Catch the Unicorn

di Nana_Hale
(/viewuser.php?uid=515033)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wrong Dinner ***
Capitolo 2: *** The Fall ***
Capitolo 3: *** Don't Move ***
Capitolo 4: *** Our Strange Family ***



Capitolo 1
*** Wrong Dinner ***


Wrong Dinner

"Dici che abbiamo fatto bene a lasciare Peter con Bruce e Pepper?"
La voce di Steve era lievemente preoccupata e imbarazzata per quella domanda degna di una mamma alle prime armi.
"
Vuoi calmarti! E' in buone mani e ora tu devi solo pensare a rilassarti!"
Stark bevve un altro sorso del suo drink e si appoggiò allo schienale del divanetto di cui il tavolo da lui prenotato era fornito. Rogers sospirò sistemandosi la cravatta e iniziando poi a strofinarsi nervosamente le mani e a guardarsi intorno.
Non aveva ancora ben capito come si era lasciato convincere ad uscire per cena ed andare in quel lussuosissimo ristorante pieno di gente di alto livello, tutta tirata a lucido, per mangiare quelle misere porzioni di pesce che il menù offriva.
Lampadari lucenti e sfarzosi pendevano dal soffitto di legno d'ebano nero, colonne di marmo chiaro erano poste ai lati della sala accanto alle finestre ornate da tende color vinaccia scuro. Un posto di classe. Perfino troppo di classe per lui.

Si era dovuto perfino vestire di tuttopunto, con lo stupendo abito che Tony gli aveva fatto trovare in camera; si sentiva davvero impacciato agghindato in modo così elegante, al contrario del suo collega che, come al solito, era perfettamente a suo agio e impeccabile nel suo completo scuro e gli occhiali azzurri inforcati sul naso.
Stavano aspettanto il cameriere per ordinare la loro cena e, quando finalmente arrivò, Steve si accorse che non aveva nemmeno sfogliato il Menù e non aveva la minima idea di cosa mangiare.
"I signori desiderano?"
Afferrò in tutta frettà la cartelletta di pelle marrone al centro della tavola e la sfogliò balbettando qualche scusa, mentre il ragazzo lo fissava attendendo impaziente di scrivere sul suo blocchetto.
"Emh... io... io... non saprei cosa... emh..."
"Prendiamo 2 filetti di salmone, faccia scegliere allo chef il contorno ideale, e una bottiglia del vostro Bianco migliore, grazie."

Tony lo salvò per un pelo dal gettare il Menù addosso al cameriere e inveire per la spropositata quantità di piatti che avevano messo a disposizione di uno che era abituato a mangiare poche e semplici cose, spesso cucinate in casa.
Il ragazzo scrisse e si congedò con un cenno del capo al quale Stark rispose cordialmente per poi tornare a guardare il suo collega, sorridendo.
"Grazie, non sono proprio un tipo da ristorante, mi dispiace."
Si scusò, ridendo imbarazzato, ammirando per qualche istante l'innata scioltezza di quell'uomo che, in qualsiasi situazione, sarebbe stato capace solamente usando le parole di far abbassare lo sguardo anche al più temibile dei nemici. Oppure farsi scaraventare giù da una finestra.
"Distraiti un po', per una volta. Pensa che potrebbe andare peggio."
Sussurrò Stark chinandosi in avanti e poggiando di nuovo il suo bicchiere, ora vuoto, sul tavolo mentre Steve aggrottava le sopracciglia, dubbioso e incredulo.
"Potrebbero pensare che questo sia un appuntamento galante..."
La faccia che si disegnò sul viso di Tony era un misto di divertimento e curiosità nel tentare di analizzare la reazione del suo compagno che, con sua sorpresa, si limitò a stringere le labbra per trattenere una risata che produsse un tenero sbuffo del suo naso.
"Come se il fatto che abbiamo preso in adozione un bambino non sia già abbastanza scandaloso per la stampa."
Fece presente Rogers portandosi una mano a nascondere la bocca, a tutti meno che Tony, e bisbigliando come se stesse rivelando il più sordido dei segreti.
"Capitan America e Iron Man nel nuovo ristorante più costoso della città, si guardano negli occhi bisbigliando. Compagni d'arme e forse anche... compagni di letto-Ooooooh!"
Tony pronunciò l'ultima frase come fosse la testata di un giornale scandalistico e, per enfatizzare ancora di più le sue parole, spalancò occhi e bocca, portandovi le dita davanti, e inspirò rumorosamente fingendo la sorpresa più grande degli ultimi 20 anni di giornalismo.
Rogers scoppiò a ridere scuotendo la testa e attirando per un secondo l'attenzione di tutto il ristorante, che si voltò verso di loro.
Nessuno dei due vi prestò attenzione, anzi, continuarono a ridere fomentati da quell'inaspettato pubblico che li guardava storto, facendoli divertire ancora di più.
Più si guardavano e più ridevano senza un apparente motivo; ridevano della gente così sconvolta intorno a loro, ridevano di loro stessi, genitori improvvisati senza speranza, ridevano di quello che Tony aveva appena detto; non tanto per l'ilarità dell'affermazione in se, quanto più per sbrammatizzare il fatto che immaginarsi coinvolti in una relazione non fosse così strano.
Con molta fatica riuscirono a tornare calmi, appena in tempo perchè i loro piatti arrivassero sul tavolo, portati da una ragazza molto carina, che li posò insieme al vino e si congedò cordialmente.
Steve rimase per un attimo stupito del fatto che Stark non aveva fatto nessun apprezzamento, nessuno commento e nemmeno aveva tentato di sedurre quella ragazza non appena era apparsa accanto a loro. Al contrario, era rimasto tutto il tempo con gli occhi dentro ai suoi e con il sorriso ancora stampato sul volto.
"Buon appe... tito..."
Disse il miliardario spostando il suo sguardo sul piatto, mentre la sua voce scemava, un po' delusa, nel silenzio.
Entrambi fissarono la pietanza ordinata stupiti e vagamente increduli di ciò che si trovarono davanti: un pezzo di pesce più o meno grande come una pallina da ping-pong con intorno 4 foglie di insalata e una salsa scura e gelatinosa, che pareva essere l'olio perso dalla moto che Tony aveva riparato a Steve il mese prima.
"Deve... essere... così?"
Chiese timidamente il soldato, completamente ignorante riguardo all'alta cucina di quel tempo, inarcando le sopracciglia.
"Non lo so... non sono mai stato qui."
"Cosa?! E' la prima volta che vieni qui?!"
"Volevo portarti in un posto nuovo! Questo mi sembrava abbastanza costoso per fare buona impressione!"

Steve guardò il miliardario con aria sbigottita vedendolo sospirare sconsolato e storcere la bocca per quell'abbozzo di cena che avevano sotto il naso.
Aveva una fame tremenda ma si sentì un pò a disagio per essersi comportanto in quel modo dopo che Tony aveva organizzato tutta quella serata e, prendendo un bel respiro, sorrise delicatamente.
"Vabbè, non fa nulla. L'importante è che ci rilassiamo un po', giusto?"
Stark sollevò lo sguardo incorciando gli occhioni blu, sempre gentili e confortanti, del suo collega che, incerto, aveva preso in mano una delle infinite forchette disposte accanto al piatto e si accingeva a mangiare.
Era troppo educato per essere vero.
Si sarebbe affamato per non dargli un dispiacere e piuttosto che arrabbiarsi per la scelta sconsiderata del ristorante, avrebbe mangiato quello sputo di salmone gustandolo come fosse un enorme piatto di pasta.
Il miliardario si chinò sul tavolo poggiando una mano sul polso del soldato e fermandolo dal prendere il coltello.
"C'è un FastFood in fondo alla strada, possia-"
"Oh Dio, sì, grazie."

Fecero entrambi uno scatto felino lasciando cadere le posate sul tavolo e alzandosi con un balzo si lanciarono verso la porta ridendo sotto gli sguardi sempre più attoniti degli altri clienti.
"Le apro un conto, signor Stark?"
Chiese il direttore di sala appena lo vide passare, seguito da Steve, davanti ai suoi occhi.
Il miliardario frenò all'improvviso facendo finire il soldato contro la sua schiena e, senza staccarsi, lo spinse indietro di un paio di passi arrivando faccia a faccia col cameriere.
"Assolutamente no mi faccia pagare e ce ne andiamo subito grazie è stato bellissimo non torneremo più."
Rispose tutto di un fiato lasciando delle banconote, appena tolte dal portafoglio, sul bancone; poi se lo rimise in tasca, il tutto rimanendo appoggiato con spalle e testa al petto di Cap che, per un istante, rimase inconsciamente affascinato dal profumo dei suoi capelli scuri.
"Arrivederci a tutti!"
Tony gridò verso la sala prima di fuggire definitivamente dalla porta lasciando Steve a vergognarsi come un ladro davanti a decine di persone che li fissavano sbigottite.
"Buon appetito a tutti."
Il capitano si voltò accennando ad un saluto militare e, continuando a ridere, si gettò all'inseguimento del suo collega.
Stark lo sentì seguire i suoi passi fino a quando non furono di nuovo fianco a fianco e si poterono lanciare un'occhiata complice e divertita, mentre ridendo si incamminavano verso il luogo in cui avrebbero mangiato la vera, abbondante e poco salutare, cena per cui erano usciti insieme quella sera.

____________________________________________________________________________
Hello, good evening and welcome!
Ecco a voi il primo capitolo di questa Stony scritta qualche tempo fa ispirata a questo giset. Here
Spero vi sia piaciuto l'inizio!
Bacio
-Nana

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** The Fall ***


The Fall
 

"Posso farti una domanda personale?"
Steve ingoiò l'ultimo boccone del suo panino, stropicciando poi la carta e poggiandola da parte, accanto alla sua bibita, prima di parlare.
Il locale era ben illuminato ma molto più piccolo del ristorante da cui erano scappati; più intimo, più accogliente e caldo.
Si era tolto la cravatta e la giacca, slacciandosi il primo bottone della camicia e sollevando le maniche fino ai gomiti per evitare di sporcarle.
"Sono tutt'orecchie."
Rispose Stark, facendo girare leggermente la sua sedia davanti al bancone del FastFood verso il suo collega. Incrociando le gambe, afferrò una delle patatine del suo cestino e se la infilò in bocca; anche lui si era tolto la cravatta, lasciando intravedere il reattore attraverso la camicia, e gli occhiali mostrando per la prima volta durante la serata i suoi profondi occhi castani.
"Cosa è successo fra te e Pepper?"
Un colpo di tosse sfuggì al miliardario che sollevò le sopracciglia e, dopo aver preso un sorso della sua Coca Cola, prese un profondo respiro prima di iniziare a parlare.
"Sinceramente... non lo so."
Disse tranquillamente rimettendo giù il bicchiere mentre il soldato aggrottava la fronte perplesso.
"Quando è arrivato Peter sembrava andare ancora tutto bene ma poi, un giorno è scesa in laboratorio e mi ha detto che non era il caso di continuare la nostra storia."
Continuò il moro magiucchiando un'altra patatina e rissumendo in poche, misere parole la conclusione della sua storia sentimentale.
"Mi dispiace..."
Sospirò Rogers accorgendosi di non essere realmente troppo amareggiato di quella notizia e, per questo, sentendosi terribilmente in colpa e a disagio; spostò lo sguardo sul suo piatto oramai vuoto, sperando di non aver dato troppo a vedere il suo falso dispiacere.
"Anche a me dispiaceva... all'inizio. Ma mentre parlava mi rendevo conto che aveva ragione. Non c'era più nulla fra noi se non l'affetto e il rispetto che c'era sempre stato. Nessun desiderio, nessun interesse. Ne da parte sua che da parte mia."
Rincuorato dalla spiegazione del collega e incuriosito dalla sua affermazione, Steve tornò all'attacco.
"Svanito così all'improvviso?"
"Mi disse che non era un problema, che capiva, che dovevo solo farmi avanti."

Un attimo di silenzio calò fra i due uomini che ora stavano guardandosi nuovamente negli occhi in attesa che uno dei due dicesse qualcosa.
Steve fu il pirmo a spezzare il vuoto.
"Con chi?"
"Ah, allora non ne avevo la minima idea. Ma credo che lei avesse già intuito che provavo interesse vero un'altra persona."

Il soldato sbattè le palpebre un paio di volte, improvvisamente inquietato dall'ultima frase del miliardaro.
"U-un'altra pers-"
"Posso chiederti io una cosa adesso?"

Stark non gli permise di domandare altro e lo incalzò chinandosi verso di lui con il busto.
"Oh, ok, certo."
"Come mai non hai mai provato a farti una famiglia?"

La domanda fu piuttosto inaspettata, tanto che Cap indietreggiò con la testa, sbigottito e incapace di dare un'immediata risposta.
"C-cosa?!"
"Insomma, da quando ti abbiamo risvegliato c'è stato un po' di chaos, te lo concedo. Loki, il Mandarino, Bucky e via discorrendo, ma è da diverso tempo che non ci sono catastrofi internazionali e nessuno prova a invadere, conquistare o distruggere il pianeta quindi..."

Tony lo inondò di parole su parole, spiegando e argomentando la sua domanda come solo lui sapeva fare e causandogli un insolito nervosismo che lo fece più volte deglutire a vuoto e fissare lo sguardo sul fondo del suo bicchiere ancora pieno per metà.
"...Non capisco perchè sei rimasto fermo quando avresti potuto avere una tua vita, una casa e quant'altro dato che si vede che ti piacerebbe, tutto qui."
Quando finalmente il moro finì, ci mise un attimo a riordinare le idee per dare una risposta sensata e esaustiva e l'unico modo che aveva per farlo era dire la verità.
"Credo..."
La verità nuda e cruda, anche se questo significava aprire completamente il suo cuore.
"...credo che la mia paura di perdere di nuovo tutto quello che amo... fosse più forte del desiderio di avere qualcuno da cui tornare a casa ogni sera..."
Fu sorprendentemente più facile di quanto si aspettava. Confidarsi con Tony gli riuscì incredibilmente naturale tanto che un accenno di sorriso gli si dipinse sulle labbra, mentre i suoi occhi fissavano ancora le bollicine di Coca Cola dentro il suo bicchiere.
"Capisco..."
Fu l'unica cosa che riuscì a dire Stark, dato che non si aspettava una reazione tanto calma, estremamente sincera e personale.
"Ma adesso io ho voi! Cel'ho una famiglia!"
D'un tratto, il biondo si riaccese tornando a guardarlo negli occhi con rinnovata allegria e spensieratezza, lasciandolo stordito.
"Non... non era esattamente quello che intende-"
"E perchè no?"

Lo interruppe bruscamente, senza permettergli di ribattere e voltandosi completamente sulla sedia, si chinò portando i loro visi a poco meno di una spanna di distanza.
"Da quando ti ho visto quella sera, per la prima volta, in camera di Peter mentre gli raccontavi una storia per farlo smettere di piangere, ho capito che anche tu ci tenevi, che non sarei stato solo ad occuparmi di quel bambino."
Stark trasalì perdendo per un secondo il respiro; per tutto quel tempo aveva creduto che nessuno si fosse accorto delle sue incursioni nella stanza del piccolo, ma evidentemente si era sbagliato di grosso.
"Questo non vuol dire essere una fami-"
"Da ragazzo immaginavo sempre cosa mi sarebbe successo crescendo e non è per niente come avevo più volte sognato. Ma vivere con te, prendermi cura di un bambino e volergli bene è anche più di quanto potessi sperare di avere, e adesso è l'unica cosa importante per me."

Tony scosse la testa prendendo un profondo respiro e avvertendo dentro al petto una strana agitazione ma, allo stesso tempo, una profonda e delicata sensazione di completezza che le parole del soldato gli stavano trasmettendo.
"Non credo che la nostra si possa considerare una fami-"
"Si invece!"

Steve alzò la voce facendolo sobbalzare sulla sedia per l'improvviso spavento. Fortunatmente il locale era vuoto, altrimenti avrebbero rischiato anche lì la stessa figuraccia fatta al ristorante.
"Mi sono risvegliato in questo tempo senza niente, completamente solo, e credevo che mai più sarei riuscito a legarmi a qualcuno."
La voce di Rogers era pervasa da una passione e una determinazione che poche volte Stark gli aveva visto sfoggiare così apertamente durante le loro discussioni, e la cosa stava stranamente solleticando la sua fantasia.
"Ma poi abbiamo combattuto insieme e nonostante il modo orribile in cui ci siamo trattati all'inizio, tu mi hai dato un luogo in cui vivere, la tua compagnia, qualcosa in cui credere di nuovo. E anche se non ti sta bene, non vedo un solo motivo per cui, dopo tutto questo, io non debba considerarti come la mia famiglia."
Il biondo finì di parlare quasi seccato, sospirando rumorosamente dal naso e lasciando che le sue parole si perdessero nell'aria e nel silenzio rendendolo denso, teso e assordante.
Si accorse solo dopo qualche secondo dell'eccessiva foga con cui aveva risposto a quella semplice domanda che gli era stata posta, e accortosi di avere ancora gli occhi piantati in quelli del suo collega, si chiarì la voce e si voltò un po' imbarazzato afferrando fra le mani il suo bicchiere e iniziando a giocherellarci.
Solo dopo qualche secondo Tony si rese conto di aver iniziato a leccarsi le labbra senza aver mai staccato lo sguardo dal viso del soldato.
Aveva sempre adorato vederlo infervorarsi per i suoi valori e i suoi principi, ma quella volta aveva notato qualcosa di diverso nei suoi occhi blu; qualcosa che gli aveva fatto crescere dentro la voglia di slacciargli la camicia a morsi lì sul bancone, affondare le mani nei suo addominali perfetti e restarci per tutta la notte.
"Mi... mi dispiace, non so perchè ho reagito così..."
Steve balbettò preparandosi psicologicamente alla serie di battute e frecciatine infinite, che era sicuro sarebbero arrivate da parte di Stark nel giro dei prossimi 2 minuti a proposito del suo sfogo emotivo.
"Cavolo... se questo è quello che pensi di me... sono sorpreso e... onorato."
Ma il miliardario riuscì a sorprenderlo di nuovo, poggiandogli una mano sulla spalla e bisbigliandogli quelle parole con getilezza e sincera gratitudine.
Si voltò, incrociando i suoi occhi scuri e per un secondo gli tornò in mente quell'attimo, di diversi mesi prima, in cui lo aveva guardato allo stesso modo, dopo l'ennesima litigata e l'ennesima riappacificazione, e aveva sentito nascere in se la voglia incontrollabile di stringere quell'uomo e fargli cose che non avrebbe mai immaginato di poter nemmeno pensare.
"Non è tutto quello che sto pensando di te... ora come ora..."
Sussurò senza quasi rendersi conto di aver pronunciato quelle parole che fecero sorridere lievemente Stark, che rispose dopo essersi morsicato leggermente il labbro inferiore.
"Allora dovrò scoprire anche il resto..."
Il quel preciso momento, una ragazza con i capelli viola comparve dall'altra parte del bancone con un'espressione allegra e furba dipinta sul viso e un grazioso grembiule rosso legato in vita.
"Desiderate altro? Signor Stark? Capitano?"
I due si ricomposero all'istante rivolgendo la loro attenzione verso la cameriera, ma Tony non si preoccupò assolutamente di spostare la mano dalla spalla del biondo.
"Io sto bene così, grazie. Tu?"
R
ispose cordialmente il moro, domandando poi al compagno che, ancora un po' scombussolato si spostò un ciuffo di capelli dalla fronte e rispose.
"Sono a posto anche io, grazie mille."
"Okay!"

Esclamò tutta frizzante la ragazza accingendosi a tornare nel retro del locale ma, all'improvviso, si bloccò e tornò verso i suoi clienti.
"Posso farvi una confessione?"
Chiese tutta elettrizzata e in trepidazione, attirando subito la loro attenzione.
"Certo, dicci pure!"
Le rispose Tony con tranquillità mentre Steve annuiva con la testa.
"Io già lo sapevo. Insomma... di voi due."
Disse la giovane ammiccando, mentre Rogers spalancava gli occhi, incredulo e a Stark sfuggiva una risatina acuta.
"Cosa?!"
"L'ho capito dagli articoli, dalle foto e da come vi guardate quando vi intervistano."

Si spiegò la ragazza tutta soddisfatta, inforcandosi meglio i suoi sottili occhiali da vista sul naso.
"No, no, guardi che si sbaglia! Noi non siam-"
"Avanti tesoro, non serve fingere, ci ha scoperto!"

La voce di Stark si alzò di un tono diventando improvvisamente sensuale mentre la sua mano scendeva dalla spalla del soldato fino ad appoggiarsi all'inizio della sua coscia.
Steve squittì sfoggiando un tesissimo sorriso e cercando di balbettare qualcosa di comprensibile.
"S-si, è vero. Ha-hai ragione."
"Sai, è un po' teso perchè oggi è il nostro primo anniversario."

Sussurrò il miliardario strizzando l'occhio alla cameriera che, sbigottita, apriva la bocca inspirando rumorosamente, mentre il biondo si voltava sempre più esterrefatto, verso il suo compagno.
"Allora devo per forza offrivi una fetta di torta!"
Gridò tutta eccitata correndo via e scomparendo dietro una porta, lasciando i due uomini dove li aveva trovati.
"Che diavolo fai?!"
Domandò Steve a denti stretti cercando di incrociare lo sguardo di Stark che intanto gli si avvicinava ancora di più,  tenendogli la mano ferma sulla gamba e ridendo sottovoce.
"Che c'è? Non ti piace essere il mio fidanzato?"
A quelle parole sbuffò e finalmente riuscì ad incontrare gli occhi del miliardario, ma quallo che trovò fu completamente insapettato e lontano da quello che si era immaginato.
Tony lo stava guardando in un modo che avrebbe fatto cedere le ginocchia anche alla più irreprensibile delle donne, lo stava guardando come si guarda un bicchiere d'acqua dopo una lunga corsa nel deserto; e quello sguardo accese inaspettatamente dentro di lui il bisogno disperato di baciarlo sul collo, sul reattore, sul petto, sul ventre e in ogni punto che la sua bocca sarebbe riuscita a raggiungere.
Non capiva se stavano ancora giocando o se c'era qualcosa di spaventosamente vero in quello che stavano facendo, ma poco gli importava in quel momento.
"Per la verità... no, non mi piace."
Mentì, sospirando a pochi centimetri dal viso del suo compagno, non rendendosi conto che egli aveva iniziato ad accarezzargli la gamba con le dita, quasi involontariamente.
"Ma come? Ti ho anche procurato la torta gratis!"
Gridò all'improvviso Stark e, a quell'affermazione, Cap non resse più e scoppio a ridere chiudendo gli occhi dando una leggera spallata a Stark.
Leggera secondo i suoi standard.
"AH!"
"OH! TONY!"

Poichè Tony si sbilanciò all'indietro e cadde rovinosamente dalla sedia trascinandosi dietro il piccolo cestino, ancora pieno di patatine, che volarono per aria come stelle filanti a Carnevale.
______________________________________________________________________
Secondo Capitolo... (Gifset d'ispirazione Here )
Spero vi sia piaciuto! 
Bacio
-Nana

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Don't Move ***


Don't Move
 

"Questo farà un po' male..."
Steve appoggiò l'intero palmo della mano sulla schiena nuda di Tony mentre posizionava l'altra mano sul suo ventre, appena sotto le costole.
"No, aspetta. Che stai fac-AH!"
Stark gridò sentendo la sue colonna vertebrale fare un crack tremendo e, quando le gambe gli cedettero, si lasciò cadere all'indietro, afferrando le dita del soldato che lo sorresse contro il suo petto per qualche secondo.
Erano tornati a casa da una decina di minuti, avevano già controllato Peter e poi si erano diretti al corridoio che portava alle camere da letto, dove Rogers aveva insistito per dare un'occhiata alla botta che Stark eveva preso cadendo nel FastFood.
Gli aveva fatto sollevare la camicia fino a metà spina dorsale e poggiare con le mani contro il muro, subendo per questo una serie infinita di battutine a doppio senso. Poi gli aveva tastato la schiena e infine, trovato il punto, lo aveva sciolto con un movimento che aveva imparato nell'esercito.
"Come va?"
Gli sussurrò dopo qualche istante vicino all'orecchio, avvertendo la presa sulla sua mano allentarsi leggermente.
"Wow... è... passato. Non so se potrò camminare mai più, ma per ora è passato."
Scherzò Stark sentendo il cuore di Cap battere musicalmente sotto la sua nuca e le sue robuste braccia che ancora lo avvolgevano.
"Cretino..."
Bisbigliò il soldato ed entrambi risero rimanendo ancora fermi per qualche istante quando, improvvisamente, una voce li fece sobbalzare.
"Cavolo, ragazzi, andate almeno in camera, maledizione!"
Clint, assonnato e in mutande, era in piedi sulla soglia della sua camera, completamente spettinato, che li fissava. Due uomini in quella posizione sconveniente, uno addosso all'altro, che si stringevano le mani con le camicie scompigliate e si sussurravano all'orecchio.
"Hai una casa enorme, Stark, proprio in corridoio davanti alla mia stanza dovete sesseggiare?"
Continuò a boffonchiare richiudendo la porta e tornandosene a letto, lasciando Cap e Tony ancora sbigottiti e un po' incerti su cosa fosse appena accaduto.
Si guardarono e ridacchiarono di nuovo, ricomponendosi e continuando a camminare verso le loro stanze da letto in un silenzio carico di tensione.
Si erano resi conto da oramai diversi minuti che per tutta la sera non avevano fatto altro che flirtare, ma la cosa sembrava non dispiacergli più di tanto; anzi, si trovarono piacevolmente travolti da una sensazione di leggerezza, che da diverso tempo sembrava mancare nelle loro vite quotidiane di genitori apprendisti.
Arrivano davanti alla camera di Steve e si fermarono per salutarsi e darsi la buoanotte, ma fu subito chiaro ad entrambi che nessuno dei due aveva la ben che minima voglia di tornare ognuno nel proprio alloggio.
"Se hai altri problemi con la schiena non esitare a chiamarmi, mi raccomando."
"Sicuro! Oh, anche tu se hai bisogno... di... qualsiasi cosa, fammi un fischio."

Rogers storse la bocca divertito, incuriosito da quella strana affermazione un po' balbettata.
"E... cosa potresti fare per me?"
Domandò appoggiandosi con una spalla al bordo della porta e incrociando le braccia, inclinando la testa.
Tony sospirò, fece un passo avanti, sporgendosi con il petto e il viso, e sfoggiò un sorrisetto malizioso che fece inconsciamente stringere le labbra al suo collega.
"Qualsiasi cosa."
Il biondo sollevò un sopracciglio senza staccare lo sguardo dagli occhi del miliardario, che socchiuse la bocca e si mordicchiò rapidamente il labbro inferiore.
Steve si bagnò le labbra sperando e pregando con tutto se stesso che quello su cui aveva fantasticato per tutto il fineserata, da quando Stark gli aveva poggiato una mano sulla coscia, si stesse per realizzare.

"Non senti più... dolore alla schiena...?"
Domandò chinandosi in avanti vedendo anche il suo compagno venire verso di lui con il volto.
"Un po'. Ma posso sempre compensare... con un po'di piacere..."
Tony fremeva di poter mettere le mani su quell'uomo dal corpo scolpito che aveva davanti, mentre la sua mente viaggiava negli angoli più remoti delle sue fantasie, immaginando infiniti modi in cui avrebbe potuto baciarlo.
Ma non ebbe il tempo di scegliere, poichè il biondo lo precedette stampando la bocca contro la sua e afferrandolo saldamente per le spalle, impedendogli di muoversi; le sue labbra erano calde, morbide e incredibilmente delicate a confronto con le sue mani, robuste e ferme, che gli stringevano le braccia in una morsa piacevolmente violenta.
E lì, in quel momento, con la mente occupata solo dal sapore delle loro bocche e dal profumo dei loro corpi, si resero conto contemporaneamente che se non si fossero fermati, niente sarebbe più riuscito a separarli quella notte.
Improvvisamente i due si staccarono presi contemporaneamente dal panico, trovandosi subito occhi negli occhi, con un'espressione vagamente intorntita sul volto e il respiro leggermente accelerato.
"Buonanotte."
"Buonanotte."

Nemmeno si fermarono a riflettere; Steve si voltò e chiuse la porta della camera mentre Tony si incamminava a passo svelto giù per il corridoio fissando il pavimento.
Ma la sua andatura, pian piano si fece sempre più lenta fino a che non si fermò, aggrottando la fronte e sbattendo le palpebre come se avesse solo in quel momento realizzato l'enorme cazzata che aveva appena fatto.
Si girò e tornò da dov'era venuto sollevando il braccio per bussare alla porta della stanza di Rogers, ma non fece nemmeno in tempo a sfiorare il legno che l'ingresso si aprì davanti ai suoi occhi e una mano lo afferrò per il colletto, trascinandolo dentro.
Si ritrovò addosso a Steve in meno di un secondo con le sue robuste mani che già armeggiavano con i bottoni della camicia mentre la sua lingua assaporava freneticamente l'interno della sua bocca.
La lampadina nella camera era ancora spenta e l'unica fonte di luce veniva dal reattore di Tony, che illuminava d'azzurro i loro volti.
"Forse... non... dovremmo correre..."
Ansimò Stark tentando di riprendere fiato tra un bacio e l'altro che il soldato persisteva a regalargli con foga, continuando a svestirlo.
"...ma... andare con calma..."
A quelle parole Steve si bloccò, allontanando il viso dal miliardario quanto bastava per guardarlo negli occhi; rimase un secondo in silenzio fissando il suo intelocutore, quasi sconvolto.
"... tu chi sei? E dov'è Tony Stark?"
Chiese ironicamente mentre il viso del moro si tingeva di incedulità per le sue stesse parole.
"...ma che diavolo sto dicendo?!"
Si buttò addosso a Cap senza più dubbi, infilandogli le mani fra i capelli biondi e quasi soffocandolo con la sua bocca; gli aprì rapidamente i bottoni mentre lui già gli aveva sfilato la maglia, gettandola in un angolo, per poi passare ai pantaloni.
Stark si ritrovò nudo ancora prima di riuscire a finire di slacciare la camicia del suo compagno che, senza esitare, passò a leccargli sensualmente il collo, e a scendere sempre più verso il basso, arrivando ad inginocchiarsi di fronte a lui.
Il miliardario sospirò rumorosamente tornando a infilare le dita nei ciuffi chiari del soldato che, dopo qualche secondo, sollevò le braccia, accarezzando Tony appena sotto le costole.
Iniziò a baciargli l'inguine, dando leggeri e piccoli morsi sulle sue anche ed egli mugugnò, sentendo le sue mani scivolare dolcemente verso il basso, fino ad arrivare ad afferrargli saldamente il sedere e a giocare con le sue natiche come fossero fatte di creta.
Ogni volta che la bocca di Steve sfiorava la sua intimità, Stark miagolava e si aggrappava sempre con maggior forza ai suoi capelli e al colletto della camicia bianca.
Appena si accorse di aver ottenuto dal corpo di Tony la reazione che voleva, Steve si risollevò lentamente, riportando le sue labbra contro quelle del compagno e abbracciandolo con ardore.
Allora fu proprio Stark a prendere il comando, finendo finalmente di slacciare i pantaloni di Rogers e lasciando che gli cadessero lungo le gambe, per poi infilare delicatamente la mano nei suoi boxer ricevendo un soffocato lamento come risposta.
Rimase in quella posizione per diverso tempo, stimolando il corpo del biondo, che ansiamava accanto al suo viso stringendo con le dita la sua schiena. Pian piano, il moro spostò il volto fino ad arrivare a mordere e succhiare il lobo dell'orecchio del compagno, mentre con la mano libera abbassava l'elastico delle sue mutande fino a fargliele cadere di dosso, lasciandolo con solo la camicia aperta a coprirlo.
"Tony..."
Cap sibilò ansante.
"...lascia che mi prenda cura io di te..."
A quelle parole, Stark allontanò la mano dalla virilità del compagno, soddisfatto del risultato ottenuto e smise di giocare col suo orecchio, tornando a guardarlo negli occhi e sorridere lievemente.
L'idea di venire accudito da Steve Rogers lo mandava completamente fuori di testa, eccitandolo come un bambino in gita scolastica.
"Sdraiati..."
Gli ordinò il soldato con voce suadente ed egli obbedì; fece qualche passo indietro senza smettere di guardarlo e si adagiò sul lato del letto, strisciando indietro fino a sdraiarsi completamente.
Cap lo raggiunse con una serietà ed una determinazione dipinta sul volto che fecero aggrovigliare lo stomaco del miliardario, costringendolo a prendere un profondo respiro.
Intravedeva a malapena il corpo del biondo attraverso il buio, spezzato dal suo reattore, ma si rese perfettamente conto che l'uomo si era tolto la camicia e inginocchiato davanti al letto, in mezzo alle sue gambe. Sentì le sue forti mani poggiarsi sulle sue ginocchia e salire lentamente fino a stringere i suoi fianci e trascinarlo leggermente verso di sè.
"Voltati..."
La voce del Capitano si fece improvvisamente più roca e bassa, e Stark non potè far altro che eseguire gli ordini deglutendo con fatica; si sdraiò prono poggiando la guancia sul materasso, portandosi le mani all'altezza del volto e avvertendo il suo cuore blu scaldare in pochi secondi le coperte sotto di lui.
Le mani di Steve, ripresero subito a toccare il suo corpo, infilandosi fre la sue cosce e distanziandole leggermente.
Poi, ci fu un attimo di silenzio e di calma inattesa, nel quale Tony si scoprì decisamente impaziente di ottenere quanto gli era stato promesso, non potendo nemmeno immaginare fin dove quella sua smania lo avrebbe condotto.
D'un tratto, il miliardario sentì il soldato avvicinare il viso alle sue natiche e la sua lingua iniziare a giocare con quella parte così privata del suo corpo, facendogli mancare il fiato.
Si stupì di come senza nessun imbarazzo, Steve si fosse lanciato in quel preliminare così squisitamente azzardato e un sorrisetto gli sfuggì dalle labbra mentre il suo respiro si faceva più affaticato e la bocca del compagno si divertiva con lui.
Sapeva esattamente come muoversi, cosa fare, cosa toccare per scatenare in lui rezioni e versi che nemmeno si aspettava; baciava, leccava, mordeva in un modo di cui non lo avrebbe mai nemmeno creduto capace, premendo il viso contro il suo fondoschiena senza dargli un attimo di tregua.
Poi, inaspettatamente, dopo qualche secondo, il soldato spostò il volto e con un gesto attento e preciso, passò alle dita.
P
rima solamente uno, vedendo Stark stringere intensamente il lenzuolo fra le mani e lasciarsi sfuggire un rantolo; poi anche un secondo, distruggendo tutto ciò che era rimasto del senso del pudore del suo compagno che, imprecando, schiacciò la fronte contro il letto serrando gli occhi con forza.
"Dove...d-dove hai imparato a... a fare q-questo...?"
La sua voce era affaticata e pervasa dal godimento.
"Anche io ho i miei segreti, Tony..."
Rispose il biondo dando un leggero morso al sedere del miliardario.
Era la risposta migliore da dare. Era meglio non dire che Clint lo aveva obbligato a guardare un film, diciamo, per così dire -poco casto- e che quel piccolo trucchetto gli era rimasto nella memoria, rivelandosi ora, sorprendentemente efficace.
Mosse leggermente le dita all'interno del corpo del moro che, con uno scatto, inarcò la schiena verso il materasso sentendo  la sua intimità sfregare brutalmente contro le coperte. Si lasciò scappare un singhiozzo e spingendo il bacino verso di lui, cercò disperatamente di contenere quella sensazione che gli fece tendere il viso in un'espressione di doloroso piacere.
"B-basta... ti prego... basta..."
Steve si fermò immediatamente, allontanando la mano dal miliardario e, senza lasciargli il tempo di riprendersi, lo agguantò per le anche e lo tirò verso di sè, facendolo strisciare sul letto, fino a che non se lo ritrovò in grembo, ginocchia a terra, con le braccia ancora aggrappate al materasso e la schiena nuda davanti al suo busto.
Scese contro di lui, appoggiando il petto alle sue spalle e gli baciò il retro del collo, mentre con le mani si insinuava sotto il suo corpo, afferrandogli il ventre come aveva fatto per risistemargli la schiena, poco più di 10 minuti prima.
"Sei pronto?"
Gli chiese dolcemente continuando a passargli le labbra sulla pelle.
"S-sbrigati..."
Più che una risposta fu una straziante preghiera, che Steve non potè fare a meno di esaudire.
Si spinse con delicatezza dentro di lui, sentendolo irrigidirsi per un istante, miagolando il suo nome. Poi, appena lo vide rilassarsi di nuovo, gli accarezzò la pancia, salendo fino al reattore, e assaporando la dolce sensazione di calore all'interno del suo corpo.
Lentamente iniziò a muoversi prendendo un ritmo lento e morbido e Tony espirò rumorosamente, stropicciando fra le dita le lenzuola a cui era ancora aggrappato, godendosi ogni singola spinta, ogni singolo momento in cui il vita di Steve toccava il suo corpo.
Cap diede un colpo più intenso col bacino, tirando con più vigore
Stark contro di sè, e mugugnando accanto al suo orecchio, ma il miliardario sentì un leggero strappo alla spina dorsale che lo costrinse a stringere i denti irrigidendo il ventre e abbassando la testa.
"Aspetta... a-aspetta..."
Bisbigliò, e Rogers si bloccò immediatamente, abbracciandolo con più intensità e raggiungendo col viso la sua mandibola.
"Va tutto bene?"
Domandò preoccupato cominciando a sentire un lieve sapore di sale bagnare la pelle del compagno.
"E'...la schiena... andiamo sul letto..."
Rispose ansimando Tony, mentre per la prima volta, in quell'attimo di calma, si rendeva conto della strana e incredibilmente eccitante sensazione che provava nell'avere Steve dentro di sè.
Il biondo sorrise baciando il suo amante dietro l'orecchio, poi si allontanò leggermente a lui e, senza alcuna fatica, lo avvolse completamente con le braccia e si sollevò da terra.
Stark sussultò attaccandosi alle mani del biondo, sorpreso dalla facilità con cui riuscì ad alzarlo e a farlo stendere sul letto, su di un fianco, per poi risistemarsi dietro di lui, sollevandogli leggermente la gamba e posandosela contro la coscia.
"Va meglio?"
Sussurrò sfiorandogli la guancia con le labbra, mentre con le dita tornava ad accarezzargli il petto e il ventre.
"Andiamo avanti..."
Tony sollevò un braccio portandolo dietro la nuca del soldato e, afferrando i suoi capelli sudati, lo tirò contro il suo collo chiudendo gli occhi e muovendo il sedere verso di lui con urgenza, sentendo la sua virilità sfiorarlo.
Cap obbedì e subito si spinse di nuovo dentro al suo corpo, questa volta con più determinazione, facendogli sfuggire dalla gola un rantolo soffocato.
Riprese a muoversi ansimando pesantemente, mentre pian piano mordeva il collo del moro che cominciò a mugugnare per il piacere.
Si sentirono avvolgere da un calore irrefrenabile, da un distruttivo desiderio di amarsi, di compiacersi, di possedersi così tanto da farsi male e bastarono poche spinte perchè il bisogno incontrollabile di entrambi di avere di più, facesse aumentare il ritmo dei loro movimenti.
"Ah... s-si..."
Un lamento roco sfuggì dalla bocca di Steve quando Tony gli tirò indietro la testa, singhiozzando rumorosamente.
Allora, il biondo aprì gli occhi andando alla ricerca del viso di Stark, nascosto contro il materasso, mentre lentamente saliva con la mano fino a sfiorargli la mandibola.
Rallentando di poco gli intensi colpi del suo bacino, con delicatezza, gli afferrò il volto girandolo verso di sè.
"Voglio guardarti..."
Disse studiando con lo sguardo ogni dettaglio del suo bellissimo viso sudato, abbandonato all'estasi: la bocca semi aperta circondata dal pizzetto, gli occhi segnati da qualche ruga, dolcemente chiusi, la fronte imperlata e i capelli corti e scuri, tutti scompigliati.
"Se... se ti guardo p-potrei... v-ve..."
Tony ansimò tentando di parlare con fatica, ma il soldato subito lo fece zittire passadogli il pollice sopra le labbra.
"Ssshh... allora tieni gli occhi chiusi..."
Bisbigliò prendendogli il labbro superiore in bocca e dandovi un leggero morso, prima di ruotare le anche verso l'alto con un profondo gesto che tolse il respiro al suo compagno.
Ripetè il movimento con più impeto e Stark miagolò disperatamente, agguantando con l'altra mano le coperte e stringendole con tutta la forza che aveva; ogni centimetro del suo corpo sembrava bruciare come un fuoco che divampava dai punti i cui il suo compagno lo toccava e lo prendeva.
Bastarono pochi secondi e un altro paio di spinte perchè Rogers sentisse un brivido caldo invadergli prepotentemente il ventre ma egli strinse i denti cercando di calmarsi.
Non era ancora il momento, non voleva, poichè Tony non era ancora pronto.
Con infinita calma, lasciò la presa sul volto del miliardario e scese accarezzando tutto il suo busto, soffermandosi qualche istante sul reattore che brillava intensamente sotto il suo palmo con la sua luce fredda.
Arrivò alla sua virilità e pian piano la accarezzò con infinita dolcezza prima di stringerla fra le dita facendo gemere Stark con violenza. Anche il suo grembo si infiammò di piacere a quel tocco così improvviso, forte e pieno di bisogno e non appena Rogers stuzzicò di nuovo la sua intimità dolente, egli raggiunse il limite.
Aprì gli occhi e gemette di nuovo, incrociando per le prima volta gli splendidi occhi blu del suo compagno, che ancora lo guardavano pieni di premura e tormentato desiderio.
Aveva le pupille dilatate, il viso sudato, segnato dall'eccitazione, le sue morbide labbra dischiuse e inumidite e dei piccoli ciuffi bagnati dei suoi capelli biondi gli cadevano sulla fronte.
Nel vederlo così, incerdibilmente bello e in quel momento completamente e solamente suo, il ventre di Stark fu scosso da una morsa di appagamento così forte da impedirgli di respirare e da svuotagli la mentre da qualsiasi pensiero che non fossero le mani e la virilità di Rogers addosso a lui, dentro di lui.
Un'altra spinta, una soltanto e anche Steve cedette; la fitta che lo colpì all'inguine fu tremenda, dolorosa, disperatamente incontrollabile.
Quello che gli aveva detto il Dottor Erskine prima di sottoporlo al siero del supersoldato era vero. Terribilmente vero.Tutte le sue emozioni, le sue sensazioni sarebbero state decuplicate.
Ciò che stava provando in quell'istante, guardando Tony dritto nei suoi caldi occhi scuri, nel momento in cui era più vulnerabile, in balia del suo estremo piacere, andava oltre la passione, oltre l'affetto; andava perfino oltre l'amore.
Un gemito si liberò dalla sua gola appena prima che l'uomo abbassasse il volto contro quello del suo amante, sospirando il suo nome e bloccando definitivamente i suoi movimenti, mentre un lungo ed estenuante bacio occupava le loro labbra.
Tremarono per qualche istante, l'uno fra le braccia dell'altro, l'uno dentro l'altro, mentre le loro lingue si sfioravano col timoroso desiderio di non volersi più separare.
Quando finalmente si staccarono, rimasero fronte a fronte per quella che parve essere una meravigliosa infinità di tempo, mentre i loro ansimi si placavano lentamente svanendo nell'aria della notte.
I loro corpi nudi, frementi e sudati si strinsero con ardore un'ultima volta prima che Cap si allontanasse con delicatezza dalla schiena di Stark sentendolo sospirare intensamente per l'improvviso e spiacevole vuoto.
"Non ti muovere..."
Sussurò baciando la tempia di Tony e assaporando il sale sulla sua pelle; poi, pian piano si sollevò lasciando che si sdraiasse completmente supino e, scendendo dal letto, si diresse verso il bagno.
"E chi... si muove..."
Stark ansimava ancora, faticando a parlare. Lui non era un superuomo, non era in grado di recuperare le forze così rapidamente. Deglutì, sospirando intensamente e passandosi una mano sulla fronte per poi lasciarla ricadere a peso morto contro il materasso.
In quel momento, Rogers ricomparve nella stanza, senza più una goccia di sudore addosso, e con in mano un asciugamano bianco. Si avvicinò di nuovo al letto, stendendosi accanto al miliardario che, un po' stupito e incerto, fece per sollevare la testa. Ma il soldato lo fermò poggiandogli una mano sul reattore e rimettendolo subito giù.
"Ho detto di non muoverti..."
Gli ripetè, e Tony non replicò e si immobilizzò.
Vide Steve mettergli l'asciugamano, morbido e tiepido, sulle cosce ed iniziare ad asciugarlo piano piano in ogni punto del corpo: spalle, petto, braccia, ventre, accarezzando poi con le dita e con le labbra le zone già pulite.
Stark chiuse gli occhi mentre un leggero sorriso compariva sul suo volto, e la sua mente si abbandonava alla delicata sensazione che la bocca del suo amante gli provocava sfiorando la sua pelle.
Quando Rogers ebbe finito, lasciò cadere lo stracciò giù dal letto e riportò il viso accanto a quello del miliardario; sorrise vedendolo oramai beatamente addormentato e, sfilando un lenzuolo da sotto il suo corpo, lo coprì con cura, accoccolandosi poi accanto a lui.
Lo guardò respirare fino a quando anche lui non cadde preda della stanchezza e si lasciò prendere dal sonno, addormentandosi  con la mano poggiata sul suo splendente reattore azzurro. 
_______________________________________________________________
Capitolo 3, l'amore fra questi due mi fa sempre commuovere *^* (Gifset Here)
Spero abbiate gradito! 
Bacio
-Nana

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Our Strange Family ***


Our Strange Family
 

"Ah!"
Tony si sollevò di scatto, portandosi seduto con gli occhi sbarrati e un'espressione sconvolta in viso.
Steve si svegliò di soprassalto voltandosi subito verso il compagno e avvicinandosi a lui, scosso e preoccupato, poggiandogli le mani sulle spalle.
"Tony! Che c'è? Che succede? Tutto a posto?"
Il miliardario girò il volto molto lentamente arrivando ad incrociare gli occhi chiari e luminosi del soldato che lo fissavano pieni di paura; aveva lo sguardo ancora assonnato, un leggero segno del cuscino stampato sulla guancia e i capelli biondi tutti in disordine, completamente spettinati, come non gli era mai capitato di vederli nonostante tutto il tempo in cui avevano vissuto nella stessa casa.
Rimasero in silenzio, a guardarsi, per qualche istante mentre l'agitazione nel cuore di Rogers cresceva lentamente rendendogli più pesante la respirazione.
"Ho fatto sesso con Capitan America."
La presunta dichiarazione sconvolgente di Stark lasciò il biondo decisamente perplesso, facendogli sollevare le sopracciglia e storcere il naso per un istante.
Poi, entrambi scoppiarono a  ridere di gusto mentre il sole che entrava dalla finestra accanto al letto, illuminava i loro volti con i suoi tiepidi raggi del mattino.
Gli occhi azzurri di Steve sembravano brillare come il suo bianco sorriso, che gli faceva arricciare leggermente il naso, mentre lo sguardo profondo e caldo di Tony sembrava ancora più intenso ed espressivo.
Cap si ribbuttò indietro sul letto per primo, senza smettere di ridere, subito seguito dal compagno che si sdraiò di nuovo accanto a lui rivolgendo il suo sguardo al soffitto.
Erano ancora completamente nudi, coperti dal lenzuolo fino alla  vita; avevano le braccia lungo i fianchi e le loro mani in mezzo al letto erano così vicine da potersi quasi sfiorare.
Le loro risate si spensero pian piano ma non la loro serenità e pace che sembrava non lasciare spazio a nessun pensiero spiacevole quella mattina.
Steve girò la testa lentamente, quanto bastava per poter vedere il profilo del miliardario ancora perso in qualche pensiero, con un lieve sorriso disegnato sulle labbra.
"A cosa stai pensando?"
Domandò con un dolce sussurro, curioso di sapere  cosa passava per la testa di un uomo che sempre e in qualunque momento aveva il cervello occupato da mille cose da fare.
Tony sospirò senza spostare lo sguardo dal punto immaginario verso cui lo aveva abbandonato, e per un istante, al biondo parve che il sorriso sul suo volto si allargasse impercettibilmente.
"A niente..."
Bisbigliò con tono quasi sognante rendendosi conto di come, per la prima volta dopo tanti anni, quando oramai non ci avrebbe più sperato, si fosse ritrovato così calmo e felice da non avere nessuna preoccupazione, nessun problema.
Con delicatezza, Rogers spostò la mano afferando titubante il mignolo di Stark che sussultò lievemente, voltando finalmente il viso verso il suo compagno ed incrociare il suo sguardo.
Sorrise e ,dopo qualche secondo, rispose alla stretta facendo intrecciare le loro dita.
In quell'istante la porta della camera si aprì con un tonfo e un bambino sui 4 anni, tutto agitato e ancora con in dosso il suo pigiamino da astronauta, fece capolino nella stanza.
Peter.
Tony, con uno scatto, lasciò la mano di Steve, afferrò il lenzuolo e se lo portò sopra la testa, nascondendosi, mentre il compagno si girava dandogli la schiena per aiutarlo a ripararsi.
"Papà non trovo Daddy, l'ho cercato nella sua camera ma non c'è!"
Gridò il piccolo spaventato, saltellando avanti e indietro e afferrando la mano del soldato.
"Calmo, Peter! Magari è solo andato in laboratorio!"
Rispose Cap incerto, cercando di mentire meglio che poteva ma il bambino non si placò, anzi, si impaurì ancora di più e la sua vocina iniziò a tremare.
"No! Non è nemmeno là! E' sparito! Cosa facciamo? Cosa facciamo???"
"No! No! Hey piccolo sono qui, tranquillo va tutto bene! Sto bene! Vedi?"

Stark non resse più e saltò fuori dalle coperte poggiandosi alla schiena di Steve e sporgendosi oltre le sue robuste spalle.
"Daddy!!!"
Urlò il bambino mentre istantaneamente le lacrime sparivano dai suoi occhi e un sorrisone senza qualche dentino gli compariva sul viso. Ma quasi subito il sorriso si spense, sostituito da un'espressione curiosa e dubbiosa.
"...perchè sei nel letto di Papà?"
Chiese con innocenza corrucciando la fronte.
"Oh...emh... perchè Papà ha... ecco, lui..."
Stark tentò di rispondere, cercando aiuto negli occhi del compagno, che però sembrava ancora più in alto mare di lui.
"Avete dormito insieme?"
Li incalzò di nuovo il piccolo e questa volta fu Steve a tentare di parlare.
"Si ma... ecco noi... noi..."
Fallendo miseramente.
"Vi siete innamorati!"
Esclamò il bimbo alzando la voce mentre il sorriso tornava sulla sua boccuccia.
"...emh... beh..."
Cap balbettò guardando Peter, sentendosi improvvisamente addosso un disagio evidente e palpabile che lo fece deglutire a fatica.
"Si."
La voce di Tony uscì ferma, decisa, irremovibile, tanto da spingere il soldato a girare la testa con uno scatto per guardarlo negli occhi e cercare conferma di ciò che aveva appena sentito.
E la trovò.
Stark non disse nulla, si limitò a guardarlo e a fargli un leggerissimo cenno del capo, sicuro e convinto di ciò che aveva appena affermato.
Steve spalancò gli occhi ma non ebbe il tempo di reagire in alcun modo.
"Io lo sapevo già."
Disse il piccolo, tutto soddisfatto, attirando immediatamente l'attenzione dei suoi padri.
"Una attimo..."
"Cosa?! Come?!"

Chiesero quasi all'unisono, entrabi scioccati che un bambino avesse capito prima di loro, due affermati supereroi tra cui un famoso genio, che genere di attrazzione fosse nata.
"Daddy ti guarda dalla finestra quando gioca con me, mentre tu nuoti in piscina,"
Rispose il bambino sfoggiando un'aria da piccolo intellettuale.
Entrambi spalancarono gli occhi, Tony più di tutti mentre si sporgeva da dietro la schiena di Steve alzando la voce.
"E' stato solo una volta! E avevi promesso di non dirlo! Sei uno spione!"
"No! Non sono uno spione!"
"Si che lo sei!"

Non si sarebbe potuto stabilire chi dei due fosse il più bambino in quel momento; se quello che faceva la linguaccia oppure il piccolo Peter.
"Calmi! Calmi! Va tutto bene! Non è successo nulla, non è così grave."
Cap li fece zittire, riportando la pace, ma per pochissimo tempo.
"E poi Papà ha detto a zio Clint che voleva baciarti!"
Continuò il bimbo con tono accusatorio.
"Coooosa?!"
Stark sobbalzò scoprendosi improvvisamente interessatissimo alle parole del piccolo.
"N-non è vero! Non l'ho mai detto!"
"Si che l'hai detto! Ti ho sentito!"

E ora a litigare erano un uomo di 90 anni e un bambino di 4.
"Tu dovevi essere già addormentato!"
Lo additò Steve spalancando la bocca.
"
Vi spiavo!"
"Allora è vero! Sei uno spione!"
"Non è vero! Uffa!"

E questa volta, fu Tony ad inserirsi fra loro.
"Hey, hey calmi ragazzi! C'è un modo per scoprire chi dice la verità."
Quelle parole fecero immobilizzare e zittire i due litiganti, che si voltarono subito verso il miliardario.
"Tony, tu non hai un modo per saper-"
"Volevi baciarmi?"

Steve non ebbe il tempo di ribattere, poichè il moro gli si avvicinò poggiando il naso contro il suo e fissandolo con i suoi penetranti occhi castani.
"Non risponderò a questa doman-"
"Vuoi baciarmi adesso?"

Continuò Stark impedendogli di dare una risposta che non fosse quella che desiderava sentire.
Ci fu un attimo di silenzio in cui Rogers si sentì infinitamente combattuto su ciò che avrebbe dovuto fare in quel momento ma, alla fine, optò per la decisione più responsabile.
"Tony...c'è un bambino nella stanza..."
Sussurrò senza però staccare ne il naso ne gli occhi dal miliardario che, con un sospiro, voltò la testa verso il bambino facendosi estremamente serio in volto.
"Peter, ti da fastidio se Papà mi bacia?"
Domandò molto diplomaticamente, sorprendendo il suo compagno che sollevò un sopracciglio, attendendo impaziente la risposta del piccolo che, dopo una lunga pausa, si limitò a storcere il naso.
"...bleah..."
Allora, Steve sorrise soddisfatto, guardando con aria di sfida Tony che, per tutta risposta, stese un braccio indicando la porta della camera con  un'espressione scioccata, allegra e agitata sul volto.
"Peter! Guarda! C'è un vero unicorno in corridoio! Presto! Prendilo!"
"Dove? Evviva! SIIIII!!!"

Gridò incitando il bambino che subito si voltò e si mise a correre, scappando dalla camera.
Steve spalancò la bocca, voltandosi verso Stark, sbigottito e incredulo.
"Sei proprio uno strMH-"
Ma non riuscì a concludere nemmeno la frase.
Il miliardario gli gettò le braccia al collo, unendo le loro labbra e sfiorandogliele con la lingua, ma si staccò quasi immediatamente sentendo un delicato gemito uscire dalla sua gola
"Lo so, sono uno STRaordinario baciatore."
Bisbigliò contro la sua bocca guardando il suo viso godere del momento, con gli occhi dolcemente chiusi e le labbra sorridenti appena aperte, in attesa di un altro bacio.
Stark afferrò il lenzuolo e lo portò sopra le loro teste, spingendo Steve a stendersi di nuovo; si sdraiò sopra di lui, ventre contro ventre, lasciando le sue gambe infilarsi fra quelle del soldato che rimase immobile ad occhi chiusi.
Sentì la mano di Tony spostargli i capelli dalla fronte e la sua bocca dare un leggero morso sul suo mento; e in quel momento, sentì il suo cuore riempirsi completamente di pace, di gioia, come se fino a quell'istante fosse stato per metà desolatamente vuoto.
Il mliardario fece per bacialo di nuovo, quando egli parlò.
"Siamo dei genitori terribili..."
Disse il soldato, un po' imbarazzato ma divertito, aprendo gli occhi.
"Dai, tutto sommato non sta crescendo così male..."
Ribattè Stark per tranquillizzarlo e poi baciarlo delicatamente sulle labbra sentendo le sue robuste braccia avvolgerlo in vita con dolcezza, mentre delle voci risuonavano allegre nel corridoio di fronte alla loro camera.
"ZIO CLINT!!!C'E' UN UNICORNO VERO!!!"
"PRENDI LA RETE, PETER!!!

 

Da ragazzo immaginavo sempre cosa mi sarebbe successo crescendo.
Non solo il mio lavoro, ma anche la mia vita.
Se mi sarei sposato, se avessi messo su famiglia.
Erano solo fantasie perchè pensavo che nessuno avrebbe mai provato interesse per un gracile ragazzo come me.
Se qualcuno mi avesse detto allora che sarei diventato altro un metro e 90 e che sarei rimasto ibernato per 70 anni, probabilmente avrei riso.
Se mi avessero detto che avrei accudito un bambino con un miliardario supereroe e che senza rendermene conto mi sarei disperatamente innamorato di quest'uomo, molto probabilmente non ci avrei creduto.
Ma questa è la mia vita adesso.
Non è perfetta come la immaginavo da ragazzo...
...è anche meglio.

___________________________________________________________

#ImageNotMine
Fine anche di questa piccola fan fiction
Se siete arrivati fino alla fine, spero vi abbia emozionato almeno un po' o divertito, o qualsiasi cosa...
Grazie di averla letta e recensita! 
Un bacio
-Nana

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2506604