che questo era così curato, così dettagliato nei minimi particolari, da renderlo quasi reale. Anche qui Hermione stava dormendo con la mano sotto la guancia, ma aveva un’espressione rilassata, con i capelli leggermente increspati intorno al viso, le lunghe ciglia e la bocca semidischiusa. L’aveva resa così innocente e così bella che Hermione stentava a riconoscersi, anche se era inequivocabilmente lei.

Senza volerlo, una domanda che aveva fatto a Draco la prima volta che aveva avuto quell’album tra le mani, le salì alla mente.

 

“Perché non c’è nessun altro ritratto?”

“Perché ritraggo solo persone a cui tengo particolarmente…”

 

Se possibile arrossì ancora di più, ma quel ricordo le fece prendere una decisione. Chiuse di scatto il blocco e decise che avrebbe parlato con lui ad ogni costo.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Noi due dobbiamo parlare…

So che tu non hai nessuna intenzione di farlo, ma ti do delle motivazioni che sono sicura saranno più che sufficienti: 1) Mi devi delle spiegazioni per il tuo comportamento; 2) Ginny mi ha chiesto gentilmente di restituirti il tuo blocco da disegno; 3)  Il nostro accordo ancora non è stato rotto.

Quindi più che un invito, consideralo un ordine…

 

Ti aspetto entro mezzanotte nella Stanza delle Necessità. Se decidi di non venire, il contratto si attiverà, e aspettati delle conseguenze adeguate.

 

 

Draco guardò per l’ennesima volta quel foglietto di carta che gli era arrivato poco dopo l’ora di cena senza ancora aver preso una decisione, anche se aveva poco da decidere.

 

Maledetto contratto, e maledetto me il giorno che l’ho firmato…

Piccola strega, mi hai decisamente incastrato. Chissà di cosa vorrà sapere…

L’unica cosa che posso fare è andare e risolvere la faccenda al più presto.

 

Si passò una mano tra i capelli, in un gesto di frustrazione, prima di infilare la giacca della divisa e uscire dal ritratto della Sala Comune per dirigersi a grandi passi verso il settimo piano.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

Le 23e30…

 

Hermione ormai aveva preso a guardare l’orologio ogni quarto d’ora. Sapeva che Draco non si sarebbe precipitato lì non appena ricevuto il biglietto, ma ormai temeva che non sarebbe più venuto.

 

Ma cosa mi è saltato in mente di chiedergli di vederci? Che cosa gli dico, poi!? Mannaggia a me e quando seguo i consigli di Ginny… Dio, come sono agitata…

 

Lanciò un’occhiata alla tazza che si era fatta portare su almeno un’ora prima da Dobby: lei odiava costringere quei poveri elfi domestici a servirla, Dobby in special modo, data la fierezza con cui ostentava la sua libertà, ma quella sera aveva davvero bisogno di qualcosa che la calmasse, così aveva chiesto aiuto a lui, ma in qualità di amico, non di elfo domestico. Quando Dobby aveva sentito la parola ‘amico’, si era profuso in inchini tra lacrime e sorrisi, e le aveva immediatamente portato su una tazza con dentro un liquido ambrato che Hermione non riconobbe. Dobby le assicurò, prima di tornare ai suoi compiti di elfo stipendiato, che era un rimedio infallibile contro qualsiasi tipo di ansia.   

Hermione afferrò la tazza e senza pensarci su troppo, ne bevve a grandi sorsi almeno la metà. Quando quel liquido dallo strano tepore raggiunse la gola, sembrò improvvisamente prendere fuoco, diffondendole calore in tutto il corpo e provocandole un violento attacco di tosse.

Proprio mentre stava tossendo a più non posso, la porta si aprì e Draco fece il suo ingresso nella stanza. La guardò per buoni cinque minuti con un sopracciglio alzato.

“Che c’è, Granger, mi hai chiamato qui per attaccarmi qualche strano virus babbano?”

Solo quando sentì la sua voce si rese conto che Malfoy era arrivato. Tra un colpo di tosse e l’altro, cercando di soffocarla rispose indicando la tazza. “Ah, ah… spiritoso… E’ colpa di quella robaccia che ho bevuto.”

Draco si avvicinò, prendendo in mano la tazza, e facendo roteare il liquido dai riflessi ambrati che era rimasto.

La portò all’altezza del naso per sentirne l’odore e disse “Non pensavo che bastasse un po’ di Whiskey Incendiario per metterti k.o., Granger. A saperlo prima…”

Sentendosi improvvisamente ridicola, cercò di riacquisire il controllo facendo dei respiri profondi. Guardandola così rossa in viso, con le lacrime agli occhi e i capelli arruffati, Draco non poté fare a meno di sorridere.

Intanto Hermione si era ripresa e stava maledicendo mentalmente il povero Dobby.

 

E questo avrebbe dovuto calmarmi?! Ora, oltre ad essere più agitata di prima per questa bella figura che ho fatto, mi gira anche la testa…

 

Alzò gli occhi in direzione di Draco, che nel frattempo era tornato impassibile e ora la stava guardando dall’alto in basso.

“Allora, Granger? Se hai finito, io vorrei indietro il mio album.”

“Non così in fretta… prima mi devi delle spiegazioni.”

 “Che cosa vuoi? Che mi scusi perché ho preso a pugni il tuo ragazzo? Bhe, non lo farò, quindi restituiscimi l’album, strappa quel maledetto contratto e lasciami in pace.”

“Non voglio sapere solo quello, voglio sapere anche come mai hai deciso di cambiare così atteggiamento  nei miei confronti.”

Draco assunse tono annoiato. “Ancora?! Mi sembrava che avevamo già chiarito quel punto, o sbaglio? Mi stavo solo divertendo…”

Hermione lo interruppe scuotendo la testa, e avvicinandosi disse. “Stai mentendo. Ho riconosciuto la ragazza che ho visto nei tuoi ricordi: era Ginny. Mi ha detto che è stata lei a chiederti di allontanarmi da te.”

Ma Draco era preparato, e senza neanche guardarla in faccia, ribadì “La tua amichetta non ha fatto proprio niente, mi ha solo dato l’idea. Era da un pezzo che volevo liberarmi da questo contratto; ormai tu e il tuo Pel di Carota stavate diventando un po’ troppo fastidiosi per i miei gusti.”

Hermione si aggrappò alla sua giacca per attirare la sua attenzione e costringerlo a guardarla negli occhi. “Non è vero! Ti ho visto mentre tiravi quel pugno contro l’albero! Perché l’avresti fatto allora? Non è vero che non ti importa niente di me!”

Finalmente lui si decise a guardarla, ma i suoi occhi la gelarono e invece di risponderle, sibilò duramente. “Ancora non hai capito che per me sei meno di niente? Non mi toccare…”

Hermione, ferita da quell’atteggiamento, lasciò andare la giacca, ma non si allontanò. Abbassò lo sguardo e ripeté sommessamente “Non è vero…” quelle parole dure e quello sguardo freddo furono come una doccia fredda per lei.

Draco la guardò per un attimo in silenzio, mentre stava a testa china di fronte a lui. Poi per un secondo chiuse gli occhi prima di parlare di nuovo. “Allora se hai finito di seccarmi, ridammi il mio blocco e chiudiamo questa storia. Stai diventando ridicola.”

Hermione si voltò di scatto e raggiunse la borsa, ci frugò dentro fino ad estrarne l’album di Draco. Quando l’ebbe di nuovo tra le mani però, improvvisamente si ricordò di quei ritratti così belli che lui le aveva fatto e questo, insieme al Whiskey che stava iniziando a fare effetto nel calmare i suoi nervi, le diede nuovo vigore: si era lasciata atterrire dal tono di lui, ma non aveva intenzione di mollare tanto facilmente. Infatti prese il coraggio a due mani, e mentre restituiva l’album al suo proprietario, ribadì “Non è vero che non ti importa niente di me.”

Draco la guardò incredulo negli occhi. “Quanto sei testarda! Che diavolo devo fare per farti capire che sei solo un fastidio per me?! Perché diavolo sei così convinta di quello che dici?”

Un guizzo balenò negli occhi di lei. “Perché ci sono anche io in quell’album.”

Draco per un istante si ritrovò completamente spiazzato. Era ovvio che Ginny le avrebbe detto del contenuto dei suoi disegni, ma non ci aveva proprio pensato. Il suo disorientamento però durò solo qualche istante. Infatti la guardò sprezzante prima di dire “Hai un viso interessante per essere una Mezzosangue, lo ammetto, ma è tutto qui.”

“Non è vero che è tutto qui! Tu stesso mi hai detto quanto tieni a quell’album… non mi avresti disegnata lì sopra se non…” si interruppe imbarazzata.

Draco la incalzò “Se non cosa, Granger? Se non fossi davvero importante per me o qualche sciocchezza del genere?” le rise in faccia. “Vedo che le mie balle te le sei bevuta proprio tutte! Era solo un modo per raggiungere la tua fiducia, per farti credere che anche io ho un animo nobile” calcò volontariamente le ultime due parole per dargli una sfumatura di ridicolo, prima di ridere ancora di lei. Ma Hermione lo prese di nuovo per un braccio alzando la voce “Non è vero! Non ci credo!”

Smise di ridere e la guardò di nuovo storto “Ti ho detto che non mi devi toccare.”

Questa volta lei non mollò la presa. “Perché ti comporti così, Draco?”

“Lasciami.”

“No.” Lo guardò con decisione. Rimasero a fissarsi per un po’ prima che lui distolse lo sguardo, scrollandosela di dosso e dicendo “Cosa diavolo vuoi da me? Hai un ragazzo, giusto? Bene, vai a scocciare lui! Oppure sta da qualche parte a pomiciare con un’altra?”

“Perché insisti con questa storia? Io e Ron non stiamo insieme!”

“Che cosa?” la guardò come se in realtà non la vedesse, sembrava davvero sorpreso.

“Noi non stiamo insieme.” Seguendo l’istinto, una domanda le salì alle labbra. “Se davvero non ci tieni a me, perché l’hai preso a pugni?”

“Chi non lo prenderebbe a pugni?”

“Rispondimi seriamente… Qualcosa ci deve essere…” si avvicinò di nuovo, senza toccarlo questa volta. “Io l’ho sentito, non posso essermi sbagliata… quando mi sorridevi, quando mi prendevi in giro, quando mi guardavi da lontano… lo sentivo. Non so come spiegartelo, non so neanche io cosa fosse esattamente, ma sentivo che c’era qualcosa.” Si vedeva che stava combattendo con se stessa per non toccarlo, come se avesse paura che si sarebbe ritratto un’altra volta, ma alla fine, timidamente gli prese le mani. Lo guardava dritto negli occhi, e lui non potè fare a meno di osservarla in ogni minimo particolare, come arricciava le labbra prima di scegliere le parole più adatte, la lentezza con cui prese le sue mani tra le sue, il modo in cui lo guardava con quei grandi occhi marroni e il modo in cui le sue guance stavano lentamente prendendo colore. Era chiaro che quello che stava dicendo la imbarazzava da morire, ma continuò coraggiosamente. “L’ho sentito quando mi hai tenuto tra le tue braccia… quando mi hai baciata… l’ho sentito l’altro giorno, durante l’esercitazione e lo sto sentendo adesso, da come mi guardi… Non ci credo che non provi niente per me.”

“Sei proprio testarda, lo sai Hermione?” il tono era uguale a prima, forse solo un po’ triste, ma sentendosi chiamare per nome, Hermione fece qualcosa che non pensava sarebbe mai stata capace di fare: si alzò in punta di piedi, e lo baciò con dolcezza. Sperava in una qualche sua reazione, ma lui non rispose e quando lei si allontanò, si limitò a guardarla senza dire una parola. Gli occhi di lei si riempirono di lacrime, e senza parlare, gli diede le spalle, raggiunse a grandi passi il tavolo, prese la borsa e si diresse quasi correndo verso la porta. Mentre stava per raggiungere la maniglia però, si sentì afferrare per un polso: lui l’aveva raggiunta e facendola girare, la baciò con tutta la passione che aveva in corpo. Lei non se l’aspettava, e lì per lì non rispose, ma poi lasciò cadere la borsa a terra e rispose con trasporto tra le lacrime a quel bacio tanto desiderato, passandogli una mano tra i capelli, e stringendosi a lui, quasi a voler diventare un solo essere. Quando il bacio finì, rimasero fronte contro fronte, a guardarsi negli occhi, colmi di passione. Lei aveva poggiato una mano sul petto di lui e sentiva il suo cuore battere forte sotto la camicia.

“Perché hai preso a pugni Ron?” sussurrando piano lei.

“Perché mi sei entrata dentro. L’ho preso a pugni perché non sopportavo che ti ferisse, che ti stesse accanto, che ti toccasse…”

Sempre stando così vicini, lei chiese di nuovo “E perché non mi hai mai detto niente di tutto questo, Draco? Perché mi hai allontanata da te?”

Sentì il suo cuore accelerare di battiti sotto la sua mano, ma lui sembrava non voler rispondere. Allora disse “Forse penso di averlo capito, sai? Avevi paura di metterci in pericolo, non è così? Se stessimo insieme sarebbe pericoloso per entrambi, non è vero?” Lui continuava a rimanere in silenzio, lei la prese come una conferma e continuò “Ormai la scuola è quasi finita… Giuro che non pretenderò mai nulla, che non racconterò niente a nessuno, nemmeno a Harry, Ron e Ginny. Mi basterà vederti ogni tanto di nascosto…  Non voglio essere un problema o un peso per te.”

“Lo so…” la strinse forte a sé, passandole una mano tra i folti ricci castani, dandole un bacio sulla nuca, prima di prenderle il viso con entrambe le mani e baciarla dolcemente.

Hermione si lasciò andare completamente a quel bacio così struggente che quasi non si accorse delle parole che subito dopo Draco le pronunciò a fior di labbra: “Perdonami…”

Lui prese la bacchetta dalla tasca dei pantaloni e la puntò dietro le spalle di Hermione.

“Oblivion”

Gli occhi di lei si accesero di un lampo di sorpresa, prima che la ragazza gli svenisse tra le braccia. Un divano apparve al centro della stanza e Draco ve la posò delicatamente sopra. La guardò per un lungo istante, le accarezzo una guancia e poi si staccò con decisione da lei. Prese l’album, strappò a metà il contratto e lasciò la stanza.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

“Allora, Signor Malfoy… com’è andato l’incontro con la signorina Granger?”

Draco si sedé su una delle sedie che gli erano state indicate.

“Alla fine ho dovuto seguire il suo consiglio.”

“Mi dispiace, ma l’avevo avvisata che le mie intuizioni spesso si rivelano esatte. Non è facile scoraggiare una fanciulla innamorata, specialmente se questo affetto è ricambiato…” Silente lo guardò con i suoi vividi occhi azzurri al di sopra degli occhiali a mezza luna, quasi riuscisse a leggergli nel pensiero. “Ha fatto la cosa più giusta, e lei lo sa. Hermione è una ragazza molto intelligente, ma la sua onestà d’animo a volte la rende più trasparente di quanto non se ne renda conto. Lei sa perfettamente, signor Malfoy, che se vuole fare davvero la spia per l’Ordine deve avere la piena fiducia di Voldemort e lui ha creato un sistema perfetto per testare la lealtà di voi ragazzi che frequentate ancora Hogwarts: ha fatto in modo che vi sorvegliate a vicenda. Ha dato ad ognuno di voi il compito di vigilare sulla ‘integrità’ di ognuno dei vostri compagni. Ha creato una sorta di competizione per entrare nelle sue grazie, tanto che ognuno è pronto a denunciare qualunque compagno... Basta vedere che fine hanno fatto il povero signor Walras e la povera signorina Moore per vedere quanto funzioni questo sistema. Lasciar trasparire il legame forte che vi lega sarebbe stato a dir poco imprudente, vista la voglia che il signor Nott ha dimostrato nel voler prendere il tuo posto. Hermione ha la mia più totale fiducia, ma non credo che sarebbe mai stata in grado di mostrarsi fredda e scostante nei suoi confronti, e visto che ha seguito il mio consiglio, devo dedurre che anche lei è d’accordo con me, signor Malfoy.”

Per un istante a Draco tornò in mente con quanta dolcezza l’aveva guardato la sera precedente, prima di rispondere. “Già…”

“E’ sicuro che non vuole che cancelli anche i suoi di ricordi, signor Malfoy? E’ sicuro di riuscire a tornare a comportarsi come prima?”

“Sì, ne sono sicuro. E’ stato con lei che ho preso questa decisione, e se non posso averla nella realtà, voglio averla almeno nei miei ricordi.”

Silente sorrise. “La capisco. Però sia prudente. Appena avrà i risultati dei M.A.G.O. e avrà effettuato il test di ammissione per l’Accademia dei Medimago mi faccia avere sue notizie, sempre nel solito modo.”

“Lo farò. Arrivederci, signor Preside.”

“Arrivederci, signor Malfoy.”

 

Maledizione… quando sono di fronte a lui mi sembra quasi che riesca a frugare nel mio cervello a suo piacimento…

 

Era così preso dai suoi pensieri che quando superò i due Goblin di pietra travolse due ragazze che passavano di lì.

Una voce più che conosciuta l’apostrofò “Stai attento a dove metti i piedi, Malfoy!”

 

Malfoy…

 

Era stata Hermione a parlare, mentre Ginny raccoglieva il libro che evidentemente le aveva fatto cadere. Dopo averla guardata per un lungo momento negli occhi distolse lo sguardo e assunse un tono sarcastico “Guarda dove li metti tu, piuttosto. Solo perché dopo tutto il putiferio che hai creato per metterti col tuo amichetto non ci sei riuscita, non vuol dire che puoi essere acida con chiunque ti capiti a tiro.”

Hermione si irritò. “Per tua informazione, sono stata io a non voler stare con lui, ma questi non sono affari che ti riguardano!”

“Appunto, quindi vai a scocciare qualcun altro con le tue lagne, Granger.”

“Andiamocene, Ginny” e senza aggiungere altro, si diresse verso la torre di Grifondoro con passo indignato. Draco non poté fare a meno di guardarla fino a che non scomparve dietro l’angolo.

 

“Ma allora ieri non avete più parlato?” Ginny sembrava un po’ confusa dallo scambio di battute appena sentito.

“Certo. Avevi ragione tu alla fine, mi stava prendendo in giro. Non mi ricordo bene cosa è successo esattamente… però finalmente sono riuscita a rompere il contratto e gli ho ridato anche l’album, tranquilla. Alla fine avevo così tanto mal di testa che mi devo essere addormentata sul divano, chissà…”

Ginny la guardò per un attimo con  sospetto, ma l’amica sembrava così sicura delle parole che aveva pronunciato, che alla fine rinunciò a capire con un’alzata di spalle.

“Senti, io vado su a mettere un po’ in ordine il baule… mi sembra così strano che non tornerò più in questa scuola…”

“Ok, io intanto vado a riportare questo libro in biblioteca e poi ti raggiungo, ci vediamo dopo!”

Mentre Ginny scendeva per le scale che portavano giù in biblioteca, Hermione entrò nella Sala Comune e salì in dormitorio.

Lei era sempre abbastanza ordinata, ma col passare degli anni, il baule aveva accumulato un po’ di oggetti inutili, così decise di svuotarlo tutto. Mentre spostava i libri, un foglietto di carta cadde da uno di questi. Hermione lo raccolse e si accorse che non era un foglio bianco, ma una foto: c’erano lei per terra nella neve e Malfoy che le sorrideva.

Le scese come un brivido lungo la schiena, e rimase a fissare quella foto per un tempo indefinito. Non riusciva proprio a ricordarsi quando era stata scattata, e non riusciva a capacitarsi che lei e Malfoy potessero avere una foto insieme... eppure quel sorriso le sembrava così familiare. Improvvisamente le tornò alla mente lo sguardo che lui le aveva rivolto poco prima nel corridoio e una strana sensazione le riempì l’animo.

 

Ma cosa mi prende…?

 

Improvvisamente la voce di Ginny la fece rinsavire. Finalmente riuscì a staccare gli occhi dallo scatto, ma invece di buttarla via, senza quasi rendersene contò, la mise in tasca.
Malfoy non aveva mai rappresentato niente nella sua vita, eppure improvvisamente le sembrò che buttare quella foto sarebbe stato come buttare un pezzo di se stessa.

 

    

 Sophie's space

Mi dispiace ragazzi per tutto il tempo che ci ho messo per aggiornare, ma davvero ho avuto tantisssssssssssimo da fare!!! Almeno spero che questo lungo capitolo vi sia piaciuto ^__^

Vorrei ringraziarvi uno per uno, ma sono le tre di notte e sto cascando dal sonno... Comunque vi ringrazio davvero dal profondo del cuore per la pazienza con la quale mi avete seguito, e i complimenti che mi fate! Volevo ringraziare anche i nuovi lettori (grazie anche per i complimenti riguardanti HP e lo Specchio di Agis...

Grazie a tutti, davvero di cuore, Sophie

 

ps: per l'epilogo... io adesso fino al 20 avrei 3 esami, quindi conterei di iniziarlo a scriverlo il 20 ma non postarlo più tardi del 29 febbraio... In caso vi faccio sapere sulla mia pagina autore nel forum. Un bacio a tutti!!!

pps: neanche per questo capitolo ho trovato un titolo...
pps2 by your beta: ti piace questo titolo che ho inserito io? Fammi sapere ^^ Baci, Isa

 

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Capitolo 24
*** Quattro anni dopo ***


Mentre spostava i libri, un foglietto di carta cadde da uno di questi. Hermione lo raccolse e si accorse che non era un foglio bianco, ma una foto: c’erano lei per terra nella neve e Malfoy che le sorrideva.

Le scese come un brivido lungo la schiena, e rimase a fissare quella foto per un tempo indefinito. Non riusciva proprio a ricordarsi quando era stata scattata, e non riusciva a capacitarsi che lei e Malfoy potessero avere una foto insieme, eppure quel sorriso le sembrava così familiare. Improvvisamente le tornò alla mente lo sguardo che lui le aveva rivolto poco prima nel corridoio e una strana sensazione le riempì l’animo.

 

Ma cosa mi prende…

 

Improvvisamente la voce di Ginny la fece rinsavire. Finalmente riuscì a staccare gli occhi dallo scatto, ma invece di buttarla via, senza quasi rendersene contò, la mise in tasca.

Malfoy non aveva mai rappresentato niente nella sua vita, eppure improvvisamente le sembrò che buttare quella foto sarebbe stato come buttare un pezzo di sé stessa.

- Fine capitolo -

 

NB: Avevo promesso un epilogo, e invece mi è uscito fuori un'altro capitolo, spero vada bene lo stesso, un bacio a tutti,

Sophie

 

*.*.*.*.*.*

 

 

 

Una ragazza dai capelli rossi stava battendo nervosamente il piede, creando una strana eco nell’imponente ingresso lastrato di marmo in cui si trovava. Vedendo una figura entrare, all’improvviso esclamò “Finalmente! E’ almeno un’ora che ti aspetto! Stavo per tornare da sola…” ma Ginny non riuscì a terminare la frase perché Hermione, che intanto l’aveva raggiunta, la interruppe puntandogli un dito contro.

“Non dirlo neanche per scherzo, Ginny! L’ultima volta che l’hai fatto, hai fatto prendere un colpo a tutti, in particolare a Harry e tuo fratello, a cui per poco non gli prendeva un attacco di cuore quando è venuto a prenderti e non ti ha trovata.”

“Ma dai… è il solito esagerato.” E iniziò a camminare a passi svelti verso la porta da cui era arrivata Hermione, ma venne fermata da quest’ultima.

“No, Ginny. Non dirlo neanche per scherzo. Lo sai che è pericoloso girare per le strade da soli, soprattutto per noi, che ormai è risaputo da che parte stiamo. Ti hanno permesso di frequentare l’Accademia perché è uno dei pochi posti ancora tranquilli, ma visto che dentro l’edificio non ci si può smaterializzare, qualcuno potrebbe aspettarti fuori e farti un brutto tiro. E’ già successo che qualcuno venisse aggredito in pieno giorno. Siamo in guerra, Ginny. Cerca di non dimenticarlo.”

Ormai erano passati quattro anni da quando Harry, Ron e Hermione avevano lasciato Hogwarts, e molte cose erano cambiate: da almeno due anni Voldemort aveva deciso di combattere a viso aperto, e nessuno era più al sicuro. Aggressioni e rapimenti erano ormai all’ordine del giorno, la corruzione all’interno del Ministero era così diffusa che aveva perso ogni credibilità come istituzione, tranne che per la sessione Auror, dove comunque non mancavano i traditori. Gli unici edifici che erano diventati una specie di porto franco per tacito accordo di entrambe le parti erano Hogwarts, che era rimasta sotto la protezione di Silente, la Gringott sotto il controllo dei folletti, il San Mungo e l’Accademia per Medimaghi. Per tutelarne la sicurezza, Silente in persona aveva posto incantesimi anti-materializzazione su ognuno di questi edifici per evitare spiacevoli incidenti, ma uscirne soli era sempre pericoloso, così ogni membro dell’Ordine, a turno, andavano a prendere Ginny alla fine delle lezioni. Oggi era toccato ad Hermione, che ora guardava Ginny con curiosità. “Scusami, ma non avevi detto che oggi le lezioni finivano alle cinque?”

Intanto altre persone iniziarono a scendere la grande scalinata di marmo alle loro spalle.

“Sì, infatti.”

Hermione guardò interdetta l’orologio. “Sono le cinque adesso. Perché prima mi hai detto che mi stavi aspettando da un’ora?”

Ginny distolse lo sguardo: sapeva che Hermione non avrebbe approvato. Disse a mezza bocca “Ho saltato l’ultima lezione.”  

“Ginny!”

“Non iniziare la predica, non ce la facevo più! Malfoy di qua, Malfoy di là… Ormai anche Williamson non fa altro che porcelo come esempio!”

“Malfoy?” a quel nome, Hermione si sentì improvvisamente a disagio. In quell’ultimo periodo in particolare, le capitava di sognarlo ogni tanto, sempre lo stesso sogno, in cui lui la baciava dolcemente e poi le diceva solo ‘Perdonami’. Ogni volta che rifaceva quel sogno, Hermione si svegliava ogni volta sempre più turbata.

“Mi stai ascoltando?!” ormai l’ingresso si stava riempiendo di persone, evidentemente la lezione era finita.

“Scusami, Ginny, dicevi?”

La rossa era diventata di nuovo nervosa e intrattabile come ogni volta che parlava di lui. “Ti dicevo che prima era adulato solo dai professori che hanno valori morali simili a quelli di qualsiasi altro Mangiamorte, ma ora è diventato il pupillo anche di Williamson! Lo stesso Williamson che ha studiato con Silente… in effetti devo dire che Malfoy non se la cava poi male… però, diamine! Non potevo rimanere in aula a sentire WILLIAMSON che tesseva le sue lodi! Anche se bravino è praticamente un Mangiamorte anche se non ha il marchio, no?!”

Quelle ultime parole fecero scattare qualcosa nella mente di Hermione. “No.” Le sfuggì di bocca quasi senza accorgersene; Hermione si sentiva quasi in dovere di contestare quell’affermazione, ma quando provò a capire il motivo di quell’istinto irrazionale, un violento mal di testa la colpì, come una stilettata, costringendola a portarsi una mano alla tempia.

“Come hai detto, Hermione? Ti senti bene?” Ginny la guardò preoccupata.

“Sì, sto bene… no, dicevo… se anche Williamson ha riconosciuto il suo valore, Malfoy dovrà essere più che ‘bravino’, non pensi?”

Ginny la guardò storto. “Sempre a mettere i puntini sulle i, eh?! Sì, è vero, è bravo, molto bravo… ma non lo sopporto.” Improvvisamente lo vide scendere le scale, e dirigersi verso di loro, e diede una gomitata a Hermione. “Ecco, lo vedi quante arie si dà? Sempre più snob… non lo sopporto!”

Hermione si girò a guardarlo, incrociando i suoi occhi: freddi e indifferenti come sempre, però, a differenza di Hogwarts, adesso avevano un che di tristezza. Come ogni volta che incrociava il suo sguardo, una sensazione indescrivibile si impadronì di lei, voleva eppure non riusciva a non guardarlo. Continuarono a fissarsi finché non si trovarono a pochi passi l’uno dall’altra, e come sempre, passando accanto a loro, disse con il suo solito tono strascicato e provocatorio “Weasley, Granger…”

Ginny girò di scatto la testa dall’altro lato alzando il mento, mentre Hermione, sempre guardandolo dritto negl’occhi rispose “Malfoy…” e senza fermarsi e senza aggiungere altro, il ragazzo si diresse verso l’uscita.

“E’ da quando frequento l’Accademia che ha preso a fare questo giochino di salutarci all’uscita. Scommetto che lo fa solo per irritarmi, per Merlino che fastidio! Dai, andiamo Hermione.”

La ragazza, che aveva osservato Draco allontanarsi tra la folla fino a che non l’ebbe perso di vista, fu colta di nuovo da un improvviso mal di testa, ma senza farlo capire a Ginny, le rispose “Sì, andiamo che stasera io, Harry e tuo fratello abbiamo una missione e dobbiamo prepararci.”

“Niente di pericoloso, vero?”

“No, non penso. Il nostro contatto tra le file di Voldemort ci ha avvertiti che stasera ci sarà un’aggressione in una villa babbana. Dobbiamo evacuare la casa prima che arrivino, comunque dovrebbe venire anche Lupin con noi, quindi tranquilla.” e si diressero insieme  verso l’uscita.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Era tardo pomeriggio ormai, e le ombre iniziavano ad allungarsi lungo il deserto viale alberato che portava alla villetta in cima alla collina. La zona era tranquilla e l’unico rumore che tradiva la presenza di Harry, Ron e Hermione era il frusciare dei loro mantelli ad ogni passo. Avevano controllato in lungo e in largo tutta la zona e ora si erano appostati lungo una siepe per discutere sul da farsi.

“La zona mi sembra sicura, quindi procediamo. Una volta entrati in casa ci divideremo per cercare i membri della famiglia che dovrebbero essere tre: due adulti e una bambina. Appena trovate qualcuno usate le Passaporte che ci ha fornito Kingsley e tornate a Grimmauld Place.”

Hermione sembrava un po’ a disagio. “Senti, Harry… ma è proprio necessario ‘rapirli’ a questa maniera? Li terrorizzeremo. Non possiamo spiegargli con calma perché siamo qui?”

Ron la guardò storto. “Ma non ti ricordi l’ultima volta che ci abbiamo provato cosa è successo? Quella prima non ci credeva, e poi quando le abbiamo fatto vedere che non eravamo pazzi, ma veri maghi, non la finiva più di tirarci le cose dietro e urlare come un ossesso.”

Anche Harry intervenne. “Mi dispiace, Hermione, ma non si può. Non sappiamo l’ora esatta in cui arriveranno i Mangiamorte, e per di più Lupin questa volta non ha potuto accompagnarci. Non dovrebbe essere una missione pericolosa, ma prima finiamo e meglio è.”

Hermione sapeva che i due avevano ragione, quindi senza aggiungere altro, insieme si diressero verso la casa. Dopo aver aperto senza far rumore la porta principale, Ron si diresse verso la sala da pranzo, Harry verso quella che doveva essere presumibilmente la cucina, e Hermione salì le scale che portavano al piano superiore. C’era un corridoio con varie porte, aprì la prima che doveva essere la camera da letto principale, vuota. Aprì la seconda che doveva essere la cameretta della bambina: c’erano peluches dappertutto, la carta era dipinta di rosa e farfalle di varie dimensioni e colori erano ricamate su un copriletto bianco. Appena mise piene nella stanza, subito vide un’ombra rifugiarsi sotto le coperte. Si avvicinò con cautela, mentre un faccino contornato da riccioli biondi sbucava appena dalla coperta per controllare la situazione.

“Non aver paura… non sono qui per farti del male.”

Hermione si avvicinò piano e allungò una mano per accarezzarla, la bambina sembrava terrorizzata e si ritrasse appena, ma quando vide che Hermione si limitò a toccarle gentilmente i capelli, guardò di nuovo Hermione da sopra la coperta quando lei le disse “Che bei capelli che hai.”

Dopo qualche secondo di titubanza, rassicurata dall’aria tranquilla di Hermione e dal suo sorriso gentile, si tirò sopra le coperte, mantenendo comunque una certa distanza.

“Li vorrei avere più lunghi, come i tuoi, ma alla mamma piacciono così.”

“Sono belli così. Come ti chiami?”

“Danielle, e tu?”

“Hermione.” Si sorrisero, poi la bambina si aggrappò al suo mantello e inaspettatamente, guardandosi intorno disse “Portarmi via con te, Hermione. Io ho paura.”

Un po’ sorpresa e un po’ allarmata iniziò a cercare qualcosa nel mantello.

“Non preoccuparti, piccola, sono qui per questo, stai tranquilla, fai quello che ti dico e andrà tutto bene.”

“Ne sei sicura?” era stata una voce alle sue spalle a parlare, ghiacciandole il sangue nelle vene. La bambina iniziò ad urlare, scendendo dal lato opposto del letto, mentre Hermione si buttava di lato per schivare l’incantesimo. Dopo aver frugato nel mantello, trovò finalmente quello che stava cercando e gridò “Danielle, prendi questo e tienilo stretto! Mi raccomando, non lasciarlo qualsiasi cosa accada!” e lanciò sul letto un ciondolo: appena la bambina toccò l’oggetto, scomparve come risucchiata, mentre Hermione che aveva perso tempo a per darle istruzioni, fu colpita in pieno da uno Schiantesimo perdendo i sensi.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*

 

 

Ormai era completamente buio quando Pansy, Draco, Blaise, e Bellatrix Lastrange si materializzarono a pochi metri dal vialetto d’ingresso della villa babbana. L’intera zona era immersa nell’oscurità, e se tutte le luci della casa non fossero state accese, la villetta si sarebbe tranquillamente mimetizzata col velluto nero della notte. Questo particolare fu prontamente notato da Draco, che diede voce ai suoi pensieri dicendo “C’è qualcosa che non quadra.”

Anche Blaise guardava pensieroso la casa. “Parli delle luci, non è vero? Potrebbe essere una trappola?”

Bellatrix si girò verso di loro con uno strano ghigno sul volto. “Non vi preoccupate, ragazzi, è tutto a posto… anzi… ho una sorpresa per voi. Venite.” Con passo deciso si diresse verso l’abitazione, mentre gl’altri tre la seguivano.

“Ma dovremmo agire con più prudenza…” ma la voce di Pansy fu ignorata, mentre Bella apriva la porta e entrava in casa. Una volta che tutti furono entrati, la porta si sigillò automaticamente e due Mangiamorte comparvero di fronte alla donna.

“Dove sono?” chiese Bellatrix con tono autoritario.

“Sono nel salone, ma…”

Senza ascoltare altro, fece cenno ai ragazzi di seguirla mentre i sospetti nella mente di Draco si facevano sempre più vividi. Quando entrarono nella stanza successiva, anche se la sua espressione non tradì alcuna emozione, il suo cuore mancò di un battito: tutti i mobili erano stati ammucchiati ai lati della sala, su una delle pareti c’erano i corpi evidentemente morti di un uomo e una donna, mentre dall’altra parte della sala invece c’erano, incatenati e imbavagliati, Hermione e Ron, entrambi piuttosto malconci, con Ron che aveva anche una profonda ferita all’altezza del ginocchio destro.

 

Dannazione, qualcosa è andato storto…

 

Quando Bellatrix vide i prigionieri gridò come una furia “Dov’è POTTER!? Avevate detto che c’era anche lui!”

Il Mangiamorte che prima li aveva accolti all’ingresso si avvicinò titubante. “E’ quello che cercavo di dirle prima, Potter è fuggito buttandosi dalla finestra e la Mezzosangue e riuscita a far scappare la bambina babbana con una Passaporta…”

Bellatrix tirò fuori la bacchetta “Crucio!” il Mangiamorte incominciò a contorcersi e urlare come un forsennato, mentre la voce della donna sovrastava le sue grida di dolore “Siete un branco di incapaci! Erano solo in tre e vi siete fatti giocare!” abbassò la bacchetta e il Mangiamorte smise di contorcersi, affannato. “Spero almeno che abbiate previsto delle difese adeguate! Sicuramente Potter tornerà con i membri dell’Ordine per riprendersi i suoi amichetti!”

“Sì, signora… Abbiamo già provveduto.”

“Bene, allora torniamo a noi…” Si voltò verso le facce interrogative dei ragazzi con cui era arrivata, e assumendo un tono infantile iniziò a dire “Immagino vi starete chiedendo cosa stia succedendo, non è vero… bene, miei cari, ve lo spiego immediatamente… Negli ultimi tempi alcuni dei nostri piani minori sono sempre stati rovinati dalla comparsa improvvisa dei membri dell’Ordine… e questo evidentemente vuole dire che c’è un piccolo topo di fogna che si diverte a fare il doppio gioco. L’Oscuro Signore in persona mi ha concesso l’onore di scovare la talpa, e dopo una piccola indagine ho ristretto i sospetti a uno di voi tre…” li guardò attraverso le palpebre pesanti, sfiorandoli uno ad uno con la punta della bacchetta: Blaise abbastanza tranquillo ma un po’ rigido, Malfoy con la sua solita aria austera e Pansy che aveva assunto una lieve sfumatura di grigio da quando aveva visto i corpi dei babbani morti in fondo alla sala.  Bellatrix continuò “Vi ho dato appositamente l’informazione che questa casa sarebbe stata attaccata stanotte, per vedere se qualche membro dell’Ordine sarebbe venuto a conoscenza dei nostri piani e guarda caso è successo… quindi sì, uno di voi è decisamente la nostra talpa.”

“E non potrebbe essere stato qualcun altro dei tuoi collaboratori a divulgare la notizia? Perché proprio noi dovremmo essere i più sospetti?” Era stato Blaise a parlare

“Ma perché è da quando voi vi siete uniti ai Mangiamorte che la ‘fortuna’ dell’Ordine di intercettare i nostri piani si è così innalzata, mi sembra abbastanza evidente.”

“Un po’ troppo, non credi, zia Bellatrix?” Ora Malfoy si fece avanti per guardare meglio la donna. “Chi ti dice che qualcun altro non stia sfruttando questa situazione proprio per far ricadere la colpa su di noi? Io, e penso di parlare anche a nome di Blaise e Pansy, sono pronto a farmi leggere nella mente o a bere del Veritaserum se credi.” Mentre gl’altri due annuivano con convinzione, Bellatrix e Draco si fissarono intensamente. Poi lei rise dicendo “Ma così non sarebbe divertente, non trovi anche tu, Draco… Ho già provato a leggere nella mente di quei due” indicò Ron e Hermione “e non sanno chi potrebbe essere la spia, mentre voi ormai siete grandi… e i vostri genitori, io stessa, vi ho aiutato a ingannare il prossimo sotto interrogatorio e il Veritaserum non sempre si rivela determinante… Invece vi propongo un gioco: ve li farò torturare un po’ a turno, che ne dite? Vedere le vostre reazioni potrebbe essere interessante… Parkinson!” la ragazza, sentendosi improvvisamente chiamata in causa, sobbalzò appena. “Lancia una Cruciatus come si deve a quel traditore del suo sangue…”

Con un po’ di titubanza, Pansy si portò al centro della stanza, esattamente di fronte ai due prigionieri. Tirò fuori la bacchetta, e senza guardalo negl’occhi borbotto “Crucio…”

Il grido di Ron, soffocato dal bavaglio, si espanse per tutta la sale mentre tutti i muscoli del suo corpo si tendevano e la gamba riprendeva a sanguinare. Poco dopo Pansy abbassò la bacchetta, Ron si accasciò contro il muro, mentre Bellatrix guardava la ragazza con aria disgustata. “E quella sarebbe una Maledizione Senza Perdono? Sei senza spina dorsale, ragazza. Draco, falle vedere come si fa soffrire davvero qualcuno… ti concedo la Mezzosangue, che ne dici?”

Per un attimo Malfoy strinse la mascella, mentre prendeva il posto occupato prima da Pansy. Incrociò gli occhi di Hermione, che lo guardava con un’aria di sfida. La ragazza avrebbe giurato che le avrebbe riso in faccia per avere quella ghiotta possibilità, e invece con sua profonda sorpresa lo vide distogliere lo sguardo, cogliendo quasi un’impercettibile nota di dolore in quegli occhi così chiari.

“Crucio.” Un dolore infinito l’assalì, era come se mille spilli le stessero intorno ai polmoni per impedirle di respirare, mentre i muscoli si contraevano senza sosta. L’incantesimo però fu interrotto molto prima di quello scagliato contro Ron, tanto che Bellatrix lo guardò curiosa. “Che c’è, Draco… non le vuoi fare del male? Eri partito così bene…”

Draco la fulmino con il suo solito sguardo freddo, e con la sua solita arroganza disse “Al contrario, zia. Non aspettavo altro, ma il Mangiamorte alle tue spalle mi sembra ansioso di darti notizie.”

Bellatrix si girò infastidita “Cosa c’è?!”

“L’Ordine è arrivato. Sono in tanti, abbiamo bisogno di rinforzi.”

“E cosa aspettavi a dirmelo! Voi tre aspettatemi qui e fate la guardia ai prigionieri.”

Quando furono nell’ingresso, il Mangiamorte disse “Ma li lasciate soli? Se la spia è tra loro potrebbe scappare con gli ostaggi.”

“Stai tranquillo… La spia è una sola, lo so per certo, e se proverà a scappare si smaschererà da sola e gl’altri due penseranno a fermarla. Inoltre visto che non si possono smaterializzare da qui, chiunque sia può davvero fare poco. Chiama anche gl’altri.”

 

Dopo quasi mezz’ora, la battaglia non sembrava voler scendere di tono. Nella sala da pranzo intanto, Blaise era in piedi fermo vicino ad una libreria rovesciata, Pansy era seduta a terra, mentre Draco faceva avanti e indietro a grandi falcate lanciando furtive occhiate in direzione dei prigionieri. Doveva trovare una soluzione ma non sapeva come muoversi senza scoprirsi del tutto.

Ron era sempre più pallido per via di tutto il sangue perso, mentre Hermione guardava distrattamente fuori dalla finestra. Improvvisamente la ragazza notò qualcosa che si muoveva lì fuori, molto vicino alla finestra, e riconobbe un ciuffo di capelli inconfondibile: Harry era venuto a prenderli. Quando però distolse lo sguardo dalla finestra anche un’altra persona fece lo stesso: Draco Malfoy.

 

Oh Dio! L’avrà visto?! E ora…?

 

Ma quando Draco distolse lo sguardo dal suo, non diede cenno di aver visto niente o nessuno fuori. Improvvisamente però smise di camminare e dalla sua espressione sembrava in attesa di qualcosa.

“Che c’è, Draco?”

“Ssh! Mi sembra di aver sentito un rumore al piano di sopra.”

Blaise lo guardò di sfuggita, e dopo un attimo di silenzio disse “Non c’è nessun rumore.”

“L’ho sentito, ti dico! Pansy?”

Sentitasi chiamata in causa, adesso la ragazza sembrava a disagio. “Non saprei, Draco… forse…”

Blaise fece un gesto annoiato con la mano ”Siete due paranoici. Andate pure a controllare, ma perderete solo tempo.” Draco lo guardò per un attimo, prima di andare verso l’ingresso, seguito da Pansy.

Harry intanto aveva osservato la scena e sentito la discussione grazie alle Orecchie Oblunghe, e dopo aver aspettato che i due avessero il tempo di salire le scale, aprì lentamente la finestra e puntando la bacchetta contro Zabini sussurrò “Stupeficium.”

Il ragazzo venne travolto da un fascio di luce rossa e sbattendo contro il muro, ricadde al suolo privo di sensi. Velocemente Harry si intrufolò nella stanza e corse dritto verso i due compagni, slegandoli e togliendogli i bavagli.

“Harry… pensavo che Malfoy ti avesse visto!” disse piano Hermione, ansiosa.

“A-amico… era ora che arrivassi…” Ron fece un sorriso tirato, che presto si trasformò in una smorfia di dolore quando i due amici l’aiutarono ad alzarsi. Harry guardò preoccupato entrambi: infatti anche Hermione zoppicava leggermente, aveva battuto la gamba quando aveva schivato il primo incantesimo del Mangiamorte che l’aveva catturata. “Là fuori c’è il finimondo, dovremmo muoverci velocemente, ma in queste condizioni…”

Si guardarono per un momento senza sapere cosa fare, poi Hermione disse “Hai portato il Mantello dell’Invisibilità, Harry?”

“Sì, ma non riusciremmo mai a coprirci tutti e tre, e se dovessero vederci, scappare con Ron in queste condizioni è impensabile.”

Hermione lo guardò con decisione. “Ma in due non dovreste avere problemi, vero?”

Harry la guardò per un istante come se fosse impazzita, poi esclamò con forza. “Io non ti lascio qui sola, è fuori discussione!”

“Harry, è necessario!”

“Allora rimarrò io qui, mentre voi scappate.”

“Non dire sciocchezze. Ron è allo stremo, non ce la farei mai a trascinarlo da sola normalmente, figurati così. Resto io qui. Infondo devi solo arrivare in fondo al giardino, no? Da lì in poi puoi Smaterializzarti, lo porti a Grimmauld Place e torni a prendermi.”

Harry la guardò con un’enorme senso di impotenza senza sapere cosa dire, così lei le mise una mano sul braccio dicendo “Lo sai anche tu che è l’unica soluzione. Ho fiducia in te. Sono certa che tornerai a prendermi.”

“Lo giuro. Fosse l’ultima cosa che faccio.” Si guardarono, poi insieme si diressero verso la finestra. Per aiutare Ron a scavalcare la finestra, Hermione mise per sbaglio un piede su un’asse rotta e fece un gran fragore.  Entrambi si bloccarono mentre da poco distante sentirono la voce di Pansy dire “Cos’è stato?!”

Con un ultimo sforzo, Hermione spinse Ron fuori dalla stanza mentre Harry le sussurrava “Nasconditi! Tornerò il prima possibile… stai attenta.”

I passi di Draco e Pansy risuonavano sempre più vicini mentre lei si guardava intorno terrorizzata per cercare un posto dove nascondersi. Alla fine si buttò dietro un divano vicino all’entrata proprio mentre Draco varcava la soglia del salotto e puntava lo sguardo nella sua direzione.

 

Mio Dio! Questa volta mi ha vista, ne sono sicura, mi ha vista… sono morta.

 

Draco però non fece niente per smascherarla, anzi. Quando anche Pansy subito dopo la raggiunse, le disse “Dannazione, sono scappati… Come diavolo avranno fatto?”

Pansy si guardò intorno terrorizzata dalla reazione che avrebbe avuto Bellatrix a quella notizia. Poi vide Blaise steso a terra e si avvicinò a lui. “Guarda, l’hanno schiantato… Forse ha visto qualcosa, dovremmo svegliarlo.”

“No, aspetta… potrebbe essere lui la spia.”

Pansy lo guardò un po’ stranita. “Ma che dici, Draco! Non vedi che l’hanno schiantato?!”

“Appunto! Quale alibi migliore? Potrebbe essersi fatto schiantare apposta, per non destare sospetti. Pensaci bene, Pansy… lui è l’unico di noi tre che non ha torturato quei pezzenti. Non ne ha avuto modo, è vero… ma tu l’hai fatto senza problemi, e anche io… chi ci dà la certezza che lui l’avrebbe fatto? E poi noi due eravamo di sopra insieme, e non mi sembra che tu abbia avuto comportamenti strani... E se la spia  era uno di noi tre…”

Mentre l’ascoltava, parola dopo parola, Pansy sembrava sempre più convinta. “Effettivamente…”

“Per ora io propongo di lasciarlo così, e quando Bellatrix tornerà, sarà lei a prendere provvedimenti a riguardo. Ora è il caso di avvertirla, non la prenderà bene, però almeno abbiamo catturato la spia. Vai tu, io controllo che qui intorno sia tutto in ordine.”

“Hai ragione. Cerco di tornare il prima possibile.” Appena Pansy lasciò la stanza, Draco si voltò verso il divano dietro al quale era rannicchiata Hermione.

“Cosa stai aspettando, Granger. Esci fuori di lì e scappa.”

 

Oddio… allora mi ha vista davvero…

 

“Mi hai presa per una stupida, Malfoy?! Appena uscirò allo scoperto mi farai fuori senza pietà.” Esclamò cercando di farsi piccola piccola dietro al divano.

“Non fare la sciocca, non hai molto tempo! Se volessi farei volare via quel divano con un solo colpo di bacchetta. Se avessi voluto avrei catturato anche quel deficiente di Potter, poco fa.”

Buttando all’aria tutta la prudenza, Hermione si tirò su per poterlo guardare negl’occhi.

“Te n’eri accorto?”

"Certo che me n'ero accorto, per chi mi hai preso."

A quelle parole un flash travolse Hermione:

 

"Certo che me n'ero accorto, per chi mi hai preso."

"E allora perché prima hai imprecato?"

"Perché ancora qualche secondo e mi avresti supplicato di baciarti..."

 

Come venuto, all’improvviso il ricordo si interruppe, dandogli una fitta alla testa. Tornando a guardarlo negli occhi, Hermione non ne lesse alcuna ostilità. “Perché fai tutto questo, Malfoy?”

“Non ha importanza… ora vai.”

Senza capire il perché, Hermione sentiva, anzi, sapeva che poteva fidarsi di lui. Con passi incerti si diresse verso la finestra. Quando fu a metà strada però lo sentì afferrarla per il polso e le disse quasi in un sussurro “Mi raccomando, Hermione. Stai attenta.”

Quel gesto, il calore della sua mano, il sentirsi chiamare per nome le procurarono un brivido, mentre un’ondata di ricordi l’assaliva. Sentirsi chiamare con il nome di battesimo da lui era una cosa così famigliare che la scioccò. Si girò di scatto per poterlo guardare negli occhi.

“Draco, Bellatrix ha detto che arriverà tra…” ma Pansy non finì la frase, perché la sorpresa di vedere quei due, fermi al centro della stanza, non glielo permise. Afferrò subito la bacchetta per puntarla verso Draco, mentre lui faceva lo stesso, spingendo Hermione da un lato.

“Pansy, posso spiegarti.”

“Non credo proprio, Draco… Non ci posso credere! Sei TU la spia! Mi sono fatta manipolare come una sciocca. Come hai potuto tradire il Signore Oscuro, Draco? Ora ti ucciderà.”

“E perché non avrei dovuto tradirlo, eh, Pansy? Perché? Sono per la superiorità del sangue puro, è vero, ma non ho i suoi stessi obbiettivi e non approvo i suoi metodi. Non voglio un mondo pieno di terrore e morte.”

Pansy lo guardava come se fosse impazzito, senza mai abbassare la guardia. “Ma che dici, Draco! Bellatrix sarà qui a momenti, e se ti sente ti farà fuori senza pensarci.”

“Lo so che anche tu non vuoi uccidere la gente. Neanche tu volevi farti marchiare per seguire gl’ordini di un pazzo fanatico!”

A quelle parole altre immagini invasero la mente di Hermione.

 

“E’ inutile che ci giriamo intorno, Granger. Tu sai perfettamente a quale famiglia appartengo, e quindi qual è il mio destino… ma forse ho trovato il modo di evitare di farmi marchiare. Prima ero entusiasta all’idea di diventare Mangiamorte… tutto quel potere, tutto quel rispetto… poi però mio padre incominciò a portarmi con lui in qualche azione punitiva. Per farmi le ossa, diceva lui. Ho visto delle cose… io ho sempre disprezzato i Mezzosangue e i Babbani, tutti quelli meno nobili e quelli con meno ricchezza di quanto io non ne abbia, ma non avrei mai, mai immaginato di fare cose così. Poi a volte alcuni uomini dell’Oscuro Signore veniva a casa nostra pieni di ferite orribili e cicatrici ovunque, magari in seguito ad attacchi dell’Ordine, o per punizioni dell’Oscuro Signore stesso. Venivano a Malfoy Manor perché mia madre è una Medimago, e allora mi è venuta l’idea. Io non voglio mischiarmi con quella gente, non voglio baciare la veste e tremare alla sola vista di un uomo che non solo mi manovra per la sua sete di potere, per la sua personale battaglia contro la Morte, ma che per di più è lui stesso un Mezzosangue. Appena compirò la maggiore età, dovrei ricevere il Marchio, ma ho già convinto mio padre che sarei più utile tra i Mangiamorte come Medimago.”

 

Hermione iniziò a fissare Draco come se fino ad allora non l’avesse mai visto, mentre lui tentava in tutti i modi di rabbonire Pansy. “Non è troppo tardi per fare marcia indietro, Pansy. Io lo so che tu odi questa vita… vieni via con noi. Ricominciamo daccapo.”

La ragazza iniziò a scuotere la testa sempre più forte. “No, Draco… tu sei pazzo. Ci troveranno in un baleno, e ci uccideranno senza pietà. E’ questo il nostro destino, non capisci? Non abbiamo via d’uscita.”

Senza pensarci, Draco si voltò a guardare Hermione con uno sguardo che non gli aveva mai visto prima. “No, Pansy, ti sbagli. Se la cerchi, c’è sempre una via d’uscita.”

Quel gesto non sfuggì a Pansy e improvvisamente i suoi occhi divennero quelli di una invasata. “Ora ho capito… E’ per lei… è lei che ti ha fatto fare tutto questo! Lo sapevo, io lo sapevo! E’ dai tempi della scuola, da quando l’hai frequentata, che sei cambiato. Ti ha plagiato…”

“No, non è così, ti stai sbagliando.”

“No, non mi sto sbagliando! E’ colpa sua! Ma non ti preoccupare Draco, non dirò a Bellatrix che tu sei la spia… Basterà che tu non abbia più modo di avere contatti con lei e non avrai più motivo per tradirci, sarai al sicuro.”

“Non farlo, Pansy!” Ma la ragazza, con gli occhi fuori dalle orbite, puntò la bacchetta contro la Grifondoro gridando “Sectumsempra!”

 

E’ finita…

 

Hermione chiuse di scatto gli occhi, ma l’incantesimo non la raggiunse: Draco si era buttato tra lei e l’incantesimo, impedendogli di colpirla. Quando riaprì lentamente gli occhi, vide il corpo di Draco ricadere in ginocchio di fronte a lei, ferite che si aprivano ovunque e il sangue che iniziava a scendere copioso, mentre tra gli stenti, guardandola dolcemente negli occhi le sussurrò “Hermione, non ho saputo proteggerti… Perdonami.”

 

“Perdonami…”

 

Mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, e il corpo di lui le ricadeva pesantemente addosso, tutti i ricordi le tornarono alla mente vividi come non mai.

“Draco…”

Lo rigirò con mani tremanti, sentendo il sangue caldo tra le dita, mentre togliendogli la bacchetta dalle mani, tentava qualche blando incantesimo di guarigione, che sembrava però avere poco effetto. Ormai non riusciva a vedere più niente, con gli occhi appannati dalle lacrime, mentre il nodo che aveva alla gola a malapena riusciva a farla parlare “Draco, ti prego… ti prego…”

Intanto Pansy aveva abbassato la bacchetta e guardava scioccata la scena, incapace di accettare il fatto che era stata lei a colpirlo. Improvvisamente però la voce decisa di Hermione, stretta comunque dalla morsa del pianto, la raggiunse “Pansy! Ti prego, devi lasciarci andare! Draco ha bisogno di cure urgenti e se rimane qui lo uccideranno sicuro!”

La Serpeverde le puntò di nuovo la bacchetta contro, questa volta però con un’aria spaurita e la mano che le tremava vistosamente.

“Ti prego! Di me puoi fare quello che vuoi, ma ti prego…” la voce le si incrinò “Sei la sola che può salvargli la vita.”

Pansy non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Draco, che continuava a perdere sangue, mentre la mano le tremava sempre di più. Alla fine abbassò di scatto il braccio.

Intanto dalla finestra sbucò Harry, che passò lo sguardo, stordito, tra Hermione in lacrime che teneva Draco tra le braccia, pieno di ferite e sangue, e Pansy che guardava fisso loro due con la bacchetta abbassata. “Cosa è successo, Hermione?”

Pansy non si voltò neanche a guardarlo, mentre la ragazza esclamò “Oh mio Dio, Harry! Grazie al cielo sei qui! Aiutami, dobbiamo portarlo con noi.”

Senza fare domande Harry si fece caricare Draco sulle spalle, e diede la sua bacchetta a Hermione. “Comprimi. Viste le sue condizioni, non abbiamo tempo di metterci il Mantello, speriamo solo di riuscire ad arrivare vivi hai confini del giardino.”

Mentre stavano per scavalcare la finestra, li raggiunse in lontananza la voce di Bellatrix. Harry e Hermione si guardarono terrorizzati, ma Pansy alle loro spalle alzò la bacchetta contro l’ingresso del salotto e sussurrò “Bombarda.” Il soffittò crollò bloccando l’accesso. Hermione si girò vero di lei, ma la ragazza non disse una parola, mantenendo lo sguardo fisso e vuoto d’avanti a sé.

“Grazie…” e senza perdere altro tempo, fecero uno scatto verso il vialetto alberato.

 

 

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

  

 

“Vieni, Danielle. E’ ora di dormire.” Era tardi ormai, e la bambina si era addormentata tenendo una mano sul vecchio ciondolo, troppo grande per lei, che teneva al collo come un tesoro prezioso. Era la Passaporta che le aveva salvato la vita e da cui ormai non voleva più separarsi. Allo stesso modo, stava sempre intorno alla sua adorata Hermione, che l’aveva salvata dagli uomini cattivi. Anche quella sera le aveva fatto compagnia fino a tardi, ma ormai stava praticamente dormendo, così Hermione decise di portarla nel suo letto. Una volta assicurata che fosse coperta bene, Hermione si chiuse la porta alle spalle, e tornò al suo posto. Era più di una settimana ormai che non lasciava quella stanza, nella speranza che Draco desse qualche cenno di ripresa. Aveva perso davvero molto sangue, e per quanto Piton e Madama Chips si fossero dati da fare per salvarlo, non aveva più ripreso conoscenza. Riprese posto nella sedia accanto al letto di lui, osservando il suo profilo pallido, alla luce tenue delle candele. Una profonda cicatrice gli solcava la guancia sinistra, e Hermione sapeva che molte altre erano disseminate per tutto il corpo. Ma non importava. L’importante era che era vivo, e per quanto la fiducia di Madama Chips nel suo risveglio diminuisse sempre più ogni giorno che passava, Hermione era convinta che prima o poi si sarebbe svegliato.

Continuando a guardarlo, poggiò la testa sul suo letto, sopra le braccia. Era incredibile come i suoi sentimenti per lui fossero rimasti immutati, nonostante gli anni trascorsi. E’ vero, lei in realtà non ne aveva memoria, ma in qualche modo lo percepiva, bastava pensare alla foto di loro due che aveva conservato e che anzi, continuava a guardare prima di andare a dormire, cercando di capire perché guardare il sorriso di lui la faceva sentire così bene.

Stava quasi per prendere sonno quando un tocco delicato sui suoi capelli le fece perdere un battito. Alzò di scatto la testa e vide Draco con gli occhi semidischiusi che le sorrideva.

“Oh, mio Dio! Draco!”

Con la voce rauca per il prolungato silenzio, lui provò a risponderle. “Her- Hermione…”

Lei gli prese la mano, portandosela all’altezza delle labbra per poterla baciare, mentre gli occhi le si riempirono di lacrime e il groppo che le si era formato in gola le impediva quasi di respirare. Alla fine riuscì ad articolare una frase “Credevo… credevo che non ti saresti più svegliato… Credevo che mi avresti lasciata sola…”

“Hermione… potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto?”

“Silente mi ha spiegato tutto, ma avremo tempo per parlarne quando starai meglio, ok? Abbiamo così tante cose di cui parlare… Ma adesso devi pensare solo a guarire, d’accordo?”

“D’accordo…” la guardò per un attimo prima di aggiungere “Quanto vorrei avere il mio album da disegno sotto mano, non puoi capire quanto sei bella adesso.” Hermione sorrise tra le lacrime, e senza pensarci gli diede un lungo, dolce bacio a fior di labbra. Salì sul letto e si sdraiò vicino a lui, poggiando il viso sul suo torace “Non lasciarmi più…”

“Non lo farò.” E accarezzandole i capelli, entrambi si addormentarono con la consapevolezza che forse, anche per loro, era arrivato il momento per poter vivere appieno il loro amore.  

 

 

 

 











Sophie's space

Oh mio Dio… Forse voi non ci crederete, ma prima di scrivere il mio angolino delle chiacchiere sono passata a leggere i commenti che mi avete lasciato oggi, e che dire… Sono rimasta semplicemente senza parole! Mi sono commossa, con le lacrime agli come una scema, mentre leggevo tutte le vostre parole, i vostri complimenti… Dovrei essere io a ringraziarvi per tutta la pazienza che avete dimostrato nel seguire la mia storia, nonostante gli aggiornamenti impossibili, e per tutto il calore e l’affetto che mi avete sempre regalato:

 

GRAZIE A TUTTI DI CUORE, DAVVERO

 

Volevo ringraziarvi uno per uno, come avevo fatto per ‘HP e lo Specchio di Agis’ ma siete veramente tanti… Però perdonatemi se dei nomi li faccio, spero che gli altri non me ne vogliano a male, ma non me la sento di non nominarle:

Vulcania, che mi ha commissionato questa fan fiction, e che spero che prima o poi troverà il tempo di finire di leggerla, sempre se vorrà… (come ti capisco… anche il mio tempo sembra sparire nel nulla);

Blackcrystal, la mia beta-reader, che mi ha seguito con grande pazienza fino qui;  

2Thinkerbell, senza la quale non sarei mai venuta a capo di questo ultimo capitolo

Alessandra, juju210, 8x4 (Ho letto sulla tua pagina che hai avuto dei gemelli!!! AUGURONI!!), che mi hanno sempre sostenuta con grande affetto e calore (juju, le tue recensioni mi fanno sempre morire dalle risate XD; Alessandra che mi ricordava sempre di essere n ritardo e che mi faceva venire i sensi di colpa ^_^ e 8x4 che è riuscita a seguirmi anche dalla Germania).

Ormai abbiamo concluso questa avventura insieme, e spero che se scriverò qualcos’altro, mi farete l’onore di seguirmi ancora, un bacio affettuoso a tutti,

 

La vostra Sophie

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Capitolo 25
*** Epilogo ***


Ragazzi… non sono molto convinta di questo epilogo… Però quando mi hanno chiesto come sarebbe continuata, mi sono venute in mente queste cose e quando ‘visualizzo’, mi dispiace poi non buttarle giù, quindi le ho scritte, e le ho volute condividere con quelli di voi che mi hanno chiesto una continuazione. Spero di non avervi rovinato il finale. Un bacio a tutti, e grazie per le splendide cose che mi avete scritto!
Potete trovare la mia pagina su fb qui: http://www.facebook.com/pages/Sophie_85/297003163686205 dove inserirò eventuali nuove storie e chiacchiericci vari ^_^

Un enorme bacio a tutti,

 

Sophie.

 

 š›

 

Una lieve pioggerella, passeggera come tutti i  temporali estivi, aveva da poco colpito la zona lasciando su ogni cosa un leggero strato di rugiada. Il cielo si stava ormai schiarendo, lasciando intravedere grandi chiazze azzurre, mentre il sole cominciava a filtrare tra le poche nuvole rimaste, colpendo le gocce di pioggia e facendole risplendere. Hermione camminava con calma tra l’erba appena bagnata, cercando con lo sguardo qualcosa, accompagnata dai soli rumori della natura e dalla tranquillità di quella zona. Poco lontano da lei, intravide una sua ex compagna di Hogwarts, che le fece un cenno in segno di saluto. La guerra era finita da quasi un anno ormai. Voldemort era stato sconfitto da Harry, e anche se ancora parecchi Mangiamorte erano in libertà, la gente iniziava a sentirsi più sicura; non era più così difficile incontrare persino persone sole per strada, anche se quel luogo in particolare, non era mai stato del tutto abbandonato, come era d’altronde inevitabile durante una guerra.

Dopo aver risposto al saluto, Hermione riprese la sua ricerca. Avanzò ancora qualche metro, fino a trovarsi di fronte a ciò che stava cercando. Posò una rosa rossa sullo scuro granito della lapide che aveva davanti, mentre alcune gocce di pioggia, spostate dai petali del fiore, ricadevano sulla superficie liscia e si infrangevano sulle lettere incise nella pietra.

Pansy Parkinson.

Guardò con tristezza la foto della ragazza che ricambiava il suo sguardo con un sorriso felice. Improvvisamente sentì una mano calda cingerle la vita. Hermione si girò appena e alzò lo sguardo, sapendo già che avrebbe incontrato gli occhi grigi di suo marito.
“Sapevo che ti avrei trovata qui” le disse, dandole un bacio tra i capelli.

“Ci ha salvato la vita, il minimo che posso fare è portarle un fiore ogni tanto. Bellatrix l’ha uccisa subito dopo aver scoperto il perchè della nostra fuga; se solo l’avessimo convinta a venire con noi, forse...”

Draco l’abbracciò da dietro.
“Non colpevolizzarti, Hermione. Non sarebbe stata capace di tradire il Signore Oscuro, ha sempre avuto un carattere debole. Se fosse venuta con noi, l’ansia di essere catturata e torturata l’avrebbe spinta a tradirci, e lei lo sapeva. Sacrificarsi è stato l’unico modo per aiutarci, e per liberarsi da quel mondo che poco le si addiceva. Non mi sarei mai aspettato che facesse un gesto del genere, mi ha sorpreso.”

Hermione stava per replicare, ma il rumore di passi veloci sull’erba distrasse entrambi. Una bambina di quattro anni circa stava correndo verso di loro, con i capelli che le svolazzavano intorno al visetto arrossato, mentre sorrideva felice per averli trovati. Draco si piegò sulle ginocchia per poter stare più o meno alla sua altezza, mentre le sorrideva di rimando. “Ciao, piccola. Sei venuta a trovare la mamma?” e le scompigliò giocosamente i lunghi capelli rosso scuro.

“Sì... e oggi è anche successa una cosa incredibile, lo sai, zio Draco?” lo guardava eccitata, i suoi occhi verdissimi spalancati, mentre raccontava “Papà dice che ho fatto la mia prima magia!”

Draco si tirò su, prendendola in braccio entusiasta. “E brava la mia piccola Hope! Stai diventando una signorina! Raccontami!”

Mentre Draco ascoltava la bambina, Hermione si avvicinò al padre, che nel frattempo li aveva raggiunti.

“E’ scappata correndo, sicura di avervi visti, ed effettivamente aveva ragione. Ciao, Hermione. Come stai? Ti vedo stanca.”

“E’ colpa tua. Da quando hai lasciato l’ufficio il lavoro sembra aumentato… e tu, Harry? Come stai?” lo guardò con attenzione, cercando di cogliere nei suoi occhi verdi, così simili a quelli di sua figlia, i suoi sentimenti. La guerra, e la morte di Ginny in particolare, l’avevano segnato profondamente. Era stata catturata durante una missione particolarmente rischiosa, e sapendo che Harry alla fine aveva ceduto al suo amore per lei,  Voldemort stesso l'aveva torturata e uccisa come provocazione. Dopo un periodo di profonda disperazione, Harry aveva raccolto le forze per l'ultimo scontro ed era riuscito ad eliminarlo, rimanendo però gravemente ferito lui stesso. In seguito si era dedicato anima e corpo ai suoi compiti di Auror, per soffocare il dolore per la perdita di Ginny, tanto da dedicare sempre meno tempo a sua figlia. Una volta era tornato a casa con una ferita abbastanza grave, e mentre Draco lo curava senza problemi, sulla porta della stanza era comparsa la piccola Hope, che stringeva  il suo peluche, mentre con gli occhi pieni di lacrime, guardava il padre. Gli si era avvicinato piano e aveva sussurrato con voce rotta: “Non stai per andartene anche tu come ha fatto la mamma, vero, papà?”

A quelle parole Harry aveva aperto gli occhi decidendo di cambiare completamente vita, per dedicarsi all’unica cosa che gli era rimasta di Ginny: il frutto del loro amore. Il giorno dopo aveva dato le dimissioni da capo della sezione Auror, e si era trasferito di nuovo a Grimmauld Place, dove aveva vissuto i primi anni con la moglie e la figlia.

Posando lo sguardo sulla figlia, sorrise sereno prima di rispondere “Non pensavo che l’avrei mai più detto, ma sto bene. Hope è un piccolo terremoto, e starle dietro non mi permette di pensare ad altro. Assomiglia a Ginny in modo impressionante, più di quanto non immagini. Mi sta ridando la gioia di vivere.”

“Si vede, lo sai?” gli posò una mano sul braccio, in segno di vicinanza, poi cambiando discorso aggiunse. “Davvero ha fatto la sua prima magia?”

“Ve l’ha detto? Non aspettava altro, è da quando è successo che non vedeva l’ora di raccontarlo a ‘zio Draco’…” Entrambi si girarono a guardarli divertiti. “Ma guardalo, è sempre scostante con tutti, e con mia figlia diventa quasi civile. Non sembra più neanche Malfoy.”

“E dai, smettetela di punzecchiarvi… chi l’avrebbe mai detto che sareste diventati così amici.”

Da quando erano stati costretti a combattere dalla stessa parte, infatti, volenti o nolenti, Draco, Ron e Harry avevano imparato a conoscersi, e con il tempo a rispettarsi, creando un profondo legame, che nessuno dei tre però aveva mai ammesso apertamente.

“Necessità fa virtù, ma non dirlo troppo in giro…”

“Comunque è vero. Nonostante sia tua figlia, Draco adora Hope… Mi dice sempre che se non fosse per il fatto che ha gli occhi identici ai tuoi, dubiterebbe che…” ma Hermione non riuscì a finire la frase perché improvvisamente tutto le iniziò a girare intorno. Si appoggiò pesantemente a Harry prima di perdere completamente i sensi. Lui fu pronto a sorreggerla e a prenderla in braccio, Draco intanto si era accorto che qualcosa non andava e si era avvicinato in fretta con la bambina.

“Cosa è successo?!”

“Stavamo parlando, all’improvviso è impallidita ed è svenuta… Portiamola a casa mia, così puoi visitarla con calma.” E in un unico crack, entrambi scomparvero, con Hope e Hermione in braccio.

 

Dopo che Harry vi si era trasferito in pianta stabile con Ginny, Grimmauld Place aveva assunto un’aria assolutamente nuova. Finalmente Harry era riuscito a staccare il vecchio quadro della signora Black nell’ingresso e insieme a lei erano stati tolti di mezzo tutti i richiami macabri alla purezza del sangue, come le teste degli elfi domestici; tutta la casa era stata ridipinta di colori chiari e stoffe dai colori vivaci arredavano le stanze.

Hermione era distesa in una delle stanze degli ospiti e ora discuteva con Draco animatamente.

“Ti ho detto che sto meglio, torniamo a casa…”

“Smettila di fare i capricci, Hermione! Sei pallida come un lenzuolo, e poco fa sei svenuta all’improvviso.”

“Sarà solo un po’ di stress. Lo sai che abbiamo avuto molto lavoro in ufficio da quando abbiamo rintracciato quel gruppo di Mangiamorte.”

“Non mi importa. Voglio visitarti prima di partire per Londra, a costo di legarti al letto.” le disse fulminandola con lo sguardo. Hermione fissò per un attimo la sua espressione decisa, indurita dalla cicatrice che gli era rimasta sulla guancia sinistra.

“Quanto sei testardo! Ti ho detto che sto benissimo!” Fece per alzarsi dal letto, ma appena fu in piedi venne colta da un altro mancamento. Draco la sostenne prontamente e lei poggiò la fronte contro il suo petto per cercare di riprendersi.

Ora la voce di Draco non era più autoritaria come poco prima, ma era venata dalla preoccupazione.
“Ti prego, Hermione, fatti visitare… E’ dall’ultima volta che sei andata in missione che ti vedo stanca e pallida. Mi sto iniziando a preoccupare...”

Hermione sospirò, e si riappoggiò lentamente sul letto, con l’aiuto di Draco. “Sì, forse hai ragione tu… Ma vedrai che non ho niente…”

Intanto Harry e Hope che erano tornati con una tazza di thè fumante per Hermione, si misero in silenzio dall’altro lato del letto, mentre Draco iniziava a far scorrere la bacchetta lungo il corpo della moglie pronunciando in un sussurro qualche formula. Improvvisamente si bloccò sbiancando. Guardò Hermione negli occhi, e poi ricominciò a monitorarla, come se non credesse a quello che aveva appreso.

“Che c’è, zio Draco? Ti senti male anche tu?”

Anche Harry e Hermione si erano accorti del suo cambiamento e lo guardavano con un filo d’ansia.

Draco si sedette sulla sedia lì accanto e guardò per un lungo istante nel vuoto.

“Dai, amore, se fai quella faccia seria spaventerai la bambina!” Cercò di dire Hermione per sdrammatizzare.

“Eh?” si voltò a guardarla senza evidentemente aver sentito una parola.

“Cosa c’è, Draco?! Così fai spaventare me!”

In tutta risposta, lui le fece un sorriso incerto. Sembrava confuso, ma felice. Alla fine le si avvicinò, prendendole le mani tra le sue e disse “Credo proprio che siamo incinti.”

Hermione lo guardò con gli occhi spalancati, senza sapere cosa dire, poi automaticamente si portò una mano sul ventre. Da quando due anni prima aveva subito una brutta maledizione, pensava che non avrebbe più avuto potuto avere bambini. Era per questo che ogni volta che vedeva Hope e Draco insieme le si stringeva il cuore all’idea che non avrebbe potuto dargli lei un figlio suo, ma adesso…

“Davvero?! Oh mio Dio, Draco! Non stai scherzando, vero?! Avremo un bambino?!”

Draco fece un sorriso enorme, che Hermione non gli aveva mai visto mentre diceva “Sì, e se non mi sono sbagliato, amore mio, non sarà uno solo…”

“GEMELLI?!” Hermione gli buttò le braccia al collo, gli occhi lucidi di gioia, mentre suo marito la teneva stretta per poi baciarla con passione.

Intanto Harry aveva preso per mano Hope, e si allontanarono con discrezione. Una volta fuori, la bambina guardò con curiosità il padre e disse.

“Papà, che vuol dire che sono… ‘intinti’?”

Harry le sorrise. “Non ‘intinti’, Hope. ‘Incinti’. Zio Draco voleva dire che zia Hermione aspetta un bambino, anzi, ben due da quanto ho capito. Le verrà il pancione come quello che aveva zia Lavanda, ti ricordi?”

La bambina aveva un’espressione corrucciata, nel tentativo di capire. “Quindi… nella pancia di zia Hermione… sono entrati dei bambini che poi cresceranno dentro di lei?”

“Più o meno.”

“E come hanno fatto ad entrare?”

“Oggi siamo curiose, eh?” Harry si passò una mano tra i capelli ribelli per prendere tempo. Poi gli venne un’idea, la prese in braccio ridendo e le disse. “Facciamo così, ora andiamo ad avvertire Danielle e gli zii della bella notizia e appena arriva lo zio Ronnie sono sicuro che sarà felicissimo di spiegarti tutto, ok?”

“Ok!” E insieme si diressero verso il caminetto per dare a tutti la splendida notizia.














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Il giudizio completo potete leggerlo qui: http://www.facebook.com/photo.php?fbid=335014816551706&set=a.335014743218380.87255.297003163686205&type=1&theater¬if_t=photo_reply

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